L’origine degli dèi · vendicò mettendo delle erbe magiche nella fontana dove l’amante del...

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nacquero i Titani e le Titanidi, tra cui Crono e Rea, i genitori di Zeus, e la cop- pia Oceano e Teti, divinità protettrici dell’immenso fiume Oceano che circon- dava la Terra. Dall’unione di Urano e Gea nacquero anche Arge, Bronte e Ste- rope, i tre arroganti Ciclopi, e Briareo, L’origine degli dèi I l poema parla dell’origine del Cosmo, della nascita degli dèi e degli accadi- menti che portarono al dominio di Zeus. Esiodo spiega che in origine regnava il Caos e che poi da esso si originarono Gea o Gaia (Terra), Tartaro (l’Oltretomba), Notte, Erebo (l’Oscurità) ed Eros (l’amo- re primordiale). Da Gea nacquero Urano (Cielo), Ponto (il Mare) e le montagne. Urano poi si unì in matrimonio con la madre Gea e da loro nella Teogonia, il poema mitologico scritto da Esiodo nel 700 a.C., sono narrate la nascita e le vicende degli dèi greci. A ispirarlo furono le Muse apparse al poeta mentre pascolava le capre sul monte Elicona. Gie, Cotto, gli Eca- tonchiri, orribili mostri con cento braccia e cinquan- ta teste. Ma ogni volta che uno di questi spaventosi figli veniva alla luce, il crude- le e tirannico Urano lo nascondeva nelle viscere della Terra incatenandolo nel Tar- taro, invidioso della loro formidabile for- za e temendo di esserne spodestato. Gea, infuriata per la perdita dei figli, convinse i Titani (tranne Oceano) e specialmente l’ultimo dei suoi nati, lo scaltro e coraggioso Crono, a dare una bella lezione a Urano. Tra gli altri figli del terribile Urano c’era- no pure i Giganti, le Furie, dee della vendetta, le Ninfe dei frassini, e Afro- dite, la bellissima dea dell’amore, emersa dalla candida schiuma del mare. Intanto anche Notte ed Erebo (l’Oscu- rità) si erano sposati e dalla loro unio- ne nacquero due luminosi figli: Emera (il Giorno) ed Etere (la Luce).

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nacquero i Titani e le Titanidi, tra cuiCrono e Rea, i genitori di Zeus, e la cop-pia Oceano e Teti, divinità protettricidell’immenso fiume Oceano che circon-dava la Terra. Dall’unione di Urano eGea nacquero anche Arge, Bronte e Ste-rope, i tre arroganti Ciclopi, e Briareo,

L’origine degli dèi

Il poema parla dell’origine del Cosmo,della nascita degli dèi e degli accadi-

menti che portarono al dominio di Zeus.Esiodo spiega che in origine regnava ilCaos e che poi da esso si originarono Geao Gaia (Terra), Tartaro (l’Oltretomba),Notte, Erebo (l’Oscurità) ed Eros (l’amo-re primordiale). Da Gea nacquero Urano (Cielo), Ponto (ilMare) e le montagne. Urano poi si unì inmatrimonio con la madre Gea e da loro

nella Teogonia, il poema mitologico scritto

da Esiodo nel 700 a.C., sono narrate la nascita e le vicende

degli dèi greci. A ispirarlo furono le Muse apparse al poeta

mentre pascolava le capre sul monte Elicona.

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Gie, Cotto, gli Eca-tonchiri, orribilimostri con centobraccia e cinquan-ta teste. Ma ogni

volta che uno diquesti spaventosi figli

veniva alla luce, il crude-le e tirannico Urano lo nascondeva nelleviscere della Terra incatenandolo nel Tar-taro, invidioso della loro formidabile for-za e temendo di esserne spodestato. Gea,infuriata per la perdita dei figli, convinse iTitani (tranne Oceano) e specialmentel’ultimo dei suoi nati, lo scaltro e coraggioso Crono,

a dare una bella lezione a Urano. Tragli altri figli del terribile Urano c’era-no pure i Giganti, le Furie, dee dellavendetta, le Ninfe dei frassini, e Afro-dite, la bellissima dea dell’amore,emersa dalla candida schiuma delmare. Intanto anche Notte ed Erebo (l’Oscu-rità) si erano sposati e dalla loro unio-ne nacquero due luminosi figli: Emera(il Giorno) ed Etere (la Luce).

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Titani, Titanidi e Ciclopi

Dall’unione di Gea e Urano nacque laprima generazione degli dèi, com-

posta da sei figli maschi, i Titani, e da seifiglie femmine, le Titanidi. Il primo titanofu Oceano, il fiume che scorreva attornoalla Terra, il quale sposò la sorella Teti cherappresentava il principio vitale di tutte leacque. Teti generò con l’amato consortetutti i fiumi della Terra e le Oceanine, letremila ninfe protettrici dei giovinetti. Glialtri Titani erano Ceo, Crio, Iperione, ilpadre di Elio (il Sole) e Giapeto, padre diPrometeo e di Atlante. Più tardi venneroalla luce le Titanidi: Teti, Teia, Rea, Temi,Mnemosine e Febe. L’ultimo nato e il più importante dei Tita-ni fu Crono (Saturno) che spodestò il cru-dele padre Urano, ma che poi governò ilCosmo in modo altrettanto spietato. ConRea generò Estia, Demetra, Era, Ade,Poseidone e Zeus, ma non fu un padreaffettuoso: avvertito da una profezia cheun giorno uno dei suoi figli lo avrebbedetronizzato, li divorò tutti eccetto Zeus,che Rea riuscì a salvare sostituendolo conuna grossa pietra avvolta nella copertinadel neonato.

I Ciclopi erano esseri giganteschi, conun occhio solo in mezzo alla fronte,che si nutrivano di carne umana. Esio-do nella Teogonia racconta che Urano eGea generarono tre ciclopi: Arge, Bron-te e Sterope. Urano li imprigionò tutti etre nel Tartaro insieme agli altri suoifigli. Dopo aver spodestato il padre

Titani e Titanidi erano enormi creature, nate dall’unione

di Gea e Urano. Essi governavano il Cosmo in un’epoca

primitiva, precedente alla dominazione della stirpe degli

dèi olimpici. I Ciclopi, forniti di un solo occhio in mezzo

alla fronte, erano i fabbri delle folgori di Zeus.

Tartaro: la parola Tartaro in-dica il luogo dove, nella mito-logia Greca e Latina, Zeus ave-va rinchiuso i Titani. Si trovasempre sotto terra ma è co-munque distinto dall'Ade, l'in-ferno dei defunti umani.

6 • IL MIO PRIMO LIBRO LA MITOLOGIA

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Urano, Crono li liberò per qualche tem-po, ma poi li imprigionò di nuovo per-ché temeva la loro forza. Infine Zeus, vincitore sul padre Crono,scarcerò i Ciclopi che divennero i suoifabbri. Il più famoso era Polifemo,figlio di Poseidone e di una ninfa delmare, che viveva sull’Etna. QuandoOdisseo, sbarcato sull’isola, entrò conalcuni compagni nella grotta del ciclopeper chiedere ospitalità, rischiò di perde-re la vita: sei dei suoi compagni, infatti,furono divorati e solo grazie alla suaastuzia Odisseo riuscì a fuggire e a riprendere la rotta verso Itaca.

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Gli dèi dell’Olimpo

Zeus (Giove) fu portato di nascosto dal-la madre sull’isola di Creta. Qui, alle-

vato dalle ninfe in una caverna, crebbe epreparò la sua vendetta. Intanto Gea diededa bere a Crono una bevanda disgustosa chegli fece vomitare i figli Poseidone, Ade,Demetra, Estia ed Era. Zeus, avvertito da unoracolo che avrebbe potuto ottenere ildominio sull’Universo soltanto grazie alloro aiuto, liberò così definitivamente i Ciclopi e gli Ecatonchiri dal Tartaro. Questi gli dettero il tuono, il lampo e il fulmine, consegnarono ad Ade

un elmo che rendeva invisibili, e a Posei-done un tridente. Armati in tal modo,Zeus e i suoi fratelli sfidarono Crono e iTitani suoi alleati. Dopo una guerra dura-ta dieci lunghi anni, li punirono facendo-li sprofondare nel Tartaro. Zeus divenne ildio del Cielo, Poseidone il dio del Mare e Ade il signore del Tartaro. Capo di tutti

gli dèi, Zeus viveva sull’Olimpo: sulla vetta di questo alto

monte, avvolto dalle

Crono si rivelò ben presto prepotente come il padre Urano:

rinchiuse i fratelli Ciclopi e gli Ecatonchiri nel Tartaro

e divorò i figli nati da Rea. Zeus, l’unico sopravvissuto,

lottò con gli dèi dell’Olimpo contro i Titani.

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deforme e storpio, dimostrò un’abilitàeccezionale nell’arte di forgiare i metalliaiutato dai Ciclopi, soprattutto da Polife-mo. Tra gli dèi più importanti dell’Olim-po, Ermes (Mercurio), figlio di Zeus e Maia, era l’alato messaggero degli dèi e doveva accompagnare le anime dei defunti nel viaggio verso il Tartaro.

nubi, si trovavano infatti le case di tutti gli dèi. Zeus sposò molte dee, tra cui Metide eTemi, ma la più famosa fu la bellissima Era(Giunone), sua sorella. Accecata dalla gelo-sia, Era cercava sempre di vendicarsi dellecreature, divine o mortali, amate dall’infe-dele marito e dei numerosi figli nati da que-gli amori. Era aveva un caratteraccio e a far-ne le spese fu anche suo figlio Efesto (Vul-cano), il dio del fuoco, che, appena nato, fuscagliato in mare dalla madre, sconvoltadalla bruttezza del bimbo. Scacciato anchedall’Olimpo, trovò casa sull’Etna e, benché

Etna: oltre a Efesto, sul mon-te Etna in Sicilia aveva trovatorifugio anche il gigante Tifone,mentre i Ciclopi vi tenevanouna officina di forgiatura.

GLI DÈI DELL’OLIMPO • 9

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Gli dèi del Mare

quando i tre figli di Crono si spartirono l’Universo,

a Poseidone toccò il Regno del Mare. Viveva con la moglie

Anfitrite nel profondo degli abissi attorniato

da delfini, Tritoni, Nereidi e Sirene.

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to da cavalli marini, e aveva un cornodi conchiglia, il cui suono calmava letempeste e annunciava l’arrivo deldio del Mare.

I tritoni erano i compagni delle cinquan-ta Nereidi, le ninfe marine figlie di Nereo eDoride. Nereo aveva il dono della profezia ela capacità di assumere, a suo piacimento,qualunque forma. Tra le figlie di Nereo,oltre ad Anfitrite, famosa e bellissima fuTeti. Poseidone la corteggiò molto, Teti peròpreferì sposare un mortale, il re Peleo, e dalloro amore nacque l’eroe Achille. Le Sirene, infine, erano creature, metàdonna e metà pesce, che ammaliavano con il loro canto i marinai. Anche Odisseo le incontrò durante il suo viaggio di ritorno verso Itaca.

Poseidone (Nettuno), figlio di Cro-no e di Rea e fratello di Zeus, era

il principale dio del Mare e delle acque.Di carattere burbero e litigioso, vivevanel fondo dell’oceano in un palazzod’oro e dominava le onde con il suo tridentecon il quale scatenava violente tempeste. La sua sposa era Anfitrite dalla quale il dioebbe tre figli: Tritone, Roda e Bentesicime.Degno fratello di Zeus, anch’egli tradì piùvolte la moglie ed ebbe svariati figli, sia conninfe sia con donne mortali. Solo una voltaperò, quando il marito la trascurò per la nin-fa Scilla, Anfitrite accecata dalla gelosia sivendicò mettendo delle erbe magiche nellafontana dove l’amante del marito era solitalavarsi trasformandola in un mostro a seiteste. Tra i suoi figli un posto particolareoccupava Tritone, metà uomo e metà delfi-no, che cavalcava le onde su un carro traina-

Scilla: nell’ , i due mostri marini Scillae Cariddi creano gorghi che distruggono ogninave di passaggio per lo Stretto di Messina.

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Odissea