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RASSEGNA STAMPA 14 NOVEMBRE 2014 Sede Milano Corso Italia 22 Sede Trieste Via Fabio Filzi 21/1

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23 Settembre 2013

23 Settembre 2013

RASSEGNA STAMPA

14 NOVEMBRE 2014

Sede Milano – Corso Italia 22

Sede Trieste – Via Fabio Filzi 21/1

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INDICE

PRIMO PIANO

INFORMAZIONI SINDACALI: CCNL DIPENDENTI

C O M U N I C A T O

DIPENDENTI DI AGENZIA: SNA FIRMA UN CONTRATTO SEPARATO

APPALTO, LO SNA HA DECISO.......

NUOVO CCNL DEI DIPENDENTI DI AGENZIA, TUTTI I PASSAGGI CHIAVE DELLO STORICO ACCORDO SIGLATO DALLO SNA. ALLA BASE DEL CONTRATTO TUTELE OCCUPAZIONALI E MODERNITÀ NEI RAPPORTI DI LAVORO

CCNL DEI DIPENDENTI DI AGENZIA: SI VA VERSO DUE CONTRATTI DIFFERENTI?

CCNL DIPENDENTI, DURA PRESA DI POSIZIONE DELLE OO.SS. SUL CONTRATTO SIGLATO DA SNA

DAL MERCATO ASSICURATIVO

MARCO MARACCANI ENTRA IN AEC WHOLESALE GROUP

AEC WHOLESALE GROUP INGAGGIA L’EX COUNTRY MANAGER DI AIG

UNIPOL, IL CDA CONFERMA L’USCITA DALL’ANIA

RC AUTO. PREMI RIDOTTI PER CHI ACCETTA LA VERIFICA PREVENTIVA IL SISTEMA DELLA SCATOLA NERA

RISPARMIO GESTITO

BANKITALIA: “ORA È A RISCHIO LA STABILITÀ DELL’EUROZONA” S&P: VERSO LA TERZA RECESSIONE

VITTORIA INCREMENTA LA CEDOLA DEL 5%

PERCHÉ CATTOLICA È UN BUON AFFARE NELLA TURBOLENZA DI MERCATO

BANCHE IN PRIMO PIANO

UTILI MEDIOLANUM A 247 MILIONI

PREVIDENZA E DINTORNI

PER LE PENSIONI NEL 2015 AUMENTI CON IL CONTAGOCCE

NEI PRIMI NOVE MESI CORRE LA PENSIONE DI SCORTA

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INFORMAZIONI SINDACALI: CCNL DIPENDENTI

C O M U N I C A T O La notizia che il Sindacato nazionale agenti ha sottoscritto il rinnovo del CCNL con la Federazione Italiana dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori Stranieri (Fisals) e con la Federazione sindacale industria commercio artigianato (Fesica) è l’ultima trovata di un gruppo dirigente inqualificabile. Le organizzazioni Fisals e Fesica, forse attive per colf e badanti, hanno una rappresentatività pari allo zero nel nostro settore, presumiamo che fino ad oggi nessun dipendente di agenzia era a conoscenza della loro esistenza. La pervicace insistenza di SNA di sottrarsi agli obblighi nei confronti di una parte dei dipendenti delle agenzie in gestione libera trova, con questa decisione, la conferma di uno stravolgimento delle regole contrattuali che minano il criterio della rappresentanza e della democrazia. Non faremo passare questo tentativo di mettere in discussione i diritti e le tutele dei colleghi che lavorano nel settore delle agenzie. Diritti e tutele che SNA nega da oltre sei anni e che pensa di negare anche in futuro. Il contratto di riferimento del settore è quello vigente, il cui rinnovo stiamo ultimando in questi giorni con Anapa ed Unapass. Percorreremo tutte le strade e ciopporremo in tutte le sedi e con tutti gli strumenti possibili, anche con azioni legali, compresa un’ampia ed articolata mobilitazione per sconfiggere la posizione dello SNA, chiamando in causa il Governo ed il Ministero del Lavoro per bloccare i possibili effetti di questa intesa i cui contenuti sono al momento sconosciuti. Vogliamo sottolineare che solo il contratto sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative FIBA, FISAC, FNA, UILCA può avere una valenza giuridica, perché è il contratto che deriva da precedenti CCNL: esiste una continuità che non può essere sottaciuta o superata con pretesi accordi con nuove organizzazioni sindacali che non hanno mai operato nel nostro settore. Ricordiamo che ormai attendiamo solo la valutazione finale sul testo di tutte le Parti contraenti , per arrivare alla firma del nuovo CCNL . Una trattativa con ANAPA e UNAPASS che è stata lunga proprio perché tutte le OO.SS. e le Associazioni degli agenti, avevano piena conoscenza della materia e che le stesse hanno cercato soluzioni condivise non solo economiche, ma anche normative per permettere alla categoria di affrontare al meglio le difficoltà contingenti di tutto il settore della distribuzione assicurativa. Roma, 13 Novembre 2014 Le Segreterie Nazionali

PRIMO PIANO

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DIPENDENTI DI AGENZIA: SNA FIRMA UN CONTRATTO SEPARATO Lo Sna ha sottoscritto nei giorni scorsi, insieme alle confederate Confsal, Fesica e Fisals e a Cpmi Italia (Confederazione piccole medie industrie e imprese italiane), il nuovo Contratto collettivo nazionale per i dipendenti di agenzia; va a sostituire quello nazionale Sna del 2005, scaduto nel 2010. Le lunghe trattative di Sna con le sigle sindacali dei dipendenti Cgil Cisl e Uil, invece, non hanno avuto buon esito. Secondo quanto riferisce il presidente Sna Claudio Demozzi, il nuovo Ccnl ricalca il normat ivo del 2005; tra gli altri aspetti, modifica la flessibilità di orario (il sabato può essere considerato lavorativo, a discrezione del datore di lavoro) e rimuove gli avanzamenti automat ici di carriera legati al t itolo di studio. “Il nuovo Ccnl introduce altresì migliorament i economici per i dipendenti e nuove mansioni lavorative, nonché la figura dell’addet to commerciale dipendente agenziale”. Nel frattempo, Anapa e Unapass stanno organizzando il terzo forum dei Gruppi agenti (in calendario per il prossimo 18 novembre, a Bologna), che è incentrato anche sul tema del rinnovo del Contrat to collettivo per i dipendenti. La trattativa di Anapa e Unapass con le organizzazioni sindacali, durata circa un anno, sarebbe ormai in dirittura d’arrivo. Le due associazioni dichiarano di aver negoziato un nuovo accordo che sull’impianto normativo ridefinisce le declaratorie dei profili professionali e l’abolizione degli automatismi, e sul piano economico prevede l’adeguamento tabellare al tasso d’inflazione reale. IO MI ASSICURO APPALTO, LO SNA HA DECISO....... Attraverso le pubblicazioni apparse su diversi portali dedicati e le news letters dello Sna abbiamo appurato che l’associazione avrebbe sottoscritto un nuovo contratto di lavoro con dei sindacati autonomi che non hanno mai rappresentato e non rappresentano la categoria. Questa associazione datoriale è diventata una scheggia impazzita che nel tentativo di proteggere alcuni interessi sta provocando gravi problemi agli stessi agenti che rappresenta, sia nei rapporti con l’Ania (cfr. situazione Fondo Pensione Agenti), sia nelle relazioni sindacali con le OO.SS., firmatarie del CCNL, scaduto da anni, riconosciuto dalle altre associazioni datoriali, Unapass e Anapa, e mai ratificato dallo Sna. CCNL, che al più presto otterrà il via libera del definitivo rinnovo. La follia di forgiarsi, a tutti i costi, un proprio contratto di lavoro dimostra la cecità della segreteria di questa associazione datoriale e degli stessi suoi associati, i quali non hanno occhi per vedere e orecchie per sentire i bisogni e le necessità del mondo che li circonda, non hanno gli strumenti per misurarsi col futuro e le relative problematiche, costringendo i propri dipendenti alla mobilitazione, in questa difficile contingenza economico-sociale. Dove può arrivare questo Sna che non si confronta? che ritiene i propri interessi di corporazione superiori ad ogni altra cosa? quale futuro lo aspetta? Di seguito aggiungiamo la dichiarazione del segretario nazionale della Fiba Cisl, Roberto Garibotti, che troverete pubblicato sul Portale nazionale www.Fiba.it: “La Fiba Cisl, la Fisac Cgil, la Uilca e l’Fna il 26 novembre firmeranno il rinnovo per il Ccnl Appalto al fine di tutelare le ragioni dei lavoratori del settore. Lo SNA “ha trovato” due sigle, prive di qualsiasi requisito di rappresentatività, solo per giungere ad un accordo che ricalchi le aspettative SNA. I sindacati a brevissimo coinvolgeranno il Ministero del Lavoro per diffidarlo dal riconoscere uno pseudo accordo sottoscritto da sigle non rappresentative e che spuntano oggi firmando l’accordo voluto da un’associazione datoriale. Nel 2014 è inaudito si possa giungere a relazioni sindacali in cui è una parte che “si sceglie” i soggetti sindacali adeguati. A situazione inalterata prevediamo iniziative di mobilitazione ad ogni livello per ribadire che il contratto di riferimento non può che essere quello che verrà definito con l’Unapass e l’Anapa; è l’unico a cui può essere attribuita rilevanza giuridica perché sottoscritto da Fiba, Fisac FNA, Uilca le uniche organizzazioni realmente rappresentative dei lavoratori del settore. Esiste una continuità

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che non può essere superata con pretesi accordi con nuove organizzazioni sindacali che sembrano spuntare per sottoscrivere accordi voluti dai padroni e che non hanno mai operato nel nostro settore.” …….LA CATEGORIA SI MOBILITA il Punto flash del settore assicurativo

NUOVO CCNL DEI DIPENDENTI DI AGENZIA, TUTTI I PASSAGGI CHIAVE DELLO STORICO ACCORDO SIGLATO DALLO SNA. ALLA BASE DEL CONTRATTO TUTELE OCCUPAZIONALI E MODERNITÀ NEI RAPPORTI DI LAVORO

Con la firma del nuovo CCNL dei Dipendenti di Agenzia lo SNA dà in via ad una nuova era nelle relazioni sindacali. Una soluzione mai percorsa prima che apre le porte alla modernizzazione del sistema, così come riconosciuto dallo stesso Ministero allo Sviluppo Economico attraverso il Sottosegreterio, sen. Simona Vicari. Va detto che, a fronte di alcune concessioni a favore dei datori di lavoro (Agenti), il Presidente Nazionale SNA, Claudio Demozzi, ha offerto un impegno nei confronti delle OO.SS. dei dipendenti finalizzato a salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, richiamando le Agenzie iscritte SNA (la stragrande maggioranza, ndr) "a limitare per quanto possibile qualsiasi licenziamento, qualsiasi riduzione di personale, preferendo alla cessazione del rapporto di lavoro l’eventuale riconversione ad altre mansioni", riconversione oggi permessa grazie al nuovo CCNL appena siglato. Vediamo insieme le principali caratteristiche dell'accordo: 1) CCNL coerente con la volontà espressa da due Comitati Centrali SNA e deliberata dall’ultimo Congresso Nazionale Straordinario; 2) CCNL operativo da subito (dal 10 Novembre 2014); 3) Nuove Tabelle Retributive valide dal 1° Dicembre 2014; 4) Ore settimanali ferme a 37 h e 30 minuti con sabato lavorativo (a scelta del datore di lavoro); 5) Capo ufficio diventa I Categoria super senza nessuna variazione; categorie e relative mansioni rimangono aderenti al CCNL SNA2005 con eliminazione titoli di studio (eliminato avanzamento automatico di carriere per titolo di studio ed eliminato obbligo inquadramento in categoria superiore per nuovi assunti in possesso di titolo di studio, ndr); 6) Nelle mansioni impiegatizie (dalla II Categoria) prevista mansione intermediazione polizze anche all’esterno dei locali agenziali (cd. nuova figura dell’addetto commerciale dipendente) a discrezione del datore di lavoro; 7) Periodo di prova in fase di assunzione elevato a sei mesi; 8) Preavviso in caso di licenziamento di dipendente con anzianità di servizio superiore a un anno ridotto da 4 mesi (mensilità) a 30 gg (una mensilità); 9) Semi-festività soppresse nel senso che è facoltà del datore di lavoro riconoscerle (14 Agosto, 24 Dicembre, 31 Dicembre); 10) Apprendistato applicabile da subito con retribuzione apprendisti ridotta dal 90% al 80% di quella base; 11) Durata apprendistato elevata da 48 a 54 mesi; 12) Aumentati buoni pasto a € 4,80 (per chi li paga); 13) Aumento retributivo tabelle SNA 2008 di € 29/mese; 14) Facoltà del datore di lavoro di cambiare le mansioni del personale (non più “temporaneamente”); 15) Nessun obbligo di erogazione di arretrati ad alcun titolo (con un risparmio complessivo per la categoria degli Agenti di circa 80 milioni di euro circa, ndr).

SNA CHANNEL

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FIBA CISL: «IL CCNL FIRMATO DA SNA? NON HA RILEVANZA GIURIDICA»

Il segretario nazionale Roberto Garibotti annuncia che le organizzazioni sindacali coinvolgeranno il

Ministero del Lavoro «per diffidarlo dal riconoscere uno pseudo accordo sottoscritto da sigle non

rappresentative».

«La Fiba Cisl, la Fisac Cgil, la Uilca e l’Fna il 26 novembre firmeranno il rinnovo per il Ccnl Appalto al fine di tutelare le ragioni dei lavoratori del settore. Lo Sna “ha trovato” due sigle, prive di qualsiasi requisito di rappresentatività, solo per giungere a un accordo che ricalchi le aspettative Sna». Sono le parole di Roberto Garibotti segretario nazionale della Fiba Cisl, all’indomani della firma del nuovo Ccnl dei dipendenti di agenzia siglato dal Sindacato nazionale agenti e dalla Confederazione piccola media industria e impresa Italiana. Garibotti fa sapere che «i sindacati a brevissimo coinvolgeranno il Ministero del Lavoro per diffidarlo dal riconoscere uno pseudo accordo sottoscritto da sigle non rappresentative. Nel 2014 è inaudito si possa giungere a relazioni sindacali in cui è una parte che “si sceglie” i soggetti sindacali adeguati. A situazione inalterata prevediamo iniziative di mobilitazione a ogni livello per ribadire che il contratto di riferimento non può che essere quello che verrà definito con l’Unapass e l’Anapa; è l’unico a cui può essere attribuita rilevanza giuridica perché sottoscritto da Fiba, Fisac Fna, Uilca le uniche organizzazioni realmente rappresentative dei lavoratori del settore. Esiste una continuità che non può essere superata con pretesi accordi con nuove organizzazioni sindacali che sembrano spuntare per sottoscrivere accordi voluti dai padroni e che non hanno mai operato nel nostro settore».

Per la Fiba Cisl, lo Sna ha siglato un accordo con sigle denominate Fesica Confsal (Federazione Sindacati Industria Commercio e Artigianato) e Confasal Fisals (Federazione Italiana Sindacati Assistenza Lavoratori Stranieri) in passato mai coinvolte in temi di questo tipo. «Ci chiediamo quanti saranno i lavoratori stranieri nel settore appalto», dice l’organizzazione sindacale, che ha fatto sapere «che provvederà a compiere tutti i passi necessari affinché siano rispettate le norme che regolano le relazioni industriali e affinché la miopia di certe organizzazioni, incapaci di affrontare la realtà, possano sfociare in comportamenti illeciti volti a ledere le esigenze, le tutele e il reddito dei lavoratori del settore».

Tutto Intermediari.

CCNL DEI DIPENDENTI DI AGENZIA: SI VA VERSO DUE CONTRATTI DIFFERENTI?

La decisione di Sna di chiudere un accordo con Fesica Confsal, Confsal Fisals e Cpmi ha mandato su

tutte le furie Fiba, Fisac, Fna e Uilca, che minacciano azioni legali. Anapa e Unapass, intanto,

attendono di discutere della questione il prossimo 18 novembre a Bologna e alla fine del mese

dovrebbero siglare il nuovo contratto con le OO.SS. storiche. E lo Sna? Va avanti per la sua strada e

parla di risultato «di grande rilievo, che offre vantaggi alle parti contraenti».

Che avrebbe scatenato un putiferio di polemiche si poteva immaginare. Ed è quello che sta succedendo. La questione relativa al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti delle agenzie si trascina da tempo. E mentre Anapa e Unapass stanno per raggiungere una intesa (secondo quanto riferito dalla Fiba Cisl la firma dell’accordo dovrebbe avvenire il prossimo 26 novembre), la scelta del Sindacato nazionale agenti di firmare il contratto con altre organizzazioni sindacali ha mandato su tutte le furie Fiba, Fisac, Fna e Uilca. Dopo l’assolo della Fiba Cisl arriva un’altra nota da parte delle organizzazioni sindacali, che stavolta si firmano tutte insieme e parlano di «ultima trovata di un gruppo dirigente inqualificabile», riferendosi allo Sna.

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LA POSIZIONE DELLE OO.SS… - «Le organizzazioni Fisals e Fesica, forse attive per colf e badanti, hanno una rappresentatività pari allo zero nel nostro settore, presumiamo che fino a oggi nessun dipendente di agenzia era a conoscenza della loro esistenza», si legge nel comunicato diffuso stamattina da Fiba, Fisac, Fna e Uilca. «La pervicace insistenza di Sna di sottrarsi agli obblighi nei confronti di una parte dei dipendenti delle agenzie in gestione libera trova, con questa decisione, la conferma di uno stravolgimento delle regole contrattuali che minano il criterio della rappresentanza e della democrazia. Non faremo passare questo tentativo di mettere in discussione i diritti e le tutele dei colleghi che lavorano nel settore delle agenzie. Diritti e tutele che Sna nega da oltre sei anni e che pensa di negare anche in futuro. Percorreremo tutte le strade e ci opporremo in tutte le sedi e con tutti gli strumenti possibili, anche con azioni legali, compresa un’ampia e articolata mobilitazione per sconfiggere la posizione dello Sna, chiamando in causa il Governo e il Ministero del Lavoro per bloccare i possibili effetti di questa intesa i cui contenuti sono al momento sconosciuti».

Fiba, Fisac, Fna e Uilca sottolineano «che solo il contratto sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative può avere una valenza giuridica, perché è il contratto che deriva da precedenti Ccnl: esiste una continuità che non può essere sottaciuta o superata con pretesi accordi con nuove organizzazioni sindacali che non hanno mai operato nel nostro settore». Anapa e Unapass, invece, preferiscono il silenzio e attendono di discutere di questo argomento il prossimo 18 novembre nell’ambito di un importante Forum organizzato a Bologna.

…E QUELLA DELLO SNA - E lo Sna? Il sindacato nazionale presieduto da Claudio Demozzi, a proposito della sottoscrizione del nuovo Ccnl dei dipendenti di agenzia, firmato con Fesica Confsal, Confsal Fisals e la Confederazione piccola media industria e impresa Italiana, parla di risultato «di grande rilievo, che offre vantaggi a entrambe le parti contraenti».

Un contratto che introduce, secondo lo Sna, «i necessari aggiustamenti in materia di flessibilità di orario (sabato considerato lavorativo a discrezione del datore di lavoro), rimuovendo gli automatismi ingiustificati di carriera (legati al titolo di studio) e alcune criticità che non era stato possibile mettere in discussione nel confronto con Cgil Cisl e Uil». Il nuovo Ccnl introduce anche «miglioramenti economici per i dipendenti e nuove mansioni lavorative, nonché la figura dell’addetto commerciale dipendente agenziale, richiesta con forza dagli agenti iscritti Sna sulla quale dopo anni di confronto con Cgil Cisl e Uil non si era riusciti a trovare un accordo».

Lo Sna, che intende andare avanti per la sua strada, nella giornata di ieri ha ricevuto anche l’apprezzamento di Simona Vicari sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, che sul suo profilo Facebook ha scritto «Grande soddisfazione per il nuovo Ccnl che ha siglato Sna con Fesica Confsal, Confsal Fisals e Cpmi Italia Confederazione piccole medie industrie e imprese italiane che introduce delle novità interessanti mirate all’efficienza e all’efficacia, in favore anche del futuro occupazionale di migliaia di lavoratori agenziali», appoggiando quindi l’iniziativa del Sindacato di via Lanzone.

Si va, dunque, verso due contratti differenti? Sembrerebbe di sì ed entro questo mese la situazione, forse, si dovrebbe

Tutto Intermediari

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CCNL DIPENDENTI, DURA PRESA DI POSIZIONE DELLE OO.SS. SUL CONTRATTO SIGLATO DA SNA

Il rinnovo del CCNL dipendenti di agenzia sottoscritto da SNA e Confederazione Piccola Media Industria e Impresa Italiana con due organizzazioni sindacali confederate Confsal – Fesica e Fisals – ha provocato la dura presa presa di posizione delle organizzazioni sindacali sedute da circa un anno al tavolo delle trattative con ANAPA e UNAPASS (e in dirittura d’arrivo per il rinnovo contrattuale) e già da molto tempo in rotta di collisione con l’associazione di categoria guidata da Claudio Demozzi. Di seguito, riportiamo integralmente il comunicato unitario diffuso questa mattina da FISAC CGIL, FIBA CISL, UILCA e FNA.

“La notizia che il Sindacato nazionale agenti ha sottoscritto il rinnovo del CCNL con la Federazione

Italiana dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori Stranieri (Fisals) e con la Federazione sindacale industria

commercio artigianato (Fesica) è l’ultima trovata di un gruppo dirigente inqualificabile.

Le organizzazioni Fisals e Fesica, forse attive per colf e badanti, hanno una rappresentatività pari allo

zero nel nostro settore, presumiamo che fino ad oggi nessun dipendente di agenzia era a conoscenza

della loro esistenza.

La pervicace insistenza di SNA di sottrarsi agli obblighi nei confronti di una parte dei dipendenti delle

agenzie in gestione libera trova, con questa decisione, la conferma di uno stravolgimento delle regole

contrattuali che minano il criterio della rappresentanza e della democrazia.

Non faremo passare questo tentativo di mettere in discussione i diritti e le tutele dei colleghi che

lavorano nel settore delle agenzie. Diritti e tutele che SNA nega da oltre sei anni e che pensa di negare

anche in futuro.

Il contratto di riferimento del settore è quello vigente, il cui rinnovo stiamo ultimando in questi giorni

con Anapa ed Unapass.

Percorreremo tutte le strade e ci opporremo in tutte le sedi e con tutti gli strumenti possibili, anche con

azioni legali, compresa un’ampia ed articolata mobilitazione per sconfiggere la posizione dello SNA,

chiamando in causa il Governo ed il Ministero del Lavoro per bloccare i possibili effetti di questa intesa i

cui contenuti sono al momento sconosciuti.

Vogliamo sottolineare che solo il contratto sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente

rappresentative FIBA, FISAC, FNA, UILCA può avere una valenza giuridica, perché è il contratto che deriva

da precedenti CCNL: esiste una continuità che non può essere sottaciuta o superata con pretesi accordi

con nuove organizzazioni sindacali che non hanno mai operato nel nostro settore.

Ricordiamo che ormai attendiamo solo la valutazione finale sul testo di tutte le Parti contraenti, per

arrivare alla firma del nuovo CCNL.

Una trattativa con ANAPA e UNAPASS che è stata lunga proprio perché tutte le OO.SS. e le Associazioni

degli agenti, avevano piena conoscenza della materia e su cui le stesse hanno cercato soluzioni condivise

non solo economiche, ma anche normative per permettere alla categoria di affrontare al meglio le

difficoltà contingenti di tutto il settore della distribuzione assicurativa”.

Intermedia Channel

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MARCO MARACCANI ENTRA IN AEC WHOLESALE GROUP roma 13 novembre – AEC- informa un comunicato- affida a Marco Maraccani lo sviluppo del London & International Company Market. Di origine bresciana, Maraccani opera da più di 20 anni in ambito assicurativo. Nel suo curriculum spiccano, tra le altre, l’esperienza come Country Manager in AIG nel periodo 2004 – 2011 e, in tempi più recenti, quella di responsabile della divisione Mid Corporate in Allianz SpA, esperienza terminata nell’agosto di quest’anno. In AEC - che a tredici anni dall’avvio delle attività in Italia può contare sulla collaborazione di circa 800 intermediari assicurativi – Maraccani si occuperà in particolare dello sviluppo dei rapporti con assicuratori nazionali ed internazionali, che rappresentano uno degli obbiettivi centrali nel processo di crescita, consolidamento e ampliamento delle capacità di sottoscrizione del Gruppo AEC. «È con grande piacere ed entusiasmo che entro a far parte del team di AEC, una squadra giovane e dinamica in cui la vocazione internazionale occupa un posto centrale», ha affermato Marco Maraccani. «In AEC, oltre a fornire il mio pieno supporto allo sviluppo delle relazioni interne al mercato italiano, mi pongo l’obiettivo di far crescere il gruppo anche in ambito internazionale, mettendo a disposizione tutta la mia esperienza ed il mio background». «Con l’ingresso di Marco, il gruppo segna un ulteriore passo nella strategia di sviluppo - ha osservato Fabrizio Callarà, Amministratore Delegato del Gruppo AEC – che sono certo ci aiuterà ad implementare la nostra capacità di penetrare nuovi mercati nazionali ed internazionali, rendendoci così in grado di offrire agli intermediari nostri corrispondenti una pluralità di soluzioni assicurative vincenti e competitive non solo con i Lloyd's, nostro tradizionale mercato di riferimento, ma anche con il “London & International Company Market”».

agenzia di stampa

AEC WHOLESALE GROUP INGAGGIA L’EX COUNTRY MANAGER DI AIG

Marco Maraccani approda nel gruppo guidato da Fabrizio Callarà con il compito di sviluppare il

London & International Company Market.

Sviluppare il London & International Company Market. È questo il compito che Aec Wholesale Group ha affidato a Marco Maraccani (nella foto), bresciano, con oltre 20 anni di esperienza in ambito assicurativo. Maraccani si occuperà in particolare dello sviluppo dei rapporti con assicuratori nazionali e internazionali, che rappresentano uno degli obiettivi centrali nel processo di crescita, consolidamento e ampliamento delle capacità di sottoscrizione del Gruppo Aec.

In passato, precisamente dal 2004 al 2011, Maraccani è stato anche country manager in Aig e, in tempi più recenti, ha ricoperto la carica di responsabile della divisione mid corporate in Allianz spa, esperienza terminata nell’agosto scorso.

«Con questo ingresso, il gruppo segna un ulteriore passo nella strategia di sviluppo che sono certo ci aiuterà a implementare la nostra capacità di penetrare nuovi mercati nazionali e internazionali», ha detto Fabrizio Callarà, amministratore delegato del Gruppo Aec. L’obiettivo è mettere a disposizione dei circa 800 intermediari corrispondenti di Aec una pluralità di soluzioni assicurative non solo con i Lloyd’s, ma anche con il London & International Company Market.(

Tutto INTERMEDIARI.

DAL MERCATO ASSICURATIVO

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UNIPOL, IL CDA CONFERMA L’USCITA DALL’ANIA

Nessun ripensamento, il consiglio condivide la decisione del management

Per ora nessun ripensamento. I consigli di amministrazione di UnipolSai e di Ugf tenuti ieri per approvare i conti del trimestre «hanno preso atto delle valutazioni espresse dal management in merito alla decisione di uscire dall’Ania e le hanno condivise». Allo stato la lettera di disdetta non è ancora partita ma la decisione di lasciare l’associazione verrà formalizzata a breve. Va detto che, complice lo statuto dell’Ania (nella foto, la sede di Roma) che disciplina la tempistica di cancellazione, a prescindere da quando partirà la missiva ormai il gruppo Unipol resterà legato alla corporazione per l’intero 2015. Un lasso di tempo che, dal punto di vista di Ania, potrebbe rivelarsi utile per provare a sanare la frattura.

Di certo, cruciale è il prossimo riassetto della governance. Durante il board, il cda Unipol ha valutato il passo avanti compiuto con la riforma varata dal comitato esecutivo lo scorso 11 novembre. Tuttavia, ora quel riassetto va realizzato. Ania «prevede una più allargata partecipazione alla guida dell’Associazione», con in particolare l’aumento dei vicepresidenti da 2 a 3 e la possibilità che ad essi vengano conferite deleghe specifiche. Al comitato strategico vengono inoltre attribuite nuove competenze in termini di proposta al comitato esecutivo e di deliberazione in caso di urgenza e il numero dei componenti passa da nove a dieci. Forse, a Bologna, ci si aspettava qualche aggiustamento in più sul fronte dello snellimento degli organi esecutivi. Complice il fatto che Cimbri aveva puntato il dito proprio contro la composizione del comitato esecutivo. Molto, quindi, potrebbe dipendere dalle deleghe che verranno assegnate ai vice presidenti e al comitato strategico.

Il Sole 24 Ore

RC AUTO. PREMI RIDOTTI PER CHI ACCETTA LA VERIFICA PREVENTIVA IL SISTEMA DELLA SCATOLA

NERA

Sconti per gli assicurati virtuosi che sottopongano a ispezione preventiva il veicolo o installino le

«scatole nere» su autovetture ma anche «due ruote».Torna la riforma della Rc Auto che era stata

stralciata dal decreto Destinazione Italia dal governo Letta.

L’esecutivo Renzi potrebbe varare nel prossimo Consiglio dei ministri la nuova disciplina che è stata

curata dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari (Ncd), come decreto o più

probabilmente come parte del disegno di legge sulla Concorrenza.

«Va abbandonata la logica degli sconti predeterminati e dell’imposizione di fatto di alcuni strumenti su

tutto il territorio nazionale che avrebbe fatto lievitare i costi del sistema» dice Vicari, che aveva messo a

punto anche la precedente riforma.

Così, ad esempio, le compagnie potranno (e non dovranno) proporre agli assicurati l’ispezione

preventiva del veicolo, ma se le due volontà s’incroceranno, sarà obbligatorio fare uno sconto a chi

aderisce. Allo stesso modo le imprese potranno offrire l’installazione delle «scatole nere» a carico

proprio, e avranno l’obbligo di ridurre il premio in misura minima prefissata e di accettare i risultati delle

registrazioni come prova in giudizio. Le «black box» verranno proposte anche per le moto. Sarà data

facoltà all’impresa assicurativa di avvalersi del risarcimento in «forma specifica» per i danni ai veicoli: la

riparazione al posto del risarcimento pecuniario.

La stessa compagnia potrà proporre al cliente, alla stipula del contratto, il divieto di cessione del diritto

di risarcimento con conseguente riduzione del premio. Nei contratti dovrà essere chiaro come cambierà

il premio in caso di bonus e di malus. Salta del tutto l’obbligo, previsto nel testo del governo Letta, di

proporre clausole contrattuali per l’assicurato che prevedano prestazioni di servizi medico-sanitari e che

comportino riduzione del premio. Così come non è più all’esame la decadenza del diritto di risarcimento

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in caso di richiesta presentata oltre 90 giorni dal fatto dannoso.

Si sta lavorando infine all’aumento dei massimali minimi obbligatori per gli autobus che però, avverte

Vicari, non si tradurranno in un aumento dei premi.

Secondo il sottosegretario, «è giunto il momento di dare tempi certi per l’adozione da parte del governo

della tabella unica nazionale per le macrolesioni», che le compagnie attendono da anni, e la cui

applicazione, secondo l’Ania, porterebbe una riduzione del prezzo delle polizze di almeno il 3% in

media.

Ma mentre il governo lavora alla sua riforma Rc Auto, avanza una proposta di legge d’iniziativa popolare,

promossa da alcuni deputati del Pd campano, Leonardo Impegno e Valeria Valente, che punta

all’applicazione di una tariffa unica su tutto il territorio nazionale. Le imprese assicurative dovrebbero

far pagare il premio più basso previsto a tutti i contraenti e assicurati che non abbiano denunciato

sinistri negli ultimi cinque anni, a prescindere da dove risiedano.

L’iniziativa mira a combattere l’elevato prezzo delle polizze nei territori in cui si registra il più elevato

tasso di incidentalità e di frodi assicurative. La proposta di legge, bocciata dall’Ania, viene considerata

contraria ai principi comunitari dal sottosegretario Vicari.

L’idea viene promossa da Gilberto Muraro, professore emerito di Scienza delle finanze, all’Università di

Padova nel sito lavoce.info .

«Oltre che più giusto — scrive Muraro —, il bonus-malus uniforme sarebbe socialmente più

conveniente, sotto due profili: eliminerebbe i numerosi casi di residenze di comodo e diminuirebbe il

numero degli incidenti, sostituendo un più forte incentivo individuale a quello misto dell’attuale

sistema» che si basa sul bonus-malus (incentivo individuale) e le differenze territoriali (incentivo

collettivo).

Corriere della sera

UTILI MEDIOLANUM A 247 MILIONI

Raccolta sempre a gonfie vele, ma profitti in frenata per Banca Mediolanum che si avvio ad aumentare

il dividendo d'esercizio. Il gruppo ha infatti chiuso i primi nove mesi dell'anno con un utile netto

consolidato di 247 milioni di euro, in calo del 18% rispetto allo stesso periodo del 2013. Un risultato

che non ha però colto di sorpresa Massimo Doris: «Ci aspettavamo questa flessione - ha detto il vice-

presidente di Banca Mediolanum a Il Sole 24 Ore - perché è la diretta conseguenza di un forte

programma di investimenti legato a nuovi progetti con base tecnologica».

Il piano di sviluppo impatta rispetto al bilancio dello scorso anno per 50 milioni (42 milioni in Italia) ed

è destinato a proseguire, condizionando la voce costi anche il prossimo anno. «Essere all'avanguardia

sotto l'aspetto tecnologico sarà vitale per sopravvivere nel prossimo futuro e anche per questo è

fondamentale muoversi già oggi», ha proseguito Doris, ponendo anche l'accento sul «trend di continuo

aumento dei ricavi ricorrenti» e sull'andamento favorevole della raccolta.

Sempre nei primi nove mesi dell'anno, Mediolanum ha conseguito ricavi per 1,057 miliardi di euro (con

un significativo aumento delle commissioni di gestione, che ha più che compensato il previsto calo del

margine di interesse), mentre sotto l'aspetto del risparmio gestito a fine ottobre la raccolta netta in

fondi del gruppo ha già raggiunto (3,5 miliardi) il livello complessivo dell'anno precedente. «Puntiamo

a superare i 4 miliardi», ha confermato sotto questo aspetto Doris.

BANCA IN PRIMO PIANO

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Ieri il Cda di Mediolanum ha anche deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo per

l'esercizio in corso pari a 0,15 euro per azione (stacco cedola 24 novembre). Il fatto che anche questo

sia cresciuto del 50% rispetto al 2013 prelude a un ritocco del dividendo complessivo (che lo scorso

anno era stato di 0,25 euro). «Anche se l'utile sarà inferiore a quello dell'anno precedente possiamo

permetterci di essere più generosi con gli azionisti, perché con un Common Equity Tier 1 superiore al

18% il gruppo è sufficientemente patrimonializzato», conferma Doris, che preannuncia in questo modo

un incremento del payout rispetto al 50% del 2013.

Riguardo alla forzata cessione della partecipazione in Mediolanum pari al 9,9% da parte di Fininvest,

Doris ha confermato di essere pronto a fare la propria parte. «Entro il 9 gennaio - ha sottolineato il

manager - Fininvest dovrà costituire il trust cui attribuire la quota, a quel punto ci saranno 30 mesi di

tempo per cedere le azioni. Quando si deciderà noi saremo pronti a rilevare qualche punto

percentuale: abbiamo già il 40%, potremmo prendere il 2-3%».

IL SOLE 24 ORE.

PER LE PENSIONI NEL 2015 AUMENTI CON IL CONTAGOCCE

C’è poco da fare, le pensioni saranno sempre più magre. Per dar modo all’Inps di preparare i mandati di pagamento per l’anno nuovo, l’Istat ha fornito il dato provvisorio dell’indice d’inflazione 2014 nella misura dello 0,30%. In pratica nel 2015 le pensio ni beneficeranno, se così si può dire, di un adeguamento che permetterà ai titolari di trattamento minimo di consumare, nell’arco del mese, un cappuccino in più. Non sarà facile convincere un anziano con mille euro al mese che l’anno prossimo il suo assegn o Inps aumenterà di soli tre euro, e tutto ciò perché l’Istat sostiene che i prezzi del supermercato non sono aumentati. E non basta. Nel 2015 i pensionati (non succedeva dal 2010) partono con un debito nei confronti dell’Inps: l’aumento attribuito in via provvisoria a gennaio 2014 (più 1,3%, è risultato infatti inferiore al dato definitivo fornito dall’Istat per il 2013 (1,1%). Ciò vuol dire che occorrerà anzitutto procedere a un conguaglio negativo dello 0,1%. Un altro fronte è quello relativo all’adeguamento al Pil dei montanti contributivi, previsto dalla riforma Dini del 1995. L’Inps ha comunicato che, salvo contrario avviso dei ministeri del Lavoro e dell’Economia, congelerà l’impatto negativo derivante dall’andamento del Pil, in modo da non penalizzar e le pensioni: in pratica, nell’ipotesi di variazione negativa della media quinquennale del Pil, l’Istituto non “provvederà ad alcuna rivalutazione dei contributi accreditati”, limitandosi a considerare il loro valore nominale, senza alcun adeguamento in a umento o in diminuzione. Meccanismo perverso. Prima della riforma Fornero, l'adeguamento pieno all'inflazione riguardava tutte le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo e scendeva al 90% per gli importi fra tre e cinque volte il minimo, e al 75% o ltre cinque volte il minimo. Con la legge di Stabilità 2014, fermo restando l'adeguamento al 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, si scende al 95% per quelle fra tre e quattro volte; al 75% per gli importi compresi fra quattro e cinque volte e infine al 50% per quelli compresi tra cinque e sei volte il minimo. Per quelli superiori a sei volte il minimo l’adeguamento è pari al 45% dell’indice Istat e interessa solo la quota che non supera le sei volte. Un perverso meccanismo che ha peraltro cancellato il precedente sistema a scaglioni, per cui le ridotte percentuali di

PREVIDENZA E DINTORNI

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aumento riguardano l'intero assegno, e non solo la parte eccedente la soglia garantita. Del resto il nuovo criterio d’indicizzazione – o meglio la “deindicizzazione, (così la definiva la relazione tecnica che accompagnava il disegno di legge di Stabilità 2014) quest’anno ha fatto risparmiare alle casse pubbliche (al netto dell’Irpef) circa un miliardo di euro. Gli aumenti.Con l’incremento dello 0,30%, l’importo del trattamento minim o sale da 500,88 a 502,38 euro al mese. Con l’aggiornamento Istat, sale anche l’assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, che passa da 447,17 a 448,51 euro al mese (un euro in più!). Per quanto invece riguarda le rendite superiori al minimo, dato per scontato che l’indice d’inflazione si attesterà sullo 0,30%, gli aumenti di gennaio 2015 saranno così articolati: * più 0,30% (ossia l’aliquota intera dell’indice Istat) per gli importi di pension e mensile sino a 1.503 euro, tre volte il trattamento minimo di dicembre 2014; * più 0,285% (95% dell’indice Istat) per quelli tra 1.503 e 2.004 euro; * più 0,225% (75% dell’indice) per gli importi compresi tra 2.004 e 2.505 euro; * più 0,15% (50% dell’ind ice) per gli importi compresi tra 2.505 e 3.006 euro. Per le pensioni di ammontare superiore 3.006 euro, la rivalutazione sarà dello 0,1355%, (il 54% dell’indice Istat) e si fermerà comunque a 3.006: un aumento di fisso di 4,05 euro. Ovviamente parliamo di cifre al lordo dell’Irpef. Così le pensioni nel 2015 Pensione sociale € 369,62 Assegno sociale € 448,51 Trattamento minimo € 502,38 … superiori al minimo Importo della pensione dicembre 2014 Aumento 2015 Aumento mensile massimo Fino a € 1.503 + 0,30 (100% Istat) € 4,50 Da € 1.503 a € 2.004 + 0,285% (95% Istat) € 5,70 Da € 2.004 a € 2.505 + 0,225% (75% Istat) € 5,65 Da € 2.505 a € 3.006 + 0,15% (50% Istat) € 4,50 Oltre € 3.006 Nessun aumento per la fascia d’importo superiore a 3.006 €. Solo lo 0,135% fino a 3.006 €. (45% dell'indice Istat) € 4,05

Io mi assicuro.

NEI PRIMI NOVE MESI CORRE LA PENSIONE DI SCORTA

La pensione di scorta è in azione e stacca decisamente il Tfr. Ma le norme previste dal Governo con la bozza della legge di Stabilità, varata nelle settimane sc orse, rischiano d’indebolire la previdenza complementare. In base ai dati diffusi dalla Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), nei primi nove mesi dell’anno si è attestato al 5,8% il rendimento medio offerto dai fondi pensione negoziali, azie ndali o di categoria. Il Tfr (il 6,91% della retribuzione lorda) nello stesso periodo ha reso invece l’1%, al netto dell’aliquota dell’11%: la liquidazione mantenuta in azienda si rivaluta con un tasso dell’1,5%, più il 75% dell’inflazione. Le medie di cat egoria hanno oscillato dal 7,5% dei comparti azionari all’1,1% degli obbligazionari puri. Un ottimo risultato è stato ottenuto anche dai fondi pensione aperti (promossi da compagnie d’assicurazione, banche, Sim e Sgr), che nei primi nove mesi del 2014 hanno reso in media il 5,9%, con medie comprese fra il 6,8% delle linee bilanciate e il 3,7% delle garantite. I Pip (Piani previdenziali individuali di

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tipo assicurativo) basati su gestioni unit linked (agganciate cioè e a fondi comuni d’investimento o Sicav) hanno reso invece in media il 5,1%, con medie comprese fra il 5,8% dei comparti azionari e il 2,7% degli obbligazionari. Non sono invece ancora disponibili i rendimenti relativi ai Pip basati sulle gestioni assicurative di tipo tradizionale, che in determinati casi assicurano un rendimento minimo o il consolidamento annuo dei risultati. Malgrado il ritocco (scattato il 24 giugno scorso) nella tassazione sulle performance, passata dall’11% all’11,5%, la previdenza integrativa conferma insomma il suo andamen to positivo. Se i rendimenti ottenuti sono di tutto rispetto, però, il sistema stenta a decollare, anche a causa della crisi economica. In base ai dati della Covip, al 30 settembre scorso gli aderenti erano 6,452 milioni (di cui 4, 483 dipendenti privati), il 4% in più rispetto al 31 dicembre dell’anno scorso. L’incremento è dovuto soprattutto ai Pip, la forma pensionistica complementare che conta il maggior numero di aderenti, 2,339 milioni, il 9,6% in più rispetto alla fine dell’anno scorso. Il patrimonio si è attestato invece a 123,9 miliardi di euro, il 6,4% in più nel confronto con il 31 dicembre 2013. La bozza della legge di Stabilità prevede due misure che rischiano di compromettere lo sviluppo di un sistema che sarà sempre più necessario per milioni di lavoratori: la prima è la possibilità, anche per gli iscritti ai fondi pensione, di ottenere in busta paga per tre anni l’accantonamento futuro del Tfr, che rappresenta la principale fonte di contribuzione. La seconda è un balzo in avanti (dall’attuale 11,5% al 20%) della tassazione sui rendimenti annuali degli strumenti previdenziali.

IO MI ASSICURO

BANKITALIA: “ORA È A RISCHIO LA STABILITÀ DELL’EUROZONA” S&P: VERSO LA TERZA RECESSIONE

Aumentano i rischi per la stabilità finanziaria dell’Eurozona. Colpa della minor crescita e del pericolo- deflazione, avverte la Banca d’Italia. E in qualche maniera i suoi timori fanno da sfondo all’analisi di S&P che non esclude una terza recessione - “triple dip”, in gergo - dopo quella del 2009 e del 2011. É un pericolo che «non va sottovalutato» e che avrebbe conseguenze «deleterie» anche dal punto di vista socio- politico, se mai si concretizzasse.

Eurolandia non riesce a crescere , l’inflazione continua a scendere, con il rischio di avvitarsi, appunto, in una deflazione. Gli ultimi dati parlano per l’Italia di prezzi gelati, cresciuti ad ottobre dello 0,1% sia su base mensile che annuale. La Francia è ferma a quota 0,5%. La Germania è a 0,8 ma rispetto a settembre registra un meno 0,3%.

Ed è proprio questo segno meno che fa paura. La Bce, nel suo Bollettino, riduce ancora le stime per l’inflazione di quest’anno (0,5% in calo dello 0,7% di tre mesi fa) e taglia quelle sul Pil (0,8 da più 1%). Ribadisce che il consiglio è «unanime» nell’impegno a varare ulteriori misure non convenzionali, se necessarie. Annuncia che uno staff ad hoc è già al lavoro. E come sempre chiede ai governi di «imprimere slancio» alle riforme del mercato del lavoro e alle liberalizzazioni perché «progressi insufficienti» su questo fronte rappresentano «un forte rischio al ribasso per le prospettive economiche”.

Ed ecco riemergere di nuovo tutti i pericoli che minacciano Eurolandia. La Banca d’Italia avverte appunto che «il protrarsi della fase di stagnazione avrebbe ripercussioni negative sul sistema finanziario e sui conti pubblici. Valori eccessivamente ridotti dell’inflazione rendono più difficoltoso il

RISPARMIO GESTITO

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processo di riassorbimento del debito, pubblico e privato, e implicano un inasprimento delle condizioni monetarie, con effetti negativi su investimenti e consumi». I prestiti alle imprese, aggiunge, saranno in calo per tutto il 2015; dovrebbe invece «interrompersi» la contrazione dei mutui alle famiglie già nel primo trimestre del nuovo anno. S&P fa sapere che questo terzo salto nella recessione, il suo scenario base non lo prevede. Ma, «i rischi sono aumentati». «Come diciamo noi francesi», chiosa l’analista Jean-Michel Six, «il peggio non è mai sicuro». S6P prevede che «entro l’anno» o al massimo «all’inizio del prossimo» la Bce avvierà il suo nuovo pacchetto di misure non convenzionali.

Lo stato di salute di Eurolandia preoccupa anche i Grandi del mondo. In un documento scritto per il prossimo vertice del G20 a Brisbane, in Australia, il Fmi definisce debole e squilibrata la crescita Ue e invita la Bce ad essere «pronta ad agire», anche comprando asset sovrani.

La Repubblica.

VITTORIA INCREMENTA LA CEDOLA DEL 5%

Vittoria Assicurazioni chiude i nove mesi dell'anno con un utile netto pari a 54,7 milioni, che rappresenta una crescita del 2,9% sullo stesso periodo del 2013. La compagnia ha confermato l'obiettivo di un incremento annuo del 5% del monte dividendi, che l'anno scorso è stato di 12 milioni, con una cedola di 18 centesimi

I premi contabilizzati al 30 settembre ammontano a 929,6 milioni di euro (814,2 milioni a settembre 2013), con un incremento del 14,2%. I premi Vita, in particolare, hanno incamerato una crescita del 59,6% rispetto a quelli dell'analogo periodo dell'esercizio precedente. Mentre il ramo Danni, nello stesso periodo, si è incrementato del 6%. Ma ad aumentare è stata soprattutto la profittabilità considerando che il combined ratio è sceso ancora passando dal 90,7% del 30 settembre dell'anno scorso all'attuale 90,3%.

MF

PERCHÉ CATTOLICA È UN BUON AFFARE NELLA TURBOLENZA DI MERCATO

In questa e nelle passate settimane, molte società che dovevano andare in borsa hanno rimandato le ipo (initial public offering), causa il cambio di umore dei mercati. E le banche che dovranno raccogliere nuovi capitali guardano con (troppa?) preoccupazione all'andamento degli indici. C'è però anche qualche gruppo finanziario che ha sfidato le condizioni avverse, confermando le operazioni annunciate. È il caso di Cattolica Assicurazioni, di cui è partito nei giorni scorsi un aumento di capitale da 500 milioni, con un'offerta che terminerà a il 27 novembre. L'interesse durante il road-show c'è stato, ma l'andamento della borsa di questi giorni ha duramente penalizzato il titolo. Il che significa che ci possa anche essere una buona occasione.

L'operazione è assai diluitiva, con 21 nuove azioni ogni 10 possedute; in numeri assoluti, sono 117 milioni di nuovi titoli (a 4,25 euro per azione), rispetto ai 57 milioni circa in circolazione. Il prezzo del diritto è sceso sotto un euro e l'azione ex diritto, sta poco sotto 5 euro: un calo del 50% e più rispetto a poche settimane fa. Su questi prezzi, ad aumento terminato, Cattolica capitalizzerebbe gli attuali 300 milioni circa, più i 500 dell'aumento; dovrebbe quindi valere circa 800 milioni; a fronte di un patrimonio netto che salirebbe, sempre per effetto dell'aumento, a oltre 2,1 miliardi; e con un utile netto 2014 stimabile in circa 100 milioni, visto che a fine settembre il risultato era di oltre 80, in forte crescita sul 2013. Guardando agli indici, Cattolica sembrerebbe decisamente conveniente, con un rapporto prezzo/utili netti (p/e) inferiore a 10 e un dividendo del 6% circa, se venisse distribuito il 50% degli utili. Insomma, rendimento elevato, forte sconto sui valori patrimoniali e gestione operativa in crescita. Certo, i rendimenti dei titoli obbligazionari in portafoglio alle assicurazioni, come delle

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banche, sono in calo; ma se i titoli non sono solo a breve scadenza, e soprattutto se le polizze crescono, il valore c'è. L'amministratore delegato di Cattolica, Giovan Battista Mazzuchelli, ha dichiarato che l'operazione di aumento è stata confermata, nonostante le condizioni avverse, per crescere e approfittare della situazione e non certo per tappare buchi, vista l'elevata patrimonializzazione del gruppo. Evidentemente confida anche che gli azionisti storici della cooperativa, ma anche quelli istituzionali, comprendano il buon affare. Ma se qualcuno degli azionisti preesistenti non avesse le risorse per seguire l'aumento, pare ci siano tutte le premesse per cui chi dovesse subentrare, dopo i cali di prezzo di avvio operazione, possa fare dei buoni affari, nell'incertezza dei mercati di questi giorni, post assessment Bce.

MF