E DALLE FAMIGLIE LUCE SUL SINODO Ancorati alla realtà · DALLE FAMIGLIE LUCE SUL SINODO Ancorati...

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DALLE FAMIGLIE LUCE SUL SINODO PAOLO GENTILI * Ancorati alla realtà Sinodo. Tra una settimana inizia in Vaticano l’Assemblea dei vescovi Il cammino delle diocesi del Lazio verso questo atteso appuntamento arà davvero bello sabato prossimo, 3 ottobre, stringersi attorno a Papa Francesco e, come lui ci ha chiesto, «pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri Sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito». Per la prima volta, famiglie, parrocchie, associazioni, movimenti e nuove comunità sono stati coinvolte sin dall’inizio nella riflessione sinodale, attraverso una doppia consultazione di popolo. La Chiesa infatti da sempre «riconosce nella famiglia non solo un ambito o un settore particolare di intervento, ma una dimensione irrinunciabile di tutto il suo agire»; ecco perché le pareti dell’aula sinodale si sono allargate nell’ascolto di ogni comunità. Come afferma infatti Papa Francesco, «la famiglia introduce la fraternità nel mondo» e ci offre il metodo per fare del mondo una famiglia. Il vescovo di Roma non soltanto ha cercato di coinvolgere il più possibile tutto il popolo di Dio nella fase preparatoria del Sinodo, ma ora desidera che ogni famiglia possa essere presente sabato prossimo in piazza San Pietro alle ore 18 per mostrare dal vivo la bellezza dell’amore sponsale. Ad ogni partecipante sarà consegnata una fiaccola, che all’arrivo di Papa Francesco sarà accesa e da Piazza san Pietro tante piccole luci rischiareranno chi vive nel buio e non crede più all’amore. Con l’entusiasmo di tante belle famiglie, potremo affermare che “il per sempre” è possibile in Cristo Gesù. La grazia del sacramento del matrimonio infatti, guarisce l’incapacità di amare e rende i coniugi vasi creta custodi di un tesoro splendido. Eppure questa bellezza resta ancor in gran parte nascosta alle nuove generazioni. I Padri Sinodali saranno chiamati a osare vie inesplorate per un nuovo annuncio del Vangelo del matrimonio in questa epoca: occorrerà allora pregare molto per invocare una luce speciale nel loro cuore. In quella stessa sera, a questo scopo, sarà offerto a ciascuno un piccolo rosario di stoffa, prodotto in modo artigianale e il cui ricavato va a sostenere un progetto per la riforestazione dell’amazzonia: mentre invocheremo Maria, doneremo ossigeno al pianeta attraverso nuove piante, ma soprattutto attraverso tante belle famiglie che vanno a coltivare e custodire il giardino del principio. Ecco allora buoni motivi per essere presenti sabato 3 ottobre in Piazza San Pietro, quando le famiglie illumineranno il Sinodo (info su www.chiesacattolica.it/famiglia). * direttore Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia S DI TOMMASO E GIULIA CIONCOLINI e prime parole che il cardinale Bergoglio pronunciò, dopo es- sere stato elevato a vescovo di Roma e successore di Pietro, furono un affettuoso saluto e una tanto sin- cera quanto singolare richiesta di be- nedizione da parte del popolo. L’im- magine luminosa di un papa sorri- dente che, affacciandosi dalla Log- gia delle Benedizioni, inizia a dialo- gare e a pregare con la piazza del mondo, simbolicamente circoscrit- ta dal colonnato di piazza San Pie- tro, non è solamente un paragrafo significativo della storia della Chie- sa; infatti, quell’invito alla medita- zione generosa e costante che sappia accompagnare gli eventi e le scelte da compiere, è stato recepito come funzione metabolica del cuore pul- sante della Chiesa. Dunque, proprio questa caratteristi- ca di un popolo che cammina insie- me e partecipa con la preghiera e la riflessione ai processi di rinnova- mento, sta accompagnando questo tempo sinodale. Infatti, come sta ac- cadendo in tutta Italia, anche le dio- L cesi del Lazio, coadiuvate dalla pro- gettazione della commissione regio- nale di pastorale familiare, hanno avviato una serie di iniziative che hanno l’obiettivo di introdurre le tante Chiese locali alla veglia di pre- ghiera del 3 ottobre, presieduta da Papa Francesco e promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. La varietà e la ricchezza di questi ap- puntamenti sono certamente segna- li visibili di un’attesa e un’attenzio- ne che albergano nel popolo di Dio rispetto a questo secondo sinodo sul- la famiglia. Per fare alcuni esempi, la diocesi di Latina ha promosso un ciclo di in- contri sul tema, invitando a guidare i lavori, don Pasquale Bua, che ha la- vorato sul materiale preparatorio del Sinodo. La comunità diocesana di Palestrina, invece, s’è riunita intorno all’Eucaristia per un’adorazione de- dicata ad accompagnare le scelte dei Padri Sinodali. Recependo le indica- zioni espresse dal primo Instrumen- tum laboris in materia di formazio- ne, la diocesi di Tivoli ha sviluppato l’aggiornamento del clero attraverso l’analisi dei documenti sinodali, met- tendo al centro della riflessione la vocazione e la missione della fami- glia nella società e nella Chiesa. Addirittura, molte di queste occa- sioni di incontro e di scambio reci- proco hanno avuto anche una rica- duta zonale, grazie alla vivacità pa- storale di molte parrocchie, che han- no individuato nel Sinodo l’oppor- tunità per riflettere sulla propria a- zione ecclesiale. Così, nella diocesi di Civitavecchia–Tarquinia sono stati organizzati numerosi appuntamen- ti con l’intento di approfondire la Re- latio Sinodi. Del resto, tutte queste iniziative han- no offerto l’opportunità di cogliere pienamente il senso di questo mo- mento e l’importanza del tema e cul- mineranno con la veglia del 3 otto- bre, quando la preghiera e il silenzio, ma soprattutto la luce di tante fiac- cole accese, nella realtà inaugure- ranno i lavori del prossimo Sinodo sulla famiglia, che si terrà dal 4 al 25 ottobre 2015. La nostra vera forza è rimanere ancorati alla realtà con la consapevolezza che “la realtà è su- periore all’idea” . E la realtà è la fa- miglia. Con lo sguardo puntato sull’orizzonte ffacciati al balcone vediamo, in lontananza, il mare. Oggi l’azzurro di un cielo terso fa da sfondo all’azzurro intenso del mare. Bellissimo. Ci sono ancora le rondini a dare allegria e gli alberi non hanno ceduto le chio- me. I nostri cuori sono pieni di speranza e il battito danza di gioia perché, dopo due anni di attesa, si apre il sipario sul Sinodo dei Vescovi dedicato al- la famiglia. Per cinque domeniche vi racconteremo le impressioni, le emo- zioni e le suggestioni che vivremo come famiglia, che ascoltando le sfide cer- cherà di fare discernimento per inventare una missione di famiglia. Crediamo, infatti, che la famiglia sia ancora un segno, piccolo “eremo”, che con la vita è capace di rivelare al mondo il Dio unico. La famiglia è lo scri- gno che custodisce il disegno svelato dal Figlio; la sorgente dalla quale sgor- ga un’acqua pura e fresca; la culla nella quale prende forma l’indicibile. Ec- co perché non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo delegare ad altri la missione di portare il Vangelo. Ce lo chiede il cuore, ce lo suggerisce la ra- gione e ce lo impone un contesto che grida senza voce di essere accolto, a- mato e accompagnato. Con gli occhi lucidi siamo pronti ad assaporare, gu- standolo, il bello e il buono che la Chiesa in assemblea saprà narrare. Franca e Vincenzo Testa A Territorio Europa l’8 ottobre incontro a Roma Il Cesv organizza l’8 ottobre un incontro per presentare il progetto Territorio Europa volto ad aiutare le organizza– zioni di volontariato e il Terzo Settore ad affrontare la nuova programmazione europea 2014–2020‚ attraverso la parte– cipazione ai bandi e la promozione di reti. L’incontro, con inizio alle 15, e si svolgerà presso la Casa della Città‚ Via della Moletta‚ 85 a Roma. Info: www.territorioeu ropa.it, progettoeu@ cesv.org tel. 06491340. Papa Francesco con una famiglia E DITORIALE CESV ALBANO PER ESSERE «CHIESA ADULTA» a pagina 3 ANAGNI LA CARITAS E LA CRISI a pagina 4 C. CASTELLANA UNA «BUONA NOTIZIA» a pagina 5 CIVITAVECCHIA APPUNTAMENTO IN CATTEDRALE a pagina 6 FROSINONE «VICINI AGLI ULTIMI PER SERVIRE GESÙ» a pagina 7 GAETA DAL CAMPO ALLA CATTEDRA a pagina 8 LATINA LA LETTERA PASTORALE a pagina 9 PALESTRINA COME FARSI «PROSSIMI» a pagina 10 PORTO-S. RUFINA NUOVE IDEE PER IL LAVORO a pagina 11 SORA ESSERE MISSIONARI PER EVANGELIZZARE a pagina 13 TIVOLI UN WEEKEND DI FORMAZIONE a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI PROVINCIA ADDIO? a pagina 12 LAZIO SETTE utto sta ripartendo, ma fa fatica a ripartire la fiducia nel futuro. Al termine dello scorso secolo, guardando a questi nostri anni, tutti immaginavano una sorta di età dell’oro rinnovata. C’era chi, co- me me, sognava di poter vivere nello spazio o in qualche pianeta vi- cino o lontano. Testimone prezioso ne è uno dei documenti più o- riginali del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, la “Gaudium et spes” che fin dal titolo mette in luce quella straordinaria voglia di futuro dopo gli orrori della guerra. Eppure noi, gente del Duemila, in queste “magnifiche sorti e progressive” non ci ritroviamo. Piutto- sto ci sembra esser in uno di quei tempi della storia dove nulla è cer- to, è vero. Rimpiangiamo le sicurezze del tempo passato. Vorremmo si realizzassero quei sogni. Almeno quelli di pace. Persino il Papa, così capace di audaci speranze, non ha il linguaggio evocativo e so- gnante di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Parla di cose da costruire, di guerra diffusa, di ospedale da campo. Mi convinco, allora, che a ri- partire non debba esser qualcosa, ma qualcuno: io. La casa della gioia e della pace non è il risultato di qualche straordinaria apocalisse che verrà. È il frutto della mia vita. Non oso dir neanche nostra. Dico mia. Perché se c’è un individualismo di cui abbiamo bisogno è quel- lo del proprio lavoro per un mondo migliore di come l’abbiam tro- vato. E mi sovviene, allora, dell’apologo dei tre scalpellini cui qual- cuno chiese cosa facessero: uno disse che spaccava pietre, uno che guadagnava per la famiglia. Il terzo che costruiva una cattedrale. Ri- partire, bisognerebbe farlo con questo spirito. Francesco Guglietta T È solo il frutto della mia vita Domenica, 27 settembre 2015 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 CONVEGNO LA FAMIGLIA DEL DIACONO a pagina 2 IL FATTO

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DALLE FAMIGLIELUCE SUL SINODO

PAOLO GENTILI *

Ancorati alla realtàSinodo. Tra una settimana inizia in Vaticano l’Assemblea dei vescoviIl cammino delle diocesi del Lazio verso questo atteso appuntamento

arà davvero bello sabatoprossimo, 3 ottobre, stringersiattorno a Papa Francesco e, come

lui ci ha chiesto, «pregareintensamente lo Spirito Santo,affinché illumini i Padri Sinodali e liguidi nel loro impegnativo compito». Per la prima volta, famiglie,parrocchie, associazioni, movimenti enuove comunità sono stati coinvoltesin dall’inizio nella riflessionesinodale, attraverso una doppiaconsultazione di popolo. La Chiesainfatti da sempre «riconosce nellafamiglia non solo un ambito o unsettore particolare di intervento, mauna dimensione irrinunciabile ditutto il suo agire»; ecco perché lepareti dell’aula sinodale si sonoallargate nell’ascolto di ognicomunità. Come afferma infatti PapaFrancesco, «la famiglia introduce lafraternità nel mondo» e ci offre ilmetodo per fare del mondo unafamiglia. Il vescovo di Roma non soltanto hacercato di coinvolgere il più possibiletutto il popolo di Dio nella fasepreparatoria del Sinodo, ma oradesidera che ogni famiglia possaessere presente sabato prossimo inpiazza San Pietro alle ore 18 permostrare dal vivo la bellezzadell’amore sponsale.Ad ogni partecipante sarà consegnatauna fiaccola, che all’arrivo di PapaFrancesco sarà accesa e da Piazza sanPietro tante piccole lucirischiareranno chi vive nel buio e noncrede più all’amore. Con l’entusiasmodi tante belle famiglie, potremoaffermare che “il per sempre” èpossibile in Cristo Gesù. La graziadel sacramento del matrimonioinfatti, guarisce l’incapacità di amaree rende i coniugi vasi creta custodi diun tesoro splendido. Eppure questa bellezza resta ancor ingran parte nascosta alle nuovegenerazioni. I Padri Sinodali sarannochiamati a osare vie inesplorate perun nuovo annuncio del Vangelo delmatrimonio in questa epoca:occorrerà allora pregare molto perinvocare una luce speciale nel lorocuore. In quella stessa sera, a questoscopo, sarà offerto a ciascuno unpiccolo rosario di stoffa, prodotto inmodo artigianale e il cui ricavato va asostenere un progetto per lariforestazione dell’amazzonia: mentreinvocheremo Maria, doneremoossigeno al pianeta attraverso nuovepiante, ma soprattutto attraversotante belle famiglie che vanno acoltivare e custodire il giardino delprincipio. Ecco allora buoni motivi per esserepresenti sabato 3 ottobre in PiazzaSan Pietro, quando le famiglieillumineranno il Sinodo(info su www.chiesacattolica.it/famiglia).

* direttore Ufficio nazionaleper la pastorale della famiglia

S

DI TOMMASO E GIULIA CIONCOLINI

e prime parole che il cardinaleBergoglio pronunciò, dopo es-sere stato elevato a vescovo di

Roma e successore di Pietro, furonoun affettuoso saluto e una tanto sin-cera quanto singolare richiesta di be-nedizione da parte del popolo. L’im-magine luminosa di un papa sorri-dente che, affacciandosi dalla Log-gia delle Benedizioni, inizia a dialo-gare e a pregare con la piazza delmondo, simbolicamente circoscrit-ta dal colonnato di piazza San Pie-tro, non è solamente un paragrafosignificativo della storia della Chie-sa; infatti, quell’invito alla medita-zione generosa e costante che sappiaaccompagnare gli eventi e le scelteda compiere, è stato recepito comefunzione metabolica del cuore pul-sante della Chiesa.Dunque, proprio questa caratteristi-ca di un popolo che cammina insie-me e partecipa con la preghiera e lariflessione ai processi di rinnova-mento, sta accompagnando questotempo sinodale. Infatti, come sta ac-cadendo in tutta Italia, anche le dio-

Lcesi del Lazio, coadiuvate dalla pro-gettazione della commissione regio-nale di pastorale familiare, hannoavviato una serie di iniziative chehanno l’obiettivo di introdurre letante Chiese locali alla veglia di pre-ghiera del 3 ottobre, presieduta daPapa Francesco e promossa dallaConferenza Episcopale Italiana. Lavarietà e la ricchezza di questi ap-puntamenti sono certamente segna-li visibili di un’attesa e un’attenzio-ne che albergano nel popolo di Diorispetto a questo secondo sinodo sul-la famiglia. Per fare alcuni esempi, la diocesi diLatina ha promosso un ciclo di in-contri sul tema, invitando a guidarei lavori, don Pasquale Bua, che ha la-vorato sul materiale preparatorio delSinodo. La comunità diocesana diPalestrina, invece, s’è riunita intornoall’Eucaristia per un’adorazione de-dicata ad accompagnare le scelte deiPadri Sinodali. Recependo le indica-zioni espresse dal primo Instrumen-tum laboris in materia di formazio-ne, la diocesi di Tivoli ha sviluppatol’aggiornamento del clero attraversol’analisi dei documenti sinodali, met-

tendo al centro della riflessione lavocazione e la missione della fami-glia nella società e nella Chiesa.Addirittura, molte di queste occa-sioni di incontro e di scambio reci-proco hanno avuto anche una rica-duta zonale, grazie alla vivacità pa-storale di molte parrocchie, che han-no individuato nel Sinodo l’oppor-tunità per riflettere sulla propria a-zione ecclesiale. Così, nella diocesi diCivitavecchia–Tarquinia sono statiorganizzati numerosi appuntamen-ti con l’intento di approfondire la Re-latio Sinodi. Del resto, tutte queste iniziative han-no offerto l’opportunità di coglierepienamente il senso di questo mo-mento e l’importanza del tema e cul-mineranno con la veglia del 3 otto-bre, quando la preghiera e il silenzio,ma soprattutto la luce di tante fiac-cole accese, nella realtà inaugure-ranno i lavori del prossimo Sinodosulla famiglia, che si terrà dal 4 al 25ottobre 2015. La nostra vera forza èrimanere ancorati alla realtà con laconsapevolezza che “la realtà è su-periore all’idea” . E la realtà è la fa-miglia.

Con lo sguardo puntato sull’orizzonteffacciati al balcone vediamo, in lontananza, il mare. Oggi l’azzurro diun cielo terso fa da sfondo all’azzurro intenso del mare. Bellissimo. Ci

sono ancora le rondini a dare allegria e gli alberi non hanno ceduto le chio-me. I nostri cuori sono pieni di speranza e il battito danza di gioia perché,dopo due anni di attesa, si apre il sipario sul Sinodo dei Vescovi dedicato al-la famiglia. Per cinque domeniche vi racconteremo le impressioni, le emo-zioni e le suggestioni che vivremo come famiglia, che ascoltando le sfide cer-cherà di fare discernimento per inventare una missione di famiglia. Crediamo, infatti, che la famiglia sia ancora un segno, piccolo “eremo”, checon la vita è capace di rivelare al mondo il Dio unico. La famiglia è lo scri-gno che custodisce il disegno svelato dal Figlio; la sorgente dalla quale sgor-ga un’acqua pura e fresca; la culla nella quale prende forma l’indicibile. Ec-co perché non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo delegare ad altri lamissione di portare il Vangelo. Ce lo chiede il cuore, ce lo suggerisce la ra-gione e ce lo impone un contesto che grida senza voce di essere accolto, a-mato e accompagnato. Con gli occhi lucidi siamo pronti ad assaporare, gu-standolo, il bello e il buono che la Chiesa in assemblea saprà narrare.

Franca e Vincenzo Testa

A

Territorio Europal’8 ottobreincontro a RomaIl Cesv organizza l’8ottobre un incontroper presentare ilprogetto TerritorioEuropa volto adaiutare le organizza–zioni di volontariato eil Terzo Settore adaffrontare la nuovaprogrammazioneeuropea 2014–2020‚attraverso la parte–cipazione ai bandi e lapromozione di reti.L’incontro, con inizioalle 15, e si svolgeràpresso la Casa dellaCittà‚ Via dellaMoletta‚ 85 a Roma.Info: www.territorioeuropa.it, [email protected] tel. 06491340.

Papa Francesco con una famiglia

E D I T O R I A L E

CESV

◆ ALBANOPER ESSERE«CHIESA ADULTA»

a pagina 3

◆ ANAGNILA CARITASE LA CRISI

a pagina 4

◆ C. CASTELLANAUNA «BUONANOTIZIA»

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAAPPUNTAMENTOIN CATTEDRALE

a pagina 6

◆ FROSINONE«VICINI AGLI ULTIMIPER SERVIRE GESÙ»

a pagina 7

◆ GAETADAL CAMPOALLA CATTEDRA

a pagina 8

◆ LATINALA LETTERAPASTORALE

a pagina 9

◆ PALESTRINACOME FARSI«PROSSIMI»

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINANUOVE IDEEPER IL LAVORO

a pagina 11

◆ SORAESSERE MISSIONARIPER EVANGELIZZARE

a pagina 13

◆ TIVOLIUN WEEKENDDI FORMAZIONE

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIPROVINCIAADDIO?

a pagina 12

LAZIOSETTE

utto sta ripartendo, ma fa fatica a ripartire la fiducia nel futuro.Al termine dello scorso secolo, guardando a questi nostri anni,

tutti immaginavano una sorta di età dell’oro rinnovata. C’era chi, co-me me, sognava di poter vivere nello spazio o in qualche pianeta vi-cino o lontano. Testimone prezioso ne è uno dei documenti più o-riginali del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, la “Gaudium etspes” che fin dal titolo mette in luce quella straordinaria voglia difuturo dopo gli orrori della guerra. Eppure noi, gente del Duemila,in queste “magnifiche sorti e progressive” non ci ritroviamo. Piutto-sto ci sembra esser in uno di quei tempi della storia dove nulla è cer-to, è vero. Rimpiangiamo le sicurezze del tempo passato. Vorremmosi realizzassero quei sogni. Almeno quelli di pace. Persino il Papa,così capace di audaci speranze, non ha il linguaggio evocativo e so-gnante di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Parla di cose da costruire, diguerra diffusa, di ospedale da campo. Mi convinco, allora, che a ri-partire non debba esser qualcosa, ma qualcuno: io. La casa della gioiae della pace non è il risultato di qualche straordinaria apocalisse cheverrà. È il frutto della mia vita. Non oso dir neanche nostra. Dicomia. Perché se c’è un individualismo di cui abbiamo bisogno è quel-lo del proprio lavoro per un mondo migliore di come l’abbiam tro-vato. E mi sovviene, allora, dell’apologo dei tre scalpellini cui qual-cuno chiese cosa facessero: uno disse che spaccava pietre, uno cheguadagnava per la famiglia. Il terzo che costruiva una cattedrale. Ri-partire, bisognerebbe farlo con questo spirito.

Francesco Guglietta

TÈ solo il frutto della mia vita

Domenica, 27 settembre 2015

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

Email: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ CONVEGNOLA FAMIGLIADEL DIACONO

a pagina 2

IL FATTO

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La famigliadel diacono,una scuoladi umanità

Cantalamessa: «Credo che da parte del clerooccorra non essere avari nel delegare cose che è in grado di fare anche meglio di noi»

La cappella della CSC

La Provinciad’Italiadei padri gesuitiha avviato le procedure per la chiusuradella Casa di Galloro,che avverràa settembre 2016

Dopo 200 anni chiude la Casa del Sacro Cuoreal 1816 al 2016. Duecento annidi presenza della Compagniadi Gesù a Galloro si avviano

alla conclusione. La Provincia d’Italiaha avviato le procedure di chiusuradella Casa Sacro Cuore e dellacomunità annessa. Il termine delleattività è previsto per settembre 2016.Sul sito della casa (www.galloro–casaesercizi.it) si trovano le dateprovvisorie del programma delprossimo anno. La Casa Sacro Cuoresorge come monastero del Santuariodella Madonna di Galloro e vieneaffidato ai monaci Vallombrosiani il 4dicembre 1631 all’epoca dellaedificazione della chiesa. Nel 1661 ilBernini realizza la facciata delsantuario e un progetto dicompletamento del monastero con larealizzazione di due ali che avrebberoracchiuso un chiostro. Nel 1816 ilcomplesso passa ai Padri Gesuiti che

D nel 1924 ampliano l’edificio cosìcome prevedeva il progettoseicentesco. Nella prima fase la casa èdestinata a luogo di formazione deigiovani gesuiti, arrivando ad ospitarecirca 100 persone. Tra gli anniCinquanta e Sessanta avviene latrasformazione in casa per esercizispirituali e centro di spiritualità, di cuihanno usufruito abitualmenteseminaristi e sacerdoti, religiosi econsacrate, laici e famiglie dellediocesi di Albano, Roma, del bassoLazio e nord Campania. La chiusuraera già stata ipotizzata dai gesuiti nel2003, quando si decise di puntare suBologna e Altavilla Milicia come sediresidenziali per gli esercizi. Inquell’occasione, si stabilì che la casa diGalloro avrebbe comunquecontinuato il suo servizio fin quandofosse stato possibile. Da tempo eranoemerse alcune criticità, sia in campo

economico che strutturale. Lacomunità e i laici hanno lavoratoegregiamente in quest’ultimo periodoper sostenere la situazione,potenziando la proposta spirituale egarantendo l’attività ordinaria.Ultimamente però le criticità hannopreso il sopravvento e ormai rendononon più sostenibile la gestionestraordinaria della casa. La chiusura,per quanto dolorosa, ci predispone auna maggiore mobilità e creatività. IlCentro Ignaziano di Spiritualità (CIS)da tempo sta consolidando a livellonazionale e locale una rete di persone,associazioni e istituti che, raccogliendol’eredità del passato, offra continuità enovità al ministero degli esercizispirituali. A Roma in particolare vasegnalata la proposta di Esercizi nellaVita Ordinaria (Evo) che si svolgononella Cappella Universitaria dellaSapienza (per giovani), nella Pontificia

Università Gregoriana e nellaParrocchia di San Saba. Nelprogramma di ottobre della CasaSacro Cuore sottolineiamo: 1–4 week–end di spiritualità: Messaggidall’enciclica «Laudato si’», a cura diMario Farrugia sj e Michele Lavra sj;domenica 11, ritiro mensile: «“L’avetefatto a me” (Mt 25,40). Le opere dimisericordia corporale e spirituale» diMichele Lavra sj; venerdì 23, ore 21,primo incontro di: «Misericordia.Perché?», itinerario spiritualeattraverso il teatro, con la lettura di«Conversazione con la morte» di G.Testori. In occasione del giubileo,Adonella Monaco e il LaboratorioZattere propongono una ricerca dellamisericordia guidata dall’ascolto dipagine scelte da testi teatrali e dalledomande che sorgeranno tranarrazioni, vissuti e silenzi.

Paolo Monaco

L’arcivescovo Giancarlo Bregantini, insieme ad un gruppo famiglia coordinato da un diacono e dalla sposa

DI VINCENZO TESTA

e chiedi in giro, spesso ti dicono che il dia-cono «è un mezzo prete». Al riguardoGiancarlo Bregantini, arcivescovo di

Campobasso Bojano, che ha accolto il Con-vegno nazionale dei diaconi ha risposto co-sì: «Sì: questo è l’errore che è nato per tantecose. Un po’ per alcune iniziative non corret-te, ma anche perché i presbiteri non l’hannosaputo spiegare adeguatamente. Quando, in-vece, si spiega che i doni che la Chiesa dà aidiaconi sono cinque, che permangono peròanche nella vita di ogni prete, di ogni vesco-vo, se ne scopre la bellezza: i doni che lui ri-ceve sono questi: appartenenza, questa terrache lui riceve in dono e che deve amare e ser-vire, lui la deve servire con un cuore casto, lim-pido e generoso. A questa comunità lui an-nuncia il Vangelo, cioè il mandato missiona-

Srio. In questa comunità dà preferenza ai po-veri, ai piccoli e agli ultimi lavandone i piedi.E infine, per questa comunità prega in una in-tensa preghiera di intercessione, tutti i gior-ni». Quindi il diacono ha un ruolo molto attivonella comunità. Ancora una volta Bregantinichiarisce con un esempio: «Abbiamo scoper-to quanto sia prezioso un diacono accanto aun presbitero che può avere alcune difficoltàrelazionali, problemi di natura socio–affetti-va: affiancare un diacono che ha la sua fami-glia, la sua stabilità umana e anche morale, aun sacerdote in un momento particolare, si èrivelato estremamente prezioso!».Ecco allora che il diaconato comincia ad es-sere visto come una risorsa e ciò anche uni-tamente alla sua famiglia ed in particolare al-la sua sposa. Non a caso il Convegno 2015 haavuto come titolo: «La famiglia del diacono

scuola di umanità». Tra gli altri, insieme al cardinale BeniaminoStella, prefetto della Congregazione per il Cle-ro, è intervenuto Padre Raniero Cantalames-sa, il quale ha insistito sul fatto che «il diaco-no, prima di essere servo del parroco e degliuomini, è servo di Gesù Cristo, ed è proprioservendo Cristo che serve i fratelli». Santo Ste-fano, ha quindi sottolineato, «fu eletto dia-cono, ma in realtà negli Atti degli Apostoliappare come un uomo predicatore, predica-tore di Gesù. Quindi credo che da parte delclero occorre dare spazio e non essere avari neldelegare e nel demandare cose che possonoforse fare anche meglio di noi i diaconi per-manenti». Infine ha sottolineato come la fa-miglia del diacono sia una vera novita: «Per-ché ha un piede nella Chiesa e un piede nel-la società e nella vita». Un segno “forte” cheil Sinodo sulla famiglia può valorizzare.

Nella foto a sinistra padre RanieroCantalamessa. In basso, da sinistra: EnzoPetrolino, il cardinale Beniamino Stellae l’arcivescovo Giancarlo Bregantini

Chiamati a mostrare la tenerezza di Dioove sono i diaconi?» lo hachiesto con rispetto maanche con tanto rammarico

Konrad Krajewski, Elemosiniere di papaFrancesco, al presidente della Comunitàdel diaconato in Italia Enzo Petrolino.Impegnati quasi esclusivamente inservizi liturgici, si avverte una quasitotale assenza dalle diverse “missioni”che la Chiesa organizza e sostiene.Proprio a Roma questa assenza si fa piùpalese e nel resto delle diocesi del Laziola situazione, salvo le dovute eccezioni,è palpabile. «Il sogno di MonsignorKonrad – scrive Petrolino – è di vedersi

D« affiancato dai diaconi per coordinarel’enorme mole di lavoro fatto non solodi assistenza materiale, di consegnacibo, di denaro per la prima emergenza,ma di un ministero di consolazione, diascolto, di sostegno, di riferimentosicuro». Il diacono è chiamato, infatti, amostrare la tenerezza di Dio, a donaregioia e a suscitare la gioia di sentirsiamati. E’ chiamato a curare le feritedell’uomo, a camminare con le famiglieche vivono il dramma e la sofferenzadelle incomprensioni, delleseparazioni, dell’assenza dei valori. Ildiacono è uomo del servizio,

espressione di quella Chiesa cheindossa il grembiule e si china a terraaccorgendosi di chi soffre a causa delleimboscate dei briganti, a caricarsi sullespalle chi ha subito attacchi per portarlinella locanda dove Gesù, il Cristo, abitae nella quale, con le nostre mani liaccarezza, li serve e li sostiene. Ildiacono è chiamato così a diventareuomo di Dio che vive il quotidianoportando il balsamo e l’olio della vitafacendo ardere il proprio cuore ediventare loro stessi dono e presenzache si offre.

(Vin. Tes.)

Nelle diocesi della regione sono trecentottualmente nella Regione ecclesiastica del Lazio, visono distribuiti nelle varie diocesi 300 diaconi per-

manenti, condividendo con il sacerdozio ordinato (ve-scovo, presbitero e diacono) e comune, la medesimamissione della Chiesa, abilitati a servire il popolo diDio nel ministero dell’altare, della parola e della ca-rità. Una forte presenza è nella diocesi di Roma con ol-tre 120 diaconi, nella diocesi di Albano con 41 diaconi,poi Civita Castellana, Sora–Cassino–Aquino–Pontecorvocon 16 diaconi, Civitavecchia–Tarquinia con 15 diaco-ni. Nelle altre diocesi variano da 1 a 10 diaconi. Il Con-cilio Vaticano II ha dato nuovo rilievo al diaconato per-manente, al quale possono accedere uomini celibi esposati. (Gi.Pal.)

A

Con i trampoli, l’organetto, un naso rosso e una bombetta

Un momento delle prove a Scutari

na valigia con trampoli, organetto,un naso rosso, una bombettainsieme ad un animo carico ed un

viso pulito di chi usa la sua arte per mettersial servizio. Così il 19 settembre scorso unacarovana di nove artisti provenienti da tuttal’Italia è partita per il secondo annoconsecutivo alla volta di Scutari in Albania.Il teatro come la musica non possonorisolvere problemi invalicabili, colmare lapovertà, sedare una guerra o ristabilire la

U

piena equità ma possono abbattere muri.Una missione che non si può quantificarema solo provare. Questo è lo spirito delprogetto internazionale del festival “I Teatridel mondo”, una delle due rassegne che,insieme al “Veregra Festival”, da anni sirealizza nella parte sud della RegioneMarche. Ogni anno una meta diversa da curare e farsognare, anche se per poche settimane,grazie al gioco del teatro. Da sempre lemanifestazioni, proprio per la natura delloro progetto, hanno dedicato spazio altema dei popoli, alla ricchezza delle loroculture, alla pace, alla tolleranza, al valoredella solidarietà, e dal 2015, purmantenendo ciascuno la propria specificità,lavorano insieme ad un progettointernazionale di Teatro e Solidarietà. Un gruppo di artisti tra attori, giocolieri,scenografi, musicisti provenienti da diversecompagnie professioniste è partito

consapevole che il cambiamento parte dalbasso. Fino al 3 ottobre porterannol’allegria ed un vulcano di magia nei campirom tra mamme bambine e le baracche maanche tra i sorrisi più sinceri che si possonoricevere. Daranno a tutti, anche agli ultimitra gli ultimi, la possibilità di vestire peruna volta panni diversi, di vedere qualcosache non hanno mai visto, di essere bambinidavvero, di andare in un bagno pulito, diessere protagonisti.Anche il Lazio sarà presente grazie allapartecipazione del Teatro Bertolt Brecht diFormia partito insieme ad “Eventi culturali”di Porto Sant’Elpidio, ad Andrea Marian diS. Benedetto del Tronto, al “Gran teatrino –Casa di Pulcinella” di Bari ed al “ProgettoZattera” di Varese. Gli attori porteranno lo spirito del festivalovunque sia possibile, con un messaggio dipace, di fratellanza tra i popoli e di dirittoalla convivenza sicuri che ogni muro, fisicoe non, può essere abbattuto anche con unpaio di trampoli, un organetto ed un nasorosso.

Simona Gionta

Il progetto

Il progetto internazionalelegato al festival “I Teatridel mondo”, alla suaXXVI edizione, èrealizzato grazie allacollaborazione con Ipsia-Acli (Istituto pacesviluppo innovazioneAcli) e “Dora J Pajtimit”,associazione no profititalo-albanese. Un vero eproprio festival con duemomenti: un laboratorioteatrale con 30 ragazzidelle comunità Rom diScutari, che si concluderàsabato 3 ottobre con unospettacolo pubblico, edieci rappresentazioniteatrali in altrettantiluoghi, sia in territorioalbanese che in quellokosovaro.

Per il secondo anno a Scutariil progetto internazionaleche unisce teatro e solidarietàAnche il Lazio è presentecol «Bertolt Brecht» di Formia

Pompili agli ambasciatoria famiglia è una grande sfi-da. La sola in grado di ri-

svegliarci». Lo ha detto il vescovodi Rieti, Domenico Pompili, agliambasciatori accreditati presso laSanta Sede riuniti per il convegnointernazionale su “La famiglia: nu-cleo da preservare”. Un importan-te evento che la diocesi ha ospita-to venerdì nella sala delle udienzedel Palazzo papale – presenti an-che il presidente di Italia Più Raf-faele Bonanni, l’ex giudice LuigiCiampoli e don Aldo Bonaiuto del-la “Papa Giovanni XXIII” – nell’am-bito del tour che il Corpo diplo-matico accreditato in Vaticano hacompiuto nella Valle Santa reatinae che si conclude quest’oggi. Ierisera, nella cripta del Duomo, unaMessa celebrata da monsignorPompili con gli ambasciatori par-tecipanti alla visita ufficiale. (n.b.)

Rieti

la realtà locale Krajewski

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 27 settembre 2015

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Padre Papi, che insegnava fraternità e misericordiaDI LUIGI FAIN BINDA *

ado ricordando un amico prete che ci halasciato questi giorni con i suoi 94 anni:Alberico Papi nasce a Salisano (Rieti) nel

1921 ed a 12 anni è a Porto – Fiumicino per un’e-sperienza di studio orientata a seguire Gesù coni Figli di Maria. Così da Porto a Genova e poi aRoma dove a 18 anni emette i voti religiosi, suc-cessivamente, nel 1947, viene ordinato sacer-dote con destinazione Fiumicino come vicarioparrocchiale a Porto della salute. Dal 1950 al1952 è a Porto con gli aspiranti per poi ritor-nare per tutta la sua vita a Fiumicino in parroc-chia. Dal 1959 sarà parroco a Stella Maris per41 anni e successivamente 15 anni a Santa Ma-ria Madre della Divina Provvidenza, per con-cludere la sua vita a Porto dove era fiorita la suavocazione e, con una coscienza limpida richia-mare la mamma Giulia e Maria Madre della Mi-sericordia e ringraziare chi lo assisteva sussur-rando con riconoscenza: «ti voglio bene». Un uo-

mo di Dio, sereno, volenteroso e con un profon-do senso del dovere nella preghiera, nella cele-brazione e nella vita, ed ugualmente verso i par-rocchiani. Sapeva raggiungere ogni famiglia, ca-sa per casa, ogni persona, ben consapevole delmandato ricevuto dal vangelo, al quale univa u-na sua benevolenza che poteva apparire anchesotto traccia perché traspariva appena dalle sueparole ma la si percepiva dal cuore del suo es-sere prete, dove quelle persone mettevano sucasa, in quanto padre Papi con la sua prodigio-sa memoria le avrebbe ricordate personalmen-te nella loro situazione e si sarebbe preso curadi loro. Un uomo di sacrificio, un uomo pove-ro con la bicicletta o con una macchina vecchiaregalata perché tutto era per costruire il salonee poi la chiesa sulla spianata di sabbia verso illido del faro. Aveva infatti intuito l’espansioneurbanistica verso quella parte di Fiumicino tan-to da proporre al cardinale Tisserant la sede perl’erigenda parrocchia di Stella Maris che avverrànel 1959. È bella la capacità generativa da chie-

sa a chiesa dove padre Papi lavorerà come vica-rio per 10 anni nella chiesa madre e 41 come par-roco in quella di Stella Maris che verrà arricchi-ta da quella grande icona in rilievo nell’absideche raffigura la Madonna dal grande manto a-perto per accogliere tutti nella sua misericordia,tanto attuale da anticipare il Giubileo ormaiprossimo e di incentivo ai sacerdoti per uno ze-lo apostolico e materno, ricco di misericordia.Penso ancor oggi alla crescita di quella comu-nità con persone provenienti da ogni dove: ifanciulli al catechismo erano arrivati a 500 conil loro tesserino da timbrare ogni volta, l’Azio-ne cattolica, la Legio Mariae, il gruppo di pre-ghiera di padre Pio, i Cursillos e i Neo catecu-meni. Padre Papi era presente ovunque e quan-do raccontava di Gesù o della sua esperienza e-ra piacevole ascoltarlo e lui era contento, direiriconoscente; e la nostra riconoscenza si è di-mostrata al suo funerale: eravamo in tanti.

* superiore generale emeritodei Figli di Santa Maria Immacolata

VPastore e riferimento

Padre Alberico Papi,religioso dei Figli di SantaMaria Immacolata, èmorto il 18 settembrepresso l’Ospedale Grassi diOstia a 94 anni. I funeralisono stati celebrati lamattina seguente nellachiesa di Santa MariaStella Maris nella zonaLido del Faro a Fiumicino.Una parrocchia che con luiè nata e cresciuta. Ilvescovo durante l’omeliane ha ricordatol’attenzione di pastore e ilruolo di riferimentoprimario per tutte lepersone che arrivavano aFiumicino.Padre Alberico Papi

È «L’ora undecima»Caritas. Il progetto con i fondi dell’8xmille per realizzare le buone idee imprenditorialiDI LAURA BIANCHI

a Caritas di Porto–Santa Rufinaha avviato da alcuni giorni ilprogetto “L’ora undecima”,

realizzato in collaborazione conCaritas Italiana, finanziato con ilcontributo dei fondi Cei 8x1000, econ l’adesione della Banca diCredito Cooperativo di Roma, delDistretto Socio–Sanitario Asl RMF2,dei comuni di Ladispoli, SantaMarinella, Cerveteri e del MunicipioRoma XIV Monte Mario. Si tratta diuna iniziativa dedicata al mondodel lavoro. Attraverso degli sportellisi propone un sostegno per lacreazione d’impresa, offrendoinformazioni, assistenza eformazione. In unmondo del lavoro semprepiù caratterizzato da unasituazione diffusa diprecarietà occupazionale,la Caritas diocesanavuole sperimentare unnuova modalità perridare dignità e fiduciaalle tante persone che sitrovano in unacondizione di disagiodovuta alla perdita delposto di lavoro. Il contesto socio–economico del territorio diocesanoè infatti sempre più caratterizzatodall’incremento di situazioni didifficoltà personale e familiarecausate dalla perdita del lavoro. Per igiovani poi la mancanza diprospettive professionali impediscel’emancipazione dalla famiglia diorigine, per crearne una propriafamiglia. La prolungata difficoltà adinserirsi nel mondo del lavorodetermina, inoltre, una situazione discoraggiamento che può sfociarenell’inattività, nella depressione efavorire condizioni di illegalità.Altrettanto allarmante è lasituazione di chi è fuoriuscitoforzatamente dal mercato del lavoroe non riesce a trovare possibilità diuna stabile ricollocazione lavorativa.In questa complessa situazione ilprogetto “L’ora undecima” vuoleporsi non come strumento

Lassistenzialistico ma dipromozione di unacultura che miri avalorizzare l’individuoper fargli riacquistarefiducia nelle propriecapacità e potenzialità dimodo che diventi essostesso un punto diriferimento e di aiuto perla comunità. Il progettooffre quindi, in modocompletamente gratuito,servizi di informazionegenerali per l’avvio diun’attivitàimprenditoriale e sullemisure di finanziamentoagevolato disponibili;

servizi di supporto per ladefinizione del pianod’impresa, rivolto agliutenti che abbianoun’idea d’impresadefinita e competenzeacquisite; un percorso diassistenza rivolto agliutenti con una buonaidea imprenditoriale, main possesso di esperienzee competenze limitate oinsufficienti per l’avvio diun’attività in proprio; unpiccolo sostegno economicoall’avvio, rivolto a coloro che hannoconcluso il percorso di assistenza esono in procinto di avviare l’attività. Il punto di accesso ai serviziprevisti è rappresentato dai 3sportelli aperti sul territorio aLadispoli, in via Enrico Fermi, 10,presso il Centro Caritas “SantiMario, Marta e figli” aperto il

martedì e il venerdì dalle 9.30 alle12.30; a Fiumicino, in via delPerugino snc, presso la parrocchiadi San Benedetto Abate, aperto ilmercoledì dalle 9.30 alle 12.30; aRoma, in Via dei Santi Martiri diSelva Candida, presso la parrocchiadella Natività di Maria Santissima,aperto il lunedì e giovedì, dalle 9.30alle 12.30. I servizi informativi sono

accessibili senza appuntamento,negli orari di apertura delle diversesedi, mentre i servizi di assistenzasono erogati su appuntamento, dafissare dopo un primo incontro asportello.(Per informazioni: contattitelefonici 320.8314898;320.8348586; e–mail:[email protected].)

Tre sportelli aperti a Fiumicino, Ladispolie Roma per accompagnarele persone a crederenelle proprie capacitàe diventare riferimenti e risorse per la comunità

DI ROBERTO LEONI

egnaliamo alcuni degli avvicen-damenti dei nuovi ingressi nelclero di Porto–Santa Rufina. Pa-

dre Agostino Barbut e padre Seba-stian Benchea, entrambi dell’OrdineCarmelitano e rispettivamente par-roco e vicario parrocchiale di SantaMaria del Carmelo a Santa Marinel-la, sono stati trasferiti dai superioridella loro congregazione ad altro in-carico. Nuovo Parroco è padre Emi-dio Di Berardino, classe 1933, af-fiancato da padre John Castaneda,classe 1981, in qualità di vicario. AFiumicino, in due parrocchie rette daiFigli di Santa Maria Immacolata, la-sciano padre Valter Palombi, parro-co a Santa Maria Stella Maris dal-l’anno 2000 e padre Francesco Mari-nelli, da due anni a Santa Maria Por-to della Salute; subentrano due con-fratelli filippini, rispettivamente pa-dre Bernardo Atendido, classe 1970,già vicario alla Giustiniana, e padreArielex Oco, classe 1977. Lascia do-

po tanti anni la parrocchia di PonteGaleria, affidata ai Missionari dellaFede, Padre Ricky, trasferito a Cerva-ro, in diocesi di Sora–Cassino–Aquino–Pontecorvo; al suo posto ar-riva padre Jess Dajac, consigliere ge-nerale dell’istituto. Prima della pau-sa estiva sono stati nominati quattroviceparroci: padre Juan CarlosSchaab, dell’Istituto Miles Christipresso la parrocchia di San FilippoNeri a Castel Giuliano; padre MarcoZaccaretti, dei Legionari di Cristo, ac-colto in diocesi e assegnato alla par-rocchia di Sant’Andrea Apostolo a O-steria Nuova – Santa Maria di Gale-ria; don Domenico Reverberi, delladiocesi di Reggio Emilia Guastalla,ordinato presbitero a maggio e asse-gnato alla parrocchia dei Santi Pietroe Paolo all’Olgiata – Cerquetta (Ro-ma); padre Emmanuel Say Koame,dei Figli della Carità, vicario parroc-chiale dell’Immacolata Concezionedella Beata Vergine Maria a Riano,con speciale deputazione alla chiesadi San Gabriele, a Belvedere di Riano.

S

Informazioni della Cancelleriasu parrocchie e sacerdoti

ome poter rendere visibile una nascente parrocchia in un epoca dove tut-to è digitale? Ecco come don Pietro Rabitti, attento ai moderni sistemi di

comunicazione, apre le porte della chiesa anche alla tecnologia più recente.Nasce così, nel giugno 2015, il sito della parrocchia dei Santi Pietro e PaoloOlgiata–Cerquetta (Roma). «Qualche mese prima – dice Maria Concetta Alì, re-sponsabile del sito–, don Pietro mi diede incarico di realizzarlo e gestirlo, e-ro titubante, per la responsabilità della scelta dei contenuti e l’importanza difarmene portavoce, ma la sua volontà era tale che non mi sono tirata indie-tro. Ci siamo così rivolti ad un’amica web design, Gaia Angrisano, che rega-landoci la sua collaborazione ci ha aiutato a crearlo». In poco tempo, due me-si circa quella che era un’idea è diventata realtà fruibile a tutti. Un conteni-tore ricco di pagine, informazioni, eventi. Un modo per far sì che parrocchianie non, possano avere un punto di riferimento, spunti di riflessione, iniziativeparrocchiali a portata di un click. Un luogo dove si incontrano storie di vitadella comunità e dove può crescere un rete di amicizia e solidarietà.

Fulvio Lucidi

C

Santi Pietro e Paolo in Rete

DI FLORIANA RASO

asa de copii” è una strutturavicino a Bacãu in Romania,gestita da sei suore; ospita circa

90 bambini dai 4 ai 18 anni. L’assistentesociale, Robert, è attivo e presente nellastruttura. Sono 4 anni che i ragazzi delVolEst (Volontariato estivo) vengono qui.Ci sono orfani o abbandonati per povertà,problemi con la giustizia o semplicenoncuranza. I “copii mic” (fino a 10 anni)e “i copii mare” (gli adolescenti che disolito sfuggono) appena ti vedono tiabbracciano forte. Già questo ti stordisce!Viviamo in grandi città dove si staperdendo il senso di relazione con l’altro.A Casa de copii invece sei obbligato a

vivere in una comunità vera. Ti stupisci dicome non sia necessario parlare, ma bastiuno sguardo per creare legami profondi ei loro sorrisi in pochi istanti si imprimononel cuore. Vengono da storie difficili eognuno reagisce in maniera diversa, ma ibambini sconfiggono il dolore,condividendolo, creando una nuovafamiglia. Le suore sono splendide registedi questo equilibrio, dicono: «noi nonfacciamo niente, Dio trova sempre lasoluzione». E tu, che arrivi qui da grandeconvinto di aiutarli, ti senti piccolo, sonoloro i grandi che accolgono te. Non servesaper fare qualcosa. Scopri che anche senon sai fare niente, trovi il modo direnderti utile. Ti diverti a sbucciare tuttiinsieme mille cipolle, arrostire i peperoni,

lavare corridoi infiniti: gesti che creanoamicizia. L’orfanotrofio vive di elemosinee di provvidenza (il VolEst quest’annoraccoglierà offerte, vestiti, giocattoli emezzi di prima necessità). È un privilegiocondividere il nostro tempo con questiragazzi. Il modello di famiglia che ci èstato insegnato è la famiglia da difendere,chiusa in un guscio, dove trovare confortodalle brutture del mondo, fatta direlazioni di sangue privilegiate chedevono essere prioritarie rispetto al resto.I bambini di Casa de copii insegnano chel’apertura all’altro crea amore: se si ha ilcoraggio di aprire la propria famiglia aglialtri, i legami con i propri cari sirafforzano e si crea una rete di amore chesi autoalimenta.

«Piccoli» maestri di Romaniainiziato sabato 19 settem-

bre presso la Pfse “Auxi-lium” il percorso di formazioneper gli insegnanti di religionedal titolo: “L’Idr e la visione an-tropologica a confronto con leneuroscienze”. Nel primo in-contro si è parlato di “Creazio-ne, Promessa, Alleanza: l’uomonel progetto di Dio” a cura diClaudio Duca. Il secondo ap-puntamento, che si terrà comeper tutti gli incontri dalle ore 9alle ore 12, avrà luogo sabato 14novembre con il titolo “Le neu-roscienze interpellano la que-stione antropologica” e sarà te-

nuto da Juan José Sanguineti. Ilterzo incontro è fissato per sa-bato 28 novembre e riguarderàil tema “Le neuroscienze e i pro-cessi di apprendimento”, rela-tori Massimo Gandolfini e Al-fredo Altomonte. Nella quartalezione, sabato 12 dicembre,Caterina Cangià parlerà delle“Neuroscienze e le questioni e-ducative”. Il percorso si conclu-derà sabato 9 gennaio con larelazione di Maria Franca Tri-carico che affronterà la que-stione “Quale antropologia nel-l’arte contemporanea?”.

Simone Ciampanella

È

Due volontari con una bambina

Neuroscienze, un percorsoper insegnanti di religione

Il centro Caritas diocesano “Santi Mario, Marta e figli” (Ladispoli)

dalla curia

il sito parrocchiale

Eventi da ricordareLunedì 5. Festa di S. Ippolito, patronoprincipale di Porto–Santa Rufina. (ore15.00: partenza delle reliquie dallaparrocchia di “Santa PaolaFrassinetti”. ore 15.30: processionedalla parrocchia S. Maria Madre dellaDivina Provvidenza alla Basilica diSant’Ippolito. ore 16.00: solenneconcelebrazione presieduta dalvescovo Gino Reali, Vescovo di Porto–S. Rufina).

l’agenda 11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 27 settembre 2015

Volest 4

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