Qlip Magazine - Gennaio 2012

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Gennaio 2012

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www.qlip.ch - edizione di Gennaio

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Gennaio 2012

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Qlip, il secondo appuntamento.

Cari lettori,

con il debutto della seconda edizione di Qlip Magazine, vi informiamo delle tre princi-

pali novità. La prima è che da poco abbiamo assunto due nuovi collaboratori, Ambra

Martignoni, che si occuperà di redigere articoli e assistere tutta la produzione della

rivista; ci aiuterà inoltre nell’organizzazione di tutti gli aspetti legati al segretariato e

Michele Cereghetti, che sarà responsabile della promozione. La seconda invece, ri-

guarda il fatto che grazie alla prima edizione abbiamo potuto valutare l’importanza e

l’audience dei temi più graditi; ciò ci ha portato ad allargare alcuni di questi, rimuo-

vendone degli altri. La terza ed ultima novità comprende un piccolo cambio di stile.

Abbiamo infatti modificato il nostro font di scrittura del magazine con il “Times New

Roman”. Speriamo che queste modifiche siano totalmente apprezzate. Vi auguriamo

una buona lettura e un buon anno nuovo!

Tolunay Uklimekci Michele Cereghetti Ambra Martignoni

direttore resp. Promozione resp. Redazione

Editoriale

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4 Giovani Gioco d’azzardo e giovani 8 Local Business Moleskine, la storia 10 Teqnologia iOs vs Android vs BB vs Win7 15 Moda Abbinare 18 Fotografie Natura e ghiacciai 24 Personaggi Step One, la biografia ufficiale 26 Sport L’Handbike 30 Tempo libero Il caffè, dove berlo 32 Web Luiis-Group 35 Eventi Arriva il carnevale, arriva il Rabadan! 38 Qcina QRM: Ristorante Croce Federale

Il Quality Rstaurant Mark

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Sommario

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Giovani

Giochi d’azzardo e giovani: una realtà

preoccupante?

C hi non ha mai sentito dirsi un gioco è bello finché dura poco ? Bene, non

tutti però sanno che ai nostri tempi questo modo di dire dovrebbe essere

concretizzato in il gioco è bello finché non diventa dipendenza .

Difatti i dati relativi al gioco d’azzardo fra i giovani risulta preoccupante:

sempre più ragazzini decidono di trascorrere il loro tempo libero in luoghi

reali come casinò o virtuali come siti online di gioco d’azzardo. Da uno studio condotto

dal Centro ospedaliero universitario vodese in Svizzera il 13,5 % dei ragazzi fra i 15 e i

24 anni gioca almeno una volta alla settimana.

Sentire ragazzi parlare senza farsi problemi di debiti sopra i mille franchi all’interno di

un casinò è preoccupante ed è all’ordine del giorno; valutando poi il fatto che molti fra

loro non sono altro che studenti e che quindi non hanno altro da spendere se non le loro

paghette mensili non migliora di certo la situazione.

Non più solo droga o alcol, ora anche gioco. Soldi andati in fumo senza nemmeno ren-

dersene conto, prime paghe e risparmi di genitori premurosi che vengono buttate in luo-

ghi che promettono fortuna e ricchezza facili.

Inoltre grazie ai siti on-line ora basta sedersi comodamente davanti al proprio compu-

ter, possedere una carta di credito e il gioco, nel vero senso della parola, è fatto. Asso-

ciazioni che si occupano di sensibilizzare sulle dipendenze da qualche anno hanno

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Giovani

quindi dovuto cominciare ad agire anche su questo campo. Come rendere attenti giova-

ni e meno giovani ad una simile realtà? Parlandone, scrivendone e non chiudendo gli

occhi pensando che sia solo una ragazzata. Per chi ha ancora intenzione di approfondire

l’argomento sulle dipendenze da gioco e dipendenze in generale può recarsi ad esempio

sul sito della associazione della svizzera italiana Radix : www.radix.ch red / AM

Franco Battiato / Photo by: i-italy.org

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Local Business

Moleskine, Il taccuino.

Q lip vi presenta con piacere un oggetto che ha segnato la storia: il famoso tac-

cuino Moleskine. Nero, tascabile, rettangolare, con gli angoli arrotondati e i

risguardi trattenuti da un elastico; sono queste le caratteristiche di un ogget-

to tanto essenziale quanto bello. È stato un oggetto indispensabile per i più

alti esponenti artistici ed intellettuali degli ultimi due secoli (tanto per fare

qualche nome Van Gogh, Picasso, Hemingway e Chatwin) ed è diventato leggendario

per poi scomparire improvvisamente; difatti da un racconto dello scrittore Bruce Chat-

win sappiamo che il primo produttore un’azienda familiare di Tours dovette chiudere i

battenti lasciando in balia della disperazione il narratore che comprò tutti i taccuini che

riuscì a trovare ancora in commercio. Bruce Chatwin è anche colui a cui bisogna dare il

merito del nome Moleskine , difatti ne è l’ideatore.

Dunque non vi era più alcun produttore di questi bellissimi taccuini. Come fare ad es-

sere creativi senza un oggetto così prezioso? Niente paura! Ci ha pensato infatti un pic-

colo editore milanese nel 1997 ricreando il taccuino e battezzandolo - sempre in onore

di Chatwin- Moleskine. Dal 2006 l’editoria milanese è stata acquistata dall’attuale

Syntegra Capital ed il marchio moleskine è diventato nome dell’azienda a cui appartie-

ne ed oltre ad offrire i classici taccuini neri propone anche oggetti come quaderni, agen-

de, borse e strumenti per scrivere e leggere.

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Local Business

L’azienda oggi come oggi conta circa 100 dipendenti ed ha una vasta rete di partner e

collaboratori. La sua sede principale si trova a Milano e la sua affiliata americana è a

New York. Secondo un articolo del 2008 della rivista tedesca Brano Elvis i taccuini so-

no distribuiti in 53 paesi differenti attraverso 14'000 punti vendita (di cui il 65% biblio-

teche). Moleskine Slr assicura di impegnarsi ad offrire prodotti che hanno subito pro-

cessi esclusivamente amici dell’ambiente e ad utilizzare carta timbrata FSC (Forest

Stewardship Council), è anche im-

pegnata in progetti etici esterni che

contribuiscono al sostegno di gio-

vani creativi e di nuovi talenti,

inoltre è finanziatrice di un proget-

to chiamato Detour che è organiz-

zato da una fondazione no profit

chiamata lettera27 e che consiste in

mostre itineranti di taccuini d’auto-

re. L’archivio dei taccuini Detour è

sempre visibile on line. Moleskine

Slr garantisce inoltre che i suoi og-

getti sono strettamente legati alla

bellezza e alla qualità e che quindi

non sono da buttare, bensì da con-

servare e sfruttare al meglio delle

possibilità intellettuali ed artistiche

di ognuno. Insomma, questi taccui-

ni sono veri e propri gioielli, com-

pagni di viaggio in cui si possono

raccogliere esperienze, idee e im-

magini di una vita intera. I prodotti

Moleskine possono essere persona-

lizzati, si trovano in edizioni limi-

tate e creati da differenti artisti. La

scelta è vastissima, spetta dunque

al singolo trovare il prodotto più

adatto alla propria persona.

red / AM

Moleskine Cities / Photo by: urban-com.be

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Teqnologia

Confronto tra sistemi operativi mobili:

iOS, Android, BlackBerry o Windows?

N ell’edizione precedente abbiamo avuto l’occasione di parlarvi delle varie

compagnie telefoniche dei relativi servizi che offrono. Una delle cose

più ovvie e comuni che tutte queste aziende hanno sono gli apparecchi

telefonici, in dettaglio il sistema operativo.

Parliamo a livello di smartphone, dunque sistemi operativi (OS) che

consentono la navigazione su internet, la ricezione e l’invio di e-mail e via dicendo.

Una volta che il proprio contratto è scaduto, occorre rinnovarlo; con questa operazione

si ha diritto ad un cellulare a condizioni speciali (prezzo ribassato). Il dubbio sorge al

momento della scelta: “che telefono mi prendo?”.

Analizziamo dunque i vari sistemi operativi in circolazione in rapporto ai produttori de-

gli apparecchi stessi. Oggi giorno gli OS più in voga sono: iOS (Apple), Android

(Google), Windows7 (Microsoft) e BlackBerryOS (Research In Motion). I produttori di

apparecchi per sistemi operativi iOS è unicamente la Apple (l’OS è di sua proprietà)

con il suo iPhone; mentre per Android abbiamo in prima fila a concorrere Samsung e

HTC (Android è un sistema operativo Open Source), oltre a Samsung e HTC si aggiun-

ge Nokia a vendere apparecchi che dispongono di Windows7. Per BlackBerry OS inve-

ce la RIM è l’unica a distribuire questo software, perché è di sua proprietà e li commer-

cializza con i propri smartphone omonimi.

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Teqnologia

Vediamo ora cosa li distingue e quale è la diffenza. Quello che cambia totalmente in

ognuno di questi marchi è la “User Interface”, ovvero l’interfaccia dell’utente che sta a

voler significare la grafica ed il design.

La filosofia di iOS è quella di avere un interfaccia semplice e chiara, in gergo “User

Friendly”, ovvero amichevole, semplice, intuitivo. Infatti tutti i controlli di iPhone sono

svolti tramite tasti e bottoni abbastanza contrastati tra colore di testo e di sfondo. L’u-

tente si muove attraverso il touchscreen e

adopera il tasto “home” unicamente per tor-

nare alla schermata principale o per uscire

dall’applicazione che sta utilizzando.

Anche Android si è concentrata sulla sempli-

cità e sull’immediatezza, infatti con una del-

le ultime release si può accedere ad alcune

funzioni direttamente dalla “lock screen”,

ovvero quando il telefono è bloccato.

Il design di Windows Phone è il più chiaro di

tutti. Una filosofia ed un concetto minimali-

sta, semplice, intuitivo e soprattutto chiaro.

Nessuna deviazione di funzioni, niente abbi-

namenti di colori sbagliati.

La Microsoft, prendendo spunto dal suo si-

stema operativo per computer Windows 7 ha

voluto creare qualcosa di unico nel suo gene-

re, dando sfogo al contrasto e all’accessibili-

tà.

Colori come bianco su nero o bianco su blu.

Forme quadrate (le App infatti hanno un’im-

magine quadrata, i tasti sulla home screen

sono pure quelli quadrati), Apple invece

punta su quello che sono le curve (sottili), ai bottoni ovali e alle icone delle App con i

bordi arrotondati.

BlackBerry OS invece è un sistema operativo inizialmente pensato per smartphone non-

touch. Infatti soltanto dopo la RIM ha introdotto i suoi cellulari con schermo tattile

(senza tralasciare però l’immancabile tastiera QWERTY). Il design di BBOS è abba-

stanza unico e atipico, ma ricorda vagamente Android con il suo tasto opzioni (in que-

sto caso è il tasto “Blackberry”). BBOS dispone di più schermate home (esattamente

come iOS e Android; a differenza di Windows).

Illustrazione realizzatada parte di alcuni sostenitori di Android

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Teqnologia

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Soffermiamoci anche sulle funzionalità, le specialità e

le caratteristiche dei software, dei programmi e delle

“menti dei cellulari” che vi abbiamo appena presenta-

to.

La cosa che rende davvero speciale l’iOS (e di conse-

guenza l’iPhone) è il suo vastissimo App Store. L’App

Store è una piazza virtuale dove gli sviluppatori hanno

l’opportunità di pubblicare, distribuire e vendere i pro-

pri prodotti, in questo caso applicativi studiati e codifi-

cati appositamente per questo tipo di dispositivi. Dicia-

mo speciale perché App Store è un mercato a sé stante.

Infatti vi sono centinaia di migliaia di applicazioni tra

cui l’utente può scegliere, ricercare e scaricare.

Le App a pagamento si possono pagare tramite carta di

credito oppure con delle iTunes Card (carte prepaid

con un credito valido unicamente per questo sistema);

l’accesso viene identificato tramite un proprio Apple

ID (obbligatorio).

Anche Android ha moltissime applicazioni, ma la sua

specialità è la possibilità di sincronizzare con i servizi

offerti da Google. Infatti Android è una piattaforma, un

sistema operativo interamente studiato, progettato e di-

stribuito da Google. Appunto per questo consente di

sincronizzare i propri contatti, il calendario, le e-mail e

tutto quanto fa parte della gamma di servizi del noto

motore di ricerca. Anche Windows Phone è abbastanza

famoso per le sue capacità di sincronizzazione, infatti

per chi possiede un’account Xbox Live, c’è la possibi-

lità di fare il login al proprio profilo direttamente dal

cellulare.

Blackberry non è famosa per niente di questo. La RIM

si è fatta conoscere per i suoi cellulari aziendali, spe-

cialmente utilizzati da dipendenti delle banche, oggi

distribuiti fino al segmento privato. I Blackberry sono

famosi per la loro estrema sicurezza, infatti si sostiene

che il loro sistema sia inpassabile.

red / TU Mobile OS Battle / Photo by: Lucidagancy.com

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Teqnologia

Ecco alcune fotografie dell’interfaccia dei vari sistemi operativi appena presentati:

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Mobile OS Battle / Photo by: Lucidagancy.com

iOs Android

Windows Phone 7.5 Blackberry OS 7

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Moda

Abbinare: vestiti, colori e accessori.

V ogliamo trattare in quest’articolo, nell’ambito della moda, il tema

dell’abbinamento dei vestiti, dei colori e dei relativi materiali.

Le domande che sorgono spontanee sono: “quali sono le regole per abbi-

nare vestiti?” – “esistono delle regole standard?” – “ come si fa a sapere

cosa abbinare con cosa?”. Queste domande purtroppo non sempre hanno

una risposta chiara e “universale”, infatti quando si tratta di moda, di abbigliamento, si

entra in un settore molto personale, di conseguenza non si possono dare delle risposte

oggettive. Il tema scelto è molto soggettivo, però esistono delle piccole linee guida che

ci possono aiutare a migliorare il nostro abbigliamento. Ci sono però alcune precisazio-

ni da fare: “abbinare” per una donna ha un senso (spesso) diverso da “abbinare” per un

uomo. Per chi vuole avere un aspetto gradevole, e non vuole che l’aggettivo ad esso da-

to sia unicamente “carino/a”, allora è importante saper abbinare bene i propri abiti, nel

loro insieme, quali colori, materiali e tipologia (stile) dell’abbigliamento stesso.

La premessa da fare è che trattando un argomento abbastanza delicato, bisogna precisa-

re che si tratta di informazioni oggettive in base ai pensieri “standard / comuni”, ricor-

dando sempre che abbinare è sempre questione di “gusti”.

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Moda

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Ecco alcuni consigli e regole degli abbinamenti:

Evitare di indossare due capi di colori simili o uguali (meglio se tonalità diverse

Abbinare il colore della maglietta a quello delle scarpe e/o della cintura

Abbinare sempre il colore della borsa a quello delle scarpe

In alternativa a quanto citato sopra, per la borsa e le scarpe è meglio scegliere due

colori che stanno bene as-

sieme (possibilmente che

richiamano qualche ac-

cessorio)

La parte più difficile, sta nel

saper abbinare i colori giusti.

Questo perché esiste una linea

di gusti che vede un colore

perfettamente abbinato ad un

altro, mentre in realtà ci sono

altri pensieri, comuni o meno,

che vedono quei determinati

due o più colori improponibili

in una vista d’insieme.

Ci sono infatti correnti di pen-

siero che vedono addirittura il

nero assolutamente non com-

binabile con il bianco (i colori

che si contrastano, solitamen-

te, non sono considerati non-

abbinabili).

Vediamo ora dei dettagli e

specifiche dei colori principa-

li:

Nero: è considerato un non colore, poiché è molto elegante e non passa mai di mo-

da. Inoltre snellisce la nostra linea. Si può abbinare con qualunque altro colore

(meglio se acceso).

Bianco: come il nero, anche lui è un non colore, dunque si abbina con tutto. Atten-

zione però perché mette anche in risalto i difetti fisici e le curve del proprio corpo.

Blu: è l’unico colore che può stare bene anche con altre sue stesse tonalità, si abbi-

na però male con rosso e giallo.

Rosso: è un colore audace, indica sicurezza in se stessi e non tutti se la sentono di

Cerchio di Itten: i colori, non si accostano bene a quelli “simili”, ovvero a quelli che si trovano nelle immediate vicinanze. Si abbinano bene invece quelli diametralmente opposti alla ruota.

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Moda

a combinare facilmente con azzurro, verde e giallo; ma si accosta bene a tonalità scure

in generale.

Giallo: soltanto se fa parte degli accessori, dà l’idea dell’estate e del buon umore.

Anche lui però è molto difficile da abbinare, essendo molto acceso, lo si vede mol-

to bene con colori come il viola (scuro) e il verde chiaro.

Verde: non tutti i verdi si abbinano con gli stessi colori. Infatti tonalità chiare e te-

nui vanno bene con blu e giallo, al contrario di quelle scure. Evitare comunque vio-

la e arancio,

Ecco invece alcuni abbinamenti da evitare assolutamente:

Nero-marrone

Nero-blu scuro

Oro-colori pastello

Argento-colori pastello. red / TU

Colors / Photo by: dealovia.com

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Cerchio di Itten: i colori, non si accostano bene a quelli “simili”, ovvero a quelli che si trovano nelle immediate vicinanze. Si abbinano bene invece quelli diametralmente opposti alla ruota.

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Fotografie

Fotografie varie - Photo by: Tolunay Uklimekçi

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Fotografie

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Fotografie

Fotografie di un ghiacciaio - Photo by: Tolunay Uklimekçi

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Fotografie

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Personaggi

Step One. La biografia Ufficiale!

S tefano Dal Borgo nasce a Bellinzona il primo aprile 1989. Sin dallʼinfanzia

si avvicina alla musica grazie al padre, il quale trascorre le sue serate al

pianoforte, accendendo in Stefano la voglia di scoprire, di entrare in quel

mondo fatto di note. La musica, in tutte le sue forme, lo appassiona ma

il ragazzo nota di avere una predisposizione particolare verso le parole

e i testi dei vari artisti.

Lascia tutti sorpresi, infatti, quando attorno ai suoi dieci anni di vita, il giovane ricor-

da a memoria i testi degli artisti italiani, rispettandone la metrica, dopo un solo

ascolto. Questa predisposizione particolare lo porta ad avvicinarsi alla musica Rap, af-

fascinato dall’arte del “freestyle”, ovvero l’arte di improvvisare su di una base ritmata

testi di senso compiuto e scanditi da rime. A sedici anni affronta il suo primo

“freestyle contest” al “Garage Music” di Castione (ora divenuto “La Sfinge club”).

Lasciando il pubblico incredulo, Stefano vince il suo primo contest e, da quel

momento, colleziona un successo dopo lʼaltro sui palchi della scena underground tici-

nese e della vicina penisola. Nel 2006, a 17 anni, il ragazzo si afferma miglior

artista rap esordiente, classificandosi secondo al “Ti on the Mic”, una delle più

grandi ed importanti manifestazioni Hip Hop tenutasi in Ticino, che vedeva invitati i

migliori “freestyler” svizzeri e d’Italia. Parallelamente alla passione per

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Personaggi

Step One. La biografia Ufficiale!

S tefano Dal Borgo nasce a Bellinzona il primo aprile 1989. Sin dallʼinfanzia

si avvicina alla musica grazie al padre, il quale trascorre le sue serate al

pianoforte, accendendo in Stefano la voglia di scoprire, di entrare in quel

mondo fatto di note. La musica, in tutte le sue forme, lo appassiona ma

il ragazzo nota di avere una predisposizione particolare verso le parole

e i testi dei vari artisti.

Lascia tutti sorpresi, infatti, quando attorno ai suoi dieci anni di vita, il giovane ricor-

da a memoria i testi degli artisti italiani, rispettandone la metrica, dopo un solo

ascolto. Questa predisposizione particolare lo porta ad avvicinarsi alla musica Rap, af-

fascinato dall’arte del “freestyle”, ovvero l’arte di improvvisare su di una base ritmata

testi di senso compiuto e scanditi da rime. A sedici anni affronta il suo primo

“freestyle contest” al “Garage Music” di Castione (ora divenuto “La Sfinge club”).

Lasciando il pubblico incredulo, Stefano vince il suo primo contest e, da quel

momento, colleziona un successo dopo lʼaltro sui palchi della scena underground tici-

nese e della vicina penisola. Nel 2006, a 17 anni, il ragazzo si afferma miglior

artista rap esordiente, classificandosi secondo al “Ti on the Mic”, una delle più

grandi ed importanti manifestazioni Hip Hop tenutasi in Ticino, che vedeva invitati i

migliori “freestyler” svizzeri e d’Italia. Parallelamente alla passione per

l’improvvisazione, Stefano scrive anche vere e proprie canzoni.

Nel 2006, con un gruppo di amici, fonda il gruppo “New Skills” con il quale lavora

e cresce molto dal punto di vista umano e musicale e, dal 2006 ad oggi, porta il

giovane ad esibirsi su tutti i più importanti palchi della regione, facendo da spalla

ad artisti come Fabri Fibra, Club Dogo, Mondo Marcio e molti altri.

Nel 2010 Stefano si vede costretto a distaccarsi dal gruppo, in quanto migra a

Friborgo per proseguire i suoi studi universitari. Friborgo segna profondamente il

ragazzo, che si trova ora in una città a lui sconosciuta e lo costringe a rifarsi,

per modo di dire, una vita. Fra le mura del suo appartamento nasce un idea, quel-

la di “ripartire da zero” e, Stefano, riparte. In pochi mesi scrive una miriade di testi

raggruppandoli in un album, intitolato RESET.

Un suo grande

amico, Kastriot, si

accorge di quanto i

brani registrati

amatorialmente

nell’appartamento

dell’artista siano

competitivi e degni

di nota. Decide

quindi di fare da

manager a Stefano

aiutandolo a pianifi-

care la produzione

dell’album.

I due si rivolgono a

Franco Paladino (in

arte Dj C.I), dj di Maxi B e produttore al Real Jungle Studio di Lugano, il quale ac-

cetta dopo aver ascoltato le pre-registrazioni, di produrre Stefano che, da questo

momento, diventerà per la scena musicale “Step One”. Dopo aver registrato i primi

pezzi da C.I, Kastriot decide di inviare alcuni brani all’etichetta italiana “L’atlantide”,

la quale si interessa al giovane rapper seguendo il lavoro che svolge in studio e, al-

la fine delle registrazioni, il master dell’album convince i dirigenti della casa discografi-

ca. Il disco uscirà il 29 novembre 2011 assieme al video del primo singolo inti-

tolato “vivo nei miei testi” . La distribuzione coprirà il canton Ticino e la vicina peni-

sola. red / SD

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Sport

La libertà scorre su tre ruote

N on esistono barriere fisiche, ma solo mentali. Lo sport, in questo senso, è

un ottimo strumento per far comprendere quanto le persone con una di-

sabilità possano essere forti e determinate, e superare così ogni limite.

Lo sa bene Vittorio Podestà, vincitore, nel 2007, del campionato del

mondo di handbike. “Pensavo di aver perso tutto” – scrive di quel gior-

no – “Poi ho realizzato il mio sogno”.

Solo cinque anni prima, la sera del 19 marzo 2002, mentre sta per raggiungere alcuni

amici per una cena in compagnia, la ruota anteriore della sua auto urta un cordolo della

strada. Prima un testacoda, poi il veicolo si ribalta. Nessuna ferita apparente, nessuna

escoriazione. Ma le gambe restano lì, immobili. L’incidente causa a Vittorio una doppia

torsione della colonna vertebrale, con la rottura delle vertebre dorsali e la conseguente

lesione al midollo spinale. Il ricovero a Sondrio, poi il ritorno a casa. Vittorio non smet-

te di lottare, e continua nella riabilitazione anche grazie allo sport, prima con il basket e

poi con l’handbike. Si appassiona particolarmente a questa speciale bicicletta, nella

quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe. Inizia a concorrere in alcune

gare regionali, ed i risultati non si fanno attendere. Dopo soli tre anni, entra a far parte

della nazionale italiana, e si aggiudica svariati titoli mondiali. L’handbike è uno sport

conosciuto e particolarmente seguito nella vicina penisola. Testimonial quali Alex

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Sport

La libertà scorre su tre ruote

N on esistono barriere fisiche, ma solo mentali. Lo sport, in questo senso, è

un ottimo strumento per far comprendere quanto le persone con una di-

sabilità possano essere forti e determinate, e superare così ogni limite.

Lo sa bene Vittorio Podestà, vincitore, nel 2007, del campionato del

mondo di handbike. “Pensavo di aver perso tutto” – scrive di quel gior-

no – “Poi ho realizzato il mio sogno”.

Solo cinque anni prima, la sera del 19 marzo 2002, mentre sta per raggiungere alcuni

amici per una cena in compagnia, la ruota anteriore della sua auto urta un cordolo della

strada. Prima un testacoda, poi il veicolo si ribalta. Nessuna ferita apparente, nessuna

escoriazione. Ma le gambe restano lì, immobili. L’incidente causa a Vittorio una doppia

torsione della colonna vertebrale, con la rottura delle vertebre dorsali e la conseguente

lesione al midollo spinale. Il ricovero a Sondrio, poi il ritorno a casa. Vittorio non smet-

te di lottare, e continua nella riabilitazione anche grazie allo sport, prima con il basket e

poi con l’handbike. Si appassiona particolarmente a questa speciale bicicletta, nella

quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe. Inizia a concorrere in alcune

gare regionali, ed i risultati non si fanno attendere. Dopo soli tre anni, entra a far parte

della nazionale italiana, e si aggiudica svariati titoli mondiali. L’handbike è uno sport

conosciuto e particolarmente seguito nella vicina penisola. Testimonial quali Alex

Zanardi, ex pilota di Formula 1, oggi atleta su tre ruote, hanno contribuito a rendere ce-

lebre questa disciplina, che grazie alla forza delle braccia, alla fluidità del movimento e

allo scorrere delle ruote offre anche alle persone con disabilità agli arti inferiori un’e-

strema sensazione di libertà.

Come si sta sviluppando questa disciplina nella Svizzera italiana? Che dire, se non che

ormai ci si è fatta un po’l’abitudine: i bambini indicano le handbike dall’alto delle auto-

mobili, gli adulti le guardano con aria inter-

rogativa. A volte le persone si avvicinano per

chiedere come mai questa bicicletta abbia

una forma così strana. Non occorre molto

per capire che l’handbike, alle nostre latitu-

dini, è pressoché sconosciuta. In Svizzera si

tratta di uno sport praticato per lo più dal

singolo atleta. Esiste però una squadra semi-

professionista: il Team Paraplegie, che conta

sei membri. Generalmente all’interno della

Confederazione, le handbike gareggiano al

pari delle normali biciclette da strada, anche

se esiste una categoria a sé, che è poi a sua

volta suddivisa in diverse sottocategorie a

dipendenza della stato di salute dell’atleta.

Vista la mancanza di meeting regionali, i no-

stri atleti sono però spesso costretti a doversi

muovere all’interno di circuiti internazionali.

La Round Table Cup, organizzata il 25 set-

tembre 2011 nell’ambito della maratona

“Stralugano”, si è in questo senso posta qua-

le primo appuntamento di rilevanza organiz-

zato nel nostro Cantone. Una decina di atleti

del team Gruppo Paraplegici Ticino hanno affrontato il circuito del lungolago non tanto

con fini agonistici, quanto dimostrativi. È infatti importante coinvolgere l’opinione

pubblica, al di là del puro significato sportivo e dimostrare quanto le persone con andi-

cap abbiano da offrire.

red / Daphne Settimo (FTIA)

Handbike / Photo by: lightgalleries.net

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Luoghi

Il caffè, dove berlo.

L a redazione di Qlip ha deciso di dedicare uno spazio ad uno dei gesti più

piacevoli della quotidianità: bere un caffè. Che sia bevuto da soli o in com-

pagnia è un piccolo rituale a cui pochi rinunciano e allora vi diamo un con-

siglio per gustarne uno che non dimenticherete facilmente. Il dove è Locar-

no, il quando è sempre: stiamo parlando della caffetteria Al Porto Café La-

go, piccolo gioiello aperto 365 giorni all anno dove in un ambiente raffinato, con un per-

sonale assolutamente impeccabile ed un menù tutto da scoprire potrete trascorrere mo-

menti speciali. Il ristorante si trova di fronte al lago e con una grande vetrata permette

di ammirarlo in tutta la sua bellezza, il salotto è molto luminoso ed è arredato con tavoli

in legno e divani con tanto di soffici cuscini che non fanno altro che invogliare il cliente

ad accomodarsi, il personale elegante e gentilissimo provvede subito ad accompagnare

l ospite al proprio tavolo e a portare la carta, il servizio da tavola è molto ricercato tazze

di porcellana e posate d argento- e vi farà gustare ancora di più la portata desiderata. Il

caffè sempre ottimo- è sempre accompagnato da un bicchiere d acqua fresca ed un cioc-

colatino della casa. I dolci che si trovano nel menù sono tutti gustosi e di ottima qualità

e ognuno di essi viene presentato in maniera eccellente. Café Lago è perfetto per qual-

siasi occasione e per qualsiasi tipo di compagnia: colazione, pranzo, merenda in compa-

gnia del partner, dei colleghi, di amici o famiglia, non ne uscirete insoddisfatti!

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Luoghi

Per maggiori informazioni vi consigliamo caldamente di visitare il sito web della catena

di pasticcerie Al Porto, dove potrete trovare tutte le indicazioni desiderate:

www.alporto.ch red / AM

Café Lago—Al Porto / Photo by: RT Vision (Tolunay Uklimekci)

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Web

Web design e sviluppo, Luiis-Group.

A bbiamo intenzione di parlarvi di “un’agenzia interattiva Svizzera dedica-

ta al web design ed allo sviluppo”. Vi faremo conoscere questa giovane

azienda ticinese, la Luiis Group appunto (nonché gestore dei Server di

Qlip Magazine).

Si tratta di una ditta individuale presente sul mercato ticinese ormai già

da più di un anno, con un esperienza non paragonabile ai suoi concorrenti, visti i risul-

tati che sono riusciti a pubblicare nel loro portfolio dei progetti terminati. Il gruppo è

formato da tre persone: Luiis Franceschi (Creative Director), Christian Bianchini (Lead

Mobile Developer, attualmente impiegato nella sede di Londra) e Gonçalo Margalho

(Lead Developer).

Hanno sede principale e ufficio a Solduno (Via Vallemaggia 56A) e un secondo ufficio,

come anticipato, a Londra.

Si occupano a tempo pieno di fornire soluzioni e prodotti destinati al Web e al mercato

“mobile”; ciò che distingue quest’azienda dalle altre è il compromesso che riescono a

trovare tra funzionalità, semplicità e design minimalista-moderno. È impressionante ve-

dere i risultati dei siti web da loro sviluppati dove l’interattività è protagonista, seguita

dall’accessibilità e dal sistema “user-friendly” , come attori non da meno. “Offriamo so-

luzioni web alla portata di tutti a partire dai singoli privati fino alle grandi società”.

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Page 33: Qlip Magazine - Gennaio 2012

Web

Non soltanto siti web, sono esperti anche nel settore dello sviluppo di applicazioni mo-

bili, affermano infatti: “visti i nuovi trend siamo in grado di sviluppare sia siti web

compatibili con i principali smartphone che vere e proprie applicazioni, Android e

iOS”.

Come anticipato, il design fa parte della loro vena artistica che li spinge ad occuparsi in

specifico del settore specialistico del branding e della comunicazione aziendale, confer-

mato direttamente dal titola-

re, sig. Luiis: “i nostri pro-

getti sono basati su obiettivi

e target ben definiti. Credia-

mo che l’usabilità e la sem-

plicità siano la chiave per

trasmettere un’immagine

professionale e fluibile”.

Il lato finanziario (da parte

del cliente) è per loro molto

importante, per questo non

viene a mancare la specializ-

zazione nel Web-marketing,

dove una consulenza sulle

relazioni online è pratica-

mente d’obbligo.

Come ogni azienda informa-

tica, s’intendono di tutto il

resto dell’ambito tecnologi-

co, grazie ad una vasta cate-

na di partners e collaboratori riescono ad offrire una gamma di servizi completa che

comprende sviluppo di software, ricerche di vulnerabilità in reti aziendali e private, ac-

quisti di macchinari e computer.

L’aspetto “open-mind” di questa azienda si fa notare dal “sharing” che fanno del pro-

prio know-how, infatti offrono corsi e giornate informative per sensibilizzare persone e

professionisti al corretto uso delle nuove tecnologie e condividono il proprio sapere.

Numerosi i lavori e progetti da loro svolti, tra i quali nomi conosciuti qui in ticino, co-

me per esempio Genazzi e Artioli SA, Artisa Group Holding SA, ecc..

Vi invitiamo a voler visitare il loro sito web per maggiori informazioni: www.luiis-

group.com red / TU

Filosofia e metodo di lavoro di Luiis Group / Photo by: Luiis.com

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Eventi

Arriva il carnevale, il Rabadan!

P arliamo del carnevale questa volta. Uno degli avvenimenti più attesi dell’an-

no. Musica, colori e maschere sono le tre parole chiave di questa ricorrenza

e per chi è sacra sicuramente conosce il carnevale di Bellinzona e vi parteci-

pa. Il carnevale a Bellinzona viene fatto risalire al 1862 e il nome Rabadan è

coniato nel 1874; deriva dal dialetto piemontese ed ha un doppio significa-

to: il primo è baccano, il secondo uomo mal ridotto. Più che azzeccato dato che la mu-

sica e la festa sono non-stop per sei giorni di fila, sei giorni in cui è facile perdere ogni

energia con tanto divertimento. Sei giorni dove Bellinzona organizzata in maniera

straordinaria fa vivere al cittadino e al visitatore un’atmosfera difficile da ritrovare al-

trove. Nell’anno 2012 Rabadan comincerà giovedì 16 febbraio e terminerà martedì 21.

Ogni giorno è organizzato per regalare un programma differente. Il giovedì è dedicato

all’apertura del carnevale dove le autorità cittadine consegnano le chiavi della città al

Re Rabadan e alla sua corte, il venerdì viene organizzato un pranzo per più di mille an-

ziani e vi è la grande sfilata mascherata dei bimbi di asilo ed elementari di tutto il can-

tone, il sabato è all’insegna della musica dove le musiche ticinesi e le Guggen d’oltral-

pe sfilano lungo il Viale Stazione, la domenica vi è il grande corteo mascherato con più

di 50 soggetti ogni anno, il lunedì viene dedicata tutta l’attenzione ai bambini con delle

animazioni e alla sera vi è il grande torneo di tiro alla fune ed infine al martedì una

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Eventi

risottata per più di tremila persone viene preparata con grande cura. Si calcola che ogni

anno in questi sei giorni più di diecimila persone entrano nella città del carnevale per

eccellenza. Per chi ancora non ha avuto l’occasione di parteciparvi non deve far altro

che vedere con i propri occhi lo spettacolo che una città simile riesce a regalare e quindi

perché aspettare? red / AM

Rabadan—Piazza collegiata Bellinzona / Photo by: Tolunay Uklimekci (RT Vision)

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risottata per più di tremila persone viene preparata con grande cura. Si calcola che ogni

anno in questi sei giorni più di diecimila persone entrano nella città del carnevale per

eccellenza. Per chi ancora non ha avuto l’occasione di parteciparvi non deve far altro

che vedere con i propri occhi lo spettacolo che una città simile riesce a regalare e quindi

perché aspettare? red / AM

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Qcina

QRM: Ristorante Croce Federale

C ome redazione di Qlip abbiamo voluto valutare per voi il ristorante Croce

federale di Bellinzona. Ecco dunque qui riportato un freddo pomeriggio

invernale allietato da un buon dessert.

Dopo aver passeggiato per le strade di Bellinzona e avendo avvertito un

certo languorino abbiamo deciso di sostare presso il Croce federale per

degustare un dolce della casa. Il ristorante è facilmente raggiungibile, posizionato nel

centro storico bellinzonese a circa 300 metri dalla stazione e a due minuti dal parcheg-

gio di Piazza del sole. Riesce subito a far sentire il cliente a proprio agio grazie ad un

locale con colori caldi e ad un personale cordiale.

Infrastruttura abbastanza amplia, con terrazza e due locali all’interno (un locale pizzeria

-bar e l’altro più elegante ed intimo). Pulito nella zona pranzo ma una nota negativa bi-

sogna purtroppo darla alla pulizia dei bagni, in cui sicuramente si deve pretendere una

maggiore attenzione. Positiva però la messa a disposizione di un fasciatoio.

Luogo dove poter stare soli, in coppia, in gruppo o in famiglia, di cui il bar è fornito di

innumerevoli giornali: insomma, ci si può piacevolmente consumare un pasto.

Entrando il cameriere ci ha subito accolti, facendoci scegliere dove accomodarci e por-

tandoci, come da noi richiesto, la carta dei dessert. Forse un pò lunga l’attesa per il suo

ritorno dopo la comanda ma senza dubbio non sprecata, difatti un ottimo tiramisù

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Qcina

e degli ottimi vermicelles con panna e gelato ci sono stati serviti. Molto buona la pre-

sentazione ed altrettanto la qualità, il prezzo valeva ciò che ci è stato offerto e buono

anche il servizio datoci dal cameriere.

Come giornale on-line dobbiamo sottolineare anche il fatto che ha una pagina web che

permette di informarsi riguardo orari e filosofia del ristorante. Quindi per ulteriori in-

formazioni vi consigliamo di accedere a crocefederale.ch red / AM

Ristorante Croce Federale / Photo by: Tolunay Uklimekci (RT Vision)

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Page 40: Qlip Magazine - Gennaio 2012

Qcina

Il Quality Restaurant Mark (QRM)

N on solo magazine. Non solo sociale. Anche gastronomia.

Ma… cosa s’intende con queste parole che emergono dal nostro sito

web?

In realtà definiscono brevemente la nostra nuova idea e il concetto che

sta alla base del Quality Restaurant Mark (dall’inglese: marchio di risto-

rante di qualità). Non è corretto però ridurre il tutto a “un’idea” o “un concetto”, è mol-

to di più. È l’arte di saper consigliare in modo dettagliato dove si mangia bene.

Il tutto non è solo un’idea ma è un obiettivo che ci poniamo, ovvero quello di recensire

per voi i ristoranti del Ticino, facendo delle valutazioni dettagliate di tutto il servizio nel

suo complessivo. I ristoranti che vengono recensiti, se soddisfano i nostri requisiti di

qualità, ricevono il QRM (marchio, immagine a pagina 41).

La nostra valutazione è basta su tre principali campi: il personale, il ristorante nella sua

struttura ed ovviamente il cibo offertoci.

Per quanto concerne il personale, teniamo conto dei vari tempi d’attesa (prima e dopo

l’ordinazione), della cordialità e della professionalità dei camerieri, dell’igiene e del

servizio offerto.

Invece per poter valutare il ristorante come struttura, prestiamo attenzione ai servizi

d’accessibilità (se ci sono presenti disposizioni ideali o particolari per famiglie e/o

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Qcina

Il Quality Restaurant Mark (QRM)

N on solo magazine. Non solo sociale. Anche gastronomia.

Ma… cosa s’intende con queste parole che emergono dal nostro sito

web?

In realtà definiscono brevemente la nostra nuova idea e il concetto che

sta alla base del Quality Restaurant Mark (dall’inglese: marchio di risto-

rante di qualità). Non è corretto però ridurre il tutto a “un’idea” o “un concetto”, è mol-

to di più. È l’arte di saper consigliare in modo dettagliato dove si mangia bene.

Il tutto non è solo un’idea ma è un obiettivo che ci poniamo, ovvero quello di recensire

per voi i ristoranti del Ticino, facendo delle valutazioni dettagliate di tutto il servizio nel

suo complessivo. I ristoranti che vengono recensiti, se soddisfano i nostri requisiti di

qualità, ricevono il QRM (marchio, immagine a pagina 41).

La nostra valutazione è basta su tre principali campi: il personale, il ristorante nella sua

struttura ed ovviamente il cibo offertoci.

Per quanto concerne il personale, teniamo conto dei vari tempi d’attesa (prima e dopo

l’ordinazione), della cordialità e della professionalità dei camerieri, dell’igiene e del

servizio offerto.

Invece per poter valutare il ristorante come struttura, prestiamo attenzione ai servizi

d’accessibilità (se ci sono presenti disposizioni ideali o particolari per famiglie e/o

disabili), del design interno, dell’architettura dell’edificio, della location (dove è situato

il ristorante, se è facilmente raggiungibile), dei posteggi e anche di dettagli come la pre-

sentazione grafica del menu.

Una volta ricevuto il cibo, oltre a gustarcelo, valutiamo la sua qualità (caratteristiche

della cottura, bontà, gli eventuali valori aggiunti, la presentazione e del dosaggio degli

ingredienti). Per ulteriori informazioni: www.qlip.ch/qrm red / T.U.

Quality Restaurant Mark—Logo / Design by: RT Vision Design (Tolunay Uklimekci)

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