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QSL - 1 Informazione a Senago – Maggio 2015 – SPECIALE EXPO

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Informazione a Senago – Maggio 2015 – SPECIALE EXPO

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SOMMARIO DI QUESTO NUMEROPRIMO MAGGIO ALLA SCALA..........................................................................................................................3SPONSOR EXPO....................................................................................................................................................4OLIO DI PALMA....................................................................................................................................................5MarExpo..................................................................................................................................................................6VIE D'ACQUA........................................................................................................................................................7EXPO E LAVORO..................................................................................................................................................8STOP TTIP..............................................................................................................................................................9G8 Genova, era tortura..........................................................................................................................................11PIAZZA ALDO MORO DI SENAGO..................................................................................................................12EXPO A SENAGO................................................................................................................................................13ORTI URBANI......................................................................................................................................................14Fotonotizia.............................................................................................................................................................15Pensieri..................................................................................................................................................................15

L'expo di Senago

Lavori preparatori per le vasche di laminazione lungo il canale scolmatore a sud di Senago

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Lavoro e diritti

PRIMO MAGGIO ALLA SCALAALCUNE CONSIDERAZIONI SUL PRIMO MAGGIO E SULLA PRIMA DELLA SCALA NEL GIORNO DI EXPO

Non vorremmo si banalizzasse la controversiacreatasi sulla prima della Turandot in occasionedell’apertura di Expo in data 1° maggio 2015. Enemmeno buttarla in battuta, ma qui Matteo Renzisulle orme del suo vero grande maestro SilvioBerlusconi, compie la solita operazione difalsificazione dell'informazione. Una falsificazioneche mediaticamente viene amplificataall'inverosimile.

Ripeti una bugia 10 volte con aria convinta e convoce ferma e quella bugia diventerà una veritàassoluta per tutti.

Lavoratori della Scala che non voglionoacconsentire alla prima nella data del Primo Maggiosono accusati dal Presidente del Consiglio di azioni diboicottaggio.

Si chiama "boicottaggio" quello che è il semplicerispetto di una data che nel mondo e nella storia dellavoro e del rispetto dei diritti del lavoro, coincidecon un episodio che ha visto la morte di tantilavoratori e lavoratrici. Una vera strage.

Quindi replicheremmo a Renzi, cheprobabilmente è sensibile alla liturgia cristiana ealla disciplina cattolica, che non si tratta di unboicottaggio, bensì semplicemente della"santificazione delle feste" prevista anche tra ibiblici comandamenti.

Quindi cerchiamo di restituire alle cose ilproprio ed autentico nome. La Turandot puòandare in onda il 2 maggio con buona pace diExpo che speriamo metterà finalmente edefinitivamente a nudo tutta la pochezza delleimprese italiane.

Molte tra queste sono impegnate a reclutarepersonale volontario e gratuito con la falsa edignobile promessa di essere inseriti in un archivioche permetterà poi di essere ricontattati in unfuturo probabilmente coincidente con il "mai".

Speriamo che il fallimento di Expo dica almondo che non è proprio più il caso di assegnarequalche altro grande evento, vedi Olimpiadi del2024, allo stivaletto di casa nostra.

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EXPO: finanziamenti

SPONSOR EXPOLa grande esposizione milanese che avrà come tema l'alimentazione sarà una vetrina dellemultinazionali e non toccherà argomenti “scomodi” come il diritto all'acqua el'autodeterminazione dei popoli a coltivare la terra.

Scriveva Vandana Shiva: “Expoavrà un senso solo se parteciperàchi s'impegna per la democrazia delcibo, per la tutela dellabiodiversità, per la difesa degliinteressi degli agricoltori e delleloro famiglie e di chi il cibo lo mettein tavola. Solo allora Expo avrà unsenso che vada oltre a quello digrande vetrina dello spreco o,peggio ancora, occasione pervicende di corruzione e dicementificazione del territorio.”

Il 7 febbraio, in occasionedell'avvicinarsi di Expo, è statopresentato a Milano il Protocollomondiale sul Cibo la cui regia èstata affidata alla FondazioneBarilla Center for Food &Nutrition, multinazionale beninserita nei mercati e nella finanzaglobale, ma che nulla ha daspartire con le politiche disovranità alimentare essenziali perpoter sfamare con cibo sano tuttoil pianeta.

EXPO ha anche siglato unapartnership con Nestlè attraversola sua controllata S.Pellegrino perdiffondere 150 milioni di bottigliedi acqua con la sigla EXPO in tutto

il mondo, il cui presidente già daqualche anno sostienel’istituzione di una borsa perl’acqua così come avviene per ilpetrolio, trasformandola quindiin una merce a disposizione solodi chi ha le risorse peracquistarla.

Questi sono solo due esempi diquanto sta avvenendo inpreparazione dell’EXPO.“Nutrire il Pianeta, Energia perla vita”, recita il logo di Expo.Ma Expo è diventata una delletante vetrine per nutrire lemultinazionali, non certo ilpianeta.

Come si può pensare infatti digarantire cibo e acqua a settemiliardi di persone affidandosi acoloro che del cibo e dell’acquahanno fatto la ragione del loroprofitto senza prestare laminima attenzione ai bisogniprimari di milioni di persone ?

Expo si presenta come lapasserella delle multinazionaliagroalimentari, proprio quelleche detengono il controllodell'alimentazione di tutto il

mondo, che producono quel ciboglobalizzato o spazzatura e chedetermina contemporaneamenteun miliardo di affamati e unmiliardo di obesi. Due facce dellostesso problema che abitanoquesto nostro tempo: la povertà.

Expo non parla di tutto ciò. Nonparla di diritto all'acqua potabile edi acqua per l'agricolturafamiliare. Non parla di diritto allaterra e all'autodeterminazione acoltivarla.

Non si rivolge e non coinvolge ipoveri delle megalopoli di tutto ilmondo, non si interroga su cosamangiano.

Il Protocollo mondiale sullanutrizione, pur dicendo anchealcune cose condivisibili, evitandoi nodi di fondo, rimane tuttoall’interno dei meccanismi iniquiche hanno generato l’attualesituazione . Noi vorremmo chevenissero posti al centro la

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sovranità alimentare e il diritto allaterra, negati dallo strapotere e dalcontrollo delle multinazionali inparticolare quelle dei semi.

Vorremmo che venisse affermatoil diritto all'acqua potabile pertutti attraverso l’approvazione diun Protocollo Mondialedell’acqua, con il quale siconcretizzi il diritto umanoall’acqua e ai servizi igienico

sanitari sancito dalla risoluzionedell’ONU del 2011.

Vorremmo che venissero rimessiin discussione gli accordi diPartnership tra Expo e le grandimultinazionali, che, lungi dalrappresentare una soluzione,costituiscono una delle ragioniche impediscono la pienarealizzazione del diritto al cibo e

all’acqua.

Vorremmo infine che si decida find'ora il destino delle aree di Exponon lasciandole unicamente inmano alla speculazione e agliappetiti della criminalitàorganizzata.

"La Terra ha abbastanza per ibisogni di tutti, ma non perl'avidità di alcune persone”affermava Gandhi.

Salute e alimenti

OLIO DI PALMAL'olio di palma sta diventando onnipresente. Però non fa bene. Ecco perché e comeevitarlo.

La nuova normativa europea per le etichettenutrizionali è entrata in vigore a partire dal 13dicembre 2014, permettendo così di leggere sullaconfezione del prodotto l'eventuale presenza diquesto grasso, prima nascosto nella dicitura "olivegetali".In Italia le importazioni di olio di palma aumentanovelocemente ogni anno. Alle preoccupazioni perl'impatto sulla salute a causa dell'elevatocontenuto di acidi grassi saturi si aggiungonoquelle dal punto di vista ambientale a causa deldisboscamento selvaggio e dell'inquinamentoprovocato dal trasporto a migliaia di chilometri didistanza. In poco più di dieci anni l'Indonesia haperso 6 milioni di ettari di foresta primaria, 4milioni la Malesia.Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità,l'acido palmitico ha un ruolo importante perl'aumento del colesterolo ematico; studi recentihanno stabilito che un grande pericolo per lasalute di cuore e arterie è costituto dagli acidi

grassi cosiddetti "trans" che si formano nel corsodel processo industriale che serve a solidificare glioli vegetali (idrogenazione).L'olio di palma è uno dei pochi oli vegetali con unalto contenuto di grassi saturi (tra il 50 e '80%) equindi semisolido a temperatura ambiente. Comodoperché già a disposizione per rendere "cremosi" icibi o i cosmetici. Il problema per la salute è datoessenzialmente dalla possibilità di consumarlo piùvolte nel corso della giornata, basterebbe nonsuperarne una. Si trova nei fiocchi di cerealicroccanti, nei biscotti, nei toast, nei gelatiindustriali, nelle creme spalmabili …. si trova nel50% dei prodotti che troviamo al supermercato, daldentifricio allo shampoo. Vi invitiamo a controllarele informazioni sugli ingredienti dei prodotti cheritenete più sani e "alternativi" : in quasi tuttitroverete olio di palma. Eccezioni in prodotti dipiccole industrie alimentari per nulla pubblicizzate.

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Le coltivazioni intensive di questa palma, che sitrovano soprattutto nel Sud Est asiatico, vengonoimpiantate dopo aver distrutto enormi estensioni

di foresta tropicale con gravissima perdita dibiodiversità e incremento delle emissioni dianidride carbonica. Non c'è paragone fra l'ottimafotosintesi di una foresta e quella mediocre di unapiantagione, dove la copertura vegetale è assaipiù ridotta. Vengono praticati vasti incendi perinsediare le piantagioni, incendi che provocano lamorte atroce di primati ormai rari come gli

oranghi. I pesticidi e gli erbicidi distruggono leultime tracce di biodiversità e riducono le possibilitàdi ripristinare l'habitat naturale. Con l'abbattimento

delle foreste e laconseguente perditadelle loro funzioninaturali, aumentano iproblemi comel'erosione del suolo ol'inquinamento delleacque dolci dovuto aipesticidi.

Provocano anche unvero e proprio

genocidio sociale e culturale: popoli della forestavengono sradicati e le loro antiche civiltàrapidamente distrutte. Un esempio: oltre 70.000bambini vengono forzati a lavorare nelle piantagionidi palma da olio con una paga a meno di 30centesimi ogni 50 Kg di semi raccolti.

Poesia

MarExpoCome ruscelli

che irrigano le terrearrivando al mare,centinaia di rivolinutrono l'Expo.

Ruscelli di tecniche,di strutture, d'energia,

di idee nutritive per il pianeta.Rivoli di Nazioni si intrisecano

creando il mar Expo,globalizzando l'esposizione mondiale.

Poi ci sono ruscelli che faticanoa trasformarsi in un mare universale.

Sono acque che si disperdono,formate da giustizia e pace.

di Alessandro Bogani

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Opere pubbliche

VIE D'ACQUAPer l'Expo sono stati scavati dei canali artificiali, le “vie d'acqua”, con costiesorbitanti. E' un'opera di alto impatto ambientale e di valore solo estetico. Queisoldi si potevano spendere meglio.

Qual è la necessità di spendere 122,9 milioni dieuro, costo preventivato al 2013, per realizzaredelle nuove vie d'acqua artificiali attorno a Milanoal servizio di EXPO2015? Il reale bisogno di questinuovi canali non è sostenuto da alcuna tesiessenziale. Non vi sono nuove esigenze irrigue névi è la necessità di portare ulteriore acqua in unacittà che ne riceve già in abbondanza in modonaturale.

I campi coltivati attorno alla metropoli sonosempre più rari, soppiantati dal cemento deicapannoni vuoti, delle case anch'esse vuote e dallestrade. Gli usi industriali delle acque sonosostanzialmente ridotti al lumicino, al punto che lefalde sotterranee, non più sfruttate come neglianni '60, si stanno alzando fino a bagnare lefondamenta della città. I fiumi che l'attraversanoprocurano problemi sempre più seri che palesanol'incapacità del sistema di governare il territoriocon equilibrio.

Quali quindi i motivi che hanno portato a spendereuna siffatta cifra per opere non propriamente utilialla comunità? Non era forse meglio dedicare questiinvestimenti per iniziare a pulire le acque dei fiumi,come il Seveso ed il Lambro che sono tra i piùinquinati d'Europa, e quindi, pulendo gli alvei e

governando gli scarichi, contribuire a risolvere i piùimminenti problemi delle esondazioni a Milano?

Perché Expo ha preteso acque pulite al costo di682.00 euro al giorno per i sei mesi dell'esposizionementre i cittadini che vivono il territorio attorno aMilano, Senago in primis, sono costretti a ricevereacque putride ed altamente inquinate a causadell'incapacità dei governi locali di gestire leesigenze naturali del territorio?

Le vie d'acqua non daranno certamente alcuncontributo per risolvere questi problemi. Sarannoanche belle, certo, ma forse è più importanterisolvere i problemi veri e ridare al territorio il suocarattere naturale, pulito come richiede anchel'Unione Europea che ha multato l'Italia perché leacque dei suoi fiumi sono altamente inquinate.

Come garantire quindi cibo per tutti quindi, se nonsiamo nemmeno capaci di mantenere pulital'acqua dei nostri fiumi?

Ancora una volta, allora, il paese di Pulcinella e Pan-talone propone una farsa, quella di Expo, per assol-vere se stesso dalle proprie incapacità, oramai dive-nute modello culturale e politico del declino di una ci-viltà.

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Lavoro

EXPO E LAVOROL'Expo, un'occasione per l'occupazione nella zona? Nemmeno per sogno: piutto-sto, è un laboratorio per provare soluzioni occupazionali precarie, mal pagate, prive di tutele e diritti.

Expo 2015 aveva promesso 70.000 posti di lavoro, ma a pochi giorni dall’apertura dei cancelli, deiproclami sul rilancio dell’occupazione rimane solo un grande fallimento e la beffa del lavoro non retribuitodi 18.500 volontari che nei sei mesi dell’Esposizione si avvicenderanno nell’opera di accoglienza eassistenza dei visitatori, prestazione che normalmente viene affidata a steward e hostess in cambio di unaretribuzione.

I volontari, la maggioranza giovani, sono stati reclutati con la promessa che Expo sia una grandeopportunità da aggiungere alla lista di prestazioni ed esperienze da citare sul proprio curriculum. Di fatto sitratta invece di manodopera a costo zero sfruttata e senza retribuzione, in cambio della (vana) promessadi ottenerne beneficio in un futuro che per migliaia di giovani è oggi sempre più fosco e incerto.

Colpiscono le mansioni per cui sono stati autorizzati, negli accordi Aziende-Governo del 2013/4, i lavori“gratuiti”: “accogliere i visitatori all’ingresso, indirizzare verso le biglietterie e le aree di prenotazione, dare leinformazioni, distribuire materiali”:insomma tutti i compititradizionali del lavoro (!) diassistenza fieristica.

In particolare gli accordi specialiper l’Expo tra espositori e Società,con il beneplacito del governoRenzi, elevano il lavoro gratuito asette mesi di durata, con questomeccanismo: le organizzazioniespositrici potranno avere fino al60% di lavoratori volontari traquelli impegnati nell'Expo. Lapercentuale potrà forse salireall'80%.

I più fortunati riceveranno unrimborso spese (niente stipendio, solo rimborso) di euro 516,00, con la possibilità per le Aziende diconcedere (a scelta propria!) un buono pasto di euro 5,29 ma solo per i giorni di effettiva presenza (chi siammala non mangia, meglio stia a dieta).

Sembra che alle prestazioni gratuite dei volontari si affiancheranno poi quelle di 800 lavoratori assunticon contratto. Al di là del fatto che una cifra del genere rappresenta a tutti gli effetti una goccia nel maredella disoccupazione giovanile, è utile approfondire di quale tipo di contratti si parla: per la maggior parteapprendistati e assunzioni a tempo determinato. Detto in altre parole: contratti precari e destinati adestinguersi immediatamente con la fine di Expo.

È anche importante notare che il tipo di lavoro su cui si reggerà Expo rappresenta un esperimentolampante delle politiche sul lavoro che si stanno sperimentando in questi anni a livello nazionale edeuropeo e che vengono incarnate in particolare dal Jobs Act.

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In definitiva, come si poteva temere fin dal 2008, la fiera milanese non sarà altro che l’ennesimo grandeevento nel quale verranno buttati e sperperati soldi pubblici, che al territorio lascerà solo cantieri senzafine, devastazioni ambientali irrimediabili (come le tanto sbandierate vie d’acqua o le vasche di Senago) enuove colate di cemento!

Le cronache quotidiane indicano chiaramente quali sono i soggetti che hanno invece realmente avutodelle “opportunità” da Expo2015. E stiamo parlando di alcuni (soliti) politici, degli imprenditori, deifaccendieri e dei mafiosi che banchettano su appalti da milioni di euro secondo uno scientifico e ben oliatomeccanismo di spartizione. Una beffa che nella realtà serve solamente ad aumentare i profitti delleaziende e gli affari personali di pochi, e che rientra nella logica del Jobs Act e dello smantellamento totaledelle tutele e dei diritti, sia dentro che “oltre” il lavoro.

Informazioni tratte da siti www.infoaut.org, www.paginauno.it www.sosfor n ace.org

Europa Vs America

STOP TTIP Fermiamo il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti.

L'UE si appresta a firmare dueaccordi commerciali di vastaportata: uno con Canada(accordo CETA = globaleeconomico e commerciale) euno con gli Stati Uniti (TTIP =Trattato transatlantico sulcommercio e gli investimenti).La linea ufficiale è che questocreerà posti di lavoro eaumenterà la crescitaeconomica. Tuttavia, ibeneficiari di questi accordisaranno le grandi aziende, non icittadini.

Infatti, il regolamento chedisciplina i rapporti tra stato einvestitori (ISDS) delle aziendecanadesi e statunitensi darebbeloro il diritto di citare in giudiziole aziende europee per danni, seritengono di aver subito perdite acausa di decisioni governative (adesempio, nuove leggi per la tuteladell'ambiente o dei diritti deiconsumatori). Migliorare o anchemantenere i nostri standard per iprodotti alimentari, i diritti deilavoratori, la tutela dell'ambientee dei diritti dei consumatoridiventerà molto più difficile.La liberalizzazione e laprivatizzazione diventerebbero difatto irreversibili. L'UE ed i suoiStati membri subirebberopressioni per consentiretecnologie a rischio, come l’usodella fratturazione idraulica perle attività estrattive nelsottosuolo o l’uso degli organismigeneticamente modificati.

Il CETA e il TTIP aumenterebberoil potere delle multinazionali ascapito della democrazia e ditutte le persone. Non dobbiamopermettere che questo accada!

I comitati NO-TTIP in tuttaEuropa (Italia buon' ultima!)chiedono che non venganostipulati il TTIP e il CETA perchécomportano diversi problemifondamentali, quali lacomposizione delle controversietra stato e investitori privatitramite l'arbitrato di un

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organismo la cui composizioneè decisa dalle aziende aderenti.Questo organismo avrà poteresovrastante rispetto a quellodella legislazione vigente negliStati aderenti.Un problema importante postoda questi trattati è dunque nelle

regole della cooperazione, checostituiscono una minaccia per lademocrazia e lo stato di diritto. Sideve evitare la riduzione deglistandard sociali, ambientali einerenti il lavoro, la cancellazionedella protezione dei dati personalie dei diritti dei consumatori, la

deregolamentazione dellerisorse culturali e dei servizipubblici (come l’acqua) intrattative non trasparenti.

Anche a Senago cominciamoora a muoverci per costituire uncomitato cittadino NO-TTIP… neriparliamo a brevissimo!

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Guerra & Pace

G8 Genova, era torturaIl 7 aprile la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per tortura. E l'epilogodi una lunga e dolorosa vicenda giudiziaria cominciata all'indomani del G8 di Genova.

Nel luglio del 2001 gli incidenti avvenuti durante il vertice culminarono nella morte di un giovanemanifestante, Carlo Giuliani. L'autore del ricorso alla corte europea, Arnaldo Cestaro, che all'epoca aveva62 anni, riportò varie fratture nel corso del brutale intervento delle forze dell'ordine nella scuola Diaz-Pertini nella notte tra il 21 e il 22 luglio.

Più di trecento agenti di polizia parteciparono al raid nella scuola, dove c'erano centinaia di attivisti.Furono 93 le persone arrestate e trasportate alla caserma di Bolzaneto, ma prima la polizia compì atti diviolenza “gratuita” sui giovani manifestanti, che in molti casi stavano ancora dormendo sui pavimenti dellascuola quando furono colpiti. Oltre 60 manifestanti rimasero feriti, alcuni in modo grave, riportandofratture al cranio, agli arti, alle costole; altri persero i denti . La violenza perpetrata in quel luogo -una vera e propria “macelleria”, come ha raccontato un poliziottoin preda ai rimorsi qualche anno più tardi- e le atrocità commesse nella caserma di Bolzaneto furono untrauma per tutto il movimento e impressero un marchio d'infamia indelebile sugli incontri tra i potenti del

mondo. Quelle atrocità furono definite

da Amnesty International “lapeggiore violazione dei dirittidemocratici in un paeseoccidentale dalla seconda guerramondiale”. Quattordici anni dopo, ilpiù alto organo giuridico europeo,in un giudizio estremamente severoe dato all'unanimità dai settemagistrati, ha riconosciuto l'Italiacolpevole di tortura, perché quelleviolenze furono inflitte senzamotivo dalle forze di polizia. Inoltreha definito la legislazione penaleitaliana inadeguata a sanzionare gliatti di tortura e a dissuadere dal

compiere altre violazioni. La Corte ha ordinato all'Italia di prendere le misure necessarie. Per unasingolare coincidenza, alcune di quelle misure dovrebbero essere discusse in parlamento in questesettimane.

Una presa di coscienza è indispensabile perché il paese si lasci alle spalle questa pagina nera della suastoria recente. Ma bisogna anche che i colpevoli siano processati. Alcuni agenti delle forze d'ordine sonostati condannati dai tribunali italiani, ma quando il caso è arrivato alla Corte di Cassazione, nel giugno del2012, quasi tutte le accuse erano state ormai invalidate dalla prescrizione. Comunque gli autori materiali delle torture non sono mai stati identificati e resteranno impuniti, perché lapolizia si è sempre rifiutata di collaborare.

Le proteste di Genova restano una pagina nera nella storia del governo Berlusconi,all'epoca appenainsediato, per le violenze “totalmente gratuite” inflitte dalle forze di polizia ai manifestanti. In particolare

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molti commentatori hanno evidenziato il ruolo avuto dall'allora vicepremier Gianfranco Fini, ex leader delpartito neofascista Msi, presente nella sala operativa della questura di Genova durante le manifestazionicontro il G8.

Senago – territorio

PIAZZA ALDO MORO DI SENAGOLa piazza Aldo Moro di Senago, nel tempo, ha subito moltetrasformazioni. Ma le aspettative di ampliamento del verde pubblico inquell'area sono rimaste, fino ad ora, disattese.

Sono trascorsi parecchi anni da quando il mercatosettimanale di Senago da piazza Borromeo è statospostato per ragioni di viabilità in piazza AldoMoro, che oggi è conosciuta impropriamente comela piazza del mercato. Un'area che negli anni '50 e '60 era utilizzata ascopi agricoli e in modo alternato si coltivavano:granturco, avena, frumento; il campo eracostellato da bellissimi papaveri rossi.

A sudest di quel sito c'erano molti pioppi e dei filaridi gelsi, lungo i quali scorrevano dei canaletti conacque limpide. Forse nel 2015 vi sembrerà strano,ma allora, in quelle acque, si vedevano dei pesci edelle rane. A nordovest, l'area agricola confinava daun lato con la fabbrica di cordame e dall'altro con i

muri della stalla di una cascina, che separava ilterreno agricolo dal parco padronale della villa Sioli.Dagli anni '70, con la graduale dismissione delleattività agricole, anche in quell'area inizia ilmutamento prodotto dallo sviluppo industriale eurbanistico. Così, intorno al quel terreno sicostruiscono delle case, si abbattono gli alberi perfare posto alle fabbriche. I sentieri diventanostrade, le storiche cascine scompaiono con lemucche, i maiali e quelle belle galline ruspanti, inizial'altra storia: la cementificazione del territorio,l'inquinamento ambientale.L'area di piazza Aldo Moro, poi, nel corso degli anni,ha ospitato feste ed iniziative pubbliche dei partiti,delle associazioni sportive e fiere comunali.E che destino potrà avere questa piazza?Negli ultimi anni sono state spese troppe paroleambigue su di essa; sono nati fumosi e vacui“progetti,” propagandati nelle campagne elettorali,di alcune forze politiche locali e da certiamministratori del Comune, su come riqualificarequello spazio pubblico. Un progetto era quello del “bosco in città”, cheavrebbe potuto valorizzare il verde, patrimonio ditutti i cittadini, dai bimbi agli anziani.Che fine ha fatto?

Forse i signori che amministrano Senago stannoaspettando, per realizzare il “bosco”, l'annunciata econsistente donazione di piante di pregio, con ifondi provenienti da quelli assegnati al decantatoevento chiamato EXPO?

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Senago – effetti dell'expo

EXPO A SENAGONon sono molti i benefici che la città di Senago riceverà dall'apertura dell'Esposizione

Universale milanese. Gli effetti negativi, invece, sono diversi e piuttosto importanti.

L'apertura dell'Expo è un evento mediaticamente molto “pompato”: i mezzi di informazione, fino ad ora,non hanno fatto altro che amplificare le dichiarazione dei molti uomini politici mainstream, di colorini politicidiversi (un po' diversi, suvvia) che si sono tutti unanimemente sfiatati a spiegarci che l'Expo porteràgiovamento a tutti. Ed effettivamente, prima dell'apertura di Expo, c'erano, anche per Senago, speranzeed aspettative.

Quando il BIE assegnò a Milano l'incarico di organizzare l'esposizione, a Senago forse molti si aspettavano una cascata di denaro che permettesse di metter mano ai costosi lavori di restauro della parte diroccata della storica Villa Sioli, del vecchio mulino, della vecchia ghiacciaia. Queste testimonianze del passato sarebbero potute divenirepunti di attrazione per un turismo culturale.Che quelle speranze fossero infondate o meno, sonostate disattese, come tutti possono vedere.

Un altro motivo di speranza riguardava l'occupazione: si diceva che Expo sarebbe divenuta

un volano per suo rilancio. Ma anche qui, buio fitto. L'unica occupazione disponibile sembra quella del lavoro volontario, a termine e non retribuito.

All'apertura di Expo, allora, quali benefici ha avuto Senago?

L'ultima pulizia del letto del canale Villoresi era certamente prevista da tempo e probabilmente l'imminenza dell'esposizione ne ha accelerato la realizzazione.Ma purtroppo è necessario dire la stessa cosa per le famigerate vasche di laminazione. I lavori della prima vasca di Senago inizieranno probabilmente durante il periodo di apertura dell'Esposizione Universale.Regione Lombardia e Comune di Milano hanno sentito la necessità di realizzare quest'opera -di per sé inutile- per mostrare che stanno facendo qualcosa per prevenire le esondazioni del Seveso a Milano. Se nelperiodo Expo Niguarda andasse ancora sott'acqua, farebbero tutti una figura davvero meschina. Perciò Milano si è affrettata, finalmente, a ripulire il tratto cittadino tombinato del terzo fiume più inquinato d'Europa e a Senago capiterà tra capo e collo la prima vasca.Eppure tutti sanno che queste opere non riusciranno a fermare le esondazioni, se le piogge avranno una certa intensità.

Infine, la viabilità.La Rho-Monza, in previsione di Expo, diventerà un'autostrada vera e propria e genererà svincoli. Un'uscitasecondaria è prevista sulla futura tangenziale nord di Senago e si può prevedere un aumento del traffico diattraversamento.Nessuno si fermerà a visitare Senago. Perché si dovrebbe farlo?

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In casa nostra

ORTI URBANIA Senago è stato appena ultimato un parcheggio, ma con importi di spesa minore sisarebbero potute allargare le aree destinate ad orto urbano.

In via De Gasperi è stato realizzato un, parcheggio asfaltato per autovetture. Ma era davvero necessario?In realtà, esistono altre necessità alle quali destinare le ormai limitate risorse pubbliche.Ad esempio, si sarebbero potute destinare alcune aree che oggi si asfaltano ad un uso di maggiore utilitàsociale: l'orto urbano.

Una indagine della Coldiretti basata sudati Istat mostra che in Italia gli ortiurbani, dal 2011 al 2013, si sono triplicatiraggiungendo i 3,3 milioni di metriquadri, divisi in piccoli appezzamenti.Il dato si può interpretare in moltimodi: con la necessità di far fronte allacrisi economica, con il desiderio deicittadini di appropriarsi del tempolibero, con il bisogno di riprenderecontatto con la natura.L'orto urbano rappresenta anche lapossibilità di esercitare un controllodiffuso del territorio che preserva learee interstiziali dal degrado edall'abbandono: quindi essi dannoanche un vantaggio collettivo.

Per ampliare la possibilità di coltivareun orto urbano si potrebbe anche modificare il Regolamento comunale che disciplina l'assegnazione deglispazi. Oggi a Senago sono riservati alle persone con più di sessant'anni. Ma un cinquantenne disoccupatonon potrebbe avere voglia o diritto di vedersi assegnato un orto urbano?Inoltre, si potrebbe incoraggiare la coltivazione collettiva, in modo da promuovere la socialità e costruire ilsenso di comunità: questa possibilità non è prevista dall'attuale Regolamento.

Tuttavia, per rilanciare il movimento degli orti urbani, più che modificare le norme che ne regolanol'assegnazione e l'utilizzo, sarebbe necessario ampliare le aree che possono essere destinate a quest'uso.

Certo, per farlo, occorre investire in recinzioni e condutture idriche. Che forse costano di meno deiparcheggi.

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Page 15: QSL - 1l’acqua così come avviene per il petrolio, trasformandola quindi in una merce a disposizione solo di chi ha le risorse per acquistarla. Questi sono solo due esempi di quanto

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