Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo ... · L’influenza dell’Austria...

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"Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'Umanità" è la frase che Neil Armstrong, statunitense e laureato in ingegneria aeronautica, ha detto dopo aver messo piede per la prima volta sulla Luna. L'equipaggio dell'Apollo 11, la navicella partita dal Kennedy Space Center a Cape Canaveral in Florida, il 16 luglio 1969 alle 09:32:00 e allunata il 20 luglio 1969 era composto dal comandante della missione Neil Armstrong, dal pilota del modulo di comando Michael Collins, e dal pilota del modulo lunare Edwin Aldrin Jr. Armstrong è il primo essere vivente che imprime la sua impronta sulla superficie lunare lo segue poi Aldrin mentre in orbita intorno alla Luna, a bordo della capsula madre Columbia resta ad aspettarli il terzo astronauta della missione, Michael Collins. Oggi sono passati più di 40 anni, ma l’impronta di Armstrong è ancora lì, a sancire una nuova pagina di storia per l’umanità. Appena sceso, Armstrong si muove molto lentamente, sulla Terra sono tutti col fiato sospeso perchè temono che possa essere inghiottito dal suolo lunare o che possa non vedere nulla a causa della polvere che si solleva, spessa come gesso. Ma tutto va bene. Gli astronauti esplorarono la superficie della Luna per due ore e mezzo raccogliendo rocce e pietre lunari da portare a Terra, per far sapere al mondo com’è fatta la Luna.

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"Questo è un piccolo passo per un uomo, ma

un balzo gigantesco per l'Umanità"

è la frase che Neil Armstrong, statunitense e laureato in

ingegneria aeronautica, ha detto dopo aver messo piede per la

prima volta sulla Luna.

L'equipaggio dell'Apollo 11, la navicella

partita dal Kennedy Space Center a Cape

Canaveral in Florida,

il 16 luglio 1969 alle 09:32:00

e allunata il 20 luglio 1969

era composto dal comandante della missione

Neil Armstrong, dal pilota del modulo di

comando Michael Collins, e dal pilota del modulo lunare Edwin Aldrin Jr.

Armstrong è il primo essere vivente che imprime la

sua impronta sulla superficie lunare lo segue poi

Aldrin

mentre in orbita intorno

alla Luna, a bordo della

capsula madre Columbia

resta ad aspettarli il terzo

astronauta della missione, Michael Collins. Oggi sono passati più di 40 anni, ma l’impronta

di Armstrong è ancora lì, a sancire una nuova

pagina di storia per l’umanità.

Appena sceso, Armstrong si muove molto lentamente,

sulla Terra sono tutti col fiato sospeso perchè temono che possa essere

inghiottito dal suolo lunare o che possa non vedere nulla a causa della

polvere che si solleva, spessa come gesso. Ma tutto va bene.

Gli astronauti esplorarono la superficie della Luna per due ore e mezzo

raccogliendo rocce e pietre lunari da portare a Terra, per far sapere al

mondo com’è fatta la Luna.

colonialismo e imperialismo

tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 le nazioni europee, anche

per l’aumento demografico, hanno la necessità di conquistare

nuovi territori soprattutto in Africa e Asia e impadronirsi delle

numerose risorse come ferro, carbone, petrolio, oro e diamanti,

imporre la loro politica anche con l’uso delle armi, causando veri

e propri massacri,

imporre la propria politica e la propria potenza si definisce

imperialismo.

Lo sfruttamento dei popoli colonizzati e la pratica della

monocoltura obbligava questi paesi ad importare dall’estero le

materie prime che non riuscivano a produrre, aumentando così la

povertà del loro paese.

L’Inghilterra colonizza alcuni territori dell’Africa, dell’India e

della Cina.

In Africa è presente anche la Francia, il Belgio e in minor misura

l’Italia e la Germania.

L’America invece voleva imporre l’imperialismo sul pacifico e

nell’America Latina.

Congresso di Vienna

Nel 1814 quando Napoleone viene esiliato sull’isola d’Elba, i sovrani della

coalizione (Russia, Prussia, Inghilterra e Austria) si sentono finalmente

liberi di riorganizzare l’Europa,

età della restaurazione e convocano il Congresso di Vienna dove l’austriaco Metternich

impone subito il predominio degli Asburgo.

Il congresso stabilisce:

- il principio di legittimità

ogni sovrano cacciato durante la rivoluzione ritorna a governare

- il principio di equilibrio

ogni stato deve avere un esercito e delle armi alla pari degli altri, così

uno stato non può dominare sull’altro e non può ingrandirsi troppo come

territorio.

Inoltre vengono creati i così detti “stati cuscinetto”

una sorta di protezione

(i più importanti Paesi Bassi e Svizzera)

per impedire alla Francia di espandere il suo territorio come al tempo

di Napoleone.

Il Congresso termina nel 1815

con la nascita della santa alleanza (Russia, Prussia e Austria)

questa fa tornare l’assolutismo,

ha lo scopo di reprimere qualsiasi ribellione nel popolo e qualsiasi invasione

attuando un regime poliziesco dove gli Asburgo vengono definiti i

gendarmi d’Europa.

L’influenza dell’Austria sull’Italia sarà forte

in particolare:

- regno Lombardo-Veneto sotto dominio dell’Austria; - regno di Sardegna (Piemonte, Liguria, Sardegna) sotto il re Vittorio Emanuele I di Savoia; - Granducato di Toscana ai Lorena imparentati con gli Asburgo;

- Stato della Chiesa sotto il papa Pio VII - Regno delle due Sicilie (r. napoli e r. sicilia) sotto i Borbone

...intanto il popolo vuole che i sovrani applichino la Costituzione e

ribadiscono il diritto alla libertà di stampa, di religione e di divisione dei

poteri (legislativo, esecutivo...) detto LIBERALISMO.

Per poter diffondere queste idee liberali nascono le società segrete, in

Italia c’è la carboneria, vi partecipano soprattutto studenti

universitari, intellettuali e borghesi a volte qualche nobile.

MOTI DEL 1820

ben presto le società segrete organizzano i primi moti di rivolta contro

i sovrani “restaurati” (significa che sono tornati a regnare)

1) America Latina si ribella contro il dominio spagnolo

i vari stati ottengono l’indipendenza tra il 1820-1825

2) in Spagna il popolo ottiene dal re la Costituzione

3) a Napoli e a Palermo

vogliono la Costituzione ma vengono repressi dalla Santa Alleanza

4) in Piemonte

i carbonari sperano nell’aiuto del principe (futuro re) Carlo Alberto

dalle idee liberali, ma poi egli cambierà idea e reprimerà gli insorti

5) l’unica ad avere un esito positivo è la rivolta greca

(1821-1829) che vuole l’indipendenza dai turchi e ci riesce grazie

all’appoggio dell’Inghilterra, della Francia e della Russia anche se il

nuovo Regno di Grecia non concede la Costituzione.

MOTI DEL 1830

un altro moto rivoluzionario ha luogo 10 anni dopo dal 1830 al 1831

1) a Parigi i rivoluzionari cacciano il re Carlo X e proclamano re dei

francesi Luigi Filippo d’Orleans sostenitore della borghesia

2) il Belgio che inizialmente era unito all’Olanda ottiene l’indipendenza dal

Congresso di Vienna

3) infine in Italia il duca di Modena Francesco IV d’Asburgo si allea ai

patrioti ribelli per creare uno stato indipendente dagli Asburgo nella

Pianura Padana, ma dopo averci ripensato fa esiliare tutti i rivoluzionari

insorti e condannare a morte il loro capo Ciro Menotti.

MAZZINI

si fa strada Giuseppe Mazzini, radicale, iscritto

alla carboneria e pensatore politico.

Egli preparò un progetto politico dalla Francia

dove era in esilio (chiamato giovine Italia),

condensando le sue idee in questa frase:

“l’italia è una, indipendente, libera e

repubblicana”

cioè una Repubblica, unita e libera dallo straniero

Era convinto che i Moti fallivano perché non veniva coinvolto il popolo,

dunque il suo scopo era far conoscere al popolo italiano, attraverso la

propaganda, cioè la divulgazione delle notizie, il significato di queste

parole e organizzarlo affinchè potesse insorgere, ma fu scoperto e il suo

progetto fallì.

crisi delle democrazie occidentali

USA

dopo la prima guerra mondiale, tra il 1920 e il 1929, gli USA erano

diventati la più grande potenza mondiale e grazie anche alla restituzione

dei debiti di guerra da parte dell’Europa, nacquero grandi complessi

industriali.

Gli anni della crescita economica vennero definiti “gli anni ruggenti” e

per paura che questo benessere potesse finire, gli americani cominciarono

a diffidare di tutte le minoranze: dei comunisti, dei socialisti, degli ebrei,

dei neri…

(xenofobia la paura del diverso)

In questo periodo il governo americano inoltre approvò la legge sul

proibizionismo, era vietato produrre, vendere e consumare alcoolici,

questo divieto ebbe l’effetto contrario perchè

scatenò il contrabbando (vendere illegalmente) e

bande di gangsters si arricchirono con il gioco

d’azzardo, lo spaccio di droga, la vendita di armi

ed alcool e la prostituzione.

(proibizionismo e gangsterismo)

Anche la polizia e i giudici erano

corrotti e spesso pagati dai

gangsters per non vedere ciò che

accadeva,

un famoso criminale italoamericano fu Al Capone

Passato il periodo in cui l’America commerciava con l’Europa del dopo

guerra, negli USA si ebbe un periodo di grave crisi economica,

“la Grande depressione” del 1929 che causò l’accumulo di molti

prodotti invenduti nelle fabbriche, un gran numero di disoccupati e il

crollo della borsa di New York “wall street”

Nel 1932 quando diventò presidente degli USA il democratico Franklin

Delano Roosevelt egli riuscì a rilanciare la produzione americana col

suo programma chiamato New Deal (nuovo corso)

Egli iniziò una serie di lavori pubblici per garantire il posto di lavoro a

migliaia di operai e attuò riforme in campo sociale.

Questa raggiunta serenità rese gli Usa più tolleranti, tanto che

rappresentarono il rifugio di molti europei perseguitati dai regimi fascisti.

Gran Bretagna Nonostante il vasto impero coloniale, la situazione economica era difficile,

gli operai erano scontenti della paga troppo bassa e molti erano

disoccupati.

Riuscì a superare il momento critico collaborando con le colonie

britanniche chiamate “i dominion” , essi sebbene avessero governi

autonomi erano comunque sottomessi alla corona inglese.

Gran Bretagna e Dominion praticarono una politica di protezionismo

contro le merci provenienti dagli altri paesi, riuscendo a smaltire i propri

prodotti.

Francia riuscì a far fronte alla crisi europea perché pretese tutti i pagamenti da

parte della Germania.

L’instabilità politica fece vincere i partiti di sinistra nelle elezioni del

1936 che presero il nome di fronte popolare.

nel resto dell’Europa democrazia significa governo del popolo ossia il popolo elegge i suoi rappresentanti al governo e i tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono separati, c’è libertà di stampa, di associazione e di religione

la paura della rivoluzione sul modello russo fa crollare le democrazie che

sono viste troppo condiscendenti verso la sinistra e fa crescere forme di

dittatura di destra sul modello fascista e nazista senza però ricorrere

alla propaganda o all’uso del terrore.

Spagna era una monarchia con dittatura militare, economicamente e socialmente

arretrata, non aveva partecipato ne allo sviluppo industriale ne alla I

guerra mondiale ed era stata privata di tutte le sue colonie in USA.

La crisi del 1929 aveva fatto abdicare il re e proclamare la repubblica, ma

nel 1933 le organizzazioni fasciste che in Spagna si

chiamavano la falange, vinsero le elezioni

soffocando ogni tipo di democrazia.

Contro la destra era organizzata la sinistra chiamata

fronte popolare.

Scoppiò una guerra civile dal 1936 al 1939 in cui

accorsero da tutto il mondo migliaia di antifascisti a

supportare la sinistra, nonostante ciò il generale

Francisco Franco vinse la guerra e la sua

dittatura durò fino al 1975.

Giappone aveva avuto un notevole sviluppo economico dopo la I guerra mondiale e

voleva espandere il suo territorio verso l’Asia

politica imperialistica

Negli anni ’20 nonostante al potere c‘era l’imperatore il governo era di

tipo democratico sull’esempio occidentale, più tardi però si diffuse il

nazionalismo e gruppi di estrema destra fecero la loro comparsa.

Quando il Giappone occupò la Manciuria, una regione della Cina, il Giappone

uscì dalla Società della Nazioni e cominciarono a rovinarsi i rapporti con

gli USA minacciati dall’espansionismo giapponese e dagli interessi comuni

sul Pacifico.

I militari appoggiati anche dall’imperatore Hirohito introdussero il

sistema fascista integrandolo alle tradizioni giapponesi e con il patto

antisovietico firmato con la Germania, iniziò la corsa agli armamenti per

occupare tutta la Cina.

Situazione del socialismo italiano

Alla fine del 1800 i sindacati e le varie cooperative di lavoratori che

avevano tanto lottato per i loro diritti, sia nelle fabbriche che nelle

campagne, avvertivano la necessità di unirsi in un unico partito, quello

socialista.

Inizialmente erano nate due linee contrapposte:

la linea riformista, quella di Filippo Turati che collaborava con la

borghesia

e la linea rivoluzionaria contraria alla collaborazione della borghesia

prevalse la riformista

Il governo nel 1887 era di sinistra, guidato da

Francesco Crispi che inizialmente abolì la pena di

morte e favorì il diritto di sciopero, ma nonostante i suoi

buoni propositi in seguito mandò l’esercito a soffocare le

rivolte e sciolse tutte le organizzazioni del proletariato.

Inoltre voleva colonizzare l’Abissinia una regione

dell’Africa, ma l’esercito abissino sconfisse quello

italiano e come risultato furono i numerosi morti che determinarono la

sconfitta del governo Crispi.

Seguirono numerose e sanguinose rivolte fino alla morte

del re Umberto I ucciso da un anarchico, a lui seguì il re

Vittorio Emanuele III che volle al suo fianco Zanardelli

capo della sinistra

l’Italia comincia una fase di sviluppo economico grazie anche alla

politica di protezionismo attuata dall’ex governo di De Pretis.

Soprattutto al nord nascono le prime industrie automobilistiche e

siderurgiche grazie ai finanziamenti delle banche.

Le città più industrializzate erano Milano, Torino e Genova mentre il sud

protetto ancora da dogane, rimaneva arretrato ed esclusivamente

agricolo.

età giolittiana dal 1903 al 1914 primo ministro era Giovanni

Giolitti, egli capì la necessità di organizzare la classe

lavoratrice affinché difendesse i propri interessi e attuò

riforme democratiche per tenere a bada i socialisti

rivoluzionari, tipo:

- regolò il lavoro delle donne e dei bambini

- introdusse la pensione di vecchiaia e di invalidità

- fece obbligatorio il riposo settimanale

- e le ferrovie divennero proprietà dello Stato, vennero nazionalizzate

Per il progresso del paese, Giolitti trovò sempre il modo di mediare tra

capitalisti e proletariato, durante le manifestazioni obbligò la polizia ad

una semplice azione di sorveglianza impedendo loro l’uso delle armi contro

la folla.

Tentò anche la conquista della Libia in Africa, ma fallì, così per ottenere

più voti approvò il suffragio universale maschile e fece un accordo con i

cattolici ai quali in cambio del loro voto, concedeva:

- la difesa delle scuole private cattoliche - l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche - si opponeva al divorzio

Ma sentendosi sempre attaccato dall’opposizione anche per aver ricorso

spesso al trasformismo e ai brogli elettorali nel sud (falsificazione dei

voti), nel 1914 si dimesse.

Francia anche in Francia gli operai aveva fondato il partito socialista, inoltre la

necessità di materie prime per le proprie industrie aveva spinto la Francia

a colonizzare l’Algeria e la Tunisia (in Africa) visto che la Germania aveva

loro sottratto le uniche regioni ricche di giacimenti (l’Alsazia e la Lorena)

Gran Bretagna contraria al protezionismo e favorevole al libero scambio fra stati, la

Gran Bretagna passò in secondo piano rispetto alla Germania ed agli Stati

Uniti sulla produzione industriale in quanto loro attuarono il protezionismo

doganale per proteggere i prodotti nazionali dalla concorrenza

internazionale, la Gran Bretagna conservò però il primato della sua flotta

navale e conquistò una ricca colonia nel sud Africa.

Germania Era sempre alla ricerca di nuove colonie da conquistare per ricavarne le

materie prime indispensabili all’industria e per ampliare i mercati di

vendita.

Oltre al numeroso esercito disponeva anche di una grande flotta navale,

così la Gran Bretagna preoccupata di perdere il dominio sui mari si allea

alla Francia e alla Russia e nel 1907 nasce la Triplice Intesa che si

contrappone alla triplice alleanza.

Tutti gli stati europei sentendosi minacciati da queste alleanze iniziano la

corsa agli armamenti.

Russia nonostante l’immenso territorio e la grande quantità di materie prime di

cui disponeva, lo stato era arretrato come anche le tecniche usate

nell’agricoltura, i contadini vivevano nella miseria ed erano privi di ogni

diritto.

Lo Zar esercitava il potere assoluto (autocrazia), nel popolo mancava ogni

forma di libertà.

Solo nel 1880 inizia il processo di industrializzazione limitato però alle

città di Pietroburgo, Mosca e Baku sul mar Caspio, anche se la classe

lavoratrice non aveva comunque il diritto ne di scioperare ne di

manifestare, pena l’arresto.

Nasce in questo periodo un movimento detto populismo in cui la nuova

borghesia incitava le masse contadine alla rivolta.

Nel 1898 fu fondato dall’opposizione il partito socialdemocratico diviso in

bolscevichi (la maggioranza che voleva al potere il proletariato) e i

menscevichi (la minoranza che volevano collaborare con la borghesia)

essi chiedevano allo Zar una Costituzione.

Quando nel 1905 la Russia fu sconfitta dal Giappone, nel paese iniziarono

una serie di sommosse, lo Zar inizialmente concesse la duma (il

parlamento), ma poi arrestò tutti i manifestanti dando origine a nuove

sommosse da parte del popolo.

Nello stesso periodo sia l’impero austro ungarico che quello turco

vivevano momenti di tensione perché i popoli sottomessi volevano

l’indipendenza e nel 1912-13 scoppiarono due guerre dette dei Balcani.

Fascismo in Italia

Nel trattato di pace di Versailles,

l‘Italia era riuscita ad annettere al

suo territorio solo la penisola

d’Istria e la città di Zara, ma non

la città di Fiume e nemmeno la

Dalmazia come promesso nel patto

di Londra.

La Dalmazia veniva invece annessa

alla Jugoslavia, con il trattato di

Rapallo.

Gli italiani vedono in questo atto un’ingiustizia fatta nei loro confronti che

tanto avevano combattuto per ottenere le terre promesse.

Iniziano una serie di ribellioni da parte di tutti i gruppi sociali (reduci di

guerra, borghesi, disoccupati, contadini…) anche il poeta Gabriele

D’Annunzio con un suo esercito di ribelli cerca inutilmente di occupare la

città di Fiume affinché venga annessa all’Italia.

Nel dopoguerra (1919) si sviluppa il Partito Popolare

Italiano fondato da Don Luigi Sturzo con lo scopo di

organizzare i cattolici per frenare l’avanzata socialista, a

questo nuovo partito aderirono la piccola e media

borghesia delle città.

A loro si contrappone il partito socialista di cui fanno

parte i lavoratori, ma la divisione interna tra massimalisti

(rivoluzionari) e riformisti impedisce al partito di far

parte del governo nelle elezioni del 1919 a suffragio universale maschile.

Inoltre il biennio rosso (1919-1920) chiamato così dalle bandiere rosse

sventolate dai rivoltosi, dà origine a numerose lotte durate

due anni con lo scopo di ottenere aumenti di salari e

condizioni migliori di lavoro.

Nel 1921 il socialista Antonio Gramsci si stacca dal

partito e fonda il partito comunista italiano, più tardi sarà

imprigionato per vent’anni, dove morì.

zara

istria

Si fa strada anche un nuovo movimento politico

di destra fondato da Benito Mussolini, ex

socialista e direttore di giornale, chiamato

fasci italiani di combattimento (diventato poi

partito fascista), era un movimento

nazionalista e antisocialista.

I suoi aderenti erano inizialmente reduci di

guerra sfiduciati dal governo che si

organizzavano in squadre d’azione chiamati

anche camicie nere, che armati andavano a saccheggiare ed incendiare

sedi di partiti di sinistra e sindacati.

I proprietari terrieri e gli industriali durante il biennio

rosso chiesero aiuto e protezione alle squadre d’azione e

durante le elezioni del 1921 questo movimento divenne il

partito nazionale fascista PNF con un gran numero

di iscritti e con l’approvazione del re e della chiesa.

Forte di questo consenso Mussolini organizzò la marcia

su Roma e attuando un colpo di stato dichiarò la

dittatura.

Egli si fece chiamare duce (in latino dux significa

condottiero) e le camicie nere (squadre d’azione)

divennero milizia volontaria per la sicurezza

nazionale, uomini armati per reprimere ogni

forma di opposizione.

Chi si opponeva veniva minacciato o ucciso come

capitò a Giacomo Matteotti deputato socialista.

Nel 1925 Mussolini era dittatore di un governo

fascista, le leggi che aveva introdotto cancellavano

la libertà, scioglievano i sindacati, favorivano la borghesia a discapito dei

lavoratori.

Per far fronte alla crisi del 1929 Mussolini attua una politica di

protezionismo aumentando le tasse doganali e successivamente impone

l’autarchia, qualsiasi bene necessario doveva essere prodotto in Italia,

anche questo favorì gli industriali a discapito dei lavoratori, ai quali aveva

diminuito ancora i salari.

Per tenersi vicina la chiesa firma i Patti Lateranensi con i quali

riconosce la Città del Vaticano come stato indipendente.

Nel 1936 Mussolini conquista l’Etiopia con lo scopo di far diventare l’Italia

una potenza coloniale ed ottenere così il consenso di gran parte del popolo

italiano.

Questa conquista però non piace alla Francia e alla Gran Bretagna così

l’Italia cerca nella Germania un alleato e lo trova

nella persona di Hitler, il cancelliere tedesco

antisemita, firmando un patto di amicizia

chiamato Asse Roma – Berlino

Inoltre per compiacere il nuovo alleato, Mussolini

emana leggi razziali (antisemite) che escludono dalla

vita civile tutti gli ebrei italiani.

Gli oppositori però sono ancora molti soprattutto

nella classe operaia e negli intellettuali, contro di loro agisce l’OVRA

(organizzazione volontaria per la repressione antifascista)

che attraverso un sistema di spionaggio e un tribunale speciale, condanna

al carcere o confina gli oppositori.

il dopoguerra (1919)

Alla fine della prima guerra mondiale gli stati vincitori, USA, Francia,

Gran Bretagna, Italia e Giappone si riunirono a Versailles (Parigi) per

firmare il trattato di Pace in cui si chiedeva:

- l’annientamento della Germania

- la restituzione dei territori

- un rimborso economico alle nazioni vincitrici per i gravi danni subiti

durante il conflitto

- la distruzione dell’esercito e della flotta navale tedesca

Per il popolo tedesco la sconfitta divenne più amara da queste pretese e

tutto ciò fece aumentare il nazionalismo e la volontà di rivincita.

Di tutto questo era contrario il presidente americano Wilson che nel suo

trattato dei 14 punti voleva garantire invece la pace fra le nazioni ed

eliminare la sopraffazione e violenza fra i popoli.

A questo scopo nasceva la società delle nazioni con sede a Ginevra (in

Svizzera una zona neutrale)

Anche l’impero Turco e Austro-Ungarico avevano ceduto parte dei loro

territori facendo nascere nuove repubbliche.

A parte gli USA e il Giappone tutte le nazioni coinvolte nella Grande

Guerra ne erano uscite con l’economia distrutta e avevano avuto bisogno

di chiedere finanziamenti agli USA che diventarono primi sul piano

finanziario.

In Italia si rafforzano i partiti di destra che vogliono far cessare le

rivolte dei ceti poveri attuando un regime totalitario.

Il regime totalitario si contrappone al regime democratico perché nel

totalitario lo stato ha potere assoluto, può decidere tutto, il potere è

affidato ad un solo uomo o un solo partito.

Nel regime totalitario non c’è libertà di stampa, lo stato controlla il

cittadino anche attraverso una forte propaganda.

In Italia L’Italia era riuscita ad unificare il proprio

territorio ma molte differenze dividevano il

popolo del nord, del centro e del sud.

Nonostante la lingua fosse l’italiano si

parlava principalmente il dialetto diverso in

ogni regione e un gran numero di persone

era analfabeta (non sa scrivere ne leggere)

Il paese era per la maggior parte agricolo,

ma mentre al nord le tecniche utilizzate

erano moderne al sud erano arretrate, la

ferrovia non copriva tutto il territorio e quindi non erano possibili

collegamenti veloci per spostare merci, persone o notizie.

Inoltre lo Statuto Albertino (Costituzione) prevedeva che solo gli

aristocratici e l’alta borghesia potessero votare i loro rappresentanti al

governo e di conseguenza si disinteressavano delle condizioni delle classi

popolari e del Sud, che rimase in condizioni di povertà e arretratezza.

Scoppiò anche una guerra civile al sud, subito fermata dall’esercito

italiano, perchè i contadini speravano in una distribuzione delle terre da

coltivare (che non avvenne)

La guerra civile vedeva schierati l’esercito italiano contro i briganti del

sud (brigantaggio) sostenuti di nascosto dai Borboni che speravano di

tornare a regnare.

il primo governo di destra 1861

Il parlamento era diviso in destra (grandi proprietari

terrieri e industriali conservatori e liberali) e sinistra

(media borghesia, commercianti e intellettuali ,

progressisti ex garibaldini e mazziniani)

Alla destra spettò il primo governo, primo ministro

(presidente del cons.) Marco Minghetti, indecisi se

dare autonomia alle regioni o preferire un governo

centrale.

Si decise per un governo centrale organizzando però l’Italia in province e

regioni guidate da funzionari eletti dal re Vittorio Emanuele II quindi

tutti piemontesi (piemontesizzare l’italia)

- introdusse una moneta unica, la lira

- abolì le dogane

- diffuse il sistema metrico decimale

- aumentò le tasse sul macinato a discapito della popolazione più

povera

il secondo governo di sinistra 1786

dopo la destra governò la sinistra, primo ministro

(presidente del cons.) Agostino de Pretis

- attuò riforme in campo sociale

- fece obbligatoria e gratuita due anni di scuola

elementare

- impose tasse sui prodotti stranieri per

aumentarne il costo, favorire quelli italiani e

sviluppare l’industria

- impiantò centrali idroelettriche per evitare di comprare il carbone

che non avevamo e favorì il sorgere di industrie siderurgiche e

metallurgiche

- estese il diritto di voto

Durante il suo mandato si fece strada un fenomeno detto trasformismo,

alcuni deputati a seconda della strategia da adottare per governare il

paese si spostavano da destra a sinistra o viceversa per ottenere la

maggioranza.

Morto il re Vittorio Emanuele II salì al trono il figlio

Umberto I che nel 1882 volle firmare un patto militare

di difesa con l’Austria e la Germania, la Triplice

Allenza, aumentando lo scontento dei patrioti che

volevano l’annessione della provincia di Trento e Trieste

ancora sotto dominio austriaco.

In Germania

Anche la Germania come l’Italia nella metà del 1800 si trovava divisa in

piccoli stati, contesi dalla Prussia forte nell’esercito, nella nazione

industrializzata e con un popolo unito e tutto tedesco e contesa anche

dall’Austria, impero molto più debole.

Il primo ministro Otto von Bismarck nel 1866, quando la Prussia

diventò nostra alleata per sconfiggere l’Austria e cedere a noi il Veneto,

sconfisse definitivamente l’Austria e si impossessò della Germania.

Guglielmo I re di Prussia diventa anche imperatore della Germania con il

titolo di Kaiser, il suo governo dal “pugno di ferro” si chiamava Reich.

In America

Le 13 colonie americane dopo aver

ottenuto l’indipendenza

dall’Inghilterra nel 1776, si

sviluppano rapidamente sul piano

economico, demografico e del

territorio.

Un terzo della popolazione erano

schiavi importati dall’Africa e

pionieri, uomini e donne che

esplorando i territori verso ovest (far west), contribuirono all’espansione

territoriale.

Nord e sud però si erano sviluppati in modo diverso.

Il sud era prevalentemente agricolo e le grandi piantagioni per essere

coltivate avevano necessità di grande manodopera gratuita rappresentata

dagli schiavi neri.

Inoltre il sud era favorevole all’esportazione dei prodotti agricoli per

avere in cambio quelli industriali dall’Europa e chiedeva autonomia dallo

stato centrale.

Il nord invece industrializzato voleva attuare una politica di

protezionismo (non voleva importare i prodotti industriali dall’Europa),

voleva abolire la schiavitù e rafforzare il governo centrale.

Quando nel 1860 venne eletto presidente Abramo

Lincoln che rifiutò di applicare la schiavitù negli stati

dell’ovest, 10 stati del sud si staccarono dall’unione per

creare una confederazione indipendente.

Questo atto scatenò una guerra chiamata di

secessione (separazione) tra gli stati della

confederazione (confederati del sud) contro gli

unionisti del nord.

La guerra durò quattro anni (1861-1865) e terminò con la sconfitta del

sud, nel frattempo era stata abolita la schiavitù in tutta l’America, anche

se gli schiavi liberati erano ritenuti comunque inferiori agli americani

bianchi, non avevano ne diritti ne doveri e non verranno integrati nella

società per almeno un secolo (100 anni)

Nonostante questa crisi della guerra di secessione gli stati americani

ricominciarono il loro sviluppo per divenire una potenza mondiale.

LENIN

in Russia dopo numerose sommosse da parte del

popolo, lo Zar Nicola II fu costretto ad abdicare,

si formarono due organismi politici:

- i soviet formati da operai e soldati,

menscevichi che volevano collaborare col

governo provvisorio e bolscevichi che volevano il proletariato al

potere ed erano contrari al governo provvisorio

- il governo provvisorio formato dalla borghesia che voleva una

repubblica parlamentare sulla base di quelle occidentali.

Capo del partito bolscevico era Lenin che prevedeva nel suo programma:

- la terra ai contadini

- la pace immediata, quindi uscire dalla I guerra mondiale

- tutto il potere ai bolscevichi

- la dittatura del proletariato

In base agli ideali di Marx, Lenin voleva realizzare una rivoluzione

comunista per abolire la proprietà privata e rendere collettive le

industrie, le terre e tutti i mezzi di produzione.

Con la rivoluzione dell’ottobre del 1917, Lenin fece crollare il governo

provvisorio, divenne capo del nuovo governo rivoluzionario e il partito

comunista russo divenne l’unico partito con una propria polizia segreta e

un tribunale rivoluzionario.

La dittatura del proletariato era diventata la dittatura del partito

comunista russo.

Intanto i nobili, la borghesia, i contadini delusi, alcune nazioni che

volevano l’indipendenza, gli abitanti russi che si erano visti ceduti alla

Germania con il trattato di pace, aiutati dai paesi dell’Intesa, diventarono

forze controrivoluzionarie chiamati i bianchi in contrapposizione con i

rossi (bolscevichi).

Scoppiò una guerra civile che durò 3 anni e si concluse con la vittoria del

partito comunista russo.

Lenin però comincia a cambiare alcuni punti della sua politica economica

nasce la NEP (nuova economia politica), nonostante il governo continuasse

a controllare le industrie, il commercio, i trasporti e le banche aveva

concesso la proprietà privata purché parte del profitto tornasse allo

stato.

Nel 1922 il partito comunista russo prende il nome di Unione delle

Repubbliche Socialiste Sovietiche, l’URSS con capitale Mosca a cui

facevano parte 15 nazioni.

Riconoscendo ad ognuna di esse la propria nazionalità, venne istituita una

costituzione anche se il potere centrale rimaneva ai soviet e l’unico

partito concesso era quello comunista russo.

Per riuscire a cambiare la mentalità del popolo russo legato alle tradizioni,

Lenin fece obbligatoria la scuola pubblica fino ai 15 anni e istituì borse di

studio per l’università, imponendo l’istruzione anche agli adulti.

Lenin fece grande propaganda contro la chiesa ortodossa colpevole di

aver appoggiato lo Zar e la nobiltà e di aver utilizzato la religione per

impedire al popolo di ribellarsi, chiuse tutte le chiese e si appropriò di

tutti i loro beni.

La Russia fu il primo paese a concedere la parità dei sessi e il diritto di

voto alle donne già nel 1917.

nazismo alla fine della prima guerra mondiale in Germania il partito

socialdemocratico proclamava la repubblica di Weimar, nome della

città in cui si era riunita l’assemblea per dichiarare la nascita della

Repubblica Federale Tedesca.

All’opposizione c’era la sinistra chiamata lega di Spartaco , essa voleva

organizzare una rivoluzione proletaria sul modello russo.

Il nuovo governo però era contestato dai nazionalisti, dagli industriali e

dai militari che temevano la rivoluzione annunciata dalla lega di Spartaco.

Inoltre la grave crisi economica dovuta al pagamento dei danni di guerra

ai paesi vincitori, stabilito nel trattato di pace, portò il partito

nazionalsocialista (nazista) di estrema destra a vincere le elezioni nel

1930.

Il fondatore era Adolf Hitler , egli giudicava la

sconfitta e il conseguente risarcimento del

dopoguerra un’umiliazione da riscattare, a tale scopo

istituì:

- i reparti d’assalto, SA uomini armati che

aggredivano e uccidevano gli avversari politici

soprattutto quelli di estrema sinistra

- e le guardie personali, le SS

Nel 1923 scrisse un libro “Mein Kampf” la mia

battaglia nel quale esprimeva le proprie idee di

nazionalismo, razzismo e anticomunismo, queste idee

divennero i principi fondamentali del pensiero di

Hitler:

- nazionalismo, la Germania doveva diventare

una grande potenza occupando lo “spazio vitale”,

cioè i territori ad est della Germania

- razzismo, la razza “ariana”, la razza pura tedesca, doveva dominare

la Germania e il mondo, ciò si poteva fare soltanto sterminando le

razze inferiori, soprattutto gli ebrei che controllavano la finanza e

che secondo Hitler erano la causa della crisi del paese

- anticomunismo, lottare contro il “pericolo rosso”, annientando la

sinistra

- contro il sistema parlamentare, era convinto che il paese

necessitava di un unico capo, lui, il Fuhrer.

Nelle elezioni del 1932 vinse il partito nazista e fu nominato cancelliere

(primo ministro) Adolf Hitler che costituì il preannunciato totalitarismo

(il comando ad un solo uomo).

Abolì subito la libertà di stampa, introdusse la pena di morte e soppresse

tutti i partiti avversari facendo ricadere su di loro la colpa dell’incendio

alla sede del parlamento, appiccato invece dagli stessi nazisti.

A Dachau, vicino a Monaco, Hitler fece costruire il primo lager (campo

di concentramento, prigione) dove inizialmente venivano imprigionati gli

avversari politici, catturati dalla polizia di stato, la gestapo.

Poi nella “notte dei lunghi coltelli” vennero uccisi tutti i componenti delle

SA (reparti d’assalto) da parte delle SS, perché le SA volevano assumere

il comando dell’esercito.

Nel 1933 fu lanciata una campagna di boicottaggio (impedendo la vendita o

la produzione) per mandare via gli ebrei dalla Germania, con le leggi di

Norimberga tutti gli ebrei furono privati della cittadinanza e costretti ad

emigrare.

Più tardi nella “notte dei cristalli” (vetrine rotte) vennero distrutti

tutti i negozi e le sinagoghe degli ebrei, che vennero uccisi o rinchiusi nei

lager.

A difesa della razza ariana si decise poi lo sterminio completo ossia

l’uccisione di tutti gli ebrei, gli zingari, i portatori d’handicap, gli

omosessuali ed i malati di mente.

Nel 1934 nasce il Terzo Reich (terzo impero) comandato dal Fuhrer

(Hitler) la cui volontà era legge.

Iniziò una forte propaganda, i libri di testo nelle scuole furono riscritti

sottolineando l’ideologia nazista e i libri contrari a ciò, vennero bruciati

nelle piazze.

La politica di Hitler mirava al riarmo quindi diede nuovo impulso

all’industria bellica e allo sviluppo di un’agricoltura di tipo moderno,

tutti avevano un lavoro (piena occupazione) anche se l’organizzazione era

di tipo militare e i salari bassi.

la prima guerra mondiale

nel 1914 esplode la prima guerra

mondiale, chiamata così perché

coinvolge tutte le potenze mondiali

e devasta tutti i territori delle

nazioni coinvolte.

Vengono usati nuovi mezzi da

guerra come cannoni, carri armati,

mitragliatrici, bombe, gas

asfissianti, aerei cacciabombardieri e sommergibili.

Viene definita:

- grande guerra perché coinvolge più paesi

- guerra di massa perché vede coinvolti non solo i militari, ma

anche i civili e i neutrali cioè coloro che non volevano partecipare

alla guerra

- guerra totale perché un paese non solo vuole sconfiggerne un altro

ma vuole distruggerlo, annientarlo

La scintilla che fa scoppiare la guerra è l’uccisione dell’erede al trono

austriaco Francesco Ferdinando e di sua moglie, da parte di uno studente

serbo, l’Austria dichiara subito guerra alla Serbia e di conseguenza

vengono coinvolti tutti i paesi della Triplice Alleanza contro quelli della

Triplice Intesa e non solo loro

triplice intesa

GRAN BRETAGNA

FRANCIA

RUSSIA

ITALIA più tardi

GIAPPONE

triplice alleanza

AUSTRIA

GERMANIA

TURCHIA

le cause:

- la Germania voleva espandere il suo territorio

- la Gran Bretagna voleva mantenere il dominio sui mari

- la Francia voleva indietro l’Alsazia e la Lorena

- i paesi nei Balcani volevano l’indipendenza

- la Russia e l’impero Austro-Ungarico volevano far vedere a tutti che

il loro impero era il più forte

- l’Italia voleva il Trentino e il Friuli che era ancora sotto dominio

austriaco

- le industrie belliche volevano vendere sempre più armi

- le banche avevano interessi economici nel conflitto

Anche chi non era favorevole alla guerra si trovò coinvolto dalla grande

propaganda a favore del conflitto, propaganda fatta dal movimento

artistico chiamato “futurismo ” e dal suo ideatore Marinetti che definiva

la guerra una necessità per eliminare dal mondo i più deboli, il suo motto

era “marciare e non marcire”

La Germania sicura del proprio potente esercito dichiarò che sarebbe

stata una guerra lampo , posizionò il suo esercito sul fronte francese e

su quello russo, ma gli eserciti opposti resistevano bene e presto la guerra

che doveva finire in un lampo si trasformò in guerra di posizione

(trincee) e poi di logoramento perché questo tipo di combattimento

non permetteva di ottenere vittorie definitive, ma soltanto numerosi

morti.

Inoltre il blocco navale dei rifornimenti, attuato dalla Gran Bretagna

faceva morire di fame molti tedeschi e austro-ungarici.

la guerra veniva così combattuta: i soldati erano schierati nelle trincee (fossati protetti da filo spinato) un

esercito di fronte all’altro, divisi da poche decine di metri, in questa zona

intermedia avvenivano i combattimenti.

L’Italia inizialmente era rimasta neutrale perché

lo scopo della Triplice Alleanza era intervenire

solo se uno dei paesi alleati fosse stato attaccato,

ma visto che era stata l’Austria per prima ad

attaccare la Serbia, senza chiedere consenso all’Italia, quest’ultima si era

rifiutata di intervenire nel conflitto.

Purtroppo erano molti i gruppi politici favorevoli alla

guerra, solo i giolittiani, i cattolici ed i socialisti erano

contrari, così nel 1915 Vittorio Emanuele III firmò,

senza consultare il Parlamento, il Patto di Londra con

la Triplice Intesa e dichiarò guerra all’Austria.

Il fronte si combatteva sul confine Italia-Austria, ma

l’esercito italiano fu subito svantaggiato

dall’inefficienza del generale Luigi Cadorna e quando i

russi nel 1917 si ritirarono dalla guerra perché era scoppiata

una rivoluzione interna al loro paese, per l’Italia fu la

sconfitta definitiva a Caporetto perché l’esercito austriaco

si concentrò tutto sul fronte italiano.

Il generale Cadorna venne sostituito dal generale Armando Diaz che

per motivare i soldati ormai stremati promise la distribuzione delle terre

ai contadini al termine del conflitto.

Nello stesso anno (1917) anche gli Stati Uniti dichiararono guerra alla

Germania perchè aveva cominciato una battaglia sottomarina colpendo le

navi americane cariche di provviste destinate alla Triplice Intesa.

Le industrie favorite in questo momento erano quelle legate alle

comunicazioni indispensabili per coordinare le operazioni di guerra,

l’industria bellica e l’industria che forniva all’esercito abbigliamento e cibi

in scatola.

L’economia dei paesi coinvolti nella guerra invece peggiorava, mancava il

cibo, l’agricoltura non produceva nulla perché le campagne erano state

distrutte e abbandonate e i prezzi aumentavano.

Nelle fabbriche le condizioni di lavoro degli operai peggioravano, si parla

di fabbriche militarizzate (per la ferrea disciplina e i ritmi intensi) e il

popolo comincia a protestare contro la guerra.

Nel 1918 i paesi dell’Intesa con l’uso dei carri armati sfondarono il fronte

tedesco obbligandoli ad abbandonare il Belgio e la Francia, insieme alla

Germania cadranno anche i paesi a lei alleati.

Il Kaiser Guglielmo II fuggì, venne proclamata la Repubblica e un governo

provvisorio socialdemocratico firmò l’armistizio.

Anche l’Italia riuscì a sconfiggere l’esercito austriaco a Vittorio Veneto e

il 4 novembre 1918 firmò l’armistizio tra Italia e impero Austro-Ungarico.

La Prima Guerra Mondiale (o Guerra Totale) finì contando 8 milioni di

morti.

Risorgimento Nel 1800 i popoli che erano sottomessi a dominazione straniera come

l’Italia, oltre a chiedere una Costituzione volevano diventare indipendenti

e uniti in un unico popolo.

Nasce così la concezione (il pensiero) di nazione con dei confini da

rispettare, questo periodo è chiamato Risorgimento.

nel 1848 il regno delle Due Sicilie

il regno di Toscana

lo Stato Pontificio con papa Pio IX

e il Regno di Piemonte

concedono la Costituzione, anche se il re possiede grande potere

nell’esecutivo, nel legislativo e nel giudiziario, la Costituzione prende il

nome di Statuto Albertino (o costituzione Sabauda)

1^ guerra d’indipendenza – marzo 1848

in Italia una prima ribellione avviene a Milano che è

sotto dominio degli Asburgo, i ribelli chiedono

l’intervento dell’esercito Sabaudo nella persona di

Carlo Alberto re del Regno di Piemonte, per liberarsi

dall’invasore austriaco.

La lotta avviene nel marzo del 1848 nelle cinque

giornate di Milano, la battaglia termina con la

nostra sconfitta e l’abdicazione di Carlo Alberto in

favore del figlio Vittorio Emanuele II.

2^ guerra d’indipendenza – aprile 1859

Primo ministro di Vittorio Emanuele II è Camillo

Benso conte di Cavour, egli è un abile politico che

comprende le cause della sconfitta nella I guerra

d’indipendenza.

Così attua alcune riforme nel Regno di Sardegna e cerca

un’alleanza con uno stato straniero, in modo tale da avere

un esercito più potente per sconfiggere l’Austria.

Lo stato straniero che si alleò al regno di Sardegna fu

la Francia il cui imperatore Napoleone III (nipote del

grande Napoleone I) combattè al fianco degli italiani,

soldati e volontari, tra cui c’era anche Garibaldi,

sconfiggendo gli austriaci e firmando un armistizio in

cui la Lombardia veniva annessa al regno di Sardegna

mentre il Veneto rimaneva agli austriaci.

L’anno dopo nel 1860, al regno di Sardegna veniva

annessa anche l’Italia Centrale.

Adesso rimaneva solo da liberare il Regno delle Due Sicilie dal

dominio dei Borboni. Per raggiungere lo scopo, venne organizzata una

spedizione, chiamata spedizione dei Mille con a capo Garibaldi che partì

da Genova con mille volontari e raggiunse la Sicilia.

In poco tempo dalla Sicilia la spedizione, risalì la penisola e nella

battaglia del Volturno (fiume vicino a Napoli) sconfisse

definitivamente i Borboni e a Teano , Garibaldi consegnò il Regno delle

Due Sicilie a Vittorio Emanuele II.

3^ guerra d’indipendenza – 1866

Nel 1861 ha luogo il primo parlamento del regno d’Italia dove si stabilisce

che Torino è la capitale e il re è Vittorio Emanuele II.

Rimangono esclusi dal nuovo regno d’Italia, il Veneto che era ancora sotto

dominio austriaco e lo stato pontificio.

Ma la Prussia che voleva far guerra all’Austria propose all’Italia

un’alleanza e quando la Prussia vinse, cedette il Veneto al regno d’Italia.

Lo stato pontificio invece era una questione più complessa, era difeso

da tutti i cattolici italiani che non volevano che Vittorio Emanuele II

facesse guerra al Papa e anche da Napoleone III che si proclamava

difensore di Papa Pio IX.

Vittorio Emanuele II chiamò ancora Garibaldi per liberare Roma, ma

venne sconfitto prima in Calabria poi sulle coste del Lazio dai Francesi

protettori del Papa.

Quando però crollò l’impero di Napoleone III, i soldati di Vittorio

Emanuele II riuscirono a conquistarono Roma, ma avendo tutti i cattolici

contro, trovarono un compromesso.

Il re riconobbe l’autorità del Papa nello Stato Pontificio ma riuscì a fare

di Roma la capitale d’Italia.

seconda guerra mondiale

Hitler voleva unificare tutti i popoli di origine tedesca nella “grande

Germania”, iniziò così nel 1938 ad occupare l’Austria e poi la regione dei

Sudeti in Cecoslovacchia.

Nonostante nella Conferenza di Monaco, Hitler promise che la sua

espansione si sarebbe limitata ai paesi già occupati, nel 1939 occupò tutta

la Cecoslovacchia mentre l’Italia occupò l’Albania, con questo atto

Mussolini e Hitler firmarono il Patto d’Acciaio, alleati in caso di guerra.

Intanto Gran Bretagna e Francia strinsero un patto con la Polonia per

assicurarle protezione contro l’attacco nazista, mentre la Russia stipulò

un patto di non aggressione con Hitler per spartirsi la Polonia.

Con l’invasione della Polonia il 1 settembre 1939 Hitler dà inizio della

seconda guerra mondiale mentre Francia e Gran Bretagna dichiarano

guerra alla Germania per non aver rispettato gli accordi della Conferenza

di Monaco.

Dopo poche settimane Hitler invade anche la Danimarca e la Norvegia

istituendo dei governi collaborazionisti (che collaboravano con

l’invasore).

Nel maggio del 1940 invade la Francia superando la linea Maginot (trincea

fortificata) e invadendo l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo.

La Francia viene divisa, a nord c’è un governo nazista e a sud un governo

collaborazionista.

A questo punto Hitler vedendo la Gran

Bretagna ormai sola e senza alleati le propone

la pace, ma il primo ministro Winston

Churchill si oppone e nell’agosto del 1940

Hitler sferra l’attacco chiamato la battaglia

d’Inghilterra.

Hitler chiamò l’attacco anche “operazione

leone marino”, era un grande bombardamento

aereo sulla flotta e sull’aviazione britannica, ma l’Inghilterra con l’uso del

radar che avvisava in anticipo l’arrivo degli aerei nemici, si difese bene.

Hitler allora prima bombardò tutte le città inglesi poi bloccò i

rifornimenti che arrivavano dall’America intensificando la guerra

sottomarina.

Anche Mussolini volle partecipare al conflitto nonostante l’esercito

italiano era insufficiente e male armato, dichiarò quindi guerra alla

Francia e alla Gran Bretagna, estendendo il conflitto al Mediterraneo e

all’Africa dove le colonie inglesi erano confinanti con quelle italiane.

Nel settembre del 1940 Germania,

Italia e Giappone firmano il patto

tripartito dove in caso di vittoria, la

Germania prendeva l’Europa continentale,

l’Italia prendeva il Mediterraneo e il

Giappone prendeva l’Asia.

Alla metà del 1941 avendo già conquistato tutta l’Europa continentale,

Hitler decise di tentare l’invasione dell’URSS, il famoso spazio vitale,

conquistando così anche le immense risorse del territorio sovietico, ma

con lo scopo primario di sconfiggere il comunismo.

L’attacco con numerosi soldati, carri armati e aerei fu chiamato

operazione Barbarossa, i soldati arrivarono fino a Mosca, ma l’inverno

Russo sterminò gli invasori (da guerra lampo a guerra di logoramento)

Nel frattempo USA e Gran Bretagna firmano la Carta Atlantica alla

quale poi si unisce anche la Russia con lo scopo di lottare contro il

fascismo e il nazismo.

Gli USA entrarono a far parte del conflitto quando il Giappone attaccò

la base americana nelle isole Hawaii a Pearl Harbor perché gli americani

avevano bloccato le esportazioni delle materie prime di cui necessitava il

Giappone.

Nell’ Europa occupata dalla Germania nazista i tedeschi instaurarono il

nuovo ordine, la razza superiore cioè quella ariana doveva sottomettere

tutte le popolazioni invase che diventavano manodopera gratuita, mentre

il popolo ebreo venne definitivamente eliminato con un piano chiamato

soluzione finale

il genocidio (uccisione di un intero popolo)

consisteva nel portare uomini, donne e

bambini nei lager e ucciderli nelle camere a

gas, questo sterminio ha preso il nome di

Shoah (in ebraico catastrofe) o

olocausto (in greco sacrificio)

i più noti lager erano ad Auchwitz,

Treblinka, Buchenwald, Dacia e Mauthausen.

Arrivati al 1942 la guerra si combatteva su tre fronti:

- nel nord Africa, tedeschi e italiani vennero sconfitti dagli americani

- nelle isole nel Pacifico, i giapponesi arretrarono

- in Russia, tedeschi e italiani si ritirarono circondati dall’armata

rossa.

Nel 1943 i popoli stanchi di subire violenza e sfruttamento, resi forti nel

vedere che gli alleati avanzavano su tutti i fronti, cominciarono ad unirsi e

organizzarsi in lotte armate contro il nemico nazifascista, nasce la

Resistenza.

La Resistenza era una lotta clandestina (nascosta) armata con lo scopo di

ostacolare in tutti i modi possibili il nemico, i partecipanti venivano

chiamati partigiani, un esempio di prima resistenza armata fu il ghetto

di Varsavia.

Sempre nel 1943 gli americani dall’Africa risalirono l‘Italia sbarcando in

Sicilia per liberare il paese mentre il governo votò la sfiducia a Mussolini

che venne imprigionato.

Il governo venne affidato al Generale Pietro Badoglio che

firmò l’armistizio con gli alleati americani e si rifugiò in

Puglia, ormai liberata, con il Re.

La Germania allora invade l’Italia centro settentrionale,

libera Mussolini che con un suo esercito, chiamati

repubblichini, affiancato a quello nazista fonda a Salò, sul

lago di Garda, la repubblica sociale italiana.

Ora l’Italia è divisa in due:

il sud liberato dagli alleati

il centro nord occupato dai nazisti contro il fascismo la resistenza organizzata in CLN, Comitato di

Liberazione Nazionale spesso chiamate Brigate, aveva un unico scopo

restituire al paese la libertà.

I combattimenti della Resistenza avvenuti in Italia dal 1943 al 1945

furono definiti anche guerra civile a cui i nazisti rispondevano con

rappresaglie sulla popolazione innocente

Le fosse Ardeatine a Roma ne sono un esempio, per la morte di 33

tedeschi furono uccisi 335 innocenti.

Alla fine del 1943 ci fu un incontro a Teheran capitale dell’Iran in Medio

Oriente, tra Churchill, Roosvelt e Stalin (Inghilterra, USA e Russia)

per organizzare l’attacco finale alla Germania.

Mentre la Russia si concentrava sul fronte est, Inghilterra e USA

sbarcarono in Normandia a nord della Francia, con innumerevoli truppe

armate per ricacciare verso la Germania tutti i tedeschi invasori.

L’operazione si chiamava overlord comandata dal generale Eisenhower

La Germania si arrese nell’aprile del 1945 quando i Russi entrarono nella

ormai distrutta città di Berlino e Hitler si suicidò.

Il CLN liberò definitivamente l’Italia dai tedeschi il 25 aprile

1945 e Mussolini venne fucilato.

Ma il Giappone non si arrendeva e il nuovo presidente degli

USA, Harry Truman il 6 agosto 1945 decise di usare

una bomba di nuova invenzione, chiamata atomica.

Lanciata sulle città di Hiroshima e poi su Nagasaki provocò

150 mila vittime e numerose ancora negli anni successivi a

causa delle radiazioni.

Con la resa del Giappone finisce la seconda guerra mondiale contando

oltre 50 milioni di morti.

La seconda rivoluzione industriale

Chiamata anche età dell’acciaio, avvenne alla fine del 1800 quando le

invenzioni e le scoperte scientifiche venivano applicate per sviluppare il

settore dell’industria.

Un esempio è stata l’invenzione di un tedesco, una lega di ferro e

carbonio, che venne chiamata acciaio molto più leggera del ferro e più

resistente.

Con questa scoperta la Germania superò l’Inghilterra sul piano industriale

specializzandosi nella costruzione di armi e dando nuovo impulso al

settore della metallurgia.

Anche la chimica sviluppò nuovi materiali come la plastica, gli insetticidi e

gli esplosivi e in campo farmaceutico inventò l’aspirina.

Si trovarono nuove fonti di energia come le centrali idroelettriche e

l’elettricità con l’invenzione della lampadina da parte dell’americano

Thomas Edison.

Nel settore finanziario le piccole imprese impararono ad unire i loro

capitali per raggiungere una nuova forza economica ed imporre prezzi a

livello internazionale (trust o cartelli)

Anche le banche che prestavano ingenti capitali a queste imprese

entrarono nel mondo imprenditoriale.

Le città crescevano velocemente anche se in modo diverso da una nazione

all’altra e con situazioni sociali molto differenti, forte era il fenomeno

dell’immigrazione che dall’Europa spingeva le popolazioni verso l’America e

anche verso l’Australia, quest’ultima colonizzata dall’Inghilterra.

Le cause dell’immigrazione:

- crescita demografica - crisi economica dell’Europa - industrializzazione degli USA che richiedeva forte

manodopera.

Si costruivano i primi grattacieli in acciaio con ascensore e a Londra venne

inaugurata la prima ferrovia sotterranea la metropolitana.

La Tour Eiffel a Parigi e la Statua della Libertà a New York sono un

esempio di struttura in acciaio.

Sui mari le navi a vapore si perfezionarono e diventarono ad elica, si

costruirono i grandi transatlantici mentre l’Inghilterra deteneva il

primato per le navi da guerra.

Questione sociale e socialismo

La Rivoluzione Industriale nel 1800 in America e nell’Europa occidentale

(Inghilterra, Francia, Belgio e Germania mentre era esclusa la Russia,

l’Italia e la Spagna) ha portato l’aumento della produzione, una migliore

qualità di vita e di conseguenza l’aumento demografico, ma anche un modo

di pensare diverso.

Anche i mezzi di trasporto subiscono una trasformazione,

il primo treno fu costruito in Inghilterra nel 1814 poi successivamente

anche in America, questo mezzo permetteva di trasportare persone,

merci e notizie (giornali e libri) in tempi brevi.

Compaiono le prime navi a vapore che diminuiscono i tempi di

percorrenza da un continente all’altro.

Nascono nuove tecniche finanziarie, per poter disporre di quantità di

denaro sufficienti a realizzare una nuova ferrovia o una nuova fabbrica,

gli imprenditori si uniscono in società versando dei capitali che venivano

divisi in parti (azioni) e vendute in Borsa, da qui il termine società per

azioni, il tutto contribuisce a far arricchire la borghesia.

La rivoluzione industriale aveva portato benessere alla borghesia mentre

il proletariato viveva nella miseria, le paghe erano basse e le ore di lavoro

erano tante.

Le donne e bambini poi erano pagati ancora meno degli uomini.

Nasce il socialismo che vuole una società unita per il benessere di tutti

e non solo del singolo individuo, e per migliorare le condizioni di vita dei

proletari soprattutto sul lavoro.

I primi operai a ribellarsi nel 1824 sono quelli inglesi che si uniscono in un

sindacato chiamato trade unions , essi ottenengono la diminuzione delle

ore lavorative e la tutela dei bambini.

Nascono i socialisti utopistici quelli che vogliono che il guadagno e i

beni vengano messi a disposizione di tutti,

i socialisti riformisti quelli che vogliono che i governi facciano delle

leggi a favore del proletariato,

e i comunisti (socialisti radicali) essi volevano che tutto venisse messo

in comune e affermavano che nella storia vi erano sempre due gruppi

contrapposti, quello della borghesia che si arricchiva sullo sfruttamento

del proletariato.

Due esponenti del comunismo sono Marx ed Engels (filosofi) che

scrissero un libro intitolato “manifesto del partito comunista”

Essi affermavano che gli imprenditori pur possedendo le fabbriche non

avrebbero prodotto nulla senza gli operai, da qui l’incitamento alla lotta di

classe (tutti uniti per ottenere risultati).

Marx scrisse anche “il capitale”

egli voleva raggiungere una società di “uguali” facendo una rivoluzione e

instaurando la dittatura del proletariato, come la borghesia aveva imposto

il capitalismo.

Marx ed Engels

La società di massa

siamo tutti noi che abbiamo gli stessi bisogni e necessitiamo degli stessi

beni di consumi.

- nasce in America la produzione in serie

che permette l’aumento della produzione (taylorismo)

- nascono a Parigi i primi grandi magazzini (supermercati)

e l’industria alimentare con nuove tecniche di conservazione

- si inventa il telegrafo poi il telefono e la radio

- i mezzi di trasporto: la bicicletta, la moto, l’auto ed infine l’aereo

alla fine del 1800

tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900:

- si inventa il cinematografo

- la scienza fa passi da gigante scoprendo i batteri, l’evoluzione

umana, i raggi X, l’energia nucleare.

Questo periodo privo di guerre viene definito “belle epoche”

dove le condizioni di vita migliorano.

Nei paesi più sviluppati aumentano due classi sociali:

- la piccola borghesia (o ceto medio) che lavorava nell’amministrazione

dello stato (impiegati pubblici, maestri, funzionari)

- e il proletariato (classe operaia) che comprendeva i lavoratori delle

fabbriche, organizzati nei sindacati, ormai riconosciuti anche dallo

stato.

A fianco dei sindacati si sviluppano i partiti socialisti e comunisti, in

questo periodo viene concesso il suffragio universale maschile ossia tutti

gli uomini di ogni classe sociale potevano votare.

Molte erano le donne che lavoravano in fabbrica, ma con una paga più

bassa rispetto agli uomini, inoltre non avevano diritti politici, non potevano

votare ne essere votate in Parlamento, per questo motivo nascono le

organizzazioni femminili che chiedevano l’uguaglianza agli uomini e la

ottennero nel 1918 dopo numerose manifestazioni di protesta.

La partecipazione alla vita politica di un maggior numero di persone fa

aumentare il fenomeno del nazionalismo, significa credere che la propria

nazione sia superiore alle altre.

Il nazionalismo porta alla convinzione che una razza è superiore ad

un’altra e che quella superiore deve sottomettere e civilizzare quella

inferiore anche con la forza.

Il razzismo aumentò anche l’antisemitismo cioè l’odio contro gli ebrei già

segregati in ghetti (luoghi dove vivevano separati dagli altri cittadini).

Stalin

Mentre in Italia si instaura il fascismo che

rappresenta il regime totalitario di destra, in

URSS si instaura lo Stalinismo che

rappresenta sempre un regime totalitario ma

di sinistra.

Il totalitario di destra però favorisce la proprietà privata mentre il

totalitario di sinistra vuole la collettivizzazione di tutti i beni controllati

dallo stato.

Entrambi i sistemi però negano la libertà al cittadino e impongono le

decisioni del dittatore.

Quando Lenin muore gli succede Stalin egli vuole far diventare l’URSS

una potenza mondiale e ci riesce, trasformando un paese agricolo in

industriale, collettivizzando con la forza le terre,

(univa piccole proprietà che diventavano dello stato, KOLCHOZ

cooperative agricole) e portando 20 milioni di contadini nelle città a

lavorare nelle fabbriche.

In campo sociale sconfigge l’analfabetismo, organizza l’assistenza

sanitaria e raggiunge la piena occupazione, basata sui piani

quinquennali (ogni anno fissava degli obiettivi che dovevano essere

raggiunti entro i 5 anni) .

Però l’URSS diventa una potenza industriale sulla morte e sulla

deportazione di milioni di avversari, rinchiusi nei gulag, campi di lavoro

forzato in Siberia e nel centro Asia, dove lavoravano per l’estrazione dei

minerali di cui la Russia è ricca.

Chi non condivideva le scelte di Stalin era definito nemico del popolo

quindi ucciso o deportato nei campi di lavoro.

Nel 1934 Stalin cominciò ad eliminare anche i suoi collaboratori politici

ritenuti indegni della carica politica che rivestivano (epurazioni o grandi

purghe)

Stalin impose il culto della propria persona attraverso un’intensa

propaganda, egli si definiva il padre del popolo o guida infallibile, tanto

che all’estero, ignorando l’esistenza dei gulag, era visto con entusiasmo

dai comunisti di tutti i paesi.

Nel 1934 l’URSS entrò a far parte della Società delle Nazioni al fianco

dei partiti democratici e socialisti per combattere il fascismo.