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Mostre 20 marzo ore 17.00 - Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, via Cesare Battisti 254 SERATA MUSICALE POESIA E MUSICA NEL ROMANTICISMO ITALIANO E TEDESCO Gruppo musicale IRIS ENSEMBLE: Sara Fanin, Ignacio Vazzoler, Dario Campanaro solisti - Dianella Bisello, Alessandro Kirschner, pianoforte Marina Malavasi, direttrice Musiche di: F. Mendelssohn Bartholdy, F. Schubert, G. Verdi, V. Bellini, R. Schumann, J. Brahms Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Iris Ensemble presenta un progetto musicale con il proprio organico a voci miste. Il programma è dedicato alla rivisitazione degli aspetti artistici e delle tradizioni musicali di metà Ottocento nel nuovo Stato nazionale, e in particolare nel Veneto, che sarà unificato all’Italia dopo oltre cinquant’anni di dominazione asburgica. Per certi aspetti, il concerto è quindi la riproposizione dei “Salotti musicali”, serate in cui si eseguiva il repertorio più conosciuto e amato del momento, e nel contempo si discutevano e diffondevano le idee liberali che diedero impulso al Risorgimento, contribuendo alla realizzazione dell’Unità d’Italia. Il repertorio d’elezione era italiano, francese e tedesco, e riuniva in sé molteplici influenze culturali, soddisfacendo il gusto e le inclinazioni di una borghesia illuminata e aperta alle influenze artistiche di varie parti d’Europa. Rievocando le Serate musicali, abbiamo disegnato un programma che comprende musiche di Mendelssohn, Schubert, Schumann, Brahms, Bellini e Verdi, eseguite sia dall’Ensemble vocale, sia da alcuni cantanti solisti che dell’Ensemble fanno parte: un Tenore, un Baritono, un Soprano. Alcuni testi sono stati scelti in base al loro valore poetico assoluto - con un particolare omaggio al genio di Wolfgang Goethe - ma anche in rapporto ai temi emblematici e fondanti il pensiero romantico e risorgimentale: la libertà, l’autodeterminazione, la consapevolezza del pieno valore dell’esistenza umana. Con il patrocinio e la collaborazione di Centro Universitario di via Zabarella 82 e Istituto di Cultura Italo-tedesco di Padova Con il gentile contributo di Goethe-Institut Italien Info: ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili - tel. 338 7093333 - www.irisensemble.it 114

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Mostre

20 marzo ore 17.00 - Chiesa di santa Caterina d’alessandria, via Cesare Battisti 254

serata musiCaLePoesia e musiCa neL romantiCismo itaLiano e teDesCoGruppo musicale IRIS ENSEMBLE: Sara Fanin, Ignacio Vazzoler, Dario Campanarosolisti - Dianella Bisello, Alessandro Kirschner, pianoforteMarina Malavasi, direttriceMusiche di: F. Mendelssohn Bartholdy, F. Schubert, G. Verdi, V. Bellini, R. Schumann, J. Brahms

Nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Iris Ensemble presenta un progetto musicale con il proprio organico a voci miste. Il programma è dedicato alla rivisitazione degli aspetti artistici e delle tradizioni musicali di metà Ottocento nel nuovo Stato nazionale, e in particolare nel Veneto, che sarà unificato all’Italia dopo oltre cinquant’anni di dominazione asburgica. Per certi aspetti, il concerto è quindi la riproposizione dei “Salotti musicali”, serate in cui si eseguiva il repertorio più conosciuto e amato del momento, e nel contempo si discutevano e diffondevano le idee liberali che diedero impulso al Risorgimento, contribuendo alla realizzazione dell’Unità d’Italia. Il repertorio d’elezione era italiano, francese e tedesco, e riuniva in sé molteplici influenze culturali, soddisfacendo il gusto e le inclinazioni di una borghesia illuminata e aperta alle influenze artistiche di varie parti d’Europa. Rievocando le Serate musicali, abbiamo disegnato un programma che comprende musiche di Mendelssohn, Schubert, Schumann, Brahms, Bellini e Verdi, eseguite sia dall’Ensemble vocale, sia da alcuni cantanti solisti che dell’Ensemble fanno parte: un Tenore, un Baritono, un Soprano. Alcuni testi sono stati scelti in base al loro valore poetico assoluto - con un particolare omaggio al genio di Wolfgang Goethe - ma anche in rapporto ai temi emblematici e fondanti il pensiero romantico e risorgimentale: la libertà, l’autodeterminazione, la consapevolezza del pieno valore dell’esistenza umana.

Con il patrocinio e la collaborazione di Centro Universitario di via Zabarella 82 e Istituto di Cultura Italo-tedesco di Padova Con il gentile contributo di Goethe-Institut Italieninfo: ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili - tel. 338 7093333 - www.irisensemble.it

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7 - 22 marzo, Cento Culturale altinate/san gaetano, via Altinate 71

La ConQuista DeLLa LiBertà

“Se vi chiedete dove è nata la nostra Costituzione”, diceva Piero Calamandrei in un suo celebre discorso rivolto ai giovani nella Società umanitaria di Milano, “andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Con la mostra La conquista della libertà, si è inteso dimostrare come tanti altri popoli hanno dovuto patire analoghe sofferenze per ottenere anch’essi una costituzione. L’esposizione, quindi, percorre le tappe più significative di questo lungo processo alla conquista della libertà partendo dalla Magna Charta Libertatum per poi proseguire il viaggio negli Stati Uniti, in Francia, nelle Repubbliche sorelle disseminate in tutta Italia da Napoleone, in Spagna. A mano a mano che ci

avviciniamo ai nostri giorni, l’analisi si focalizza sull’Italia, partendo dapprima dallo Statuto Albertino, per poi giungere alla Repubblica Romana, fino ad arrivare alla nostra Costituzione, conquistata con grandi fatiche e sofferenze, come diceva Calamandrei, dopo il ventennio fascista, le leggi razziali, la lotta partigiana, la liberazione. La proclamazione della Repubblica, con suffragio universale per la prima volta in Italia e l’approvazione della Costituzione sono testimonianza di questa lunga lotta.Benito Lorigiola

info: ingresso libero - orario: 10.00-19.00 - [email protected]

19 marzo - 15 maggio, museo del Precinema - Collezione minici Zotti, Prato della valle 1/a

visioni D’itaLia – 150° anniversario Di unitàesposizione di vetri da proiezione per Lanterna magica e videoproiezioni

Il Museo espone una serie di vetri fotografici in bianco e nero, oltre a molti colorati a mano, che raffigurano l’Italia al tempo della sua unificazione. Si tratta di vetri da proiezione per Lanterna Magica, originali della seconda metà del XIX secolo.Numerosi sono i lanternisti professionisti che giravano per i vari teatri mostrando le immagini dell’Italia: il paese era appena nato ma gli italiani ancora non lo conoscevano. Un giornalista del padovano Euganeo al tempo suggeriva non solo al pubblico adulto, ma anche alle scuole, di frequentare questi spettacoli perché “è un metodo comodo, economico e spiccio di viaggiare. Guardare vuol dire semplicemente istruirsi!”Oggi queste immagini permettono di effettuare un viaggio nel tempo, offrendo la possibilità di osservare l’Italia negli anni unitari. Il pubblico di quel tempo pagava per poter sognare, e sembra incredibile che, dopo 150 anni, lo spettatore moderno sogni ancora.Nella giornata dell’inaugurazione verranno effettuate anche delle proiezioni di vetri originali con la Lanterna Magica (si consiglia la prenotazione), mentre durante il periodo dell’esposizione i visitatori potranno assistere a una versione video degli originali esposti e per le scuole sono previste visite guidate.

info e prenotazioni: tel. 049 8763838 - [email protected]: 10.00-16.00, chiuso martedì, 24 e 25 aprile, 1 maggioingresso: intero € 3, ridotto € 2

A cavallo del Novecento la cartolina illustrata costituì un fenomeno nuovo, paragonabile all’odierno internet. Essa divenne strumento con cui milioni di persone, per la prima volta nella storia, mandavano saluti a chi restava a casa, mostrando i luoghi visitati.Alle cartoline è dedicato anche il Museo della cartolina Salvatore Nuvoli di Isera (TN).

info: tel. 049 8204580-4583 - orario: 9.30-12.00 / 15.30-18.00, chiuso i lunedì non festivi - ingresso € 4 intero, € 2,50 ridotto

In mostra verranno esposte cartoline dal 1895 agli trenta del secolo scorso, selezionate tra oltre 2000 pezzi che fanno parte di una più vasta raccolta di proprietà di Alessandro Ceccotto, collezionista adriese. Essa comprende: materiale filatelico da tutto il mondo, medaglie, libri, riviste, soldatini, figurine, etichette di vario genere, busti, dipinti, stampe, manifesti, ecc. Tema comune: Giuseppe Garibaldi.La mostra ripercorrerà tutta la storia del Risorgimento attraverso la vita e le battaglie dell’Eroe dei due mondi. L’origine delle cartoline secondo la Treccani “non è ben certa: già nel 1777 vi era l’uso di... cartoncini aperti illustrati”. Fondamentale nel 1840 fu l’invenzione, in Inghilterra, del francobollo. Solo dal 1870 circa si diffusero, soprattutto in Germania, le gruss aus (in tedesco “saluti da”). Queste erano cartoline riportanti dei collage litografici che rappresentavano luoghi di interesse storico o turistici, con persone vestite in costumi locali, ambulanti e scene di vita quotidiana. Le gruss aus, che si diffusero anche in Italia dal 1885, furono le prime vere cartoline illustrate paesaggistiche.Non bisogna dimenticare la grande diffusione della cartolina illustrata a fine Ottocento: nel 1899 si ebbe a Venezia una “Esposizione Internazionale di Cartoline Postali Illustrate”.

30 marzo - 1 maggio, stabilimento PedrocchiCartoLine DaL Passato. viaggio neLLa vita Di gariBaLDia cura di Franca Pellegrini e Irene Salce

15 aprile - 25 giugno, Palazzo della ragionesCoLPire gLi eroi. La sCuLtura aL serviZio DeLLa memoriaa cura di Cristina Beltrami e Giovanni C.F. VillaPresidenza del Consiglio dei Ministri - Unità tecnica di Missione celebrazioni 150° anniversario Unità d’Italia

“Il fatto si è che quei simboli del passato sono nella memoria d’un uomo,quello che i monumenti cittadini e nazionali della memoria dei posteri.Ricordano, celebrano, ricompensano, infiammano: sono i sepolcri di Foscoloche ci rimenano col pensiero a favellare coi cari estinti. […] Un popoloche ha grandi monumenti onde inspirarsi non morrà mai del tutto,e moribondo sorgerà a vita più colma e vigorosa che mai.” (Ippolito Nievo)

La storia d’Italia, l’identità di una città, si sono realizzate lasciando memoria di sé nelle piazze. E su quel palcoscenico è il naturale incontro tra vivi e morti, un presente che dialoga con il suo passato attraverso la selezione dei Grandi, testimonianza e prolungamento dell’accaduto nell’attuale. Celebrare i centocinquanta anni dell’Italia unita vuol dire ricordare le gesta degli uomini che hanno contribuito a pensarla, realizzarla, proteggerla e giustificare un orgoglio nazionale. Una vicenda complessa che è stata presa in esame dalla storia; narrata dalla letteratura e dai dipinti ma, soprattutto, da quei monumenti che dominano le piazze e i luoghi simbolo del Risorgimento. Poiché all’indomani dell’unificazione, per “fare gli italiani”, si attuò prontamente un programma di iconografia urbana esteso a tutta la Penisola, ogni città, con tempistiche e modalità proprie, doveva celebrare i tre “simboli” dell’Unità - Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II - e gli eroi che localmente si erano prodigati per essa, così da saldare in un’unica storia comune le tante memorie. La mostra, accompagnata da un catalogo scientifico e supportata da una capillare ricerca d’archivio, racconterà dunque l’Unità d’Italia attraverso i monumenti realizzati dai massimi artisti italiani, da Antonio Canova ad Arturo Martini, presentando un’eccezionale serie di bozzetti in gesso, terracotta e bronzo riferiti alle più rappresentative sculture risorgimentali così da riportare l’attenzione su di un fenomeno fondante della nostra Storia.

info: tel. 049 8205557-5095 - orario martedì-domenica 9.00-19.00, chiuso i lunedì non festivi, I Maggio

25 aprile - 30 giugno, villa Breda - Ponte di Brenta, via San Marco 219

vinCenZo steFano BreDaFigura signiFiCativa neL risorgimento itaLianoa cura del CdQ 3, Pia Fondazione V. S. Breda, Associazione Vivi Amo Villa Breda

Vincenzo Stefano Breda fu una delle figure più importanti della seconda metà dell’Ottocento. Uomo politico e pioniere dell’industria italiana egli rappresentò una significativa forza di sviluppo sia per Padova, la sua città, sia per la nuova Italia, che si stava formando. Gli aspetti che portano a valorizzare la sua figura nell’ambito delle iniziative legate al Risorgimento Italiano sono numerosi. Vincenzo Stefano Breda fu infatti patriota, politico, filantropo e imprenditore.

info: Consiglio di Quartiere 3 - tel. 049 725266 - orario 9.00-12.00/15.00-18.00

2 - 31 maggio, Chiostro Liceo tito Livio - Riviera Tito Livio 9

iL ginnasio santo steFano (LiCeo tito Livio) Di PaDova neL risorgimento a cura Mariarosa Davi, Antonio Negri, Paola Marrama, Albina Scala

La mostra organizzata dal Liceo Tito Livio illustrerà, attraverso l’esposizione di documenti conservati nell’archivio dell’Istituto (allora ginnasio “Santo Stefano”), la vita culturale, scolastica ma anche cittadina durante il periodo risorgimentale. Significativo il materiale relativo alla partecipazione della scuola a iniziative e cerimonie pubbliche, nonché la lettera del direttore del Ginnasio (conservata presso il Museo degli strumenti di Fisica del Tito Livio) relativa alla visita dell’Imperatore Francesco Giuseppe al liceo (1857).

info: ingresso libero - tel. 049 8757324 - orario: 9.30-10.30 / 15.00-17.00 (da lunedì a venerdì) 121

L’arma dei CarabinieriL’Arma dei Carabinieri trova le sue lontane origini allorquando Vittorio Emanuele I, iniziando il riordinamento dello Stato Sardo, ritenne necessaria l’istituzione di un Corpo, facente parte dell’Esercito, volto alla salvaguardia della sicurezza pubblica. Esso trovò la sua consacrazione nelle Regie Patenti del 13 Luglio 1814, che fin da subito gli attribuirono la duplice funzione di difesa dello Stato e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il diuturno impegno nell’assolvimento del delicato incarico portò i Carabinieri Reali ad ottenere il 4 marzo 1848, dal re Carlo Alberto, lo Statuto in ossequio al quale prestarono giuramento con la nuova formula costituzionale. Un giuramento onorato fin da subito con il massimo spirito di sacrificio e altissima abnegazione; il 30 aprile 1848 essi furono protagonisti della leggendaria carica di Pastrengo, grazie alla quale riuscirono a liberare la località dagli austriaci e a salvare il Re che rischiava di essere fatto prigioniero. Nella seconda guerra d’indipendenza ai Carabinieri Reali furono affidati i delicatissimi compiti del servizio delle informazioni e dell’avvistamento del nemico. Tali incarichi al termine del conflitto valsero la concessione di ben 20 medaglie d’argento e 25 di bronzo al valor militare. Man mano che nei territori di Modena, Parma, Piacenza... veniva proclamata la decadenza dei rispettivi sovrani, i Carabinieri Reali provvedevano al mantenimento dell’ordine pubblico e ai servizi di polizia, servizi che si resero necessari anche nelle città (dalla Sicilia, all’Umbria, alle Marche) che via via venivano conquistate da Garibaldi nella sua memorabile impresa del 1860. Il corpo dei Carabinieri Reali vedendo accresciuti i propri impegni si sviluppò aumentando i propri effettivi. Al termine della seconda guerra d’indipendenza la presenza del Corpo venne estesa a tutta la penisola assorbendo le gendarmerie degli ex Stati Italiani. Preceduta dal Regio Decreto del 24 gennaio 1861 per il riordino dell’Esercito, con la legge del 17 marzo 1861 si costituì il Regno d’Italia e l’antica “Armata Sarda” assunse la denominazione di “Regio Esercito Italiano”; il Corpo dei Carabinieri fu successivamente denominato ARMA. Con Regio Decreto del 30 ottobre 1866 venne istituita la Legione dei Carabinieri Reali, con sede in Verona e giurisdizione su tutte le province del Veneto. Il 28 luglio 1927 essa venne trasferita definitivamente a Padova ove ha attualmente sede. Dal 19 agosto 2002 è stato istituito in città anche il Comando Interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto”.

a cura dell’Arma dei Carabinieri122

4 - 27 maggio, museo della 3a armata - Palazzo “Bembo-Camerini”, via Altinate 59

4 maggio 1861- DaLL’armata sarDa aLL’eserCito itaLiano

Centocinquanta anni or sono nasceva l’Esercito Italiano e con esso l’Italia ritrovava quelle anti che unità e libertà perdute e vagheggiate, per secoli, nelle aspirazioni delle anime nobili e nei canti dei poeti. La strada che portò all’Unità non fu certo facile. La mostra, inserita nell’ambito delle manifestazioni per la Festa dell’Esercito nell’anno del 150° anniversario dell’unità nazionale, vuole ricordare questo faticoso e doloroso cammino in maniera didascalica, perché ciascuno abbia, nel modo più semplice ed immediato, testimonianza e memoria del proprio passato.

info: ingresso libero - tel. 049 8203430 - orario: 9.00-12.00 / 14.00-18.00, sabato e festivi 9.00-12.00

La nascita dell’esercito italianoIl 4 maggio 1861 veniva pubblicata sul Giornale Militare la nota n. 76: Vista la Legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi e Uffici Militari che d’ora in poi il Regio Esercito prende nome di Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda. F.to Il Ministro della Guerra M. Fanti. Da questa semplice “nota” nasceva l’Esercito Italiano, che si affiancava alle neonate istituzioni del nuovo Stato per divenire l’Esercito degli italiani. La sua costituzione avvenne attraverso l’incorporazione, attorno all’esercito piemontese, dei piccoli eserciti degli Stati pre-unitari, delle formazioni più numerose dei volontari e del dissolto Regno delle Due Sicilie. Da quel momento, per molti cittadini appartenere all’Esercito fu l’unica opportunità offerta dai tempi per accrescere le proprie conoscenze ed allargare i propri orizzonti; inoltre, con le scuole reggimentali e con le visite mediche alle quali venivano chiamati i giovani all’atto dell’incorporazione, esso contribuì a sconfiggere l’analfabetismo e a migliorare le precarie condizioni sanitarie che affliggevano gran parte della popolazione. In breve tempo l’Esercito divenne il punto di forza dell’unità nazionale ed il servizio militare rappresentò, per molti, l’unica occasione per incontrare e conoscere cittadini di altre regioni; il compito di “fare gli italiani” fu di fatto affidato all’Esercito il quale, più di ogni altra istituzione, consentì a piemontesi, toscani, lombardi, napoletani, siciliani e - più tardi - triveneti e papalini, di vestire la stessa uniforme e confrontare i rispettivi usi e costumi, per giungere ad un’unica identità nazionale.

a cura del Comando Militare Esercito “VENETO”

La guardia di FinanzaLe origini della Guardia di Finanza risalgono all’1 ottobre 1774, allorché viene costituita la “Legione Truppe Leggere”, per volere del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III. Compiuta l’unificazione d’Italia, nel 1862 viene istituito il “Corpo delle Guardie Doganali”, al quale si affida il compito primario di vigilanza doganale nonché quello eventuale di concorso, in tempo di guerra, alla difesa dello Stato. Con la L. 8 aprile 1881 n. 149, il Corpo delle guardie doganali assume “titolo a uffizio” di “Corpo della Regia Guardia di Finanza” con la funzione di “impedire, reprimere e denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alle leggi e ai regolamenti di finanza”, di tutelare gli uffici esecutivi dell’amministrazione finanziaria come pure di concorrere alla difesa dell’ordine e della sicurezza pubblica. L’integrazione tra le Forze Armate dello Stato si completa con la concessione della Bandiera di Guerra con R.D. 2 giugno 1911 e con la L. 24 dicembre 1914. In tale veste, significativa è la partecipazione del Corpo alle operazioni belliche dei due conflitti mondiali e alla Resistenza. Nel 1923 nasce la “Polizia Tributaria Investigativa”, come contingente specializzato della Regia Guardia di Finanza. La riforma dell’imposizione diretta del Ministro Vanoni e il ruolo ormai determinante assunto nel sistema dall’Imposta Generale sull’Entrata rendono necessario un profondo mutamento del sistema di repressione dell’evasione fiscale. Il 2 maggio 1949, alla presenza dei Ministri Vanoni, Pella e La Malfa, il Comandante Generale inaugura presso

l’Accademia del Corpo il primo corso per verificatori contabili, diretto dal Prof. Cosciani, al quale sono destinati ufficiali del Corpo e funzionari dell’amministrazione finanziaria. Da tale momento la preparazione all’attività di polizia tributaria diviene il tema centrale dell’addestramento di formazione e di perfezionamento per gli ufficiali e i sottufficiali. Segue un periodo di intenso ammodernamento, nel corso del quale viene stabilito l’impianto generale del Corpo basato sulla L. 23 aprile 1959, n. 189 che ne fissa i compiti istituzionali. Nel quadro di un più ampio processo di riorganizzazione dell’Amministrazione statale la struttura ordinativa è stata di recente revisionata (D.P. R. 29 gennaio 1999, n. 34) per conseguire obiettivi di maggiore efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa.

a cura della Guardia di Finanza

L’aeronautica militareL’Aeronautica Militare, costituita il 28 Marzo 1923, ha il compito principale di difendere lo spazio aereo italiano da qualunque violazione, prevenendo e neutralizzando gli eventuali pericoli provenienti dal cielo; ma anche di offrire il supporto alle missioni di pace fuori dai confini nazionali, alle missioni umanitarie e di provvedere al soccorso aereo. Il progresso dell’aviazione e dell’impiego militare del mezzo aereo è imprescindibilmente collegato al genio e all’inventiva, tra gli altri, degli italiani. Durante la Grande Guerra, l’aviazione era già in grado di schierare una compagine di aviatori invidiabile per le doti di abilità e ardimento; di pari passo, inoltre, un paese ancora prettamente agricolo e rurale come il nostro operò uno sforzo poderoso e gettò le basi della sua industria aeronautica. Tra le due guerre il progresso aeronautico procedette in modo vorticoso; per l’Aeronautica Italiana fu la stagione epica dei voli collettivi, le trasvolate di massa del Mediterraneo, dell’Atlantico e dei record, nonché dello sviluppo del pensiero dottrinario che è alla base dell’impiego del mezzo aereo, grazie a Giulio Douhet, il più importante teorico del “potere aereo”. Nel II conflitto mondiale soltanto l’esito tragico della guerra ha fatto passare in secondo piano molte imprese ugualmente valorose dei nostri piloti, il cui eroismo venne riconosciuto anche dagli avversari, primo fra tutti Winston Churchill. Da ormai quasi novant’anni i velivoli dell’Aeronautica Militare, dalle caratteristiche tecnologiche sempre all’avanguardia, solcano i cieli di tutto il mondo, pilotati da uomini e donne che hanno portato il loro appassionato, a volte tragico, contributo con grandi imprese ma anche con azioni della quotidianità, solo apparentemente “trascurabili”. I compiti, l’organizzazione, il personale e i mezzi dell’Aeronautica Militare di oggi sono il frutto dell’evoluzione di uno strumento di difesa che si è adeguato ai tempi, che ha seguito l’incedere del nostro Paese che, dal dopoguerra ai nostri giorni, ha conquistato un posto di rilievo nel consesso delle Nazioni più sviluppate e progredite del mondo.

a cura dell’Aeronautica Militare

L’esposizione sarà dedicata al periodo compreso tra la prima (1848) e la terza guerra d’indipendenza (1866). Sono gli anni di passaggio dalla dominazione austriaca - iniziata già nel secondo decennio del secolo - all’annessione del Veneto al Regno d’Italia. A Padova si svolse, l’8 febbraio 1848, uno dei primi episodi della “primavera dei popoli” che coinvolse l’intera Europa. Successivamente città e provincia non furono più teatro di scontri, tuttavia Padova partecipò in maniera significativa alla mobilitazione contro gli Austriaci e alla difesa di Venezia (1848-1849). In esposizione verranno presentati numerosi documenti e cimeli legati ai Crociati che si batterono per l’indipendenza, ai gruppi di combattenti e alle loro guide, tra cui Giacomo Zanellato e Alberto Cavalletto. Dal 25 marzo al 13 giugno 1848 la città rimase sotto il controllo dei patrioti locali e venne eletto il Comitato Provvisorio Dipartimentale presieduto da Andrea Meneghini. In seguito al ritorno degli austriaci si instaurò un clima di terrore e l’Università rimase chiusa fino all’ottobre del 1850. Nonostante le difficoltà, la causa dell’unità continuò a essere portata avanti con fervore. Nel

7 ottobre - 11 dicembre, stabilimento PedrocchiPaDova 1848-1866a cura di Franca Pellegrini e Irene Salce

1859 fu combattuta la seconda guerra d’indipendenza. In mostra verranno ricordate le battaglie di San Martino e Solferino, nonché la pace di Villafranca, che infranse ogni speranza veneta. È del 1860 la spedizione dei Mille guidata dal generale Giuseppe Garibaldi. Numerosi furono i giovani veneti che seguirono l’eroe dei due mondi nella sua impresa. La delusione di Villafranca e lo sbarco di Garibaldi a Marsala furono alcune delle cause che spinsero all’emigrazione oltre il Mincio. L’ultimo Podestà di Padova durante la dominazione austriaca fu Francesco de Lazara. Egli mantenne la carica dal 1857 fino al plebiscito del 21-22 ottobre 1866, anno in cui il Veneto fu annesso al Regno d’Italia. L’ingresso delle truppe italiane a Padova avvenne il 12 luglio 1866, mentre Re Vittorio Emanuele II entrò in città il successivo 1 agosto, accolto dalle massime autorità locali tra cui il Commissario Regio Gioachino Pepoli, il Conte Giustiniani, il Conte Emo Capodilista, il Barone Treves e Giacomo Zanellato, eroe del 1848. Dal 1857 era vescovo di Padova Federico Manfredini, voluto dall’Austria. Anche nell’ambiente clericale, infatti, erano presenti preti sia filo-austriaci che patriottici. Tra questi ultimi ricordiamo Giacomo Zanella, letterato, docente e preside del ginnasio S. Stefano (ora Liceo Tito Livio) negli ultimi anni di dominazione straniera.Troveranno spazio in esposizione importanti prestiti concessi dal Museo del Precinema e dal Liceo Tito Livio di Padova

info: tel. 049 8204580-4583 - orario: 9.30-12.00 / 15.30-18.00, chiuso i lunedì non festivi ingresso € 4 intero, € 2,50 ridotto

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8 - 30 ottobre, Palazzo della gran guardia riCamare Con La Penna, sCrivere Con L’ago

La mostra è il risultato di un percorso e di una collaborazione tra l’associazione “Padova Ricama l’Arte” e l’Università degli Studi di Padova. Alcuni materiali epistolari sono stati studiati nei loro caratteri e riprodotti su tela attraverso alcune tecniche di ricamo. Un vissuto vero di scambi epistolari che ritrova vita nelle mani delicate e sicure delle ricamatrici e dei ricamatori. Cristina Toso

info: ingresso libero - orario 10.00-19.00 - tel. 049 6148940-8714772 - [email protected] - www.padovaricamalarte.it

11 - 27 novembre, galleria sottopasso della stua - Largo europaLinguaggi D’itaLia

Cinque artisti uniscono le loro esperienze e le loro visioni artistiche in una mostra collettiva. Il comune denominatore è il desiderio di rappresentare l’Unione d’Italia attraverso linguaggi artistici diversi. Rappresentazioni in 3D, filmati, quadri e sculture sono differenti risposte espressive allo stesso messaggio di Unione che intendono celebrare.

Renata Berti, due video di 4 minuti ciascuno, Italia ultima colazione… Omaggio al re ed alla regina e Niente… NienteGiorgio Fiorenzato, art designer presenterà tre lavori in 3DSonia Strukul, pittrice presenterà tre suoi quadri risorgimentaliAngelo Urbani, pittore e scultore con tre opere sull’Unità italianaSergio Zanone, pittore ed elaboratore del suono presenterà tre sue opere e curerà il commento musicale della mostra

info: Associazione Neroluce Renata Berti e Giorgio Fiorenzato tel. 049 8725346 - [email protected] - www.renataberti.blogspot.com

128Teatro - Cinema