Rapporto completo Randstad Research

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le nove sfide per il futuro del lavoro nella logistica. Randstad Research Rapporto completo

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le nove sfide per ilfuturo del lavoro nellalogistica.Randstad ResearchRapporto completo

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indice.01 02introduzione. unapproccio che combinaanalisi quantitative evalutazioni dell'impatto"futuribile" deimegatrend.

5 l'occupazione nellalogistica in Italia oggi e inprospettiva.

10

2. 1 Gli occupati nellalogistica.

12

2.2 Prime indicazioniterritoriali nelleripartizioni geografiche.

17

2.3 I contratti di lavoro nellalogistica.

19

2.4 Le occupazioni a rischio eil potenziale per nuoviposti di lavoro.

25

Appendici. 30

2

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03 04come si raggruppano lequalifiche della logisticae la loro difficoltà direperimento.

36 l'impatto dei megatrendsulla logistica: le rispostedegli esperti.

64

3. 1 Metodologia. 373.2 L’analisi per cluster,

ovvero gruppi diqualifiche.

39

3.3 Ridurre le dimensioninell’analisi dei cluster:analisi delle componentiprincipali.

49

Appendici. 56

4. 1 Preoccupazioneambientale: ipoteche sulfuturo e opportunitànell’«antropocene».

66

4.2 Trasformazione digitale:sviluppo esponenziale epervasivo.

70

4.3 Materiali, tecnologie,innovazione in sensoampio: frontiere incontinua espansione.

77

4.4 Demografia eterogenea,in squilibrio e con effettimoltiplicativi sullalogistica.

78

4.5 Connettività. Gliecosistemi consumatori -produttori - distributori.

80

4.6 Società della conoscenza.Nuove geografie dilavoro, organizzazione eapprendimento.

82

4.7 Età dell’incertezza. Anti-globalizzazione/globalizzazione: crisi dellepolitiche economiche.

83

4.8 Polarizzazione sociale. 854.9 WWW e accesso

all’informazione e alsapere.

86

Appendici 88

3

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05conclusioni. 97

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01introduzione. unapproccio checombina analisiquantitative evalutazionidell'impatto"futuribile" deimegatrend.

< indice. 5

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Questo primo Rapporto Randstad Research,sul futuro del lavoro e sull’orientamento alletransizioni dallo studio alle professioni, è rifer-ito alla logistica. È un complemento alRapporto di sintesi, ed è rivolto ai lettori chevogliano approfondire temi e metodologie.Abbiamo cercato di dare un valore aggiuntorispetto a molti pregevoli contributi già dispo-nibili in Italia. Come ogni primo rapporto,questo ha avuto la funzione di “rompere ilghiaccio” e di proporre un approccio che vor-remmo riprendere ed ampliare in lavori suc-cessivi.

Le previsioni sull’offerta di lavoro, riferimentoimprescindibile riguardo al nostro campo diindagine, non rappresentano una novità.Quelle disponibili oggi in Italia si sono svilup-pate negli ultimi anni, in particolare grazie alle

indagini ed ai rapporti Excelsior [64] e riguar-dano o il brevissimo termine o il breve/mediotermine. La Fondazione Agnelli, con Edusco-pio [26] e un insieme di ricerche, mette a fuo-co il tema dell’efficacia delle transizioni stu-dio-lavoro nell’area della formazione tecnica eprofessionale. L’accento sulle nuove compe-tenze richieste, sui relativi mismatch e suimodi di affrontare le trasformazioni in corsonel mercato del lavoro è stato posto da di-verse angolature in Italia da parte di Inapp[43] e, a livello europeo ed internazionale,dall’Ocse [48, 49, 50], dal World EconomicForum [66, 67, 68], dall’ILO [31] e da Cedefop[12].

Un insegnamento importante di questi lavori,cui abbiamo voluto ispirarci, è che “il futuro ègià con noi” e che i casi di successo indicano

‘L’innovazione non dipende tantodall’intelletto quanto dalla volontà. È unadelle manifestazioni del fenomenosociale della “leadership”. Gli ostacoliall’innovazione risiedonoessenzialmente nelle resistenze enell’incertezza implicita nel realizzarequanto non era mai stato fatto prima.’

Joseph Schumpeter

introduzione. un approccio che combina analisi quantitative e valutazioni dell'impatto "futuribile" deimegatrend.

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strade percorribili, mentre i mismatch tra do-manda e offerta di lavoro rivelano anche i gapda colmare per costruire il futuro. Per questoampia parte del presente rapporto è focaliz-zata sulla costruzione del quadro dell’occupa-zione attuale nella logistica, sulle qualificheche la caratterizzano nei diversi settoridell’economia e sulla loro vulnerabilità al cam-biamento.

Abbiamo anche voluto spingerci oltre e cer-care di guardare al di là del medio termine.Perché è cruciale occuparsi anche dell’analisidi più lungo termine, pur colma di difficoltà?Perché guardare al “futuro che non è ancoracon noi, ma che potrebbe arrivare” può rap-presentare una scelta utile e vincente, a livelloeconomico e sociale. L’esperto di politica tec-nologica Alec Ross [1] ripropone in un recentevolume dedicato alle industrie del futuro ( nonsappiamo se consapevolmente o meno) unesercizio di analisi di evoluzione storica com-parata inaugurato dal grande storico ArnoldToynbee [3]. Così Ross prende a riferimentodue Paesi che al momento del crollodell’Unione Sovietica e della sua area di influ-enza apparivano del tutto simili dal punto divista dei redditi, delle tecnologie, dell’organiz-zazione economica e sociale: la Lituania e laBielorussia. Sin dai primi anni ‘90 del secoloscorso i due Paesi hanno scelto due vie op-poste: il primo ha scommesso sul futuro, condrastiche scelte di apertura alle nuove tecno-logie futuribili, il secondo è rimasto attaccatoal passato. Le due vie hanno dato vita ad esitidel tutto differenti.

Nel nostro Paese sono presenti il conservator-ismo, la diffidenza verso il nuovo e la paura diconfrontarsi con il cambiamento, accantoall’apertura verso l’innovazione e a tecnologiedi avanguardia. Queste ultime si alimentano

della cultura del futuro e a questa cultura vo-gliamo riallacciarci con questo rapporto.

Uno spunto importante che viene dalle con-siderazioni parallele di Ross e Toynbee è dun-que la consapevolezza che ci sono più futuripossibili. In sostanza, questi dipendono ancheda noi e dalle organizzazioni economiche, so-ciali e politiche che ci diamo, nonché dallanostra capacità di elaborare e proporre sce-nari alternativi, come indicato anche da EnricoGiovannini [19, 20]. Il futurologo LangdonMorris [41] ci ricorda che, se è vero che il conodell’incertezza diventa sempre più ampio lun-go l’asse del tempo futuro, è anche vero chequesto cono può essere popolato di specific-he ipotesi possibili, in particolare con riferi-mento a diversi “vivai di innovazione”. Unastrategia per le aziende innovative è data dalguardare al futuro con un portafoglio diversi-ficato di ipotesi.

La nostra strategia di ricerca è caratterizzatadai seguenti capisaldi:

1. Un orizzonte temporale di sette anni o più.Quando una giovane o un giovane devonoscegliere un percorso secondario o si accin-gono (al termine di una formazione classica,scientifica, artistica, tecnica o professionale)a seguire cicli post-secondari, il tema del mer-cato del lavoro che verrà ha una dimensioneche necessariamente va oltre l’orizzonte dei 6mesi o anche dei 3-5 anni. Non basta trincer-arsi dietro affermazioni come: “occorre impar-are ad imparare, acquisire soft skills, perché ilavori del futuro potrebbero essere completa-mente diversi da quelli attuali”. Affermazionipertinenti, ma certo troppo generiche per chideve decidere quale formazione strutturataperseguire. Un orizzonte di 7 anni o più ci èapparso come il più appropriato, anche nellaprospettiva di un datore di lavoro con un pia-

introduzione. un approccio che combina analisi quantitative e valutazioni dell'impatto "futuribile" deimegatrend.

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no pluriennale di investimenti cui voglia af-fiancare una strategia di recruiting. Certo, an-dare oltre la barriera (di per sé aleatoria) delmedio termine, può apparire azzardato. Perevitare, nella misura del possibile, “salti nelbuio”, abbiamo cercato punti fermi ed appiglinella granularità dell’approccio alle professio-ni e nella combinazione delle analisi quantita-tive con elementi qualitativi emergenti daitrend di più lungo termine, tali da realizzarsicon un ragionevole livello di probabilità.

2. Un livello sufficientemente specifico dellequalifiche professionali.Le classificazioni dei Codici Professionali “aquattro digit” (CP 4 digit) riguardano un livelloben determinato di professioni e sono un de-nominatore comune per una molteplicità dibasi dati nazionali ed internazionali. I 4 digitsono oggetto di analisi in alcuni studi di riferi-mento, ma molte analisi recenti che abbrac-ciano il mercato del lavoro nel suo insieme sifermano ai 2 digit. Nel caso della logistica, ilvettore delle qualifiche a 4 digit si è rivelatouno strumento di lettura e di analisi molto po-tente. Abbiamo applicato questo vettore a di-versi database.

• Indagine sulle Forze di lavoro (RCFL). È sta-ta la fonte per la quantificazione degli occu-pati sia per la “logistica come servizio” cheper la “logistica all’interno diversi settoridell’economia” (escluse agricoltura e PA).Abbiamo stimato, ad esempio, gli occupatinella supply chain della manifattura pre-ndendo come base le qualifiche.

• Database delle comunicazioni obbligatorie(CICO). È stato la base di approfondimentosulla natura dei contratti e sui fattori di sta-bilità o precarietà che li caratterizzano.

• O*Net e Repertorio delle Professioni (INAPP-ISTAT). Da questi abbiamo derivato raggrup-pamenti funzionali delle qualifiche attraver-

so “cluster analysis“ e “analisi delle compo-nenti principali.”

• Sistema informativo Excelsior (UnionCa-mere-ANPAL). Ci è servito per ricavare gli in-dicatori della difficoltà di reperimento dellediverse figure.

• Indici di Frey e Osborne [11] sull’esposizioneal rischio digitalizzazione.

• Serie temporali dei diversi database. Per ri-cavare le “non linearità” nelle dinamiche es-pansive e contrattive e possibili proiezioni.

3. La combinazione di approcci quantitativi edi approcci qualitativi su scenari “futuribili”.Per associare un orizzonte temporale medio-lungo ed un'analisi quantitativa granulare ab-biamo utilizzato alcune leve:• Ottica settoriale e intersettoriale. L’ottica

settoriale, sperimentata in particolaredall’US Department of Labor e dall’ILO, con-sente di avere un focus meno generale e alcontempo di circoscrivere il numero dellequalifiche da analizzare. Certo, oggi i confinitra settori sono meno delimitati che mai. Nelcaso della logistica abbiamo quindi guarda-to alla “logistica come servizio” (classifica-zione Ateco-Istat), ma anche alla presenzadelle funzioni logistiche in altri settori, in par-ticolare con riferimento alla supply chain in-dustriale.

• Analisi qualitative del “futuribile”. Abbiamoriunito un gruppo di 17 esperti per una inda-gine qualitativa. Le interviste face to faceagli esperti hanno seguito un percorso strut-turato: la ricerca di punti fermi a partire daiprincipali megatrend come un punto di par-tenza e cardini delle previsioni del “futuroche verrà”; i trend specifici in cui si declina-no i megatrend: vivai di innovazione, innova-zioni in fase di pre-industrializzazione e nor-mative di prossima applicazione, individua-zione degli ostacoli al cambiamento. Osta-

introduzione. un approccio che combina analisi quantitative e valutazioni dell'impatto "futuribile" deimegatrend.

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coli che sono molto più rilevanti della “man-canza di idee”, secondo l’intuizione diSchumpeter citata in apertura di questo rap-porto [28, 40]. Una sessione finale presso ilMuseo delle Scienze a Milano ha consentitodi far emergere punti salienti e di condivi-dere punti comuni e differenze.

• L’analisi quantitativa, grazie all’incrocio deidatabase, consente di individuare sia le pro-fessioni più a rischio a causa della digitaliz-zazione e del progresso tecnico, sia le pro-fessioni emergenti, “il futuro che è già connoi”.

Come ben indicato dall’Ocse [50], le innova-zioni in corso richiedono competenze individ-uabili, così come gap e i mismatch nelle com-petenze che le caratterizzano. L’approccio sicondensa nello schema “a sandwich” che se-gue (figura 1) e che Enrico Giovannini ha vol-uto commentare in un video.Il Rapporto di Sintesi, cui rinviamo il lettore, sisofferma sulle nove sfide per il futuro della lo-gistica che abbiamo individuato seguendoquesto approccio. Tali nove sfide si trovanoall’incrocio tra le trasformazioni che impatta-no sul lavoro oggi e quelle che creano i lavoridel futuro.

Figura 1. Lo schema "a sandwich"

Fonte: elaborazione Randstad Research.

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02l'occupazione nellalogistica in Italia oggi ein prospettiva.

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Introduzione.

In questo capitolo del rapporto affrontiamo iltema della quantificazione dell’occupazionenella logistica in Italia, sia dal punto di vista deilavoratori occupati che dal punto di vista deicontratti di lavoro utilizzando due fonti dellastatistica ufficiale: l’indagine Istat sulle Forzedi lavoro [37] ed il sistema statistico delle Co-municazioni Obbligatorie del Ministero dellavoro [45]. Le informazioni sugli occupatihanno consentito di costruire stime ragionatedella suscettibilità delle attuali professioni al-la robotizzazione e alle varie forme di sostitu-zione del lavoro trainate dall’intelligenza arti-ficiale. Per un altro verso, hanno consentito dicostruire invece stime ragionate sui fattori chepotranno sostenere la crescita dei posti di lav-oro.

Per stimare le consistenze delle occupazionistrettamente logistiche in tutti i settoridell’economia (Logistica, Industria, Altri servi-zi, Commercio, Alberghi e ristorazione e Cost-ruzioni) abbiamo utilizzato come riferimentoil sotto-settore Ateco Istat della “Logisticacome servizio”. In tale ambito abbiamo defini-to un campione composto da 54 qualifichecon Codici Professionali CP a 4 digit, che rap-presenta il 90% degli occupati. Il campione èstato costruito sia con riferimento alle qualifi-che più significative dal punto vista quantita-tivo, sia con riferimento alle qualifiche consid-erate di maggior rilevanza attuale e prospetti-ca da parte degli osservatori. La strutturadell’occupazione nella logistica come servizioè stata utilizzata per stimare quella delle “sup-ply chain” negli altri settori, ed in particolarenell’industria.

La scelta di considerare i CP dettagliati a 4digit è stata fatta con l’obiettivo di analizzare

specifiche unità professionali, in considera-zione del fatto che gli sviluppi tecnologici,l’utilizzo di nuovi materiali, il miglioramentodei metodi di produzione o di erogazione deiservizi, inducono inevitabilmente cambiamen-ti nell’organizzazione del lavoro, con la scom-parsa e l’introduzione di nuove figure profes-sionali e la conseguente riconversione e for-mazione dei lavoratori.

Il campione delle 54 professioni, su cui si con-centra questo capitolo, era composto nel2018 da 2.376.044 occupati che rapportatiall’universo diventano 2.613.648. Al fine dicorreggere per eventuali doppi conteggi, lanostra stima degli occupati complessivi infunzioni logistica si attesta a poco più di duemilioni e mezzo di lavoratori.

L’analisi degli occupati e dei contratti di lav-oro attivati e cessati fornisce informazioni sul-la consistenza dell’occupazione e sulla dina-mica del flusso dei contratti di lavoro, al finedi rappresentare il mercato del lavoro che ri-guarda la logistica per delinearne le caratter-istiche e le possibili criticità. È bene sottoli-neare che valutare i flussi contrattuali, inveceche lo stock di occupati, significa cogliere letendenze del mercato del lavoro dipendente.Questo implica un’attenzione ad aspetti dibreve periodo sui quali può risultare maggiorel’effetto di nuove normative del lavoro entratein vigore nel periodo considerato, o dell’intro-duzione di nuove tecnologie o della congiun-tura economica attraversata.

Infine, l’incrocio tra le tendenze in atto nell’oc-cupazione nei contratti tra il 2014 e il 2018, icluster e gli indicatori relativi all’impatto del-la digitalizzazione, nonché quelli relativi alledinamiche espansive del settore, fornisconoindicazioni preziose sulle trasformazioni in at-to.

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2.1 Gli occupati nellalogistica.L’obiettivo principale è quello di quantificarecome gli occupati nelle professioni logistichesi collochino all’interno di tutti i settoridell’economia. Utilizzando il file standard delleForze di lavoro abbiamo stimato l’ammontaredegli occupati, nei settori economici e nelle54 qualifiche professionali selezionate per ilcampione, negli ultimi 5 anni. Il resto di ques-ta sezione si riferisce al campione.

2.1.1 Occupati nei settori inerenti allalogistica.Secondo le nostre stime, nel 2018, gli occu-pati nelle funzioni logistiche dell’economia

ammontano a 2.376.044 unità, concentrateper oltre il 40% nella "Logistica come servi-zio" (e per oltre il 31% nell’"Industria" (oltre731mila addetti alla supply chain logistica),con una sostanziale invarianza nei 5 anni con-siderati (grafico 1). In termini di andamentotemporale complessivamente gli occupati au-mentano di circa 110mila unità, con oltre77.000 occupati in più nella "Logistica comeservizio". Da segnalare il settore "Alberghi eristorazione" che, pur assorbendo solo l’1%degli occupati dei settori considerati (circa30.000 lavoratori nel 2018), registra negli ul-timi 5 anni un incremento del 35% (grafico 2).

Grafico 1. Occupati dei 54 CP delle professioni logisticheper settore economico (valori assoluti 2014-2018).

2014 2015 2016 2017 2018

Costruzioni

Alberghi e ristorazione

Commercio

Industria

Altri servizi

Logistica come servizio

0 500,000 1,000,000 1,500,000 2,000,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 12

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Grafico 2. Andamento degli occupati nei settori Logisticacome Servizio, Industria e totale Italia (valori assoluti2014-2018).

Logistica come servizio Industria Totale

2014 2015 2016 2017 2018500,000

1,000,000

1,500,000

2,000,000

2,500,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

Tabella 1. Andamento degli occupati per settore (variazione% 2014-2018).

Variazione%2014-2015

Variazione%2015-2016

Variazione%2016-2017

Variazione%2017-2018

Variazione%2014-2018

Logistica comeservizio 0,77 3,51 4,89 -0,81 8,52

Altri servizi 0,00 -3,32 11,96 -2,88 5,12

Industria -2,38 -0,33 4,68 1,77 3,65

Commercio -1,64 -5,59 7,75 -3,73 -3,67

Alberghi eristorazione 32,99 -11,56 4,54 10,45 35,81

Costruzioni -10,69 -1,47 6,27 10,55 3,37

Totale -0,63 -0,05 5,89 -0,29 4,87

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

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Esaminando le variazioni annuali degli occu-pati in ogni settore, notiamo che la "Logisticacome servizio" dal 2014 al 2018 è cresciuta(seppur con una leggera flessione nel 2018)quasi il doppio (8,52%) rispetto al totale deglioccupati nei 54 CP in Italia (4,87%), con unadinamica sempre positiva, tranne per un mod-esto calo tra gli anni 2017-2018 (-0,81%). Perquanto riguarda l’Industria invece, assistiamoad una crescita nell’intero periodo del 3,65%,caratterizzata da andamenti alterni nei singolianni (tabella 1). Sottolineiamo che il settore"Commercio" è l’unico che presenta una de-crescita in termini di occupati dal 2014 al 2018(-3,67%), con una sola variazione positiva nel2017.

2.1.2 Occupati in professioni trasversali everticali.

Per svolgere le analisi, abbiamo diviso i 54Codici Professionali del campione in duegruppi: 26 professioni “verticali”, cioè pretta-mente logistiche (l’autista, il facchino, ecc.), e28 professioni “trasversali”, ovvero professio-ni necessarie e complementari a quelle verti-cali (l’ingegnere, il manager, ecc.).

Nel 2018 gli individui occupati nelle 28 pro-fessioni trasversali sono circa 500.000, di cuioltre 1/3 nel settore "Logistica come servizio".

Anche in questo caso siamo in presenza di undato in crescita dall’anno 2014. Stimiamo, in-fatti, che dal 2014 al 2018 gli occupati in pro-fessioni trasversali siano aumentati di pocomeno di 20.000 unità, corrispondente al3,47% nell’intero periodo. Rispetto all’anda-mento globale che, dopo un calo del 13,38%nel 2015 presenta una dinamica positiva, sisottolinea un maggiore incremento nella Lo-gistica come servizio che sale del +6,86%.Grazie alla decisa accelerazione degli ultimidue anni il settore delle costruzioni sale, nelquinquennio, del 10,2%. L’unico settore in cuisi osserva una variazione negativa 2014-2018è quello commerciale (-2,81%), che presentaun unico valore positivo nel 2017. Gli occupa-ti nei 26 CP verticali ammontano a 1 milione e900 mila unità nel 2018, per il 42% concentra-ti nel settore "Logistica come servizio".

Analogamente a quanto commentato per leprofessioni trasversali, gli occupati nelle pro-fessioni verticali presentano un trend positi-vo, ma con una maggiore accelerazione: nelquinquennio aumentano di poco meno di100.000 unità, pari al 5,24%, nonostante lalieve flessione registrata nel 2017. Anche dal-la tabella 3 notiamo che, dal 2014 al 2018, lacrescita del settore "Logistica come servizio"(8,97%) risulta essere più elevata rispetto allacrescita totale degli occupati verticali.

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Grafico 3. Occupati trasversali per settore (valori assoluti2014-2018).

2014 2015 2016 2017 2018

Costruzioni

Alberghi e ristorazione

Commercio

Industria

Altri servizi

Logistica come servizio

0 100,000 200,000 300,000 400,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

Tabella 2. Andamento degli occupati di professionitrasversali in ogni settore (valori % 2014-2018).

Variazione%2014-2015

Variazione%2015-2016

Variazione%2016-2017

Variazione%2017-2018

Variazione%2014-2018

Logistica comeservizio -12,72% 8,60% 8,40% 4,01% 6,86%

Altri servizi -13,39% 1,43% 15,70% 1,83% 3,51%

Industria -15,03% 3,97% 9,02% 5,65% 1,76%

Commercio -12,60% -1,89% 12,50% 0,75% -2,81%

Alberghi eristorazione 12,58% -12,58% 1,61% 6,08% 6,09%

Costruzioni -17,59% 4,71% 11,24% 14,81% 10,20%

Totale -13,38% 4,52% 9,83% 4,05% 3,47%

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

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Grafico 4. Occupati verticali per settori(valori assoluti 2014-2018).

20142015201620172018

Alberghi e ristorazione

Costruzioni

Altri servizi

Com

mercio

Industria

Logistica come servizio

0

250,000

500,000

750,000

1,000,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 16

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Tabella 3. Andamento degli occupati in professioni verticaliper settore (variazioni % 2014-2018).

Variazione%2014-2015

Variazione%2015-2016

Variazione%2016-2017

Variazione%2017-2018

Variazione%2014-2018

Logistica comeservizio 4,41 2,36 4,05 -2,01 8,97

Altri servizi 3,62 -4,40 11,06 -4,06 5,55

Industria 1,03 -1,31 3,64 0,79 4,17

Commercio 1,21 -6,42 6,64 -4,84 -3,89

Alberghi eristorazione 37,69 -11,37 5,09 11,23 42,65

Costruzioni -9,09 -2,77 5,13 9,52 1,78

Totale 2,78 -1,08 4,95 -1,37 5,24

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

Da segnalare un andamento positivo maanomalo (+42,65%) del settore Alberghi e ris-torazione, dove tuttavia si attestano solo cir-ca 23.000 occupati nel 2018, pari all’1,2%dell’occupazione globale di tutti i settori.

Anche tra gli occupati nelle 26 CP verticali ve-diamo una crescita in tutti i settori economiciad eccezione del settore Commercio che pre-senta, invece, un calo (-3,89%).

2.2 Prime indicazioniterritoriali nelle ripartizionigeografiche.Per approfondire la conoscenza del fenomenodell’occupazione nella Logistica abbiamo ini-ziato ad esplorare i dati a livello territoriale,producendo alcune tabelle a livello di riparti-zione geografica, sebbene il file della Rileva-zione continua delle forze di lavoro consentadi spingersi fino a livello regionale. È stataadottata la suddivisione del territorio in 5 mac-ro-aree territoriali: Nord-Ovest, Nord-Est, Cen-tro, Sud e Isole.

Anzitutto abbiamo verificato la coerenza dellestime prodotte dal campione utilizzato di 54CP con l’intera popolazione degli occupati.

Nel 2018 gli occupati in Italia ammontano a23,214 milioni di individui, ripartiti territorial-mente con oltre 6,9 milioni nel Nord-Ovest,5,250 milioni nel Nord-Est, 4,969 milioni dioccupati nel Centro, 4,227 milioni nel Sud e1,944 milioni nelle Isole.

Per consentire confronti omogenei abbiamoespunto dall’occupazione totale quella deisettori Pubblica Amministrazione e Agricol-tura, calcolando un totale complessivo di21,094 milioni di occupati. In base a questenuove grandezze territoriali abbiamo poi ver-ificato l’incidenza del campione consideratodi 54 CP. Come si può notare, il campioneRandstad Research rappresenta il 12% deglioccupati a livello nazionale, percentuale chevaria dal 13% degli occupati nel Nord Est al10% degli occupati nel Sud.

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Tabella 4. Occupati nei 54 CP per ripartizione territoriale(valori % e assoluti 2018).

OccupatiNordOvest Nord Est Centro Sud Isole Totale

Totale Italia 6.922.681 5.150.469 4.969.368 4.227.6681.944.760 23.214.947

Pubblica Amministrazione e Agricoltura* 356.630 383.510 478.955 573.103 328.117 2.120.315

Totale Italia - (PA +Agricoltura) 6.566.052 4.766.959 4.490.413 3.654.5651.616.644 21.094.632

% Campione occupati 54 CP 12% 13% 12% 11% 10% 12%

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl. (*) È stata considerata la PA in senso stretto, il personalepubblico di istruzione e sanità è incluso nei servizi. Come Pubblica Amministrazione è stato considerato l’Ateco 84(amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale e obbligatoria).

Nel grafico 5 è illustrata la consistenza deglioccupati in ogni settore economico distinta-mente per ciascuna ripartizione geografica.La Logistica come servizio, che assorbe il 43%

degli occupati nelle 54 CP, mostra una con-sistenza maggiore nel Nord-Ovest, Nord-Est enel Centro, per decrescere nel Mezzogiorno(Sud + Isole), analogamente al Commercio.

Grafico 5. Occupati per settore e ripartizione territoriale(2018).

Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole

Costruzioni

Alberghi e ristorazione

Commercio

Industria

Altri servizi

Logistica come servizio

0 100,000 200,000 300,000 400,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 18

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L’industria si concentra nelle regioni del Nord,rispetto ai valori del resto d’Italia. Gli Altri ser-vizi rappresentano circa il 30% degli occupatinella Ripartizione Centro ed una uguale con-sistenza nel Nord-Ovest e nel Nord-Est del23%; il settore Alberghi e ristorazione presen-

ta una distribuzione più uniforme in tutte lemacroaree territoriali. Per contro le Costruzio-ni mostrano una maggiore presenza di occu-pati nel Sud (circa il 28%) ed una ridotta pre-senza del Nord-Est rispetto alle regioni delCentro.

Tabella 5. Composizione % degli occupati dei 54 CP persettore e ripartizione territoriale (2018).

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole TotaleLogistica come servizio 29,3% 22,9% 22,6% 17,7% 7,6% 100,0%

Altri servizi 22,9% 22,8% 30,2% 15,8% 8,3% 100,0%

Industria 36,2% 30,5% 16,7% 12,3% 4,3% 100,0%

Commercio 31,3% 25,6% 21,0% 14,5% 7,7% 100,0%

Alberghi e ristorazione 25,7% 23,2% 23,6% 16,5% 11,0% 100,0%

Costruzioni 22,8% 17,7% 22,6% 27,6% 9,2% 100,0%

Totale 30,9% 25,5% 21,2% 15,6% 6,7% 100,0%

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

2.3 I contratti di lavoro nellalogistica.Dopo aver analizzato la consistenza dei lavor-atori nel settore della logistica, in questo par-agrafo si esamina il flusso dei contratti di lav-oro dipendenti e parasubordinati attivati ecessati negli ultimi 5 anni. Infatti, rispetto alnumero di persone che lavorano, il mercatodel lavoro è caratterizzato dal numero di con-tratti che i datori di lavoro avviano e interrom-pono con i lavoratori.

Attraverso le analisi possibili utilizzando i datidelle Comunicazioni Obbligatorie (strumento

obbligatorio per attivare o chiudere contrattidi lavoro di qualsiasi tipo) del Ministero dellavoro e delle politiche sociali. Questi dati for-niscono informazioni sulla dinamicità e sullaflessibilità del mercato del lavoro; infatti, unsingolo lavoratore può avere più contratti at-tivati (e cessati) con lo stesso e/o con diversidatori di lavoro.

In questa fase le analisi sono dirette a fornirele dimensioni del flusso dei contratti, ma, gra-zie alle molteplici informazioni presenti nel fileCICO - un campione microdati delle Comuni-cazioni Obbligatorie diffuso dal Ministero dellavoro- il fenomeno può essere ulteriormente

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 19

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indagato sia rispetto alle tipologie contrattua-li attivate e cessate (a tempo indeterminato,a tempo determinato, apprendistato, cc.) siarispetto alla motivazione ( dimissioni, licenzia-mento, ecc..) ed alla durata dei rapporti di lav-oro terminati. La dimensione del campioneconsente inoltre di poter affrontare disaggre-gazioni territoriali anche a livello regionale.

2.3.1 Attivazioni e cessazioni dei contrattidi lavoro.L’analisi dei contratti attivati e cessati nel pe-riodo 2014-2018, relativi al campioneRandstad di 54 Competenze Professionali,mostra un incremento del volume dei rappor-ti di lavoro, che si attestano rispettivamentea 1.783.598 attivazioni e 1.670.906 cessazio-ni. In tutti gli anni il saldo tra le due tipologiedi azioni è positivo e complessivamente nelperiodo considerato si osserva un saldo posi-tivo pari a 784.784 contratti attivati.

Appare interessante approfondire l’analisi deirapporti di lavoro attivati e cessati per settoreeconomico in cui si riscontrano le 54 condi-zioni professionali considerate. Facendo rifer-imento al 2018, anno in cui si registrano1.783.598 attivazioni e 1.670.906 cessazioni,la Logistica come servizio assorbe il 25% delleassunzioni, seguito dal settore dei Servizi conil 38,9%, l’Industria con il 13,3%, il Commerciosegue con poco più del 10% di contratti atti-

vati e gli Alberghi e ristorazione con 6,7% atti-vazioni, infine le Costruzioni si attestano al3,4%. Come si può osservare dal grafico se-guente, la composizione percentuale per set-tore è pressoché uguale nelle cessazioni deirapporti di lavoro. Questa composizione deisettori economici non ha subito variazioni sig-nificative a partire dall’anno 2014.

Riprendendo quanto introdotto nel paragrafo2.1.2 in merito alla suddivisione dei 54 CodiciProfessionali in professioni trasversali e pro-fessioni verticali, nell’ultimo anno il primogruppo rappresenta il 45% delle attivazioni(44% cessazioni), mentre il gruppo dei 26 CPverticali riguarda il 55% delle attivazioni (56%cessazioni). Nel grafico 7 si analizza la presen-za dei contratti attivati relativi a questi duegruppi in relazione alla loro presenza nei di-versi settori economici, in considerazione del-la invarianza di distribuzione tra assunzioni ecessazioni.

Le assunzioni che riguardano le professionitrasversali si collocano per oltre il 59% nel set-tore Altri Servizi, per il 13,2% nell’Industria eper il 4,2% nella Logistica come servizio. Ov-viamente la composizione è diversa per pro-fessioni verticali, che per il 41,8% riguardanoassunzioni nella Logistica come servizio, peril 22,5% negli Altri Servizi con percentuali viavia inferiori negli altri settori.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 20

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Grafico 6 . Rapporti di lavoro attivati e cessati per settoreeconomico (valori % 2018).

Assunzioni Cessazioni

25

38.9

13.3

10.4

6.75.6

25.3

38.9

13.2

10

7

5.6

LogisticaServizi/Altri serviziIndustriaCommercioAlberghi e ristorazioneCostruzioni

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 21

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Grafico 7. Rapporti di lavoro attivati per CP trasversali everticali (valori % 2018).

Attivazioni CP trasversali Attivazioni CP verticali

4.2

59.3

13.2

10.4

5.6

7.3

41.8

22.5

13.5

10.4

7.64.2

LogisticaServizi/Altri serviziIndustriaCommercioAlberghi e ristorazioneCostruzioni

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 22

Page 23: Rapporto completo Randstad Research

2.3.2 La dinamica dei contratti di lavoroper settore economico.La dinamica dei rapporti di lavoro è il risultatodella situazione economica e di quella del

mercato del lavoro e ne esprime le caratteris-tiche in termini di frequenza e flessibilità delleattivazioni e delle cessazioni.

Grafico 8. Rapporti di lavoro attivati e cessati nel settoredella Logistica (valori assoluti 2014-2018).

Assunzioni Cessazioni

2014 2015 2016 2017 20180

50,000,000

100,000,000

150,000,000

200,000,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

Complessivamente per i 54 CP e per tutti isettori economici i rapporti di lavoro attivati ecessati mostrano un aumento del valore asso-luto, con un saldo annuale che si mantienesempre positivo e che complessivamente nelquinquennio ammonta a 784.784 assunzioniin più.

Riteniamo opportuno concentrare l’analisi delflusso dei contratti di lavoro per il settore del-la Logistica come servizio: quello che, in man-iera prioritaria, può avere importanti stravolgi-

menti dell’occupazione in seguito all’introdu-zione e sviluppo delle innovazioni tecnologi-che.

La Logistica come servizio presenta un flussodi contratti di lavoro che aumenta dal 2014 al2018, nonostante una modesta recessione nel2016, e si attesta nel 2018 a 445.900 contra-tti attivati e 423.191 cessazioni. Annualmentesi osserva sempre un saldo positivo delle as-sunzioni, che per l’intero quinquennio am-monta a 179.915 unità.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 23

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Grafico 9. Rapporti di lavoro attivati e cessati nella Logisticacome servizio. (valori assoluti 2014-2018).

Attivazioni Cessazioni

2014 2015 2016 2017 20180

200,000

400,000

600,000

800,000

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

Tabella 6. Attivazioni e Cessazioni dei 54 CP nella Logisticacome servizio (valori % 2018).Descrizione Attivazioni Cessazioni

Conduttori di mezzi pesanti e camion 23,8 22,5

Facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati 20,7 21,0

Autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli 14,7 14,7

Conduttori di autobus, di tram e di filobus 7,7 8,5

Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate 7,0 6,6

Personale non qualificato addetto all'imballaggio e al magazzino 6,8 7,0

Addetti allo smistamento e al recapito della posta 3,0 3,4

Addetti agli affari generali 2,9 2,9

Marinai di coperta 2,5 2,5

Addetti alle consegne 2,4 2,3

Personale non qualificato addetto ai servizi di custodia di edifici, attrezzaturee beni

1,1 1,1

Altre CP 7,4 7,5

Totale 54 CP (=100,0%) 445.899,6 423.190,8

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 24

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Dettagliando le informazioni rispetto ai 54specifici Codici Professionali, rileviamo che lemaggiori incidenze delle assunzioni e dellecessazioni dei rapporti di lavoro si riscontranotra i “Conduttori di mezzi pesanti e camion”(23,8% attivazioni e 22,5% cessazioni), seguitida “Facchini, addetti allo spostamento mercie assimilati” (20,7% attivazioni e 21,0% cessa-zioni), “Autisti di taxi, conduttori di automobi-li, furgoni e altri veicoli” e “Conduttori di au-tobus, di tram e di filobus” “Addetti alla ges-tione dei magazzini e professioni assimilate”per circa il 7%. Tali competenze professionalisono anche quelle che hanno visto aumentareil flusso di contratti nel quinquennio e che, nelcaso di forte innovazione nel settore consid-erato, avranno necessità di una efficace for-mazione.

2.4 Le occupazioni a rischioe il potenziale per nuoviposti di lavoro.La valutazione delle occupazioni a rischio edel potenziale per nuovi posti di lavoro su unorizzonte di 7 anni o più deve naturalmentescontare numerosi fattori di incertezza e, nonda ultimo, il fatto che non vi è un solo futuropossibile, ma vi sono numerosi possibili sce-nari. Certo è che le difficoltà insite in questiesercizi non possono esimerci dal trovaremodi di realizzarli, in quanto vi sono alcunecertezze: la digitalizzazione è effettivamenteun fenomeno dirompente e in corso, che spa-zia dalla robotizzazione, all’Internet of Thingsalla cybersecurity. Le nuove professioni leg-ate alla sfida ambientale già esistono e si dev-ono affermare le nuove tecnologie, dal bio-medicale, ai nuovi materiali. Tutte le profes-sioni vanno ripensate, perché tutte sono at-traversate dal cambiamento. Non da ultimo,

riguardo alla logistica va ricordato l’attualissi-mo tema della sostenibilità che non è un soloun problema di ambiente e risorse naturali,ma coinvolge anche il patrimonio infrastrut-turale.

Quelle che seguono non sono tanto previsio-ni, quanto stime ragionate sull’impatto delcambiamento.

Volutamente usiamo il termine “posti di lavoroa rischio” piuttosto che “posti di lavoro desti-nati a scomparire”. Infatti, i casi che abbiamopotuto esaminare ci indicano che l’impattodella trasformazione digitale sulle attività esis-tenti, comprese quelle più esposte alla sosti-tuzione da parte dei robot e dei computer, nonè univoco. In alcuni casi vi è un adattamento,nel senso di una transizione verso qualifiche“ibride” dove, per esempio il lavoro tradizio-nale del carrellista, lungi dallo scomparire,viene ricompreso in una nuova attività princi-pale di controllo (cfr. il caso che presentiamoin conclusione). In altri casi, quando il cam-biamento si traduce in digitalizzazione spintaci può essere una perdita secca di posti di lav-oro, in particolare quando le aziende che ris-trutturano si avvalgono di contratti con terzi,con un vero rischio di polarizzazione. Insom-ma, in una “società liquida” l’impatto delladigitalizzazione è multiforme.

Analogamente per i nuovi posti di lavoroesiste un continuum tra lavori esistenti che sistanno profondamente modificando, primofra tutti lo “spedizioniere” o “doganalista”chediventa “gestore dell’import-export”, con laresponsabilità di piattaforme digitali e rappor-ti con terzi, fino alle vere e proprie professio-ni che ancora non sono operative.

Per guardare al futuro del lavoro sull’orizzontedi medio-lungo termine scelto da questa ri-

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 25

Page 26: Rapporto completo Randstad Research

cerca, abbiamo preso le mosse da alcuni im-portanti contributi recenti. Frey e Osborne [11]hanno effettuato, a partire dalla base datiO*Net, delle stime della vulnerabilità dei postidi lavoro alla digitalizzazione, dove includononon solo gli effetti della robotica, ma anchequelli dell’intelligenza artificiale evidenziandoparticolari criticità proprio per la logistica. Perconverso, riguardo al potenziale di nuovi postidi lavoro abbiamo cercato dei “punti fermi”nelle trasformazioni strutturali in atto e li ab-biamo trovati nelle previsioni a medio terminedi Excelsior (UnionCamere- ANPAL) [64] e inalcune proiezioni a lungo termine di Ocse[50].

2.4.1 La stima delle occupazioni a rischioe le problematiche della dimensionetemporale e dell’estensione geografica eintrasettoriale.

Per la stima delle posizioni a rischio diceva-mo, siamo partiti dal lavoro di Frey e Osbornei quali, sulla base delle descrizioni O*Net, han-no calcolato degli indicatori analitici dell’es-posizione al rischio di digitalizzazione. Frey eOsborne interpretano il rischio di digitalizza-zione non solo in termini di robotizzazione osostituzione diretta di operazioni da parte dimacchine, ma in senso più lato di sostituzionedelle attività attualmente svolte anche grazieall’intelligenza artificiale. Esempi al riguardosono il “machine learning” che può svolgerein automatico attività di analisi e sintesi didocumenti fino alla classificazione e indica-zione di soluzioni operative. Altre funzionidell’intelligenza artificiale si applicano alla gui-da autonoma. È chiaro che tutte queste sonoapplicazioni che hanno effetti dirompenti sul-la logistica, dalla gestione e controllo delle fil-iere fino alla vera e propria esecuzione opera-tiva.

Frey e Osborne non si spingono fino ad indi-care il possibile impatto temporale dei fattoridi digitalizzazione. Grazie alla corrisponden-za tra i CP 4 digit Istat e le classificazioni O*Netusate da Frey e Osborne, abbiamo applicato iloro indicatori alla nostra stima di 2,5 milionidi occupati nella logistica, con un risultatoatemporale di 1.800.000 posizioni a rischio.

Questo è un valore largamente eccessivo ris-petto all’orizzonte temporale al 2027 che cisiamo dati. Il motivo lo troviamo in un esameanalitico delle professioni di riferimento cheriportiamo nella tabella A4 in appendice. Nonpensiamo che da qui a sette anni la guida au-tonoma possa sostituire gli autisti, se non peruna componente veramente minima. Troppiostacoli di natura normativa, tecnologica e or-ganizzativa si frappongono alla brutale auto-mazione dei trasporti su gomma. Se la guidaautonoma in senso esteso va esclusa dal nos-tro orizzonte, esistono altre professioni per lequali riteniamo ugualmente che gli indicatoridi Frey e Osborne siano troppo drastici, nonsolo con riferimento al medio termine: si trat-ta di professioni soggette sì all’impatto dell’in-telligenza artificiale (come quelle legate allagestione amministrativa della filiera logistica),ma che hanno uno spazio per così dire “diret-to” di espansione nelle nuove aree della ges-tione amministrativa stessa, in termini, in par-ticolare, di esigenza di controllo.

Un terzo elemento di criticità nell’utilizzo de-gli indicatori di Frey e Osborne deriva dai lim-iti all’effettiva diffusione della digitalizzazione,in senso sia geografico che intrasettoriale. Lapolverizzazione del sistema imprenditorialeitaliano in moltissime imprese di piccola di-mensione, la polarizzazione del Paese tra areefortemente sviluppate e altre aree, le diffuseresistenze al cambiamento fanno sì che l’im-patto della digitalizzazione (che è già sotto i

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 26

Page 27: Rapporto completo Randstad Research

nostri occhi), possa realizzarsi nei prossimianni “a macchia di leopardo”.

Alla luce di queste considerazioni, semprenella tabella A4 dell’appendice, abbiamo elab-orato una versione rivista degli indicatori diFrey & Osborne. Ne emerge un impatto co-munque rilevante sulle professioni attuali, paria circa 500.000 posizioni coinvolte.

Rimane il fatto che la digitalizzazione attraver-sa tutte le professioni senza eccezioni. Se laguida autonoma è ancora lontana da una dif-fusione generalizzata, la guida assistita è connoi, così come gli esperimenti di platooningnel grande trasporto su gomma. Per la guidacome per tutte le altre professioni c’è unaquestione di apertura al cambiamento, di ca-pacità di interagire con i processi digitali e piùin generale, con il carattere talvolta graduale,talvolta dirompente dell’innovazione. Perquesto stimiamo che, oltre alle 500.000 pos-izioni a rischio, ve ne siano non meno di600.000 per le quali si pongono problemi didrastico adattamento.

2.4.2 Il potenziale di crescita delleposizioni lavorative della logistica èsorretto da fattori di lungo termine.L’articolo di Frey e Osborne cui abbiamo fattoriferimento è apparso nel 2013. Certamentegli effetti della digitalizzazione analizzati daquesti autori riguardano già il periodo di os-servazione delle nostre analisi quantitative(2014-2018, come dai paragrafi precedenti diquesto capitolo). Il fatto che questo periodoabbia visto complessivamente una crescitadell’occupazione nella logistica sembra testi-moniare che l’impatto negativo della digitaliz-zazione è solo parte del quadro. D’altronde lastessa analisi delle consistenze dei contratti edei flussi di attivazioni e cessazioni rivela cor-renti diverse, con categorie in forte espan-sione e categorie stabili o in contrazione.Come possiamo osservare dalla tabella 12, laqualifica “Addetti alla gestione amministrati-va dei trasporti (4311) nel periodo 2014-2018 ècresciuta notevolmente (+62%) seguita dallaCP 8132 “Personale non qualificato addettoall’imballaggio e al magazzino” con il +38% edalle CP 6522 e 4312 che presentano un in-cremento rispettivamente del 23% e 21%.

Tabella 7. CP in forte espansione nel periodo 2014-2018(valori assoluti e variazione %).CP Descrizione Saldo 2014-2018 Variazione %

2014-20184311 Addetti alla gestione amministrativa dei trasporti merci 44.395 62%

8132 Personale non qualificato addetto all'imballaggio e al magazzino 88.909 38%

4312 Addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate 47.492 21%

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

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Page 28: Rapporto completo Randstad Research

Nella tabella 13, invece, troviamo le qualificheche hanno subito una forte contrazione nelperiodo 2014-2018. In particolare troviamo gli“Addetti agli sportelli dei servizi postali”(-70%) seguiti dagli “Addetti allo smistamentoe al recapito posta” (-62%) e dai “Conduttoridi autobus, di tram e di filobus” (-46%).

È plausibile pensare che le contrazioni osser-vate siano conseguenza dell’impatto delladigitalizzazione oppure da ristrutturazioni or-ganizzative (in particolare nel caso dei con-duttori di autobus).

Tabella 8. CP in forte contrazione nel periodo 2014-2018(valori assoluti e variazione %).CP Descrizione Saldo 2014-2018 Variazione % 2014-20184212 Addetti agli sportelli dei servizi postali -32.856 -70%

4413 Addetti allo smistamento e al recapito della posta -37.740 -64%

7422 Conduttori di autobus, di tram e di filobus -42.837 -46%

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati campione CICO/Ministero del lavoro.

La sostituzione del lavoro da parte dei robot edell’intelligenza artificiale non deve quindi os-curare il fatto che la logistica è caratterizzatada potenti fattori di crescita che con ogniprobabilità sono destinati a perdurare nel lun-go termine.

Nel quarto capitolo di questo rapporto dedi-cato ai megatrend analizziamo uno per unotali fattori di lungo termine. Questa analisipone in evidenza l’importanza di “non lineari-tà”. I nuovi lavori si espandono seguendo unpercorso di tipo “logistico”, con una primafase di incubazione che può anche esserepiuttosto lunga, una fase di sviluppo esponen-ziale, per poi stabilizzarsi. La previsione deilavori del futuro non può quindi fatta sempli-cemente estrapolando le tendenze in atto,

ma richiede il difficile sforzo di stimare i po-tenziali di espansione.

Come illustra bene Alec Ross nel suo libro Theindustries of the future [1], entrare nella pro-spettiva dei nuovi lavori e delle nuove tecno-logie richiede la capacità di percepire le dis-continuità con il passato. Nuovi campi comela codificazione delle informazioni, lo sviluppodella blockchain per razionalizzare i sistemiamministrativi e contabili, l’utilizzo dei Big Da-ta, o la cybersecurity, tutti cruciali per la qual-ità e lo sviluppo delle filiere logistiche, richie-dono investimenti importantissimi in risorseumane, a tutti i livelli, per non parlare delle in-frastrutture, dei sistemi di hardware, dei nuo-vi sistemi di mobilità, degli enormi spazi apertidalle tecnologie della mobilità sostenibile.

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Page 29: Rapporto completo Randstad Research

Per l’economia di questo rapporto, ci riferire-mo principalmente al recente rapporto dell’In-ternational Transport Forum dell’Ocse [49],che mette al centro delle proiezioni al 2050l’individuazione di alcune tecnologie dirom-penti, ed in particolare l’elettrificazione, la gui-da autonoma, gli effetti indotti dall’e-com-merce, la stampa 3D e le nuove vie commer-ciali internazionali. Da qui al 2050 il trasportointernazionale merci potrebbe triplicare, conun forte incremento di quello aereo mentrela parte del leone (75%) continuerebbe ad es-sere svolta dal traffico via mare. La grande sfi-da è rappresentata dalla capacità di affrontarele emissioni di CO2 con nuove tecnologie.Lostesso rapporto Ocse prevede che la guidaautonomi stimoli una ulteriore intensifica-zione del traffico.

La crescita indotta dai trasporti internazionali,avviene nel contesto della continua accelera-zione della connettività, analizzata in partico-lare da Parag Khanna [52, 53], con l’enormepotenziale di utilizzo di utilizzo dei BIg Datacollegati alle operazioni logistiche internazio-nali e locali, la necessaria ìa crescita delle op-erazioni di programmazione e controllo,

i delicatissimi problemi connessi alla cyberse-curity, tutti fattori destinati a richiedere lo svi-luppo delle nuove professioni di cui abbiamofornito esempi nel capitolo sui megatrend.

In sintesi, siamo giunti ad una stima di circa200.000 nuovi posti creati dalla logistica daqui al 2027, al netto del turnover (un turnoverche comunque rappresenta una opportunitàdi ricambio delle competenze, come eviden-ziato da Claudio Gagliardi [14]). Una stima cheappare in linea con i 110.000 occupati netti inpiù che abbiamo rilevato per il 2014-2018,prudenziale se confrontata con la visionedell’Ocse di una ulteriore accelerazione delsettore, ottimistica se l’Italia dovesse rivelarsiincapace di fare i necessari investimenti intecnologia e in capitale umano.

È concreto il rischio che vengano distruttiposti di lavoro in Italia, per essere creati al-trove e che soprattutto, il trend negativo del-la bilancia dei trasporti internazionali di mercipotrebbe aggravarsi e riflettersi in un ulterioretrasferimento di valore aggiunto dalle impreseitaliane verso quelle estere.

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Page 30: Rapporto completo Randstad Research

Appendici.

A. Metodologia.Nell’utilizzo del file di microdati provenientedalla Rilevazione continua delle forze di lavoro(Rcfl) dell’Istat sono state selezionate alcunevariabili interessanti per misurare il numero dioccupati nei seguenti settori: Logistica comeservizio, Servizi, Industria, Commercio, Alber-ghi e ristorazione e Costruzioni.

La consistenza degli occupati prettamente lo-gistici nell’economia è stata stimata utilizzan-do la “Logistica come servizio” come sotto-settore Ateco Istat di riferimento. È stato,quindi, costruito un campione di 54 qualifiche(con Codici professionali CP a 4 digit) cherappresenta il 90% degli occupati stimati.

Successivamente le 54 qualifiche professio-nali del nostro campione sono state divise indue gruppi: CP “verticali”, ovvero pretta-mente logistiche (es. l’autista) e CP “trasver-sali”, cioè professioni necessarie e comple-mentari a quelle verticali (es. l’informatico).

Per misurare l’incidenza delle professioni tras-versali correlate con la logistica è stato presoil settore “Logistica come servizio" comebenchmark negli altri settori economici.

Tale benchmarking è avvenuto in 2 step:

1. Riparametrizzazione del rapporto CP tras-versali/verticali nella Logistica come servi-zio;

2. Stima della composizione delle qualifichetrasversali negli altri settori economici uti-lizzando la stessa composizione presentenella logistica come servizio.

In questo modo è stata costruita una stima delpeso che la singola professione trasversale

può avere in ogni settore diverso dalla Logis-tica come servizio.

Per analizzare i rapporti di lavoro è stato utiliz-zato il file di microdati del Ministero del lavoroCICO (Campione Integrato ComunicazioniObbligatorie), campione di dati elementari dilavoratori (4 date mensili di nascita) con datirelativi a tutti i rapporti di lavoro nei quali sonocoinvolti, integrati con informazioni su episo-di di lavoro autonomo tratti dagli archivi Inps,tratto dal Sistema Informativo Statistico delleComunicazioni Obbligatorie. Tale sistema,costruito per l’utilizzo statistico delle Comuni-cazioni Obbligatorie, permette ormai di delin-eare un quadro completo e dettagliato delflusso delle attivazioni e cessazioni dei rap-porti di lavoro dipendente e parasubordinatoper studiare la dinamicità del mercato del lav-oro.

Le analisi sul campione Integrato CICO sonobasate sulle stesse 54 qualifiche professionalie sugli stessi settori dell’economia utilizzatinelle Forze di lavoro. I dati campionari sonostati riportati all’universo mediante coeffi-ciente di ponderazione dei giorni di nascitadegli individui. In tale contesto prima sonostati stimati i flussi dei contratti di lavoro atti-vati e cessati per i 54 CP e per tutti i settorieconomici, in un secondo step sono stati ana-lizzati i flussi per il solo settore della Logisticacome servizio.

Le informazioni fornite in tale contesto sonocomplementari a quelle che emergono dall’in-dagine campionaria Istat sulle Forze di Lavoro(RCFL), ma non direttamente confrontabili acausa del diverso obiettivo che le due fonti sipongono, sulle quali è disponibile un’ampiaspiegazione. Questa premessa è necessariaper costruire un modello di lettura dei dati chepermetta di esplorare aspetti poco noti o del

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 30

Page 31: Rapporto completo Randstad Research

tutto sconosciuti del mercato del lavoro sen-za indebitamente piegare l’informazione dis-ponibile ad interpretazioni forzate nel tentati-vo di trovare nei dati ciò che non c’è.

Infatti, l’indagine delle forze di lavoro è basa-ta sulla popolazione residente in Italia e com-prende anche il lavoro non “regolare”. La basedati delle CO contiene al suo interno un in-sieme complesso e dettagliato di elementiconoscitivi su movimenti di assunzione, tras-formazione, proroga e cessazione dei rappor-ti di lavoro generati dai molteplici soggetti da-toriali (non solo imprese) attivi nel mercato. Ilsistema CO fornisce informazioni sulla do-

manda di lavoro regolare soddisfatta, scaturi-ta dall’incontro tra domanda (datore) ed offer-ta (lavoratore); non sono rintracciabili i lavoriautonomi (se non collegati ad un qualche rap-porto dipendente e/o parasubordinato), men-tre sono compresi anche i rapporti di lavoroche coinvolgono lavoratori stranieri presentisolo temporaneamente in Italia.

Pur offrendo, nel loro complesso, un quadroesaustivo del mercato del lavoro italiano,queste fonti informative non sono ancora traloro pienamente integrate e sfruttate, nonpermettono, quindi un confronto immediatotra gli indicatori prodotti con le due fonti.

B. Tabelle analitiche.

Tabella A1. Occupati nei 54 CP per settore economico(valori assoluti 2014-2018).Settori 2014 2015 2016 2017 2018Logistica come servizio 908.619 915.619 947.742 994.076 986.036

Altri servizi 200.117 200.126 193.476 216.607 210.363

Industria 715.244 698.203 695.910 728.484 741.376

Commercio 366.028 360.010 339.887 366.242 352.591

Alberghi e ristorazione 22.672 30.150 26.665 27.877 30.790

Costruzioni 53.098 47.420 46.724 49.652 54.889

Totale 2.265.778 2.251.527 2.250.404 2.382.939 2.376.044

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati Istat/Rcfl.

Tabelle ComunicazioniObbligatorie

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 31

Page 32: Rapporto completo Randstad Research

Tabella A2. Attivazioni e cessazioni per 54 CP e tutti i settorieconomici (valori assoluti 2018).Settori Logistica Servizi Industria Commercio Alberghi

e ristoraz.Costruzioni Totale

2014 Attivazioni 337.349 530.518185.425 141.679 91.762 87.415 1.374.148Cessazioni 307.732 497.952197.684 138.860 89.627 92.317 1.324.171

2015 Attivazioni 384.948 599.762226.366 176.183 94.772 98.701 1.580.732Cessazioni 330.334 533.163197.904 143.496 88.738 88.152 1.381.786

2016 Attivazioni 352.792 494.342191.634 145.532 90.265 82.050 1.356.615Cessazioni 318.410 455.118177.764 127.498 84.679 81.487 1.244.956

2017 Attivazioni 426.010 595.285215.597 170.149 111.940 90.318 1.609.300Cessazioni 387.045 549.746196.460 148.960 103.907 86.366 1.472.485

2018 Attivazioni 445.900 694.062237.827 185.379 120.209 100.221 1.783.598Cessazioni 423.084 650.180220.043 167.109 117.260 93.229 1.670.906

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati CICO.

Tabella A3. Attivazioni e cessazioni per 54 CP e Logisticacome servizio (valori assoluti 2014-2018).Descrizione Attivazioni Cessazioni Attivazioni Cessazioni

Conduttori di mezzi pesanti e camion 106.096 95.281 23,8 22,5

Facchini, addetti allo spostamento merci eassimilati

92.158 88.829 20,7 21,0

Autisti di taxi, conduttori di automobili, furgonie altri veicoli

65.436 62.062 14,7 14,7

Conduttori di autobus, di tram e di filobus 34.466 36.024 7,7 8,5

Addetti alla gestione dei magazzini e professioniassimilate

31.912 27.740 7,0 6,6

Personale non qualificato addettoall'imballaggio e al magazzino

30.476 29.716 6,8 7,0

Addetti allo smistamento e al recapito dellaposta

13.171 14.554 3,0 3,4

Addetti agli affari generali 12.935 12.221 2,9 2,9

Marinai di coperta 11.005 10.693 2,5 2,5

Addetti alle consegne 10.610 9.827 2,4 2,3

Personale non qualificato addetto ai servizi dicustodia di edifici, attrezzature e beni

5.046 4.803 1,1 1,1

Altre CP 32.589 31.441 7,4 7,5

Totale 54 CP 445.900 423.191 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni Randstad Research su dati CICO.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 32

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Tabella A4. Calcolo della soggezione al rischio diautomatizzazione per i 54 CP del campione.

CP Descrizione NumerositàSOCCODE

Probability(OF)

Posizionia rischioOF

Probabilitystime RR

Posizionia rischioRR

1216

Imprenditori eamministratori di grandiaziende nel settore deitrasporti e magazzinaggioe nei servizi diinformazione ecomunicazione 4.091 51-1011.00 0,016 65 0,016 65

1226

Direttori e dirigenti neisettori dei trasporti ecomunicazione 12.495 11-3051.00 0,03 375 0,03 375

1239

Altri direttori e dirigenti didipartimento non altroveclassificati 203 13-1199.04 0,23 47 0,1 20

1316

Imprenditori eresponsabili di piccoleaziende nei trasporti,magazzinaggio e neiservizi di informazione ecomunicazione 40.100 11-3071.03 0,59 23.659 0,1 4.010

2114Analisti e progettisti disoftware 7.011 15-1111.00 0,015 105 0,015 105

2216Ingegneri civili eprofessioni assimilate 2.767 13-1081.01 0,012 33 0,012 33

2217Ingegneri industriali egestionali 4.536 17-2112.00 0,029 132 0,029 132

2512

Specialisti della gestione edel controllo nelle impreseprivate 4.988 11-9199.04 0,25 1.247 0,1 499

2515Specialisti nei rapporti conil mercato 19.124 11-2031.00 0,015 287 0,015 287

3133 Elettrotecnici 7.396 17-3023.03 0,84 6.213 0,2 1.479

3135

Tecnici delle costruzionicivili e professioniassimilate 10.535 17-3022.00 0,75 7.902 0,2 2.107

3155Tecnici della produzionedi servizi 2.194 49-9071.00 0,64 1.404 0,1 219

3161Comandanti e ufficiali dibordo 9.555 53-5021.01 0,27 2.580 0,27 2.580

3163Tecnici dell'aviazionecivile 4.250 53-2011.00 0,18 765 0,18 765

3164

Tecnicidell'organizzazione deltraffico ferroviario 10.524 43-5032.00 0,96 10.103 0,5 5.262

3311

Segretari amministrativi,archivisti, tecnici degliaffari generali eprofessioni assimilate 15.127 43-6011.00 0,86 13.009 0,4 6.051

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 33

Page 34: Rapporto completo Randstad Research

CP Descrizione NumerositàSOCCODE

Probability(OF)

Posizionia rischioOF

Probabilitystime RR

Posizionia rischioRR

3312Contabili e professioniassimilate 27.948 43-3031.00 0,98 27.389 0,45 12.577

3315

Tecnicidell'organizzazione e dellagestione dei fattoriproduttivi 12.622 13-1081.02 0,012 151 0,012 151

3321Tecnici della gestionefinanziaria 22.477 41-3031.02 0,016 360 0,016 360

3332

Responsabili di magazzinoe della distribuzioneinterna 31.099 43-5011.01 0,99 30.788 0,4 12.440

3341Spedizionieri e tecnicidella distribuzione 85.089 13-1199.03 0,23 19.570 0,1 8.509

3454

Tecnici dei servizi disicurezza privati eprofessioni assimilate 1.312 13-1199.02 0,23 302 0,23 302

4111Addetti a funzioni disegreteria 29.175 43-6014.00 0,96 28.008 0,4 11.670

4112 Addetti agli affari generali 84.422 43-9061.00 0,96 81.045 0,2 16.884

4114Addetti alla gestione delpersonale 19.758 43-4161.00 0,9 17.782 0,4 7.903

4212Addetti agli sportelli deiservizi postali 13.922 43-5051.00 0,95 13.226 0,4 5.569

4215Addetti alla vendita dibiglietti 13.331 41-2011.00 0,97 12.931 0,4 5.332

4221

Addetti accoglienza einformazione nelleimprese e negli entipubblici 6.101 43-4051.00 0,55 3.356 0,1 610

4311

Addetti alla gestioneamministrativa deitrasporti merci 116.136 13-1021.00 0,87 101.039 0,1 11.614

4312

Addetti alla gestione deimagazzini e professioniassimilate 275.609 11-3071.02 0,59 162.609 0,1 27.561

4313

Addetti alla gestioneamministrativa deitrasporti merci 51.443 43-5061.00 0,88 45.270 0,1 5.144

4321 Addetti alla contabilità 26.097 43-3031.00 0,98 25.575 0,3 7.829

4411

Personale addetto acompiti di controllo,verifica e professioniassimilate 14.377 43-3061.00 0,98 14.090 0,1 1.438

4412

Addetti al controllo delladocumentazione diviaggio 5.464 43-5071.00 0,98 5.354 0,5 2.732

4413Addetti allo smistamento eal recapito della posta 21.602 43-5021.00 0,94 20.306 0,1 2.160

5231Hostess, steward eprofessioni assimilate 10.796 53-2031.00 0,35 3.779 0,35 3.779

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 34

Page 35: Rapporto completo Randstad Research

CP Descrizione NumerositàSOCCODE

Probability(OF)

Posizionia rischioOF

Probabilitystime RR

Posizionia rischioRR

5486Guardie private disicurezza 7.176 33-9032.00 0,84 6.028 0,5 3.588

6231

Meccanici artigianali,riparatori e manutentori diautomobili e professioniassimilate 18.188 49-3021.00 0,91 16.551 0,3 5.456

6238Meccanici e attrezzistinavali 19.305 53-5031.00 0,041 792 0,041 792

6241

Installatori e riparatori diapparati elettrici edelettromeccanici 4.901 49-2011.00 0,74 3.627 0,5 2.450

6245

Installatori di lineeelettriche, riparatori ecavisti 12.914 49-9051.00 0,097 1.253 0,097 1.253

6522

Falegnami ed attrezzisti dimacchine per lalavorazione del legno 152.397 51-7042.00 0,97 147.826 0,3 45.719

7411Conduttori di convogliferroviari 6.677 53-1031.00 0,029 194 0,029 194

7412

Operatori di verifica,circolazione e formazionetreni 5.217 53-1031.00 0,029 151 0,029 151

7421

Autisti di taxi, conduttoridi automobili, furgoni ealtri veicoli 118.156 53-3031.00 0,98 115.793 0,1 11.816

7422Conduttori di autobus, ditram e di filobus 50.986 53-3021.00 0,67 34.161 0,1 5.099

7423Conduttori di mezzipesanti e camion 331.854 53-3032.00 0,79 262.164 0,1 33.185

7443

Conduttori di gru e diapparecchi disollevamento 28.919 53-7021.00 0,9 26.027 0,1 2.892

7444Conduttori di carrellielevatori 38.633 53-7051.00 0,93 35.929 0,1 3.863

7451 Marinai di coperta 5.901 53-5011.00 0,83 4.898 0,83 4.898

8131

Facchini, addetti allospostamento merci eassimilati 137.710 53-7062.00 0,85 117.054 0,5 68.855

8132

Personale non qualificatoaddetto all'imballaggio eal magazzino 324.383 53-7064.00 0,38 123.266 0,2 64.877

8133 Addetti alle consegne 60.177 39-6011.00 0,83 49.947 0,5 30.088

8161

Personale non qualificatoaddetto ai servizi dicustodia di edifici,attrezzature e beni 28.875 39-3093.00 0,43 12.416 0,43 12.416

Totale campione 1.638.928 466.144Totale universo 1.802.821 512.759

Fonte: elaborazione Randstad Research su Rcfl e indici di Osborne e Frey.

l'occupazione nella logistica in Italia oggi e in prospettiva. < indice. 35

Page 36: Rapporto completo Randstad Research

03come si raggruppanole qualifiche dellalogistica e la lorodifficoltà direperimento.

< indice. 36

Page 37: Rapporto completo Randstad Research

Introduzione: obiettivi dell’analisi.In via generale una porzione del mercato dellavoro, come in questo caso è il focus sul set-tore della logistica, può essere analizzata neitermini dei profili che lo compongono. Ques-ta è un’operazione che è condotta nel capito-lo 2. In questo capitolo approfondiamo l’ana-lisi di questi profili per cluster e per compo-nenti principali. Un risultato degno di nota ri-guarda la componente delle competenze acarattere astratto, matematico, informatico,unitamente ad elevati livelli di literacy e ragio-namento e la componente delle competenzetecniche e abilità di tipo fisico-percettivo. Am-bedue si associano a significative difficoltà direperimento. Questi approfondimenti fornis-cono possibili chiavi di sviluppo in tema diskilling, upskilling e reskilling.

Il profilo professionale è qui definito attraver-so due classificazioni che sono state collegatefra loro: la CP 2011 dell’Istat, al dettaglio 4 dig-it, e la classificazione SOC, utilizzata da O*Net.La prima è stata utilizzata in riferimento aglioccupati e alla difficoltà di reperimento, men-tre attraverso la seconda si estraggono i trac-ciati delle competenze.

È necessario richiamare il fatto che ogni clas-sificazione è una convenzione: per quantol’orientamento del presente studio si pongal’obiettivo di offrire delle viste alla massimagranularità disponibile, tale dettaglio èsempre una forte semplificazione rispetto al-la dinamica reale dei profili, una semplifica-zione che nel caso di CP 2011 serve proprio avelocizzare processi di codifica molto labori-osi durante lo svolgimento delle indagini. Nelcorso della ricerca abbiamo più volte riscon-trato che queste convenzioni sono molto as-tratte per chi opera nei servizi al lavoro.

Questa premessa introduce lo scopo del pre-sente capitolo da un lato si tratta di illustrarein senso più ampio la complessità dei profilioccupazionali nella logistica; dall’altro e diconverso, l’obiettivo è quello di semplificare eridurre questa complessità in poche dimen-sioni di interesse, così da facilitare la letturadella struttura dell’occupazione nel settoredella logistica come servizio e come funzioneaziendale.

In altre parole, scopo di questo capitolo èquello di esporre uno studio volto a ricon-durre delle moltitudini di profili a pochi clus-ter di profili, e le caratteristiche a loro associ-ate a pochi parametri che possono esserefunzionali alla comprensione della difficoltàdi reperimento dei profili e dei fabbisogni fu-turi del settore, e di conseguenza alle attivitàdi orientamento al mondo del lavoro. Comevedremo in seguito profili professionali ecompetenze possono essere visti attraversoun numero molto ridotto di categorie, equeste correlano in modo significativo con ladifficoltà di reperimento.

3.1 Metodologia.

3.1.1 La selezione del campione.Per condurre lo studio che segue e che vienerichiamato in altre sezioni del report sono statipresi in esame due diversi campioni: un primocampione ridotto scelto come esempio rag-gruppando le qualifiche più significative del-la logistica dal punto di vista qualitativo equantitativo (29 qualifiche) ed un secondocampione più esteso (54 qualifiche) che ten-esse conto anche della numerosità delle sin-gole qualifiche all’interno del settore logisti-ca, così da arrivare a coprire (e superare) il90% degli addetti alla logistica in Italia oggi.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 37

Page 38: Rapporto completo Randstad Research

Per l’elenco completo del primo campione sirimanda al nostro Rapporto di sintesi, mentreper il secondo rimandiamo all’a tabella A3 delcapitolo 2.

Se questi sono stati i criteri di formazione, nelprosieguo dell’analisi i due gruppi originarisono stati considerati un insieme unico, alquale sono state applicate le procedure diclustering.

3.1.2 Le variabili di interesse: i vettori dicompetenze O*Net e la difficoltà direperimento.Come detto in apertura, lo scopo di questaanalisi è quello di trovare delle chiavi per me-glio leggere la complessità che si cela nellacomposizione dei profili del settore della lo-gistica. Abbiamo scelto di leggere le qualifi-che di interesse principalmente attraverso lecompetenze che le definiscono. A tal fine lostrumento principale è dato dall’indagineO*Net. O*Net è un database a produzionecontinua, prodotto dal Department of Labordegli Stati Uniti e il Department of Commercedel North Carolina, la cui fase operativa è se-guita da uno specifico ente, il National Centerfor O*Net Development. La raccolta dei dati èpressoché a ciclo continuo, ma a rotazionerispetto ai profili target, che vengono aggior-nati per sezione periodicamente. Ciò cheviene aggiornato è il fattore di importanza as-sociato a ciascuna componente del profiloprofessionale, mentre la struttura classificato-ria sottostante rimane quasi invariata negli an-ni. I fattori di importanza rappresentano l’atti-nenza che una componente ha rispetto ad unprofilo professionale. Per produrre questo da-to lo O*Net center ha un programma continuodi raccolta dati, basato su più fasi di campio-namento. Nella prima viene selezionato uncampione di aziende, nel secondo stadio siselezionano casualmente dei lavoratori con

quel determinato profilo, quali esperti lorostessi (detti incumbent). A questi lavoratorivengono somministrate batterie di questio-nari in forma tale per cui ciascun lavoratorecompili solo una parte delle informazioni chepopoleranno il database finale; questo per al-leggerire il carico su ciascun lavoratore. Lesezioni più tecniche sono invece compilateda analisti. O*Net è composto da sei macroaree di indagine, a seguire ne illustriamo gliambiti che per ragioni tecniche meglio si pre-stano ad un'analisi trasversale su più qualifi-che:

Worker Characteristics. Caratteristiche cheinfluenzano la performance e la capacità diacquisire conoscenze e competenze.

Worker Requirements. Descrittori chepertengono a conoscenze e competenze chesi apprendono nell’esperienza lavorativa.

Experience Requirements. Requisiti relative aprecedenti esperienze di lavoro e legate aspecifiche attività.

Occupational Requirements. Insiemeomnicomprensivo di variabili di dettaglio chedescrivono ciò di cui una professionenecessita per essere svolto.

All’interno delle quattro macro-aree di inda-gine elencate sopra, andando in maggior det-taglio, vi sono tre gruppi di caratteristiche chevengono utilizzati in questo studio per ciascunprofilo; in corrispondenza di ciascuna carat-teristica la fonte riporta un punteggio di im-portanza che varia da 1 a 5:Skills.Es. pensiero critico, capacità persuasivaAbilities.Es. destrezza manuale, capacità di memoriz-zazione

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 38

Page 39: Rapporto completo Randstad Research

Knowledge.Es. ingegneria, economia, chimica.Le caratteristiche appena esposte diventanoquindi una serie di 116 competenze che si as-socia a ciascun profilo. Nell’utilizzare questafonte lo scopo è stato in primo luogo quellodi raggruppare i profili in base alle somi-glianze e alle differenze nel grado di impor-tanza (requisiti) di ciascuna di queste compe-tenze. Per esempio vedremo nel prosieguoche tendono ad associarsi fra loro profili chehanno fra i requisiti con valutazione di impor-tanza più elevata nell’area matematica, op-pure, diversamente, profili che hanno perrequisito determinate caratteristiche in ambi-to percettivo, visivo, uditivo. In una sezionesuccessiva andremo ad illustrare l’analisi illus-trata nel paragrafo precedente, e con quali ri-sultati.

In secondo luogo, abbiamo elaborato unaprocedura per determinare in che modo ten-dono a presentarsi le caratteristiche di O*Net,ovvero di raggruppare anche le competenzestesse in base al modo in cui tendono ad as-sociarsi. Infatti, riprendendo gli esempi delparagrafo precedente si vedrà come tutte lecompetenze in area matematica possono es-sere intese come un agglomerato di compe-tenze, perché tendono a presentarsi insiemecon un fattore di importanza simile.

In terzo luogo, abbiamo focalizzato sul rap-porto fra queste classi e la difficoltà di reperi-mento nel 2018. La difficoltà di reperimento èun indice che si ricava dall’indagine annualedel sistema informativo Excelsior (Unionca-mere-ANPAL). L’istituto intervista annual-mente circa 90mila imprese, chiedendo lorole caratteristiche delle assunzioni program-mate per l’anno futuro. In particolare viene ri-chiesta la mansione dei lavoratori che si in-tende assumere, e se si giudica che la ricer-

ca di quei profili presenterà delle difficoltà. Iltasso di difficoltà di reperimento per un profi-lo è quindi il rapporto fra le assunzioni giudi-cate di difficile reperimento e il totale delleassunzioni pianificate per un determinato pro-filo: maggiore è questo numero, maggioresarà il tasso della difficoltà di reperimento.Questa variabile è di primario interesse per ilnostro studio, perché può essere indice perdue tipi di mismatch fra domanda e offerta dilavoro: mismatch quantitativo se si tratta diuna carenza di candidati rispetto alle assun-zioni pianificate, o mismatch qualitativo se sitratta di un problema nell’incontro.

3.2 L’analisi per cluster,ovvero gruppi di qualifiche.

3.2.1 Osservazioni generali.In questa sezione illustriamo l’applicazionedella procedura di clustering ai 54 profili delcampione, basati sull’importanza che hannoin ciascuno le 116 caratteristiche rilevate conO*Net.

La logica della procedura di clustering utiliz-zata funziona come segue: si tratta di identifi-care dei gruppi di profili massimamente omo-genei al loro interno, in termini di competenzeed abilità, e allo stesso tempo fortemente di-versi rispetto a tutti gli altri gruppi.

La procedura di clustering adottata è quelladell’algoritmo di Ward, una tecnica che per-mette di formare dei cluster e di illustrarecome questi possono agglomerarsi in sensogerarchico. La nostra analisi ha permesso diindividuare quindi sei cluster rispetto al cam-pione di 54 profili.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 39

Page 40: Rapporto completo Randstad Research

Introduciamo brevemente i sei cluster (deter-minati principalmente in base alla statisticaJe(2)/Je(1) di Duda-Hart, come illustrato nellenote tecniche):Management.Figure dedicate prevalentemente ad aspettidecisionali e gestionali del business.Ingegneria.Figure ad elevata specializzazione a contenu-to prevalentemente informatico-ingegneristi-co.Impiegati.Figure di back office non direttamente con-nesse ai processi di delivery del business.Tecnici.Operatori dedicati prevalentemente alla man-utenzione e al controllo di macchinari e vei-coli.Piloti e conduttori.Personale dedicato alla guida dei mezzi di lo-comozione o operatori.Addetti generici.Addetti dedicati a funzioni elementari: alcunidi essi sono connessi all’ambito del deliverydei servizi della logistica, altri come vedremosono invece personale di supporto.Osserviamo che le mansioni della logistica sisuddividono in due grandi gruppi, molto dis-tinti fra loro: da un lato i gruppi impiegati, in-gegneria e management. Dall’altro abbiamogli addetti generici, i tecnici di supporto e ipiloti.

Questa prima grande dissimilarità è certa-mente data dalla differenza fra mansioni chetendono ad essere basate su operazioni cherichiedono astrazione da un lato, mentredall’altro abbiamo le mansioni che richiedonooperazioni che tendono ad essere manuali ofisiche. Nelle sezioni successive si darà unmaggiore dettaglio di questo.

All’interno del raggruppamento delle mansio-ni prevalentemente manuali, osserviamo unagrande differenza fra gli addetti generici e glialtri due cluster del raggruppamento. Questadifferenza è dovuta al fatto che i requisiti peroperare con tali mansioni sono relativamentebassi su competenze ed abilità, mentre lemansioni come quelle dei tecnici di supportoo quelle di piloti e conduttori hanno un con-tenuto tecnico certamente più elevato rispet-to all’altro gruppo.

Sul versante del raggruppamento delle man-sioni a maggior contenuto astrattivo, l’algorit-mo misura una grande differenza tra il clusterfinale degli impiegati, rispetto ai cluster dimanagement e ingegneria.

In questo sembra esservi più una differenzanel contenuto delle mansioni, più che da unadifferenza di livello generale di competenze econoscenze.

Nelle sottosezioni a seguire illustriamo breve-mente le caratteristiche di ciascun cluster.

3.2.2 Il cluster degli addetti generici:caratteristiche delle competenze edifficoltà di reperimento.Iniziamo a presentare il cluster degli addettigenerici (tabella 1) perché nelle elaborazioniche seguiranno1 questo gruppo sarà talvolta ilbenchmark di confronto. La maggior parte diquesti profili opera trasversalmente rispettoal settore della logistica come servizio. Gli ad-detti generici sono i profili con minor difficol-tà di reperimento nella logistica: la media arit-metica del relativo indicatore è pari al 16,4%contro il 26% rilevato per la media di tutte leprofessioni.

1 La difficoltà di reperimento è riferita al 2018, reperita dalla base dati Excelsior (Unioncamere-ANPAL). L’indicatore è “assunzioni programmate considerate di difficile

reperimento/totale assunzioni programmate”.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 40

Page 41: Rapporto completo Randstad Research

La procedura di clustering accorpa in realtàpiù figure da diversi grandi gruppi professio-nali, che si identificano con la prima cifra delcodice CP. Abbiamo per esempio: il CP4, pro-fessioni esecutive di ufficio; CP5, professioniqualificate nei servizi; CP8, professioni non

qualificate. Il che implica che la rilevazioneO*Net identifica attraverso le competenzeuna similarità fra queste professioni, che nonsi coglie invece con la mera classificazione Is-tat.

Tabella 1. Riepilogo del cluster degli addetti generici.

CODICEO*Net Descrizione O*Net

CPISTAT Descrizione ISTAT

Difficoltà direperimento2018

43-5021.00 Couriers and Messengers 8133 Addetti alle consegne 46,5%

53-3031.00 Driver/Sales Workers 7421 Autisti di taxi, conduttori di automobili,furgoni e altri veicoli

26,4%

33-9032.00 Security Guards 5486 Guardie private di sicurezza 22,7%

43-5081.03 Stock Clerks- Stockroom,Warehouse, or Storage Yard

4312 Addetti alla gestione dei magazzini e eprofessioni assimilate

17,5%

43-5061.00 Production, Planning, andExpediting Clerks

4313 Addetti alla gestione amministrativa deitrasporti merci

16,9%

43-4181.00 Reservation andTransportation TicketAgents and Travel Clerks

4412 Addetti al controllo delladocumentazione di viaggio

16,0%

43-5071.00 Shipping, Receiving, andTraffic Clerks

4311 Addetti alla gestione degli acquisti 13,4%

43-3071.00 Tellers 4212 Addetti agli sportelli dei servizi postali 11,9%

53-7064.00 Packers and Packagers,Hand

8132 Personale non qualificato addettoall'imballaggio e al magazzino

11,4%

53-2031.00 Flight Attendants 5231 Hostess, steward e professioni assimilate 10,9%

41-2011.00 Cashiers 4215 Addetti alla vendita di biglietti 10,9%

39-3031.00 Ushers, Lobby Attendants,and Ticket Takers

8161 Personale non qualificato addetto aiservizi di custodia di edifici, attrezzature ebeni

10,0%

53-7062.00 Laborers and Freight, Stock,and Material Movers, Hand

8131 Facchini, addetti allo spostamento mercied assimilati

9,1%

43-5051.00 Postal Service Clerks 4413 Addetti allo smistamento e al recapitodella posta

6,0%

Media aritmentica 16,4%Deviazione standard 10,2%

Fonte: elaborazione Randstad Research su classificazione O*Net, Istat e dati Unioncamere-Excelsior 2018.

Il tracciato delle competenze e delle abilitàper il cluster degli addetti generici si differen-zia rispetto agli altri secondo le seguenti car-atteristiche:

• requisiti molto più bassi rispetto agli altricluster quanto ad abilità di scrittura e com-prensione

• bassi requisiti in termini di capacità di pro-durre pensiero originale o pensiero critico

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 41

Page 42: Rapporto completo Randstad Research

• bassi requisiti in termini di ragionamentologico-matematico

• bassi requisiti nell’area delle conoscenze:l’unica categoria che fa eccezione è l’area“customer and personal service”, dove ilcluster ha un punteggio intermedio fra i seicluster presi in analisi.

È degno di nota il fatto che l’area delle cono-scenze informatiche ha dei punteggi bassi,ma che si situano comunque intorno a 2,5,ovvero metà della scala di O*Net, indicandoche comunque anche per queste figure vi so-no requisiti in merito alle capacità di uso de-gli strumenti informatici, benché basilari.

Fra le poche caratteristiche dove si segnalanorequisiti superiori alla media di tutti i cluster,segnaliamo l’attitudine di orientamento al ser-vizio. Vi sono altre caratteristiche con punteg-gio dei requisiti sopra la media nell’area delleabilità manuali e delle caratteristiche fisiche,ma i punteggi sono comunque inferiori rispet-to ai cluster dei tecnici e dei piloti che saran-no illustrati a seguire.

In sintesi, il cluster degli addetti generici èstrettamente legato all’andamento generaledel business, perché fortemente connesso aldelivery, tuttavia si tratta di un segmentodell’occupazione a bassa difficoltà di reperi-mento, e si presume che in futuro tali qualifi-che potranno essere sostituite per automa-zione o digitalizzazione.

In merito alla difficoltà di reperimento, osser-viamo un ambito di variazione pressoché nul-lo per qualifiche come i facchini e gli addettial recapito postale, fino a registrare tassi mol-to elevati per mansioni come addetti alle con-segne, autisti e guardie private. Per quanto ri-guarda i primi la scarsità sembra essere fun-zione di un aumento della domanda rispettoall’offerta, mentre per le altre due categoriemenzionate è possibile che la difficoltà di re-perimento dipenda dal fatto che all’interno diquesto cluster i requisiti siano comunque piùalti e più raramente posseduti rispetto alle al-tre mansioni.

3.2.3 Il cluster dei piloti e dei conduttori:caratteristiche delle competenze edifficoltà di reperimento.Il cluster dei piloti e dei conduttori (tabella 2)presenza una significativa differenza rispettoal cluster degli addetti generici in termini didifficoltà di reperimento, che in questo caso,relativamente al 2018 è pari al 31%. Ad esclu-sione dei marinai di coperta e dei conduttoridi carrelli elevatori, tutti i profili di questo clus-ter hanno difficoltà di reperimento superiorealla media di tutte le mansioni (ovvero 26%).Dal punto di vista delle competenze il clusterdei piloti e dei conduttori è significativamentediverso dagli altri: si tratta innanzitutto dell’in-sieme di profili dove maggiormente emergo-no requisiti di abilità che sono insieme unacapacità fisico-motoria e destrezza.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 42

Page 43: Rapporto completo Randstad Research

Tabella 2. Riepilogo del cluster dei piloti e conduttori.CODICEO*Net Descrizione O*Net

CPISTAT Descrizione ISTAT

Difficoltà direperimento

47-4061.00 Rail-Track Laying andMaintenance EquipmentOperators

7412 Operatori di verifica, circolazione eformazione treni

61,7%

53-7021.00 Crane and Tower Operators 7443 Conduttori di gru e di apparecchi disollevamento

39,9%

53-4011.00 Locomotive Engineers 7411 Conduttori di convogli ferroviari 34,7%

53-3032.00 Heavy and Tractor-Trailer TruckDrivers

7423 Conduttori di mezzi pesanti ecamion

33,7%

53-3021.00 Bus Drivers, Transit and Intercity 7422 Conduttori di autobus, di tram e difilobus

29,3%

53-5021.01 Ship and Boat Captains 3161 Comandanti e ufficiali di bordo 29,0%

53-2011.00 Airline Pilots, Copilots, andFlight Engineers

3163 Tecnici dell'aviazione civile 28,3%

53-7051.00 Industrial Truck and TractorOperators

7444 Conduttori di carrelli elevatori 14,9%

53-5011.00 Sailors and Marine Oilers 7451 Marinai di coperta 7,4%

Media aritmentica 31,0%Deviazione standard 15,3%

Fonte: elaborazione Randstad Research su classificazione O*Net, Istat e dati Unioncamere-Excelsior 2018.

Andando in maggior dettaglio, si osserva chela problem sensitivity, ovvero la capacità diindividuare dei problemi, è rilevata ad un ele-vato livello (pressoché pari a quello dei man-ager), così come l’abilità di esercitare atten-zione selettiva. In generale è tutto il gruppodi abilità che richiedono precisione percetti-va e sensoriale a connotare il cluster: rapiditàpercettiva, visualizzazione, destrezza man-uale e digitale, precisione nel controllo, forzafisica. Dal punto di vista delle conoscenze, inquesto cluster vi è un punteggio più alto cheper tecnici e addetti e generici per quanto ri-guarda le conoscenze amministrative, ed èrequisito anche essere formati in ambito diservizio ed orientamento al cliente. Comple-tano questo profilo anche nozioni di meccan-ica superiori alla media, così come di geogra-fia e di salute e sicurezza, oltre che la cono-scenza specifica dei metodi e dei processi deltrasporto di persone e cose. Nel cluster dei

piloti è anche una competenza critica il sapermonitorare il corretto funzionamento dei vei-coli e di tutte le loro componenti, in modocorrispondente è critico il requisito di saperindividuare le cause dei problemi (trouble-shooting), ove questa caratteristica ha un live-llo secondo solo al cluster dei tecnici. Infine,il decision making e la capacità di gestione deltempo sono per O*Net requisiti a livelli alti.La difficoltà di reperimento in questo clustervaria dal 61,7% al 7,4%. L’estremo inferiore èdato dai marinai di coperta, che risultano in-fatti dei profili con minor contenuto tecnolo-gico rispetto agli altri, e ancora più connotatidal punto di vista fisico. All’estremo superioretroviamo operatori ferroviari, operatori di grue conduttori di convogli: in questo caso cisembra che la scarsità sembri dovuta al fattodi possedere specializzazioni molto rare, chedipendono dall’esperienza nell’uso di unospecifico veicolo o macchinario, con relativa

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 43

Page 44: Rapporto completo Randstad Research

certificazione. Il conduttore di carrelli eleva-tori, che ha difficoltà di reperimento sotto lamedia, sembra essere un’eccezione perché ilmezzo in questione è probabilmente un og-getto di facile apprendimento e quindi l’offer-ta può essere ancora abbondante rispetto al-la domanda.

3.2.4 Il cluster degli impiegati:caratteristiche delle competenze edifficoltà di reperimento.Il cluster degli impiegati comprende dieci pro-fili (tabella 3) che a differenza dei due prece-denti cluster presi in esame non svolgono at-tività lavorative direttamente connesse alladelivery del servizio. In questo caso la media

aritmetica della difficoltà di reperimento è su-periore a quella degli addetti generici, tutta-via al suo interno osserviamo che la maggiorparte dei profili ha questo indicatore a livelloinferiore rispetto alla media per tutti i profilidel 26%, fatta eccezione per gli specialisti deirapporti con il mercato, i segretari amminis-trativi e i tecnici della gestione finanziaria. Dalpunto di vista della difficoltà di reperimentoosserviamo quindi una rilevante eterogeneitàfra figure professionali; dal punto di vista del-la crescita occupazionali l’unico contributopositivo sembra essere dato dagli specialistinel rapporto con il mercato, ovvero una figu-ra impiegatizia orientata allo sviluppo del busi-ness.

Tabella 3. Riepilogo del cluster degli impiegati.CODICEO*Net Descrizione O*Net

CPISTAT Descrizione ISTAT

Difficoltà direperimento

11-2031.00 Public Relations andFundraising Managers

2515 Specialisti nei rapporti con il mercato 50,9%

41-3031.02 Sales Agents, FinancialServices

3321 Tecnici della gestione finanziaria 39,0%

43-6011.00 Executive Secretaries andExecutive AdministrativeAssistants

3311 Segretari amministrativi, archivisti,tecnici degli affari generali eprofessioni assimilate

37,6%

43-4161.00 Human Resources Assistants,Except Payroll andTimekeeping

4114 Addetti alla gestione del personale 22,0%

43-9061.00 Office Clerks, General 4112 Addetti agli affari generali 20,2%

43-3061.00 Procurement Clerks 4411 Personale addetto a compiti dicontrollo, verifica e professioniassimilate

19,3%

13-2011.01 Accountants 3312 Contabili e professioni assimilate 19,2%

43-4051.00 Customer ServiceRepresentatives

4221 Addetti all'accoglienza eall'informazione nelle imprese e neglienti pubblici

19,0%

43-3031.00 Bookkeeping, Accounting, andAuditing Clerks

4321 Addetti alla contabilità 14,4%

43-6014.00 Secretaries and AdministrativeAssistants, Except Legal,Medical, and Executive

4111 Addetti a funzioni di segreteria 13,3%

Media aritmentica 25,5%Deviazione standard 12,5%

Fonte: elaborazione Randstad Research su classificazione O*Net, Istat e dati Unioncamere-Excelsior 2018.

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Page 45: Rapporto completo Randstad Research

Il cluster degli impiegati, rispetto alla mediapresenta alcuni requisiti caratteristici:

• livelli elevati di comprensione ed espres-sione scritta e orale, information ordering (lacapacità di catalogare informazioni in basea delle regole ben precise)

• capacità matematiche e ragionamento ma-tematico a livello intermedio, con compe-tenze digitale a livello intermedio-alto

• conoscenze in ambito amministrativo edeconomico

• formazione in tema di orientamento al servi-zio e gestione delle risorse umane

• capacità di percepire dinamiche sociali e ca-pacità persuasive

• livello di problem solving e decision makingintermedio rispetto ai cluster.

La difficoltà di reperimento in questo clustervaria da 50,9% a 13,3%. Apparentemente l’in-tero ramo amministrativo presenta una do-manda debole rispetto all’offerta, probabil-mente in virtù della crescente automazionedei processi di ufficio. In questo cluster sonoeccezioni di elevata specializzazione legati aprocessi diversi rispetto alla amministrazionein sé, in particolare gli specialisti dei rapporticon il mercato e i tecnici della gestione finan-ziaria.

3.2.5 Il cluster dei tecnici: caratteristichedelle competenze e difficoltà direperimento.Il cluster da noi denominato come “tecnici”presenta tassi di difficoltà di reperimento sen-sibilmente più alte rispetto al gruppo di riferi-mento degli addetti generici: la media aritme-tica è pari al 34,4%. Sono un'eccezione note-vole i meccanici e gli attrezzisti navali, per iquali reperiamo livelli di difficoltà di reperi-mento pressoché nulli.

Dal punto di vista delle competenze il clusterdei tecnici costruito come in tabella 4:

• presenta requisiti intermedi quanto a com-prensione ed espressione orale e scritta

• requisiti medio-alti per quanto riguarda laproblem sensitivity, il ragionamento dedutti-vo

• requisiti alta per quanto riguarda un insiemeampio di caratteristiche fisico-cinetiche-per-cettive: destrezza manuale, precisione nelcontrollo, coordinamento, forza, flessibilità

• dal punto di vista delle competenze digitali irequisiti sono medio-alti, così come per leconoscenze tecnologiche e ingegneristiche,mentre i requisiti sono a livello intermedioper quanto riguarda le competenze mate-matiche, ed alti nello specifico delle cono-scenze di meccanica

• sono elevati anche i requisiti in ciò che ri-guarda il governo di equipaggiamenti e con-trollo di macchinari, così come l’attitudinealla soluzione di problemi, il controllo qualitàe la capacità di riparare macchinari ed og-getti.

Nell’ambito di questo cluster, ad eccezionedei tecnici della produzione di servizi e degliattrezzisti navali per cui si ipotizza un relativoeccesso di offerta rispetto alla domanda, ve-diamo una elevata difficoltà di reperimentolegata in particolare ai processi di installa-zione e manutenzione di macchine ed impian-ti. Tale attività sembra essere per ora difficil-mente automatizzabile e richiede comunqueun set specifico di attitudini ed esperienzelavorative che probabilmente porta a crescerel’offerta in modo minore rispetto alla crescitadella domanda.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 45

Page 46: Rapporto completo Randstad Research

Tabella 4. Riepilogo del cluster dei tecnici.CODICEO*Net Descrizione O*Net

CPISTAT Descrizione ISTAT

Difficoltà direperimento

17-3023.03 Electrical EngineeringTechnicians

3133 Elettrotecnici 58,6%

49-2011.00 Computer, Automated Teller,and Office Machine Repairers

6241 Installatori e riparatori di apparatielettrici ed elettromeccanici

46,1%

51-7042.00 Woodworking MachineSetters, Operators, andTenders, Except Sawing

6522 Falegnami ed attrezzisti di macchineper la lavorazione del legno

45,8%

49-3021.00 Automotive Body and RelatedRepairers

6231 Meccanici artigianali, riparatori emanutentori di automobili e professioniassimilate

45,6%

49-9051.00 Electrical Power-LineInstallers and Repairers

6245 Installatori di linee elettriche, riparatorie cavisti

34,4%

53-5031.00 Ship Engineers 6238 Meccanici e attrezzisti navali 6,6%

49-9071.00 Maintenance and RepairWorkers, General

3155 Tecnici della produzione di servizi 3,5%

Media aritmentica 34,4%Deviazione standard 21,2%

Fonte: elaborazione Randstad Research su classificazione O*Net, Istat e dati Unioncamere-Excelsior 2018.

3.2.6 Il cluster delle professioni acontenuto ingegneristico: caratteristichedelle competenze e difficoltà direperimento.L’analisi per cluster raggruppa in questo casoun insieme di professioni (tabella 5) che pre-sentano un'elevata difficoltà di reperimento, eche sono accomunate per il fatto di esseredefinite da un set di competenze, abilità econoscenze orientato in senso più formalerispetto ai precedenti gruppi, in particolarenell’area matematica ed informatica. Rispettoall’universo di profili preso in esame, il clusteringegneristico presenta:

• valori più elevati della media in quasi tuttol’insieme delle skill trasversali: compren-sione ed espressione orale e scritta, ragiona-mento deduttivo, capacità di organizzazionedelle informazioni, ragionamento matemati-co

• fra le conoscenze, si segnala l’importanzadell’area informatica e dell’area ingegneristi-ca, del design e della meccanica

• nell’area delle competenze lavorative, rilevail punteggio molto elevato che risulta per ilpensiero critico, che è il maggiore di tutti icluster, ma anche la capacità di coordina-mento e l’attitudine al problem solving com-plesso

• Il decision making e la capacità di valutaresistemi complessi figurano come connotatiche debbono essere posseduti a livello mol-to alto, avendo per riferimento l’insieme diqualifiche in esame.

Dal punto di vista della difficoltà di reperimen-to il cluster si presenta con una media aritme-tica del 40%, il secondo valore più alto fra icluster dell’insieme in esame, con una varia-bilità relativamente bassa, se rapportata allamedia. Gli analisti e progettisti software sonola categoria con maggior difficoltà di reperi-

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 46

Page 47: Rapporto completo Randstad Research

mento, seguiti dai dirigenti di pianificazione edai tecnici dell’organizzazione e dei fattoriproduttivi. Osserviamo che il valore di difficol-

tà di reperimento più basso si registra per gliingegneri civili e professioni assimilate.

Tabella 5. Riepilogo del cluster delle professioni a contenutoingegneristico.CODICEO*Net Descrizione O*Net

CPISTAT Descrizione ISTAT

Difficoltà direperimento

15-1111.00 Computer andInformation ResearchScientists

2114 Analisti e progettisti di software 60,7%

13-1199.04 Business ContinuityPlanners

1239 Dirigenti di pianificazione 49,6%

13-1081.02 Logistics Analysts 3315 Tecnici dell'organizzazione e della gestionedei fattori produttivi

40,7%

17-2112.00 Industrial Engineers 2217 Ingegneri industriali e gestionali 39,2%

17-3022.00 Civil EngineeringTechnicians

3135 Tecnici delle costruzioni civili e professioniassimilate

38,2%

13-1199.02 Security ManagementSpecialists

3454 Tecnici dei servizi di sicurezza privati eprofessioni assimilate

33,3%

13-1081.01 Logistics Engineers 2216 Ingegneri civili e professioni assimilate 19,5%

Media aritmentica 40,2%Deviazione standard 12,8%

Fonte: elaborazione Randstad Research su classificazione O*Net, Istat e dati Unioncamere-Excelsior 2018.

3.2.7 Il cluster delle professionimanageriali.L’ultimo cluster raggruppa perlopiù figuremanageriali associate alla logistica, insieme atre figure dal profilo maggiormente tecnico: itecnici dell’organizzazione del traffico ferro-viario, i responsabili di magazzino, e gli spedi-zionieri. In media la difficoltà di reperimentorisulta essere il 52%, il valore più elevato fratutti i cluster.

In questo raggruppamento di profili (tabella6) osserviamo un tracciato di competenzemolto simile a quello degli ingegneri:

• valori molto elevati nei requisiti sulle compe-tenze trasversali, più alti rispetto agli ingeg-

neri per quanto riguarda la comprensione edespressione orale o scritta, e solo legger-mente più basse per quanto riguarda le abil-ità deduttive, di ragionamento, di problemsensitivity e di categorizzazione delle infor-mazioni, così come di dimestichezza nei cal-coli di base senza ausilio di mezzi

• come per gli ingegneri, i requisiti di tipo fisi-co-motorio sono molto più bassi rispetto aicluster degli addetti generici, piloti e dei tec-nici, fatta salva una categoria denominataflexibility of closure in O*Net, che denota lacapacità di riconoscere rapidamente deglischemi nell’ambito di insiemi eterogenei distimoli (caratteristica che primeggia nel clus-ter dei piloti).

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 47

Page 48: Rapporto completo Randstad Research

Tabella 6. Riepilogo del cluster delle professionimanageriali.CODICEO*Net Descrizione O*Net

CPISTAT Descrizione ISTAT

Difficoltà direperimento

11-1011.00 Chief Executives 1216 Direttori generali di grandi aziende nelsettore dei trasporti e del magazzinaggio

75,0%

11-3071.01 TransportationManagers

1226 Direttori del dipartimento trasporti 75,0%

11-9199.04 Supply Chain Managers 1235 Direttori e dirigenti del dipartimentoapprovvigionamento e distribuzione

64,3%

13-1199.03 Customs Brokers 3341 Spedizionieri e tecnici della distribuzione 43,4%

11-3071.03 Logistics Managers 1316 Direttori della funzione logistica 43,2%

43-5032.00 Dispatchers, ExceptPolice, Fire, andAmbulance

3164 Tecnici dell'organizzazione del trafficoferroviario

38,5%

43-5011.01 Freight Forwarders 3332 Responsabili di magazzino e delladistribuzione interna

22,7%

Media aritmentica 51,7%Deviazione standard 20,0%

Fonte: elaborazione Randstad Research su classificazione O*Net, Istat e dati Unioncamere-Excelsior 2018.

La somiglianza fra i cluster di ingegneri e man-ager si rileva anche osservando i requisiti sulleconoscenze: nozioni di amministrazione emanagement hanno requisiti altissimi nel clus-ter dei manager, ma erano seguite a brevedistanza come intensità dagli ingegneri (ris-pettivamente i punteggi sono 4,04 rispetto a3,54 su una scala da 1 a 5). Similmente la com-ponente clerical (capacità di svolgere le atti-vità generiche di ufficio) è poco più elevatafra i manager rispetto agli ingegneri, cosìcome in ambedue i raggruppamenti e requi-sito conoscere bene tecniche e processi diproduzione. Le nozioni di matematica sonorequisito fra i manager poco più basso rispet-to alla stesse componente per il cluster degliingegneri. Lo stesso si rileva in altre compo-nenti come il decision making, il cui livello deirequisiti è molto prossimo fra i due.

• La differenza fra ingegneri e manager simanifesta prendendo in considerazione:

• nozioni di economia e contabilità: più ele-vate per i manager

• gestione delle risorse umane: più elevateper i manager

• conoscenze ingegneristiche in senso stret-to: molto più elevate per gli ingegneri

• nozioni giuridiche: più elevate per i manag-er

• monitoraggio e coordinamento: più ele-vate per i manager

• conoscenza dei processi dei trasporti

Le stesse dimensioni di cui al punto prece-dente, in varia misura, sono quelle che con-tribuiscono a distinguere all’interno dei clus-ter i manager dai tecnici come lo spedizio-niere. I direttori d’azienda e i dirigenti hannouna difficoltà di reperimento stimata al 75%,un valore simile si rileva per il direttore di di-partimento approvvigionamento e distribu-zione. Fra i tecnici, lo spedizioniere ha un tas-so di difficoltà di reperimento pari al 40%,

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 48

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mentre i responsabili di magazzino sono gliunici ad avere lo stesso tasso al di sotto dellamedia di tutti i profili (22,7%).

In questo caso il motivo della difficoltà di re-perimento potrebbe essere spiegato propriodalla combinazione stringente di requisiti, chevede comparire insieme sia competenze man-ageriali che competenze ad elevato contenu-to tecnico.

3.3 Ridurre le dimensioninell’analisi dei cluster:analisi delle componentiprincipali.Come si è visto nel paragrafo precedente, lacombinazione di conoscenze, abilità e com-petenze di base presenti nei cluster dei lavor-atori della logistica è un intrico complesso chesi può distribuire lungo una serie di assi chedimostrino in che modo tali combinazioni pre-sentino anche numerose aree di sovrapposi-zione tra i differenti cluster.

Per favorire la lettura dei risultati ottenuti, ab-biamo scelto di raggruppare le singole vociche caratterizzano ciascuna qualifica a secon-da dell’intensità con cui si presentano o nonsi presentano assieme, effettuando perciòun’analisi per componenti principali. Questometodo produce il risultato di ridurre l’insiemedi 116 variabili-competenze in poche variabililatenti. Le nuove variabili così ottenute sonouna combinazione delle competenze, sullabase del fatto che i tratti caratteristici delleprofessioni sono correlati fra loro.

Per esempio, nel caso delle professioni cheprevedono determinate caratteristiche fisi-

che, il tratto della visione periferica potrebbeassociarsi alla precisione manuale e alla rapi-dità di riflessi: l’analisi per componenti princi-pali, associa tratti fra loro correlati come ques-ti e li rende in un unico numero, che sarà ilpunteggio in quella componente per quel da-to profilo. Con questo metodo si riduce quin-di il numero dei termini che si useranno perspiegare le differenze fra i cluster.

Abbiamo determinato quattro componentiprincipali, o variabili latenti, ed abbiamo cal-colato il relativo punteggio per ciascuna diesse su tutti i 54 profili.

A seguire descriviamo come si articolanoqueste componenti principali, per poi illus-trare come queste componenti spiegano ledifferenze fra i cluster e la difficoltà di reperi-mento.

3.3.1 Le quattro componenti principali nelset di competenze delle professioni dellalogistica.Le componenti principali possono essere co-sì riassunte2:

Asse 1: Area del management, con altaliteracy, conoscenze economiche dotiinterpersonali.Questo asse distingue nettamente le profes-sioni con contenuto astrattivo forte da tutte lealtre. Prevede punteggi alti in quasi tutte leskill trasversali non fisiche, nell’analisi e nellagestione dei sistemi complessi, e si associa amatematica, informatica ed economia sul ver-sante delle conoscenze. Questo asse spiega il40% della variazione totale fra i punteggi nellecompetenze dei 54 profili.

2 Sono state scelte le prime quattro componenti principali, con potere esplicativo sulla varianza delle competenze pari al 72%, valutando anche l’output delle screeplot.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 49

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Asse 2: Area del ragionamento e dellapercezione abbinate a capacità sensoriali edintuitive con forti competenze scientifico/tecnologiche e pratiche.Questo asse associa caratteristiche fisico-per-cettive come la capacità di visualizzazione, lavelocità di esecuzione, l’attenzione selettiva,sensibilità uditiva a caratteristiche come laproblem sensitivity, il troubleshooting, il deci-sion making e in generale le competenze dimonitoraggio di macchine e sistemi. Nell’am-bito delle conoscenze si associa ad ingegne-ria, meccanica, fisica. I profili che hanno pun-teggi elevati su questo asse hanno compe-tenze che si associano al fatto di conoscere ilfunzionamento di macchinari e tecnologie.Questo asse spiega circa il 20% della varia-zione totale fra i punteggi nelle competenzedei 54 profili.

Asse 3: Area delle doti sociali, con abilitàcomunicative e orientamento al servizio, forticonoscenze di tipo umanistico, doti criticheed empatiche.Questo asse cattura la varietà soprattutto sulversante dell’orientamento al servizio, cus-tomer care, relazione con l’utenza e con terziin generale. Dal punto di vista delle compe-tenze ha dei pesi marcati nelle discipline uma-nistiche, in particolar modo in psicologia.Questo asse spiega circa 8% della variazionetotale fra i punteggi nelle competenze dei 54profili.

Asse 4: Profilo operativo con forti doti fisiche,abilità di utilizzo autonomo delle macchine eloro gestione e manutenzione, conoscenzeumanistiche.Si tratta di un asse complesso che può talvol-ta essere valorizzato per il fatto di associarsi

ad attributi di forza fisica, o altrimenti per ilfatto di prevedere competenze nell’ambitodel monitoraggio delle macchine, del control-lo qualità, dell’installazione e della ripara-zione. Questo asse spiega il 4% della varia-zione totale fra i punteggi nelle competenzedei 54 profili.

3.3.2 Cluster e componenti principalidelle competenze: sintesi.Avendo definito gli assi o componenti princi-pali che sintetizzano il modo di combinarsidelle competenze, possiamo riassumere lecaratteristiche dei sei cluster come nella ta-bella 7, che riepiloga i punteggi medi di cias-cuna componente per ciascun cluster.

• Si osserva guardando l’asse 1 come questacomponente raggiunga il massimo nel clus-ter management, seguito da ingegneria eimpiegati. Gli altri tre cluster presentano val-ori molto più bassi.

• L’asse 2 caratterizza in particolar modo i pi-loti e conduttori di macchine, ma è comuneanche a tecnici ed ingegneri ed in misuraminore è condiviso dal management (comedetto nel paragrafo precedente, abbiamo ri-levato che le figure di management condivi-dono molto con le figure ingegneristiche).

• Piloti, addetti generici e manager hanno an-che in comune una componente sulle com-petenze relazionali (asse 3).

• L’asse 4 è invece condiviso da tecnici, in-gegneri e addetti generici, ed in minor mis-ura anche dai manager. Manager e ingeg-neri hanno punteggi relativamente alti suquesto asse perché, come detto, l’asse ri-guarda anche l’interazione con i macchinari.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 50

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Tabella 7. Riepilogo dei punteggi delle componentiprincipali per cluster.

Componente Principale

Cluster 1 2 3 4Management 79,2 37,2 46,5 45,2

Ingegneria 69,5 49,0 18,3 55,3

Impiegati 64,8 11,8 39,8 36,4

Addetti_gen 30,0 15,1 49,4 51,3

Tecnici 19,6 48,3 18,2 62,7

Piloti 16,4 58,2 52,9 30,6

Varianzaspiegata %

40,05 20,52 7,81 3,94

Area delmanagement, conalta literacy,conoscenzeeconomiche dotiinterpersonali

Area del ragionamento edella percezioneabbinate a capacitàsensoriali ed intuitivecon forti competenzescientifico/tecnologiche e pratiche

Area delle doti sociali,con abilità comunicativee orientamento alservizio, forticonoscenze di tipoumanistico, doti criticheed empatiche

Profilo operativo con fortidoti fisiche, abilità diutilizzo autonomo dellemacchine e loro gestionee manutenzione,conoscenze umanistiche

Fonte: elaborazione Randstad Research su fattori di importanza per ogni competenza rilevati da O*Net. Medie deipunteggi normalizzati previsti per ogni componente principale.

3.3.3 Difficoltà di reperimento ecomponenti principali.Idealmente vi sarebbe interesse nel capirequale possa essere l’impatto di ogni singolacompetenza, abilità o conoscenza sul tasso didifficoltà di reperimento dei singoli profili.Questa operazione non è possibile per un lim-ite tecnico, ovvero vi sono troppe compe-tenze (116) rispetto ai profili (54) in esame.L’analisi per componenti principali permettedi aggirare questo ostacolo ridimensionandoil numero di variabili di cui tener conto.

Abbiamo quindi elaborato un modello statisti-co per valutare la correlazione tra difficoltà direperimento e il punteggio di ciascuna com-ponente principale. I punteggi delle compo-nenti e gli indici della difficoltà di reperimentosono stati standardizzati. I risultati si possonoleggere nella tabella 8.

Tabella 8. Indici dicorrelazione fra punteggiprevisti in ciascunacomponente principale edifficoltà di reperimento.

Indice di correlazione

componente principale 1 0,36

componente principale 2 0,36

componente principale 3 -0,12

componente principale 4 0,09

Fonte: elaborazione Randstad Research su datiUnioncamere-Excelsior 2018 e fattori di importanza perogni competenza rilevata da O*Net.

Gli esiti dell’analisi di correlazione indicanoche vi è una correlazione positiva fra la primae la seconda componente principale, se rap-portata alla difficoltà di reperimento. Tale cor-relazione ha quasi la medesima intensità. La

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 51

Page 52: Rapporto completo Randstad Research

terza e la quarta componente hanno inveceun indice di correlazione significativamentepiù basso.

Questo modello porta ad un risultato degnodi nota, perché la componente 1 è l’insiemedi competenze più discusso in letteratura, ov-vero quello delle competenze a carattere as-tratto, matematico, informatico, unitamentead elevati livelli di literacy e ragionamento 2.La componente 2 è invece un insieme di com-petenze che associa competenze tecniche eabilità di tipo fisico-percettivo ed ha un impat-to pressoché identico al primo. Queste duecomponenti si associano quasi con lo stessopeso alla difficoltà di reperimento.

3.3.4 Fattori comuni negli skill gap dellequalifiche di difficile reperimento.Un importante lavoro riguardo gli skill gap èquello svolto da Ocse [50], che da anni ana-lizza la distribuzione di abilità, skill e cono-scenze all’interno dei vari panorami nazionalied internazionali. Ciò che ci interessa mag-giormente è il processo logico-deduttivo chesta dietro i lavori di Ocse, ossia il passaggiodai job gap agli skill gap. Tale processo è ilmedesimo che guida il nostro studio, seppurcon alcune differenze che stanno nella gran-ularità dell’approccio. Nel nostro caso infatti,le qualifiche della logistica sono analizzate ar-rivando fino al 4 digit, laddove la ricerca Ocsesi ferma al secondo.

Con tale procedimento è possibile affrontarein modo più capillare la distribuzione del bag-aglio di skill associato a ciascuna qualifica edoperare alcune considerazioni. Quali sono, adesempio, i fattori che accomunano le qualifi-che di difficile reperimento all’interno di cias-cun cluster? Li elenchiamo di seguito.

Mix di skill, abilità e competenze di maggioreincidenza per cluster della logistica

Cluster 1: Management.Abilità: Comprensione orale e scritta, espressione orale,ragionamento deduttivo.Conoscenze: amministrazione e management, servizioal cliente e alle persone, trasporti.Skill: comprensione scritta, ascolto attivo, parlare.Essendo un cluster manageriale, nella quasi totalità dellevoci la qualifica con punteggio più alto è il DirettoreGenerale.

Cluster 2: Ingegneria.Abilità: comprensione orale e scritta, espressione oralee scritta, sensibilità ai problemi, ragionamento deduttivoe induttivo.Conoscenze: Ingegneria e tecnologia, Computer edelettronica, matematica.Skill: Comprensione scritta, ascolto attivo, pensierocritico, parlare.La media della presenza di punteggi più alti è presenteper la figura dei Tecnici delle costruzioni civili eprofessioni assimilate, seguita dai Dirigenti dipianificazione.

Cluster 3: Impiegati.Abilità: Comprensione orale e scritta, espressione oralee scritta.Conoscenze: Lavoro d’ufficio, servizio al cliente e allepersone.Skill: Comprensione scritta, ascolto attivo, scrivere,parlare, pensiero critico.A caratterizzarsi per i punteggi più alti sono le figuredegli specialisti nei rapporti di mercato e quella deiTecnici della gestione finanziaria.

Cluster 4: Addetti generici.Abilità: comprensione orale e scritta, espressione orale,sensibilità ai problemi, ragionamento deduttivo,ordinamento delle informazioni, attenzione selettiva,visione da vicino e da lontano, riconoscimento echiarezza della voce.Conoscenze: servizio al cliente e alle persone, trasporti.Skill: comprensione scritta, ascolto attivo, parlare,pensiero critico, percettività sociale, orientamento alservizio.Le qualifiche di questo cluster hanno un punteggiomolto omogeneo.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 52

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Cluster 5: Tecnici.Abilità: comprensione orale e scritta, espressione orale,sensibilità ai problemi, ragionamento deduttivo einduttivo, ordinamento delle informazioni, flessibilità dicategorizzazione, visualizzazione, attenzione selettiva,fermezza mano-braccio, destrezza di mano e dita,precisione di controllo, coordinazione, visione da vicino,distinzione dei colori, riconoscimento e chiarezza dellavoce.Conoscenze: servizio al cliente e alle persone, computered elettronica, meccanica.Skill: comprensione scritta, ascolto attivo, parlare,pensiero critico, monitoraggio, risoluzione di problemicomplessi, monitoraggio delle operazioni, operazione econtrollo, riconoscere le cause degli errori, riparare,analisi di controllo qualità, giudicare e prenderedecisioni, gestione del tempo.Installatori e riparatori di apparati elettrici edelettromeccanici e Installatori di linee elettriche,riparatori e cavisti si caratterizzano per richieste di livellipiù alti rispetto alle altre qualifiche dello stesso cluster.

Cluster 6: Piloti.Abilità: comprensione orale e scritta, espressione orale,sensibilità ai problemi, ragionamento deduttivo einduttivo, ordinare informazioni, flessibilità diorientamento cognitivo, velocità di percezione,orientamento spaziale, visualizzazione, attenzioneselettiva, gestione del tempo, fermezza mano-braccio,destrezza manuale, precisione, coordinazione,orientamento alla risposta, controllo del movimento,tempo di reazione, visione da vicino e da lontano,distinzione dei colori, percezione della profondità,sensibilità ai bagliori, sensibilità e attenzione all’ascolto,riconoscimento e chiarezza della voce.Conoscenze: servizio al cliente e alle persone,meccanica, salute pubblica e sicurezza, trasporti.Skill: comprensione scritta, ascolto attivo, parlare,pensiero critico, monitoraggio, coordinazione,risoluzione di problemi complessi, monitoraggio delleoperazioni, operazione e controllo, giudicare e prenderedecisioni, gestione del tempo.La richiesta più alta di skill caratterizza i Comandanti eufficiali di bordo e i Tecnici dell’aviazione civile.

3.3.5 Upskilling e reskilling. Transizionilavorative.Analogamente a quanto accade nel paragrafoprecedente, anche per l’analisi di upskilling ereskilling siamo partiti dall’impostazione mes-sa in atto dal World Economic Forum [68],dove le occupazioni vengono associate sec-ondo un punteggio di similarità alta media obassa in un’ottica di transizioni lavorative, sal-vo poi addentrarci nello specifico delle figuredel settore logistica. In primo luogo abbiamo

considerato come le figure di difficile reperi-mento si distribuiscono in maniera trasversaleall’interno di ciascun cluster: questa osserva-zione va contro la credenza generica che in-tere categorie di lavoratori scompariranno abreve. Il lavoro del World Economic Forum sulfuturo del lavoro trasmette un dato impor-tante: il 59% dei lavoratori intervistati ritieneche entro il 2022 ci saranno cambiamenti sig-nificativi che modificheranno la composizionedelle modalità di produzione e distribuzione,cambiando in maniera radicale la catena delvalore. Allo stesso tempo il 74% delle aziendecoinvolte considera un fattore chiave priori-tario il poter avere a disposizione talenti benformati [67]. A questo proposito può esseredunque utile considerare la rosa di abilità,conoscenze e skill che compongono le quali-fiche di difficile reperimento per toccare latematica di upskilling e reskilling.

L’upskilling può riguardare quelle qualificheche, al fine di mantenere la loro posizione omigliorarsi, necessitano di integrare le lorocompetenze aggiungendo dei tasselli forma-tivi, come nel caso dei carrellisti che diventa-no carrellisti digitali. Il secondo caso, quellodel reskilling, si può verificare nel caso delletransizioni lavorative, per le quali un individuoha necessità di rimodellare il suo bagaglio dicapacità al fine di muoversi verso una posi-zione differente. Analizzando i vari cluster, an-diamo ad individuare le skill, abilità e compe-tenze più significative che caratterizzano latransizione dalla qualifica con minore difficol-tà di reperimento a quella con maggiore diffi-coltà all’interno del nostro campione.

Cluster 1: Management.Un giovane Responsabile di Magazzino inter-no che volesse far carriera all’interno diun’azienda fino ad ambire a diventare Diret-tore Generale dovrebbe incrementare:

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 53

Page 54: Rapporto completo Randstad Research

• Abilità: memorizzazione, originalità, fluiditàdi ideazione.

• Conoscenze: psicologia, sociologia e antro-pologia, risorse umane e personali

• Skill: scienze, capacità persuasive e negozia-zione, risoluzione di problemi complessi,analisi delle operazioni, management dellerisorse finanziarie e materiali, managementdel personale.

Cluster 2: Ingegneria.Per passare a ricoprire il ruolo di Analisti eprogettisti di software, gli Ingegneri logisticidovrebbero incrementare:• Abilità: destrezza delle mani, velocità di per-

cezione, flessibilità di categorizzazione.• Conoscenze: vendite e marketing, computer

ed elettronica, comunicazioni e media.• Skill: scienze, programmazione.

Cluster 3: Impiegati.Per diventare Specialista nei rapporti con ilmercato, gli Addetti alla funzione di segrete-ria dovrebbero incrementare:• Abilità: fluidità di ideazione, originalità, ra-

gionamento deduttivo e induttivo, ragiona-mento matematico e familiarità con i nu-meri, visualizzazione.

• Conoscenze: amministrazione e manage-ment, vendite e marketing, psicologia, soci-ologia e antropologia, belle arti, legge e gov-erni, comunicazioni e media.

• Skill: matematica, strategie di apprendimen-to, percettività sociale, persuasione, nego-ziazione, istruire, risoluzione di problemicomplessi, analisi di sistemi.

Cluster 4: Addetti generici.Per passare da Addetti agli sportelli dei servi-zi postali (scarsissima difficoltà di reperimen-to) ad Addetti allo smistamento e al recapitodella posta (difficoltà di reperimento superi-ore al 46%) sarebbe opportuno migliorare:• Abilità: orientamento spaziale, precisione e

controllo, coordinazione multilimbica, orien-tamento alla risposta, predizione delle tem-pistiche, tempo di reazione, forza dinamica,percezione della profondità, sensibilità ai ba-gliori.

• Conoscenze: geografia.• Skill: monitoraggio delle operazioni, opera-

zioni e controllo.

Cluster 5: Tecnici.Per diventare Elettrotecnici, se si è Tecnicidella produzione di servizi, è necessario mi-gliorare:• Abilità: fluidità di ideazione e originalità, ra-

gionamento matematico,• Conoscenze: produzione e processo, com-

puter ed elettronica, ingegneria e tecnolo-gia, design, matematica, fisica.

• Skill: matematica, strategie di apprendimen-to, persuasione e negoziazione, analisi di sis-temi, valutazione di sistemi.

Cluster 6: Piloti.Un marinaio di coperta che volesse diventareOperatore e manutentore su rotaia dovrebbeincrementare:• Abilità: velocità e movimento.• Conoscenze: trasporti, meccanica, design,

costruzioni, ingegneria e tecnologia.• Skill: analisi di qualità e controllo, gestione

del tempo.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 54

Page 55: Rapporto completo Randstad Research

Conclusioni.I profili della logistica possono essere effica-cemente raggruppati sulla base del loro trac-ciato di competenze; questo dà luogo a insie-mi di profili molto distinti e che sono diversirispetto alla tassonomia Istat: per esempio nelgruppo che abbiamo denominato cluster deimanager abbiamo individuato due profili chesono nel gruppo dei tecnici nella classifica-zione CP2011.

La difficoltà di reperimento attraverso i clus-ter individuati ha delineato differenze statisti-camente significative fra di loro, fatta ecce-zione per il gruppo degli impiegati. Si è osser-vato tuttavia che la composizione per compe-tenze spiega solo una parte della variabilitàdella difficoltà di reperimento, segno che in-tervengono effetti della dinamica della do-manda e dell’offerta, così come altre variabiliinerenti ai profili qui non osservate.

Gli effetti dell’automazione e della digitalizza-zione si leggono nei dati qui presentati: lamaggior parte delle professioni tende adavere una bassa difficoltà di reperimento sepresenta bassi requisiti sul piano delle com-petenze cognitive di tipo astratto, in ambitologico-deduttivo, in ambito informatico. Vice-versa, le professioni caratterizzate da requisitipiù elevati in ambito prettamente fisico comeforza, equilibrio, destrezza manuale, hanno unvalore basso in termini di difficoltà di reperi-mento.

Accanto a quanto osservato nel punto prece-dente emerge che le professioni managerialie quelle ingegneristiche, che presentano i piùelevati tassi di scarsità, condividono molto neltracciato delle abilità e delle conoscenze chefanno da requisito, quindi le professioni in-gegneristiche richiedono anche capacità tipi-che del manager, e viceversa il manager deveessere anche molto competente sul profilotecnico.

La competenza e la conoscenza circa macchi-nari e veicoli è un buon requisito in merito al-la domanda, perché osserviamo nei cluster dipiloti e conduttori così come nel cluster deitecnici un livello della scarcity superiore allamedia di tutti i profili. Attraverso l’analisi percomponenti principali abbiamo osservato chequesto insieme di competenze può essere unattributo desiderabile per un profilo professio-nale, al pari delle competenze più tradizional-mente menzionate, ovvero l’insieme a carat-tere maggiormente astratto/matematico/in-formatico.

In generale, per quasi tutti i profili, le abilità dicomprensione ed espressione di testi, dialo-go, e comunicazione presentano requisiti alti;in questo capitolo hanno ricevuto menzioneminore rispetto ad altri attributi perché il lorolivello è meno differenziato rispetto ad altrevariabili.

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Appendici.

A. Note tecniche.Dati utilizzati:• Database O*Net.• Indice di difficoltà di reperimento – elabora-

zione su dati Unioncamere – Sistema Infor-mativo Excelsior.

Gli indici per la difficoltà di reperimento sononella tassonomia CP2011: per associarli ai trac-ciati delle competenze si è operata una tras-codifica nei codici SOC di O*Net, utilizzandocome tassonomia intermedia i codici ISCO08.

Clustering, metodologia.Il clustering è stato eseguito avendo per pat-tern i tracciati delle competenze per ciascuno

dei 54 profili professionali in esame. I punteg-gi dei 54 profili sono standardizzati e normal-izzati alla fonte. Si espone nella tabella A1, atitolo di esempio, parte del tracciato dellecompetenze da O*Net per alcuni profili inesame.

A seguito di un raffronto fra differenti metodi,si è scelto di utilizzare la procedura di cluster-ing gerarchico agglomerativa con l’algoritmoWard. Il software utilizzato è STATA. La sele-zione del numero di cluster si è basata sullastatistica Duda/Hart. Il numero di sei clustercorrisponde al valore ottimale della statisticaJe(2)/Je(1) come da tabella A2.

Tabella A1. Tracciato parziale delle competenze O*Net peralcuni profii del campione (esempi).SOCCODE SOC DESC

OralCompreh.

WrittenCompreh.

OralExpres.

WrittenExpres.

Fluencyof Ideas Originality

ProblemSensitivity

11-1011.00ChiefExecutives 4,50 4,25 4,38 4,12 3,88 3,88 4,00

11-3071.01TransportationManagers 4,00 4,00 4,00 4,00 3,38 3,25 4,00

43-5032.00

Dispatchers,Except Police,Fireand Ambulance 4,12 3,50 4,12 3,62 2,88 2,88 3,75

43-5071.00

Shipping,Receiving, andTraffic Clerks 3,25 3,00 3,38 2,62 2,50 2,25 3,50

53-5031.00 Ship Engineers 3,75 3,50 3,75 3,12 3,00 3,00 4,00

13-1199.04

BusinessContinuityPlanners 4,00 3,88 4,00 4,00 3,88 3,88 4,12

11-3071.03LogisticsManagers 4,00 3,88 4,00 3,88 3,25 3,12 3,88

15-1111.00

Computer andInformationResearchScientists 3,62 3,62 3,62 3,38 3,62 3,25 3,75

Fonte: O*Net.

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Stima del rapporto fra cluster e difficoltà direperimentoÈ stato testato attraverso una regressionelineare con sole dummy il nesso fra cluster(variabili indipendenti) e difficoltà di reperi-mento (variabile dipendente). Il gruppo base,posto come costante, è quello degli addettigenerici. I risultati sono come da tabella A3.L’esercizio dimostra che il livello della difficol-tà di reperimento è significativamente diversodal gruppo base per tutti i cluster, tranne cheper quello degli impiegati.

Analisi per componenti principali.Si è scelto di applicare l’analisi per compo-nenti principali ai tracciati delle competenzeper valorizzare delle macro-variabili latenti en-tro le quali le competenze si associano. Si il-lustrano nella tabella A4 gli autovalori associa-ti alle prime 15 componenti. Si è scelto di con-siderare soltanto le prime quattro componen-ti valutando il potere esplicativo sulla varian-za e in base allo screeplot degli autovalori(grafico A1).

Tabella A2. Statistiche di Duda/Hart per la determinazionedel numero dei cluster.Clusters Je(2)/Je(1) pseudo t squared

1 0,62 30,64

2 0,66 14,04

3 0,71 8,65

4 0,71 5,47

5 0,70 4,98

6 0,72 4,67

7 0,55 5,54

8 0,68 3,64

9 0,69 2,63

10 0,56 3,93

11 0,69 2,24

12 0,70 2,08

13 0,54 2,48

14 0,51 1,88

15 0,58 2,83

Fonte: elaborazione Randstad Research su tracciato O*Net dei fattori di importanza delle competenza.

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Tabella A3. Statistiche di regressione fra cluster e difficoltàdi reperimento.Source SS df MS Number of obs = 54,00

F(5, 48) = 6,21

Model 0,69 5 0,13 Prob > F = 0,00

Residual 1,07 48 0,02 R-squared = 0,39

Adj R-squared = 0,33

Total 1,76 53 0,03 Root MSE = 0,15

difrep Coef. Std. Err. t P>t [95% Conf. Interval]

management 0,35 0,07 5,10 0,00 0,21 0,49

ingegneria 0,24 0,07 3,43 0,00 0,09 0,37

impiegati 0,09 0,06 1,47 0,15 - 0,03 0,21

tecnici 0,18 0,07 2,59 0,01 0,04 0,31

piloti_conduttori 0,15 0,06 2,28 0,03 0,01 0,27

_cons 0,16 0,04 4,10 0,00 0,08 0,24

Fonte: fattori di importanza delle competenze rilevate da O*Net e dati Unioncamere-Excelsior.

Tabella A4. Tabella degli autovalori delle componentiprincipali.Component Eigenvalue Difference Proportion Cumulative

Comp1 46,46 22,65 0,40 0,40

Comp2 23,80 14,74 0,21 0,61

Comp3 9,06 4,48 0,08 0,68

Comp4 4,58 0,72 0,04 0,72

Comp5 3,85 0,71 0,03 0,76

Comp6 3,14 0,64 0,03 0,78

Comp7 2,50 0,36 0,02 0,81

Comp8 2,14 0,26 0,02 0,82

Comp9 1,89 0,24 0,02 0,84

Comp10 1,65 0,20 0,01 0,85

Comp11 1,45 0,19 0,01 0,87

Fonte: elaborazione Randstad Research su fattori di importanza rilevati da O*Net.

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Grafico A1. Screeplot degli autovalori.

Comp2

Comp4

Comp6

Comp8

Comp10

Comp12

Comp14

Comp16

Comp18

Comp20

Comp22

Comp24

Comp26

Comp28

Comp30

Comp32

Comp34

Comp36

Comp38

Comp40

Comp42

Comp44

Comp46

Comp48

Comp50

Comp52

0

1,000

2,000

3,000

4,000

Fonte: elaborazione Randstad Research su fattori di importanza rilevati da O*Net.

Analisi del rapporto fra cluster e componentiprincipali.Il riepilogo dei 5 punteggi sulle componentiper ciascun cluster è stato costruito applican-do prima la previsione di punteggio su cias-cuna delle prime quattro componente per og-ni profilo; a seguire sono state calcolate lemedie condizionate su ciascun cluster.

Correlazione fra componenti principali edifficoltà di reperimentoPer testare la correlazione fra componentiprincipali e difficoltà di reperimento sono statistandardizzati i punteggi delle quattro com-ponenti principali associati a ciascun profilo,così come la difficoltà di reperimento. La cor-relazione fra componenti principali e difficoltàdi reperimento risulta come da tabella A5.

Tabella A5. Indici dicorrelazione fra punteggiprevisti in ciascunacomponente principale edifficoltà di reperimento.

Indice di correlazione

componente principale 1 0,36

componente principale 2 0,36

componente principale 3 -0,12

componente principale 4 0,09

Fonte: elaborazione Randstad Research su datiUnioncamere-Excelsior 2018 e fattori di importanza perogni competenza rilevata da O*Net.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 59

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B. La metodologia della costruzione della"ruota" delle competenze, esempi diapplicazione alle 54 qualifiche delcampione e ai mestieri del futuro.In più occasioni durante le interviste qualita-tive gli esperti hanno fatto emergere il con-cetto di professioni “ibride”. Con questo ter-mine si indicano nuovi lavori che richiedonocompetenze trasversali che i percorsi accade-mici tradizionali, con la loro rigidità, faticanoa coprire. Per questa ragione abbiamo cerca-to di ribadire il ruolo di punta giocato per lalogistica nel sistema dell’istruzione da ITS edistituti tecnici e professionali, parallelamentealle università. Già in passato alcuni corsi sper-imentali hanno avuto modo di dimostrare

come i percorsi di laurea si siano dimostratifallimentari nel dare una risposta puntuale allerichieste del mercato a causa della comples-sità della loro messa a punto. Gli ITS, al con-trario, permettono di reagire agli effetti dell’In-dustria 4.0 colmando i gap formativi in man-iera repentina ed evitando di formare figureche dopo un lungo iter di studio si dimostranogià datate per il mercato corrente. Questo ac-cade poiché i percorsi professionalizzanti re-agiscono positivamente ad una questione cru-ciale, ossia quella di mettere in dialogo mon-do della formazione e mondo delle aziendeper affrontare con prontezza i cambiamenti inatto.

Figura 1B. Lo spedizioniere doganale/manager dell’import-export.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 60

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Stimolati da tali osservazioni abbiamo riflettu-to sulle professioni del domani giungendoall’elaborazione di quella che abbiamo chia-mato Ruota dell’Unità Professionale (figura1B). Per l’elaborazione di tale ruota il nostroprimo riferimento sono state naturalmente leclassificazioni europee, in particolare il quad-ro europeo delle qualifiche, EQF.

Tale quadro è articolato su 8 livelli [2], di cuine indichiamo alcuni tra i principali:4. diploma di istruzione tecnica

6. laurea

7. laurea magistrale

8. diploma di specializzazione.

Figura 2B. Il carbon footprint analyst.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 61

Page 62: Rapporto completo Randstad Research

Il quadro EQF fornisce le definizioni dei vari“raggi” della ruota, in coerenza con le classifi-cazioni internazionali e quelle di O*Net, ed inparticolare:

“Conoscenze”: risultato dell’assimilazione diinformazioni attraverso l’apprendimento. Leconoscenze sono un insieme di fatti, principi,teorie e pratiche relative ad un settore dilavoro o di studio. Nel contesto del Quadroeuropeo delle qualifiche le conoscenze sonodescritte come teoriche e/o pratiche.

“Abilità”: indicano le capacità di applicareconoscenze e di utilizzare know-how perportare a termine compiti e risolvereproblemi. Nel contesto del Quadro europeodelle qualifiche le abilità sono descritte comecognitive (comprendenti l’uso del pensierologico, intuitivo e creativo) o pratiche(comprendenti l’abilità manuale e l’uso dimetodi, materiali, strumenti)

“Competenze”: comprovata capacità diutilizzare conoscenze, abilità e capacitàpersonali, sociali e/o metodologiche, insituazioni di lavoro o di studio e nello sviluppoprofessionale e personale. Nel contesto delQuadro europeo delle qualifiche lecompetenze sono descritte in termini diresponsabilità e autonomia [62].

Dal momento che il termine “competenze”viene “utilizzato per indicare genericamenteche cosa una persona sa, comprende ed è ingrado di fare [2]” e potrebbe quindi portare afraintendimenti ed in linea con recenti diret-tive europee [2] che sottolineano l’importan-za delle competenze digitali per il presente eper il futuro, abbiamo deciso:

1. Di aggiungere un riquadro dedicato allecompetenze tecnologiche, alle quali il portaleamericano O*Net dedica già uno spazio, men-tre il portale italiano di riferimento ancora no.

2. Di denominare i raggi della nostra ruota:Conoscenze, abilità, skill, competenze tecno-logiche e mansioni. Le mansioni sono i com-piti e le attività specifiche caratterizzanti diuna particolare professione e non condivise,se non in minima parte, con altre qualifiche.

Abbiamo monitorato con attenzione il portaledelle professioni statunitense O*Net [47], unpunto di riferimento a livello internazionale.Anche lì le professioni vengono identificateattraverso un modello che ne eviscera le variecaratteristiche. Da ultimo abbiamo tenutoconto del portale delle Professioni Inapp [32],meno aggiornato, ma strutturato apposita-mente per il mercato italiano incrociando datidi O*Net con fonti Istat ed Excelsior (Unionca-mere-ANPAL).

Le varie categorie che compongono le pro-fessioni (e anche altre) indicate dal sistemaEQF trovano riscontro nel portale statuni-tense.

Per quanto riguarda i nomi di riferimento dellespecifiche professioni, abbiamo utilizzato iCodici CP2011 Istat, la classificazione utilizza-ta dal 2011 che tiene conto degli standard pro-fessionali internazionali Isco08 [34]. I codicisono stati utilizzati fino al quarto digit, peravere come riferimento le Unità Professionalivere e proprie nel livello di dettaglio massi-mo, utilizzato anche dalle varie rilevazioni sul-la forza di lavoro. L’utilizzo dei codici CP2011ha permesso anche di operare un puntualeriscontro con i codici utilizzati da O*Net, gliO*NET-SOC Code.

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La ruota riporta le prime tre voci presenti perciascuna categoria nel portale O*Net e nelportale dei Fabbisogni Professionali (sono me-no quando le voci coincidono e solo tre per lecompetenze tecnologiche in quanto assentinel portale italiano).

La scomposizione grafica delle professionipermette di effettuare considerazioni impor-tanti. In primo luogo permette di analizzare inche misura una determinata professione stacambiando: quante sono le voci chiaramentedestinate a scomparire perché facilmentesvolgibili da una macchina?

Quante sono le voci per le quali l’apportoumano è un fattore fondamentale? Allo stessotempo una simile rappresentazione graficapermette di ipotizzare quelle che saranno lestrutture di professioni future che vanno oggia delinearsi sul mercato del lavoro. Riportiamoqui l’esempio di due tra le figure emerse dal-la nostra indagine qualitativa: il Carbon Foot-print Analyst e il broker delle tecnologie(figure 2B e 3B).

Figura 3B. Il broker delle tecnologie e il carbon footprintanalyst.

come si raggruppano le qualifiche della logistica e la loro difficoltà di reperimento. < indice. 63

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04l'impatto deimegatrend sullalogistica: le rispostedegli esperti.

< indice. 64

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Introduzione. Perché prendere i megatrendcome riferimento.I megatrend riflettono tendenze rilevanti, nonepisodiche e con effetti duraturi. Da quandoJohn Naisbitt [39] nel 1982 ne ha propostol’utilizzo per delineare gli scenari futuri sonodiventati veri e propri strumenti di analisi poi-ché possono fornire dei punti fermi dai qualipartire per esplorare orizzonti lunghi. Percapire quali cambiamenti stanno interessan-

do maggiormente il lavoro nel settore dellalogistica abbiamo condotto un’analisi qualita-tiva attraverso interviste ad un gruppo di 17esperti di logistica stessa e dei settori correla-ti, i quali ci hanno aiutato a delineare 9 mega-trend (Tabella 1), da quelli di maggiore perva-sività come la preoccupazione ambientale ela trasformazione digitale, agli altri sette,ognuno dei quali ha comunque, granderilevanza.

Tabella 1. I nove megatrend della logistica.Megatrend1.Preoccupazione ambientale. Ipoteche sul futuro e opportunità nell’ «antropocene».2. Trasformazione digitale. Sviluppo esponenziale e pervasivo.3. Materiali, tecnologie, innovazione in senso ampio. Frontiere in continua espansione.4. Demografia eterogenea, in squilibrio e con effetti moltiplicativi sulla logistica.5. CONNETTIVITÀ. Gli ecosistemi consumatori - produttori -distributori.6.Società della conoscenza. Nuove geografie di lavoro/ organizzazione e apprendimento.7.Età dell’incertezza. Anti-globalizzazione vs. globalizzazione: crisi delle politiche economiche.8.Polarizzazione sociale.9. WWW e accesso all’informazione e al sapere.

Fonte: elaborazione Randstad Research.

La connettività è il megatrend centrale, lachiave intorno alla quale ruota tutto il settore,ma tutti e nove hanno radici proprie e pro-fonde, determinano le correnti che ci influen-zano e interagiscono tra di loro.

Qui di seguito li illustriamo per sommi capi ecerchiamo di specificare i trend specifici di cuisi compongono. Proviamo inoltre a declinarei maggiori gap da colmare, ma anche gli osta-coli al cambiamento, un fattore troppo spesso

sottovalutato: in tante occasioni è proprio dal-la rimozione degli ostacoli che occorre partireper innovare e creare nuova occupazione.

In conclusione di ciascun paragrafo proponia-mo alcuni esempi di qualifiche del futuroemerse dalle interviste qualitative. Tali qualifi-che non hanno pretesa di esaustività, ma ser-vono a tratteggiare le possibili evoluzioni nelfabbisogno professionale della logistica oggiancora solo accennate.

l'impatto dei megatrend sulla logistica: le risposte degli esperti. < indice. 65

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4.1 Preoccupazioneambientale: ipoteche sulfuturo e opportunitànell’«antropocene».L’antropocene indica l’epoca attuale, nellaquale all’uomo e alle sue attività sonoattribuite le cause principali dei cambiamentiterritoriali, strutturali e climatici. Lapreoccupazione ambientale riguardainnanzitutto il raggiungimento di standard diqualità tali da assicurare la salute e ilbenessere dei cittadini, ma sottointendeanche la “sostenibilità”, ovvero un insieme diazioni in grado di assicurare il mantenimentodegli stock delle risorse ambientali e delleinfrastrutture e, auspicabilmente, il lorosviluppo e rafforzamento. Gli obiettivi ONU2030 [5] e l’azione svolta dall’ASVIS [7],Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile,sono un punto di riferimento al riguardo.

Trend.La domanda di qualità dell’aria e dell’acqua,la richiesta di efficienza nello smaltimento deirifiuti e la necessità di decarbonizzare i tras-porti sono particolarmente forti nelle aree ur-bane, quasi senza eccezioni. Per citare alcuniesempi, a Pechino si afferma nel quotidianol’utilizzo di app di “air quality” per ilmonitoraggio dei livelli di inquinamento gior-nalieri, utili per scoprire di volta in volta quan-do è consigliabile l’utilizzo della mascherina.In Italia invece, Assolombarda ha reso dispo-nibile online un “contatore” che mette in rap-porto i progressi “green” di Milano a confron-to con le principali metropoli europee [6].

Maggiori ritardi si riscontrano nelle richiestedi intervento sui fattori inquinanti nelle areeextra-urbane, dai trasporti marittimi, a quelliaerei a quelli stradali sulle vie di lunga percor-

renza, ma anche qui ci sono segnali di cam-biamento, come indichiamo meglio qui di se-guito riguardo ad innovazioni ormai giunte al-la fase di industrializzazione.

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Cresce la preoccupazione per i fenomeni am-bientali estremi: riscaldamento globale, de-sertificazione, instabilità climatica, innalza-mento del livello dei mari. Aumenta l’atten-zione alla sostenibilità ed entrano in vigorenuove direttive e nuove norme attente al mon-itoraggio e al controllo delle emissioni che im-pattano direttamente sugli operatori della lo-gistica, come la Direttiva 2018/2001/UE perla promozione dell’uso dell’energia da fontirinnovabili con cui l’Unione Europea intendemantenere una posizione di guida nella lottaai cambiamenti climatici, fissando gli obiettivial 2030 [65].

La salvaguardia degli stock rappresenta unaspetto cruciale della sostenibilità: dall’esi-genza della manutenzione e sviluppo delle in-frastrutture, alla difesa dei territori e delle bi-odiversità. Le innovazioni riguardano investi-menti infrastrutturali e tecnologici, supportatida una forte digitalizzazione e da interventivolti a trasformare abitudini e comportamen-ti. Avanzano l’economia circolare e la culturadella flessibilità, tradotte in fonti rinnovabili,smart energy, nuove tecnologie ibride gas-elettricità. Sia all’interno di una stessa città,sia tra città diverse, la mobilità sostenibile, ri-chiede di affrontare l’aumento del traffico ela sua estensione (“last mile delivery”) consoluzioni che facciano dialogare tra di loro idiversi operatori a livello capillare. Trainanola scia del cambiamento iniziative volte a mod-ificare all’origine le abitudini dannose, con il

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fine di creare una nuova etica nel segno delrispetto dell’ambiente e della collaborazionecostruttiva. Un esempio fra tutti sono i proget-ti lanciati da MUV, Mobility Urban Values [46]e finanziati dal fondo Horizon 2020dell’Unione Europea, che utilizzano strumentiinnovativi, giochi e app, per stimolare i com-portamenti sostenibili. L’utente richiede di es-sere sollevato dall’onere della gestione e delcoordinamento di tutti i servizi utilizzati per isuoi spostamenti: dall’automobile, alparcheggio, al biglietto del treno o dell’auto-bus, all’app per il noleggio di bici o auto. An-che in questo caso, i centri urbani stanno di-ventando una buona dimostrazione di comedovrebbe muoversi la mobilità sostenibile insenso esteso, ma il processo ha velocità di-verse a seconda dei luoghi e dei settori [8] esoprattutto implica la creazione di nuovi mod-elli di business. La vera alternativa verso lasostenibilità sembra essere quella dei motoriibridi, declinati in tre principali soluzioni: il gasnaturale liquefatto (GNL)/metano, l’idrogenoo il nucleare (Tabella 2). Si tratta di strade giàpercorse in campo militare nel settore navale,uno dei canali di inquinamento maggiore eanche se in ambito civile la strada da percor-rere resta ancora molta si notano già segnalidi cambiamento: è del 4 dicembre 2019 la no-tizia che annuncia il lancio da parte di IVECOdel primo camion completamente elettrico, invendita dal 2021, che verrà seguito nel 2023dal modello ad idrogeno, alimentato a celle acombustibile [25]. Il gas sembra essere l’alter-nativa più valida a rispondere in maniera tras-versale alla necessità di ridurre l’impatto delleemissioni: rispetto al carbone emette la metàdella CO2, un terzo in meno rispetto al petro-lio, sulle grandi distanze il suo trasporto cos-ta fino a 20 volte in meno rispetto all’elettrici-

tà con uno stoccaggio fino a 40 volte più eco-nomico [44].

L’ OCSE stima che dal 2015 al 2050 la doman-da globale di trasporto merci triplicherà e cheal 2050 ancora i tre quarti del totale dellemerci sarà trasportato via nave [49]. Da quil’importanza di affrontare radicalmente laquestione della sostenibilità ambientale deitrasporti di lungo raggio.

Oggi per il trasporto via mare siamo di frontea procedure di ripiego, come lo “slow stream-ing” cioè le velocità ridotte che aggirano ilproblema senza fornire reali soluzioni, soprat-tutto per quanto riguarda l’enorme inquina-mento prodotto dalle grandi navi. Per il tras-porto aereo non mancano invece iniziativeambiziose, come il programma Project 804 diUTC (United Technologies Corp), che contadi lanciare entro il 2022 il primo volo elettricoibrido [28].

Ostacoli al cambiamento.Il mancato collegamento tra ambiente e logis-tica si declina in un arco di tematiche. La man-canza di una cultura della manutenzione edella prevenzione del rischio si è manifestatanei recenti drammatici disastri sulle auto-strade che hanno soffocato il porto di Geno-va. Ciò è andato ancor più a gravare sul fab-bisogno stimato di spese per le infrastrutture,che già prima dei recenti disastri era pari a 317miliardi di euro, di cui soltanto un esiguo 6,8%era destinato ai “nuovi interventi prioritari”cioè quelli comprensivi della manutenzionestraordinaria e messa in sicurezza di infrastrut-ture stradali e ferroviarie già esistenti [10].

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C’è poi la difficoltà, dovuta in larga misura al-la mancanza di coordinamento tra i vari sog-getti pubblici coinvolti, a realizzare gli investi-menti infrastrutturali per stanziamenti che og-gi esistono e sono di importo notevole e cherenderebbero fluida e competitiva la filiera.

Secondo Confetra [59], l’Italia ha 70 miliardidi opere infrastrutturali programmate, di cuioltre 40 miliardi sono già finanziate con il Fon-do nazionale Infrastrutture. Tali opere andreb-bero a sopperire un bacino di infrastrutture,soprattutto stradali e ferroviarie ancora estre-

Tabella 1. Il futuro dell’ibrido nei trasporti marittimi (90%circa dell’attuale traffico merci). Pro e contro dellealternative meno inquinanti per la propulsione nel settorenavale da associare a motori elettrici e all’energia eolica.

PRO CONTRO

Nucleare

Al momento si assiste ad un piccolo rilanciodella propulsione nucleare soprattutto tra inuovi grandi rompighiaccio, in aumento pervia dell’apertura delle rotte artiche. Rispettoagli anni ’50, i nuovi reattori sono di ridottedimensioni e con sistemi di sicurezza moltoevoluti. Le loro cariche nucleari sono ingrado di durare per tutta la loro vita utile,senza necessitare di tempi morti per laricarica.

Rispetto all'utilizzo di energia energianucleare restano da affrontare alcuniproblemi: lo smaltimento di barre emateriali contaminati, le questioni disicurezza legate al terrorismo e ilproblema psicologico nei confronti deltema.

Idrogeno

È estremamente pulito, si può usare sia comecombustibile in motori termici sia in celle acombustibile (reattori chimici cheproducono elettricità dall’idrogeno senzacombustione, usati inizialmente per lenavicelle spaziali e gli shuttle). Attualmentel’idrogeno è utilizzato in ambito militare peralimentare le celle a combustibile deisommergibili con AIP (Air IndipendentPropulsion), che sono considerati moltoinsidiosi da un punto di vista bellico in quantodi difficile individuazione per la lorosilenziosità e mancanza di emissioni.

La sua produzione, la distribuzione e lostoccaggio causano molteproblematiche e richiedono ingentiinvestimenti. Non esiste in formautilizzabile in natura e si può produrre oper elettrolisi dall’acqua, con enormeconsumo di energia, per cracking degliidrocarburi o reforming del gasnaturale, ricadendo nell’uso di fontifossili. Ha un punto di liquefazionemolto basso (-252°C a pressioneatmosferica) e perciò mantenerlo allostato liquido è difficile e costa molto dipiù rispetto al gas. È estremamenteinfiammabile con rischio di esplosionea contatto con l’aria.

Gasnaturaleliquefatto(GNL)/Metano

È prodotto mediante liquefazione del gasnaturale, principalmente metano, a -161°C apressione atmosferica, riducendo così ilvolume di 600 volte. È inodore, incolore, noncorrosivo e molto meno infiammabile diidrogeno e GPL. Bruciando produce pocaC02 e più H2O, non contiene zolfo e quindinon produce ossidi di zolfo, non produceparticolato. È più leggero dell’aria, non siconcentra in basso come il GPL e noninquina se rilasciato in mare. È unatecnologia di utilizzo ampiamente diffusa erelativamente poco costosa.

La flotta esistente è difficilmenteconvertibile. Si dovrebbe puntare sullanuova cantieristica. I principali porti deipaesi nord europei sono già attrezzatiper il bunkeraggio del GNL, in Italia sista iniziando adesso (con obiettivo2025) a seguito di un decreto del 2016.Fincantieri ha progettato e realizzato unprimo traghetto con motori a GNL, sucommessa canadese, che è statonecessario rifornire con bettoline dallaSpagna perché qui non c’era possibilitàdi farlo.

Fonte: Randstad Research.

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mamente carenti se confrontate con i viciniPaesi europei [51]. Le vischiosità nell’affron-tare il cambiamento sono anche dovute all’in-sufficiente attività di ricerca e sviluppo. In Ita-lia nel 2017 sono stati spesi complessiva-mente 23,8 miliardi, di cui il 55,2% a carico delsettore privato, ma in proporzione al PIL lapercentuale di spesa dell’1,38% italiano è bensotto la media tedesca del 2,9% [59] e quellaeuropea del 2,06% [22]. La mancanza, in trop-pi casi, di sinergie tra pubblico e privato, diattività di comunicazione sull’innovazione e iritardi del management di molte impresenell’investire in innovazione ambientale rap-presentano altri ostacoli. In Italia nel 2017 so-no stati spesi complessivamente 23,8 miliar-di, di cui il 55,2% a carico del settore privato,ma in proporzione al PIL la percentuale di spe-sa dell’1,38% italiano è ben sotto la media te-desca del 2,9% [63] e quella europea del2,06% [23].

La mancanza, in troppi casi, di sinergie trapubblico e privato, di attività di comunica-zione sull’innovazione e i ritardi del manage-ment di molte imprese nell’investire in inno-vazione ambientale rappresentano altri osta-coli. Eppure la produttività delle aziende è for-temente correlata all’indicatore congiuntodella qualità del capitale umano e fisico e de-gli investimenti in sostenibilità. Come indical’Istat nel Rapporto Annuale del 2019, il 10%delle aziende con i livelli più alti di tale indica-tore congiunto ha ottenuto incrementi medidi produttività del 12%, contro il restante nu-mero di aziende che, non investendo a suffi-cienza, non ha avuto accesso a questo cosid-detto “premio di sostenibilità” [36]. Scarsi in-vestimenti in sostenibilità e in ricerca, raffor-zano i numerosi fattori di inerzia. Né aiuta l’au-tocompiacimento sulla tradizionale resilienzaitaliana o il connaturato schiacciamento deidecisori sul breve termine e sulle emergenze.

Nuovi mestieri della logistica collegati con la sfidaambientale (esempi).Competenze richieste Esempi

Competenze tecniche trasversali, valutazionedelle emissioni inquinanti, processi industriali,

bilancio sociale.

Addetti al controllo delle emissioni e dei comportamentiinquinanti (Carbon Footprint Analyst)

Progettazione, meccanica, trasporti integrati,analisi della domanda, impatto ambientale,informatica, elettronica

Integratori dei servizi per la mobilità, creatori di applicazioni dicomunicazione e controllo della mobilità

Ingegneria civile, elettronica, urbanistica,progettazione.

Addetti all’innovazione e alla produzione, in particolare per veicoliibridi a breve, medio e lungo raggio e relative infrastruttureaziendali, stradali, ferroviarie e aeree.

Ingegneria civile, logistica connessa,diagnostica con droni e scanner laser,riparazione e adeguamento, correzione dilinguaggi web.

Ingegneri esperti nella manutenzione delle infrastrutture,progettisti di sistemi di diagnostica ambientale, monitoraggio econtrollo, manager e operatori nell’innovazione sostenibile.

Design thinking, user experience, approcciocomportamentale, gestione e prevenzione delrischio.

Specialisti dell’incentivazione di comportamenti sostenibili eaddetti ai relativi servizi formativi, alla creazione di “app” e sistemiincentivanti.

Fonte: Randstad Research.

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4.2 Trasformazione digitale:sviluppo esponenziale epervasivo.La trasformazione digitale è come uno“tsunami” che investe la logistica in tutti i suoiaspetti, dalla supply chain industriale all filieradei servizi. I mestieri diventano “ibridi”: neimagazzini innovativi il carrellista è prima ditutto controllore di un sistema di gestioneautomatica e già oggi il lavoro dei portuali puòessere svolto da una macchina operatatramite joystick. L’intelligenza artificialeaffianca sempre di più ogni anello dellalogistica e le innovazioni che hanno a che farecon il digitale e con le tecnologie in generaleimpattano in maniera crescente e trasversalesu tutto il settore logistica. La diffusionedell’operatività a distanza e per la produzionedi beni e servizi dimostra quanto stiaaccelerando la diffusione di tutto ciò cheruota intorno all’IoT (Internet of Things). Sisviluppa un’intelligenza collaborativa trauomo e macchine [42].

Trend.La “digital transformation”, unitamenteall’ecosostenibilità, impatterà sui fabbisognioccupazionali dei prossimi anni coinvolgendouna percentuale compresa tra il 26 e il 29% deilavoratori. Quella della “Mobilità e logistica”risulta nello specifico tra le prime cinque fili-ere a fare da traino per la domanda di lavoro,con una variazione annua totale compresa trale 85.300 e le 116.400 unità [64]. I grandicambiamenti che stravolgeranno le aziendedall’interno, i ruoli e le mansioni dei loro di-pendenti, richiedono una gestione “etica”delle innovazioni, trainata dai vertici aziendalie accompagnata da periodi di formazione edadeguamento [48].

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.La gestione del flusso dei dati si espande intutti i segmenti delle attività. Si procede versol’integrazione tra tecnologie, lavoro e compe-tenze. Vengono implementati sistemi di istru-zione e di apprendimento, così come si svi-luppano nuove concezioni organizzative e dimanagement, improntate su modelli aperti diorganizzazione del lavoro e status dei lavora-tori. Per il trasporto via terra il “platooning”consente di far viaggiare i Tir in maniera inco-lonnata. Come emerge anche dal caso che illettore può trovare in conclusione di questorapporto il costo delle innovazioni è tanto piùcontenuto quanto parte delle necessarie tras-formazioni che periodicamente un’impresadeve affrontare, sia che debba rinnovare lestrutture, sia che debba espandere o ridimen-sionare alcune attività.

Ostacoli al cambiamento.Mentre le grandi multinazionali (es. Amazon,Alibaba) definiscono nuovi standard, le pic-cole e medie imprese che caratterizzano ilterritorio italiano faticano a stare al passo,complici anche i bassi livelli di literacy, nu-meracy, skill digitali e relazionali che ogni an-no posizionano l’Italia in fondo alle classifichedei Paesi Ocse [48]. A questo si aggiungonospesso l’incapacità del management di met-tersi al passo con le innovazioni e modelli or-ganizzativi fondati sulle basse retribuzioni esull’economia informale. Il tutto contribuiscea creare uno spazio che ostacola i possibilipassi in avanti, intesi non necessariamenteverso l’automazione, bensì verso un migliora-mento delle condizioni attuali. Molti espertiinfatti concordano nel ritenere che il motoredell’evoluzione futura della logistica nel nos-tro Paese non sarà rappresentato soltantodall’introduzione di strumenti “di frontiera”,

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ma anche e soprattutto dalla regolarizzazionenormativa del settore e dei rapporti tra tutti gliattori coinvolti nella filiera, regolarizzazioneche è condizione per attività di apertura all’in-novazione, formazione continua, sinergie.Una testimonianza di questo è data dai porti,dove a fronte di un grande aumento della pro-

duttività sono sorti molti altri problemi: le na-vi giganti, la sicurezza delle persone, l’enormequantità di container da gestire in poco tem-po [13]. La diffusione di una cultura digitale ècomunque una delle chiavi per risolvere ques-ti problemi.

Nuovi mestieri della logistica collegati alla trasformazionedigitale (esempi).Competenze richieste EsempiCompetenze tecniche trasversali, valutazionedelle emissioni inquinanti, processi industriali,bilancio sociale.

Addetti al controllo delle emissioni e dei comportamentiinquinanti (Carbon Footprint Analyst).

Progettazione, meccanica, trasporti integrati,analisi della domanda, impatto ambientale,informatica, elettronica

Integratori dei servizi per la mobilità, creatori di applicazioni dicomunicazione e controllo della mobilità.

Ingegneria civile, elettronica, urbanistica,progettazione.

Addetti all’innovazione e alla produzione, in particolare per veicoliibridi a breve, medio e lungo raggio e relative infrastruttureaziendali, stradali, ferroviarie e aeree.

Ingegneria civile, logistica connessa,diagnostica con droni e scanner laser,riparazione e adeguamento, correzione dilinguaggi web.

Ingegneri esperti nella manutenzione delle infrastrutture,progettisti di sistemi di diagnostica ambientale, monitoraggio econtrollo, manager e operatori nell’innovazione sostenibile.

Design thinking, user experience, approcciocomportamentale, gestione e prevenzione delrischio.

Specialisti dell’incentivazione di comportamenti sostenibili eaddetti ai relativi servizi formativi, alla creazione di “app” e sistemiincentivanti.

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Intervista sulfuturo deilinguaggi diprogrammazione.

Giorgio Metta, DirettoreScientifico dell’IstitutoItaliano di Tecnologia eArash Ajoudani, PhD,Tenure Track Researcher,Head of HRI2 Laboratory,Istituto Italiano diTecnologia (IIT).

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1. La prima domanda riguarda inuovi linguaggi diprogrammazione che sono giàallo studio e che verosimilmenteverranno utilizzati in alcunisegmenti specialistici nelprossimo futuro, naturalmente dalpunto di vista dei vostriosservatori. Quali sono? Da cosanasce l'esigenza/opportunità diun'evoluzione?(Metta). Piccola premessa: programmo da quando eroragazzino (ho vissuto il periodo dell’home computingnegli anni ’80) e devo dire di essere passato attraversodiversi linguaggi di programmazione (a volte per periodibrevissimi). Assembly, Basic, C, C++, Java, Python e rel-ative estensioni/librerie di calcolo parallelo e poi siste-mi multicomputer, networking, microcontrollori, attra-verso una varietà di sistemi operativi (Unix vari, HP-RT,Linux, Windows, Mac). Vi sembrerà un’enormità di cosema nella realtà è sempre lo stesso insieme di concettideclinato su architetture leggermente diverse con fun-zionalità adattate al contesto operativo. Tutto questoper me è successo perchè la capacità di calcolo è cres-ciuta enormemente e la cosa ci ha dato la possibilità dilavorare con calcolatori potenti per controllare i nostrirobot. Quello che ho visto succedere è sia la specializ-zazione sia la semplificazione. Accanto alla necessità dicompilatori sempre più efficienti sono nati linguaggimolto portabili (Java in primis, Python, ma anche .net) esemplici da usare con ampia disponibilità di funzionali-tà native. Oggetti e funzionalità oltre le ultime caratter-istiche avanzate di C++11 piuttosto che le capacità direflection dei linguaggi non hanno secondo me però

cambiato le competenze necessarie per utilizzarli. In ul-tima analisi il corso formale di programmazione del pri-mo anno dell’università è stato quello che mi ha datodi più in termini di “pulizia” nella programmazione. Idettagli dei linguaggi sono irrilevanti. Altro discorso so-no le “librerie” dedicate a funzionalità specifiche (e.g.la robotica). La mia osservazione è anche in questo ca-so quella del “non c’è nulla di nuovo in una libreria ris-petto ad un’altra” (concettualmente almeno). L’evolu-zione attuale è comunque quella di evitare il più possi-bile di riscrivere codice e accumularlo in moduli e in-siemi di librerie che possano “parlare” tra di loro inmodo uniforme (per cui utilizzabili tutte insieme per svi-luppare progetti complessi). Un’altra linea dell’evolu-zione nei linguaggi specializzati è rappresentata anchedalla possibilità di verifica formale del codice in mododa garantirne le funzionalità (ed evitare lunghe sessionidi debugging, spesso in pratica molto costose).

(Ajoudani). In generale, esistono innumerevoli linguag-gi di programmazione ed ognuno di essi nasce da unaspecifica necessità. Alcuni linguaggi vengono utilizzatia basso livello, ad esempio in ambito elettronico perprogrammare i microcontrollori, altri invece sono pen-sati per sviluppare applicazioni ad alto livello, come ilinguaggi per il Web o per l’analisi dei dati, usufruendodi librerie avanzate già a disposizione per l’utente. Nelnostro ambito, la robotica, entrambi i livelli di program-mazione sono necessari, e non possono prescinderel’uno dall’altro. Per quanto concerne nello specificol’ambito della collaborazione uomo-robot, viene mag-giormente impiegata la programmazione ad alto livelloin quanto in genere vengono sviluppate interfacce oapplicazioni che lavorano con elevate quantità di dati eche spesso impiegano robot o sistemi sensoristici com-merciali (per cui è già stata implementata la parte diprogrammazione a basso livello).

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Per citare alcuni dei linguaggi impiegati: C++ presentauna complessità maggiore ma si presta in maniera otti-male ad applicazioni in tempo reale; Matlab e Python,sono linguaggi user-friendly provvisti di librerie piùavanzate e sono utili per l’analisi e l’elaborazione deidati o per processi statistici; Java viene invece impiega-to per sviluppare applicativi mobile. Per mettere in co-municazione più programmi che utilizzano linguaggi diprogrammazione differenti e operano su diverse mac-chine/piattaforme, spesso si usano dei software inter-mediari detti middleware, tra i quali ROS (Robot Oper-ating System) è uno dei più usati in robotica. L’evolu-zione dei linguaggi di programmazione potrebbe es-sere spinta in direzione di un linguaggio di programma-zione unico che sia user friendly e permetta di usufruiredi pacchetti di funzioni già implementate per operazio-ni complesse, ma anche di svolgere operazioni in tem-po reale.

2. La seconda domanda riguardale continuità o discontinuità con ilinguaggi oggi maggiormenteutilizzati. Prevedete lasopravvivenza, la trasformazioneo il definitivo superamento deilinguaggi che oggi vanno per lamaggiore? Esiste il rischio che chinon si evolve verso nuovilinguaggi e nuove tecnichediventi fattore di ostacolo alcambiamento? Nella vostraesperienza persone aggiornate eaffidabili in materia di linguaggi diprogrammazione sono di facile odi difficile reperimento?

(Metta). Non vedo necessariamente un superamentodei linguaggi esistenti. I linguaggi tendono a durare neltempo anche se solo per non dover riscrivere il codiceche già funziona. Esiste sempre il modo di collegaremoduli scritti in un linguaggio con quelli scritti in un al-tro. I linguaggi evolvono tipicamente per accomodarenuove necessità. Non credo che chi non usa un nuovolinguaggio sia l’ostacolo al cambiamento. Il linguaggiova scelto in funzione dello scopo, del sistema utilizzatoe certamente da tutta una serie di considerazioni tecni-che ed economiche. Trovare persone che sappianoprogrammare a prescindere dal linguaggio non èsempre facile, ma nemmeno difficilissimo. Le cono-scenze che mancano sono spesso quelle più teorichedella materia di interesse (nonché le difficoltà a fare of-ferte attrattive a fronte della competizione internazio-nale per i talenti).

(Ajoudani). Per quanto la tecnologia sia in costante evo-luzione e cambiamento, in nostra opinione, le regolebase e la struttura delle principali categorie dei linguag-gi di programmazione rimarranno invariati. Di conse-guenza, per i linguaggi attuali sarà più probabile unatrasformazione o la loro sostituzione con linguaggisimili, ma più avanzati, che il loro totale superamento.Questo permetterà a chiunque abbia familiarità con ilinguaggi attuali a potersi facilmente adattare all’utilizzodi nuove tecniche o nuovi linguaggi, limitando l’occor-renza di episodi di avversione al cambiamento e all’av-vento di nuove tecnologie. Per quanto riguarda la re-peribilità di figure professionali aggiornate in materiadi linguaggi di programmazione, non abbiamo ancoraavuto esperienze dirette in quanto, considerando le at-tività che attualmente vengono condotte nel nostrolaboratorio, è sufficiente una conoscenza base dei prin-cipali linguaggi di programmazione.

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3. La terza domanda riguarda lapreparazione all'utilizzo dei nuovilinguaggi. Che tipo di curriculumserve? Che relazione conl'attitudine ad "imparare adimparare" lungo tutto l'arco dellavita? Cosa consigliereste ad ungiovane che si orienta oggi almondo della programmazione siaper attività di ricerca sia perattività di lavoro in aziende oistituzioni?(Metta). Fino a quando parliamo di computer digitali, èsufficiente un curriculum generico che includa pro-grammazione, algoritmi, un minimo di flessibilità. Comedicevo, non c’è molto di nuovo in questo campo (o chenon si possa imparare a qualsiasi età). La matematicaavanzata magari è meglio studiarla quando si è giovani!La vera sfida (di un futuro a venire) sarà invece rappre-sentata dal Quantum Computing (se mai esisterà) op-pure dallo sviluppo di macchine estremamente nuove,parallele, analogiche, chissà, qualcosa di più vicino almodo di funzionare del nostro cervello piuttosto che aquello del calcolatore digitale. In questa direzione, seci fosse un paradigm shift, credo che servirà una pre-parazione di base con molta scienza (fisica per esem-pio) oltre alle capacità di ragionamento algoritmico piùtradizionali.

(Ajoudani). Con l’evoluzione continua della tecnologia,oggigiorno è più che necessario continuare ad impar-

are, sia in ambito di ricerca sia industriale. Durante ilperiodo di formazione, è fondamentale apprendere letecniche di programmazione indipendentemente dallinguaggio utilizzato. Per essere preparato su ognifronte, consigliamo di familiarizzare inizialmente con unlinguaggio di programmazione a basso livello, come C,che permette di apprendere le regole base della pro-grammazione. In questo modo molti dei linguaggi chedovranno essere appresi successivamente apparirannocome più semplici e includeranno tecniche già ap-prese. È anche utile imparare un linguaggio che impie-ghi la programmazione ad oggetti come Java o C++, peravere una conoscenza più completa. Tutti gli altri lin-guaggi potranno essere appresi partendo da questeconoscenze di base.

4. Infine, l'avvicinamento allaprogrammazione puòdifferenziarsi per livelli? Oggi l'IoTrichiede, per esempio, familiaritàdiverse a seconda delle mansionisvolte, da quelle maggiormenteesecutive a quelle maggiormentedi ideazione? Se dobbiamocondividere nuovi linguaggi, qualidovrebbero essere le basi comunie quali invece quelle piùspecialistiche? Ci sono esperienzedi successo/riferimenti che cipotete indicare?

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(Metta). Nel nostro mondo (ricerca), si sviluppa in teamusando tool di collaborazione online. Tipicamente nonc’è una suddivisione in ruoli o livelli. Detto questo,chiaramente, le capacità specifiche che una personadovesse acquisire, ad esempio assembly di un certomicroprocessore, sono preziose fino a quando il pro-cessore va per la maggiore. Secondo me però questespecializzazioni sono da acquisire sul campo (è vero chela preparazione diciamo di base può usare un caso spe-cifico come esempio, ma non ci dobbiamo focalizzaresolo su un tipo di linguaggio/microprocessore). Perriassumere: buone conoscenze di base (architettura deicalcolatori, algoritmi, un linguaggio di programmazioneper poter fare pratica) e poi tanta voglia di imparare aseconda dei casi.

(Ajoudani). Come nel caso di una disciplina, l’apprendi-mento di un linguaggio di programmazione avviene inmodo graduale, si parte dalle basi fino a apprendere lestrutture più complesse. Indubbiamente le competenzeche servono per svolgere un determinato compito di-pendono dalla natura del compito stesso. Per questomotivo alcuni linguaggi sono più adatti a svolgere alcu-ni tipi di compiti rispetto ad altri. In ogni caso, come giàspiegato, la conoscenza di alcuni risulta propedeuticaper l’utilizzo di altri, dato che condividono strutture(come cicli, condizioni etc.) e concetti (come ereditar-ietà, overloading, etc.).

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4.3 Materiali, tecnologie,innovazione in senso ampio:frontiere in continuaespansione.L’innovazione non è solo digitale, ma copreun’ampia gamma di prodotti e processi cheimpattano direttamente sulla logistica. Lostorage di elettricità si avvia ad unautilizzazione diffusa, mentre progredisce lafotonica. I nuovi materiali consentono unefficientamento dei mezzi di trasportoinsieme alla ricerca sull’utilizzo di motori edenergie alternative.

Trend.Le aziende sperimentano nuove frontiere delpackaging: abbiamo incontrato una multina-zionale leader nel settore che utilizza imbal-laggi sempre più ecofriendly, plastiche rici-clate e prodotti certificati nel segno della sos-tenibilità. Consapevole della saturazione neltrasporto e nello smaltimento, soprattutto neicentri urbani, lavora per introdurre imballaggirealizzati con quantità sempre minori di mate-riali e sempre meno monouso.

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.La fotonica è alla base dell’attuale economiadell’informazione: il Piano Strategico “BandaUltra Larga”, approvato per rispettare i termi-ni dell’Agenda Digitale 2020, risulta al 2018 inperfetto stato di avanzamento, con 1033 can-tieri di cui 915 in fibra ottica e 118 di tipo wire-less [17]. Lo sviluppo continuo di cavi e siste-mi di comunicazione in fibra ottica e l’investi-mento massiccio in capacità di trasmissione ètrainato dai grandi provider, da Facebook aGoogle, che fatturano decine di miliardi

sull’informazione. La qualità e la velocità dellereti hanno un ruolo importantissimo nel set-tore logistica per il supporto, la trasmissione ela gestione della grandissima mole di informa-zioni che si sposta assieme alle merci. Innova-zioni in questo campo permettono diaccelerare i tempi, migliorare la produttività eindirettamente anche le condizioni di lavoro,ridurre lo stress, aumentare il benessere dellavoratore. L’adattamento da compiere quan-do si introducono innovazioni in azienda cost-ringe al miglioramento delle proprie compe-tenze anche i lavoratori low skilled che voglio-no rimanere appetibili sul mercato del lavoro.Lo sviluppo delle tecnologie sta operandodelle rivoluzioni anche nel trasporto, soprat-tutto in quello individuale. I veicoli sono con-nessi tra di loro e con le infrastrutture e lo sar-anno sempre di più. In generale, il livellodell’automazione delle autovetture è statoscandito con una scala che va da 0 a 5: per ilmomento siamo collocati al livello 3, ma sipensa che verrà raggiunto il 5 nel giro deiprossimi 7-8 anni. Come verrà affrontato ilcambiamento a livello normativo e riguardoalle sue ripercussioni etiche? Come cambier-anno i ruoli, ad esempio quello delle assicura-zioni?

Ostacoli al cambiamento.Una diffusa scissione tra pensare e fare fa sìche gli incentivi attuali siano scarsamente ori-entati a creare valore per l’economia. Adesempio, a livello accademico si tende ad in-centivare le pubblicazioni, che apportano pre-gio, a discapito dei brevetti: siamo settimi pernumero di pubblicazioni scientifiche [60]mentre nel 2018 le domande per brevetti pro-venienti dall’Italia sono state soltanto il 2,5%del totale su scala mondiale [21]. lo strumentoprincipe per trasformare le idee in innovazio-ni e nuovi prodotti. Mancano spazi appositiper la creazione e la condivisione di idee e

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soluzioni innovative. Rimangono numerose«Aziende zombie», disinteressate al migliora-mento e con stili aziendali chiusi. La produtti-vità ristagna e le aree di leadership nella ricer-ca e nell’innovazione richiedono un amplia-

mento per moltiplicare le imprese leader intecnologia. Allo stesso tempo il venture capi-tal è poco diffuso e i curricula universitari ri-chiedono un aggiornamento.

Nuovi mestieri della logistica collegati con i materiali e letecnologie (esempi).Competenze richieste EsempiInformatica, elettronica digitale, intelligenza artificiale, linguaggidi programmazione, cyber security, machine learning, facilitazionenella ricerca di personale.

Broker delle tecnologie applicate alle filierelogistiche.

Analisi dell’impatto dell’innovazione all’interno dell’azienda,sicurezza, intermediazione e visione, fotonica applicata alcomputer, analisi dei dati, utilizzo computer ottici.

Tecnici dell’implementazione delle innovazioni,dai supercomputer, ai radar ottici ai sistemi 4.0avanzati.

Design thinking, comunicazione, competenze umanistiche,systemic thinking, pensiero creativo, condivisione, brevetti eproprietà intellettuali.

Manager e facilitatori della creatività edell’innovazione collaborativa.

4.4 Demografiaeterogenea, in squilibrio econ effetti moltiplicativisulla logistica.Demografia e logistica sono fortementecollegate con effetti differenziati.Ledinamiche della popolazione, con le lorosuddivisioni in coorti più o meno giovani,hanno un impatto sullo sviluppo e sullacomposizione dei consumi, oltre che sullecaratteristiche dei comportamenti edell’occupazione. I trend demografici sonopotenti, ma si differenziano a livello globaletra Paesi colpiti da invecchiamento edecrescita della popolazione (in particolareItalia, Germania Giappone, Est Europa), Paesidi nuova industrializzazione come i BRIC(Brasile, Russia, India e Cina) e molti altricaratterizzati dal boom della classe media edall’affermarsi di nuove classi medio-alte,

Paesi giovani, in particolare quelli africani checombinano la presenza di una classe mediaemergente con quella di una quota rilevantedi popolazione sotto i 20 anni.

Trend.Continua la crescita demografica globale,dagli attuali 7,6 miliardi di persone verso 8,9previsti nel 2035 e 9,8 nel 2050 [54] per poiprobabilmente stabilizzarsi nella secondametà del secolo, un’inversione di tendenzache nel tempo potrebbe avere effetti dirom-penti [29]. Lo sviluppo dei paesi a bassi salarie i modelli di consumo delle nuove classi med-ie hanno costituito un fattore chiave nellacrescita dell’interscambio internazionale. Letendenze potrebbero cambiare tra effetti direshoring, robotizzazione e minori spinte de-mografiche. Rimane il forte impatto sui mod-elli di consumo e di scambio delle classi so-ciali emergenti, i flussi turistici come la do-

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manda di beni di consumo di lusso o con fili-ere controllate sono probabilmente destinatiad espandersi ancora.

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Alcuni esempi: le aziende sperimentano robote approcci biomedicali, anche a supporto de-gli anziani e delle persone con disabilità. Nuovimodelli di turismo consapevole sono desti-nati ad incidere sulle tipologie della mobilità:nascono ad esempio app finalizzate a calco-lare il peso dei propri spostamenti in terminidi sostenibilità ambientale. Un esempio è rap-presentato dall’olandese “Green Tickets”, chesegnala gli itinerari e i mezzi di trasporto piùecofriendly, permettendo di compensare leemissioni di CO2 del proprio viaggio contrib-uendo alle iniziative di varie associazioni.

Ostacoli al cambiamento.In che misura le componenti molto diversedella popolazione mondiale potranno esserecoinvolte dall’educazione ambientale? Saran-no sempre più necessari esperti di turismosostenibile che sappiano educare le nuovegenerazioni. Quanta apertura ci sarà verso lenuove tecnologie? Nei Paesi in cui l’invecchia-mento della popolazione è un fattore predom-inante si pone inoltre il problema della soste-nibilità dei sistemi previdenziali e di assisten-za sanitaria. La logistica si inserisce nelle sol-uzioni innovative delle cure a domicilio.Talifattori sono da inserirsi in un panorama nazio-nale di servizi potenziali che offrono prospet-tive ai ai giovani, per i quali tuttavia gli inves-timenti in istruzione collocano l’Italia agli ulti-mi posti della classifica Ocse, con una quotadel 3,6% del PIL a fronte del 5% della media[48].

Nuovi mestieri della logistica collegati con i trenddemografici (esempi).Competenze richieste EsempiMarketing internazionale Specialisti di marketing ed export verso le “nuove classi medie e medio-

alte” globali.

Educazione ambientale, civica ecomportamentale sostenibili, psicologia

Esperti in educazione ambientale e comportamentale in funzione dellediverse classi demografiche

Applicazioni ottiche nell’imaging, sviluppo3D

Professionisti del biomedicale

Programmazione, robotica, infermieristica,psicologia sociale

Servizi sanitari e di assistenziale blended per gli anziani (a distanza epersonali)

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4.5 Connettività. Gliecosistemi consumatori -produttori - distributori.

Al centro di tutti i megatrendche coinvolgono la logisticatroviamo la connettività,intesa come fluidità dellacatena e dei vari momenti incui si articolano i processidella logistica. Connettivitàvuol dire non solo capacitàdi gestire volumi crescentia costi sempre più bassi,ma anche assicurare lapuntualità e la fluidità deiprocessi, mantenendocontrollo ed interazione. Inquesto senso si sviluppanohub globali e locali e sirafforzano i leader dellefiliere.Trend.I grandi player sperimentano il loro poterecercando di acquisire il controllo su tutta lafiliera, creando talvolta anche situazioni di di-pendenza o di blocco e trainando a livello ter-ritoriale verso nuove tecnologie e nuove ri-sorse umane per acquisire leadership. La pa-rola chiave per il domani è progettazione. Seil mondo è diventato un network si deve im-parare a comunicare all’interno di questo sis-tema in maniera organizzata, valorizzando igrandi asset italiani: la manifattura, da un la-

to, la ricerca scientifica e le università, dall’al-tro.

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Le imprese e i consumatori richiedono supplychain più veloci, più brevi e più smart. Il re-shoring è favorito anche dalle tecnologie edalla necessità di maggior controllo, ma il pre-gio del potersi fregiare del marchio “Made inItaly” unitamente alla qualità della produzionesono le due ragioni principali che spingonoancora le aziende a riportare le produzioni nelnostro Paese [22]. Al contempo, l’export el’import richiedono una presenza evoluta nellefiliere. Si sviluppano nuove frontiere: controllia distanza, gestione sistemica integrata. Il lav-oro specializzato deve sganciarsi dal flusso dimerci e guardare all’intero ciclo di business.Gli spedizionieri di domani devono saper met-tere in conversazione in maniera stretta la lo-gistica con la manifattura, con il credito, contutti i settori interessati.

Il “preclearing” è un’innovazione che in ambi-to portuale ha permesso di ridurre drastica-mente i tempi di sdoganamento dei grandicarichi permettendo di procedere alla verifi-ca dei documenti direttamente a bordo dellenavi e non soltanto all’arrivo nei porti. Tale in-novazione va però inserita in un contesto incui le varie parti dialogano tra di loro per evi-tare, come talvolta accade, che le navi riman-gano ugualmente ferme nei porti per setti-mane. Tale eventualità, che non dovrebbeverificarsi con l’utilizzo del preclearing, è inmolti casi dovuta ad incomprensioni riguardogli assegnatari delle varie mansioni e riguardoai i responsabili addetti ai pagamenti dei costidi sdoganamento.

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Ostacoli al cambiamento.L’outsourcing cui si destinano generalmentele branche del trasporto e magazzinaggio (cir-ca il 50% di tutto il settore logistica) rappre-senta un forte ostacolo. In molte occasioni,

per minimizzare i costi, si ricorre a strategieche scaricano dalle responsabilità e creanospazio per le zone grigie, impedendo formedi controllo e di innovazione.

Nuovi mestieri della logistica collegati con la connettività(esempi).Competenze richieste EsempiEconomia internazionale, controllo della supply chain,import/export, problem solving.

Imprenditori come global manager.

Negoziazione, acquisti, sistemi, nuove tecnologie, doticomunicative.

Manager e specialisti della “servitizzazione”.

Analisi della fluidità della filiera. Esperti in gestione del controllo a distanza.

Principi di programmazione, linguaggi informatici,facilitazione.

Esperti ibridi con competenze non soltanto di negoziazioneed acquisti, ma anche di sistemi e tecnologiche.

Norme doganali, supply chain. Manager dell’import/export come leader di filiera.

Estratto dall’intervista aLuca De Biase, Giornalista, ilSole 24 Ore."La logistica è coinvolta in una trasformazione4.0 in cui i vari soggetti operano su unametapiattaforma che mette tutti inconnessione. È incarnazione piena deicambiamenti governati dal digitale e le sueprofessioni ne sono attraversate a pieno: dalmonitoraggio e controllo remoto degliimpianti e dei loro sistemi di connessioni,all’automazione per lo spostamento el’ordinamento degli oggetti in magazzino e infabbrica, tutti gli addetti devono tenere contodelle nuove forme della produzione. Leinterfacce delle macchine nella fabbrica e trale fabbriche nel settore logistica stannosubendo una forte evoluzione (intelligenzaartificiale, big data, sensoristica, …).

Tutti i lavori a loro connessi sono favoriti cosìcome la robotica e le sue future incarnazioninel senso di aumento delle capacità umane enon di sostituzione. Le innovazioni sonotrasformative e non sostitutive e ciò implicada parte dei lavoratori l’acquisizione di nuoveskill e da parte dei datori di lavoro una forteprogettazione e costante capacità diadeguarsi. Il quality check va supportato daimacchinari e dalle intelligenze artificiali,mantenendo il fondamentale contributoumano. La sicurezza sul lavoro si trasforma,così come la cyber security. La presenza inrete impone un sistema di difesa dagli attacchiesterni. Tutte queste sono le premesse dellatrasformazione della logistica, che è un nodocruciale del commercio, dal b2b all’e-commerce."

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4.6 Società dellaconoscenza. Nuovegeografie di lavoro,organizzazione eapprendimento.

L’innovazione, e quindi la conoscenza, èsempre stata alla base degli investimenti edella crescita. In passato l’industria non silocalizzava necessariamente dove si eracreato il sapere, oggi invece, è sempre più neiluoghi del sapere che si localizzano crescita einvestimenti, dalla Silicon Valley a Seattle, ainuovi centri logistici come Singapore. Esserealla frontiera del sapere è sempre più difficile,considerando il ritmo delle trasformazioni checi hanno spinto su un sentiero dicambiamento ininterrotto.

Trend.Su grande scala, si sviluppano modelli di con-correnza dinamica e modelli organizzativi edidattici aperti che premiano la produzionecollaborativa. Le città restano un fulcro ac-centratore che gioca un ruolo chiave nellecatene del valore globali, fornendo a chi leabita più possibilità di alimentare tale catenaarricchendo le proprie vite di attività sociali eformative extralavorative in misure netta-mente superiori rispetto ai territori extraurba-ni [57].

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Fondamentali gli investimenti in innovazionee risorse umane, in proprietà intellettuali ebrevetti come leadership tecnologica e man-ageriale. Va incentivata la flessibilità di ap-

prendimento e lavoro come driver della pro-duzione di idee e soluzioni, incoraggiandol’apertura mentale sin dalla prima età.

Data l’economia italiana, caratterizzata da benun 92% di piccole e medie imprese [4], i per-corsi di studio universitari tendono per tradi-zione a concentrarsi sulla formazione di figuredisposte su poli opposti. Nella logistica tutta-via, occupa una posizione di grande impor-tanza la figura dell’intermediario, un ruolochiave, con competenze trasversali, che rap-presenta il punto di congiunzione tra vari ele-menti, l’anello che contribuisce al fluire delleinformazioni e promuove modelli organizzati-vi sostenibili da entrambi i lati. Nella forma-zione di nuove figure, oggi chiamate “ibride”,gli ITS si sono dimostrati, e continuano a far-lo, una strada di grande successo per il set-tore della logistica.

Ostacoli al cambiamento.Carattere tipico della tradizione del nostro Pa-ese, la difficoltà di fare network continua adimpattare nel settore della logistica. Perchécontinuare a dire che servono più soft skills sesi continua a non definirle con precisione e anon risolvere tale bisogno con una formazionemirata? Il dialogo non è richiesto soltanto perchi lavora nello stesso settore, ma tra tutte leramificazioni e la richiesta di apertura ai cam-biamenti e diretta a tutti, manager compresi.

Sono proprio i piani alti che talvolta creano“effetti silos” all’interno delle organizzazioni eche tendono a sottovalutare gli investimentiin capitale umano e le forme di collabora-zione. È necessario puntare su centri di com-petenze, dove dialoghino aziende, centri di ri-cerca, centri di credito e università. Va smus-sata la rigidità dell’offerta formativa per il set-tore logistico, dove la mancanza di una map-patura precisa dei lavoratori rende difficile an-

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che organizzare percorsi formativi adeguati,questione di vitale importanza dato il fabbi-

sogno di professionisti specializzati in cresci-ta.

Nuovi mestieri della logistica collegati con l'economia dellaconoscenza (esempi).Competenze richieste EsempiSociologia, psicologia, antropologia, pedagogia,competenze umanistiche.

Docenti ed imprenditori della formazione

Capacità di attrarre skill non convenzionali Hr managers capaci di attrarre nuove skill, oltre gli schemiformali.

Alta specializzazione, aggiornamento continuo,competenze STEM

Tecnici di magazzino specializzati ed in continuoaggiornamento

Competenze di tipo umanistico, psicologia sociale Consulenti dell’organizzazione creativa e della negoziazione

Capacità di collaborare, competenze trasversali,capacità di creare valore

Figure STEM, ma anche filosofi e letterati

Diritti d’autore, marchi, strategie Esperti in brevetti e proprietà intellettuale

Adattabilità, apertura mentale, organizzazione,propensione all’innovazione

Imprenditori altamente e continuamente formati

4.7 Età dell’incertezza. Anti-globalizzazione/globalizzazione: crisi dellepolitiche economiche.La “guerra dei dazi” ha determinato unainversione di tendenza rispetto allapluriennale tedsenza all’abbattimento dellebarriere agli scambi. Nella gestione dellefiliere logistiche si è introdotto un ulteriorefattore di forte complicazione e incertezza.Mal’incertezza è un fattore pervasivo e riguardadirettamente il lavoro. In che misura latecnologia distruggerà i lavori del futuro?Tenendo conto della superficie frastagliatadel panorama Italiano, con realtà diversissime

tra di loro sarebbe forse meglio considerareche occorre gestire transizioni e sinergie” traprofessioni tradizionali e nuove e porreattenzione ai temi di emarginazione edesclusione sociale. Questo soprattutto perchél’automazione non ricopre in manieraomogenea tutti i settori della filiera e la suapresenza dipende da moltissime variabili, daivolumi, dal livello di trasparenza dellepolitiche aziendali, dalla collocazione delmagazzino etc. Certamente il futurorichiedera risorse umane in grado dicomprendere e gestire con visioneeconomica, tecnologica e sistemica i grandicambiamenti in atto, con un occhio diriguardo agli effetti intergenerazionali deifenomeni.

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Trend.Non c’è aspetto degli scambi internazionaliche non sia oggi caratterizzato da nuovi attorie nuovi cambiamenti imponderabili. Il setti-manale inglese “The Economist” ha dato vitaal concetto di “Slowbalization” per indicare uncommercio globale che dopo molti anni com-incia a rallentare [61]. La geopolitica pervadei processi decisionali: la sola questione deidazi è fattore rilevante di incertezza. In com-penso, capitale umano e capitale sociale ris-coprono un nuovo e maggiore valore. rbani[57].

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Come adattarsi ad un’era di accentuata incer-tezza a livello internazionale e nazionale? Le

aziende e le persone devono acquisire unacultura di gestione responsabile dell’incertez-za, sfida non facile se i governi e le istituzioninon fanno la loro parte.

Ostacoli al cambiamento.Un numero speciale della Harvard BusinessReview [16] sintetizza le principali condizionidi incertezza che le aziende si trovano ad af-frontare nei nostri giorni: da punto di vistagovernativo ci sono la geopolitica, le rotturedei contratti, i conflitti interni, le nuove leggi,regolamenti e policy, le sanzioni inerenti l’ex-traterritorialità. Ma non mancano a livello tras-versale la corruzione, la manipolazione dellerisorse naturali, il terrorismo e le cybermi-nacce [16].

Nuovi mestieri della logistica collegati con l'economiadell'incertezza (esempi).Competenze richieste EsempiCalcolo del rischio, visione d’insieme, sistemi Risk manager delle filiere capaci di avere una visione

internazionale e sistemica

Competenze giuridiche e normative, dirittointernazionale

Esperto in dazi e norme internazionali

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4.8 Polarizzazione sociale.

La polarizzazione è il riflesso sia delladigitalizzazione e robotizzazione, che mette inquestione molti lavori, sia dell’economia dellaconoscenza che privilegia le aree piùinnovative [57]. Nel complesso, la logisticamostra bene l’avvento di nuove dinamichecome la sharing economy, ma anchel’implementazione crescente dell’e-commerce e di tutti i nuovi servizi checontinueranno ad aumentare. Se da un latoaumentano le professioni ad altaqualificazione e specializzate, dall’altro i lavorinon qualificati si trovano sempre più aimargini. L’esclusione sociale si coniuga conla disoccupazione, la sottoccupazione e lamancanza di competenze di base o diaggiornamento professionale. Rappresenta,come indicato da recenti studi della UE [24],un fattore primario di ostacolo alla crescita eall’occupazione.

Trend.Crescono gli squilibri legati all’urbanizza-zione, con città che accentrano le attività diricerca, i consumi di fascia alta, i last mile jobs.In Italia il fenomeno ha ancora dimensioni lim-itate, ma in aree dove la polarizzazione ha agi-to con più incisione, come ad esempio le cittàdegli Stati Uniti, il divario tra le fasce di popo-lazione si mostra significativo [18]. Cresce ladiscrepanza tra aree altamente urbanizzate ealtre aree mentre si lavora per l’efficientamen-to della mobilità urbana e a lungo raggio.

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Istituzioni pubbliche e private intraprendonoiniziative finalizzate all’abbattimento graduale

del digital divide, ma ancora con velocità nonsufficienti.

L’innovazione dipende dai modelli organizza-tivi ed è vincolata al pre-esistere di condizionidi legalità. Un settore caratterizzato da zonegrigie può faticare ad introdurre elementi in-novativi che mal si adatterebbero ad una su-perficie non del tutto nitida. Una possibile sol-uzione è quella di approcciare le innovazionitenendo conto che esse non arrivano per stra-volgere ed aggiungere difficoltà, bensì nasco-no proprio dalla necessità di apportare bene-fici. Un grande esempio di questo nel settorelogistico è l’introduzione, negli anni ’60, deicontenitori per i trasporti, che hanno perme-sso di ottimizzare tempi e produttività graziealla standardizzazione. È necessario cambiarela modalità tradizionale di investimento chepunta tutto sulle infrastrutture. La digitalizza-zione, l’automazione, tutti i grandi trend chestanno modellando il lavoro sono legati inmaniera imprescindibile all’elemento umanoche li dirige.

Per uscire dall’irregolarità occorre effettuaregli investimenti necessari, ma il tornaconto èdoppio poiché se ne guadagna anche in ter-mini di diminuzione dei rischi. Questa presadi coscienza è attiva già da qualche anno, siricordano al riguardo il blocco della portad’accesso dell’interporto di Bologna ad op-era dei Cobas che portò alla stesura dei Codi-ci Etici che le imprese si stanno impegnandoa rispettare [55, 56].

Ostacoli al cambiamento.L’esclusione sociale è un ostacolo alla forma-zione e al miglioramento delle skill personali elavorative. Per questo, soprattutto nei Paesimaggiormente polarizzati, continuano ad es-serci forti squilibri reddituali: dal 1985 al 2010i redditi sono aumentati del 45% per il decile

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più alto dei Paesi OCSE contro il 17% per il piùbasso. A ciò si aggiungono declaratorie pro-fessionali che, in Italia, non vengono aggior-nate da 40 anni e questo avviene perché permodificarle occorrerebbero modifiche allestrutture salariali che scoraggiano sia per ra-gioni di complessità sia per ragioni di conven-ienza. Il problema risulta doppio perché da unlato i salari rispondono a ordinamenti ormailontani dalla realtà e dall’altro non c’è una fo-tografia che restituisca un’immagine chiaradel panorama lavorativo. Le cooperative, leforme di caporalato e i comportamenti illecitirappresentano ancora un grosso ostacolo al

progresso perché impediscono la spinta ver-so la trasparenza e gli investimenti nell’inno-vazione facendo leva sull’offerta di prezzi bas-si. Ciò che stupisce nel panorama italiano èl’adozione di forme di organizzazione azien-dale spurie anche da parte di aziende moltograndi. Questo causa la difficoltà di operareun piano d’azione volto ad appianare i prob-lemi e contribuisce a sfavorire il dialogo tra ivari membri della filiera. Allo stesso tempo sivedono mancare le medesime possibilità an-che i sindacati, già di per sé deboli perchéframmentati.

Nuovi mestieri della logistica collegati con la polarizzazione(esempi).Competenze richieste EsempiRisorse umane, psicologia, contratti Esperti nella ricerca e gestione delle transizioni lavorative

normative contrattuali, risorse umane Giuslavoristi del cambiamento in grado di avviare la transizione da forme dilavoro grigio a forme trasparenti

Psicologia, Formatori e scienziati sociali nel mondo della formazione continua

Programmazione, linguaggiinformatici, robotica

Esperti nella formazione digitale di base

4.9 WWW e accessoall’informazione e al sapere.I big data, propri e di terzi, vengono utilizzatiin maniera crescente ai fini diprogrammazione, marketing, controllo edespansione dei business della didattica e dellaformazione continua. Il nostro modo diinteragire con l’ambiente e di imparare ne èprofondamente influenzato: dalle modalità diutilizzo delle informazioni giorno per giorno,all’istruzione di base, a quella specialistica,alla formazione continua.

Trend.Il mercato dei big data in Italia ha superato i912 milioni di euro nel 2018, con un incremen-to del 18,1% rispetto all’anno precedente [17].Con una crescita ancor più esplosiva, il mer-cato dell’intelligenza artificiale in Italia è au-mentato del 69,1% tra il 2017 e il 2018, arrivan-do a 135 milioni di euro [17].

Vivai di innovazioni in fase di pre-industrializzazione e nuove norme inpreparazione o in fase di emanazione.Sono necessarie nuove forme di interazioneaziendale, di Customer Relationship Manage-ment, di didattica e di formazione continua.Diventa fondamentale l’implementazione del-la Cyber Security nelle filiere e già all’interno

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delle singole aziende italiane nell’anno 2018 èin tal senso che si sono mossi i principali in-vestimenti in innovazione tecnologica [27].Una peculiare caratteristica del settore logis-tica è quella che vede viaggiare i dati diretta-mente sulla merce. Dai più piccoli pacchettiai container, i beni in viaggio trasportano in-formazioni preziose sul loro contenuto e sumittenti e destinatari, informazioni che sispostano e crescono durante il trasporto e ilcui potenziale non è ancora valorizzato a suf-ficienza. In un settore in crescita, la quantitàdi tali dati è sempre crescente e occorronoprofessionisti in grado, in primis, di compren-dere la ricchezza di tali informazioni ed in sec-ondo luogo di comunicarle in maniera corret-ta tra tutte le parti coinvolte. Una serie di lead-er di mercato, Google e Facebook per primi,ha dato vita a nuove modalità di organizza-zione della ricerca e di gestione delle risorseumane, ponendole al cuore delle aziende. Leaziende-leader realizzano ambienti lavorativiin cui si deve essere innovatori per principio ein cui c’è posto solo per chi sa creare idee datradurre in prodotti. Si procede verso ufficinon più intesi in senso tradizionale, spazi dove

non manca nulla di cui il ricercatore/innova-tore possa avere bisogno. Collaborare per tra-durre le idee in valore diventa un imperativo.

Ostacoli al cambiamento.Insorgono problemi di governance dei socialnetworks. Il crescente utilizzo dell’IoT richiedefigure altamente competenti in grado di ges-tire e rafforzare i progetti di data manage-ment e data platform, rimane tuttavia un fortedisallineamento nel mix tra domanda ed offer-ta nel settore ICT: a fronte di un fabbisognodi un 62% di laureati e 38% di diplomati, ris-pondono un 33% di laureati ed un 67% di dip-lomati [17]. Il grande problema a livello mon-diale è quello della sicurezza, online e offline,che influisce in logistica anche sulla scelta deiluoghi in cui collocare i magazzini. In questosenso è importante il caso dell’Interporto diBologna, in grande espansione nonostante ilristagno della produzione e che risulta unmodello di buone pratiche sia in quanto a tu-tele di lavoratori ed aziende (i già citati accor-di stipulati) sia in quanto a composizione ecollocazione delle strutture.

Nuovi mestieri della logistica collegati con il www el'accesso all'informazione e al sapere (esempi).Competenze richieste EsempiSdoganamento a distanza, organizzazione,dazi

Sviluppatori e gestori delle piattaforme collegate con le transazioniinternazionali e con la gestione delle filiere logistiche

Sicurezza online, controllo, gestione eprevenzione del rischio, big data,comunicazione

Esperti di cyber security per i diversi segmenti della filiera

Ingegneria urbana, user experience Progettazione e gestione di sistemi della sharing economy

Cyber security, data managing Data manager sui big data generati dalle transazioni nazionali einternazionali

doti organizzative, supply chain, linguaggi diprogrammazione

Addetti alle piattaforme lavorative digitali per le filiere (es. per losdoganamento a distanza)

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Appendici

A. Le interviste agli esperti. Sintesi.Il 25 settembre 2018 abbiamo riunito presso il Museo delle Scienze di Milano alcuni tra i prin-cipali esperti di logistica e dei settori correlati. Di seguito gli interventi realizzati.

La ricerca Assolombarda sulla logistica nell’area Milanese – il fattore ambientale come pivot.Chiara Manfredda, Responsabile Sistema Formativo e Capitale Umano, Assolombarda.

Megatrend · Ambiente, Nuovi materiali nuove tecnologie, Trasformazione digitale,Demografia.

Vivai di innovazioni · Da dove arrivano le idee e le proposte di soluzione.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Le tecnologie e gli approcci di frontiera.

Ostacoli · Le principali difficoltà da superare.

Soluzioni per l’orientamento e laformazione

· Nuovi mestieri, nuove esigenze di programmazione formativa

Il declino del divide, il cassetto delle idee, la vocazione all’organizzazione delle filiere comefattore chiave.Saverio Gaboardi, Presidente Cluster Lombardia della Mobilità.

Megatrend · Connettività (forte crescita dei volumi) e ambiente (necessità di obiettivirealistici), età dell’incertezza, società della conoscenza.

Vivai di innovazioni · I veicoli autonomi.. Opportunità per il controllo della CO2 non ancora sfruttate a sufficienza (es.idrogeno, metano).

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Il platooning per i mezzi pesanti su strada.

Ostacoli · Ci sono distorsioni nella percezione: fattori inquinanti più ingenti dell’automotivevengono meno considerati (es. agricoltura).

Soluzioni per l’orientamento e laformazione

· Servono più talent scout sulle abilità innate e più ITS specializzati o simili.

Fare marketing dei lavori del futuro: una condizione per creare la domanda di formazione diqualità.Laura Galliera, Area Education, Associazione Industriale Bresciana.

Megatrend · Connettività, Trasformazione digitale, Nuovi materiali e nuove tecnologie, Etàdell’incertezza.

Vivai di innovazioni · I vari cantieri aperti, da Confindustria e AIB, dall’alternanza scuola- lavoro allapresenza di imprenditori nelle scuole all’apprendistato alla promozione di nuovipercorsi.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Es. l’esperienza Federmeccanica.

l'impatto dei megatrend sulla logistica: le risposte degli esperti. < indice. 88

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Ostacoli · Convincere famiglie e studenti che i vecchi mestieri sono diversi e che siaffacciano nuovi mestieri con prospettive di crescita personale e reddito.

Soluzioni per l’orientamento e laformazione

· Fare maggiormente sistema? Aumentare la capacità di comunicazione?

Formazione continua per far comprendere alle funzioni aziendali i processi della logistica erendere fluida la filiera.Luciano Dalè, Presidente del settore Trasporti, AIB.

Megatrend · Connettività, Età dell’incertezza. Criticità crescenti degli snodi della filieralogistica con riferimento a compliance, dazi, affidabilità delle controparti.

Vivai di innovazioni · Risposte all’instabilità del commercio internazionale.· Nuove forme di digitalizzazione.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Nuove forme di monitoraggio delle transazioni e della filiera.

Ostacoli · La mancanza di una cultura della logistica condivisa dalle varie funzioni aziendalie carenza di conoscenza in ambito doganale e di trasporti creano ripercussioniamministrative, penali e di business.

Soluzioni per l’orientamento ela formazione

· Formazione continua «ad hoc» all’interno delle aziende.· Nuove figure che combinino una molteplicità di competenze.

Orizzonte dai 6 anni in su, mancano professioni tradizionali e nuove, per tutte:multidisciplinarità e coding.Roberto Cingolani, ex Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Megatrend · Trasformazione digitale, Nuovi materiali e tecnologie, Demografia.

Vivai di innovazioni · Politecnico di Milano, di Torino, Sant’Anna di Pisa, Leonardo Labs e pochi altri.Dovrebbero essere di più, con più sinergie pubblico/privato e con il contestoeconomico e sociale.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Sostituzione dei lavori di «routine» con digitale e IOT.· Lavori non di routine sempre più costosi.· I nuovi lavori nascono dalla ricerca e dalla tecnologia.

Ostacoli · Non sono cambiati i programmi delle scuole e delle università, mancano ifondamentali in coloro che partecipano al nuovo mondo del lavoro digitale, si fannopoca ricerca e pochi investimenti.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Cominciare dalle elementari e con il coding per tutti: servono programmatori,addestratori di macchine intelligenti, gestori dei dati e delle informazioni,professionisti del bio medicale.

Rendere fluide le filiere intervenendo sulle aree grigie e sviluppando figure professionaliintermedie.Andrea Appetecchia, Project Manager, Isfort.

Megatrend · Connettività, Internazionalizzazione, Automazione, piattaforme digitali e IoT in sistemiconcatenati, Ambiente. Attenzione anche al lungo raggio.

Vivai di innovazioni · Nuove pratiche organizzative dove si sperimentano la fluidità delle filiere e lacollaborazione nonché l’utilizzo dell’’enorme quantità di dati che viaggia insieme allemerci.

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Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Verso una maggiore sostenibilità del trasporto via mare, che rappresenta oltre il 90%del traffico merci. Innovazione come tramite per allargare l’area della trasparenza.

Ostacoli · Arretratezza delle condizioni di lavoro, aree grigie con confini poco delineatinell’outsourcing, controllo degli snodi-chiave come i porti.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Servono figure intermedie con abilità comunicative, doti di problem solving, ecapacità di negoziazione, oltre alle competenze tecniche.

Per una formazione orientata all’innovazione e alla creazione di valore.Giorgio Grasso, Direttore Generale, CIFE.

Megatrend · Nuovi materiali e tecnologie nel segno della velocità e del traffico di informazioni.

Vivai di innovazioni · Fotonica, nuovi materiali come il grafene, quantum computing, real time imaging:velocità, efficienza e sicurezza.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Ulteriore ampliamento e velocizzazione dei canali di traffico dati, supercapacitori aricarica veloce, Quantum Computers, sensoristica avanzata collegata a elaborazionedi dati e feedback.

Ostacoli · Incentivi distorti nelle università tecniche (più brevetti accanto alle pubblicazioni),management inadeguato (ad esempio in caso di ricambio generazionale). Ambientidi studio e di lavoro chiusi.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Insegnare sistematicamente a creare valore applicando modelli alla Google cheincentivano la produzione di idee e soluzioni e la collaborazione.

Professioni che creano valore e professioni ibride nei cluster: i motori della supply chain.Ivan Russo, Direttore, Confetra.

Megatrend · Connettività, Automazione, digitale e tecnologie rendono impensabile la gestionedel settore in maniera tradizionale. Sostenibilità imperativa. WWW e accesso alsapere.

Vivai di innovazioni · Grandi cluster che si espandono su tutta la supply chain, con importanti ricadutesull’organizzazione del lavoro.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· L’algoritmizzazione del settore leva valore agli intermediari: sopravvivono leprofessioni in grado di fornire valore aggiunto.

Ostacoli · Cyber security ancora da incrementare, perdita d’etica del consumatore e danniambientali massicci legati all’operatività.

Soluzioni per l’orientamento ela formazione

· Formare figure ibride. Necessità di fare network, richiesta di competenze che sisgancino dal flusso di merci e permettano di addentrarsi nel ciclo di business.

Rapporti contrattuali trasparenti e formazione per favorire l’innovazione e contrastare lapolarizzazione sociale.Sergio Bologna, Presidente Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi di Trieste.

Megatrend · Polarizzazione sociale, Società della conoscenza, WWW e accesso al sapere: alpercorso verso l’Industria 4.0 si deve affiancare quello verso i Lavori 4.0.

Vivai di innovazioni · Sperimentazione di soluzioni contrattuali ed istituzionali trasparenti per superare learee di lavoro illecito nell’outsourcing. Sviluppo della tutela online (cyber security) eoffline (contrattuale).

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Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Infrastrutture, ma anche e soprattutto l’elemento umano al centro con rapporticontrattuali evoluti e sistemi formativi adeguati.

Ostacoli · Mancato aggiornamento dei rapporti di lavoro e dei salari unito all’assenza di unaformazione che insegni la comunicazione e i principi dell’innovazione.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Favorire una mappatura precisa che permetta di organizzare una formazione apertaalla collaborazione. Si avrà una convivenza di lavori nuovi e tradizionali con focus suqualità e dialogo.

I consumatori delle città trainano la domanda di cambiamento nell’ambiente, nei trasporti enella logistica.Pier Luigi Coppola, Direttore del Master in Ingegneria e Gestione del Trasporto, Università diTor Vergata.

Megatrend · Ambiente con domanda di cambiamento trainata dal cittadino-consumatoreurbano, Nuove tecnologie e materiali, controllo delle emissioni, polarizzazione.

Vivai di innovazioni · Smart cities e mobilità intelligente, sharing economy, ingegneria dei trasporti.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Gestore di servizi di mobilità integrata (Maas, Mobility as a Service) per agevolaregli spostamenti nelle grandi città. Automazione dei veicoli e infrastrutture digitali.

Ostacoli · Trasporti di lungo raggio aereo e marittimo ancora lontani dalla sensibilità edall’innovazione operativa. Ripercussioni etiche della guida automatizzata ancora infase di studio.

Soluzioni per l’orientamento ela formazione

· Professioni per il futuro: il valutatore dell’impatto ambientale (Carbon FootprintAnalyst) e l’integratore dei servizi di mobilità.

Per mantenere il ritmo dell’innovazione e saperla mettere al servizio della società occorreformare le figure giuste.Emilio Sardini, Professore ordinario di Ingegneria dell’Informazione, Università di Brescia.

Megatrend · Trasformazione digitale e IoT possono aiutare ad affrontare l’invecchiamento dellapopolazione e migliorare la qualità della vita in generale.

Vivai di innovazioni · Prodotti sempre più smart. Logistica e domotica interagiscono con la supply chaine con i clienti. Sistemi avanzati di gestione di informazione, sviluppo, apprendimento,trasformazione.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Le aziende produttrici scambiano in B2B e in B2C le informazioni apprese. Azionida remoto: manutenzione, terapia, diagnosi.

Ostacoli · Sottovalutazione dell’aspetto dirompente delle innovazioni in corso, digital divide,modelli organizzativi chiusi.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Una nuova figura: il broker delle tecnologie per le PMI, che possa facilitare larealizzazione del giusto mix di risorse umane, la scelta degli investimenti ininnovazione e in trasformazione organizzativa.

Formazione più fluida per incrementare uno sviluppo tecnologico e sostenibile.Fulvio Esposito, esperto Miur e Ue, Ex Rettore dell’Università di Camerino.

Megatrend · Nuove tecnologie e nuovi materiali che aumentano produttività e sostenibilità.

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Vivai di innovazioni · La ricerca scientifica beneficerà del machine learning e dell’intelligenza artificialeper aumentare la sua produttività.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Robotica biomedicale, ricerca su geni e biotecnologie per le terapie mediche.Nanomateriali e biobatterie per la transizione verso energie pulite.

Ostacoli · Rigidità della programmazione formativa, aziende «zombie» con scarsi investimentie ridotte aree di leadership in ricerca ed in innovazione tecnologica, scarsa diffusionedi venture capital.

Soluzioni per l’orientamento ela formazione

· Processi formativi più flessibili e orientati alla produttività, maggiori collegamentitra scuole, imprese ed istituzioni, più complementarietà tra ITS e laureeprofessionalizzanti.

Mettere al centro la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture insieme a nuove soluzioniper i grandi motori.Fabrizio Averardi, Ingegnere civile, ex Ufficiale del Genio Navale.

Megatrend · Ambiente, materiali e tecnologie: la duplice sfida contro l’inquinamento e per losviluppo/manutenzione delle infrastrutture.

Vivai di innovazioni · Nuove tecnologie di diagnostica e riparazione delle strutture.· Evoluzione tecnologica delle reti infrastrutturali.· Sistemi di propulsione ecosostenibili.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Attrezzature e materiali per il controllo/riparazione delle strutture.· Infrastrutture logistiche per nuovi sistemi di propulsione.· Grandi motori a gas/ elettrici /ibridi già in uso in ambito militare.

Ostacoli · Scarsa attenzione /fondi per la manutenzione delle infrastrutture e per il loro sviluppotecnologico (es. rifornimento gas grandi navi).· Diffuso atteggiamento conservativo degli operatori del settore.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Percorsi di laurea specifici nelle facoltà di ingegneria.· Corretta informazione dell’opinione pubblica sulle reali necessità e potenzialità disviluppo delle infrastrutture e relative tecnologie.

Il 2° e 3° piano dei depositi: spazi dei nuovi lavori della logistica, mentre al piano terra laqualità del lavoro si trasforma.Marco Spinedi, Presidente dell’Interporto di Bologna.

Megatrend · Trasformazione digitale, Connettività. Il lavoro nella logistica si trasforma: appaiononella struttura dei depositi i secondi e terzi piani.

Vivai di innovazioni · Innovazione organizzativa. La qualità dell’ambiente lavorativo anche in termini diservizi connessi migliora la produttività. Attenzione alle risorse umane per migliorareil servizio ai clienti.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Accordi di trasparenza che garantiscono condizioni rispettose ed eque: il casodell’interporto di Bologna.

Ostacoli · Aree grigie dell’outsourcing. Il dialogo tra aziende, istituzioni e sindacati va reso piùlimpido. Serve cura nel seguire le Zone Economiche Speciali sui temi didisoccupazione e formazione.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Plasmare una narrazione della logistica a tutti i livelli sin dalle elementari. Tecnicispecializzati al posto delle tradizionali qualifiche basse. ITS dell’Emilia-Romagnaleader.

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Supply chain management 4.0: stili collaborativi, innovazione, formazione continua e nuovefigure.Francesco Timpano, Direttore del Master in Supply Chain Management e Innovazione Digi-tale, Università Cattolica di Piacenza.

Megatrend · Trasformazione digitale, Connettività, Società della conoscenza. Richiesta diformazione ibrida (combinazione di una pluralità di conoscenze) e con iter trasversali.

Vivai di innovazioni · Aziende che fanno sistema: centralità della collaborazione nella filiera. Un mondodi nuovi mestieri in arrivo.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Customizzazione diffusa ed esperienze d’uso sempre più user friendly.Consapevolezza della necessità di fare marketing dell’innovazione.

Ostacoli · Formatori scarsamente formati e percorsi obsoleti, paradigmi organizzativi pocoorientati alla pianificazione, resistenze.

Soluzioni per l’orientamento ela formazione

· Formazione continua 4.0 per la riconversione dei lavoratori alla luce delle nuoveabilità richieste. Attenzione alle vacancy e a colmare i gap formativi. Nuove figurecome il supply chain manager.

Modificare le abitudini per muoversi meno e muoversi meglio: la connettività smart noninquina e crea comunicazione.Salvatore Di Dio, Managing Director, Push.

Megatrend · Ambiente, Trasformazione digitale, Nuovi materiali e prodotti, Connettività, WWW eaccesso all’informazione e al sapere, Urbanizzazione: verso una mobilità davverosmart.

Vivai di innovazioni · Mobilità pensata come user experience. Imparare a modificare i comportamentianche attraverso app, giochi collaborativi, il coinvolgimento di una pluralità di soggetti.

Innovazioni in fase di pre-normativa e pre-industrializzazione

· Human transit, human centered mobility, mobility as a service, car as a service.

Ostacoli · Intere generazioni con carenze in competenze oggi considerate di base e sistemiinformatici creati in passato per non comunicare tra di loro. Difficoltà ad incidere suimodi di comportarsi e di agire.

Soluzioni per l’orientamentoe la formazione

· Le competenze per il futuro si legano ai linguaggi informatici (sistemi aperti), alcritical thinking, alla psicologia sociale, al systems thinking e soprattutto allaprogrammazione

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B. La metodologia dell’indaginequalitativa; il questionario.L’indagine qualitativa è uno studio di naturaesplorativa, volto ad esaminare tutte le possi-bili sfaccettature di un fenomeno. Nasce prin-cipalmente “a priori” di un percorso, quando idettagli di ciò che si intende esplorare nonsono stati ancora limati. Lo scopo dell’inda-gine qualitativa infatti non è quello di crearestatistiche, bensì serve ad indagare a fondo idettagli della questione interessata per fornireuna strada da seguire. Per queste ragioni leindagini qualitative non necessitano di uncampione enorme di popolazione poiché èsufficiente un numero limitato di analisi. Ques-to a patto che i soggetti scelti siano selezio-nati con cura e rappresentino un campioneselezionato e non casuale.

Abbiamo scelto di affiancare all’indaginequantitativa, una seconda indagine, di tipoqualitativo che permettesse di approfondiretutto ciò che poteva rimanere fuori dalla pri-ma indagine: dati, concetti, impressioni dispecialisti che da anni operano nel settore.Questo ha permesso di valorizzare una grandericchezza: non dovendo ricondurre i dati rile-vati a macrocategorie per permettere di strut-turare calcoli e statistiche, ogni dettaglio èstato conservato. Ciò ha consentito di rilevarele piccole sfaccettature e di non tralasciare gliaspetti marginali di ciò che sta accadendooggi nel mondo della logistica. Abbiamo rite-nuto fondamentale un tale percorso in spe-cial modo perché dedicato all’esplorazione diciò che potrebbe riservarci il futuro prossimo,dove tutto quello che si può fare non è altroche una stima dei futuri possibili che ci saran-no riservati.

Nella strutturazione del questionario qualitati-vo (allegato A) abbiamo cercato di essere at-tenti nel porre quesiti che implicassero ris-

poste il più possibile obiettive, ciò al fine diprocedere, una volta raccolte tutte le inter-viste, ad una serie di triangolazioni che potes-sero confermare o smentire quello che ci èstato detto. Tale procedimento è molto im-portante in campo qualitativo perché perme-tte di accertarsi che vi sia una veridicità difondo nel riscontro finale, in modo tale da dis-cernere quelle che si dimostrano come opin-ioni condivise e quelle che potrebbero essereimpressioni legate ad un solo caso specifico.Essendo il nostro un questionario strutturato,ma con domande aperte, l’analisi delle ris-poste ha richiesto tempi abbastanza lunghi,ma la scelta di un’architettura simile ha per-messo di vincolare sì gli argomenti da trat-tare, ma anche di lasciare sufficiente spazioaperto per permettere agli esperti di toccaretemi che ritenessero importanti ai fini dell’in-dagine. Le 17 interviste qualitative sono stateelaborate e le note che ne abbiamo ricavatosono state confrontate con i diretti interessatiper verificare che i messaggi fossero passatiin maniera univoca. Alle interviste è seguitoun focus group. Obiettivo del focus group nonè stato quello di trovare un “consensus” suuno scenario, come in molti “esperimenti Del-phi”, quanto di sollecitare l’esplorazione dei“diversi futuri possibili”. In questa sede abbia-mo presentato al gruppo le risposte fornitedagli intervistati per dare il via ad un dibattitodi riflessione sulle principali tematicheemerse. Questo ha permesso di trovare nuovispunti e soprattutto ci ha aiutato a delineareil peso dei singoli megatrend trattati e a crearela traccia delle 9 sfide per il futuro del lavoronella logistica che abbiamo presentato nel re-port di sintesi.

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Allegato A.

Intervista aperta sul futuro del lavoronella logistica, versione sintetica

Premessa.I cambiamenti del mercato del lavoro risento-no in maniera consistente di quei fattori indi-viduati come megatrend: digitalizzazione, au-tomazione etc. La situazione dominante digrande incertezza per il futuro del lavoro èoggetto di attenzione crescente da parte diimportanti organizzazioni ed istituzioni, a live-llo nazionale ed internazionale.

Presentazione.Randstad Research mira a fornire strumentidi orientamento per tutte le istituzioni coin-volte nelle transizioni dallo studio al lavoro edindividua il valore aggiunto potenziale dellasua ricerca in due punti principali:1. L’orizzonte temporale. Le analisi previsiona-li sul mercato del lavoro si fermano per la qua-si totalità a 5 anni. Pur consci della difficoltàdella sfida, riteniamo opportuno orientarsi sui3-10 anni per finalizzare l’analisi e gli strumen-ti di orientamento sui due fronti: quello delleaziende, per venire incontro alle tempistichedegli investimenti e delle ristrutturazioni;quello degli studenti e dei lavoratori, per strut-turare in maniera idonea i percorsi di istru-zione, formazione e formazione continua.2. Il livello di dettaglio. Solitamente l’impattodelle trasformazioni viene valutato su ampiecategorie (livello 2/3 digit). Riteniamo sia op-portuno spingersi al livello delle qualifiche op-erative (dai 4 digit in su).

Scopo.Il futuro del lavoro parte da tutti noi, dai nos-tri progetti e dai nostri investimenti. La do-manda a cui cerchiamo di rispondere è la se-guente: quali mansioni, conoscenze e abilità,sulle quali è possibile investire fin da ora, car-atterizzeranno i mestieri che verranno? Gli esi-ti possibili sono molteplici, ma le difficoltà dipartenza sono chiare: la spinta creativa ed in-novativa è controbilanciata da aspetti di os-truzionismo o inerzia che vanno superati.

Introduzione alquestionario.Le nostre interviste qualitative ad esperti sononaturalmente affiancate da analisi quantita-tive e in particolare dalle informazioni forniteda Excelsior (UnionCamere), e dai databaseOcse, Inapp, O*Net, oltre che dalle Comuni-cazioni Obbligatorie (MLPS), da Inapp edall’Istat. La ringraziamo di aver accettato diincontrarci e di rispondere al questionarioaperto che segue. Le chiediamo di cercare dispingersi il più possibile oltre quel “futuro cheè già con noi” e che l’analisi dei vari databaseconsente di evidenziare, per intravedere oriz-zonti di medio-lungo termine ancora opachi.Le chiediamo, per esempio, fare riferimentoa tecnologie e prospettive che, seppure nonancora affermate, rappresentino per Lei pos-sibilità realistiche e fondate, o perché in fasedi pre-industrializzazione, o perché parte dinuove normative che hanno alte probabilitàdi essere approvate. O ancora, le chiediamodi ragionare sugli impatti possibili di trend emegatrend le cui implicazioni non appaionoscontate.

l'impatto dei megatrend sulla logistica: le risposte degli esperti. < indice. 95

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Traccia per il questionarioaperto.1. Le innovazioni che impatteranno sul lavorosono già in fase di pre-industrializzazione opre-definizione normativa.a. Può citare da 1 a 3 fenomeni che si trovanoin questa condizione (es. nuovi linguaggi diprogrammazione) e che avranno un impattosu lavoro e qualifiche?b. Per ognuno dei fenomeni indicati può cit-are, in prospettiva, 2 o più esempi che ne av-valorino l’importanza potenziale (es. il linguag-gio Python prima della sua diffusione)?c. Può soffermarsi sul presumibile impattopratico e quantitativo di tali fenomeni?d. Consideriamo uno schema a “T” dovenell’asse verticale ci sono conoscenze e abili-tà tecnico-scientifico e in quello orizzontalequelle socio-culturali (lingue, negoziazione,intelligenza emotiva, …). Può aiutarci ad im-maginare la T delle potenziali figure coinvoltedalle innovazioni da Lei indicate?

2. I megatrend che impatteranno sul lavoroche verrà.a. Può citare da 1 a 3 megatrend (demogra-fia, ambiente, tecnologia, …) che impatteran-no sul futuro della logistica?b. Per ognuno dei megatrend indicati può in-dicare 2 o più esempi che ne avvalorino l’im-portanza potenziale?c. Può soffermarsi sul presumibile impattopratico e quantitativo degli esempi da Lei in-dicati?d. Può aiutarci ad immaginare la T delle po-tenziali figure coinvolte dalle innovazioni daLei indicate?3. Invenzioni, innovazioni che potranno faretrend congiuntamente o a prescindere daimegatrend.

a. Esempio: la biologia sintetica potrebbe riv-oluzionare la produzione di proteine alimen-tari impattando in maniera forte su megatrendpreesistenti, accorciando il ciclo produttivo e“saltando” allevamento e macellazione e rela-tivi costi ed effetti ambientali negativi. Ci sonoesempi di invenzioni/innovazioni di Sua con-oscenza che potrebbero avere un impatto ri-levante? Ne indichi da 1 a 3.b. Per ognuno dei fenomeni indicati può indi-care 2 o più esempi che ne avvalorino l’impor-tanza potenziale?c. Può soffermarsi sul presumibile impattopratico e quantitativo degli esempi da Lei in-dicati?d. Può aiutarci ad immaginare la T delle po-tenziali figure coinvolte dalle innovazioni daLei indicate?

4. Gli ostacoli. Già nel secolo scorso l’econo-mista Schumpeter sosteneva che l’innova-zione non è frenata dalla mancanza di idee, discoperte, di possibilità applicative, bensì daforme di inerzia, difficoltà economiche e op-erative o anche esplicita avversione. Può elen-care e descrivere brevemente i 3 principaliostacoli che vede contrapporsi nel nostro sis-tema Paese in generale e successivamentenello specifico della logistica?

5. Per concludere. Riesce ad immaginare lalogistica oggi senza l’innovazione e la velocitàconsentiti dalla fibra ottica? Le innovazionipresenti o quelle di un immediato futuro si af-fermeranno in maniera imprescindibile o rap-presentano una fase di passaggio? Forniscaqualche breve osservazione al riguardo.

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05conclusioni.

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In conclusione di questo Rapporto presentia-mo il caso di una azienda che abbiamo visita-to e che testimonia l’impatto delle trasforma-zioni in corso nella logistica. Il caso non con-tiene certo tutti gli elementi affrontati e dis-cussi nel Rapporto stesso, ma ne condensa inparticolare il seguente messaggio: la trasfor-mazione digitale, uno dei megatrend chiave,non elimina necessariamente i lavori su cuiimpatta; quel che conta è la capacità di adat-tamento e innovazione. In questo senso il ter-mine “trasformazione” è particolarmente fe-lice.

In Italia convivono aziende della logistica chehanno investito in sistemi altamente automa-tizzati e digitalizzati e aziende che lavorano inmaniera molto tradizionale. Se esistono anche“casi intermedi”, la dicotomia sembra preva-lente. Conviene investire in innovazione e sesì, in quali circostanze avvengono questi proc-essi e con quali effetti?

Abbiamo intervistato il responsabile di unaazienda che ha compiuto investimenti impor-tanti e che si distingue nel contesto in cui op-era. Non si deve mai generalizzare ma speria-mo che questo caso possa comunque aiutarea capire le motivazioni che portano al cambia-mento, le dinamiche e gli effetti che ne pos-sono derivare.

Abbiamo fatto riferimento, in questo rappor-to, anche ad aziende ed istituzioni che hannosaputo cavalcare altri megatrend, da quellodell’ambiente, a quello della polarizzazione, aquello della connettività.

La “sfida delle sfide” è la capacità da parte ditutti gli attori coinvolti di essere aperti al cam-biamento e di saperlo tradurre in conoscen-za, crescita e produttività. Se non saprà farloil nostro paese, lo faranno altri e noi rischiere-mo di perdere lavoro anziché ampliarlo.

conclusioni. < indice. 98

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Il caso.

L’azienda oggetto del nostro caso di studio nel 2015ha dovuto prendere decisioni importanti, a seguito didue problematiche interconnesse: la necessità di razio-nalizzare i magazzini e quella di ripensare la gamma deiprodotti da distribuire.

Infatti, l’alternativa era la seguente:

· scelta “conservativa”: ridimensionare la gamma deiprodotti distribuiti, mantenendo solo quelli a maggiormargine e contemporaneamente chiudere uno dei duemagazzini esistenti· scelta “espansiva”: fare un salto di scala (continuandoad operare su ambedue le tipologie di prodotto), mamettendosi in condizioni di avere più flessibilità, in par-ticolare riguardo alla possibilità di agire sulle oscillazio-ni di prezzo dei prodotti a minor margine con una mag-giore elasticità del magazzino.

Il management ha effettuato una valutazione prelimi-nare, fondata su una analisi delle oscillazioni di prezzodei prodotti a minor margine e sulle esigenze e modal-ità operative della clientela acquisita e di quella poten-ziale, concludendo che valesse effettivamente la penavalutare l’ipotesi del salto di scala.

Su questa base il management ha elaborato un busi-ness plan con la previsione di un magazzino unico, in-teramente di nuova concezione, con livelli elevati di au-tomazione e di controllo della qualità.

COME INQUADRARE COSTI E BENEFICI

1. Fatta la scelta di business della creazione e dell’im-plementazione di un magazzino unico, interamentenuovo e con capacità superiori, i costi aggiuntivi deisistemi digitali sono risultati essere una componenterelativamente contenuta.

2. La digitalizzazione, a regime, non ha comportato var-iazioni nel numero di addetti, ma semmai una varia-zione delle mansioni con il passaggio di molti operai afunzioni di controllo.3. I sistemi informatici sono rimasti in outsourcing conuna piattaforma integrata gestita a distanza.4. La digitalizzazione e la riorganizzazione hanno com-portato, accanto ai maggiori costi di sistema, anche ri-levanti risparmi di costi in termini di tempistichedell’operatività, drastica riduzione di problematichelegate ad errori umani, virtuale eliminazione dei resi permancata consegna e dei danni alle merci per manipo-lazione errata o incuria nel trasporto, riduzione dell’esi-genza di ricorrere a straordinari per picchi di lavoro.5. Tutta la filiera è stata standardizzata e informatizzatanel sistema e nella modalità degli ordini, a monte e avalle, consentendo di impostare il lavoro in maniera piùregolare.6. La nuova localizzazione si è rivelata più sicura negliaccessi e nella possibilità di regolamentare sul piazzaledi proprietà, il traffico in entrata e in uscita.7. Il lavoro si svolge in un quadro di sostanziale tranquil-lità e sicurezza.8. La riorganizzazione ha avuto un effetto reputazionalepositivo in termini di affidabilità e clima relazionale.

A conti fatti i maggiori costi sono stati assorbiti dai ben-efici di un notevole incremento di efficienza ed effica-cia.

LA “MORALE DEL CASO”

1. Le decisioni di investimento in digitale possono es-sere congiunte a scelte d’investimento e riassetto azien-dale di più ampio respiro.2. Il rischio e i costi dell’investimento nel digitale nonvanno confusi con il rischio e i costi di strategie azien-dali di più ampio respiro.3. Rispetto ai costi di tali operazioni, i costi della digital-izzazione possono rivelarsi relativamente contenuti.4. In compenso, la digitalizzazione può contribuire a ri-durre nel tempo notevolmente i costi di esercizio, a ri-durre i rischi, a migliorare la qualità, a razionalizzare lafiliera della connettività, a fidelizzare i clienti.

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Bibliografia e sitografia[1] Alec Ross, “The Industries of the Future”, Simon & Schuster, New York, 2016.

[2] Anpal, “Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al quadro europeoEQF”, 21 Novembre 2012.

[3] Arnold Toynbee, “A Study of History”, Oxford University Press, Oxford, 1988.

[4] ASIA, Registro Statistico delle Imprese Attive, Istat, 2017.

[5] Assemblea Generale delle Nazioni Unite, “Transforming our world: the 2030 agenda forsustainable development”, A/RES/70/1, 21 Ottobre 2015.

[6] Assolombarda e Comune di Milano, “Sviluppo urbano e green”, dati 2019.

[7] Asvis, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

[8] Banca d’Italia, “Indagine sui trasporti internazionali di merci”, Roma 2019.

[9] Byrd J.; Spraggon B.; O’Neill M.; Liddy M., “Could a Robot do your Job?”, Università diSidney, 2017.

[10] Camera dei Deputati, “Infrastrutture strategiche e prioritarie. Programmazione e realizza-zione”, Servizio Studi della Camera dei Deputati, dati al 31 maggio 2018.

[11] Carl Benedikt Frey; Michael A. Osborne, “The Future of Employment”, Oxford Martin Pro-gramme on Technology and Employment, Oxford, 2013.

[12] Cedefop, “Vocational education and training in Europe”. Tool, dati aprile 2019.

[13] Centro di ricerca per il Trasporto e la Logistica dell’Università La Sapienza di Roma incollaborazione con Assoporti: “Gigantismo navale e grandi alleanze: l’evoluzione del trafficocontenitori nei porti italiani”, Convegno Nazionale Porti & Navigazione.

[14] Claudio Gagliardi, (UnionCamere), “Le dieci sfide per il futuro della logistica”, presenta-zione al Convegno Randstad, Piacenza, Novembre 2019.

[15] Commissione Europea, “Comunicazione della commissione al parlamento europeo, alconsiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni. Una nuovaagenda per le competenze per l’Europa”, Bruxelles, 10 giugno 2016.

Bibliografia e sitografia. < indice. 100

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[16] Condoleezza Rice e Amy Zegart, “Gestire il rischio politico nel XXI secolo”, in “Dallo svi-luppo senza limiti ai nuovi limiti allo sviluppo. Progetto macrotrends 2018-2019”, supplemen-to al numero 11/2018 della “Harvard Business Review” a cura di Enrico Sassoon.

[17] Confindustria digitale, Anitec, Assinform, “Il digitale in Italia, 2019. Mercati, dinamiche,policy”, Anitec, Assinform, Reggiani Arti Grafiche Srl, Milano, 2019.

[18] Emily Badger and Kevin Quealy, “Watch 4 decades of inequality drive american citiesapart”, New York Times, 2 dicembre 2019.

[19] Enrico Giovannini, “L’utopia sostenibile”, Laterza, Bari, 2018.

[20] Enrico Giovannini, “Scegliere il futuro”, Il Mulino, Bologna, 2014.

[21] EPO (European Patent Office), anno 2018.

[22] Eurofound, “ERM annual report 2016: globalisation slowdown? Recent evidence of off-shoring and reshoring in Europe”, Publications Office of the European Union, Luxembourg,2016.

[23] Eurostat, “R & D expenditure”, dati 2017.

[24] Eurostat, Europe 2020 Indicatori, occupazione.

[25] Filomena Greco, “Camion, alleanza Cnh-Nikola per l’Iveco elettrico e a idrogeno”, “Il Sole24 Ore”, 4 Dicembre 2019.

[26] Fondazione Agnelli, “Eduscopio. Confronto, scelgo, studio”.

[27] Fondimpresa-Inapp, “La formazione continua finanziata da Fondimpresa. Un contributoper dare più valore al lavoro nelle aziende. Rapporto sulle attività di Monitoraggio Valutativo2018”, Fondimpresa-Inapp, Rapporto presentato in occasione del Quindicinale di Fondimpre-sa, Roma, 19/19 settembre 2019.

[28] Greta Miconi, “The Driving Force of Capitalism According To Schumpeter”, Luiss, Roma,2005.

[29] Hans Rosling, “Factfulness”, Flatiron Books, New York, 2018.

[30] “Hybrid vigour”, in “The Economist”, volume 431, numero 9149, 29 giugno-5 luglio 2019.

[31] Ilo, “Ilostat. The leading source of labour statistics”, dati 2018.

Bibliografia e sitografia. < indice. 101

Page 102: Rapporto completo Randstad Research

[32] Inapp, “Portale dei Fabbisogni Professionali Inapp”.

[33] Istat, “Noi Italia. Infrastrutture e trasporti”, dati 2017.

[34] Istat, “Nomenclatura e Classificazione delle Unità Professionali”, 2011.

[35] Istat, “Rapporto annuale 2018. La situazione del Paese”, Istat, 2018.

[36] Istat, “Rapporto annuale 2019. La situazione del Paese”, Istat, 2019.

[37] Istat, “Rilevazione sulle forze di lavoro”, Istat, varie annate.

[38] Italian Institute for the future, “Long term megatrends 2019”, Italian institute for the fu-ture press, Napoli, 2018.

[39] John Naisbitt, “Megatrends: ten new directions transforming our lives”, Warner Books,New York, 1982.

[40] Joseph Schumpeter, "The historical approach to the analysis of business cycles", in Na-tional Bureau of Economic Research (NBER), Conference (ed.), NBER Conference on BusinessCycle Research, University of Chicago Press, Chicago, 1949.

[41] Langdon Morris, “The Big Shift”, FutureLab press, New York, 2018.

[42] Luca De Biase, “Il Lavoro del futuro”, Codice Edizioni, Torino 2018.

[43] Lucrezia Fanti, Dario Guarascio, Matteo Tubiana, “Skill gap, mismatch, and the dynamicsof Italian companies’ productivity”, Inapp, Roma, 2019.

[44] Marco Alverà, “Una rete di gas rinnovabile per un futuro energetico sostenibile”, in “Dal-lo sviluppo senza limiti ai nuovi limiti allo sviluppo. Progetto macrotrends 2018-2019”, supple-mento al numero 11/2018 della “Harvard Business Review” a cura di Enrico Sassoon.

[45] Ministero del lavoro e delle politiche sociali, “Rapporto Annuale sulle Comunicazioni Ob-bligatorie 2019”, 2019.

[46] Muv App, applicazione per la mobilità sostenibile.

[47] O*Net online, “Occupational Information Network”.

[48] Ocse, “Education at a Glance 2019”, OECD, OECD Publishing, Parigi, 2019.

[49] Ocse, “ITF Transport Outlook 2019”, OECD Publishing, Parigi, 2019.

Bibliografia e sitografia. < indice. 102

Page 103: Rapporto completo Randstad Research

[50] Ocse, “Skills for jobs” database.

[51] Paolo Benanti, “Per una governance etica ed efficace della tecnologia”, in “Out of Bal-ance. Rottura e ricomposizione degli equilibri. Progetto macrotrends 2019-2020”, supplemen-to al numero 11/2019 della “Harvard Business Review” a cura di Enrico Sassoon.

[52] Parag Khanna, “Connectography”, Fazi Editore, Roma, 2016.

[53] Parag Khanna, “La rinascita delle città-stato”, Fazi Editore, Roma, 2017.

[54] Population Reference Bureau, 2019.

[55] “Protocollo d'Intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della crim-inalità organizzata”, sottoscritto dal Prefetto di Bologna e dal Direttore della Società Interpor-to di Bologna S.p.A., aprile 2018.

[56] “Protocollo d’intesa in materia di appalti, legalità e sviluppo per l’Interporto di Bologna”,sottoscritto dal Comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna, Comune di Bentivoglio,Cgil, Cisl, Uil, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ispettorato territoriale del lavoro, Alleanza delleCooperative Italiane, Confindustria Emilia Area Centro: le imprese di Bologna, Ferrara e Mod-ena, Interporto Bologna SpA, luglio 2017.

[57] Randstad, “Flexibility@ work 2018. Sustainable growth in the age of cities”, Randstad,2018.

[58] Randstad Research, “Le nove sfide per il futuro del lavoro nella logistica”, 2019.

[59] Relazione del Presidente Nicolini, Agorà Confetra 2019, “La logistica, costituzione mate-riale del nuovo mondo, l’Italia nelle mappe del futuro”, Roma, 13 Novembre 2019.

[60] Science and Technology Observatory, “Dynamics of scientific production in the world,in Europe and in France, 2000-2016”, Hcères, Giugno 2019.

[61] The Economist, “The steam has gone out of globalization. A new pattern of world com-merce is becoming clearer- as are its costs”, The Economist, 24 gennaio 2019.

[62] Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione Europea, “Quadro europeo delle qualifichedell’apprendimento permanente (EQF)”, Lussemburgo, 2009.

[63] Unesco Institute for Statistics.

Bibliografia e sitografia. < indice. 103

Page 104: Rapporto completo Randstad Research

[64] Unioncamere- ANPAL, Sistema Informativo Excelsior ,“Previsioni dei fabbisogni occupa-zionali e professionali in Italia a medio termine (2019-2023). Scenari per l’orientamento e laprogrammazione della formazione”, Unioncamere, Roma, 2019.

[65] Unione Europea, “Direttiva 2018/2001 del Parlamento Europeo e del consiglio sulla pro-mozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (rifusione)”, 11 dicembre 2018.

[66] World Economic Forum, “Fourth Industrial Revolution. Beacons of Technology and Inno-vation in Manufacturing”, in collaborazione con McKinsey & Company, World Economic Fo-rum, Cologny, 2018.

[67] World Economic Forum, “The future of jobs. Report 2018”, World Economic Forum, Co-logny, 2018.

[68] World Economic Forum, “Towards a reskilling revolution. A future of jobs for all”, in col-laborazione con il Boston Consulting Group, World Economic Forum, Cologny, 2018.

Bibliografia e sitografia. < indice. 104

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Un particolare ringraziamento al contributoper i capitoli 2 e 3 della dottoressa GiulianaCoccia e dei professori Giovanni Trovato eRoberto Rocci.

Comitato Scientifico.Enrico Giovannini, Presidente del ComitatoScientifico, Portavoce Asvis, Professore ordi-nario di statistica economica, Università di TorVergata; Daniele Fano, Coordinatore scientifi-co Randstad Research; Daniele Checchi, Pro-fessore ordinario di economia politica, Univer-sità statale di Milano; Luca De Biase, Giorna-lista, Il Sole 24 Ore; Claudio Gagliardi, Vicese-gretario Generale, Unioncamere; Andrea Gav-osto, Direttore, Fondazione Agnelli; FabioManca, Economista del mercato del lavoro,OECD; Chiara Manfredda, Responsabile Siste-ma Formativo e Capitale Umano, Assolombar-da; Francesca Morandi, Imprenditrice, Moran-di Spa; Stefano Sacchi, Presidente Inapp; Pao-lo Sestito, Responsabile struttura economica,Banca d’Italia.

Comitato degli esperti.Andrea Appetecchia, Project Manager, Isfort;Fabrizio Averardi, Ingegnere civile, ex Uffi-ciale del Genio Navale; Sergio Bologna, Presi-dente Agenzia Imprenditoriale Operatori Mar-ittimi di Trieste; Roberto Cingolani, ex Diret-

Tecnologia; Pier Luigi Coppola Direttore delMaster in Ingegneria e Gestione del Traspor-to, Università di Tor Vergata, Luciano Dalè,Presidente del settore Trasporti, AIB; Salva-tore Di Dio, Managing Director, Push; FulvioEsposito, Esperto MIUR e UE, Ex rettoredell’Università di Camerino; Saverio Gaboar-di, Presidente Cluster Lombardia della Mobili-tà; Laura Galliera, Area Education, Associa-zione Industriale Bresciana; Giorgio Grasso,Direttore Generale CIFE; Chiara Manfredda,Responsabile Sistema Formativo e CapitaleUmano, Assolombarda; Ivano Russo, Diret-tore, Confetra; Emilio Sardini, Professore or-dinario di Ingegneria dell’informazione, Uni-versità di Brescia; Marco Spinedi, Presidentedell’Interporto di Bologna; Francesco Timpa-no, Direttore del Master in Supply Chain Man-agement e Innovazione digitale, UniversitàCattolica di Piacenza; Università Cattolica diPiacenza (Franca Cantoni, Professoressa digestione delle risorse umane e Paolo Rizzi,professore di Politica Economica).

Comitato degli esperti per leanalisi quantitative.Giuliana Coccia, Statistica; Fabrizio Mattesini,Roberto Rocci, Giovanni Trovato, Universitàdi Roma Tor Vergata.

Comitato Scientifico, esperti e team. < indice. 105

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Team di ricerca.Coordinamento scientifico: Daniele Fano; co-ordinamento editoriale: Federica Romano;mercato del lavoro: Martina Gnudi; clusterdelle competenze: Daniel Gouveia, Frances-ca Lettieri; megatrend: Federica Romano,Francesca Lettieri.

Randstad Research ringrazia i membri deiComitati che hanno supportato la ricerca. Laresponsabilità dei contenuti e di eventuali er-rori è naturalmente da attribuirsi esclusiva-mente a Randstad Research.

Comitato Scientifico, esperti e team. < indice. 106