Quel treno per Buddha · no. Non un “Palace on the Wheels”, lus-suoso come solo un treno da...

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Diario India 1 VIAGGIO IN INDIA e' una di quelle esperienze che non si scordano piu'. Ci sono tantissime cose da fare, vedere e vivere. atmosfere mistiche e sensazioni che in questo viaggio, iniziano proprio sul Mahaparinirvana Express Quel treno per Buddha Un viaggio in India alla ricerca di se stessi, ma anche di un mondo diversissimo dal nostro. Da New Delhi ad Agra, passando per Sarnath di Elena Bianco O gni tanto è bello uscire dagli schemi e stupire sé stessi con una scelta decisamente alterna- tiva. E così è stato per il mio viaggio in India. UN TOUR DIVERSO In primis per il mezzo di trasporto, il tre- no. Non un “Palace on the Wheels”, lus- suoso come solo un treno da Maharaja può essere, ma un treno di pellegrini. Il Mahaparinirvana Express, infatti, per- corre i luoghi dell’India del nord lega- ti alla figura storica del Buddha. Quel- li che Siddharta Gautama, nel 500 A.C., percorse in una vita eccezionalmen- te lunga, ottant’anni, dalla nascita fi- no alla morte. Poi il tema del viaggio, che potrebbe essere catalogato banal- mente come “turismo religioso”, ma in realtà non è solo quello. Il buddhismo non è una religione nell’accezione occi- dentale, in cui identifichiamo la religio- ne con la fede. Al contrario, il Buddha esortava i suoi proseliti a non credere Altra prospettiva a Bodhgaya Al tramonto, attraversate il fiume Falgu, e visitate lo stupa di Sujata, donna che offrì cibo al Buddha. Tutto contribuisce a percepire il luogo, fra quei pochi al mondo dove lo spirito umano e la sua tendenza al bene assoluto prevalgono su qualunque cosa. Avrete occasione di vedere un piccolo villaggio nelle campagne, di constatare come, nella povertà più totale, ci siano numerose scuole e centri di sostegno per i bambini e vedrete la torre principale del tempio, di 55 metri stagliarsi accanto al sole infuocato. xtrfoiceh Quando: da febbraio a maggio Durata: 10 giorni Viaggio: aereo, treno Costo a persona: (spesa approssimativa) 1.800 euro ciecamente alla sua parola, ma a verifi- care prima se essa fosse utile al proprio benessere. È pensiero, filosofia, mo- do di vivere. Quindi, per molti orienta- li questo è un viaggio spirituale. Per me è un tuffo in un’India diversa dall’In- credible! della campagna del ministe- ro del Turismo. Incredibile lo è stata, ma per motivi diversi. A partire dai compa- gni di viaggio. Turisti, per caso? No, ve- ramente pochi. Non almeno nel senso classico. 1° giorno New Delhi: la capitale cosmopolita Atterro di prima mattina a Delhi. Un giorno in più, dedicato a un assaggio veloce di una delle più grandi città del mondo (12,5 milioni di abitanti), con la maggior concentrazione in assoluto di persone per chilometro quadrato e di veicoli circolanti. Mi aspetto un formi- caio. Invece New Delhi, nella zona delle ambasciate, dove alloggio, ha immensi viali e poca gente. Chiudo la pratica con l’India occiden- talizzata in un pomeriggio, visitando il Rashtrapathi Bhawan, la faraonica re- sidenza dei Vicerè britannici, oggi as- surta a più grande residenza al mon- do di un Capo di Stato e l’India Gate, monumento ai caduti della Prima guer- ra mondiale. Niente folla, solo qualche scimmia sui prati “pettinati” all’inglese. Dai giornali locali: “Grande attesa per il concerto di Lady Gaga. Grande delusio- ne per il no-show dei Metallica”. 2° giorno Old Delhi: fra la folla le diverse anime religiose Vado a caccia del famoso affollamento indiano e mi tuffo in Old Delhi. E dato che questa è la capitale di un paese do- ve il senso religioso è naturale come re-

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viaggio in india e' una di quelle esperienze che non si scordano piu'.

Ci sono tantissime cose da fare, vedere e vivere. atmosfere mistiche

e sensazioni che in questo viaggio, iniziano proprio sul Mahaparinirvana Express

Quel treno per BuddhaUn viaggio in India alla ricerca di se stessi, ma anche di un mondo diversissimo dal nostro. Da New Delhi ad Agra, passando per Sarnath di Elena Bianco

Ogni tanto è bello uscire dagli schemi e stupire sé stessi con una scelta decisamente alterna-

tiva. E così è stato per il mio viaggio in India.

un tour diversoIn primis per il mezzo di trasporto, il tre-no. Non un “Palace on the Wheels”, lus-suoso come solo un treno da Maharaja può essere, ma un treno di pellegrini. Il Mahaparinirvana Express, infatti, per-corre i luoghi dell’India del nord lega-ti alla figura storica del Buddha. Quel-li che Siddharta Gautama, nel 500 A.C., percorse in una vita eccezionalmen-te lunga, ottant’anni, dalla nascita fi-no alla morte. Poi il tema del viaggio, che potrebbe essere catalogato banal-mente come “turismo religioso”, ma in realtà non è solo quello. Il buddhismo non è una religione nell’accezione occi-dentale, in cui identifichiamo la religio-ne con la fede. Al contrario, il Buddha esortava i suoi proseliti a non credere

Altra prospettivaa BodhgayaAl tramonto, attraversate il fiume Falgu, e visitate lo stupa di Sujata, donna che offrì cibo al Buddha. Tutto contribuisce a percepire il luogo, fra quei pochi al mondo dove lo spirito umano e la sua tendenza al bene assoluto prevalgono su qualunque cosa. Avrete occasione di vedere un piccolo villaggio nelle campagne, di constatare come, nella povertà più totale, ci siano numerose scuole e centri di sostegno per i bambini e vedrete la torre principale del tempio, di 55 metri stagliarsi accanto al sole infuocato.

x t r f o i c e h

Quando: da febbraio a maggioDurata: 10 giorniViaggio: aereo, treno Costo a persona: (spesa approssimativa) 1.800 euro

ciecamente alla sua parola, ma a verifi-care prima se essa fosse utile al proprio benessere. È pensiero, filosofia, mo-do di vivere. Quindi, per molti orienta-li questo è un viaggio spirituale. Per me è un tuffo in un’India diversa dall’In-credible! della campagna del ministe-ro del Turismo. Incredibile lo è stata, ma per motivi diversi. A partire dai compa-gni di viaggio. Turisti, per caso? No, ve-ramente pochi. Non almeno nel senso classico.

1° giorno New Delhi: la capitale cosmopolita Atterro di prima mattina a Delhi. Un giorno in più, dedicato a un assaggio veloce di una delle più grandi città del mondo (12,5 milioni di abitanti), con la maggior concentrazione in assoluto di persone per chilometro quadrato e di veicoli circolanti. Mi aspetto un formi-

caio. Invece New Delhi, nella zona delle ambasciate, dove alloggio, ha immensi viali e poca gente. Chiudo la pratica con l’India occiden-talizzata in un pomeriggio, visitando il Rashtrapathi Bhawan, la faraonica re-sidenza dei Vicerè britannici, oggi as-surta a più grande residenza al mon-do di un Capo di Stato e l’India Gate, monumento ai caduti della Prima guer-ra mondiale. Niente folla, solo qualche scimmia sui prati “pettinati” all’inglese. Dai giornali locali: “Grande attesa per il concerto di Lady Gaga. Grande delusio-ne per il no-show dei Metallica”.

2° giorno Old Delhi: fra la folla le diverse anime religioseVado a caccia del famoso affollamento indiano e mi tuffo in Old Delhi. E dato che questa è la capitale di un paese do-ve il senso religioso è naturale come re-

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New Delhi

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New Delhi

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MAREARAbico golfo del

bengala

BoDhgayaIn questa cittàci sono molti mo-nasteri che offrono ospitalità e corsi di meditazione.

NuoVa DelhiIl periodo migliore dell'anno per visitarla è durante i mesi secchi invernali. L'alta stagione va da novembre a marzo.

sRaVastiPopolosa città

che si trova nel distretto

dell'Uttar Pradesh.

spirare, ecco la prova di quest’incredibi-le varietà spirituale. Prima fermata, la Jama Masjid, una del-le più grandi moschee dell’Asia. Con lo straordinario connubio di possanza e leggerezza tipico dello stile Mughal fu costruita nel diciassettesimo secolo da Shah Jahan, il medesimo sovrano a cui si deve il grande Forte Rosso, che chiu-de il panorama a est. Di grande fascino visivo per il gioco architettonico di mar-mo bianco e pietra rossa. All’ingresso capre, polli, venditori di castagne d’ac-qua e un metal detector. Nei mercati intorno finalmente la fol-la. Invadente, rumorosa, colorata, co-me mi aspettavo. Sui banchetti statuine di Ganesh e Main de Fatima d’ottone in un sincretismo religioso da mercato, tu-tine da neonato in pile (ma chi le com-pra qui, i bambini himalayani?) e oro-logi di plastica subacquei esposti in piscinette gonfiabili a tutela della con-formità del prodotto. Arrivo alla secon-da tappa della giornata, il tempio Giai-

nista Digamber e il suo ospedale… per gli uccelli. Ebbene sì, il giainismo, basa-to sulla predicazione di Mahavira, 24° profeta (Tirthamkara) contemporaneo del Buddha, predica la via alla perfe-zione attraverso una totale ahimsa, non violenza. A tal punto che oltre a essere strettamente vegetariani, i giainisti fil-trano l’acqua e l’aria per salvare pure i microorganismi, perché anche loro han-no un’anima eterna. Mi aggiro in punta di piedi durante una cerimonia, cercan-do di non calpestare moscerini, in am-bienti con ricchi bassorilievi sbalzati in argento – il giainismo è cosa da bene-stanti – ed esco con la certezza che i pic-cioni di Delhi stanno meglio di quelli di Piazza San Marco a Venezia. Terza tappa, terzo credo: il Sisganj Gu-rudwara, un tempio sikh dedicato al no-no guru, Tegh Bahadur. Senza scarpe e a capo coperto, per la terza volta entro. Anche qui la cerimonia è in corso, i mu-sici suonano gli strumenti tradizionali e i fedeli assistono assorti. L’atmosfera è

01 in treno Il Mahaparinirvana Express ci attende, sotto l’egida del Buddha.

02 fuori porta Le famiglie indiane in gita per la festa del Diwali, sulla grande spianata del Taj Mahal.

03 centro Il Gate of India a New Delhi, luogo di memoria e di commerci.

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lumBiNiUno dei centri religiosi più impor-tanti del mondo. È qui che nacque Siddharta.

saRNathUno dei luoghi

simbolo del Buddhismo. In questa città

Siddharta, tenne il suo primo

sermone.nEPAL

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di grande suggestione, ma mi aspetta di più. Scopro il langar, la mensa. I sikh, in-fatti, oltre a essere tenuti a prestare ser-vizi utili alla loro comunità, hanno l’ob-bligo di nutrire tutti i pellegrini. Quindi mi ritrovo in una grande cucina: chi fa il chapati, il pane, chi il dahl, la zuppa di lenticchie, chi una crema dolce da dona-re dopo la funzione, perché dal tempio si deve uscire con la bocca dolce. Man-giare con loro, seduta in fila sulla stuoia, allarga il cuore: il sikkhismo mi ha rega-lato molto di più del piccolo obolo che ho lasciato e il cibo era pure buono.

3° giorno Mahaparinirvana Express:la casa viaggiante dei prossimi giorniSi parte! Safdurjung Station è piccoli-na e ci accolgono con musici e ghirlan-de di fiori. Il Mahaparinirvana Express è spartano, ma molto pulito. Gli scom-

partimenti in prima classe sono spazio-si, con l’aria condizionata e cuccette da una o due persone grandi come un letto. Il servizio si vede. Cambio di asciugama-ni, lenzuola ogni giorno e i bagni puliti. Il cibo è buono e non manca il masala chai, il tè speziato col latte. Per gli schizzinosi: ogni giorno, prima dell’escursione, è pre-visto un wash & change e un ricco brea-kfast in un albergo vicino alla stazione di

arrivo. E i compagni di viaggio? Due fol-ti gruppi di pellegrini thailandesi, paese al 90% buddhista, e pochi singoli come me. Chi interessato ad approfondire la spiritualità, alcuni le tecniche di medita-zione, altri l’aspetto storico e antropolo-gico del buddhismo.

4° giorno Bodhgaya: il cuore internazionale del buddhismoA Bodhgaya ci si immerge subito nel cuore della dottrina. Qui, infatti, Siddhar-ta Gautama raggiunse nel 530 a.C. l’illu-minazione, meditando sotto un ficus re-ligioso. Il contrasto fra lo stato del Bihar, tutto intorno, e la vasta area di Bodhga-ya, è violento. Il primo è l’India più pove-ra: quella delle catapecchie, delle fogne a cielo aperto, dello sterco di vacca mes-so ad asciugare e poi usato come com-bustibile e dei mendicanti storpi. Qui i problemi sono evidenti: la popolazione,

01 luogo sacro Piccoli monaci di terracotta adornano il tempio thailandese in costruzione a Lumbini.

02 new delhi Un dedalo brulicante

della capitale.03 vita quotidiana

Nel Parco delle Gazzelle di Sarnath.

04 clic! Io fotografo te e tu me. I monaci/turisti a Rajgir.

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05 cuccette Nel Mahaparinirvana

Express si dorme cullati dal treno.

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composta in buona parte da fuori casta e da molti adivasi, ceppi tribali dai trat-ti negroidi, vive in un unico grande slum. Da questo mondo così difficile si entra in quella che molte guide, a torto o a ragio-ne, definiscono la buddhaland. Intorno, alberghi per pellegrini, bancarelle di in-censo, fiori per le offerte, statuine, mo-nasteri e centri di meditazione. Nell’area del grande tempio in mattoni della Ma-habodhi (la grande illuminazione) del VII secolo, sorgono stupa, piattaforme de-corate, un giardino della meditazione e, naturalmente, l’albero della bodhi (illu-minazione) che sembra sia un germoglio di quello originale. Qui brulica un’uma-nità multietnica, ma si deve girare e os-servare. Prevale la suggestione: forse è l’energia delle molte persone in medita-zione, la processione raccolta di giova-ni novizi nella loro veste bianca, la fati-ca dei monaci tibetani instancabili nelle loro prostrazioni che assomigliano più a un esercizio ginnico che a una preghiera.

5° giorno Rajgir: picchi, natura e spiritoTappa a Rajgir, zona collinare dove il Buddha, dopo l’illuminazione, trascor-se, con i primi adepti, molto tempo, sot-to la protezione del re Bimbisara e dove, dalla cima Griddhakuta (Picco dell’Av-voltoio), diffuse la “seconda Ruota della

Legge”. È un pellegrinaggio in mezzo al-la natura, in salita, ma solo per una ven-tina di minuti e i più anziani, o più pigri, possono farsi portare in cima, per poche rupie, su portantine di bambù. Sul picco c’è un piccolo altare, un bel panorama a 360 gradi e la possibilità di meditare im-mersi nella luce vivida. Vale la pena sali-re anche su una collina vicina: una colo-rata seggiovia stile alpino anni 60 arriva fino alla venuvana bihara, la pagoda del-la pace costruita dai giapponesi.Non distante sorge il sito archeologico di Nalanda, una delle più grandi universi-tà dell’antichità (V sec d.C.), che riuniva migliaia di studenti e insegnanti prove-nienti da tutto il mondo conosciuto, fin-ché non venne saccheggiata e distrut-ta nel XII secolo dai musulmani afgani. Vi si insegnava buddhismo, filosofia, lo-gica, teologia, grammatica, astronomia, matematica e medicina. Oggi la vastità del sito, la dimensione dei resti in mat-toni rossi e un piccolo museo di reperti in bronzo e pietra arenaria testimoniano i fasti di questa grande oasi di cultura.

6° giorno Sarnath e Varanasi: dall’emblema del buddhismo al fulcro dell’induismoArriviamo a Sarnath, dove, nel par-co delle gazzelle, il Buddha mise in

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moto il Dharmachakra, la ruota della legge, pronunciando il suo primo di-scorso da illuminato. I resti di 30 mo-nasteri sono all’ombra del grandissi-mo stupa Dhamek, eretto nel terzo secolo a.C. dall’imperatore Ashoka della dinastia Maurya, famoso per la conversione al buddhismo e per le colonne con editti erette in tutta l’In-dia del nord. Esteticamente meravi-glioso, il capitello in arenaria con i le-oni, conservato nel vicino museo, è diventato l’emblema dello Stato in-diano.Facciamo 10 km e siamo a Varanasi, o Benares, la più antica città abita-ta con continuità, dal VI secolo a.C., fulcro dell’induismo. Il viaggio in tuk tuk verso i ghat può essere catalo-gato come sport estremo di slalom nel traffico, ma l’atmosfera che si re-spira negli stretti vicoli e sui ghat, le cento scalinate che scendono ver-so l’ampia ansa del Gange è indefini-bile. Il misticismo è palpabile e per-vade tutto, le acque torbide in cui la gente si immerge come in un bagno salvifico, i fiori arancioni che ondeg-giano nell’acqua insieme ai lumini su barchette di carta, la popolazione dei vivi, persone colorate e vacche scu-re, la popolazione dei morti, a partire dalle donne, che ancora respirano in attesa serena nella casa delle vedo-ve, fino alle pire, sempre accese.

In risciò a SravastiScappo dal gruppo e prendo un risciò. La lentezza delle pedalate di un omino magro mi permette di vedere il ritmo della vita bordo strada. La lentezza mi fa scoprire la spiritualità trasversale del luogo. Oltre un arco sormontato da Ganesh, un uomo e un ragazzo seduti a terra, suonano i tamburi rituali davanti a un modesto tempio indù. Compro qualche pezzo di dolce da un venditore. Senza farmi vedere ne assaggio un po': non male, zucchero e cocco. Arriva il pujari che mi sollecita a offrire il dolce a Durga Mata che, essendo talvolta feroce, è meglio ingraziarsi. Un altro pezzo a Hanuman, dio delle scimmie. Più oltre, c'è un centro di meditazione coreano piuttosto opulento. Un altro po’ di strada, di polvere e di insetti e i due templi giainisti. Il driver mi guarda fermo e silenzioso. Allora capisco. Gli offro un bidi. Un pieno di tabacco indiano e proseguiamo la corsa, pardon, il cammino.

01 colori... e luci del tempio thai a Bodhgaya. 02 in preghiera Si medita sotto l’albero della Bodhi.

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Il Manikarnika, il ghat delle crema-zioni, è un tirtha, cioè una porta di collegamento con l’aldilà, solen-ne, lento, miserabile e meraviglioso. L’odore greve e il fumo nero si fondo-no nei gesti lenti dei fuori casta che attendono alle pire, unici in quanto impuri, a poter toccare i cadaveri.Al tramonto, saliamo tutti in barca (pensate, è sponsorizzata da un noto gestore telefonico!) per recarci a ve-dere la puja al Dashaswamed ghat, rito con cui ogni sera si rende omag-gio alla madre Ganga, il fiume divino che scaturì dall’uovo primordiale. Le preghiere dei bramini, la musica ritmata, i danzatori che ruotano in aria i bracieri, la grande folla di stu-denti dei Veda, di Sanyasin, di Panda, di semplici devoti e turisti, per una volta in minoranza. Esperienza inde-scrivibile.

Varanasi è un’anomalia, un Vatica-no e una Mecca, dove la ritualità e la spiritualità derivano non dal potere conferito agli officianti, ma dai gesti spontanei dei devoti reiterati giorno dopo giorno da secoli.

7° giorno Kushinagar: ovvero, l’omaggio delle donne in biancoDopo la pausa Indù, Kushinagar, lo-calità del Mahaparinirvana, l’illumi-nazione finale o morte del Buddha. Anche qui sorgono numerosi vihara (monasteri) e il santuario con la gran-de statua dorata del Buddha disteso. Anche qui il culto spontaneo regala emozioni. Un folto gruppo di pellegrine cingale-

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si di tutte le età è in processione in-torno all’edificio. Vestite di bianco, si accompagnano con canti e portano fra le braccia la veste monastica da offrire al Buddha e fiori di loto di seta. Un connubio di grazia femminile e raccoglimento devozionale commuo-vente. Intorno a loro, molti siedono nella posizione del loto e si lasciano trasportare dalla mistica di questo momento. Oggi è Diwali, la festa del-le luci, e le soglie delle case si accen-dono di lumini.

8° giorno A Lumbini per scoprire la natività buddhistaLa nascita dopo la morte. Oggi, do-po un viaggio attraverso l’Uttar Pra-desh, arriviamo in Nepal, a Lumbini,

01 ai ripari Il sole scotta a Kushinagar.

02 porte per l'al di là Bagnarsi nel Gange a Varanasi dai cinque principali ghat, fa guadagnare punti nel ciclo delle rinascite, il samsara.

03 gentili! Alla partenza a Safdurjung Station musica, collane di fiori e un welcome drink.

04 vicoli stretti I meravigliosi colori dell’India illuminano le stradine di Varanasi.

Sci e trekking ad alta quotaIl Sikkim, stato indiano confinante a nord col Tibet, può vantare un magnifico panorama: cime innevate, fitta vegetazione, vallate, colline e corsi d'acqua. Insomma, una meta ideale per chi fa trekking e per gli amanti della neve senza compromessi. Dal 14 al 29 febbraio è in programma il Sikkim Snow Festival, dove i protagonisti assoluti saranno sport, natura e cultura. Il tutto a prezzi super convenienti. Per altre informazioni www.sikkimsnowfest.com.

vita a bordo strada e... ferrovia

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link e indirizzi utiliAmbasciata italiana a New Delhi (50-E Chandra

Gupta Marg, Chanakyapuri Del-hi) .Tel.+91.11.26114355,fax +91.11.26873889, e-mail [email protected], web www.ambnewdelhi.esteri.it.

Moneta È la rupia indiana. Un eu-ro vale indicativamente

68,50 rupie.

fuso orario Rispetto all’Italia più 4 ore e 30. Tre ore e 30 quando

da noi vige l'ora legale.

dove dormireThe Ashok (Diplomatic En-clave, 50-B Chanakayapu-

ri Delhi, www.theashok.com).

Per trascorrere una notte lus-suosa.Jyoti Mahal (2488/90, Nalwa Street,Chuna Mandi, Pahar-gunj, www.jyotimahal.net). Se volete spendere poco, ma stare in un hotel pulito.

dove mangiareThe Oudh (The Ashok, 50, Chanakyapuri, New Delhi).

L’Oudh o Awadh è una regione nell’India del nord con capita-le Lucknow. Quella dell’Oudh è una cucina principesca, esegui-ta col dum pukth, letteralmen-te cucinare col respiro, un pe-sante contenitore di terracotta, sigillato con una pasta di fari-na che cuoce su di un fuoco di brace molto basso. Questa tec-nica, che consente al cibo di cucinarsi nei suoi stessi umo-

ri e aromi, richiede meno spe-zie che sovente sono sostituite da erbe fresche, anche se zaf-ferano, cardamomo, coriando-lo sono presenti. La magìa di questa cottura sta nella rottu-ra della crosta che libera i pro-fumati vapori del contenuto e nella voluttà di mangiare la me-desima insieme alla pietanza. Un’esperienza.

cosa mangiareStreet Food da non perde-re: le pakora frittelle di

verdure in pastella di farina di ceci. Sono saporitissime perché la pastella è speziata. Le samo-sa, i famosi triangolini di pasta fritta ripieni di tutto quello che può calmare la fame (patate e paneer) e che si trova: piselli, pollo, agnello, pesce molto

speziati: cumino, zenzero, pe-pe, coriandolo. Il poori, il pane gonfio che galleggia nei calde-roni pieni d’olio simile al no-stro gnocco fritto. Le jalebi, frit-telle dolcissime, passate in uno sciroppo caldo di zucchero con zafferano e cardamomo, con un bellissimo colore.

dove comprare delhiKinari bazaar è famoso

per i gioielli nuziali, è dietro Chandni Chowk, la via più com-merciale e affollata della cit-tà. Se amate il cinema indiano andate al mercato coperto dei Dvd di Connaught Place.varanasiMehta Silk Museum (+91 542 2505589, www.mehtasilk.com). Una delle più antiche tes-

siture artigianali della seta che ancora tesse broccati con telai a mano. Se avete ancora un po' di tempo, visitate anche i nego-zietti di Shivala road.

corsi di meditazione Bodhgaya

Root Institute for Wisdom Culture (www.rootinstitu-

te.com). Corsi di 8 giorni, da novembre a marzo. Possibilità di alloggio. Nel centro c’è an-che un ospedale per i poveri.International Meditation Cen-tre (tel +91 631 2200707). Scuola di meditazione Vipas-sana a livello base e avanzato.Dhammabodhi International Meditation Centre (tel. +91 631 2200437, www.bodhi.dham-ma).org). Meditazione Vipassa-na tutto l’anno.

coMe, dove, quantoQuello che bisogna sapere per affrontare un viaggio sulle strade del Buddha

dove Siddharta nacque da una fami-glia principesca. Ennesima conferma dell’internazio-nalità della comunità buddhista. Ol-tre ai resti dei numerosi monasteri, vi è una sorta di grotta della nati-vità buddhista: un grande capanno-ne protegge le rovine del tempio ori-ginario costruito sulla pietra dove si dice che Mayadevi partorì dal fian-co destro Siddharta. Quindi, tea time al tempio thai, ancora in costruzio-ne, dove siamo accolti con tè, caffè e cioccolata calda, che si può sorbi-re in un delizioso padiglione al cen-tro di un tranquillo laghetto pieno dei fiori del loto.

9° giorno Sravasti, alla scoperta del sincretismo religiosoDove Buddha trascorse 25 stagioni del-le piogge e ancora si vedono i resti del monastero originario, il Jetavana viha-ra e le vestigia di un particolare sincre-tismo fra budhismo e giainismo, perché in questa zona soggiornò anche Maha-vira profeta giainista, coevo del Bud-dha. A conferma di ciò nel bel tempio giainista i bassorilievi deliziosamente naif narrano la vita di Siddharta. E co-me se non bastasse nel marmo è isto-riata la svastica che, come nell’indui-smo, è simbolo solare di pace (!).

10° giorno Agra. La bellezza assoluta del TajFinale col botto e nuovo cambio di credo: il Taj Mahal ad Agra, capola-voro dell’Islam. “Una lacrima di mar-mo ferma sulla guancia del tempo”, scrisse Tagore. Il Taj è talmente ma-estoso e incantevole che neanche ci si accorge che pullula di una folla di indiani in gita. Summa dello stile Mu-ghal costruito nel diciassettesimo se-colo dall’imperatore Shah Jahan come tomba della moglie, a vederlo nella luce del mattino sembra galleggiare impalpabile nell’aria. Alcuni fiori del grandioso mosaico in pietra dura han-no richiesto fino a 50 gemme prezio-se e semipreziose. Versetti del Corano adornano la struttura in tutta l’altez-za e per facilitare la lettura dal basso i caratteri si ampliano salendo e appa-iono sempre della medesima dimen-sione. Nota gossip, non confermata: è sempre stato descritto come il monu-mento all’amore. Pare comunque che in seguito Shah Jahan si consolò così bene da morire di stravizi. Da Agra a Delhi è un attimo. Ci salutiamo, io e i miei improvvisati compagni. Per alcu-ni è stato il viaggio atteso da una vita. Per altri un ulteriore passo nella ricer-ca della pace interiore. Per me la cer-tezza di aver visto un piccolo tassello dell’India e l’esigenza, piuttosto im-pellente, di aggiungerne altri.

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01 eMozione Dalla porta d’ingresso appare il Taj. Il respiro si ferma per un attimo.

02 averi Un testo sacro, pochi panni, il tiffin box per il cibo e un bastone. Nella vita, a Varanasi, non serve altro.

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