R. Silverstone, Perché studiare i media?...dove ci sono cose note, consuete, la sicurezza e una...

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SOCIOLOGIA DELLE COMUNICAZIONI R. Silverstone, Perché studiare i media? PARTE TERZA X. CASA E AMBIENTE FAMILIARE XI. COMUNITA’ XII. GLOBALITA’

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SOCIOLOGIA DELLE COMUNICAZIONI

R. Silverstone, Perché studiare i media?PARTE TERZA

X. CASA E AMBIENTE FAMILIAREXI. COMUNITA’

XII. GLOBALITA’

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IN QUANTO ESSERI SOCIALI, CI RAPPORTIAMOAI MEDIA IN MODI DIVERSI E DA POSIZIONIDIVERSE

LA GEOGRAFIA DEI MEDIA

LE STRUTTURE DA CUI GUARDIAMO EASCOLTIAMO, MEDITIAMO E RICORDIAMOSONO DEFINITE DAL LUOGO :• IN CUI SIAMO NEL MONDO• IN CUI PENSIAMO DI ESSERE• IN CUI DESIDEREREMMO ESSERE

GLI SPAZI DEL COINVOLGIMENTO EDELL’ESPERIENZA SONO REALI E SIMBOLICI

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Come incidono le coordinate spaziali sull’esperienza

dei media?

Che tipo di spazio o di spazi i media

ci offrono o ci negano?

Come incide l’esperienza dei media sulle percezioni che abbiamo di noi stessi

nel mondo?

È importante dove vediamo o ascoltiamo?

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Come possiamo comprendere spazio e posizione come elementi oggettivi (salotto, indirizzo…) o

soggettivi (prodotto del desiderio…)?

I media possono compensare lo sradicamento, la mobilità geografica

e culturale, l’instabilità del luogo e il senso di insicurezza oppure lo rafforzano?

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NON POSSIAMO PIU’ PENSAREALL’AMBIENTE FAMILIARE SENZA I MEDIA.SI SONO RADICATI NELLO SPAZIO FISICO EPSICHICO DELLA DOMESTICITA’, SONOSEMPRE DISPONIBILI, SEMPRE A PORTATADI MANO, INSERITI NELLA CULTURAFAMILIARE, COME FONTE DI DISCORDIA MAANCHE DI DIPENDENZA.

LA COMUNITA’

LA GLOBALITA’

LA CASA

CASA E AMBIENTE FAMILIARE

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Parlare di casa significa parlare non soltanto di unluogo fisico, ma anche di uno spazio che ha unaprofonda valenza psichica. È un termine semprerelativo, opposto al pubblico, all’impersonale,all’esterno, all’estraneo, al tuo. La casa è un luogo:

CASA DOLCE CASA

in cui la memoriaagisce insieme aldesiderio e spesso locontraddice

in cui rifugiarsi, che aiutama anche che opprime

che ha confini dadefinire e da

difendere

a cui fare ritorno

dal qualeguardare il mondo,privato, personale,

interno, familiare, mio

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La casa è il luogo dell’andirivieni fra esterno einterno, è una dialettica tra pubblico e privato,

conscio e inconscio. È il nostro angolo dimondo, il nostro primo universo. È un corpus di

immagini che forniscono all’uomo ragioni oillusioni di stabilità in un mondo perennemente

problematico.È uno spazio abitato che ha porte e soglie. Una

semplice porta giunge a dare immaginidell’esitazione, della tentazione, del desiderio,della sicurezza, dell’accoglienza a del rispetto.

Gaston Bachelard

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Case e ambienti familiari implicano entrate euscite, spostamenti dall’interno all’esterno eviceversa: soglie da attraversare, porte da aprire,muri da difendere. I confini tra questi attributivariano da cultura e cultura e nelle diverse epoche.

VARCARE LA SOGLIA

La porta e il suo architrave contrassegnano lasoglia a sua volta segnalata come sacra.Attraversare la soglia è un modello di tutti i rituali edei modi in cui le società hanno sentito il bisognodi distinguere tra sacro e profano, fra l’ordinario eciò che viene imposto dal divino.

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La porta ha un significato sia letterale chespirituale. Sogniamo porte. Le nostre fantasie,condivise e condivisibili, vengono raccontate comepassaggi attraverso porte: porte della percezione,porte oltre le quali scoprire misteri, piaceri eterribili incubi.

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Chi controlla entrate e uscite controlla molta partedi ciò che è importante per i media e la vita quotidiana. Oggi abbiamo nuove porte,

contrassegnate dalle soglie della televisione e dello schermo del computer: sono porte e finestre che ci

consentono di vedere e raggiungere luoghiche superano i limiti dello spazio fisico e

dell’immaginazione.Temiamo di non potere più controllare alcunasoglia, né quella della nazione né quella dicasa, e proviamo un’intensa paura dellapenetrazione e dell’inquinamento, perreazione vi si oppongono riti e diritti dipassaggio.

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La casa è la base delle nostre azioni e dellenostre percezioni, ovunque noi siamo.

Fa parte della vita quotidiana media degliuomini possedere un punto fisso nellospazio, da cui partire e a cui far sempre

ritorno. Andare a casa significa muoversinella direzione di un punto fisso nello spazio

dove ci sono cose note, consuete, lasicurezza e una forte dose di sentimento.

Agnes Heller

E quando non possiamo tornare a casa? Quando siamo in cammino, dispersi dalle guerre,

dalla politica o dal desiderio di una vita migliore?Possiamo con i media portare con noi

un po’ di casa?

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La memoria e la casa sono strettamente collegate.La casa è il contenitore di memoria e percezione.La vita che abbiamo vissuto lì, la familiarità delle

stanze e delle tecnologie, offrono tutte insieme un contenitore per il

quotidiano, per le sue storie e i suoiricordi.

Le storie di casa non sono più prive dei media.Condividere quel mondo, riflettere sul passato che

evocano personaggi, motivetti, ecc… significa entrare incontatto reciproco, rendere familiare un passato che sipuò condividere, ma significa anche includere ricordi

mediali nella propria bibliografia personale. Questesono le esperienze che danno forma alla casa come

spazio mediato e ai media come spazio reso familiare.

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Si avverte la necessità diregolamentare immagini, suoni esignificati trasmessi ogni giorno.

I media vengono consideratiimportanti per il potere che si

presume esercitino su di noi, a casa:possono irrompere nel santuario

dell’ambiente domestico ma possonoanche rafforzarlo. Questo è il

conflitto che riguarda anche lafamiglia: una lotta per proteggerne la

centralità in quanto istituzione.

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I più forti consumatori di televisione sviluppanouna visione del mondo che coincide con la

rappresentazione che ne dà il mezzo televisivo,una rappresentazione per molti versi lontana

dalla vita quotidiana.Il mondo percepito attraverso la lente della

televisione è considerato vero, e di conseguenzaquesto tipo di telespettatori risulta più ansioso,

più pauroso, più conservatore.

George Gerbner

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LA REGOLAMENTAZIONE DEL CONTENUTOE LA POLITICA DEI MEDIA RIGUARDA:

IL POTERE DI APRIRE E CHIUDERE LE PORTE,DI CONTROLLARE I DIRITTI DI PASSAGGIO IL CONTROLLO DELLE VIE DI SCAMBIO, EDEGLI ACCESSI CON LE TECNOLOGIE DICRIPTAZIONE E DI DECODIFICA LA PROPRIETA’ MULTIMEDIALE E IL POTEREDEL CAPITALISMO GLOBALE DI CONTROLLARELE TRASMISSIONI DIGITALI LA CAPACITA’ DI FORMULARE EDISTRUGGERE LA VITA DOMESTICA, DICONSERVARE LE CULTURE NAZIONALI, DIPERMETTERE IL SENSO DI LUOGO CHEPRESCINDE DAL POSTO IN CUI CI SI TROVA.

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La nuova ideologiadell’interattività, che sottolineala possibilità di estendere ilnostro raggio d’azione, diampliare le direzioni in cui cimuoviamo, di controllareattraverso le nostre scelte cosa,quando e come consumare,viene considerata come unapromessa di inversione ditendenza.

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LA GLOBALITA’

LA CASA

LA COMUNITA’

Vivendo in un vicinato, in gruppi amicali e parentali,come membri di maggioranze e minoranze etniche,come membri di regioni e nazioni, condividiamo valori,idee, interessi e credenze, e ci identifichiamo con coloroche hanno valori, idee, interessi e credenze uguali ainostri. Troviamo la nostra identità nelle relazioni socialie sentiamo il bisogno di appartenere e di essererassicurati sul fatto che veramente apparteniamo.

LA COMUNITA’

Ci distinguiamo da chi è diverso da noi e creiamo otroviamo simboli, bandiere, squadre, che esprimonoquesta diversità.

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È difficile pensare alla comunità senza lacollocazione, un luogo. La comunità è unaparticolare versione della casa, che però èpubblica e non privata: va ricercata tra lospazio che sta tra l’unità domestica e la piùampia società. Implica sempreun’affermazione: riguarda il credere,l’essere parte di qualcosa di condivisibile eappare dotata di un’efficacia che si realizzasolo e soltanto nel momento in cui laaccettiamo. Le idee di comunità sonosospese tra esperienza e desiderio.

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I media elettronici sembrano rendere possibili nuoveforme di relazione sociale, di partecipazione e dicittadinanza.Il rapporto tra media e comunità è cruciale e fin dallanascita della stampa è cominciato a cambiarel’equilibrio tra due tipi di comunità.

Da un lato quellecostruite attraversole relazioni dirette, ilprotrarsi di unasocietà statica e lacondivisione di unospazio e di unacultura materiale.

Dall’altro quelleimmaginate, costruite

nuovamente ogni giornoin uno spazio simbolico econdiviso come risultato

dell’attività simultanea dimilioni di persone che

attraverso un attomediatico partecipanoalla cultura nazionale.

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ELEMENTI CONDIVISI E DISTINTIVI

Il referente essenziale della comunità consiste nelfatto che i suoi membri attribuiscono, o credono

di attribuire, alle cose un significato simile epensano che quel significato differisca da unaltro prodotto altrove. La realtà della comunitànell’esperienza della gente è perciò propria delloro attaccamento o del loro impegno verso un

insieme comune di simboli. Il fatto importante inquesto discorso consiste nel fatto che la

somiglianza relativa o la differenza non sonoquestioni di valutazione oggettiva: è un problemadi sentimento che risiede negli animi dei membri.

Anthony Cohen

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I confini definiscono, contengono e distinguono: alloro interno gli individui trovano significaticondivisibili e i simboli che rappresentano lacomunità svolgono anche un ruolo importante perdefinirla.

CONFINI E RITUALI

I rituali coinvolgono il comportamento simbolico,ci legano l’uno all’altro, con le nostre diversità,sotto l’ombrello di una potente serie di immagini eidee in comune, che costituiscono dei meccanismiper asserire e sottolineare la nostra unicità e che cipermettono di differenziarci dai nostri vicini, il cuimodo di vita vogliamo distanziare ed escludere.

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ESPRESSIONEI media si possono concepire come espressione e mezzodi costruzione di una comunità nazionale. Hanno lapossibilità di fornire materiale simbolico grezzo con ilquale produrre un’identità condivisa.

RIFRAZIONELa comunità rovescia o inverte le norme dicomportamento o i valori che normalmentecontrassegnano i suoi confini. In questi riti di inversionesimbolica, la gente si comporta collettivamente in mododiverso, secondo modalità che apparentemente detesta osono generalmente proibite.I confini vengono varcati e allo stesso tempo affermati,nel momento stesso in cui li si trasgredisce.

COSTRUIRE COMUNITA’

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CRITICAI media sono in grado di rapportarsi criticamente allestrutture politiche o etiche che sostengono la comunità:nessun confine è inviolabile.Attraverso il rapido sviluppo delle radio comunitarie ela crescita di internet è possibile vedere la libertà diperseguire degli obiettivi critici o alternativi, partendodai margini e dagli strati meno visibili della vita sociale.

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Le basi familiari per creare e conservare lacomunità nel corso della modernità cominciano asgretolarsi: in questo processo i media svolgonoun ruolo decisivo, in quanto forniscono le risorsesimboliche sia per il cambiamento sia per resistereal cambiamento.

Cosa rende la vita quotidiana possibile e accettabile?

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LA COMUNITA’

LA CASA

LA GLOBALITA’

La globalizzazione è uno stato mentale che si estendefin dove arriva l’immaginazione. Le mappe del mondo,nelle loro varie proiezioni, hanno sempre offerto unarappresentazione di ciò che si conosce, si crede e siafferma essere a portata di mano; tutti noi abbiamo unapersonale mappa del mondo nella quale occupiamo unposto preciso.

LA GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione è una realtà concreta. L’industria, lafinanza, l’economia, la politica e la cultura, insieme eseparatamente, operano in uno spazio e in un tempoglobale, al cui interno vengono costruite varcandoconfini, trascendendo identità, spezzando comunità,rendendo universali le immagini.

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Oggigiorno la televisioneaccompagna i bambini in giro

per il mondo già prima cheabbiano il permesso di

attraversare la strada da soli.

Joshua Meyrowitz

James Carey e Walter Ong hannoproposto un’interpretazione dei media chepone come elemento centrale ilcambiamento tecnologico: la nostracapacità di entrare in contatto,comunicare, informare, divertire,in modo istantaneo, continuo e intenso,ha profonde conseguenze sulla nostraposizione nel mondo e sulla nostracapacità di comprenderlo.

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Il flusso gratuito e istantaneo dell’informazione haconseguenze profonde sul modo in cui le organizzazionioperano nel tempo e nello spazio, e secondo moltiosservatori avrà profonde conseguenze sull’identitàdelle singole società e culture e sulla loro capacità disopravvivenza.

IL FLUSSO DI COMUNICAZIONE

È impossibile ignorare gli squilibri e le ingiustizie checontraddistinguono l’economia globale, ma è ancheimpossibile ignorarne la capacità di riproduzione eespansione continua.

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Tutto è compreso nel territorio globale.Il modo in cui percepiamo la nostra

posizione nel mondo dipende da comeviviamo in esso e da come lo consideriamo.Ci muoviamo continuamente dentro e fuoridalla cultura globale, a partire da quadri di

riferimento locali, dalla normalità delquotidiano, dal vicinato, verso tempi e spaziche hanno un riferimento e una definizione

più ampi. Lo facciamo sia nel lavoro sia neltempo libero, in spazi simbolici e reali,

volontariamente o costretti. In questimovimenti rivendichiamo il diritto di essere

noi stessi, rivendichiamo una identità.

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Alcuni autori identificano anche il processoinverso: dal locale e dall’individuale al

globale e al collettivo. Indicano la capacitàda parte delle culture locali (musica, pittura,danza…) di estendersi nello spazio globale e

modificarlo. Quali effetti esercita la

visibilità globale sul locale? È possibile mantenere

l’autenticità?

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In quello che Arjun Appadurai chiama panoramamediale (mediascape) la globalizzazione è unprocesso di traslazione.Crediamo che l’informazione finanziaria trasmessada Londra a Hong Kong o a Singapore sia lastessa in partenza e in arrivo; crediamo cheHollywood siano la stessa cosa a Parigi o aPenang, crediamo che le notizie mondiali siano lestesse ovunque le si riceva……ma sappiamo che non è così.

Sappiamo che i significati viaggiano lontano eveloci, ma mai in modo neutrale o univoco.

LA TRASLAZIONE

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È evidente la tensione tra:1. Forze omogeneizzanti e forze di frammentazione2. Consumo e espressione3. Paura e protezione4. Identità e differenza.

Che cosa significa globale per i gruppi e le culture

che vivono al suo interno?

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Cosa occorre fare per preservare e accrescere

gli interessi delle minoranze?

In che senso viviamo in una cultura globale e in che modo i media ci permettono o non ci permettono di farlo?

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La diaspora si è sviluppata su scala continentale,poiché popolazioni e culture si sono spostate da unluogo all’altro, attirate da opportunità di lavoro,spinte dalla miseria, dalle carestie o dall’instabilitàpolitica.

LA DIASPORA

Le popolazioni sono state assorbite e assimilate nella cultura ospite o

nella cultura globale?

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Le minoranze stanno cercando di difendere nonsolo il proprio diritto di esistenza, ma anche ildiritto di mantenere la propria cultura e identità.Ciò che unisce i diversi fenomeni è il fatto che lepopolazioni coinvolte sono allo stesso tempolocali e globali: locali in quanto minoranzeculturali che vivono in luoghi specifici, maglobali in quanto a estensione e portata. Non sonotanto delle comunità quanto piuttosto delle retiche collegano in spazi diversi e in diverse città iloro membri, che collegano chi è partito con chi èrimasto a casa.

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videocassette

icone sacre

organizzazionipolitiche o religiose

trasmissioni viasatellite o cavo

…permettono ai gruppi dispersi di mantenere una propriacultura globale.Ne risulta un certo grado di contatto, l’impossibilità diesilio, la capacità delle minoranze di mantenersi taliovunque, la capacità delle culture di sopravvivere, anchese inevitabilmente in questo processo si trasformano.È un continuo movimento di identità e interessi chevengono mobilitati ed espressi attraverso uno spaziosempre più elettronico, ma che dipendono ancora daimovimenti reali delle popolazioni nello spazio e nel tempoe da questi movimenti sono influenzati.

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Mentre la globalizzazione delle comunicazioni edelle culture esprime nuovi tipi di relazioni spaziali

e temporali, trasforma anche le modalità diidentificazione all’interno della società. I media

vengono utilizzati da consumatori attivi permantenere e consolidare dei confini ma anche per

creare nuovi spazi condivisi in cui possononascere forme culturali sincretiche.

Questi processi sono disuguali e le loroconseguenze imprevedibili.

In tutti questi sensi la globalizzazione è dinamica.Le culture si formano e riformano attorno ai diversi

stimoli che la comunicazione globale consente.

Mary Gillespie

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La globalizzazione, mentre penetranegli strati più profondi di culture

nazionali, locali, regionali, etniche,religiose e private, i suoi significati e la

sua importanza si frantumano. Non sipuò supporre che esista un’unica

interpretazione, né si può presumere chela straordinarietà dell’evento e la sua

presenza globale possano generare unarisposta univoca.

Il tema può essere globale, madiventa una risorsa per esprimere

identità e interessi locali e particolari.