Quel casermone dove si “amministra” la città · diffondermi su una storia che mi riguarda...

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Oneri concessori. Altra grana per Palazzo Luigi Razza Potrebbero ammontare a svariate centinaia di migliaia di euro le somme richieste illegittimamente Quel casermone dove si “amministra” la città Il municipio non ha più le sembianze di una casa di vetro dove si realizzano gli interessi esclusivi della popolazione Niglia Presidente delle polemiche Quanto paga l’Aterp le figure apicali “Mai esistito un progetto Vibo Valentia. Necessaria un’inversione di rotta con il coinvolgimento dei cittadini” Anno XVIII n° 14 del 4 Ottobre 2014 DISTRIBUZIONE GRATUITA Reg. Trib. VV n° 97 del 11/12/1996 Editore: Pubblisud Progresso s.r.l. Direttore Responsabile: Cristina Iannuzzi Stampa: Gambardella grafica&stampa E-mail: [email protected] NUOVA APERTURA a pag. 2 a pag. 5 a pag. 4 a pag. 2 IO E DE MAGISTRIS Non amo le citazioni autobiografiche, tanto meno l’impiego della prima persona, nel racconto scritto. Del resto l’io narrante ipertrofico non ha mai restitu- ito dignità al giornalismo. Nella fattispecie, dovendo diffondermi su una storia che mi riguarda dappresso, sono costretta a declinare la mia stretta soggettività. A qualche giorno dal pronunciamento della sentenza di primo grado che ha condannato Luigi de Magistris per abuso d’ufficio, relativamente all’acquisizione “il- legale” di tabulati telefonici di alcuni parlamentari, nell’ambito dell’inchiesta “Why Not”, non posso esi- mermi dal commento. Non foss’altro che per il fatto di aver patrocinato, incoraggiato e scientificamente confezionato la discesa in campo televisiva dell’allora Pm, in forza presso la Procura di Catanzaro. Era il 2006 quando decisi d’intervistare, per conto di Telitalia, il magistrato, al suo assoluto debutto davanti alle teleca- mere. Il personaggio, già molto discusso, all’epoca, per il tratto delle sue inchieste, volte a disvelare l’improprio utilizzo dei fondi comunitari dal canto di una bulimica ed ingorda umanità politica, si sottopose alle mie non addomesticate domande. La tramissione si chiamava, alla stregua di presagio impietoso, Rosso Relativo. Fu un duello simbolico che mi valse, immediatamente, il livore degli indagati, molti per la verità. Trasversalmen- te dislocati. In realtà, avevo fiutato l’appeal mediatico di Luigi che, se adeguatamente capitalizzato, avrebbe prodotto un corposo plusvalore, in termini di audience. I fatti s’incaricarono, presto, di avvalorare la traiettoria del mio istinto. Si scatenò l’ira di Dio. Per la prima volta, un togato, in diretta, oltraggiava i totem della politica nostrana, parlando di “un reticolo di complicità affa- ristico-imprenditoriali, politiche, in grado di distrarre dalla destinazione originaria le risorse pubbliche per di- rottarle nella direzione di società organizzate, secondo un sistema di scatole cinesi, al fine del rimpinguimento personale”. L’opinione pubblica fu attraversata da un sussulto. Finalmente ciascuno, dal tinello di casa, senza schiodare il culo dal divano, poteva regolare i conti con i cosiddetti intoccabili. Una sorta di rito tribale sangui- nari. La vendetta dell’’uomo comune contro i famelici del Palazzo o presunti tali. Le mie colpe, se di colpe può dirsi, non finiscono qui. Nel rendere pubblica confes- sione, ricordo ai tanti lettori di questa rubrica che, nel corso della fortunatissima Perfidia del 2007 (Telespazio Tv), Luigi de Magistris potè, a più riprese, divulgare la sua narrazione giudiziaria, contribuendo alla frantu- mazione del governo Prodi. Lo dico perché se non lo facessi, risulterei omissiva. Scelta non semplice, la mia. Sicuramente impopolare, oggi, nel 2014, in ottobre, quando è più facile strappare l’applauso partecipando alla crocifissione di Gigino. Certo, le garanzie costitu- zionali, a tutela di chi è indagato, non possono esse- re sventrate da chi rappresenta la Pubblica Accusa. A me non sfuggì questo aspetto, nemmeno ai tempi del massimo fulgore di de Magistris, assurto, impropria- mente, al rango di apostolo del Bene con il mio diretto e avvertito concorso giornalistico. Santoro e Travaglio vennero dopo. Chi ha voglia di farlo, può visitare la mia antologia televisiva, disponibile su youtube. Detto ciò, a supplemento di verità, segnalo ai posteri che tutti i politici, oggetto di attenzione giudiziaria da parte del cosiddetto sceriffo napoletano, ebbero, a quel tempo, spazio e voce negli inferi di Perfidia. Nessuno escluso. Per questa ed altre ragioni non mi cospargo il capo di genere, né esulto per il contrappasso dantesco che in- veste l’ormai trascorso, di fatto, sindaco di Napoli al quale consiglio di tornare laddove aveva esordito. Nelle fiamme del mio sulfureo teatro della vita, su ReteCala- bria. Intelligenti pauca. di Antonella Grippo Perfidia L’intervista di Emilia Grandinetti Un vangelo secondo “Pietro” “...Ed io farò risorgere questa città...”

Transcript of Quel casermone dove si “amministra” la città · diffondermi su una storia che mi riguarda...

Oneri concessori. Altra granaper Palazzo Luigi Razza

Potrebbero ammontare a svariate centinaia di migliaiadi euro le somme richieste illegittimamente

Quel casermone dovesi “amministra” la città

Il municipio non ha più le sembianze di una casa di vetro dove si realizzano gli interessi esclusivi della popolazione

Niglia Presidente

delle polemiche

Quanto paga

l’Aterp le figure apicali

“Mai esistito un progetto Vibo Valentia.Necessaria un’inversione di rottacon il coinvolgimento dei cittadini”

Anno XVIII n° 14 del 4 Ottobre 2014DISTRIBUZIONE GRATUITA

Reg. Trib. VV n° 97 del 11/12/1996Editore: Pubblisud Progresso s.r.l.

Direttore Responsabile: Cristina IannuzziStampa: Gambardella grafica&stampa

E-mail: [email protected]

NUOVA APERTURA

a pag. 2

a pag. 5

a pag. 4

a pag. 2

IO E DE MAGISTRISNon amo le citazioni autobiografiche, tanto meno l’impiego della prima persona, nel racconto scritto. Del resto l’io narrante ipertrofico non ha mai restitu-ito dignità al giornalismo. Nella fattispecie, dovendo diffondermi su una storia che mi riguarda dappresso, sono costretta a declinare la mia stretta soggettività. A qualche giorno dal pronunciamento della sentenza di primo grado che ha condannato Luigi de Magistris per abuso d’ufficio, relativamente all’acquisizione “il-legale” di tabulati telefonici di alcuni parlamentari, nell’ambito dell’inchiesta “Why Not”, non posso esi-mermi dal commento. Non foss’altro che per il fatto di aver patrocinato, incoraggiato e scientificamente confezionato la discesa in campo televisiva dell’allora Pm, in forza presso la Procura di Catanzaro. Era il 2006 quando decisi d’intervistare, per conto di Telitalia, il magistrato, al suo assoluto debutto davanti alle teleca-mere. Il personaggio, già molto discusso, all’epoca, per il tratto delle sue inchieste, volte a disvelare l’improprio utilizzo dei fondi comunitari dal canto di una bulimica ed ingorda umanità politica, si sottopose alle mie non addomesticate domande. La tramissione si chiamava, alla stregua di presagio impietoso, Rosso Relativo. Fu un duello simbolico che mi valse, immediatamente, il livore degli indagati, molti per la verità. Trasversalmen-te dislocati. In realtà, avevo fiutato l’appeal mediatico di Luigi che, se adeguatamente capitalizzato, avrebbe prodotto un corposo plusvalore, in termini di audience. I fatti s’incaricarono, presto, di avvalorare la traiettoria del mio istinto. Si scatenò l’ira di Dio. Per la prima volta, un togato, in diretta, oltraggiava i totem della politica nostrana, parlando di “un reticolo di complicità affa-ristico-imprenditoriali, politiche, in grado di distrarre dalla destinazione originaria le risorse pubbliche per di-rottarle nella direzione di società organizzate, secondo un sistema di scatole cinesi, al fine del rimpinguimento personale”. L’opinione pubblica fu attraversata da un sussulto. Finalmente ciascuno, dal tinello di casa, senza schiodare il culo dal divano, poteva regolare i conti con i cosiddetti intoccabili. Una sorta di rito tribale sangui-nari. La vendetta dell’’uomo comune contro i famelici del Palazzo o presunti tali. Le mie colpe, se di colpe può dirsi, non finiscono qui. Nel rendere pubblica confes-sione, ricordo ai tanti lettori di questa rubrica che, nel corso della fortunatissima Perfidia del 2007 (Telespazio Tv), Luigi de Magistris potè, a più riprese, divulgare la sua narrazione giudiziaria, contribuendo alla frantu-mazione del governo Prodi. Lo dico perché se non lo facessi, risulterei omissiva. Scelta non semplice, la mia. Sicuramente impopolare, oggi, nel 2014, in ottobre, quando è più facile strappare l’applauso partecipando alla crocifissione di Gigino. Certo, le garanzie costitu-zionali, a tutela di chi è indagato, non possono esse-re sventrate da chi rappresenta la Pubblica Accusa. A me non sfuggì questo aspetto, nemmeno ai tempi del massimo fulgore di de Magistris, assurto, impropria-mente, al rango di apostolo del Bene con il mio diretto e avvertito concorso giornalistico. Santoro e Travaglio vennero dopo. Chi ha voglia di farlo, può visitare la mia antologia televisiva, disponibile su youtube. Detto ciò, a supplemento di verità, segnalo ai posteri che tutti i politici, oggetto di attenzione giudiziaria da parte del cosiddetto sceriffo napoletano, ebbero, a quel tempo, spazio e voce negli inferi di Perfidia. Nessuno escluso. Per questa ed altre ragioni non mi cospargo il capo di genere, né esulto per il contrappasso dantesco che in-veste l’ormai trascorso, di fatto, sindaco di Napoli al quale consiglio di tornare laddove aveva esordito. Nelle fiamme del mio sulfureo teatro della vita, su ReteCala-bria. Intelligenti pauca.

di Antonella GrippoPerfidia

L’intervista di Emilia Grandinetti

Un vangelo secondo “Pietro”

“...Ed io farò risorgere questa città...”

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Quel casermone dove si “amministra” la cittàIl municipio non ha più le sembianze di una casa di vetro dove

si realizzano gli interessi esclusivi della popolazionedi Roberto Maria Naso

“Sindaco lei è attorniato di incapaci dall’u-sciere ai dirigenti. Se questa è la gestione amministrativa sono costretto a commis-sariarlo. Sindaco… sindaco, se questa è la gestione non posso che essere preoccupato per i cittadini che pagano le tasse più alte …” . Sono alcune delle frasi concitate che il Prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, ha indirizzato al sindaco di Vibo Valentia Nicola D’Agostino nel corso di un colloquio telefonico, ripreso in diretta dall’emittente televisiva ReteCalabria. Quella famosa tele-fonata durante la quale il primo inquilino dell’Ufficio Territoriale del Governo pronun-ciò un ultimatum che è rimasto nella mente di tutti: “Sindaco, io voglio la città pulita entro domenica, altrimenti già è grave quello che ha fatto la sua dirigente ieri che ha chiuso il comune per ordine pubblico, lunedì avvio le procedure per l’insediamen-to della commissione di accesso”. Quei mo-menti, che passeranno alla storia come il punto più basso, vergognoso e ridicolo del-la ultramillenaria storia di Vibo Valentia, per l’indecorosa immagine della città deturpata dal lezzo nauseabondo delle montagne di pattume e dalla manifesta incapacità -cui fa riferimento lo stesso Prefetto- ad arginare il disagio, fanno oramai parte del passato. Di un passato che qualcuno, tra quegli uo-mini responsabili dell’ennesimo sacco alla città con una nuova comparsa da teatrino, vuole far passare come un qualcosa che è successo solo per opera e virtù dello Spirito Santo; praticamente all’improvviso e quasi ad insaputa di tutti e, dunque, senza alcuna responsabilità. Oggi, infatti, se vai a parla-re con chi di “competenza” in comune, ti senti dire che oramai è un problema risolto: “Ora la città è pulita” ti dicono. Che faccia tosta! Ci vuole un bel coraggio a dirla così! Poiché, in effetti, per definire la questione rifiuti nel suo complesso a Vibo Valentia,

c’è ancora molto altro da fare. E poi, se è vero come è vero, che qui si continuano a pagare le tasse più alte d’Italia, lo si deve anche a ciò che si è sperperato sinora. Tan-to che, oggi, si cerca inutilmente di correre ai ripari persino sfrattando gli anziani dal Centro Aggregazione Sociale a Vibo Ma-rina. Lo chiamano rispetto delle regole…mah! O sarà piuttosto come tentare di to-gliere l’acqua con un secchiello dal Titanic che sta affondando dopo che si sono persi finanziamenti, dissipate o distratte risorse, scialacquati in modo incosciente e scellera-to i soldi dei cittadini? Presumibilmente si. Ma mentre continuano gli affidamenti di-retti, gli incarichi, le consulenze e quant’al-tro e vengono alla luce fatti ed accadimenti amministrativi di dubbia operosità, traspa-renza ed economicità. E poi c’è chi, come l’assessore al personale, dispone che “Non è consentito a nessun dipendente di rice-vere negli uffici comunali parenti, affini o conviventi per motivi extra lavorativi”, oppure, delega quei dirigenti “incapaci” (sempre secondo S.E. il Prefetto) persino “a verificare che nessuno dei dipendenti si macchi di condotte che possano ledere l’onore ed il decoro dell’Ente” (e con quale competenza? Ma che vuol dire?) rischiando di indurre -quegli stessi dirigen-ti- in un altro “mero errore”. Azz, direbbe il comico Fe-derico Salvatore,

pensando alle responsabilità di chi nei fatti ha leso l’onore e il decoro di tutta la città. Allora, il comune assume le sembianze di un casermone dove si ordina e si comanda per il solo gusto di dominare. Non una casa di vetro, ma un edificio persino distante dai cittadini che diventa simbolo di oppressio-ne per dipendenti e di malgoverno per la popolazione; un casermone di sgherri, una Bastiglia di secondini che inverosimilmen-te sembra tengano in ostaggio una città e tutti i suoi abitanti. Una sottocultura d’altri tempi, un substrato costituito da “bravi” non inclini al buon senso ed alle vere regole del vivere civile. Non è ammissibile che ciò accada nell’epoca del 2.0, nell’era di globa-lizzazione ed internet, perché si resta basiti di fronte ad una spesa enorme per servizi di connettività e poi si emette una formale disposizione con la quale si elimina l’accesso internet nei com-puter della gran parte dei dipen-denti di Palazzo R a z z a alimen-tando , c o s ì , invece c h e entu-

siasmo e collaborazione, nausea, apatia e demoralizzazione. Mentre spazzatura, con-corsi, cani randagi, corsi fantasma, servizi di refezione scolastica, mercati ortofrutticoli, interruzione di pubblico servizio - tanto per citare solo alcune vicende al vaglio degli or-gani inquirenti - restano brutte gatte da pe-lare per i “graduati” del casermone da dove “amministrano” la città. Cosicché, mentre si spera che l’Autorità giudiziaria chiuda al più presto i “fascicoli” delle svariate indagi-ni, i cittadini preparano le schede elettorali per mandarli a casa tutti alle prossime ele-zioni comunali. Chi verrà dopo, chi avrà il compito arduo ed oneroso di ben finalmen-te governare, dovrà impegnarsi a dimostra-re che è proprio dal buio più profondo che

può intravedersi la luce e così dare speranza a quanti, disgu-

stati ma non proni, vo-gliono dare un contri-

buto fattivo e valido, in grado di ridare

dignità, lustro e vigore all’antica terra in cui nac-que e prosperò l’antica Hip-ponion.

Oneri concessori. Altra grana per Palazzo Luigi RazzaPotrebbero ammontare a svariate centinaia di migliaia di euro le somme richieste illegittimamente

Il comune di Vibo Valentia sarà costretto a rimborsare parte degli oneri concesso-ri richiesti ed incassati negli ultimi 5 anni e relativi ad interventi edilizi realizzati nel territorio comunale. È quanto stabilisce una recente sentenza del T.A.R. Calabria, precisamente la n° 01399 del 04.09.2014, che nel pronunciarsi definitivamente sul ricorso proposto dalla B.E.L.C. Costruzioni Srl di Vibo Valentia, ha annullato l’accer-tamento del diritto alla esatta liquidazione

degli oneri concessori relativi ai permessi a costruire n° 2062/13 – 1861/11 – 806/07 – 506/06. Tradotto significa che la ricor-rente Società di costruzioni vibonese, alla quale erano state richieste somme per circa 130mila euro per oneri di urbanizzazio-ne, andrà a risparmiare all’incirca 100mila euro. E per di più, in virtù di quanto stabi-lito dal Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, tutti coloro che negli ultimi 5 anni sono stati obbligati a versare nelle

casse comunali somme arbitrariamente ri-chieste, alla luce della suddetta sentenza, potranno richiedere la relativa restituzione al comune di Vibo Valentia.Nel provvedimento del TAR Calabria si legge tra l’altro: “Premesso che la socie-tà ricorrente contesta la determinazione assunta dal comune di Vibo Valentia, di liquidare gli oneri concessori afferenti ad un intervento edilizio da realizzarsi, compu-tando pure i volumi destinati a parcheggi obbligatori; Ritenuto che i volumi destinati a parcheggi obbligatori ad uso privato di cui al’art. 41 sexies L. 17 agosto 1942 n° 1150, legati all’immobile principale da un nesso di inscindibilità in forza del quale di essi non possa disporsi separatamente, non sono assoggettabili al contributo commisu-rato al costo di costruzione (cfr. Cons. Sta-to, 28 novembre 2012 n. 6033)”.In sostanza, si tratta di un’altra tegola per Palazzo Luigi Razza e l’amministrazione co-munale in carica alle prese con una situa-zione economica già di per sé molto pre-caria, perché adesso, le somme percepite indebitamente e da restituire, potrebbero ammontare a svariate centinaia di migliaia di euro. Tutto dipenderà da quanti, aven-do versato somme in eccedenza indebita-

mente richieste dal comune, verranno a conoscenza di questa sentenza del T.A.R. Calabria. È da precisare, infine, che circa tre mesi fa con un formale atto, la “svista” era stata sanata dall’amministrazione co-munale poiché, riscontrata l’anomalia, si era provveduto formalmente ad eliminarla chiarendo, altresì, che a far data la redazio-ne dello stesso atto le predette somme pre-tese -sino ad allora illegittimamente- non sarebbero più state richieste. (r.v.)

Errata corrigeNel precedente numero, nell’ar-ticolo pubblicato a pagina 2, dal titolo “Concorsi al comune. I co-gnati su’ piezzi core” e stata indi-cata erroneamente la data 2014 per la determina n° 251 del 5 luglio redatta dalla dirigente Teti Adriana. In realtà la determina citata è stata realizzata nell’anno 2011.

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Durante l’anno accademico appena trascor-so è stato anche docente universitario di Di-ritto del lavoro presso l’Università Telematica “Pegaso” di Napoli. Un incarico prestigioso che dà maggiore senso e peso alla carica che Franco Cavallaro ricopre ininterrottamente dal 2003 quando al congresso nazionale del sindacato CISAL è stato eletto segretario na-zionale. Un uomo, figlio di questo territorio vibonese, apparentemente come i tanti che si sono affermati per la loro determinazione e non solo. Una persona decisa nel mante-nere dritta la barra e il timone di quella nave che è il suo sindacato autonomo che è cre-sciuto tantissimo in questi ultimi dieci anni. Cavallaro col suo modo di essere è in grado di mettere a proprio agio chiunque, anche il cronista che nella sede vibonese di Via Luigi Razza gli rivolge alcune domande per questa intervista che in esclusiva il Segretario della Cisal ha concesso a questo settimanale.Disoccupazione, malgoverno, arretra-tezza della città e del suo hinterland. La Cisal è stata critica con la politica. Ma senza la politica non si va da nessuna parteL’odierna ed assurda condizione della cit-tà spiega in maniera inequivocabile il fal-limento dell’attuale sistema politico. Non era mai accaduto che un territorio di ricche e prestigiose tradizioni e competitivo con le altre principali realtà regionali precipitasse così in basso. È evidente che se l’attua-le percorso ha portato allo sfascio istituzionale ci sono delle precise responsabilità che non possono non essere ascritte alla classe politica e dirigente. In realtà, ed in questo la Cisal è stata sempre puntuale nell’invoca-re una inderogabile inversio-ne di rotta sul metodo di go-vernare la città, non è mai esi-stito un complessivo e innova-tivo “progetto Vibo Valentia”. Nessuno ha mai pensato, e le nostre sollecitazioni sono state costanti, di promuovere un ta-volo comune per raccogliere le istanze della popolazione e svi-

luppare un programma adeguato ed utile a dare concrete risposte alle esigenze di tutti i giorni. Ad incominciare dalla disoccupa-zione che a Vibo Valentia continua a tocca-re il fondo in termini drammatici, proprio per la incapacità della politica locale di of-frire speranze di inserimento nell’attività la-vorativa a giovani e meno giovani. Questo vuol dire che la politica, quale organo di programmazione, non ha saputo interpre-tare le priorità del territorio disattendendo in pieno le aspettative di una popolazione che aveva tutto il diritto di credere in un pieno risveglio dalla condizione di precarie-tà in cui vive Accordi bipartisan hanno portato all’e-lezione del Presidente della Provincia. Cosa ne pensa?Chi si attendeva che la classe politica an-che per questa circostanza potesse

propiziare il classico scatto di reni è rima-

sto letteralmente deluso. In assen-za di un organico progetto capa-

ce di conciliare le condizioni per

proporre candi-d a t i

c h e

godessero del consenso delle rispettive forze politiche ancora una volta è prevalso un metodo che si è prestato alle polemiche più sterili. È auspicabile la recente scelta di sindaci e consiglieri comunali si sia orienta-ta a favore di quel candidato che ora deve dimostrare di essere in grado di raccogliere il più largo consenso su un programma che aiuti la Provincia a gestire l’attività in termini produttivi, determinando una inderogabile svolta politico amministrativaLei ha definito “pattumiera sul mare” questa città. Può tornare ad essere “Giardino sul mare”?Questa estate la città ha visto abbassarsi incredibilmente il suo eccellente indice di gradimento. L’eterno problema legato alla potabilità o meno dell’acqua, l’indefinibi-le catastrofe determinata dall’assurdo tilt registrato nel sistema della raccolta dei ri-fiuti che ha reso Vibo Valentia un pessimo biglietto da visita per i vacanzieri, ha pe-nalizzato enormemente l’immagine che un tempo ci aveva reso competitivi, a livello re-gionale, proprio sul piano della cultura dell’accoglienza. E la città alla fine ha pagato un caro prez-zo anche in termini non solo commerciali se è vero che l’ambiente inquinato dagli effetti determinati dalle montagne di rifiu-ti hanno creato gravi disagi igienico sanita-

ri e ambientali Il Prefetto ha minacciato più volte l’in-vio di una commissione d’accesso al Co-mune. Per lei è necessaria ?Credo che l’eccellente impegno di Sua Ec-cellenza il Prefetto, dott. Giovanni Bruno, ha evitato che Vibo Valentia sprofondasse nella più assurda ed avvilente disperazione. Non era mai accaduto che l’incapacità di un’amministrazione attiva portasse all’ine-vitabile intervento della massima autorità

territoriale di governo costretto, quasi per volontà popolare, ad occuparsi di una serie di emergenti problematiche che per la loro insidiosità hanno messo più volte al tap-peto la città. Il Prefetto Giovanni Bruno ha fatto sua, con alto senso di responsabilità, la valanga di disagi che si erano addensati sulla vita quotidiana di una città costretta, ad un certo punto, ad andare avanti grazie alla caparbia, capace e più che competente volontà operativa di un’Autorità di Governo che ha salvato il territorio evitando, come sostenuto da più parti, anche gli effetti di una minacciata insurrezione popolareRecentemente lei ha sostenuto pubbli-camente che il futuro sindaco della città debba avere le caratteristiche di un ma-nager. Anche in questo caso esclude la politica?La politica, e sottolineo la buona politica, non può non tener conto della grave situa-zione che si è venuta a determinare negli ultimi tempi nella conduzione dell’attività di Palazzo “Luigi Razza” per cui diventa inde-rogabile la necessità di pensare, con grande convinzione, al futuro immediato di questa città. Va in questa direzione l’opportunità di assicurare una guida capace, intraprendente e determinata. Ho pensato che Vibo Valen-tia non può essere tagliata fuori dai percorsi o dalle scelte che avvengono in Europa, nel governo centrale o nel governo regionale. Ed è proprio in questa visione che occorre affidarsi alle capacità manageriali di un giovane sindaco pronto a mettere in te-sta alla sua agenda concreti rapporti con Strasburgo, Bruxelles, Roma e Catanza-ro che diventano preminenti rispetto alla

occupazione giornaliera della gestione della prima poltrona del Comune Il futuro Presidente della Regione cosa dovrà fare da subito? Dovrà interpretare più equamente le im-mediate esigenze di tutto il territorio re-gionale privilegiando le aree più depresse soprattutto dal punto di vista occupazio-nale, invertendo l’attuale sistema che con-tinua a “produrre” fuga di cervelli e nuove povertà, ridando al sistema sanitario quelle priorità che la domanda di salute oggi ac-cusa. In via preliminare occorre anche dare

una forte spallata alla cultura della clientela ed affaristica. Le cronache di tutti i giorni sono piene di casi che mettono a nudo la in-capacità ma soprattutto l’assurda attitudine della classe politica e dirigente a proseguire, nonostante le mirate denuncie, nello sper-pero del danaro pubblico. Insomma occorre dar vita ad una nuova politica della condivi-sione basata sulla necessità di garantire alla popolazione una piena ripesa economico occupazionale

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25° anno di attività

THE POSTURAL LINE

L’Intervista di Emilia Grandinetti

Il leader nazionale del sindacato CISAL indica l’identikit per la scelta del nuovo sindaco

Cavallaro: “Mai esistito un progetto Vibo Valentia. Necessaria un’inversione di rotta con il coinvolgimento dei cittadini”

Meglio la rettifica che la querelaLa ripresa delle pubblicazioni de “Il Vibonese” è stata sollecitata dalla stra-ordinaria criticità in ogni settore della vita quotidiana, anche e soprattutto in questo capoluogo di provincia, dove si opera spesso con improvvisazione, incapacità e, qualche volta, persino contro gli interessi della collettività. Spe-cie nella pubblica amministrazione dove commettere errori vuol dire non garantire servizi addossando tasse e balzelli alla popolazione. Nel breve trimestre appena trascorso si è data chiara espressione della li-nea editoriale adottata mostrando una personalità che cataloga questo set-timanale prioritariamente come strumento che vuole dare voce alla gente col precipuo scopo di evidenziare ed affermare, anche attraverso un giorna-lismo d’inchiesta, il principio alla libertà di informazione e di critica costitu-zionalmente garantiti. Con ciò attenendosi agli obblighi contenuti nei codici e le leggi sulla stampa e di conseguenza adottando comportamenti tali da evitare la diffusione di notizie false e tendenziose che sono perseguibili an-che penalmente. Ovvero, concorrendo alla diffusione di notizie di pubblico interesse, avendo sempre postulato fondamentale di riferimento, il rispetto della verità e della dignità del prossimo.Nonostante l’esercizio legittimo di cronaca e di critica –quale espressione diretta del principio costituzionale di libera espressione del pensiero- in presenza dei requisiti di verità dei fatti narrati e dell’interesse pubblico e della continenza espressiva, continuano ad essere presentati esposti e que-rele contro questo mezzo di stampa. Vale la pena evidenziare che la denun-cia per diffamazione è un’arma a doppio taglio, perché là dove poi si doves-se riscontrare l’infondatezza può ritorcersi contro chi l’ha originariamente promossa facendo scattare il reato di calunnia. Consci di ciò si richiama la possibilità a quanti interessati di ricorrere più opportunamente all’istituto di rettifica e replica in considerazione che quanto sinora pubblicato è sostan-zialmente frutto di una scrupolosa attività di indagine e per di più di risultati riscontrabili formalmente in atti pubblici.

L’Editore

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di Pasquale Motta

Diego Antonio Nesci, un nome che magari ai più non dice niente, per la cronaca, invece, è il fratel-lo della cittadina deputata a 5 stelle Dalila Nesci. In occasione delle “regiona-rie”, Diego Antonio, ha comunicato al mondo ( ri-gorosamente attraverso la rete) di volersi candidare per le regionarie calabresi, per concorrere a una delle 30 candidature dei grillini in salsa calabra. Grazie a qualche indiscrezione, pane quotidiano per noi giorna-listi, la stampa dunque, è venuta a conoscenza che tale ambizione un qualche mal di pancia nel movimen-to l’aveva procurato. Sulla base di ciò, diversi osser-

vatori hanno scritto, non a torto, di “parentopoli” grillina. Tra le tante testate che hanno riportato questa dicitura, anche Rete Cala-bria, con un servizio a firma del bravo e puntuale colle-ga Mimmo Famularo. Apriti cielo, la cittadina onorevole Dalila Nesci, nonché sorella dell’aspirante consigliere regionale, è andata su tutte le furie e, anziché chiedere il diritto di replica, come si conviene ad un rappresen-tante pubblico, ha preferito minacciare risarcimenti civili e querele. Intendiamoci, prassi normale in questo paese dove la libertà di stampa è continuamen-te attaccata dalla politica, dall’economia e dai poteri criminali e ogni tanto da qualche finto giornalista.

Quello che, invece, è anor-male, purtroppo, è quando a farlo sono coloro che si prefiggono la missione di liberare il paese, di dare le-zioni di etica e morale agli altri, di predicare, fino allo sfinimento, la propria su-periorità e diversità morale. La reazione della onorevole cittadina Nesci rivela invece,

esattamente il contrario. D’altronde, cosa ci si pote-va aspettare da una depu-tata di un movimento il cui leader è impegnato quoti-dianamente a redigere liste nere di giornalisti che han-no l’ardire di criticare il ver-bo dei pentastellati? Nien-te, assolutamente niente. Vabbè, lasciamo pure che

la deputata cittadina Dalila affoghi nelle carte delle sue diffide e querele e, piut-tosto, domandiamoci che fine abbia fatto il fratello Diego Antonio, impegnato a conquistare un posto in prima fila alle regionarie? Lo avevamo lasciato men-tre solennemente postava su Facebook questo pen-siero profondo: “ La mia candidatura alle regionarie per alcuni rappresenta un problema: ed invece rap-presenta la soluzione”, invi-tando poi a cliccare sul link di wikipedia dove avremmo potuto conoscere il signifi-cato di Permacultura. Nel-la spiegazione fornita da Wikipedia, crediamo che l’aspirante “soluzione del problema” abbia preso alla lettera il passaggio che reci-

ta: “[…] la Permacultura…non ha come obiettivo prin-cipale quello di far pressio-ne su governo e istituzioni per cambiare la politica, ma quello di permettere a indi-vidui, famiglie e comunità locali di accentuare la loro autosufficienza e autorego-lazione”. Deve essere stato questo passaggio sulle fa-miglie che, evidentemente, deve aver condizionato Die-go Antonio Nesci, fratello della cittadina deputata Dalila. Purtroppo anche i potenziali elettori lo hanno preso in parola e hanno la-sciato che il Diego Antonio Nesci venisse votato solo dai familiari. Risultato 2 voti. Credo neanche la fa-miglia al completo. Insom-ma dalle dorate 5 stelle a due scellini pataccati.

Dalila Nesci

Chiude la R.S.A. di Vibo Valentia“Un tempo era grande il rispetto per una testa

ricoperta di capelli bianchi”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

I FRATELLI NESCI, DALLE 5 STELLE ALLE DUE PATACCHE

Si dimentica spesso che benché viva sul passato, il vecchio è agganciato al presente e pensa ancora a come vi-vere il tempo che gli rimane. Ancora una volta la disumanizzazione della società a favore degli interessi econo-mici prevale su tradizioni,esigenze e fasce deboli. Chiude la R.S.A. di Vibo Valentia costola e prolungamento di una tradizione antica che risale al vecchio ospedale del Carmine; fiore all’occhiello di una società che si oc-cupava e preoccupava dei suoi anzia-ni, coloro i quali, attraverso ricordi e saperi,testimoniano la memoria sto-rica di una città. Qualsiasi sia la mo-tivazione addotta, essa prescinde ed ignora l’importante finalità sociale di tale servizio impoverendone il signi-ficato di ricovero, ossia casa per chi non potendo averne una perché solo o bisognoso di assistenza ha trovato già da tempo lì la sua dimensione, la trasposizione e continuità di quel quo-tidiano che aveva all’esterno. Storie di anziani la cui giornata è scandita da una routine rassicurante fatta di personale medico e paramedico che ormai conosce da tanto tempo e con cui ha imparato a familiarizzare, supe-rando quelle ritrosie tipiche di chi,con tanti anni sulle spalle, fa fatica ad af-

fidarsi; di visite sistematiche di parenti che possono garantire oggi giorno la loro presenza perché sul territorio, ras-sicurando quegli sguardi in attesa ma-gari anche solo per dare un ultimo sa-luto prima che sopraggiunga la notte. Nessuna motivazione può giustificare agli occhi di colui che vive il tramonto della sua esistenza, un trasferimento che lo sradichi, dalle sue radici, dai suoi familiari dal sentirsi ancora parte integrante del suo territorio, dal suo sentirsi ancora vivo perché in grado di avere nelle sue mani il proprio futuro. Già, perché la paura più grande per un anziano è non poter decidere del tempo che gli rimane. Mi piacerebbe allora che si tenesse in considerazione oltre l’aspetto tecnico della questione, anche il lato umano per modificare scelte che non solo spogliano la mia città di un nobile servizio, ma non ri-spettano quella categoria attraverso la quale è passata la realizzazione della nostra società della cui saggezza non possiamo fare a meno per una miglio-re qualità dell’esistenza collettiva e a cui forse, si sarebbe dovuto chiedere, che cosa ne pensasse!

Rita LarosaCittadina di Vibo Valentia

Cari amici de “Il Vibonese” complimenti. Davvero congratulazioni per il coraggio che state dimostrando. Come periodico in così breve tempo siete riusciti davve-ro a creare scalpore svolgendo un lavoro egregio che non può passare inosserva-to a nessuno. Dico davvero a nessuno. E quando dico a nessuno non mi riferisco soltanto a quella parte di popolazione che accetta passivamente le frustrazioni di una città allo sbando. Ciò che avete denunciato pubblicamente con tanto di prove inconfutabili ha sollevato e con-tinua a sollecitare la coscienza di tante persone oneste che non sono più dispo-ste a lasciare che abusi e soprusi passino inosservati. Qui è in gioco la rinascita di Vibo Valentia e voi, che avete dato voce alla gente con questo vostro giornale, siete stati in grado di risvegliare nella popolazione la voglia di partecipare, sta-nando quanti credono di gestire la cosa pubblica come fosse casa propria. Dice bene l’ingegnere Mimmo Basile, voi date fastidio a molti; io aggiungerei a molti che hanno scheletri negli armadi da cu-stodire. Noi siamo sempre più stanchi e

infastiditi da ciò che accade. Tanto che ci eravamo davvero tanto entusiasmati quando S.E. il Prefetto di Vibo Valentia con le sue pubbliche dichiarazioni ed in-terventi manifestava una determinazione senza uguali. Ma cosa è successo dopo? E cosa è avvenuto all’indomani delle denunce che con questo giornale avete reso note alla opinione pubblica? Noi crediamo nel corso della giustizia perché se a questo punto non bastano l’impe-gno e la determinazione del Prefetto, l’apparato dello Stato deve comunque sentirsi impegnato a fare in maniera più concreta rumore. Perché i nodi non possono che venire al pettine. Voi state state recitando un ruolo fondamentale di sensibilizzazione in questo contesto. Uno straordinario lavoro di informazione fon-dando la notizia su elementi che sono in-contestabili cui è auspicabile un seguito per far trionfare la legalità. Allora? Allora adesso è necessaria una svolta per otte-nere la vera giustizia sociale.Il vostro coraggio sarà premiato. I com-plimenti e ringraziamenti più sentiti a voi tutti. (G.M. Cittadino di Vibo Valentia)

Quanto paga l’Aterp le figure apicali In una precedente edizione de “Il Vibo-nese” abbiamo pubblicato un articolo col quale si sono resi noti redditi ed emo-lumenti di amministratori e dipendenti di Palazzo Luigi Razza. In questo numero ci è sembrato interessante invece, puntare i riflettori sulle figure apicali dell’Azienda Territoriale Residenziale Pubblica di Vibo-Valentia (ATERP). Neanche in questo caso scopriamo l’acqua calda in quanto si trat-ta di dati che per obbligo della trasparen-za della pubblica amministrazione, sono riportati nel sito istituzionale dell’Azien-da stessa. Non senza aver sollevato prima delle eccezioni. Perché alla data in cui re-alizziamo questo “pezzo” (29.09.2014) ad una prima disamina del sito, alcune voci e settori risultano o incompleti o pri-vi di compilazione. Nella sezione dell’Al-bo pretorio, per esempio, che dovrebbe contenere tutte le delibere, le determine,

i decreti e quant’altro, emergono voci per nulla esaustive: 16 delibere (dal mese di agosto fino al 19 settembre), nessuna determina e 2 soli decreti, mentre due settimane fa i decreti pubblicati erano ben quattro ovvero, quelli che avevano ispirato un nostro precedente intervento. Una sezione rilevante e notevole questa degli atti che appare, invece, del tutto incompleta. Sebbene ci si imbatta nella sezione dell’ufficio stampa, troviamo riportato il nulla. Risultano, al contrario compilate le sezioni riguardanti la modu-listica, i regolamenti, le note legali, la tra-sparenza e il merito, il piano triennale e i bandi di gara. La curiosità di individuare le retribuzioni dei dirigenti e dei dipen-denti ci ha spinto a svolgere una ricerca mirata nella sezione “Amministrazione trasparente, adempimenti legge 69 art. 21” e, dopo una serie di esamine delle

varie voci che la compongono, siamo riusciti ad individuare i curriculum e le indennità dei 4 dirigenti interni e del di-rettore generale e non le retribuzioni dei dipendenti di ruolo. Proseguendo con la ricerca abbiamo rilevato solo la dichiara-zione dei redditi del Direttore Generale Antonino Daffinà che riporta come red-dito complessivo la cifra di 160.693,00 euro. Infatti, non abbiamo trovato le dichiarazioni dei redditi degli altri Diri-genti. Una lacuna anche questa che non appaga la completa trasparenza. Per una maggiore chiarezza e limpidezza ripor-

tiamo lo schema fedele delle retribuzio-ni annuali (lorde) dei Dirigenti Aziendali pubblicato sul sito. Ultima singolare cosa degna di nota. Scopriamo attraverso la lettura di uno dei due decreti pubblica-ti che Pasquale la Gamba, attuale vice sindaco a Palazzo Luigi Razza, percepisce un’indennità annua di € 7.000 per l’inca-rico di portavoce e ci siamo concentrati e sforzati di ricordare in quale occasio-ne nell’ultimo biennio lo abbiamo visto da qualche parte nel pieno esercizio di queste sue funzioni: nulla! Proprio nulla. Neanche nel sogno. (m.gr.)

Retribuzioni annuali dirigenti aziendali Aterp Vibo Valentia

Qualifica ricoperta NominativoStipendio tabellare

Retribuzione posizione

TOTALE

Direttore Generale Dott. Antonino Daffinà 43.310,00 48.631,98 91.942,58

Diret. Sett. tecnico Arch. Vincenzo Giannini 43.310,00 48.631,98 91.942,58

Diret. Sett. Ammin. Avv. Giovanni Macrì 43.310,00 48.631,98 91.942,58

Diret. Servizio Tecn. Ing. Giuseppe Raffaele 43.310,00 40.519,31 83.830,21

Diret. Serv. Amm. Avv. Nicola Domenico Carullo 43.310,00 40.519,31 83.830,21

Complimenti!

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Dopo Enzo Romeo, Gaetano Ottavio Bruni e Francesco De Nisi, il sindaco di Briatico Andrea Niglia è il nuovo presidente della Provincia di Vibo Valentia. Il primo dei Presidenti anche in Calabria eletto secondo le nuove regole intro-dotte dalla riforma Delrio. Come si ricorderà erano tre i candidati: Andrea Niglia, sindaco di Briatico sostenuto dalla lista “Insieme per la Provincia di Vibo Valentia Adesso”, che vedeva insieme i renziani del Pd (che fanno capo all’ex presidente dell’Amministrazione provinciale Francesco De Nisi e a Gianluca Callipo), espo-nenti Ncd (che fanno riferimento all’assessore regionale al lavoro, Nazzareno Salerno), di For-za Italia e di Fratelli d’Italia; Sergio Rizzo, sinda-co di Maierato, alla testa della lista “PD Amministratori Vibone-si Indipendenti” che portava il simbolo del Partito democratico e Giuseppe Raffele, consigliere comunale di Serra San Bruno, della lista “Dalla parte giusta Ncd-Udc”, e sostenuto da quella parte del Ncd che fa capo al consigliere regionale Alfonsino Grillo e dall’Udc. Niglia è risultato eletto con 456 preferenze, mentre degli altri due contendenti Rizzo ne ha ottenuti 274 e Raffele 151.Alla luce dei risultati il nuovo consiglio provinciale risulta com-posto da 5 componenti della lista di Niglia, 3 di Rizzo, 2 di Raf-fele. Col neo presidente sono stati eletti: Pasquale Fera (consi-gliere comunale a San Nicola da Crissa ed assessore provinciale uscente), Francesco Galati (sindaco di Zungri); Giovanni Macrì (consigliere comunale di Tropea); Carmine Mangiardi (vicesin-daco di Sorianello); Ovidio Romano (sindaco di Simbario). Della lista a sostegno di Rizzo gli eletti sono invece   Franco Barbalace (sindaco di Spilinga); Leoluca Antonio Curello (consi-gliere comunale di Vibo Valentia); Vitaliano Papillo (sindaco di Gerocarne). Di quella di Raffaele, infine, sono risultati Raffaele Scaturchio (consigliere di Dasà), Antonio Bretti (consigliere di Tropea).L’elezione di Andrea Niglia ha sollevato un vespaio di polemiche. Già alla vigilia quell’accordo bipartisan tra la parte renziana del Pd e forze politiche ed esponenti del centrodestra (Forza Italia e Nazzareno Salerno) -ora fonti attendibili asseriscono che Niglia abbia avuto anche l’appoggio incondizionato del sindacato Ci-sal- era stata aspramente criticata. Anche con singolari attributi come “inciucio” o “lordazzo”. C’è chi, come Pietro Giambo-rino, aveva definito questo accordo “Vergognoso” asserendo addirittura che Gianluca Callipo e company “pare che abbiano già ceduto il comune di Vibo Valentia per avere da qui a breve un tornaconto alle primarie”. Molto duro anche il commento

del senatore Tonino Gentile: «A Vibo Valentia ha vinto una “insalata mista”, mal condita pe-raltro, mentre Ncd presenta  il suo simbolo in-sieme all’Udc e conquista il 23% e due seggi». Tra i neo eletti consiglieri c’è chi come Pasquale Fera si è opposto fermamente dichiarando che invece “È stato un accordo tra perso e bene” che si sono ritrovate insieme per il bene del territorio. Sul neo presidente della Provincia ha posto veti ed ombre il Coordinamento naziona-le antimafia Riferimenti che ha chiesto al pre-fetto di Vibo Valentia nonchè alla Commissio-ne parlamentare antimafia di «verificare e fare piena luce sull’elezione», chiedendo che venga esaminata con attenzione la relazione del com-

missario straordinario al comune di Briatico, agli atti della Com-missione Parlamentare antimafia. Secondo quanto evidenziato da Riferimenti “risulta infatti che il neo presidente della Pro-vincia di Vibo fosse assessore in carica al comune di Briatico al momento dello scioglimento per mafia e allo stesso comune sia stato candidato a sindaco con una sola lista in campo, la sua. Precedenti - chiarisce Riferimenti in una nota - sembrano esserci anche agli atti dell’inchiesta Pantarei”. Sul sindaco di Briatico, infatti, pesava l’appello al verdetto col quale il Tribunale di Vibo Valentia aveva respinto la richiesta di incandidabilità per mafia ritenendo Niglia estraneo ai fat-ti. Lo scorso 25 maggio la nuova candidatura e l’elezione a sindaco ed oggi la candidatura e l’elezione a presidente della Provincia grazie al fatto che la Corte di appello di Catanzaro il 2 settembre, non è entrata nel merito degli addebiti consentendogli di rimanere al gui-da del comune avendo scontato già il turno di incandidabilità. Il Coordinamento Riferimenti, dopo l’elezione di Niglia, lancia pure un “preciso allarme per  le prossime elezioni regionali calabresi, esigen-do pulizia e trasparenza nelle liste che si andranno a presentare agli elettori, non essendo più accettabili e comprensibili errori di valutazione”. “La Calabria – ha dichiarato la presidente di Riferimenti, Adriana Musella - ha bisogno di una politica del fare trasparente non una politica di pancia e di connivenze ma una politica di onestà, che sia di forte contrasto e non strumen-to degli  intrecci perversi con la ‘ndrangheta e la massoneria

deviata”. Le fa eco la la deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, che ha asserito che la “Commissione parlamentare antimafia dovrà valutare e non lasciare inascoltato l’odierno appello di Adriana Musella, presidente del coordinamento nazionale an-timafia Riferimenti, sulla elezione del Presidente della Provincia di Vibo Valentia”.A caldo arriva il pubblico intervento dell’On.le Iole Santelli: “Au-guri e complimenti vivissimi al nuovo presidente della provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia. In qualità di coordinatore re-gionale di Forza Italia mi congratulo per le scelte politiche ed il grande lavoro fatto con il coordinatore provinciale del partito, Domenico Arena, con il consigliere regionale Salvatore Bulzomì e con il partito tutto che in queste elezioni è andato compat-to. Vibo Valentia sta dando grandi soddisfazioni a Forza Italia, c’è un lavoro ed una interlocuzione quotidiana ed io ringrazio davvero tutti i dirigenti del partito. Ci aspettano adesso altre ed impegnative competizioni che affronteremo con la sicurezza di chi è abituato a lavorare ed a confrontarsi con i cittadini”. E poi anche quelli di un altro deputato, Pino Galati: “La vittoria di Andrea Niglia, neo presidente della Provincia di Vibo Valentia, è da accogliere con soddisfazione e fiducia per il futuro. Il lavoro svolto da tutte le componenti di Forza Italia ha dato i suoi frutti. Mi auguro che la Provincia di Vibo Valentia, a forte vocazione turistica, possa intraprendere un cammino virtuoso che ponga rimedio alla sua difficile situazione finanziaria e contestualmen-

te attivi processi di sviluppo legati alle tante eccellenze presenti. For-mulo al presidente Niglia e a tutti i consiglieri eletti gli auguri di un proficuo lavoro in un momento particolare della vita politica, so-prattutto in questa delicata fase che interessa gli Enti intermedi”.Comunque sia la lista di Andrea Niglia, doppia il primo inseguitore, Sergio Rizzo, sindaco di Maierato che partecipava alla competizione con la lista “PD Amministratori Vibonesi Independenti” che ave-va nel proprio logo il simbolo del

Partito Democratico, anche se qualcuno ricorderà che nelle settimane precedenti il vice segreteraio Lorenzo Guerini ave-va però disconosciuto l’ufficialità del sostegno a questa lista. Se il primo inseguitore è stato doppiato, ironia della sorte, il secondo,Giuseppe Raffele,sostenuto da Udc e Ndc, è stato doppiato due volte.

Palazzo Ex Enel, sede dell’Amministrazione Pronvincialedi VIbo Valentia

Andrea Niglia

Elezioni provinciali. Andrea Niglia Presidente delle polemiche

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Amerigo Fiumara, ingegnere e do-cente, autore del libro “Il PSIUP – Francavilla prima e dopo (’50–’79)” che racconta l’importanza del Partito Socialista Italiano d’Unità Proletaria per lo sviluppo socio-culturale e po-litico della sua città d’origine, è sta-to chiamato a raccontare il ruolo di quel partito, di cui è stato militante, in un convegno nazionale a Bologna dal tema “Il PSIUP: la costituzione e la parabola di un partito (1964 – 1972) che si svolgerà il prossimo 10 ottobre nel capoluogo emiliano in occasione del 50° anniversario della nascita. Con il patrocinio del Comune e del-la Provincia di Bologna l’iniziativa si svolgerà in collaborazione con la Fon-dazione Gramsci Emilia Romagna ed il Centro italiano di Documentazio-ne sulla Cooperazione e l’Economia Sociale. Numerosi gli interventi di ex esponenti e militanti storici del PSIUP: da Aldo Agosti a Tommasi Nencioni, da Anna Celadin a Marica Tolomelli, da Fabrizio Loreto a Mirco Carrattieri. Tra gli interventi programmati anche quello di Amerigo Fiumara Francavil-lese di nascita e vibonese d’adozione.

La copertina del libro“Il PSIUP – Francavilla prima e dopo

(’50–’79)”.Nel riquadro sopra

l’autore Amerigo Fiumara

Nata a Vibo Valentia nel 1972. Vive a San Costantino di Briatico all’incirca sino al 1990. A tredici anni inizia la carriera di modella, svolta fino all’età di diciotto anni quando, durante un servizio fotografico, incontra l’agente Paola Petri, moglie del regista Elio Petri, che la spinge ad iniziare una carriera cinematografica e televisiva. Proprio in televisione, a partire dal 1992, appare nelle miniserie: Piazza di Spagna (1993), regia di Florestano Vancini, Delitti privati (1993) diretta da Sergio Martino, La famiglia Ricordi (1995), regia di Mauro Bolognini e Il ritorno di Sandokan (1996) di Enzo Castellari.L’esordio al cinema è sempre nel 1992 con In camera mia, regia di Luciano Martino, ed Oro, regia di Fa-bio Bonzi. Nel 1993 è anche protagonista di Graffiante desiderio, diretto da Sergio Martino. Tra gli altri lavori per il grande schermo: Ritorno a Parigi (1995), regia di Maurizio Rasio, Passaggio per il para-diso (1996), regia di Antonio Baiocco, La spiaggia (1999), regia di Mauro Cappello-ni, Si fa presto a dire amore (2000), regia di Enrico Brignano, e La lettera (2004), regia di Luciano Mattia Cannito.

Numerose le fiction tv di successo che la vedono protagonista, tra cui: Lui e lei e Lui e lei 2 (1998–1999); Le ragazze di piazza di Spagna, replicate per tre sta-gioni (1998-1999-2000) ; Senso di Colpa (2000), L’uomo che piaceva alle donne - Bel Ami (2001), San Giovanni - L’apo-calisse (2002); Augusto e Ics - L’amore ti dà un nome del (2003); Rita da Cascia (2004), nel ruolo magistrale della santa; Padri e figli, Il bambino sull’acqua, Gio-vanni Paolo II e Il mio amico Babbo Na-tale del 2005 o Nati ieri nel 2006/2007. Inoltre Enrico Mattei - L’uomo che guar-dava al futuro (2009), biografia dell’ex presidente dell’Eni, Crimini 2: Cane nero (2010), Angeli e diamanti (2011) o Un caso di coscienza 5 (2013). Nel 2002, in-sieme a Manuela Arcuri, affianca Pippo Baudo nella presentazione del Festival di Sanremo. Nel 2003 debutta nelle vesti di cantante nella canzone Mi manchi già in duetto con Gaetano Curreri, leader de-gli Stadio. Nel 2011 inoltre partecipa alla settima edizione di Ballando con le stelle, condotto su Rai 1 da Milly Carlucci classi-ficandosi al terzo posto.

Vittoria Belvedere

Amerigo Fiumara al convegno nazionaledi studi sul PSIUP

Scusate il disturbovisto su facebook

Ritorno sulla vicenda, di infinito squal-lore, dell’ex pm De Magistris. Le ester-nazioni di costui proseguono a ritmo incessante. È una raffica di insinuazio-ni su chiunque metta in dubbio il suo passato da vittima innocente ed il suo presente da martire della libertà. E’ il sistema con il quale, negli anni passati, forte del sostegno mediatico degli ami-ci giornalisti ed alla disponibilità, dun-que, di strumenti di divulgazione (dif-famazione) straordinari, ha coinvolto migliaia di persone nel suo (falso) pro-getto politico di purificare e liberare le istituzioni repubblicane dalle incrosta-zioni corruttive. Penso ai giovani di Lo-cri che avevano intravisto un barlume di speranza: potete rivendicare il diritto alla parità ed all’uguaglianza contro l’oppressione politico-mafiosa era un sogno che poteva realizzarsi attraverso un leader che si ergeva a paladino dei gusti. Penso alla mia Catanzaro ed alle migliaia di concittadini osannati o de-siderosi di riscatto (o di qualche posto al sole, taluni) al novello rivoluzionario, incorruttibile e onesto che prometteva di dare battaglia alle orde di disonesti che soggiogavano la città dei tre col-li. Penso ai suoi elettori di tutta l’Italia, convinti al voto “pulito”, trascinati dall’ammirazione per il magistrato che, con il pianto agli occhi ed il nodo in

gola, dichiarava d’essere stato depredato vio-lentemente di quella toga che con onore aveva indossato per anni e che aveva rico-perto le spalle del padre e del nonno, del sogno della sua vita, dell’orgoglio della sua famiglia, della dignità dei suoi ideali. Penso a quanta devastazione ha portato nella nostra Regione e il danno concreto che ha creato. Non solo per i veri innocenti che ha massacrato in nome esclusivo di una visibilità mediati-ca immediata e non in linea con le sue capacità e conoscenze. Ma soprattut-to per quanti, attraverso ed in ragione della sua “ansia inquisitoria” diretta solo verso questioni che potevano procuragli notorietà e potere, l’hanno fatta franca, hanno conseguito l’impu-nità. Ladri, malfattori, corrotti hanno ottenuto un salvacondotto! Ricordo quando da avvocato dicevo al cliente di turno “Chi ha in mano l’inchiesta, De Magistris? Allora stai tranquillo non hai niente da temere. Anche se tu fossi colpevole puoi dormire sonni tranquil-li. Non lo capirà mai”. È storia, anzi un pezzo di storia. Il finale è tutto da vivere e da scrivere. Scusate il disturbo.

Giancarlo Pittelli - Avvocato

Tutti i mercoledì alle 21 in esclusivaregionale su ReteCalabria

School day story, il nuovo programma che ripercorre la storia della manifestazione

Aperte sul sito le iscrizioni per partecipare alla ventunesima edizione in preparazione

Lo school day ritorna dopo ben cinque anni di assenza. Lo fa su ReteCalabria, a partire dal primo ottobre, tutti i mer-coledì alle 21 e in replica sabato alle 15 e domenica alle 12. Il programma ripercorrerà la storia dell’evento sin dal-la sua prima edizione andata in scena nel 1990. Venti edizioni e più di dieci-mila studenti partecipanti si sono av-vicendati e scontrati all’insegna della sana competizione per portare alta la bandiera del proprio Istituto. La prove cultura, giovani talenti, canto e abilità hanno dimostrato che il talento e la vo-glia di mettersi in gioco sono caratteri-stiche peculiari di chi, da adolescente, ha voglia di riscatto e di dimostrare agli altri il proprio valore. La manifestazione ideata e condotta dall’editore e fonda-tore di Radio onda verde, Piero Musca-ri, ormai è giunta alla sua ventunesima edizione. Le iscrizioni per poter parte-cipare sono aperte, basta collegarsi sul sito internet www. Schooldayonline.it e compilare il modello apposito. Le sele-zioni partiranno a breve e riguarderan-no tutti gli studenti frequentanti un isti-tuto calabrese che abbiamo tra i 14 e 19 anni. Nel frattempo in queste settimane School day story cercherà di ricostruire la storia delle venti edizioni attraverso testimonianze, immagini e fotografie dei protagonisti dell’epoca. Dalla pri-missima edizione andata in scena nello storico cinema Valentini sino alle ultime finali regionali. A riprova dell’entusia-smo che l’evento ha lasciato nell’animo dei partecipanti, molti dei protagonisti di allora, in questi giorni, si sono ritro-

vati a commentare con nostalgia le foto pubblicate sulla pagina facebook. Una pagina che in pochissimo tempo ha rac-colto centinaia di Mi piace per dar vita ad un amarcord capace di mettere 4 generazioni a confronto e di gettare le basi per un’indagine sociologica sui co-stumi e le mode dell’epoca. Chi erava-mo? Quanto siamo cambiati e che cosa abbiamo in comune con le generazioni di oggi? Queste e non solo sono le do-mande a cui questo nuovo programma, in onda nelle prossime settimane sulla rinnovata emittente vibonese in tutta la Calabria, cercherà di rispondere.

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Entrano nel vivo tutti i campionati dello sport più amato dagli italiani, in attesa di presentare da qui a qualche giorno, anche il campionato della A2 di volley, in quel come ormai noto, troveremo sicura protagonista la squadra cara al presiden-te Pippo Callipo ed al tec-nico Fefe’ De Giorgi. Ma per la pallavolo abbiamo ancora da attendere un paio di settimane. Diverso il discorso per quanto ri-guarda il calcio, che dalla Serie A fino alla seconda categoria, sta già impe-gnando i commenti di tutti gli italiani, pronti a scommettere sulle sorti di questa o quella compagi-ne, piuttosto che indica-re formazioni diversi da quelle che i tecnici seduti in panchina, riescono a proporre domenica dopo domenica.Ma procediamo con ordi-ne, partendo da un cam-pionato entusiasmante come quello di Serie B, dove il Crotone di Drago ancora non dimostra di avere una vera e propria identità, inanellando una serie di risultati anco-ra non entusiasmanti. È chiaro che le risorse eco-nomiche di questa squa-dra, non consentono di pensare in grande, pur nondimeno, già lo scorso anno, la squadra pitago-rica si è regalata un cam-pionato di tutto rispetto, che sarebbe un sogno ripetere. Dopo il pari in-terno col Vicenza, sotto col Livorno. Diverso il di-scorso in Lega Pro, dove ben quattro calabresi, si trovano a condividere un campionato assolu-tamente diverso dalle al-tre stagioni, che dopo la revisione dei campionati nazionali, si trova a coin-volgere nobili decadute e provinciali ambiziose. Fin qui ottimo il cammino del Catanzaro, terzo in clas-sifica alle spalle delle co-razzate Salernitana e Be-nevento, oltre alla Caser-tana. Ma anche la Vigor Lamezia, può sorridere, per un torneo che fin qui ha regalato le giuste sod-

disfazioni alla squadra di Erra. Decisamente male la Reggina, attualmente in malarnese, incapace di trovare il bandolo del-la matassa, pur avendo in panchina mister Cic-cio Cozza, ormai esperto della categoria, che po-trebbe rappresentare il punto di forza e quindi della sperata e agognata ripresa della compagine amaranto, mentre per il Cosenza si profila, stan-do alle prime giornate, un campionato difficile ed in salita. E domenica, Reggina - Cosenza, derby sentito, dopo quello tra Cosenza e Catanzaro, che ha regalato anche mo-menti di spettacolo tra le tifoserie. Man mano pro-seguendo, arriviamo alla “nostra“ Vibonese, redu-ce da un altro pareggio, stavolta casalingo, che ha fatto un po’ storcere il muso ai tifosi presenti, che si aspettavano i tre punti contro un Acri per nulla proibitivo. A guar-dare la gara, appare evi-dentissima, la difficoltà di alcuni elementi della rosa, di calarsi nella ca-tegoria. Infatti, le giocate sopraffine ed eleganti di

Da Dalt e compagni, poco si sposano con le giocate maldestre ed a volte pa-lesemente improvvisate degli avversari, che natu-ralmente incontrando la Vibonese, raddoppiano gli sforzi. Non si capisce ancora perché un organi-co come quello messo a disposizione di Di Maria, per ben tre volte su tre, (Cutro- Bocale- Acri), sia sempre andato in svan-taggio, e si sia trovato a rincorrere, pur facendo registrare in tutte e tre le gare, un possesso palla stile Juventus! Il tecnico messinese, da parte sua, predica calma, tranquillità e serenità, forte della sua esperienza e saggezza; pur consapevole che la piazza vibonese è reduce da due retrocessioni pa-tite negli ultimi tre anni, e quindi, decisamente vogliosa di raccogliere soddisfazioni. Intanto da registrare un, sia pure ti-mido ritorno allo stadio Luigi Razza, di un po’ di pubblico rossoblu. Gli Ul-tras cantano in continua-zione a squarciagola per sostenere l’undici di casa, e l’entusiasmo so-pito, ogni tanto esplode

in applausi e cori; ma è noto, che l’entusiasmo lo creano le vittorie . Questa squadra ha le potenzialità per far divertire, ma ha anche bisogno di tempo per calarsi nella nuova realtà. Piace segnalare la grinta e la voglia di fare di un giocatore che final-mente riesce a calcare il manto di casa ed a vesti-re la tanto desiderata ca-sacca rossoblù. Non sono pochi, me compreso, ad aver notato le giocate in-teressanti di Bruno Tam-burro, penultimo arrivato in casa Vibonese. Bruno sta facendo bene, si sta facendo notare, e proba-bilmente strappando un po’ più di fiducia al tec-nico ed ai compagni, riu-scirà a regalare alla platea qualcosa di interessante. Un particolare: se gli fos-se concessa la possibilità di calciare un calcio di pu-nizione dal limite, col suo sinistro… magari! Atten-diamo fiduciosi. Intanto a Castrovillari la squadra di

Caffo e Beccaria, pur tro-vando di fronte avversari determinati, dovrà fare bottino pieno. Davanti c’è la Palmese, che fin qui ha inanellato tre risultati su tre! È pur vero che in due

gare su tre ha incontrato il Sambiase ancora impre-parato alla prima giornata ed un Brancaleone ultimo in classifica con ben sei titolari assenti !Quindi è ancora presto per qualun-que giudizio, ma bisogna mettersi presto a regime! A proposito di Sambiase. Sarebbe appena il caso di segnalare che nell’undici di mister rosati, come vec-chia conoscenza della Vi-bonese, militano due atle-ti, cari amici, che guarda caso, provengono dal set-tore giovanile rossoblù. Alex Filardo di Tropea, e soprattutto, Luca Russo: militano nella compagine giallorossa, e fin qui, si stanno comportando ab-bastanza bene all’interno del’organico della loro squadra. Giusto segna-larli. In particolare Luca, Vibonese doc, che a mio avviso, non sfigurerebbe nella rosa della squadra della sua città. Come non augurargli belle cose! Sempre in tema di gio-

vani, da oggi si fa sul serio anche per il settore giovanile della Vibonese. Iniziano, infatti, i tornei Giovanissimi ed Allievi re-gionali dove i ragazzi di Rino Putrino si troveran-

no a difendere i colori di casa. La compagine degli Allievi diretti in panca da mister Fortunato D’Ami-co, si recherà a Lamezia per affrontare i cugini della Vigor, squadra fuori classifica, ma test proban-te per i vibonesi per pre-pararsi al meglio alle gare che conteranno si da sabato prossimo. I Giova-nissimi Regionali invece, unica formazione della provincia, esordiranno al D’Angelo di Piscopio alle 10,30, contro la squadra dell’Isola di Dino - Praia a Mare, new entry nel tor-neo regionale. Michele Marturano, tecnico vibo-nese, raccolto il testimone di D’Amico, ha allestito una formazione interes-sante, pronta a vendere cara la pelle. Ci sarà da divertirsi.Da registrare l’esordio nel campionato Allievi Regio-nali, del Boy-scout Mari-nate di Vibo Marina, del Real Vibo e del Napitia di Pizzo. Sono tre com-

pagini che andranno ad affiancare la Vibonese in un torneo sicuramente divertente vetrina impor-tante per i giovani della Provincia. Buon divertimento a tutti.

Parliamo di Sport di Michele Putrino jr.

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Bruno Tamburro

Gli 11 campioni della U.S. Vibonese

In momenti particolari come questi, in cui, la vita sembra un gioco,assenza di valori e reciproco rispetto, divengono merce rara, ci sirende conto di quanto si è poveri e miserabili, solamente quando siapprende, con somma afflizione, che:Tragedia sul lavoro a Cremona, crolla un silo, due operaimuoiono sepolti dal mais;Tragedia alle Maccalube, scoppiano i vulcanelli euccidono due bimbi.Finchè siamo in tempo, sarebbe utile dare un senso alle nostre vite,noi saccenti e presuntuosi.Omnia fert aetas

L’angolo del coniglio di Alone Again

È una Vibonese che deve ancora carburareAi nastri di partenza i tornei regionali Giovanissimi ed Allievi. Attesa per l’avvio del campionato della A2 di volley