Perù: TravolTi dalle Piogge - Cesvi · to della produttività, e quindi delle vendite,...

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camminando lungo i tavolacci del sottottetto, è scivolato ed è sta- to ripescato dal padre prima che sparisse nell’acqua fetida che alla- gava la loro abitazione”. I proble- mi di igiene sono esplosi: la stessa acqua del fiume, che inondava la città raccogliendo i liquami delle fogne strabordate e i bisogni fisio- logici delle persone rimaste dentro le case, serviva per lavare panni e piatti. Ci si nuotava dentro, in caso di necessità. C’è anche chi ha fatto fortuna con l’ingegno della disperazione. “Un signore di Belen ci ha raccontato che dentro l’unica stanza di casa sua, completamente allagata, ha messo alcuni pesci che si sono riprodotti garantendogli un’entrata che mai si sarebbe im- maginato” - riferisce Giovanna. Le classi sono state sospese perché nelle aule vivevano due, tre, quat- tro famiglie. Ora è stato approvato un piano scolastico per recupera- re le ore perdute e per assicurarsi Dall’inizio del 2012 il Perù è stato flagellato da violente piogge. Alle precipitazioni che hanno colpito gran parte delle zone di montagna e l’amazzonia peruviana nei mesi di febbraio e marzo, si sono aggiunte nei mesi successivi le inondazioni nelle pianure, principalmente nel- le regioni di Loreto e Ucayali. Per settimane il Servizio Nazionale di Meteorologia e Idrologia di Lore- to ha messo in guardia le autorità e la popolazione sul preoccupante livello raggiunto dai fiumi Hualla- ga, Ucayali, Maranon e Amazon, il più alto degli ultimi 20 anni. Ci sono state 40.000 vittime e 300 abitazioni distrutte, ma stime più recenti parlano di 200.000 persone colpite nella sola regione di Loreto. Le inondazioni hanno compromesso il normale svolgi- mento della vita della popolazione locale. “Molte famiglie hanno do- vuto abbandonare le proprie case, perché il livello dell’acqua ha rag- giunto il tetto. Chi ha potuto si è trasferito a casa di amici o parenti in zone sicure o presso i 150 cam- pi allestiti con tende o dentro le scuole” - spiega Giovanna Fortuni, coordinatrice dei progetti Cesvi in Perù. “Chi non ha voluto lascia- re la casa ha costruito con assi di legno dei soppalchi sui quali ha vissuto appollaiato per settimane con i pochi mobili ammassati alla meno peggio”. Le strade di interi quartieri di Iquitos e i sentieri delle comunità lungo il fiume sono spa- riti, inghiottiti dall’acqua. “Si gira- va lungo passerelle instabili, con imbarcazioni a remi o a nuoto” - prosegue Giovanna - “Gli uomini hanno smesso di lavorare e le don- ne passavano il loro tempo a guar- dare i figli con il timore che potes- sero cadere nell’acqua e annegare. Una signora ci ha raccontato che il suo bambino di quattro anni, PERù: TRAVOLTI DALLE PIOGGE testo raccolto da Nicoletta Ianniello - foto di Pino Ninfa Iquitos (Perù). I bambini cercano di raggiungere la scuola camminando a piedi scalzi nell’acqua o su piccole imbarcazioni improvvisate. Poste Italiane S.p.A. – Sped. Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano. In caso di mancato recapito, si prega inviare al CPM Mila no Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto. Le piogge che hanno flagellato il Perù dall’inizio del 2012 hanno colpito più di 200 mila persone, distruggendo centinaia di case. che i bambini tornino a studiare. L’équipe del Cesvi ha monitorato fin dall’inizio la situazione dalla sua sede di Iquitos, ascoltando le preoccupazioni della popolazione locale con cui lavora da anni. Dal 2006, infatti, Cesvi realizza proget- 135 - settembre 2012 ti per promuovere l’uso sostenibi- le delle risorse forestali e i diritti delle donne. In particolare, lavora con le comunità dei fiumi Tigre e Amazonas e in alcune zone peri- urbane di Iquitos per rafforzare le organizzazioni comunali, miglio- rare la partecipazione attiva delle donne e promuovere l’utilizzo so- stenibile delle risorse della foresta. Per far fronte alle necessità di que- ste comunità Cesvi ha avviato un nuovo progetto di emergenza gra- zie al sostegno della Commissio- ne Europea (ECHO) e dell’Ong olandese Hivos, partner nel net- work europeo Alliance2015. Il progetto ha lo scopo di fornire as- sistenza alle famiglie colpite dalle alluvioni nella provincia di May- nas, regione di Loreto, nella fore- sta amazzonica nel nord del Perù. L’intervento riguarda circa 15.000 persone, per un totale di 2.200 fa- miglie, che sono state ospitate nei centri di accoglienza creati dalle autorità locali. Il Cesvi intende migliorare le condizioni igienico- sanitarie della popolazione ancora alloggiata presso i campi e anche quelle dei quartieri nei quali molte famiglie sono tornate a vivere, for- nire un primo aiuto con la distribu- zione di prodotti alimentari, zan- zariere, materassi e ricostruire 50 abitazioni dotate di servizi igienici per coloro che hanno perso tutto.

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camminando lungo i tavolacci del sottottetto, è scivolato ed è sta-to ripescato dal padre prima che sparisse nell’acqua fetida che alla-gava la loro abitazione”. I proble-mi di igiene sono esplosi: la stessa acqua del fiume, che inondava la città raccogliendo i liquami delle fogne strabordate e i bisogni fisio-logici delle persone rimaste dentro le case, serviva per lavare panni e piatti. Ci si nuotava dentro, in caso di necessità. C’è anche chi ha fatto fortuna con l’ingegno della disperazione. “Un signore di Belen ci ha raccontato che dentro l’unica stanza di casa sua, completamente allagata, ha messo alcuni pesci che si sono riprodotti garantendogli un’entrata che mai si sarebbe im-maginato” - riferisce Giovanna. Le classi sono state sospese perché nelle aule vivevano due, tre, quat-tro famiglie. Ora è stato approvato un piano scolastico per recupera-re le ore perdute e per assicurarsi

Dall’inizio del 2012 il Perù è stato flagellato da violente piogge. Alle precipitazioni che hanno colpito gran parte delle zone di montagna e l’amazzonia peruviana nei mesi di febbraio e marzo, si sono aggiunte nei mesi successivi le inondazioni nelle pianure, principalmente nel-le regioni di Loreto e Ucayali. Per settimane il Servizio Nazionale di Meteorologia e Idrologia di Lore-to ha messo in guardia le autorità e la popolazione sul preoccupante livello raggiunto dai fiumi Hualla-ga, Ucayali, Maranon e Amazon, il più alto degli ultimi 20 anni. Ci sono state 40.000 vittime  e 300 abitazioni distrutte, ma stime più recenti parlano di 200.000 persone colpite nella sola regione di Loreto. Le inondazioni hanno compromesso il normale svolgi-mento della vita della popolazione locale. “Molte famiglie hanno do-vuto abbandonare le proprie case, perché il livello dell’acqua ha rag-giunto il tetto. Chi ha potuto si è trasferito a casa di amici o parenti in zone sicure o presso i 150 cam-pi allestiti con tende o dentro le scuole” - spiega Giovanna Fortuni, coordinatrice dei progetti Cesvi in Perù. “Chi non ha voluto lascia-re la casa ha costruito con assi di legno dei soppalchi sui quali ha vissuto appollaiato per settimane con i pochi mobili ammassati alla meno peggio”. Le strade di interi quartieri di Iquitos e i sentieri delle comunità lungo il fiume sono spa-riti, inghiottiti dall’acqua. “Si gira-va lungo passerelle instabili, con imbarcazioni a remi o a nuoto” -

prosegue Giovanna - “Gli uomini hanno smesso di lavorare e le don-ne passavano il loro tempo a guar-dare i figli con il timore che potes-sero cadere nell’acqua e annegare. Una signora ci ha raccontato che il suo bambino di quattro anni,

Perù: TravolTi dalle Pioggetesto raccolto da Nicoletta Ianniello - foto di Pino Ninfa Iquitos (Perù). I bambini cercano di

raggiungere la scuola camminando a piedi scalzi nell’acqua o su piccole imbarcazioni improvvisate.

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Le piogge che hanno flagellato il Perù dall’inizio del 2012 hanno colpito più di 200 mila

persone, distruggendo centinaia di case.

che i bambini tornino a studiare. L’équipe del Cesvi ha monitorato fin dall’inizio la situazione dalla sua sede di Iquitos, ascoltando le preoccupazioni della popolazione locale con cui lavora da anni. Dal 2006, infatti, Cesvi realizza proget-

135 - settembre 2012

ti per promuovere l’uso sostenibi-le delle risorse forestali e i diritti delle donne. In particolare, lavora con le comunità dei fiumi Tigre e Amazonas e in alcune zone peri-urbane di Iquitos per rafforzare le organizzazioni comunali, miglio-rare la partecipazione attiva delle donne e promuovere l’utilizzo so-stenibile delle risorse della foresta. Per far fronte alle necessità di que-ste comunità Cesvi ha avviato un nuovo progetto di emergenza gra-zie al sostegno della Commissio-ne Europea (ECHO) e dell’Ong olandese Hivos, partner nel net-work europeo Alliance2015. Il progetto ha lo scopo di fornire as-sistenza alle famiglie colpite dalle alluvioni nella provincia di May-nas, regione di Loreto, nella fore-sta amazzonica nel nord del Perù. L’intervento riguarda circa 15.000 persone, per un totale di 2.200 fa-miglie, che sono state ospitate nei centri di accoglienza creati dalle

autorità locali. Il Cesvi intende migliorare le condizioni igienico-sanitarie della popolazione ancora alloggiata presso i campi e anche quelle dei quartieri nei quali molte famiglie sono tornate a vivere, for-nire un primo aiuto con la distribu-

zione di prodotti alimentari, zan-zariere, materassi e ricostruire 50 abitazioni dotate di servizi igienici per coloro che hanno perso tutto.

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3CooPeRAnDo 135 - SetteMBRe 20122

focus Palestina

di Silvia del Priore - foto di Filippo Mutani

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di anna Cerruti

grande lezione di storia che vale più di tanti manuali. Prima di par-tire per qualsiasi meta si cerca sempre di documentarsi, di capire il contesto in cui ci si troverà ad operare, ma è solo una volta in loco che ci si rende conto della realtà. “I media hanno danneggiato l’im-magine di questo Paese”. Samar, 35 anni, palestinese, attivista,

Se meno di due mesi fa mi avessero chiesto quale sa-

rebbe stato il prossimo Paese in cui avrei lavorato, mai mi sarei immaginata i territori Palestinesi. Quando si pensa a questa parte di Medio oriente, nella mente riaffio-rano soltanto immagini di guerra, stragi e violenze. Il conflitto arabo-israeliano e le conseguenze derivanti, tra cui la

più tangibile è la barriera di se-parazione lunga 725 km, sono a volte le sole occasioni per parlare di queste zone, ma la Palestina è anche altro. Cultura, costumi, tradizioni, valori e sapori caratte-rizzano questa terra che sto lenta-mente conoscendo, grazie al Ce-svi e soprattutto alla disponibilità e all’accoglienza dei suoi abitanti. Un’esperienza totalizzante e una

SaPore di zenzero e Cannella lezioni di viTaa quali sono i mesi dell’anno in cui vende di più, di meno, e perché. Il motivo di questo serrato interroga-torio è semplice, e lei lo sa bene, visto che la cooperativa di credito e risparmio di cui fa parte insieme ad altre 28 donne del suo villaggio ha avanzato una domanda di mi-crocredito nell’ambito del progetto Cesvi di sostegno all’imprenditoria femminile. A Salma il credito serve per comprare un nuovo forno, un tavolo da lavoro più grande e nuovi utensili da cucina per sostituire quel-li ormai usurati dagli anni. Grazie al credito, Salma potrà disporre di una liquidità che le permetterà di rifor-nirsi delle materie prime compran-do all’ingrosso maggiori quantità e risparmiando così tempo e denaro. Anche se il risultato sarà un aumen-to della produttività, e quindi delle vendite, l’obiettivo che Salma vuole raggiungere è un altro: risparmiare il denaro necessario per pagare l’ele-vata tassa universitaria di una delle sue figlie maggiori, senza dover es-sere costretta a rinunciare alle picco-le e grandi spese quotidiane. Inoltre, vuole riuscire ad accumulare un po’ di risparmi per investimenti futuri o emergenze improvvise.In un contesto difficile e delicato come quello palestinese, dove oltre ai problemi di natura politica - e in gran parte proprio a causa di questi - si aggiungono quelli economici, il cui principale campanello d’allarme

le scale che portano alla casa di Salma sono pervase da un

aroma di zenzero e cannella, quasi a voler preparare chi le percorre al paradiso dei sensi in cui ci si immer-ge una volta varcato il piccolo uscio. È qui, o meglio dentro una piccola e semplice cucina, che le mani di Sal-ma contribuiscono a dare, in cambio di una manciata di shekel, le incon-fondibili forme, i profumi e i sapori alla tradizionale cucina palestinese. Salma ha sei figli, un grande sorriso e un marito con problemi di salute che ha fatto sì che lei, per amore dei primi e armata del secondo, si rim-boccasse le maniche e iniziasse a vendere, prima ad amici e vicini, poi a qualche negozietto del distretto, prelibati dolcetti palestinesi e altre specialità salate alle quali è capa-ce di dare un tocco unico, tanto da guadagnarsi ben presto l’appellativo di “Salma Sweets”. Come tutte le famiglie palestine-si che ho conosciuto finora, anche quella di Salma mi accoglie nella sua casa con una gentilezza che mette quasi in imbarazzo, soprattutto per-ché il motivo della mia visita non è propriamente di cortesia. Ci aspetta una lunga intervista durante la quale lei, mostrando grandi doti di pazien-za e disponibilità, risponde a do-mande relative a quanti chilogrammi di farina, datteri o sesamo compra in un mese, o a quanti utensili da cu-cina possiede e in che condizioni, o

ce di sfidare e superare quei limiti e quelle barriere culturali che spesso vedono la figura femminile relegata dentro le mura domestiche. Salma da quelle mura domestiche ha trat-to un’opportunità, che ha l’aspetto di una piccola e umile cucina che sprigiona forme, profumi e sapori di zenzero e cannella dei quali tutti, in cambio di una manciata di shekel, possono ora godere.

è dato dagli elevatissimi tassi di di-soccupazione che strozzano le fami-glie e privano i giovani di ottimismo, Salma rappresenta un esempio di tenacia e forza di volontà, caratteri-

stiche condivise da un popolo abi-tuato a stringere i denti. Ma c’è un fattore in più, perché Salma non è solamente una persona forte, è an-che e soprattutto una donna capa-

Nel distretto di Ramallah, luogo del mio intervento, Cesvi opera per garantire l’accesso a fonti idriche pulite per il consumo familiare e per scopi agricoli. L’azione si focalizza sul ripristino delle strutture esistenti, sulla gestione e la manutenzione delle stesse da parte di appositi comitati, e sulla sensibilizzazione della comunità locale. Ringrazio la Fondazione Vodafone e il Cesvi per avermi dato l’opportunità di offrire la mia expertise nei villaggi della West Bank, dove il peso della presenza del muro, monito costante dell’occupazione in atto, contrasta con il sorriso dei bambini, desiderosi, ma soprattutto curiosi, di conoscere le ragioni dell’attuale situazione. Mi auguro di aver portato, tramite il mio impegno all’interno del Cesvi, un valore aggiunto sia umano che professionale a questa causa umana.

Giulia Giordano

sorseggiando tè alla menta, mi racconta di come durante i suoi viaggi in europa per partecipare a conferenze sui diritti umani ab-bia avuto la sensazione che pre-concetti e pregiudizi siano ancora diffusissimi. La controversia israe-lo-palestinese non è infatti solo una “definizione di confini”, ma è soprattutto una questione ideolo-gica, religiosa, di luoghi sacri, di insediamenti, di accesso ai servizi di base quali acqua e luce, di op-portunità in termini di lavoro e di qualità della vita e soprattutto di rispetto dei diritti umani. Allo stes-so modo i precetti della religione islamica non sono “dogmi dai quali non ci si può discostare”, ma la base a cui fare riferimento nella vita quotidiana. Se è vero che la Sharia vige per matrimonio, divor-zio, eredità e adozioni, qui la legge in vigore è quella civile. Sotto veli e vestiti ampi si cela maggiore fem-minilità, intraprendenza ed eman-cipazione di quanto io mi stessa mi immaginassi. L’opportunità di lavorare, grazie al progetto Cesvi, con e per le donne palestinesi mi ha fatto scoprire quanta voglia di impegnarsi in prima persona ci sia, mettendo insieme risorse e capacità, guardando al futuro con una certa fiducia e speranza, no-nostante tutto. e oltre ad essere una lezione di storia questa volta si tratta di una lezione di vita.

le autrici dei racconti di queste pagine hanno partecipato al programma “World of difference” promosso da Fondazione Vodafone, che ha permesso loro di svolgere un’attività di lavoro e solidarietà con il Cesvi in palestina.

il progetto Cesvi di tulkarem, sostenuto dal Ministero affari Esteri italiano, mira ad alleviare le condizioni di povertà in Cisgiordania e a rafforzare il ruolo della donna mediante un sistema di microcredito e risparmio. ad anabta è stata creata la prima cooperativa femminile.

Grazie a Fondazione Vodafone, inoltre, Cesvi sta dando continuità ai progetti precedentemente realizzati nei settori acqua, igiene ambientale, agricoltura, sicurezza alimentare e gestione delle risorse naturali.

Nei Territori Palestinesi il Cesvi sostiene l’imprenditoria femminile con il microcredito

e la creazione di cooperative. Sotto i veli delle donne si cela femminilità, intraprendenza, emancipazione.

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PERSONE E FATTI IN BREVE - PERSONE E FATTI IN BREVE - PERSONE E FATTI IN BREVE - PERSONE E FATTI IN BREVE 30 giugno-9 luglio Seriate (BG). Alla festa provinciale del PD, mostra “Me, you and everyone we know” realizzata da Cesvi con il sostegno di Fondazio-ne Cariplo. La mostra racconta storie di migrazione e nasce da un laboratorio condotto da Chiara Cremaschi e Gaia Giani. nella foto, l’incontro tra il presi-dente del Cesvi Giangi Milesi e Pierluigi Bersani.

7 luglio Volpedo (AL). Mostra fotografica “A cuore scalzo, frammenti d’India” di Miriam Accardo, volontaria che ha par-tecipato al programma di volontariato gestito da Cesvi e Gap Year nelle Case del Sorriso in India. La serata prevede una cena indiana il cui ricavato è devo-luto ai progetti Cesvi.

5 luglio Bergamo. Prima raccolta di gra-no nell’ambito dell’iniziativa di Aspan per la produzione di pane a km zero in collaborazione con UBI Banca Popo-lare di Bergamo, Provincia di Berga-mo, Camera di Commercio, Coldi-retti, Confagricoltura, Fogalco, Slow Food. Aspan devolve al progetto Cesvi in Uganda un centesimo per ogni kg di farina acquistato per questo pane. Par-tecipa il presidente Cesvi Giangi Milesi.

29 giugno Bergamo. All’interno della ma-nifestazione “Giocarteatro” organizzata da Pandemonium Teatro e Teatro Pro-

va, i volontari del Cesvi partecipano allo spettacolo “Rosaspina” della compagnia Teatro del Piccione. L’evento sostiene la campagna “Stop Child Labour” e in par-ticolare il progetto in Kenya.

28 giugno Firenze. nell’ambito di Pitti Bimbo, presentazione della culla Mi.Mi.Sol. nata da un progetto di design della Comunità di San Patrignano che recu-pera il legno delle botti di vino, la culla sostiene i progetti Cesvi a favore dell’in-fanzia in Myanmar. Un grazie particolare a Imelde Bronzieri.

16 giugno Isola di Albarella (Ro). In oc-casione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, Ales-sandro Maestri presenta “Visioni senza inutili parole”, una mostra fotografica di Alessandro Trevisan per Studio Ca’ de Mar. I contributi raccolti sono destinati al progetto Cesvi in Kenya.

16 giugno Solza (BG). Al Castello Col-leoni, serata con letture di Ferruccio Filipazzi e musiche del pianista Erminio

24-26 agosto Stezzano (BG). Premia-zione degli elaborati realizzati nell’ambito del concorso “obiettivo diritti” promosso dalla Cooperativa Alchimia in collabo-razione con Cesvi. obiettivo: promuo-vere la riflessione sul tema dei diritti dei bambini e degli adolescenti attraverso la fotografia e il video.

25 luglio Bergamo Alta. “Baci che fioc-cano”: il gruppo di volontari Amici del Cesvi Bergamo lancia una scommessa solidale: 100 persone si baciano sotto la vela del locale Baia San Giacomo e par-te dell’incasso della serata viene devolu-to al progetto Cesvi “Fermiamo l’Aids sul nascere”. Partecipano il comico Omar Fantini e Melita Toniolo.

20-22 luglio Palosco (BG). Stand infor-mativo e di raccolta fondi al Riloi River Festival presso il parco Rilloglio a favore della campagna “Stop Child Labour”. Il contributo raccolto è destinato ai pro-getti Cesvi di lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile in Kenya.

15 luglio Bergamo. Alle Piscine Italce-menti Cesvi partecipa alla Festa dell’Ac-qua con uno stand gestito dai volontari che distribuiscono bicchieri di acqua filtrata dalle caraffe dell’azienda Brita e organizzano giochi per i bambini. I fondi raccolti vengono destinati a un progetto idrico in Congo.

Cella nell’ambito della campagna “Stop Child Labour”. I fondi raccolti sono de-voluti al progetto Cesvi contro il lavoro minorile in Kenya.

9 giugno Përmet (Albania). Cesvi inau-gura il Centro multifunzionale e l’uffi-cio di informazione turistica realizzati nell’ambito del progetto sostenuto dal Ministero Affari Esteri. Parteci-pa l’Ambasciatore d’Italia in Albania, Massimo Gaiani con Sergio Strozzi, Console Generale d’Italia a Valona, Teodor Bilushi, Console onorario di Argirocastro, Andrea Senatori, Diret-tore Unità tecnica Locale e  Gilberto Jacee, sindaco di Përmet. Per Cesvi il coordinatore del progetto Giorgio Ponti.

8 giugno Gallarate (VA). Gli Amici del Cesvi di Varese organizzano un torneo di giochi scatenati: i contributi raccolti con la quota di iscrizione sono devo-luti alle Case del Sorriso in India dove la presidente del gruppo, Francesca Puricelli, ha svolto un’attività di volon-tariato.

1 giugno Padova. Premio “Donna e Lavoro” indetto da Eurointerim Spa. La vincitrice Riccarda Zezza, già re-sponsabile comunicazione di nokia Italia, devolve metà del premio al Ce-svi. nella foto, il presidente Giangi Mi-lesi con Riccarda Zezza che riceve la medaglia del Presidente della Repub-blica da Luigi Sposato, presidente di eurointerim Spa.

Ciao elizaBeTH

Lei che per tutti noi era la Leonessa… si è dovuta arrendere ad un male più grande di lei. E lo ha fatto lavorando fino all’ultimo tra la sua gente. Con l’amore che solo quella donna straordinaria era in grado di trasmettere. Non importa-va che tu fossi sano o malato, bianco o nero, ricco o povero: Elizabeth ne aveva sempre un po’ per tutti. Ora noi siamo davvero più soli. Ma ce la faremo, perché quando l’abbiamo vista l’ultima volta le abbiamo fatto due promesse. La prima era che un giorno avremmo visto insie-me a lei le Victoria Falls, il cuore del suo amato Zimbabwe. La seconda è che non avremmo mai lasciato solo il Saint Al-bert, il suo ospedale. Visto che la prima non potremo più onorarla, vi chiediamo di darci la “vostra” forza per rispettare la seconda. Perché è arrivato il momento di sdebitarci con lei.

Ciao Leonessa, le promesse si manten-gono, sempre.Furio, Gabriele, Giorgio - Trio Medusa

Elizabeth era il paladino della schiettez-za e dell’onestà intellettuale. Ma si met-teva in gioco con l’umiltà di chi crede in qualcosa di più grande. E si faceva carico dei problemi della sua gente con la pas-sione, il coraggio e la determinazione di chi sa di essere nel giusto. La torcia che hai acceso, Elizabeth, scuote e ravviva la coscienza di chi ti ha conosciuto.Andrea Cortemiglia, Cesvi Zimbabwe

Voglio ricordarla felice e danzante il giorno dell’inaugurazione del reparto pediatria. Ciao gigante, amica, sorella... Continuerò a colorare la tua Africa.Cristina Francesconi, volontaria “imbianchina”

Nel 2006 “Vita” invitò Elizabeth Tarira al convegno “Donne d’Africa”. Ad un certo punto Elizabeth si alzò e disse “Ecco le donne d’Africa”. Si mise a ballare nel mae-stoso salone d’onore della Triennale di

Milano coinvolgendo la platea con un’al-legria rara e contagiosa. Quella danza spiegò la società civile africana più di un intero convegno.Riccardo Bonacina, direttore editoriale Vita

È lei il vero eroe, la vera protagonista dietro tutte le mie fotografie sull’Aids in Zimbab-we. Mi sento in colpa per non avere avuto il coraggio di scattare l’ultimo ritratto. Giovanni Diffidenti, fotografo

Distretto di Centenary, Zimbabwe. Elizabeth con Furio, Giorgio e Gabriele del Trio Medusa.

Non esiste un unico modo per la-sciare qualcosa di sé pensando al futuro degli altri. Diversi stru-menti permettono di fare grandi opere e di lasciare una traccia della propria generosità: lasciti testamentari, polizze vita e trust sono alcuni dei modi più diffusi di donare pensando al domani. Il trust è un istituto che conosce da alcuni anni un crescente succes-so anche in Italia, dove dal 1992 ha trovato la sua legittimazione

giuridica in virtù dell’entrata in vi-gore della Convenzione de L’Aja. Il suo utilizzo è sempre più diffuso per la risoluzione di problemi che spaziano dalla tutela dei patri-moni al passaggio generaziona-le di beni e aziende familiari fino all’assistenza di soggetti deboli e alla realizzazione di finalità bene-fiche. Cesvi organizza, insieme a Fondazione Don Gnocchi e Fon-dazione Opera San Francesco, un incontro informativo su questi

cooperando bimestralecesvi

Redazione: Nicoletta Ianniello - Direttore responsabile: Giangi Milesi Cesvi Via Broseta 68/a - 24128 Bergamo tel. 035 20 58058 fax 035 260958 [email protected] - Cooperando 134 è stato spedito a 46.273 sostenitori del Cesvi. Abbonamento annuo: 15,00 €, gratuito per i sostenitori - Grafica: In.Studio, Bergamo - Stampa: Postel Spa, Milano - Su carta riciclata - Autorizzazione: Trib. di Bergamo n. 21 del 15.4.1986 - Iscrizione ROC n. 3457 - Cesvi protegge i tuoi dati. - Per saperne di più: www.privacy.cesvi.org Editore: Cesvi fondazione onlus - ONG costituita il 18/1/85 riconosciuta il 14/9/88 - Ente Morale

n. 1 Reg. persone giuridiche Pref. BG Consiglio d’Amministrazione: Giangi Milesi (presidente), Paolo Magri (vice-presidente), Paolo Duranti (general manager), Gianluca Belotti, Roberto Moretti, Carlo Pesenti, Sergio Vicario - Collegio dei Garanti: Giovanni Moro (pres.), Antonio Candotti, Lella Costa - Collegio dei Revisori: Francesca Maconi (pres.), Alberto Finazzi, Dino Fumagalli - Presidente onorario: Maurizio Carrara - Consigliere per la raccolta fondi: Luisa Bruzzolo - Collegio dei fondatori ad honorem: Pierluigi Bernasconi, Cristina Parodi, Carlo Pesenti, Gigi Riva, Giulio Terzi di Sant’Agata, Emilio Zanetti

Cesvi è il membro italiano della rete europea

Un eroe, un gigante, una leonessa. Sono tante le parole con cui la descrivono nei messaggi che riportiamo di seguito coloro che l’hanno conosciuta, amata e stimata. Perché la dottoressa Elizabeth Tarira, direttore sanitario del Saint Albert, un piccolo ospedale nella savana dello Zimbabwe, era una donna speciale. Una forza della natura. È morta la mattina del 23 luglio nel suo ospedale. Con lei Cesvi aveva iniziato proprio al Saint Albert la sfida contro l’Aids nel 2001, con risultati sempre più importanti a livello di cura, prevenzione, sensibilizzazione. La ricordiamo anche con le parole che lei stessa aveva scritto sul progetto “Fermiamo l’Aids sul nascere”. Parole che oggi, più che mai, danno senso al nostro lavoro.

Ciao Elizabeth, ci mancherai.

La sensibilizzazione delle comunità è fondamentale per creare consapevolezza e favorire un reale cambiamento dei comportamenti. Le campagne contro la diffusione dell’Aids devono continuare.

Molte malattie un tempo scomparse stanno riemergendo poiché la gente ha smesso di parlarne. Ghandi diceva: “Siamo tutti ladri in un certo senso. Se teniamo solo per noi stessi qualcosa di cui non

abbiamo una necessità immediata, è come se la sottraessimo a un altro”. Abbiamo il privilegio della conoscenza: condividiamola con gli altri! Una volta una donna coinvolta nel progetto del Cesvi

mi ha detto in lingua Shona: “Essere ignorante è morire”. Con queste parole voleva spiegare quanto fosse stato prezioso per lei incontrare qualcuno che le avesse parlato dell’Aids e le avesse dato

la possibilità di sottoporsi ad un programma di cura. La conoscenza ha salvato la sua vita. Elizabeth Tarira

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temi nel mese di ottobre a Milano. Al convegno parteciperanno pro-fessionisti ed esperti che offriran-no risposte semplici per capire le caratteristiche di questi strumenti e le opportunità che offrono.L’evento è aperto a tutti i soste-nitori del Cesvi e a chiunque sia interessato all’argomento.

Info: Michela Abramitel. 035 20.58.022 [email protected]

TeSTaMenTi: Una TraCCia Per il FUTUro