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ANNO 8 - n° 27| 16 settembre 2017 | 1 euro 17 settembre 2017 - Solennita di San Roberto Bellarmino parte il nuovo Anno Pastorale #Cultura è partecipazione Inaugurata la nuova struttura del progetto Kairòs Ascolto e confronto Nuovo palinsesto di Radio Gibson D al lontano 1991 il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo M ercoledi 13 settembre ab- biamo condiviso un L unedì11 set- tembre la prima riunione operativa. Si sono C ari Lettori di Kai- ròs News, dopo la bellissima inaugura- zione del Laboratorio Attualità 5 Speciale KairòsLab 8 | 9 Santa Maria C. V. 12 Musica 14 PROPORRE I SANI VALORI CON CORAGGIO

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ANNO 8 - n° 27| 16 settembre 2017 | 1 euro

17 settembre 2017 - Solennita di San Roberto Bellarminoparte il nuovo Anno Pastorale

#Cultura è partecipazione

Inauguratala nuova strutturadel progetto Kairòs

Ascolto e confronto

Nuovo palinsesto di Radio Gibson

Dal lontano 1991

il Ministero dei

beni e delle attività

culturali e del turismo

Mercoledi 13

settembre ab-

biamo condiviso un

Lunedì11 set-

tembre la

prima riunione

operativa. Si sono

Cari Lettori di Kai-

ròs News, dopo la

bellissima inaugura-

zione del Laboratorio

Attualità 5 Speciale KairòsLab 8 | 9 Santa Maria C. V. 12 Musica 14

PROPORRE I SANI VALORI CON CORAGGIO

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Come da tradizione con la celebrazionedel 17 settembre, solennità di San Ro-berto Bellarmino, ha inizio il nuovoAnno Pastorale dell’Arcidiocesi diCapua.

S. E. Mons. Visco, con la sua omelia programma-tica, tracca le linee guida che aiuteranno i parrocia strutturare i programmi pastorale delle diverseparrocchie dell’Arcidiocesi.Quest’anno non poteva mancare una particolareattenzione sul tema dei giovani, essendo oramai infermento i lavori per il Sinodo che si aprirà ad ot-tobre 2018 ed avendo il verbo “Educare” cometema annuale affidatoci dal Convegno di Firenze.Abbiamo chiesto all’Arcivescovo qualche anticipa-zione sull’omelia di San Roberto Bellarmino:

Siamo nel pieno della preparazione al Sinodo deigiovani che si celebrerà nel mese di ottobre del 2018.Sabato 30 settembre ci incontreremo a Santa MariaC. V. nello spiazzo antistante all’Anfiteatro per ini-ziare a comunicare questo evento che ci vedrà im-pegnati per una profonda riflessione. È statoattivato dal giugno scorso un sito internet per “pro-muovere una più ampia partecipazione di tutti igiovani del mondo” non solo per fornire informa-zioni ma per raccogliere il sentire del mondo giova-nile.Lo scorso anno è stato tema portante “La famiglia”con le sue ricchezze e le sue criticità. Abbiamo ca-ratterizzato la formazione permanente per i sacer-doti e i laici partendo dall’esortazione di PapaFrancesco “Amoris laetitia”.“In continuità con questo cammino, attraverso unnuovo percorso sinodale sul tema: «I giovani, la fedee il discernimento vocazionale», la Chiesa ha decisodi interrogarsi su come accompagnare i giovani ariconoscere e accogliere la chiamata all’amore e allavita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessidi aiutarla a identificare le modalità oggi più effi-caci per annunciare la Buona Notizia” (Docu-

mento preparatorio al Sinodo, Introduzione).Quest’anno, per prepararci ad accogliere le indica-zioni che ci verranno dal Sinodo, orienteremo la no-stra attenzione al complesso mondo giovanile nelcontesto del terzo verbo del Convegno di Firenze“Educare”.Gli incontri di formazione dei sacerdoti e dei fedelisaranno segnati appunto da questa linea portanteche parte da una domanda: la famiglia cristiana educa ancora? Oppure di

fronte alle crescenti difficoltà di comunicazione

e ricezione rinuncia al ruolo educante dell’ac-

compagnamento?

Le nostre parrocchie sono impegnate nell’educa-

zione integrale della persona investendo su edu-

catori che siano i primi testimoni del nuovo

umanesimo che ha come progetto l’uomo re-

dento da Cristo?

È necessario che le nostre famiglie, e in esse la pre-senza significativa del ruolo dei genitori, le nostreparrocchie con il concorso di tutte le forze del nostrolaicato, le comunità religiose con la loro profezialungimirante, insieme si sentano impegnate nel pro-porre i sani valori con coraggio, ribadendo quantoci ha ricordato il Santo Padre nell’Amoris laetitia:“che occorre – cioè – un processo graduale nell’ac-quisizione di cambiamenti di comportamento maanche che la libertà ha bisogno di essere incanalatae stimolata, perché abbandonata a se stessa nonpuò garantire la propria maturazione” (n. 273).Nella presentazione di questo progetto di vita ha unruolo non marginale l’Ufficio di Pastorale giovanile,innanzitutto nell’accompagnare i ragazzi e i giovanisensibilizzandoli all’ascolto del Signore che parlanell’intimo. Ognuno è chiamato per nome dal Si-gnore e ognuno può realmente e pienamente realiz-zare se stesso se si lascia guidare da Dio. Realizzarela volontà del Signore nella propria esistenza con-duce alla gioia piena del vivere, fa sperimentare ilvero senso della vita.

XSalvatore, arcivescovo

2 primo pianosabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

17 SETTEMBRE 2017 - SOLENNITÀ DI SAN ROBERTO BELLARMINO

PARTE IL NUOVO ANNO PASTORALE

DI GIOVANNA DI BENEDETTO

Sul sentierodei giorni

Nell’entrare in un regno informati su ciòche è proibito;/Nell’entrare in una cittàinformati delle usanze;/Nell’entrare inuna casa informati sui nomi di coloroche la abitano. Libro dei riti

A che serve passare dei giorni se non siricordano?Cesare Pavese

I rapporti dell’uomo con Dio mi sonosempre sembrati molto più importantiche i rapporti degli uomini fra loro.André Gide

Il silenzio è la più alta forma di espres-sione per chi va in cerca della divinità.Franco Floreanini

Quanto compenetriamo ogni cosa di spi-rito, allora operiamo nel senso di un Cri-stianesimo bene inteso.Rudolf Steiner

Non limitarti a sognare il tempo; usa iltempo per lasciare il tuo segno.H. Mackay

Dio può tutto, Dio sa tutto, Dio mi amache devo temere?Santa Teresa d’Avila

Stà fermo al tuo impegno e fanne la tuavita, invecchia compiendo il tuo lavoro.Siracide

Noi siamo come un bimbo addormen-tato ch’è portato di notte da un angelo inun paese invisibile.Arturo Onofri

Non fare paragoni: chi vive è incompa-rabileOsip Mandel’stan

A CURA DI MONS. GIUSEPPE CENTORE

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Il papa Francesco è appena stato in Colom-bia, quasi a sancire con il suo interessa-mento un fatto storico, la fine di uninterminabile conflitto che ha insanguinatoquel Paese: la fine, perché una delle due

parti ha deciso di rinunciare alla violenza e cosìristabilire la pace sociale. Sembra l’attuazione diquanto si legge nella Messa di oggi.“Il rancore e l’ira sono un abominio. Perdona l’of-fesa del tuo prossimo e allora ti saranno rimessi ipeccati. Se qualcuno conserva la collera verso unaltro uomo, come oserà chiedere la guarigione alSignore?” Era scritto così già nell’Antico Testa-mento (Siràcide 27,30-28,7); Gesù lo riprende conla parabola (Matteo 18,21-35) del re che genero-samente condona a un debitore l’enorme sommadi diecimila talenti, ma poi lo punisce quandoviene a sapere che quel suo suddito non ha vo-luto condonare a un suo compagno un debito dipochi spiccioli. Il re della parabola è Dio, i debitidegli uomini verso di lui sono i peccati, che egliperdona per quanto grandi possano essere, acondizione che gli uomini perdonino ai loro si-mili i torti da loro ricevuti.Ma quanto è ampio il perdono? La parabola haorigine da una domanda di Pietro: “Signore,quante volte dovrò perdonare al mio fratello sepecca contro di me? Fino a sette volte?” Settevolte: chissà quanto gli pareva di essere generoso,nell’indicare quel numero, e certo non si aspet-tava come risposta “Non ti dico fino a sette, mafino a settanta volte sette”, cioè sempre.Il comportamento degli uomini deve modellarsisu quello di Dio, il quale non dice mai basta a chiricorre alla sua misericordia. Ma a condizioneche facciamo altrettanto tra noi. “Rimetti a noi inostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri de-bitori”: così Gesù ha insegnato a pregare; lo ripe-tiamo col Padre Nostro chissà quante volte, maquante volte poi lo mettiamo in pratica? Offese etorti, rancori e ripicche, sono all’ordine delgiorno, tra parenti, vicini di casa, colleghi di la-voro e così via. Solo il perdono tronca sul nascerequesta catena infernale, che amareggia la vita eprovoca ferite spesso insanabili quando non verie propri delitti (vedi i casi di femminicidio).

Qualcuno si vendica perché pensa che il perdonosia segno di debolezza, cosa da donnicciole im-paurite o da imbelli senza spina dorsale. Ma nonè così, e per varie buone ragioni. Basterà ricor-darne un paio. La prima prescinde da considera-zioni religiose: la vendetta è cosa da barbari, datrogloditi; sono lontani i tempi in cui gli uominierano un aggregato indistinto di individui, in cuiciascuno doveva pensare a sé e affermarsi da soloin rivalità con i propri simili. Con la civiltà gli uo-mini si sono dotati di un sistema giuridico, creatoapposta per evitare la vendetta privata e deman-dare la soluzione dei conflitti a una parte terza,che giudica con obiettività in base alle leggi co-muni. La seconda si basa sulla fede: se Dio con-danna “il rancore e l’ira” che portano allavendetta, chi è l’uomo per non tenerne conto?Gesù ha ribadito questo comando, l’ha dilatatosenza misura, e in più ne ha dato l’esempio nellaforma suprema, perdonando addirittura a chi lostava inchiodando alla croce. Il perdono è tutt’al-tro che debolezza: è padronanza di sé, è coraggio,è espressione di una conseguita umana maturità.Conflitti, considerando i limiti della naturaumana, ne sorgeranno sempre, spesso prete-stuosi, talora con fondamento: ma odio e ven-detta non ne hanno mai risolto uno. Il perdono èla matrice della pace: la pace del cuore, a suavolta matrice della pace sociale. Il cristiano, inol-tre, perdonando richiama e manifesta l’infinitabontà divina. Un’orazione della Messa di oggisuona così: “O Dio di giustizia e di amore, cheperdoni a noi se perdoniamo ai nostri fratelli,crea in noi un cuore nuovo a immagine del tuoFiglio, un cuore sempre più grande di ogni offesa,per ricordare al mondo come tu ci ami”.

XXIV DOMENICADELTEMPOORDINARIO

chiesa 3

Stasera il vento

Con ripetuta forza

La fragranza mi porta

D’un antico fiore

Il cui pensiero

Nel cuore risveglia

Nuova e viva

Dolcezza d’amore

Ed al mio sguardo

Fa più azzurro il cielo.

E poiché immagino

Sia questo un sogno vero

Una persona

Prima che s’allontani

Tendo la mano

Un breve ramo

A cogliere di stelle

Da recargli in dono

E che gli sia gradito

Quanto una canzone

Che abbia un bacio

Per ultima sua nota.

Giuseppe Centore

Dolcezzad’amore

sabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Tutte le parrocchie interessatealla pubblicazione degli oraridelle Sante Messesia festive che feriali, possono inviare i relativi datiall’indirizzo [email protected]

MONS. ROBERTO BRUNELLI

il Vangelo della Domenica

Il vangelo col Papa in Colombia

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4 chiesasabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Papa Francesco è partito

per il suo viaggio in Co-

lombia mercoledì 6 set-

tembre, con arrivo a

Bogotà. Il giorno succes-

sivo, l’incontro con le autorità.

Quindi la visita alla cattedrale e

l’incontro con i vescovi e il comi-

tato direttivo del Celam. Nel po-

meriggio, la Santa Messa. Venerdì

8, si è trasferito a Villavicencio, per

la Santa Messa e il grande incontro

di preghiera per la riconciliazione

nazionale. Sabato 9 il Papa è stato

a Medellin, con un’altra celebra-

zione eucaristica e un incontro con

i religiosi. Domenica la giornata è

stata dedicata alla tappa di Carta-

gena, con la benedizione della

prima pietra delle case per i senza-

tetto dell’opera Talitha Qum,

quindi l’Angelus e la visita alla casa

santuario di San Pietro Claver. Nel

pomeriggio la Messa e la cerimo-

nia di congedo. Il rientro a Roma

Ciampino lunedì 11 settembre.

Dopo la visita alla Cattedrale di

Bogotà, intitolata all’Immacolata

Concezione, per rendere omaggio

all’immagine di “Nuestra Senora diChiquinquira”, Papa Francesco ha

raggiunto il Palazzo cardinalizio

dove l’attendevano i vescovi del

Paese. Prima di entrare nel salone

per rivolgersi a loro, Francesco si è

affacciato al balcone del

palazzo per salutare e benedire i

fedeli radunati, tra loro oltre 22

mila giovani che hanno accolto il

Papa con grande entusiasmo. Le

prime parole del Papa sono state:

«La pace sia con voi! Ho desideratovenire fin qui come pellegrino dipace e di speranza e desidero viverequesti momenti di incontro congioia, ringraziando Dio per tutto ilbene che ha compiuto in questaNazione, nella vita di ogni per-sona».

Poi si è rivolto ai giovani, dicendo:

«Tenete viva la gioia, segno delcuore giovane, che ha incontrato ilSignore. Nessuno potrà togliervela.Non lasciatevela rubare, abbiatecura di tale gioia che tutto unificanel sapersi amati dal Signore».

Erano i giovani, accorsi a Bogotà

da ogni parte del Paese, i destina-

tari principali della benedizione di

Papa Francesco ai fedeli dal bal-

cone del palazzo cardinalizio. La

gioia dei giovani «è sufficiente perincendiare il mondo intero», la tesi

del discorso di  Francesco:  «Checosa dunque potrebbe impedirvi di

VIAGGI. Papa Francesco ai giovani in Columbia

è tanto lontano. Quel Paese che non sivede e che fa parte di questo corpo so-ciale che ha bisogno di noi: voi giovanisiete capaci di scoprire la Colombia pro-fonda. I cuori dei giovani sono stimolatidavanti alle grandi sfide. Quanta bel-lezza naturale da contemplare senza ne-cessità di sfruttarla! Quanti giovanicome voi hanno bisogno della vostramano tesa, della vostra spalla per intra-vedere un futuro migliore! Oggi ho vo-luto vivere questo momento con voi».

In conclusione il Papa ha salutato i gio-

vani incoraggiandoli ad essere «la spe-ranza della Colombia e della Chiesa»affinché le difficoltà non li opprimano,

che la violenza non li abbatta, che il

male non li vinca.

«Vi invito all’impegno – non al risultatocompiuto – nel rinnovamento della so-cietà, perché sia giusta, stabile, fe-conda», le ultime parole destinate ai

giovani.

Il pensiero ai giovani Francesco l’ha de-

dicato anche a Medellin, «la città co-lombiana capitale del narcotraffico dovei sicari della droga distruggono la gio-vane umanità».

Francesco ha sottolineato che: «Qui vo-glio fermarmi per un momento: e fareuna memoria dolorosa. È una parentesi.I  giovani sono  naturalmenteinquieti. Un’inquietudine tante volte in-gannata. Distrutta da sicari della droga.Medellin mi porta questa memoria. Mievoca così tante giovani vite  troncate,scartate, distrutte. Vi invito a ricordare,ad accompagnare questa processionedolorosa, a chiedere perdono per coloroche hanno distrutto le illusioni di tantigiovani. Chiedere al Signore di conver-tire i loro cuori. Chiedere che finisca que-sta sconfitta della giovane umanità».

ci ha offeso, nelguardare avantisenza l’ostacolodell’odio, perchéci fate vederetutta la realtàche abbiamodavanti, tutta laColombia chedesidera cre-scere e conti-nuare as v i l u p p a r s i ;quella Colom-bia che ha biso-gno di tutti e chenoi anzianidobbiamo con-segnare a voi».

Giovani, quindi,

che aiutano gli adulti ad affron-

tare «l’enorme sfida di aiutarci a ri-sanare il nostro cuore»,

contagiandoli  «con la giovanilesperanza che è sempre disposta aconcedere agli altri una secondaopportunità».

«Gli ambienti di disperazione e in-credulità fanno ammalare l’anima,ambienti in cui non si trovano vied’uscita ai problemi e boicottanoquelli che cercano di trovarle, edanneggiano la speranza di cuiogni comunità ha bisogno per an-dare avanti», ha ammonito il

Papa. 

«Andate avanti, non abbiatepaura!».

«Solo così – ha assicurato France-

sco – troverete il coraggio di sco-prire il Paese che si nasconde dietrole montagne: quello che va oltre i ti-toli dei giornali e non rientra nellepreoccupazioni quotidiane perché

cambiare questa società e realiz-zare i vostri propositi? Non te-mete il futuro! Osate sognaregrandi cose! A questo grandesogno, oggi vi voglio invitare». 

Poi l’ennesimo tributo ai gio-

vani, contenuto nella  benedi-

zione del Papa ai giovani fedeli:

«La vostra giovinezza vi rendeanche capaci di qualcosa dimolto difficile nella vita: perdo-nare coloro che ci hanno ferito. Ènotevole vedere come non vi la-sciate invischiare da vecchie sto-rie, come guardate in modostrano quando noi adulti ripe-tiamo fatti di divisione semplice-mente perché siamo attaccati adei rancori».

Nei giovani Francesco ha sotto-

lineato il contributo che pos-

sono dare agli adulti dicendo:

«Voi ci aiutate in questo intentodi lasciarci alle spalle quello che

Tenete viva la gioiaDI ANTONELLO GAUDINO

«Tenete viva la gioia, segno del cuore giovane,che ha incontrato il Signore. Nessuno potrà togliervela.Non lasciatevela rubare,abbiate cura di tale gioiache tutto unifica nel sapersi amati dal Signore»

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attualità 5

sabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Dal lontano 1991 il Ministero dei beni edelle attività culturali e del turismopromuove le Giornate Europee del Pa-trimonio (GEP) in Italia.

All’iniziativa da allora hanno aderito sempre piùnumerosi luoghi della cultura non statali grazie adenti pubblici ed associazioni private, riuscendo acostruire quello che lo stesso Mibact definisceUno straordinario racconto corale della ric-chezza e della dimensione “diffusa” del Patri-monio culturale nazionale. Il tema scelto dalConsiglio d’Europa per l’edizione 2017 è “Culturae Natura”, un argomento che sottolinea il rap-porto dell’uomo con l’ambiente che lo circonda,un rapporto che nasce nel più antico passato e chearriva ad oggi attraverso le testimonianze del no-stro patrimonio. Sposando uno slogan che il Mi-bact ha promosso sui moderni social per laconoscenza delle Giornate europee del patrimo-nio - #culturaèpartecipazione – Capua è pre-sente quest’anno con un ricco programma chevede in campo le principali associazioni cittadineche partecipano unite sul tema “Capua: un fiumedi storia”. Capua Sacra, soggetto nato con lo scopodi promuovere e valorizzare il patrimonio, sarà at-tiva con il suo personale durante le giornate del 23e 24 settembre 2017 e accompagnerà i turisti nellevisite in programma con partenza dal Punto Infor-mativo sito nei pressi della Cattedrale. In questadue giorni sarà consegnata al Prof. Francesco Sa-batini la cittadinanza onoraria capuana, momentoimportantissimo che ricorda ancora una volta cheCapua è stata la città in cui è stato ufficializzato ilcosiddetto Volgare, da cui è poi nata la lingua ita-liana, per via di quel famoso Placito Capuano del960 che la nostra città da dodici anni onora a giu-gno con il Il Luogo delle Lingua festival a curadell’associazione Architempo e da tre con la Rie-vocazione storica del Placito curata dal TouringClub Aperti per voi. Su questo tema sarà infatti vi-sitata la biblioteca diocesana e mostrato partedell’importante tesoro della Arcidiocesi di Capua.Qui segue nel dettaglio il programma delle Gior-nate Europee del patrimonio a Capua organizzatedal Touring Club Aperti per Voi di Capua con il so-stegno di tante realtà associative del territorio: sabato 23 settembre - Tema CULTURAOre 10. Palazzo comunale del Governatore nellaPiazza dei Giudici: conferimento della Cittadi-nanza capuana al Prof. Francesco SABATINI,Presidente onorario dell’Accademia della Crusca.Ore 11. Corteo cittadino al Monumento del PLA-CITO CAPUANO nel luogo sacro delle Chiese lon-

gobarde a Corte, aperte con Mostre varie degli sco-lari I.C.”P. Vigne” e Associazioni Fotografi. Acco-glienza dei Volontari per il Patrimonio culturale.Inno europeo della banda del Liceo Musicale “L.Garofano”.Ore 11.30. MUSEO CAMPANO: Accoglienza del-l’insigne Linguista/Testimonial del Campano edIncontro con la Stampa nella Sala Liani. Visitadella durata di un’ora alle Sale dalle Matres Matu-tae alla Federiciana e alla Mostra a cura del Museoprovinciale . Performance in costume a cura delLiceo S. Pizzi ed Associazione Spartaco. IngressoMuseo con sconto TCI : € 3,00 con addizione di €2 per visita guidata dell’assoc. Damusa.Ore 12.30/13,30. Visita del prof. Sabatini con visi-tatori prenotati al Tesoro con gli Argenti della Cat-tedrale. A cura Capua Sacra con la Protezionecivile.Ore 16,30/20. Alla scoperta della CAPUA LON-GOBARDA e non solo. Partenza da S. Salvatore acorte ogni mezzora e/o dall’Info point Duomo:apertura e visite guidate alle Chiese a Corte conproiezioni video e a SS. Rufo e Carponio, BibliotecaArcivescovile Duomo e Museo Diocesano con Ar-genti e vari tesori, a cura Capua Sacra e TCI Apv eIstituto Turistico Federico II. Annunziata, S.Eligioe Carità e complesso di Gesù Gonfalone, a cura epartenza dalla Pro loco in Piazza dei Giudici.Ore 20/21.30 . Concerto musica classica e con-temporanea nella Chiesa di S. Salvatore a Corte acura Associazione Damusa . domenica 24 settembre - Tema NATURAOre 10/12.30. Torri di Federico II: dal molo Tourin canoa sul Volturno (assistito e periodico) , acura dell’Associazione Volturnia e Pro Loco. ore 10/12.30. Piazza dei Giudici. Partenza perapertura straordinaria della Cisterna Tortelli conla guida del dr. A. Pasca di Magliano, a cura del Co-mune, Assoc. Retecapua e Masseria Gio’ Sole.ore 10/12,30. Visita delle Chiese a corte con Mo-stre, Chiesa SS. Rufo e Carponio , Duomo e MuseoDiocesano , a cura TCI Aperti per Voi , Assoc. Fo-tografi e IC “P. Vigne”. Chiese aperte del centro sto-rico (Annunziata e S. Eligio) con visite guidate acura Pro loco.Ore 16,30/20. Alla scoperta della CAPUA LON-GOBARDA e non solo. (Programma come sabato23)ore 16/20 Ore 18/20. Chiesa San Salvatore aCorte: Conferenza/dibattito “Capua.. un fiume distoria” sul Volturno, Oasi Salicelle, Tifata e BoscoS. Vito col giornalista Mimmo. Pelagalli e consi-gliere com. le Loredana Affinito. Vari interventi As-sociazioni CAI e LIPU.

#Cultura è partecipazione

“Voi siete artigiani di futuro”

DI ASSUNTA CERRONE PER CAPUA SACRA

Don Gianfranco Venturi, SDB, haraccolto in questo libro le parolepiù belle e importanti del Ponteficepronunciate ai giovani e per i gio-vani.

La parola “artigiano” evoca l’arte, la bellezza,l’operosità, la genialità, la creatività, l’unicità ela novità (il manufatto non è prodotto inserie), la gioia dell’artista, uno sguardo versociò che ancora non c’è ma è nei sogni, la pa-zienza dell’attesa e la costanza e minuziositànel lavorare, il gioco di mani-mente-fantasia…Quando Papa Francesco invita i giovani a di-ventare «artigiani di futuro», si riferisce a tuttoquesto immaginario. L’essere o diventare arti-giano di futuro è un atteggiamento perma-nente nella vita di un giovane, è ciò che lo fagiovane. Questo libro, in vista del Sinodo deiGiovani del 2018, attraverso le parole del Pon-tefice invita a riflettere su chi siano i giovaninella Chiesa e nel mondo, e invita loro a in-ventare e immaginare se stessi, con il coraggiodi affrontare il futuro.

GIANFRANCO VENTURI SDB, è sacerdotesalesiano. Ha conseguito la licenza in Teologiapastorale alla Pontificia Università Latera-nense e il dottorato in Liturgia al PontificioIstituto di Sant’Anselmo (Roma). Ha insegnatoallo Studio Teologico Salesiano di VeronaSaval, all’Università Pontificia Salesiana e al-l’Istituto di Teologia Pastorale di Padova. At-tualmente è membro della redazione di«Rivista di Pastorale Liturgica» e collabora con«Universa Laus» (sez. Italiana). Di recente hapubblicato Caro don Gianfranco. Una rispostaa tutte le domande dei catechisti (Elledici2016), Matteo il Vangelo del compimento ePregare e celebrare con Papa Francesco. Pro-poste per i giovani (Libreria Editrice Vaticana2014 e 2016). Per San Paolo ha curato il vo-lume, a firma di Papa Francesco e in corso dipubblicazione, Marco, il Vangelo del segretosvelato.

DI ALESSANDRO FUSO

A Capua le Giornate Europee del Patrimonio 23 e 24 settembre

I giovani, la vita e la fede nelle parole di papa Francesco in preparazione del Sinodo dei Giovani del 2018

Pubblicato il volume di Papa Francesco a cura di don Gianfranco Venturi

L’AUTORE...

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6 attualitàsabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Lavoro e Giovani. Aziende a caccia di laureati e tecnici

Ad agosto scorso sonostati resi noti i dati delprogetto Excelsior, rea-lizzato da Unionca-mere, l’Unione italiana

delle Camere di commercio, in-dustria, artigianato e agricoltura,in accordo con l’Agenzia nazio-nale politiche attive del lavoro(Anpal). Il progetto, che ha l’obiet-tivo di monitorare le prospettivedell’occupazione nelle imprese ela relativa richiesta di profili pro-fessionali, ha coinvolto un cam-pione di 83 mila imprese privatedi industria e servizi distribuite sututto il territorio nazionale. E con-ferma un elemento già venutofuori in precedenza: anche perquesta ripartenza dopo la pausaestiva, le aziende prevedono diaver problemi a trovare determi-nate figure professionali. Il para-dosso diventa che se è vero che igiovani non trovano lavoro, anchele aziende hanno difficoltà ad as-sumere perché mancano all’ap-pello economisti, formatori einsegnanti, ingegneri elettrotec-nici e industriali, paramedici, tra-duttori e interpreti, matematici efisici. Sono queste le figure profes-

sionali tra i laureati con più opportu-nità di lavoro. Ma anche i diplomaticon indirizzo amministrativo, fi-nanza e marketing, indirizzo mecca-nico e di meccatronica e indirizzo inturismo enogastronomia e ospitalitàsono molto ricercati dalle aziende.Al netto dei dati raccolti, le aziendeprevedono che faranno più fatica areperire 1 laureato su 3: per le pro-fessioni più richieste mancano lecandidature (17,8%) o le stesse can-

didature sono inadeguate agli stan-dard richiesti (14,8%). Meno ardua,invece, si prospetta la ricerca tra i di-plomati (19,3%) tranne che nel repe-rire professionisti nel campodell’artigianalità e dell’informatica.Va da sé che l’esperienza è fonda-mentale. Secondo l’analisi, essa fa ladifferenza nella scelta del candidato.Per questo costruirsi un bagaglioricco di tirocini e percorsi di alter-nanza scuola-lavoro permette ai gio-

vani di sviluppare capacità e giu-ste strategie per affrontare al me-glio il mondo del lavoro. Senzascordarsi che avere dimestichezzacon il mondo dei computer e diinternet e saper trovare soluzionicreative e innovative ai possibiliproblemi sono altre voci che ar-ricchiscono i curricula. Per infor-mazioni:www.excelsior.unioncamere.net.

La chirurgia este-tica è arrivatanelle mani deibambini. Certonon si tratta di veri

bisturi, basta avere un cel-lulare per vestire il camiceda dottore. Accattivantinella grafica e coloratis-simi, questi giochi trasfor-mano bambini dai noveanni in su in chirurghi ca-paci di risolvere i vari pro-blemi dei loro pazienti,famosi e non. Così si pos-sono eseguire interventi dichirurgia estetica su naso,viso e sopracciglia, iniet-tare botulino e antirugheper ritornare a avere unabella pelle, levare segni ecicatrici, aggiustare una

dentatura non proprioperfetta. Ideate in Inghil-terra, le App hanno ri-scosso successo anche inaltri paesi attirando confrasi come “Sarebbe moltodivertente giocarci” o“Questo gioco è diverti-mento e avventura per ibambini che amano essereuno studente di medicinao un medico”. Anche l’Ita-lia si è lasciata conquistaredalla moda del piccolochirurgo virtuale. Chi in-vece oppone ferma resi-stenza, denunciandopreoccupato il fenomeno,è il Nuffield Council onBioethics, fondazione in-glese che esamina ed ap-profondisce i problemietici nel campo della ri-

Mondo Virtuale. Polemiche sulle App di chirurgia estetica

cerca medica e biologica.Passi per App e giochi chehanno a che fare con labellezza sì ma dal punto divista del trucco, del tagliodi capelli e acconciature,di manicure e pedicure.Diverso il discorso su Appe giochi dove il bisturi la fada padrone: “A meno di 18anni i nostri bambini sonobombardati dai socialmedia e dalla cultura po-polare che si concentrasull’immagine del corpo[…] i ragazzi tendono aconformarsi agli “ideali”dell’aspetto. Queste aspet-tative sono esacerbate daApps che presentano lachirurgia estetica come ungioco”. Parole severe allequali si aggiungono quelle

di Jeanette Edwards, pro-fessore di antropologia so-ciale dell’Università diManchester, membro dellaFondazione, che denunciasoprattutto l’effetto nega-tivo sulla psiche delle ra-gazzine in formazione:“Siamo rimasti sconvoltida alcune applicazioni cheabbiamo visto, tra cuiquelle dei giochi di chirur-gia estetica. Ragazze gio-vani, anche di 9 annivengono bombardate quo-tidianamente dalla pubbli-cità e dai canali di sociamedia come Facebook, In-stagram e Snapchat chepromuovono in modo irre-frenabile messaggi irreali-stici e spessodiscriminatori”. Più che in-

nocui giochi, modelli che possonoalimentare ansie sul proprioaspetto fisico. Soprattutto nei ra-gazzi il cui corpo è destinato a con-tinue trasformazioni durante lacrescita. Per questo il NuffieldCouncil on Bioethics ne chiedel’immediata rimozione da Inter-net. Un precedente c’è. Qualcheanno fa, fu cancellato un gioco perbambini che aveva come protago-nista una bambola grassa biso-gnosa di interventi di chirurgiaestetica. Intanto, a ben leggere lerecensioni sulle App di ora, gliutenti tutto sommato le trovano ri-petitive, banali, deludenti. Forsesarà la noia, alla lunga, a farle ca-dere nel dimenticatoio.

Il bisturi diventa un gioco

AAA. Profili professionali cercasi

DI ORSOLA TREPPICCIONE

DI ORSOLA TREPPICCIONE

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azione cattolica 7

sabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

zz CAMPO ACR diocesano: Salerno 31 agosto - 3 settembre

Questo il titolo delcampo scuolache si è svolto dal31 agosto al 3 set-tembre presso la

Colonia San Giuseppe a Sa-lerno e che ha visto protago-nisti gli acierrini (dai 10 ai 14anni) della diocesi di Capua,guidati dall’articolazioneACR con l’assistente ACRdiocesano don Jhon Ken-neth Mortty. A conclusionedi un anno in cui i ragazzisono stati CIRCOndati di

GIOIA, sperimentando labellezza dell’amore gratuitoverso tutti, durante il campohanno assaporato il gustodella missione accogliendole indicazioni dell’EnciclicaLaudato si’ di papa France-sco e il suo appello, quasi ur-lato, riguardo la custodiadella nostra casa comune. Inquesto percorso sono statiaccompagnati dalla figura disan Francesco D’Assisi

chiamato da Gesù crocifissoa “riparare la casa di Dio”.Ogni ragazzo ha avuto l’oc-casione per riflettere, pre-gare e vivere la propria sceltadi “apostolato missionario”,nella convinzione che laChiesa non esiste per esserechiusa in sé, ma è dono pertutti, è aperta, accogliente,docile e disponibile a farsiprossima, «si prende curadella natura e dei fratelli esorelle più fragili». Partendo,

quindi, dalla vita e dal-l’esempio di san Francesco, iragazzi hanno affrontato,aiutati dai loro educatori,varie tematiche diventatespunto per rappresenta-zioni, che non sono dellesemplici scenette, ma unaprecisa modalità attraversola quale gli educatori pro-vano a far entrare i ragazzinell’esperienza di Francesco,per conoscerne la storia ecomprendere come ha sa-puto accogliere la Parolanella sua vita. Infatti, la pa-rola che li ha accompagnatiil primo giorno è stata:CASA, intesa come luogo incui abitano le persone a cuivogliamo bene, ma soprat-tutto luogo di relazioni e, insenso più ampio, comeCREATO. I ragazzi, infatti,seguendo l’invito che fu ri-volto a Francesco dal croci-fisso «Va’, ripara la miacasa!» sono stati chiamati a“riparare” la propria casa, ariflettere sui comportamentiche non ci permettono di in-teragire con l’altro e che nonci rendono “casa” per l’altro,comprendendo che nonsono gli oggetti a fare la casa.Poi, attraverso alcuni verbiche si rifanno al Canticodelle Creature come CU-STODIRE, RIPARARE,GUARDARE, ASCOLTARE,CERCARE, SCEGLIERE,hanno inteso quali sono leazioni che contribuiscono arovinare il creato e quali ci

rendono custodi e non pa-droni di una casa che ci èstata affidata e con essaanche la nostra vita, le ami-cizie, le relazioni perchél’uomo e il creato sono legatitra loro. Il secondo giorno,invece, è stato vissuto all’in-segna della SOBRIETA’.Come Francesco si è spo-gliato di tutti i suoi beni,anche i ragazzi nelle attivitàdi gruppo hanno compresoche per essere felici bisognaeliminare ciò che è super-fluo. In particolare si sonointerfacciati col mondo dellatecnologia che oggi, tra i no-stri giovani, sta prendendosempre più piede e, se noneducati, rischiano di caderenella superficialità delle re-lazioni. Infatti sono statichiamati a dare il giusto va-lore alle cose e hanno capitoche la vera ricchezza non èquella di “chi più ha”, ma che“il meno fa più” e che a volte,anche se è difficile, bisognaandare oltre le apparenze,oltre le maglie o le scarpe fir-mate e guardare l’altro conocchi diversi. I ragazzi, poi, sisono confrontati anche conla ricchezza dei paesi indu-strializzati, comprendendocome oggi il consumismo èentrato nelle nostre vite, di-straendoci da ciò che ci cir-conda, dalla troppapresenza di poveri, dallospreco e dalla vera bellezza.Non sono mancati momentispirituali molto forti come la

veglia alle stelle e il deserto.In particolare quest’ultimo èun’esperienza unica, untempo in cui i ragazzi vivonola relazione con Dio e conloro stessi scoprendo che sipuò stare in relazione conl’altro attraverso le parti delcorpo, quali gli occhi, per es-sere attenti a ciò che ci cir-conda, per guardare l’altronegli occhi e non dare nienteper scontato; la bocca perannunciare la buona notiziae non mettere zizzania, leorecchie per ascoltare l’altro,le mani per donare un ab-braccio, una carezza, i piediper andare incontro all’altroe non mettere distanze. C’èstato spazio per lo svago e laconvivialità. Infatti le seratesono state all’insegna di gio-chi con “Stasera tutto è pos-sibile” in cui le squadrehanno dovuto affrontarevarie prove; “Furore” dovehanno dovuto dimostraretutte le loro abilità canore econoscenze musicali per poiconcludere con la serata atema degli “angeli custodi”.Quest’ultima ha coinvoltoragazzi ed educatori i qualidurante il campo si sono im-pegnati a custodire un’altrapersona, in incognito, conpiccoli gesti di attenzionequotidiana, scoprendo labellezza del dare gratuita-mente. L’ultimo giorno i ra-gazzi hanno condiviso laloro esperienza di campo in-sieme ai genitori attraverso

la rappresentazione di un Tgin cui riportavano i fatti av-venuti durante il campo e lenotizie provenienti dalmondo. I genitori dei ragazzici hanno raggiunto, infatti,l’ultimo giorno di attività.Dopo la mattinata vissutacoi ragazzi del campo, coor-dinati dal settore adulto dio-cesano, hanno provato nelpomeriggio a confrontarsi eriflettere in gruppi di studiosu tre dei termini approfon-diti durante il campo:ASCOLTARE, RIPARARE,SCEGLIERE. L’esperienzadella giornata dei genitori alcampo, ormai consolidatada anni, rappresenta un mo-mento di forte unitarietà perl’associazione. E’ un per-corso, ripreso e curato anchedurante l’anno associativo,dove l’AC vuole offrire allefamiglie un itinerario di ac-compagnamento e sostegnoalla genitorialità. I ragazzi,hanno concluso questaesperienza accogliendo l’in-vito che il Signore ha fatto aFrancesco: aver cura di ciòche di bello è stato messo almondo, non solo la natura,ma anche l’umanità. Proprioper questo ai ragazzi è statoconsegnato un mandato:portare nel mondo e nellavita di tutti i giorni quelloche hanno imparato e medi-tato durante il campo.

“LAUDATO SI’” … con Francesco discepoli e custodiDI MARIA GAUDIANO

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98 speciale inaugurazione Kairòs Labsabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27sabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Un bel momento per KairosLabMercoledì 13 settembre 2017inaugurata e benedettada S. E. Mons. Salvatore Viscola nuova sede di KairòsLab,il progetto di comunicazione diocesano

Mercoledi 13 settem-

bre abbiamo condi-

viso un bellissimo

momento insieme a

tutti voi che avete

partecipato all’inaugurazione

della nuova sede di KairosLab,

con la benedizione solenne del

nostro amato vescovo, sua Eccel-

lenza Monsignor Visco. Un in-

contro che aspettavamo da

tempo e che ha visto realizzare

un importante progetto futuro.

Una piacevole serata da impri-

mere nella mente, e qui cogliamo

l’occasione per ringraziare i pre-

senti! Ora che la sede è in grado

di ospitare e portare avanti le di-

verse attività che si propone, è

doveroso programmare un piano

di lavoro che sia in grado di of-

frire capacità da proiettare nel

mondo del lavoro, creando op-

portunità comunicative e coin-

volgendo le diverse realtà

dell’Arcidiocesi.

DI ANNAMARIA MEDUGNO

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10 famigliasabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Anche quest’anno è arrivato il primogiorno di scuola. La famiglia deve cam-biare le abitudini acquisite nel periodoestivo. In casa si respira un clima digrande emozione. La piccola prepara il

suo zaino con tutto l’occorrente che potrà servirle.La grande, invece, deve affrontare il primo anno discuola superiore ed è nel panico. La vedi girare percasa con un’aria smarrita. Ogni tanto si ferma echiede, prima a se stessa e poi a chi le sta attorno:“come sarà? Ce la farò? Non avrò più i miei com-pagni! Avrò professori diversi! Mi troverò bene?”La guardi e ripensi al suo primo giorno d’asilo.Sembra ieri! Invece sono passati undici anni senzache te ne accorgessi. La vedi ancora bambina mati accorgi che lo sarà ancora per poco tempo.Anche lei spiccherà il suo volo. Per quello è nata.Ti interroghi sull’educazione che le hai trasmessoe speri di aver sbagliato il meno possibile. Anchelei prepara la sua borsa per iniziare una nuova av-

ventura che la condurrà alla maturità. Quandotutte le luci della casa si spengono perché tuttisono a letto, senti un continuo fruscio di lenzuola.Alzi la testa dal cuscino per cercare di compren-dere cosa stia succedendo e ti accorgi che lagrande non riesce a prendere sonno. Allora preghiper lei e chiedi al Signore di accompagnare i suoipassi. Invochi la Vergine e le chiedi di custodirlasotto il suo manto per proteggerla e per infonderleserenità. Dopo un po’ tutto tace. Finalmente si èaddormentata. La mattina successiva in casa sivive una situazione caotica. Ognuno si prepara peraffrontare il nuovo anno. Prima di varcare la sogliadi casa, però, affidiamo il nuovo anno scolasticonelle mani di Gesù e di Maria affinché ognuno dinoi, nel proprio piccolo, possa essere testimonedel Cristo risorto e possa compiere, al meglio, ilproprio dovere. Un ultimo saluto e tutti a scuola,

iniziando da mamma e papà. Al rientro ci si ritrovatutti attorno al tavolo della cucina affamati ma,nello stesso tempo, pieni di entusiasmo. Tutti vo-gliono e devono raccontare ciò che hanno vissuto.Si cerca di parlare a turno, spesso non riuscendoperché troppa è l’emozione. Ti accorgi che dall’ariasono scomparsi l’ansia, il panico dando spazio allagioia, alla fiducia in sé e soprattutto alla voglia dilavorare per imparare. Ben sapendo che ci sarannomomenti di difficoltà da dover affrontare. Crescereè anche saper affrontare l’ansia dell’ignoto. Pen-siero per le figlie ma anche per tutti noi: possa que-st’anno essere fecondo. Ci porti ad amare meglioDio e, quindi, coloro che ci circondano. Avete maiprovato a rimettere nel tubetto il dentifricio fuoru-scito? È impossibile. Allo stesso modo, nella vita (eprincipalmente con i figli ma anche i coniugi nonscherzano!) nulla sarà mai come prima.

Un nuovo inizio

Nulla sarà più come prima

Regressionitori che ci leggono (e ai figli,perché no?) un fecondo annodi crescita. Il tempo è forse ilprincipale talento (inteso nelsenso della parabola raccon-tata da Gesù) che ci viene con-segnato: non va sprecato, manemmeno sotterrato. Va fattofruttificare. Parliamo però difigli alle prese col loro primogiorno di scuola per affrontareun discorso più ampio: la re-gressione di ogni persona alproprio stadio adolescenziale.

La mamma del gruppo so-cial con la quale abbiamoiniziato confessa di essere

emozionata e, subito dopo,chiarisce il perché. Ricordaperfettamente il suo primogiorno di scuola ed è quel-l’emozione che si riaffacciaadesso alla sua coscienza. Èuna questione di quella solamamma? Di una minoranza digenitori? È una questione ditutti. E, in certi casi, oggi, è unproblema. La psicologa di una

scuola raccontava di come ilproblema principale di unalunno nascesse dall’identifi-cazione del papà nel figlio. Disolito deve avvenire il contrario,raccontava. In questo caso, ilpapà difendeva il figlio che luigiudicava vessato ed incom-preso e così facendo difendevail se stesso adolescente che vi-veva situazioni analoghe. Lafoga che ci metteva, secondo lapsicologa, nasceva dal fatto chelui stava difendendo la suaadolescenza. Il problema ri-guarda anche i professionistiche stanno dall’altra parte dellacattedra: i docenti. Non tutti in-fatti sanno padroneggiare lapropria storia con le implica-zioni che questa riversa nelproprio vissuto professionaleattuale. Anche a loro può capi-tare di regredire al tempo in cuiessi erano studenti. Mai sentitoiniziare un discorso con frasitipo: “ai miei tempi…”? Ap-punto. Può anche succedere

Scuola e Famiglia.Genitori alle prese con la scuola dei figli

Buongiorno a tutti. Oggi primo giorno

di scuola superiore per mia figlia. Vi

confesso che sono emozionata. Ri-

cordo il mio primo giorno di scuola

superiore. Il cuore era a mille. Era-

vamo tutti emozionati e spaventati.

Tratto, fresco fresco, da un gruppo WhatsApp.Ansie da primo giorno di scuola. Una mammaracconta al gruppo social dei suoi antichi amicidi scuola. Perché ne scriviamo? Un po’ perchéè anche l’occasione per augurare ai tanti geni-

che certe riposte aggressive ditaluni docenti nascano proprioin quella fase della propria esi-stenza durante la quale a loronon era consentita tutta la li-bertà che i giovani d’oggi siprendono. Più tecnicamente,“la regressione è un meccani-smo di difesa, che avviene,quando davanti alle difficoltà, odavanti ad una situazione chenoi riteniamo (anche incon-sciamente) sia molto piùgrande delle nostre capacità, lanostra mente mette in motouna modalità, che in passato,utilizzavamo di fronte a situa-zioni simili”. La mamma delgruppo whatsApp, a saper leg-gere, sta confermando una sen-sazione che va esplicitata: miafiglia cresce, sta entrando inuna nuova fase della propriavita e con lei anche io e miomarito. Il passaggio mi spa-venta.

DI PIERO DEL BENE

DI ASSUNTA SCIALDONE

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vita consacrata 11

sabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

MISSIONE. Destinazione Romania

L’8 agosto sono partita diretta in Romania perla mia prima esperienza missionaria. Sonostata in terra rumena 21 giorni, ma la perce-

zione interiore è stata di un tempo molto piùlungo. Sono arrivata nella piccola comunità dellesuore a D�rm�nesti di Bac�u in compagnia di Sr.Monica, Sr. Miriam e don Elpidio e ci ha accoltiproprio Sr. Fabiola, la suora che apriva la missionenel 2000. I primi giorni sono trascorsi conoscendoun po’ la realtà di questo villaggio, visitando le di-verse famiglie che sono vicino alle suore, la casadi Luminita, di Vasile, di Mihaela, la chiesa orto-dossa, un piccolo gioiello di iconografia con unpastore tanto accogliente, la casetta di nonnaRoza, piccola quanto una stanza, eppur dignitosa,il mercato del giovedì vicino al centro….Qui ognipersona che passa per strada ti saluta con “lodatosia Gesù Cristo” e tu impari subito a rispondere: “in veci amin”, “sempre sia lodato”. Camminandosotto un sole caldo, lo sguardo si perde sul conte-sto rurale, fatto di casette da uno o massimo duepiani, con il tetto in lamiera e spazi per gli animali(galline, tacchini, papere). Accanto vedi passaresulla medesima strada le auto o carretti trainati dacavalli che portano fieno o legna, con sopra glioperai. Lo spettacolo naturalistico più curioso re-stano, tuttavia, le mucche che in fila indiana cam-minano imperterrite sul ciglio della strada, mentreritornano dal pascolo, fermandosi solo quandohanno raggiunto l’uscio della casa della propriapadrona! Dopo questi primi giorni ci siamo diretti a Snagov,nella casa di spiritualità dei nostri padri carmeli-

tani, distanti dalle suore circa cinque ore d’ auto.Qui c’ è un bellissimo santuario dedicato alla Ver-gine Maria del Monte Carmelo, che dona a chientra uno splendido mosaico del Centro Aletti cheraffigura Maria incoronata regina da Gesu’ Si-gnore, e circondata dai santi carmelitani. Qui ipadri ci hanno ospitato per oltre una settimana,condividendo con noi preghiera, mensa e frater-nità. Dopo aver salutato Sr. Miriam e don Elpidiodi ritorno in Italia, con Sr. Monica, padre Stefanoe padre Marco, siamo stati accolti a Ciocanari, unvillaggio non distante da Snagov, dove vivono al-cune famiglie e giovani laici volontari dall’Italia.Qui il progetto è nato raccogliendo il desiderio diunire le tre realtà del Carmelo, laici, padri e suore,per una missione comune. Attualmente le famiglieaccolgono alcuni ragazzi adolescenti in affido, cer-cano di mantenersi con il lavoro agricolo e si oc-cupano nel pomeriggio dei bambini del villaggioper il doposcuola. Sr. Fabiola, poi, una volta almese gira per le case, offrendo assistenza infer-mieristica ai malati e anziani. La sfida più grandeche si tenta di fare è certamente la mediazione cul-turale tra il popolo romeno e quello zingaro, checonvivono su uno stesso territorio, ma con conflittie resistenze che si avvertono anche tra i bimbi. Quia Ciocanari abbiamo conosciuto il gruppo di ani-matori rumeni e italiani, di età compresa tra i 16 ei 29 anni, che attraverso il MEC (Movimento Ec-clesiale Carmelitano) per due settimane hannovissuto insieme. Questa piccola missione li ha vistiimpegnati nella preparazione della “Tabara”, unasorta di campo estivo organizzato tra giochi e la-boratori e rivolto a bambini della zona, di età com-presa tra i 4 e i 14 anni. Condividere la giornata

con questi animatori per me è stato prezioso; ho co-nosciuto tanti giovani che nella loro spensieratezzaamano il Signore e vogliono donarsi agli altri, aiu-tando i più poveri. Per questo l’uscita che insiemeci ha colpito di più è stata quella che ci ha spinto,divisi in gruppi, in forma di caccia al tesoro, a bus-sare alla porta di alcune famiglie di Ciocanari perincontrarli e conoscere un po’ la loro storia. Alla fine di questa prima settimana scandita da pre-ghiera, lavoro, condivisione e giochi insieme, cisiamo divisi in due gruppi, per dare inizio alla Ta-bara, una a Ciocanari e l’altra a D�rm�nesti, nellacasa delle nostre suore. I bambini accorsi sono statinumerosissimi e ogni giorno aumentavano di più:più di 130 a D�rm�nesti. Quanta gioia ho visto neiloro volti, dopo aver atteso per un anno questoevento. Una bambina rumena che sapeva l’italianoperché viveva a Roma con la sua famiglia, mi hadetto: “questa è un’esperienza bellissima, qui ci sisente come a casa. Posso venire anche l’anno pros-simo?”. Molte altre cose si potrebbero raccontare ma quelloche vorrei consegnare è un senso di gratitudine peraver potuto toccare a piene mani quella gioia chenasce dal vivere a contatto con i più poveri, gratui-tamente, attingendo alla vita che nasce dal Vangelo.Puoi sentire Gesù, vederlo. Quando è stata ora dipartire i piedi si sono fatti di piombo, il cuore eracome se dovesse lasciare casa. Ora vive in me la spe-ranza di poterci presto ritornare. Come scrive ilpapa nell’ Evangelii Gaudium: “tutti siamo invitatiad accettare questa chiamata: uscire dalla propriacomodità e avere il coraggio di raggiungere tutte leperiferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”(LG 1, 21).

L’attività missionaria è la massima sfida per la ChiesaDI SUOR FERNANDA LEONI

Missione RomaniaE’

incredibile come anche se perpochi giorni ci si possa sentire mis-sionarie in terra rumena. Deo gra-

tias! Sono le prime parole che possonoesprimere la gratitudine per il dono rice-vuto, perché essere in Romania è un donogratuito e immenso di un Dio che conti-nua a sorprenderci con la sua smisuratatenerezza. E’ così che martedì, 8 agosto,siamo partiti: suor Monica, suor Fer-nanda, io (suor Miriam) accompagnateda don Elpidio e siamo giunte a Bacaudove ci ha accolte con tanta familiarità eaffetto suor Fabiola. E poi… via… par-tenza per Dàrmànesti!I giorni sono poi trascorsi nella semplicitàe nel clima sereno, naturale perché im-merso in una natura così semplice e cosìbenefica, di questa città immersa nellaMoldavia rumena, nel nord-est della Ro-mania. Preghiera insieme, celebrazioneeucaristica nella piccola e carina cappel-lina della comunità, semplici lavori perpreparare l’ambiente per il camposcuolae poi visite ai malati, a persone povere esemplici dei dintorni, al sacerdote greco-cattolico ammalato, a Vladuz, un bam-bino idrocefalo dalla tenerezza

disarmante, nonna Roza e i nonni di Va-sile con la loro pronipotina addormen-tata dolcemente in un cuscino che facevada culla sopra il letto dei bisnonni. Casepiccolissime, più che modeste, spessopoverissime. Gente semplice, povera etanto grata di ricevere un conforto dasuora Buni (che significa “nonna” - cosìchiamano suor Fabiola) e, nei giorni dellanostra permanenza, da noi. Abbiamo vi-sitato anche la parrocchia dedicata alSacro Cuore e la vicina chiesa ortodossa.Intanto girando in auto i paesaggi cihanno veramente rigenerato con il loroverde intenso e genuino. E poi non ci po-tevano mancare i bambini che suora Buniha radunato con un passavoce, animatida un gruppo di animatori italiani attual-mente presenti in una casa-famiglia diOnesti, un paese vicino.Mentre gioisco per questa esperienzaprego e invito a pregare per questa bellaterra rumena e preghiamo che la nostramissione a Darmanesti porti ogni giornosolo frutti di bene.Laudat sa fie Isus Cristos! (Sia lodatoGesù Cristo) Vi saluto con il saluto concui la gente qui ci saluta ogni volta che ciincontra.

DI SUOR MIRIAM BO

Una finestra...sempre aperta

La pagina “Vita Consacrata”

Torno indietro nel tempo… sfoglio i file degli articoli cui ho con-tribuito negli anni e scopro tra meraviglia e incredibile stuporeche sono anni che la pagina dedicata alla vita consacrata è parte

integrante del giornale!Trovo un articolo in cui lanciavo la sfida, sollecitata da Papa France-sco e dalla sua stima per la vita consacrata, a non vivere passiva-mente la propria fede, a cercare sempre quel di più che ci rendepersone più belle e più vere, ad alzarsi dalla poltrona o comodo di-vano, a fermare l’auto a spegnere l’auricolare, in qualche modo ascollegarsi e ad aprire una finestra! Quella “finestra al contrario, dafuori a dentro. Una finestra che si apre su un mondo immenso, fattodi piccole cose, di una quotidianità che ha il sapore e la pace del-l’eternità.In concreto, uscendo dal linguaggio metaforico, intendevamo offrireai lettori di Kairos uno scorcio della Vita Consacrata partendo dalvissuto di persone che vivono nella nostra Diocesi e spingendocioltre con riflessioni che spaziano in questo mondo tanto vicinoquanto sconosciuto.La sida è stata accolta e, attraverso questa finestra, nella cornice dellapagina dedicata alla vita consacrata, abbiamo dato voce ai carismi,volto alle persone e si è cercato di portare un po’ di luce in qualcheangolo buio del cuore di tante persone. E non solo… La nostra vitadi consacrate ha ricevuto, attraverso la pagina che il giornale le ri-serva ogni settimana, la possibilità della conoscenza e della condi-visione tra istituti diversi, come tante piccole finestrelle che siaffacciano sul medesimo cortile, un unico giardino, quello della se-quela di Cristo e della ricerca del suo Regno.Non possiamo che dire grazie e ri-spalanchiamo le finestre! La storiacontinua…

DI SUOR MIRIAM BO

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12 foraniesabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Lunedì11 settembre la

prima riunione opera-tiva. Si sono riuniti

presso la sala giunta delComune di Santa Maria

Capua Vetere, accolti dal SindacoMirra e dall’assessore Bobbio, irappresentati e delegati dei 15

soggetti firmati del Proto-collo della legalità, sotto-

scritto lo scorso 3 Lugliopresso il Tribunale di

Santa Maria Capua Ve-tere. Tante le proposte

per il nuovo anno scola-stico. Previsti momenti

formativi per gli inse-gnanti, incontri presso gli

istituti scolastici con leforze dell’ordine, magi-strati e sacerdoti. A por-

tare il saluto dei verticidel tribunale di Santa

Maria Capua Vetere ilmagistrato Sergio Enea,

presidente della sottose-zione dell’Associazione

Nazionale Magistrati.Oltre dei momenti for-

mativi per i ragazzi delle scuole

proposte una visita a Roma al-l’Udienza del Santo Padre e una

marcia della pace. “Tutto è ini-ziato il 27 gennaio scorso nell’in-

contro organizzato presso ilDuomo di Santa Maria Capua Ve-tere – ha dichiarato l’avvocato

Giuseppe Simeone delegatodell’Arcidiocesi di Capua - con le

parole di sua Santità Francesco

su questa splendida terra. Nelcorso dell’ultimo anno scolastico

abbiamo incontrato tantissimigiovani e dopo tanti momenti di

ascolto e confronto insieme a sa-cerdoti, magistrati e forze dell’or-dine abbiamo deciso di

organizzare anche una visita al-l’Udienza del Santo Padre e una

Santa Maria C. V.Al via il progetto “Educare alla Legalità”

Ascolto e confronto

n Santa Maria C. V.Lo Street FoodFestival: un successo!

Successo per lo “Street food fe-

stival” svoltosi a Santa MariaCapua Vetere lo scorso fine

settimana.Giunta alla terza edizione la manife-

stazione, organizzata dall’associa-zione I love SMCV, ha registrato la

partecipazione di persone prove-nienti dall’intero territorio casertanoe anche da numerosi Comuni del

Napoletano. I cinquanta stands chedistribuivano dalle arancine paler-

mitane alla carne di bufalo dalcuoppo di mare e di terra alla moz-

zarella di bufala sono stati letteral-mente presi d’assalto dagli avventori

che nella serata di venerdì serahanno potuto apprezzare l’esilarante

esibizione di Maurizio Casagrandementre sabato la scena è stata tutta

per gli Arteteca. Chiusura domenicacon la comicità di Pasquale Palma.Nel corso delle serate spazio anche

per le canzoni ed i siparietti comici

di Francesco Patria.

DI TIBERIO GRACCO

Comincia per Mouskeba l’ultimoanno delle scuole superiori. Mou-skeba Toure è una giovane senega-

lese. Ha 19 anni. Da dieci è ospitedella Casa della carità “Madre Teresadi Calcutta , un segno concreto del-l’amore di Dio. Una realtà di cui la co-munità può andare fiera, dove ognigiorno si scrivono belle pagine conl’inchiostro della misericordia. Storieche riempiono i polmoni di vita e il

cuore di speranza. Come quella diMouskeba, appunto. Arriva qui che

ha poco più di nove anni. Da subitosi sente a suo agio, si sente accolta,amata. “Sì, qui sto bene, mi sento a

casa mia”, dice a bassa voce. Uno

sguardo dolce, sorridente, riser-vato. Padroneggia, che è una bel-lezza, la lingua italiana. Si mette a

studiare, frequenta la scuola con

profitto, quella elementare prima,a partire dalla 4^, e, poi, la scuolamedia. Si iscrive alla scuola profes-sionale di S. Maria C. V., con indi-

rizzo di disegno e cucito. “All’inizionon è stato facile, c’era qualche

bulletto che mi dava fastidio, poi èfilato tutto liscio, ho fatto amiciziacon diverse compagne di studio.Anche i professori mi vogliono bene”,aggiunge. Alla sua educazione hannocontribuito con l’amore e lo zelo, atutti noti, le suore della Casa, in par-

ticolare Suor Josephine, a cui è parti-colarmente legata. “Suor Josephine èsempre dolce con me, è come unamamma. Mi segue in ogni momentoe anche a scuola non mi fa mai man-care niente”. Gli occhi le si accendonodi gioia mentre pronuncia queste pa-role. La giovane è molto responsa-bile, ha fatto sempre il proprio dovere

e ogni anno è stata promossa. E’ mu-sulmana, ma ha il massimo rispettoper quanti professano una fede di-

versa, a cominciare dai cristiani. Non

c’è spazio per conflitto religioso tra lediverse anime che popolano questastruttura. “No, non possono definirsi

musulmani quelli che fanno stragi di

persone. La religione musulmananon è questa. Nessun Dio dice: va’ aduccidere”, aggiunge la giovane sene-galese che ha avuto modo di vedere

da vicino il Papa. Quest’anno suonaper lei la campanella del quinto ed

ultimo anno. Ha le idee chiare. “Ilmio sogno è diven-tare stilista di moda”,dice. E mostra, felice,di essersi già incam-minata nel mestieredel suo futuro: “Ho

già disegnato modelliper abbigliamentifemminili. Sonoquelli che mi ispiranodi più”. Perciò, si iscri-verà all’Accademia dimoda a Napoli percompletare il corso distudi. E poi? “Spero di

poter costruire un mio futuro. Dovròlasciare questa casa, ma so che potròsempre bussare e trovare chi mi

aprirà la porta, le mani, il cuore”, ag-

giunge non senza un pizzico di ma-linconia. Sono queste storie checertificano il valore inestimabile della

Casa della carità, perché è il luogo in

cui si sta bene, dove tutti possonosentirsi in famiglia, dove si celebranoi valori dell’ospitalità e della bellezza

della gratuità. Dove il volto Miseri-

cordioso di Dio si tocca con mano.Auguri, Mouskeba!

Vitulazio.Mouskeba e il sogno di diventare stilista di moda

DI DOMENICO CUCCARI

DI GIOVANNI DELLA CORTE

Uno sguardo dolce

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13foraniesabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Martedì 12 settembre scorso nellaBasilica di Santa Chiara di Napolidon Pasquale Violante è statoammesso ufficialmente al novi-ziato dei Frati Minori. La vesti-

zione dei panni della prova dell’ex parroco diVitulazio, è avvenuta durante una solenne Ce-lebrazione Eucaristica presieduta da padreCarlo d’Amodio, Ministro Provinciale dei Fratidella Provincia Minoritica di Napoli e Caserta.Presenti, tra gli altri, diversi sacerdoti e fratidell’Arcidiocesi di Capua. Il periodo di novi-ziato sarà trascorso presso il Convento SantaMaria Occorrevole di Piedimonte Matese. DonPasquale ha preso il nome di Antonio

Vitulazio.Vestizione dell’abito francescano per don Pasquale Violante

Frate Antonio ViolanteDI GIOVANNI DELLA CORTE

La tradizionale festa patronale è un’occa-sione speciale per iniziare sotto losguardo premuroso di Maria un nuovoanno di vita comunitaria. Con questeparole, don Pietro Catucci invita la co-

munità parrocchiale alla preparazione per lafesta di S. Maria della Libera con il proposito diaffidarci a lei perché ci conduca sulla strada dellapiena fedeltà e conformazione a Cristo. Dal 4 al 7settembre i fedeli sono stati guidati da tre dei no-velli sacerdoti ordinati nella nostra diocesi: donPietro Rachiero, don Marco Pascarella, don Va-lerio Lucca. Don Pietro augura a tutti di vivere inprofondità i giorni di festa imparando da Maria,Madre della Chiesa, a percorrere le strade del-l’umiltà e dell’unità con gioia e perseveranza.Commentando la lettera di Paolo ai Tessaloni-cési (1Ts 5,1-6.9-11), don Marco regala, martedì,una profonda riflessione sulla Chiesa in attesadel ritorno glorioso del Signore alla fine deitempi. Vi è però una venuta intermedia, silen-ziosa, feriale: il continuo venire del Signore nellavita del mondo e della Chiesa. La vita di ciascunosia dunque attesa vigilante ed operosa, nella fedee nella carità. L’ultimo giorno, don Valerio ciesorta a dire con Maria il nostro Sì all’Amore chechiama a donare se stessi, che rende fratelli, chetrasforma il mondo a partire da piccoli gesti,semplici come un sorriso. La Celebrazione Euca-ristia di mercoledì è presieduta da don AntimoMeles, da qualche mese in parrocchia per unaesperienza interdiocesana. Don Antimo ci parladi una Chiesa che sull’esempio di Maria è semprein movimento, in uscita, con fiducia e audaciaverso gli altri, soprattutto verso chi è rimasto albordo della strada, per annunciare a tutti la gioiadel Vangelo. Al termine della messa, una fiacco-lata accompagna la statua di S. Maria della Li-bera dalla chiesa piccola al nuovo centroparrocchiale, cuore della vita comunitaria.Anche quest’anno, come ormai da tradizione, lapreghiera del S. Rosario, che ha preceduto le ce-lebrazioni eucaristiche, è stata preparata e ani-mata dai diversi gruppi parrocchiali: catechiste,

famiglie, giovani e ragazzi. I giovanihanno meditato i misteri lasciandosianche interpellare e guidare dalla let-tura del Documento Preparatorio alSinodo dei Vescovi 2018 sul tema «Igiovani, la fede e il discernimento vo-cazionale». Scelte, futuro, ascolto, vo-cazione: riflessioni, domande epreghiere che affidano a Maria. I ra-gazzi più piccoli hanno invece riper-corso le tappe della Creazione, temadell’oratorio estivo vissuto quest’anno, in com-pagnia di San Francesco. É stato un camminocosì stimolante che i ragazzi non hanno potutotrattenere per loro, ci dice Carla, una delle ani-matrici. Per questo, stasera preghiamo con loro eper loro, affidandoli alla Vergine:“collaboratrice”dell’Inizio più bello, li sostenga di fronte ai conti-nui inizi che la vita riserva! E giovani, ragazzi efamiglie si raccolgono ancora una volta, nelgiorno della Natività di Maria. Una lunga gior-nata il cui cuore è la celebrazione solenne pre-sieduta dall’Arcivescovo Salvatore Visco, conl’amministrazione del sacramento della cresima.Il vescovo propone una riflessione “esistenziale”su questo sacramento oggi e rivolgendosi ai gio-vani cresimandi dice: “Non abbiate mai timoredi rendere testimonianza della vostra fede inCristo. Abbiate atteggiamenti propositivi, corag-giosi e controcorrente”. È quasi il tramonto. Tutto è pronto per la proces-sione tanto attesa, che cerca di conservare la so-brietà e la spiritualità dei giorni dellapreparazione: Camminiamo con Maria per le

strade del nostro quartiere portando in donol’esempio della nostra fede, speranza e carità. Lacroce e due lunghe file di candele portate da ra-gazzi e giovani. Una folla di persone raccolte inpreghiera segue l’immagine di Maria. Le notedella banda, i canti mariani. Sui balconi o dal ci-glio delle strade, sguardi attenti cercano la Ma-donna. Una preghiera sussurrata, un vassoio difiori, un filo di palloncini celesti, un pugno di co-riandoli colorati, un lenzuolo bianco: sono isegni di una comunità in festa, di una devozionesemplice, di una fede che cerca di concretizzarsiogni giorno. Nel tratto finale della processioneche riporta la statua nella sua sede storica, nonsi può non ripensare e portare ai piedi di Mariala sofferenza e la solitudine di tanti anziani e am-malati incontrati lungo le strade. Per loro sonole parole conclusive di don Pietro, per loro invitaa pregare. Per loro e per i giovani delle nostre fa-miglie. “Vi affido a Maria di Nazareth, una gio-vane come voi a cui Dio ha rivolto il Suo sguardoamorevole, perché vi prenda per mano e vi guidialla gioia di un «Eccomi» pieno e generoso (papaFrancesco)”.

Imparare da MariaMarcianise.Un Eccomi pieno e generoso

“Non abbiate mai timore di rendere testimonianza della vostra fede in Cristo.Abbiate atteggiamentipropositivi, coraggiosi e controcorrente”

DI MARIA GAGLIONE

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14 rubrichesabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Musica. Grande inaugurazione del nuovo studio presso KairòsLab a Capua

Nuovo palinsestodi Radio Gibson

Cari Lettori di Kairòs News, dopo la bel-lissima inaugurazione del Laboratoriodel progetto Kairòs con vari artisti delmondo musicale e artistico, eccoci di ri-torno questa settimana per parlare an-

cora di musica. Con l’evento di giovedì 14settembre riparte radiogibson.net con tutte leprogrammazione autunnale con i migliori spea-ker di sempre. Presenti alla serata dell’inaugura-zione: Umberto Del Prete, artista di teatro conesilaranti gag indossando la maschera del grandeAntonio de Curtis in arte Totò; Michele Papale,cantautore e cover di Rino Gaetano; Diego Leanzae Giancarlo Tommasone per Studio 8 nonchécantanti e musicisti; la splendida voce di MariaSarnelli accompagnata dal maestro Pietro DelPrete; Loredana Morghen, cantante e attrice tea-trale; la Band Tacabanda, cover di Ligabue; laband La Quinta Traccia gruppo emergente di cuise ne sentirà ben presto parlare in radio e TV; l’at-tore teatrale capuano doc Yuri Monaco e ospited’onore direttamente da Zelig: Nando Varriale.Voglio ricordarvi alcuni appuntamenti importantidelle programmazioni di Radio Gibson: la dome-nica mattina dalle 10.00 alle 12.15 Musica dalla

cantina con Marco Edelwais e Giuly con i pazzidella domenica con replica il mercoledì mattinaalle 11.00; il martedì sera dalle 22.30 a mezza-notte, Buonanotte Italia con Fabio Corsi; tutti igiorni alle 10.00 Ora Musica con Riccardo Pelle-grini; Mercoledì dalle 22.00 alle 24.00 Rewind conRoberto Roby Fo, che ripartirà da mercoledì 20settembre con ospite in studio Dodi Battaglia exdei Pooh che ci parlerà del suo Tour 2017.Vi invito a seguire Radio Gibson in onda 24 ore su24 senza interruzione pubblicitaria ed è questa ladifferenza.......e poi grande ritorno con Pino Fer-raris con il programma “…e la radio va”.

Alla settimana prossima.

DI ROBERTO FORGILLO

Il cibo degli dei

SCIENZA E SALU

TE.

Il cioccolato protegge dal declino cognitivo

Teobroma cacao è il nome scientifico delcioccolato, che tradotto vuol dire cibodegli dei. Le origini sono antiche e ci ri-

portano alla civiltà dei Maya. Il cioccolatoaiuta il cervello. Lo afferma la scienza, e noinon possiamo che esserne felici. È l’Universitàdell’Aquila che lo ha reso noto stando ad al-cuni dati della ricerca. È ricco di antiossidantie ferro, aiuta il cervello a contrastare il declinocognitivo, aiuta la memoria e migliora le fasi dielaborazione. Mangiare cacao e cioccolato inpiccole dosi giornaliere a lungo andare favori-sce il processo del pensiero. I benefici arrivanodai flavonoidi, noti per i loro effetti positivisulla salute, che non sono presenti solo nelcioccolato ma anche nella frutta come mele,pere e uva. Jaclyn London, dottoressa e nutri-zionista del Good Housekeeping Institute af-ferma che “bisogna assumere 30 grammi dicioccolato al giorno circa 150-200 calorie”.Dunque dobbiamo sempre mangiare la fa-mosa mela al giorno e, in più, aiutare il nostrocorpo assumendo un po’ di buon cioccolato. Ilcervello come ogni altro organo ha bisogno delgiusto nutrimento per combattere malattie.Anche curcuma e curry danno un buon soste-gno alla memoria, e ogni tanto un bel bic-chiere di vino rosso fa il suo lavoroproteggendo il cervello. Sono tanti e diversi glialimenti che favoriscono il giusto funziona-mento del nostro sistema celebrale. Non di-mentichiamo il sedano, il rosmarino che bastaanche solo annusare, i semi di zucca e il cioc-colato fondente che come abbiamo detto è ilmigliore amico dell’umore e del sistema im-munitario. Un altro alimento importante èl’avocado ricco di omega 3 e omega 6 che au-mentano il flusso sanguigno nel cervello, pienidi vitamina E contrastano il rischio di ictus.Amate il cioccolato fino in fondo, senza com-plessi né falsa vergogna perché ricordate:“senza un pizzico di follia non esiste uomo giu-dizioso”. (Francois de La Rochefoucault).

DI ANNAMARIA MEDUGNO

foto in alto: Diego Leanza

Foto sopra: Jury Monaco

Foto sotto:

da sinistra Maria Sarnelli e Pietro Del Prete;

Nando Varriale;

Umberto Del Prete

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orari messe 15sabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

ARCIDIOCESI DI CAPUAA.C.L.I. Progetto San MarcelloC.so Gran Priorato di Malta, 22 81043 Capua (CE)P. Iva: 03234650616Reg. Trib di Santa Maria C.V.n. 764 del 22 Giugno 2010www.kairosnet.it

per contatti e pubblicità+39 338 7740103 - [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEAntonio Casale

CAPOREDATTOREGiovanna Di Benedetto

GRAFICAGiovanna Di Benedetto

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Giuseppe Centore – Annamaria Medugnomons. Roberto Brunell – Antonello GaudinoPiero Del Bene – Assunta ScialdoneMaria Gaglione – Orsola TreppiccioneAlessandro Fuso – suor Miriam BoRoberto Forgillo – suor Fernanda LeoneSuor Scolastica Firinu – Assunta CerroneAnastasia Oliviero - Domenico CuccariTiberio Gracco - Giovanni Della CorteMaria Gaudiano

STAMPACentro Offset Meridionale

Iscritto a

CITTÀ PARROCCHIA CHIESA

ORARI PRE

FESTIVI ORARI FESTIVI

CAPUA CAPUA CENTRO Cattedrale 18.00 8.30 11.30

CAPUA CAPUA CENTRO 17.00 -

CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa San Domenico 19.00 -

CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa Santi Filippo

e Giacomo - 9.30

CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa della

Concezione - 10.30

CAPUA CAPUA CENTRO - 19.00

CAPUA CAPUA CENTRO Cappella ex Ospedale

Civile 8.15 8.45

CAPUA PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ - 18.30 9.00 11.00

CAPUA PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - 18.00 9.00 11.00 18.30

CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO - 19.00 9.00 11.30 19.00

CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO Chiesa di San Lazzaro - 10.30

CAPUA PARROCCHIA SAN ROBERTO BELLARMINO - 18.30 9.30 11.00

PANTULIANO PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA Chiesa San Giovanni

Evangelista 18.00 8.00 11.00

PANTULIANO PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA Chiesa Santa Maria

Maddalena - 9.30

LEPORANO PARROCCHIA S. MARIA AD ROTAM MONTIUM - 17.00 9.00 17.00

CAMIGLIANO PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI - 18.00 9.00

VITULAZIO PARROCCHIA - 18.00 9.15 11.00 18.00

BELLONA SAN SECONDINO VESCOVO E CONFESSORE - - 7.00 9.00

11.00 18.00

TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE Cappella SS. della Pietà 18.00 -

TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE - - 10.00 18.00

S. ANGELO IN F. Suore 18.00 -

S. ANGELO IN F. Chiesa Madonna del

Carmelo - 8.30 18.30

S. ANGELO IN F. Padova

- 11.00

CURTI PARROCCHIA DI CURTI Chiesa San Michele

Arcangelo 18.00 8.00 - 11.30

CURTI PARROCCHIA DI CURTI Tempio

dello Spirito Santo - 10.00 18.00

S. MARIA C.V. SANTA MARIA MAGGIORE

E SAN SIMMACO Duomo

8.00 9.00

18.30

8.00 10.00

11.30 18.30

S. MARIA C.V. SAN PIETRO APOSTOLO 19.00 9.00 11.00 19.30

S. MARIA C.V. SAN PAOLO APOSTOLO 19.00 8.00 11.30 19.30

S. MARIA C.V. 18.30 9.30 11.00 18.30

S. MARIA C.V. 18.30 8.30 10.30

S. MARIA C.V. SAN PAOLINO 18.30 9.00 11.00

S. MARIA C.V. 7.00 19.00 7.30 10.00 19.00

S. MARIA C.V. SANTA MARIA DELLE GRAZIE 7.30 19.00 7.30 10.00

11.30 19.00

S. MARIA C.V. IMMACOLATA CONCEZIONE 8.30 19.00 8.30 10.00

11.30 19.00

S. MARIA C.V. RETTORIA ANGELI CUSTODI 19.00 9.00 11.30 19.00

S. MARIA C.V. SAN VITALIANO 19.00 10.00 11.30 19.00

S. MARIA C.V. CHIESA MADRE CIMITERO 10.00

S. MARIA C.V. Suore Ancelle

7.15 8.30

S. MARIA C.V. Suore Domenicane

di Pompei 7.15

S. MARIA C.V. Suore Vittime Espiatrici 7.30

S. MARIA C.V.

Suore Ancelle

7.30

CASAGIOVE SAN MICHELE ARCANGELO 19.00 8.00 10.00

11.30 19.00

PORTICO

DI CASERTA SAN PIETRO APOSTOLO 19.00

8.00 10.00

11.30 19.00

MARCIANISE SANTA MARIA DELLA LIBERA 19.00 8.30 10.30 19.00

MARCIANISE SANTISSIMA ANNUNZIATA 19.00 7.00 8.30

10.00 11.30 19.00

MARCIANISE 18.00 8.00 9.30 11.00

CASAPULLA IDIO VESCOVO 8.30 19.00 7.30 9.30

11.30 18.30

CANCELLO

ED ARNONE MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 19.00 11.00 19.00

MAZZAFARRO 9.30

SANTA MARIA

LA FOSSA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 17.00 8.00 11.30 17.00

SANTA MARIA

LA FOSSA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO

Cappella in via Camino

(Poderi) 10.00

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16 arte e fedesabato 16 settembre 2017 - Anno 8 n°27

Per la cittadinanza marciani-sana la Festa del SS. Crocifissorappresenta uno dei momenti

più cari e sentiti della vita della co-munità. La storia del Crocifisso ri-sale al 1700. Infatti, nel 1706, dopoalcuni anni dall’edificazione delDuomo di Marcianise, alcuni pre-lati sentirono l’esigenza di porrenella chiesa, una statua del Croci-fisso. Essi decisero di rivolgersi alloscultore napoletano Giacomo Co-lombo. Senza badare a spese, com-prarono la statua lignea di Cristo inCroce, dalla quale furono subitocolpiti. Essa fu portata a Marcia-nise il 22 maggio del 1706, dopo labenedizione ricevuta nella catte-drale di Napoli, dal Cardinale Sa-verio Cuomo. Da subito fucollocata sull’altare del Duomo diMarcianise detto delle “CinquePiaghe”. Si narra che nel 1799, acausa di una terribile siccità cheminacciava l’intero raccolto, il po-polo si rivolse in preghiera al Cro-cifisso. La statua fu portata per lestrade della città e la folla conti-nuava a chiedere protezione. Ilgiorno seguente accadde chepiovve abbondantemente da assi-curare l’ottima riuscita del raccolto.In segno di gratitudine, il Croci-fisso fu deposto su un altare dimarmo e furono organizzati dei fe-steggiamenti. Da quel momento, ilpopolo marcianisano rivolge sup-pliche al Crocifisso in occasione dipericolo e di bisogno. Sono tantis-sime le occasioni in cui le suppli-che del popolo sono state esauditecome nel 1805 nella circostanzadel terremoto, nel 1823 a causadella siccità; ancora nel 1837 in oc-casione della pestilenza, nel 1884al tempo del colera, nel 1906 nellacircostanza della pioggia di cenereche proveniva dal Vesuvio in eru-zione, nel 1918-1919 durante l’epi-

demia denominata “la spagnola”.Nel 1837 fu redatto un pubblicoistrumento con cui il Municipios’obbligava a festeggiare ogni annoa proprie spese il 25 luglio, dichia-rato poi dalle competenti autoritàfesta di precetto, previo il digiuno.Anche dopo l’abolizione delle festedi precetto particolari, Marcianisericorda e festeggia con particolaredevozione il 25 luglio, mentre la ri-nomata festa popolare si tiene insettembre. Anche quest’anno,come da tradizione, il popolo mar-cianisano ha festeggiato il SS. Cro-cifisso dal 9 al 13 settembre. “Lafesta ci richiama al momento fon-damentale della vita di Gesù Cri-sto: la sua morte in croce per lasalvezza dell’umanità. Il SignoreGesù, nel suo insegnamento ci hadato le condizioni indispensabiliper seguirlo: chi vuole venire dietroa me, rinneghi se stesso, prenda lasua croce e mi segua. Vogliamo al-lora seguirlo per questa strada chesiamo certi condurrà anche noialla gloria della risurrezione”. Conqueste parole don Paolo DelloStritto, parroco di San Michele Ar-cangelo, invita e accoglie le comu-nità parrocchiali e i tantissimifedeli marcianisani che si sono rac-colti in preghiera ai piedi del Cro-cifisso: andare al cuore spiritualeed esistenziale della devozione alCrocifisso. E l’Arcivescovo Salva-tore Visco, che ha presieduto la so-lenne celebrazione eucaristica didomenica 10 settembre, ha parlatoai cuori del fedeli condividendouna preziosa riflessione sullaChiesa, suggerita dall’ascolto diMatteo 18, 15-20: Perché dove sonodue o tre riuniti nel mio nome, lìsono io in mezzo a loro. “L’assem-blea radunata nel nome del Si-gnore deve avere la certezza di nonessere un gruppo di persone che si

Il Crocifisso di MarcianiseDI ANASTASIA OLIVIERO E MARIA GAGLIONE

organizzano per realizzare ‘qualcosa’; laChiesa è l’assemblea radunata nelnome del Signore dal Signore stesso, eviene qualificata non per le capacitàumane dei suoi membri ma per il fattoche al centro di questa comunità, nonfondata da uomini, ma nata dal sanguedi Gesù Cristo, c’è il suo fondatore cioèc’è Gesù”. Un richiamo, dunque, alla re-sponsabilità delle nostre comunità adessere segno e specchio dell’Onnipo-tente, attraverso la carità vissuta e ma-nifestata, soprattutto per chi è lontanodalla Chiesa: “Guardandoci, possonodire come si vogliono bene!? Viviamo (oalmeno cerchiamo di vivere) comeChiesa di Dio radunata nel nome dellaTrinità, nella certezza della presenzadel suo fondatore con la forza dello Spi-rito Santo? A volte sì, ma non sempre. Euna delle incapacità sta proprio nellacomprensione del limite dell’altro men-tre forte è la pretesa dell’accettazionedel nostro limite. Eppure il Signoreesprime con dei tratti meravigliosi iltema della disponibilità all’ascolto, alperdono, all’invito alla conversione”. Il

Vescovo ripercorre i passaggi della cor-rezione fraterna: il dialogo a due, il ri-spetto della persona, l’apertura a tutti.E infine l’invito ad essere persone checon coraggio cercano di seguire vera-mente Gesù sulla strada dell’amore.“Dal costato squarciato del Cristo cro-cifisso da cui nasce la Chiesa, dalla suepiaghe da cui siamo stati guariti tro-viamo le motivazioni fondamentali diun amore grande, che è quello del figliodi Dio che si offre vittima di espiazioneper noi che cerchiamo per quanto ci èpossibile nella nostra fragile naturaumana di seguire il suo esempio sullavia della carità”. Proprio nei giorni dellafesta, nella notte tra il 10 e 11 settembre,una intensa pioggia di grandine ha col-pito la città di Marcianise, provocandonumerosi e ingenti danni. Un’allertache ha costretto la sospensione dei fe-steggiamenti cittadini. Dunque il po-polo ha ricevuto un’altra grazia: nellacalamità naturale accaduta, Marcianisenonostante i numerosi danni a case ecose, non ha contato né feriti, né vit-time.

L’autore realizza diversi crocifissi; quello di Cava dei Tirreni,Capri, San Giorgio a Cremano, Fano, Solofra, Sant’Arsenio ealtri. Questo viene dalla chiesa del Conservatorio dei poveridi Gesù Cristo in Napoli, dove egli insegnava educazione allearti. Capo reclinato, chioma folta coronata da spine, occhi cer-

chiati di stanchezza eppure un viso disteso nella serenità della morte,quasi ad esprimere quella consapevolezza dell’assunzione di tutti ipeccati dell’uomo per renderne possibile la redenzione. Ma non èsolo il volto in quest’opera che si fa ammirare, c’è anche il corpo inun manierismi delizioso, le braccia caritativamente distese, le manitrafitte senza pietà, il morbido perizoma, i piedi allungati dal doloree trapassati non da un solo chiodo ma da due (un iconografia questanon usuale). Molto sviluppata in zona la sua devozione, anche perché ritenuto mi-

Scultura lignea di Giacomo Colomboopera datata 1706 racoloso per vari

eventi storici; lapioggia del 1727, lasiccità del 1779, ilterremoto del 1805,il colera del 1837,l’eruzione del Ve-suvio del 1906 e ledue ultime guerremondiali. Certa-mente come rite-neva il compiantoProf. Andrisani èun’opera artistica-mente naturale edivinamente bella,mostrando al-l’uomo il volto diDio e a Dio quellodell’uomo.

Tra storia e tradizione un legame che dura da più di 300 anni

DI DON FRANCO DUONNOLO