la cooperazione reggiana · 2015. 5. 13. · Created Date: 5/13/2015 9:19:39 AM
Rabitti Maria Teresa - la cooperazione reggiana · per la descrizione e l’interpretazione sia di...
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LA RICERCA STORICO—GEOGRAFICA
E L’USO DELLE FONTI
PER CONOSCERE IL TERRITORIO
Rabitti Maria Teresa
RETE SCUOLE
“BassaReggiana
Gualtieri, 21 marzo 2014
Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale
Progetto BELLACOPIA
di Legacoop a.s. 2013/14
Piste di lavoro suggerite dal titolo
La metodologia della ricerca geostorica
Il territorio come ambito della ricerca
Le fonti per l’analisi
del territorio come patrimonio
Come coniugare storia e geografia
Indicazioni nazionali scuola dell’infanzia e primaria
Premessa: nell’area storico geografica gli alunni apprendono ad usare grafici e modelli per la descrizione e l’interpretazione sia di sistemi territoriali, sia di fenomeni storico/sociali
Traguardi di competenza scuola primaria
Conosce gli aspetti essenziali della storia del suo ambiente.
Conosce ed apprezza aspetti del patrimonio culturale, italiano e dell’umanità
L’allievo:.
• conosce gli aspetti essenziali del suo ambiente
• conosce e apprezza aspetti del patrimonio culturale
italiano e dell’umanità
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
secondaria di primo grado
Piani di studio per il biennio
Dimostrare come la geostoria possa
contribuire alla educazione e formazione di cittadini consapevoli e attivi
alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico e artistico
al rispetto del pianeta Terra inteso come patrimonio comune da conservare, usare, trasformare in modo sostenibile per il presente e il futuro dell’umanità
alla interculturalità per il rispetto di culture altre
• Uso dei documenti: usare fonti di diverso tipo
(documentarie, iconografiche, narrative, materiali, orali ecc.)
per ricavare conoscenze su temi definiti
• Organizzazione delle informazioni: collocare la storia
locale in relazione alla storia italiana, europea,
mondiale
• Strumenti concettuali e conoscenze: conoscere il
patrimonio culturale collegato con i temi studiati
Obiettivi di apprendimento primaria e secondaria di primo grado
Costruire un curricolo verticale di geostoria
Quali relazioni tra Storia e Geografia
La storia studia il passato dell’uomo: come ha vissuto, come si è organizzato in un determinato tempo, in un certo ambiente, come ha usato e trasformato il territorio, quali relazioni ha stabilito con altri gruppi umani.
Obiettivo della storia è comprendere e spiegare il passato dell’uomo partendo dallo studio delle tracce che il passato ha conservato e sono giunte fino a noi.
La conoscenza storica si forma e progredisce attraverso un incessante confronto fra punti di vista e approcci metodologici e disciplinari diversi ( storici, archeologici, geografici)
Geografia
La geografia studia lo spazio; lo spazio per eccellenza è la superficie terrestre, come è oggi e come si trasforma o si è trasformata nel tempo.
In particolare la geografia umana, studia lo spazio dove si svolgono le attività umane e quindi i processi attivati dalle collettività nelle loro relazioni con la natura.
Tali processi nel tempo hanno trasformato l’ambiente e hanno costruito il territorio nel quale oggi viviamo
Geostoria per uno storico
La geostoria è “la storia che l’ambiente impone agli uomini condizionandoli con le sue costanti […] ma è anche la storia dell’uomo alle prese col suo spazio, spazio contro il quale lotta per tutta una vita di fatiche e di sforzi e che riesce a vincere – o meglio, a sopportare – grazie ad un lavoro continuo e incessantemente ricominciato [1]”.
[1] F. Braudel, Storia, misura del mondo, Bologna, Il Mulino, 1998. pag.
100.
Geostoria per un geografo
Per conoscere l’evoluzione storica dell’uomo non si può fare a meno della dimensione spaziale, (dove, in quale ambiente, in quale territorio, con quali risorse, con quale estensione/confini, ecc..); per comprendere la dimensione spaziale non si può fare a meno della sua evoluzione storica (il territorio ora e in un dato tempo, le trasformazioni, gli eventi naturali, interventi umani, come e quando …) Giorda
Quindi non può esistere una storia senza le differenze
geografiche, come non può esistere una geografia senza l’evoluzione storica Per costruire percorsi comuni bisogna partire dai temi e dai problemi del mondo di oggi, esaminarli da punti di vista differenti per svilupparne l’evoluzione temporale e la prospettiva spaziale
Lucio Gambi sostiene che non esistono le discipline ma esistono solo i problemi. È dai problemi che devono partire le nostre ricerche per cercare di dare possibili risposte con le conoscenze, le capacità d’indagine e gli strumenti, di cui disponiamo, come storici, geografici, o fisici
Storia Geografia
Organizzazione
temporale di
trasformazioni fatte
dall’uomo nello spazio
Organizzazione
spaziale di
trasformazioni fatte
dall’uomo nel tempo
Conoscenze significative
Sistemi di sapere
INTERAZIONE DISCIPLINARE
Finalità del lavoro geostorico
Lo scopo è di insegnare a osservare il paesaggio attorno a noi a capire i problemi del territorio a cogliere la stratificazione storica dell’ambiente in cui viviamo, le trasformazioni e le permanenze scritte per costruire un sistema di sapere.
Luciano Canfora diceva che compito formativo della disciplina è quello di insegnare come i tempi si sovrappongono, e si richiamano l’un l’altro e tutti sono presenti nel presente.
Le fonti per conoscere il territorio
Bloch ci ha insegnato che ogni resto del passato può essere una fonte : quindi non solo documenti o resti archeologici o monumenti, ma anche uno strumento di lavoro, la forma di un campo, le tecniche di lavorazione ( vi sono fonti volontarie e involontarie) e lo storico deve cercare con molto acume, come un detective, le tracce che possono servire per la sua ricerca
La mediazione didattica
Quali strategie mettere in campo per costruire conoscenze riferite all’ambiente di vita al territorio? tali che siano sensate ?
Come costruire un percorso di ricerca storica geografica che sia significativo per educare al patrimonio?
Come costruire un metodo di ricerca?
Come trattare le fonti?
La ricerca storico didattica
Si presenta come un modello di ricerca realizzabile
nella scuola.
Un modello analogo a quello usato dallo storico
quando compie ricerche, con le dovute riduzioni e
inevitabili semplificazioni
Un modello costruito su una sequenza di
operazioni didattiche riproponibili ad ogni ricerca
Costruire un metodo
Le fasi della ricerca 1 Porre un problema che riguarda il presente 2. Verificare le preconoscenze e organizzarle 3. Analizzare il presente e porre domande 4. Individuare del tema posto, un preciso periodo di riferimento da indagare\ ricostruire 5. Ricercare le tracce di natura diversa riferite al tema e analizzarle rendendole fonti 6. Ricostruire il processo di trasformazione avvenuto nel tempo 7. Confrontare la situazione iniziale con situazione finale - oggi 8. Spiegazione della trasformazione
Costruzione di una U.A di storia locale per la valorizzazione del patrimonio del territorio
PROGETTARE L’INSEGNAMENTO Operazioni dell’insegnante
Tema della ricerca: problema iniziale, definizione del tema, tempo, luogo
Motivazione per la classe e analisi oreconioscenze
Definizione degli obiettivi: conoscenze, concetti, oper cognitive, abilità
Obiettivi affettivi (comportamento, interesse)
Obiettivi metacognitivi
Fase preliminare della ricerca
Acquisire conoscenze con letture e incontri con esperti , visite
Individuare e scegliere le fonti e i testi di riferimento. (bibliografia),
distinguendo: fonti archivistiche, museali, territoriali locali, materiali
iconografici, materiali cartografici, testi storiografici
Individuare e formulare sottotemi
Stendere il progetto nelle varie fasi
PROGETTO : LE FASI DELLA RICERCA
In classe prima della visita
Durante la visita
In classe dopo la visita
Preparare il materiale per ogni fase della ricerca
Organizzare la visita
Operazioni in classe con gli allievi
Condividere il tema della ricerca con gli scolari
Valorizzare le preconoscenze degli allievi riferite al tema
Costruire prerequisiti (indicare quali e come)
Fornire informazioni minime extrafonti relative al tema
Fornire il materiale adatto per ogni fase della ricerca
Verifica
G Brioni- M.T Rabitti
PROGETTARE L’APPRENDIMENTO
Operazioni che devono compiere gli studenti per apprendere
Condividere il tema della ricerca e la motivazione
Organizzare le preconoscenze
Fase di osservazione
Operare sulle fonti, ricavare informazioni, ricavare inferenze semplici
Fase di rielaborazione in classe
A ) Operare sulle informazioni
· ordinare e riorganizzare informazioni e dati, compiere inferenze
complesse , generalizzazioni, costruire concetti, classificare secondo
mutamenti, permanenze, eventi
B) Organizzare temporalmente le informazioni su un grafico individuare
periodi, evidenziare durate, cogliere contemporaneità /cicli congiunture
C) Cogliere ed evidenziare mutamenti e permanenze tra le varie fasi
Fase dell’approfondimento
Comparare le fonti e produrre informazioni complesse
(ricapitolazioni generalizzazioni)
Formulare nuove possibili problematizzazioni
e tornare di nuovo alle fonti
Produrre ipotesi di spiegazione
Organizzare il testo storiografico secondo una forma comunicativa
adeguata
Operazioni metacognitive: riflessioni sul percorso
G Brioni- M.T Rabitti
ESEMPI
Programmazioni e fonti per lo studio del territorio
FASI DELLA PROGRAMMAZIOINE SULLA BONIFICA?
Valutazione delle conoscenze degli studenti (Allegato 1) Incontro con un esperto per un primo approccio con l'argomento Analisi delle immagini degli scariolanti (Allegato 2) Analisi della canzone “Gli Scariolanti” (Allegato 3) Analisi delle fotografie della recente alluvione del Secchia (Alle 4) Confronto tra le condizioni di lavoro degli scariolanti e le attuali. Confronto tra il sistema circolatorio umano e la rete dei canali di
bonifica (Allegato 5) Analisi della canzone “Il paese” dei Nomadi Incontro con un esperto sula rete di canali e il sistema di scolo
delle acque del nostro territorio Approfondimento della metafora “fiumi e canali sono le mie vene” Visita sul territorio per un incontro concreto con l'oggetto di studio. Approfondimento sul mondo della cooperazione attraverso
l'intervento di esperti. Realizzazione di un power-point che illustri il percorso delle acque
di scolo dal nostro territorio fino al Po.
Approccio: motivazione-presente-problemi
Perché studiare la bonifica oggi Cosa è successo recentemente Quali problemi comporta la situazione
attuale di esondazione Quali enti preposti. Quali responsabilità,
quali rimedi, quali proposte Lo studio del passato cosa ci fa capire:
come si sono comportati gli uomini di questo territorio , come sono intwrvenuti, quali problemi hanno avuto, come li hanno risolti ( argini scariolanti, ecc)
Domande emerse e conoscenze attuali
Bonifica vuole dire prosciugare l'acqua di un territorio? Bonifica è qualcosa che riguarda il passato antico. Bonifica è dove si va a pescare. I laghetti, i canali. Bonifica è qualcosa che ha a che fare con la pianura e la natura,
flora e fauna (Topi, rane, nutrie che distruggono i canali). La nostra è una pianura alluvionale. In pianura piove molto e c'è la nebbia. La nostra pianura è argillosa. Ci sono molti canali, alcuni artificiali, fatti per innaffiare. Perchè i canali sono pieni in Estate e vuoti d'Inverno? Da dove si prende l'acqua per innaffiare? Perchè i fiumi sono pensili? Perchè le strade sono così diritte? (Siamo stati più intelligenti; in
pianura non ci sono ostacoli) Ci sono anche tanti fossi: perchè l'acqua è stagnante? Forse sono
fatti male?
Scariolanti analisi della foto
(Allegato 2) Domande guida
Datazione approssimativa Primi decenni del secolo scorso
Luogo di lavoro: Argine del Crostolo
Numero dei lavoratori : Molti, approssimativamente una cinquantina
Strumenti di lavoro : Carriole di legno e vanghe
Abbigliamento: Cappello di paglia, camicia o canottiere di cotone, pantaloni da lavoro di cotone o”mezzalana”, scarpe normali, foulard.
Dalla testimonianza dei nonni:
All'epoca si avevano un vestito per la festa e al massimo due vestiti per il lavoro.
La camicia la si cambiava ogni 8 giorni così che nel collo si formavano quei “bei righi neri”. Non ci si faceva caso perchè si era tutti così. I pantaloni “breghi” si cambiavano ogni 15 giorni. Era normale avere smpre i vestiti sporchi.
badili: badil
zappa: zapa
vanga: vanga
carriola: cariòla mestolo: mescla
(appoggiato sul secchio)
secchio: sècc, scìn
usare il badile: sbadiler
Cooperativa di Novellara Attrezzi e oggetti
COME VESTIVANO
ricutèina o capèla
Pantaloni
bregh
Cintura
Cintura (sintura) o sèngia
Camicia
camisa
Cappello di paglia Scarpe scherpi Giacca giubbèt Cappello capèll Pantaloni bregh Maglietta majeta o majina
Come si fa un argine
Lo scavo veniva fatto con il badile.
Con la carriola veniva poi trasportata la terra.
A scavo ultimato si piantavano i pali di legno nel terreno alla profondità di sei metri, per rompere
il piano di scorrimento.
Si preparavano dei lunghi pali, di solito usando i pioppi
Da un documento (?) del 10 maggio 1927, apprendiamo che il compenso dei lavoratori era di £ 0,03 per ML di percorrenza per ogni MC di materiale trasportato.
Sapendo che nel 1927 1£ valeva circa 1,20€, gli scariolanti venivano pagati 0,036 centesimi di euro al metro lineare.
Il compenso per il trasporto del terreno ricavato dallo scavo del fosso Scaruffi nel fondo del sig.Franceschini a Cadelbosco Sotto è di £ 67,71, equivalenti oggi a 81,25€.
La moneta da
2 lire in corso
nel 1927.
LA PAGA
Mille lire al mese
•Cosa si comprava con £ 67,71, equivalenti oggi a 81,25€, nel 1927?
•Negli anni Venti in Italia il giornale costava 20 centesimi, il pane 2 lire al chilo.
•Nel 1929, dopo il crollo di Wall Strett, il reddito annuale medio pro capite che era di 2200 lire. Un impiegato guadagna 650 lire al mese, e il suo sogno è espresso dalla canzone
•«Se potessi avere mille lire al mese». Ma oggi quelle mille lire non sarebbero una gran cifra, equivarrebbero circa a 1200€.
Le fotografie come fonte
Rispetto a un quadro, una fotografia viene
percepita come una “rappresentazione oggettiva”, uno “specchio della realtà”, tanto che spesso viene utilizzata come mediatore neutro anche per altre fonti (quando vengono presentate, appunto, in fotografia). Inoltre, mentre un quadro falso (così come un falso documento scritto) è una riproduzione ingannevole di un unicum, per quel che riguarda la fotografia i confini fra “originale” e “copia” sono messi in discussione.
Le possibilità di manipolare una immagine fotografica sono infinite, tanto che esiste una sorta di «glossario della falsificazione fotografica» formato da parole come “ritoccare”, “scontornare”, “ritagliare”, “riquadrare”, “cancellare”, a cui vanno aggiunte quelle relative alle possibilità offerte dagli attuali programmi di grafica.
Le fotografie come fonte
Lo storico e le fotografie
Il lavoro dello storico dinanzi alle fotografie «consiste nel ricavare informazioni sul contenuto, attraverso l’aiuto di altre fonti. L’analisi delle convenzioni e dei rituali che influenzano le modalità di rappresentazione e di autorappresentazione: si tratta di individuare le regole in quel qualcosa che rende simili tutte le fotografie di una data epoca o ambiente sociale.
[Lo storico] deve, inoltre chiedersi le finalità che ogni fotografia o gruppo di fotografie si propone e chi ne è il fruitore. La rappresentazione pubblica cela spesso una forte intenzionalità, mentre quella privata è ritenuta più “onesta”.
Lo storico deve quindi interrogarsi sui valori al cui servizio si pone quella fotografia: per molto tempo, in Italia, si è trattato di quelli borghesi.
È anche molto importante capire ciò che l’immagine non dice o non può dire rispetto ai valori dell’epoca, del committente, ciò che dice inconsapevolmente.[…]»
per valorizzare la fotografia come strumento didattico è importante essere sicuri che gli studenti possano riconoscere gli elementi che la compongono (oggetti, figure,…), che ci sia una didascalia o, in mancanza di essa, è essenziale fornire altre fonti che permettano di contestualizzarla
Un’altra valida possibilità è quella di fornire una serie omogenea sufficientemente vasta di fonti da essere generalizzabili.
Le attività proposte, devono rendere consapevoli gli allievi dell’intrinseca ambiguità e della non neutralità della fotografia. Ambiguità perché la foto decontestualizzata è muta; se non ne individuo il contesto, per me la fotografia non ha alcuna rilevanza e la sua interpretazione è ambigua. Non neutralità perché l’inquadratura, la sezione di mondo che viene rappresentata (estraendola dal contesto) è decisiva nel condizionare l’interpretazione.
Riduzione dal saggio di E .Musci , Il laboratorio con le fonti iconografiche, in INSEGNARE
STORIA. Guida alla didattica del labortorio storico, a cura di P. Bernardi. UTET, Università di
Torino 2006 pag 176-181
La foto appartiene a ……….. archivio…. privato,
A quale periodo può appartenere?
La foto qui proposta è: In bianco e nero a colori.
Che cosa vedi nella fotografia?
Prova a descrivere le facce di queste persone?___________________
Quante persone riesci a contare?
Riesci a capire il luogo dove è stata scattata la foto?
Perché c’è un carro?
Secondo te, cosa stanno facendo queste persone?
A quale evento può riferirsi? Prova a dare un titolo ……………….
Scheda di lettura di una immagine -fotografia
Collocazione della fonte: archivio ……………. privato,
Data presunta …………..
Contesto ambientale ……………….
Soggetti (maschili femminili, singoli, plurimi)
Azioni ……………
Elementi aggiuntivi ……………..
Intento del fotografo
Inferenze …………..
Messaggio esplicito – implicito ……………………
Attribuzione di significato
Costruzione di un testo descrittivo /interpretativo
DOCUMENTO D’ARCHIVIO
Prima pagina
dello statuto di
fondazione della
cooperativa.
Analisi delle
informazioni
dirette
Analisi del documento Statuto della cooperativa
Intestazione del documento
Formule notarili
Informazioni riferite alla cooperazione
Membri costitutivi della cooperativa
Accordi sottoscritti e durata
Note aggiuntive e particolarità
Timbri e firme
Sede di conservazione
Segnatura archivistica : fondo………Serie…….Contenitore……….
In. Archivio: descrizione dell’aspetto esteriore
Supporto: carta …………..pergamena ……………
Strumento scrittorio : penna…. matita…… a stampa….. ..inchiostro
scrittura meccanica
Disposizione del testo: a colonne ……..in righe…… m. prestampato
Confezione: carta sciolta………….. in fascicolo… in registro
Conservazione …………………………………
Descrizione elementi archivistici
carta bollata……….marca da bollo…….timbri………note di protocollo
Scheda analisi di documento d’archivio
Scheda analisi di documento d’archivio
A scuola Descrizione del contenuto
Data ………………..Luogo………………………………….
Chi lo ha prodotto …………………………………………..
Destinatario ………………………………………………….
Regesto (contenuto sintetico) ……………………………….
………………………………………………………………..
Informazioni …………………………………………………
…………………………………………………………………
Inferenze ………………………………………………………
………………………………………………………………...
Fare storia in Archivio. Itinerari educativi del Comune di Venezia a cura di A.Pellizon, A. Santagiustina, R. Vivante, Vz 2002
ANALISI DOCUMENTO
Tipologia: Grida
Data: 31 agosto 1722
Materiale: carta
Dimensioni: 21x26 cm
Mittente: Pier-Francesco Passerini Gov.re e Magg.Mag.to&c.
Destinatario: il popolo
Oggetto: prezzo dei coppi da vendere e contrattare
Contenuto: questa grida viene scritta perché nessuno possa ignorare o mettere in dubbio il prezzo dei coppi già proferito nella Grida del 1709.
“Si fa noto che deve essere fatto come segue”: I coppi che vengono cotti dentro il territorio della città o entro due miglia devono essere pagati 110 lire
Oltre due miglia dalla città fino a cinque miglia 95 lire
Fuori dalle cinque miglia fino a dieci nel territorio di Parma 85 lire
Oltre dieci miglia in qualunque distanza 45 lire
Lingua: italiana
Conservazione: buona
Collocazione : Archivio di Stato di Parma. Vol. 62-n 36
Note: grida inviata a Paola Monti stampatore ducale
Commento: Le grida sono legislazioni occasionali che si trovano fin dall’antichità; inizialmente venivano lette in pubblico da un banditore, nel Cinquecento già venivano scritte in lingua italiana. In genere non entravano a far parte della legislazione più illustre che veniva pubblicata in latino ancora fino al Seicento. La stampa favorisce il diffondersi di questo tipo di legislazione spicciola che più strettamente entra in contatto con la gente a cui è diretta. Le grida devono comunicare con urgenza disposizioni nuove o, come in questo caso, ricordare e confermare quelle vecchie spesso disattese.
Scheda analisi di un oggetto di lavoro o della
vita quotidiana o reperto museale
Tipo di oggetto
Forma (descrizione)
Dimensione
Materiali con cui è costruito
Funzione
Funzionamento
Tipologia (tornio a mano, a pedale, elettrico…….)
Correlazione con altri oggetti in un ciclo di lavorazione
(segue)
Diffusione area
Tempo …………. (utilizzo periodo, etc.)
Confronto con oggetti simili
Mutamenti subiti nel tempo (confronto tra oggetti/ fonti
diverse)
Livello di tecnologia
Inferenze
Tipo di produzione, commercializzazione dei prodotti
Economia locale \ nazionale
Scheda analisi di un oggetto (seguito)
Il paesaggio come patrimonio
Il paesaggio consiste in quell’insieme di cose, di oggetti, che noi vediamo per uno spazio più o meno grande intorno a noi,quando ci troviamo in una posizione dominante. Naturalmente anche viaggiando per terra, lungo una strada, potremo avere una buona idea del passaggio, ma per un’area più ristretta.
Devo chiarire che cosa bisogna intendere quando dico, “un insieme di cose, di oggetti”: bisogna intendere le forme e le dimensioni dei campi, i modi con cui i vari tipi di coltivazioni occupano i campi, i modi con cui i campi sono arati, con cui le acque di pioggia o provenienti da zone più elevate sono fatte scolare, con cui si mettono in comunicazione i campi con le case, modi che sono molto diversi in pianura e in montagna.
E poi le case ove abitano coloro che coltivano i campi e le strade – principali o minori – che intersecano come una ragnatela la campagna per unire queste case ai villaggi, alle borgate, alle città. E poi le forme del terreno, che sono orizzontali nella pianura, ma più o meno ondulate o fortemente inclinate o dirupate in montagna. E poi i fiumi che hanno solcato per secoli e secoli con i loro percorsi serpeggianti i rilievi montani e hanno inciso e plasmato le valli e che invece, in pianura, scorrono contenuti fra alti argini che difendono le campagne dalle loro piene
Ma è precisamente dalla accurata osservazione
su quanto possiamo vedere coi nostri occhi, su
quanto cioè forma il paesaggio che ci sta intorno
che noi impariamo a porci delle domande.
Per mezzo delle risposte che diamo a queste
domande, impariamo a capire la storia di come è
stato costruito e organizzato il mondo in cui
abitiamo, in cui ci muoviamo, le forze che lo
hanno prodotto…
Lucio Gambi Lezione a studenti di scuola media in La cognizione del paesaggio. Scritti di Lucio gambi sull’Emilia Romagna e dintorni, a cura di Maria Pia Guermandi e Giuseppina Tonet, Bononia University Press, Bo, 2012 p. 255-257
Territorio
un sistema settoriale aperto, spazio ove tutti gli elementi, fisici e umani, sono tra loro interdipendenti e mossi dagli stessi processi: determinato dai legami tra le componenti del territorio (geologia, morfologia, idrografia, clima, ecc.) e le componenti della sua organizzazione (popolamento, modi di utilizzazione del suolo, attività manifatturiere, vie di comunicazione, ecc.) con specificità riconoscibili
I ragazzi stanno confrontando due mappe del XVII sec. che rappresentano il territorio tra l’Enza ed il Crostolo prima e dopo l’intervento di bonifica del
Bentivoglio
LE PROBLEMATICHE DELLA TUTELA DEL PATRIMONIO
Leggere il paesaggio
Carpineti
Interrogare il testimone
l’interrogazione del testimone
in classe con la presenza del testimone, non un racconto “ vero”, ma una rappresentazione, che suscita emozioni: proprio il far leva sulle emozioni sta il valore formativo dell’esperienza.
“La testimonianza non è mai una mera esposizione di eventi, né una semplice esternazione di ciò che si sa e di ciò che si pensa. […] La testimonianza appartiene a un ambito specifico della comunicazione di memoria [… ] non è una sorta di promemoria per altri o una comunicazione impersonale. Essa si carica di un surplus che è dato dall’emozione del racconto, dalle pause, dai silenzi (anch’essi parte essenziale del testo). E’una performance, e vale proprio per la sua carica di emotività, per le domande alla storia che induce”
Bidussa D., Dopo l’ultimo testimone, Einaudi, Torino, 2009.
Suggerimenti didattici Il lavoro didattico consiste nel guidare gli allievi ad acquisire un
metodo semplice, ma rigoroso, per la raccolta delle testimonianze orali, compilando una scheda per ogni intervista; in essa si raccolgono
i dati identificativi del testimone: cognome e nome, data di nascita, luogo di nascita, riferimenti per poterlo nuovamente contattare (telefono, indirizzo, ecc.),
si segnalano quali documenti il testimone ha offerto a supporto della sua narrazione.
La scheda dell’intervista indicherà: la data, il luogo, l’ora, la durata dell’intervista
la classe presente (alunni e insegnanti), chi ha condotto l’intervista, la registrazione audio \ video,
le fotografie dell’incontro note aggiuntive (atteggiamenti, espressioni, particolarità,
impressioni riportate, ecc.) del compilatore della scheda.
La ricerca come percorso di conoscenza
Usare le fonti : interrogarle,
usare testi storiografici contestualizzandoli
Esperienza diretta dell’oggetto di indagine
Usare le fonti (documenti, foto,
testimonianze, mappe ecc per ricostruire una realtà\ situazione del passato e E fare confronti ieri oggi