Demenze, MCI e riserva cognitiva - dni.unich.it · Ø Frontale o temporale anteriore (sinistra >...
Transcript of Demenze, MCI e riserva cognitiva - dni.unich.it · Ø Frontale o temporale anteriore (sinistra >...
1
Demenze, MCI e riserva cognitiva
Fonte principale per la parte relativa alle demenze: Vallar, Papagno (a cura di), Manuale di neuropsicologia, Il Mulino, 2007 Capitolo IX.
MATERIALE AD ESCLUSIVO USO DIDATTICO
2
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
Conseguenza comportamentale di: Ø patologia acquisita Bisogna differenziarlo da: Ø oligofrenie (patologie pre-, peri- o post-natali che
compromettono il normale sviluppo delle funzioni cognitive) Ø stato confusionale (transitorio)
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
Ø Insufficienza d’organo (cervello) Ø Riduzione complessiva dell’efficienza delle funzioni
superiori, degli aspetti affettivi e motori Ø Il tratto fondamentale è l’incompetenza cognitiva Due quadri generali di esordio: Ø decadimento demenziale a esordio strumentale (prevalente
compromissione delle funzioni come la memoria, il linguaggio ecc.)
Ø decadimento demenziale a esordio disesecutivo (prevalente compromissione delle funzioni di “controllo” come la motivazione, l’attenzione, e la capacità di inibizione
Ø Regioni retro-rolandiche (temporo-parietali) nel primo caso e prefrontali nel secondo
3
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
Cause neurologiche Ø Malattie degenerative (demenze primarie) Ø Traumi Ø Malattie infettive Ø Malattie vascolari Ø Ipossia
Cause non neurologiche Ø Malattie paracarcinomatose (es. carcinoma bronchiale) Ø Malattie disendocrine (alterazioni ormonali) Ø Collagenopatie (malattie del tessuto connettivo) Ø Etilismo Ø Malattie iatrogene (uso prolungato di farmaci, come
antiepilettici, antipsicotici, antiparkinsoniani) 4
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
Definizione (Committee of geriatrics del Royal college of Physicians, 1981)
Compromissione globale delle funzioni corticali superiori ivi compresa: Ø la memoria Ø la capacità di far fronte alle richieste della vita di tutti i giorni Ø la capacità di svolgere le abilità percettivo-motorie acquisite
in precedenza Ø la capacità di conservare un comportamento sociale adeguato Ø la capacità di controllare le proprie reazioni emotive
MA senza compromissione dello stato di vigilanza Simile alla definizione del DSM
5
Criteri DSM IV
A. Sviluppo di deficit cognitivi multipli, manifestati da entrambe le condizioni seguenti: 1) deficit della memoria 2) una (o più) delle seguenti alterazioni cognitive: a) Afasia b) Aprassia c) Agnosia d) Disturbo delle funzioni esecutive
B. Ciascuno dei deficit cognitivi dei Criteri A1 e A2 causa una compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo.
C. Il decorso è caratterizzato da insorgenza graduale e declino continuo delle facoltà cognitive. D. I deficit cognitivi non sono provocati da: 1) altre condizioni del sistema nervoso centrale che causano deficit progressivi della memoria e
delle facoltà cognitive 2) Affezioni sistemiche che sono riconosciute come causa di demenza 3) affezioni indotte da sostanze. E. I deficit non si verificano esclusivamente nel corso di uno stato confusionale acuto.
6
Cambiamenti nel DSM5
7
Nel DSM 5 è stato introdotto il termine Disturbo Neurocognitivo Maggiore al posto di quello di demenza. A seconda dell’eziologia accertata o presunta, si specifica poi se è dovuto a malattia di Alzheimer, altre forme di deterioramento cronico-progressivo o trauma cranico o malattie cerebrovascolari ecc ecc. E’ stato poi introdotto il termine Disturbo Neurocognitivo Lieve per includere quello stadio in cui la disabilità cognitiva è meno grave e meno influente sull’indipendenza funzionale del paziente.
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
Importanza dell’individuare e caratterizzare stadi sempre più precoci della demenza che possano anticipare la soglia critica della patologia.
• Fase PRECLINICA (periodo asintomatico)
• Fase PRODROMICA (fase sintomatica che corrisponde al Disturbo Cognitivo Minimo: Mild Cognitive Impairment/MCI o disturbo neurocognitivo lieve secondo il DSM5)
• Fase di DEMENZA (i sintomi sono sufficientemente gravi da incontrare i criteri diagnostici della demenza o disturbo neurocognitivo maggiore secondo il DSM5)
8
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
1. Demenze neurologiche Ø Corticali a esordio strumentale retrorolandico Ø Corticali a esordio disesecutivo prefrontale senza
(Pick) o con (Huntington) partecipazione sottocorticale
2. Demenze psichiatriche
Ø Pseudodemenza ansioso-depressiva Ø Demenze psicotiche
9
Deterioramento cognitivo cronico-progressivo
Epidemiologia La demenza è una malattia della vecchiaia Ø 65-70 anni: prevalenza dell’1% Ø Raddoppio ogni 5 anni Ø 85 anni: prevalenza 20-50%
• 42 milioni di persone nel mondo affette da demenza previsti per il 2020 (Delphy study, 2005) e più di 15 milioni previsti nel 2050
10
Diagnosi di demenza
L’anziano sano Ø rallentamento psicomotorio Ø difficoltà a dividere l’attenzione su più stimoli Ø deficit di apprendimento episodico Ø anomie Ø tratti comportamentali (pseudodepressivo)
N.B. in fase iniziale di decadimento, il paziente con demenza può avere caratteristiche neuropsicologiche solo quantitativamente diverse dall’anziano sano
11
Diagnosi di demenza
Tre fasi 1. Anamnesi cognitivo-comportamentale mirata ai fenomeni
demenziali (competenza cognitiva)
2. Diagnosi psicometrica Ø Batterie globali (MMSE, MODA) Ø Batterie analitiche (eventuali) Ø ADL e IADL (Activities of Daily Living e Instrumental
Activities of Daily Living: grado di autonomia)
3. Diagnosi nosografica: combinare #1-2 con l’obiettività neurologica e dati neuroradiologici, di laboratorio, consulenze
Ø Seconda visita a 6-12 mesi di distanza (soprattutto nelle
forme a esordio recente e nei casi dubbi) 12
Malattia di Alzheimer (AD)
Ø Descritta per la prima volta nel 1906 dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer
Ø Esordio particolarmente insidioso (circa 3-6 mesi prima del riscontro)
Ø Assenza di un quadro neurologico specifico Ø TAC e MRI da negativo ad atrofico (cortico-sottocorticale).
Diagnosi certa solo post-mortem (esame istopatologico) Ø Placche amiloidi e ammassi neurofibrillari.
13
Nuovi criteri diagnostici per l’AD (Dubois et al., 2007; Hort et al., 2010)
CRITERI CENTRALI A.Presenza di un disturbo precoce e significativo di MEMORIA
EPISODICA che include: 1) modificazione graduale e progressiva della memoria riferita dal
paziente o familiare che dura da oltre 6 mesi. 2) evidenza oggettiva di una significativa compromissione della
memoria episodica ai test: questa generalmente consiste in un deficit di rievocazione che non migliora significativamente con suggerimenti o in prove di riconoscimento e dopo aver preventivamente controllato che vi sia stata un’effettiva codifica dell’informazione.
3) il deficit di memoria episodica può essere isolato o associato ad altre modificazioni cognitive all’esordio o durante la progressione dell’AD
14
Nuovi criteri diagnostici per l’AD (Dubois et al., 2007; Hort et al., 2010)
CARATTERISTICHE DI SUPPORTO B. Presenza di atrofia temporale mediale C. Anomalie nei marker biologici del liquor (ridotta presenza di beta-
amiloide o aumento concentrazione proteina tau) D. Pattern specifico di neuroimmagine funzionale alla PET (ridotto
metabolismo temporo-parietale bilaterale) E. Provata mutazione autosomica dominante che causa AD all’interno
della famiglia (tre possibili mutazioni identificate sul cromosoma 21, 14 e 1)
CRITERI DI ESCLUSIONE • Insorgenza improvvisa, occorrenza precoce di sintomi come
disturbi dell’equilibrio, crisi comiziali, disturb del comportamento • Segni neurologici focali, segni extrapramidali precoci • Altri disturbi medici sufficientemente gravi da spiegare il deficit di
memoria e I sintomi correlati 15
Malattia di Alzheimer (AD)
• I sintomi comportamentali di esordio sono scarsi ma la coscienza di malattia e il senso di critica sono parzialmente conservati quindi è facile riscontrare episodi di depressione “minore”.
• Sintomi di esordio di tipo COGNITIVO: - deficit memoria autobiografica recente (disturbi episodici e
anterogradi; span nella norma, memoria retrograda e memoria semantica poco compromesse);
- disorientamento topografico; - difficoltà del calcolo e del disegno; - Anomie e disordini della scrittura.
16
Malattia di Alzheimer (AD)
Sintomi COGNITIVI, evoluzione:
• disturbi di memoria ingravescenti; • perdita delle nozioni precedentemente acquisite; • anomie frequenti: i discorsi diventano frammentati e i
contenuti impoveriti; • comprensione verbale sempre più ridotta; • difficoltà ad eseguire procedure abituali; • franco disorientamento spaziale; • disturbi dell’attenzione; • difficoltà di riconoscimento di persone familiari; • closing-in.
17
Malattia di Alzheimer (AD)
• FASE AVANZATA • Gravi amnesie; • Aprassia; • Agnosia; • Afasia; • Disturbi delle funzioni di controllo, come attenzione e
intelligenza
• FASE TARDIVA • Manifestazioni psichiatriche e comportamentali più marcate
(es. Ansia, disturbi del sonno, irascibilità, apatia ecc); • Problemi neurologici e internistici
18
Malattia di Alzheimer (AD)
Fattori di rischio Ø Età Ø Genotipo ApoE Ø Basso livello di scolarità (ruolo della riserva cognitiva) Sospetto di AD Ø Disturbo della memoria a esordio insidioso ed evoluzione
ingravescente Ø A breve distanza altri disturbi strumentali Ø (Disturbi delle funzioni di controllo) Ø (Disturbi psichiatrici)
DIAGNOSI: due osservazioni separate da almeno 6 mesi (probabile malattia di Alzheimer).
Ricerca di marcatori precoci e in vivo 19
Malattia di Alzheimer (AD)
Valutazione 1. Anamnesi cognitivo-comportamentale (con il familiare) 2. Colloquio con il paziente:
Ø titubanza cognitiva Ø anosognosia
3. Somministrazione di test Ø Orientamento Ø Linguaggio Ø Memoria Ø Attenzione Ø Intelligenza Ø Prassia costruttiva
20
Demenza a corpi diffusi di Lewy (LBD)
Ø Lesioni presenti nell’AD Ø Presenza di corpi di Lewy diffusi Ø Più frequente nei maschi Ø Sintomi psichiatrici (allucinazioni e deliri) Ø Segni extrapiramidali (bradicinesia e rigidità) e vegetativi Ø Disturbi deambulazione con frequenti cadute (simili a quelli
osservati nella malattia di Parkinson) Ø Demenza simile ad AD, con maggiori disturbi attenzionali
(fluttuazioni) Ø Progressione più rapida di AD
21
22
Testo del Dott. Ferdinando Schiavo, in riferimento alla lettera della moglie di Robin Williams pubblicata su Neurology nel 2016
23
Testo del Dott. Ferdinando Schiavo, in riferimento alla lettera della moglie di Robin Williams pubblicata su Neurology nel 2016
24
Testo del Dott. Ferdinando Schiavo, in riferimento alla lettera della moglie di Robin Williams pubblicata su Neurology nel 2016
Demenze fronto-temporali (FTD)
Ø Degenerazione dei lobi frontale e temporale Caratteristiche (dipendono dalla localizzazione dell’atrofia)
Ø Frontale e/o temporale anteriore simmetrica: marcata alterazione del comportamento con scarso controllo (FTD variante comportamentale)
Ø Frontale o temporale anteriore (sinistra > destra): afasia progressiva non fluente (PPA variante non fluente/agrammatica)
Ø Polo Temporale bilaterale (sinistra > destra): demenza semantica (PPA variante fluente semantica)
In tutte, assenza di marcata amnesia anterograda, relativo risparmio di apprendimento, rievocazione differita e funzioni visuospaziali 25
Demenze fronto-temporali
Differenze rispetto alla AD Ø esordio presenile Ø precoci modificazioni comportamentali e affettive Ø predominanza di alterazioni frontali e temporali Ø migliore prestazione in test di aprassia costruttiva e
visuo-percettivi, oltre che di apprendimento e rievocazione differita
26
Demenze fronto-temporali
Quadro clinico Ø Disturbi comportamentali Ø Sintomi affettivi Ø Sintomi psicotici Ø Sintomi cognitivi: disturbi del linguaggio, dell’attenzione,
dell’astrazione, della pianificazione e soluzione dei problemi (sindrome disesecutiva); deficit mnestici successivi
Ø Segni fisici precoci
27
Demenze vascolari
Tre caratteristiche 1. Patologia cerebrovascolare 2. Andamento a “gradini” 3. Segni neurologici focali
Quadro clinico Ø Esordio brusco Ø Segni focali Ø Labilità emotiva Ø Disturbi marcia Ø Incontinenza Ø Disartria NON afasia Ø Deficit delle funzioni esecutive
28
Pseudodemenza
Ø Diagnosi differenziale con il deterioramento cognitivo Quadro clinico
Ø Rallentamento psicomotorio Ø Difficoltà di concentrazione e di comprensione Ø Affaticamento Ø Piccole dimenticanze Ø Presenza di depressione e/o ansia
Ø Deficit cognitivo secondario a disturbi psichiatrici Ø Valutare l’andamento nel tempo (rivalutazione dopo
almeno 3 mesi)
29
Mild cognitive impairment (MCI) o Disturbo neurocognitivo lieve secondo il DSM5
Ø Disturbi soggettivi, segni lievi di decadimento ai test, ma i deficit non interferiscono sulle attività della vita lavorativa, sociale e quotidiana del soggetto
Ø Assenza di demenza e di altre condizioni morbose che possano spiegare i disturbi (ad es.depressione, malattie endocrine ecc.)
Ø Maggiormente a rischio di sviluppare demenza (fase
prodromica)
30
Mild cognitive impairment (MCI)
31
Mild cognitive impairment (MCI)
Ø Prima unicamente legato al deficit di memoria dichiarativa, più recentemente il concetto di MCI è stato esteso includendo altri tipi di deficit cognitivi (Petersen & Negash, 2008)
32
33 (Petersen & Negash, 2008)
34
Demenza e connettività funzionale a riposo
� Perdita di connettività funzionale a riposo sia all’interno di diverse network cerebrali che tra network diverse con il progredire dell’AD (Brier et al., 2012)
� Importanza della Default Mode Network (DMN), un circuito comprendente regioni mediali come il cingolo posteriore/corteccia retrospleniale e la corteccia prefrontale mediale, e il giro angolare nel lobo parietale inferiore
� Dati recenti su varie demenze (ad es. demenza a corpi di Lewy: Kenny et al., 2012), sull’MCI (ad es. Wee et al., 2012)
� Futuri bio-markers?
• CEREBRALE – L’hardware – Maggiori neuroni,
connessioni, circonferenza cranica...
• COGNITIVA – Il software – Come “lavorano” i
neuroni, come elaborano le informazioni...
– Compensazione attraverso sistemi e strategie diverse, alternative
– Efficienza
LA RISERVA
Stern, 2012
PU
NTE
GG
IO A
I TE
ST
CO
GN
ITIV
I Alta riserva
Bassa riserva
NEUROPATOLOGIA
Soglia diagnostica
RISERVA COGNITIVA
Stern, 2012
SE
VE
RIT
A’ C
LIN
ICA
NEUROPATOLOGIA AD
Lieve Moderata Nor
mal
e M
CI
AD
liev
e A
D s
ever
o
Alta riserva Bassa riserva
Soglia diagnostica
RISERVA COGNITIVA
Stern, 2012
� A parità di patologia cerebrale, il grado di severità clinica sarà minore nei soggetti con maggiore riserva cognitiva
� A parità di severità clinica della malattia di Alzheimer, il grado di patologia cerebrale sarà maggiore nei soggetti con maggiore riserva cognitiva
� Una volta raggiunta la soglia critica, il soggetto con maggiore riserva cognitiva avrà un declino più rapido
RISERVA COGNITIVA
• CORRELA CON: – Grado di istruzione – Hobbies – Esercizio fisico – Rete sociale/
relazionale – Livello socio-
economico
• FATTORI NEUROPROTETTIVI
COME SI FORMA LA RISERVA?
• Minore MD in soggetti con istruzione maggiore
Piras et al., 2010
IPPOCAMPO E ISTRUZIONE
Istruzione superiore
> Istruzione superiore
< Istruzione superiore
Stern, 2012
ISTRUZIONE E AD
• ARRICCHIMENTO AMBIENTALE
Nithianantharajah & Hannan, 2006
IL RUOLO DELL’AMBIENTE
TRAINING COMBINATO (cognitivo-motorio-ricreazionale) NELL’ANZIANO
Pieramico t al., 2012
Pieramico t al., 2012
• Miglioramento ai test neuropsicologici e alle misure funzionali
TRAINING COMBINATO (cognitivo-motorio-ricreazionale) NELL’ANZIANO
Pieramico t al., 2012 THIC
KN
ES
S
• Aumento dello spessore corticale (sostanza grigia)
Pieramico et al., 2012
• Cambiamento della connettività funzionale a riposo all’interno del default mode network e del network attenzionale (ma soglie non corrette)
• I soggetti portatori di polimorfismi genetici specifici legati alla dopamina hanno avuto i benefici maggiori dal training combinato.