RAPPORTO DIPENDENZE PATOLOGICHE 2016 - Salute Emilia...

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Osservatori Dipendenze Patologiche di Ravenna – Forlì – Cesena – Rimini RAPPORTO DIPENDENZE PATOLOGICHE 2016 Dati relativi al 2015 V. Van Gogh, Il seminatore, Arles, 1888

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Osservatori Dipendenze Patologiche di Ravenna – Forlì – Cesena – Rimini

RAPPORTO DIPENDENZE PATOLOGICHE 2016 Dati relativi al 2015

V. Van Gogh, Il seminatore, Arles, 1888

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Redazione del Rapporto

Osservatorio Ravenna Responsabile: Marcella Fanelli

e-mail: [email protected] Guya Barducci

Osservatorio Forlì

Responsabile: Samantha Sanchini e-mail: [email protected]

Osservatorio Cesena

Responsabile: Paolo Ugolini e-mail: [email protected]

Alessandro Mariani D’Altri Monica Teodorani

Osservatorio Rimini

Responsabile: Maristella Salaris e-mail: [email protected]

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Indice

Introduzione

Pag. 7

Cap. 1 Il fenomeno delle dipendenze

» 9

Metodi e strumenti » 9

1.1 Uso/abuso/dipendenza ed accesso ai Servizi pubblici per le Dipendenze » 9

1.2 Tipologia della domanda: quali dipendenze nell’Azienda USL della Romagna » 12

1.3 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza in carico per uso di droghe e/o farmaci

» 13

1.4 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza in carico per alcol » 18

1.4.1 Consumo dannoso e alcoldipendenza » 19

1.5 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza per nicotina » 23

1.6 Gli utenti giocatori in trattamento presso i Servizi per le Dipendenze » 27

1.7 Stato delle infezioni virali nei Servizi per le dipendenze 1.8 Conclusioni

» »

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Cap. 2 I percorsi di cura: trattamenti, esiti e durata

» 36

Metodi e strumenti » 36

Premessa » 36

2.1 I percorsi di cura: quali tipologie, durata ed esito » 37

2.2 I percorsi di cura: durata ed esito » 44

Osservazioni conclusive » 51

Cap. 3 Valutazione inserimenti in strutture residenziali per una miglior “governance” dell’accordo di fornitura tra SewrD e Enti Ausiliari in Romagna

»

53

Metodi e strumenti » 53

3.1 Introduzione » 53

3.2 Valutazione Accordo Regione Emilia Romagna ed Enti Ausiliari, arco temporale 2014-‘16

» 54

3.3 Spese e giornate di assistenza nelle strutture private accreditate per il trattamento delle dipendenze. Anno 2015

» 57

3.4 Progetto individuale di trattamento in strutture riabilitative private accreditate

» 62

3.4.1 Caratteristiche utenti inseriti nelle strutture riabilitative » 64

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3.4.2 Durata ed esito dei trattamenti » 66

Osservazioni conclusive

» 69

Cap. 4 Unità di strada tra prevenzione di comunità e riduzione del danno

» 71

Metodi e strumenti » 71

Introduzione » 71

4.1 Prevenzione di strada/prevenzione di comunità » 72

4.2 Gli interventi di sensibilizzazione nel mondo della notte » 74

4.3 Gli interventi per la riduzione del danno (RDD) in Emilia Romagna » 81

Osservazioni conclusive » 82

Osservazioni finali

» 83

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Introduzione a cura di Guya Barducci (Osservatorio DP Ravenna), Marcella Fanelli (Osservatorio DP Ravenna), Maristella Salaris (Osservatorio DP Rimini), Samantha Sanchini (Osservatorio DP Forlì), Monica Teodorani (Osservatorio DP Cesena), Paolo Ugolini ( Osservatorio DSM DP di Cesena)

Nel cambiamento socio-antropologico di adolescenti e giovani dell’era digitale ritroviamo ragazze/i in movimento (non racchiudibili in un territorio specifico), ragazze/i in evoluzione (dentro ai compiti di sviluppo), ragazze/i che rischiano (rischio come dato esistenziale). Un rischio che impensierisce gli adulti ma contagia i ragazzi nelle loro scelte, nei percorsi di crescita e di costruzione delle loro multiformi identità; possiamo dire che esiste una dimensione positiva del rischio, rischi fisici e socio-psicologici come mezzi per raggiungere scopi evolutivi; allo stesso tempo rischio come aspetto della cultura della nostra società, come sopravvalutazione dell’esperienza concreta e come indebolimento della percezione del futuro. Oggi siamo di fronte al Web lungo una strada ove occorre mandare in soffitta teorie sui media e teorie sull’opinione pubblica superate dagli eventi (anche se portano firme illustri come Mc Luhan e Habermass). Due livelli di riflessione ed azione dei servizi: da una parte, la costruzione del sé adolescenziale nell’epoca del digitale e delle trasformazioni che internet impone alla quotidianità, dall’altra la fatica di educatori/assistenti sociali, psicologi, medici e professionisti in genere impegnati a ricercare chiavi di lettura e strumenti credibili nel proprio lavoro psico-socio-educativo e clinico. La meta da raggiungere non è solo una più chiara consapevolezza di quanto sia profondo il cambiamento che il Web sta imprimendo alla società, specie alle nuove generazioni, ma soprattutto di quali conseguenze socio-antropologiche e di utilizzo di strumenti di azione sia portatore; l’era digitale non può essere ridotta a una “teoria del tutto” (internet ci rende liberi oppure internet ci rende gadget) perché la variabile uomo fa saltare ogni teorema. Il fenomeno del Web sta assumendo grande rilevanza affiancandosi spesso al mercato storico delle droghe tradizionali quali eroina, cocaina, cannabis, anfetamine; questo mercato, infatti, oggi utilizza principalmente internet per la pubblicizzazione delle molteplici offerte di nuove sostanze psicoattive, per la raccolta di ordinativi, per il pagamento il credito elettronico e infine i normali corrieri postali per il loro invio.

In questi ultimi anni le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno più volte segnalato la comparsa sul mercato illecito di nuove sostanze psicoattive di origine sintetica, spesso con caratteristiche farmacologiche e tossicologiche particolarmente pericolose che si affiancano alle droghe tradizionali nella cosiddetta poliassunzione provocando con sempre più frequenza problematiche psichiatriche correlate o danni d’organo, specie cardiaci, renali e respiratori, aggravati dal contemporaneo uso di alcol (questa informazione di carattere più qualitativo è raccolta dagli Osservatori Epidemiologici Dipendenze Patologiche della Romagna tramite lo stretto rapporto con le figure cliniche nei Servizi per le Dipendenze Patologiche e con le Unità di Strada) (si veda nello specifico il Cap.4).

Dal lato sociologico, la definizione di “droga” nel mondo giovanile sembra dipendere soprattutto

da variabili culturali e di desiderabilità sociale piuttosto che dalle conoscenze relative agli effetti sulla salute. Gli Osservatori sulle Dipendenze Patologiche della Romagna hanno raccolto il dato di accesso ai Servizi Dipendenze Patologiche della Romagna e lo hanno elaborato ed analizzato in dati di sintesi e/o indicatori sia in forma aggregata sia distinta per singolo territorio, in stretto collegamento con le letture di altri Osservatori nazionali ed europei. L’azione di studio e ricerca di questo RAPPORTO DIPENDENZE 2016 pone le premesse per la promozione e l’attuazione di politiche e, conseguentemente, interventi di sanità pubblica che a loro volta devono essere valutabili in termini di efficienza, efficacia e impatto. Le

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azioni di conoscenza e di contrasto del fenomeno delle dipendenze patologiche sono interdipendenti: il monitoraggio non è solo “ricerca pura e fine a se stessa”, ma assume la forma della “ricerca applicata” che si inserisce in un contesto di intervento ben definito, specie col sistema dei servizi socio-sanitari preposti alla cura preventiva e riabilitativa (Fig.A). Tutto ciò si traduce in un processo dinamico di ricerca-intervento-valutazione che evolve con il problema osservato.

Fig. A - La circolarità del sistema di monitoraggio di un Osservatorio Dipendenze Patologiche: teoria, ricerca, intervento e valutazione

Lo scopo di questo elaborato, oltre ad osservare e misurare il fenomeno nel presente (qui ed ora), è

teso anche a leggere l’evoluzione nel tempo e le relative conseguenze per la salute dei cittadini della Romagna e quindi aiutare chi dovrà prendere decisioni operative in termini di servizi, progetti, pratiche ed interventi. Il lavoro di osservazione è inteso come un’azione complessa, che prevede il coinvolgimento di attori diversi (AUSL, EE.LL., Comunità Terapeutiche, associazioni profit e no profit, ecc.), e non deve essere relegata alla mera raccolta e analisi dei dati.

Il Rapporto Dipendenze Patologiche 2016 (dati relativi al 2015) degli Osservatori Epidemiologici

Dipendenze Patologiche di Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini, ci permette di fotografare, con dati validi e attendibili, la domanda espressa dall’utenza che accede ai servizi Dipendenze Patologiche pubblici della Romagna. Nei capitoli a seguire saranno analizzati:

• Cap.1 : Il fenomeno delle dipendenze. • Cap.2 : I percorsi di cura: trattamenti, esiti e durata. • Cap.3: Valutazione inserimenti in strutture residenziali per una miglior “governance”

dell’accordo di fornitura tra SerD e Enti Ausiliari in Romagna. • Cap.4 : Unità di strada tra prevenzione di comunità e riduzione del danno.

Buona lettura.

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Cap. 1 Il fenomeno delle dipendenze di Guya Barducci, Sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Ravenna Marcella Fanelli, Biologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Ravenna Samantha Sanchini, Sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Forlì Monica Teodorani, Sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Cesena Metodi e strumenti

La fonte dati è la cartella informatizzata SistER (Sistema Informativo sulle Tossicodipendenze Regione Emilia Romagna).

Oggetto di analisi è l’utenza in carico ai quattro Servizi Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL della Romagna (Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini): soggetti dipendenti da sostanze legali e illegali.

Un soggetto può essere stato in contatto con più Servizi ed essere presente in più archivi, pertanto è stata fatta, anche, l’analisi dell’utenza a livello aziendale, ovvero il soggetto viene conteggiato una sola volta. Per ogni soggetto le informazioni sono state riunite in un unico record ed aggiornate tenendo conto del dato più attendibile e di quello più recente.

L’analisi riguarda non solo le caratteristiche socio-demografiche e diagnostiche dell’utenza in trattamento, ma anche i comportamenti d’uso/abuso e le infezioni virali.

La qualità dei dati e la completezza è il 100,0% per sesso, età, residenza e cittadinanza, 99,1% stato civile e sostanza d’abuso primaria, 98,5% condizione lavorativa, 95,6% titolo di studio.

L’elaborazione statistica dei dati ha prodotto analisi descrittive volte alla comprensione del fenomeno sul territorio romagnolo; nello specifico, sono state effettuate analisi univariate e bivariate. Lo strumento utilizzato per tali analisi è SPSS (Statistical Package for the Social Sciences). La parte relativa alle infezioni virali è stata analizzata con Excel. 1.1 Uso/abuso/dipendenza ed accesso ai Servizi Pubblici per le Dipendenze

Negli ultimi anni si sta verificando una relativa riduzione/stabilizzazione degli accessi ai Servizi

che si occupano di dipendenze patologiche (DP), i soggetti affluiti passano da 9.215 nel 2010 a 8.369 nel 2015 (Fig. 1), con una flessione pari al 9%.

La tendenza riduzione/stabilizzazione degli accessi è spiegato da quanto succede sia a livello europeo1 che nazionale2; ma anche da dinamiche specifiche dei vari territori, ad esempio diminuzione o aumento delle segnalazioni art. 121 da parte delle Forze dell’ordine, variazioni nella modalità di raccolta del dato.

Il dato sull’utenza affluita comprende diverse intensità di cura erogata al soggetto: - gli utenti in trattamento (in carico), soggetti per i quali gli operatori, dopo una fase di

osservazione e diagnosi, hanno valutato la necessità di trattamento e concordato con il paziente il progetto terapeutico;

- gli utenti appoggiati, che provengono da un altro Servizio DP, esterno al territorio di riferimento, generalmente per assumere la terapia farmacologica definita dagli operatori del Servizio inviante;

- gli utenti provvisori , soggetti che hanno ricevuto prestazioni nel corso dell’anno pur non essendo stati “in carico”, si tratta perlopiù di pazienti per i quali non è stato necessario iniziare un trattamento o che hanno interrotto la fase di osservazioni e diagnosi.

1 EMCDDA, Relazione europea sulla droga. Tendenze e sviluppo, Anno 2016 2 Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero per la Cooperazione Internazione e l’Integrazione – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione Annuale al Parlamento 2014 sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia. Dati relativi all’anno 2013 e primo semestre 2014 – elaborazioni 2014.

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Analizzando la tendenza temporale per intensità di cura vediamo come la maggior variabilità riguardi gli utenti provvisori (si passa da 3.141 nel 2010, 3.213 nel 2014 e a 2.760 nel 2015) e gli appoggiati (si passa da 1.021 nel 2010 a 694 nel 2015); mentre gli utenti in trattamento hanno un andamento più regolare (si passa da 5.053 nel 2010 a 4.915 nel 2015). Fig. 1 – Numero di utenti affluiti anno 2010 – 2015 (valori assoluti)

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2010 2011 2012 2013 2014 2015

In trattamento Provvisori

Appoggiati Totale

Gli utenti sono riconducibili sostanzialmente alle seguenti aree problematiche: droghe e/o farmaci,

alcol, tabacco e gioco d’azzardo. In “Altre tipologie” rientrano i soggetti con problematiche relative a nuove forme di dipendenza, quali shopping, cibo, relazioni affettive, oppure familiari di pazienti che non si rivolgono al Servizio o soggetti che devono sottoporsi a valutazione tossicologica, per es. per espletare le pratiche di adozione internazionale.

Considerando le diverse tipologie (Tab.1), in relazione ai soggetti in trattamento per dipendenza da droghe/farmaci si osserva una riduzione sia nel periodo (-9,3%) che nell’ultimo anno (-0,5%). Per gli alcolisti vi è una variazione percentuale in aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente. Anche se i soggetti in trattamento per le altre aree problematiche sono meno delle precedenti tipologie, in quanto la cura è di più recente introduzione nei Servizi, è però in netta e costante crescita: per i tabagisti c’è un aumento nel periodo (49,7%) e nell’anno (12,3%); per i pazienti con dipendenza da gioco negli ultimi anni (83,5% rispetto al 2010) e stabile rispetto al 2014.

Tab. 1 – Andamento utenza AUSL della Romagna, per periodo 2010-’15 e numero indice (2010=100)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Droghe e/o farmaci 3.252 3.010 3.015 3.044 2.962 2.948 -0,5 -9,3 Alcol 1.455 1.331 1.355 1.449 1.366 1.432 4,8 -1,6 Tabacco 171 216 231 203 228 256 12,3 49,7 Gioco d’azzardo 85 118 136 146 153 156 2,0 83,5 Altre tipologie 90 82 97 106 138 123 -10,9 36,7 Totale utenti 5.053 4.757 4.834 4.948 4.847 4.915 1,4 -2,7

Dal raffronto territoriale (Tab. 2) rispetto all’anno precedente emerge una generale stabilizzazione

della domanda di trattamento, riscontrabile in tutto il territorio dell’Azienda USL della Romagna, ad eccezione della sede di Forlì che registra un lieve calo (2,0%) e di Cesena dove c’è un aumento del 6,8%. Rispetto all’andamento nel periodo i territori con la diminuzione maggiore sono Rimini e Forlì.

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Tab. 2 – Numero di utenti in carico per anno di osservazione e territorio di riferimento, Azienda USL della Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Ravenna 1.824 1.649 1.835 1.922 1.900 1.912 0,6 4,8 Forlì 775 726 655 729 738 723 -2,0 -6,7 Cesena 889 857 832 837 820 876 6,8 -1,5 Rimini 1.565 1.525 1.512 1.460 1.389 1.404 1,1 -10,3 AUSL Romagna 5.053 4.757 4.834 4.948 4.847 4.915 1,4 -2,7 L’analisi dell’utenza a livello aziendale.

Un soggetto può essere stato in contatto in più servizi ed essere presente in più archivi, pertanto è stata fatta, anche, l’analisi dell’utenza a livello aziendale, ovvero il soggetto viene conteggiato una sola volta.

Nel 2015 i soggetti visti sono 7.615, le femmine sono 1 su 5 e l’età media è 40,3 anni (più giovani i maschi delle femmine 39,5 vs 43,3 anni). Le persone che non hanno la cittadinanza italiana sono il 12,9%. Il 31,2% è nuovo, ovvero è arrivato ai servizi per la prima volta nel 2015. Il 66,1% accede al servizio per problematiche legate a Droghe e/o farmaci.

I soggetti con un programma terapeutico sono 4.745 di cui nuovi sono il 20,2%; il 61,4% ha un programma per problematiche legate a Droghe e/o farmaci, il 30,0% per alcol, il 5,4 per tabacco e il 3,3% per gioco. 1 soggetto su 4 è femmina, l’età media è 42,6 anni, la maggioranza è italiana (89,8%) ed è residente (93,2%). 1 su 5 ha un titolo di studio medio alto, il 40,6% è occupato regolarmente e il 60,3% è celibe.

Analizzando la sostanza di abuso primaria dei soggetti che hanno problematiche relative alle droghe e/o farmaci (2.913 soggetti), vediamo che la maggioranza abusa di eroina (67,2%), seguita da cocaina (16,7%) e cannabis (11,6%).

Fig. 2- Caratteristiche socio anagrafiche dei soggetti con programma terapeutico, anno 2015

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Non occupato Femmine Studio alto Non italiano Non residente

Sanità dei detenuti con problematiche legate a disturbi da uso e abuso di sostanze psicotrope.

L'assistenza sanitaria alla popolazione detenuta è di competenza del Servizio Sanitario Nazionale e dei Servizi Sanitari Regionali. Il trasferimento delle competenze sanitarie dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale e ai Servizi Sanitari Regionali è stato definito con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'1 aprile 2008. Per ogni persona detenuta viene elaborato un Piano assistenziale individuale, compilato con la partecipazione della persona stessa nella fase iniziale della detenzione, al termine della quale, in base allo stato di salute evidenziato, vengono stabiliti programmi assistenziali secondo un monitoraggio differenziato per le persone sane, per coloro che presentano fattori di rischio per patologie croniche e per i portatori di patologie croniche e anche con co-morbilità importanti che necessitano di una presa in carico per tutto il periodo di detenzione.

Nel territorio dell’AUSL della Romagna gli Istituti Penitenziari sono tre: Ravenna, Forlì e Rimini. Le UUOO Dipendenze Patologiche sono chiamate a garantire assistenza sanitaria, educativa e

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psicosociale ai detenuti con problematiche legate a disturbi da uso e abuso di sostanze psicotrope; operano in collaborazione con l’équipe carcere penitenziaria. I principali obiettivi sono: - assicurare la coerenza del progetto terapeutico e socio-riabilitativo complessivo ai bisogni del paziente, - offrire al paziente il miglior percorso compatibile con il regime di carcerazione specifico, - assicurare continuità nei trattamenti di tutti i pazienti presi in carico. I professionisti presenti sono Medici, Psicologi, Educatori Professionali, Assistenti Sociali.

Nel 2015, i detenuti con problematiche legate a disturbi da uso e abuso di sostanze psicotrope sono 604, le carcerazioni 639 e i giorni medi per ogni carcerazione 95,3, con una differenza territoriale: nella Casa Circondariale di Forlì ci sono carcerazioni più lunghe a differenza degli altri Istituti dove è più breve. Tab. 3 – Dati di attività èquipe Dipendenze Patologiche nelle Case Circondariali del territorio dell’AUSL della Romagna, anno 2015

Soggetti Nr carcerazioni Giorni, media, DS

Ravenna 171 182 80,6 (90,8)

Forlì 156 163 125,5 (200,9)

Rimini 277 294 87,6 (90,1)

AUSL Romagna 604 639 95,3 (129,0) 1.2 Tipologia della domanda: quali dipendenze nell’Azienda USL della Romagna

In relazione all’area problematica, l’utenza in trattamento presso i Servizi Pubblici per le Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL della Romagna è di 4.792 soggetti di cui il 61,5% è stato in trattamento per consumo problematico di droghe e/o farmaci (n=2.948), il 29,9% per dipendenza da alcol (n=1.432), il 5,3% per tabagismo (n=256) e il 3,3% per gioco d’azzardo (n=156). Fig. 3 - Composizione dell’utenza per aree problematiche e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2015 (valori percentuali)

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Ravenna Forli Cesena Rimini Romagna

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L’analisi per sede evidenzia alcune differenze nella ripartizione fra tipologie di utenza. Ravenna presenta una maggior percentuale sia di tossicodipendenti (64,0%) sia di alcolisti (33,6%).

Le sedi di Forlì e Cesena presentano la percentuale maggiore di fumatori (9,7% e 9,8%) e quest’ultima ha anche la percentuale più alta di gamblers (5,1%) (Fig. 3).

La popolazione straniera Gli utenti di nazionalità straniera in trattamento presso i Servizi DP dell’Azienda USL della Romagna sono stati 491, pari al 10,3% dell’utenza complessiva. Il 55,4% ha richiesto un trattamento per problemi collegati all’uso di sostanze illegali, in particolare eroina (28,0%), cocaina (12,5%) e cannabinoidi (11,2%); il 41,3% per un uso rischioso di alcol, il 2,7% per problematiche legate al gioco d’azzardo patologico e lo 0,6% per dipendenza da nicotina. Sono perlopiù utenti maschi (76,6%), con un’età media di 35,9 anni (range 15–66aa), per il 37,5% si tratta del primo trattamento e sono in carico prevalentemente nelle sedi di Ravenna (45,8%) e Rimini (24,8%). Dall’analisi delle variabili socio-anagrafiche risulta che più della metà (53,8%) degli stranieri è “celibe/nubile”, il 36,9% ha un diploma di scuola media inferiore e il 46,6% è disoccupato.

1.3 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza in carico per uso di droghe e farmaci

Nel 2015, i cittadini in trattamento per problemi correlati all’uso/abuso di droghe sono stati 2.948,

pari al 60,0% dell’utenza totale dei servizi DP della Romagna. Il numero è in calo rispetto all’anno base 2010 (-9,3%); situazione che si osserva in tutti territori, eccetto Ravenna (1,0%). Anche nell’ultimo anno si nota una lieve flessione dell’utenza in tutte le sedi, ad eccezione di Cesena che mostra un leggero aumento (4,0%). Tab. 4 – Utenti area droghe e/o farmaci in carico per territorio e anno di riferimento. Azienda USL della Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Ravenna 1.150 1.046 1.135 1.179 1.168 1.161 -0,6 1,0 Forlì 511 472 429 450 450 442 -1,8 -13,5 Cesena 631 561 517 530 470 489 4,0 -22,5 Rimini 960 931 934 885 874 856 -2,1 -10,8 AUSL Romagna 3.252 3.010 3.015 3.044 2.962 2.948 -0,5 -9,3

Diminuisce anche la quota di nuovi utenti, che risulta inferiore ai valori del 2010 (-19,3%), in particolare nel territorio cesenate (-43,1%). Rispetto all’anno precedente, il dato dell’utenza della Romagna è pressoché stabile, ma con una certa variabilità fra i territori: diminuzione più marcata nella sede di Forlì (-28,3%) e aumento nella sede di Cesena (26,9%).

I nuovi utenti rappresentano il 15,3% del totale dell’utenza tossicodipendente, quota che raggiunge il 17,7% nella sede di Ravenna.

Nel contesto nazionale, i soggetti che hanno chiesto per la prima volta un trattamento presso i servizi di assistenza rappresentano il 30,2%, in netto aumento rispetto all’anno precedente (17,2%)3. Nel territorio dell’Azienda USL della Romagna, nel 2015, il rapporto utenti nuovi/già conosciuti è pari a 5,5, ossia 1 nuovo utente ogni 5,5 già in trattamento.

3 Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero per la Cooperazione Internazione e l’Integrazione – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione Annuale al Parlamento 2015 sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia. Dati anno 2014.

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Tab. 5 – Nuova utenza in carico area droghe e/o farmaci per territorio e anno di riferimento. Azienda USL della Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Ravenna 232 211 219 201 200 205 2,5 -11,6 Forlì 77 83 66 90 92 66 -28,3 -14,3 Cesena 116 71 61 78 52 66 26,9 -43,1 Rimini 135 141 112 109 113 115 1,8 -14,8 AUSL Romagna 560 506 458 478 457 452 -1,1 -19,3

La distribuzione dei soggetti in base al territorio di appartenenza, utile al confronto tra differenti realtà, permette di calcolare la prevalenza, data dal numero di utenti residenti in trattamento ai Servizi per le dipendenze in rapporto alla potenziale utenza residente (popolazione 15-64aa). A livello macro la prevalenza dà indicazioni sull’impatto e la consistenza del fenomeno nel territorio, mentre a livello micro è un indicatore di accesso dei soggetti ai Servizi per le dipendenze (Fig. 4).

Oltre alla prevalenza si prende in esame anche l’incidenza, che considera la nuova utenza residente in trattamento rapportata alla popolazione target (15-64aa).

Tab. 6– Popolazione residente 15-64aa nei territori dell’Azienda USL della Romagna 2015

Ravenna Forlì Cesena Rimini AUSL Romagna 244.527 116.216 133.737 216.010 710.490

Fonte: statistica self-service del sito della Regione Emilia Romagna. Dati all’01.01.2015- ultimo disponibile.

Fig. 4 – Prevalenza-rapporto tra utenza in trattamento per uso di droghe e farmaci/popolazione 15-64aa *10.000 per anno di osservazione e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2011-2015

42,8

31,734,2

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Romagna

2011 2012 2013 2014 2015

Fig. 5– Incidenza-rapporto tra nuova utenza in trattamento per uso di droghe e farmaci/popolazione 15-64aa *10.000 per anno di osservazione e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2011-2015

6,7

4,15

2,7 3,1

0

2

4

6

8

10

12

14

Raven

naFo

rlì

Cesena

Rimini

Romag

na

2011 2012 2013 2014 2015

Nell’ultimo anno, il tasso di prevalenza della Romagna (38,0), registra una lieve contrazione, che trova riscontro nei 4 territori. Ravenna registra la prevalenza più alta, mentre Forlì quella più bassa (Fig.4).

Nel 2015 aumenta sensibilmente il tasso di incidenza dell’area romagnola (che passa dal 3,7 al 5,0), ma diminuisce nei singoli territori, ad eccezione di Cesena che si attesta sullo stesso valore dell’anno precedente (Fig. 5).

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

15

In relazione al consumo di sostanze psicoattive nella popolazione generale, dalla “Relazione europea sulla droga”4 si evince che attualmente il consumo di droga in Europa interessa una serie di sostanze più ampia che in passato. Fra i consumatori di stupefacenti è diffusa la poliassunzione e i modelli individuali di consumo vanno da quello sperimentale e occasionale a quello abituale, fino alla dipendenza. In generale, il consumo di stupefacenti è solitamente maggiore tra i maschi, e questa differenza è in genere accentuata per i modelli di consumo più assiduo e regolare. I vari modelli di consumo sono associati a diversi livelli di rischio e danno: un consumo più frequente, dosi elevate, l’uso simultaneo di diverse sostante e l’assunzione per via parenterale sono tutti associati a gravi rischi per la salute. In merito alle sostanze, la prevalenza del consumo di cannabis è circa cinque volte superiore a quella di altre sostanze. La cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato europeo delle sostanze illecite. Si stima che circa l’1,0% degli adulti europei faccia un uso quotidiano o quasi quotidiano di cannabis. Sebbene il consumo di eroina e altri oppiacei rimanga relativamente modesto, queste continuano ad essere le droghe maggiormente associate alla morbilità, alla mortalità e al costo del trattamento. L’eroina è l’oppiaceo illegale più consumato in Europa, ma si sta diffondendo anche l’uso di oppiacei sintetici. La cocaina è lo stimolante illecito più consumato in Europa. Tendenze in atto nel mercato europeo della droga: - cannabis e stimolanti in ascesa. L’MDMA si sta diffondendo sia presso i consumatori tradizionali di

stimolanti che presso una nuova generazione di giovani utenti, ed è spesso consumata insieme ad altre sostanze.

- La purezza o la potenza della maggior parte delle sostanze illecite sono elevate e in aumento. - Il mercato della droga è più complesso: oltre alle droghe tradizionali, i consumatori hanno a

disposizione nuove sostanze, inoltre vi sono segnali che i farmaci stanno acquistando maggiore importanza e i modelli di poliassunzione sono la norma tra coloro che hanno problemi di droga.

- L’offerta di droghe, attraverso fonti online, è in aumento. Una nuova e importante sfida per la politica in materia di droga è come rispondere al ruolo di Internet sia come fonte emergente per l’offerta di droga che come mezzo di comunicazione per l’attività di prevenzione, trattamento e riduzione del danno.

- Gli sforzi di interdizione sono messi a dura prova dal fatto che la produzione di cannabis, droghe sintetiche e persino alcuni oppiacei e nuove sostanze psicoattive ora avviene in Europa, vicino ai mercati dei consumatori.

In Italia, secondo la Relazione annuale al Parlamento 20155, l’analisi dei consumi di sostanze

stupefacenti negli ultimi 12 mesi, riferiti alla popolazione generale (15-64 anni), mostra un aumento generale dei consumatori, in controtendenza rispetto agli ultimi anni, soprattutto per la cannabis (hashish o marijuana) e per le sostanze stimolanti (ecstasy e/o amfetamine/metamfetamine). L’Indagine IPSAD 2013-20146 stima che circa il 10,0% degli italiani, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, abbia assunto nell’ultimo anno almeno una sostanza illegale.

La cannabis è la sostanza maggiormente utilizzata dalla popolazione generale negli ultimi dodici mesi, ovvero dal 9,2% dei 15-64enni, che corrisponde a più di 3 milioni e mezzo di italiani di pari età.

La cocaina è, dopo la cannabis, la sostanza illecita più diffusa. Si stima che poco più di 430mila italiani ne abbiano fatto uso nell’ultimo anno (1,1%). Rispetto alle precedenti rilevazioni il consumo recente (negli ultimi 12 mesi) di cocaina è in costante diminuzione, mentre quello corrente (negli ultimi 30 gg), pur evidenziando un andamento in lieve flessione, presenta valori tendenzialmente più stabili.

Il consumo di eroina, negli ultimi 12 mesi, ha riguardato lo 0,8% della popolazione generale, circa 320mila persone. Se il consumo recente (12 mesi) di eroina dal 2006 al 2011 ha fatto registrare un lieve costante aumento, quello corrente (30 gg) si mantiene stabile nel corso degli anni, con una lieve riduzione negli ultimi anni di indagine.

Il consumo recente (12 mesi) degli stimolanti si attesta allo 0,5%, coinvolgendo circa 180mila persone, 155mila delle quali hanno un’età compresa tra i 15 e i 34 anni (che corrisponde all’1,2% della

4 EMCDDA, Relazione europea sulla droga. Tendenze e sviluppo, Anno 2016 5 Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione Annuale al Parlamento 2015 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Dati relativi all’anno 2014. 6 Indagine IPSAD®-CNR 2013-2014, Italian Population Survey on Alcohol and Drugs condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

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popolazione di pari età). Sebbene si osservi una diminuzione nel 2011, le prevalenze aumentano nuovamente nel 2014.

In relazione ai comportamenti di consumo delle sostanze fra gli studenti italiani (15-19 anni),

secondo l’Indagine ESPAD 20147, contenuta nella Relazione annuale al Parlamento 2015, il 27% degli studenti italiani ha utilizzato almeno una sostanza illegale: di questi, l’85% ha fatto uso di una sola sostanza e circa il 15,0% possono essere considerati policonsumatori (hanno usato 2 o più sostanze illecite durante l’anno).

Tra tutte le sostanze illegali, la cannabis è la sostanza psicoattiva maggiormente utilizzata, mentre l’eroina è la meno diffusa, con cocaina, stimolanti ed allucinogeni che si pongono in posizione intermedia. Il genere maschile è più esposto al comportamento di consumo di tutte le sostanze. Inoltre, si stima che circa il 2,5% degli studenti di 15-19 anni abbia assunto almeno una volta nella vita sostanze psicoattive “sconosciute”, senza sapere di cosa si trattasse. In aumento l’uso di tranquillanti o sedativi, senza prescrizione medica e senza indicazione dei genitori, che è maggiormente diffuso nel genere femminile (2,8% femmine vs 1,3% maschi).

La Relazione al Parlamento8 stima che in Italia solo il 35,8% dei soggetti con bisogno di trattamento ha chiesto di essere preso in cura. Complessivamente i soggetti in trattamento nel 2014 presso i Servizi Dipendenze Patologiche sono stati 131.121, per il 30,2% si tratta di nuovi utenti. L’86% è di sesso maschile e l’età media è 38,5 anni. Le classi di età più numerose sono quelle comprese fra i 35-49 anni. Nel tempo si osserva un rilevante aumento percentuale dei soggetti con più di 39 anni. Nel 2014 il 68,4% degli utenti in trattamento usa, come sostanza primaria9, l’eroina, il 14,7% la cocaina e il 10,4% i cannabinoidi. Nel tempo la percentuale di eroinomani è costantemente diminuita (88,5% nel 1994, 68,4% nel 2014), mentre coloro che abusano di cocaina sono gradualmente aumentati (1,9% nel 1994, 14,7% nel 2014); il ricorso ai cannabinoidi sembra essersi stabilizzato nell’ultimo decennio intorno al valore del 10%.

Il quadro trova parziale riscontro nell’ultimo Rapporto della Regione Emilia Romagna10, che descrive l’eroina come sostanza d’abuso prevalente nell’utenza in trattamento (74,0%), seguita dalla cocaina (14,5%) e dalla cannabis (8,3%).

Nel 2015, nel territorio della Romagna il quadro sui consumi (Fig. 6) è sostanzialmente simile a quanto riscontrato a livello nazionale e regionale: eroina (66,2%), cocaina (16,9%) e cannabinoidi (11,7%). Nel tempo, relativamente alle principali sostanze si osserva una situazione sostanzialmente stabile, in lieve crescita le “altre sostanze”.

Per quanto riguarda l’uso secondario, nel 2015 le sostanze assunte più frequentemente sono la cocaina (10,9%), i cannabinoidi (7,9%) e l’alcol (6,2%).

Se aggreghiamo le sostanze per uso primario o secondario emerge che la percentuale di soggetti con un uso rischioso di oppiacei rimane sostanzialmente invariata (67,4%), mentre aumenta considerevolmente l’uso della cocaina (27,8%) e dei cannabinoidi (19,7%). La poliassunzione, compresa la combinazione con alcol, si conferma come modello dominante di consumo delle sostanze11.

Se analizziamo i soggetti distintamente per sostanza primaria, si osserva che tra coloro che assumono cannabinoidi, il 31,8% ricorre anche all’alcol o alla cocaina (27,3%) come sostanza secondaria. I soggetti che usano cocaina, come sostanza primaria, associano alcol (40,0%) o cannabinoidi (35,0%). Tra gli assuntori di eroina in via primaria, il 49,2% assume anche cocaina o cannabinoidi (30,2%)

7 Indagine ESPAD® – CNR 2014, European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). 8 Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero per la Cooperazione Internazione e l’Integrazione – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione Annuale al Parlamento 2014 sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia. Dati relativi all’anno 2013 e primo semestre 2014 – elaborazioni 2014. 9 La sostanza primaria è quella identificata dall’utente come maggiormente problematica e per la quale ha richiesto prevalentemente il trattamento. 10 Regione Emilia Romagna, Servizio Salute Mentale Dipendenze Patologiche e Salute nelle Carceri, Rapporto 2010 su consumo e dipendenze da sostanze in Emilia-Romagna. 11 Berolazzi A. (2008), Sociologia della droga. Un’introduzione, FrancoAngeli, Milano.

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Fig. 6 – Distribuzione percentuale dell’utenza area droghe e/o farmaci per sostanza d’abuso primaria. Azienda USL della Romagna 2011 –2015

0%

10%

20%

30%

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100%

2010 2011 2012 2013 2014 2015Eroina Cocaina Cannabinoidi Alt re sostanze

Se assumiamo come “valore medio” il dato dell’AUSL della Romagna, si può notare come esistano alcune peculiarità territoriali. L’utenza del Servizio DP di Ravenna, anche nell’ultimo anno, si caratterizza per una diversa distribuzione delle frequenze della sostanza primaria: presenta la quota più bassa di eroinomani (56,7%), quella più elevata di soggetti con dipendenza da cocaina (21,5%) o da cannabinoidi (17,6%). Nella sede di Cesena la prevalenza dei consumatori di eroina è più marcata (75,1%), mentre quella degli assuntori di cocaina è la più bassa (9,8%). Nella sede di Rimini la percentuale dei soggetti dipendenti da cannabinoidi è meno rilevante (7,2%%). Dall’analisi delle variabili socio-anagrafiche emerge che:

- 1 soggetto su 5 è femmina (18,2%) - di cittadinanza italiana (90,7%) e residente nel territorio romagnolo (91,6%) - l’età media è 38,6 anni - il 73,8% è celibe/nubile e il 14,3% è coniugato - il 61,7% ha conseguito la licenza media inferiore, il 10,7% la qualifica professionale e il

14,9% il diploma di scuola superiore, pochi i laureati (1,8%); il 6,2% non ha concluso il percorso di studi obbligatorio

- il 40,2% lavora stabilmente, mentre una percentuale rilevante, il 37,1%, non ha un’occupazione (disoccupato, cassa integrazione, in cerca di 1° occupazione).

- il 71,4% ha una dimora stabile. La metà dell’utenza tossicodipendente (49,0%) ha più di 39 anni. Il 39,2% ha un’età compresa fra i

25 e 39 anni, l’11,7% ha meno di 25 anni; da notare una quota di utenti pari al 3,8% che ha meno di 20 anni. Nel complesso, si osserva un complessivo invecchiamento dell’utenza, confermato dal lento e progressivo aumento dell’età media, che nell’ultimo anno passa da 38,1 a 38,6 anni12 e dalla classe d’età modale13 che corrisponde ai 40-49 anni (32,3%). Al crescere della fascia di età si osservano percentuali crescenti di utenti. Le femmine sono mediamente più giovani dei maschi (37,7 vs 38,8 anni). I nuovi utenti sono mediamente più giovani di quelli già in carico (31,8 vs 39,8 anni). Il progressivo invecchiamento dell’utenza, in linea col dato nazionale ed europeo, è da attribuirsi alla cronicizzazione della dipendenza, che si traduce nella crescente presenza di utenti stabilmente in carico ai servizi. Cattive condizioni di vita e di salute, il consumo di tabacco e alcol, il deterioramento del sistema immunitario legato all’età, fanno sì che questi consumatori siano esposti a una serie di problemi sanitari cronici, tra cui

12 Deviazione standard 10,7 anni, range 14-73. 13 Classe di età in cui si concentra la maggioranza degli utenti.

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si annoverano problemi cardiovascolari e polmonari. Gli effetti cumulativi della poliassunzione, dell’assunzione di droghe per via parenterale, delle infezioni, accelerano l’invecchiamento fisico di questi consumatori, determinando un impatto crescente sui Servizi di trattamento e di sostegno sociale. Questi utenti richiedono percorsi di cura protratti e caratterizzati da un’elevata intensità di cura.

Dal confronto fra le sedi emerge anche che:

- il servizio di Ravenna registra il maggior numero di nuovi utenti (17,7%) e di stranieri (10,9%) e in relazione alla sostanza primaria, la quota più bassa di consumatori di eroina e quella più elevata per cocaina e cannabinoidi.

- la sede di Forlì spicca per la presenza più elevata di femmine (22,2%) e di giovani al di sotto dei 25 anni.

- il territorio di Cesena si caratterizza per: maggior presenza di utenti residenti nel territorio di riferimento, minor presenza di stranieri (6,5%), utenza mediamente più giovane (Media=37,5), quota più elevata di soggetti con meno di 30 anni, percentuale più elevata di consumatori di eroina e più bassa di cocaina.

- l’utenza del servizio di Rimini ha un’età media più elevata (Media= 39,2 anni, range: 14-72 aa) e registra una quota minore di femmine e di consumatori di cannabinoidi.

Confrontando i nuovi utenti con quelli già in trattamento, emergono alcune peculiarità della nuova utenza:

- maggior presenza di maschi (85,6% vs 81,1%), di stranieri (22,3% vs 6,9%), di residenti fuori Regione (10,4% vs 3,1%)

- l’età media è significativamente inferiore (31,9aa14 vs 39,8aa). Il 30,9% ha meno di 25 anni , ma 1 nuovo utente su 4 è ultra quarantenne (26,3%)

- livello di istruzione più elevato: i soggetti con titolo di studio superiore alla formazione obbligatoria sono il 31,0% a fronte del 26,8% degli utenti già in carico.

- minor presenza di soggetti con occupazione regolare (28,8% vs 42,3%) e percentuale più elevata di studenti (10% vs 4%)

- distribuzione percentuale per sostanza primaria d’abuso più diversificata: cocaina (31,2% vs 14,6%), cannabinoidi (30,5% vs 8,6%), eroina (30,1% vs 73,1%).

1.4 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza in carico per alcol

La dipendenza da alcol è una malattia cronica che si sviluppa quando l'alcol è assunto in grandi quantità per un lungo periodo. L'OMS definisce l'alcolismo come: "Uno stato psichico e generalmente anche fisico caratterizzato dalla compulsione ad assumere alcol in modo continuo o periodico allo scopo di provare i suoi effetti psichici ed evitare il disagio della sua assenza." L’uso dannoso di alcol è “uno dei principali fattori di rischio per la salute dell’uomo. Esso, infatti, risulta essere la principale origine di cirrosi epatica, la terza causa di mortalità prematura in Europa e la causa di 60 malattie e condizioni patologiche, incluso il cancro”15. Oltre agli effetti sulla salute, il consumo e la dipendenza da alcol sono associati a molteplici conseguenze negative a livello sociale (incidenti, crimini e violenza, perdita di produttività e compromissione della vita familiare). Inoltre il consumo e la dipendenza da alcol hanno un forte impatto economico.

Il “Global status report on alcohol and health 2014” ovvero “Rapporto Globale su alcol e salute 2014" dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fornisce un profilo nazionale sul consumo di alcol in 194 Stati membri della OMS, sull'impatto sulla salute pubblica e suggerisce le scelte politiche che devono essere perseguite. La Regione Europea risulta essere l'area del mondo con i più alti livelli di consumo di alcol e di danni alcol correlati. L’Italia, inizialmente collocata tra i Paesi con il consumo medio pro capite più elevato, nel 2010 e per il terzo anno consecutivo, è quello con il valore più basso tra tutti i 28 Paesi considerati dell’UE con 6,1 litri, valore ormai vicino a quello raccomandato dall’O.M.S. ai Paesi della

14 Range 14-73; mediana 30. 15 Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia. Valutazione dell’Osservatorio Nazionale Alcol-CNESPS sull’impatto dell’uso e abuso di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rapporto 2014.

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Regione europea per l’anno 2015 (6 litri l’anno per la popolazione al di sopra dei 15 anni e 0 litri per quella di età inferiore).

In Italia16, nell’ultimo decennio si è andato progressivamente affermando il consumo di alcol occasionale e al di fuori dei pasti, mentre risulta meno diffuso, pur persistendo nella popolazione adulta e anziana, il modello tradizionale di consumo basato sull’assunzione di vino durante i pasti. Il fenomeno del binge drinking , che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo, soprattutto nella popolazione più giovane, costituisce un serio problema di sanità pubblica ed è da diversi anni all’attenzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità e dell’Unione Europea oltre che degli ambienti scientifici.

Secondo i dati ISTAT, nel corso del 2014 ha consumato almeno una bevanda alcolica il 63% degli italiani di 11 anni e più (pari a 34 milioni e 319 mila persone). Il 22,1% dei consumatori (12 milioni circa di persone) beve quotidianamente (33,8% tra i maschi e 11,1% tra le femmine). Il consumo fuori pasto è soprattutto diffuso tra i giovani (18-24 anni) e i giovani adulti (25-44), che lo adottano spesso nell’ambito di occasioni e contesti legati al divertimento e alla socializzazione. Continua in modo preoccupante la crescita negli ultimi dieci anni del consumo fuori pasto tra le femmine che sono passate dal 14,9% del 2005 al 16,5% del 2014. Desta particolare allarme il fenomeno del binge drinking, con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche dell’intera società. Nel 2014, il 10,0% degli uomini e il 2,5% delle donne di età superiore a 11 anni hanno dichiarato di aver consumato 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione almeno una volta negli ultimi 12 mesi che corrispondono ad oltre 3.300.000 persone di età superiore a 11 anni. Al fine di prevenire nella popolazione italiana l’esposizione a rischi per la salute del singolo bevitore e per la sicurezza sociale, soprattutto in relazione agli incidenti stradali, agli incidenti sul lavoro e alle violenze di vario genere, è molto importante monitorare attentamente i comportamenti di consumo a rischio e quindi individuare appropriati interventi di Sanità Pubblica.

Dai dati nazionali, si evince la necessità di mantenere alta l’attenzione soprattutto per i modelli di consumo di alcol più rischiosi per la salute (consumo abituale eccedentario e binge drinking) e in particolare per gruppi specifici di popolazione più a rischio (giovani e anziani). Il consumo alcolico dei giovani deve essere monitorato con particolare attenzione in quanto può comportare non solo conseguenze patologiche molto gravi quali l’intossicazione acuta alcolica e l’alcoldipendenza, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale, influenzando negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo, peggiorando le performances scolastiche, favorendo aggressività e violenza. Nella fascia di popolazione giovanile si sta assistendo sempre più al cambiamento del consumo alcolico femminile che tende alla omologazione con i maschi nella assunzione di comportamenti a rischio. La popolazione più anziana deve essere aiutata a superare le difficoltà soprattutto culturali che ostacolano l’adeguata percezione dei rischi correlati al consumo alcolico più tradizionale, ricevendo istruzioni chiare e sicure sui limiti da rispettare per un consumo realmente moderato, in relazione all’età, al genere e alle patologie più frequenti ed ai farmaci assunti.

La stima puntuale del numero di alcol dipendenti presenti nel nostro Paese ha finora presentato difficoltà di vario tipo e non esistono ancora dati ufficiali in merito. L’alcoldipendenza è a tutt’oggi un ambito che continua a necessitare di grande attenzione per le implicazioni sanitarie e sociali che ne derivano 1.4.1 Consumo dannoso e alcoldipendenza

L’analisi di seguito presentata è riferita all’utenza in trattamento terapeutico presso i Servizi

presenti sul territorio dell’Azienda Usl della Romagna e rappresenta una quota parziale di coloro che necessiterebbero di un percorso di cura specifico. L’alcol è una sostanza del tutto legale e socialmente accettata, che grazie alla sua facile reperibilità e alla sua accessibilità economica, può costituire anche una straordinaria sostanza sostitutiva ad altri stupefacenti.

16 Ministero della Salute, Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della legge 30.3.2001 n. 125 - “legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati”, anno 2015.

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Fig. 7 – Utenti alcoldipendenti in carico per anno di osservazione e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2011-2015 (valori assoluti)

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

La rete di offerta di servizi si confronta con una domanda espressa – cioè una richiesta di intervento

di aiuto, a prescindere da valutazioni epidemiologiche su incidenza e prevalenza del fenomeno – in espansione fino al 2010 e con andamento discontinuo dal 2013 (Fig. 7). Nel 2015 nel territorio dell’AUSL della Romagna i soggetti in trattamento per problemi alcolcorrelati sono stati 1.432, pari al 29,1% dell’utenza complessiva; un numero in aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente, ma stabile nel medio periodo (anno 2010).

Analizzando il dato per sede si osserva che, nell’ultimo anno, Rimini e Cesena registrano un aumento più marcato (rispettivamente 8,0% e 7,9%). Rispetto al 2010, si osserva una certa variabilità fra le sedi: Rimini e Forlì in calo, in crescita Ravenna e Cesena.

Tab. 7 – Numero di utenti dipendenti da sostanze alcoliche (nuovi e già in carico) per anno di osservazione e territorio di riferimento. AUSL della Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Ravenna 575 504 600 625 590 610 3,4 6,1 Forlì 179 150 132 173 173 171 -1,2 -4,5 Cesena 237 225 217 226 227 245 7,9 3,4 Rimini 464 452 406 425 376 406 8,0 -12,5 AUSL Romagna 1.455 1.331 1.355 1.449 1.366 1.432 4,8 -1,6 Tab. 8 – Numero di nuovi utenti dipendenti da sostanze alcoliche per anno di osservazione e AUSL di riferimento. Area Vasta Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Ravenna 98 99 135 137 97 124 27,8 26,5 Forlì 28 39 40 57 51 41 -19,6 46,4 Cesena 64 50 63 49 48 61 27,1 -4,7 Rimini 135 128 91 113 84 93 10,7 -31,1 AUSL Romagna 325 316 329 356 280 319 13,9 -1,8

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In relazione ai nuovi alcolisti in trattamento, si osserva un aumento nell’ultimo anno e una stabilizzazione nel periodo. Appare evidente una certa variabilità fra le sedi: Ravenna, in aumento nel breve (27,8%) e nel medio periodo (26,5%); Cesena e Rimini in aumento nell’ultimo anno (rispettivamente 27,8% e 27,1%), ma in calo rispetto al 2010 (-4,7% e -31,1%); Forlì, in diminuzione nell’ultimo anno (-19,6%), ma in netta crescita rispetto all’anno base 2010 (46,4%).

Fig. 8 – Prevalenza-rapporto tra utenza in trattamento per alcoldipendenza/popolazione 15-64aa *10.000 per anno di osservazione e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2011-2015

24,9

14,7

18,3 18,820,2

0

5

10

15

20

25

30

Ravenn

aFo

rlì

Cesena

Rimin

i

Romagna

2011 2012 2013 2014 2015

Fig. 9 – Incidenza-rapporto tra nuova utenza in trattamento per alcodipendenza/popolazione 15-64aa *10.000 per anno di osservazione e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2011-2015

5,1

3,5

4,64,3 4,5

0

1

2

3

4

5

6

Raven

naForlì

Cesena

Rimin

i

Romagna

2011 2012 2013 2014 2015

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

22

Anche il dato sulla prevalenza denota una certa variabilità territoriale, mentre quello sull’incidenza appare abbastanza omogeneo in tutta l’area dell’Azienda USL della Romagna.

L’analisi della prevalenza (Fig.8) mostra un aumento in tutti i territori dell’Azienda USL della Romagna, che complessivamente passa da 17,2 nel 2011 a 20,2 nel 2015. Come negli ultimi anni, i valori più alti si registrano a Ravenna e a Rimini, il più basso a Forlì.

Per quanto riguarda l’incidenza (Fig.9), nell’ultimo anno, il dato riferito alla Romagna aumenta, passando da 3,7 a 4,5. L’incremento si osserva in tutte le sedi eccetto Forlì, il cui valore è stabile. Alcune caratteristiche dell’utenza alcol dipendente in trattamento, nell’AUSL della Romagna, per problematiche alcol correlate: - il 33,4% è di sesso femminile. Nella sede di Ravenna le femmine raggiungono il 35,6%. - il rapporto conosciuti/nuovi è pari a 3,5 utenti conosciuti per 1 nuovo utente. I nuovi utenti

rappresentano il 22,3% dei soggetti con dipendenza da alcol. Nelle sedi di Cesena (24,9%) e Forlì (24,0%) si osserva la percentuale più elevata.

- il 14,2% è straniero; a Rimini la percentuale più bassa (10,8%) e a Forlì quella più alta (18,7%). Il 95,2% dell’utenza risiede nel territorio della Romagna; per la sede di Forlì si osserva la quota più bassa di utenti che risiedono nel territorio di riferimento del Servizio (87,7%).

- la maggioranza degli utenti è celibe/nubile (41,6%) o coniugato (30,8%); nell’ 83,8% dei casi ha una dimora stabile; vive solo (24,4%) o con partner e figli (22,1%); ha terminato il percorso di studi obbligatorio (45,1%), mentre il 41,5% ha un titolo di studio medio alto.

- il 39,8% svolge un’attività lavorativa stabile, mentre circa 1/3 (32,0%) risulta “non occupato” (disoccupato, cassa integrazione, in cerca di prima occupazione).

- la classe di età modale è 40-49 anni (33,0%), sia per l’utenza totale che per le due categorie dei nuovi e vecchi utenti. Il 78,2% è ultra quarantenne. Alcune differenze fra i territori: per la sede di Cesena si osserva la percentuale più alta di utenti al di sotto dei 40 anni (25,7%), 1 su 4 utenti. I soggetti del territorio di Rimini si concentrano maggiormente nella fascia 50-59 anni (34,2%), mentre Ravenna ha la percentuale più elevata di ultra sessantenni (17,5%).

- l’età media è 48,2 (range 16-79 aa), pressoché stabile rispetto all’anno precedente (48,5aa). L’utenza di Cesena è lievemente più giovane (46,9 aa). Come atteso, i nuovi utenti sono mediamente più giovani: 44,6 anni. L’utenza femminile è relativamente più anziana (49,3aa vs 47,7aa). La differenza di età fra femmine e maschi è più accentuata fra i nuovi utenti (47,2aa vs 43,3aa).

- la bevanda di uso prevalente (Fig.10) è rappresentata principalmente dal vino (62,4%), seguito dalla birra (23,6%), dai superalcolici (8,5%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (3,6%). Sebbene tale distribuzione degli utenti per tipo di bevanda alcolica di uso prevalente si osservi in tutti i territori della Romagna, si rilevano alcune differenze: nella sede di Forlì le frequenze sono maggiormente distribuite fra le bevande, il Servizio di Cesena presenta una maggiore propensione verso la birra (38,5%), quello di Rimini la quota più elevata di utenti che assumo vino (68,8%). Il profilo del consumo per genere evidenzia differenze. In relazione alla bevanda d’abuso prevalente, l’utenza maschile è più diversificata, quella femminile si “orienta” prevalentemente sul vino (70,1% nelle femmine vs 59,4% nei maschi) e meno su tutte le altre bevande.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

23

Fig. 10 – Distribuzione percentuale degli utenti alcoldipendenti suddivisi per bevanda d’uso prevalente. Azienda USL della Romagna 2010-2015

8,5

3,6

62,4

23,6

0,80

10

20

30

40

50

60

70

Superalcolici Amari, digest ivi, ecc Vino Birra Altro

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Dal confronto territoriale emerge una certa specificità dell’utenza dei singoli Servizi:

- Ravenna: maggiore presenza di femmine, di ultra sessantenni, di consumatori di superalcolici. - Forlì: maggiore presenza di stranieri e quota più bassa di utenti residenti; in relazione alla bevanda

prevalente, i soggetti si distribuiscono in modo più omogeneo. - Cesena: quota più elevata di nuovi utenti, età media più bassa e maggior presenza di utenti con meno

di 40 anni; percentuale più alta di consumo prevalente di birra e più bassa per le altre bevande. - Rimini: minor presenza di utenti stranieri, la classe di età prevalente è 50-59 anni, il consumo

prevalente di vino è più accentuato. - in sintesi, sebbene la distribuzione degli utenti per tipo di bevanda alcolica di uso prevalente sia simile

in tutti i territori della Romagna, le singole sedi si caratterizzano per una maggior propensione verso una bevanda: vino (Rimini 68,8%), birra (Cesena 38,5%), superalcolici (Ravenna 11,1%) e aperitivi, amari e digestivi (Forlì 5,3%%).

Queste specificità sono probabilmente un indizio di come ci sia una certa variabilità nella fenomenologia del consumo nell’ambito del territorio romagnolo. Se accettiamo l’ipotesi che l’utenza sia la parte emersa del fenomeno, e che non ci siano particolari meccanismi selettivi di un servizio rispetto ad un altro, questo dato può suggerire la necessità di individuare strategie di intervento che tengano conto delle specificità territoriali. 1.5 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza in carico per nicotina

L'uso del tabacco è una delle principali cause prevenibili di morte17, uccide quasi 6 milioni di persone

ogni anno, di cui oltre 600.000 sono persone esposte a fumo passivo, ucciderà fino a 8 milioni di persone entro il 2030, di cui oltre l'80% di paesi a basso e medio reddito. In Italia ogni anno muoiono circa 90.000 persone a causa del tabacco: sono attribuite al fumo il 90% delle morti per tumore al polmone, i 2/3 di quelle per broncopneumopatia cronica e 1/4 di quelle per malattie vascolari. Anche l'esposizione al fumo passivo di sigaretta costituisce un importante fattore di rischio per le stesse malattie.

I fumatori in Italia18 sono 10,9 milioni, il 20,8% della popolazione: 6,3 milioni di uomini (il 25,1%) e 4,6

milioni di donne (16,9%). Gli ex fumatori sono 6,3 milioni (il 12,1%) 4,0 milioni di uomini e 2,3 milioni di donne. Si osserva quest’anno un lieve decremento della prevalenza di fumatori di entrambi i sessi: gli uomini passano dal 25,4% del 2014 al 25,1% del 2015, le donne dal 18,9% del 2014 al 16,9% del 2015. L’analisi della prevalenza del fumo di sigarette tra gli uomini e le donne di varie età mostra che la percentuale di

17 www.regione.emilia-romagna.it 18Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS, “Rapporto sul fumo 2015”.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

24

fumatori è ancora superiore a quella delle fumatrici in tutte le fasce di età. Nella fascia di età compresa tra i 25 e 44 anni si registra la prevalenza maggiore di fumatori di entrambi i sessi (22,4% delle donne e 30,7% degli uomini). Il consumo medio di sigarette al giorno si conferma intorno alle 13 sigarette. Oltre il 75% di fumatori consuma più di 10 sigarette al giorno: tale valore è in lieve aumento rispetto al 2014. Soltanto il 16,7% dei fumatori consuma fino a 9 sigarette al giorno. Si inizia a fumare mediamente a 17,9 anni con un gap tra uomini e donne di circa due anni (17,0 anni gli uomini, 19,1 le donne). Circa il 73,0% dei fumatori ha iniziato a fumare tra i 15 e i 20 anni e il 12,9% anche prima dei 15 anni. La motivazione principale all’iniziazione al fumo di sigaretta rimane, costantemente nel tempo, l’influenza dei pari. Si smette di fumare mediamente a 42,4 anni in entrambi i sessi e principalmente per motivi di salute, ma anche per motivi economici (gli uomini) o a seguito di una gravidanza (le donne). Rispetto alla tipologia di prodotti del tabacco acquistati si osserva quest’anno una conferma della percentuale di fumatori che scelgono le sigarette fatte a mano (17,0% contro il 18,0 del 2014 ed il 9,6% del 2013). I principali consumatori sono i giovani maschi (fino a 25 anni).

In tutti i territori dell’azienda Romagna il Centro per la prevenzione e la cura del tabagismo è all’interno

delle UUOO Dipendenze Patologiche, eccezione per Ravenna che invece ha il Centro all’interno del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica. Pertanto, in questo report, sono analizzati solamente i dati dei Centri presenti all’interno dei servizi per le Dipendenze Patologiche.

Dall’analisi delle singole realtà si può notare che Ravenna negli ultimi tre anni non ha utenza tabagista in carico, questo è dovuto al passaggio di competenze di tale patologia al Dipartimento di Cure Primarie dove sono attivi i CAF (Centri Antifumo).

I cittadini che nel 2015 si sono rivolti ai Servizi pubblici per le dipendenze dell’Azienda USL della

Romagna sono stati 256 che corrispondono al 5,2% dell’utenza totale in carico ai Servizi Dipendenze Patologiche. Di questi 256, il 39,8% si è rivolto al Centro di Rimini, questo è probabilmente dovuto al fatto che, già da tempo, è nato e si è sviluppato uno specifico Centro che prevede percorsi differenziati ed equipe terapeutiche specifiche per tale tipologia di utenza, il 33,2% a Cesena e il 27,0% a Forlì.

L’analisi temporale rileva un aumento rispetto al 2010 in tutti i territori. Forlì e Rimini registrano una sostanziale stabilità dell’utenza, Cesena registra un notevole incremento rispetto all’anno precedente.

Fig. 11 – Utenti tabagisti in carico per anno di osservazione e territorio di riferimento, Azienda USL

della Romagna 2010-2015 (valori assoluti)

0

50

100

150

200

250

300

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Forlì Cesena

Rimini Romagna

Nel tempo la percentuale dei nuovi utenti è progressivamente aumentata, passando dal 53,0% (2012) al 58,2% del 2015.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

25

Fig. 12 – Utenti tabagisti nuovi e già conosciuti per territorio di riferimento, Azienda USL della Romagna 2014 (valori percentuali)

49.3

75.3

50.058.2

50.7

24.7

50.041.8

0

20

40

60

80

100

Forlì Cesena Rimini Romagna

Nuovi Già conosciuti

Profilo dell’utenza tabagista in carico:

- rapporto vecchi/nuovi, è 0,7 stabile nel confronto con il 2014 (0,8) e in diminuzione rispetto al 2012 (1,1),

- età, l’età media è 53,7 anni, senza differenza di genere. L’11,7% ha meno di 40 anni, un soggetto su due ha fra i 40 e i 60 anni e il 34,8% è over 60,

- genere, le donne rappresentano il 55,5% dell’utenza totale, in aumento rispetto al 2009 (48,2%), e stabile rispetto al 2014 (56,6%),

- residenza, in linea con il dato dell’anno precedente, anche per il 2015 la quasi totalità degli utenti sono residenti nel territorio romagnolo (97,2%),

- cittadinanza, i soggetti non italiani non accedono ai servizi per la cura della dipendenza da nicotina, nel 2015 sono 3,

- stato civile, 1 utente su 4 è celibe/nubile, 1 su 2 è coniugato/a, il restante è divorziato/a, separato/a o vedovo/a,

- studio, il 51,9% ha un titolo di studio medio-alto, - lavoro, il 41,4% è occupato regolarmente, uno su quattro ha la pensione di anzianità, il 14,1% è

disoccupato, il 6,3% ha la pensione di invalidità, il 5,8% fa lavori precari o stagionali, il 4,3% è casalinga e pochissimi sono gli studenti.

1.6 I comportamenti d’abuso: profilo dell’utenza in carico per gamblers

Il gioco d’azzardo, anche nel nostro Paese, ha assunto dimensioni rilevanti, seppur non ancora ben definite, e una forte spinta commerciale percepibile dalle innumerevoli pubblicità che sempre più sono presenti sui media.

Il gioco d’azzardo porta con sé un rischio che, in particolari gruppi di persone ad alta vulnerabilità, può sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale (GAP). Questa condizione è ormai riconosciuta come un disturbo compulsivo complesso, che può comportare gravi disagi per la persona, derivanti dall’incontrollabilità del proprio comportamento e contemporaneamente la possibilità di generare gravi problemi sociali e finanziari; infatti, dal punto di vista sociale, i soggetti con GAP presentano un elevato rischio di compromissione finanziaria personale con evidenti ripercussioni in ambito familiare e lavorativo fino ad arrivare a gravi indebitamenti e richieste di prestiti usuranti.

Va ricordato che il gioco d’azzardo di per sé è fonte di legittimo piacere e quindi non può essere proibito tout court anche perché appartiene alla cultura popolare e delle società. Tuttavia è necessario prendere in considerazione l’esigenza di introdurre forme di regolamentazione e di tutela della salute e dell’integrità sociale più stringenti.19

19 Gambling Manuale per i Dipartimenti delle Dipendenze 2013 Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Politiche Antidroga

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

26

Infatti, come indicato nel “Piano nazionale per la prevenzione 2014 – 2018”20, recepito nel “Piano regionale per la prevenzione”, le strategie da attuare nel caso del GAP riguardano:

� interventi universali di tipo socio ambientale, quali la riduzione o eliminazione della pubblicità sui diversi “media” e allontanamento fisico dei luoghi del gioco da tutti gli spazi di aggregazione giovanile e dalle scuole (che possono richiedere azioni centrali e/o locali), � interventi individuali di prevenzione universale, quali percorsi scolastici di potenziamento delle abilità personali (life skills), riconoscimento delle reali probabilità di vincere e media education, al fine di sviluppare abilità di resistenza alla pressione dei media. La dimensione del fenomeno in Italia è difficilmente stimabile in quanto, ad oggi, non esistono studi

accreditati, esaustivi e validamente rappresentativi del fenomeno. I dati epidemiologici disponibili in Italia non si discostano molto da quelli internazionali. Per l’anno 2015 nella relazione al Parlamento non sono stati presentati aggiornamenti rispetto all’anno

precedente. Dallo studio Espad Italia 201421 emerge che la percentuale di studenti di 15-19 anni che giocano

d’azzardo è passata da 47,0% del 2009-2011 al 39,0% del 2014 e si è anche ridotta la quota di studenti-giocatori con un profilo definito a rischio o problematico22. In termini numerici, sono stati oltre 900mila gli studenti che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nello scorso anno, mentre erano circa 1,1 milioni negli anni tra il 2009 ed il 2011. I giovani giocatori a rischio o problematici (sulla base del test Sogs-Ra23) sono poco più di 170mila, il 7,0% di tutti gli studenti (il 4,0% a rischio e il 3,0% problematici), mentre fino al 2011 rappresentavano l’11,0% (rispettivamente il 7,0 e 4,0%).

In sostanza diminuisce il numero di studenti che giocano, merito da attribuire in parte agli interventi di educazione al gioco e prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti dalle scuole superiori. Gli istituti scolastici che hanno attuato interventi su questo specifico tema sono infatti aumentati dal 4,0% del 2008 all’8,0% nel 2011 e al 16,0% nel 2014. Ancora più importante è come all’aumentare della prevenzione corrisponda una diminuzione dei giocatori problematici e soprattutto a rischio.

Secondo lo studio sono più attratti dal gioco i maschi che le coetanee (49,0% vs 30,0%), con prevalenze che crescono in corrispondenza dell’età: scommettono soldi soprattutto i maggiorenni (43,0% tra i 18enni e 46,0% tra i 19enni), anche se ha giocato d’azzardo quasi un terzo dei 15enni, nonostante la legge italiana lo vieti ai minorenni.

Tra i giochi più diffusi in testa si collocano i ‘gratta e vinci’ (71,0%), in diminuzione rispetto al 2012 quando a preferirli era il 77,0%. Come ricorda Sabrina Molinaro (dell’Ifc-Cnr, responsabile dello studio) attualmente sono ben 60 le tipologie, diversificate per prezzo e tipo di vincita, disponibili nei posti più comuni e frequentati anche dai ragazzi, come i bar, gli autogrill, i supermercati o i distributori automatici installati presso i centri commerciali. In ordine di preferenza seguono scommesse sportive (49,0%), bingo e tombola (33,0%) e totocalcio (28,0%). Infine non mancano coloro che giocano a carte (24,0%) e al video poker e slot (14,0%).

Circa tre quarti dei giovani ha speso non più di 10 euro nel mese antecedente lo svolgimento dello studio, mentre il 18 ha speso tra gli 11 e i 50 euro e 8,0% oltre 50 euro.

Per quanto riguarda i luoghi, vanno per la maggiore bar/tabaccherie (44,0%), sale scommesse (29,0%): il 41% di tutti gli studenti italiani abita a meno di 5 minuti a piedi da un luogo dove è possibile giocare, così come il 37,0% frequenta una scuola altrettanto prossima. Ma ben il 35,0% gioca d’azzardo in casa propria o

20 Piano nazionale per la prevenzione per gli anni 2014 – 2018 Presidenza del Consiglio dei Ministri 21 ESPAD-Italia 2014 (European Popolation Survey on Alcohol and other Drugs) realizzato dal reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr). Lo studio che si ripete a cadenza annuale è stato realizzato su un campione rappresentativo di studenti delle scuole superiori (15-19 anni). 22 I giocatori d’azzardo problematici sono quei soggetti che pur non essendo ancora arrivati alla vera e propria patologia, hanno già cominciato a separarsi da un atteggiamento prudente nei confronti del gioco. 23 Questionario South Oaks Gambling Screen – Revised for Adolescents (SOGSRA). Tale strumento consente di individuare i giocatori d’azzardo sociali (considerano il gioco come una buona occasione per socializzare e condivide con altri divertimento, fantasie e aspettative non sproporzionate, tenendo distinti i comportamenti di rischio dai valori della vita), i giocatori d’azzardo problematici (pur non essendo ancora arrivati alla vera e propria patologia, hanno già cominciato a separarsi da un atteggiamento prudente nei confronti del gioco) ed i giocatori d’azzardo patologici (hanno sostituito alla dimensione magica e ludica una dimensione di dipendenza dove i pensieri, le priorità e i valori confluiscono e si fondono nella ripetizione compulsiva della giocata).

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

27

di amici e il 17,0% on-line: dato in crescita; infatti nel 2013 erano il 9,0%. Quest’ultima modalità è sicuramente più a rischio in quanto non vi è controllo da parte dei genitori, né vincoli di orario, di spazio e di tempo.

Giocatori problematici: Preferiscono le scommesse sportive (83,0%), il totocalcio (54,0%) e in generale scommettere su eventi (50,0%). Infatti sono proprio i giochi a vincita immediata i preferiti dai giocatori problematici. Inoltre preferiscono frequentare sale scommesse (51,0%), sale giochi (30,0%), bingo (13,0%) e casinò (48,0%) e ben il 53,0% gioca on-line. Infine per quanto riguarda la spesa sostenuta, 1 su 4 spende più di 50 euro, cifra importante considerata sia l’età sia la condizione di studente.

Il fenomeno crescente del GAP è sicuramente da mettere in relazione con l’aumento dell’offerta di giochi e la relativa pressione pubblicitaria negli ultimi 5 anni. Alcuni studi hanno potuto mostrare anche la forte correlazione del GAP con l’uso di sostanze stupefacenti, alcol e tabacco, dimostrando come le persone vulnerabili al gioco abbiano anche una base neuro-psico-biologia comune che li porta a sviluppare dipendenze anche verso le sostanze stupefacenti e alcoliche e viceversa24.

Questa osservazione riveste anche aspetti pratici di programmazione di orientamento dei Servizi facendo riflettere sulla necessità di impostare i Dipartimenti delle dipendenze verso risposte multiple e integrate per le varie dipendenze che, sempre più spesso, le persone che ad essi si rivolgono, presentano. La specializzazione quindi verso la cura delle dipendenze nel loro complesso o meglio ancora verso la persona vulnerabile alle dipendenze e non verso la “sostanza stupefacente”, è la scelta giusta che dovrebbe far orientare sia l’organizzazione dell’offerta socio-sanitaria che i processi assistenziali in essa utilizzati (diagnostici, terapeutici e riabilitativi).

1.6.1 Gli utenti giocatori in trattamento presso i Servizi per le dipendenze

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce il gioco d’azzardo patologico come una forma morbosa chiaramente identificata, che in assenza di misure idonee d’informazione e prevenzione, può rappresentare un’autentica malattia sociale.

Il GAP è comunque una patologia prevenibile, curabile e guaribile che necessita di diagnosi precoce, cure specialistiche e supporti psicologici e sociali.

Il gioco d’azzardo può essere progressivo ed è caratterizzato da tre stadi: gioco d’azzardo informale e ricreativo, gioco d’azzardo problematico, gioco d’azzardo patologico.

Il primo è un comportamento fisiologico che necessita tuttavia di una consapevolezza dei suoi potenziali rischi. In genere è saltuario, a scopo socializzante o competitivo con costi contenuti; il secondo è un comportamento volontario a rischio per la salute mentale fisica e sociale del soggetto che necessita di diagnosi precoce e intervento; il terzo è una malattia neuropsicobiologica con conseguenze sanitarie e sociali che necessita di diagnosi, cura e riabilitazione.

Fino alla definitiva introduzione nei LEA25 delle prestazioni relative al GAP, le Aziende sanitarie promuovono interventi multiprofessionali nei confronti di persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo patologico e patologie correlate26. Pertanto i numeri di pazienti presi in carico sono ancora esigui.

I soggetti in trattamento per gioco patologico nel 2015 sono stati 156 di cui il 79,5% maschi e il 20,5% femmine. Gli utenti gamblers sono progressivamente aumentati, passando da 85 nel 2010 a 156 nel 2015 (Fig.13). Essendo tale dato piuttosto esiguo in termini assoluti non sono state fatte considerazioni sulle differenze locali, ma è stata presa in esame solo la situazione complessiva dell’Azienda USL della Romagna.

24 Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, Relazione Annuale al Parlamento 2015 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. 25 Bozza Dpcm LEA 2015 26 Emilia Romagna - L. R. 04 n. 5 del 4 luglio 2013 “Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate”.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

28

Fig. 13 – Utenti gamblers in carico per anno di osservazione e territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2010-2015 (valori assoluti)

4231

4439

156

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

2010 2011 2012 2013 2014 2015

La fig. 14 mette in evidenza la quota rilevante di nuova utenza che costituisce la metà circa del totale

dei gamblers in trattamento (46,8%). Fig. 14 Utenti gamblers nuovi e già conosciuti per territorio di riferimento. Azienda USL della Romagna 2015 (valori percentuali)

35,745,2 41

66,7

46,8

64,354,8 59

33,3

53,2

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

Nuovi Già conosciuti

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Profilo dell’utenza gamblers in carico: - rapporto vecchi/nuovi, 1,1 stabile rispetto all’anno precedente (1,2), - età, il 9,6% ha meno di 30 anni, l’età media è di 47,1 anni. La classe di età più rappresentata è 40-49

(28,8%), - genere, dal 2010 al 2015 le donne che richiedono un trattamento per ludopatia sono aumentate,

passando dal 15,6% al 20,5%, - residenza, il 94,9% degli utenti risiede nel territorio romagnolo, - cittadinanza, gli stranieri sono l’8,3% in calo rispetto al 2014 (9,8%).

Al primo posto tra i giochi d’azzardo più diffusi si trovano le new slot (48,7%) seguite dalle video

lottery (10,5%) e dai gratta & vinci ( 9,9%). Bar e sale giochi sono i luoghi maggiormente frequentati (rispettivamente 53,9% e 33,9%). Aumenta la percentuale di soggetti che gioca 1 o più volte a settimana (34,4% nel 1015 vs 26,8% nel

2014). Notevole anche la percentuale di chi dichiara di giocare una o più volte al giorno (24,5%). Il 57,6% dei gamblers trascorre al gioco fino a 3 ore al giorno e quasi il 12% dichiara di trascorrere

metà giornata a giocare. Nonostante il costante aumento dei gamblers in carico, dovuto alla sempre maggiore facilità di accesso

alla pratica del gioco d’azzardo, è ancora un fenomeno in gran parte sommerso. Infatti le stime fornite dal CNR nell’Indagine IPSAD 201327 rivelano che, sebbene i giocatori non a rischio siano la maggioranza, quelli a rischio ludopatia sono ben tre milioni.

1.7 Stato delle infezioni virali nei Servizi per le dipendenze

L’infezione da HIV continua ad essere una grave problema di sanità per la sua diffusione e per la tardività della diagnosi. Attualmente tale infezione è una malattia prevalentemente a trasmissione sessuale: il concetto di gruppo a rischio è pertanto superato e sostituito dalla definizione di comportamento a rischio (persone che fanno uso di droghe per via endovenosa, persone che hanno rapporti omo-bisessuali non protetti e persone che hanno rapporti eterosessuali non protetti).

Nel 2014 sono state segnalate 3.695 nuove diagnosi di infezione da HIV28, pari ad un’incidenza di 6,1 nuovi casi di HIV ogni 100.000 residenti, che colloca l’Italia al 12° posto rispetto ai Paesi dell’Unione Europea.

Fra le regioni con l’incidenza più alta si colloca l’Emilia Romagna. L’incidenza media annuale di nuove diagnosi di infezione da HIV registrate tra i residenti in Emilia-

Romagna nel periodo 2006-2014 è pari a 8,5 casi per 100.000 abitanti; il valore registrato nell’ultimo anno, pari a 7,6, è in aumento rispetto a quello del 2013 ma ancora inferiore rispetto a quelli osservati nel periodo 2006 – 2012.

Le caratteristiche prevalenti della persona sieropositiva HIV sono: essere maschio (73,5%), di età compresa tra i 30 e i 39 anni (33,1%) e di nazionalità italiana (70,9%).

Dal confronto tra le diverse realtà territoriali emerge che le province di Rimini (11,4 casi per 100.000 abitanti), Parma (10,2) e Ravenna (9,4) riportano incidenze più alte, mentre le province nelle quali il fenomeno è meno diffuso sono quelle di Ferrara e Piacenza (7,3 casi per 100.000 abitanti).

27 IPSAD (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) è uno studio di prevalenza sull’uso di alcol ed altre sostanze psicoattive, sia lecite che illecite. Il disegno dello studio è stato strutturato in stretto accordo con le linee guida fornite dall’Emcdda (European Monitoring Centre for Drug and Drug abuse) di Lisbona e permette di soddisfare il debito informativo del Paese relativamente al primo dei cinque indicatori epidemiologici proposti dal consiglio d’Europa. Il campione è stato individuato sulla popolazione nazionale 15-64 anni di età e tale studio si ripete ogni due anni. 28 Lo stato dell’infezione da HIV/AIDS in Emilia-Romagna. Aggiornamento sull’epidemia al 31/12/2014. Assessorato politiche per la salute Emilia-Romagna

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

30

Fig.15 - Incidenza media delle nuove diagnosi di infezione da HIV per provincia di residenza in Emilia-Romagna 2006-2014 ( per 100.000 abitanti).

*L’incidenza media annuale è calcolata sulla popolazione media del periodo 2006 - 2014

Da metà degli anni ’80 a oggi, le modalità di trasmissione prevalenti hanno subito un notevole cambiamento: i dati nazionali evidenziano come la proporzione di nuove diagnosi legate all’utilizzo di droghe iniettive, storicamente fattore di rischio preponderante per questa infezione, sia calata drasticamente dal 76,2% registrato nel 1985, fino ad un valore pari al 3,8% nel 201429.

In Emilia-Romagna, nei nove anni di osservazione, tale percentuale non è mai superiore al 7,0% (4,0% nel 2014). D’altro canto, la proporzione dei casi attribuibili a trasmissione sessuale è invece aumentata: si è passati dall’84,0% nel 2006 al 92% nel 2014 (53,1% eterosessuale e 33,7% omo-bisessuale).

Per quanto riguarda la modalità di trasmissione si evidenzia che nella sola provincia di Bologna la modalità con frequenza più alta risulta essere quella dovuta a rapporti omo-bisessuali non protetti, mentre nelle altre province prevale la via di trasmissione eterosessuale.

Infine, se si considera il fenomeno del ritardo di diagnosi di HIV si nota che i Late Presenters (coloro che giungono tardivamente alla diagnosi di infezione da HIV con AIDS conclamato e/o con un numero di linfociti CD4 inferiore a 350 cellule/mm3) sono una quota consistente: il 49,9% delle diagnosi HIV nel periodo 2006-2014, senza variazioni notevoli nel periodo. Nonostante nel 2014 la quota regionale dei LP sia inferiore alla proporzione rilevata a livello nazionale (53,4%), tale valore rimane rilevante e necessita di potenziare gli interventi di prevenzione e di diagnosi precoce.

Il tradizionale sistema di sorveglianza dei casi di AIDS documenta un trend in lieve calo, unito ad una diminuzione della mortalità e ad un parallelo incremento del numero delle persone che vivono con AIDS. Nel 2014 i nuovi casi in AIDS residenti in Emilia-Romagna sono stati 71, dato che però può risultare sottostimato per effetto del ritardo di notifica. Il tasso di incidenza biennale 2013-2014, più stabile, evidenzia 1,7 casi di AIDS per 100.000 abitanti.

Ancora una volta vale il richiamo a rapporti sessuali protetti e al ricorso precoce al test HIV per una diagnosi tempestiva ed eventuale successivo trattamento, per proteggere se stessi e gli altri. Sono queste le principali azioni da promuovere e incentivare, soprattutto tra i giovani, al fine di contrastare l’infezione da HIV e l’AIDS. La Regione Emilia-Romagna è impegnata con queste strategie per promuovere una

29 Aggiornamento delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS in Italia al 31.12.2014, COA, Istituto Superiore di Sanità, 2015.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

31

consapevolezza maggiore dei rischi legati a infezioni sessualmente trasmissibili con la collaborazione degli Enti Locali, di tutto il SSR e delle associazioni che si dedicano alla prevenzione e lotta all’AIDS30.

Il Piano Regionale della Prevenzione 2015–2018 fa proprie queste indicazioni. Particolare attenzione va prestata ai pazienti detenuti in carcere: l’organizzazione ed il sistema dei

servizi devono corrispondere a quelli accessibili sul territorio, con le opportune integrazioni ed adattamenti al contesto di intervento; in questo senso vale il “principio della equità nella differenza”: per esempio equità di accesso, di prestazione, di orientamento alla fruizione dei servizi, pur in una situazione di differenza dovuta al luogo di restrizione.

L’analisi che segue delinea l’attuale stato di salute dei tossicodipendenti e degli alcoldipendenti dei Servizi Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL della Romagna.

Rispetto all’utenza di Ravenna, Forlì e Rimini (sedi di carcere) sono considerati anche gli utenti tossico-alcoldipendenti presenti in carcere; si precisa, però, che, se il soggetto non è in carico ai Servizi Dipendenze Patologiche, la registrazione degli esami non viene fatta in SistER, ma nel sistema informativo del carcere. Utenza con tipologia droghe e/o farmaci

Il 24,0% dei soggetti non ha mai eseguito il test HIV; dal confronto territoriale emerge che Ravenna e

Cesena sono sotto la media della Romagna, mentre Forlì e Rimini sono sopra. La situazione è la medesima dell’anno precedente.

Tab. 9 - Esito test HIV utenti in carico tossicodipendenti per territorio, Anno 2015 (valori assoluti e percentuali) Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

tot % tot % tot % tot % tot % Mai effettuato 220 18,9 144 32,6 110 22,5 233 27,2 707 24,0 Positivo 91 7,8 27 6,1 21 4,3 30 3,5 169 5,7 Negativo con esame effettuato nell'anno

293 25,2 78 17,6 123 25,2 151 17,6 645 21,9

Negativo con esame nell'anno precedente

211 18,2 58 13,1 67 13,7 118 13,8 454 15,4

Negativo con esame 2 o più anni fa

287 24,7 133 30,1 163 33,3 291 34,0 874 29,6

Rifiuto nell'anno 38 3,3 1 0,2 1 0,2 8 0,9 48 1,6 Rifiuto anni precedenti 21 1,8 1 0,2 4 0,8 25 2,9 51 1,7 Totale 1.161 100,0 442 100,0 489 100,0 856 100,0 2.948 100,0

Per quanto riguarda il dato sulla positività, non cambia rispetto all’anno precedente. Se guardiamo i

territori, si evidenzia che Ravenna continua a registrare un calo rispetto agli anni passati (10,6% nel 2010, 10,7% nel 2011, 9,8% nel 2012, 8,5% nel 2013, 8,6% nel 2014 e 7,8% nel 2015), mentre l’aumento di Forlì (4,0% nel 2014 contro il 6,1% nel 2015) può essere dovuto all’aumento dei testati, infatti diminuisce la percentuale dei mai effettuati dal 2014 (37,1%) al 2015 (32,6%).

30 Linee guida regionali per i percorsi di tutela della salute degli utenti dei servizi per le dipendenze . Circolare N°11 del 2012

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Tab. 10 - Esito test HBV utenti in carico tossicodipendenti per territorio, Anno 2015 (valori assoluti e percentuali) Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

tot % tot % tot % tot % tot % Mai effettuato 237 20,4 143 32,4 107 21,9 236 27,6 723 24,5 Vaccinato 188 16,2 63 14,3 143 29,2 148 17,3 542 18,4 Contatto con virus 130 11,2 62 14,0 38 7,8 82 9,6 312 10,6 Negativo con esame effettuato nell'anno

289 24,9 54 12,2 88 18,0 119 13,9 550 18,7

Negativo con esame nell'anno precedente

131 11,3 25 5,7 39 8,0 89 10,4 284 9,6

Negativo con esame 2 o piu' anni fa

186 16,0 95 21,5 74 15,1 182 21,3 537 18,2

Rifiuto nell'anno 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Rifiuto anni precedenti 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Totale 1.161 100,0 442 100,0 489 100,0 856 100,0 2.948 100,0

Particolare attenzione viene posta nel proporre il ciclo di vaccinazione HBV nei pazienti che

risultano negativi al test. Nella tab. 10 emerge come Cesena sia molto al di sopra della media dei territori della Romagna (29,2% vs 18,4%). I test non eseguiti hanno percentuali più alte a Forlì (32,4%) e Rimini (27,6%).

Tab.11 - Esito test HCV utenti in carico tossicodipendenti per territorio, Anno 2015 (valori assoluti e percentuali) Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

tot % tot % tot % tot % tot % Mai effettuato 247 21,3 143 32,4 109 22,3 253 29,6 752 25,5 Positivo 446 38,4 179 40,5 186 38,0 314 36,7 1125 38,2 Negativo con esame effettuato nell'anno

179 15,4 27 6,1 66 13,5 79 9,2 351 11,9

Negativo con esame nell'anno precedente

105 9,0 33 7,5 35 7,2 74 8,6 247 8,4

Negativo con esame 2 o piu' anni fa

150 12,9 58 13,1 89 18,2 130 15,2 427 14,5

Rifiuto nell'anno 27 2,3 0 0,0 1 0,2 2 0,2 30 1,0 Rifiuto anni precedenti 7 0,6 2 0,5 3 0,6 4 0,5 16 0,5 Totale 1.161 100,0 442 100,0 489 100,0 856 100,0 2.948 100,0

Dall’analisi degli esiti del test HCV emerge che per tutti i territori le percentuali di positivi sono in

linea con la media della Romagna, mentre per i test non eseguiti, Forlì (32,4%) e Rimini (29,6%) sono i territori con le percentuali più alte.

Utenza con tipologia alcol

Il 25,3% dei soggetti non ha mai eseguito il test HIV; dal confronto territoriale emerge che Forlì (45,6%) e Rimini (42,1%) presentano le percentuali più elevate, Cesena quella più bassa (10,2%). Osservando il trend temporale, i servizi di Forlì e Rimini confermano percentuali più elevate di test non eseguiti (nel 2014, rispettivamente 50,9% e 40,2%), seppure la differenza fra i due territori si riduca nell’ultimo anno.

Nell’Azienda USL della Romagna dopo un picco di positività del 4,5% registrato nel 2011, il dato si riallinea intorno all’1%. Cesena e Forlì risultano sotto la media della Romagna (Tab.12). La situazione è la medesima dell’anno precedente.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Tab.12 - Esito test HIV utenti in carico alcoldipendenti per territorio. Anno 2015 (valori assoluti e percentuali) Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

tot % tot % tot % tot % tot % Mai effettuato 89 14,6 78 45,6 25 10,2 171 42,1 363 25,3 Positivo 12 2,0 1 0,6 0 0,0 6 1,5 19 1,3 Negativo con esame effettuato nell'anno 231 37,9 37 21,6 151 61,6 63 15,5 482 33,7 Negativo con esame nell'anno precedente 139 22,8 32 18,7 38 15,5 43 10,6 252 17,6 Negativo con esame 2 o più anni fa 127 20,8 23 13,5 31 12,7 112 27,6 293 20,5 Rifiuto nell'anno 8 1,3 0 0,0 0 0,0 5 1,2 13 0,9 Rifiuto anni precedenti 4 0,7 0 0,0 0 0,0 6 1,5 10 0,7 Totale 610 100,0 171 100,0 245 100,0 406 100,0 1.432 100,0

Il 25,3% degli utenti alcol dipendenti in carico non ha mai eseguito il test HBV (Tab.13). Come per

l’analisi sull’HIV, i territori di Forlì (43,3%) e Rimini (36,5%) presentano una percentuale più elevata di test non eseguiti, molto al di sopra della media della Romagna (22,7%); Cesena, la percentuale più bassa (9,4%).

Il 6,1% dei pazienti si è sottoposto al ciclo di vaccinazione HBV, i territori di Cesena (9,4%) e Ravenna (8,5%) risultano al di sopra della media della Romagna. Il quadro è simile all’anno precedente. Tab.13 - Esito test HBV utenti in carico alcoldipendenti per territorio. Anno 2015 (valori assoluti e percentuali) Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

tot % tot % tot % tot % tot % Mai effettuato 80 13,1 74 43,3 23 9,4 148 36,5 325 22,7 Vaccinato 52 8,5 5 2,9 23 9,4 7 1,7 87 6,1 Contatto con virus 50 8,2 13 7,6 14 5,7 16 3,9 93 6,5 Negativo con esame effettuato nell'anno 200 32,8 32 18,7 128 52,2 70 17,2 430 30,0 Negativo con esame nell'anno precedente 115 18,9 25 14,6 32 13,1 55 13,5 227 15,9 Negativo con esame 2 o piu' anni fa 113 18,5 22 12,9 25 10,2 110 27,1 270 18,9 Rifiuto nell'anno 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Rifiuto anni precedenti 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Totale 610 100,0 171 100,0 245 100,0 406 100,0 1.432 100,0

La percentuale dei soggetti positivi al test HCV è pari all’8,4%, Cesena e Rimini superano lievemente

la media della Romagna (Tab. 14). Per quanto riguarda gli utenti che non hanno mai eseguito il test, Forlì (41,5%) e Rimini (36,2%) presentano valori sensibilmente superiori a quello della Romagna (22,6%).

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Tab.14 - Esito test HCV utenti in carico alcoldipendenti per territorio. Anno 2015 (valori assoluti e percentuali) Ravenna Forlì Cesena Rimini Romagna

tot % tot % tot % tot % tot % Mai effettuato 81 13,3 71 41,5 24 9,8 147 36,2 323 22,6 Positivo 47 7,7 12 7,0 24 9,8 37 9,1 120 8,4 Negativo con esame effettuato nell'anno 220 36,1 35 20,5 138 56,3 55 13,5 448 31,3 Negativo con esame nell'anno precedente 132 21,6 29 17,0 34 13,9 53 13,1 248 17,3 Negativo con esame 2 o piu' anni fa 124 20,3 24 14,0 30 12,2 104 25,6 282 19,7 Rifiuto nell'anno 5 0,8 0 0,0 0 0,0 5 1,2 10 0,7 Rifiuto anni precedenti 1 0,2 0 0,0 0 0,0 5 1,2 6 0,4 Totale 610 100,0 171 100,0 245 100,0 406 100,0 1.432 100,0

Conclusioni

Negli ultimi anni si sta verificando una relativa riduzione/stabilizzazione degli accessi ai Servizi che si occupano di dipendenze patologiche (DP), i soggetti affluiti passano da 9.215 nel 2010 a 8.369 nel 2015, con una flessione pari al 9%; mentre gli utenti in trattamento hanno un andamento più regolare.

Gli utenti sono riconducibili sostanzialmente alle seguenti aree problematiche: droghe e/o farmaci, alcol, tabacco e gioco d’azzardo; all’interno delle UUOO l’area problematica con la percentuale maggiore è quella Droghe e/o farmaci.

Nell’analisi dell’utenza a livello aziendale, cioè dove il soggetto viene conteggiato una sola volta, i soggetti affluiti nel 2015 sono 7.615. I soggetti con un programma terapeutico sono 4.745 di cui nuovi sono il 20,2%; il 61,4% ha un programma per problematiche legate a Droghe e/o farmaci, il 30,0% per alcol, il 5,4 per tabacco e il 3,3% per gioco. 1 soggetto su 4 è femmina, l’età media è 42,6 anni, la maggioranza è italiana (89,8%) ed è residente (93,2%). 1 su 5 ha un titolo di studio medio alto, il 40,6% è occupato regolarmente e il 60,3% è celibe.

Gli utenti di nazionalità straniera sono il 10,3% dell’utenza complessiva, in prevalenza di sesso maschile con un’età media di 35,9 anni.

Nel 2015, i cittadini in trattamento per uso/abuso di droghe presso i Servizi DP dell’AUSL della Romagna sono stati 2.948, un numero in calo rispetto al 2010 (-9,3%). Anche nell’ultimo anno si conferma una lieve flessione (-0,5%). La distribuzione degli utenti in relazione alla sostanza primaria d’abuso è sostanzialmente simile a quanto riscontrato a livello nazionale e regionale: eroina (66,2%), cocaina (16,9%) e cannabinoidi (11,7%). Le caratteristiche prevalenti dell’utenza tossicodipendente sono: 1 soggetto su 5 è femmina (18,2%), il 15,3% è un nuovo utente, è cittadino italiano (90,7%), risiede nel territorio romagnolo (91,6%), è celibe/nubile (73,8%), ha un titolo di studio medio basso. Il 40,2% lavora stabilmente, mentre il 37,1%, non ha un’occupazione. L’età media è 38,6 anni. La metà dell’utenza tossicodipendente (49%) ha più di 39 anni. In linea col dato nazionale ed europeo, si osserva un progressivo invecchiamento dell’utenza, che è da attribuirsi alla cronicizzazione della dipendenza. Questi utenti richiedono percorsi di cura protratti e caratterizzati da un’elevata intensità di cura.

I soggetti in trattamento per problemi alcolcorrelati presso i servizi pubblici dell’AUSL della Romagna, nel 2015, sono stati 1.432, in aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente, ma stabili nel periodo (anno 2010). I nuovi utenti rappresentano il 22,3% dei soggetti con dipendenza da alcol. 1 soggetto su 3 è di sesso femminile (33,4%), il 14,2% è straniero, la maggioranza degli utenti è celibe/nubile (41,6%) e ha un titolo di studio medio alto. Il 39,8% svolge un’attività lavorativa stabile, mentre circa 1/3 risulta non occupato. L’età media è 48,2, la classe di età modale è 40-49 anni (33,0%). L’utenza femminile è relativamente più anziana (49,3 anni vs 47,7 anni). La bevanda di uso prevalente è rappresentata principalmente dal vino (62,4%), seguito da birra (23,6%), superalcolici (8,5%) e aperitivi, amari, digestivi (3,6%).

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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I tabagisti nel 2015 sono stati 256 che corrispondono al 5,2% dell’utenza totale in carico ai Servizi Dipendenze Patologiche. L’analisi temporale 2010-2015 rileva un aumento. Il rapporto maschi/femmine è 1:1, l’età media è 53,7 anni, senza differenza di genere. La maggioranza sono residenti, italiani e lavorano regolarmente. 1 su 2 è coniugato/a e ha un titolo di studio medio-alto.

I gamblers nel 2015 sono stati 156 che corrispondono al 3,3% dell’utenza totale in carico ai servizi. Il trend temporale 2010 – 2015 evidenzia un progressivo aumento. La classe di età più rappresentata è 40–49 anni con un’età media di 47,1 anni. I giochi d’azzardo più diffusi per l’utenza in esame sono le new slot seguite dalle video lottery e dai gratta e vinci.

Lo stato delle infezioni virali per i soggetti con la tipologia di Droghe e/o farmaci evidenzia che i positivi all’HIV sono il 5,7% e quelli all’epatite C il 38,2%; 1 persona su 4 non è mai stata testata per nessuna infezione. In relazione ai soggetti con tipologia Alcol, risulta che l’1,3% è positivo all’HIV, l’8,4% è positivo all’epatite C e l’8,4% si è sottoposto al ciclo di vaccinazione per l’epatite B; un soggetto su 4 non si è sottoposto ai test.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Cap. 2 I Percorsi di cura: trattamenti, esiti e durata di Maristella Salaris, Sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche AUSL della Romagna - Rimini Metodi e strumenti

La fonte principale dell’analisi è la cartella clinica informatizzata SistER (Sistema Informativo sulle Dipendenze della Regione Emilia Romagna).

Oggetto di analisi è l’utenza in carico ai quattro Servizi Dipendenze Patologiche - AUSL della Romagna (Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini): soggetti dipendenti da sostanze legali e illegali con programma terapeutico. L’analisi riguarda il programma terapeutico e i trattamenti offerti, la loro valutazione in relazione all’esito e alla durata.

L’analisi univariata dei dati produce analisi descrittive volte alla comprensione del fenomeno delle dipendenze patologiche e dell’attività di cura proposta.

Gli strumenti utilizzati per tali analisi è SPSS (Statistical Package for the Social Sciences). Premessa

Nel tempo, i Servizi per le Dipendenze dell'AUSL della Romagna, attraverso l'esperienza quotidiana maturata dagli operatori e la conoscenza derivata dalla ricerca e dalla valutazione, hanno consolidato la loro capacità di mantenere in trattamento i propri utenti proponendo terapie ad hoc, personalizzate ed incentrate sui reali bisogni manifestati.

I Servizi negli anni si sono organizzati in maniera articolata per affrontare i fenomeni relativi alla dipendenza, offrendo percorsi trattamentali molteplici e diversificati secondo un approccio alla patologia di tipo biopsicosociale. Seguendo tale modello, l’offerta di cura comprende diverse tipologie d’intervento terapeutico-assistenziale che possono essere raggruppate nelle seguenti macro categorie: • psicologica – psicoterapica che raggruppa le tipologie di intervento quali le psicoterapie (individuale,

familiare o di coppia, di gruppo) e l’orientamento/sostegno psicologico, • sociale - educativa, caratterizzata da forme di sostegno in ambito economico, lavorativo, socio-educativo

e della formazione professionale, • farmacologica che contiene tutte le diverse tipologie di farmaci che è possibile somministrare, • sanitaria, in cui si ritrovano le attività inerenti i controlli periodici dello stato di salute, i ricoveri in

ospedale, disintossicazione e gli esami delle urine effettuati per valutare l'astinenza o la positività alle sostanze d'abuso,

• trasversale composta da diversi trattamenti quali il counselling, l’inserimento in strutture riabilitative, gruppi di sostegno, ecc…

Prima di procedere nell’illustrazione dei diversi percorsi di cura seguiti dagli utenti delle UU.OO.

Dipendenze Patologiche afferenti all’AUSL della Romagna, occorre effettuare un piccolo inciso: l’analisi che segue non considera l’intera durata del percorso di cura seguito dal paziente, ma si concentra sulla integrazione fra i trattamenti attivi nel corso del 2015.

Le “famiglie”, composizioni di trattamenti integrati fra loro, dei percorsi di cura sono mutuamente esclusive, ossia ogni utente rientra, in base alla diversa aggregazione dei trattamenti seguiti, in un solo profilo trattamentale.

I trattamenti sanitari, quando non abbinati ad altri trattamenti, sono stati analizzati come categoria a parte. Lo stesso dicasi per quanto concerne i trattamenti cosiddetti trasversali, ad eccezione dell’inserimento in strutture riabilitative. Questa tipologia di trattamento, pur rientrando nel settore dei trattamenti trasversali, è stata elaborata come sezione a sé stante in quanto, nel corso degli anni, ha acquisito una importanza sempre maggiore anche grazie all'intensificarsi della collaborazione tra pubblico e privato, sancita recentemente

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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anche da contratti di fornitura stipulati fra AUSL della Romagna e gli Enti Privati Accreditati presenti sul territorio.

Nella scelta dell’attribuzione ad una singola categoria i trattamenti psico – sociali sono stati ricondotti a quelli psicologici o a quelli socio-educativi, a seconda della “pervasività” della tipologia sull’altra.

I percorsi progettati ed erogati agli utenti variano in base a diversi fattori, quali:: la richiesta specifica

dell'utente (poiché motivato a intraprendere un particolare tipo di trattamento rispetto ad un altro) e la personalizzazione degli interventi sulla base della sua condizione sociale, sanitaria, psicologica, familiare. Il percorso di cura, in sintesi, è un intervento che deve cercare di risolvere i problemi degli utenti considerando le complessità e la globalità delle loro situazioni, dei loro bisogni e dell'eventuale efficacia dei trattamenti.. I trattamenti sono di frequente combinati tra di loro; ad esempio, un tossicodipendente con una storia di dieci o venti anni di uso di eroina ed una famiglia a carico, richiede un intervento diverso rispetto ad un giovane consumatore che per la prima volta accede al Servizio perché ha percepito la problematicità della situazione in cui si trova o perché segnalato dalla Prefettura.

A questo bisogna aggiungere la "cultura" operativa del Servizio; infatti, se è vero che, così come prevede la legge, ogni SerD offre ai propri utenti un panorama molto ampio di servizi e prodotti terapeutici, è anche vero che l'esperienza locale consolida determinati tipi di trattamenti, frutto anche delle risorse disponibili sul territorio (per Rimini, ad esempio, si veda l'ampia scelta di comunità terapeutiche riabilitative). In breve, la gravità dell'uso di sostanze nel contesto locale, la situazione problematica e i bisogni degli utenti che si presentano al servizio e la cultura di intervento locale, rappresentano i tre pilastri su cui si basano i programmi terapeutici riabilitativi. Non esiste la "ricetta" terapeutica standard e le attività terapeutiche, espressione di una équipe multidisciplinare che le progetta ed eroga, sono di frequente combinate tra di loro; per cui, un singolo utente può ricevere in contemporanea, o in fasi diverse durante l'anno, più tipologie di trattamento. 2.1 I percorsi di cura: quali tipologie tipologia, durata ed esito

In linea generale, i dati analizzati (vedi Fig. 1) non evidenziano l’adozione di una strategia privilegiata d’intervento ma illustrano una molteplicità di soluzioni terapeutiche volte a pervenire al superamento della patologia e/o a ridurre il rischio di recidive o complicanze, concomitanti tra loro o in successione cronologica, che sono state raggruppate in 5 macro profili31:

Circa 2/3 degli utenti (61,3%) ha seguito un percorso di cura basato sulla terapia farmacologica (spesso associata a controlli periodici dello stato di salute e al monitoraggio dei metaboliti urinari per la ricerca delle sostanze di abuso); in generale, la sola terapia farmacologica è assunta dal 11,6% degli utenti. I trattamenti che vedono abbinato il farmaco in combinazione con gli interventi socioeducativi vedono coinvolti il 15,0% dell’utenza.

Il secondo percorso per numerosità, seguito dal 12,0%, è costituito dagli interventi orientati verso l’area sociale educativa che si associano ai controlli sanitari sullo stato di salute, agli interventi psicologici - psicoterapici o ad altre combinazioni trattamentali. I trattamenti sociali educativi consistono principalmente nei colloqui di sostegno e negli inserimenti lavorativi quali le borse lavoro o i tirocini formativi.

La terza offerta terapeutica è composta prevalentemente dai trattamenti di carattere psicologico – psicoterapico (10,5%) integrati o meno ad altri trattamenti quali, ad esempio i controlli sullo stato di salute, il counselling, i ricoveri ospedalieri, le disintossicazioni ambulatoriali, ecc.

Altro profilo trattamentale degno di nota è quello sanitario (8,7% dell’utenza trattata nel corso del 2015), composto esclusivamente dai monitoraggi sull’utilizzo di sostanze stupefacenti e/o sullo stato di salute, dalle disintossicazioni ambulatoriali, dai ricoveri ospedalieri, ecc..

Il quinto percorso che vede coinvolto il 5,2% degli utenti, contempla l’inserimento nelle strutture riabilitative (residenziali o semiresidenziali) ma non esclude, in certuni casi, il ricorso ai trattamenti di tipo psicologico – psicoterapico e/o gli interventi orientati all’area socio – educativa (inserimento lavorativo, formazione, prestazioni socioeconomiche, colloqui di sostegno sociale/educativo) o a quelli dell’area sanitaria.

31 Per 35 soggetti non risultano attivati trattamenti pertanto sono stati esclusi da questo tipo di analisi

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Residuale infine l’ultimo “profilo trattamentale” denominato altri trattamenti trasversali32 (2,3% degli utenti) che include diversi trattamenti quali: l’attività di valutazione/rivalutazione diagnostica, il trattamento psico-educativo rivolto ai pazienti o ai loro familiari, il trattamento in corso di detenzione (rivolto ai soggetti reclusi) o il sostegno e monitoraggio in fase di dimissione.

Analizzando il percorso di cura al quale sono stati sottoposti gli utenti appartenenti alle diverse tipologie nel periodo in esame, si rileva che (vedi Tab. 1):

per circa 2/3 dei tossicodipendenti (63,2%) è stato attivato un percorso di trattamento integrato che prevede almeno un trattamento di tipo farmacologico, mentre i percorsi caratterizzati prevalentemente da interventi psicologici- psicoterapici o socioeducativi, integrati o meno, ne coinvolgono poco più del 20,0%. Questi ultimi profili trattamentali risultano più frequenti per l’utenza alcoldipendente, sebbene con ordini di frequenza diversi

Sempre in riferimento alla tipologia di utenza, emerge inoltre un maggior utilizzo di interventi psicologici – psicoterapici e socioeducativi per i giocatori patologici: circa la metà ha seguito un percorso terapeutico basato sostanzialmente su trattamenti di tipo psicologico – psicoterapico e 1 su 3 quello socioeducativo. Più ridotto l’utilizzo di percorsi trattamentali che prevedono l’impiego del farmaco (1 utente su 10), mentre risultano assenti gli interventi spiccatamente sanitari.

Essendo lo stato di salute uno degli ambiti maggiormente compromesso per chi abusa di alcol, più frequente risulta l’impiego, per questa tipologia di utenza, del percorso terapeutico “sanitario” strutturato in controlli periodici e costanti sullo stato di salute, disintossicazione ambulatoriale, ricovero ospedaliero, ecc…(12,3% vs 6,7% dell’utenza con dipendenza da droghe e/o farmaci)

Per i tabagisti, la complessiva offerta terapeutica, risulta focalizzata su due profili trattamentali: il frequente l’utilizzo del percorsi denominato “Trattamenti trasversali” che si distingue per l’elevato numero di interventi di cura quali i gruppi di sostegno/trattamento con operatore e l’invio/frequenza di gruppo auto-aiuto/sostegno (1 soggetto su 3) e quello farmacologico (54,8%). Il percorso di cura organizzato sugli interventi socioeducativi né è stato utilizzato da circa 1 utente su 10, mentre risultano praticamente inesistenti gli interventi di tipo psicologico – psicoterapico.

32 Attività terapeutiche di vario genere, che possono essere svolte da figure professionali anche diverse tra loro.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

39

Fig. 1 – Opzioni terapeutiche attive nel 2015 (Valori % sul totale utenza)

Comunità

Sociale Educativo

FA

RM

AC

OLO

GIC

O

N=

2917

(6

1,3%

)

Sanitario

15,0%

19,2%

1,0%

Psicologico +

Sociale Educativo

2,3 Comunità +

Psicologico

Comunità +

Psicologico +

Sociale Educativo

2,0%

PSICOLOGICO N=499

(10,5%)

Psicologico Sanitario

Altre Combinazioni

5,3% 2,9%

4,2%

Sanitario

6,2%

Sociale Educativo

Psicologico

3,0% 2,0%

INSERIMENTO IN

COMUNITA ’ N=247 (5,2%) Psicologico

e/o Sociale Educativo

SANITARIO

N=417 (8,7%)

SOCIALE EDUCATIVO N=567

(12,0%)

Comunità 1,5%

Farmacologico 11,6%

7,0%

2,9%

ALTRI

TRATTAMENTI

TRASVERSALI N=112 (2,3%)

Psicologico e/o

Sanitario

Sociale Educativo e/o

Sanitario

0,7%

1,0%

Comunità +

Sociale Educativo

Altre Combinazioni

2,0%

0,3%

Altre Combinazion

0,8%

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

40

Tab.1 - Tipologia di percorso terapeutico seguito suddiviso per area di problematicità (Anno 2015, Valori % di colonna e totali assoluti)

Droghe e/o

farmaci Alcol Tabacco

Gioco patologico

Totale v. a.

% di colonna

Farmacologico 16,0 8,2 8,6 2,6 557 11,6 Farmacologico + Sanitario 23,2 16,6 1,2 0,7 920 19,2 Farmacologico + Sociale Educativo 4,4 4,0 9,0 2,0 212 4,4 Farmacologico + Sociale Educativo + Sanitario 9,4 9,0 5,3 0,7 420 8,8 Farmacologico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 2,5- 3,4 4,9 - 131 2,7 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico 1,6 2,0 1,0 2,0 80 1,7 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario 4,0 5,0 - 1,3 192 4,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario + Altre Combinazioni 0,4 2,5 - - 46 1,1 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo 1,0 1,0 1,2 0,7 43 1,1 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 3,0 3,2 2,4 0,7 140 3,0 Farmacologico + Altre Combinazioni 1,2 3,2 21,2 0,7 133 2,6 Farmacologico + Inserimento in strutture riabilitative 1,2 0,8 - - 43 1,1

Totale Area Farmacologica 63,2 58,9 54,8 11,4 2.917 61,3

Psicologico 4,8 4,0 - 37,0 253 5,3 Psicologico – Psicoterapico +Sanitario 4,4 5,0 - 2,0 205 4,2 Psicologico – Psicoterapico + Altre Combinazioni 0,7 0,6 - 6,3 41 0,8

Totale Area Psicologica - Psicoterapica 9,9 9,6 - 45,3 499 10,3

Sociale Educativo 2,0 3,6 1,2 21,6 144 3,0 Sociale Educativo + Psicologico - Psicoterapico 2,0 1,5 - 8,0 93 2,0 Sociale Educativo + Sanitario 6,0 7,2 6,9 2,6 297 6,2 Sociale Educativo + Altre Combinazioni 0,4 1,0 1,2 3,3 33 0,8

Totale Area Sociale Educativa 10,4 13,3 9,3 35,5 567 12,0 Sanitario 6,8 14,8 2,4 - 417 8,7 Inserimento in strutture riabilitative 2,1 0,6 - 0,7 73 1,5 Inserimento in strutture riabilitative + Sociale Educativo e/o Sanitario 2,7 1,4 - 0,7 104 2,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sociale Educativo 1,0 0,6 - 1,3 41 1,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sanitario 1,0 0,4 - - 29 0,7

Totale Area Inserimento in struttura 6,8 3,0 - 2,7 247 5,2 Altri trattamenti trasversali 0,7 0,4 33,5 4,6 112 2,3 Totale % di colonna Totale v. a.

100,0 2949

100,0 1433

100,0 256

100,0 156

4.794 100,0

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

41

Tab.2 - Tipologia di percorso terapeutico seguito suddiviso per “anzianità” del rapporto di cura (Anno 2015, Valori % e totali assoluti)

Nuovo Già in

carico/Reingresso %

di colonna Farmacologico 8,2 12,6 11,6 Farmacologico + Sanitario 9,7 21,8 19,2 Farmacologico + Sociale Educativo 3,2 4,8 4,4 Farmacologico + Sociale Educativo + Sanitario 3,7 10,2 8,8 Farmacologico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 1,5 3,0 2,7 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico 1,3 1,8 1,7 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario 1,2 4,8 4,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario + Altre Combinazioni 1,0 1,0 1,1 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo 0,8 1,0 1,1 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 1,0 3,5 3,0 Farmacologico + Altre Combinazioni 4,8 2,3 2,6 Farmacologico + Inserimento in strutture riabilitative 0,2 2,0 1,1

Totale Area Farmacologica 36,6 68,8 61,3

Psicologico 12,6 3,4 5,3 Psicologico – Psicoterapico +Sanitario 6,0 3,8 4,2 Psicologico – Psicoterapico + Altre Combinazioni 1,2 0,8 0,8

Totale Area Psicologica - Psicoterapica 19,8 8,0 10,3

Sociale Educativo 5,0 2,5 3,0 Sociale Educativo + Psicologico - Psicoterapico 2,5 1,8 2,0 Sociale Educativo + Sanitario 9,6 5,3 6,2 Sociale Educativo + Altre Combinazioni 1,5 0,5 0,8

Totale Area Sociale Educativa 18,6 10,2 12,0 Sanitario 14,5 7,2 8,7 Inserimento in strutture riabilitative 0,3 1,8 1,5 Inserimento in strutture riabilitative + Sociale Educativo e/o Sanitario 1,0 2,5 2,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sociale Educativo 1,0 0,8 1,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sanitario 0,2 0,7 0,7

Totale Area Inserimento in struttura 2,5 5,8 5,2 Altri trattamenti trasversali 8,0 1,0 2,3 Totale % di colonna Totale v. a.

100,0 980

100,0 3.779

100,0

Distinguendo gli utenti tra nuovi e già in trattamento/riammissioni emergono alcuni elementi indicativi: nonostante il percorso farmacologico risulti il più pregnante in tutte e due le categorie di utenza, i nuovi utenti vengono indirizzati maggiormente verso i trattamenti preminentemente sanitari (14,5% vs 7,2%), i trattamenti orientati agli interventi psicologici – psicoterapici (19,8% vs 8,0%), i trattamenti sociali – educativi (18,6% vs 10,2%) e a quelli di tipo trasversale (8,0% vs 1,0%).

Dall’analisi territoriale emerge nuovamente una certa eterogeneità (vedi Tab. 3): i dati di Ravenna, evidenziano un utilizzo dei percorsi “farmacologici” (integrati o meno) inferiore a quello degli altri servizi (55,1% rispetto al 72,3% di Forlì). Forlì, assieme a Rimini, pare caratterizzarsi come una realtà che si indirizza maggiormente per un percorso di cura basato sull’utilizzo esclusivo del farmaco: in entrambi i casi infatti, 1 su 5 degli utenti segue soltanto un trattamento di tipo farmacologico.

I percorsi che prevedono trattamenti psicologici – psicoterapici sono più frequenti a Ravenna (16,2%) e in misura ridotta a Rimini (3,9%), mentre i percorsi indirizzati prevalentemente verso l’area sociale –

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

42

educativa (inserimento lavorativo, formazione, prestazioni socioeconomiche, colloqui di sostegno sociale/educativo) vedono coinvolti soprattutto gli utenti di Rimini e Ravenna (rispettivamente il 17,3% e l’11,3%).

Il ricorso all’inserimento in strutture esterne quali le comunità, sia da solo sia in combinazione con altre tipologie di intervento, evidenzia un utilizzo più frequente a Rimini (6,0%) e Cesena (5,2%).

Il profilo “sanitario” tout court (controlli stato salute, ricoveri, disintossicazioni ambulatoriali, ecc.) caratterizzano maggiormente gli utenti in trattamento nel territorio di Cesena e Ravenna: almeno il 10,0% degli utenti di entrambi i servizi vengono assistiti con questa tipologia di trattamenti.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

43

Tab. 3 - Tipologia di percorso terapeutico seguito suddiviso per sede (Anno 2015, Valori % di colonna e totali assoluti).

Cesena Forlì Ravenna Rimini AUSL

Romagna v. a.

% di colonna

Farmacologico 1,8 20,3 5,7 21,0 557 11,6 Farmacologico + Sanitario 29,6 12,0 22,8 12,5 920 19,2 Farmacologico + Sociale Educativo 0,2 6,3 1,4 10,0 212 4,4 Farmacologico + Sociale Educativo + Sanitario 6,9 8,4 8,6 10,5 420 8,8 Farmacologico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 2,0 2,4 2,2 4,0 131 2,7 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico 0,4 4,6 1,6 1,2 80 1,7 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario 5,5 2,4 6,5 1,0 192 4,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario + Altre Combinazioni 2,8 - 1,0 0,3 46 1,1 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo - 2,7 0,3 1,2 43 1,1 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 2,0 3,5 3,9 2,0 140 3,0 Farmacologico + Altre Combinazioni 3,3 8,7 0,7 2,2 133 2,6 Farmacologico + Inserimento in strutture riabilitative - 1,0 0,4 2,0 43 1,1

Totale Area Farmacologica 54,5 72,3 55,1 67,8 2.917 61,3

Psicologico 5,0 4,0 8,3 2,3 253 5,3 Psicologico – Psicoterapico +Sanitario 6,5 1,0 7,5 0,6 205 4,2 Psicologico – Psicoterapico + Altre Combinazioni 1,2 1,3 0,4 1,0 41 0,8

Totale Area Psicologica - Psicoterapica 12,7 6,3 16,2 3,9 499 10,3

Sociale Educativo 1,2 2,4 2,4 5,3 144 3,0 Sociale Educativo + Psicologico - Psicoterapico 0,4 2,4 2,0 2,5 93 2,0 Sociale Educativo + Sanitario 4,0 2,2 6,6 9,0 297 6,2 Sociale Educativo + Altre Combinazioni 1,2 1,7 0,3 0,5 33 0,8

Totale Area Sociale Educativa 6,8 8,7 11,3 17,3 567 12,0 Sanitario 10,0 7,4 12,0 4,6 417 8,7 Inserimento in strutture riabilitative 0,8 0,8 1,0 3,0 73 1,5 Inserimento in strutture riabilitative + Sociale Educativo e/o Sanitario 1,8 1,4 2,6 2,3 104 2,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sociale Educativo 1,2 1,3 0,6 0,8 41 1,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sanitario 1,4 0,3 0,8 - 29 0,7

Totale Area Inserimento in struttura 5,2 3,8 5,0 6,0 247 5,2 Altri trattamenti trasversali 10,8 1,5 0,4 0,4 112 2,3 Totale % di colonna Totale v. a.

100,0 844

100,0 713

100,0 1798

100,0 1404

4.794 100,0

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

44

2.2 I percorsi di cura: durata ed esito

L’esito del programma terapeutico nel periodo è uno degli indicatori in grado di fornire elementi

valutativi sull'efficacia dei trattamenti di un Servizio per le dipendenze. La ritenzione in trattamento, ovvero la capacità di trattenere gli utenti nel programma terapeutico al fine di migliorare potenzialmente gli esiti, diminuire le attività delinquenziali, ridurre le sieroconversioni, evitare i decessi rileva una buona qualificazione dei percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali delle strutture; mentre l’abbandono indica il mancato raggiungimento degli obiettivi del percorso di cura.

Nell’analisi seguente, sono stati presi in considerazione i percorsi terapeutici di tutti i soggetti in carico

ai Servizi nel corso del 2015, compresi coloro che hanno proseguito un percorso di cura iniziato precedentemente. Per ogni percorso è stata considerata la data di inizio, di fine e l’esito. Per quantificare la durata dei percorsi di cura, per gli utenti che proseguivano programmi iniziati antecedentemente al 2015 è stata esaminata la data di inizio, mentre per quanti risultavano in carico alla data del 31 dicembre il calcolo dei giorni di permanenza in trattamento è stato effettuato sino a quella data.

Per rendere più semplice l’analisi, la variabile di esito è stata aggregata nel modo seguente: • conclusione (include la voce completato e la dimissione), • abbandono (comprende la voce “abbandono” ed “espulsione”), • altri esiti (racchiude i seguenti esiti: “passaggio ad altra struttura”, “arresto”, “decesso” e “chiusura d’ufficio”).

Nel corso del 2015 i servizi per le dipendenze dell’AUSL della Romagna hanno preso in cura 4.794 soggetti per un totale di 4.859 percorsi terapeutici. La quasi totalità dei soggetti ha seguito un solo percorso terapeutico nel corso dell’anno (98,7%) ed il restante 1,3% due o più; questo denota una stabilizzazione dei percorsi di cura ed una conseguente riduzione del fenomeno del “revolving door”, che caratterizzava l’utenza dei servizi per le dipendenze svariati anni addietro.

L’analisi della durata dei percorsi di cura seguiti durante l’anno in esame, evidenzia come i soggetti

tossicodipendenti o alcolisti risultino in trattamento da più tempo, al contrario dei tabagisti e dei gamblers che seguono fondamentalmente percorsi di minor durata (vedi Tab. 4); infatti i soggetti che hanno una durata media maggiore (5,1 anni) sono quelli per il trattamento dell’uso/abuso di droghe e/o farmaci; a seguire quelli per il trattamento dei disturbi alcolcorrelati (3,1 anni), del gioco d’azzardo (1,4 anni) e del tabagismo (1,2 anni). Tab. 4 – Durata del programma terapeutico, distribuito per tipologia d’utenza Droghe e/o

farmaci Alcol Tabacco

Gioco d’azzardo

AUSL Romagna

Soggetti 2.949 1.433 256 156 4.794 Durata media programma e DS33 (in anni)

5,1 (±5,7) 3,1 (4,2) 1,2 (±2,6) 1,4 (±1,9) 4,1 (±5,2)

<=90 giorni 11,8 15,4 37,5 21,8 14,5 3 – 6 mesi 8,3 10,0 12,0 16,7 9,5 6 mesi – 1 anno 11,6 17,8 22,0 21,8 14,3 1 - 2 anni 13,7 16,8 17,0 18,6 15,0 2 - 5 anni 19,0 21,0 5,5 17,3 18,7 > 5 anni 35,6 19,0 6,0 3,8 28,0

Le motivazioni legate alla lunga durata dei percorsi di cura risiedono nelle caratteristiche stesse della

dipendenza, che è definita come “una malattia cronica recidivante” (ovvero una malattia di lungo periodo caratterizzata da ricadute), di conseguenza è alquanto ovvio che i percorsi terapeutici abbiano perlopiù una durata temporale consistente, diluita su più anni, o che a distanza di breve tempo un utente che abbia interrotto un programma si ripresenti per intraprenderne un altro.

33 Deviazione Standard

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

45

Ripetendo l’ analisi per ambito locale (vedi Tab. 5), si evincono situazioni differenti: Ravenna è il

territorio dov’è la durata media dei percorsi è più elevata (4,9 anni), mentre Rimini presenta quella più esigua (3,6). Tab. 5 – Durata del programma terapeutico, distribuito per sede Ravenna Forlì Cesena Rimini AUSL

Romagna Soggetti 1.813 713 863 1.405 4.794 Durata media programma e DS* (in anni)

4,9 (±5,7) 4,1 (5,2) 3,8 (±4,9) 3,6 (±4,7) 4,1 (±5,2)

<=90 giorni 12,0 12,0 19,0 16,2 14,5 3 – 6 mesi 8,0 10,0 8,0 11,7 9,5 6 mesi – 1 anno 13,5 17,7 15,0 13,3 14,3 1 - 2 anni 13,2 16,6 14,5 16,8 15,0 2 - 5 anni 21,0 17,5 17,0 17,5 18,7 > 5 anni 32,2 26,5 26,5 24,5 28,0

Se passiamo ad esaminare la durata dei diversi profili trattamentali si possono notare talune differenze (vedi Tab. 6):

• i percorsi terapeutico assistenziali di maggior durata sono quelli caratterizzati dall’impiego di una o più terapie farmacologiche abbinata a tutta una serie di trattamenti ancillari;

• durata elevata è riscontrabile anche in quei percorsi che hanno visto l’impiego del dell’inserimento in strutture riabilitative;

• il programma terapeutico avente durata più breve in assoluto (<= 1 anno) è quello composto dai cosiddetti trattamenti “trasversali” (counselling, trattamento psico-educativo, gruppi di sostegno/trattamento con operatore, trattamento in corso di detenzione, ecc…); a seguire troviamo i trattamenti afferenti all’area sanitaria (controlli periodici stato salute, disintossicazione ambulatoriale, controlli liquidi biologici, ricovero ospedaliero, ecc…);

• anche i trattamenti psicosociali 34 da soli o offerti in associazione con altri interventi non sembrano aumentare la durata del percorso di cura: il 50,0% di questi percorsi infatti, hanno una durata <= 1 anno.

34 La voce comprende i trattamenti psicologici e psicoterapici e gli interventi sociali ed educativi

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

46

Tab. 6 - Tipologia di percorso terapeutico seguito suddiviso per durata (Anno 2015, Valori % di riga e totali assoluti).

<=90 giorni 3-6 mesi 6-12 mesi 1-2 anni 2-5 anni > 5 anni Totale v. a.

Totale % di riga

Farmacologico 14,7 10,0 10,2 16,5 8,8 39,8 557 100,0 Farmacologico + Sanitario 8,3 7,0 9,0 10,3 7,4 58,0 920 100,0 Farmacologico + Sociale Educativo 16,5 6,6 13,2 16,0 9,5 38,2 212 100,0 Farmacologico + Sociale Educativo + Sanitario 5,2 3,6 6,7 14,5 8,8 61,2 420 100,0 Farmacologico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 3,0 4,6 11,5 12,2 9,2 59,5 131 100,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico 10,0 7,5 17,5 15,0 7,5 42,5 80 100,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario 3,0 4,7 12,0 12,5 10,0 57,8 192 100,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario + Altre Combinazioni 11,0 32,6 11,0 15,0 30,4 46 100,0 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo 4,6 - 11,6 14,0 25,6 44,2 43 100,0 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 4,3 3,0 5,0 9,3 8,0 70,4 140

100,0

Farmacologico + Altre Combinazioni 15,0 15,0 22,6 20,4 3,0 24,0 133 100,0 Farmacologico + Inserimento in strutture riabilitative 14,0 7,0 11,6 16,3 11,6 39,5 43 100,0

Totale Area Farmacologica 9,2 7,0 10,6 13,4 8,5 51,3 2.917 100,0

Psicologico 34,0 15,4 21,3 11,5 5,5 12,3 253 100,0 Psicologico – Psicoterapico +Sanitario 12,7 11,2 24,4 25,4 7,3 19,0 205 100,0 Psicologico – Psicoterapico + Altre Combinazioni 12,3 14,6 19,5 34,0 14,6 5,0 41 100,0

Totale Area Psicologica - Psicoterapica 23,4 13,6 22,4 19,0 7,2 14,4 499 100,0

Sociale Educativo 23,0 20,0 19,4 15,3 2,9 19,4 144 100,0 Sociale Educativo + Psicologico - Psicoterapico 8,6 10,8 18,3 21,5 10,8 30,0 93 100,0 Sociale Educativo + Sanitario 16,8 17,5 22,0 17,5 4,7 21,5 297 100,0 Sociale Educativo + Altre Combinazioni 18,2 18,2 27,4 15,2 9,0 12,0 33 100,0

Totale Area Sociale Educativa 17,0 17,0 21,0 17,5 5,5 22,0 567 100,0 Sanitario 28,0 13,0 20,6 16,5 5,0 16,9 417 100,0 Inserimento in strutture riabilitative 2,8 9,6 8,2 16,4 16,4 46,6 73 100,0 Inserimento in strutture riabilitative + Sociale Educativo e/o Sanitario 8,7 6,8 14,4 19,2 11,5 39,4 104 100,0

Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sociale Educativo 12,2 5 9,8 17 24,4 31,6 41 100,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sanitario - 7 10,3 20,7 10,3 51,7 29 100,0

Totale Area Inserimento in struttura 6,5 7,3 11,3 18,2 15,0 41,7 247 100,0 Altri trattamenti trasversali 60,7 7,0 22,3 6,3 1,0 2,7 112 100,0

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

47

Totale % di colonna Totale v. a.

14,3 682

9,4 449

14,3 680

15,0 707

7,8 373

39,2 1868

4.759 100,0

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

48

In merito all’esito dei percorsi di cura, il 79,6% degli utenti risulta con un percorso terapeutico ancora in corso, il 9,0% ha concluso, rispettando gli obiettivi e i tempi prefissati, il 6,5% ha abbandonato e il 4,9% ha terminato il proprio percorso con altro esito (arresto, decesso, passaggio ad altra struttura, ecc..).

L’analisi per comportamento additivo evidenzia quote maggiori di conclusioni fra i tabagisti e i gamblers, mentre se ne riscontrano meno tra i dipendenti da alcol e da droghe e/o farmaci. Tab. 7 – Esito percorsi terapeutici al 31-12-2015 per area problematica (valori % di colonna)

Area problematica Esito percorso

Droghe e/o farmaci Alcol Tabacco Gioco

d’azzardo AUSL

Romagna

Soggetti 2.949 1.433 256 156 4.794 % In corso 83,4 78,0 56,0 62,2 79,6 % Conclusione 7,2 8,4 26,9 14,5 9,0 % Abbandono 4,7 9,0 6,3 19,3 6,5 % Altri esiti 4,7 4,6 10,8 4,0 4,9

Rimini è il territorio che ha la percentuale più elevata di programmi in corso (87,7%) mentre Cesena

quella più ridotta (71,8%), Cesena inoltre, presenta la percentuale più alta di abbandoni (10,2%), mentre Forlì registra la percentuale più elevata di percorsi conclusi positivamente (17,3%). Tab. 8 – Esito del programma terapeutico, distribuito per sede (valori % di colonna) Ravenna Forlì Cesena Rimini AUSL

Romagna Soggetti 1.813 713 863 1.405 4.794 In corso 79,8 72,7 71,8 87,7 79,6 Conclusione 8,0 17,3 9,2 5,6 9,0 Abbandono 5,8 6,6 10,2 5,5 6,5 Altri esiti 6,4 3,4 8,8 1,2 4,9

L’esame congiunto esito e durata percorso (vedi Fig. 2) pone in luce i seguenti elementi: i percorsi

completati sono giunti a conclusione, mediamente, dopo 1,7 anni (con un minimo di 1 giorno ed un massimo di 18,4 anni), mentre quelli interrotti sono durati mediamente 1,9 anni (minimo 1 giorno e un massimo di 18,4 anni). La media della durata per coloro che sono in carico è 4,8 anni (minimo 1 giorno – massimo 29,5 anni).

Cesena si configura come la realtà dove gli abbandoni avvengono più precocemente, così come le conclusioni di percorso; Rimini al contrario, si delinea per abbandoni più tardivi nel tempo e per periodi di ritenzione più brevi in assoluto. Fig.2 – Durata media (in anni) dei programmi per esito e per sede. Anno 2015

1,52,6

0,7

3,4

1,91,7 1,3 1,7 1,7

5,64,9 4,9

3,74,8

1,9

0

2

4

6

8

10

Ravenna Forlì Cesena Rimini AUSL Romagna

Abbandono Concluso In corso

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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L'efficacia di un intervento si misura in base a diversi elementi: la capacità del programma terapeutico di "ritenere in trattamento" fino alla conclusione, la qualità della relazione operatore/utente che si instaura durante il trattamento, la capacità di produrre "cambiamento", cioè di migliorare globalmente la qualità della vita della persona, attraverso il recupero dei rapporti sociali e familiari, il completo inserimento nel contesto lavorativo, la cura di sè e della propria salute e, naturalmente, l'affrancamento dalle sostanze psicotrope che hanno portato alla situazione di dipendenza.

Per quanto riguarda l’esito dei percorsi terapeutici (vedi Tab. 9), si possono osservare i seguenti risultati:

• i percorsi interrotti (abbandoni): sostanzialmente la percentuale di abbandoni varia dal 3,7% dell’area farmacologica al 14,6% dell'area sanitaria;

• i percorsi che si concludono, rispettando gli obiettivi e i tempi prefissati, sono i trattamenti di tipo trasversale e quelli dell'area psicologica e sociale, mentre vi sono meno conclusioni nell’area farmacologica e in quella degli inserimenti in comunità. Ma occorre esaminare un altro elemento dell'esito dell'intervento: la capacità di continuare a curare il paziente e, di conseguenza, impedire che esso abbandoni il progetto di cura. In tal senso, gli interventi che prevedono l’utilizzo della terapia farmacologica (contemporaneamente o in successione) e quelli che hanno previsto l’impiego delle strutture riabilitativa sono quelli con la percentuale più elevata di percorsi ancora in svolgimento (programmi in corso).

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Tab. 9 - Tipologia di percorso terapeutico seguito suddiviso per esito (Anno 2015, Valori % di riga e totali assoluti).

Abbandono Conclusione In corso Altri esiti Totale v. a.

Totale % di riga

Farmacologico 4,8 8,4 84,2 2,6 557 100,0 Farmacologico + Sanitario 4,0 3,2 90,8 2,2 920 100,0 Farmacologico + Sociale Educativo 3,3 6,0 88,7 2,0 212 100,0 Farmacologico + Sociale Educativo + Sanitario 5,5 3,3 88,2 3,0 420 100,0 Farmacologico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni - 4,6 93,0 2,4 131 100,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico 2,5 5,0 85,0 7,5 80 100,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario 2,6 4,2 89,6 3,6 192 100,0 Farmacologico + Psicologico – Psicoterapico + Sanitario + Altre Combinazioni 8,7 2,3 90,0 - 46 100,0 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo 2,3 2,3 93,0 2,4 43 100,0 Farmacologico + Psicologico - Psicoterapico + Sociale Educativo + Altre Combinazioni 0,7 1,3 95,0 3,0 140

100,0

Farmacologico + Altre Combinazioni 1,5 14,3 81,2 3,0 133 100,0 Farmacologico + Inserimento in strutture riabilitative - 2,3 97,7 - 43 100,0

Totale Area Farmacologica 3,7 5,0 88,7 2,6 2.917 100,0 Psicologico 10,0 19,8 54,2 16,0 253 100,0 Psicologico – Psicoterapico +Sanitario 13,7 17.6 64,9 3,8 205 100,0 Psicologico – Psicoterapico + Altre Combinazioni 17,0 5,0 75,6 2,4 41 100,0

Totale Area Psicologica - Psicoterapica 11,0 17,7 62,3 9,0 499 100,0

Sociale Educativo 12,5 14,6 62,5 10,4 144 100,0 Sociale Educativo + Psicologico - Psicoterapico 5,4 18,3 73,0 3,3 93 100,0 Sociale Educativo + Sanitario 9,4 13,8 70,4 6,4 297 100,0 Sociale Educativo + Altre Combinazioni 21,3 9,0 69,7 - 33 100,0

Totale Area Sociale Educativa 11,3 13,7 68,0 7,0 567 100,0 Sanitario 14,6 15,4 63,0 7,0 417 100,0 Inserimento in strutture riabilitative 6,8 4,0 87,7 1,5 73 100,0 Inserimento in strutture riabilitative + Sociale Educativo e/o Sanitario 3,8 2,0 87,5 6,7 104 100,0

Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sociale Educativo 2,4 9,8 85,4 2,4 41 100,0 Inserimento in strutture riabilitative + Psicologico – Psicoterapico e/o Sanitario - - 96,6 3,4 29 100,0

Totale Area Inserimento in struttura 4,0 3,6 88,4 4,0 247 100,0 Altri trattamenti trasversali 10,7 23,2 39,3 26,8 112 100,0 Totale % di colonna Totale v. a.

6,5 309

8,7 414

80,0 3.805

4,8 231

4.759 100,0

51

2.3 Osservazioni conclusive

In sintesi, la tipologia di percorso di cura e durata appaiono strettamente connessi: i percorsi terapeutici di più lunga durata (5 3 anni) possiedono tutti la componente farmacologica, indicata dalla letteratura scientifica come uno dei fattori che producono una maggiore efficacia negli interventi integrati, in termini di compliance alla terapia e di ritenzione in trattamento.

A seguire troviamo gli inserimenti in Comunità Terapeutica che spesso prevedono percorsi lunghi, soprattutto per quegli utenti a regime di detenzione domiciliare in struttura, e gli interventi riconducibili all’area sociale e psicologica – psicoterapica; al contrario i percorsi sanitari e trasversali di lunga durata risultano una quota residuale. Questi ultimi nella maggioranza dei casi sono in corso da 6 mesi o meno.

Al 31 – 12 -2015 il 79,6% degli utenti risulta con un percorso terapeutico ancora in corso (nel 2014 la percentuale era pari al 70,8%), il 9,0% ha concluso, rispettando gli obiettivi e i tempi prefissati, il 4,9% ha terminato il proprio progetto di cura con altro esito (arresto, decesso, passaggio ad altra struttura, ecc..), e il 6,5% ha abbandonato. L’analisi per area problematica evidenzia che circa 1 utente tabagista su 4 conclude il programma, mentre circa 1 gambler su 5 lo interrompe.

La quota di utenti cha alla data in esame risulta con un trattamento ancora attivo è di 8 su 10 sia per i soggetti tossicodipendenti sia per gli alcoldipendenti. Questo dato riflette la diversa tipologia di diagnosi, nonché il diverso tipo di cura da offrire al soggetto. I soggetti che hanno una durata media maggiore del programma (5,1 anni) sono quelli per il trattamento dell’uso/abuso di droghe e/o farmaci e a seguire quelli per il trattamento dei disturbi alcolcorrelati (3,1 anni). Durate similari le riscontriamo nei percorsi di cura seguiti dai gamblers (1,4 anni) e dai tabagisti (1,2 anni),.

Per quanto riguarda i profili trattamentali, l’analisi sugli esiti evidenzia una percentuale di programmi completati più elevata nell’area dei trattamenti trasversali, in quella psicologico-psicoterapici e socio-educativa. Le percentuali maggiori di interruzione sono riscontrabili invece nell’area sanitaria (controlli dello stato salute, dei liquidi biologici, disintossicazione ambulatoriale, day hospital e ricovero ospedaliero), mentre quelli caratterizzati da una maggior ritenzione sono i percorsi attinenti l’area farmacologica e quella dell’inserimento in struttura riabilitativa35.

35 Tutti profili trattamentali presi in considerazione prevedono l’impiego di svariate tipologie di intervento in alternativa tra loro o abbinate

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Cap. 3 Valutazione inserimenti in strutture residenziali per una miglior “governance” dell’accordo di fornitura tra SerD e Enti Ausiliari in Romagna. di Maristella Salaris, sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche di Rimini, AUSL della Romagna Paolo Ugolini, sociologo, Osservatorio Salute mentale e Dipendenze patologiche di Cesena, AUSL della Romagna. Metodi e strumenti

La fonte principale è la scheda “Progetto individuale di trattamento in strutture riabilitative private accreditate”. Oggetto di analisi è l’utenza in carico ai quattro Servizi Dipendenze Patologiche AUSL della Romagna (Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini): soggetti dipendenti da sostanze legali e illegali con programma terapeutico. L’analisi riguarda le caratteristiche socio-demografiche, diagnostiche, le problematiche prevalenti e il progetto terapeutico delle persone in Comunità Terapeutica.

Per l’analisi sulla durata e esiti dei trattamenti si è fatto riferimento alla cartella clinica informatizzata SistER (Sistema Informativo sulle Dipendenze della Regione Emilia Romagna).

L’elaborazione statistica dei dati produce analisi descrittive volte alla comprensione dell’attività di cura proposta, in particolare analisi univariate e bivariate, quali distribuzioni di frequenze e tavole di contingenza a due vie. Lo strumento utilizzato per tali analisi è SPSS (Statistical Package for the Social Sciences). 3.1 Introduzione

L’analisi di dati e indicatori che andiamo a presentare sugli inserimenti dei SerT dell’Ausl della Romagna nelle Strutture residenziali per tossicodipendenze romagnole, regionali e nazionali, deve tenere aperti processi di miglioramento sia nella governance pubblico e privato sia nell’outcome degli inserimenti in Comunità terapeutiche. Nei piani per la salute e il benessere distrettuale è mancata in generale la capacità effettiva di coinvolgere il terzo settore o l’associazionismo e le organizzazioni no-profit; nei Servizi Dipendenze Patologiche, invece, del sistema emiliano romagnolo, non solo sono parte integrante ma sono diventati attori dei processi partecipativi e decisionali nelle Commissioni Locali di ogni singolo territorio dell’AUSL della Romagna. In questa fase di de-ospedalizzazione e di territorializzazione dei servizi, oggi è sempre più necessario innovare nelle pratiche sanitarie e sociali nella scelta di sistemi di gestione integrati (welfare mix) e in processi di governance sempre più contestuali ed ibridi nella loro traduzione.

Le forme di governance mix praticate a livello locale in Emilia Romagna e nell’AUSL della Romagna nell’area delle Dipendenze Patologiche meritano un’attenzione particolare sia per quanto praticato in questi oltre dieci anni che per i risultati raggiunti. Citando G.Bertin 36 possiamo sintetizzare questa fase di comunicazione tra sistemi sanitari e sistemi di welfare con il bisogno di innovazione sociale che si può riassumere in nuove risposte (o migliori) a nuovi bisogni (persone al centro, empowerment, partecipazione cittadini, operatori, stakeholder):

� approccio euristico (orientamento alla persona); � interdisciplinarietà e integrazione professionale; � condivisione e integrazione politiche;

36 G.Bertin, Piani di zona e governo della rete, F.Angeli, MI, 2012

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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� prevenzione e promozione.

3.2 Accordo Regione Emilia Romagna e Enti Ausiliari, arco temporale 2014-2016

Nel 2013 la Giunta regionale dell’Emilia Romagna ha approvato l’accordo tra Servizi Dipendenze

Patologiche e Coordinamento Enti Ausiliari37; i punti salienti dell’accordo riguardano i seguenti aspetti (in continuità col precedente):

• il rispetto della spesa programmata regionale definita annualmente; • la messa a regime del sistema informativo per la raccolta dei dati sui soggetti inseriti annualmente

a livello regionale e locale; • la programmazione regionale e la definizione degli accordi locali, basate sulle informazioni che

annualmente gli Enti privati accreditati e le aziende USL forniscono alle Commissioni locali e regionale;

• la collaborazione pubblico-privato che viene perseguita in tutte le aziende USL, seppur con differenti modalità, per migliorare l’organizzazione dei servizi di cura e la formazione del personale;

• il consolidamento dei sistemi di gestione della qualità, verificato in fase di accreditamento (e rinnovo) e le buone pratiche per la gestione dell’interfaccia Servizi DP/Strutture residenziali (Requisiti REX);

• le sperimentazioni avviate con i progetti innovativi previsti dal precedente accordo.

I requisiti dell’accreditamento per le “buone pratiche” tra Servizi Dipendenze Patologiche ed Enti Ausiliari della Regione Emilia Romagna

I requisiti dell’Accreditamento istituzionale seguono le indicazioni delle seguenti delibere

regionali: Accordi RER-CEA DGR n° 1005/2007, DGR n° 1718/2013 e Programma Regionale Dipendenze DGR n° 698/2008; sinteticamente sono buone pratiche nei percorsi di inserimento in strutture private accreditate per il trattamento delle dipendenze sui seguenti ambiti: 1. Condivisione della valutazione diagnostica. In AUSL Romagna “Sistemi di codifica e documentazione clinica”: “Criteri per la codifica della diagnosi tossicologica - Linee guida regionali per l’utilizzo dell’ICD 10 nei Servizi per le dipendenze”, “Criteri per la comunicazione e individuazione di elementi significativi di una diagnosi in area somatica, psico-sociale, psichiatrica (multidimensionale)”, e “Garanzia della continuità terapeutica”. 2. Stesura del progetto terapeutico. In AUSL Romagna “Definizione del Progetto terapeutico”: “Presenza di un progetto terapeutico”, “Condivisione del progetto terapeutico”, “Verifiche in itinere e validazione del progetto”, “Valutazione scheda di dimissione”. 3. Definizione dei criteri di appropriatezza dell’inserimento in strutture socio-riabilitative . In AUSL Romagna “Criteri di appropriatezza degli inserimenti in Str uttura” : “Definizione di criteri di inclusione/esclusione”, “Definizione di criteri di dimissione e garanzia continuità assistenziale”, “Valutazione appropriatezza”. 4. Valutazione degli esiti dei trattamenti. In AUSL Romagna “Valutazione degli esiti dei trattamenti” : “Valutazione di sistema”, “Valutazione del percorso dell’utente”, “Root Cause Analysis congiunto pubblico-privato”.

37 Del GR n. 1718/2013, “Approvazione accordo generale per il triennio 2014-2016 tra la Regione ER e il Coordinamento degli Enti Ausiliari in materia di prestazioni erogate a favore delle persone dipendenti da sostanze d’abuso e requisiti specifici per l’accreditamento del percorso residenziale nel trattamento delle dipendenze patologiche.”

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Il SerT di Ferrara, su mandato della Regione ER, ha inviato lettera (in data 23/03/2016) ove vengono presentati i risultati del progetto di modernizzazione denominato “Verso una comunità di pratica virtuale tra agenti di cura” (con proposta dei nuovi flussi informativi tra SerT e Comunità Terapeutiche accreditate); si precisa che tale risoluzione è stata approvata da tutti i partner coinvolti che hanno partecipato al progetto, e a seguire da parte dei Direttori dei Programmi Dipendenze Patologiche (10 marzo ‘16). Nella lettera sopracitata si fa richiesta alla Regione ER di implementare tali flussi informativi nella piattaforma SistER entro il 31/12/2016. Accordo di fornitura servizi 38 tra l’AUSL della Romagna e le Comunità Terapeutiche (da gennaio 2015 a dicembre 2016)

La Commissione Paritetica Locale AUSL della Romagna composta dai referenti Servizi Dipendenze Patologiche e Comunità Terapeutiche ha prodotto per il biennio 2015-‘1639 un contratto di regolazione del servizio ove gli Enti del Privato Accreditato si impegnano a garantire lo svolgimento delle pubbliche funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione della tossicodipendenza. L’ammissione al trattamento nelle rispettive sedi operative avviene in base alla richiesta dell’Azienda USL di residenza del soggetto o per accesso diretto dello stesso.

I criteri di priorità d’accesso sono quelli definiti nel documento “Criteri di appropriatezza e priorità per gli inserimenti nelle strutture private accreditate per le dipendenze”40. Il progetto terapeutico deve essere condiviso da tutte le parti (l’evidenza è nella presenza delle firme dell’operatore del Servizio DP, dell’operatore o referente della struttura accogliente e del paziente) e redatto nel modulo corrispondente definito dalla Commissione Paritetica Locale nella seduta del 19.2.2010 “Inserimento e trattamento nelle strutture residenziali e semiresidenziali”.

L’ ammissione alla struttura è subordinata all’assenso del soggetto che deve essere informato sugli obiettivi del progetto riabilitativo, sui metodi adottati e sulle regole di cui si chiede il rispetto. Il Servizio DP di residenza del soggetto verifica e valuta periodicamente l’andamento dei progetti terapeutici, la corretta effettuazione delle prestazioni e, nel caso, concorda con la struttura eventuali variazioni così come previsto nel “Progetto individuale di trattamento in strutture riabilitative private accreditate”. A conclusione del percorso, gli operatori di riferimento della struttura e quelli del Servizi Dipendenze Patologiche di residenza verificano congiuntamente, almeno un mese prima della scadenza del periodo di permanenza concordato per ciascun soggetto, i risultati conseguiti mediante i trattamenti attuati. Nel caso in cui dalla verifica emerga la necessità di un prolungamento del periodo di permanenza, il trattamento può continuare per un ulteriore periodo concordemente determinato e con l’assenso dell’interessato. Per quanto riguarda la parte economica, il numero dei posti rappresentati in numero di giornate, che possono costituire il fabbisogno dei Servizi Dipendenze Patologiche dell’AUSL della Romagna, sono distribuiti sulla base delle effettive necessità dei Servizi invianti. Volumi di produzione 2015

Il volume complessivo di produzione del 2015 è articolato, per tipologie di intervento e per fornitori, secondo la ripartizione sottostante (con uno scostamento del 5%):

38 Atto formale delle istituzioni preposte che impegna enti con personalità giuridica (autorizzati ed accreditati) a fornire specifici e definiti servizi a fronte di una retribuzione (atto differente dalla“convenzione” che è un atto concessorio) 39 “Accordo locale di fornitura tra l’Azienda USL della Romagna e gli Enti Ausiliari in materia di prestazioni erogate a favore di persone con dipendenza patologica. Periodo 01.01.2015 – 31.12.2016 ” . 40Documento prodotto e adottato dalla Commissione Paritetica Locale nella seduta del 30.4.2010.

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% dedicata Tipologia intervento Importo A

70%

Per interventi residenziali e semiresidenziali erogati dalle strutture sanitarie accreditate operanti sul territorio dell’Azienda USL della Romagna, gestite dagli EE.AA. firmatari

3.072.860

B 30% diviso:

B1

10%

Per interventi non compresi nelle tipologie di accreditamento sanitario di cui alla DGR n.26/’05 gestiti ed erogati dagli EE.AA. firmatari. Nello specifico: a) interventi sanitari riabilitativi a bassa intensità assistenziale, residenziali/territoriali; b) interventi socio-sanitari a prevalente supporto sociale ed educativo (anche per reinserimento sociale); c) interventi territoriali e di sperimentazione del budget di salute.

438.980

B2

10%

Per interventi residenziali e semiresidenziali erogati da strutture specifiche per le dipendenze patologiche operanti fuori dal territorio dell’AUSL della Romagna e fuori dal territorio regionale.

438.980

B3

10%

Per interventi residenziali e semiresidenziali e territoriali in strutture non specifiche per le dipendenze patologiche.

438.980

100% Tot. 4.389.800

La committenza dei volumi e delle tipologie prestazionali (punti A e B1) è affidata in via esclusiva

ai soli EE.AA. firmatari dell’accordo e sarà erogato presso le strutture da essi gestite ed operanti nel territorio dell’AUSL della Romagna.

La Commissione Paritetica Locale assume anche il ruolo di Commissione Locale di Monitoraggio:

- analizzare i bisogni del territorio, - valutare e pianificare l’offerta, compresa la necessità di riconvertire i posti o di diversificare i

percorsi terapeutici, - verificare il rispetto della spesa preventivata, - redigere rapporto annuale ed effettuare un confronto con la Commissione regionale.

L’accordo locale di fornitura servizi tra AUSL Romagna e le Comunità terapeutiche precisa in specifici articoli: 1. Sperimentazioni. 2. Arresti domiciliari. 3. Modalità di accesso. 4. Appropriatezza clinica e continuità assistenziale. 5. Valutazione dei risultati. 6. Valutazione dei progetti Riabilitativi. 7. Obblighi e impegni dell’Ente Ausiliario. 8. Obbligo e impegni dell’Azienda AUSL della Romagna. 9. Responsabilità sui beni degli ospiti. 10. Tariffe in strutture accreditate. (Vedi Tab.1) 11. Verifiche e monitoraggio dell’Accordo. 12. Formazione. Da un lato le Aziende USL devono comunicare agli Enti accreditati tutte le iniziative di

formazione e di aggiornamento in materia di dipendenze patologiche che vengono da esse promosse, riconoscendo agli Enti stessi la facoltà di parteciparvi con propri operatori; dall’altro gli Enti del Privato Accreditato devono comunicare all’AUSL della Romagna le eventuali iniziative di formazione organizzate da essi stessi.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Tab. 1 - Tariffe pro/die pro/capite per anno e tipologia di struttura Regione Emilia Romagna Tipologia Tariffe 2015

Pedagogico/Riabilitativa semiresidenziale 37,84

Pedagogico/Riabilitativa residenziale 54,75

Terapeutico/Riabilitativa semiresidenziale 53,56

Terapeutico/Riabilitativa residenziale 70,11

Supporto in caso di ricovero ospedaliero 28,92

Struttura Madre/Bambino 80,80

Modulo Madre/Bambino 79,15

Struttura Doppia diagnosi 133,71

Modulo Doppia diagnosi 111,37

Struttura per la gestione della crisi e la rivalutazione diagnostica 111,43

Modulo per la gestione della crisi e la rivalutazione diagnostica 80,41

3.3 Spese e giornate di assistenza nelle strutture private accreditate per il trattamento delle dipendenze. Anno 2015

Il sistema integrato di interventi e servizi, progettato e realizzato da soggetti pubblici e privati,

formalizzato attraverso accordo di fornitura locale, fornisce lo strumento utile ai fini della programmazione a rete e la regolamentazione dell’offerta pubblica e privata delle prestazioni e dei servizi.

L’accordo è dunque lo strumento utile per pianificare e monitorare l’offerta dei servizi nella logica della rete, attraverso la definizione di un fabbisogno assistenziale stabilito tramite informazioni quali il numero di inserimenti, le giornate utilizzate, la spesa sostenuta, ecc. L’accordo contiene infine previsioni di ordine economico definendo il tetto massimo di spesa aziendale e territoriale. L’Azienda USL nel contempo si impegna a privilegiare il trattamento dei pazienti presso le strutture residenziali e semiresidenziali, ubicate nel territorio di competenza, riducendo gli invii presso centri di cura e riabilitazione extra Regione ER ed extra aziendali.

Andando ad analizzare il numero di posti accreditati41 (vedi Tab. 2), si può notare come l’offerta privata delle prestazioni e dei servizi per le esigenze di cura delle dipendenze patologiche nel territorio di competenza dell’AUSL Romagna risulti alquanto numerosa e diversificata. La capacità ricettiva del privato accreditato, con riferimento all’anno 2015, è di 626 ospiti contemporaneamente, pari a 228.490 giornate offerte.

A livello di AUSL della Romagna sono disponibili 8,8 posti ogni 10.000 abitanti di età compresa tra i 15 ed i 64 anni

Rapportando il numero di giornate acquistate dai Servizi pere le dipendenze AUSL della Romagna alla capacità di ricezione delle strutture (numero giornate offerte dagli Enti) è possibile calcolare quello che è stato il fabbisogno dei servizi per le dipendenze nel 2015.

Il fabbisogno, determinato appunto dal tasso di utilizzo delle strutture esistenti in Romagna, risulta anche per il 2015 pari al 26,8% dell’offerta globale (vedi Tab. 4) confermando la tendenza, offerta che supera la domanda, evidenziatasi già da alcuni anni.

41 Il numero di posti fornisce indicazioni sulle capacità assistenziali di un sistema di cura, poiché esprime il numero massimo di pazienti che possono essere trattati.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Tab. 2 – Numero posti e numero giornate offerte dalle strutture del privato accreditato presenti sul territorio dell’AUSL della Romagna. Anno 2015

Ente Gestore Nr posti Giornate

Saman Servizi Coop. sociale a.r.l. 25 9.125

Cooperativa sociale La Casa 60 21.900

CO.M.E.S. Cooperativa sociale onlus 96 35.040

Nuovo Villaggio del fanciullo 70 25.550 Cooperativa sociale a.r.l. Comunità Papa Giovanni XXIII onlus 285 104.025

Comunità San Maurizio 37 13.505

Cooperativa sociale Cento Fiori onlus 53 19.345

Totale 626 228.490

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Tab. 3 – Giornate di assistenza inserimenti in comunità. Anno 2015

Territorio AUSL della Romagna

Regione Emilia Romagna

(escluso territorio AUSL Romagna)

Strutture non accreditate presenti in Regione

Extra Regione

Totale giornate (escluso gli arresti

domiciliari)

% di riga

Arresti domiciliari

% di riga

Totale generale

% di riga

Ravenna 19.783 2.924 11.093 1.200 35.000 95,3 1.739 4,7 36.739 100,0 Forlì 5.206 1.425 3.947 327 10.905 96,0 443 4,0 11.348 100, Cesena 8.044 311 3.144 - 11.499 98,0 220 2,0 11.719 100,0 Rimini 18.705 1.200 1.126 365 21.396 73,3 7.800 26,7 29.196 100, AUSL della Romagna

51.738 5.860 19.310 1.892 78.800 88,5 10.202 11,5 89.002 100,0

Tab. 4 – Tasso di utilizzo delle strutture del privato accreditato presenti sul territorio dell’AUSL della Romagna da parte dei SerD della Romagna. Anno 2015

SerD

Ente Gestore Ravenna Forlì Cesena Rimini

Totale giornate

(escluso gli arresti

domiciliari)

Arresti domiciliari Totale generale

Cooperativa sociale La Casa 6,3 0,1 4,1 - 10,4 0,2 10,7 Cooperativa sociale Cento Fiori onlus 0,6 3,9 - 15,6 20,1 4,4 24,6 CO.M.E.S. Cooperativa sociale onlus 29,0 5,3 1,0 2,4 37,7 2,1 39,8 Cooperativa sociale a.r.l. Comunità Papa Giovanni XXIII onlus 5,6 0,7 2,6 13,7 22,7 6,8 29,4 Nuovo Villaggio del fanciullo 8,9 6,2 14,1 2,3 31,5 2,5 34,0 Saman Servizi Coop. sociale a.r.l. - - - - - - - Comunità San Maurizio - 1,9 3,3 0,1 5,3 0,8 6,1 Totale 8,7 2,3 3.5 8,2 22,6 4,1 26,8

Dato l’alta offerta di posti da parte delle strutture del privato accreditato dell’AUSL della Romagna pari a 626, va evidenziato che, seppur i SerT della

Romagna utilizzino in netta prevalenza questi Enti, il tasso di utilizzo delle stesse è pari solo al 26,8% (pertanto gli Enti sono sul “mercato” rispetto ai SerT nazionali.

60

Nel corso del 2015 sono stati trattati in comunità 442 soggetti con disturbi da abuso o dipendenza da sostanze psicotrope (alcol incluso) e/o per dipendenze comportamentali quali il gioco d’azzardo patologico (vedi Tab. 5), per un totale di 89.002 giornate di assistenza e un costo complessivo di €5.319.660,20

Tab. 5 – Numero utenti inseriti in struttura riabilitativa suddivisi per territorio e problematica. Anno 2015 (valori assoluti)

Ravenna Forlì Cesena Rimini AUSL della Romagna Droghe e/o farmaci 107 46 51 120 324 Alcol 35 10 34 35 114 Altre tipologie - - 4 - 4 Totale 142 56 89 155 442 Totale (valori percentuali) 32,0 12,7 20,0 35,0 100,0

La maggioranza dei casi sono utenti residenti nel territorio della Provincia di Rimini (155 su 442,

ossia il 35,0%), con 29.196 giornate (32,8% del totale) e un costo di € 1.936.574,02 (36,4% della spesa totale).

Il 72,2% della spesa (vedi Tab. 6), ad esclusione degli arresti domiciliari, è relativa a inserimenti nelle strutture comunitarie presenti sul territorio dell’Azienda USL della Romagna. Tale dato risulta coerente con quanto stabilito dall’Accordo di fornitura il quale, all’art. 2, prevede che la percentuale corrispondente al fabbisogno stimato tra il 70 – 80% (con uno scostamento del 5,0%) del budget dei Servizi Dipendenze Patologiche dell’AUSL della Romagna debba essere mantenuta all’interno degli Enti privati accreditati appartenenti a tale territorio, sia per interventi residenziali e semiresidenziali sia per interventi non compresi nelle tipologia di accreditamento sanitario di cui alla DGR n° 26-2005 (Vedi par. 2.2).

La spesa per gli inserimenti fuori Regione rappresenta in termini di costi il 2,6% della spesa totale (eccetto quella per gli arresti domiciliari) e le giornate di assistenza acquistate risultano pari al 2,1%.

Il 12,3% dell’importo totale è relativo ad inserimenti riconducibili ad una detenzione domiciliare in comunità (€. 655.872,61). La quota più rilevante è sostenuta da Rimini, la quale da sola copre il 76,8% della somma spesa. Rispetto al 2014, si riscontra un incremento sia nella spesa (+3,0%) sia nelle giornate di assistenza acquisite (+6,0%), attribuibile all’aumento degli inserimenti effettuati nelle strutture regionali facenti parte dell’ Accordo Generale42 e su quelli nelle strutture non accreditate (incluso il territorio dell’AUSL della Romagna)

42 Del GR n. 1718/2013, “Approvazione accordo generale per il triennio 2014-2016 tra la Regione ER e il Coordinamento degli Enti Ausiliari in materia di prestazioni erogate a favore delle persone dipendenti da sostanze d’abuso e requisiti specifici per l’accreditamento del percorso residenziale nel trattamento delle dipendenze patologiche.”

61

Tab. 6 – Spesa per gli inserimenti in comunità. Anno 2014

Territorio

AUSL della Romagna

Regione Emilia Romagna

(escluso territorio AUSL Romagna)

Strutture non accreditate presenti in Regione

Extra Regione

Totale spesa (escluso gli arresti

domiciliari)

% di riga

Arresti domiciliari

% di riga

Totale generale

% di riga

Ravenna 1.247.896,09 195.551,52 356.562,00 55.732,13 1.855.741,74 95,0 100.732,65 5,0 1.956.474,39 100,0 Forlì 352.085,52 103.903,07 155.646,02 29.322,75 640.957,36 94,7 35.767,79 5,3 676.725,15 100,0 Cesena 583.138,83 23.415,69 127.907,92 - 734.462,44 98,0 15.424,20 2,0 749.886,64 100,0 Rimini 1.185.117,13 99.057,61 111.951,31 36.500,00 1.432.626,05 74,0 503.947,97 26,0 1.936.574,02 100,0 AUSL della Romagna

3.368.237,57 421.927,89 752.067,25 121.554,88 4.663.787,59 87,7 655.872,61 12,3 5.319.660,20 100,0

Tab. 7 – Spesa per gli inserimenti in comunità. Variazione percentuale 2014 - 2015

Territorio AUSL della Romagna

Regione Emilia Romagna

(escluso territorio AUSL Romagna)

Strutture non accreditate presenti

in Regione

Extra Regione

Totale spesa (escluso gli arresti

domiciliari)

Arresti domiciliari

Totale generale

Ravenna 3,9 72,5 8,5 67,7 10,7 -48,9 4,4 Forlì -26,0 135,0 14,4 -33,2 -8,4 3,5 -7,9 Cesena 2,9 - 63,7 - 13,9 -39,3 11,9 Rimini 4,3 -12,4 -13,8 -32,6 -0,1 11,3 2,7 AUSL della Romagna

0,4 55,9 11,8 -7,4 4,7 -7,6 3,0

Tab. 8 – Giornate di assistenza inserimenti in comunità. Variazione percentuale 2014 - 2015

Territorio AUSL della Romagna

Regione Emilia Romagna

(escluso territorio AUSL Romagna)

Strutture non accreditate presenti

in Regione

Extra Regione

Totale giornate (escluso gli arresti

domiciliari)

Arresti domiciliari

Totale generale

Ravenna 6,3 54,3 20,0 47,8 14,5 -29,5 11,2 Forlì -23,0 135,0 22,0 -41,3 -2,2 -10,0 -2,6 Cesena -4,6 - 61,5 - 10,8 -24,0 10,0 Rimini 5,2 -15,7 100,7 -77,6 - 7,8 2,0 AUSL della Romagna

0,3 49,3 28,8 -36,8 7,2 -2,7 6,0

Il raffronto 2014-2015 su alcuni indicatori di sintesi in relazione alla spesa e alle giornate evidenzia i seguenti risultati (vedi Tab. 9):

• la spesa media per utente aumenta leggermente. Cesena si riconferma la realtà dove la spesa media risulta più contenuta;

• leggero aumento della percentuale di utenti inseriti nelle strutture private accreditate sul totale degli utenti tossicoalcoldipendenti trattati nell’anno (0,6 punti percentuali). Ravenna si configura come la realtà dove si tende ad inviare in comunità in misura più ridotta e questo, forse, anche a causa del più alto numero di giornate che mediamente un utente trascorre all’interno della struttura;

• in aumento le giornate medie trascorse dal singolo utente in comunità (Cesena presenta il valore minore)

• in crescita le giornate medie riferite alle strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica (COD). Su quest’ultimo punto, da segnalare il dato al di sopra dello standard regionale per quanto concerne la durata media degli inserimenti: l’appropriatezza dell’inserimento in Strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica prevede una permanenza massima pari a 90 giorni.

Tab. 9 – Indicatori di sintesi 201543

Ravenna Forlì Cesena Rimini

AUSL della Romagna

2015

AUSL della Romagna

2014

AUSL della Romagna

2004

Spesa media per utente (Euro) 13.778,00 12.084,40 11.027,7 12.494,00 12.635,8 12.326,9 5.682,30 Percentuale soggetti inseriti in Comunità sul totale utenti in carico (tossicodipendenti + alcolisti) 8,0 9,1 9,3 12,3 9,6 9,0 11,8 Giornate medie per utente in Comunità 258,7 202,6 172,3 188,4 211,4 200,4 143,0 Giornate medie per utente in Strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica (COD) 96,8 79,4 120,0 104,0 102,8 81,4 - Giornate medie per utente agli arresti domiciliari 133,8 147,7 220,0 190,2 175,9 163,8 -

Da segnalare che nel corso del 2015, il SerT di Cesena ha inserito 27 soggetti presso il Centro Diurno La Meridiana/SerT (21 solo Centro Diurno e 6 Centro Diurno + Comunità Terapeutica). Tale soggetti sono stati inseriti nel calcolo degli indicatori di sintesi 2015. 3.4 Progetto individuale di trattamento in strutture riabilitative private accreditate

I requisiti specifici per l’accreditamento dei Servizi per le Dipendenze e delle strutture di

trattamento residenziali e semiresidenziali per persone dipendenti da sostanze (DGR 26/2005) sono stati integrati, nel 2013, con i Requisiti Specifici per l’accreditamento del percorso residenziale nel trattamento delle dipendenze patologiche (DGR 1718/2013). Uno degli assi fondamentali che costituiscono i requisiti cogenti per l’interfaccia è quello della definizione di un progetto terapeutico. Tra i requisiti si richiede, per ogni utente inserito in struttura, la stesura di un progetto terapeutico individuale sulla base di una ipotesi diagnostica e la condivisione dei contenuti del progetto fra Servizi DP – Struttura - Utente. Ed è proprio a partire da tali elementi che è stata condotta l’analisi che segue.

Nel corso del 2015 i soggetti inseriti presso le strutture residenziali e semiresidenziali diagnostico - terapeutico riabilitative private per il trattamento delle problematiche correlate alle dipendenze da sostanze legali e illegali e da comportamenti, come ad esempio il gioco d’azzardo, sono stati 442.

43 I dati riguardano l’anno solare (01/01 – 31/12/2015).

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

63

Su 442 soggetti, i progetti terapeutici a disposizione per l’analisi sono pari a 403; questo a significare che alcuni utenti avendo effettuato due o più percorsi figurano nel conteggio totale con più di una scheda progetto, mentre per altri la scheda è inesistente (vedi Fig. 1). Fig. 1 - Inserimenti in CT per area problematica nei Servizi DP dell’AUSL della Romagna. Anno 2015 (valori assoluti).

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

Ravenna Forlì Cesena Rimini AUSL Romagna

Soggetti inseriti Schede progetto

La condivisione dei contenuti del progetto fra Servizio inviante – struttura che accoglie - utente è

uno degli aspetti ritenuti fondamentali delle buone pratiche nei percorsi di inserimento in strutture private accreditate per il trattamento delle dipendenze. L’analisi delle schede progetto pervenute (vedi Fig. 2), evidenzia una quota di schede manchevoli delle tre firme congiunte pari al 29,3 % (118 casi).

La carenza maggiore si riscontra nel territorio di Cesena dove solo circa 1/3 delle schede progetto viene stilato congiuntamente (Tab.10). Fig. 2 – Condivisione del progetto terapeutico (firme). Anno 2015

Schede Progetto

403

Nessuna 2,2%

(9 schede)

SerT+Utente+CT 68,5%

(276 schede)

Altre combinazioni

29,3% (118 schede)

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

64

Tab. 10 – Condivisione del progetto terapeutico (firme) per territorio. Anno 2015 Ravenna Forlì Cesena Rimini Totale

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Nr schede progetto 106 51 77 169 341

Presenza nel progetto di tutte le firme (SerT-Struttura- Utente)

69 65,0 29 57,0 24 31,2 154 91,0 244 71,6

3.4.1 Caratteristiche utenti inseriti nelle strutture riabilitative

Dei 403 progetti di inserimento pervenuti, 156 pari 37,7% sono relativi a nuovi inserimenti nell’anno. Le schede sono riferite prevalentemente a persone con una dipendenza da sostanze illegali (296 schede progetto pari al 73,4%dei casi), a seguire quelli con dipendenza da alcol (105 pari al 26,6%).

L’età media complessiva è pari a 38,0 anni (44,9 anni per gli alcoldipendenti). Si tratta per lo più di soggetti di sesso maschile (79,2%), celibi o nubili (74,7%), con una bassa scolarità (il 68,6% ha al massimo la licenza media inferiore mentre solo il 2,0% è laureato), disoccupati (66,8%) o con una occupazione saltuaria o stagionale (4,7%). I minori (<18 anni) sono 3, costituiscono lo 0,7% degli inserimenti e presentano una diagnosi per disturbi da abuso di cannabinoidi (4 su 6).

La maggioranza degli inserimenti è relativa a persone che presenta una diagnosi correlata all’uso di oppiacei (39,6%), mentre 1 su 4 è relativo a utenti con diagnosi legata ad un abuso o dipendenza da alcol (27,7%) o cocaina in 1 caso su 5 (21,4%) (Tab. 11).

Per quanto riguarda la comorbidità psichiatrica44, 22,8% dei progetti risulta registrata una diagnosi psichiatrica (92 casi). Tra le diagnosi indicate, quelle più frequenti sono i disturbi dell’umore (38,0%), i disturbi di personalità (34,8%), e Schizofrenia, disturbo schizotipico e disturbi deliranti (18,5%). Tab. 11 – Diagnosi psichiatriche (ICD X) per area problematica. Anno 2015

Droghe e/o farmaci

Alcol Totale*

v.a. % v.a. % v.a. %

Nr schede progetto 206 105 403

Nr schede progetto con indicazione di diagnosi psichiatrica

59 100,0 100,0 92 100,0

Schizofrenia 5 8,5 1 3,0 6 6,5

Disturbo schizotipico 1 1,7 - 1 1,1

Disturbi deliranti persistenti 2 3,4 - 2 2,2 Disturbi psicotici acuti e transitori 1 1,7 - 1 1,1

Schizofrenia,

disturbo schizotipico e

disturbi deliranti Disturbi schizoaffettivi 5 8,5 2 6,1 7 7,6

Episodio maniacale 5 8,5 - 5 5,4

Disturbo affettivo bipolare 12 20,3 3 9,1 15 16,3

Episodio depressivo 4 6,8 5 15,2 9 9,8

Disturbo depressivo ricorrente - 2 6,1 2 2,2

Disturbi persistenti dell'umore 1 1,7 2 6,1 3 3,3

Disturbi dell’umore (affettivi)

Disturbo dell'umore (affettivo) non specificato

1 1,7 - 1 1,1

* Nel totale sono incluse anche altre tipologie di utenza oltre a quelle descritte

44 Questo dato non ha buona attendibilità perché le diagnosi relative ai disturbi psichiatrici non sempre

vengono compilate in modo adeguato da tutti i Servizi per le Dipendenze.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

65

Droghe e/o farmaci

Alcol Totale

v.a. % v.a. % v.a. %

Disturbi ansioso fobici 1 1,7 - 1 1,1

Disturbi dell’alimentazione - 2 6,1 2 2,2

Disturbi nevrotici, legati a stress e somatoformi Altri disturbi d'ansia - 2 6,1

2 2,2

Disturbi di personalità specifici 17 28,8

8 24,2

25 27,2

Altri disturbi di personalità e forme miste

2 3,4 2 6,1

4 4,3

Disturbi della personalità e del comportamento

nell’adulto Disturbi delle abitudini e degli impulsi

1 1,7 2 6,1

3 3,3

Ritardo mentale lieve - 2 6,1

2 2,2

Ritardo mentale di media gravità 1 1,7 - 1 1,1

Ritardo mentale

Ritardo mentale non specificato - -

In merito alle problematiche che motivano l’inserimento in struttura riabilitativa (vedi Tab. 12), il 93,8% è stato determinato da uno scompenso tossicomanico non controllabile se non in ambiente protetto, il 42,7% da una elevata conflittualità familiare, il 36,7% da problematiche socioeconomiche e più di 1 su 4 da problemi legali (spesso questi inserimenti sono avvenuti come alternativa alla detenzione) o da forme di marginalità sociale temporanea (28,5%) o cronica (20,0%) non risolvibili altrimenti. Queste ultime problematiche, come pure quella socioeconomica, motiva più della metà degli inserimenti delle persone con problemi di alcoldipendenza.

Tab. 12 – Problematiche prevalenti per area problematica. Anno 2015 Droghe e/o

farmaci Alcol Totale

v.a. % v.a. % v.a. %

Nr schede progetto 296 105 403

Scompenso tossicomanico non controllabile ambulatorialmente

282 95,2 96 91,4 378 93,8

Alta conflittualità familiare 125 42,2 46 43,8 172 42,7

Problematiche socioeconomiche 105 35,5 41 39,0 148 36,7

Problematiche legali 88 29,7 19 18,0 107 26,6

Marginalità sociale temporanea 80 27,0 35 33,3 115 28,5

Marginalità sociale cronica 50 16,9 31 29,5 81 20,0

Difficoltà a concludere trattamento farmacologico

32 10,8 11 10,5 43 10,7

Problematiche sanitarie che riducono in modo significativo l’autonomia sia temporaneamente che cronicamente

29 9,8 12 11,4 41 10,2

Altro 24 8,1 14 13,3 38 9,4 * Nel totale sono incluse anche altre tipologie di utenza oltre a quelle descritte ** Le percentuali non si sommano in quanto un soggetto può presentare una o più problematiche

Rispetto agli obiettivi che si intendevano perseguire attraverso l’inserimento in struttura riabilitativa,

l’analisi evidenzia un ricorso al ricovero in comunità per bisogno di essere allontanati dalla sostanza di

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

66

abuso per raggiungere un’astinenza consolidata (controllo del craving) nel 57,6 % dei casi o per attivare le risorse personali del paziente nel 57,0%. L’utilizzo della struttura privata per migliorare la capacità di gestire le relazioni e per sviluppare gli aspetti legati all’autocontrollo e all’autostima e il sostegno delle relazioni familiari è riscontabile in 5 casi su 10 (Tab.13).

Rilevante anche la quota di inserimenti effettuata al fine di far recuperare al paziente ritmi biologici, spesso fortemente compromessi (35,5%) o per problemi gravi di carattere sociale (necessità di vitto e alloggio). Tab. 13 – Obiettivi che si intendono perseguire nel progetto terapeutico per area problematica. Anno 2015 Droghe e/o

farmaci Alcol Totale

v.a. % v.a. % v.a. %

Nr schede progetto 296 105 403

Controllo craving in ambiente protetto 162 54,7 68 64,8 232 57,6

Valutazione e/o riattivazione risorse personali 167 56,4 63 60,0 230 57,0

Miglioramento della gestione dei rapporti interpersonali

146 49,3 56 53,3 202 50,0

Sviluppo aspetti legati all'autocontrollo a all'autostima

141 47,6 58 55,2 201 50,0

Sostegno/rielaborazione delle relazioni familiari

150 50,7 49 46,7 200 49,6

Ri-acquisizione ritmi biologici adeguati 95 32,0 47 44,8 143 35,5

Disintossicazione da sostanze psicoattive in ambiente protetto

103 34,8 18 17,0 121 30,0

Superamento comportamenti a rischio 87 29,4 32 30,5 121 30,0

Controllo/adeguamento terapia farmacologica 69 23,3 37 35,2 106 26,3

Individuazione e attivazione risorse di rete sociale

83 28,0 22 21,0 105 26,0

Reinserimento socio-lavorativo 76 25,7 27 25,7 103 25,6

Osservazione clinica finalizzata alla diagnosi 54 18,2 18 17,0 72 18,0

Soddisfacimento bisogni primari 38 12,8 19 18,0 57 14,0

Monitoraggio delle condizioni di salute 37 12,5 30 28,6 67 16,6

Riduzione graduale agonisti in ambiente protetto

36 12,2 4 3,8 40 10,0

Definizione trattamento farmacologico per la prevenzione recidive (alcolisti)

4 1,4 19 18,0 23 5,7

Altro 14 4,7 5 4,8 19 4,7 * Nel totale sono incluse anche altre tipologie di utenza oltre a quelle descritte ** Le percentuali non si sommano in quanto per ogni soggetto sono possibili più obiettivi.

3.4.2 Durata ed esito dei trattamenti

Durante il 2015 sono stati ricoverati in struttura 442 soggetti per un totale di 505 trattamenti “inserimento in strutture riabilitative”. Tutti gli inserimenti sono stati esaminati al 31 dicembre 2015 e per ogni inserimento è stata presa in considerazione la data di inizio, la data di fine e l’esito. Per quegli inserimenti che presentavano una data di ingresso antecedentemente al 2015, è stata esaminata la data di ingresso anche se precedente al periodo in esame.

Gli esiti sono stati così raggruppati: • in corso: inserimenti ancora attivi alla data del 01-01-2016, • concluso: comprende l’inserimento completato e la dimissione concordata, • interrotto : unisce l’abbandono del percorso da parte dell’utente e l’espulsione dalla

struttura da parte di quest’ultima,

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

67

• altri esiti : comprende l’arresto, il decesso, il passaggio ad altra struttura e la variazione trattamento.

La durata media dell’inserimento è 18,6 mesi. (d.s. ±22,9 mesi). Se operiamo un raffronto per

territorio e tipologia d’utenza, si può notare una certa eterogeneità: gli utenti inseriti dal Servizio di Ravenna presentino un periodo di permanenza molto al di sopra del valore medio dell’intero territorio (Cesena presenta il valore più basso) così come gli utenti con problematiche legate al consumo di stupefacenti (vedi Fig. 3). Fig. 3 - Durata media (in mesi) degli inserimenti in Comunità. Anno 2015 e confronto 2014 (valori percentuali)

12,1

25,528,2

12,9

19,1 20,4 2119,5

27,2

10,3

17,720,3

12,7 13,4

25,7

18,6

05

10152025303540

Ausl dellaRomagna

Cesena Forlì Ravenna Rimini Droghe Alcol Altretipologie

2014 2015

Sul totale di 505 inserimenti esaminati, al 31 dicembre 2015 il 53,0% risultava ancora in corso, il

19,0% era stato completato, il 23,5% era stato interrotto e il 4,5% ha avuto altro esito (arresto, passaggio ad altra struttura, decesso, ecc…). Fig. 4 - Esito del “Inserimento in strutture riabilitative”. Anno 2015 e confronto 2014 (Valori percentuali)

51 53

19,8 1922,7 23,5

6,5 4,5

0

10

20

30

40

50

60

2014 2015

In corso Concluso Interrotto Altri esiti

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

68

Fig. 5 - Esito del “Inserimento in strutture riabilitative” suddiviso per ambito territoriale. Anno 2015 e confronto 2014 (Valori percentuali)

49,5 46,2 48,5

2015,3 18

21,629,7 27,7

12,8

28,7

0,87,6

1,2

61,6

10,8

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Cesena Forlì Ravenna Rimini

In corso Concluso Interrotto Altri esiti

La maggioranza dei percorsi comunitari intrapresi dai pazienti del SerD di Ravenna e Cesena risultano ancora attivi alla data del 1° gennaio 2016, mentre Rimini presenta la percentuale maggiore di inserimenti conclusi positivamente.

La durata media complessiva degli inserimenti ancora in corso alla data del 01-01-2016 è di 1,6 anni (min. 1 giorno – max 11,6 anni). I percorsi ancora attivi con durata superiore ai 2 anni sono 83 (pari al 31,0%). Trattasi prevalentemente di maschi, celibi, disoccupati o con lavori precari/stagionali, eroinomani, inseriti dal Servizio di Ravenna (54,2%), Rimini e Forlì (entrambi il 15,7%).

Mediamente i trattamenti completati sono arrivati a conclusione dopo 1,7 anni (min. 2 giorni – max. 10,3 anni), mentre quelli interrotti durano 0,7 anni (min. 2 giorni – max. 5,5 anni). Tab. 14 – Durata dei programmi per tipologia di esito. Anno 2015 (valori percentuali)

Esito

Durata inserimenti In corso Concluso Interrotto Altri esiti Totale

Valori Assoluti 267 97 118 23 505 Durata media (in anni) 1,6 1,7 0,7 2,1 1,6 Deviazione Standard (in anni) 2,0 1,5 1,0 2,8 1,9 <=90 giorni 12,0 7,3 42,7 9,5 19,0 3 – 6 mesi 8,8 11,5 15,5 14,3 10,3 6 mesi – 1 anno 23,2 12,5 20,0 19,0 18,7 1 - 2 anni 25,0 34,4 12,7 19,0 24,0 2 - 4 anni 21,0 31,3 5,5 28,6 20,2 > 4 anni 10,0 3,0 3,6 9,5 7,8

Dall’esame degli inserimenti terminati anticipatamente emerge un rilevante numero di abbandoni

per lo più entro i primi 90 giorni dall’ingresso in struttura (42,7% pari a 47 casi); di questi, 4 su 10 ha interrotto entro i primi 30 giorni (19 casi).

I soggetti che abbandonano il percorso di cura intrapreso sono prevalentemente pazienti rientrati in trattamento al SerD nel corso dell’anno o che risultavano continuamente in carico dagli anni precedenti , maschi, adulti (età >= 40 anni), eroinomani, disoccupati, celibi, con un titolo di studio pari o inferiore alla scuola inferiore di II grado (ex licenza media). Per quanto concerne il servizio inviante, trattasi per la maggior parte di utenti provenienti dal SerD di Rimini (40,0%) e Cesena (25,5%)

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Osservazioni conclusive

Riportiamo alcune evidenze di sintesi: • La spesa generale aumenta del 3,0% rispetto all’anno precedente (aumentano del 6,0% anche le

giornate di inserimento); • la spesa media per utente si mantiene costante. Cesena si riconferma la realtà dove la spesa media

risulta più contenuta; • gli utenti inseriti sono stati 442 (contro i 436 dell’anno precedente); • leggero aumento della percentuale di utenti inseriti nelle strutture private accreditate sul totale

degli utenti tossicoalcoldipendenti trattati nell’anno (0,6 punti percentuali). Ravenna si configura come la realtà dove si tende ad inviare in comunità in misura più ridotta;

• la durata media dell’inserimento è 18,6 mesi (più alto a Ravenna, più basso a Cesena e Rimini), con un calo rispetto al 2014 di 0,9 mesi. Da rilevare che 83 percorsi (pari al 31,0%) hanno una durata superiore ai 2 anni;

• in aumento le giornate medie trascorse dal singolo utente in comunità (Cesena presenta il valore minore)

• in crescita le giornate medie riferite alle strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica (COD). Su quest’ultimo punto, da segnalare il dato al di sopra dello standard regionale per quanto concerne la durata media degli inserimenti: l’appropriatezza dell’inserimento in Strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica prevede una permanenza massima pari a 90 giorni.

• da una parte progressivo invecchiamento della popolazione inserita nelle strutture riabilitative , dall’altro, seppur minima, abbiamo una quota di utenti giovani (<= 20 anni) che nel 2015 si attesta al 3,9% (18 su 461 utenti);

• criticità: su un totale di 442 soggetti inseriti in Comunità nel 2015, la quota di utenti con scheda progetto è pari a 403 (91,2% del totale, dato sostanzialmente stabile rispetto al 2014); firma condivisa del Progetto Terapeutico tra utente, professionisti della Comunità e professionisti del Servizio DP: su un totale di 403 soggetti solo il 68,5% (vs il 71,6% del 2014) degli invii ha le tre firme.

• rispetto al dato “Esito” non si rilevano cambiamenti significativi dall’anno precedente: 19% programma concluso, 23,5% interruzioni, 53,0% programma in corso. Rispetto a quest’ultimo punto, possiamo dire che in un sistema di welfare mix di alta qualità e comunicativo come quello delle dipendenze patologiche nell’AUSL della Romagna, forse sarebbe utile implementare un sistema di valutazione dell’outcome che vada oltre all’utile ma non sempre soddisfacente definizione delle schede predisposte; si rimanda al progetto di modernizzazione promosso dalla Regione Emilia Romagna dal titolo “Verso una Comunità di pratica virtuale tra agenti di cura”. La finalità del progetto è la realizzazione di un sistema di comunicazione finalizzato alla sperimentazione di una “Comunità di pratica virtuale tra agenti di cura”; il progetto mira alla creazione di una stretta relazione tra conoscenza che scaturisce dalla relazione tra professionisti, tecnologia che supporta le scelte cliniche e sociali e la cultura di pratica organizzativa. In questo modo cerca di sviluppare un meccanismo attraverso il quale la conoscenza è posseduta, trasferita e creata in un network comunitario telematico, con una ricaduta sui processi di knowledge management aggiungendo così valore alle organizzazioni (trasferire buone prassi e sviluppare competenze professionali).

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Cap. 4 Unità di strada tra prevenzione di comunità e riduzione del danno di Guya Barducci, Sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Ravenna Marcella Fanelli, Biologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Ravenna Samantha Sanchini, Sociologa, Osservatorio Dipendenze Patologiche Forlì Metodi e strumenti

I dati di attività delle Unità di Strada Regionali vengono raccolti dalla Regione Emilia Romagna in due schede di rilevazione: i dati generali in un file word e quelli relativi all’etilometro in un file Excel. Le suddette schede sono sono state concordate a livello regionale nel corso degli incontri del tavolo di coordinamento Unità di Strada.

In questo capitolo sono, quindi, effettuate due elaborazioni: i dati generali vengono tradotti in tabelle e grafici mentre i dati relativi all’etilometro sono inseriti in un file di SPSS (Statistical Package for the Social Scienze) per analisi di statistica univariata e bivariata.

Introduzione

Nell’ambito degli interventi finalizzati al contrasto e alla prevenzione delle dipendenze patologiche, le Unità di strada svolgono funzioni di prossimità sul territorio, con riferimento a due principali aree di intervento: informazione, sensibilizzazione e riduzione dei rischi nei contesti del divertimento; interventi di riduzione del danno rivolti a persone con dipendenza patologica nel contesto di strada45.

Le Unità di strada sono promosse da Ausl, Enti locali e Terzo Settore e fanno riferimento al sistema regionale delle funzioni di prossimità di cui alla delibera n. 1533/2006 “Approvazione prime linee di indirizzo regionali in tema di prevenzione e di contrasto del consumo/abuso di sostanze psicotrope”. Nel Piano Sociale e Sanitario 2008-2010 della Regione Emilia-Romagna, le funzioni di prossimità svolte dalle UDS sono riconosciute formalmente all’interno di una più vasta area di attività e di interventi rivolti alla popolazione giovane

Gli interventi di informazione, sensibilizzazione e riduzione dei rischi nei contesti del divertimento sono svolti in luoghi quali discoteche, club, locali estivi della costa, circoli giovanili, birrerie, feste della birra, eventi vari e si rivolgono soprattutto ad un pubblico giovanile a cui è lasciata la libera decisione di accedere alle postazioni degli operatori che propongono lo strumento dell’etilometro, distribuiscono materiale informativo (su sostanze, alcol, servizi, Malattie Sessualmente Trasmesse –MST, profilattici e gadget vari), sono disponibili per approfondimenti e informazioni, intervengono in situazioni di criticità. Viene inoltre svolto un lavoro di sensibilizzazione nei confronti di gestori e organizzatori di eventi al fine di migliorare la salute e la tutela dei partecipanti.

In occasione di Grandi Eventi (es. Notte Rosa, …), caratterizzati sia da una elevata affluenza sia da un impegno orario prolungato, le UdS, attraverso il tavolo di coordinamento regionale, collaborano fra loro creando equipe trans-territoriali.

La riduzione del danno è rivolta a persone tossicodipendenti nel contesto di strada e di piazza, con l’obiettivo di ridurre i rischi nell’utilizzo di sostanze con particolare attenzione alle overdose, di diminuire il contagio per le possibili patologie correlate all’uso iniettivo e sniffing, di operare un avvicinamento ai servizi o un sostegno e counseling in un contesto non ambulatoriale, di distribuire materiali di profilassi e informativi.

45 http://salute.regione.emilia-romagna.it/dipendenze/servizi/le-unita-di-strada.

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72

4.1 Prevenzione di strada/prevenzione di comunità

Nel corso del 2015 le 5 Unità di Strada (UdS) dei progetti dell’AUSL della Romagna (Ravenna, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini) per la prevenzione/riduzione del rischio nei luoghi di aggregazione giovanile, hanno realizzato 16.479 contatti di cui 10.000 attraverso lo strumento dell’etilometro. Nella tabella 1 sono riportati i dati di attività rilevati attraverso la scheda regionale predisposta dal tavolo “Coordinamento Unità di Strada”. Tab. 1 - Dati di attività dei progetti dell’ AUSL della Romagna, Anno 2015 (valori assoluti)

Territorio Progetto Operatori Volontari Uscite Ore Contatti Tot.

Contatti con

Etilometro Sicuramente al Mare (Ravenna)

21 2 43 1120 5400 4312 Ravenna

Fra le Righe (Faenza)

39 25 24 576 2033 1385

Forlì Border-line 11 2 18 439 1907 912

Cesena Notti sicure 13 9 21 415 1337 1112 Rimini Circolando 8 0 153 1357 5802 2280 Romagna 92 38 259 3.907 16.479 10.000 Fig. 1 - Numero di contatti complessivi delle UDS AUSL Romagna dal 2011 al 2015

16062

17701 17670

19006

16479

14000

15000

16000

17000

18000

19000

20000

Contatti complessivi

2011 2012 2013 2014 2015

Rispetto al 2014 si registra un calo significativo dei contatti complessivi ritornando ai valori

rilevati nel 2011. In totale sono stati coinvolti nei progetti 92 operatori di cui 38 volontari. Importante sottolineare

il contributo dei volontari coinvolti in quasi tutte le UDS, che dopo un iniziale incremento (da 19 nel 2011 a 38 nel 2012), si è poi mantenuto costante (Fig. 2).

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73

Fig. 2 - Numero di operatori complessivi e volontari impegnati nelle UDS AUSL della Romagna - anni 2011-2015 (valori assoluti)

84

19

65

38

104

40

98

44

92

38

020406080

100120

Operatori Volontari

2011 2012 2013 2014 2015

Gli interventi realizzati sono stati 259, in lieve calo rispetto all’anno precedente.

Fig. 3 - Numero di uscite – anni 2011-2015 (valori assoluti)

199229 226

277259

0

100

200

300

2011 2012 2013 2014 2015

Le ore di lavoro svolte nel 2015 sono state 3907, in calo rispetto agli anni precedenti. Tale calo

ha comportato una diminuzione anche degli interventi realizzati, come si nota dalla figura 3.

Fig. 4 - Numero ore complessive - anni 2011-2015 (valori assoluti)

44655041 4903 4986

3907

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

2011 2012 2013 2014 2015

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Per quanto riguarda i profilattici e i materiali informativi, si registra un calo rispetto al 2014 mentre si evidenzia un significativo aumento nella distribuzione degli alcoltest monouso. Tab. 2 - Materiali distribuiti - anno 2015 (valori assoluti) Territorio Progetto Profilattici Materiali

Informativi Alcoltest Monouso

Sicuramente al Mare (Ravenna)

3098 9100 3850

Ravenna Fra le Righe (Faenza)

9000 2121 0

Forlì Border-line 755 249 0

Cesena Notti sicure 732 344 0

Rimini Circolando 2968 2080 1508

Romagna 16.553 13.894 5.358

L’importanza della distribuzione dei profilattici per la prevenzione delle malattie sessualmente

trasmissibili ed in particolare dell’HIV è caratteristica della mission delle UDS. Da sottolineare il dato del Progetto “Fra le righe” di Faenza che ha registrato il valore più alto di profilattici distribuiti (9000) in linea con gli anni precedenti.

Analizzando i singoli progetti della Romagna si evidenzia: • Ravenna – “Sicuramente al Mare”, mostra una lieve diminuzione nella distribuzione di

materiale informativo (9.100 nel 2015 vs 9.700 nel 2014) e un aumento nella distribuzione di alcoltest monouso (3.850 nel 2015 vs 3.205 nel 2014),

• Faenza – “Fra le righe”, ripropone anche per il 2015 l’elevato numero di profilattici distribuiti (9000). Non ha distribuito alcoltest monouso (come negli anni precedenti),

• Forlì – “Border-line”, per quanto riguarda la distribuzione dei profilattici, il dato del 2015 è sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente (785 nel 2014) mentre diminuisce ulteriormente il dato relativo alla distribuzione dei materiali informativi (352 nel 2014),

• Cesena – “Notti Sicure”, mostra un calo per quanto riguarda la distribuzione del materiale preso in esame. Come Faenza, anche Cesena non ha distribuito alcoltest monouso,

• Rimini – “Circolando”, la distribuzione dei profilattici e degli alcoltest monouso è sostanzialmente in linea col dato dell’anno precedente (profilattici 3074 e alcoltest monouso 1191 nel 2014) mentre dimezza la distribuzione del materiale informativo (4876 nel 2014).

4.2 Gli interventi di sensibilizzazione nel mondo della notte

Nel corso del 2015 nell’AUSL della Romagna, nel mondo della notte sono stati effettuati 10.000 contatti con etilometro per un totale di 259 interventi e 16.479 contatti complessivi. In generale, tuttavia, l’anno 2015, rapportato all’anno precedente, evidenzia un lieve calo nei contatti con etilometro (10.000 contro i 11.379 del 2014).

Il numero di test con l'etilometro sulla costa emiliano-romagnola deve considerare che il bacino di utenza è rappresentato da giovani di tutta la regione (e non solo) che durante l’estate frequentano la riviera.

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Osservando i singoli progetti si registra un decremento ad eccezione del progetto “Sicuramente al mare” (Ravenna); questa situazione è dovuta al fatto che alcune persone che lavorano a questi progetti non hanno contratti di lavoro stabili all’interno dell’AUSL, questo incide anche sull’attività svolta (fig.5). Fig. 5 - Andamento dei contatti con gli etilometri per singolo progetto, distribuzione 2011-2015 (valori assoluti)

14561790 1961

14301833

831 734451

1187

415 540 463 446881

3792

3146 3131

3845

2657

4312

1385911

1112

2280

1356

0

1000

2000

3000

4000

5000

Sicuramente al mare Fra le righe Borderline Notti sicure Circolando

2011 2012 2013 2014 2015

Caratteristiche socio – anagrafiche dei soggetti: genere: i giovani contattati con l’etilometro

sono per il 71,6% maschi e per il 27,9% femmine, pressoché le stesse percentuali del 2014 (Fig. 6). Considerando i singoli progetti, emergono differenze per il progetto “Sicuramente al mare”

(Ravenna) dove un contatto su 3 è di una femmina e per quello “Borderline” dove è un contatto su 5 di una femmina. Fig. 6 - Distribuzione del genere in base ai progetti. Anno 2015 (valori percentuali)

01020304050607080

Sicuramente almare

Fra le righe Borderline Notti Sicure Circolando Romagna

Maschio Femmina

Età: anche nel 2015, come negli hanno passati e come a livello regionale, la maggioranza

(51.3%) delle persone testate hanno fra i 20 e i 29 anni. Un soggetto su tre ha un’età uguale o superiore ai 30 anni e un soggetto su dieci ca. ha fra i 18-19 anni.

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Fig. 7 - Distribuzione per classe di età, AUSL Romagna, anno 2015 (valori percentuali)

4.2

9.9

29.8

21.5

13.6

20.5

0.40

5

10

15

20

25

30

<=17 18-19 20-24 25-29 30-34 35-64 >=65

Svolgendo un approfondimento per singoli progetti (Fig. 8), si evidenzia come i giovanissimi

(under 16 anni), così come i 16-19enni siano maggiormente contattati – seppur con numeri molto bassi – nei progetti “Notti Sicure”. Il progetto “Borderline” è quello che nel 2015, a differenza dell’anno precedente che contatta più giovani nella classe di età 20-24; nella fascia 25-29 anni la percentuale maggiore è del progetto “Circolando” (26,1%). Gli over 35 sono percentualmente più numerosi nei progetti “Sicuramente al mare” , “Fra le righe” e “Circolando” dato che conferma quello del 2014. Fig. 8 - Distribuzione dei contatti con etilometro per fasce di età e progetti, anno 2015 (valori percentuali)

05

10152025303540

Sicuramente al mare Fra le righe Borderline Notti Sicure Circolando

<=17 18-19 20-24 25-29 30-34 35-64 >=65

Residenza (o domicilio): si evidenzia come una persona su dieci sia non residente/domiciliato

in Regione Emilia Romagna, questo dato conferma quello del 2014. Inoltre il 13,0% è residente/domiciliato in Emilia.

In tutti i progetti più di una persona su due ha la residenza/domicilio nella propria provincia. Si evincono differenze fra i vari progetti nelle percentuali di residenza esterna alla propria provincia: una persona su quattro che è testato dal progetto “Sicuramente al mare” è residente in Emilia; il progetto “Borderline” ha il 23,8% dei soggetti testati residenti della provincia di Ravenna; una su cinque persone testate dal progetto “notti Sicure” risiede nella provincia di Rimini; infine, per quanto riguarda il progetto “Circolando”, il 19,9% è residente in Emilia e il 17,6% in altre provincie della Romagna.

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Fig. 9 - Residenza dei soggetti contattati con l’etilometro, per singoli progetti, anno 2015 (valori percentuali)

0

10

20

30

40

50

60

70

Sicuramente al mare Borderline Notti Sicure Circolando

Provincia di Ravenna Provincia di Forlì cesenaProvincia di Rimini Fuori Romagna dentro RERFuori RER Estero

Tempo e luogo dell’intervento effettuato: gli interventi nell’AUSL della Romagna si

svolgono tutto l’anno, ma è nel 2° semestre con i mesi estivi (in particolare luglio e agosto) che si registra la maggior parte degli interventi e dei contatti (71,3%).

Il 25,0% degli etilometri è stato fatto in stabilimenti balneari, come nel 2014; seguiti dalle discoteche, feste della birra, feste organizzate, feste di paese, concerti e pub (Fig. 10). Fig. 10 - Distribuzione dei contatti con l’etilometro in base al luogo di svolgimento, AUSL Romagna, anno 2015 (valori percentuali)

0

5

10

15

20

25

Stabilimentobalneare

Discoteca Festa birra/vino Festa organizzata Fiera in piazza Concerto/Grandeevento

Pub/Discopub Altro

Analizzando le percentuali a livello a livello territoriale vediamo come i singoli territori si muovano in contesti differenti, questo in parte è dovuto alle diversità morfologiche in parte a diversità organizzative. Per quanto riguarda il progetto “Sicuramente al mare”, un soggetto su due è stato contattato in stabilimenti balneari, il 30,6% in feste organizzate e il 7,9% in Grandi Eventi (es. Notte Rosa); al contrario il progetto “Fra le righe” va soprattutto in Feste della birra/vino (87,4%). La percentuale maggiore del progetto Borderline è la discoteca (69,2%), il 30,1% degli etilometri è stato fatto in feste di paese. Un soggetto su due è stato contattato in discoteca anche dal progetto “Notti Sicure” e “Circolando”. Il 27,0% dei soggetti dal progetto “Notti Sicure” è stato contattato in feste della birra/vino, seguiti da stabilimenti balneari e feste organizzate. Per quanto riguarda il progetto Circolando ha le percentuali maggiori in festa di paese e grande evento (es. Notte Rosa).

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Fig. 11 - Distribuzione dei contatti con l’etilometro in base al luogo di svolgimento, per singoli progetti, anno 2015 (valori percentuali)

0102030405060708090

Sicuramente al mare Fra le righe Borderline Notti Sicure Circolando

Stabilimento Discoteca Festa birra/vinoFesta organizzata Fiera piazza Grande eventoPub

Utilizzo dei progetti della notte: emerge che nel corso del 2015 il 39,0% dei soggetti che sono entrati in contatto con i progetti attraverso l’etilometro lo ha fatto per la prima volta, circa il 32,5% si è sottoposto all’etilometro solo con la medesima Unità di Strada, il 7,8% si è sottoposto all’etilometro in più di un progetto a livello regionale; mentre il 19,8% non ha dato risposte, perché non gli è stato chiesto (ad es. Progetto “Fra le Righe”) o perché gli sono state proposte altre opzioni di risposta (es. Progetto “Borderline” o Progetto “Circolando”). Questo dato conferma una buona capacità di attrazione delle UDS della notte su tutto il territorio Regionale; ma dall’altra evidenzia in alcuni contesti una difficoltà dei professionisti nella compilazione della stessa. Fig. 12 - Partecipazione ai progetti delle UDS della Notte nella RER, anno 2015 (valori percentuali)

0

5

10

15

20

25

30

35

40

No mai fatto Si solo in questo Si solo con altri della

regione

Si sia in questo che in

altri della regione

Altro/non idicato

Livelli alcolici: almeno un soggetto su due ha un valore alcolemico sopra il limite, con una

percentuale simile all’anno precedente. Le percentuali maggiori, vicino al 60,0 riguardano i progetti “Sicuramente al mare”, “Borderline” e “Notti sicure”; mentre percentuali più basse riguardano i progetti “Fra le righe” e “Circolando”. Fig. 13 - Livelli alcolici in rapporto con il limite di legge per singoli progetti, anno 2015 (valori percentuali)

010203040506070

Sicuramente al mare Fra le righe Borderline Notti Sicure Circolando Romagna

si no

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Analizzando i valori sopra lo 0,5 vediamo come la percentuale maggiore è di coloro che hanno un valore alcolemico 0,81-1,50, seguiti da quelli che hanno 0,51-0,80 e pochissimi sono quelli con un valore >=1,51. I valori percentuali sono simili a quelli del 2014, non ci sono differenze significative fra i singoli progetti. Fig. 14 - Livelli alcolici sopra il limite di legge per AUSL della Romagna, anno 2015 (valori percentuali)

0

5

10

15

20

25

0,51-0,80 0,81-1,50 >=1,51

Intenzione di guida e livelli alcolici: prima della prova dell'etilometro viene richiesta ai

giovani la loro intenzione di guida. Nel 2015, i soggetti con valore alcolemico al di sopra del limite di legge sono 5759 soggetti, di questi il 55,9% non ha intenzione di guidare, mentre il 40,9 si. L'attenzione degli operatori si è concentrata in modo particolare su coloro che, con il limite alcolico sopra lo 0,50 g./l. (e sopra lo zero nel caso dei neo patentati o degli under 21), avevano detto, prima del test, di volere guidare o di essere indecisi. Fig. 15 – Intenzione di guida dei soggetti che sono al di sopra del limite di legge per AUSL Romagna, anno 2015 (valori percentuali)

0

10

20

30

40

No mai fatto Si solo in questo Si solo con altri della

regione

Si sia in questo che in

altri della regione

Altro/non idicato

Sensibilizzazione: l’obiettivo principale delle UDS della Notte è di ridurre il rischio connesso

all’abuso di alcol e all’uso di sostanze in relazione alla guida. Il dato di efficacia dell’intervento è relativo ai soggetti che dichiarano di seguire uno dei consigli degli operatori, come aspettare lo smaltimento dell'alcol, passare le chiavi e fare guidare il mezzo a qualcuno sobrio, prendere un taxi, non bere più nel corso della serata.

Nel corso del 2015, nell’AUSL della Romagna (Fig. 16) i soggetti che sono risultati a rischio, ovvero con l’intenzione certa di guidare e il livello alcolico sopra il limite di legge, sono stati 2358. Di questi, il 77,7% (1831 soggetti) è sensibilizzato, il 19% ha dichiarato di non seguire le indicazioni degli operatori e quindi si sono messi alla guida in condizioni critiche, e del 3,4% non si ha il dato preciso.

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Fig. 16 – Sensibilizzazione dei soggetti con intenzione di guida dei soggetti che sono al di sopra del limite di legge per singoli progetti, anno 2015 (valori percentuali)

0102030405060708090

100

Sicuramente almare

Fra le righe Borderline Notti Sicure Circolando Romagna

si

no

Fra coloro che sono sensibilizzati, le tipologie adottate sono diverse, il 61,2% aspetta lo

smaltimento dell’alcol, il 15,8% fa guidare qualcun altro e il 7,8% non beve più nella serata. Le percentuali sono le medesime del 2014. Fig. 17 – Tipologia di sensibilizzazione dei soggetti con intenzione di guida dei soggetti che sono al di sopra del limite di legge per singoli progetti, anno 2015 (valori percentuali)

05

10152025303540455055606570

Aspetta smaltimento Passaggio di Chiavi Non beve più nellaserata

Non indicato Utilizza il Taxi o ilBus

Altro

Profilo di rischio: si è cercato di individuare un profilo di soggetti a rischio di avere un valore

alcolemico sopra il limite di legge, attraverso una regressione logistica inserendo nel modello le seguenti variabili: sesso, età, provenienza, contesto e intenzione di guida. La categoria di riferimento è riportata con OR = 1.

La probabilità di superare il limite alcolemico definito dalla legge, in modo statisticamente significativo, è maggiore nelle fasce 18-19 anni e 20-24 anni e diminuisce all’aumentare dell’età; è maggiore per chi proviene dal territorio della Romagna e per chi ha intenzione di guidare.

Al contrario la probabilità di superare il limite alcolemico definito dalla legge, in modo statisticamente significativo, è più basso per le femmine e per chi non è in contesti legati alla spiaggia, in particolare feste di paese e della birra.

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Tab. 3 – OR per soggetti con livello alcolemico sopra il limite di legge e intervalli di confidenza al 95% per le variabili inserite nel modello di regressione logistica (sesso, età, residenza, contesto, intenzione di guida) OR IC 95%

Femmina 0.64 0.58-0.70

Età (in anni) <=15 1

16-17 2.01 0.75-5.36

18-19 8.23 3.10-21.79

20-24 7.95 3.02-20.91

25-29 5.75 2.18-15.15

30-34 4.72 1.77-12.46

35-64 3.64 1.38-9.60

>=65 1.51 0.44-5.18

Residenza Provincia Ravenna 1

Provincia Forlì-Cesena 1.16 1.01-1.34

Provincia Rimini 1.11 0.94-1.30

Regione (eccetto Romagna) 1.09 0.94-1.25

Italia (eccetto Emilia Romagna 0.89 0.74-1.06

Estero 0.87 0.62-1.21

Contesto Stazioni balneari 1

Discoteche 0.87 0.75-1.01

Pub 0.75 0.57-0.99

Feste in piazza 0.36 0.30-0.44

Feste della birra 0.54 0.45-0.65

Grande evento 0.72 0.59-0.86

Festa organizzata 0.90 0.78-1.04

Altro 0.38 0.88-1.64

Intenzione di guida Si 3.03 2.77-3.32

Non so 1.60 1.26-2.03 4.3 Gli interventi per la riduzione del danno (RDD)

L’unico progetto di RDD presente nell’AUSL della Romagna è quello del territorio di Cesena. Il numero di interventi svolti nel 2015 è 98, per un totale di 724 persone coinvolte. Le persone

contattate all’ora sono 1,2. Le 882 attività svolte nel corso del 2015, riguardano la distribuzione e il ritiro delle siringhe, la

distribuzione delle fiale di Narcan, di salviette di fiale di acqua distillata, di pacchi alimentari, di vestiario/coperte, di libri (a prestito) e di prodotti igiene personale e l’invio/accompagnamento ad altri servizi.

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

82

Fig. 18 – N. attività svolte nel 2015 (valori percentuali)

05

101520253035404550

Pacc

hi ali

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i

Sirin

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Vestia

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Prof

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Acqua

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Prod

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Osservazioni conclusive

Il quadro che emerge dai numerosi dati raccolti ed elaborati in relazione alle UdS della Romagna mostra che sono state effettuate 259 uscite (vs 277 nel 2014), sono stati contattati 16.479 soggetti (vs 19.006 del 2014) di cui 10.000 attraverso lo strumento dell’etilometro.

Il numero di test con l'etilometro sulla costa emiliano-romagnola deve considerare che il bacino di utenza è rappresentato da giovani di tutta la regione (e non solo) che durante l’estate frequentano la riviera. Il 25,0% degli etilometri è stato fatto in stabilimenti balneari, seguiti dalle discoteche, feste della birra, feste organizzate, feste di paese, concerti e pub.

I giovani contattati con l’etilometro sono per il 71,6% maschi, la maggioranza ha fra i 20 e 29 anni e residenti.

Almeno un soggetto su due ha un valore alcolemico sopra il limite (1 su 4 fra 0,81-1,50). Di questi il 40,9% dichiara di avere intenzione di mettersi alla guida. Il 77,7% di coloro che hanno il valore sopra il limite di legge e intendono mettersi alla guida (2358) è sensibilizzato dai professionisti delle UdS.

La probabilità di superare il limite alcolemico definito dalla legge, in modo statisticamente significativo, è più alto nelle fasce giovanili (dai 18 ai 24 anni) ed è più basso per le femmine e per chi è in contesti legati alle feste di paese e feste della birra.

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83

Osservazioni finali a cura di Guya Barducci (Osservatorio DP Ravenna), Marcella Fanelli (Osservatorio DP Ravenna), Maristella Salaris (Osservatorio DP Rimini), Samantha Sanchini (Osservatorio DP Forlì), Monica Teodorani (Osservatorio DP Cesena), Paolo Ugolini ( Osservatorio DSM DP di Cesena)

In queste osservazioni conclusive si raccolgono alcune evidenze della domanda di accesso ai

Servizi; per approfondimenti si rimanda ai dati e agli indicatori di sintesi presentati nei singoli capitoli con la ricca ed articolata analisi fatta dai coordinatori e componenti degli Osservatori Dipendenze Patologiche di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.

1. Accesso ai Servizi Pubblici per le Dipendenze Negli ultimi anni si sta verificando una relativa riduzione/stabilizzazione degli accessi ai Servizi

che si occupano di dipendenze patologiche (DP), i soggetti affluiti passano da 9.215 nel 2010 a 8.369 nel 2015, con una flessione pari al 9%.

I soggetti con un programma terapeutico sono 4.745 (pari al 56,6% del totale affluiti) di cui nuovi sono il 20,2%; il 61,4% ha un programma per problematiche legate a Droghe e/o farmaci, il 30,0% per alcol, il 5,4 per tabacco e il 3,3% per gioco. 1 soggetto su 4 è femmina, l’età media è 42,6 anni, la maggioranza è italiana (89,8%) ed è residente (93,2%). 1 su 5 ha un titolo di studio medio alto, il 40,6% è occupato regolarmente e il 60,3% è celibe. Gli utenti di nazionalità straniera sono il 10,3% dell’utenza complessiva, in prevalenza di sesso maschile con un’età media di 35,9 anni.

Analizzando la tendenza temporale per intensità di cura vediamo come la maggior variabilità riguardi gli utenti provvisori (si passa da 3.141 nel 2010, 3.213 nel 2014 e a 2.760 nel 2015) e gli appoggiati (si passa da 1.021 nel 2010 a 694 nel 2015); mentre gli utenti in trattamento hanno un andamento più regolare (si passa da 5.053 nel 2010 a 4.915 nel 2015).

Considerando le diverse tipologie, in relazione ai soggetti in trattamento, si osserva:

� Droghe/farmaci: una riduzione sia nel periodo 2010-‘15 (-9.3%) che nell’ultimo anno (-0,5%). � Alcolisti: vi è una variazione percentuale in aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente. � Tabagisti: aumento nel periodo e nell’anno. � Gambling: negli ultimi anni (83.5% rispetto al 2010) e stabile rispetto al 2014. Tab. A - Numero di utenti in carico dipendenti da sostanze e comportamenti per anno di osservazione e tipologia di addiction, Azienda USL della Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Droghe e/o farmaci 3.252 3.010 3.015 3.044 2.962 2.948 -0,5 -9,3 Alcol 1.455 1.331 1.355 1.449 1.366 1.432 4,8 -1,6 Tabacco 171 216 231 203 228 256 12,3 49,7 Gioco d’azzardo 85 118 136 146 153 156 2,0 83,5 Altre tipologie 90 82 97 106 138 123 -10,9 36,7 Totale utenti 5.053 4.757 4.834 4.948 4.847 4.915 1,4 -2,7

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

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Dal raffronto territoriale rispetto all’anno precedente emerge una generale stabilizzazione della

domanda di trattamento, riscontrabile in tutto il territorio dell’Azienda USL della Romagna, ad eccezione della sede di Forlì che registra un lieve calo (2,0%) e di Cesena dove c’è un aumento del 6,8%. Rispetto all’andamento nel medio periodo i territori con la diminuzione maggiore sono Rimini e Forlì.

Tab. B – Numero di utenti in carico per anno di osservazione e territorio di riferimento, Azienda USL della Romagna 2010 – 2015 (valori assoluti)

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var. % 2014-2015

Var. % 2010-2015

Ravenna 1.824 1.649 1.835 1.922 1.900 1.912 0,6 4,8 Forlì 775 726 655 729 738 723 -2,0 -6,7 Cesena 889 857 832 837 820 876 6,8 -1,5 Rimini 1.565 1.525 1.512 1.460 1.389 1.404 1,1 -10,3 AUSL Romagna 5.053 4.757 4.834 4.948 4.847 4.915 1,4 -2,7 Utenti per droghe e/o farmaci: sono stati 2.948, un numero in calo rispetto al 2010 (-9,3%). Anche nell’ultimo anno si conferma una lieve flessione (-0,5%). La distribuzione degli utenti in relazione alla sostanza primaria d’abuso è sostanzialmente simile a quanto riscontrato a livello nazionale e regionale: eroina (66,2%), cocaina (16,9%) e cannabinoidi (11,7%). Le caratteristiche prevalenti dell’utenza tossicodipendente sono: 1 soggetto su 5 è femmina (18,2%), il 15,3% è un nuovo utente, è cittadino italiano (90,7%), risiede nel territorio romagnolo (91,6%), è celibe/nubile (73,8%), ha un titolo di studio medio basso. Il 40,2% lavora stabilmente, mentre il 37,1%, non ha un’occupazione. L’età media è 38,6 anni. La metà dell’utenza tossicodipendente (49%) ha più di 39 anni. In linea col dato nazionale ed europeo, si osserva un progressivo invecchiamento dell’utenza, che è da attribuirsi alla cronicizzazione della dipendenza. Questi utenti richiedono percorsi di cura protratti e caratterizzati da un’elevata intensità di cura. Lo stato di salute evidenzia che i positivi all’HIV sono il 5,7% e quelli all’epatite C il 38,2%; 1 persona su 4 non è mai stata testata per nessuna infezione. Utenti per problemi alcol correlati: sono stati 1.432, in aumento del 4,8% rispetto all’anno precedente, ma stabili nel periodo (anno 2010). I nuovi utenti rappresentano il 22,3% dei soggetti con dipendenza da alcol. 1 soggetto su 3 è di sesso femminile (33,4%), il 14,2% è straniero, la maggioranza degli utenti è celibe/nubile (41,6%) e ha un titolo di studio medio alto. Il 39,8% svolge un’attività lavorativa stabile, mentre circa 1/3 risulta non occupato. L’età media è 48,2, la classe di età modale è 40-49 anni (33,0%). L’utenza femminile è relativamente più anziana (49,3 anni vs 47,7 anni). La bevanda di uso prevalente è rappresentata principalmente dal vino (62,4%), seguito da birra (23,6%), superalcolici (8,5%) e aperitivi, amari, digestivi (3,6%). Lo stato di salute fa emergere che l’1,3% è positivo all’HIV, l’8,4% è positivo all’epatite C e l’8,4% si è sottoposto al ciclo di vaccinazione per l’epatite B; un soggetto su 4 non si è sottoposto ai test. Tabagisti: sono stati 256 che corrispondono al 5,2% dell’utenza totale in carico ai Servizi Dipendenze Patologiche. L’analisi temporale 2010-2015 rileva un aumento. Il rapporto maschi/femmine è 1:1, l’età media è 53,7 anni, senza differenza di genere. La maggioranza sono residenti, italiani e lavorano regolarmente. 1 su 2 è coniugato/a e ha un titolo di studio medio-alto. Gamblers: sono stati 156 che corrispondono al 3,3% dell’utenza totale in carico ai servizi. Il trend temporale 2010 – 2015 evidenzia un progressivo aumento. La classe di età più rappresentata è 40–49 anni con un’età media di 47,1 anni. I giochi d’azzardo più diffusi per l’utenza in esame sono le new slot seguite dalle video lottery e dai gratta e vinci.

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85

2. I percorsi di cura: trattamenti, esiti, durata

Nel corso del 2015 sono stati presi in cura 4.794 soggetti per un totale di 4.859 percorsi

terapeutici. La quasi totalità dei soggetti ha seguito un solo percorso terapeutico nel corso dell’anno (98,7%) ed il restante 1,3% due o più; questo denota una stabilizzazione dei percorsi di cura ed una conseguente riduzione del fenomeno del “revolving door”, che caratterizzava questa utenza nel passato.

I soggetti che hanno una durata media maggiore (5,1 anni) sono quelli per il trattamento dell’uso/abuso di droghe e/o farmaci; a seguire quelli per il trattamento dei disturbi alcolcorrelati (3,1 anni), del gioco d’azzardo (1,4 anni) e del tabagismo (1,2 anni).

In merito all’esito dei percorsi di cura, il 79,6% degli utenti risulta con un percorso terapeutico ancora in corso, il 9,0% ha concluso, rispettando gli obiettivi e i tempi prefissati, il 6,5% ha abbandonato e il 4,9% ha terminato il proprio percorso con altro esito (arresto, decesso, passaggio ad altra struttura, ecc..). L’analisi per comportamento additivo evidenzia quote maggiori di conclusioni fra i tabagisti e i gamblers, mentre se ne riscontrano meno tra i dipendenti da alcol e da droghe e/o farmaci. Tab. C – Esito percorsi terapeutici al 31 dic.’15 per area problematica (valori % di colonna)

Area problematica Esito percorso

Droghe e/o farmaci Alcol Tabacco Gioco

d’azzardo AUSL

Romagna

Soggetti 2.949 1.433 256 156 4.794 % In corso 83,4 78,0 56,0 62,2 79,6 % Conclusione 7,2 8,4 26,9 14,5 9,0 % Abbandono 4,7 9,0 6,3 19,3 6,5 % Altri esiti 4,7 4,6 10,8 4,0 4,9

La tipologia di percorso di cura e durata appaiono strettamente connessi: i percorsi terapeutici di

più lunga durata (5,3 anni) possiedono tutti la componente farmacologica, indicata dalla letteratura scientifica come uno dei fattori che producono una maggiore efficacia negli interventi integrati, in termini di compliance alla terapia e di ritenzione in trattamento.

A seguire troviamo gli inserimenti in Comunità Terapeutica che spesso prevedono percorsi lunghi, soprattutto per quegli utenti a regime di detenzione domiciliare e gli interventi riconducibili all’area sociale e psicologica – psicoterapica; al contrario i percorsi sanitari e trasversali di lunga durata risultano una quota residuale. Questi ultimi nella maggioranza dei casi sono in corso da 6 mesi o meno.

Per quanto riguarda i profili trattamentali, l’analisi sugli esiti evidenzia una percentuale di programmi completati più elevata nell’area dei trattamenti trasversali, in quella psicologico-psicoterapeutica e socio-educativa. Le percentuali maggiori di interruzione sono riscontrabili invece nell’area sanitaria (controlli dello stato salute, dei liquidi biologici, disintossicazione ambulatoriale, day hospital e ricovero ospedaliero), mentre quelli caratterizzati da una maggior ritenzione sono i percorsi attinenti l’area farmacologica e quella dell’inserimento in struttura riabilitativa.

3. Valutazione inserimenti in strutture residenziali per una miglior “governance” dell’accordo di fornitura tra SerD e Enti Ausiliari in Romagna

Nel corso del 2015 sono stati trattati in comunità 442 soggetti (contro i 436 dell’anno precedente),

per un totale di 89.002 giornate di assistenza e un costo complessivo di € 5.319.660,20. Alcuni dati di sintesi:

• la spesa generale aumenta del 3,0% rispetto all’anno precedente (aumentano del 6,0% anche le giornate di inserimento);

• la spesa media per utente si mantiene costante. Cesena si riconferma la realtà dove la spesa media risulta più contenuta;

• leggero aumento della percentuale di utenti inseriti nelle strutture private accreditate sul totale degli utenti tossicoalcoldipendenti trattati nell’anno (0,6 punti percentuali). Ravenna si configura come la realtà dove si tende ad inviare in comunità in misura più ridotta;

Rapporto Dipendenze Patologiche 2016

86

• la durata media dell’inserimento è 18,6 mesi (più alto a Ravenna, più basso a Cesena e Rimini), con un calo rispetto al 2014 di 0,9 mesi. Da rilevare che 83 percorsi (pari al 31,0%) hanno una durata superiore ai 2 anni;

• in aumento le giornate medie trascorse dal singolo utente in comunità (Cesena presenta il valore minore)

• in crescita le giornate medie riferite alle strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica (COD). Su quest’ultimo punto, da segnalare il dato al di sopra dello standard regionale per quanto concerne la durata media degli inserimenti: l’appropriatezza dell’inserimento in Strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica prevede una permanenza massima pari a 90 giorni.

Tab.D – Indicatori di sintesi inserimenti in Strutture residenziali, 2015

• da sottolineare, da una parte progressivo invecchiamento della popolazione inserita nelle strutture

riabilitative , dall’altro, seppur minima, abbiamo una quota di utenti giovani (<= 20 anni) che nel 2015 si attesta al 3,9% (18 su 461 utenti);

• su un totale di 442 soggetti inseriti in Comunità nel 2015, la quota di utenti con scheda progetto è pari a 403 (91,2% del totale, dato sostanzialmente stabile rispetto al 2014); firma condivisa del Progetto Terapeutico tra utente, professionisti della Comunità e professionisti del Servizio DP: su un totale di 403 soggetti solo il 68,5% (vs il 71,6% del 2014) degli invii ha le tre firme.

• rispetto al dato “Esito” non si rilevano cambiamenti significativi dall’anno precedente: 19% programma concluso, 23,5% interruzioni, 53,0% programma in corso. Rispetto a quest’ultimo punto, possiamo dire che in un sistema di welfare mix di alta qualità e comunicativo come quello delle dipendenze patologiche nell’AUSL della Romagna, forse sarebbe utile implementare un sistema di valutazione dell’outcome che vada oltre all’utile ma non sempre soddisfacente definizione delle schede predisposte; si rimanda al progetto di modernizzazione promosso dalla Regione Emilia Romagna dal titolo “Verso una Comunità di pratica virtuale tra agenti di cura”.

4. Unità di strada tra prevenzione di comunità e riduzione del danno

Gli interventi di sensibilizzazione nel mondo della notte Il quadro che emerge dai numerosi dati raccolti ed elaborati in relazione alle UdS della

Romagna mostra che sono state effettuate 259 uscite (vs 277 nel 2014), sono stati contattati 16.479 soggetti (vs 19.006 del 2014) di cui 10.000 attraverso lo strumento dell’etilometro.

Il numero di test con l'etilometro sulla costa emiliano-romagnola deve considerare che il bacino di utenza è rappresentato da giovani di tutta la regione (e non solo) che durante l’estate frequentano la

Ravenna Forlì Cesena Rimini

AUSL Romagna

2015

AUSL Romagna

2014

AUSL Romag.

2004 Spesa media per utente (Euro) 13.778,00 12.084,40 11.027,7 12.494,00 12.635,8 12.326,9 5.682,30 Percentuale soggetti inseriti in Comunità sul totale utenti in carico (tossicodipendenti + alcolisti) 8,0 9,1 9,3 12,3 9,6 9,0 11,8 Giornate medie per utente in Comunità 258,7 202,6 172,3 188,4 211,4 200,4 143,0 Giornate medie per utente in Strutture per la gestione delle crisi e la rivalutazione diagnostica (COD) 96,8 79,4 120,0 104,0 102,8 81,4 - Giornate medie per utente agli arresti domiciliari 133,8 147,7 220,0 190,2 175,9 163,8 -

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riviera. Il 25,0% degli etilometri è stato fatto in stabilimenti balneari, seguiti dalle discoteche, feste della birra, feste organizzate, feste di paese, concerti e pub.

I giovani contattati con l’etilometro sono per il 71,6% maschi, la maggioranza ha fra i 20 e 29 anni e residenti.

Almeno un soggetto su due ha un valore alcolemico sopra il limite (1 su 4 fra 0,81-1,50). Di questi il 40,9% dichiara di avere intenzione di mettersi alla guida. Il 77,7% di coloro che hanno il valore sopra il limite di legge e intendono mettersi alla guida (2358) è sensibilizzato dai professionisti delle UdS.

Analizzando i valori sopra lo 0,5 vediamo come la percentuale maggiore è di coloro che hanno un valore alcolemico 0,81-1,50, seguiti da quelli che hanno 0,51-0,80 e pochissimi sono quelli con un valore >=1,51. I valori percentuali sono simili a quelli del 2014, non ci sono differenze significative fra i singoli progetti. Fig. 14 - Livelli alcolici sopra il limite di legge per AUSL della Romagna, anno 2015 (valori percentuali)

0

5

10

15

20

25

0,51-0,80 0,81-1,50 >=1,51

La probabilità di superare il limite alcolemico definito dalla legge, in modo statisticamente

significativo, è più alto nelle fasce giovanili (dai 18 ai 24 anni) ed è più basso per le femmine e per chi è in contesti legati alle feste di paese e feste della birra.

Gli interventi di Riduzione del danno L’unico progetto di RdD è quello di Cesena (output al cap.4). Una breve considerazione finale: le tre dimensioni del concetto sociologico di malattia (desease, come oggetto della classificazione

nosografica, illness,come percezione della persona e sickness, come percezione e presa in carico da parte della comunità e dall’ambiente sociale del malato) sono parte integrante degli interventi nei contesti del divertimento notturno e della riduzione del danno in tutti i SerT della Romagna; approccio dal “to cure” al “to care” ove l’illness e il sickness hanno la stessa importanza e dignità del desease; il punto di partenza di tutti gli interventi di prevenzione e di RdD sono la cultura, i bisogni, le scelte degli adolescenti, dei giovani contattati, come degli stessi gestori e operatori dei luoghi del divertimento.