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Community Cashless Society RIVOLUZIONE CASHLESS: IL POSIZIONAMENTO DEL PAESE E L’AGENDA PER L’ITALIA Rapporto 2017 Main partner Partner Il futuro, oggi

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Community Cashless Society

RIVOLUZIONE CASHLESS: IL POSIZIONAMENTO DEL PAESE E L’AGENDA PER L’ITALIA

Rapporto 2017

Main partner

Partner

Il futuro, oggi

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Rapporto realizzato da The European House - Ambrosetti con il supporto di BNL - BNP Paribas, CartaSi,

IBM, Ingenico Group, Intesa Sanpaolo, MasterCard, Mercury Payments Services, Nexive, PayPal, Poste

Italiane, Sisal e Telepass per la Community Cashless Society.

I contenuti del presente rapporto sono di esclusiva responsabilità di The European House - Ambrosetti.

© 2017 The European House - Ambrosetti S.p.A. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Il presente documento è di

proprietà di The European House - Ambrosetti S.p.A. Nessuna parte di esso può essere in alcun modo

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Community Cashless Society

RIVOLUZIONE CASHLESS: IL POSIZIONAMENTO DEL PAESE E

L’AGENDA PER L’ITALIA

Missione

“Rafforzare il dialogo e le relazioni tra gli attori dell’industria dei

pagamenti, la comunità imprenditoriale ed industriale e quella istituzionale

e produrre conoscenza e proposte per promuovere la cashless society e

opportunità di crescita e di modernizzazione del sistema-Paese”

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INDICE

LA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY: OBIETTIVI, ATTIVITÀ E PROTAGONISTI

DELL’EDIZIONE 2017 3

Missione, logiche e metodologia di lavoro della Community Cashless Society 3

I membri della Community Cashless Society e gli altri attori del progetto 6

EXECUTIVE SUMMARY 10

CAPITOLO 1

LO SCENARIO DEI PAGAMENTI ELETTRONICI E IL POSIZIONAMENTO

DELL’ITALIA 19

1.1. Perché la diffusione dei pagamenti elettronici contribuisce alla crescita

del sistema-Paese 19

1.2. Lo stato di avanzamento della cashless society in Italia 24

1.3. Il posizionamento dell’Italia nel confronto internazionale:

il Cashless Society Index 2017 e il Cashless Society Speedometer 2017 28

1.4. Gli interventi in Italia a sostegno della transizione verso la cashless society 36

CAPITOLO 2

GLI SVILUPPI DELLA “CASHLESS SOCIETY” NEL MONDO:

ALCUNE ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI SUCCESSO 40

2.1. I casi studio d’interesse a livello europeo 42

Estonia: un ecosistema digitale a supporto dei pagamenti elettronici 42

Svezia: verso una nazione completamente cashless 45

Belgio e Danimarca: un approccio nazionale per promuovere la

digitalizzazione del settore pubblico e privato 46

Francia: l’implementazione della strategia nazionale per la competitività

della filiera dei pagamenti 51

Grecia: la definizione di un quadro normativo per indirizzare la

transizione cashless 54

2.2. I casi studio d’interesse a livello extra-europeo 55

Canada: il ruolo dell’industry bancaria e la Task Force per modernizzare

il sistema dei pagamenti nazionali 55

Australia: un sistema-Paese orientato allo sviluppo della filiera dei

pagamenti 57

India: la manovra di “demonetizzazione” dell’economia 59

2.3. Considerazioni di sintesi dai casi internazionali 63

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CAPITOLO 3

L’AGENDA PER L’ITALIA: LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY

CASHLESS SOCIETY 64

3.1. Verso una strategia nazionale per la diffusione dell’uso dei pagamenti

elettronici in Italia 64

3.2. Quale Agenda per realizzare la cashless society in Italia 67

I. Validare la visione proposta dalla Community sui pagamenti

elettronici con una forte azione di sensibilizzazione e comunicazione

a livello nazionale 67

II. Promuovere azioni evocative e di moral suasion per rimuovere le

“distorsioni” all’affermazione della cashless society in Italia 69

III. Incentivare i commercianti all’accettazione dei pagamenti elettronici 72

IV. Creare le condizioni strutturali per la tracciabilità dei pagamenti

in Italia 73

V. Ampliare l’accettazione dei pagamenti cashless nella P.A. 74

VI. Sperimentare approcci integrati di cashless society

a livello territoriale 76

CAPITOLO 4

LA PROMOZIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI A LIVELLO TERRITORIALE 78

4.1. Il progetto-pilota della Community Cashless Society in collaborazione

con il Comune di Firenze: missione, visione e metodologia di lavoro 78

4.2. Gli stream progettuali identificati dalla Community Cashless Society

per la sperimentazione a Firenze 80

I. Trasporti (trasporto pubblico locale e taxi) 81

II. Turismo 83

III. Esercizi commerciali 84

IV. Pagamenti nella P.A. 85

V. Sistema sanitario 86

VI. Sistema dell’istruzione 87

BIBLIOGRAFIA 88

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LA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY: OBIETTIVI, ATTIVITÀ E

PROTAGONISTI DELL’EDIZIONE 2017

MISSIONE, LOGICHE E METODOLOGIA DI LAVORO DELLA COMMUNITY

CASHLESS SOCIETY

L’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione sono i grandi “game changer” che stanno

impattando sulla quotidianità delle attività economico-produttive e sulla vita delle

persone. In questo contesto, il settore dei pagamenti è tra quelli che meglio esprimono le

potenzialità e i benefici collegati all’innovazione. Sulla spinta della trasformazione

digitale e dello sviluppo di nuovi servizi (ad esempio, l’e-commerce), gli strumenti di

pagamento alternativi al contante (“cashless”) stanno infatti assumendo un ruolo sempre

più centrale per il business e la società.

All’incremento e allo sviluppo dei pagamenti elettronici – grazie alla loro tracciabilità,

efficienza e sicurezza – sono associati molteplici benefici: la riduzione dei costi del

contante (oggi in Italia pari a circa 10 miliardi di Euro all’anno), l’emersione

dell’economia sommersa e il recupero dell’IVA, l’incremento dei consumi e, più in

generale, lo stimolo all’innovazione e alla modernizzazione.

Sulla base di queste considerazioni nel 2015, The European House - Ambrosetti ha

fondato la Community Cashless Society, una piattaforma di confronto e

proposizione di alto livello tra gli stakeholder pubblici e privati, per favorire la diffusione

dei pagamenti elettronici in Italia.

La Community Cashless Society ha la missione di:

La Community si pone i seguenti obiettivi:

― Creare una piattaforma permanente di confronto costruttivo in tema di pagamenti elettronici, coinvolgendo gli attori di riferimento.

― Essere lo strumento per raggiungere posizioni condivise su temi prioritari per lo sviluppo della “cashless society”.

― Produrre idee e conoscenza nuova e sviluppare proposte argomentate da presentare ai policymaker.

― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

― Aumentare la consapevolezza della business community e dei decisori del Paese circa

l’importanza dei pagamenti elettronici per la competitività del Sistema-Italia.

“Rafforzare il dialogo e le relazioni tra gli attori dell’industria dei pagamenti, la comunità

imprenditoriale ed industriale e quella istituzionale e produrre conoscenza e proposte per

promuovere la cashless society e opportunità di crescita e di modernizzazione del sistema-Paese”

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Figura 1. La piattaforma di lavoro e le attività della Community Cashless Society. Fonte: elaborazione The European

House – Ambrosetti, 2017

I lavori della seconda edizione della Community si sono svolti tra l’autunno del 2016 e la

primavera del 2017 e si sono articolati in una serie di attività tra loro collegate secondo

una metodologia di lavoro multi-livello che ha integrato momenti di dibattito,

ascolto e sensibilizzazione, intelligence e proposizione:

― Riunioni periodiche della Community. Gli incontri hanno rappresentato

momenti di confronto e brainstorming su temi prioritari e di maggiore attualità

legati alla diffusione dei pagamenti elettronici in Italia, a partire dalle esperienze e

competenze proprie di ciascun membro della Community e dagli approfondimenti

realizzati dal Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti.

― Incontri con gli stakeholder di riferimento. Nell’ottica di condividere

esperienze e riflessioni sul tema, sono incontrati e/o invitati ad intervenire alle

riunioni della Community selezionati rappresentanti del mondo istituzionale,

politico ed imprenditoriale del Paese.

― Analisi dello scenario dei pagamenti. Attraverso l’Osservatorio Cashless

Society, il Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti esamina l’evoluzione

dello scenario dei pagamenti elettronici, in Italia e nel mondo, mettendo a punto gli

strumenti di metodo ed analisi – come il Cashless Society Index (CSI) e il

Cashless Society Speedometer (CSS), elaborati dalla Community a partire dal 2016

– per monitorare i risultati dell’Italia nel confronto con i principali competitor

internazionali e valutare il contributo dei pagamenti elettronici allo sviluppo del

Paese.

― Analisi di casi studio e benchmark internazionali. Sono state approfondite,

a vari livelli e anche attraverso interviste ed incontri one-to-one in Italia e all’estero

(inclusa una missione di approfondimento in Estonia), le principali esperienze legate

a modelli, strumenti e soluzioni cashless sperimentate in altri Paesi europei ed extra-

europei (si veda il Capitolo 2). Gli oltre 30 casi studio internazionali analizzati

dalla Community dal 2015 sono stati selezionati nell’ottica di approfondire

esperienze di successo a cui ispirarsi per strategie, soluzioni e strumenti adattabili

anche alla realtà italiana.

Tavola

rotonda

annuale

Rapporto

annuale

Community Cashless Society

Riunioni periodiche della

CommunityIncontri con stakeholdernazionali ed

internazionali*

Strategia di comunicazione integrata (sito

web, social media e stampa)

Lettera Ambrosetti Club

Osservatorio sui pagamenti in

Italia e nel mondo

Casi studio e benchmark

internazionali

Dibattito e confronto

Ascolto e

sensibilizzazione

Intelligence e

proposizione

(*) Governo e Ministeri italiani,

Camera dei Deputati, Senato della

Repubblica, partiti politici, Istituzioni di

riferimento (Banca d’Italia, Agenzia

delle Entrate, AgID)

Progetto

pilota sui

territori

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― Elaborazione delle proposte della Community al Paese. Alla luce delle

analisi svolte, la Community, in continuità con gli assi d’intervento prioritari

individuati nel 2016, ha delineato alcune proposte per concretizzare una visione di

sviluppo e seguire un metodo di intervento per implementare la transizione cashless

in Italia.

― Redazione del Rapporto annuale della Community. I risultati del lavoro

svolto nel secondo anno di attività della Community sono sintetizzati nel presente

Rapporto che, in uno spirito di contribuzione positiva al miglioramento del sistema-

Paese, ha l’obiettivo di delineare il posizionamento dell’Italia nel confronto

internazionale, e – alla luce dei gap da superare e in considerazione dei benefici

associati ad una maggior diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al

contante – fornire alcune proposte per supportare e accelerare il pieno

raggiungimento della cashless society in Italia.

― Attività di comunicazione e disseminazione delle analisi effettuate dalla

Community. Per contribuire alla conoscenza dei benefici associati alla diffusione

dei pagamenti elettronici in Italia, la Community Cashless Society e i suoi partner

hanno attuato una strategia di comunicazione integrata sui principali social media

(Twitter, Youtube, Facebook e LinkedIn) e sulla stampa nazionale (ad esempio,

articoli pubblicati su La Repubblica, Affari e Finanza, Il Messaggero e Il Mattino).

In aggiunta, i risultati e le proposte emerse dalle diverse edizioni della Community

sono sintetizzati nelle Lettere Ambrosetti Club:

o indirizzate ad una mailing list riservata di 3.000 decision maker del Paese

(Vertici delle Istituzioni, business leader e opinion maker);

o veicolate alle personalità e ai decision maker del network internazionale della

Community;

o distribuite ai partecipanti all’annuale Workshop “Lo scenario dell’economia e

della finanza” (circa 200 Vertici delle istituzioni bancarie e finanziarie italiane

ed europee).

― Tavola Rotonda finale. La presentazione e discussione dei risultati e delle

proposte della Community, ospitata a Villa d’Este di Cernobbio (6 aprile 2017),

intende rappresentare un momento di confronto tra i business leader e le Istituzioni,

nello spirito di fare squadra e sviluppare azioni a beneficio del sistema-Paese.

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I MEMBRI DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY E GLI ALTRI ATTORI DEL

PROGETTO

La Community Cashless Sociey è composta da:

Main Partner:

― CARTASI: Paolo Bertoluzzo (Amministratore Delegato), Roberto Catanzaro

(Direttore Marketing), Marco Ferrero (Direttore Vendite), Marco Torri

(Responsabile Public Administration e Multiutilities) e Saverio Tridico (Direttore

Corporate and External Affairs di Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane -

ICBPI);

― INTESA SANPAOLO: Massimo Tessitore (Responsabile della Direzione

Multicanalità Integrata, Divisione Banca dei Territori), Marco Marocco

(Responsabile Mobile Payments & Commerce - Direzione Multicanalità Integrata),

Raffaella Mastrofilippo (Responsabile del Servizio Piattaforme di Payment) e

Andrea Lazzaro (Divisione Banca dei Territori, Area Sales & Marketing -

Direzione Multicanalità Integrata, Servizio Piattaforme di Payment);

― MASTERCARD: Paolo Battiston (Division President Italy & Greece), Piero

Crivellaro (Vice President Public Policy South and Eastern Europe),

Massimiliano Gallo (Vice President Business Development Italy & Greece) e

Marco Gallone (Senior Account Manager);

― MERCURY PAYMENTS SERVICES S.P.A.: Stefania Gentile (General Manager) e

Alessandra Grassi (Head of Products & Services);

― POSTE ITALIANE: Walter Pinci (Responsabile sistemi di incasso e pagamento),

Lavinia Mancini (Responsabile conti correnti e carte), Emiliano Doveri

(Responsabile Mercato Business e P.A. di BancoPosta) e Alberto Scaduto

(Responsabile Incassi di BancoPosta).

Partner:

― BNL - GRUPPO BNP PARIBAS: Marco Tarantola (Vice Direttore Generale) e

Arianna Azzolini (Responsabile Prodotti e Servizi Privati);

― IBM: Emilio Baselice (Direttore Generale di IN.TE.S.A. di IBM Group);

― INGENICO GROUP: Luciano Cavazzana (Managing Director EMEA) e Marco

Rizzoli (Market Development & PMO Director);

― NEXIVE: Benedetto Mangiante (Marketing and Innovation Manager);

― PAYPAL: Angelo Meregalli (Senior Director, Commercial Solutions & Integration

– Continental Europe, Middle East & Africa), Federico Zambelli Hosmer

(General Manager Italia), Umberto Bajardi (Senior Sales Manager) e Gianluca

Di Nunzio (Head of Legal Italia);

― SISAL: Emilio Petrone (Amministratore Delegato), Francesco Maldari

(Responsabile Business Payments & Services) e Mario Martinelli

(Chief Information Officer);

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― TELEPASS: Gabriele Benedetto (Amministratore Delegato), Dante Antognoni

(Amministratore Delegato di Telepass Pay Spa), Gianfilippo Lena (Responsabile

Marketing e Supply Chain) e Marco Carli (Responsabile Operations di Telepass

Pay Spa).

La Community è gestita e coordinata da The European House - Ambrosetti:

― Valerio De Molli (Managing Partner);

― Lorenzo Tavazzi (Responsabile Area Scenari e Intelligence, Project Leader della

Community);

― Pio Parma (Senior Consultant, Area Scenari e Intelligence; Project Coordinator

della Community);

― Matteo Zaupa (Consultant, Area Scenari e Intelligence);

― Benedetta Brioschi (Analyst, Area Scenari e Intelligence);

― Ines Lundra (Segreteria della Community).

La Community, tra le attività, ha sviluppato una approfondita mappatura delle iniziative

e delle soluzioni adottate nei Paesi benchmark, ingaggiando business leader,

rappresentanti delle Istituzioni e stakeholder di riferimento. Si ringraziano in particolare

per i contributi e i suggerimenti offerti:

― Charoula Apalagaki (Secretary General, Hellenic Bank Association - HBA),

Vasilis Panagiotidis (Director, Hellenic Bank Association - HBA) e Anna

Garyfalli (Scientific Advisor, Hellenic Bank Association - HBA) – Grecia;

― John F. Chant (Professore Emerito di Economia, Simon Fraser University; già

Research Director, Task Force on the Future of the Canadian Financial System; già

Consigliere di Amministrazione, Canadian Payments Association; già Advisor della

Banca Centrale del Canada) – Canada;

― Themistoklis Demiris (Ambasciatore della Grecia a Roma);

― Filippo Formica (Ambasciatore d’Italia a Tallinn);

― Greg French (Ambasciatore dell’Australia a Roma);

― Moonika Kase (Officer of the Western European Division presso il Dipartimento

per gli Affari Europei, Estonian Ministry of Foreign Affairs) – Estonia;

― Taavi Kotka (già Government Chief Information Officer, Estonian Ministry of

Economic Affairs and Communications) – Estonia;

― Celia Kuningas-Saagpakk (Ambasciatrice dell’Estonia a Roma);

― Andres Kütt (Counsellor, Information System Authority – RIA) – Estonia;

― Teele Järvelill (Marketing Coordinator, e-Estonia Showroom - Enterprise

Estonia) e Indrek Õnnik (Project Manager, e-Estonia Showroom - Enterprise

Estonia) – Estonia;

― Martin Lään (Project Manager, e-Governance Academy) – Estonia;

― Peter McGovern (Ambasciatore del Canada a Roma) e Anita Baidwan (First

Secretary and Trade Commissioner, Ambasciata del Canada in Italia);

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― Mihkel Nõmmela (Head of the Payment and Settlement Systems Department,

Eesti Pank) – Estonia;

― Robert Rydberg (Ambasciatore della Svezia a Roma);

― Siim Sikkut (Government Chief Information Officer, Estonian Ministry of

Economic Affairs and Communications; già Digital Policy Adviser at the

Government Office) – Estonia;

― Eero Treumann (Head of Payment Solutions Department, Swedbank AS) –

Estonia;

― Linnar Viik (Fondatore e Consigliere di Amministrazione, Pocopay AS) – Estonia.

Il lavoro della Community ha riguardato anche un costruttivo scambio di opinioni e di

punti di vista con i rappresentanti delle istituzioni italiane e delle organizzazioni di

riferimento. Un particolare ringraziamento a:

― Ferdinando M. Ametrano (Professore di Bitcoin and Blockchain Technology,

Università degli Studi di Milano-Bicocca e Politecnico di Milano);

― Sergio Boccadutri (Membro della V Commissione “Bilancio, Tesoro e

Programmazione”, Camera dei Deputati; Membro della Commissione Parlamentare

di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche

Amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle

tecnologie dell’informazione e della comunicazione; Coordinatore Area Innovazione,

Partito Democratico);

― Vieri Ceriani (Consigliere per gli Affari Fiscali del Ministro dell’Economia e delle

Finanze);

― Federico D’Incà (Membro della V Commissione “Bilancio, Tesoro e

Programmazione”, Camera dei Deputati; Vice Presidente della Commissione

Parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche

Amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle

tecnologie dell'informazione e della comunicazione - Movimento 5 Stelle);

― Mario Carmelo Piancaldini (Responsabile dell’Ufficio Project Management -

Direzione Centrale Accertamento, Agenzia delle Entrate);

― Antonio Samaritani (Direttore Generale, Agenzia per l’Italia Digitale - AgID).

Con riferimento alle attività di discussione, condivisione ed impostazione delle linee

guida per la sperimentazione del progetto-pilota della Community Cashless Society nel

territorio di Firenze si ringraziano, in particolare:

― Dario Nardella (Sindaco di Firenze);

― Lorenzo Perra (Assessore al Bilancio, Partecipate, Fondi europei e Fund-raising,

Innovazione tecnologica e sistemi informativi, Statistica e Patto per Firenze, Comune

di Firenze);

― Lucia De Siervo (Direttore delle Attività Economiche e Turismo, Comune di

Firenze);

― Marina Ristori (Direttore Area Coordinamento Risorse, Comune di Firenze);

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― Francesca Cassandrini (Direttore dei Servizi Finanziari, Comune di Firenze);

― Marta Fallani (Responsabile Promozione Economica, Turistica e Lavoro, Comune

di Firenze);

― Silvia Penna (Dirigente Servizio musei comunali e attività culturali, Comune di

Firenze);

― Alida Magherini (Responsabile Posizione Organizzativa, Direzione Cultura e

Sport, Comune di Firenze);

― Gianluca Vannuccini (Dirigente Servizio Sviluppo Infrastrutture Tecnologiche,

Comune di Firenze; referente e coordinatore delegato dal Comune di Firenze per le

attività di discussione e impostazione del progetto-pilota);

― Carlo Bevilacqua (Presidente e Amministratore Delegato, Firenze Parcheggi Spa)

e Richard Alexander Cammarano (Direttore Tecnico e Operativo, Firenze

Parcheggi Spa);

― Giuseppe Mantero (Direttore Generale, Linea Comune S.p.A.) e Roberto Dinelli

(Responsabile Pagamenti Elettronici, Linea Comune S.p.A.);

― Cristiano Rebecchi (Direttore Generale, SAS – Servizi alla Strada S.p.A.) e Marco

Fontana (Capo Ufficio Amministrativo, SAS – Servizi alla Strada S.p.A.);

― Monica Rinchi (Responsabile Marketing e Sistemi di vendita, Busitalia – Sita

Nord), Mariangela Cancé (Responsabile Commerciale Territoriale, Ataf Gestioni

Srl) e Federico De Cristofaro (Manager IT, Busitalia – Sita Nord).

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EXECUTIVE SUMMARY

Istituita da The European House - Ambrosetti nel 2015, la Community Cashless

Society è una piattaforma di confronto costruttivo e permanente sul tema dei

pagamenti elettronici a 360°, che coinvolge gli attori di riferimento (business e

Istituzioni).

Giunta alla sua seconda edizione, la Community ha la missione di rafforzare il dialogo

e le relazioni tra gli attori dell’industria dei pagamenti, la comunità imprenditoriale ed

industriale e quella istituzionale, producendo conoscenza e proposte per promuovere la

cashless society e opportunità di crescita e di modernizzazione del sistema-Paese.

La Community raccoglie alcuni tra i principali attori della filiera dei pagamenti: ne sono

Main Partner CartaSì, Intesa Sanpaolo, MasterCard, Mercury Payments Services e Poste

Italiane, e Partner BNL - BNP Paribas, IBM, Ingenico Group, Nexive, PayPal, Sisal e

Telepass.

Ogni anno viene definito un percorso per approfondire una serie di temi ritenuti

prioritari dai membri della Community e che sono al centro delle analisi

dell’Osservatorio della Community, che elabora e aggiorna strumenti

metodologici quali il Cashless Society Index (CSI) e il Cashless Society Speedometer

(CSS) per l’Italia e i Paesi dell’UE-28.

Le riunioni della Community sono un momento di confronto per apprendere, mettere a

fattor comune le esperienze e elaborare le proposte da portare all’attenzione degli

interlocutori del Paese.

In un’ottica di individuazione e scambio di best practice, le attività della

Community si avvalgono della collaborazione attiva con un network internazionale

grazie alle relazioni attivate con le Ambasciate in Italia e gli opinion leader sui pagamenti

elettronici di Paesi all’avanguardia su questi temi. Gli oltre 30 casi studio

internazionali analizzati dalla Community dal 2015 sono stati selezionati nell’ottica di

divulgare buone pratiche internazionali e approfondire esperienze di successo a cui

ispirarsi per strategie, soluzioni e strumenti adattabili anche alla realtà italiana.

Per contribuire ad aumentare la consapevolezza di cittadini e aziende sui benefici

associati alla cashless society, sulle sfide per il Paese e sulle esperienze di successo

internazionali, è stato attivato un sito web ad hoc, dedicato alle attività e alle analisi

svolte della Community (www.ambrosetti.eu/cashless-society/), all’interno di un’azione

di comunicazione integrata sui principali social media (Youtube, Facebook, Twitter e

LinkedIn), sulla stampa nazionale e su blog e magazine online.

Tra le proposte del 2017, la Community Cashless Society ha delineato, in collaborazione

con il Comune di Firenze, le linee guida per una sperimentazione pilota basata su

una serie di iniziative integrate e innovative per diffondere i pagamenti elettronici sul

territorio.

La Tavola Rotonda annuale a Villa d’Este di Cernobbio è il momento culminante del

percorso annuale della Community e riunisce business leader, le autorità di

regolamentazione e il Governo.

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I 10 PUNTI PIÙ IMPORTANTI DEL RAPPORTO

1. L’Italia è ancora un’economia fortemente dipendente dal contante

(cash-based).

― In Italia il contante in circolazione continua ad aumentare (da 128 a 182

miliardi di Euro tra 2008 e 2015) ed è cresciuto del 6,9% nel periodo 2014-

2015.

― Anche nel confronto globale, il posizionamento dell’Italia è tra i più negativi per

incidenza del contante sul sistema economico. Il nostro Paese è infatti

venticinquesimo al mondo per cash intensity (intesa come rapporto tra

il valore del contante in circolazione e PIL) tra le 131 economie prese in

considerazione e il secondo peggiore Stato Membro dell’UE-28 (dopo la

Bulgaria): 11,2% rispetto al 9,7% dell’Eurozona.

Figura I. Cash intensity (valore di banconote e contante circolante su PIL): le 30 peggiori economie globali,

2015 o ultimo dato disponibile. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale

Europea, Banca Mondiale, Bank of International Settlements e Fondo Monetario Internazionale, 2017

2. L’Italia migliora, ma troppo poco, sul fronte dell’ecosistema dei

pagamenti elettronici e rimane in posizione arretrata rispetto ai suoi

competitor europei: alla velocità attuale per realizzare la cashless

society entro il 2025, il divario dell’Italia rispetto ai Paesi più evoluti

rischia di ampliarsi.

― Anche se l’utilizzo di carte di pagamento ha conosciuto un graduale

miglioramento nell’ultimo decennio, l’Italia si conferma tra gli ultimi Paesi

europei, con 37 transazioni pro-capite effettuate nel 2015 (erano 23,3 nel

2008), rispetto a una media europea di 104.

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― Il divario rispetto agli altri Paesi europei è confermato dall’aggiornamento del

Cashless Society Index 2017 (CSI 2017), l’innovativo strumento di

monitoraggio elaborato dall’Osservatorio della Community, che fotografa il

posizionamento dei Paesi europei nello sviluppo della cashless society sulla

base di 13 Key Performance Indicator, raggruppati in 4 aree di riferimento:

stato dei pagamenti elettronici, readiness della società, ecosistema business e

corporate, dotazione infrastrutturale.

― Nonostante un lieve incremento del punteggio relativo del CSI 2017 (da 2,99 a

3,20 su una scala crescente da 1 a 10) e il miglioramento di una posizione nel

ranking complessivo (da 25ma a 24ma), l’Italia resta nelle retrovie della

classifica europea, evidenziando un debole sviluppo della cashless society,

superiore soltanto a Ungheria, Grecia, Bulgaria e Romania. Come già emerso

dalla rilevazione del 2016, la classifica è guidata dai Paesi del Nord Europa, con

un punteggio superiore a 7.

Figura II. Cashless Society Index 2017 (CSI 2017): il posizionamento dell’Italia e degli altri Paesi dell’UE-28

(scala crescente da 1=min a 10=max) e variazioni di posizione e punteggio rispetto alla classifica del 2016.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2017

― L’Osservatorio ha anche aggiornato il Cashless Society Speedometer

2017 (CSS 2017), l’indicatore dinamico che assegna un punteggio su una scala

da 0 a 100, a seconda della velocità di ciascun Paese dell’UE-28 verso il

raggiungimento della cashless society entro il 2025, nell’ipotesi di raggiungere

il livello di transazioni pro-capite con carte di pagamento dei 3 best performer

europei (Svezia, Finlandia e Danimarca).

― La velocità di diffusione dei pagamenti elettronici è in lieve miglioramento, ma

l’Italia è ancora lontana dai Paesi più “cashless”: il punteggio dell’Italia sul

CSS 2017 è di 7,1 (era 6,6 nel 2016), rispetto ad una media UE-28 di 24,9,

una velocità ancora non sufficiente per raggiungere i top performer europei

entro il 2025.

8,51

7,75

7,52

6,47

6,29

6,28

5,62

5,53

5,02

4,91

4,75

4,67

4,51

4,51

4,51

4,40

4,25

4,22

4,12

4,05

3,73

3,56

3,24

3,20

3,12

2,32

2,19

2,02

Dan

imar

ca

Fin

land

ia

Sve

zia

Luss

embu

rgo

Reg

no U

nito

Pae

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Est

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Bel

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toga

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Spa

gna

Ger

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Litu

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Aus

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Mal

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Slo

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Rep

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Slo

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Cro

azia

Italia

Ung

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Gre

cia

Bul

garia

Rom

ania

= = = 2 = 2 1 1 = = = 3 1 = 2 = 1 2 = 3 = = = 1 1 2 1 1

+2,

8%

+2,

8%

+4,

1%

+3,

3%

-1,3

%

-2,5

%

+1,

5%

-4,1

%

-4,3

%

-2,3

%

-1,3

%

+2%

-3,7

%

-2,6

%

-3,2

%

+1,

6%

+1,

8%

+10

,9%

+4,

9%

-4,6

%

+6,

7%

+5,

4%

-2,0

%

+7,

0%

+2,

5%

+12

,6%

-16,

5%

-3,0

%

Posizione

vs. 2016

Delta CSI

vs. 2016

Page 17: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

13

Figura III. Cashless Society Speedometer 2017 (CSS 2017): il posizionamento dell’Italia e di alcuni Paesi

europei (scala crescente da 0 a 100). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

3. Il sistema-Paese può trarre molteplici e importanti benefici da una

maggior diffusione dei pagamenti elettronici:

― La riduzione dei costi associati all’utilizzo del contante, spesso difficili da

percepire ma di rilevante impatto a livello economico-sociale (circa 10 miliardi

di Euro all’anno, pari allo 0,53% del PIL). L’abbinamento tra elevato costo del

contante e basso posizionamento nel CSI 2017 denota come il nostro Paese sia

tra i mercati europei con il maggior potenziale degli investimenti verso la

cashless society.

― L’emersione dell’economia sommersa (circa il 21% del PIL), dato che i

Paesi con il maggior utilizzo di strumenti di pagamento cash-based soffrono

tendenzialmente di elevati livelli di evasione fiscale (secondo recenti stime, in

Italia, l’evasione fiscale e contributiva si attesterebbe a circa 112 miliardi di

Euro, pari al 7% del PIL).

― L’incremento del ciclo dei consumi, grazie al ruolo di stimolo su consumi e

attività economica.

― La sicurezza delle transazioni che, grazie agli investimenti effettuati dagli

operatori del settore, si pone su elevati standard ed è in continuo

miglioramento (in Italia 5,9 frodi ogni 1.000 transazioni con carte di

pagamento rispetto alla media dell’area SEPA di 14,9).

― Lo stimolo all’innovazione e alla digitalizzazione dell’economia,

abilitando così la creazione e il rafforzamento di una filiera competitiva dei

pagamenti digitali.

On track

UK = 95,0

Francia = 35,5

Italia = 7,1Germania= 7,1

Spagna = 9,8

Polonia = 25,6 Estonia = 71,9

Top 3 (Sve.,

Fin., Dan.) = 100

UE-28 = 24,9

Grecia = 3,4

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14

Figura IV. I principali benefici connessi all’utilizzo di sistemi di pagamento alternativi al contante. Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

4. A livello globale, sempre più Paesi riconoscono l’importanza della

piena affermazione della cashless society. Le esperienze estere di

riferimento evidenziano la presenza di almeno quattro fattori

“invarianti” per il successo della transizione cashless:

― Una chiara visione di sviluppo di lungo periodo, come dimostrato dalle

esperienze e delle strategie nazionali sui sistemi di pagamento varate da Paesi

come Irlanda (2013), Polonia (2014), Australia (2015) e Francia (2015). Un

ambito centrale è rappresentato dall’inserimento di tali misure all’interno di

più ampi processi di digitalizzazione del sistema-Paese e della P.A., come

testimoniato dall’affermazione della e-society in Estonia e dall’intervento sulle

relazioni tra settore pubblico, cittadini e imprese (come in Svezia, Danimarca e

Belgio).

― Una governance e un coordinamento efficace delle policy e degli attori, ai

fini di bilanciare gli interessi dei vari stakeholder (anche attraverso piattaforme

o task force pubblico-private, come nel caso di Paesi Bassi, Canada e Australia,

spesso con un ruolo di traino dell’industry bancaria) e garantirne l’equità degli

oneri e dei benefici.

― Una articolazione degli interventi con mix di obblighi/incentivi e azioni di

moral suasion e di repressione, al fine di promuovere e stimolare

comportamenti virtuosi e reprimere quelli illegali, come nel caso della manovra

di “demonetizzazione” varata nel novembre 2016 in India e dal quadro

normativo pro-cashless recentemente entrato in vigore in Grecia.

― Puntuali azioni di ingaggio e sensibilizzazione di cittadini e imprese,

creando education e definendo gli strumenti operativi e concettuali necessari

all’uso consapevole dei nuovi mezzi di pagamento (ad esempio,

sperimentazione delle “lotterie degli scontrini” per incentivare il ricorso ai

pagamenti elettronici).

m

Stimolo all’innovazione e

alla modernizzazione del

Sistema-Paese

Riduzione del

costo del contante

Stimoli ai consumi

Emersione del

sommerso

Sicurezza delle

transazioni

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15

Figura V. I casi studio internazionali e benchmark di interesse analizzati dalla Community Cashless Society

dal 2015. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2017

5. Occorre validare e condividere la visione proposta della Community

Cashless Society per la diffusione degli strumenti di pagamento

elettronici in Italia, promuovendo su questo progetto-Paese una forte

azione di comunicazione e sensibilizzazione a livello nazionale.

― Sin dalla sua prima edizione, la Community Cashless Society ha messo a punto

una visione sfidante che può stimolare un’azione congiunta del Governo e dei

vari stakeholder coinvolti, a beneficio del Paese e dei cittadini, finalizzata a:

o Dare un indirizzo (in termini di ruoli, funzioni e poteri) di medio-lungo

termine e razionalizzare le iniziative sui pagamenti cashless.

o Fissare obiettivi condivisi con gli stakeholder (industry, istituzioni,

consumatori).

o Implementare regole, standard e priorità per strutture tariffarie

sostenibili dei servizi e garantire la disponibilità tecnologica.

o Attivare le competenze interdisciplinari (normative, tecnologiche, ecc.)

necessarie a governare la transizione verso la cashless society e trarne i

massimi benefici.

o Garantire un ruolo politico forte sul tema dei pagamenti elettronici, anche

per portare le istanze dell’Italia in Europa.

― La strategia deve essere guidata da una chiara visione di sviluppo di

medio-lungo periodo - ad esempio, 10 anni come lungo termine e 5 anni

come medio termine. La Community propone la seguente visione che può

stimolare un’azione congiunta del Governo e dei vari stakeholder coinvolti, a

beneficio del Paese e dei cittadini: “Affermare l’Italia come un Paese non-cash

based, capace di generare servizi avanzati e innovazioni tecnologiche lungo

la filiera, con una autorevole influenza a livello europeo e che fa della

transizione cashless un asset competitivo e di sviluppo”.

Corea del Sud

Argentina

Sudafrica

BrasileColombia

Uruguay

Canada

USA

Australia

Turchia

Singapore

Taiwan

Albania

Belgio

Danimarca

Estonia

Finlandia

Francia

Grecia

Irlanda

Malta

Paesi Bassi

Polonia

Portogallo

Regno Unito

Romania

Slovacchia

Spagna

Svezia

Cina

Hong Kong

Europa

India

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16

Figura VI. Obiettivi, visione, perimetro d’intervento e strumenti per una strategia cashless in Italia: la proposta

della Community Cashless Society nel 2016. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

― Per contrastare l’elevato livello di disinformazione in Italia sui temi legati ai

pagamenti alternativi al contante e, di conseguenza, la scarsa consapevolezza

dell’opinione pubblica circa la portata e l’impatto delle questioni in oggetto a

beneficio del singolo e del sistema-Paese, la Community auspica che questa

strategia sia adeguatamente comunicata e che possa condurre ad azioni di

forte impatto, anche simbolico, e capaci di incidere sui comportamenti di

cittadini e aziende nell’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico.

6. La promozione di azioni evocative e di moral suasion può contribuire

a rimuovere le “distorsioni” evidenti all’affermazione della cashless

society in Italia.

― La Community propone di rendere l’Italia capofila in Europa nella

progressiva eliminazione (phasing-out) delle banconote da 500 Euro

(ad esempio, con l’introduzione, per prima tra gli Stati Membri, del divieto di

accettare tali banconote per i pagamenti di beni e prestazioni di servizi), a

seguito della decisione della Banca Centrale Europea di interrompere in via

permanente, dalla fine del 2018, la produzione e l’emissione delle banconote

da 500 Euro (28% del valore del contante circolante nell’Area Euro nel 2015).

― Si potrà inoltre creare sensibilità sociale per disincentivare comportamenti

cash-based, anche attraverso meccanismi di moral suasion per una

maggiore accettazione dei pagamenti con strumenti di pagamento alternativi

al contante, tra cui:

o L’entrata in vigore, in tempi rapidi, del regime sanzionatorio previsto per

la mancata accettazione dei pagamenti elettronici tramite POS da parte di

esercenti e professionisti (secondo una indagine del 2016, il 64% degli

italiani utilizzatori di carte di credito e di debito si dichiara favorevole

all’applicazione di tali sanzioni).

OBIETTIVI

A. Dare un indirizzo (ruoli, funzioni e

poteri) di medio-lungo termine e

razionalizzare le iniziative

B. Fissare obiettivi condivisi con gli

stakeholder (industry, istituzioni,

consumatori, ecc.)

C. Implementare regole, standard e

priorità per strutture tariffarie

sostenibili dei servizi e garantire la

disponibilità tecnologica

D. Attivare le competenze

interdisciplinari (normative,

tecnologiche, ecc.) necessarie a

governare la transizione cashless e

trarne i massimi benefici

E. Garantire un ruolo politico forte sul

tema dei pagamenti elettronici,

anche per portare le istanze

dell’Italia in Europa

VISIONE (a 10 anni)

Affermare l’Italia come un Paese non-cash

based, capace di generare servizi avanzati e

innovazioni tecnologiche lungo la filiera, con una

autorevole influenza a livello europeo e che fa

della transizione cashless un asset competitivo e

di sviluppoAzioni (per ogni asse

prioritario d’intervento, con un

mix di misure incentivanti e

repressive)

Ruoli (attori coinvolti nelle

specifiche azioni)

Tempi di deployment della

strategia e loro aggiornamento

STRUMENTI

Indicatori di risultato generali

e specifici per ogni asse

prioritario

Diagnosi non-cash turnover in

Italia (base informativa

completa)

ASSI PRIORITARI DI INTERVENTO

2. Razionalizzazione e semplificazione

normativa

3. Sicurezza delle transazioni

elettroniche

1. Sensibilizzazione, informazione ed

educazione degli utilizzatori

5. Fattori acceleratori

4. Innovazione e competitività

dell’industria dei pagamenti

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17

o La creazione di una app su base nazionale per la segnalazione di esercenti

inadempienti e/o “virtuosi”, anche attraverso il lancio di una “call for

action” rivolta a start-up innovative e fintech.

7. Affinché l’accettazione dei pagamenti cashless possa aumentare nel

nostro Paese, è importante indirizzare alla categoria dei commercianti

iniziative di incentivazione e sensibilizzazione mirate.

― La Community propone di introdurre – anche prendendo spunto dalle migliori

pratiche internazionali – meccanismi di incentivazione per gli esercenti

adottando un mix di incentivi di tipo:

o economico (come il credito di imposta per i commercianti per l’anno

successivo in caso di superamento di determinate soglie di transato

cashless); e

o non economico (come la riduzione dei termini di accertamento in

materia di IVA e di imposte dirette da parte delle autorità fiscali, già oggi

prevista nel nostro ordinamento).

8. I pagamenti elettronici contribuiscono a rendere l’evasione e la frode

fiscale più difficili: per questo motivo, si devono creare le condizioni

strutturali per la tracciabilità dei pagamenti in Italia.

― La Community propone di rendere obbligatorie, anche sfruttando il

potenziale volano del lancio della “lotteria dei corrispettivi” a livello nazionale,

la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica

all’Agenzia delle Entrate dei dati dei corrispettivi giornalieri delle cessioni di

beni e delle prestazioni di servizi, con la previsione di un regime transitorio.

9. Va ampliata l’accettazione dei pagamenti cashless nella P.A., che può

agire da volano per diffondere l’accettazione dei pagamenti elettronici

e creare una maggiore abitudine all’uso da parte di cittadini e imprese

grazie alla capillarità, alla frequenza e all’elevato volume dei

pagamenti verso la P.A.

― La Community propone di effettuare una revisione delle attuali regole di

bilancio dello Stato per far sì che la commissione sui pagamenti cashless

verso la Pubblica Amministrazione (surcharge), ad oggi ribaltata sull’utente,

sia sopportata dalla P.A. stessa (ad esempio, attraverso l’istituzione di un

apposito tavolo di lavoro con gli enti del settore pubblico per l’analisi delle

modalità tecniche e di sostenibilità associate alle necessarie modifiche da

apportare). Ciò promuoverebbe la creazione di condizioni di uguale

economicità tra pagamenti in contanti e con strumenti cashless.

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18

10. La sperimentazione di approcci integrati di cashless society a livello

territoriale, come l’avvio di un progetto-pilota promosso dalla

Community in collaborazione con il Comune di Firenze, può stimolare

effetti imitativi positivi in altre Amministrazioni locali e mettere a

punto sul campo soluzioni concrete che siano replicabili e “scalabili”

su base nazionale.

― Il progetto-pilota della Community Cashless Society in collaborazione con il

Comune di Firenze e gli stakeholder del territorio si pone la missione di

promuovere a Firenze una strategia di natura sistemica in grado di

intervenire sulle dimensioni-chiave della vita quotidiana e creare le condizioni

per una cashless experience di cittadini e turisti, con la visione di rendere

Firenze la prima città cashless-friendly d’Italia.

― La sperimentazione potrà svilupparsi lungo sei stream progettuali:

trasporti (trasporto pubblico locale e taxi), turismo, esercizi commerciali,

pagamenti nella P.A., sistema sanitario e sistema dell’istruzione.

― La scelta e l’implementazione dei diversi cantieri di lavoro risponderanno ad

alcune linee guida di fondo: soluzioni semplici, con facilità di utilizzo per

ottenere “instant win”; sostenibilità dei costi/investimenti associati allo

sviluppo e alla implementazione delle azioni, attraverso l’adozione di una logica

di “plug-in” con le architetture e i sistemi informatici già in essere del Comune

e l’individuazione di soluzioni “a costo-zero” (o “quasi zero”); il lancio di

soluzioni rivolte a turisti e cittadini; la promozione di azioni e soluzioni per

modificare strutturalmente le abitudini di pagamento; la modellizzazione di

“buone pratiche” sul territorio, anche di collaborazione pubblico-privata, da

diffondere in Italia.

Figura VII. Gli stream progettuali del progetto-pilota della Community Cashless Society nel territorio di Firenze:

visione d’insieme. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

TRASPORTI

TURISMO

ESERCIZI

COMMERCIALI

PAGAMENTI

NELLA P.A.

SISTEMA

SANITARIO

SISTEMA

DELL’ISTRUZIONE

Pagamento autobus

Parcheggi e accesso ad area ZTL

Taxi

Firenzecard

Musei Civici

Diffusione e

accettazione dei

pagamenti cashless

presso i commercianti

Sviluppo di soluzioni

cashless per migliorare

la customer experience

Introduzione di una carta "purchase" per i

pagamenti elettronici nella P.A.

Azioni di

sensibilizzazione e

attività di educazione

finanziaria

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19

CAPITOLO 1

LO SCENARIO DEI PAGAMENTI ELETTRONICI E IL

POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA

1.1. PERCHÉ LA DIFFUSIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI CONTRIBUISCE ALLA

CRESCITA DEL SISTEMA-PAESE

La consapevolezza dei benefici derivanti dall’uso di strumenti di pagamento cashless è

sempre più diffusa, sia a livello internazionale, sia tra la business community e i decisori

nazionali.

Come approfondito nel corso del 2016 dalla Community Cashless Society, il sistema-

Paese Italia può trarre molteplici e importanti benefici da una maggior diffusione dei

pagamenti elettronici:

1. La riduzione dei costi associati all’utilizzo del contante, spesso difficili da percepire

ma di rilevante impatto a livello economico-sociale.

2. L’emersione dell’economia sommersa, dato che i Paesi con il maggior utilizzo

di strumenti di pagamento cash-based soffrono tendenzialmente di elevati livelli di

evasione fiscale.

3. L’incremento del ciclo dei consumi, grazie al ruolo di stimolo su consumi e

attività economica.

4. La sicurezza delle transazioni che, grazie agli investimenti effettuati dagli

operatori del settore, si pone su elevati standard ed è in continuo miglioramento.

5. Lo stimolo all’innovazione e alla digitalizzazione dell’economia, abilitando

così la creazione e il rafforzamento di una filiera competitiva dei pagamenti digitali.

Figura 2. I principali benefici connessi all’utilizzo di sistemi di pagamento alternativi al contante. Fonte: elaborazione

The European House - Ambrosetti, 2016

Avere un’economia fortemente cash-based rappresenta un freno alla modernizzazione e

alla competitività del Paese e genera costi ed esternalità negative.

m

Stimolo all’innovazione e

alla modernizzazione del

Sistema-Paese

Riduzione del

costo del contante

Stimoli ai consumi

Emersione del

sommerso

Sicurezza delle

transazioni

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20

Al contante sono innanzitutto associati importanti costi diretti e indiretti. I c.d. “costi

sociali” sono connessi a ciascun strumento di pagamento. Nel caso dell’Italia, le stime

effettuate da Banca d’Italia (2012 su dati riferiti all’anno 2009)1, evidenziano come il costo

sociale complessivo derivante dall’uso di tutti gli strumenti di pagamento siano pari a 15

miliardi di Euro (l’1% del PIL nazionale, 260 Euro in termini pro-capite). È tuttavia il

contante, lo strumento di pagamento più diffuso nel Paese, a determinare i costi maggiori:

questo strumento costa al sistema-Paese circa 10 miliardi di Euro all’anno (0,53%

del PIL), equivalente a un onere di 133 Euro per abitante.

A causa delle caratteristiche e della struttura economica del Paese, inoltre, i benefici

associati alla riduzione dei pagamenti elettronici sarebbero maggiori per l’Italia rispetto

ad altre realtà, proprio in virtù dell’ampio margine di miglioramento derivante da

investimenti volti al pieno sviluppo della cashless society e alla ampiezza del costo del

contante per il sistema-Paese.

A tal proposito, si deve considerare che il costo del contante in Italia è superiore alla media

europea (dove i costi sociali connessi a questo strumento sono pari allo 0,45% del PIL) e

a quello stimato dalle banche centrali di Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda,

Lettonia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia, con la sola eccezione

dell’Ungheria tra i Paesi che hanno partecipato all’analisi econometrica.

Figura 3. Il costo sociale degli strumenti di pagamento senza contante in Italia (peso percentuale e valore in

Euro/abitante), 2009. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca d’Italia, 2012

Al contrario, il costo delle carte di credito e di debito incide per lo 0,04% e lo 0,07% sul

PIL italiano e genera un costo annuo pro-capite pari a 11 Euro per le carte di credito e a

18 Euro per le carte di debito. Inferiore è anche il costo sociale rapportato al valore medio

per operazione: mentre quello del contante è pari al 2%, quello delle carte di credito è

dell’1,95% e quello delle carte di debito dell’1,07%.

Si tratta di costi evidenti, anche se percepiti come nulli dai consumatori che utilizzano il

contante e dai commercianti che lo accettano: nell’ipotesi di allinearsi all’incidenza media

nell’UE-28 dei costi del contante sul PIL, grazie al maggiore utilizzo dei pagamenti

elettronici, l’Italia potrebbe risparmiare fino a 1,5 miliardi di Euro all’anno.

1 Tale dato sarà oggetto di un aggiornamento da parte di Banca d’Italia nell’ambito di uno studio finalizzato ad esaminare il costo dei diversi sistemi di pagamento, incluso il contante.

0,53

%

0,04

%

0,07

%

132,

8€

11,2

18,1

2,00

%

1,95

%

1,07

%

Contante Carte di credito Carte di debito

% PIL € per abitante In rapporto al valore medio per operazione

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21

Alla maggior diffusione del contante si accompagna una quota più elevata di economia

sommersa: un aumento del 10% annuo nelle transazioni elettroniche per almeno 4 anni

consecutivi potrebbe determinare una riduzione dell’economia sommersa pari ad almeno

il 5%. Si tratta di un beneficio molto significativo, soprattutto se si considera che

l’economia sommersa in Italia è stimata in circa il 21% del PIL2, mentre – secondo recenti

stime3 - l’evasione fiscale e contributiva si attesterebbe a 111,6 miliardi di Euro nel 2014

(il 7% del PIL nazionale, in crescita rispetto ai 108 miliardi di Euro del 2012).

Figura 4. Correlazione tra volume transato pro-capite con carte di pagamento (migliaia di Euro, media 2010-2015) e

peso dell’economia sommersa sul PIL nazionale (valori percentuali, 2010-2014) nei Paesi dell’UE-28. Fonte:

rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea e Johannes Kepler University of

Linz, 2017

La stessa relazione inversa esiste se si considera il mancato gettito IVA, per cui l’Italia è

leader in negativo tra i Paesi europei, con mancate entrate per 40,5 miliardi di Euro nel

20144.

2 Le stime dell’economia sommersa variano considerabilmente, in relazione alla difficoltà di identificazione del fenomeno e del perimetro di riferimento (ad esempio, inclusione di alcune voci dell’economia illegale). Per l’Italia la forbice è compresa tra un valore minimo del 13% secondo Istat ad oltre il 30% secondo Eurispes. 3 Fonte: relazione del Prof. Enrico Giovannini (Presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva”) alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, 29 marzo 2017. 4 Fonte: Commissione Europea, “Study to quantify and analyse the VAT Gap in the EU-27 Member States 2016 Final Report”, 2017.

AT

BE

BG

DK

EE

FI

FR

DE

GR

EI

IT

LVLI

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PL

PT

UK

CZ

RO

SK

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5

10

15

20

25

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35

- 2 4 6 8 10 12

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IL n

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nale

(med

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010-

2014

)

Valore transato con carte di pagamento pro-capite (media 2010-2015, '000 €)

Insight – Il contributo dei pagamenti elettronici per ridurre le inefficienze della burocrazia

La P.A. italiana risente di diffusi problemi di appesantimento formale e amministrativo-burocratico,

tendenzialmente nelle organizzazioni pubbliche centrali, ma comune anche ad enti a livello territoriale, ai quali il

ricorso ai pagamenti elettronici può porre rimedio. Alcuni esempi sono i seguenti:

- Nell’incasso delle sanzioni pubbliche, l’eccessiva lunghezza dei periodi di riscossione delle fonti di entrata

(in media 7 anni per le sanzioni per violazione del Codice della Strada e la perdita media da 90 a 120 giorni

per la notifica delle multe per la possibilità di esercitare l’opzione del pagamento con lo sconto).

- Nel settore turistico, la significativa produzione di documentazione e la prevalenza del pagamento in contante

per il sostituto d’imposta e l’imposta di soggiorno: una soluzione da valutare potrebbe essere la valorizzazione

del ruolo delle piattaforme turistiche online come partner della P.A. nell’incasso in modalità cashless delle

imposte di soggiorno.

Page 26: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

22

I pagamenti cashless stimolano inoltre i consumi e l’attività economica: la

migrazione verso sistemi di pagamento retail più efficienti e basati su piattaforme

elettroniche favorisce sia i consumi e il commercio, che il sistema economico nel suo

complesso.

I pagamenti elettronici offrono un sostanziale contributo alla sicurezza delle transazioni.

Il contante, e più in generale i sistemi di pagamento fisici, sono infatti associati a maggiori

rischi di furti e illeciti. A titolo di esempio, in Italia, le rapine denunciate nel corso del 2015

sono state quasi 35.0005, mentre nel solo secondo semestre del 2016 Banca d’Italia ha

riconosciuto false quasi 75.000 banconote, con un incremento del 2,8% rispetto al primo

semestre del 2016.

Al contrario, l’incidenza delle frodi sulle transazioni con carte di pagamento è

bassa (5,9 ogni 1.000 carte), anche relativamente agli altri principali Paesi europei: una

media di 14,9 per la Single Euro Payments Area (SEPA), 42,3 per la Francia e 27,5 per il

Regno Unito.

Nel 2015, con riferimento alle carte emesse in Italia, sono diminuiti sia il valore

economico (dallo 0,019% allo 0,017%) che il numero (da 0,013% a 0,011%) delle

transazioni non riconosciute (frodi) rispetto al totale dei pagamenti genuini mediante

carta6. Gli attori della filiera hanno infatti compiuto importanti investimenti per

aumentare il livello di sicurezza delle transazioni elettroniche, rispettando gli standard

europei in questo settore e perseguendo al contempo il mantenimento o il miglioramento

della user experience.

5 Fonte: OSSIF, “Rapporto OSSIF 2016”, dicembre 2016. 6 Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, “Rapporto statistico sulle frodi con carte di pagamento”, n.6/2016.

Focus – Gli impatti dei pagamenti cashless sul ciclo dei consumi e sull’economia

Secondo stime della Banca Centrale Europea, se i pagamenti con carte di pagamento nell’Unione Europea

aumentassero di 1 milione di Euro, il livello del PIL crescerebbe dello 0,07%.

Altre recenti analisi* condotte a livello globale evidenziano che, tra il 2011 e il 2015, l’incremento nell’uso di carte

di pagamento ha generato:

- un aumento dei consumi pari a 296 miliardi di Dollari, stimolando extra-consumi pari a +0,18% medio nel

periodo (+0,19% in Italia);

- un aumento del PIL globale di 74 miliardi di Dollari l’anno (+0,1% circa a livello globale e +0,12% circa in

Italia, pari a 10,2 miliardi di Dollari nel periodo considerato);

- un aumento di 2,6 milioni di posti di lavoro (in Italia tale aumento è stato stimato in quasi 26.000 posti di

lavoro).

_______________________________________________

(*) Moody’s Analytics, “The impact of electronic payments on economic growth”, 2016. I dati si riferiscono agli impatti calcolati su un campione di 70 Paesi.

Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Commissione Europea e Moody’s Analytics, 2016

Page 27: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

23

Figura 5. Incidenza delle frodi sul totale transazioni in numero e valore sul totale delle transazioni (valori percentuali),

2009-2015. Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze,

Dipartimento del Tesoro, “Rapporto statistico sulle frodi con carte di pagamento”, 2016

Lo sviluppo dei pagamenti online, infine, permette di stimolare l’innovazione e la

value chain innovativa legata ai pagamenti digitali e all’economia digitale. La filiera

relativa alle transazioni elettroniche comprende infatti numerosi attori appartenenti a

diversi settori (da quello bancario a quello delle infrastrutture fisiche e digitali, dagli

schemi di pagamento alle start-up fintech, dal retail marketing alla sicurezza).

Dalle innovazioni che nascono all’interno della filiera dei pagamenti originano tecnologie

e modelli di business di cui beneficia l’intero sistema economico, come nel caso

dell’accessibilità legata ai pagamenti mobile, dell’offerta di servizi a valore aggiunto, dello

sviluppo dei bitcoin e della tecnologia blockchain (si veda il box seguente).

Anche in questo caso, a guidare l’innovazione sono i bisogni dei clienti: sicurezza

(sviluppo di soluzioni che fanno uso di geolocalizzazione, sistemi biometrici e cloud-

computing), semplicità d’uso (soluzioni per il pagamento di soste e trasporti,

tecnologie contactless, P2P payment, ecc.), consapevolezza finanziaria (app e

soluzioni per la gestione del risparmio e degli incassi, servizi di consulenza finanziaria,

0,023

0,020,018

0,0170,019 0,019

0,017

0,0120,013

0,011

0,009

0,0120,013

0,011

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Incidenza Valore Incidenza Numero

Insight – La percezione degli italiani sulla sicurezza delle transazioni elettroniche

Nonostante le evidenze statistiche a conferma della riduzione del rischio di frodi sui pagamenti con carte in Italia,

nella percezione dei consumatori italiani la sicurezza delle transazioni elettroniche e degli acquisti online riveste

un nodo centrale, soprattutto con riferimento all’integrità dei propri dati e all’eventualità di furti e truffe sul

transato.

Secondo un’indagine condotta nel 2016 su oltre 800 italiani tra i 16 e i 69 anni di età attivi online, la sicurezza

viene indicata come un tema molto sensibile per circa l’80% degli intervistati. In particolare:

- il 68,9% dichiara di fare molta attenzione a comunicare i propri dati personali e il 7,8% di non essere tranquillo

nel fornire dati sensibili online;

- il 12,4% afferma di considerare anche altre forme di pagamento che non richiedono questo tipo di

informazioni.

Il quadro peggiora nella fascia di età under 25, in cui il 52,6% dei rispondenti preferisce effettuare acquisti online

cash, ovvero utilizzando modalità di pagamento che non necessitano di comunicare dati personali o altro tipo di

informazioni.

Fonte: indagine Paysafecard, 2016

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24

alert in tempo reale, ecc.), gestione della relazione con il cliente (couponing,

promozioni basate sulla geolocalizzazione, ecc.).

1.2. LO STATO DI AVANZAMENTO DELLA CASHLESS SOCIETY IN ITALIA

L’Osservatorio della Community Cashless Society ha proseguito il lavoro di raccolta dati,

mappatura, analisi e approfondimento con riferimento alle principali evidenze e

dimensioni connesse all’evoluzione della cashless society in Italia, anche in relazione al

posizionamento del sistema-Paese nello scenario internazionale.

Dalle analisi effettuate, emerge come il nostro Paese rimanga una economia ancora

pesantemente cash-based.

Il contante in circolazione continua ad aumentare: se nel 2008 il suo valore ammontava

a 127,9 miliardi di Euro, nel 2015 ha raggiunto i 182,4 miliardi di Euro, con un

incremento del 6,9% nel solo periodo 2014-20157.

7 Banca d’Italia, “Supplementi del Bollettino Statistico. Indicatori monetari e finanziari”, gennaio 2017.

Focus – Blockchain e bitcoin: perché sono rilevanti per la transizione verso la cashless economy

Tra le diverse innovazioni originate all’interno del settore dei pagamenti digitali vi è quella dei bitcoin e della

sottostante tecnologia legata alla piattaforma blockchain.

Mentre i bitcoin, e più in generale i sistemi di monetica digitale, portano benefici in termini di maggiore velocità del

trasferimento, open access, minori costi e gestione sulla base di algoritmi*, la piattaforma blockchain, che è alla

base di questo prodotto, porta con sé implicazioni potenzialmente disruptive per diverse industry, anche non legate

in modo specifico ai pagamenti.

La piattaforma consiste infatti in un database distribuito basato su tecnologia peer-to-peer, che consente a

qualsiasi fruitore di diventare un nodo della rete. Proprio il network di nodi approva la validità della transazione,

garantendo al contempo sicurezza e anonimato**.

In questo senso, questa tecnologia può trovare applicazione in tutti gli ambiti in cui è necessaria una relazione tra

più persone o gruppi: può garantire il corretto scambio di titoli e azioni, sostituire un atto notarile e finanche ridefinire

il concetto di seggio elettorale.

In termini di filiera industriale, i bitcoin sono una disruptive regulatory technology ed è quindi fondamentale per le

aziende, anche italiane, studiare questi servizi per sfruttare al meglio la portata innovativa di queste tecnologie.

_______________________________________________

(*) I bitcoin sono un bene “scarso” che è trasferibile ma non duplicabile, quindi non falsificabile. (**) Allo stesso tempo, queste tecnologie possono sollevare criticità

associate al blockchain per la sicurezza delle transazioni, in termini di rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento di attività illegali, oltre che impatti sulla

privacy degli utilizzatori “onesti”.

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25

Figura 6. Contante in circolazione in Italia (miliardi di Euro), 2008-2015. Fonte: elaborazione The European House -

Ambrosetti su dati Banca d’Italia, 2017

La situazione non migliora se si considera l’incidenza del contante circolante sul PIL

nazionale, pari all’11,2% e in aumento di 3,1 punti rispetto al 2008 e superiore alla media

europea. Considerando l’Eurozona, infatti, il peso del contante circolante su PIL nel corso

del 2015 si attesta al 9,7%.

Figura 7. Contante in circolazione in Italia e media dell’Eurozona (% sul PIL), 2008-2015. Fonte: elaborazione The

European House - Ambrosetti su dati Banca d’Italia, 2017

Tale incremento, cui peraltro si associa quello del valore dei prelievi da ATM con carte di

pagamento (cresciuto del 4,9% tra il 2014 e il 2015), non sembra giustificato né da un

aumento dei consumi né dall’andamento stagnante dell’economia in generale.

127,

9

136,

8

143,

6

151,

7

154,

3

162,

8

170,

7 182,

4

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

+6,9%

8,1%

9,0%

8,9% 9,

3% 9,6%

10,1

%

10,6

% 11,2

%

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Eurozona

9,7%

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26

Figura 8. Andamento di alcuni aggregati economici e delle transazioni cash in Italia, (numero indice, 2008 = 100),

2008-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea e Istat, 2017

Anche nel confronto a livello globale, il posizionamento dell’Italia rimane tra i più negativi

se si esamina l’incidenza del contante sull’economia. Il nostro Paese è infatti

venticinquesimo al mondo per cash intensity (rapporto tra il valore delle

banconote e dei contanti in circolazione e PIL) tra le 131 economie prese in considerazione

e il secondo peggiore Stato Membro dell’UE-28 (dopo la Bulgaria).

Figura 9. Cash intensity (valore di banconote e contante circolante su PIL): le 30 peggiori economie globali, 2015 o

ultimo dato disponibile. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, Banca

Mondiale, Bank of International Settlements e Fondo Monetario Internazionale, 2017

Nel nostro Paese il contante è utilizzato per oltre l’80% dei pagamenti, contro una media

europea del 67%. Considerando i consumi delle famiglie il contante è utilizzato per il 56%

del totale, per un valore pari a 430 miliardi di Euro nel 20158.

Una nota positiva è offerta dalla crescita degli strumenti di pagamento senza contante in

Italia. Negli ultimi cinque anni:

8 Fonte: Banca d’Italia, 2017

93,1

103,5

142,6

190,0

90

110

130

150

170

190

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Prodotto Interno Lordo Consumi delle famiglie

Contante circolante Valore dei prelievi da ATM con carte di pagamento

100

28,5

%

21,7

%

20,7

%

19,2

%

19,0

%

18,4

%

18,1

%

17,2

%

17,0

%

16,2

%

15,0

%

14,6

%

14,3

%

14,2

%

13,9

%

13,9

%

13,4

%

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12,3

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12,0

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11,8

%

11,5

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%

11,2

%

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10,3

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Con

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ep.

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27

il numero di transazioni con carte di pagamento è passato da 1,57 a 2,27 miliardi (+

44,9% rispetto all’incremento medio europeo di 42,8%) e il loro valore è cresciuto da

122,6 a 157,3 miliardi di Euro (+28,3%);

le transazioni pro-capite con carte sono passate in media da 26 a 37 (+44,2%)9;

complessivamente, i pagamenti con carta nel 2016 sono stati superiori al 20% dei

consumi delle famiglie italiane.

A guidare la crescita dei pagamenti alternativi al contante sono soprattutto gli strumenti

e le soluzioni più innovative e a maggior contenuto tecnologico. Nel 2016:

i pagamenti contactless sono

cresciuti, raggiungendo oltre 140 milioni

di transazioni effettuate, con oltre 7

miliardi di Euro di transato complessivo e

40 milioni di carte abilitate;

i pagamenti mobile registrano un

trend positivo, con una crescita del 63%

nello stesso periodo;

e-Commerce e e-Payment crescono del

14%, raggiungendo i 18,7 miliardi di Euro,

mentre il mobile remote payment tocca i

600 milioni di Euro (+61% rispetto al

2015)10.

Tuttavia, guardando agli ultimi dati disponibili per un confronto a livello europeo, la

situazione appare meno positiva. Considerando l’utilizzo di carte di pagamento (ossia lo

strumento non basato sul contante relativamente più diffuso in Italia, in Europa e nel

mondo), l’Italia resta in una posizione di arretratezza: quart’ultima per numero di

transazioni pro-capite nel 2015 e ancora lontana dalla media europea.

9 Fonte: Banca Centrale Europea, “Payment Statistics 2016”, 2016 10 Fonte: Politecnico di Milano, 2017

Insight – La crescita in Italia dei pagamenti da

cellulare connessi ai servizi di mobilità

Nell’ultimo anno sono quasi raddoppiati i

pagamenti da cellulare legati ai trasporti (biglietti

del bus, pagamento delle soste, taxi e car/bike

sharing), raggiungendo i 90 milioni di Euro (+97%

rispetto al 2015).

In particolare, grazie alla crescita dell’offerta di

questi servizi, nel 2016 sono stati acquistati oltre 8

milioni di biglietti, pagate quasi 7 milioni di soste e

oltre 10 milioni di corse di car sharing. Anche il

settore dei taxi conta oggi quasi 4,5 milioni di Euro

pagati tramite smartphone.

Fonte: Politecnico di Milano, 2017

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28

Figura 10. Uso delle carte di pagamento: confronto tra Italia e altri Paesi europei (numero di transazioni pro-capite),

2008 e 2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2017

1.3. IL POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA NEL CONFRONTO INTERNAZIONALE:

IL CASHLESS SOCIETY INDEX 2017 E IL CASHLESS SOCIETY

SPEEDOMETER 2017

Proseguendo nel lavoro di analisi e monitoraggio avviato sin dalla prima edizione della

Community Cashless Society e al fine di offrire ai decision maker un tool metodologico di

misurazione e rendicontazione della situazione del Paese, è stata aggiornata la valutazione

del raggiungimento della cashless society in Italia, a confronto con gli altri Stati Membri

dell’Unione Europea.

È stato quindi calcolato il Cashless Society Index 2017 (CSI 2017), un indice

composto – espresso su una scala crescente da 1 a 10 – che considera non solo la

componente relativa alle transazioni, ma l’intero ecosistema a sostegno della loro

digitalizzazione, nella consapevolezza che la diffusione dei sistemi di pagamento senza

contante dipenda da molteplici fattori, che, se assenti, ne frenano lo sviluppo e l’utilizzo.

Queste condizioni sono categorizzabili in:

Abitudini di acquisto e pagamento dei consumatori.

Accettazione di questi strumenti di pagamento da parte di merchant e Pubblica

Amministrazione.

Disponibilità di infrastrutture abilitanti e di supporto alla transazione elettronica e il

loro grado di sviluppo tecnologico.

Evoluzione della “società digitale”, necessaria per lo sviluppo e la diffusione

pagamenti elettronici (ad esempio, disponibilità di servizi di e-commerce,

competenze digitali della popolazione, ecc.).

Attraverso l’osservazione di queste dimensioni, l’indice si propone di restituire una

fotografia d’insieme, fornendo ai decisori del Paese e ai business leader del settore un

0

50

100

150

200

250

300

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Italia

Rom

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2015 2008

UE = 103,9

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29

quadro sintetico del posizionamento relativo del sistema-Paese rispetto al contesto

europeo.

Giunto alla seconda edizione, l’indice permette inoltre di valutare lo stato di sviluppo della

cashless society in Italia e monitorare i molteplici elementi tra loro interrelati, su cui

specifiche azioni di policy possono intervenire per favorire una maggiore diffusione dei

pagamenti elettronici.

Nello specifico, il Cashless Society Index analizza 13 indicatori di base (Key

Performance Indicator - KPI), che compongono quattro sotto-indicatori (aree) riferiti a:

1. Diffusione e penetrazione dei pagamenti elettronici.

2. Readiness della società (cittadini).

3. Ecosistema business e corporate (aziende).

4. Dotazione infrastrutturale.

Figura 11. Metodologia di calcolo del Cashless Society Index e KPI utilizzati. Fonte: elaborazione The European House

– Ambrosetti, 2017

Queste dimensioni sono state analizzate per i 28 Paesi dell’Unione Europea, in modo da

ottenere un unico indicatore di sintesi equi-ponderato sullo stato della cashless

society nei diversi Stati Membri.

Nonostante un lieve aumento del punteggio relativo (da 2,99 nel 2016 a 3,20) e il

miglioramento di una posizione nel ranking complessivo, l’Italia resta nelle retrovie

della classifica europea, evidenziando un debole sviluppo della cashless society,

superiore soltanto a Ungheria, Grecia, Bulgaria e Romania. La classifica è ancora guidata

dai Paesi del Nord Europa, con una buona performance anche di Francia, Spagna e

Germania.

(*) Utilizzo di almeno 7 su 12 tecnologie digitali da parte delle aziende (utilizzo di Internet da parte della maggioranza dei dipendenti; accesso a

competenze specialistiche ICT; velocità della banda larga fissa>30Mbps; dispositivi mobili utilizzati da >20% degli occupati; dotazione di un sito

web; dotazione di alcune funzioni sofisticate sul sito web; presenza sui social media; utilizzo di un software ERP; utilizzo di un software di CRM;

condivisione di informazioni di gestione della supply chain; peso dell’e-commerce per almeno l'1% del fatturato; utilizzo del canale B2C per le

vendite online.

AREA INDICATORE

1. STATO DEI

PAGAMENTI

ELETTRONICI

Numero di transazioni pro-capite (2015)

Valore delle transazioni effettuate con carte di pagamento su PIL (2015)

Valore dei prelievi di contante da ATM (in % dei consumi privati, 2015, peso neg.)

2. READINESS DELLA

SOCIETÀ

Individui che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per attività di online banking (% degli individui, 2016)

Individui che ordinano beni online (% degli individui, 2016)

Individui con Internet skill medio-alte (% degli individui, 2014)

Individui che hanno interagito con la P.A. online negli ultimi 12 mesi (% degli individui, 2016)

3. ECOSISTEMA

BUSINESS E

CORPORATE

Imprese che inviano o ricevono fatture elettroniche (% delle imprese, 2014)

Imprese che vendono online (% delle imprese, 2016)

Imprese con un alto livello di intensità digitale (% delle imprese, 2016)

4. DOTAZIONE

INFRASTRUTTURALE

Copertura Next Generation Access - NGA (% delle famiglie, 2016)

Numero di POS per milione di abitante (2015)

Sottoscrizioni a broadband mobile (sottoscrizioni ogni 100 abitanti, giugno 2016)

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30

Figura 12. Cashless Society Index 2017 (CSI 2017): il posizionamento dell’Italia e degli altri Paesi dell’UE-28 (scala

crescente da 1=min a 10=max) e variazioni di posizione e punteggio rispetto alla classifica del 2016. Fonte:

elaborazione The European House – Ambrosetti, 2017

In generale, i Paesi europei che hanno visto migliorare la loro posizione nel ranking del

CSI 2017 rispetto all’edizione 2016 sono stati 7 (tra i quali anche l’Italia), mentre 8 hanno

peggiorato la loro situazione relativa in classifica. A registrare la performance peggiore è

la Slovacchia, che perde tre posizioni rispetto allo scorso anno (mentre, considerando il

punteggio relativo, fa peggio la Bulgaria, con un calo del 16,5%).

Il miglior incremento è registrato dalla Spagna, che migliora di tre posizioni rispetto al

CSI 2016 (+2% considerando il punteggio relativo) e si posiziona dodicesima, poco dopo

la Francia e davanti alla Germania.

Sono proprio i nostri principali competitor europei, insieme al Regno Unito, a mostrare

un buon livello di sviluppo della cashless society. Anche i Paesi scandinavi (Danimarca,

Finlandia e Svezia) – pur mostrando livelli già elevati di sviluppo della cashless society e

continuando a primeggiare nel ranking – migliorano ulteriormente su numerosi

indicatori. In questo quadro, l’Italia rischia di essere ulteriormente distaccata nella

classifica e rimanere il fanalino di coda europeo.

Figura 13. Variazioni nel posizionamento relativo del CSI 2017 rispetto al CSI 2016 dei Paesi europei. Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

8,51

7,75

7,52

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5%

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-16,

5%

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%

Posizione

vs. 2016

Delta CSI

vs. 2016

Migliorano nel ranking del CSI 2017:

Spagna (+3 posizioni)

Grecia (+2 posizioni)

Lussemburgo (+2 posizioni)

Slovenia (+2 posizioni)

Estonia (+1 posizione)

Lettonia (+1 posizione)

Italia (+1 posizione)

Peggiorano nel ranking del CSI 2017 :

Slovacchia (-3 posizioni)

Paesi Bassi (-2 posizioni)

Austria (-2 posizioni)

Belgio (-1 posizione)

Germania (-1 posizione)

Ungheria (-1 posizione)

Bulgaria (-1 posizione)

Romania (-1 posizione)

Page 35: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

31

Scomponendo l’indicatore complessivo di sintesi, si osserva che il posizionamento

dell’Italia è meno critico con riferimento ai pagamenti digitali, area in cui il nostro Paese

– con 3,77 punti – si posiziona a metà classifica, confermando la 14ma posizione già

registrata nel CSI 2016.

Figura 14. Cashless Society Index 2017: sotto-indice "Stato dei pagamenti elettronici" (Paesi UE-28; scala crescente

da 1=min a 10=max). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

Il posizionamento dell’Italia resta basso negli altri indicatori di sviluppo della cashless

society, confermando così che un miglioramento della situazione dei pagamenti senza

contante in Italia debba essere necessariamente accompagnato da un miglioramento delle

altre tre componenti monitorate dal CSI: società, aziende e infrastrutture.

Considerando la readiness della società, il nostro Paese, con un punteggio relativo di 3,44,

si posiziona infatti terzultimo in Europa, davanti a Bulgaria e Romania, senza

guadagnare né perdere posizioni in classifica.

Figura 15. Cashless Society Index 2017: sotto-indice "Readiness della società" (Paesi UE-28; scala crescente da

1=min a 10=max). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

Leggermente migliore rispetto al 2016 è invece il posizionamento dell’Italia

nell’indicatore relativo all’ecosistema business e corporate, in cui ottiene un punteggio

8,60

8,51

8,47

7,80

6,75

6,57

6,37

5,79

5,56

5,12

4,38

4,32

3,95

3,77

3,69

3,55

3,39

3,36

3,26

3,22

2,91

2,79

2,70

2,48

2,06

1,83

1,75

1,66

Dan

imar

ca

Sve

zia

Reg

no U

nito

Fin

land

ia

Fra

ncia

Por

toga

llo

Pae

si B

assi

Luss

embu

rgo

Bel

gio

Est

onia

Spa

gna

Irla

nda

Cip

ro

Italia

Slo

vacc

hia

Slo

veni

a

Letto

nia

Ger

man

ia

Pol

onia

Aus

tria

Mal

ta

Litu

ania

Rep

. Cec

a

Cro

azia

Rom

ania

Ung

heria

Gre

cia

Bul

garia

9,97

9,21

8,95

8,57

8,57

7,87

7,68

6,93

6,71

6,66

6,21

6,21

6,13

5,84

5,70

5,25

5,24

5,13

5,01

4,74

4,28

4,19

3,90

3,89

3,87

3,44

1,91

1,02

Dan

imar

ca

Sve

zia

Fin

land

ia

Luss

embu

rgo

Pae

si B

assi

Est

onia

Reg

no U

nito

Fra

ncia

Bel

gio

Letto

nia

Aus

tria

Slo

vacc

hia

Ger

man

ia

Irla

nda

Litu

ania

Spa

gna

Ung

heria

Rep

. Cec

a

Mal

ta

Slo

veni

a

Pol

onia

Por

toga

llo

Cro

azia

Gre

cia

Cip

ro

Italia

Bul

garia

Rom

ania

Page 36: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

32

relativo di 2,72, collocandosi in ventesima posizione tra gli Stati Membri dell’UE (+5

posizioni rispetto alla classifica del CSI 2016).

Figura 16. Cashless Society Index 2017: sotto-indice "Ecosistema business e corporate"

(Paesi UE-28; scala crescente da 1=min a 10=max). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

Infine, sul fronte della dotazione infrastrutturale, nel CSI 2017 l’Italia ottiene un

punteggio di 2,89 e si pone al terzultimo posto in Europa, davanti solo a Grecia e

Francia.

Figura 17. Cashless Society Index 2017: sotto-indice "Dotazione infrastrutturale" (Paesi UE-28; scala crescente da

1=min a 10=max). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

Complessivamente, si tratta di risultati non soddisfacenti per l’evoluzione della cashless

society italiana, nonostante il lieve miglioramento rispetto ai risultati ottenuti del CSI

2016 e nella consapevolezza che gli indicatori considerati, prevalentemente di natura

strutturale, richiedono tempo per poter migliorare, soprattutto in chiave comparativa

rispetto ai nostri principali competitori europei.

La posizione italiana restituita dal CSI 2017 appare ancora più grave se si considera che,

all’interno dell’Unione Europea, il nostro Paese è uno di quelli che potrebbe trarre i

maggiori benefici dagli investimenti volti a sviluppare una compiuta e competitiva

9,35

8,20

7,10

5,34

5,06

5,04

4,89

4,84

4,73

4,65

4,65

4,50

4,08

4,04

3,82

3,77

3,64

3,29

2,93

2,72

2,67

2,41

2,37

2,30

2,29

2,29

1,52

1,32

Dan

imar

ca

Fin

land

ia

Sve

zia

Irla

nda

Bel

gio

Slo

veni

a

Rep

. Cec

a

Pae

si B

assi

Mal

ta

Litu

ania

Spa

gna

Ger

man

ia

Por

toga

llo

Aus

tria

Est

onia

Reg

no U

nito

Cro

azia

Fra

ncia

Slo

vacc

hia

Italia

Luss

embu

rgo

Pol

onia

Ung

heria

Gre

cia

Cip

ro

Letto

nia

Rom

ania

Bul

garia

8,8

3

6,1

3

6,0

7

5,6

7

5,3

5

5,2

4

5,2

2

4,9

6

4,9

1

4,8

2

4,7

8

4,6

6

4,5

8

4,5

6

4,4

2

4,2

7

4,1

7

4,0

8

3,8

6

3,7

8

3,5

4

3,4

9

3,3

6

3,0

2

2,9

5

2,8

9

2,6

7

1,3

6

Luss

em

burg

o

Danim

arc

a

Fin

landia

Est

onia

Paesi

Bass

i

Svezi

a

Regno U

nito

Malta

Lituania

Cip

ro

Belg

io

Lett

onia

Irla

nda

Aust

ria

Spagna

Polo

nia

Port

ogallo

Germ

ania

Bulg

aria

Rep. Ceca

Slo

venia

Rom

ania

Slo

vacc

hia

Ungheria

Cro

azi

a

Italia

Fra

nci

a

Gre

cia

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33

cashless society. Questo sia per gli ampi margini che ancora esistono, sia per il costo del

contante che, come già detto in precedenza, rimane particolarmente oneroso per l’Italia.

Figura 18. Costo sociale degli strumenti di pagamento ed evoluzione della cashless society (CSI 2017 e Absolute Cost

of Cash Score 201711), 2017. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati TUFTS University, 2017

Oltre al CSI 2017, un secondo indicatore elaborato e periodicamente monitorato dalla

Community Cashless Society è il Cashless Society Speedometer (CSS), giunto

anch’esso alla sua seconda edizione.

A differenza del CSI, che restituisce una fotografia della situazione attuale della cashless

society in ciascuno Stato Membro, lo speedometer è dinamico, nel senso che analizza la

velocità con cui i 28 Paesi europei si muovono verso un obiettivo comune.

Tale obiettivo è stato fissato, come proposto dalla Community Cashless Society, nel

raggiungimento entro il 2025 del livello medio di transazioni pro-capite con carte di

pagamento dei tre best performer europei (Danimarca, Finlandia e Svezia), che

presentano una media di 260,8 transazioni pro-capite all’anno12.

In particolare, a livello metodologico, il Cashless Society Speedometer assegna un

punteggio su una scala da 0 a 100, a seconda della velocità con cui ciascun Paese del

campione si sta muovendo per raggiungere questo obiettivo nel tempo prestabilito. L’arco

di tempo monitorato è stato il periodo 2010-2015, considerando la crescita nelle

transazioni pro-capite con carte di pagamento nel periodo in esame.

I Paesi dell’UE-28 cresciuti tra il 2010 e il 2015 ad un tasso tale da permettere di

raggiungere l’obiettivo entro il 2025 hanno ottenuto un punteggio di 100, mentre quelli

in cui non vi è stata crescita ottengono un punteggio pari a zero13.

11 Indice elaborato dalla TUFTS University sulla base della mappatura di 140 economie nel mondo (scala crescente da 0 a 100). Punteggi dell’indice superiori a 10 indicano un costo del contante “alto”. 12 Valore in crescita dell’8,6% rispetto alla rilevazione del 2016. 13 I Paesi che sono cresciuti tra il 2010 e il 2015 ad un tasso tale da permettere di raggiungere l’obiettivo stabilito entro il 2025 ottengono un punteggio compreso tra 50 e 100 (un tasso di crescita doppio ottiene un valore di 100), mentre quelli con una decrescita (o nessuna crescita) o con una crescita insufficiente nel periodo considerato ottengono un punteggio rispettivamente pari a zero oppure compreso tra 1 e 50.

FranciaGermania

Belgio

Italia

Polonia

SpagnaRep. Ceca

Ungheria

Paesi Bassi

UK

Danimarca

SveziaFinlandia

Slovenia

Estonia

3

4

5

6

7

8

9

-2 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

CS

I 201

7 (I

ndic

e)

Absolute Cost of Cash Score 2017 (Indice)

Maggior potenziale

dagli investimenti verso

la cashless society

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34

Il risultato che emerge da questo secondo indicatore non è dissimile a quello del Cashless

Society Index 2017, con l’Italia che migliora leggermente la velocità di progressione verso

l’obiettivo definito (ottenendo un punteggio di 7,1 rispetto al 6,6 del 2016), velocità

tuttavia non sufficiente per raggiungere i top performer europei entro il 2025.

Figura 19. Cashless Society Speedometer 2017 (CSS 2017): il posizionamento dell’Italia e di alcuni Paesi europei

(scala crescente da 0 a 100). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

Peggio del nostro Paese fanno soltanto Grecia, Bulgaria, Romania e Cipro. La Germania,

che l’anno scorso si posizionava alle spalle dell’Italia a causa di una bassa incidenza

relativa delle carte di pagamento in confronto ad altri sistemi di pagamento cashless

(addebiti diretti e bonifici), nella rilevazione 2017 eguaglia il punteggio italiano (7,1).

Figura 20. Cashless Society Speedometer 2017 (CSS 2017): classifica e punteggi dei Paesi europei. Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

Anche considerando il tasso di crescita annuo composto (CAGR) delle transazioni pro-

capite con carte di pagamento nel periodo 2010-2015 in Europa, l’Italia risulta crescere

ad una media inferiore rispetto a quella europea: -0,5 punti percentuali nel periodo

considerato, sebbene si tratti di un divario ridotto rispetto a quello misurato lo scorso

anno14.

14 Considerando il CAGR del periodo 2008-2014 il gap dell’Italia con l’Europa era di 1,6 punti percentuali (6,2% contro 7,8%).

On track

UK = 95,0

Francia = 35,5

Italia = 7,1Germania= 7,1

Spagna = 9,8

Polonia = 25,6 Estonia = 71,9

Top 3 (Sve.,

Fin., Dan.) = 100

UE-28 = 24,9

Grecia = 3,4

100,

0

88,1

71,9

68,0

64,5

42,5

38,5

35,5

33,1

25,6

24,9

23,6

21,2

21,1

19,1

13,0

11,1

10,8

9,9

9,8

7,1

7,1

5,8

4,7

4,5

3,4

Top

3 U

E-2

8

Reg

no U

nito

Est

onia

Pae

si B

assi

Luss

embu

rgo

Irla

nda

Letto

nia

Fra

ncia

Bel

gio

Pol

onia

UE

Litu

ania

Slo

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hia

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Por

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llo

Ung

heria

Mal

ta

Aus

tria

Slo

veni

a

Spa

gna

Ger

man

ia

Italia

Cip

ro

Rom

ania

Bul

garia

Gre

cia

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35

Figura 21. Tasso di crescita annuo composto (CAGR) del numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento

nei Paesi dell’UE-28 (valori percentuali), 2010-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati

Banca Centrale Europea, 2017

Secondo la simulazione della Community Cashless Society sull’evoluzione dell’uso delle

carte di pagamento in Italia e in alcuni Paesi europei tra 2010 e 202515, emerge che, a

parità delle condizioni attuali, il nostro Paese registrerà una moderata crescita, non

sufficiente a colmare il gap con le altre principali economie europee.

Figura 22. Evoluzione nell’uso di carte di pagamento nell’UE-28 e in alcuni Paesi europei (numero di transazioni pro-

capite), 2010-2025e. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2017

15 Applicazione del CAGR 2010-2015 al numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento.

32,2

%

24,8

%

23,0

%

21,8

%

20,5

%

17,5

%

17,5

%

15,8

%

13,4

%

13,4

%

9,9%

9,8%

9,8%

9,7%

8,8%

8,7%

8,3%

8,0%

7,2%

7,0%

6,4%

6,2%

6,0%

5,9%

5,6%

4,7%

4,0%

3,7%

Bul

garia

Pol

onia

Rep

. Cec

a

Rom

ania

Slo

vacc

hia

Letto

nia

Litu

ania

Ung

heria

Gre

cia

Irla

nda

Est

onia

Reg

no U

nito

Mal

ta

Dan

imar

ca

UE

-28

Luss

embu

rgo

Italia

Pae

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assi

Bel

gio

Sve

zia

Ger

man

ia

Fra

ncia

Fin

land

ia

Aus

tria

Spa

gna

Slo

veni

a

Cip

ro

Por

toga

llo

0

100

200

300

400

500

600

700

800

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

Danimarca Germania Spagna Francia Italia

Finlandia Svezia Regno Unito UE-28

Page 40: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

36

1.4. GLI INTERVENTI IN ITALIA A SOSTEGNO DELLA TRANSIZIONE VERSO LA

CASHLESS SOCIETY

Nell’anno trascorso dalla prima edizione del Rapporto della Community Cashless Society

(aprile 2016), il Paese ha assistito a diversi sviluppi in ambito normativo e

regolamentare relativi al settore dei pagamenti elettronici.

A monte, si ricorda che il 2016 ha visto l’applicazione del disposto della Legge di Stabilità

(commi 898 e seguenti dell’art. 1), che ha determinato l’innalzamento del limite

legale all’uso del contante da 1.000 a 3.000 Euro. L’obiettivo dichiarato dal Governo

italiano è stato il sostegno alla ripresa dei consumi interni, garantendo una maggior

fluidità nelle transazioni quotidiane nell’attuale quadro macroeconomico.

Con la nuova normativa, dal 1° gennaio 2016 il contante può essere utilizzato tra soggetti

diversi per tutti i tipi i pagamenti fino a 2.999,99 Euro, mentre le transazioni per importi

superiori ai 3.000 Euro richiedono strumenti quali il bonifico bancario, l’assegno non

trasferibile, la carta di credito o il bancomat. Il limite di 999 Euro resta, invece, per i

money transfer e i pagamenti dalla Pubblica Amministrazione. Sono esenti anche i turisti

stranieri extra-UE: in questo caso, commercianti e agenzie di viaggio sono autorizzate ad

accettare pagamenti in contanti fino a 15.000 Euro.

La decisione del Governo italiano di innalzare la soglia dei pagamenti in contante appare

contrastante sotto il profilo della comunicazione e della chiarezza di indirizzo

strategico, in quanto va nel senso contrario rispetto all’obiettivo di un compiuto

sviluppo della cashless society nel nostro Paese, attraverso una forte azione politica volta

a ridurre la diffusione del contante e ad incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento

non cash-based e innovativi.

Insight – I limiti all’uso legale del contante in Europa

Nonostante il recente innalzamento del limite legale all’uso del contante nelle transazioni, l’Italia è uno dei Paesi

europei con i requisiti più stringenti. Diversi Stati Membri dell’UE non pongono infatti alcun limite all’uso di contante

nelle transazioni di pagamento, mentre in altri la soglia è decisamente più elevata rispetto a quella fissata dal

Governo italiana. I Paesi più “virtuosi” in Europa sono Grecia (soglia ridotta da 1.500 a 500 Euro, da gennaio

2017), Portogallo e Francia (1.000 Euro).

Figura 23. Soglia legale all’uso del contante in Europa, (limite in Euro, Per i Paesi che non utilizzano l’Euro come moneta è stata applicata

una conversione con i tassi di cambio medi del 2016), 2017. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati European Consumer

Centre France, 2017

500

1.00

0

1.00

0

2.26

0

2.50

0

3.00

0

3.00

0 5.00

0

5.11

0

14.0

00

15.0

00

15.0

00

Gre

cia

Por

toga

llo

Fra

ncia

Rom

ania

Spa

gna

Italia

Bel

gio

Slo

vacc

hia

Bul

garia

Rep

. Cec

a

Cro

azia

Pol

onia

Da gennaio 2017,

ridotta da €1.500 a

€500

Soglia precedente

(prima del 2016):

€1.000

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37

Un importante avanzamento sul fronte della digitalizzazione delle relazioni di cittadini e

imprese con la P.A. proviene dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) e da

Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid).

Il CAD, pur necessitando di attuazione per diversi suoi elementi, si pone l’indirizzo di

favorire la transizione del settore pubblico verso strumenti di pagamento digitali. L’art. 5

del nuovo CAD, in particolare, individua nei pagamenti digitali i principali strumenti di

incasso delle amministrazioni pubbliche e cita il Nodo dei Pagamenti-SPC di AgID come

piattaforma standard a cui tutte devono aderire, anche se possono utilizzare in aggiunta

ulteriori piattaforme, come ad esempio il Servizio CBILL.

Inoltre, all'interno dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici, è stato inserito un

principio di neutralità nella scelta dello strumento di pagamento, evitando

discriminazioni tra carte del circuito nazionale e quelle di circuiti internazionali.

Infine, viene introdotta la possibilità di utilizzare anche il credito telefonico per i

micro-pagamenti, in linea con le previsioni della direttiva PSD2 (Payment Service

Directive 2): proprio il recepimento della PSD2 rappresenta la sfida più impegnativa sotto

il profilo normativo per la filiera dei pagamenti16.

A un anno dal suo avvio, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, gestito dall’Agenzia

per l’Italia Digitale e rilasciato da operatori certificati, ha visto l’aumento delle utenze

attive ad oltre 1,2 milioni, in parte sostenuto dall’attivazione dei servizi “App18” (il

bonus per la cultura destinato ai diciottenni, che interessa 367.000 ragazzi) e “Carta del

Docente” per l'aggiornamento professionale (399.000 insegnanti coinvolti), accessibili

solo tramite Spid. Il numero di cittadini dotati di identità digitale dovrebbe superare la

quota di 9 milioni entro i prossimi 3 anni. Ad oggi, le P.A. aderenti sono 3.720 ed i servizi

disponibili accessibili con Spid 4.27317.

Crescono anche gli utilizzatori della piattaforma pagoPA, lanciata dall’Agenzia per

l’Italia Digitale (AgID), che consente a cittadini e imprese di pagare in modalità elettronica

la Pubblica Amministrazione. A fine gennaio 2017 gli enti pubblici aderenti e con almeno

un servizio di pagamento digitale attivo erano 15.292. Inoltre, le transazioni effettuate nel

solo mese di gennaio 2017 sono state 439.392 (+300% rispetto a dicembre 2016), mentre

il servizio si sta muovendo verso una maggior accessibilità e user-friendliness.

16 L’Italia è il primo Paese ad aver avviato l’iter per il suo recepimento. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’1 settembre è stata pubblicata la Legge n.170 del 12 agosto 2016 che delega il Governo al recepimento della direttiva. 17 Fonte: Agenzia per l’Italia Digitale, marzo 2017.

Insight – I pagamenti con mobile ticketing

La pubblicazione della delibera AGCOM innalza la soglia per gli acquisti con il mobile ticketing da 5 a 12,5 Euro.

Per ora tale delibera (527/16/CONS) è limitata ad acquisti di titoli di viaggio, accesso alle aree ZTL, acquisto di

biglietti per il prolungamento del parcheggio nelle aree blu o per i servizi di car e bike sharing, ma offre possibilità

più ampie per chi utilizza smartphone e dispositivi elettronici per gli acquisti di piccoli importi e di tutti i giorni.

Fonte: AGCOM, 2016

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38

Nel corso del 2016 è stata annunciata la “lotteria dei corrispettivi” (o “lotteria degli

scontrini”), meccanismo previsto dalla Legge di Bilancio per il 2017 all’interno delle

misure antielusive e di contrasto all’evasione fiscale e di incentivazione dell’utilizzo di

strumenti di pagamento elettronici da parte dei consumatori.

La sperimentazione della lotteria partirà con l’applicazione ai pagamenti effettuati con

carte di pagamento18 a novembre 2017 (rispetto alla previsione iniziale prevista per

marzo 2017), per poi entrare a regime indicativamente dall’inizio del 2018 con

l’estensione anche ai pagamenti in contante.

Tale misura recepisce la proposta lanciata nell’aprile 2016 della Community Cashless

Society per l’attuazione di tale meccanismo19, anche sulla scia di esperienze estere varate

dai Governi di Paesi che – come l’Italia – mostrano una forte dipendenza dal contante

(si veda il box seguente per un approfondimento).

18 La lotteria sarà attuata in via sperimentale limitatamente agli acquisti di beni o servizi, “fuori dall’esercizio di attività d’impresa, arte o professione, effettuati da contribuenti, persone fisiche residenti nel territorio dello Stato”, mediante carta di credito e bancomat. Ex art. 1, comma 544, spetterà ad un decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, l’emanazione di un regolamento “disciplinante le modalità tecniche relative alle operazioni di estrazione, l'entità e il numero dei premi messi a disposizione, nonché ogni altra disposizione necessaria per l'attuazione della lotteria”. 19 La Community aveva proposto infatti di ntrodurre strumenti di gamification, come la “lotteria degli scontrini”, per sensibilizzare, informare ed educare i cittadini all’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.

Focus – La digitalizzazione delle informazioni per una nuova tax compliance in Italia

Dalla Legge Delega Fiscale 2014 alla Legge di Bilancio 2017* è stata attuata nel nostro Paese una strategia

dell’amministrazione finanziaria italiana finalizzata a semplificare gli adempimenti fiscali di imprese e

professionisti e supportare la tax compliance, attraverso:

- l’acquisizione in formato digitale delle informazioni di tutte le operazioni IVA (nel B2G con FatturaPA, nel

B2C con la trasmissione telematica dei corrispettivi e nel B2B con la trasmissione dei dati delle fatture e/o

fatturazione elettronica);

- la disponibilità di soluzioni di supporto gratuite;

- la fruibilità delle informazioni acquisite.

Tali misure contribuiranno ad incentivare l’adozione della fatturazione elettronica, accelerare la digitalizzazione dei

processi amministrativi, ridurre i costi della P.A. (anche ambientali) e aumentare la competitività del sistema-Italia.

Con riferimento alla trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate (giornaliera per i corrispettivi,

trimestrale per le fatture) si potranno ottenere alcuni benefici di sistema:

- l’eliminazione dell’obbligo di registrazione;

- la riduzione dei costi di gestione degli apparecchi;

- la consultabilità dei dati sul web (in un’area ad accesso autenticato);

- la sostituzione della valenza fiscale di scontrino e ricevute.

L’introduzione dei registratori di cassa telematici sarà inoltre uno dei fattori abilitanti l’avvio della “lotteria dei

corrispettivi” in fase di lancio in Italia.

_______________________________________________

(*) Si vedano: D.Lgs. n. 127/15, D.L. n. 193/16 e Legge n. 232/16.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Agenzia delle Entrate, 2017

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Tuttavia, la Community ha anche auspicato – nell’ottica di un rapido raggiungimento

della cashless society – che la lotteria fosse limitata ai soli pagamenti effettuati in

modalità cashless. È quindi da giudicare positivamente l’emendamento apportato alla

Legge di Bilancio in base al quale, pure essendo il meccanismo esteso a tutte le forme di

transazione (con titoli cartacei e non), la probabilità di vincita dei premi sarà

aumentata del 20% rispetto alle transazioni effettuate mediante denaro contante, per

le transazioni effettuate attraverso strumenti che consentano il pagamento con carta di

debito e di credito.

Focus – I meccanismi di lotteria degli scontrini per la promozione dei pagamenti digitali: le principali

esperienze dal mondo

Sempre più Paesi stanno promuovendo meccanismi di “lotteria degli scontrini” come forma di incentivazione

all’uso delle carte di pagamento presso i cittadini e commercianti e di contrasto al fenomeno dell’evasione

fiscale.

La lotteria introdotta a Taiwan dal 1°gennaio 1951 dal Ministero delle Finanze per incentivare la richiesta degli

scontrini e combattere l’evasione fiscale è tutt’ora attiva. È finanziata usando il 3% del gettito annuo delle attività

economiche e ha fatto registrare importanti risultati (+75% di raccolta fiscale rispetto al 1950). Nel tempo anche

l’ammontare dei premi è aumentato: le estrazioni (il giorno 25 di ogni mese dispari) prevedono 6 premi in denaro

fino a quasi 300.000 Euro per il primo estratto.

Anche la Cina è stata tra i primi Paesi a ricorrere a tale strumento: il governo ha introdotto dal 1998 dei “gratta e

vinci” abbinati agli scontrini, con premi in denaro correlati al valore dello scontrino ed erogati, in caso di estrazione

vincente, direttamente dal commerciante. Si stima che la “Lottery Receipt Experiment” cinese abbia incrementato

il gettito complessivo di circa il 10% e che il gettito aggiuntivo abbia totalizzato circa 30 volte il costo iniziale della

lotteria.

Non mancano esperienze di successo anche in Europa. Ad esempio, nel 2014 il governo portoghese ha lanciato

la “Fattura della Fortuna” (Fatura da Sorte). Per partecipare è sufficiente richiedere al commerciante di riportare

sul documento il codice fiscale del cliente. I premi sono erogati sotto forma di certificati del Tesoro da 35.000 Euro

per le estrazioni settimanali e da 50.000 Euro per le estrazione semestrali. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate

portoghese, il valore delle fatture segnalate è aumentato da 2 a 5 miliardi di Euro tra aprile 2014 e aprile 2016.

Anche altri Paesi europei stanno percorrendo tale strada, con interessanti risultati per la finanza pubblica:

- La Vat Lottery di Malta, attiva dal 2011, richiede a chi intende partecipare la consegna del documento fiscale

corredato dei propri dati per posta o a mano. L’estrazione è pubblica, sotto la supervisione di un comitato, e

i risultati sono divulgati su sito del Governo maltese. La vincita ammonta a 100 volte il valore dello scontrino

con un premio minimo di 233 Euro e un premio massimo di 11.647 Euro.

- La Slovacchia ha introdotto la lotteria degli scontrini nel 2013, con estrazioni settimanali. Nel 2013 si sono

generati 370 milioni di Euro di tasse raccolte in più rispetto al 2012.

- In Romania lotteria fiscale è stata lanciata dall’aprile 2015. Le estrazioni sono mensili e i premi in denaro

possono raggiungere il valore di 20.000 Euro.

- In Albania, dove l’incidenza del contante sul PIL nazionale ammonta a 16,2% (tra i livelli più elevati in Europa

e nel mondo), è stata promossa una campagna temporanea per fare emergere l’economia sommersa, con

una prima lotteria nel 2015 e cessata l’anno successivo. I premi in palio sono stati più di 500 e per partecipare

era necessario raccogliere più di 50 scontrini per un valore complessivo superiore a 36 Euro.

Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Ministero delle Finanze di Taiwan, Ministero delle Finanze

della Repubblica Popolare Cinese, Governo e Agenzia delle Entrate del Portogallo, Ministeri delle Finanze di Malta, Slovacchia,

Romania e Albania, 2017

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CAPITOLO 2

GLI SVILUPPI DELLA “CASHLESS SOCIETY” NEL MONDO: ALCUNE

ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI SUCCESSO

Come confermato dai risultati del Cashless Society Index 2017, lo scenario dei pagamenti

digitali resta molto diversificato all’interno dell’Unione Europea, ma anche a livello

globale si è assistito negli ultimi 12 mesi ad un significativo dinamismo nelle policy e

iniziative varate in diverse nazioni per la promozione dei pagamenti elettronici, a

conferma che sempre più Paesi riconoscono l’importanza della piena affermazione della

cashless society.

Per una migliore comprensione del fenomeno e a supporto delle proposte formulate dalla

Community Cashless Society per il Sistema-Italia, sono stati selezionati numerosi casi

studio, a livello europeo ed extra-europeo, d’interesse sulla promozione dei pagamenti

alternativi al contante.

Dal 2015, l’Osservatorio della Community Cashless Society ha effettuato una

ricognizione delle esperienze di successo attraverso la mappatura e l’approfondimento

di oltre 30 best practice internazionali relativi alla promozione degli strumenti di

pagamento elettronici, supportata da un’attiva collaborazione con un network

internazionale di esponenti delle Istituzioni e della financial community, esperti e

opinion leader, grazie alle relazioni avviate con le Ambasciate in Italia20.

I fattori considerati sono stati:

L’avvio di strategie nazionali e l’implementazione di misure specifiche nel settore

pubblico e privato finalizzate ad incentivare lo sviluppo e l’adozione degli strumenti

di pagamento non cash-based.

Il livello di penetrazione degli strumenti di pagamento elettronici e la rapidità della

loro diffusione.

La promozione di azioni di sensibilizzazione dei cittadini, aziende ed esercenti verso

l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico.

Le evidenze raccolte dalle interviste one-to-one con gli esperti e gli opinion leader dei

Paesi approfonditi sono state integrate con dati e informazioni di pubblico dominio (siti

web istituzionali ed aziendali, presentazioni pubbliche, bilanci e altra documentazione

pubblica o fornita direttamente dalle Ambasciate estere in Italia) disponibili al momento

della redazione del presente Rapporto.

20 Si ringraziano, in particolare, le Ambasciate in Italia di Australia, Canada, Estonia, Grecia e Svezia per il supporto offerto alle attività di analisi della seconda edizione della Community Cashless Society sui rispettivi casi-Paese.

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Figura 24. I casi studio internazionali e benchmark di interesse analizzati dalla Community Cashless Society dal 2015.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2017

Le analisi sono state condotte per mettere in evidenza specifici aspetti che caratterizzano

e differenziano le realtà indagate e i relativi strumenti adottati.

Si propone di seguito una sintesi dei seguenti casi di successo21:

Estonia;

Svezia;

Belgio;

Danimarca;

Francia;

Grecia;

Canada;

Australia;

India.

Sono inoltre presentati degli highlight su Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Hong Kong

e Singapore22. Per le esperienze di riferimento legate alle “lotterie degli scontrini”

promosse dai Governi per incentivare il ricorso ai pagamenti elettronici23, si rinvia a

quanto presentato nel Capitolo 1 del presente Rapporto.

21 Il materiale raccolto rappresenta una base informativa più ampia di quella presentata in questo Rapporto. The European House - Ambrosetti è disponibile a darne evidenza agli interessati. 22 Per un approfondimento delle esperienze di Finlandia, Polonia, Spagna, Corea del Sud, Sudafrica e Paesi dell’America Latina (Argentina, Brasile, Colombia e Uruguay) si rinvia al Rapporto 2016 della Community Cashless Society. 23 Nello specifico: Taiwan, Cina, Portogallo, Malta, Slovacchia, Romania e Albania.

Corea del Sud

Argentina

Sudafrica

BrasileColombia

Uruguay

Canada

USA

Australia

Turchia

Singapore

Taiwan

Albania

Belgio

Danimarca

Estonia

Finlandia

Francia

Grecia

Irlanda

Malta

Paesi Bassi

Polonia

Portogallo

Regno Unito

Romania

Slovacchia

Spagna

Svezia

Cina

Hong Kong

Europa

India

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2.1. I CASI STUDIO D’INTERESSE A LIVELLO EUROPEO

ESTONIA: UN ECOSISTEMA DIGITALE A SUPPORTO DEI PAGAMENTI ELETTRONICI

A partire dai primi anni Duemila, l’Estonia ha avviato un percorso di

digitalizzazione di sistema (“e-society”) che ha visto in quattro elementi – accesso a

Internet per tutti, rilascio della identità digitale, digitalizzazione dei servizi della P.A. e

dematerializzazione dei pagamenti – le principali chiavi del successo di tale strategia-

Paese.

Figura 25. La digital society in Estonia e il ruolo dei pagamenti elettronici. Fonte: elaborazione The European House -

Ambrosetti su dati Governo estone, 2017

L’accesso a Internet è un diritto sociale dei

cittadini: ovunque nel Paese è presente il

wi-fi gratuito e l’88% delle abitazioni e il

100% delle scuole e degli enti pubblici è

dotato di connessione a banda larga.

Nel 2002, è stata introdotta la carta

d’identità digitale che viene consegnata ad

ogni cittadino estone all’età di 15 anni: oggi la

e-ID ha un tasso di penetrazione del 94% e

viene impiegata nelle principali attività della

vita quotidiana e lavorativa (identificazione,

firma digitale, servizi pubblici, sanità, e-

voting, patente di guida, trasporti pubblici,

carte fedeltà, ecc.), favorendo una forte

integrazione tra e-payment ed ecosistema

digitale. Dal 2007 è disponibile anche la

versione mobile della carta d’identità digitale

(m-ID Card), oggi è utilizzata da 75.000

utenti in Estonia.

L’evoluzione dell’identità digitale è rappresentata dalla e-residency (si veda il box

seguente).

PAGAMENTI ELETTRONICI

99% delle transazioni bancarie

è cashless

99,8% online banking

Moral suasion verso l’utilizzo

della carta nelle transazioni

(es. negozi, taxi, ecc.)

ID CARD

Tasso di penetrazione del 94% (obbligo di

legge per cittadini >15 anni, validità per 5

anni)

Utilizzo per le principali attività della vita

quotidiana e lavorativa (identificazione, firma

digitale, servizi pubblici, sanità, e-voting,

business & banking, licenza di guida,

trasporti pubblici, carte fedeltà)

ACCESSO A INTERNET

Internet è un diritto sociale dei cittadini e lo Stato è

«digital by default»

88% delle abitazioni con banda larga (100 Mbps

entro il 2018)

Free wi-fi diffuso nel Paese

P.A. E E-SERVICES AL CITTADINO

E-cabinet: riunioni da 4-5h a 30-90 min

E-tax: 98% delle dichiarazioni fiscali compilate

online (media di 3-30 min)

E-prescriptions: 99%

99% dei servizi statali sono online

E-voting: 30% avviene online

Avvio di una impresa online in 18 min

Insight – X-Road, l’ossatura della e-Estonia

A seguito della creazione dei nuovi sistemi

informativi, per rispondere alla crescente necessità

di integrare le strutture IT e gestirle in modo

centralizzato, alla fine degli anni Novanta il

Governo estone ha creato e reso operativa dal

2002, la piattaforma X-Road, con l’obiettivo di

creare un ambiente sicuro e di interconnessione

standard per la comunicazione di dati o

informazioni dei sistemi per i servizi pubblici e

digitali.

Oggi X-Road connette oltre 200 enti che offrono

servizi digitali e mobile e abilita più di 2 milioni di

transazioni al giorno. Nel 2015, il portale dello Stato

(eesti.ee) è stato visitato 5,5 milioni di volte.

Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti

su dati Governo estone, 2017

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Sul fronte pubblico, la carta d’identità elettronica abilita l’accesso dei cittadini estoni ad

oltre 600 sistemi informativi G2C e G2B (per un totale di 3.500 servizi offerti) e

garantisce la massima user experience, con visione del Governo di perseguire un

approccio “zero-click service”. Ad esempio, il 98% delle dichiarazioni fiscali viene

compilato online (in una media di 3-30 minuti), circa un terzo dei cittadini utilizza la e-

ID anche per votare online (30,1% nel 2015), il 99% delle ricette mediche viene prescritta

in forma digitale e le cartelle cliniche sono elettroniche per il 70%, l’80% delle scuole (con

la copertura del 90% degli studenti) dispone di soluzioni digitali per le comunicazioni tra

insegnanti, genitori e studenti.

Figura 26. La roadmap delle milestone per realizzare la e-society in Estonia, 2000-2014. Fonte: elaborazione The

European House - Ambrosetti su dati Governo estone, 2017

2000 2001 2002 2003 2005 2007 2008 2010 2011 2012 2013 2014

e-Tax Board

m-Parking

e-School

Digital SignatureID Card

i-Voting

e-Health system

Smart Grid

X-Road Europe

Population Registry

X-Road ID bus ticket

e-Land Registry

Mobile-ID

Keyless Signature Infrastructure

e-Police system

e-Prescription

Country-wideEV quick charging network

e-Residency

Data Embassy

Focus – I benefici legati alla e-residency dell’Estonia

Il Governo estone sta promuovendo l’approccio digitale anche nei confronti dei non residenti: l’Estonia è stata il

primo Paese al mondo ad offrire, nel 2014, una e-residency*, ovvero una carta d’identità digitale transnazionale

che non concede né diritto al voto, né altri diritti costituzionali, ma consente a chi ne è titolare l’accesso a tutti gli

altri servizi online come:

- avviare un’impresa in Estonia e gestirla online, quindi anche in remoto dall’estero (pratiche amministrative,

ecc.);

- aprire un conte corrente in remoto (senza necessità di identificazione fisica e di doversi recare fisicamente

nel Paese);

- firmare digitalmente documenti amministrativi (ad esempio, bilanci annuali e contratti);

- dichiarare e pagare le tasse online.

Ad oggi, gli e-resident dell’Estonia sono oltre 15.280** (a fronte di un target dichiarato dal Governo pari a 10 milioni

entro il 2025 rispetto ad una popolazione di 1,3 milioni di abitanti) e sono nate più di 1.200 nuove imprese, essendo

le richieste guidate soprattutto da ragioni commerciali e imprenditoriali.

_______________________________________________

(*) La procedura di richiesta della e-residency è molto rapida (circa 18 minuti) e prevede la compilazione online di un modulo, la scannerizzazione del proprio

passaporto, l’invio di una fototessera e il pagamento di 100 Euro: il rilascio avviene normalmente nell’arco di circa 3 mesi, a seguito dei controlli effettuati dalla

polizia estone. (**) Tra i 136 Paesi che hanno fatto domanda per la e-residency estone vi sono, in termini di maggior numero di concessioni, Finlandia (più di 2.600),

Russia (più di 1.300), Stati Uniti d’America, Regno Unito, Ucraina, Germania e Italia.

Fonte: Estonian Ministry of Economic Affairs and Communications, 2017

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Oggi l’Estonia è tra i Paesi con una quota annua di pagamenti con carte superiore alle

200 transazioni pro-capite, aumentate dell’82% tra 2008 e 2015 e ad un tasso di

crescita medio annuo composto dell’8,9%. Parallelamente, i prelievi di contante dai

terminali ATM si sono ridotti del 26% tra 2008 e 2015 (da 49,8 a 37 operazioni). Inoltre,

il 99,8% di tutti i trasferimenti bancari viene svolto online, rendendo così meno necessari

gli sportelli fisici.

Figura 27. Transazioni annue in Estonia con carte di pagamento (numero totale pro-capite e valore in miliardi di Euro),

2002-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

I risultati ottenuti a livello di sistema dalla e-strategy estone sono significativi:

un risparmio del 2% di PIL all’anno grazie alla digitalizzazione e alla P.A.

paperless;

l’efficientamento della raccolta fiscale (nel 2015, +125 milioni di Euro da

raccolta fiscale dalle aziende), aspetto che pone l’Estonia ai primi posti a livello

globale24;

l’ottimizzazione dell’erogazione dei servizi pubblici, con benefici per i

cittadini (ad esempio, riduzione di un terzo delle code negli ospedali, polizia efficiente

50 volte in più rispetto al passato grazie alla digitalizzazione, risparmio di 2,5 volte

grazie all’e-voting).

In sintesi, la costruzione della e-nation e la piena affermazione della cashless economy

sono state guidate da alcuni principi:

1. Connettività ovunque e da ogni dispositivo (diffusione della tecnologia 4G in tutto il

Paese e 5G dal 2018).

2. Identificazione univoca dell’utente secondo l’adozione del principio “once only”25 e

della firma digitale avanzata (ad esempio, registrazione di aziende, e-voting, e-tax,

e-custom, ecc.).

24 L’Estonia è prima, secondo l’OCSE, per competitività del sistema fiscale nazionale. 25 La logica “once only” prevede l’acquisizione di dati e informazioni degli utenti (cittadini, clienti, aziende, ecc.) in una sola volta e la messa a disposizione dei dati ai diversi soggetti lungo la filiera delle verifiche e

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Transazioni pro-capite

ITA 2015 = 37,8

Numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento

Valore delle transazioni con carte di pagamento

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3. “Trust” verso le Istituzioni, collaborazione pubblico-privato e “trasparenza digitale”.

4. Protezione dei dati, anche grazie alla presenza di un centro di eccellenza NATO nella

cybersecurity ed ad enti nazionali specializzati in tale ambito26.

5. Principio “no legacy” (inteso come processo di rinnovo delle infrastrutture ICT della

P.A. ogni 13 anni, equivalente a circa 2 cicli tecnologici).

6. Lancio di policy dedicate e creazione delle condizioni di competitività per i pagamenti

elettronici secondo il principio di rendere il contante meno conveniente, anche per

agire sui comportamenti dei cittadini (tra le principali misure, si segnalano: il divieto

di erogare le pensioni in contanti; la segnalazione alla Tax Authority delle transazioni

di importo superiore ai 1.000 Euro pagate in contanti; la dotazione di infrastrutture

per la piena accettazione dei pagamenti cashless nel settore pubblico e nel privato,

senza extra-charge nella P.A.; l’assenza di limiti di pagamento minimo sulle carte

con fee in percentuale del pagamento; la previsione di una commissione sui depositi

bancari in cash).

7. La realizzazione di campagne di comunicazione istituzionale, programmi nazionali

di educazione sugli skill digitali e sull’uso degli strumenti di pagamento dirette ai

cittadini e alle fasce “critiche” di giovani e anziani (ad esempio, sono previste: la

dotazione di carte di pagamento anche per i bambini; azioni di sensibilizzazione di

specifiche categorie di operatori, come i tassisti; la creazione di una fondazione

nazionale per l’educazione digitale con programmi rolling su temi di attualità).

SVEZIA: VERSO UNA NAZIONE COMPLETAMENTE CASHLESS

In Europa, i Paesi scandinavi si contraddistinguono per il più alto tasso di utilizzo delle

carte di pagamento: considerando il numero annuo di transazioni pro-capite, Danimarca

(300 – si veda il paragrafo successivo), Svezia (290) e Finlandia (259) sono i primi tre

Paesi europei per utilizzo delle carte di pagamento.

In particolare, in Svezia la dipendenza dal contante è molto ridotta:

il contante in circolazione è diminuito del 40% negli ultimi 7 anni (il valore delle

banconote e monete in circolazione ha iniziato a diminuire di anno in anno dal 2007);

l’incidenza del contante sul PIL è passata dal 10% nel 1950 a meno del 2% nel 2015;

i prelievi da terminali ATM sono diminuiti del 47% negli ultimi 10 anni.

La Banca Centrale svedese stima che l’ammontare del contante in circolazione si ridurrà

del 50% tra il 2012 e il 2020.

delle autorizzazioni, nell’ottica di unificare i controlli di competenza dei diversi enti all’interno di un sistema completamente digitalizzato. 26 Oltre al Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence della NATO e alla European Agency for large-scale IT systems for internal security, l’Estonia ospita l’Information System Authority (RIA), che ha il compito di coordinare lo sviluppo e la gestione del sistema informativo nazionale per supportare lo Stato nell’offerta dei migliori servizi ai cittadini.

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Figura 28. Transazioni annue in Svezia con carte di pagamento (numero totale pro-capite e valore in miliardi di Euro),

2008-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

Il contante diventa quindi superfluo per la maggior parte della popolazione e cresce

l’utilizzo delle carte di pagamento (+62% in termini di operazioni pro-capite rispetto al

2008) e di modalità di pagamento mobile, come dimostra il successo delle applicazioni

Swish – sviluppata dalle principali banche del Paese27 per scambiare denaro tra conti

correnti bancari via smartphone (5 milioni di utenti su una popolazione di 9,9 milioni di

abitanti) – e iZettle, che registra 1.000 nuovi clienti al giorno.

In Svezia si riscontra un diffuso orientamento verso i pagamenti elettronici, che si riflette

anche negli acquisti retail (solo il 20% delle transazioni è effettuato con contante,

rispetto al 39% del 2010) e nelle transazioni verso la Pubblica Amministrazione (il 70%

della popolazione presenta la dichiarazione dei redditi elettronicamente).

Grazie alla stretta collaborazione tra Istituzioni, sistema bancario – con un ruolo di

driver svolto dalla Banca Centrale svedese – e industria, la Svezia punta a diventare la

prima “nazione cashless” al mondo.

BELGIO E DANIMARCA: UN APPROCCIO NAZIONALE PER PROMUOVERE LA

DIGITALIZZAZIONE DEL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO

Il Belgio è tra i Paesi dell’Europa continentale che stanno implementando con decisione

la transizione cashless della società e dell’economia. I cittadini belga utilizzano sempre

più le carte di pagamento e gli strumenti digitali nella vita quotidiana, come confermato

da alcuni dati:

Dal 2008 al 2015 il numero delle transazioni pro-capite con carte di pagamento è

aumentato del 59% (da 87,2 a 138,9), a fronte di una riduzione del 33% nel numero

di prelievi di contante per carta e del 16% nel valore dei prelievi tra 2011 e 201528.

27 Sono stati fondatori di Swish nel 2012 Danske Bank, Handelsbanken, Länsförsäkringar, Nordea, SEB e Swedbank, cui si sono aggiunte Skandiabanken e ICA Banken. 28 Fonte: Banca Centrale Europea, settembre 2016.

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Numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento

Valore delle transazioni con carte di pagamento

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Secondo ulteriori rilevazioni29, nel 2015 le transazioni elettroniche sono state pari a

circa 1,8 miliardi, con un incremento del 7,5% rispetto al 2014 e del 14,7% rispetto al

2013, con una crescita dei pagamenti elettronici di importo contenuto (nel 2015 il

20,5% di tutte le transazioni effettuate su circuito Bancontact30 ammontava a meno

di 10 Euro, rispetto al 18,2% dell’anno precedente).

Gli acquisti sul canale e-commerce (pur rappresentando ancora solo il 3% delle

transazioni complessive) sono cresciuti del 19,5% nel 2015.

Il numero di utilizzatori di Internet banking è aumentato di quasi 4 volte in 10 anni,

passando da 3 a oltre 11 milioni tra 2005 e 2015.

Anche la crescita del mobile banking è stata sostenuta, raggiungendo i 3,2 milioni di

sottoscrizioni nel 2015.

Figura 29. Transazioni annue in Belgio con carte di pagamento (numero totale pro-capite e valore in miliardi di Euro),

2011-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

Nel 2015 il Vice Primo Ministro e Ministro per l’Agenda Digitale e le Telecomunicazioni,

Alexander De Croo, ha lanciato il piano d’azione “Digital Belgium”, finalizzato a

rafforzare ulteriormente la digitalizzazione del Paese, facendo leva su cinque priorità:

economia digitale, infrastrutture digitali, competenze digitali, digital trust & digital

safety e e-Government.

L’obiettivo del Governo è rendere il Belgio entro il 2020 uno dei primi tre Paesi

più avanzati in Europa in termini digitali, creando almeno 50.000 nuovi posti di

lavoro in tutta l’economia.

I pagamenti digitali sono indicati all’interno della strategia come un abilitatore

trasversale ed entro il 2020 sono attese:

29 Fonte: Worldline Benelux, 2016. 30 Bancontact è la principale piattaforma di pagamento con carte di debito (accettata in oltre 120.000 punti vendita) su cui transita il 73% delle transazioni elettroniche in Belgio (+9% rispetto al 2014). L’incremento dei pagamenti con carta per acquisti di piccolo taglio è stato favorito anche dalla decisione di Worldline di ridurre la fee del 60% per le spese sotto i 5 Euro (da 0,05 a 0,02 Euro dal 1° giugno 2016) e del 30% per quelle comprese tra 5 e 10 Euro.

Transazioni pro-capite

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Numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento

Valore delle transazioni con carte di pagamento

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48

la piena diffusione della fatturazione elettronica (verso la P.A. e B2B) a

sostituzione di quella tradizionale, con un risparmio stimato di circa 3,5 miliardi

all’anno;

la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (ad oggi sono attivi oltre

700 servizi pubblici con autenticazione online e collegati a pagamenti digitali).

La e-strategy del Belgio si inserisce all’interno di altre misure adottate dal Governo in

tale direzione. In particolare, nel 2009, similmente al caso estone, è stata introdotta la

carta d’identità elettronica (eID), che viene rilasciata a ciascun cittadino dall’età di

12 anni. Tale carta è utilizzabile non solo come attestato della propria identità e per gli

spostamenti in Belgio e in altri Paesi dell’UE, ma anche - in combinazione con un codice

PIN personale - come certificato di autenticazione per l’accesso a diversi servizi

pubblici via web31, la firma elettronica di documenti ufficiali32, la compilazione e verifica

online della dichiarazione dei redditi33, l’offerta e l’acquisto di immobili online, la

segnalazione online alla Polizia di reati minori (come furti, atti di taccheggio e di

vandalismo) e per altri servizi nel settore privato (ad esempio, utilizzo come tessera della

biblioteca, attestato di identità per acquisti e vendite online, prenotazioni alberghiere,

apertura di un conto corrente, biglietto del treno, accesso a distributori automatici e

piattaforme di gioco online, nonché come chiave di rete aziendale per accesso a edifici e

strutture).

Anche la Danimarca è tra i Paesi più avanzati sul fronte cashless, come anche

testimoniato anche dalla leadership detenuta – per il secondo anno consecutivo – nella

classifica del CSI 2017. Nel 2015 il Governo ha varato la quarta strategia

quinquennale di digitalizzazione della P.A. (2016-2020), focalizzato su tre aspetti:

facilità di utilizzo (user experience) degli strumenti digitali nel settore pubblico;

migliore valorizzazione dei dati della P.A. per abilitare crescita e nuovi business;

sicurezza e “avvicinamento” degli utilizzatori.

Le edizioni precedenti della “e-Government Strategy” hanno favorito il raggiungimento

di importanti traguardi:

La carta di identità digitale (NemID) oggi conta 4,3 milioni di utilizzatori attivi (circa

l’80% della popolazione) e più di 15 milioni di transazioni al mese.

La fatturazione elettronica è stata resa obbligatoria dal 2011 per i fornitori di beni e

servizi verso tutti gli enti pubblici, determinando un risparmio fino all’80% per i

processi di fatturazione.

Cittadini e aziende danesi sono obbligati a dotarsi di un Nemkonto34 attraverso cui

sono saldati elettronicamente tutti i pagamenti della P.A., con l’obiettivo dichiarato

del Governo di eliminare gradualmente l’utilizzo degli assegni e i pagamenti in

contante agli sportelli pubblici.

31 Il sito governativo My.belgium.be riunisce i servizi pubblici elettronici esistenti e li rende accessibili attraverso un unico sito web, sicuro e centralizzato. 32 Attraverso il portale web Sign.belgium.be. 33 Attraverso il portale web www.taxonweb.be. 34 Oggi in Danimarca vi sono account Nemkonto per 5,1 milioni cittadini, 850 Istituzioni pubbliche e oltre 500.000 imprese. Fonte: Danish Agency for Digitization e Ministry of Finance, 2017.

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49

L’interazione digitale con la P.A. interessa il 95% delle imprese (rispetto all’88%

medio nell’UE-28 e all’85% in Italia)35.

In uno scenario già molto evoluto e in cui il Governo danese ha fissato al 2030 la

deadline ufficiale per la totale eliminazione del contante, il numero delle transazioni pro-

capite con carte di pagamento è aumentato del 76% tra 2008 e 2015 (da 170,4 a 300,3 –

un dato che colloca la Danimarca al primo posto in Europa) e si attende, nel periodo

2016-2020, una crescita del valore totale delle transazioni digitali di oltre il 14% all’anno

(la crescita media annua composta del valore dei pagamenti con carta è stata pari a +4,5%

nel periodo 2008-2015 e a +6,8% nel periodo 2011-2015).

Figura 30. Transazioni annue in Danimarca con carte di pagamento (numero totale pro-capite e valore in miliardi di

Euro), 2008-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

35 Dati riferiti all’anno 2013. Fonte: Eurostat, 2017.

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Transazioni pro-capite

ITA 2015 = 37,8

Numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento

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Focus – La Strategia Nazionale per i Pagamenti in Irlanda

Di fronte alla consapevolezza della forte dipendenza dal contante nel Paese e delle implicazioni di questa

situazione per la competitività delle imprese, la sicurezza e le possibilità di scelta dei consumatori, nell’aprile 2013

è stato approvato il National Payments Plan, che intende generare un risparmio di 1 miliardo di Euro ogni

anno per l'economia irlandese attraverso un maggior ricorso alle soluzioni di pagamento elettronico.

Il piano nazionale, approvato dal governo irlandese, è stato definito e monitorato fino alla fine del 2014 da un

comitato multi-stakeholder che ha riunito i rappresentanti di consumatori, imprese, governo, banche e Banca

Centrale.

La visione del Paese si basa sui seguenti elementi:

- Le forme di pagamento elettronico saranno universalmente accettate e saranno la scelta di pagamento

preferito dalla maggior parte dei cittadini.

- Consumatori e imprese irlandesi avranno accesso ai vantaggi dei metodi di pagamento più innovativi, e la

conoscenza e la fiducia necessarie al loro pieno utilizzo.

- I sistemi di pagamento saranno solidi e affidabili.

- I prezzi per i pagamenti favorirà la transizione da cash e assegni a carte e pagamenti elettronici.

- Il contante rimarrà una modalità di pagamento ampiamente utilizzata, da fornire in modo efficiente e sicuro.

- L'uso degli assegni andrà diminuendo, anche se rimarrà a disposizione di coloro che desiderano utilizzarli, e

i consumatori non saranno obbligato a sospendere il loro utilizzo.

I principali obiettivi della strategia sono:

- Raddoppiare il numero di pagamenti elettronici (come carte di debito o bonifici elettronici) tra 2011 e 2015,

portando ad una riduzione nell’uso del contante rispetto alla media UE.

- Migliorare l'efficienza del ciclo del contante in Irlanda.

- Assicurare il successo del passaggio dei pagamenti elettronici al dettaglio agli standard SEPA dal 1 febbraio

2014.

- Promuovere un cambiamento nelle abitudini di consumo di cittadini e imprese attraverso una campagna

nazionale di educazione e informazione.

Nel periodo 2008-2015, il numero di operazioni pro-capite con assegni si è ridotto ad un tasso medio annuo

composto del 19,4% (da 26,1 a 5,8, con una riduzione del 78% rispetto al 2008), mentre quello delle carte di

pagamento è aumentato del 10% (da 66,7 a 129,8, con incremento del 95% rispetto al 2008). A partire dal 19

settembre 2014 (ribattezzato “e-Day”), dipartimenti governativi, enti locali e agenzie statali irlandesi non possono

più emettere o accettare assegni nei loro rapporti con le imprese: questa misura è stata introdotta soprattutto per

incentivare le PMI (utilizzatrici o destinatarie del 60% degli assegni circolanti nel Paese) a ricorrere a bonifici e/o

fatture elettroniche.

Figura 31. Andamento delle transazioni pro-capite con carte di pagamento e assegni in Irlanda: gli effetti della strategia nazionale dei

pagamenti (numero indice, 2008=base 100), 2008-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale

Europea, 2017

Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Central Bank of Ireland e Banca Centrale Europea, 2017

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Numero pro-capite di transazioni con carte di pagamento

Numero pro-capite di transazioni con assegni

Lancio della Strategia

Nazionale per i

Pagamenti

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FRANCIA: L’IMPLEMENTAZIONE DELLA STRATEGIA NAZIONALE PER LA COMPETITIVITÀ

DELLA FILIERA DEI PAGAMENTI

In Francia, le carte di pagamento sono utilizzate per il 51,7% di tutte le transazioni (in

crescita rispetto all’incidenza del 45,1% nel 2011), per un totale di oltre 10,2 miliardi di

operazioni nel 2015 (per il 60% riconducibili a carte di debito).

Le operazioni con carte di pagamento per abitante sono aumentate del 27% tra 2011 e

2015 (da 121,2 a 153,9). La specificità dei pagamenti con carta è che interessano

soprattutto le transazioni per importi relativamente contenuti (transazione media di

circa 46 Euro nel 2015), il che rende le carte l’alternativa più forte al contante per i

pagamenti di prossimità.

Nell’ottobre 2015, il Ministero delle Finanze e dei Conti Pubblici e il Ministero

dell’Economia, dell’Industria e del Digitale del Governo francese hanno varato la

strategia nazionale 2015-2020 sugli strumenti di pagamento. L’azione si

focalizza su 4 macro-obiettivi:

1. Rispondere alle aspettative dei consumatori nell’utilizzo di mezzi di pagamento nella

vita quotidiana e nell’esercizio dell’attività professionale.

2. Rafforzare la sicurezza dei mezzi di pagamento, a partire da quelli digitali e per il

commercio elettronici.

3. Sviluppare la capacità competitiva e innovativa dell’industria francese dei pagamenti

e il suo contributo alla crescita e all’occupazione, oltre che alla modernizzazione del

sistema-Paese.

4. Rafforzare l’influenza della Francia negli organismi europei ed internazionali, in

tema di pagamenti elettronici e loro sviluppo.

Associati a questi ambiti, il Governo ha definito un quadro di misure puntuali che

coinvolgono – con ruoli definiti – i diversi attori dell’“ecosistema dei pagamenti”,

pubblici e privati (Ministeri e Istituzioni di riferimento, banche e filiera dei pagamenti,

operatori di telecomunicazioni, rappresentanze dei consumatori, ecc.) secondo un

approccio collaborativo.

Un ambito di particolare rilievo è il sostegno alla filiera nazionale dei pagamenti

elettronici, attraverso una serie di azioni specifiche (come la creazione di incubatori

d’impresa, la valorizzazione dei temi dei pagamenti elettronici nella didattica, il

rafforzamento della presenza degli attori francesi nelle organizzazioni internazionali per

gli standard, lo sviluppo di progetti innovativi a livello di sistema-Paese, ecc.), per

ciascuna delle quali sono definiti tempi, modalità e attori coinvolti.

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Figura 32. Obiettivi, ambiti d’intervento e attori identificati dal Governo francese nella “Stratégie nationale sur les

moyens de paiement”. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati del Governo francese, 2016

Nel corso del 2016, un apposito organo consultivo di sorveglianza e regolamentazione

dello sforzo nazionale di modernizzazione del Paese (CNPS - Comité National des

Paiements Scripturaux, formato da rappresentanti pubblici e privati del settore dei

pagamenti), ha monitorato in riunioni periodiche l’avanzamento dell’implementazione

della strategia e delle sue principali misure.

La priorità del Governo è di promuovere l’accettazione universale delle carte di

pagamento come alternativa all’uso di contante e assegni, attraverso la modernizzazione

dei terminali e delle infrastrutture a livello nazionale per la diffusione dei pagamenti

contactless. Ad oggi, si rileva una crescita dei pagamenti contactless, che rappresentano

il 20,1% dei pagamenti con carta di ridotto importo (acquisti inferiori a 20 Euro): su

questo ambito si prevede nel corso del 2017 una riduzione delle commissioni bancarie

per i commercianti. Un ulteriore cantiere di lavoro riguarda i bonifici bancari e

trasferimenti P2P in tempo reale (instant payment), associato alla rimozione degli

ostacoli alla loro piena diffusione. L’intento della seconda fase di lavoro del CNPS è

l’identificazione, entro la fine del 2017, di una base armonizzata e comune delle

condizioni di utilizzo e sicurezza dei trasferimenti istantanei per gli utenti francesi.

Infine, con riferimento all’impegno assunto dall’industria bancaria di aumentare la

trasparenza sui prezzi, da febbraio 2016 gli operatori possono consultare estratti mensili

e, a partire dal primo trimestre 2017, una dichiarazione annuale che consente la

leggibilità di tutti i costi legati all’accettazione delle carte di pagamento36.

36 Fonte: Fédération Bancaire Française, 2017.

1. Rispondere alle aspettative di cittadini e

imprese nell’uso dei mezzi di pagamento

2. Rafforzare la sicurezza dei pagamenti

(a partire dall’e-commerce)

3. Sviluppare l’industria francese dei

pagamenti e il suo contributo a crescita e

occupazione

4. Migliorare la governance e rafforzare

l’influenza della Francia negli organismi

europei ed internazionali

OBIETTIVI

Aumento delle possibilità di uso delle carte di pagamento; sostegno

ai pagamenti in mobilità; roll out assegni

Lotta alle frodi (autentificazione rafforzata); potenziamento

Osservatorio Sicurezza Carte

Sostegno alla filiera nazionale (incubatori e startup, istruzione, open

innovation); progetti industriali di settore; collegamento con i

programmi nazionali per la digitalizzazione

Istituzione Comitato Nazionale dei Pagamenti con il coinvolgimento

di offerta (associazioni professionali, istituti di credito, circuiti di

pagamento, ecc.), domanda (associazioni dei consumatori, grandi

imprese, PMI, ecc.) e Istituzioni (Banca di Francia, Min. Economia e

Industria, Min. Finanze, ecc.)

ASSI DI INTERVENTO PER IL PERIODO 2015-2020

AT

TO

RI

(prin

cipa

li)

Min. Finanze

Min. Economia e Ind.

Min. Innovazione

Associazioni

industriali e

professionali

Pôle Finance

Innovation

Industria dei

pagamenti e

operatori TLC

Banca di Francia e

sistema bancario

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53

Figura 33. Il piano di lavoro 2016/2017 per il monitoraggio delle azioni della “Stratégie nationale sur les moyens de

paiement” per asse prioritario d’intervento. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca di

Francia e Comité National des Paiements Scripturaux, agosto 2016

Asse AzioniRaggiungimento

previsto

SEPA Monitorare e risolvere i malfunzionamenti tecnico-operativi SEPA 2017

Instant payment (IP) Attivare le modalità di pagamento istantaneo

Sviluppare le relative offerte per l’attuazione

2017

2017

Promuovere l’uso

delle carte di

pagamento

Ridurre l’uso degli assegni nei rapporti tra imprese

Rendere obbligatorio l’accettazione delle carte per PMI , associazioni

professionali/professionisti

2017

Raggiunto

Promuovere

tecnologie

contactless e di

nuova generazione

Diffondere l’adozione dei nuovi POS contactless

Monitorare il numero di terminali dotati di tecnologie Internet-provided

Abbassare la soglia delle commissioni bancarie

Abbassare le commissioni dei pagamenti interbancari

2017

2017

Raggiunto

Raggiunto

Sviluppare la filiera

dei pagamenti

Monitoraggio degli sviluppi tecnologici più all’avanguardia

Piano d’azione per le implementazioni delle tecnologie disponibili

In corso

2017

Focus – Una piattaforma pubblico-privata per la promozione dei pagamenti digitali: il caso dei Paesi Bassi

I Paesi Bassi puntano a rendere cashless il 60% delle transazioni commerciali entro il 2018 (rispetto alla quota del

50% raggiunto dalle carte di debito nel 2015)* e a sviluppare una piattaforma infrastrutturale per gli instant

payment, in grado di permettere milioni di transazioni, entro maggio del 2019.

Un cittadino olandese effettua 204,3 transazioni con carta di pagamento all’anno, rispetto alla media europea di

103,9 e il 49% dei pagamenti non-cash based è svolto con carta di credito. Inoltre, un pagamento medio con carta

di credito ammonta a 35 Euro (il 30% in meno rispetto alla media europea), a conferma della predisposizione dei

cittadini ad utilizzare le carte nelle attività più comuni della vita quotidiana, al punto che già oggi numerosi negozi,

stazioni di servizio, biglietterie delle stazioni ferroviarie ed uffici pubblici non accettano più il contante. Gli stessi

pagamenti contactless, introdotti nel 2014, hanno toccato i 135 milioni nel 2015.

Anche i pagamenti mobile sono in rapida diffusione: la modalità di pagamento online più comune nei Paesi Bassi

è iDEAL, che genera più di 180 milioni di transazioni processate come bonifico.

Il Governo olandese sta inoltre varando misure integrate per favorire l’adozione di strumenti di pagamento cashless

e scoraggiare l’evasione e per la progressiva eliminazione di monete di piccolo taglio (monete da 1 e 2 centesimi).

Nel 2005 la Banca Centrale olandese ha istituito il National Forum on the Payment System, composto da attori

privati e istituzionali** con l’obiettivo di promuovere un approccio cashless a livello nazionale. Nel Paese i

pagamenti in contanti tra il 2011 e il 2015 sono scesi del 20%, mentre i quelli con carte di pagamento sono

aumentati del 43%.

Nel 2016 il Forum ha indicato 3 nuovi temi di focalizzazione:

- sicurezza nei pagamenti elettronici;

- pagamenti contactless;

- meccanismi di e-identification e e-authentication.

Tra le iniziative recenti il Forum ha lanciato, insieme alla Dutch Payments Association, il progetto “SEPA 2.0” per

abilitare nel Paese i pagamenti istantanei entro il 2019.

_______________________________________________

(*) Lo SBEB è l’organo che regola le relazioni tra banche e commercianti per promuovere un sistema efficiente dei pagamenti nel settore retail. (**) Presieduto

dalla Banca Centrale olandese, riunisce i rappresentanti dell’Associazione Bancaria olandese, dell’Associazione dei pagamenti olandese, delle associazioni delle

industrie di settore e dei consumatori, ecc.

Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Dutch Payment Association e MOB, 2017

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GRECIA: LA DEFINIZIONE DI UN QUADRO NORMATIVO PER INDIRIZZARE LA TRANSIZIONE

CASHLESS

I controlli sui capitali introdotti in Grecia da luglio 2015, con le conseguenti restrizioni

su trasferimenti di fondi e prelievi di contante, hanno favorito la diffusione dei pagamenti

cashless (valore aumentato del 123% per gli e-payment rispetto al 2014 e del 45,9% per

le carte di pagamento):

L’incremento del numero di transazioni con carte è riconducibile principalmente

all’uso delle carte di debito, pari a circa l’81% delle carte di pagamento in circolazione

e aumentate del 130% in valore nel 2015.

In termini pro-capite, nell’ultimo anno il numero delle transazioni con carte di

pagamento è passato da 8,1 a 13,3.

Figura 34. Transazioni annue in Grecia con carte di pagamento (numero totale pro-capite e valore in miliardi di Euro),

2008-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

L’obbligatorietà degli strumenti di pagamento elettronici è stato uno dei mezzi

identificati dal Governo greco per contrastare l’economia sommersa e l’evasione fiscale.

Il Governo ha infatti recentemente varato (gennaio 2017) una normativa molto

avanzata sui pagamenti elettronici37, con l’introduzione di misure specifiche e tra

loro integrate per favorire l’adozione di strumenti di pagamento cashless.

I contribuenti devono presentare le ricevute elettroniche all’Agenzia delle Entrate greca

per poter beneficiare di deduzioni fiscali per determinate categorie di spesa38,

condizionate alla spesa sostenuta in modalità cashless in percentuale di reddito, definita

in base alla fascia di reddito. Nel caso in cui il totale sia inferiore alla soglia indicata, viene

applicata una multa del 22% sulla differenza mancante39.

37 Ministerial Decree of art.65 para.3 e seguenti. 38 Le categorie di spesa coinvolte sono: acquisti alimentari, di prodotti elettronici, vestiti e beni di arredamento; consumazioni in ristoranti, bar e hotel; servizi di vario tipo (come spese per parrucchieri e saloni di bellezza, idraulici, commercialisti, ecc.). 39 L’ammontare massimo delle spese ammesse per contribuente è pari a 30.000 Euro.

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Sono esclusi da questo sistema le spese di entità più elevata su base mensile per le

famiglie (come canoni di affitto e prestiti ipotecari, spese per telefonia e trasporto, ecc.)

e sono fatte salve alcune categorie di destinatari (le persone anziane sopra i 70 anni d’età

o affette da disabilità per oltre l’80% sono escluse da tale regime), che potranno effettuare

tali pagamenti in contante.

Figura 35. Soglie per le deduzioni fiscali delle spese sostenute in modalità cashless in Grecia (% del reddito). Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Governo greco, 2017

Le nuove misure pro-cashless prevedono anche:

L’obbligo per i commercianti di installare il POS (la cui installazione avverrà in tre

tranche, tra giugno 2017 e giugno 2018) e di accettare pagamenti cashless se richiesti

dall’utente, pena una sanzione da parte dell’Authority della Concorrenza

L’obbligo del pagamento in forma elettronica per ogni transazione superiore a

500 Euro (in precedenza, la soglia era stata fissata a 1.500 Euro).

L’incremento dell’accettazione dei pagamenti elettronici verso la Pubblica

Amministrazione, con l’effettuazione di transazioni con carte o bonifici bancari

anziché in contanti.

Infine, il Governo greco sta studiando l’avvio di un sistema di lotteria nazionale basata

sui rimborsi per i pagamenti effetti in modalità elettronica, anche alla luce dello

stanziamento di un apposito fondo di 12 milioni di Euro.

2.1. I CASI STUDIO D’INTERESSE A LIVELLO EXTRA-EUROPEO

CANADA: IL RUOLO DELL’INDUSTRY BANCARIA E LA TASK FORCE PER MODERNIZZARE IL

SISTEMA DEI PAGAMENTI NAZIONALI

In Canada, il sistema dei pagamenti dipende ancora molto dagli strumenti cartacei,

anche se dal 2011 il contante ha registrato una progressiva riduzione della propria

incidenza in termini di volumi (da 42% a 32%) e valore (da 50% a 45%), grazie

all’aumento nell’uso delle carte di pagamento, in particolare di debito. Nel 2015 le

soluzioni cashless hanno rappresentato il 61% in volume e più del 53% in valore di tutte

le transazioni effettuate nel Paese.

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> €30.001Soglie di reddito

annuo

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Figura 36. Composizione dei pagamenti in Canada (mix percentuale di volume e valore), 2011 e 2015. Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Payments Canada, 2016

Nel periodo 2008-2015, i pagamenti con contante, assegni e prelievi da ATM si sono

ridotti, mentre i bonifici online e le altre forme cashless hanno conosciuto tassi composti

medi di crescita più sostenuti. Nello specifico, le transazioni in contante sono diminuite

del 30% in volume e del 34% in valore rispetto ai livelli del 2008 rispetto ad una

variazione del 40% e 69% nel numero di operazioni con carte di debito e di credito40. Le

operazioni contactless hanno rappresentato il 12% delle transazioni con carte, pari a 1,15

miliardi per un valore di 33,7 miliardi di Dollari (ammontavano a 6 miliardi di Dollari

nel 2008).

Figura 37. Tasso composto medio annuo di crescita degli strumenti di pagamento in Canada (CAGR di volume e

valore), confronto tra 2011 e 2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Payments Canada,

2016

40 I programmi di incentivazione (come rimborsi, sconti su viaggi e rifornimenti alle stazioni di servizio, ecc.) sono stati un fattore che ha incentivato l’uso delle carte di credito in Canada.

Volume (%) Valore (%)

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50,1% 44,7%

20,4%24,8%

39,4% 44,5%16,9% 21,8%

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Bonifici online

Carte prepagate

Carte di credito

Carte di debito

Trasferim. elettr. di fondi

Contante

Assegni

Transazioni via ATM

CAGR Volume 2008-2015 CAGR Valore 2008-2015

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57

In un contesto-Paese connotato da una

ridotta regolamentazione del settore41 e da

un ruolo di rilievo svolto dal settore

finanziario per promuovere la diffusione

delle carte di pagamento, il Canada ha

adottato alcune misure per modernizzare il

sistema dei pagamenti nazionali: tra il 2010

e il 2011, è stata istituita dal Governo una

Task Force per la review degli

strumenti di pagamento e

l’identificazione delle criticità rispetto allo

sviluppo dei pagamenti digitali.

Il Governo e la Banca Centrale del Canada

sono successivamente intervenuti sugli

ambiti identificati come prioritari, secondo tre assi – governance, regolamentazione,

funzioni e infrastrutture – migliorando la collaborazione tra organi di controllo, attori

della filiera dei pagamenti e utilizzatori e promuovendo una maggiore trasparenza sulle

competenze di intervento di ciascun ente per evitare le sovrapposizioni e l’eccessiva

frammentazione dei ruoli.

Figura 38. Gli ambiti d’intervento identificati dalla Task Force sui sistemi di pagamento in Canada. Fonte: elaborazione

The European House - Ambrosetti su dati Bank of Canada, 2015

AUSTRALIA: UN SISTEMA-PAESE ORIENTATO ALLO SVILUPPO DELLA FILIERA DEI

PAGAMENTI

In Australia, l’utilizzo del contante nelle transazioni sta conoscendo una trend

discendente, a fronte dell’affermazione delle nuove soluzioni online e mobile e del rapido

sviluppo della filiera dei pagamenti:

Dal 2002 l’incidenza del numero di transazioni con contante è passata dal 77% al

52%42 e i prelievi di contante da ATM si sono ridotti dell’11,5% nel periodo 2005-2015

e, nell’ultimo anno, del 6,6% in volume e del 2,4% in valore. Negli ultimi 10 anni,

41 Negli ultimi anni il Governo ha avviato i progetti Automated Clearing Settlement System (ACSS) e Large Value Transfer System (LVTS) per modernizzare il sistema dei pagamenti del Paese. 42 Ad esempio, i pagamenti in contante per importi pari o inferiori a 10 Dollari sono passati, tra 2007 e 2013, dal 95% al 78%. Fonte: Consumer Use Survey, 2013.

Asse Criticità identificate dalla Task Force Soluzioni introdotte

Governance Miglioramento della collaborazione tra i vari

organi di controllo, attori della filiera dei

pagamenti e gli utilizzatori

«Sburocratizzazione» e responsabilizzazione

della Canada Payments Association

(composizione, accountability, ecc.)

Regolamentazione Maggiore trasparenza sugli ambiti di intervento di

ciascun ente per evitare sovrapposizioni e

l’eccessiva frammentazione dei ruoli

Razionalizzazione normativa e aggiornamento

regolamentazizone, categorizzazione delle

transazioni (rilevanza di sistema vs. rilevanza

retail) e attribuzione delle rispettive autorità di

controllo e supervisione a livello territoriale

Funzionalità e

infrastrutture

Pieno sfruttamento delle opportunità del digitale

(es. recupero di $7,7 mld vs. status quo da

riduzione uso assegni)

Lancio del Next Generation Clearing and

Settlement System Program (in collaborazione

con i diversi stakeholder pubblici e privati)

Insight – Il contributo dei pagamenti elettronici

alla crescita economica del Paese

L’innovazione tecnologica per i pagamenti ha

aumentato la produttività e sostenuto l’economia

del Canada: secondo recenti studi, i pagamenti

elettronici hanno contribuito a generare 196

miliardi di Dollari per la crescita economica del

Paese negli ultimi 25 anni.

In aggiunta, le carte di credito hanno guidato la

crescita dell’e-commerce e abilitano circa 30

miliardi di Dollari in acquisti online ogni anno.

Fonte: IHS Global Insight, “The Benefits of Electronic

Payments in the Canadian Economy”, 2012

Page 62: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

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l’uso degli assegni è diminuito del 71%43. Tuttavia, il contante in circolazione (1,4

miliardi di banconote, per un valore del 70,2 miliardi di Dollari) resta significativo

ha conosciuto un incremento del 7% nel periodo 2015-201644.

Tra il 2011 e il 2015, gli acquisti degli australiani effettuati sul canale online sono

aumentati dell’82%, passando da 10,5 a 19,1 miliardi di Dollari.

Nel periodo 2005-2015, i pagamenti con carte sono aumentati del 169% in volume e

del 117% in valore e rappresentano oggi il 67% dei pagamenti cashless in Australia; si

stima che il valore dei pagamenti elettronici al 2018 sarà più che doppio rispetto a 10

anni fa.

L’online banking interessa il 72% della popolazione australiana con accesso a

Internet.

Figura 39. I pagamenti non-cash based in Australia (composizione percentuale e variazione percentuale 2015/2016 e

2010/2016). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Reserve Bank of Australia e PBAY, 2017

Il Governo e l’industria bancaria sostengono la transizione del Paese verso la cashless

society attraverso misure di policy e investimenti tecnologici.

Da un lato, il progetto della New Payments Platform (NPP), promossa dal settore

privato australiano45, intende sviluppare una nuova infrastruttura (operativa dalla

seconda metà del 2017) per pagamenti rapidi e capace di gestire i flussi di informazioni.

L’Australian Payments Council – il principale organo di coordinamento strategico

dell’industry – ha pubblicato nel dicembre 2015 un Piano Nazionale46 per la diffusione

dei pagamenti digitali e per indirizzare lo sviluppo della filiera dei pagamenti nei

prossimi 10 anni, secondo 3 macro-direttrici:

Sicurezza e fiducia (identità digitale, gestione dei dati, strategie di cybersecurity).

43 Nel periodo 2010-2014, il numero di assegni emessi è diminuito del 42,3% (da 291 a 167 milioni), in misura significativamente più marcato rispetto ad altri mercati comparabili (-42,1% nel Regno Unito, -36% negli USA, -22,6% in Canada, -20,5% in Francia). Fonte: Bank for International Settlement (BIS), 2015. 44 Fonte: Reserve Bank of Australia, “Payments System Board Annual Report”, settembre 2016. 45 Sono coinvolte le quattro maggiori banche australiane, così come gli istituti bancari di minori dimensioni e fornitori di carte di pagamento, l’Australian Payments Clearing Association (ACPA) e la Reserve Bank of Australia. 46 Si veda: Australian Payments Council, “Australian Payments Plan”, dicembre 2015.

Compos. % 2015/16 Var. % 2015/16 Var. % 2010/16

Volume Valore Volume Valore Volume Valore

Carte di debito 43,8% 1,5% 13,4% 9,8% 13,4% 10,6%

Carte di credito 22,9% 1,8% 9,8% 4,9% 7,9% 4,9%

Assegni 1,2% 7,4% -17,1% 1,8% -14,4% -2,3%

BPAY 3,7% 2,2% 3,5% 8,1% 4,9% 10,4%

Debiti diretti 9,8% 36,2% 10,8% 3,1% 9,2% 0,6%

Crediti diretti 18,6% 50,9% 6,0% 2,0% 5,4% 4,9%

Totale 100,0% 100,0% 10,0% 2,4% 8,9% 2,8%

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Gestione del mix dei pagamenti (riduzione dell’utilizzo degli assegni, strategia del

settore per una società meno basato sul contante, maggiore efficienza degli attuali

sistemi di pagamento).

Innovazione tecnologica.

Dall’altro lato, sono stati realizzati il progetto governativo SuperStream per il

versamento elettronico dei contributi dei dipendenti delle aziende (più di 25 milioni di

operazioni gestite nel 2016) e nel luglio 2015 è stato attivato il Digital Transformation

Office (DTO) federale per sviluppare servizi più semplici e rapidi, in collaborazione con

enti pubblici, operatori privati e utenti.

INDIA: LA MANOVRA DI “DEMONETIZZAZIONE” DELL’ECONOMIA

La transizione cashless sta interessando non solo le economie mature, ma anche quelle

emergenti. Uno dei casi più eclatanti a livello internazionale è offerto dall’India, dove il

Governo ha avviato una manovra di “demonetizzazione” che intende modificare

strutturalmente le abitudini di comportamento e di pagamento di oltre 1,3 miliardi di

persone.

L’India è un’economia fortemente basata sul contante, come dimostrato da alcuni

numeri-chiave:

Vi sono 27 milioni di carte di credito e 750 milioni di carte di debito, con un tasso di

utilizzo pari al 5,2% ai terminali POS e al 94,8% per prelievi agli ATM.

Il Paese è dotato di 220.000 ATM (in media solo 20 ATM ogni 100.000 adulti

rispetto ai 279 in Corea del Sud, 254 in Cina e 173 in Russia).

Il contante in circolazione ha un’incidenza pari al 12% del PIL (rispetto al 3,9% in

Brasile, 5,3% in Messico e 3,7% in Sud Africa) e viene utilizzato nel 75% di tutte le

transazioni47.

Il costo delle transazioni con cash è pari all’1,7% del PIL.

47 Fonte: Government of India, “Medium Term Recommendations to Strengthen Payments Ecosystem”, Report of the Committee on Digital Payments, 2016.

Insight – La digitalizzazione dei pagamenti nel welfare australiano

Nel settore pubblico, il programma Welfare Payments Infrastructure Transformation (WPIT) intende modificare

i servizi di pagamento del sistema previdenziale australiano (gestione di oltre 100 miliardi di Dollari all’anno) e

creare una nuova piattaforma ICT. L’intento del Governo è di fornire agli utenti servizi digitali più veloci, connessi

e automatizzati e di offrire al personale della P.A. una piattaforma ICT moderna che renda più facile lo svolgimento

del proprio lavoro. Il nuovo sistema confronterà automaticamente il reddito dichiarato dagli utenti all’Agenzia delle

Entrate con quello dichiarato a Centrelink: in caso di divergenze rilevate, Centrelink emetterà automaticamente un

avviso di debito, e tale debito verrà fornito con una quota di recupero del 10%.

In aggiunta, dall’inizio del 2016, il sistema sanitario ha cessato l’erogazione di pagamenti tramite assegni ed

effettua i rimborsi attraverso bonifico bancario sul conto corrente degli utenti.

Fonte: rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Australian Department of Human Services e APCA, 2017

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60

Sono circa 1,3 milioni i punti vendita

dotati di terminali POS, ma per il 70%

sono localizzati nelle 15 città più grandi

dell’India.

Circa 9 commercianti su 10 non

accettano carte di pagamento e l’85%

dei lavoratori viene pagato in

contanti.

La penetrazione di Internet è pari al 27%

e la spesa per consumi personali senza

contante si attesta al 12% (rispetto al 54%

in Corea del Sud e Brasile e al 31% in

Cina).

La “demonetization” costituisce l’elemento centrale della nuova politica del Primo

Ministro Narendra Modi per modernizzare il Paese e contrastare la corruzione. Nel

novembre 2016, il Governo ha annunciato il ritiro delle banconote da 500 e 1.000 Rupie

(pari all’86% del contante in circolazione, per un valore di 220 miliardi di Dollari),

con l’obiettivo di:

sostituire le vecchie banconote con nuovi tagli da 500 e 2.000 Rupie, più sicuri e più

difficilmente falsificabili;

incoraggiare i cittadini a depositare in banca i propri risparmi per combattere

l’evasione fiscale (l’economia sommersa ammonta a circa il 20% del PIL) e la

criminalità;

incentivare l’uso dei pagamenti elettronici e mobile, sensibilizzando la popolazione

(soprattutto nelle aree rurali).

Questa manovra finanziaria segue altre iniziative, già avviate o in fase di lancio, tra cui:

il programma “Digital India” del Ministero dell’Elettronica e dell’IT (2015),

finalizzato a colmare il gap digitale della popolazione48;

le linee guida del Ministero delle Finanze per la promozione dei pagamenti non-cash

e il Concept Paper on Card Acceptance Infrastructure della Reserve Bank of India

(2016);

la creazione di una piattaforma digitale comune (Unified Payment Interface-UPI),

una piattaforma open source per il trasferimento di fondi mobile-to-mobile senza la

necessità di avere dettagli su utenti e clienti;

il lancio di misure per la promozione dei pagamenti elettronici (come l’installazione

di 1 milione di POS entro marzo 2017 e controlli semplificati per gli acquisti online

inferiori alle 2.000 Rupie).

48 Il programma, che sarà completato entro il 2019, intende intervenire su tre ambiti principali: la creazione di infrastrutture digitali, e-governance e servizi digitali e l’alfabetizzazione digitale della popolazione, facendo leva sulla collaborazione pubblico-privata e sull’attrazione di investimenti.

Insight – Lo sviluppo dei pagamenti mobile in

India

La app PayTM – la più grande piattaforma indiana

per i pagamenti digitali e l’e-commerce, controllata

dalla cinese Alibaba – ha triplicato i propri iscritti a

dicembre 2016. Da febbraio 2017 i suoi clienti

possono aprire conti correnti e utilizzare i loro

smartphone per depositare (o prelevare contante)

presso i negozi convenzionati.

L’utilizzo giornaliero di Oxigen Wallet (app per

effettuare pagamenti tramite smartphone) è

aumentato del 167% nei primi mesi a seguito della

manovra.

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Nei primi mesi di entrata in vigore della manovra si sono verificate alcune criticità,

riconducibili alla disponibilità insufficiente delle nuove banconote, alle “corse

agli sportelli” in tutto il Paese49 e all’impatto sugli acquisti di beni di consumo50: ciò ha

determinato tempi più lunghi di quelli previsti inizialmente dal Governo (50 giorni) per

il progressivo ritorno alla normalità.

La “terapia d’urto” realizzata in India, tanto rapida quanto inattesa, sembra portare a

risultati incoraggianti in termini macro-economici (la Reserve Bank of India ha

recentemente registrato una crescita del 7% per il quarto trimestre del 2016 rispetto alle

previsioni degli economisti di 6,1-6,4%)51 e di diffusione degli strumenti di pagamento

cashless. La manovra sta inducendo la popolazione nella fascia di età 26-40 anni ad

utilizzare maggiormente l’Internet banking e si attendono sia un incremento dei depositi

bancari pari all’1,5%-2% del PIL che un maggiore utilizzo del canale mobile per le

transazioni (ad esempio, il valore delle transazioni con carte prepagate sono aumentate

del 41%, passando da 13 a 19 miliardi di Rupie).

Figura 40. Andamento delle soluzioni di pagamento alternative al contante nella fase di post-demonetizzazione in

India (variazione percentuale su volumi e valore delle transazioni), novembre 2016-febbraio 2017. Fonte:

rielaborazione The European House - Ambrosetti su dati Reserve Bank of India, marzo 2017

49 La Banca Centrale ha rimosso i limiti, imposti dall’avvio della manovra, ai prelievi giornalieri e settimanali dai conti correnti (dall’1 febbraio 2017) e dagli ATM (dal 13 marzo 2017). Fonte: Reserve Bank of India, marzo 2017. 50 Ad esempio, nel mese di novembre 2017, quando è stata avviata la demonetizzazione, si è registrata una contrazione nei volumi delle vendite del 41,2% per i frigoriferi, del 34% per i condizionatori, del 31,7% per le lavatrici, del 30,4% per i televisori al plasma. Fonte: indagine GFK-Nielsen sul settore retail indiano, 2016. 51 Si veda: Reserve Bank of India, “Macroeconomic Impact of Demonetisation. A Preliminary Assessment”, 10 marzo 2017. La crescita dell’economia indiana per l’anno 2017 è stimata pari al +7,4%.

Volume Valore

Bonifici per via elettronica +20,4% +23,5%

Instant payment +65,2% +48,5%

Trasferimenti via UPI +1.346,1% +2.001,2%

Carte prepagate +32,8% +41,9%

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Focus – La dematerializzazione dei pagamenti nel trasporto pubblico locale: i casi di Londra, Hong Kong

e Singapore

Londra è un punto di riferimento a livello globale per l’applicazione di soluzioni cashless nel settore dei trasporti

pubblici: dal 2003 la tessera elettronica prepagata Oyster Card è utilizzabile sull’intera rete di trasporto pubblico

gestita da Transport for London (TfL)*. Un importante cambiamento è avvenuto, in tempi recenti, con l’accettazione

dei pagamenti contactless, che stanno registrando una rapida crescita (a gennaio 2017, +15% delle corse sugli

autobus e +30% delle corse sui treni rispetto ai valori dell’anno 2015/2016): ogni settimana vi sono circa 7,7 milioni

di viaggi pagati in modalità contactless, pari al 30% delle corse su metropolitana e treni e al 25% delle corse sugli

autobus. I risparmi associati alla transizione verso le soluzioni contactless sono stimabili in 100 milioni di Sterline

grazie alla riduzione delle commissioni pagate da TfL a parti terze e l’incidenza dei costi della bigliettazione sui

ricavi è diminuita dal 16% (2010) al 9% (2015), con stime di raggiungere il 6%**.

Anche Hong Kong ha sviluppato un sistema di governance integrato di soluzioni di pagamento alternative al

contante. In particolare, il sistema dei trasporti pubblici è stato reso interamente cashless, con l’emissione di oltre

32 milioni di Octopus Card (circa 4,5 volte la popolazione del Paese) dal suo esordio nel settembre 1997:

- Oggi il 99% dei cittadini di Hong Kong tra i 15 e i 64 anni possiede una smart card contactless Octopus per

sportarsi sui mezzi pubblici e pagare i parcheggi, effettuare acquisti presso negozi, supermarket, centri

commerciali, cinema, bar e ristoranti.

- Ogni giorno vi sono circa 14 milioni di transazioni con la Octopus Card, accettata da più di 19.000 punti

vendita di oltre 8.000 fornitori di servizi.

Figura 41. L’utilizzo di soluzioni di pagamento contactless nel sistema di trasporto pubblico a Londra (foto di sinistra) e della Octopus card a

Hong Kong (foto di destra).

Nel Sud-Est asiatico, la Città-Stato di Singapore si è posta l’obiettivo di completare la transizione al 100% verso

la cashless society attraverso l’implementazione della strategia “Smart Singapore”. L’utilizzo delle carte di

pagamento è aumentato del 18% tra 2010 e 2015 (media di 3,9 carte di credito pro-capite) e il 59% delle

transazioni per beni di consumo è effettuata con carte prepagate (Stored Value Facilities – SVF), soprattutto nel

settore dei trasporti. I principali interventi hanno riguardato:

- L’impegno congiunto della Land Transport Autority e del Governo per avere dispositivi cashless per il

pagamento del 100% dei parcheggi (Electronic Parking System) e dei pedaggi stradali (Electronic Road

Pricing); l’agenzia ha avviato la sperimentazione di un progetto-pilota sui pagamenti dei biglietti del trasporto

pubblico (autobus e treni) con carte di pagamento contactless, che pone Singapore tra le prime città in Asia

e al mondo ad utilizzare in modo diffuso la tecnologia “tap & go”.

- L’obbligo per ogni autoveicolo di installare il dispositivo di pagamento elettronico per circolare nella città.

Gli impatti attesi dall’approccio cashless, oltre all’eliminazione del contante nel pagamento di parcheggi e pedaggi

autostradali, sono una sensibile riduzione del traffico cittadino e dei relativi tempi di spostamento.

Il Governo di Singapore ha inoltre recentemente (marzo 2017) ricondotto alle dirette dipendenze dell’Ufficio del

Primo Ministro la Government Technology Agency (GovTech) e lo Smart Nation and Digital Government Group

(SNDGG)*** per meglio coordinare i progetti in corso ed accelerare così la trasformazione digitale del Paese,

ponendo particolare attenzione a temi quali l’identità digitale, i pagamenti elettronici e la costruzione di una rete di

sensori diffusi nell’intera Città-Stato per la raccolta di dati su traffico e ambiente.

_______________________________________________

(*) Nel periodo aprile 2015-marzo 2016, le corse effettuate con la formula “Pay as You Go” sono state 477.000 su autobus e tram e 642.000 sui treni, per un totale

di 2,2 miliardi di Sterline. (**) Fonte: Transport for London, 2016. (***) I due enti faranno capo al nuovo Smart Nation and Digital Government Group (SNDGG).

Fonte: Transport for London; Octopus Cards Limited; Monetary Authority of Singapore e Land Transport Authority, 2017

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63

2.3. CONSIDERAZIONI DI SINTESI DAI CASI INTERNAZIONALI

Pur non esistendo un modello unico di riferimento, le esperienze estere analizzate nelle

due edizioni della Community Cashless Society confermano la presenza di almeno

quattro fattori “invarianti” che trainano il successo della “transizione cashless”:

a) Una chiara visione di sviluppo di lungo periodo, come dimostrato dalle

esperienze e delle strategie nazionali sui sistemi di pagamento varate da Paesi come

Irlanda (2013), Polonia (2014), Australia e Francia (entrambe lanciate nel 2015). Un

ambito centrale è rappresentato dall’inserimento di tali misure all’interno di più

ampi processi di digitalizzazione del sistema-Paese e della P.A., come

testimoniato dall’affermazione della e-society in Estonia e dall’intervento sulla

digitalizzazione del rapporto Stato-cittadino/impresa, come nelle esperienze di

Svezia, Danimarca e Belgio.

b) Una governance e un coordinamento efficace delle policy e degli attori, ai

fini di bilanciare gli interessi dei vari stakeholder – anche attraverso piattaforme o

task force pubblico-private (come nel caso di Paesi Bassi, Canada e Australia, spesso

con un ruolo di traino dell’industry bancaria) e garantirne l’equità degli oneri e dei

benefici.

c) Una articolazione degli interventi con mix di obblighi/incentivi e azioni di

moral suasion e di repressione, al fine di promuovere e stimolare

comportamenti virtuosi e reprimere quelli illegali, come nel caso della manovra di

“demonetizzazione” varata a fine 2016 in India e dal quadro normativo pro-cashless

recentemente entrato in vigore in Grecia.

d) Puntuali azioni di ingaggio e sensibilizzazione di cittadini e imprese, creando

education e definendo gli strumenti operativi e concettuali necessari all’uso

consapevole dei nuovi mezzi di pagamento (ad esempio, sperimentazione delle

“lotterie degli scontrini” per incentivare il ricorso ai pagamenti elettronici).

Per quanto riguarda nello specifico la dimensione delle policy e degli strumenti, emerge

un orientamento all’utilizzo integrato di più leve che riguardano gli aspetti di incentivo

– tipicamente bilanciati sia sul lato dei consumatori che dei commercianti – e di obbligo

di utilizzo dei pagamenti cashless (o di disincentivazione dell’uso del contante).

Inoltre, in molti casi, la Pubblica Amministrazione, o i servizi di pubblica utilità

(in primis, i trasporti pubblici locali come dimostrano gli importanti risparmi gestionali

e l’impatto diretto sulle abitudini dei cittadini ottenuto a Londra, Hong Kong e

Singapore), sono oggetto di iniziative e di programmi mirati all’ampliamento della base

di accettazione e all’aumento delle occasioni d’uso degli strumenti di pagamento

elettronici. I criteri abilitanti il successo di queste soluzioni sono: semplicità d’uso

(user-friendlyness), immediatezza, convenienza e sicurezza degli strumenti di

pagamento cashless offerti.

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64

CAPITOLO 3

L’AGENDA PER L’ITALIA: LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY

CASHLESS SOCIETY

3.1. VERSO UNA STRATEGIA NAZIONALE PER LA DIFFUSIONE DELL’USO DEI

PAGAMENTI ELETTRONICI IN ITALIA

Sin dalla sua prima edizione, la Community Cashless Society ha proposto di varare una

strategia nazionale per la diffusione dei pagamenti elettronici, finalizzata a:

a) Dare un indirizzo (in termini di ruoli, funzioni e poteri) di medio-lungo termine e

razionalizzare le iniziative sui pagamenti cashless.

b) Fissare obiettivi condivisi con gli stakeholder (industry, istituzioni, consumatori).

c) Implementare regole, standard e priorità per strutture tariffarie sostenibili dei

servizi e garantire la disponibilità tecnologica.

d) Attivare le competenze interdisciplinari (normative, tecnologiche, ecc.) necessarie a

governare la transizione verso la cashless society e trarne i massimi benefici.

e) Garantire un ruolo politico forte sul tema dei pagamenti elettronici, anche per

portare le istanze dell’Italia in Europa.

Figura 42. Obiettivi, visione, perimetro d’intervento e strumenti per una strategia cashless in Italia: la proposta della

Community Cashless Society nel 2016. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

La strategia deve essere guidata da una chiara visione di sviluppo di medio-lungo

periodo - ad esempio, 10 anni come lungo termine e 5 anni come medio termine. La

Community propone la seguente visione che può stimolare un’azione congiunta del

Governo e dei vari stakeholder coinvolti, a beneficio del Paese e dei cittadini:

OBIETTIVI

A. Dare un indirizzo (ruoli, funzioni e

poteri) di medio-lungo termine e

razionalizzare le iniziative

B. Fissare obiettivi condivisi con gli

stakeholder (industry, istituzioni,

consumatori, ecc.)

C. Implementare regole, standard e

priorità per strutture tariffarie

sostenibili dei servizi e garantire la

disponibilità tecnologica

D. Attivare le competenze

interdisciplinari (normative,

tecnologiche, ecc.) necessarie a

governare la transizione cashless e

trarne i massimi benefici

E. Garantire un ruolo politico forte sul

tema dei pagamenti elettronici,

anche per portare le istanze

dell’Italia in Europa

VISIONE (a 10 anni)

Affermare l’Italia come un Paese non-cash

based, capace di generare servizi avanzati e

innovazioni tecnologiche lungo la filiera, con una

autorevole influenza a livello europeo e che fa

della transizione cashless un asset competitivo e

di sviluppoAzioni (per ogni asse

prioritario d’intervento, con un

mix di misure incentivanti e

repressive)

Ruoli (attori coinvolti nelle

specifiche azioni)

Tempi di deployment della

strategia e loro aggiornamento

STRUMENTI

Indicatori di risultato generali

e specifici per ogni asse

prioritario

Diagnosi non-cash turnover in

Italia (base informativa

completa)

ASSI PRIORITARI DI INTERVENTO

2. Razionalizzazione e semplificazione

normativa

3. Sicurezza delle transazioni

elettroniche

1. Sensibilizzazione, informazione ed

educazione degli utilizzatori

5. Fattori acceleratori

4. Innovazione e competitività

dell’industria dei pagamenti

“Affermare l’Italia come un Paese non-cash based, capace di generare servizi avanzati e innovazioni

tecnologiche lungo la filiera, con una autorevole influenza a livello europeo e che fa della transizione

cashless un asset competitivo e di sviluppo”

Page 69: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

65

Nel 2016 la Community Cashless Society ha individuato 5 assi prioritari

d’intervento su cui agire: 1) Sensibilizzazione, informazione ed educazione degli

utilizzatori; 2) Razionalizzazione e semplificazione normativa; 3) Sicurezza delle

transazioni elettroniche; 4) Innovazione e competitività dell’industria nazionale dei

pagamenti; 5) Fattori acceleratori.

Il perseguimento di questi obiettivi resta centrale per assicurare al sistema-Paese di

diventare una economia meno dipendente dal contante: al momento in cui si scrive il

presente Rapporto, alcune delle proposte avanzate dalla Community Cashless Society

sono state portate avanti o sono in corso di implementazione – ad esempio, il prossimo

avvio della sperimentazione sulla “lotteria dei corrispettivi” da parte del Ministero

dell’Economia e delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate e la progressiva affermazione

della piattaforma pagoPA per diffondere i pagamenti cashless nel settore pubblico, che

consente alla P.A. di agire come driver per rafforzare e accelerare i processi di

digitalizzazione in corso nel Paese.

Figura 43. Sintesi delle proposte della Community Cashless Society al Paese elaborate nel 2016. Fonte: elaborazione

The European House - Ambrosetti, 2017

A seguito di una attenta diagnosi sullo stato dei pagamenti elettronici in Italia (orientata

a delineare un quadro informativo dettagliato sulla situazione di partenza del Paese), è

importante che ciascun asse sia declinato in:

azioni prioritarie, organizzate secondo un mix di misure incentivanti e di misure

repressive;

indicatori di risultato (generali e specifici);

identificazione degli attori coinvolti nelle specifiche azioni;

definizione dei rispettivi ruoli;

definizione dei tempi di deployment della strategia e loro aggiornamento.

La Community ha proposto inoltre tre macro-obiettivi di sistema a cui tendere,

associati alla strategia d’azione nazionale e agganciati a puntuali indicatori di

performance:

Asse Proposta

Sensibilizzazione,

informazione ed educazione

Campagna di comunicazione (“Pubblicità Progresso”)

Programma nazionale di educazione finanziaria per giovani e anziani

Strumenti di gamification (Lotteria degli Scontrini)

Razionalizzazione e

semplificazione normativa

Fornire prospetti informativi semplificati inerenti ai costi delle operazioni con strumenti di pagamento

elettronici

Sicurezza delle transazioni

elettroniche

Adozione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) come modalità alternativa di identificazione

per le operazioni di onboarding e per strong authentication

Avvio di un’azione di sistema, guidata dal Governo, per rendere disponibili agli utilizzatori finali

gratuitamente sistemi di notifica real-time avanzati per le transazioni elettroniche

Innovazione e competitività

dell’industria dei pagamenti

Progetto di sistema volto a creare condizioni operative e organizzare risorse per dare vita ad un

incubatore nazionale d’impresa per start-up/fintech e progettare/emettere bandi di gara nazionali per

progetti pilota industriali

Fattori

acceleratori

Switch-off progressivo del contante per alcuni pagamenti alla P.A., in linea con il progetto PagoPA

Lancio di “azioni d’urto” ad alta notiziabilità di contrasto al cash (phase-out banconote di grosso

taglio; sperimentazione di una tassa incrementale sui versamenti/prelievi)

Piano d’azione, coordinato dal MiBAC, per rendere cashless-friendly le aree turistiche del Paese

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1. Consolidare la transizione verso la cashless society, allineando il punteggio dell’Italia

nel Cashless Society Index da 3,20 (valore attuale del CSI 2017, in crescita rispetto al

valore di 2,99 del CSI 2016) a 4,91 (valore della Francia nel CSI 2017) e individuando

come sotto-indicatori l’allineamento del nostro Paese alla media europea con

riferimento a:

o operazioni con contante dell’Europa (dall’83% al 67% dei pagamenti totali);

o consumi transati con strumenti alternativi al contante (dal 14% al 30%).

2. Migliorare l’alfabetizzazione finanziaria della popolazione, ai fini di aumentare la

capacità dei cittadini-utilizzatori di relazionarsi verso i pagamenti elettronici,

adottando come indicatore il miglioramento del posizionamento dell’Italia nel

Financial Literacy Index52 – ad esempio, passando da 37 (valore attuale dell’Italia)

ad almeno 67 (punteggio del Regno Unito).

3. Avere una industry dei pagamenti competitiva e una leadership europea su alcuni

“fattori abilitanti”, puntando su alcuni ambiti di focalizzazione come: sicurezza dei

pagamenti, pagamenti in mobilità, sinergia con il sistema di Identità Digitale (SPID)

e con il Nodo dei Pagamenti di pagoPA, servizi a maggior valore aggiunto53, ecc.

Nel corso della seconda edizione della Community Cashless Society, a complemento

degli ambiti individuati nel 2016, sono emerse sei esigenze da soddisfare in modo

sinergico all’attuazione di una strategia nazionale per la promozione dei pagamenti

elettronici. A ciascuna di queste esigenze corrispondo specifiche raccomandazioni o

proposte d’intervento.

52 L’indagine “Global Financial Literacy Survey”, realizzata da Standard & Poor’s Ratings Services in collaborazione con Banca Mondiale, George Washington University e Gallup, rappresenta ad oggi la più ampia e completa misurazione del livello di alfabetizzazione finanziaria nel mondo (oltre 150.000 adulti in 148 Paesi nell’ultima edizione realizzata nel 2014). 53 Come servizi di couponing, promozioni geolocalizzate, servizi di consulenza finanziaria, gestione del risparmio, ecc..

Insight – Verso una strategia nazionale per l’educazione finanziaria in Italia

L’Italia è uno tra i pochi Paesi europei a non essersi ancora dotata di una legge specifica sull’educazione

finanziaria: a febbraio 2017, nonostante i rischi legati alla carenza di coperture finanziarie per iniziative volte a

migliorare il livello di conoscenza e competenza degli italiani in materia finanziaria, attraverso un emendamento al

Decreto Salva-Risparmio*, è stato previsto lo stanziamento di 1 milione di Euro all’anno (a decorrere dal 2017) per

l'avvio dell'attività di una cabina di regia multi-stakeholder**.

Tale organo dovrà definire, entro 6 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento, una strategia nazionale per

l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale attraverso l'istituzione di un apposito comitato presso il

Ministero dell’Economia e delle Finanze, che svolge un ruolo guida nella gestione operativa del processo di

definizione del piano nazionale. Tra le attività, rientra anche l’inserimento di moduli di educazione economica e

finanziaria nell’insegnamento scolastico (all’interno della materia “Cittadinanza e Costituzione”) in vista di una

futura introduzione nei curricula didattici, anche intervenendo sulla formazione dei docenti.

_______________________________________________

(*) Legge 17 febbraio 2017, n. 15, di "Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 23 dicembre 2016, n. 237, recante disposizioni urgenti per la

tutela del risparmio nel settore creditizio". (**) Vi parteciperanno, a titolo gratuito, 10 membri nominati da Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero

dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro, Banca d’Italia, CONSOB, IVASS, COVIP, Consiglio

Nazionale dei Consumatori e degli Utenti.

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3.2. QUALE AGENDA PER REALIZZARE LA CASHLESS SOCIETY IN ITALIA

I. VALIDARE LA VISIONE PROPOSTA DALLA COMMUNITY SUI PAGAMENTI ELETTRONICI

CON UNA FORTE AZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE E COMUNICAZIONE A LIVELLO NAZIONALE

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Nonostante le recenti iniziative promosse dal Governo in questa direzione, a differenza

di altri Paesi europei – come Irlanda (2013), Polonia (2014), Francia (2015) e Grecia

(2017) – l’Italia non ha ancora definito una vera e propria strategia di natura sistemica a

sostegno della diffusione dei pagamenti cashless e di “lotta al contante” per contrastare

il fenomeno dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale.

Tale situazione contribuisce a generare un alto livello di disinformazione su questi

temi e, di conseguenza, una scarsa consapevolezza dell’opinione pubblica circa la

portata e l’impatto delle questioni in oggetto a beneficio del singolo e del sistema-Paese.

Un esempio è offerto dalla percezione dei costi associati rispettivamente al contante e ai

pagamenti elettronici. Da un lato, la survey condotta dalla Community Cashless Society

nel 2016 presso la classe dirigente del Paese ha evidenziato la scarsa consapevolezza sul

reale dimensionamento dei costi della gestione del contante (come le spese di stampa,

conservazione, sicurezza, trasporto, ecc.): meno di un terzo dei rispondenti è consapevole

del corretto ammontare dei costi del contante in Italia (circa 10 miliardi di Euro).

Dall’altro lato, nonostante le recenti limitazioni introdotte ai tetti per l’interchange fee

dei pagamenti effettuati con carte di credito e di debito54, circa il 69% dei rispondenti alla

survey giudica ancora alto il livello dei costi connessi ai pagamenti con strumenti

elettronici (indicati, in generale, come terzo ostacolo per la diffusione delle transazioni

cashless sul lato della domanda, e primo sul lato dell’offerta).

Figura 44. Risposte alla domanda “Anche alla luce della recente normativa europea che ha ridotto le fee per le

transazioni elettroniche, come giudica l’attuale livello dei costi associati ai pagamenti con strumenti elettronici?”

(percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House –

Ambrosetti, 2016

54 A seguito dell’entrata in vigore il Regolamento (UE) 2015/751 sul tetto alle commissioni che vengono applicate nel rapporto fra banca del negoziante e banca del consumatore per i pagamenti effettuati attraverso carte di credito e di debito (interchange fee), la soglia massima è stata fissata a 0,3% e 0,2% per le transazioni effettuate rispettivamente con carta di credito e carta di debito.

0,0%

5,7%

25,7%

40,0%

22,9%

5,7%

Molto basso Basso Medio-basso Medio-alto Alto Molto alto

68,6%

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RACCOMANDAZIONE

Validare e condividere la visione proposta della Community Cashless Society per la diffusione degli

strumenti di pagamento elettronici in Italia e promuovere su questo progetto-Paese una forte azione di

comunicazione e sensibilizzazione a livello nazionale.

A monte, occorre quindi:

Definire una visione di medio-lungo

periodo, come nel caso dell’esperienza di

Francia e Polonia (si veda il box a fianco)

che hanno delineato una chiara visione al

2020.

Identificare obiettivi misurabili, dando

coerenza a una serie di misure integrate e

interoperabili tra loro (come dimostrato

dal caso dell’Estonia – si veda il Capitolo

2).

Raggiungere la piena condivisione sugli

obiettivi cui tendere, superando le

alternanze politiche al Governo del

Paese.

Si auspica quindi che il dibattito degli ultimi

anni in ambito politico, sociale ed economico sulla diffusione degli strumenti di

pagamento elettronico possa portare ad una strategia che agevoli l’interazione tra le forze

del territorio in modo trasversale (Governo centrale, P.A. nazionale e locale, aziende e

cittadini), secondo modalità accettate e condivise da tutti gli stakeholder e

all’interno di un più ampio progetto-Paese.

Questa strategia deve essere adeguatamente comunicata affinché possa condurre ad

azioni di forte impatto, anche simbolico, e capaci di incidere sui comportamenti di

cittadini e aziende nell’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico.

Dal 2015, la Community Cashless Society ha realizzato una serie di attività di

comunicazione e sensibilizzazione sui temi al centro dell’iniziativa, tra cui:

L’attivazione di un sito web ad hoc (in lingua italiana e inglese per favorirne la

massima fruibilità), dedicato alle attività e alle analisi della Community Cashless

Society55.

Il lancio di una strategia di comunicazione integrata sui principali social media

(Twitter, Youtube, Facebook e Linkedin), in collaborazione con le aziende partner

della Community.

Approfondimenti e citazioni in articoli sulla stampa nazionale (tra gli altri, La

Repubblica, Affari e Finanza, Il Messaggero e Il Mattino) e su blog e magazine online.

55 Si veda: www.ambrosetti.eu/cashless-society/.

Insight – La visione della Polonia sui pagamenti

elettronici al 2020

Entro il 2020 essere un Paese in cui:

- Società civile, imprese e P.A. utilizzano

strumenti di pagamento non-cash

consapevolmente e diffusamente; usano

strumenti di pagamento innovativi nella

consapevolezza dell’efficacia e della sicurezza

delle operazioni di pagamento.

- Sono state assicurate le condizioni favorevoli

per l’uso sicuro e cost-efficient dei pagamenti

cashless e per un sistema dei pagamenti

moderno e competitivo in Polonia.

- Non ci sono barriere all’accesso e all’uso dei

servizi di pagamento non-cash.

Fonte: Narodowy Bank Polski e Coalition for Non-Cash Turnover and Micropayments, “Non-Cash Turnover Development Program in Poland 2014-2020”

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La redazione di tre Lettere Ambrosetti Club dedicate ai risultati e alle proposte

emerse dalle due edizioni della Community.

II. PROMUOVERE AZIONI EVOCATIVE E DI MORAL SUASION PER RIMUOVERE LE

“DISTORSIONI” ALL’AFFERMAZIONE DELLA CASHLESS SOCIETY IN ITALIA

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Come si è visto nel Capitolo 1, in Italia il contante in circolazione continua ad aumentare

(+6,9% nel periodo 2014-2015) e, in termini di peso del circolante sull’economia (cash

intensity), il nostro Paese risulta – su 131 economie mappate – la seconda peggiore

nell’UE e la venticinquesima peggiore al mondo (11,2% rispetto al 9,7% dell’Eurozona).

Nel settore dei servizi, successivi interventi di legge (Decreto Ministeriale “Disposizioni

sui pagamenti elettronici” del 24 gennaio 2014 e Legge n. 208/2015 “Legge di Stabilità

2016” del 28 dicembre 2015) hanno introdotto l’obbligo per esercenti e professionisti di

accettare i pagamenti elettronici tramite POS (inclusi quelli per importi inferiori ai 5

Euro). Tuttavia ad oggi, il decreto per l’entrata in vigore del regime sanzionatorio non

è stato ancora emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze56, al quale spetta

anche la definizione dell’importo delle multe e l’identificazione dei casi di “oggettiva

impossibilità tecnica” nei quali è possibile non rispettare tali adempimenti.

Una indagine condotta da Doxa nel 201657 evidenzia come il 79% degli utilizzatori di

carte di credito e/o bancomat valuti positivamente l’obbligo di accettare i pagamenti con

carte elettroniche, senza alcun limite di importo. Nello specifico, per il 39% si tratta di

una misura di libertà per i clienti che non desiderano usare le banconote, per il 26% le

previsioni della Legge di Stabilità allineano l’Italia con il resto dell’Europa, mentre il 14%,

pur apprezzando tale misura, teme che gli esercenti ed i professionisti non rispetteranno

questa regola. Tuttavia quasi 1 rispondente su 5 (16%) la giudica negativamente, in

quanto la ritiene fonte di costi aggiuntivi per commercianti e professionisti.

Per quanto riguarda l’applicazione di sanzioni a commercianti e professionisti che

rifiutano i pagamenti elettronici, il 64% degli utilizzatori di carte di credito e di debito si

dichiara favorevole all’applicazione di sanzioni.

56 La Legge di Stabilità 2016 ha prescritto che entro il 1° febbraio 2016 il Ministero dell’Economia avrebbe dovuto definire un apposito decreto i tetti delle commissioni da applicare ai pagamenti elettronici. Le commissioni applicate dalle banche dovranno essere effettivamente commisurate ai costi del servizio erogato, senza scaricarsi sul professionista o sull’esercente che riceve il pagamento. 57 Indagine Doxa sui sistemi di pagamento elettronici, commissionata da Jusp e condotta su un campione di 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana adulta, marzo 2016.

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Figura 45. Livello di condivisione della previsione di applicare sanzioni a commercianti e professionisti che non

accettano le carte di pagamento tra gli utilizzatori di carte di credito e di debito in Italia (percentuale delle risposte),

2016. Fonte: rielaborazione The European House – Ambrosetti su indagine Doxa sui sistemi di pagamento elettronici,

marzo 2016

PROPOSTE D’AZIONE

Rimuovere le “distorsioni” evidenti all’affermazione della cashless society in Italia, attraverso alcuni

messaggi ed azioni forti in coerenza con questo:

A. Rendere l’Italia capofila in Europa nella progressiva eliminazione (phasing-out) delle banconote da

500 Euro (ad esempio, introduzione, per prima tra gli Stati Membri, del divieto di accettare tali banconote

per i pagamenti di beni e prestazioni di servizi), nel solco dei recenti pronunciamenti della Banca Centrale

Europea.

B. Creare sensibilità sociale per disincentivare comportamenti cash-based, anche adottando meccanismi

di moral suasion per una maggiore accettazione dei pagamenti con strumenti di pagamento alternativi al

contante (tra questi: l’entrata in vigore, in tempi rapidi, del regime sanzionatorio previsto per la mancata

accettazione dei pagamenti elettronici tramite POS da parte di esercenti e professionisti; la creazione di una

app su base nazionale per la segnalazione di esercenti inadempienti e/o “virtuosi”, anche attraverso il lancio

di una “call for action” rivolta a start-up innovative e fintech).

Nell’UE, a maggio 2016, il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di

interrompere in via permanente, dalla fine del 2018, la produzione e l’emissione delle

banconote da 500 Euro, pur mantenendone il corso legale.

La scelta della BCE è dettata principalmente dalla volontà di limitare l’utilizzo di tali

banconote (pari al 28% del valore del contante circolante nell’Area Euro nel 2015) per lo

svolgimento di attività illecite58.

58 Si veda anche: Banca d’Italia – Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, “L’utilizzo delle banconote di taglio elevato come potenziale strumento di riciclaggio: lo studio del 2011 con una nota di aggiornamento”, Quaderni dell’Antiriciclaggio, dicembre 2016. Le banconote da 500 Euro in circolazione in Europa valgono 306,8 miliardi di Euro su un totale circolante di 1.083 miliardi di Euro.

Molto d'accordo32%

Abbastanza d'accordo

32%Poco d'accordo

12%

Per nulla d'accordo20%

Non so4%

64%

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L’Italia potrebbe quindi svolgere un ruolo chiave in Europa nel phasing-out delle

banconote di 500 Euro, introducendo per prima tra gli Stati Membri il divieto di

accettare tali banconote per i pagamenti di beni e prestazioni di servizi. Questo

consentirebbe di contrastare gli effetti legati all’innalzamento della soglia dei pagamenti

in contate da 1.000 a 3.000 Euro con effetto dall’inizio di gennaio 2016 (si veda il

Capitolo 1). Su tale aspetto, circa il 68% dei business leader italiani intervistati dalla

Community Cashless Society nel 2016 aveva giudicato negativa (13,9%) o molto negativa

(13,9%) tale decisione del Governo.

In parallelo, occorre creare una forte sensibilità sociale affinché alcuni

comportamenti cash-based siano disincentivati, attraverso misure di legge e azioni di

moral suasion. Alcune possibili misure riguardano:

L’entrata in vigore, in tempi rapidi, del regime sanzionatorio previsto per gli

esercenti e professionisti che non accettano i pagamenti elettronici tramite POS.

Si potrebbe inoltre prevedere, in un apposito decreto ministeriale, l’applicazione, in

caso di mancata accettazione dei pagamenti cashless, delle disposizioni ex art. 693

del Codice Penale, in base al quale “chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore,

monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa

fino a 30 Euro”59. Ciò, da un lato, contribuirebbe a tutelare il diritto del cittadino a

poter pagare con tutti gli strumenti di pagamento ammessi dalla Legge e, dall’altro,

potrebbe scoraggiare (soprattutto gli operatori più piccoli) possibili fenomeni di

abuso da parte degli esercenti a fronte della possibile comminazione di una sanzione

amministrativa di modesta entità, o della revoca pro-tempore della licenza per gli

esercenti inadempienti o la sospensione provvisoria dall’attività professionale.

L’attuazione di meccanismi di “incentivazione sociale”, come ad esempio la

creazione di una app che offra un sistema di feedback per segnalare, su base

nazionale, tanto gli esercenti e professionisti che non accettano i pagamenti cashless

quanto quelli “virtuosi”, da comunicare e promuovere adeguatamente su base

nazionale. Lo sviluppo e successiva produzione di tale app potrebbe essere effettuata

attraverso una “call for action” rivolta a start-up innovative e fintech,

contribuendo così ad arricchire la filiera dei pagamenti italiana e a sostenere

l’imprenditoria giovanile e la neo-imprenditorialità.

59 Fattispecie depenalizzata dall’art. 33, lettera a) della Legge n. 689 del 24 novembre 1981.

Insight – Regno Unito: le misure di contrasto all’utilizzo illecito e illegale delle banconote di grosso taglio

Nel 2010, l’agenzia inglese contro il crimine organizzato* ha stimato che il 90% delle banconote da 500 Euro

circolanti nel Paese fosse gestito dalla criminalità organizzata o legato all’evasione fiscale e al finanziamento del

terrorismo. Su tale base, è stato varato un provvedimento che ha vietato a banche e cambiavalute operanti nel

territorio britannico di rivendere al pubblico le banconote da 500 Euro in loro possesso. Inoltre, ai fini della

trasparenza, in assenza di un limite generico sulle transazioni in contanti, i commercianti hanno l’obbligo di rendere

conto dei pagamenti superiori ai 15.000 Euro.

_______________________________________________

(*) Attiva dal 2006 al 2013 e successivamente sostituita dalla National Crime Agency britannica.

Fonte: Serious Organised Crime Agency (SOCA), 2010

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III. INCENTIVARE I COMMERCIANTI ALL’ACCETTAZIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI

Affinché l’accettazione dei pagamenti cashless possa aumentare nel nostro Paese, è

importante agire sulle condizioni che rendono vantaggioso il ricorso a tali strumenti per

tutte le parti coinvolte, e in particolare da parte degli esercenti: a questa categoria

vanno indirizzate iniziative di incentivazione e sensibilizzazione mirate a favorire una

maggiore accettazione dei pagamenti elettronici.

Il Governo italiano ha già previsto alcune misure per agevolare l’ingresso dei pagamenti

digitali nella vita quotidiana (come l’installazione obbligatoria dei POS per esercenti e

professionisti, l’accettazione dei pagamenti con carta anche per micro-pagamenti; il

principio della neutralità dei sistemi di pagamento verso la P.A.), ma si potrebbe

ricorrere ad ulteriori forme di incentivi di natura economica e non. La definizione di un

framework permetterebbe di fare percepire:

i terminali POS e gli altri device di pagamento come un mezzo per ottenere ricavi

aggiuntivi ed uno strumento di marketing per la fidelizzazione dei clienti;

le carte di pagamento e le app mobile come input per la creazione di una piattaforma

sulla quale caricare servizi personalizzati e a maggior valore aggiunto.

In aggiunta, si aumenterebbero la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni, non solo

in termini di maggiore controllo, ma anche di sistema di gestione maggiormente

efficiente per le aziende.

PROPOSTA D’AZIONE

Introdurre, anche prendendo spunto dalle migliori pratiche internazionali, meccanismi di incentivazione per

gli esercenti adottando un mix di incentivi di tipo:

- economico (come il credito di imposta per i commercianti per l’anno successivo in caso di superamento

di determinate soglie di transato cashless) e

- non economico (come la riduzione dei termini di accertamento in materia di IVA e di imposte dirette da

parte delle autorità fiscali, già oggi prevista nel nostro ordinamento60).

60 L’opzione per la trasmissione telematica dei corrispettivi e delle fatture permette di beneficiare della riduzione di 2 anni dei termini di accertamento in materia IVA e di imposte dirette, a condizione che venga garantita la tracciabilità dei pagamenti.

Insight – Il caso della piattaforma “Evasori.info”

Lanciata nel 2008, Evasori.info è la prima piattaforma sociale su base volontaria per mappare e contrastare

l’evasione fiscale in Italia ed è tra le app con la maggiore partecipazione dei cittadini. La piattaforma – gestita con

open data secondo logiche di trasparenza e condivisione dei contenuti – garantisce l’anonimato di segnalanti e

segnalati, nell’ottica di comprensione del fenomeno e delle sue conseguenze. Evasori.info ha inoltre elaborato

strumenti come l’“onestometro” (un indice di onestà per gli esercenti “virtuosi” su scala da 1 a 100 basato sulle

segnalazioni dei cittadini) e il “bollino degli onesti” da esporre negli esercizi che emettono regolarmente ricevute

fiscali e fatture.

Fonte: evasori.info, 2017

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Alcuni Paesi europei stanno promuovendo sistemi di incentivazione per promuovere il

ricorso ai pagamenti elettronici. Un esempio è offerto dalla normativa recentemente

approvata in Grecia che include misure di incentivazione e di sanzione (multa

pecuniaria) rivolte agli esercenti per l’accettazione delle transazioni effettuate con

modalità di pagamento alternative al contante (si veda il Capitolo 2).

IV. CREARE LE CONDIZIONI STRUTTURALI PER LA TRACCIABILITÀ DEI PAGAMENTI IN

ITALIA

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Lo scenario di partenza in Italia presenta alcune peculiarità su cui è possibile intervenire

attraverso azioni mirate da varare nel breve-medio termine. L’Italia mostra infatti bassi

tassi di diffusione dei pagamenti elettronici e, a parità di condizioni attuali, il gap

è destinato ad aumentare nei decenni a venire.

In questo contesto, è importante valorizzare i fattori acceleratori che possono agire

da volano per la diffusione dell’uso dei pagamenti digitali. Infatti alcuni elementi

contribuiscono a creare una maggiore abitudine all’uso delle soluzioni di pagamento

elettronico da parte dei cittadini, tra cui forme di gamification come il meccanismo della

“lotteria degli scontrini” proposto dalla Community Cashless Society nel 2016 e su cui il

Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate stanno lavorando per

l’avvio della sperimentazione della “lotteria dei corrispettivi” ai fini dell’emersione del

sommerso.

I pagamenti elettronici rendono infatti l’evasione e la frode fiscale più difficili: in tal

senso, la tracciabilità permessa dall’acquisizione tempestiva dei dati delle transazioni

commerciali, soprattutto se concluse mediante pagamenti elettronici, permette controlli

più efficaci e tempestivi da parte dell’amministrazione finanziaria.

PROPOSTA D’AZIONE

Rendere obbligatorie, anche sfruttando il potenziale volano del lancio della “lotteria dei corrispettivi” a

livello nazionale, la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate

dei dati dei corrispettivi giornalieri delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi, con la previsione di un

regime transitorio.

Il sistema della lotteria potrà funzionare correttamente a condizione che siano rese

obbligatorie la memorizzazione e la trasmissione telematica dei dati dei

corrispettivi su base giornaliera, con informazioni comprensive della modalità di

pagamento (elettronico o in contanti), processando i dati in modo sicuro61.

Ad oggi, l’adozione del registratore di cassa telematico per la trasmissione online delle

transazioni per esigenze di controllo è stata resa opzionale e interesserà gli esercenti che

scelgano tale regime per 5 anni (con rinnovo automatico di altri 5 anni a meno che non

61 Si veda l’art. 2 del Decreto Legislativo n. 127 del 5 agosto 2015 sulla trasmissione telematica delle operazioni IVA e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici.

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ne venga chiesta revoca). Si potrebbe quindi ipotizzare di prevedere un coerente

periodo transitorio (pari, ad esempio, a 2 anni) per l’adeguamento richiesto agli

esercenti per il passaggio dal regime analogico al nuovo regime telematico.

V. AMPLIARE L’ACCETTAZIONE DEI PAGAMENTI CASHLESS NELLA P.A.

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

La P.A. può agire da volano per accelerare i processi di digitalizzazione in corso nel Paese

e diffondere l’accettazione dei pagamenti elettronici, creando una maggiore abitudine

all’uso da parte di cittadini e imprese, grazie alla capillarità, alla frequenza e

all’elevato volume dei pagamenti verso la P.A.: si stima che il valore dei pagamenti di

cittadini e imprese alla P.A. per servizi e tributi in Italia ammonti a circa 60 miliardi

di Euro (per quasi il 90% riconducibili a Comuni, Regioni e Province).

Ad oggi, le commissioni sui pagamenti

effettuati verso la P.A. con modalità

elettroniche sono sostenute direttamente dal

consumatore finale, il quale non valuta

positivamente la possibilità di utilizzare

soluzioni cashless rispetto al contante. Tale

situazione non incentiva la diffusione dei

pagamenti elettronici nei rapporti C2G

(Citizen-to-Government), nonostante la

crescita delle adesioni da parte delle

amministrazioni pubbliche alla piattaforma

pagoPA e i miglioramenti apportati nel 2016

al Codice dell’Amministrazione Digitale

(CAD)62, tra cui l’introduzione:

del concetto di neutralità dei sistemi di pagamento verso la P.A. (accettazione

di ogni carta, incluse quelle appartenenti ai circuiti internazionali), aspetto che

implica che in futuro i bandi per i sistemi di pagamento pubblici dovranno prevedere

il supporto a tutte le carte di pagamento;

della possibilità di effettuare micro-pagamenti via sms e con credito telefonico

verso la Pubblica Amministrazione; in tal caso, l’attuazione del principio di

integrazione dei player telefonici nel mondo dei pagamenti dovrà essere coordinato

con il recepimento della nuova direttiva sui pagamenti elettronici PSD2 e a fronte

dell’adeguamento di tutti i sistemi degli operatori mobile.

62 Modifiche apportate dal Decreto Legislativo n. 179/2016 al Codice dell’Amministrazione Digitale (D. Lgs. n. 82/2005).

Insight – L’apertura della P.A. ai circuiti di

pagamento internazionali

Prima delle modifiche al CAD, l’accettazione da

parte degli uffici pubblici dei pagamenti loro

spettanti effettuati con le sole carte appartenenti al

circuito domestico ha finora limitato le possibilità di

scelta di milioni di utenti italiani possessori di carte

internazionali.

Oggi infatti su circa 95 milioni di carte presenti in

Italia, sono circa 60 milioni quelle internazionali

(63% del totale).

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PROPOSTA D’AZIONE

Effettuare una revisione delle attuali regole di bilancio dello Stato per far sì che la commissione sui

pagamenti cashless verso la Pubblica Amministrazione (surcharge) – ad oggi ribaltata sull’utente – sia

sopportata dalla P.A. stessa, con l’istituzione di un apposito tavolo di lavoro con gli enti del settore pubblico

per l’analisi delle modalità tecniche e di sostenibilità associate alle necessarie modifiche da apportare.

Il “ribaltamento” delle commissioni sui pagamenti elettronici verso la P.A. – dall’utente

verso il settore pubblico – promuoverebbe la creazione di condizioni di uguale

economicità tra pagamenti in contanti e con strumenti cashless.

Poiché si tratta di un tema delicato in considerazione delle implicazioni in termini

amministrativo-contabili sulle regole della P.A., si potrebbe attivare un tavolo di

lavoro con gli enti di riferimento del settore pubblico (a partire dalla Ragioneria dello

Stato) per studiare le modalità tecniche e di sostenibilità associate alle necessarie

modifiche alle attuali regole di bilancio dello Stato. All’estero (ad esempio, in Canada),

sono state create delle task force con operatori pubblici e privati che si sono occupate,

tra le diverse attività, anche delle modalità di promozione dei pagamenti elettronici nel

settore pubblico.

VI. SPERIMENTARE APPROCCI INTEGRATI DI CASHLESS SOCIETY A LIVELLO TERRITORIALE

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Ad oggi, il sistema-Italia manca di una visione unitaria sul tema dei pagamenti elettronici

e si assiste in parallelo alla promozione di diverse iniziative orientate alla promozione

della cashless society a livello territoriale o in specifici segmenti di business (ad esempio,

nei trasporti pubblici locali), attraverso azioni disgiunte e “a macchia di leopardo”

realizzate da Amministrazioni locali, operatori della filiera dei pagamenti e settore

dell’associazionismo.

Queste iniziative devono essere guardate con favore, in quanto permettono di incidere

sui comportamenti di cittadini e imprese, ma occorre adottare un approccio olistico

che possa intervenire contemporaneamente su più ambiti della vita quotidiana e

promuovere la collaborazione tra settore pubblico e privato.

Insight – Ad oggi quasi 15.300 enti pubblici italiani hanno aderito a pagoPA

A fine gennaio 2017 le Pubbliche Amministrazioni che hanno attivato almeno un servizio di pagamento con

pagoPA sono 15.292 (di cui 10.758 attive). In particolare, permettono il pagamento dei servizi tramite pagoPA:

8.404 Scuole, 2.075 Comuni e altri enti locali, 14 Regioni e Province autonome, 6 Ministeri, 28 università, 122

Camere di Commercio e una serie di enti pubblici fra cui INAIL, INPS, Equitalia, CONSIP e ACI.

La progressiva attivazione delle Pubbliche Amministrazioni ha favorito anche la crescita delle transazioni: nel solo

mese di gennaio 2017 si sono registrate 439.392 operazioni (+300% rispetto a dicembre 2016).

Fonte: Agenzia per l’Italia Digitale, 2017

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76

L’avvio di iniziative finalizzate a sperimentare approcci cashless a livello locale può

permettere di ottenere benefici concreti e, alla luce dei risultati dei progetti-pilota, di

valutare eventuali interventi correttivi da apportare anche in ambito normativo e fare

emergere buone prassi di collaborazione pubblico-privata da estendere su base

nazionale.

PROPOSTA D’AZIONE

Varare una sperimentazione di approcci cashless a livello locale, a partire da un progetto-pilota in

collaborazione con il Comune di Firenze e con gli stakeholder del territorio, per stimolare effetti imitativi

positivi in altre Amministrazioni locali e mettere a punto sul campo soluzioni concrete che siano replicabili

e “scalabili” a livello nazionale.

Si rinvia al successivo Capitolo 4 per un approfondimento sulla sperimentazione nel

territorio di Firenze e i diversi stream progettuali allo studio.

Page 81: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

77

CAPITOLO 4

LA PROMOZIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI A LIVELLO

TERRITORIALE

4.1. IL PROGETTO-PILOTA DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY IN

COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI FIRENZE: MISSIONE, VISIONE E

METODOLOGIA DI LAVORO

Nel 2016 la Community Cashless Society ha raccomandato di adottare misure orientate

alla promozione dei pagamenti elettronici anche a livello territoriale, in particolare

attraverso la definizione di un piano d’azione volto a rendere cashless-friendly le

principali aree turistiche del Paese.

Seguendo tale indicazione, nel 2017 la Community ha individuato nella città di Firenze

il territorio target in cui definire delle linee guida per l’avvio di una sperimentazione sui

pagamenti elettronici in ottica verticale, con l’obiettivo di:

Promuovere e testare un approccio “cashless” di sistema a livello locale.

Innescare meccanismi imitativi virtuosi tra le città italiane.

La selezione di Firenze per una simile iniziativa in ambito cashless è motivata dalle

potenzialità legate alla sua vocazione turistica, all’ampio bacino di utenza, al tessuto

economico-industriale del territorio63 e alla elevata visibilità a livello nazionale ed

internazionale.

I benefici offerti dalla sperimentazione riguardano la possibilità di misurare l’impatto

sull’utilizzo dei pagamenti cashless, di sensibilizzare cittadini ed esercenti locali e di

rilevare elementi importanti da portare all’attenzione nazionale, contribuendo ad

accelerare l’avanzamento della cashless society in Italia.

Figura 46. Visione d’insieme del progetto-pilota della Community Cashless Society a livello territoriale. Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

63 La Città Metropolitana di Firenze riunisce oltre un milione di abitanti, è uno dei maggiori poli turistici in Italia (oltre 9 milioni di presenze nel 2016, con una elevata presenza straniera) e possiede un buon tessuto economico-industriale (più di 92.000 imprese).

Promuovere e testare un approccio "cashless" di sistema a livello locale

Innescare meccanismi imitativi virtuosi tra le città italiane

Misurare l’impatto sull’utilizzo dei pagamenti cashless

Sensibilizzare i cittadini e gli esercenti locali

Rilevare elementi importanti da portare all’attenzione nazionale, accelerando

l’avanzamento della cashless society

OBIETTIVI

MODALITÀ

BENEFICI ATTESI

Identificare un Comune target, sulla base di criteri condivisi con la

Community

Costituire un Tavolo di Lavoro con il Comune

Presentare un Blue Print di progetto da condividere alla Tavola Rotonda

finale della Community Cashless Society (Cernobbio, 6 aprile 2017)

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78

A seguito del coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale di Firenze e delle sue

strutture, in occasione delle diverse riunioni di lavoro della Community, sotto il

coordinamento complessivo di The European House - Ambrosetti, è stata effettuata una

ricognizione delle misure di digitalizzazione avviate dal Comune e delle soluzioni di

pagamento cashless già in vigore o allo studio.

Dal confronto tra il Comune e i partner della Community, riunitisi a Firenze in occasione

di un apposito Tavolo di Lavoro nel gennaio 2017, sono stati quindi identificati i

principali “cantieri di lavoro” per l’impostazione del progetto-pilota. Inoltre, in

considerazione delle finestre di opportunità esistenti, degli ambiti di collaborazione e dei

punti d’attenzione di cui tenere conto in alcuni ambiti, sono state ipotizzate alcune

ipotesi preliminari di iniziative su cui avviare il confronto con le Direzioni del Comune e

gli stakeholder del territorio, per una valutazione, selezione e possibile futura

implementazione nei mesi a venire.

A tale scopo, sono stati convocati, nel mese di marzo 2017, alcuni sotto-gruppi di

lavoro tematici finalizzati a confrontare le esigenze e le aspettative del Comune di

Firenze e di alcuni degli stakeholder del territorio64 con le competenze e l’expertise

tecnologica che i partner della Community possono mettere a disposizione, nell’ottica di

discutere le possibili idee per la sperimentazione-pilota nei diversi ambiti e verificarne la

fattibilità.

Figura 47. Il piano di lavoro del progetto-pilota della Community Cashless Society nel territorio di Firenze. Fonte:

elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

La sperimentazione del progetto-pilota della Community Cashless Society nel territorio

di Firenze si pone la missione di:

64 In un’ottica “open”, ulteriori operatori, pubblici e privati, del territorio potranno essere coinvolti nelle fasi successive alla presentazione del Blue Print del progetto-pilota.

Short-listdi Comuni

IngaggioComune

target

Messa a punto

modello operativo

Sviluppo Blue Print del progetto

Lancio del progetto

Contatti con le

amministrazioni locali

Identificazione short

list di potenziali

Comuni target

Avvio del progetto

Monitoraggio e

verifica dei risultati

Definizione di

eventuali azioni

correttive

Identificazione del

Comune target

Ingaggio del Comune

scelto

Finalizzazione

accordi con

amministrazione

Identificazione

ambito del

progetto

Attivazione Tavolo di

Lavoro con il Comune, i

partner della

Community e TEH-A

Definizione del

programma e delle

attività operative

Definizione dei ruoli

Messa a punto e

presentazione del

Blue Print di progetto

Attivazione di sotto-

gruppi dedicati per

singolo stream

progettuale

Presentazione alla

Tavola Rotonda della

Community a

Cernobbio

(6 aprile 2017)

Set

2016

Ott - Nov

2016

Dic 2016 – Gen

2017

Mag 2017

in avanti

Feb - Apr

2017

“Promuovere a Firenze una strategia di natura sistemica in grado di intervenire sulle dimensioni-

chiave della vita quotidiana e creare le condizioni per una cashless experience di cittadini e turisti”

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79

e ha la seguente visione:

Nel dettaglio, la Community Cashless Society intende sviluppare alcuni stream

progettuali integrati sia dal punto di vista delle progettazione end-to-end (e, quindi,

scalabilità nella operatività quotidiana) che della coerenza tra loro, al fine di creare un

“ecosistema cashless” a Firenze. La scelta e l’implementazione dei diversi cantieri di

lavoro rispondono ad alcune linee guida di fondo:

Soluzioni semplici, con facilità di utilizzo per ottenere “instant win”.

Sostenibilità dei costi/investimenti associati allo sviluppo e alla

implementazione delle azioni, attraverso l’adozione di una logica di “plug-in” con le

architetture e i sistemi informatici già in essere del Comune e l’individuazione di

soluzioni “a costo-zero” (o “quasi zero”).

Lancio di soluzioni rivolte a turisti e cittadini.

Promozione di azioni e soluzioni per modificare strutturalmente le abitudini di

pagamento.

Modellizzazione di “buone pratiche” sul territorio, anche di collaborazione

pubblico-privata, da diffondere in Italia.

4.2. GLI STREAM PROGETTUALI IDENTIFICATI DALLA COMMUNITY CASHLESS

SOCIETY PER LA SPERIMENTAZIONE A FIRENZE

In occasione della riunione del Tavolo di Lavoro con il Comune di Firenze e dei successi

incontri operativi, sono stati identificati sei stream progettuali per il progetto-pilota:

trasporti (trasporto pubblico locale e taxi), turismo, esercizi commerciali, pagamenti

nella P.A., sistema sanitario e sistema dell’istruzione.

Figura 48. Gli stream progettuali del progetto-pilota della Community Cashless Society nel territorio di Firenze: visione

d’insieme. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2017

TRASPORTI

TURISMO

ESERCIZI

COMMERCIALI

PAGAMENTI

NELLA P.A.

SISTEMA

SANITARIO

SISTEMA

DELL’ISTRUZIONE

Pagamento autobus

Parcheggi e accesso ad area ZTL

Taxi

Firenzecard

Musei Civici

Diffusione e

accettazione dei

pagamenti cashless

presso i commercianti

Sviluppo di soluzioni

cashless per migliorare

la customer experience

Introduzione di una carta "purchase" per i

pagamenti elettronici nella P.A.

Azioni di

sensibilizzazione e

attività di educazione

finanziaria

“Rendere Firenze la prima città cashless-friendly d’Italia”

Page 84: Rapporto 2017 Community Cashless Society€¦ · ― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

80

Per ciascuno stream progettuale verranno di seguito sintetizzate le possibili azioni

suggerite dalla Community Cashless Society, che dovranno essere discusse e valutate per

una possibile futura implementazione sul territorio, secondo tempi, impegni finanziari e

modalità da definire di concerto tra il Comune di Firenze, gli enti pubblici e gli operatori

privati interessati a contribuire e partecipare attivamente a questa sperimentazione.

I. TRASPORTI (TRASPORTO PUBBLICO LOCALE E TAXI)

Il settore del trasporto urbano, pubblico e privato, è uno degli ambiti che si presta

maggiormente alla sperimentazione di soluzioni cashless. I benefici legati

all’introduzione di soluzioni digitali o dematerializzate di pagamento sono riconducibili,

in particolare, all’offerta di maggiore semplicità, immediatezza, sicurezza e

convenienza per il cliente finale65, così come alla maggiore efficienza ed efficacia per

gli operatori del trasporto pubblico (ad esempio, minori costi legati alla bigliettazione

cartacea ed evoluzione dell’infrastruttura tecnologica).

In questo contesto, la Community Cashless Society propone di avviare una

sperimentazione sul fronte della smart mobility, secondo alcune possibili opzioni

(anche integrative tra loro):

Possibilità di pagare il diritto di viaggio utilizzando le carte di pagamento già in

possesso dall’utente, con cui effettua qualsiasi altro acquisto quotidiano, senza la

necessità di sottoscrivere una carta specifica per il trasporto (ad esempio, sul modello

di Transport for London nel Regno Unito – si veda il Capitolo 2)66.

Apertura ai pagamenti con carta di prossimità (ad esempio, con l’acquisto di

biglietti a bordo del mezzo e il pagamento dei parcheggi on-site), anche con il

possibile ampliamento delle attuali funzionalità della FirenzeCard.

Apertura ai pagamenti con mobile app/device (come soluzioni di smart ticketing,

pagamento in remoto di soste su strisce blu, accesso alle aree ZTL, fino ad ipotizzare

il pagamento del rifornimento di carburante alle stazioni di servizio, di corse in taxi

e di contravvenzioni e multe, ecc.).

Per la collaborazione tra pubblico e privato per la promozione dei pagamenti

cashless nel settore del trasporto si possono conseguentemente percorrere più strade:

L’adozione di un approccio “olistico” nel settore.

L’introduzione di soluzioni innovative di pagamento elettronico, in affiancamento ai

sistemi già in essere (secondo la logica “plug-in”).

65 Ad esempio:

- L’acquisto del biglietto di una corsa sui mezzi pubblici attraverso una app mobile, oppure “passando” la carta o lo smartphone NFC su un lettore elettronico/tornello d’accesso, oppure da un terminale automatico senza dover utilizzare contante;

- Il pagamento della sosta senza dover esporre sul parabrezza della propria autovettura alcun tagliando per indicare l’utilizzo del servizio, con la possibilità di decidere se estenderla o terminarla in anticipo, riducendo così il rischio di multe.

66 Il sistema basato sulle carte di pagamento tradizionali deve gestire in “back-end” il tipo di diritto addebitato al cliente, in funzione dell’effettivo utilizzo del mezzo pubblico: ad esempio, in caso di un solo “passaggio” della carta sul lettore l’utente pagherà la corsa singola, in caso di più “tap” si pagherà una tariffa simile a soluzioni del tipo “one day travel pass”. L’utilizzo delle normali carte di pagamento permette di abilitare l’accesso a questo sistema di trasporto tanto degli utenti nazionali quanto di quelli esteri.

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81

L’avvio di procedure di evidenza pubblica, a seconda del tipo di interlocutore

coinvolto e delle necessità emergenti.

In aggiunta, la sperimentazione potrebbe portare alla elaborazione di indicazioni per la

redazione di un modello abilitante dei pagamenti cashless basato su standard

e metodologie open da adottare nei bandi per il trasporto pubblico locale, da

estendere successivamente ad altri ambiti (come servizi di bike sharing/car sharing,

colonnine di ricarica delle auto elettriche, servizi di collegamento con l’aeroporto di

Firenze, ecc.) e alle utility del trasporto pubblico del territorio, favorendo così la massima

apertura del mercato di pagamenti elettronici in città. Il Comune di Firenze potrà quindi

prendere in considerazione tale metodologia e standard e valutarne la possibile

applicazione nei diversi casi, promuovendoli anche con le utility locali, laddove

praticabili e non limitanti in alcun modo il mercato.

La definizione di un corretto approccio alla smart mobility a Firenze basata sulla

individuazione di tecnologie abilitanti in grado di integrarsi con soluzioni cartacee

tradizionali, carte dedicate da utilizzare per tutti i servizi di trasporto locale, carte di

credito e di debito, device e soluzioni digitali (app di pagamento) può anche agire da

volano per lo sviluppo di nuove attività nel territorio, tanto per PMI e start-up

innovative/fintech quanto per i grandi operatori già presenti sul mercato.

Un ulteriore ambito d’intervento nel sistema del trasporto urbano riguarda la

promozione di una maggiore accettazione dei pagamenti elettronici da parte

dei tassisti.

Secondo alcune recenti rilevazioni, Firenze è una delle città italiane con il maggior tasso

di penetrazione dei POS nella categoria dei tassisti, ma – nonostante l’importante

investimento effettuato nell’infrastruttura – si riscontra una forte resistenza di tipo

“culturale” all’accettazione dei pagamenti con carta. Per incentivare l’accettazione dei

pagamenti non-cash based presso la categoria dei tassisti a Firenze, la Community

suggerisce di:

Lanciare interventi di incentivazione rivolti ai tassisti (come il riconoscimento di

premialità al superamento di determinate soglie di pagamenti cashless o

l’applicazione di vetrofanie “POS a bordo” sulle autovetture) e/o misure di moral

suasion (come, ad esempio, l’obbligo del rispetto di “linee guida cashless” per

l’adesione alla cooperativa locale dei tassisti o la segnalazione degli operatori non

compliant attraverso una apposita applicazione).

Sviluppare soluzioni innovative di dematerializzazione dei pagamenti.

Promuovere iniziative di disseminazione di buone pratiche e di

comunicazione congiunta tra la Community Cashless Society e il Comune di

Firenze (ad esempio, con la realizzazione di kit informativi di sintesi e di facile

fruizione da divulgare online).

Effettuare azioni di pubblicità per veicolare l’immagine di Firenze come città

cashless-friendly.

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82

II. TURISMO

L’accettazione di soluzioni di pagamento alternative al contante è un fattore in grado di

agevolare l’esperienza dei turisti – italiani e stranieri (spesso abituati a contesti cashless-

friendly) – e di moltiplicare così le occasioni di acquisto in ottica multi-canale.

Firenze è una delle città italiane ed europee a maggiore potenziale turistico, come

testimoniato dai flussi di visitatori e dal suo patrimonio artistico, culturale, paesaggistico

ed enogastronomico. Da un lato, nel 2016 il Comune di Firenze ha registrato 3,6 milioni

di arrivi (per il 73% di turisti stranieri) e 9,4 milioni di presenze (per il 75% straniere)

nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere67. Dall’altro, tra i 20 musei e poli museali

statali più visitati in Italia figurano 5 strutture fiorentine (25% del totale nazionale), con

un ruolo di spicco delle Gallerie degli Uffizi (al terzo posto in Italia con 2 milioni di

visitatori nel 2016) e dell’Accademia (al quarto posto, con 1,5 milioni).

Figura 49. Primi 25 musei statali per visite turistiche in Italia: il posizionamento dei musei di Firenze (milioni di visite),

2016. Fonte: rielaborazione The European House – Ambrosetti su dati MiBACT, 2017

Il Comune di Firenze – in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali,

Città Metropolitana di Firenze e Camera di Commercio di Firenze – ha promosso il pass

museale ufficiale della città, Firenzecard68. Ad oggi, la card è venduta per il 42% presso

i principali musei cittadini, per il 31% presso gli uffici di informazione turistica

(InfoPoint) e per il 27% sul canale online.

La Community Cashless Society propone di potenziare le attuali funzionalità della

Firenzecard, secondo le seguenti linee guida:

Demateralizzazione della carta fisica e previsione di sistemi di incentivazione (ad

esempio, lo sconto sul prezzo della e-Card).

Ampliamento dei canali distributivi (tabaccai, punti Sisal, ecc.).

67 Fonte: Città Metropolitana di Firenze, Statistiche del Turismo, 2017. 68 Firenzecard ha un costo di 72 Euro e garantisce l’accesso per una sola volta a ciascuno dei 72 Musei fiorentini aderenti, con validità di 72 ore dal primo utilizzo. La versione “Firenzecard+” comprende l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico cittadino (bus e tramvia) per tre giorni.

6,41

3,28

2,01

1,46

1,23

1,01

0,88

0,85

0,68

0,53

0,45

0,44

0,41

0,41

0,40

0,38

0,36

0,34

0,34

0,32

0,32

0,31

0,31

0,31

0,28

Colosseo e Foro Romano (RM)

Scavi di Pompei (NA)

Galleria degli Uffizi (FI)

Galleria dell'Accademia (FI)

Castel Sant'Angelo (RM)

Venaria Reale (TO)

Museo Egizio (TO)

Circuito Museale Boboli e Argenti (FI)

Reggia di Caserta (CA)

Galleria Borghese (RM)

Museo Archeologico Nazionale (NA)

Villa d'Este a Tivoli (RM)

Scavi di Ercolano (NA)

Cenacolo Vinciano (MI)

Galleria Palatina (FI)

Parco archeologico di Paestum (SA)

Museo di Palazzo Ducale (MN)

Museo Archeologico Nazionale (VE)

Museo Nazionale Romano (RM)

Cappelle Medicee (FI)

Scavi di Ostia Antica (RM)

Musei Reali (TO)

Gallerie dell'Accademia (VE)

Pinacoteca di Brera (MI)

Castello Scaligero di Sirmione (BS)

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83

Lancio di una sperimentazione sulla rete dei Musei Civici comunali, anche tramite

il canale mobile, con l’offerta di opzioni aggiuntive di tipo “Pay per Use”/“Fast Pass”

e del servizio “Skip the Line” (utile soprattutto per i poli museali più affollati); questo

permetterebbe di utilizzare come driver i principali attrattori turistici della città, da

un lato, “decongestionandoli” e, dall’altro, incrementando le visite e la visibilità dei

musei fiorentini di minor notorietà e richiamo turistico.

Possibilità di “ricaricare” la carta oltre le 72 ore standard di validità.

Estensione delle funzionalità della Firenzecard ad altri ambiti oltre a quello museale,

come l’accesso a servizi offerti da soggetti terzi (ad esempio, sconti presso

commercianti associati, ecc.), bigliettazione per mezzi di trasporto urbano, ecc..

Sinergie con altri progetti in corso di sviluppo da parte del Comune di Firenze, tra

cui:

o L’installazione di totem abilitati all’emissione dei biglietti e alla prenotazione

delle visite museali nei maggiori luoghi turistici della città, negli InfoPoint

turistici e negli alberghi.

o L’attivazione della piattaforma online “Destination Florence” per la vendita di

pacchetti di servizi turistici.

III. ESERCIZI COMMERCIALI

La diffusione dei pagamenti elettronici nel commercio può favorire il raggiungimento di

numerosi benefici, in termini di maggiore efficienza (riduzione dei costi di gestione del

contante per gli operatori), efficacia (possibilità di incrementare le occasioni di vendita

di beni e servizi e soddisfazione del cliente grazie ad una migliore customer experience

abilitata dalle tecnologie cashless), trasparenza (tracciabilità delle transazioni effettuate,

con conseguente emersione del sommerso), sicurezza (minore esposizione al rischio di

furti di contante) ed innovazione (upgrade tecnologico degli esercenti).

Si propone quindi di promuovere a Firenze azioni congiunte rivolte a categorie di

esercenti tradizionalmente “cash-oriented” per garantire una “cashless experience” a

turisti e cittadini, tra cui:

La realizzazione di riunioni di sensibilizzazione ed ingaggio degli esercenti

del territorio, con l’obiettivo di sfatare alcuni pregiudizi oggi radicati a livello locale e

di promuovere la conoscenza degli obblighi previsti a livello normativo e dei diritti

dei cittadini/clienti.

L’estensione del livello di accettazione dei mezzi di pagamento cashless da parte degli

esercenti ad oggi non raggiunti, anche attraverso meccanismi di incentivazione ad

hoc.

Il posizionamento dei POS contactless davanti alle casse e ai punti di

pagamento (come già avviene diffusamente all’estero) per favorire, semplificare e

velocizzare la customer experience e il ricorso a pagamenti elettronici. In questo

modo, il gesto ormai naturale del “tap & pay” con le carte risulterebbe molto favorito,

semplificato e velocizzato.

La promozione, su base locale, dell’adozione della memorizzazione elettronica e della

trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati dei corrispettivi giornalieri

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84

delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi da parte degli esercenti fiorentini,

anche nell’ottica di agevolare l’avvio della “lotteria dei corrispettivi” a livello

nazionale.

Un eventuale concorso a premi rivolto a clienti ed esercenti per incentivare i

pagamenti cashless.

IV. PAGAMENTI NELLA P.A.

La Pubblica Amministrazione è un volano per la diffusione di modalità di pagamento

alternative al contante a livello nazionale e territoriale.

Affinché il settore pubblico possa accelerare la transizione cashless, al suo interno e nei

rapporti con aziende e cittadini, nel 2016 la Community Cashless Society ha proposto di

rimuovere i limiti normativi attuali all’utilizzo delle carte di credito (fisiche o virtuali)

come strumento di pagamento delle spese per beni o servizi della P.A.69.

Come dimostrato da esperienze estere nel mondo anglosassone70, l’utilizzo di carte per

gli acquisti di beni e servizi (le c.d. “carte purchase”) può generare importanti benefici

per gli enti pubblici, in termini di:

Riduzione dei costi (di processo, di transazione e di approvvigionamento) relativi

alle operazioni di acquisto eseguite dalla P.A.;

Accelerazione del percorso di completamento del processo di digitalizzazione dei

pagamenti della P.A. (anche in sinergia con la piattaforma nazionale pagoPA),

69 Questa opzione è prevista in Italia dalla Legge n. 549/1995 e dalle disposizioni del Decreto del Ministro del Tesoro del 9 dicembre 1996. Tuttavia, ad oggi è consentito l’utilizzo della carta di credito da parte di dirigenti e funzionari pubblici limitatamente al pagamento di alcune tipologie di spese ed esclusivamente nel caso in cui non sia “possibile o conveniente” ricorrere alle ordinarie procedure di pagamento. 70 Negli USA, dal 1999 l’utilizzo della Government Purchase Card ha permesso di conseguire risparmi di costo pari a 7,1 miliardi di Dollari nel 2010, mentre nel Regno Unito, la Government Procurement Card, (introdotta dal 1997) ha generato risparmi pari al 20% dei costi relativi al procurement.

Insight – La spesa della P.A. per beni e servizi in Italia

La spesa pubblica per beni e servizi ha un rilevante impatto economico (vale oltre l’8% del PIL nazionale) e

mostra ampi margini di intervento in termini di razionalizzazione ed efficientamento delle risorse grazie alla

digitalizzazione.

Secondo i dati riferiti al 2015, la spesa della P.A. per beni e servizi è stata di circa 133 miliardi di Euro, ripartiti per

il 67% (89 miliardi di Euro) in “consumi intermedi”* e per il 33% (44 miliardi di Euro) per “prestazioni sociali in

natura”**. Con riferimento ai consumi intermedi, da un punto di vista di public procurement, circa il 60% potrebbe

essere effettivamente “appaltabile” anche attraverso misure di centralizzazione o aggregazione degli acquisti,

mentre la restante è spesa frammentata e caratteristica di comparto.

_______________________________________________

(*) Tale aggregato include diverse tipologie di spesa pubblica tra cui: spese di manutenzione ordinaria, acquisti di cancelleria, spese energetiche e di esercizio dei

mezzi di trasporto, servizi di formazione del personale e di R&S acquistati all'esterno, ecc. (**) Si tratta degli acquisti di beni e servizi prodotti da produttori market

e messi direttamente a disposizione dei beneficiari, che costituiscono il settore delle famiglie, principalmente per le funzioni di sanità e protezione sociale (ad

esempio, acquisti di medicinali, farmaci, assistenza medica, ecc.).

Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Istat, “Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni

pubbliche. Anni 1995-2015”, 2016

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85

attraverso l’ampliamento delle categorie di spese per le quali è possibile pagare con

carta di credito.

Disponibilità di uno strumento di performance management delle spese

pubbliche, in grado di permettere la definizione e la verifica del raggiungimento di

benchmark di spesa nella P.A. (analogamente a quanto già avviene nel settore

privato).

Promozione di un maggiore “empowerment” mediante l’attribuzione di un

immediato potere di spesa al personale incaricato dell’approvvigionamento, con la

possibilità di attivare meccanismi premianti nei confronti delle Amministrazioni più

virtuose (come, ad esempio, la retrocessione di una parte dei risparmi conseguiti

grazie all’utilizzo della carta di credito per l’esecuzione delle proprie spese).

Azione di contrasto all’economia sommersa, per effetto della tracciabilità dei

pagamenti e di maggiore efficienza dei sistemi di controllo e monitoraggio dei flussi

di entrate/uscite nella P.A.

La possibile introduzione nel sistema pubblico fiorentino dell’uso di carte purchase e/o

carte virtuali per il pagamento dei fornitori della P.A. potrà quindi essere soggetto ad una

verifica di fattibilità con le strutture competenti dell’Amministrazione Comunale, alla

luce dell’approfondimento dei benefici e delle opportunità associate a tali strumenti

(come, ad esempio, l’addebito dilazionato rispetto all’atto del pagamento di beni e

prestazioni di servizi).

V. SISTEMA SANITARIO

I servizi offerti al cittadino devono soddisfare requisiti di facilità d’uso, sicurezza e

rapidità e i pagamenti elettronici forniscono un importante contributo in tale direzione

nel contatto diretto con la P.A.: la sanità è uno dei settori con cui i cittadini si

confrontano nella vita quotidiana. Nonostante la spinta offerta da pagoPA anche alle

amministrazioni sanitarie, a livello nazionale numerose aziende sanitarie pubbliche e

ospedali ancora faticano ad offrire ai cittadini la possibilità di pagare i servizi allo

sportello tramite POS o da remoto, attraverso piattaforme online.

In considerazione del contesto favorevole in Toscana71 e della presenza a Firenze di

aziende ospedaliere di grandi dimensioni che già oggi sono all’avanguardia sul fronte

dell’innovazione tecnologica72, si potrà valutare di sviluppare e implementare soluzioni

innovative in ambito cashless finalizzate a migliorare la customer experience (ad

esempio, pagamento dei ticket per le prestazioni sanitarie e prenotazioni in modalità

cashless; spostamento delle attività/servizi dagli sportelli fisici a quelli virtuali per

promuovere l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici; ecc.) con benefici in termini

di maggiore efficienza delle strutture ospedaliere e riduzione dei tempi delle

prenotazioni.

71 È attiva IRIS, la piattaforma multi-canale realizzata dalla Regione Toscana che consente a cittadini, imprese e altri soggetti di eseguire pagamenti nei confronti della P.A. toscana. 72 Il sistema ospedaliero toscano vanta numerose eccellenze tra le strutture ospedaliere pubbliche e private: l’elevato standard qualitativo delle cure offerte dal sistema sanitario regionale si accompagna, infatti, alla leadership nell’applicazione dell’ICT al sistema stesso.

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VI. SISTEMA DELL’ISTRUZIONE

La transizione cashless nel sistema

dell’istruzione è centrale non solo per la

modernizzazione del settore in sé (possibilità

di effettuare i pagamenti degli avvisi

telematici emessi da scuole e università per i

diversi servizi erogati, come tasse, attività

extra-curriculari, mense, trasporti, viaggi di

istruzione, ecc.), ma anche per la capacità di

sensibilizzare studenti, genitori e docenti su

comportamenti di acquisto e modalità di

pagamento.

Di conseguenza, si potrà valutare di lanciare,

anche in collaborazione con la Community

Cashless Society, iniziative mirate di

educazione finanziaria e corretto

utilizzo degli strumenti di pagamento

digitali rivolte al sistema fiorentino dell’istruzione (in particolare, scuole medie

superiori e Università73), tra cui ad esempio:

L’inserimento di testimonianze mirate da parte degli attori privati e istituzionali della

filiera italiana dei pagamenti, secondo una logica “plug-in”, all’interno delle

progettualità e delle piattaforme già varate dal Comune di Firenze (si veda il box a

fianco).

La promozione di nuove soluzioni di pagamento cashless, anche traendo ispirazione

da esperienze realizzate a livello nazionale74, per avvicinare i giovani all’utilizzo dei

mezzi di pagamento digitale.

Le iniziative sopra esposte rappresentano un elenco non esaustivo di possibili attività su

base territoriale di cui la Community Cashless Society e i suoi membri si fanno portavoce

per contribuire al raggiungimento, secondo un approccio sistemico, degli obiettivi e della

visione legata alla sperimentazione-pilota a Firenze sui pagamenti elettronici: affermarsi

come la prima città cashless-friendly d’Italia.

In vista dello sviluppo e della futura implementazione di questi “cantieri di lavoro”, le

idee ed azioni di ciascun stream progettuale dovranno essere approfondite e valutate di

comune accordo con il Comune di Firenze, senza impegni o vincoli da parte di

quest’ultimo, anche con il possibile allargamento – in chiave “open” – a enti e soggetti

terzi che si reputerà opportuno coinvolgere nei diversi ambiti e secondo modalità

operative da definire.

73 Nel sistema universitario fiorentino, vi sono 47.200 studenti iscritti (per il 42% residenti nella Città Metropolitana). 74 Ne è un esempio, nell’ambito delle politiche di educazione finanziaria e di promozione della moneta elettronica promosse dal MIUR, la carta prepagata “IoStudio - La Carta dello Studente”: si tratta di una carta servizi per gli iscritti alle scuole secondarie di II grado che permette di dimostrare il loro status di studente e accedere a tutte le agevolazioni offerte dai partner aderenti al circuito di IoStudio.

Insight – Il progetto “Le chiavi della città” per la

formazione delle nuove generazioni

Il progetto “Le chiavi della città” del Comune di

Firenze prevede 100 diverse iniziative formative

rivolte agli studenti della scuola dell’infanzia,

primaria e secondaria di 1° grado.

L’offerta educativa e formativa per l’anno

scolastico 2016-2017 spazia dai percorsi ormai

consolidati relativi alla conoscenza delle istituzioni,

della storia, delle regole di legalità, alle nuove

proposte inerenti l’uso consapevole delle

tecnologie e dei social network, fino alla

conoscenza dei linguaggi di programmazione.

Fonte: Assessorato all’Educazione del Comune di

Firenze, 2017

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