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PROVE AL CENTRO-NORD NELL'AMBITO DEL PROGETTO SIC Mais da polenta: confronto tra varietà tradizionali e ibridi Gli ibridi si caratterizzano per rese superiori associate a buon peso ettolitrico della granella ea ottimali caratteri stiche agronomiche. Le varietà tradizionali, qualora iscritte al Registro varietale che ne consente la commer cializzazione della semente, presentano comunque carat teristiche qualitative interessanti, specie se abbinate a fi liere legate alla tipicità e/o a produzione biologica Il mais è oggi nel nostro Paese una coltura di riferimento più che mai stra tegica (1,4 milioni di ettari, plv 2,1 mi liardi di euro), sicuramente in grado di garantire un valido sostegno alla con tinuità di redditi agricoli e la tenuta dei nostri allevamenti. È anche una pianta preziosa perché assicura la materia prima da impiegarsi per una moltepli cità di prodotti industriali e alimenta ri; ciò è evidente dalie ragguardevoli quantità di granella che tutti gli anni vengono lavorati dalle industrie. È convinzione generale che la specie troverà ulteriore sviluppo nel progetti di «chimica verde», «fabbrica biologi ca» e come risorsa energetica rinnova bile. Tuttavia è certa, oggi più che mai, la necessità di ulteriori perfeziona menti tecnici per migliorare e valoriz zare le produzioni maidicole e sopratr tutto ridurre i costi di produzione in funzione delle prospettive della nuova politica agraria comunitaria e della globalizzazione dei mercati. In anni recenti la coltura del mais ha fatto passi da gigante con progressi nelle rese, nelle caratteristiche della granella e nella capacità di adattamen to a diversi ambienti di coltivazione. Ricerca genetica e tecnica agronomi ca sono state alla base di questo suc cesso. In particolare, l'intervento sulle caratteristiche ereditabili delle piante di mais per adattarle a maggiori richie ste produttive si qualifica come uno dei più decisivi fattori dell'evoluzione delle produzioni maidicole, avvalen dosi anche dell'apporto di caratteristi che presenti nelle collezioni di germo- plasma. Il germoplasrtxa di mais reperibile in Italia è certamente uno dei più ampi, sia per apporti originali sia per diffe renziazione locale di forme. Se ragioni geografiche e storiche favorirono l'in troduzione di molte forme nel nostro Paese, le innumerevoli situazioni pe- docliinatiche che lo caratterizzano e le distinte modalità di coltura hanno dato luogo a numerose varietà locali. La rapida e ampia diffusione degli ibridi, avvenuta a partire dagli anni Cinquanta, ha portato alla quasi com pleta sostituzione delle preesistenti varietà locali. Tuttavia tale prezioso patrimonio genetico si può ritenere soddisfacentemente rappresentato da gli oltre 800 campioni di popolazioni locali italiane raccolti e conservati presso la Sezione di Bergamo dell'Isti tuto sperimentale per la cerealicoltura a partire dal 1954. L'importanza delierisorse genetiche, mais incluso, quale elevata fonte natu rale da impiegare in programmi di mantenimento della biodiversità, è sta ta defmita strategica per il futuro del l'umanità nelle conclusioni della Con ferenza Intemazionale sulla biodiver sità a Rio de Janeiro (1992), La biodi versità, infatti, non rappresenta soltan to la varietà di forme di vita esistenti la cui conservazione è fondamentale per la sopravvivenza della vita sulla Terra, ma sorgente di nuovi prodotti genici e alleli che possono essere im portanti per il miglioramento genetico dellaspecie e meritano, pertanto, di es sere individuati, valorizzati e preserva ti nell'ambito della promozione mrale e della salvaguardia ambientale. A tale proposito le regioni italiane sono ric che di prodotti tipici di pregio, per la cui valorizzazione è possibUe ottenere l'attribuzione di riconoscimenti dall'U nione europea: denominazione di ori gine protetta (dop), indicazione geo grafica protetta (igp) e attestazione di specificità (as), ai sensi dei regolamen ti Ce 2081/92 e 2082/92 del 14 lugHo 1992. Questi strumenti legislativi ga rantiscono Urispetto delle procedure di produzione, sia sotto il profilo degli aspetti agricoli delle materie prime sia di quelli relativi allasuccessiva trasfor mazione industriale. n rinnovato interesse verso la riscn perta della tipicità e della qualità deUp produzioni alimentari e lo svilunno sempre maggiore della conoscenza e della coscienza ecologica hanno sti molato l'attenzione per le varietà tra' dizionali di mais; ciòsoprattutto per la produzione di prodotti tipici e locali utili anche alla valorizzazione cultura' le del territorio in particolari aree spo" grafiche. ® L'utilizzazione divarietà tradizionali di mais, collezionate ex situ o anco^ L'InFOKMATORB AGRARIO 16/2004

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PROVE AL CENTRO-NORD NELL'AMBITO DEL PROGETTO SIC

Mais da polenta: confrontotra varietà tradizionali e ibridiGli ibridi si caratterizzano per rese superiori associate abuon peso ettolitrico della granella e a ottimali caratteristiche agronomiche. Le varietà tradizionali, qualoraiscritte al Registro varietale che ne consente la commercializzazione della semente, presentano comunque caratteristiche qualitative interessanti, specie se abbinate a filiere legate alla tipicità e/o a produzione biologica

Il mais è oggi nel nostro Paese unacoltura di riferimento più che mai strategica (1,4 milioni di ettari, plv 2,1 miliardi di euro), sicuramente in grado digarantire un valido sostegno alla continuità di redditi agricoli e la tenuta deinostri allevamenti. È anche una piantapreziosa perché assicura la materiaprima da impiegarsi per una molteplicità di prodotti industriali e alimentari; ciò è evidente dalie ragguardevoliquantità di granella che tutti gli annivengono lavorati dalle industrie. Èconvinzione generale che la specietroverà ulteriore sviluppo nel progettidi «chimica verde», «fabbrica biologica» e come risorsa energetica rinnovabile. Tuttavia è certa, oggi più che mai,la necessità di ulteriori perfezionamenti tecnici per migliorare e valorizzare le produzioni maidicole e sopratrtutto ridurre i costi di produzione infunzione delle prospettive della nuovapolitica agraria comunitaria e dellaglobalizzazione dei mercati.

In anni recenti la coltura del mais ha

fatto passi da gigante con progressinelle rese, nelle caratteristiche dellagranella e nella capacità di adattamento a diversi ambienti di coltivazione.Ricerca genetica e tecnica agronomica sono state alla base di questo successo. In particolare, l'intervento sullecaratteristiche ereditabili delle piantedi mais per adattarle a maggiori richieste produttive si qualifica come unodei più decisivi fattori dell'evoluzionedelle produzioni maidicole, avvalendosi anche dell'apporto di caratteristiche presenti nelle collezioni di germo-plasma.

Il germoplasrtxa di mais reperibile inItalia è certamente uno dei più ampi,sia per apporti originali sia per differenziazione locale di forme. Se ragionigeografiche e storiche favorirono l'introduzione di molte forme nel nostroPaese, le innumerevoli situazioni pe-docliinatiche che lo caratterizzano e ledistinte modalità di coltura hanno datoluogo a numerose varietà locali.

La rapida e ampia diffusione degli

ibridi, avvenuta a partire dagli anniCinquanta, ha portato alla quasi completa sostituzione delle preesistentivarietà locali. Tuttavia tale preziosopatrimonio genetico si può riteneresoddisfacentemente rappresentato dagli oltre 800 campioni di popolazionilocali italiane raccolti e conservatipresso la Sezione di Bergamo dell'Istituto sperimentale per la cerealicolturaa partire dal 1954.

L'importanza delie risorse genetiche,mais incluso, quale elevata fonte naturale da impiegare in programmi dimantenimento della biodiversità, è stata defmita strategica per il futuro dell'umanità nelle conclusioni della Conferenza Intemazionale sulla biodiversità a Rio de Janeiro (1992), La biodiversità, infatti, non rappresenta soltanto la varietà di forme di vita esistentila cui conservazione è fondamentaleper la sopravvivenza della vita sullaTerra, ma sorgente di nuovi prodottigenici e alleli che possono essere importanti per il miglioramento geneticodella specie e meritano, pertanto, di essere individuati, valorizzati e preservati nell'ambito della promozione mralee dellasalvaguardiaambientale.A taleproposito le regioni italiane sono ricche di prodotti tipici di pregio, per lacui valorizzazione è possibUe ottenerel'attribuzione di riconoscimenti dall'Unione europea: denominazione di origine protetta (dop), indicazione geografica protetta(igp) e attestazione dispecificità (as), ai sensi dei regolamenti Ce2081/92 e 2082/92 del 14 lugHo1992. Questi strumenti legislativi garantiscono Urispetto delle procedurediproduzione, siasotto il profilo degliaspettiagricoli delle materie prime siadiquelli relativi allasuccessiva trasformazione industriale.

n rinnovato interesse verso la riscnpertadella tipicità e della qualità deUpproduzioni alimentari e lo svilunnosempre maggiore della conoscenza edella coscienza ecologica hanno stimolato l'attenzione per le varietà tra'dizionali dimais; ciòsoprattutto per laproduzione diprodotti tipici e localiutili anche alla valorizzazione cultura'le del territorio in particolari aree spo"grafiche. ®

L'utilizzazione divarietà tradizionalidi mais, collezionate ex situo anco^

L'InFOKMATORB AGRARIO 16/2004

Colture erbacee

Tabella 1 • Regioni, enti e ricercatori che hanno realizzato la sperimentazione

Regione

Lombardia

Emllia4onugna

Martha

Ente operativo HicercatoriIstituto sperimentale per la cereallcettura, Seiione di Bergamo P. VaJoti, M. Motte, A. VerderioCooperativa tutela ambientale, Ferrara i. Bilie. R. ZanlnlAgenila servizi settore agroaiimentare, Marche, Ancona G. AngeiettiCentro ricerche sperimentazione mlgiloiamento vegetale A. Petrilli, M. Antoneliì

Strampeili, Tolentino (MQDipartimento vaioriBazione protezione risorse agroforestall L- Roile, G. Zeppa

Università di Torino

Centro riferimento agricoltura biologica. Scuola teorico- M. Pinna, U. Gamba, S. Spagolopratica Malva Arnaldi, Torino

Agenzia regionale sviluppa Innovarioneagricolodoreitale, A. Cardone, D. Contifirenze

rintracciabili in situ è un obiettivo dialcune regioni maidicole, anche in relazione a produzioni tipiche legate aelementi di interesse storico, a valorilocali e al recupero delle tradizioni.

Nel corso del 2002 è stato avviato dalla Sezione dì Bergamo dell'Istituto sperimentale per la cerealicoltura e alcuneamministrazioni regionali italiane, nell'ambito della sperimentazione interregionale cereali (Sic), un lavoro per lavalutazione in situ di varietà tradizio

nali di mais: le varietà provenienti dallacollezione del germoplasma della Sezione di Bergamo sono state propostesulla base delle origini geografiche esono state integrate da altre accessionireperite in loco dagli enti partecipanti[tabdla 1). In questa prima fase dell'indagine si sono adottati protocolli dicoltivazione, schede di analisi morfologica e di valutazione agronomicauniformi, per poter comparare i dati, ele informazioni sono state inserite in un

Tabella 3 - Produzione e prindpali caratteristiche agronomiche diibridi e varietà in prova {*)

Varietà e ibridi Umiditàgranella

(*)

Pesoettolltrìco {kgfltD

¥Ss

ec

«

sa.

m |es.s "5-2

9—«à

'e fé SE£.£

15,181,340,81553

14735,741,23758

14572,731,41457

15,230,340,51858

13,676,031,61250

14573,638,61857

14,431,836,62754

15,572,134,81653

14,334338,62248

15,368,638,62150

14,369,831,753

14,170.337,33352

14832,536,62052

15,037,043,21851

15,474947,62556

13,978,630,21041

14,374541,6656

15,675,648,21861

15,371,740,21865

15,335,136,31264

«,873,838,3M

13,776,768,7247

14481,069,61351

14,781,863,6156

15,278,061,8757

15,272,285,4164

14,677,969,8SSS

0,51,34,0

Marano ",1 81,3Nostranodell'isola HT T57Cnquantlno H5Giallo Nostrano T0,3Cinquantino Bianco 13,S TS,0Dttofile 1A.5 33,6Nostrale 14.4 31,8Locale Elbano 13.6 32,1Merini 14.3 34Jlocale 13,3 68,6Cinquantino 14,3 69,8Culaaione 14,1 30,3Ottofile Maceratese 14,8 72,5Ideale 13,® 37,0Scaglloio Marne 15,4 74,9Cinquantino 2" raccolto 13,9 78,6Ottofile Giallo Laraorra 14,7 745Pignofetto Rosso del Canavese 15,6 35,6Ostenga del Canavese 15,3 31,7Ottofile dITmiona 15,3 35,1Media varietà W.9 33,8Banguy(Fao200) 13,7 76,7Belgrano{Fao208) 14.4 81,0PR36Y03 (Fao 300) 14.3 81,8Maranelio(Fao400) 15,2 38,0Tevere (Fao 500) 15.2 32,2media IbriJ 14'5 37,9DMS

(•) Valori medi di due iocriiU di prove (Bergamo, Ferrara),

48 L'Informatore Agrario 18/2004

ili!CI O

S

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1

g

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46 143 5,0

S,3 13,2 5,1

6,9 13,2 4,6

5.1 12,5 4,2

3,8 144 5,2

48 12.6 43

3,9 12,1 4,4

5,1 12,2 41

3,1 124 43

4,4 124 4,4

49 12,0 4,0

41 12,5 4,5

3,6 11,6 433,8 12.7 405.8 12,7 49

41 13.9 476,4 12,1 4,55,8 13,0 4,46,8 13,7 4646 124 45

44 12,8 4,S

3,1 11,0 453,8 12,5 46

9,0 12,1 5,2

8.6 12,6 45

9,0 10,6 4,0

8,3 114 4.6

Tabella 2 - Ibridi e varietà tra-dizionali in prova

Ditta (') VarietàLoulità

diorìgineVA56 Marano Milano

VA57 Nostrano delTIsota Milano

VA213 dnqaaotiae Forlì

VA215 Cialo Mostrano Ferii

VA220W Onquantine Bianco Modena

VA2ai Ottofile Piacenza

VA237 Nostrale Areso

VA267 Locale Bbane Livomo

VA275 Morfni Lucca

VA285 Locale Massa Canara

VA305 Qnqundno Ancona

VA311 Culacctene Ascoli Piceno

VA332 OHefDe Maceratese Macerata

VA346 Ideale Pesaro

VA553 ScagDolo Mante BergamoVA903 Qnqoantino 2* raccolta Milano

VA1241 OttofSe CiaOo Lamom Piemonte

VA1243 Pignoletla Rosso dd Canavese PiemonteVA1245W Ostenga delCanavese PiemonteVA1246 Ottofile di Tortona TortonaSIS BanguyffaoTOO)Emilseme Bdgrano(Fao 200)Pioneer PIBSY03(Fao300)Vemuil Marane8o(Fao400)Dekalb Tevere(Fao 500)

(•) le sarletl tndhionall nonessendo isoMeil Registro nazi»-mU dc&« vaHcti fWA pcuoAO attualiMrrtt esser»cofnmercift»Esate (vedasi «Ocspofìlblliti sementi».

Tabella 4 • Produzione e principali cariBergamo

Varietà e ibridi

Marano 11,4

Nostrano dall'Isola 10,8Gnquanlim 12,2Giallo Nostrano 11,8Qnquanlino Bianco 10,9Ottofile 11,4

Nostrale 10,3Locale Elbano 12,1

Merini 11,1

locale 11,7

Cinquantino 11,4Culaccione 10,8OttofileMaceratese 11,7Ideale 11,2Scagliole Marne 12,1Cinquantino 2' raccolta 11,0OttofileGiallo Lantorra 11,7Pignoietto Rosso delCanavese 12,8Ostenga delCanavese 11,7Ottofiledi Tortona 11,9Media varietà 11,5Banguy(Fao200) 10,4Belgrano (Fao 200) 11JPR36y03(Fao300) 11,3Maranello(Fao4(IO) 11,6Tevere (Fao 500) 11,4Media ibridi 11,2DMS 0,8

Lillili

64.8 56,878.6 59,076,2 40,1

73,4 55,1

79.9 43,3

76,4 51,8

72,9 48,5

75.1 44,0

78.4 46,370.2 51,0

71.7 40,6

73,1 46,6

74 8 46,379.6 59,678.1 67,182.5 37,477.7 57,979.2 64,4746 55,8

77.6 48,0

76.6 51,079.8 92,2

83.7 100,1

849 85,4

81,7 82,9

747 117,291,0 «,61.8 6.8

database idoneo per selezionare le varietà di mais più aderenti al concetto ditipicità-unicità regionale.

Nel 2003, successivamente a questaprima valutazione morfologica e funzionale delle varietà tradizionali dimais, sono state realizzate prove sperimentali per verificare le caratteristiche agronomiche di un gruppo di varietà locali di mais.

Impostazione delle prove

NeUe prove sono state inserite 20 varietà tradizionali di mais, a granella vitrea o semivitrea, e 5 ibridi commercialiappartenenti a classi di maturità Fao da200 a 500, con diverso grado di vitrosità(due di tipo Marano, imo di tipo Nostrano dell'Isola, uno di tipo Come francesee uno di tipo dentato-farinoso).

Le varietà tradizionali di mais sonostate individuate nel corso del 2002 attraverso valutazioni di accessioni presenti nella collezione del germopla-sma dell'Istituto sperimentale per lacerealicoltura, Sezione operativa diBergamo e di alcune tra quelle reperite presso gli agricoltori^tabella S).

"Tutte le varietà tradizionali in provasono state confrontate con gli ibridi

itiche di ibridi e varietà In prova aKt^le

•i?S .2

'6* S|| 1

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Si 7 » 162

54 7 4 188

54 7 5 180

52 6 166

46 6 8 130

55 7 6 179

SI 6 6 157

55 7 7 155

44 6 S 152

45 6 6 152

51 6 5 134

49 6 5 133

49 7 6 154

47 6 8 163

55 4 217

33 S 6 100

56 7 7 174

59 8 6 207

59 8 6 212

56 8 E 184

SI 7 G WS

45 9 9 161

52 9 9 153

53 9 9 180

SS 9 9 228

55 9 9 217

52 9 9 188

commerciali nelle località di Bergamo,Bibiana (Torino), Serravalle (Ferrara)e Tolentino (Macerata). Le prove diBergamo e Serravalle sono state condotte adottando usuali tecniche colturali; le prove di Bibiana e Tolentinonon sono state completate per le particolari condizioni climatiche stagionalidell'annata scorsa.

Lo schema adottato per ogni provaera un disegno sperimentale aparcellesuddivise in cui il fattore principaleera costituito dall'investimento finale,rispettivamente di 4,5 e 6,5 piante/m^con due ripetizioni. La parcella elementare era costituita da 4 file per unasuperficie complessiva di 15 mi

Le semine sono state eseguite, coneccesso di seme, nella prima decade dimaggio; in ogni parcella le piante sonostate diradate investimenti desiderati. L'irrigazione è stata eseguita secondo le necessità colturali. H controllo delle infestanti è stato ottenuto chimicamente. Nel corso delle diverse fasifenologiche e prima della raccolta sono stati eseguiti i seguenti rilievi: datadi fioritura femminile per calcolare ilperiodo emergenza-fioritura, valutazione della robustezza delio stocco e dellatenuta delle radici e un indice di colti

vabilità. Alla raccolta, sulle due filecentrali di ogni parcella è stato determinato U peso della granella, calcolatoin q'ha al 15,5% di umidità, e su un campione di granella è stata effettutata ladeterminazione dell'umidità (%) e delpeso ettolitrico (kg/hL) con lo strumento Gac 2000. Tutti i campioni sonostati essiccati a 38 °C e poi sottopostiad analisi Nirs con Inflratec 1241 (dittaFoss) per determinare la concentrazione del contenuto in estratto etereo eproteina grezza, utilizzando curve di taratura appositamente sviluppate. I datiraccolti sono stati sottoposti ad analisidella varianza eseguendo l'elaborazione per le singole prove e congiuntamente per le due località di prova, peril disegno sperimentale adottato.

Risultati e discussione

Per le singole varietà e gli ibridi inprova, in tabella S sono riportati i valori medi delle produzioni e delle principali caratteristiche agronomiche rilevati nelle due località i dati relativialle località di Bergamo e di Ferrarasono riportati rispettivamente nelletabella 4 e 5.

Nei grafici I e2 le produzioni di va-

Tabella 5 - Produzione e principali caratteristiche di ibridi e varietàIn prova a Ferrara

Varietà e Ibriill

Marano 18,8

Nostrano dell'Isola 18,7

Qnquantlno 18,7Giallo Nostrano 18,6

Cinquantino Bianco 16,3Ottofile l'i'Nostrale là,!Locale Elbano 18,9

Morinl 19,3Locale 19,9Cinquantino 17,2Culacclone 17,4

Ottofile Maceratese 17,8Ideale 18,9Scagliolo Marne 18,8Cinquantino 2'raccoHo 16,9Ottofile Giallo Camorra 17,8Pignoletto Rosso deiCanavese 18,8Ostenga delCanavese 18,9Ottofile di Tortona 18,8Media uaHetà 18,1Banguy ^ao 200) 17,0Belgrano(Fao200) 17,9PR36Y03 (Fao 300) 18,0Maranello(Faa400) 18,8Tevere (Fao 500) 19,0Media IbridiOMS 0,5

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L'Informa-torb AQBAKIO 16/2004 49

<.iiiln» I I lui iliitilH' >!•< B liiiilii» ^ I 1' indice di celtivabiiità dirietà fradicinnali (*) U li"''*'' « «arietà tradizionali (*)

eTevere (Feo 50O)

Belgreno (Feo 200)

♦ ^Benguy (Feo 200)

Pft36Y03 (Feo 300)

Merenello (Feo 400)

♦Tevere (Feo 500)

Belgreno (Feo 200)

Benguy (Feo 200) ^PR36Y03 (Feo 300)

Merenello (Feo 400)

•g 50 " Scegllolo Marne gS PIgnoletto Bosso"• Ideale deiCenavese

OHoflIe Giallo lamorfa

Nostrano dell'IsolaS O »xxM-fìu a» ^ ^OstOQa dfii Csnsvosd

CulacdoneO"°'i'S3,^Qdol Olocele" O, oOttofìle oOttoflIedlTortonaNostrale Maceratese o

Cinquantino cinquantino (VA30S)_ Locale FlbanogBlenco Q gCinquantino{VA213)

'*"1 Cinquantino ' ~T~ '13,5 2° raccolto 14,5 15,5 1

Umidità alla raccolta (%)

(*)Valori medidelledue località di prova(Bergamo, Ferrara).

^ 50- PIgnoletto Rosso delCanaveseS dscagllolo Marne

Ideale Nostranodell'Isola Ottofile Giallo lamorra

M?; ^a'iese NostraleCIr, luantlno ,i„o (VA213)

30 i ^InquaptinoJU' colfa-i , ,3 4 5 6 7 6 9

Indice di coltivabilità (1 = scarsa, 9 :: ottima)

(*) Valori medi delle due località di prova (Bergamo. Ferrara).

rietà e ibridi sono correlate rispettivamente con umidità relative e indice dicoltlvabiiità, mentre nel grafico 3 si riporta la «risposta»dei genotipia ba^i(4,5 piante/mO e alti (6,5piante/mO in-,vestimenti.

Le rese produttive risultano soddisfacenti con valori medi di 38,3 q/ha per levarietà e 69,8 q/ha per gli ibridi commerciali. Si nota, come atteso, la superiorità produttiva degli ibridi rispettoalle varietà, anche per materiali con diversa lunghezza del ciclo di maturità.Confrontando il ciclo vegetativo dellevarietà tradizionali (giorrù emergenza-fioritura e umidità alla raccolta) conquello degli ibridi commerciali, le varietà hanno classi di maturità Fao variabili da 100 a 500, includendo anche

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50 L'IWPORMATORK AGRARIO 18/2004

varietà tipo Cinquantino a ciclo precocissimo adatte a semine fino al mese digiugno. Infatti, il periodo dall'emei^en-za alla fioritura delle varietà ha valoriche oscillano da 41 a 64 giorni, mentreper gli ibridi questo periodo varia da 47a 64 giorni. Per le varietà tradizionalil'umidità media della granella alla raccolta (14,8%) è simile a quella degli ibridi (14,6%). 11 numero medio di piantespezzate dei due gruppi di materiali, tenuto conto della raccolta avvenuta diversi giorni dopo la maturazione fisiologica, mostra valori più elevati per levarietà (19%) rispetto agli ibridi (5%).

Dal pimto di vista merceologico, uncarattere di fondamentale importanzaper la valutazione dei genotipi è il pesoettolitrico (kg/hL); tale caratteristica ri-

i-.'4 Bui

Nostrano dell'Isola

sulta particolarmente favorevole in alcune varietà tradizionali quali Marano(81,3 kg/KL), Cinquantino 2° raccolto (78,6 kg/hL) e Ideale (77 kg/hL); anche in ibridi speciali, costituiti con lineepure derivate direttamente da alcunevarietà tradizionali, si riscontrano elevati valori di peso ettolitrico; PR36Y03(81,8 kgM.), Belgrano (81 kg/hL) e Ma-ranello (78 kg/hL).

Tra le caratteristiche utili a identificare la stabilità della pianta, al momento della raccolta è stato rilevatoun indice di robustezza dello stocco;tale indice medio varia da 7 per le varietà a 9 per gli ibridi. Lo sviluppo radicale, valutato come indice della suscettibilità airallettamento, 6 pari a 6per le varietà e a 8 per gli ibridi. Una

H- . >1

a 'i- 1

Cinquantino Bianco

Marano. ao

Nostrano dell'Isola. eo

Cinquantino (VA213)_ 0 o

(àlallo Nostrano.Cinquantino Bianco. • o

Ottofile. • •

Nostrale. IO

Locale Elbano. o 1

Merini. o»

Locale. • o

Cinquantino (VA30S). o«

Culaccione ce

Ottofile Maceratese. o

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Scagliolo MarneCinquantino 2° raccolto_ • o

Ottofile GialloLamorra_ •o

Pignoletto Rosso CanaveseOstenga del Canavese (

Ottofile di Tortona o

BanguyBelgrano'PR36Y03'

Maranello~Tevere"

60 80 100 120 140 160 180 200

Produzione relativa (100 - media campi)

• Basso investimento (4,5 plante/m') OAlto investimento (6,5 piante/m')Ibrido con migliore performance produttiva con aito investimento

^ Ibrido con migliore performance produttiva con basso investimento

(•) Valori medidelledue località di prova(Bergamo, Ferrara).

misura sintetica complessiva delle caratteristiche morfologiche e funzionalidelle varietà è stata stimata con un indice di coltivabilità; tale indice èespresso come capacità di riscontrareal momento delia raccolta piante integre, erette e con stay green. In tal senso, le varietà tradizionali hanno un valore medio di 4,8 rispetto a una mediadi 8,3 per gli ibridi. La caratterizzazione dei diversi genotipi in prova per ilcontenuto di proteine grezze e di grassi totali ha permesso di riscontrareuna sostanziale variabilità per questi

il'r-- rif>iia :

' Oi

i I

Pignoletto Rosso del Canavese

principi nutruitivi. Tra le varietà leproteine e i grassi variano dal'11,8 al14,3% e dai 4,1 al 5,2%; negli ibridi proteine e grassi oscillano rispettivamente dal 10,6 al 12,6%e dal 4 al 5,2%.

Caratterizzazionesensoriale

Alcuni dei genotipi in prova sonostati valutati anche attraverso un'analisi sensoriale delle farine da polentaottenute. Le polente sono state preparate unendo 300 g di farina a un litro di

Ottofile Maceratese

mD :

Colture erbacee

acqua minerale naturale, senza l'aggiunta di sale, e cotte per 60 minuti.L'esame sensoriale si è svolto pressola sala di analisi sensoriale del Dipartimento valorizzazione protezione risorse agroforestali dell'Università di Torino, con la collaborazione di un gruppodi assaggiatori aventi una sufficienteconoscenza di tale metodica. 11 lorocompito era quello di fornire una descrizione dei campioni di polenta analizzati e una valutazione gustativa mediante una scala numerica. A ogni assaggiatore è stato, quindi, chiesto didescrivere con parole proprie le caratteristiche qualitative delle polente inesame e sintetizzare il proprio giudiziosul campione esaminato mediante unpunteggio da 0 a 100.1 punteggi di gradimento sono stati normalizzati perciascun assaggiatore e, quindi, sonostati elaborati mediante l'analisi dellavarianza secondo il test di Duncan. Ledifferenze di giudizio fra i prodotti sono risultate altamente significative,evidenziando come atteso una gradualità di giudizio (tabella 6).

Un secondo^ppo di esperti assaggiatori ha permesso di fornire un profilo sensoriale delle diverse polenteesaminate avvalendosi di una schedadescrittiva-quantitativa, messa a punto nel corso di una prima sperimentazione nel 2002; tale scheda considerava i caratteri di odore, aroma, intensità, compattezza e granulosità dell'impasto. 1 profili sensoriali definitidagli assaggiatori mostrano evidentidifferenze che caratterizzano i 10 prodotti esaminati; ciò costituisce il primo esempio di una caratterizzazionesensoriale di farine di mais da polenta.

Disponibilità di sementi

Nel quadro legislativo nazionalefondamentale (legge 25-11-1971 n.1096 e legge 20-4-1976 n. 195) la produzione, la certificazione e la commercializzazione dei prodotti semen-tieri hanno apposite prescrizioni.

Maranello (ibrido)

L'iNFOKMATORE AGRARIO 16/2004 51

Condizione imprescindibile perchéuna varietà (o ibrido) di mais sia ammessa al controllo è che la medesimarisulti iscritta nel Registro nazionaledeUe varietà, istituito in Italia con loscopo di accertare le caratteristiche eidentificare le varietà stesse. Tali funzioni sono di competenza del Ministero delle politiche agricole e forestali esono delegate all'Ente nazionale sementi elette.

Le norme in materia sono state piùvolte modificate. Con decreto legislativo 24-4-2001 n. 212 («Attuazione delle direttive 98/95/Ce e 98/96/Ce») è stata da ultimo considerata la possibilitàdi nuovi sviluppi per la conservazionein situ e l'utilizzazione sostenibile dirisorse citogenetiche; questo è realizzabile mediante la coltivazione e lacommercializzazione di sementi dispecie e varietà adatte alle condizioninaturali locali minacciate dall'erosione genetica.

Le disposizioni in materia di iscrizione nel Registro nazionale, qualora saràemanato il regolamento attuativo deldecreto sopra citato, potranno tenerealtresì conto dei risultati di valutazioninon ufficiali, delle conoscenze acquisite con l'esperienza pratica durante lacoltivazione, la riproduzione e l'impiego, insieme alle descrizionidettagliatedelle varietà e delle loro rispettive denominazioni indicate nella notifica.Tutti questi elementi, se sufficienti,daranno luogo all'esenzionedall'obbli-go dell'esame ufficiale. Tali varietà, inseguito alla loro accettazione, potranno essere indicate come «varietà daconservazione» nei Registro; saramoinfine soggette ad adeguate restrizioniquantitative. Per le «varietà da conservazione» si potrà derogare ai fini dell'iscrizione nei registri dalle condizionidi omogeneità, stabilità e differenziabilità.

Allo stato attuale della normativa,pertanto, per le varietà tra^zionali dimaisnon regolarmente iscritte al Registro nazionale non è ammessa nessuna forma ^ commercializzazione, fornitura 0 trasferimento mirante allosfruttamento commerciale di sementia terzi. Non sono considerate corn-mercializzazione le operazioni non miranti allo sfruttamento commercialedelle varietà (ad esempio lavorazione,imballaggio, prestazione di servizi)purché non si acquisiscano titoli sullesementi fomite.

In armonia con le fmalità del decreto 5 marzo 2001, il Mipaf tutela il materiale raccolto e custodito nelle Banche di germoplasma garantendone laconservazione, favorendo la diffusione e l'ampliamento, assecondando ilmiglioramento genetico deUevarietà ospecie vegetali.

L'iNPORMATORB AGRARIO 16/S004

Vi

Spighe alla raccolta: ibrido a sinistra e varietà a destra

Dlfferenia digradimento n

a

ab

abc

abc

abcd

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ed

e dd

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dimérto Varietà 0ibrido ^«gradito Maranello

Ottofile Maceratese

Scaglioio MarneOttofile di TortonaGnquantino BiancoOjtenga del CanadeseCuiaccione

Pignoletto Rosso deiCanadeselocale libano

-gradito PR33Y0e

(')I prodotti tonoriportati inordine dcereicinttdigradi-ritento, secondo il lesi di Duncan.

n Letterediverseindicano prodotti cha hanno ricevuto ungradimento significativamente differente.

Il seme di ciasctma varietà custoditapresso la Sezione di Bergamo deU'Isti-tuto sperimentale per la cerealicolturaè disponibUe su richiesta di enti pubblici e privati per impieghi di ricerca esperimentazione in quantitativi di 100semi.

Conclusioni

In conclusione, l'esame dei risultatiriportati in questo lavoro evidenzia 1seguenti aspetti.• Gli ibridi commerciali sono dotati dielevati livelli produttivi, con ottime caratteristiche di stabUità della pianta etenuta delle radici alla raccolta; ciò èassociato a im alto peso ettolitrlco convalori superiori rispetto alle migliorivarietà tradizionali.

• Il peso ettolitrlco, inteso come unamisura generale di resa alla macinazione e di qualità della farina, è unaconferma del lavoro di miglioramentogenetico; questa attività ha saputo riunire in una pianta moderna alcuni tratti apprezzabili della granella delle vecchie varietà dì mais.• Le indicazioni emerse da queste prove di confronto confermano che, purcon rese di granella più contenute rispetto a quelle conseguibili con gliibridi, anche le varietà tradizionali afrattura vitrea o semivitrea presentano interessanti caratteristiche merceologiche della granella e sono ancora adatte alla coltivazione.• In particolare, le varietà tradizionalisono inseribili in una filiera integratadalla produzione al consumo, dopoim'adeguata verifica sperimentale della loro sostenibilità agronomica, ambientale ed economica e nel rispettodei criteri generali della tipicità (produzioni, trasformazioni, mercati, garanzia al consumatore).• L'abbinamento della tipicità e anchedi metodi di produzione biologica puòconsentire di ottenere prodotti capacidi formare una fonte di reddito alternativa per alcune zone agricole.

La coltivazione di vaiietà tradizionali di mais da polenta può sicuramentecostituire una valida alternativa perproduzioni tipiche legate al territorio,considerando altresì che il valore aggiunto è anche espressione della cultura e della geografia del territorio diorigine.

La bibliografia verrà pubblicata negli estratti.

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L'Informatore Agrario 16/2004