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rassegna 11/01/2018

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rassegna 11/01/2018

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

rassegna 11/01/2018

Pagina I

Iniziative ed eventi

11/01/2018 p. 14 Francia per noi un 2018 d'arte e cinema EdoardoSemmola

Corriere Fiorentino 1

Segnalazioni

11/01/2018 p. X La battaglia di Irmela al nazismo Fulvio PalosciaRepubblica Firenze 3

11/01/2018 p. XV Il sistema moda secondo BurlonRepubblica Firenze 5

11/01/2018 p. 13 Il cinema toscano perde la sua spalla EdoardoSemmola

Corriere Fiorentino 6

La rassegnaAll'Istituto di piazza Ognissanti ciclo di incontri su lavoro e immigrazioneLa console Isabelle Mallez a fine mandato: «Vorrei restare ancora qui,lo scambio culturale con la Toscana si è trasformato in un rapporto affettivo»

FRANCIA PER NOIUN 2018 D'ARTE E CINEI\1A

Lo sguardo freddo e ango-sciante sul terrorismo di Ber-trand Bonello in Nocturama,il ritratto spietato di violenzae disperazione tra gli immi-grati Eastern Boys di RobinCampillo, quello forse ancorpiù crudele del mondo del la-voro che Nicolas Silhol dà inCorporate, e dall'altra parte leinstallazioni di forte impattopolitico dell'artista franco-ca-merunense Barthélémy To-guo. «II nostro obiettivo de-v'essere quello di offrire unquadro il più completo possi-bile del mondo contempora-neo, dei suoi mutamenti, del-le sue tensioni raccontaIsabelle Mallez, console ono-rario di Francia e direttricedell'Istituto Francese di Firen-ze di piazza Ognissanti, sfo-gliando il programma cultu-rale dell'istituto per questoinizio 2018 il nostro impe-gno è quello di interpretarequesti cambiamenti attraver-so l'arte e le arti, discipline di-verse, puntando sui temi dellavoro e delle migrazioni». Ein questo senso che la direttri-ce nomina tre film, in pro-gramma dall'8 febbraio, tuttidi grande impatto politico-sociale, e l'attesa installazionedi Toguo alle Murate dal i6febbraio, tra le principali at-trazioni di questo suo ultimoscampolo di direzione del-l'Istituto. Barthélémy Toguo è

uno dei finalisti del PremioMarcel Duchamp al CentroPompidou, uno dei maggioriartisti africani viventi, «e ci fa-rà il regalo di preparareun'opera apposta per Firenze,per noi, ad hoc per le Murate,non vuole riciclare qualcosadi già edito aggiunge Isa-belle Mallez Ed è un gran-de onore».

Si tratta di un ultimo scam-polo perché Isabelle Mallez èarrivata a fine mandato e inestate dovrà lasciare Firenze.A meno che «non mi dianouna proroga di un altro an-no». Ci prova, non è scontato.Ma «mi piacerebbe restareperché ho ancora tanto da fa-re dice e il nostro pub-blico ci dà così tante soddisfa-zioni». Il 2018 dell'IstitutoFrancese riparte oggi pome-riggio con gli Amici del Mag-gio e un incontro sulla conte-stata Carmen che non muore,

poi a fine gennaio La nottedelle idee dedicata al `68, unamedia di due proiezioni a set-timana e tanta arte.

«Se vado via conclude laconsole lascio un istitutorinnovato che ha trovato unnuovo pubblico e nuove atti-vità, che nonostante i suoicento e più anni si è messo acorrere. E vuole essere una vo-ce sempre più presente nelpanorama di Firenze». In leiinvece questa esperienza a Fi-renze «lascerebbe solo ten-sioni positive, per la vicinanzache i toscani ci hanno dimo-strato durante gli attentati diquesti anni: credevo che il no-stro rapporto fosse solo unoscambio culturale, invece hocapito che è uno scambio af-fettivo».

Edoardo Semmola© RIPRODUZIONE RISERVATA

Iniziative ed eventi Pagina 1

GalleryDall'alto:BarthélémyToguo (saràalle Murate);Palazzo Lenzi,sededell'istitutoFrancesedi Firenze;e il vincitoreperla narrativadel PremioCeppodi PistoiaJean Echenoz(il 15incontrerà ilpubblico inpiazzaOgnissanti)

Da sapereInizia oggi ilprogrammaculturaledell'IstitutoFrancese diFirenze inpiazzaOgnissanti.Cinema, gliincontri con gliAmici delMaggio, Lanotte delleIdee, libri,incontri,fumetti. Unriccocalendariorivolto a tutta lacittà. Accantola direttricedell'Istitutoe ConsoleOnorariadi Franciaa FirenzeIsabelle Mallez(foto: Sestini)

aDomani seraalle 21 l'attoree scrittore figliod'arte JacopoFo porta inscena al TeatroPuccini diFirenze il suospettacolo«Superman èuna pippa - Lafilosofia non lavoglio soltantopoco cotta. Lavoglio ancoraviva!». Maprima, oggi alle13, sarà inveceall'Obihall persvelare unatarga in ricordodi Dario Fo eFranca Ramenella hall offame del teatro.

Iniziative ed eventi Pagina 2

II caso Da 31 anni cancella svastiche e scritte dai muridi Berlino. "Non potevo restare indifferente". La suastoria è diventata un film (sabato alla Compagnia)

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fldZSFULVIO PALOSCIA

La prima volta è statatrentuno anni fa. Sullastrada da casa al lavoro, gliocchi di IrmelaMensah-Schramm si sono

posati su un adesivo appiccicatoad un muro. Conteneva unmessaggio così orribile daesercitare un effetto di irresistibileattrazione: la difesa celebrativa diRudolph Hess - braccio destro diHitler- inequivocabilmentefirmata da una delle molte celluleneonaziste tedesche. «Mi chiesi:perché nessuno ha strappato viaquell'empietà? Perché non c'èstata anima viva capace dicancellare quell'insulto?»racconta oggi, a settant'annipassati, la signora tedesca dalsorriso dolce e dalla tenaciainaffondabile. Decise che ciavrebbe pensato lei. Si dotò di unraschietto, tolse dall'intonacoogni traccia di quell'immagineorribile «e mi sentii sollevata,libera». Da allora non ha mai

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Mosmesso: Irmela girovaga per lestrade di Berlino con la missionedi liberarla dalle scritte neonazisteche ogni giorno affiorano in luoghisempre meno appartati. In spallauna borsa con la scritta "contro inazisti", una macchina fotograficacon cui documentare la scrittaprima di cancellarla (nel tempo hacreato un archivio sterminato),una bomboletta spray con cuicoprire la vergogna. A lungo haspruzzato sbilenchi quadrati nerisulle svastiche («Ogni altro segnoequivaleva a comunicare con chile aveva tracciate, e io non cercavoquesto»). Oggi disegna cuori comerisposta di pace a chi ha dichiaratoguerra al buon senso. Alla storia.alla Memoria. Il regista VincenzoCaruso ha letto la storia di Irmelasu una free press trovata in giro.Poche righe capitate in unmomento storico cruciale, «in cuitutti prendono le distanze dallecose più esecrabili senzacombatterle con una posizione

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La proiezioneThe hate destroyerè il film realizzatoda VincenzoCaruso, che haseguito Irmela perle strade di Berlino

con la sua telecamera. Saràproiettato sabato alle 21 allacinema La Compagnia allapresenza del regista e di IrmelaMensah-Schramm

netta, coraggiosa» dice il regista.Che ha raggiunto Irmela. L'hapedinata con la sua videocamera.E l'ha resa protagonista deldocumentario The Nate destroyer,sabato 13 gennaio alla Compagnia(ore 21) alla presenza di Caruso edella stessa Mensah-Schramm. È lastoria dell'impresa che ha fatto diquesta donna un'icona di pace.Tra mille ostacoli con cuicombattere. Vedi alla voceburocrazia. Ma anche stranifantasmi del passato: «Io segnaloalle autorità la presenza degliscempi, che però rimangono lì. Lescritte neonaziste sono unproblema da non sottovalutaredavanti all'avvento di mezzisempre più infallibili chediffondono con rapidità ogni tipodi pensiero e di fermento. Dunquese non vengono presiprovvedimenti, sono io acancellare le tracce. Rischiando,perché ciò che faccio è illegale e locompio alla luce del sole: alla fine

ci rimetto più io rispetto a chiinneggia a Hitler. Ho multe salateda pagare; alla polizia allargano lebraccia, "non possiamo farcinulla". Che dire: io consideroquella contro il nazismo l'unicaintolleranza che accetto, che valela pena praticare» ci raccontaIrmela. I rischi non sono sololegali: «Ho ricevuto lettere conminacce. Un neonazi ha nascostouna pietra in una palla di neve eme l'ha scagliata addosso. Ma nonho paura, se non di come vengonosottovalutate le dimensioni realidi questo fenomeno». A Caruso èriuscito anche qualche miracolo.Cinematografico e non. Ha fattoincontrare Irmela con un pentitodel neonazismo, Manuel Bauer,che nel documentario le confessale sue empie avventure di pestaggidi migranti (bambini compresi)con un mix di orrore e conati delvecchio, becero orgoglio «perchéil lavaggio del cervello attuatodalle estreme destre haconseguenze incancellabili» diceCaruso. «Dopo quel colloquio,sono stata male per giorni, finoalla febbre - ricorda Irmela - Peròcon Bauer, abbiamo realizzato unprogetto di sensibilizzazione daportare anche nelle scuole. Saràdifficile attuarlo. Mai, però,accetterò di collaborare con ladestra populista: vi hanno trovatocollocazione troppe menti dimovimenti estremisti come l'Afd».Caruso è anche riuscito a farparlare Irmela sul suo terribilepassato familiare. «Eroossessionato dal perché di questasua missione. Non poteva esseresolo sete di giustizia, visto che nonappartiene alle categorieperseguitate da Hitler. E hosempre avuto l'idea che chi agisceper gli altri lo fa anche per salvarese stesso. Raccontandole la miainfanzia che ha conosciuto laviolenza, sono riuscito a strapparepezzi di ricordi dei rapporti con lamadre, compromessi da unadrammatica mancataaccettazione. E ho capito: Irmelavuol dimostrare il suo valore almondo. In questo somiglia aisuperoreroi, segnati daun'infanzia difficile che fanno ditutto per vendicare. Irmela habisogno dei cattivi. Se nonesistessero più, verrebbe menoanche il centro della sua vita».(ha collaborato matteo regoli)©RI PRODUZI ON ERISERVATA

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Il sistema modasecondo Burlon

Via Cavour 50rOre 21,30

Rappresentante di una nuovagenerazione di direttori creativi,Marcelo Burlon è il soggetto deldocumentario di MattiaColombo, scritto da AndreaBatilla e proiettato allaCompagnia alla sua presenza: ilsistema della moda da unaprospettiva totalmente inattesa.

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Il cinema toscanoperde la sua spalla

Info

• Novellan-tonio Novelli,in arte Novello,nascea Poggibonsinel 1930

• Geometra,poi impresario,viene scopertocome attore daAlessandroBenvenuti cheper lui scrive«Mitico 11»

• Trent'anni fail suo debuttoal cinema,ancora conBenvenuti allasua prima regiae in compagniadegli altri dueGiancattiviFrancesco Nutie Athina Cenci:«Ad Ovest diPaperino»

• Ha presoparte a 35 filmdiventandouna grandespalla comica,da sempre alfianco diFrancesco Nuti

di Edoardo Semmola

Caruso Pascoski, dicevasempre con la sua aria finta-mente amareggiata e la testache ondeggiava sconsolata,«è stata la rovina della mia vi-ta». Perché «non potevo piùgirare per Firenze senza sen-tirmi dire "dammi un baci-no"». È rimasto uno dei tor-mentoni più celebri dell'inte-ra fiorentinità cinematografi-ca: «Dammi un bacino. Tiprego, dammi un bacino»consumato tra i tavoli gettatiall'aria del Caffè Rivoire in unadelle scene memorabili di Ca-ruso Pascoski di padre polac-co. Non esiste fiorentino chenon l'abbia pronunciato al-meno una volta, con conse-guente gesto a schiocca-lab-bra, «pciu», in onomatopeicarappresentazione con la boc-ca a sedere di gallina.

Sono passati 3o anni esattie il maresciallo dei Carabinie-ri a cui quel Francesco Nutiubriaco fradicio voleva dareper forza «un bacino» era No-vello Novelli, spalla storica ditanto cinema toscano. Novel-loantonio Novelli, per tuttiNovello, si è spento ieri nellasua Poggibonsi, a 87 anni. Eraschivo, di spirito amaro, bur-bero e romantico, spontaneoa ogni costo, tanto da esserecapace di fare arrabbiare tantiregisti e colleghi. Ma mai ilNuti, l'amico di una vita. Erauno degli ultimi «maledettitoscani» dell'umorismo acrema verace. Oltre che uno degliultimi grandi caratteristi.

«Il mio colore preferito è ilviola della Fiorentina» ripete-va spesso. Una sola fede spor-tiva, un solo amore: Silvana, lamoglie, insieme per 5o anni.Era capace di parlare di lei an-che sul set di Amami interpre-tando il padre di una MoanaPozzi, mai vestita sul set. Laguardava, la scrutava con queisuoi sguardi incavati da oc-

Addio Novello NovelliIl burbero amatoda Nuti e Monicellichiaie profonde come crateridi vulcano. Era tanto semplicee genuino da rimanere sem-pre un corpo estraneo nel si-stema-cinema. Una volta glichiesero come spendesse isuoi soldi una volta diventatofamoso, dopo una vita passataa fare il geometra. Rispostaspiazzante: «Il vino a tavola,un gin tonic se uscivo la sera,al massimo due se ero conFrancesco. E poi le sigarette».

Prima geometra, poi im-presario, infine attore in 35pellicole: con AlessandroBenvenuti, Nuti, Athina Cen-

ci, Ornella Muti, Renato Poz-zetto, Alessandro Haber, Leo-nardo Pieraccioni, da Benve-nuti in Casa Gori a Cari fottu-tissimi amici di MarioMonicelli. Ha contribuito acreare la Fondazione dei Ma-ledetti Toscani con i suoi pro-getti sportivi e solidali e ha al-lenato la squadra di calcioomonima. Nel cuore dei fio-rentini è come fosse stato unodegli Amici Miei, senza aver-ne mai fatto parte.

Carlo Conti lo ha salutato suInstagram «Ciao Novello.Amico delle nostre "feste incasa" al Manila e in tanti altrilocali toscani». Pieraccionicon una foto su Twitter. Athi-na Cenci, con cui ha condivisoil debutto al cinema, si è mes-sa a piangere a telefono: «Unapersona bellissima, spallameravigliosa, un grande ami-co, affetto, complicità». Per ilregista Giovanni Veronesi eraquasi un padre: «Ero molto le-

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fiato a lui e a Silvana, abbiamopassato insieme 15 anni di vi-ta, insieme a Francesco, con-dividendo casa a Roma ri-corda Era un amico silen-zioso di quelli a cui non devidire niente ma che fatalmentesanno già tutto; complice,profondo; se ne va un pezzodella mia vita, mi sembra stiacrollando a pezzi un po' tut-to». Un pausa, poi un deside-rio: «Per qualcuno ci vorrebbeuna wild card come quelleche danno ai tennisti periscriversi a un torneo anche senon potrebbero: Novello se nemeritava una che lo facesse vi-vere più a lungo».

A segnare il suo debutto siasul palco che sullo schermo èstato Alessandro Benvenuti:«Lo spettacolo che oggi sichiama L'Atletico Ghiacciaia

ricorda originariamenteera Mitico il e lo avevo scrittoper lui, poi lo volli con me perAd ovest di Paperino e abbia-mo fatto 4 film insieme conpersonaggi sempre molto im-portanti». Uno di questi, ilnonno Annibale di Benvenutiin Casa Gori «a suo dire eraquello che lo aveva gratificatodi più». Poi è stato «un gran-de partigiano, il più commo-vente, in Zitti e Mosca» masoprattutto «era una personache a un certo punto della suavita ha deciso di tentare un'av-ventura diversa da quello a cuigli studi e il fato lo avevanodestinato, da operaio in unafornace a Poggibonsi ad atto-re». Per averlo nella parte delpadre di Nuti in Ad ovest diPaperino, Benvenuti fu co-stretto a lottare: «Il produtto-re non pensava che lo potessefare». Ma anche in quel casonacque una frase destinata adiventare cult: «Ho lavoratoquarant'anni anni alla Sip io».

Novelli era «un amante del-la vita, che ha esaudito i suoisogni». Per Nuti di più, «è sta-to un amico, un consigliere,un complice, il segretarioprosegue l'ex GiancattivoFrancesco aveva bisogno diavere accanto una persona af-fettuosa. Aveva un gran desi-derio di vita, di mangiare lospaghettino di notte e tirartardi. Credo sia morto soddi-sfatto di essersi guadagnatosul campo i piaceri della vita».

Accanto Novelliin un torneo

di beneficenzaSopra con Nuti

in «CarusoPascoski»

BenvenutiFaceval'operaiol'ho portatoin scenaCredosia mortosoddisfattodi essersiguadagnatosul campoi piaceridella vita

VeronesiHo passatocon luie Francesco15 annidella miavita:era unamicosilenzioso,complicee moltoprofondo

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