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Psicologia di Comunità e della Salute Università di Chieti – Pescara a.a. 2016-2017 dr. Pietro Berti [email protected]

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Psicologia di Comunità e della Salute

Università di Chieti – Pescaraa.a. 2016-2017

dr. Pietro [email protected]

Programma del corso

Zani B. Psicologia di comunità. Prospettive, idee, metodi. Carocci Editore, 2012

Zani B., Cicognani E. Psicologia della salute, Il Mulino, 2000

Slide fornite dal docente

Modalità di esame

● Prova scritta sulla progettazione di un intervento sociale

Sarà dato un tema o una problematica sociale, a cui si chiederà di rispondere attraverso un intervento basato su una teoria e/o una metodologia

Il candidato potrà disporre dei libri di testo e dei suoi appunti di studio, ma non potrà utilizzare smartphone o tablet o comunicare con altri

Tempo: due ore

Esempio di traccia d’esame (1)

Il candidato elabori un progetto di ricerca intervento su committenza di un ipotetica scuola media inferiore finalizzato alla prevenzione del bullismo.

Si richiede di elaborare il progetto secondo il seguente schema:

- definizione della problematica e dell’oggetto di intervento

- modelli e fattori psicologici sottesi

- obiettivi e ipotesi dell’intervento

- strumenti, tecniche e metodologia di realizzazione

- metodi di verifica dell’efficacia dell’intervento

Esempio di traccia d’esame (2)

Il candidato elabori un progetto di intervento psicologico volto a sostenere i caregivers di persone che presentano gravi disabilità.

Nell'elaborazione progettuale si dovrà fare riferimento:

1) agli obiettivi da raggiungere;

2) al target e agli attori coinvolti;

3) alle metodologie e agli strumenti da utilizzare

4) alle eventuali altre figure professionali coinvolte nell'intervento oltre allo psicologo;

5) ai metodi di valutazione del progetto;

Esempio di traccia d’esame (3)

Il candidato elabori un progetto di intervento psicologico volto a motivare un gruppo di persone adulte a intraprendere attività fisica, prendendo come modello di riferimento il Health Belief Model.

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La psicologia di comunità:

Area di ricerca e di intervento

si occupa di problemi umani e sociali

è rivolta alla

interfaccia tra individuale e collettivo,

tra psicologico e sociale

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Definizione di “Comunità”

Etimologia

- communis = bene comune

- cum moenia = mura comuni

cum munia = dovere comune

Tradizionalmente è stata definita in opposizione a “società” [cfr. Tönnies, 1887]

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La comunità può essere considerata come:

luogo definito in termini spazio temporali

entità sociale globale in cui i membri sono legati da senso di appartenenza radicato nelle tradizioni

entità sovrindividuale: depositaria di un bene comune che

può garantire e tutelare il singolo civitas dove vigono diritti e doveri comuni

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La Comunità come fatto relazionale:

Relazioni nella comunità-fiducia reciproca, - lealtà generalizzata -organismo vivente-fondato sul sentire comune

Relazioni nella società-fondate su base contrattuale-temporanee e molto fredde-aggregazioni per scopi specifici

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Aree di interesse

1. persone nella comunità (effetti prodotti dall’ambiente) (singoli e membri di organizzazioni sociali)

2. reazione delle persone al cambiamento pianificato

3. gestione dello stress (funzionamento personalità e condizioni socioculturali)

4. effetti prodotti dalle organizzazioni sociali sull’individuo

5. cambiamento sociale attraverso la modificazione di fattori motivazionali e di personalità

6. valutazione della consulenza e dei processi di cambiamento sociale

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I Valori della Psicologia di Comunità

● La difesa dei diritti e degli interessi degli individui e delle comunità, e la condanna di ogni forma di oppressione e di esclusione sociale

● La giustizia, che rimanda ad una distribuzione equa delle risorse della società

● La solidarietà (…) in particolare verso persone e gruppi oppressi e discriminati

● l’autonomia, la liberazione e l’emancipazione delle persone e dei gruppi

(Jodelet, in Zani 2012)

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Principi e modelli di azione

I principi pratici di applicazione prevedono:

● Accompagnamento dei gruppi sociali e degli individui nella ricerca di benessere

● Sostegno alle strutture della comunità affinché incoraggino la partecipazione

● Empowerment individuale, sociale, di comunità

● La difesa della diversità umana e culturale

● Contribuire alla trasformazione e al cambiamento sociale

● Lotta contro la discriminazione di persone e/o gruppi

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Lo Psicologo di Comunità:

● Agisce come professionista senza porsi come l’unico detentore della conoscenza

● Agisce come agente di cambiamento personale e/o di gruppo e/o sociale, come facilitatore dello stesso

● Considera le altre persone coinvolte nel processo come portatrici di saperi e competenze proprie (no “visione dall’alto”)

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Gli approcci teorici della psicologia di comunità:

● Approccio orientato alla promozione della salute

● Approccio Multidisciplinare delle esperienze

● Approccio empirico dell’intervento sociale

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Prospettive teoriche della Psicologia di Comunità

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Il principio fondamentale: LA PERSONA NEL CONTESTO

La Psicologia di Comunità considera gli individui all’interno del contesto e dei sistemi sociali di cui fanno parte o che

li influenzano

Comportamento = adattamento dell’individuo alle risorse dell’ambiente e alle circostanze che si

verificano

(Psicologia ecologica)

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Il contributo di Kurt Lewin (1951)

C = f (P,A)

Il comportamento ( C ) è funzione (f) della persona (P), dell’ambiente (A) e della

loro interazione

L’interazione fra persona e ambiente è chiamato SPAZIO DI VITA

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Di fronte ad una situazione problematica:

La PSICOLOGIA CLINICA ricerca le determinanti psicopatologiche individuali o familiari, ottenendo informazioni dal cliente

La PSICOLOGIA La PSICOLOGIA DI COMUNITA’ cerca di raccogliere quante più informazioni possibili (quantitative e qualitative) da più fonti per capire il problema e programmare interventi (ecological assessment)

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L’approccio ecologico: i principi fondamentali (Kelly, 1966)

Interdipendenza dei membri di una realtà sociale

Creazione, definizione e distribuzione delle risorse

Adattamento fra individuo e ambiente

Dinamicità dell’ambiente per quanto riguarda i cambiamenti e le trasformazioni

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La psicologia ecologica di R. Barker

Rottura col metodo sperimentale di

laboratorio, a favore dell’osservazione sul

campo del comportamento umano:

l’ambiente “pre-percettivo”

I SETTING COMPORTAMENTALI

Sequenza di comportamenti da attuarsi in

specifiche situazioni: in questi casi, l’influenza dell’ambiente è molto più forte della personalità individuale

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I sistemi di Urie Bronfenbrenner (1979)

Micro-

Meso-

Eso-

Macro-

Microsistema: relazioni prossimali

Mesosistema: gruppi primari

Esosistema: situazioni ambientali complesse

Macrosistema: cultura, ideologie, normative

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Bronfenbrenner

L’ambiente ecologico è dato da una serie

strutture concentriche, che si includono e

si influenzano a vicenda

Determinate zone ambientali

particolarmente favorevoli (o sfavorevoli)

per lo sviluppo individuale sono dette

“nicchie ecologiche”

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I metodi di ricerca

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Lo psicologo di comunità

● Partecipant conceptualizer (“teorico partecipante” alla vita della comunità)

Con un approccio multidisciplinare, attraverso il quale ricerca il contatto con altre professionalità

Predilige la ricerca applicata (es.: la ricerca – azione)

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Due metodi a confronto

Ipotetico – deduttivo

Formulazione di una teoria

Ipotesi teorica da verificare

Rilevazione dei dati

Scoperta di leggi universali

da applicare al particolare

Empirico – induttivo

Osservazione sul campo

Rilevazione di dati

Formulazione di un nesso

Scoperta di leggi

particolari da ricondurre al

generale

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STRUMENTI DI RICERCA

QUANTITATIVI QUALITATIVI

QUESTIONARI, SONDAGGI…

OSSERVAZIONI, INTERVISTE…

Nella ricerca, è sempre auspicabile l’integrazione dei due metodi

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I METODI QUANTITATIVI

I metodi quantitativi vengono utilizzati per

lo più per verificare ipotesi e/o teorie,

rifacendosi al paradigma positivista

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● I metodi quantitativi hanno come presupposto:

– la trasformazione delle variabili osservate in numeri

– Il pensare che le variabili possano essere isolate e controllate (metodo sperimentale e di laboratorio)

– Il trattamento statistico delle variabili, per capire se gli effetti osservati siano dovuti al caso o all’effettiva covariazione delle variabili

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I Questionari

● La domanda di un questionario deve essere il più possibile:– Focalizzata su un

argomento– Breve– Chiara

(Lavanco e Novara, pag. 151)

Domande da evitare:

• Troppo lunghe

• Troppo complicate

• che indagano più aspetti

• troppo dirette

• che esprimono giudizi o pensieri

• pensate per mettere in imbarazzo

• che contengano negazioni o doppie negazioni

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Le scale di atteggiamenti

● Indagano l’atteggiamento di una persona nei confronti di un determinato oggetto sociale

● L’atteggiamento è composto da 3 componenti:● Affettiva● Cognitiva ● Comportamentale

Scale LikertScale ThurnstoneScale GuttmanDifferenziale semantico

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I METODI QUALITATIVI

I metodi qualitativi vengono utilizzati per

generare nuove ipotesi, o per scoprire

nuove possibilità interpretative. Si rifanno

al paradigma costruttivista

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I metodi qualitativi nascono dall’insoddisfazione verso i metodi quantitativi, che talvolta riducono eccessivamente la complessità degli avvenimenti, eliminando o attenuando l’effetto di molte variabili

I metodi qualitativi studiano inoltre argomenti che non si potrebbero studiare con l’adozione di metodi quantitativi (es.: lo studio dei casi)

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L’oggetto di studio nella ricerca qualitativa

● È visto nella sua particolarità e unicità, partendo dallo studio dei casi singoli

● È visto nella sua globalità e complessità, non escludendo a priori variabili ritenute irrilevanti

● È studiato nel suo contesto naturale, e non in una situazione artificiale

● Assume il significato che gli danno i partecipanti alla ricerca

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Le interviste

● Sono classificate in base alla strutturazione predefinita dell’intervista

● Richiede che l’intervistatore sia preparato e adeguatamente formato

● Vi sono diversi tipi di interviste (Lavanco e Novara 2002, pag. 146)

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I Focus group

● Il Focus group è una intervista – discussione di gruppo, che mira ad indagare le opinioni personali rispetto ad un determinato oggetto, stimolare la discussione rispetto ad esso, condividere una visione di gruppo e proporre (eventualmente) soluzioni ad un problema, o visioni alternative

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La Ricerca-azione partecipata

Processo di studio e intervento su una comunità, nella

quale si stimola e si favorisce la partecipazione più

ampia possibile delle persone in tutte le fasi

Può utilizzare uno o più metodi di ricerca, sia

quantitativi che qualitativi

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Requisiti per una Ricerca-Azione Partecipata

● Deve svilupparsi all’interno della comunità target

● Ha come obiettivo un cambiamento sociale, la costruzione di una “comunità competente”

● Non ci sono separazioni rigide fra “soggetti” e “oggetti” della ricerca, fra “tecnici” e “cittadini”.

Anche per quanto riguarda la scelta degli strumenti, la raccolta dei dati e la loro interpretazione

● Ogni conclusione di percorso deve dare spunto per una nuova ripartenza

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Il Ruolo dello Psicologo nella RAP

● Aiutare a identificare e circoscrivere il problema

● Assistere nella raccolta dei dati e nella loro interpretazione, fornendo chiavi di lettura

● Collegare la situazione locale con quella più generale

● Aiutare a identificare soluzioni ai problemi

● Diffondere i risultati

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La ricerca – azione (action – research) di Kurt Lewin

Teoria e pratica sono strettamente

collegate, in un rapporto di circolarità a

livelli di complessità sempre maggiori.

Nasce dall’esigenza di conoscere e trasformare la realtà

(Lewin 1946)

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DIAGNOSI

Definizione del problema, delle ipotesi e degli obiettivi

FASE CONOSCITIVA

Raccolta dati prima dell’intervento

FASE DELL’INTERVENTO

FASE VALUTATIVA

Raccolta dati dopo l’intervento

NUOVO CICLO

Fonte: Zani, Palmonari 1996

Le fasi della ricerca - azione

42

Elementi di novità della ricerca - azione

I dati di ricerca vanno ad impattare sulla teoria, indirizzando lavori successivi

In ogni fase del processo, si auspica la partecipazione più ampia possibile di tutti i soggetti interessati

43

I Profili di comunità

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Profilo territoriale Profilo demografico Profilo economico Profilo dei servizi Profilo istituzionale Profilo psicosociale Profilo antropologico (di recente introduzione) Profilo del futuro

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Profilo Territoriale

Vengono esaminati i dati relativi all’aspetto fisico-geografico di una data zona: AMBIENTE NATURALE:

confini clima risorse naturaliINFLUENZANO LO SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

AMBIENTE COSTRUITO DALL’UOMO infrastrutture reti di comunicazione strutture residenziali urbanizzazione livelli di degrado ambientaleCONSENTONO DI RILEVARE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE LEGATE ALLA STRUTTURA URBANA ( ES. INQUINAMENTO, SOVRAFFOLLAMENTO ECC.)

RAPPORTO AMBIENTE NATURALE /AMBIENTE COSTRUITO DALL’UOMO

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Profilo Demografico

L’attenzione è focalizzata sulle caratteristiche della popolazione

Rilevazioni di stato

POPOLAZIONE

DENSITA’ E AFFOLLAMENTO

DISTRIBUZIONE

INVECCHIAMENTO

Stratificazione sociale

Rilevazioni di movimento

TRASFORMAZIONI NEL TEMPO

MOVIMENTI MIGRATORI

Mobilita sociale

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Profilo Economico

è relativo alla condizione lavorativa e professionale dei vari membri della comunità

CAMBIAMENTI NEL SISTEMA PRODUTTIVO NAZIONALE INTERNAZIONALE;

DISTRIBUZIONE DELL’OCCUPAZIONE NEI DIVERSI SETTORI DI ATTIVITA’ ECONOMICA;

MODIFICAZIONE NELLA TIPOLOGIA DI OCCUPAZIONE;

DISOCCUPAZIONE;

LAVORO SOMMERSO

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Profilo dei servizi

Si raccolgono dati relativamente alla presenza alla distribuzione dei servizi (socio sanitari, educativi, di solidarietà sociale) all’interno della comunità.

SERVIZI EDUCATIVI SCUOLE ATTIVITA’ PARROCCHIALI ASSOCIAZIONISMO

SERVIZI SOCIOSANITARI DI BASE SPECIALISTICI DOMICILIARI VOLONTARIATO ORGANIZZATO COOPERATIVE SOCIALI

SERVIZI RICREATIVO CULTURALI (PUBBLICI PRIVATI) ATTREZZATURE SPORTIVE LUOGHI DI RITROVO DISCOTECHE TEATRI CINEMA BIBLIOTECHE

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Profilo Istituzionale

Organizzazioni specifiche che hanno aspetti normativi e morali

Istituzioni statali (comune, AUSL) istituzioni economiche (imprese, banche) Istituzioni politiche (partiti, club) Istituzioni religiose Forze dell’ordineL’analisi delle caratteristiche strutturali del contesto

deve essere affiancata dall’analisi del modo in cui le persone lo vivono.

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Profilo antropologico

Attraverso la definizione del PROFILO ANTROPOLOGICO E CULTURALE è possibile conoscere storia, tradizioni e cultura di una comunità, ma anche i valori che orientano i comportamenti della persone che la compongono (atteggiamenti nei confronti di particolari problemi della comunità, ad esempio verso la tossicodipendenza, gli anziani, l’immigrazione).

Secondo Martini e Torti (1988), la cultura è rappresentata da <<tutti quei suggerimenti radicati nell’intimo e regolati da norme implicite che spingono gli individui a fare scelte di vita in una maniera che a loro sembra la più banale, la più ovvia, la più scontata e che invece è legata al loro sistema di valori>> (p. 34)

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Profilo psicosociale

Analisi dei legami sociali (vincoli affettivi, Interessi comuni) che caratterizzano la comunità.

GRADO DI INTERAZIONE/INTEGRAZIONE TRA GRUPPI FORMALI E INFORMALI

COLLABORAZIONE E CONFLITTO MAPPATURA DEI SOGGETTI COMPORTAMENTI COLLETTIVI [MOTIVAZIONI ED

ESITI] GRADO DI APERTURA VERSO L’ESTERNO PROCESSI DI CREAZIONE DEL CONSENSO E

DELL’EMARGINAZIONE SENSO DI COMUNITA’

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Profilo del futuro

Rappresenta il modo in cui una comunità si immagina il futuro, in relazione a tutti gli altri profili

ad esempio, come sarà il futuro della comunità XYZ dopo la chiusura delle industrie più grosse? Quale l’impatto sulle aspettative di qualità della vita?

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Ragioniamo sulla valutazione di contesto..1) Aprireste (e se si, dove) una gelateria nella vostra

città/ paese?

2) Aprireste (e se si, dove) uno studio di psicoterapia?

3) Doveste programmare un intervento per ridurre la disoccupazione nel vostro territorio, quali informazioni andreste a ricercare?

4) Quali sono le condizioni favorenti e ostacolanti per un programma a favore della promozione della domiciliarietà di una persona anziana?

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Il lavoro di rete

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DEFINIZIONE DI RETE SOCIALE

● Insieme specifico di legami tra un insieme definito di persone. (Mitchell, 1969)

Le caratteristiche dei legami aiutano a comprendere e ad interpretare il comportamento sociale delle

persone coinvolte in tali legami

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DISTINZIONE TRA RETE SOCIALE E RETE PERSONALE

● RETE SOCIALE

insieme dei legami fra tutti i membri di una popolazione

● RETE PERSONALE

insieme dei legami che circondano un singolo individuo

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LA RETE SOCIALE (Cohen, Wills, 1985)

Essere inserito in una rete sociale permette di : Vivere esperienze positive

Ricoprire, all’interno della comunità, un insieme di ruoli stabili, socialmente riconosciuti e gratificanti

Sviluppare legami e/o rapporti supportivi

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CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (1)

● STRUTTURA

● INTERAZIONE FRA LE PERSONE

● QUALITA’ DELLE RELAZIONI

● FUNZIONE, OVVERO TIPO DI SOSTEGNO FORNITO

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CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (2)

STRUTTURA

Comprende variabili morfologiche quali:● Ampiezza: numero di persone incluse nella rete● Densità: grado di interconnessione fra i membri

della rete● Frequenza dell’interazione: frequenza, forza e

intensità dei legami sociali● Clusters; sottoinsieme della rete dove i rapporti tra

i membri sono molto fitti

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CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (3)

INTERAZIONE TRA LE PERSONE

Comprende variabili che descrivono il tipo di relazione tra i membri.

● Reciprocità o simmetria ● Molteplicità o complessità● Setting ambientale

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CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (4)

QUALITA’ DELLE RELAZIONI

La vicinanza, la qualità affettiva dei legami (superficiali, di amicizia , di intimità, etc)

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CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (5)

FUNZIONE

La specifica funzione svolta dai membri della rete (sostegno emotivo, aiuto pratico, informazioni utili, etc)

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LA RETE SOCIALE:

● A-CENTRATA: rete senza un centro, dove tutti i nodi hanno pari importanza (es.: Internet)

● EGOCENTRATA: costruita ponendo al centro una persona, per descrivere e studiarne le relazioni

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UN ESEMPIO DI RETE SOCIALE

PAOLOPAOLO

ANDREAANDREA

LUCALUCA

MARCOMARCO

LE LINEE UNISCONO LE LE LINEE UNISCONO LE PERSONE CHE SI PERSONE CHE SI CONOSCONOCONOSCONO

LA LUNGHEZZA DELLE LINEE È LA LUNGHEZZA DELLE LINEE È PROPORZIONALE ALLA PROPORZIONALE ALLA VICINANZA EMOTIVAVICINANZA EMOTIVA

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EGOEGO

Famiglia/parentelaFamiglia/parentela

AAmmiiccii

Vicini Vicini di casadi casa

Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di

scuolascuola

Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali

COSTRUISCI LA TUA RETE SOCIALECOSTRUISCI LA TUA RETE SOCIALE

1. INDIVIDUA I SETTORI PIÙ IMPORTANTI1. INDIVIDUA I SETTORI PIÙ IMPORTANTI

Fonte: Todd (1979)Fonte: Todd (1979)

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EGOEGO

Famiglia/parentelaFamiglia/parentela

AAmmiiccii

Vicini Vicini di casadi casa

Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di

scuolascuola

Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali

2. SCRIVI I NOMI DELLE PERSONE CHE COMPONGONO LA RETE, A 2. SCRIVI I NOMI DELLE PERSONE CHE COMPONGONO LA RETE, A SECONDA DELLA LORO VICINANZASECONDA DELLA LORO VICINANZA

MARCOMARCOLUISALUISA

FRANCOFRANCO

CARLACARLA

ANGELAANGELAMARIOMARIO

SOFIASOFIA

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EGOEGO

Famiglia/parentelaFamiglia/parentela

AAmmiiccii

Vicini Vicini di casadi casa

Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di

scuolascuola

Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali

3. UNISCI I NOMI AL CENTRO3. UNISCI I NOMI AL CENTRO

MARCOMARCOLUISALUISA

FRANCOFRANCO

CARLACARLA

ANGELAANGELAMARIOMARIO

SOFIASOFIA

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EGOEGO

Famiglia/parentelaFamiglia/parentela

AAmmiiccii

Vicini Vicini di casadi casa

Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di

scuolascuola

Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali

4. UNISCI I NOMI DELLE PERSONE CHE SI CONOSCONO 4. UNISCI I NOMI DELLE PERSONE CHE SI CONOSCONO

MARCOMARCOLUISALUISA

FRANCOFRANCO

CARLACARLA

ANGELAANGELAMARIOMARIO

SOFIASOFIA

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L’INDIVIDUAZIONE DELLA RETE SOCIALE

● Vengono studiati alcuni elementi della rete, al fine di capirne i punti di forza e di debolezza:– Dimensione della rete– Tipo di legame (qualità, forza, interazioni..)– Frequenza dei contatti– Reciprocità dei legami e loro durata– Possibilità della rete di suddividersi in unità più

piccole– Eventuali conflittualità fra unità o fra persone

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CARATTERISTICHE DELLA RETE E POSSIBILITA’ DI SOSTEGNO (1)

● RETE COESA ED OMOGENEA

Buone possibilità e disponibilità di sostegno, ma spesso dipendente dal controllo normativo che la rete richiede (l’individuo, per far parte della rete, deve seguire determinate regole)

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ESEMPIO DI RETE COESA ED OMOGENEA

72

CARATTERISTICHE DELLA RETE E POSSIBILITA’ DI SOSTEGNO (2)

● RETE FRAMMENTATA

Piccoli gruppi quasi indipendenti fra loro; offre maggiori possibilità di ricevere sostegno, ma meno stabile e diffuso rispetto alla rete coesa

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ESEMPIO DI RETE FRAMMENTATA

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CARATTERISTICHE DELLA RETE E POSSIBILITA’ DI SOSTEGNO (3)

● RETE DISPERSA

Rete di persone che per lo più non si conoscono, caratterizzata da relazioni sporadiche e di breve durata. Le possibilità di ricevere sostegno sono minime

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UN ESEMPIO DI RETE DISPERSA

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IL LAVORO DI RETE - OBIETTIVI

● Una volta individuata e rappresentata la rete sociale, è possibile lavorare per raggiungere determinati obiettivi:– Aumentare la consapevolezza delle relazioni

presenti– Valorizzare gli elementi positivi delle relazioni– Minimizzare la dispersione delle risorse della

rete

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IL LAVORO DI RETE – OBIETTIVI (2)

– Rinforzare e sostenere i legami, e/o crearne di nuovi

– Riorganizzare i sistemi di supporto (es.: famiglia, amici,…)

– Reperire risorse nuove– Ricostruire la rete con nuovi legami– Contattare gli irraggiungibili– Peer education

Empowerment,

senso di comunità

&

azione sociale

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EMPOWERMENTDEFINIZIONE (1)

Processo che mira a favorire l’acquisizione di potere, cioè accrescere la possibilità dei singoli e dei gruppi

di controllare attivamente la propria vita

(Rappaport, 1981)

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EMPOWERMENTDEFINIZIONE (2)

Processo di ampliamento (attraverso il miglior uso delle proprie risorse attuali e potenziali acquisibili)

delle possibilità che il soggetto può praticare e rendere operative.

(Bruscaglioni, 1994)

81

EMPOWERMENTDEFINIZIONE (3)

Processo attraverso il quale l’individuo comprende che gli obiettivi/risultati che persegue dipendono dalle

strategie che attiva per raggiungerli.

(Mechanic, 1991)

82

Il termine “Empowerment” descrive

sia un processo, sia il risultato stesso

del processo

83

EMPOWERMENT: UN CONCETTO MULTILIVELLO(Zimmerman, Rappaport, 1988)

Empowerment psicologico

Empowerment organizzativo

Empowerment sociale e di comunità

Dimensione di processo e dimensione di stato

Variabili interpersonalie individuali

Mobilitazione delle risorse sociali, opportunità

di partecipazione

Variabili sociopolitiche

84

EMPOWERMENT

PSICOLOGICO

85

EMPOWERMENTOvvero passare da uno stato di

IMPOTENZA APPRESA

(learned helplessness)

Ad uno stato di SPERANZA APPRESA(learned hopefullness)

PROCESSO DI

EMPOWERMENT

86

IMPOTENZA APPRESA

● Sentirsi in “scacco”

● Sfiduciati

● Senza prospettive future

● Ci si sente vittime di eventi incontrollabili

87

IMPOTENZAAPPRESA

SPERANZA APPRESA

PROCESSO DI

EMPOWERMENT

PROCESSI DI ATTRIBUZIONE CAUSALE:

•interne/esterne

•mutabili/immutabili

•parziali/globali

PROCESSI DI VALUTAZIONE

Autoefficacia (self-efficacy)

PROCESSI DI PREFIGURAZIONE DEL FUTURO

Locus of control

88

COMPONENTI DELL’EMPOWERMENT PSICOLOGICO

EMPOWERMENTPSICOLOGICO

EMPOWERMENTPSICOLOGICO

Percezione di autoefficacia

Percezione di autoefficacia

Percezionedi competenzaPercezione

di competenza

Ideologia dellainfluenza possibile

Ideologia dellainfluenza possibile

Speranza appresaSperanza appresa

Motivazione all’azione

e alla partecipazione

Motivazione all’azione

e alla partecipazione

Attribuzione internaal sé della causalità

Attribuzione internaal sé della causalità

Fonte: Bruscaglioni, 1994

89

FINALITA’ DELL’INTERVENTO ORIENTATO ALL’EMPOWERMENT

● Aiutare le persone ad utilizzare le proprie forze, abilità e competenze verso la conquista di maggior autonomia decisionale.

● Aiutare le persone ad ampliare le proprie possibilità di scelta (Bruscaglioni, 1994)

● Rafforzare il potere di scelta dei singoli, migliorandone le competenze e conoscenze in un ottica non solo terapeutica e riabilitativa, ma politico-emancipatoria (Francescato, Leone, Traversi, 1993)

90

REQUISITI DELL’EMPOWERMENT (KIEFFER, 1981)

Acquisizione di abilità, conoscenze e potere sufficiente da influenzare la propria vita attraverso:

1) Lo sviluppo di un potente senso di sé (sense of self), che promuove il coinvolgimento sociale attivo.

2) La capacità di fare un’analisi critica dei sistemi sociali e politici che definiscono il proprio ambiente.

3) L’abilità di sviluppare strategie di azione e di coltivare risorse per raggiungere i propri scopi

4) La capacità di agire in modo efficace in collaborazione con altri per definire e raggiungere scopi collettivi.

91

GLI INTERVENTI DI EMPOWERMENT (KIEFFER, 1981)

a) Riparativo, rivolto a target di popolazione svantaggiati

b) Preventivo (prevenzione primaria)

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COMPONENTI CHIAVE PER IL PROCESSO DI EMPOWERMENT (Cox, Parson, 1994)

Atteggiamenti, valori, credenzeAtteggiamenti, valori, credenze (self efficacy, locus of control interno)

Riduzione dell’autobiasimo, validazione reciproca delle esperienze

Conoscenze e capacità criticaConoscenze e capacità critica (ricollocazione del problema in contesto)

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INTERVENTI DI EMPOWERMENT

DIMENSIONE PERSONALE

lavoro sul singolo (bisogni, risorse)

DIMENSIONE INTERPERSONALE

lavoro sul gruppo(reti di relazione)

DIMENSIONE ORGANIZZATIVA(AMBIENTALE MICRO)

cambiamento

del contesto di riferimento

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EMPOWERMENT quindi vuol dire:

● Responsabilizzazione● Potenziamento● Delega e trasferimento del potere● Condivisione● Aumento di capacità di fare● Sviluppo di potenzialità● Apertura a nuovi mondi possibili● Creatività liberata● Aumento di conoscenza

95

EMPOWERMENT SOCIALE

96

EMPOWERMENT SOCIALE DEFINIZIONE

Processo intenzionale e continuo attraverso il quale le persone di una comunità locale possono

accedere più facilmente alle risorse e accrescere il controllo su di esse.

(Cornell, Empowerment Group) Si basa su:

● Rispetto reciproco● riflessione critica,

● attività di cura ● partecipazione di gruppo

97

IL FINE DELL’EMPOWERMENT

SOCIALE E’ LA NASCITA DI UNA

“COMUNITA’ COMPETENTE”

(Iscoe, 1984)

98

COMUNITA’ COMPETENTE

Una comunità può dirsi competente se:● Ha un repertorio di possibilità e di alternative

(potere)● Sa dove e come ottenere risorse (conoscenza)● Chiede di essere autonoma (motivazione e

autostima)

99

Il compito dello psicologo di comunità è sostenere il processo di empowerment sociale favorendo

l’assunzione di responsabilità

ATTRAVERSO

AZIONE SOCIALE

(STRATEGIA POTENZIALMENTE

CONFLITTUALE)

SVILUPPO DI COMUNITA’

(STRATEGIA COOPERATIVA)

100

AZIONE SOCIALE

● RIDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

● MODIFICAZIONE DEGLI EQUILIBRI DI POTERE

101

SVILUPPO DI COMUNITA’

● Sviluppare senso di coesione sociale● Sensibilizzare i cittadini● Promuovere leader locali● Usare le competenze dei professionisti per

favorire le esperienze di auto organizzazione sociale

● Favorire reti di collaborazione tra servizi formali e informali

● Accrescere il senso di comunità

102

UNA STRATEGIA PER LO

SVILUPPO DI COMUNITA’ E’

L’ACCRESCIMENTO DEL SENSO

DI COMUNITA’.

103

SENSO DI COMUNITA’(Sarason, 1974, 157)

“La percezione della similarità con gli altri, una riconosciuta interdipendenza, una disponibilità a mantenere questa interdipendenza offrendo o

facendo per altri ciò che ci si aspetta da loro, la sensazione di appartenere ad una struttura

pienamente affidabile e stabile”.

104

Le 4 componenti del SENSO DI COMUNITA’ (McMillan, Chavis, 1986)

● IL SENTIMENTO DI APPARTENENZA

● L’INFLUENZA E IL POTERE

● L’INTEGRAZIONE E LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI

● LA CONNESSIONE EMOTIVA CONDIVISA

105

Il Senso di Comunità territoriale...

106

… altre forme di SdC...

107

… e le nuove sfide del SdC (1)

108

… e le nuove sfide del SdC (2)

109

Psicologia della Salute

110

Il modello Bio-Psico-Sociale

La condizione di salute è la conseguenza

dell’interazione fra fattori

Biologici, Psicologici, Sociali

Azione fondamentale è la promozione della salute

(non solo lotta alle malattie o prevenzione)

L’evoluzione: l'ICF

Si tratta della classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute accettato in sede di Organizzazione Mondiale della salute da 191 paesi.

Questa classificazione approvata nel maggio 2001 serve da standard internazionale per misurare e classificare salute e disabilità

Si Basa sul Modello Bio-Psico-Sociale, che va oltre la semplice diagnosi

Fondamenti dell'ICF

Funzionamento Umano non la sola disabilità

Modello Universale non modello per minoranze

Modello Integrato non solo medico o sociale

Modello Interattivo non progressivo-lineare

Inclusivo del contesto non la sola persona

Equivalenza non causalità eziologica

Applicabilità Culturale non concezione occidentale

Per tutte le classi di età non centrato sull’adulto

Componenti dell’ ICFComponenti dell’ ICF

FunzioniFunzioni&&

StruttureStrutture CorporeeCorporee

Attività Attività & &

PartecipazionePartecipazione

Fattori Fattori AmbientaliAmbientali

BarriereBarriere

FacilitatoriFacilitatori

Funzioni Funzioni

Strutture Strutture

CapacityCapacity

PerformancePerformance

ICF: da Compliance a Concordance

Da un approccio basato sulla malattia ad un approccio basato sulla persona

Da un approccio paternalistico (compliance) ad un approccio che vede come modello l’accordo terapeutico (concordance)

Se non è possibile guarire bisogna prendersi cura del paziente stabilendo con lui le tappe di un’assistenza che garantisca la miglior qualità di vita possibile

115

L’attenzione agli Stili di Vita Sani

● Più della metà delle patologie è legata all’adozione di stili di vita non sani (OMS)

Stili di Vita sani

- dormire almeno 7 ore- fare colazione- non mangiare al di fuori dei pasti- fare attività fisica- uso modesto di alcool- non fumare- tenere sotto controllo il peso

Benessere sociale

- istruzione- stabilità lavorativa- soddisfazione nelle relazioni- grado di coinvolgimento nella comunità- rete sociale

Maggiore probabilità di salute anche nel futuro

The Alameda Study (pag. 29-32)

116

Dalla prevenzione alla

promozione del benessere

Si parla di fattori di rischio e fattori protettivi sia a livello individuale che sociale

117

La Carta di Ottawaper la promozione della salute (1986)

Dalla carta di Ottawa, cosa è cambiato nelle politiche per la salute?

118

Cambiamenti nelle politiche di salute negli ultimi 30 anni

119

Gli interventi a livello di comunità

● Promozione del benessere nelle comunità

– Educazione socioaffettiva

– Life skills

– Peer education

– Mentoring

● Interventi a livello di comunità

(es.: modello SPEC di Prilleltensky – pag. 216-217 Zani, Psicologia di Comunità)

120

La gestione della malattia

Concetto di Stress:

Discrepanza fra le richieste

dell’ambiente e la percezione delle risorse personali

Strategie di Coping: 1) valutativo sulle cause e sugli effetti sulla salute

2) Basato sui comportamenti e valutazioni fatte: a) centrato sul problema b) centrato sulle emozioni c) evitamento

Sistema Formale e informale di cura

Rete sociale e sostegno sociale

121

Salute e malattia: spiegazioni scientifiche e senso comune

I principali modelli esplicativi della Psicologia della Salute

122

123

124

125

126

127

128

Processi psicologici e psicosociali rilevanti per la salute

129

Percezione del rischio, vulnerabilità, ottimismo

Percezione del rischio

Assunzione del rischio

Propensione al rischio

La loro relazione è ancora incerta

No relazione con dati statistici e fonti informative (biases cognitivi)

Possibili sviluppi professionali: Sicurezza sul lavoro

130

Percezione del rischio, vulnerabilità, ottimismo

Percezione del rischio

Assunzione del rischio

Propensione al rischio

Ottimismo irrealistico

Il rischio come rappresentazione sociale all’interno di una determinata cultura (Douglas 1992)

131

La presa di decisione

Molti modelli della Psicologia della Salute considerano le scelte fatte come scelte razionali

Ma si fanno sempre e solo scelte razionali? E qual è il passaggio da “intenzione” ad “azione”?

132

Il Controllo

● La capacità di controllare attivamente la propria vita è considerata un tratto stabile di personalità o, in maniera più sfumata, uno stile cognitivo stabile.

Teoria dell’apprendimento sociale di Rotter (1966): il Locus of control

InternoCiò che mi accade è

conseguenza delle mie azioni

EsternoCiò che mi accade è dettato da qualcosa che non posso

controllare

133

Locus of control = credenza stabile e generale formulata a priori rispetto a qualsiasi evento

&

Attribuzione causale = processo elaborato a posteriori per ricercare le cause di un evento

InternoCiò che mi è accaduto è

conseguenza delle mie azioni

EsternoCiò che mi è accaduto è stato dettato da qualcosa che non

posso controllare

134

Esempio: lo psicologo in un gruppo di malati di Parkinson e loro familiari

135

Self-efficacy (Bandura): credenza personale di poter influenzare attivamente gli eventi di vita

Alta self-efficacy sarebbe correlata con:

● una maggiore resistenza allo stress

● una maggiore propensione a attuare comportamenti protettivi per la salute

136

Il Confronto sociale

Sono 4 le tradizioni teoriche di riferimento: ● Teoria del confronto sociale (Festinger): si ricercano le

informazioni per arrivare ad un’autovalutazione della nostra situazione (es.: cercare su google i sintomi)

● La ricerca di affiliazione in condizioni di stress (Schachter): per esempio i gruppi di auto e mutuo aiuto

● I confronti sociali downward e upward: cerchiamo confronti con chi sta peggio (downward) come modalità di coping emozionale, cerchiamo confronti con chi sta meglio come coping centrato sul problema

● Social cognition: si compara il proprio stato di salute con quello altrui (ottimismo irrealistico, ricerca del consenso, ecc.)

137

Stress e strategie di coping

Lo stress consiste in una transazione fra la persona e l’ambiente nella quale la situazione è valutata dall’individuo come eccedente le proprie risorse e tale da mettere in pericolo il suo benessere

Coping: gli sforzi effettuati, sul piano cognitivo e comportamentale, per gestire (ridurre, attenuare, dominare o tollerare) lo stress

– Strategie centrate sul problema

– Strategie centrate sulle emozioni

– Evitamento

(Lazarus e Folkman 1984)

138

Stress: fattori ambientali e personali

Fattori ambientali:

- contesto di vita (famiglia, lavoro…)

- grandi eventi di vita

- piccole seccature quotidiane

Fattori personali:

- valutazione dello stato come stressante (appraisal):

priorità di vitapossibilità di modificare le

coseproblem solving

collaborativo

139

Il SOSTEGNO SOCIALE

DEFINIZIONE

L’insieme delle risorse accessibili all’individuo attraverso i contatti con altri individui, gruppi e/o comunità

(Ensel e Kuo, 1979)

140

LE FUNZIONI DEL SOSTEGNO SOCIALE (House, 1981)

● Sostegno emotivo: manifestazione di affetto e interesse per un’altra persona

● Sostegno strumentale: aiuto tramite strumenti concreti (prestito di attrezzature, di denaro, ecc.)

● Sostegno informativo: aiuto tramite la trasmissione di informazioni o conoscenze

● Sostegno di stima: apprezzamento, rispetto, considerazione per una persona

141

Relazione fra rete sociale, sostegno e salute: il modello di Heaney e Israel (1997)

142

La sindrome del Burnout

Sindrome clinica tipica delle professioni d’aiuto, che si manifesta come una grave impotenza appresa nei confronti del proprio lavoro.

La persona si stacca emotivamente dal proprio lavoro, fino a non poterlo più sopportare

143

Conseguenze del Burnout

● Sintomi fisici

● Sintomi psicologici

es.: senso di colpa, negativismo, scarsa autostima, irritabilità….

● Cambiamenti comportamentali

Ritardi e assenze sul lavoro, tendenza a procrastinare gli impegni, scarso impegno….

● Cambiamenti di atteggiamento verso le persone

distacco emotivo, cinismo, indifferenza….

144

Le componenti del Burnout secondo Maslach (1986)

1) Esaurimento emotivo: sensazione di essere emotivamente aridi, svuotati

2) Ridotta realizzazione personale sul lavoro: sensazione di ridotta autoefficacia e competenza personale

3) Depersonalizzazione, che porta ad assumere un atteggiamento freddo e distaccato nei confronti dell’utente

145

<<La struttura e il funzionamento del posto di lavoro plasmano il modo in cui le persone interagiscono fra loro (…) non è una carenza della personalità o una sindrome clinica. È un problema lavorativo.>> (Maslach, Leiter 1997)

… ma è veramente solo un problema lavorativo?

146

Le cause del Burnout

Burnout

Scarso (o mancante) sostegno sociale

Caratteristiche personali:

• Aspettative verso il lavoro

• Centralità del lavoro nella vita della persona

• Capacità di fronteggiare lo stress

• Strategie di coping

Caratteristiche organizzative del lavoro (Cherniss, 1980):

• struttura gerarchica

• stile di leadership

• rapporti con i colleghi

• sistema di ricompense e punizioni

• autonomia decisionale

• senso di comunità lavorativo

• Carichi di lavoro

• coerenza fra finalità e prestazioni

147

La prevenzione del Burnout

● Le strategie preventive si configurano come interventi di empowerment individuale e sociale (sull’organizzazione lavorativa)

148

“Se il destino ha riservato questo per me, allora bisogna prenderlo e andare avanti. Trovare un modo alternativo di farcela.

E poi senza luce si risparmia sulla bolletta!”

(Assunta Legnante)

149

“Penso che il buon Dio abbia cose più importanti da fare che non aiutare me.”

(Alex Zanardi)