Numero 18 Ottobre 2008 - shotokai.net fileIRIMI ONLINE N. 18 Ottobre 2008 . Ciao a tutti! In questo...

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LA RIVISTA ONLINE PUBBLICATA DALLA SCUOLA SHOTOKAI ITALIA Numero 18 Ottobre 2008 SOMMARIO Editoriale p. 2 Il Giappone: Cenni storici Capitolo IX p. 3 Nihongo!!! 9ª lezione p. 5 Due giorni indimenticabili p. 8 Il Maestro p. 10 Impressioni di un praticante p. 12 Campionato Kata Shotokai 2008 p. 16 Kata ed emozioni p. 17 Incontro con lo Zen p.20 Storie Zen: Il cielo e l’inferno p. 22 Fumetti Zen: Dharma il gatto p. 23 Complimenti a... p.24 Copyright © 2008 – Scuola Shotokai Italia Chiunque può liberamente copiare e distribuire copie letterali ed integrali di questo documento nonché riprodurne anche parzialmente le informazioni purché ne riporti sempre la fonte e gli autori Il documento è protetto dalla GNU Free Documentation License - Versione 1.1, Marzo 2000 Free Software Foundation, Inc. - 59 Temple Place, Suite 330, Boston, MA 02111-1307 USA - La licenza è consultabile all’indirizzo: http://www.gnu.org/licenses/fdl.html - Non si può applicare un'altra licenza al documento, copiarlo, modificarlo, o distribuirlo al di fuori dei termini espressamente previsti. Ogni altro tentativo di applicare un'altra licenza al documento, copiarlo, modificarlo, o distribuirlo è deprecato e pone fine automaticamente ai diritti previsti.

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LA RIVI STA ONLINE P U BBLICATA DALLA SCUOLA SHOTOKAI ITALIA

Numero 18 Ottobre 2008

SOMMARIO Editoriale p. 2

Il Giappone: Cenni storici Capitolo IX p. 3 Nihongo!!! 9ª lezione p. 5 Due giorni indimenticabili

p. 8

Il Maestro p. 10 Impressioni di un praticante

p. 12

Campionato Kata Shotokai 2008

p. 16

Kata ed emozioni p. 17 Incontro con lo Zen

p.20

Storie Zen: Il cielo e l’inferno p. 22 Fumetti Zen: Dharma il gatto p. 23 Complimenti a... p.24

Copyright © 2008 – Scuola Shotokai Italia

Chiunque può liberamente copiare e distribuire copie letterali ed integrali di questo documento

nonché riprodurne anche parzialmente le informazioni purché ne riporti sempre la fonte e gli autori

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IRIMI ONLINE N. 18 Ottobre 2008

Ciao a tutti!

In questo numero, oltre alle consuete rubriche dedicate alla storia e alla lingua giapponese,

abbiamo pubblicato ben sei reportages, tre riferiti al Primo Memorial Tetsuji Murakami, che ha

avuto luogo a Sportilia il 5 e 6 aprile 2008, due relativi al Campionato di Kata Shotokai,

organizzato a Fontanellato sempre nel mese di aprile ed infine un resoconto sull'incontro col

monaco Zen Lucio Yushin Morra avvenuto nell'ambito dello Stage Nazionale di giugno. Un

ringraziamento agli autori dei sei articoli: in primis al Maestro Antonio Maltoni poi a Marco

Iavarone, Stefano Caporrella, Flavio Boni, Barbara Benini e Paolo Asirelli.

In conclusione non possono mancare le pillole di saggezza offerte dalla storia e dai

fumetti zen.

Bene, prima di lasciarvi alla lettura rinnoviamo, come di consueto, a tutti i lettori,

praticanti e non, l'invito ad inviare alla redazione articoli, foto, appuntamenti,

reportages, impressioni, suggerimenti, critiche ... e, naturalmente, a firmare il

guestbook!

La redazione

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Il Giappone - cenni storici - Cap. IX Il periodo Taishō

di Marco Forti

Il periodo Taishō (1912-1926)

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Il 30 luglio del 1912, alla morte di Mutsuhito, si chiuse ufficialmente l'era Meiji e con l’ascesa al trono dell'Imperatore Yoshihito si proclamò ufficialmente l’apertura dell’era Taishō (Taishō-jidai significa letteralmente periodo della grande rettitudine).

Il nuovo sovrano, era però estremamente diverso sia nell'aspetto che nella personalità dal suo carismatico predecessore, soffriva di pesanti problemi neurologici derivanti principalmente da una meningite di cui aveva sofferto a poche settimane dalla nascita e, per questo, venne tenuto il più possibile lontano dalla scena pubblica.

Dopo il Rinnovamento Meiji e la vera e propria rivoluzione sociale, la politica del paese si era però consolidata e tra i

partiti politici si era creato un sistema di equilibri, fortemente basato sul compromesso, che garantì anni di stabilità e alternanza delle maggiori forze partitiche sul controllo dei seggi alla Dieta imperiale.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, il governo giapponese si schierò a fianco degli Alleati, con l’obiettivo primario di accaparrarsi i possedimenti tedeschi in Cina e nel Pacifico.

Dopo alcuni mesi di assedio, nel mese di novembre dello stesso anno, i fucilieri della Marina Giapponese penetrarono nella baia navale di Tsingtao, mentre le forze navali si erano impadronite delle isole tedesche del Pacifico a nord dell'equatore: le Caroline, le Marshall e le Marianne.

Il Giappone approfittò del fatto che l’attenzione degli occidentali fosse totalmente incentrata sul fronte europeo per aprire un'offensiva diplomatica contro la Cina.

Nel mese di gennaio del 1915 il Console giapponese a Pechino consegnò a Yüan Shih-k'ai una lunga lista di richieste, note come «Ventun Domande» che, se accolte, avrebbero di fatto posto la Cina in una posizione di totale subordinazione.

Oltre ad espandere il proprio controllo sui possedimenti tedesci, la Manciuria e la Mongolia Interna, il Giappone cercò di garantirsi il controllo dei maggiori complessi metallurgici della Cina centrale.

Al lento procedere dei negoziati con il governo cinese si contrapponeva una veloce espansione del sentimento antinipponico tra la popolazione cinese e la condanna dell’opinione pubblica internazionale costrinse il Giappone ad ammorbidire le proprie richieste che nella nuova formulazione vennero accettate nel maggio del 1915.

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L’egemonia giapponese nella Cina settentrionale ed in altre parti dell’Asia fu facilitata dalla sottoscrizione di alcuni patti internazionali. Il primo con la Russia, siglato nel 1916, facilitò il consolidamento dell’influenza giapponese in Manciuria e Mongolia, altri siglati nel 1917 con Francia, Inghilterra e Stati Uniti riconoscevano al Giappone le conquiste territoriali in Cina e nel Pacifico. I prestiti Nishihara (chiamati così dal nome del rappresentante giapponese a Pechino, Nishihara Kamezo) del 1917 e 1918, se da un lato aiutavano il Governo Cinese, dall’altro incrementavano la dipendenza economica della Cina verso l’Impero del Sol Levante.

La fine del regime zarista in Russia ed i disordini conseguenti alla rivoluzione bolscevica in Siberia nel 1917 accrebbero ulteriormente il potere del Giappone in Asia. Volendo approfittare dell’opportunità offerta, l’esercito giapponese pianificò l’occupazione della Siberia fino ad ovest del lago Baikal, negoziando un accordo con la Cina per consentire il transito delle truppe giapponesi attraverso il territorio cinese. Nonostante il numero dei soldati destinati all'impresa fosse stato notevolmente ridimensionato rispetto ai piani, per evitare antagonismi con gli Stati Uniti, oltre settantamila giapponesi si unirono ai più scarni contingenti delle forze alleate, inviate in Siberia nel 1918.

Al termine della guerra, nel corso della conferenza di Versailles (1919), il Giappone riuscì ad ottenere conferma dei suoi diritti in Cina e sugli ex possedimenti tedeschi del Pacifico.

La guerra aveva impresso uno sviluppo senza precedenti all'industria e al commercio giapponesi e nel 1919 il Giappone era entrato di diritto tra le cinque grandi potenze mondiali mentre il suo Imperatore, a causa di un aggravamento delle condizioni di salute neurologica, riunciava definitivamente alla vita pubblica. Il principe ereditario Hirohito avrebbe assunto le funzioni imperiali e il titolo di reggente a partire dal mese di novembre 1921.

Sul piano della politica interna, la conseguenza immediata dello sviluppo economico e territoriale nipponico comportò una decisa trasformazione in senso liberale. Nel corso della conferenza di Washington, nel 1922, il Giappone acconsentì a ritirare le proprie truppe dallo Shandong e dalla Siberia (dove erano intervenute in funzione antibolscevica nel 1918) e a ridurre gli armamenti navali. Ma la politica conciliante dei liberali aveva suscitato l'ostilità di alcuni membri conservatori del Consiglio imperiale che insistevano perché il Giappone continuasse la sua politica di espansione territoriale sul continente cinese.

Il periodo Taishō si conclude il 25 dicembre del 1926 con la morte per attacco cardiaco dell'Imperatore Yoshihito.

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Nihongo!!! Nona lezione a cura di Marco Forti

I PRONOMI PERSONALI

L'uso dei pronomi personali in giapponese è particolare.

Se il contesto della frase è chiaro, i giapponesi preferiscono non utilizzare pronomi personali.

Pertanto è importante non solo studiarli ma anche studiare e capire quando non usarli! Al contrario di quel che accade per molte lingue occidentali, nella lingua giapponese non ci sono regole stringenti che impongono la presenza di un soggetto grammaticale in una frase.

Ecco alcuni pronomi giapponesi:

io tu

watakushi わたくし

otaku おたく molto formale

watashi わたし

anata あなた formale

boku (maschile) 僕

atashi (femminile) あたし

kimi (maschile) 君 informale

ore (maschile) 俺

omae (maschile) お前 anta あんた

molto informale

Tra questi pronomi, "watashi" e "anata" sono i più comuni. Ad ogni modo, come sopra menzionato, spesso vengono omessi. Quando ci si indirizza ad un superiore, "anata" non è appropriato e deve essere assolutamente evitato. Al suo posto si utilizza il cognome della persona.

"Anata" è usato dalle mogli quando si rivolgono ai propri mariti. Talvolta i mariti si rivolgono alle proprie mogli usando "omae", anche se il suo uso è ormai desueto e fa' risultare la frase un po' troppo arcaica.

I pronomi per la terza persona sono "kare" (se riferito ad un uomo) o "kanojo" (se riferito ad una donna). Si preferisce però, all'uso di questi pronomi, il ricorso al cognome o al nome della persona o ancora l'uso di "ano hito" (letteramente: quella persona). Non è necessario specificarne il genere.

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Kyou Jon ni aimashita. 今日ジョンに会いました。 Oggi l'ho (John) visto.

Ano hito o shitte imasu ka. あの人を知っていますか。 La conosci (lett.: conosci quella persona)?

"Kare" o "kanojo" spesso vengono usati per riferirsi rispettivamente al proprio fidanzato e alla propria fidanzata.

Kare ga imasu ka. 彼がいますか。 Hai il fidanzato?

Watashi no kanojo wa kangofu desu.

私の彼女は看護婦です。 La mia fidanzata è infermiera.

Per creare il plurale, si aggiunge il suffisso ~ tachi (~達), ad esempio "watashi-tachi" (noi) o "anata-tachi" (voi). Il suffisso ~ tachi può essere aggiunto non solo ai pronomi ma anche a sostantivi riferiti a persone. Ad esempio, "kodomo-tachi (子供達)" significa "bambini".

All'uso del suffisso ~ tachi si preferisce ~ gata (~方) quando si crea il plurale di anata. Anata-gata (あなた方) è più formale di anata-tachi.

Il suffisso ~ ra (~ら) si utilizza per il plurale di "kare", ad esempio "karera" (essi).

Scrittura hiragana Continuiamo ora con qualche esercizio di scrittura hiragana. In questa lezione impareremo come tracciare i caratteri

(ra)

(ri)

(ru)

(re)

(ro) come al solito aiutandoci con la tabella a lato per seguire correttamente l'ordine e la direzione dei tratti.

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Kanji Introduciamo ora un nuovo kanji: U che, spesso, nei composti si legge ame. Questo kanji significa: pioggia. Ricordo ancora che i kanji hanno due modi di lettura, o pronunce, la pronuncia on e la pronuncia kun. La lettura "kun" è usata prevalentemente quando il kanji è isolato sia come parola a se stante sia quale aggettivo o radice verbale. La lettura "on" è basata sulla pronuncia originale cinese del kanji ed è usata tipicamente quando il kanji è parte di una parola composta, vale a dire scritto con almeno un altro kanji per formare una parola. Un kanji può avere più di una lettura on e/o più di una lettura kun. Riportiamo quindi la/le lettura/e kun in minuscolo e la/le lettura/e on in maiuscolo.

ame / U

pioggia

Così, ad esempio, avremo:

...e anche per questa lezione è tutto!

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1° Memorial Murakami :: Due giorni indimenticabili

di Antonio Maltoni

Centottanta ... duecento, duecentoquaranta ... oltre. Ecco perché! Perché? Perché 240 persone si sono ritrovate a Sportilia, fuori dal mondo? Perché i capannelli che si formavano erano di persone compiaciute, sorridenti. Perché? Quando Claudio mi aveva lanciato l'idea l'ho trovata interessante ma impraticabile ... o quasi. Invece aveva ragione lui. Ha prevalso la voglia di incontrarsi, anzi di reincontrarsi.

I convenuti si sono trovati in un contesto dove regnava armonia e desiderio di lavorare insieme senza cercare, per una volta, di rilevare le differenze rispetto alle affinità. Il M° Vacchi ha fatto il miracolo di convincere tanti, tantissimi a non elevare la propria presunta diversità (più soggettiva che reale) a pietra di paragone e così ha messo tutti a proprio agio. La tranquillità, la non competitività di ognuno ha fatto sì che tutti si riconoscessero nel lavoro di tutti. Ora un po' di storia dell'evento. Sabato, ore 15,00, puntuali. Benvenuto dal Maestro Vacchi, i Maestri Ferrini e Vecchiet si associano, anch'io dico due parole di benvenuto e, tutti insieme, riportiamo il Maestro Murakami nel giusto posto che occupa e occuperà sempre per noi. Il REI è solo per lui... e la commozione comincia ad insinuarsi nel cuore dei più anziani. Non si fermerà più, il video che accompagna i vari maestri al lavoro ci propone il nostro tempo. Ricordi, emozioni, affetti... tutto si mette in movimento e forse per questo ognuno si sente parte del tutto senza se e senza ma. Quello che mi sorprende è la partecipazione dei giovani, di coloro che conoscono il Maestro Murakami solo grazie ai racconti degli anziani; sicuramente hanno sempre pensato che la realtà fosse lontana da quei racconti, ma oggi si rendono conto che tutto era reale, partecipato ... vivo! Ecco, dal video e dal lavoro riemerge la statura del Maestro; tutti danno molto, moltissimo, ci sono stati momenti in cui si sentiva la sua presenza come fatto reale, qualcuno l'ha richiamato e lui era lì.

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Era fisicamente con noi, con noi vecchi sicuramente; sapete per gli anziani i ricordi vivono indipendentemente dal tempo. Si possono sovrapporre eventi lontani 10 anni fra loro. Per noi sono accaduti come la nostra memoria li richiama, li ricollega, li fa rivivere. All'inizio osservavo ciò che accadeva intorno a me, ascoltavo i vari maestri che proiettavano le loro idee e benché fossero molto simili avevano ognuno il carico di individualità necessario e soggettivo. Erano sì allievi, ma non solo allievi, avevano metabolizzato ciò che avevano visto e appreso; avevano vissuto quella trasformazione che è alla base delle cose capite e fatte proprie ... erano Maestri. Avrei voluto avere vicino a me il Maestro come un tempo quando, alla fine di uno stage, c'era la famosa sessione d'esami. Io e Vero (il Maestro Freschi) dovevamo esprimere i nostri giudizi per iscritto, il Maestro li metteva sul foglio con ideogrammi giapponesi, a fine esame ci riunivamo ed io ed il Maestro Freschi dovevamo dire la ns. opinione su ognuno degli esaminandi. Il Maestro Murakami annuiva all'uno od all'altro ed il risultato ... era sempre deciso da lui. Alcune volte i nostri giudizi erano divergenti e Murakami Sensei un giorno ci disse: «Vedete, in un esame non dovete guardare solo il gesto, alcuni allievi sono dei perfetti imitatori, dovete guardare i loro occhi (oltre al resto), ci deve essere quella luce, quella determinazione che solo chi è sicuro di ciò che fa può avere.» Alcuni di quegli allievi li ho rivisti oggi, qui. Alcuni Maestri, altri solo amatori. Vi confesso che sono stato tentato dall'idea di dare ancora giudizi, poi Vi ho visto lavorare su ciò che Voi facevate fare e su ciò che altri Vi facevano fare ed ho visto con certezza che non avevo più di fronte allievi ma persone mature, ormai formate non solo nel corpo dalla nostra passione ma sopratutto nello spirito, nella volontà, nella consapevolezza e sopratutto nel rispetto. Forse il Maestro Vacchi ha ragione veramente, forse è proprio possibile evitare i personalismi, la voglia di primeggiare, il bisogno di emergere; queste ultime sono sicuramente figlie della nostra insicurezza e pertanto, se questa è stata veramente cancellata, il sogno può diventare realtà. Io ci spero... e voi?

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1° Memorial Murakami :: Il Maestro

di Marco Iavarone

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Per tanti, come me appassionati di Karate, il Maestro Murakami è divenuto nel tempo una figura quasi leggendaria, un po' misteriosa e sicuramente molto carismatica. Per quelli che non hanno mai avuto l’opportunità di praticare con lui, partecipare al Memorial in suo onore è stata un'occasione importante per cercare di conoscerlo meglio, attraverso le testimonianze e le immagini di quanti l’hanno conosciuto e che, negli anni successivi alla sua morte, hanno cercato di tramandarne il messaggio contribuendo nello stesso tempo a mantenerne sempre vivo il ricordo alimentandone il mito.

L’evento non poteva svolgersi in un contesto più adatto. Nella tranquillità dell’appennino romagnolo, il 5 e 6 aprile 2008 presso il centro sportivo di Sportilia. Credo non sia azzardato affermare che in Italia se si dice Karate stile Shotokai il Maestro di riferimento sia solo Murakami, colui che ha profondamente distinto tale stile cercando in ogni movimento del corpo l’essenzialità, la perfezione e, non ultimi, la fluidità e l’equilibrio. Murakami, insegnava per mezzo di un estenuante allenamento fisico lo studio della disponibilità del corpo affinché non fosse mai di ostacolo alla volontà. La tendenza a poter disporre del proprio corpo ancor prima del verificarsi di un possibile rischio per la nostra incolumità, a prescindere dalla stanchezza, dai dolori, dai condizionamenti esterni o altro, è la base della preparazione mentale di un praticante del nostro stile. L’allievo, se in grado di affrontare tali allenamenti, col tempo sviluppa un carattere forte, forgiato assieme ad una ottima preparazione fisica. Solo una parola riesce a sintetizzare lo scopo della nostra ricerca attraverso tanta fatica fisica e mentale: Irimi. E su questo argomento, credo si potrebbero scrivere dei trattati, ma, non avendo io nessuna presunzione in tal senso, vorrei solo evidenziare che la ricerca dell’irimi era per il nostro Maestro, fondamentale. Se mi si permette una definizione alla moda ma che rende bene l’idea, penso che lo shotokai sia un’arte marziale minimalista in quanto tendente a concentrare gli sforzi su obbiettivi minimi e realistici (dallo Zingarelli). Al Memorial si sono rivisti tanti amici accorsi per l’occasione ed i motivi di confronto non sono mancati.

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Sono state proposte diverse interpretazioni del nostro stile, da quanti hanno cercato negli anni un obbiettivo nel percorso tracciato dal Maestro e questo sforzo va sicuramente premiato ma, probabilmente ciò ha provocato in tanti, come me, un ulteriore conferma che il sentiero è ancora molto lungo e, forse, non è necessariamente previsto un punto d’arrivo. Credo che se volessimo sviluppare e studiare, come pretenderebbe Lui, gli insegnamenti lasciatici, non ci basterebbero più vite. Si pensi a quale grado di perfezione ed efficacia esigeva nella dimostrazione di un kata... Forse a qualcuno piacerebbe avere più certezze che dubbi ma penso che se ognuno di noi cercasse ed affrontasse i propri limiti in ogni allenamento ed in ogni occasione con la dovuta dose di umiltà di determinazione, le domande si rinnoverebbero ogni volta. Proprio questo è lo stimolo che ci deve spronare a proseguire in questo avvincente percorso e solo se riusciremo a restare fedeli alle caratteristiche che ci hanno così profondamente contraddistinti dagli altri stili, il Maestro Murakami resterà sempre con noi, in ogni allenamento.

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1° Memorial Murakami :: Impressioni di un praticante

di Stefano Caporrella Il 5 e 6 Aprile 2008 sull’Appennino Tosco-Romagnolo, in località Spinello (FC), si è svolta presso il Centro Sportivo Sportilia una manifestazione nuova per quel che riguarda il Karate Do stile Shotokai: il “1° Memorial Tetsuji Murakami”. Nuova perché è nata come occasione per commemorare il Maestro Murakami e soprattutto ciò che lui ha prodotto con il suo studio del Karate Do, ma si è inevitabilmente trasformata in un’occasione di confronto e scambio d’idee tra gli oltre 200 praticanti (già sabato pomeriggio si era toccata quota 197 partecipanti) provenienti, stavolta, da federazioni differenti, rappresentate da numerose associazioni che si occupano di divulgare e diffondere questo stile.

Il Memorial si è aperto il sabato pomeriggio. Dopo le operazioni di registrazione e consegna di una maglietta commemorativa, i praticanti si sono ritrovati nella palestra del centro di Sportilia per iniziare il keiko. Una breve presentazione dei vari gruppi che hanno sfilato davanti ai poster del Maestro Murakami per rendere omaggio a chi ha diffuso il Karate Do in Europa e poi è iniziato l’allenamento vero e proprio, con la ginnastica diretta dal M° Vecchiet (della associazione KISA) e il kihon di base guidato dal M° Maltoni, tanto breve (si è trattato di una ventina di minuti) quanto intenso. Al termine di questa prima sessione, i praticanti hanno potuto comprendere la novità di questo stage. Il gruppo iniziale è stato diviso in tre gruppi per ordine di cintura: bianche/gialle, arancioni/verdi, blu/marroni/nere. Ogni gruppo è stato affidato ad un Maestro diverso per la prima sessione di Keiko “differenziato”, se così si può dire, a seconda del grado. La seconda e la terza sessione di Keiko “differenziato” ha visto l’unione dei gruppi delle cinture arancioni/verdi e blu/marroni/nere per alcune dimostrazioni teoriche circa l’efficacia dello tsuki e per quel che riguarda la posizione del corpo durante la pratica.

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Nella quarta e nella quinta sessione, il gruppo delle cinture arancioni/verdi si è di nuovo diviso da quello delle cinture superiori ed entrambi i gruppo hanno portato avanti uno studio sul kumite e sulle applicazione delle tecniche del kihon al combattimento, mentre le cinture bianche e gialle si sono dedicate allo studio dei kata Taikyoku Shodan ed Heian Shodan. L’ultima sessione si è incentrata, per tutti i gruppi, sullo studio di kata, differenziati in base al grado. Dopo quasi tre ore di allenamento (passate, a dir la verità, molto in fretta), si è conclusa la giornata di sabato con il saluto ed il mokuso seguiti da una foto di gruppo un po’ difficile da realizzare, a causa della numerosità dei partecipanti. Dopo una doccia per rinfrescarsi (questo è il termine giusto perché purtroppo nella giornata di sabato le docce erano ghiacciate!) e una cena consumata nella struttura di Sportilia, i praticanti presenti si sono recati nella Sala Conferenze del Centro per assistere alla proiezione di alcuni filmati riguardanti le varie fasi della vita del Maestro Murakami. Nell’occasione i vecchi allievi del Maestro Murakami hanno dato vita ad una discussione animata nella quale si sono scoperti retroscena, curiosità ed episodi particolari riguardanti il Maestro non tanto dal punto di vista della tecnica, quanto piuttosto da ciò che Tetsuji Murakami è stato per ciascuno di loro in quanto persona. Tra storie di frontini, punizioni severe per gli allievi più irrequieti e sessioni di pre-esame da lasciare a bocca aperta, coloro che hanno potuto vivere l’esperienza di allenarsi con il Maestro hanno tentato, non senza una nota di nostalgia, di far recepire a chi non ha avuto tale possibilità quanto grande fosse la sua passione nello studiare e nel trasmettere questa disciplina: in particolare, uno degli allievi diretti del Maestro ha raccontato che, per poter essere ammessi a sostenere l’esame di 1° Dan, il Maestro chiedeva di sostenere una sorta di pre-esame in cui il praticante doveva eseguire un serie di 20 Taikyoku Shodan di fila ad una media di 11 secondi per ogni kata. Altri hanno raccontato di come il Maestro li abbia messi per punizione in seiza per un’ora e ad un loro minimo accenno di sgranchirsi il collo abbia risposto con un giro di saut-du-canard da eseguire immediatamente. Insomma, è stata un’occasione per poter vedere il Maestro Murakami non soltanto sotto la luce di chi pratica karate in una palestra ma soprattutto quella di chi vive ciò che fa’ e lo trasmette a chi come lui desidera studiare a fondo questa disciplina. Molto interessante anche la giornata di domenica, seppur più breve nella pratica effettiva poiché ampio spazio è stato lasciato alle dimostrazioni organizzate dalle varie palestre. L’allenamento si è aperto con un Mokuso diretto dal M° Jean-Marc Labat, del gruppo di cinture nere della Murakami-Kai Italia, da lasciare senza fiato: una tale profondità del respiro e, soprattutto, continuità dell’espirazione è rara da sentire!

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Anche la ginnastica è stata comandata dal M° Labat ed è filata liscia senza difficoltà, visto che anche i praticanti più lontani da lui potevano orientarsi nell’esercizio guardando la sua folta capigliatura svolazzare da una parte all’altra, fino ad un ultimo esercizio che pochi volenterosi hanno tentato e ancor meno sono riusciti ad eseguire! Una volta terminata la ginnastica i gruppi si sono suddivisi per il Keiko differenziato che è durato un’ora o poco più. In particolare l’ultimo Keiko delle cinture arancioni e verdi, diretto dal M° Marco Forti della Scuola Shotokai Italia è stato particolarmente interessante anche se molto teorico: il M° Forti ha aperto la sua argomentazione chiedendoci quanto spesso si pensasse al senso dei movimenti di un kata ed è arrivato, attraverso una serie di flash ed esempi pratici che all’inizio potevano sembrare un insieme di argomenti esposti in maniera un po’ rapida, al suggerimento conclusivo dato a tutti di pensare sempre a ciò che si fa’, di chiedersi sempre il perché di una cosa e di non fossilizzarsi solo sul gesto ma approfondire anche il suo significato. Una lezione, questa, che mi è rimasta particolarmente impressa, forse anche perché sono stato uno dei due praticanti chiamati dal M° Forti per argomentare la sua spiegazione con applicazioni pratiche. E’ stata un’occasione in cui ci si è sentiti dire una cosa che nel dojo i nostri Maestri sicuramente ci ripetono allo sfinimento, come “Pensate a quello che fate!” oppure “Non è solo un gesto… Ha il suo significato”; tuttavia sentirselo dire da una persona diversa dal solito e in un modo forse un po’ più circostanziato e codificato, ha contribuito a riaccendere quella spia che spesso durante gli allenamenti nella settimana si spegne o si offusca un po’ troppo. Chiusa la sessione di allenamenti, si è aperto uno spazio dedicato alle esibizioni dei vari gruppi. E’ stato un momento particolarmente diverso dal solito perché oltre a vari kata, alcuni dei quali davvero rari da poter ammirare, alcune palestre hanno dimostrato fantasia e creatività nell’applicazione dei principi del Karate Shotokai. In particolare mi riferisco alla dimostrazione messa in atto dal Sen No Sen di Parma, con il M° Angelo Camelia e tutti quelli del suo gruppo: particolarmente impressionante, in senso decisamente positivo, è stata l’esecuzione dell’Heian Yondan con un paio di piccole lame ad opera di una delle cinture blu della palestra; molto, molto stimolante sono state anche le dimostrazioni di kumite e, in maniera particolare, il Midare con tre avversari fatto vedere dal M° Camelia. E’ un’opinione strettamente personale ma credo che sia stata una dimostrazione più completa possibile dell’applicazione delle tecniche che si studiano nel kihon. Al di là di questi episodi particolari, è stata coinvolgente tutta l’atmosfera che si respirava allo stage: un’aria densa di concentrazione ed attenzione nella quale non sono affatto mancati anche momenti goliardici e di svago, soprattutto in chiusura di manifestazione.

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Personalmente, ho provato una grandissima emozione al momento del saluto finale poiché, allineandomi a un capo della fila, ho potuto vedere coi miei occhi che l’altro capo era decisamente lontano; inoltre la mia fila era preceduta da altre tre file e seguita da un’ultima, tutte quante della stessa lunghezza, karateka più karateka meno. Una grande emozione è derivata anche dal fatto che molti di coloro che hanno praticato col Maestro Murakami erano presenti e contribuivano a rendere l’aria così carica e densa di passione per questa disciplina. E’ stato un evento che, al di là degli aspetti che ho descritto sopra, ha creato una possibilità di confronto con persone mai viste, di cui avevo solo sentito parlare. E’ stata decisamente un’occasione di crescita e di scambio d’idee molto costruttivo e che spero si possa ripetere in un futuro prossimo, insieme con tutti quelli che hanno partecipato e, magari, con altri praticanti ancora! In conclusione vanno fatti i complimenti a chi ha organizzato quest’evento e lo ha gestito nel miglior modo possibile, il M° Claudio Vacchi e tutti coloro che, collaborando con lui, ne hanno favorito la realizzazione. Attendiamo la seconda edizione!

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Campionato Kata Shotokai 2008 Reportage:

di Flavio Boni Il 20 aprile 2008, nel palazzetto dello sport di Fontanellato (PR), si è svolta l’edizione 2008 del Campionato Italiano di Kata Shotokai, la cui organizzazione logistica è stata seguita dall’Associazione Sportiva Karate Do Shotokai Parmense. Grazie all’impegno dell’assessore allo Sport del Comune di Fontanellato, Lorella Orlandelli, e dei Maestri Stefano Ziliotti e Cristian Lombardi l’evento sportivo ha avuto un notevole successo. Hanno partecipato diverse scuole della regione, portando i propri allievi da Cesena, Cesenatico, Bologna, Forlì, Parma e Ravenna. Tra le società partecipanti ricordiamo: Centro Sportivo Città di Cesena, Karate-do Shotokai Bologna, Sen No Sen Parma, Bushido Karate-do Forlì, Karate-do T. Murakami Forlì, Centro Sportivo La Torre Ravenna, Ueshiba Murakami Club Ravenna, Karate Shotokai Cesenatico oltre, naturalmente, all’ASD Karate-do Shotokai Parmense. Dopo una breve introduzione dell’assessore allo Sport Lorella Orlandelli, che si è complimentata per la numerosa partecipazione da parte delle diverse organizzazioni convenute, la gara ha preso il via. I numerosi atleti presenti, di cui più della metà bambini dai cinque ai dodici anni, si sono destreggiati nell’arte del kata; principale strumento usato per tramandare e diffondere la conoscenza del Karate. La volontà di esprimere al meglio quanto si è appreso dal proprio maestro e la voglia di vincere combinate assieme hanno dato luogo ad una gara emozionante, vissuta anche dai genitori degli atleti al limite della suspense. La forte presenza degli accompagnatori è stata importante e attiva, gli spettatori hanno infatti vissuto con passione e partecipazione l’evento sportivo, peraltro non privo di colpi di scena dovuti a qualche squalifica. La manifestazione si è conclusa con la premiazione dei vincitori e delle società con miglior punteggio e con la consegna di una medaglia di partecipazione a tutti gli atleti. La premiazione è stata effettuata dal Maestro Antonio Maltoni (Direttore Tecnico Nazionale della Scuola Shotokai Italia e consigliere federale) e dall’Assessore Lorella Orlandelli, che si è detta entusiasta della compagine sportiva ritrovatasi sotto l’egida del Comune di Fontanellato .

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Reportage: Kata ed emozioni

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lato (PR) si è svolta la gara di kata. Un momento di debutto per molti o Città di Cesena

mente dai genitori. Il ritrovo è davanti alla palestra dove, a sorpresa, troviamo il Maestro Maltoni che con

Michele Masciulli, il mastro dei bimbi – assieme a me, l'attuale supplente - è immerso

Arriviamo a Fontanellato (PR) e ci fermiamo nel parco per il pranzo al sacco.

Domenica 20 Aprile a Fontanelbambini del Centro Sportiv

di Barbara Benini

Si parte in pullman da Cesena alle 10 del mattino con i ragazzi del CSC che arrivano uno alla volta, qualcuno ancora assonnato, accompagnati rigorosa

le sue raccomandazioni saluta tutti, dal più piccolo al più grande.

La prima ora scorre veloce fra le chiacchiere dei genitori seduti davanti e quelle dei bambini schierati dietro.

come da copione in discorsi riguardo al karate e allenamenti.

E' una splendida giornata di sole e mentre i genitori a gruppi cercano l'ombra per

Due giovani fanciulle invece provano in mezzo al parco un

ervarli tutti e la loro spensieratezza mi alleggerisce in un attimo la pesantezza

e risaliamo tutti sul pullman, dopo un breve appello perchè non vorremmo

Ci si cambia negli spogliatoi e si inizia il rito degli esercizi

La maggior parte dei ragazzi, mentre si muove, si guarda

Penso che sia normale, perché alcuni di loro - tra cui le piccole cinture gialle - fino a

Credo che questa sia un'ottima occasione per confrontarsi con gli altri e trovare degli amici.

sedere e pranzare, i bambini, come piccoli ninja si scatenano sui giochi del parco.

kata.

Non posso fare a meno di oss

di una settimana lavorativa.

Richiamo l'attenzione di Michele

lasciare qualcuno in giro.

Ci dirigiamo al Palazzetto.

di riscaldamento.

intorno con curiosità e con un po’ di soggezione.

quel momento non hanno mai avuto il battesimo agonistico.

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Mentre aiuto altre cinture nere a sistemare i pannelli con la foto del Maestro Murakami, all’interno del palazzetto, inevitabilmente l'occhio mi sfugge ancora verso loro che, terminata una breve ginnastica, a piccoli gruppi provano i kata.

Michele li guarda mentre li eseguono, li corregge, li ascolta e dà loro consigli utili, ma avvicinandomi a loro avverto una sensazione nuova. Di solito in palestra sono sempre molto spavaldi, pronti a ridere e scherzare in ogni momento, ma in quel momento sono diversi: più concentrati ma anche un po’ spaventati da quel debutto. La conferma di questo ce l'ho quando, nonostante i discorsi del loro maestro, qualcuno di loro viene di corsa a chiedermi quale kata sia meglio fare, quale viene meglio: ok, mi dico, il panico è arrivato. Sorridendo cerco di tranquillizzarli, e dico loro che i kata sono quelli che hanno sempre fatto ed è meglio non cambiarli. Ci sediamo tutti al bordo dei tatami e la gara inizia. Le domande dei ragazzi iniziano a fiumi, dagli argomenti tecnici al regolamento di gara Attenti come non mai, ai punteggi dei loro avversari e all'esecuzione dei kata, continuano curiosi. La carica di energia che i piccoli ninja hanno dentro è veramente tanta, così Michele e io siamo costretti più volte a riprenderli con un unico motto: ” tutti insieme disordinatamente”. Così, mentre uno alla volta vengono chiamati sul tatami, si formano gruppetti e io, curiosa di sentire i loro pensieri, rimango nei paraggi.

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i

zione.

La complicità che c’è fra loro in quel momento mi sorprende tanto da emozionarmi. Alcuni salgono sul tatami talmente tesi che, terminato il kata, dopo l’abbraccio con Michele, corrono di nuovo nel gruppo e le parole che sento dai loro compagni di conforto o di esulto toccano le corde sottili della mia anima: sono piccoli ma già grandi.

La gara è affollata: sono più di cento i bambini che partecipano e le cinture sono dtutti i colori. Dopo i bambini si esibiscono gli adulti e i bambini sono tutti lì, attorno al tatami, a osservarli con attenNon ci si può esimere da una lode agli arbitri, davvero molto bravi, così come è doveroso complimentarsi con l’efficiente organizzazione coordinata dal segretario Cristian Lombardi.

Molte le medaglie assegnate davanti a un folto pubblico che si assiepava sugli spalti. Una bella giornata, un bel momento agonistico e a stento trattengo l’emozione quando mi chiedono come sono andati e se li abbiamo osservati mentre gareggiavano.

Mentre guardo gli occhi di Michele che brillano quando sorride e parla con loro, penso a quante cose sono in grado di insegnare loro a noi adulti. I genitori sono sugli spalti che, fra lampi di flash, seguono il tutto. Qualcuno di loro inevitabilmente alla vista di lacrime di delusione scende per intervenire, ma la mia piccola esperienza mi dice che sono lacrime che passano subito e che insegnano tanto, così cerchiamo di tranquillizzarli.

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La gara termina, qualche foto di rito e ci si prepara per il ritorno.

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tro.

e

Il Maestro Maltoni ci viene incontro, non capisco se sono più i rimproveri dei complimenti ma questo non mi sorprende, perché spronarti a fare meglio fa parte del suo essere maesI bambini ascoltano attenti e il suo carisma cattura anche quell’attimo.

Li vedo tutti sorridenti e soddisfatti, vincitori e non. Sono contenta, pensando chdivertendosi hanno fatto gruppo e imparato

qualcosa che, sono sicura, ricorderanno anche da grandi.

Dagli zaini dei genitori spuntano ancora panini e merendine, così dopo una breve sosta risaliamo sul pullman direzione Cesena.

Vorrei ringraziare di cuore questi genitori, per la compagnia e per la loro pazienza, invitandoli a essere ancora con noi nei prossimi appuntamenti e sperando che un domani, dopo “anni di apprendistato” comincino un po’ a capirlo questo Karate, in modo da scoprire quello che regala a un bambino, nascosto e prezioso: il valore dell’amicizia, lo spirito di gruppo, il rispetto dei compagni in una disciplina.

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Reportage: Incontro con lo Zen

di Paolo Asirelli

….. una mattina piovosa di fine primavera, insieme ai compagni di pratica arrivai a Cesenatico per partecipare allo Shotokai Camp 2008. Ero incuriosito da questa nuova esperienza di incontro con un Monaco ZEN….è stata una bella esperienza. Queste sono le mie riflessioni e quello che mi è rimasto. In questi anni si è parlato e scritto molto dello Zen, sia in generale sia nell’ambito delle arti marziali. In molti casi, questo interesse ha avuto connotazioni modaiole, di sapore esotico, dando luogo spesso a equivoci.

Tuttavia, questo ha il pregio di far nascere la curiosità; ed è forse anche questa, unita al desiderio di chiarezza, che ha mosso la nostra volontà di conoscere più da vicino lo Zen.

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Già da qualche tempo i colleghi e amici del Sen no Sen di Parma avevano intrapreso un percorso di pratica con il Monaco Zen Lucio Yushin Morra del Dojo Zen Sanrin di Fossano. La proposta di trasferire questa esperienza in un appuntamento nazionale si è concretizzato nello Shotokai Camp dove le sedute di allenamento si sono alternate con altre di studio e meditazione. Ho parlato di “percorso e pratica”, perché è questo l’aspetto preminente che ho colto da questo incontro.

Lucio Yushin si è rivelato carismatico e cordiale, preciso, deciso, schietto ma aperto al dialogo. Ci ha accompagnato nella meditazione con pochi ed essenziali elementi, quali, la tenuta di una postura corretta, il controllo del respiro, la consapevolezza verso se stessi e gli altri. L’unico elemento di abbandono che ha indicato è quello nei confronti della forma e dell’ego, per non cadere nella trappola dell’autocelebrazione estetica e intellettuale. È un buon modo anche per il KarateDo! L’approccio che abbiamo avuto con questi principi, grazie a questo breve incontro, ci ha dato occasione di guardare a ciò che facciamo con una prospettiva diversa. A volte basta cambiare l’angolo di visuale per cogliere la profondità di quello che, visto sempre dallo stesso lato, può apparire piatto. In queste discipline, gli aspetti intellettuali perdono di valore se non sono bilanciati e integrati da un’instancabile pratica e da una continua verifica . Anche l’allenamento, se non è alimentato dallo spirito di ricerca, diventa prevalentemente fatica e porta a scarsi miglioramenti.

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Provare almeno a non rimanere intrappolati da ottusità ed egoismo è già una corretta direzione di studio. Il bilancio di questo incontro è positivo e l’augurio è che si prospettino altre occasioni di approfondimento. Nel frattempo, abbiamo a nostra disposizione validi elementi su cui riflettere e lavorare, sia con noi stessi sia in rapporto agli altri. Ringrazio i Maestri Lucio Yushin Morra, Antonio Maltoni, Claudio Vacchi e tutti quelli che hanno voluto e reso possibile questo bel momento, grazie a tutti e buona pratica.

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Storie Zen: Il cielo e l'inferno

Un samurai violento, che aveva la fama di provocare liti senza motivo, arrivò alle porte del monastero zen e chiese di parlare con il maestro.

Senza alcuna titubanza, Ryokan gli andò incontro.

- Dicono che l’intelligenza sia piú potente della forza – affermò il samurai. – Forse tu riuscirai a spiegarmi che cosa sono il cielo e l’inferno?

Ryokan rimase in silenzio.

- Visto? – strepitò il samurai. – Io riuscirei a spiegarlo con grande facilità: per mostrare che cos’è l’inferno, basta dare una scarica di legnate a qualcuno. Per mostrare che cos’è il cielo, basta lasciar fuggire qualcuno, dopo averlo minacciato molto.

- Non discuto con gente stupida come te – commentò il maestro zen.

Al samurai salí il sangue alla testa. La sua mente fu ottenebrata dall’odio.

- Questo è l’inferno - disse Ryokan, sorridendo. – Lasciarsi provocare da stupidaggini.

Il guerriero rimase sconcertato dal coraggio del monaco e si rilassò.

- oncluse Ryokan, invitandolo a entrare – Non accettare Questo è il cielo – cprovocazioni sciocche.

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Fumetti Zen

Vignetta tratta e tradotta da "Dharma The Cat: Philosophy with Fur" di David Lourie

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Complimenti a… Complimenti ai nuovi Istruttori Il 5 aprile 2008

- Paolo Asirelli - Fabio Mazzilli - Cristiano Monti - Patrizio Pozzoli

al termine del corso biennale federale - hanno superato i prescritti esami teorici e pratici acquisendo la qualifica di istruttore!!!

Complimenti a tutti i classificati al Campionato Italiano Kata Shotokai ESORDIENTI - CINTURE BIANCHE E GIALLE 1° class. Rebecchi Federica (Sen No Sen - Parma) 2° class. Baiardi Ismaele (C.S. Città di Cesena) 3° class. De Bonis Gianluca (C.S. Città di Cesena) ESORDIENTI - CINTURE ARANCIONI E VERDI 1° class. Gentili Matteo (C.S. Città di Cesena) 2° class. Masia Elena (K. Shotokai Parmense) 3° class. Spina Eugenio (C.S. Città di Cesena) ESORDIENTI - CINTURE BLU E MARRONI 1° class. Picucci Yari (Sen No Sen - Parma) 2° class. Miserocchi Francesco (C.S. La Torre - Ravenna) 3° class. Scarpellini Alessandro (C.S. Città di Cesena) JUNIORES - CINTURE BIANCHE E GIALLE 1° class. Venuto Nicola (K. Shotokai Parmense) 2° class. Caforio Giovanni (K. Shotokai Parmense) 3° class. Vernacchia Raffaele (Sen No Sen - Parma) JUNIORES - CINTURE ARANCIONI E VERDI 1° class. Mazza Erika (Sen No Sen - Parma) 2° class. Fabbi Diletta (Sen No Sen - Parma) 3° class. Zanichelli Irene (Sen No Sen - Parma) JUNIORES - CINTURE BLU E MARRONI 1° class. Stucchi Marco (Sen No Sen - Parma) 2° class. Gazzo Pietro (K. Shotokai Parmense) 3° class. Baratta Andrea (K. Shotokai Parmense) SENIORES - CINTURE BIANCHE E GIALLE 1° class. Fiumana Mattia (C.S. Città di Cesena) 2° class. Onofri Claudia (C.S. Città di Cesena) 3° class. Fiorucci Alberto (Sen No Sen - Parma) SENIORES - CINTURE ARANCIONI E VERDI 1° class. Bonazzi Sabrina (Sen No Sen - Parma) 2° class. Caporrella Stefano (Bushido Karate-do Forlì) 3° class. Masotti Laura (Bushido Karate-do Forlì) SENIORES - CINTURE BLU E MARRONI 1° class. Bonardi Sebastiano (Sen No Sen - Parma) 2° class. Ricci Silvia (C.S. Città di Cesena) 3° class. Bussolati Elisa (K. Shotokai Parmense) SENIORES - CINTURE NERE 1° class. Franceschini Paolo (C.S. Città di Cesena) 2° class. Battistini Matteo (K. Shotokai Parmense) 3° class. Riccò Viviana (Sen No Sen - Parma)

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Complimenti ai neopromossi In data 8 giugno 2008, al termine dello Stage Nazionale, svolto a Cesenatico si è tenuta la tradizionale sessione d'esame per il passaggio a cintura marrone e gradi Dan. Neopromossi a cintura marrone 1° Kyu - Baratta Andrea - Barucci Carmen - Bussolati Elisa Neopromossi a cintura nera 1° Dan - Babbini Anna Liza - Biscioni Sara - Bonardi Sebastiano - Dodi Alessandro - Medri Sara - Ricci Silvia - Sacchetti Gabriele Neopromossi a cintura nera 2° Dan - Castagnoli Riccardo - Fecci Claudio - Monti Cristiano

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