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AMBITO TERRITORIALE DI DALMINE PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI ZONA DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI Comuni di Azzano S.Paolo, Boltiere, Ciserano, Comun Nuovo, Curno, Dalmine, Lallio, Levate, Mozzo, Osio Sopra, Osio Sotto, Stezzano, Treviolo, Urgnano, Verdellino, Verdello e Zanica Promozione di nuove strutture residenziali e diurne per persone con disabilità Gruppo area disabili – Ambito territoriale di Dalmine 1

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AMBITO TERRITORIALE DI DALMINE

PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI ZONA DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI

Comuni di Azzano S.Paolo, Boltiere, Ciserano, Comun Nuovo, Curno, Dalmine, Lallio, Levate, Mozzo, Osio Sopra, Osio Sotto, Stezzano, Treviolo, Urgnano, Verdellino, Verdello e Zanica

Promozione di nuove

strutture residenziali e diurne per persone con disabilità

Gruppo area disabili – Ambito territoriale di Dalmine

1

Indice Premessa Pag. 3 1. Progetto promozione di centri Diurni Disabili (CDD) e Centri

Socio Educativi (CSE) Pag. 5

1.1 Analisi del bisogno Pag. 5 1.2 Risorse esistenti Pag. 7 1.2.1 CDD “La Rosa dei venti” della Cooperativa sociale Itaca di

Morengo (BG) Pag. 7

1.2.2 CDD “Fior di cristallo” del Comune di Dalmine Pag. 9 1.2.3 CSE del Comune di Mozzo Pag. 10 1.3 Nuovo protocollo provinciale del CDD Pag. 13 1.4 Proposta operativa Pag. 15 2. Progetto promozione di opportunità residenziali per persone

con disabilità prive di assistenza, anche per momenti di sollievo

Pag.17

2.1 Analisi del bisogno Pag.17 2.2 Risorse esistenti Pag.17 2.2.1 Casa Beato Luigi Guanella Residenza Sanitaria Disabili di

Verdello Pag. 18

2.2.2 Progetto appartamento sperimentale per persone con disabilità “La casa dei colori” del Comune di Urgnano

Pag. 20

2.2.3 Progetto residenziale in fase di elaborazione sul territorio di Dalmine, promosso dal Comune in collaborazione con la Cooperazione sociale

Pag. 22

2.3 Proposta operativa Pag. 23 Allegati vari Pag. 25

2

Premessa Nel Piano di zona 2009-2011 dell’Ambito territoriale di Dalmine sono previsti due progetti

volti al raggiungimento del livello essenziale delle prestazioni erogabili indicato alla lettera

e dell’articolo 22 comma 4 della legge 8 novembre 2000 n. 3281, ossia “centri di

accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario”.

Il primo progetto prevede la promozione di Centri Diurni Disabili (CDD) e Centri Socio

Educativi (CSE) per rispondere al bisogno di servizi diurni educativi per persone con

disabilità, attraverso le seguenti azioni:

1. rilevazione del bisogno di CDD e/o CSE nell’ambito di Dalmine, tenendo conto di una

proiezione sui prossimi 5 anni, incrociando le informazioni in possesso ai servizi sociali

comunali, alle scuole e alle neuro psichiatrie infantili;

2. valutazione del bisogno degli attuali SFA di riconvertire il proprio centro diurno in CSE,

attraverso un confronto con il gruppo di coordinamento degli SFA;

3. avvio di un gruppo di lavoro per la formulazione di una proposta operativa: la

costituzione di un nuovo CDD, oppure la trasformazione di alcuni SFA in CSE, ecc.

Il secondo progetto nasce dai lavori di ricerca, dalla forte richiesta da parte dei genitori per

il “dopo di noi” e dalle segnalazioni dei servizi sociali ed è finalizzato a promuovere

opportunità residenziali per persone con disabilità privi di assistenza. In particolare

vengono ipotizzati sia servizi tipo comunità alloggio a bassa o alta intensità assistenziale,

sia nuove strutture residenziali alternative a quelle di lungodegenza (alloggi protetti, mini

alloggi, convivenze assistite, ecc.). Il progetto prevede le seguenti azioni:

1. approfondimento del bisogno di residenzialità in termini numerici e di tipologia di

servizio necessario;

2. realizzazione delle strutture da parte di soggetti pubblici o del privato sociale;

3. regolamentazione del servizio in modo associato di ambito;

4. affidamento della gestione a soggetto pubblico o privato sociale, compartecipato anche

da più realtà territoriali.

Per la realizzazione dei due progetti è stato costituito un gruppo di lavoro comune

composto da:

1 Legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”

3

• Albergoni Daniela, responsabile dell’area disabili dell’Ambito di Dalmine, referente del

CDD “Fior di cristallo” del Comune di Dalmine e del progetto residenziale in fase di

elaborazione sul territorio di Dalmine;

• Brembilla Silvia, assistente sociale del Comune di Mozzo, referente per il CSE “Padre

Ubbiali” di Mozzo;

• Cogliandro Monica, assistente sociale del Comune di Urgnano, referente per il progetto

appartamento sperimentale per persone con disabilità “La casa dei colori” di Urgnano;

• Dall’Olmo Caterina, neuropsichiatra della Neuro Psichiatria Infantile di Verdello;

• Ghilardi Ines, Presidente della Cooperativa sociale Città del Sole di Bergamo;

• Malanchini Fabrizia, coordinatore socio-sanitario del distretto di Dalmine;

• Nicoli Sebastian, Presidente della Cooperativa Itaca di Morengo, responsabile del CDD

“La rosa dei venti”di Verdellino;

• Rovaris Rita, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Verdellino;

• Sottocornola Paola, assistente sociale della Casa Beato Luigi Guanella Residenza

Sanitaria Disabili di Verdello.

Il gruppo vede al suo interno i referenti di tutte le strutture diurne e residenziali presenti

nell’Ambito di Dalmine e i referenti dei più significativi servizi che supportano la persona

con disabilità e la sua famiglia nell’orientamento verso appunto soluzioni diurne o

residenziali (Comune, NPI, Distretto e Scuola).

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1. Progetto promozione di Centri Diurni Disabili (CDD) e Centri Socio Educativi (CSE)

1.1 Analisi del bisogno Consapevoli che lo strumento della mappatura provinciale non è stato ad oggi adottato in

modo esaustivo da tutti i 17 Comuni dell’Ambito di Dalmine, il gruppo di lavoro ha

predisposto un questionario di rilevazione del bisogno di strutture diurne per persone con

disabilità, somministrato ai servizi sociali comunali (allegato 1) ed uno schema di raccolta

dati per le Neuro Psichiatrie Infantili (allegato 2).

I 17 servizi sociali avevano il compito di mappare il bisogno di servizi diurni per le persone

con disabilità di età adulta mentre le due Neuro Psichiatrie Infantili per i minorenni.

La rilevazione ha visto l’adesione di 11 Comuni, sui 17 dell’Ambito territoriale di Dalmine, e

di entrambe le Neuro Psichiatrie Infantili, di Bergamo e di Verdello.

Di seguito le due tabelle riepilogative sul bisogno di servizi diurni:

Tabella sul bisogno di Centri socio educativi (CSE)

Comune di residenza delle persone con disabilità segnalate NPI di

riferimento

N. utenti con bisogno di CSE

Immediato Fra 5 anni Non prevedibile Comune di Azzano S.Paolo (1) Bergamo 0 1 0 Comune di Boltiere Verdellino 0 0 0 Comune di Ciserano Verdellino 0 0 0 Comune di Comun Nuovo (2) Bergamo 0 1 0 Comune di Curno Bergamo 0 1 0 Comune di Dalmine Bergamo 0 4 4 Comune di Lallio (2) Bergamo 0 1 0 Comune di Levate (1) Bergamo 1 1 0 Comune di Mozzo Bergamo 0 3 0 Comune di Osio Sopra (2) Bergamo 0 1 0 Comune di Osio Sotto (2) Verdellino 0 1 0 Comune di Treviolo (1) Bergamo 0 1 0 Comune di Urgnano (1) Bergamo 0 1 0 Comune di Verdellino Verdellino 0 0 0 Comune di Verdello (2) Verdellino 0 0 0 Comune di Zanica (2) Bergamo 0 0 0 Comune di Stezzano Bergamo 0 2 0 Totali parziali 1 18 4 Totale 23 (1) I dati riepilogati possono differire dai dati forniti dai servizi sociali qualora sia stata rilevata e quindi corretta una discrepanza dei dati presentati (es. ipotesi di CDD fra 5 anni per un soggetto che supera i 60 anni, ecc.)

(2) I Servizi Sociali di questi Comuni non hanno fatto pervenire alcuna comunicazione in merito alla rilevazione

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Tabella sul bisogno di Centri Diurni Disabili o altri servizi diurni

Comune di residenza delle persone con disabilità segnalate

NPI di riferimento

N. utenti con bisogno di CDD N. utenti con altro bisogno diurno Immediato Fra 5 anni Non prevedibile

Comune di Azzano S.Paolo (1) Bergamo 0 1 0 1Comune di Boltiere Verdellino 1 0 0 0Comune di Ciserano Verdellino 0 1 0 0Comune di Comun Nuovo (2) Bergamo 0 0 0 0Comune di Curno Bergamo 1 0 0 0Comune di Dalmine Bergamo 0 7 2 0Comune di Lallio (2) Bergamo 0 0 0 0Comune di Levate (1) Bergamo 0 0 0 1Comune di Mozzo Bergamo 1 0 0 0Comune di Osio Sopra (2) Bergamo 0 0 0 0Comune di Osio Sotto (2) Verdellino 0 1 0 0Comune di Treviolo (1) Bergamo 0 5 0 0Comune di Urgnano (1) Bergamo 0 5 0 0Comune di Verdellino Verdellino 1 1 0 0Comune di Verdello (2) Verdellino 0 0 0 0Comune di Zanica (2) Bergamo 0 2 0 0Comune di Stezzano Bergamo 0 2 0 0Totali parziali 4 25 2 0Totale 31 2 (1) I dati riepilogati possono differire dai dati forniti dai servizi sociali qualora sia stata rilevata e quindi corretta una discrepanza dei dati presentati (es. ipotesi di CDD fra 5 anni per un soggetto che supera i 60 anni, ecc.)

(2) I Servizi Sociali di questi Comuni non hanno fatto pervenire alcuna comunicazione in merito alla rilevazione

Nonostante 6 Comuni non abbiano fornito i dati richiesti, il risultato ottenuto appare al

quanto allarmante: ben 56 persone con disabilità presentano un bisogno di un servizio

diurno, immediato o entro i prossimi 5 anni, non soddisfatto e, viste le attuali risorse

sull’ambito territoriale, difficilmente soddisfabile.

E’ bene sottolineare che il dato riportato riguarda la valutazione effettuata dagli operatori

che hanno in carico gli utenti segnalati, ma che non necessariamente è conosciuta o

condivisa dalla famiglia: nella rilevazione dei servizi sociali alla domanda, quale sia il tipo

di servizio ipotizzato dalla famiglia per la persona con disabilità, ben 17 non hanno

informazioni o preferenze in merito.

Tornando al dato numerico, per 23 persone con una disabilità medio-grave viene rilevato

un bisogno di un Centro Socio Educativo: per una persona con disabilità il bisogno è

immediato mentre per i restanti viene previsto nei prossimi 5 anni o addirittura in un tempo

non prevedibile; 15 sono minorenni.

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Per 31 persone con disabilità grave-gravissima viene segnalato un bisogno di Centro

Diurno Disabili: per ben 4 persone con disabilità il bisogno è immediato mentre per i

restanti viene previsto nei prossimi 5 anni o in un tempo non prevedibile; 17 sono

minorenni.

Per un approfondimento dei dati raccolti si rinvia alle tabelle predisposte per le due diverse

rilevazioni: dati dei servizi sociali (allegato 3) e dati delle NPI (allegato 4).

1.2 Risorse esistenti 1.2.1 CDD “La Rosa dei venti” della Cooperativa sociale Itaca di Morengo (BG)

Finalità

Il CDD ha come finalità principale quella di promuovere lo sviluppo globale della persona teso alla massima gestione di sé, tenendo conto dello sviluppo psicomotorio, della sfera relazionale - affettiva e del grado di autonomia esistente.

Sede

Il CDD “Rosa dei Venti” è ubicato a Verdellino in via Degli Oleandri in una struttura messa a disposizione dal Comune di Verdellino con cui è in essere un contratto di locazione. La struttura è disposta su due piani: un piano interrato con accesso diretto all’ampio giardino pubblico e un piano rialzato raggiungibile sia per mezzo di un ascensore interno che dalle scale. Destinatari

Il CDD è un servizio semiresidenziale finalizzato all’erogazione di un’unità d’offerta socio-sanitaria indirizzata a persone con disabilità grave e gravissima, giovani ed adulte, di norma dai 18 ai 65 anni, che necessitano di un progetto individualizzato. Tali persone presentano un handicap di rilevante entità di tipo psico-fisico, fisico, sensoriale. Il minore d’età potrà essere accolto eccezionalmente solo in presenza di specifiche condizioni, tra cui la valutazione della necessità di interventi di lungo-assistenza da parte della U.O.N.P.I di riferimento. Capacità ricettiva

La capacità ricettiva del CDD “Rosa dei Venti” è di 20 posti accreditati. Attualmente sono inseriti 20 utenti. Modalità di ammissione Gli inserimenti degli utenti sono programmati su segnalazione dei Servizi Sociali del territorio. Le richieste sono inoltrate dai genitori/tutori/amministratori di sostegno compilando apposita modulistica, disponibile presso la Cooperativa Itaca in via Sant’Agata 14 a Morengo.

Funzionamento

Il CDD, in conformità alla normativa regionale, è aperto dal lunedì al venerdì, per almeno 7 ore giornaliere e garantisce un’apertura di almeno 35 ore settimanali per 47 settimane all’anno. I periodi di chiusura sono previsti per le vacanze natalizie ed estive, secondo il calendario che viene stabilito in programmazione generale all’inizio dell’anno.

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Servizi e prestazioni erogate Al CDD le attività e i relativi progetti si articolano all’interno di quattro grandi aree:

1. Area socio sanitarie ad elevato grado di integrazione (attività infermieristica, attività di igiene, attività di autonomie di base, ecc.)

2. Area riabilitativa (attività di shiatzu, musicoterapica, arteterapica, ippoterapia ecc.)

3. Area socio riabilitativa (attività di collaborazione con agenzie del territorio, gite, uscite, ecc.)

4. Area educativa (attività espressive, attività di rilassamento, attività di calcio, falegnameria, laboratorio ergo terapico, ecc.)

Il servizio trasporto risulta essere un servizio aggiuntivo garantito dalla Cooperativa Itaca. Tale servizio è affidato a una Ditta esterna.

Figure professionali coinvolte Il CDD assicura il rispetto dei requisiti gestionali, riferiti sia allo standard di assistenza sia al rispetto dei rapporti percentuali tra le varie figure professionali. Tutto il personale possiede i titoli di studio necessari per svolgere la mansione richiesta e svolge periodica attività di formazione ed aggiornamento.

Al fine di rispondere in modo adeguato ai bisogni dell’ospite il CDD si avvale delle seguenti figure professionali: a) coordinatore; b) educatori professionali; c) ausiliari socio assistenziali - operatori socio sanitari; d) vari specialisti tra musicoterapista, arte terapista, ippoterapista, operatore di sviluppo di

comunità, psicologa e psichiatra.

Il monte ore complessivo del personale è stabilito in base alla classificazione SIDI degli utenti e quindi soggetto a periodici aggiustamenti in base alle modifiche del progetto educativo individualizzato (PEI) ed ai cambiamenti delle capacità dell'utente.

Costo La retta mensile praticata agli ospiti, in base ad un accordo provinciale, viene ripartita come segue: Famiglia: 196,05 € mensili. Comune: 478,76 € mensili Ambito: 19,12 € giornaliera per ogni ospite legata alla presenza;

A ciò si aggiunge la quota a carico del Servizio Sanitario Regionale che corrisponde mediamente a 50,20 € al giorno in base alla classificazione Sidi dell’ospite e all’effettiva presenza dell’ospite.

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1.2.2 CDD “Fior di cristallo” del Comune di Dalmine

Finalità

Il CDD ha come finalità principale quella di promuovere lo sviluppo globale della persona teso alla massima gestione di sé, tenendo conto dello sviluppo psicomotorio, della sfera relazionale-affettiva e del grado di autonomia esistente.

Sede

Il CDD “Fior di Cristallo” è ubicato in Via Cinquantenario 4A a Dalmine (BG). E’ situato all’interno di una struttura comprendente 2 servizi per la disabilità (Centro diurno disabili e Servizio territoriale disabili). Strutturalmente è composto da un piano interrato box di mq 1155, da un piano rialzato di mq 550 (raggiungibile dai box sia per mezzo di un ascensore interno che dalle scale) e da uno spazio comune di altrettanti mq.550. Intorno alla struttura c’è un giardino accessibile agli utenti attraverso scivoli esterni e una zona relax adiacente allo spazio comune.

Destinatari

Il CDD è un servizio semiresidenziale finalizzato all’erogazione di un’unità d’offerta socio-sanitaria indirizzata a persone con disabilità grave e gravissima, giovani ed adulte, di norma dai 18 ai 65 anni, che necessitano di un progetto individualizzato. Tali persone presentano un handicap di rilevante entità di tipo psico-fisico, fisico, sensoriale. Il minore d’età potrà essere accolto eccezionalmente solo in presenza di specifiche condizioni, tra cui la valutazione della necessità di interventi di lungo-assistenza da parte della U.O.N.P.I di riferimento.

Capacità ricettiva La capacità ricettiva del CDD “Fior di Cristallo” è di 30 posti accreditati. Attualmente sono inseriti 30 utenti, tutti appartenenti all’Ambito di Dalmine.

Modalità di ammissione La domanda di ammissione deve essere inviata all’Amministrazione Comunale presso l’Ufficio Servizi sociali di Piazza Libertà 1, Dalmine. La domanda è inoltrata dalla famiglia o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, corredata da specifica documentazione.

Funzionamento Il CDD, in conformità alla normativa regionale, è aperto dal lunedì al venerdì, per almeno 7 ore giornaliere e garantisce un’apertura di almeno 35 ore settimanali per 47 settimane all’anno. I periodi di chiusura sono previsti per le vacanze natalizie ed estive, secondo il calendario che viene stabilito in programmazione generale all’inizio dell’anno.

Servizi e prestazioni erogate Al CDD le attività e i relativi progetti si articolano all’interno di quattro grandi aree:

5. Area socio sanitarie ad elevato grado di integrazione (attività infermieristica, attività di igiene, attività di autonomie di base, ecc.)

6. Area riabilitativa (attività di fisioterapia, musicoterapica, comunicazione facilitata, ecc.)

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7. Area socio riabilitativa (attività di collaborazione con agenzie del territorio, gite, uscite, ecc.)

8. Area educativa (attività espressive, attività di rilassamento, attività psico-tattili, falegnameria, ecc.)

Il servizio trasporto risulta essere un servizio aggiuntivo garantito dall’Amministrazione Comunale. Tale servizio è affidato alla Cooperativa sociale La Solidarietà di Dalmine e alle associazioni di volontariato AUSER e ANTEAS di Dalmine che utilizza propri autisti ed accompagnatori.

Figure professionali coinvolte Il CDD assicura il rispetto dei requisiti gestionali, riferiti sia allo standard di assistenza sia al rispetto dei rapporti percentuali tra le varie figure professionali. Tutto il personale possiede i titoli di studio necessari per svolgere la mansione richiesta e svolge periodica attività di formazione ed aggiornamento.

Al fine di rispondere in modo adeguato ai bisogni dell’ospite il CDD “Fior di Cristallo” si avvale delle seguenti figure professionali: e) assistente sociale; f) coordinatore; g) educatori professionali; h) ausiliari socio assistenziali - operatori socio sanitari; i) vari specialisti tra musicoterapista, fisioterapista, infermiere.

L’équipe socio-educativa può essere affiancata nello svolgimento delle attività da personale volontario e tirocinanti.

Il monte ore complessivo del personale è stabilito in base alla classificazione SIDI degli utenti e quindi soggetto a periodici aggiustamenti in base alle modifiche del progetto educativo individualizzato (PEI) ed ai cambiamenti delle capacità dell'utente.

Costo La retta mensile praticata agli ospiti, in base ad un accordo provinciale, viene ripartita come segue: • Famiglia: 196,05 € • Comune di residenza: 478.76 € • Ambito di appartenenza: 382,27 € A ciò si aggiunge la quota a carico del Servizio Sanitario Regionale che varia da 44,00 € a 57,00 € al giorno in base alla classificazione Sidi dell’ospite.

1.2.3 CSE del Comune di Mozzo

Finalità Le finalità della struttura sono quelle di offrire un servizio che garantisca una migliore qualità della vita, e una socializzazione adeguata attraverso attività finalizzate alla relazione, percorsi di integrazione con il territorio e potenziamento delle autonomie

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personali al fine di favorire la crescita di un identità personale positiva e la promozione di azioni di mantenimento delle capacità residue. Sede CSE “Padre Ubiali” Via Masnada n°4 Mozzo - Tel 035/4376925 Destinatari Soggetti di età compresa tra i 18 ed i 65 anni, e con disabilità definita tra un grado lieve e medio grave che non richieda accudimento sanitario (es. peg, …),

Capacità ricettiva Il Centro Socio Educativo di Mozzo è abilitato ad avere al suo interno un massimo di 15 utenti compresenti.

Modalità di ammissione La domanda di ammissione, tramite apposita documentazione, deve essere presentata all’assistente sociale del Comune di Mozzo, presso l’Ufficio servizi sociali. L a richiesta verrà discussa con l’équipe educativa previa valutazione dei requisiti di ammissione. L’inserimento prevede due mesi di osservazione nei quali gli operatori del CSE valuteranno la possibilità di inserimento definitiva al servizio. Funzionamento Il CSE resta aperto ogni settimana nei seguenti orari: Da lunedì a giovedì dalle ore 9.30 alle ore 16.30 Venerdì dalle ore 11.00 alle ore 18

Sono previsti periodi di chiusura nell’ambito della disciplina di settore, che verranno stabiliti dall’équipe e comunicati alle famiglie ogni anno a gennaio, garantendo, in ogni caso, le 47 settimane di apertura stabilite dalla normativa regolamentare regionale.

Servizi e prestazioni erogate Le prestazioni offerte, quale attività assistenziale socio-educativa del centro, sono articolate, in generale, come segue: 1 Servizi di consulenza ed accesso costituiti dall’insieme delle prestazioni che hanno

come fine l’erogazione di informazioni adeguate alle diverse esigenze della persona con disabilità e dei suoi familiari. Per consulenza ci si riferisce sia alla consulenza pre inserimento, che comprende la valutazione dell’adeguatezza del servizio all’utente, sia la consulenza come supporto psicologico fornito alle famiglie ed agli utenti ove possibile.Tali servizi competono all’Ufficio dei Servizi Sociali del Comune di Mozzo, contattando i quali è possibile richiedere un appuntamento con l’Assistente Sociale o con la Psicologa.

2 Servizi di integrazione sociale costituiti da tutti quei momenti che sono momento di scambio con il territorio citiamo ad esempio alcuni laboratori/collaborazioni: la collaborazione con le scuole, il club della frutta, con l’oratorio progetto torte, la collaborazione con i gruppi volontari. Per servizi di integrazione ci si riferisce anche ad altri laboratori quali ad es. quelli di teatro, il progetto vacanze. Lo scopo primario dei servizi di integrazione sociale è quello di consentire all’utenza del servizio un costante interfacciarsi con le strutture del territorio, l’obiettivo secondario è quello della sensibilizzazione del territorio alle problematiche della disabilità.

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Il CSE vuole diventare, con il tempo, punto di incontro sulla disabilità, dove si possano anche aprire momenti di riflessione tra operatori e con le agenzie del territorio sul tema della disabilità.

3 Servizi primari costituiscono l’insieme delle attività educative psicologiche e formative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi sopra citati. I servizi primari prevedono la realizzazione del Piano Educativo Individualizzato all’interno del quale si trovano tutte le attività svolte dall’utenza con obiettivi e attività.

Figure professionali coinvolte

1 L’Assistente Sociale è la responsabile del servizio, è il primo contatto con l’utenza, cui spetta la presentazione del servizio e del resto dell’équipe, partecipa ad un incontro al mese d’équipe, più uno ogni due mesi circa con tutta l’équipe e le assistenti sociali degli altri comuni che hanno inserito utenti presso il CSE. Deve essere a conoscenza di tutto ciò che accade nel servizio. Condivide tutta la parte progettuale con l’équipe.

2 La Psicologa svolge attività di supporto- supervisione clinica all’équipe educativa alla quale partecipa una, due volte al mese, svolge attività con l’Assistente Sociale di contatto con le famiglie dell’utenza, svolge attività di supporto psicologico ai famigliari e ove possibile all’utenza stessa, gestisce il gruppo di “Auto mutuo aiuto” per familiari del territorio. Effettua osservazioni sull’utenza in caso di particolari problematiche, di nuovi inserimenti, o di progetti ponte. Partecipa alla parte progettuale in condivisione con l’equipe educativa, assicurandosi dell’adeguatezza del progetto rispetto alla persona per la quale è stato pensato.

3 L’Equipe educativa composta dagli educatori che hanno un rapporto costante e continuo con l’utenza. L’équipe struttura i moduli di lavoro e propone lo sviluppo del progetto educativo, il quale viene poi presentato ad Assistente Sociale e Psicologa per la condivisione e l’approvazione. L’équipe deve assicurare la globalità dell’intervento educativo considerando e concertando come riportato sopra il lavoro per area ed il lavoro centrato sull’utenza. L’équipe stende il PEI (Progetto Educativo Individualizzato) degli utenti, e la programmazione generale che viene consegnata alle famiglie annualmente. L’équipe educativa, composta dagli educatori e dal coordinatore, si incontra settimanalmente per una riunione di verifica della durata di 2 ore.

Gli educatori assicurano le funzioni educative attraverso: Progettazione di interventi educativi finalizzati dopo aver valutato le abilità le

potenzialità ed i limiti dell’utenza; Organizzazione e gestione dei moduli, delle attività di laboratorio, di attività di

gruppo ed individuali; Costruzione di relazioni significative con gli utenti utilizzando tutti gli strumenti che

ritengono necessari. Assistenza diretta ai bisogni primari degli utenti, Relazioni e confronti costanti con i colleghi di lavoro; Relazioni regolari sull’andamento generale e specifico del centro ai propri referenti;

Gli educatori posseggono specifiche competenze pedagogiche, relazionali, tecnico-artigianali, animazione, organizzative gestionali. Essi dovranno provvedere ad avere una costante formazione e aggiornamento. Gli educatori lavoreranno per migliorare la qualità della vita dell’utente al servizio e ove possibile anche all’esterno, fissando se necessario incontri tra la psicologa e le famiglie.

4 Il Coordinatore esterno si occupa dell’organizzazione interna della struttura, della gestione delle ore degli educatori, della tutela degli operatori, e della relazione costante

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tra CSE e Amministrazione Comunale. Si occupa inoltre dell’attivazione dei corsi di formazione ed aggiornamento per l’equipe educativa. Funge da referente per la parte amministrativa del servizio. Sarà presente alla riunione di equipe mensilmente.

5 Il Coordinatore interno si occupa del coordinamento della costruzione di progetti educativi, del monitoraggio e verifica delle attività e dei percorsi educativi, della produzione della documentazione e/o comunicazioni, in collaborazione con i colleghi. Si occupa del raccordo ed integrazione con i servizi territoriali, ha funzione di referente per i familiari dell’utenza e per i volontari che collaborano con il servizio.

Costo Le quote di compartecipazione dei comuni convenzionandi sono stabilite dal Comune di Mozzo. Il costo di frequenza, a carico dell’utenza, è stabilito dal comune di Mozzo in base alle fasce di contribuzione ISEE e a quanto eventualmente determinato dall’Ambito territoriale di Dalmine. Il pasto per le giornate di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì sarà garantito da un servizio di catering, il costo sarà pertanto a carico dell’utenza. Nella giornata di martedì alcuni utenti parteciperanno ad un progetto di cucina nel corso del quale prepareranno essi stessi il pasto che consumeranno. Il costo di tale pasto sarà pertanto a carico dell’amministrazione comunale. In caso di mancata frequenza del servizio per più di 30 giorni, qualora l’équipe valuti positivamente la possibilità di conservazione del posto, l’utenza dovrà garantire il pagamento del 50% della quota.

1.3 Nuovo protocollo provinciale dei CDD

Il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci nella seduta del 21 gennaio 2010 ha approvato

l’accordo provinciale per la copertura dei costi aggiuntivi dei CDD. Tale accordo è il

risultato di un lavoro congiunto tra rappresentanti degli uffici di piano, enti gestori, Asl di

Bergamo e Associazioni dei familiari.

Sono stati quindi condivisi a livello provinciale le quote mensili derivanti dall’inserimento in

un CDD:

Famiglia 196,05 €

Comune 478.76 €

Ambito 382.27 €

Il gruppo di lavoro ha però rilevato nel documento provinciale le seguenti criticità:

1. L’addebito dell’ente gestore alla famiglia della quota non remunerata dal Fondo

sanitario in caso di assenza di autocertificazione per malattia. Se da una parte ciò

tutela l’ente gestore dalle ingiustificate assenze dell’utente anche per lunghi periodi,

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dall’altro comporta un forte aggravio sulla famiglia tenuto conto che mediamente la

quota giornaliera da addebitare è di 50,00 €.

2. La possibilità per l’ente gestore di procedere in automatico alle dimissioni dell’ospite in

caso di assenze superiori a mesi quattro, senza verificarne le motivazioni.

Queste criticità sono state presentate all’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito di Dalmine

che, in prima istanza, ha valutato di accogliere l’accordo introducendo però le seguenti

modifiche: l’addebito è possibile ad eccezione di 10 giorni per le vacanze della famiglia; la

dimissione è possibile previa valutazione con il servizio sociale comunale di riferimento.

Successivamente l’approvazione dell’accordo e le modifiche proposte sono state sospese

in attesa che la Conferenza dei Sindaci provveda alla modifica dell’accordo, da più Ambiti

sollecitata.

In attesa di tale revisione, l’Ambito di Dalmine ha comunque concordato, con entrambi gli

enti gestori dei due CDD presenti, la partecipazione del Responsabile dell’area disabili

dell’Ambito ad entrambe le Commissioni di valutazione, ciascuna delle quali mantiene la

sua attuale composizione e la propria domanda di ammissione, per rispetto della

peculiarità e la storia di ogni CDD.

Si è però concordato di adottare i medesimi criteri di valutazione e di adottare la stessa

scheda di valutazione (allegato 5).

Pertanto le domande di ammissione per entrambi i CDD dell’Ambito di Dalmine vengono

valutate sulla base dei seguenti criteri:

1. rispetto delle condizioni per l’ammissione previste dalla normativa regionale (età anagrafica, livello di gravità, valutazione congruente del bisogno, ecc.), debitamente documentate;

2. priorità alle situazioni caratterizzate da elevato carico assistenziale o da difficile situazione familiare;

3. priorità alle persone con disabilità prive di un servizio socio-educativo di supporto; 4. in caso di parità delle suddette condizioni si darà priorità ala persona con disabilità

residente nei Comuni dell’Ambito di Dalmine; 5. la data di presentazione della domanda può rappresentare un criterio di

ammissione ma come ultima discriminante. La valutazione sull’ammissibilità delle domande di inserimento viene svolta dalla

Commissione di valutazione, attraverso:

1. colloqui di approfondimento con la famiglia; 2. incontri con il servizio inviante;

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3. osservazione educativa dell’utente, quando possibile e necessaria, da attuarsi in appositi spazi a ciò predisposti e nei normali contesti di vita del soggetto (scuola, famiglia, ecc.).

1.4 Proposta operativa Dalla rilevazione sul bisogno di servizi diurni è emerso che 31 persone con disabilità

necessitano di un Centro Diurno Disabili (CDD) mentre 23 richiedono un Centro Socio

Educativo (CSE).

Se rapportiamo questo dato all’attuale disponibilità di posti liberi presenti nell’ambito

territoriale di Dalmine il risultato è al quanto deludente: entrambi i CDD, di Dalmine e

Verdellino, hanno raggiunto la loro capacità ricettiva, mentre il CSE di Mozzo ha ancora

alcuni posti, insufficienti per soddisfare la richiesta di 23 persone.

E’ da evidenziare però che non tutte le 54 famiglie condividono la scelta del servizio

segnalante: per molte di loro vi è la necessità di un graduale accompagnamento e

avvicinamento a questi servizi diurni; per altre è fondamentale un supporto per

l’accettazione dei limiti del proprio familiare con disabilità; per altre ancora manca

un’adeguata informazione che possa superare i numerosi pregiudizi che questi centri

diurni portano con sé (“ghetto”, “struttura chiusa”, “parcheggio”, ecc.).

In questa ottica risulta fondamentale che i servizi sociali e le Neuro Psichiatrie Infantili

pongano molta attenzione a garantire informazione e supporto a queste famiglie.

Se da un lato è innegabile la necessità di incrementare questi servizi diurni, dall’altro sorge

la necessità di aumentare le risorse economiche del Comune per far fronte al costo

derivante dall’inserimento di un suo cittadino in un CSE o CDD, magari attraverso la

costituzione di un fondo di Ambito.

Un altro problema che il singolo Comune deve affrontare qualora un suo cittadino venga

inserito in un CSE è il trasporto da casa al servizio e viceversa. Infatti mentre per i CDD la

presenza di un protocollo provinciale consente di far garantire il trasporto all’ente gestore

del servizio, attraverso l’accesso a risorse economiche dell’Ambito, per i CSE non vi è

alcun accordo e l’ente gestore non si assume tale onere che delega quindi alla famiglia e/o

al Comune di residenza. Anche in questo caso potrebbe essere utile pensare all’adozione

del modello seguito per i CDD o alla costituzione di un servizio di trasporto gestito a livello

di Ambito.

15

Altro elemento su cui è opportuno aprire uno spazio di riflessione tra gli enti gestori di

CDD, CSE e Centri diurni integrati per anziani (CDI) riguarda la necessità di procedere alla

dimissione di utenti anziani presenti nei CDD/CSE della provincia, garantendo loro un

graduale passaggio ai CDI. Questo da un lato consente di creare nuovi posti nei

CDD/CSE per utenti giovani che necessitano di un supporto educativo significativo e

dall’altro consente di fornire una risposta più assistenziale che la persona anziana con

disabilità richiede, avvicinandolo anche ad altri tipi di intervento afferenti all’area anziani

(es. Residenza Sanitaria Assistenziale). Tale processo richiede il pieno coinvolgimento

dell’ASL di Bergamo anche nella definizione di protocolli comuni tra CDD, CSE e CDI.

In sintesi:

1. Garantire un graduale “avvicinamento” delle famiglie al servizio diurno ipotizzato

per raggiungere il benessere del familiare disabile.

2. Incrementare i servizi diurni presenti nell’Ambito di Dalmine in quanto le attuali

risorse presenti sono insufficienti.

3. Creare un fondo di Ambito per supportare le singole amministrazioni nel pagamento

delle quote a loro carico.

4. Adottare un protocollo provinciale anche per i CSE che attribuisca all’ente gestore

l’onere del trasporto o garantire un trasporto a livello di Ambito.

5. Favorire il passaggio dai CDD/CSE ai CDI per la persona anziana con disabilità sia

per creare nuovi posti nei centri per disabili che per fornire una risposta più consona

all’utente anziano.

16

2. Progetto promozione di opportunità residenziali per persone con disabilità prive di assistenza, anche per momenti di sollievo

2.1 Analisi del bisogno Nel periodo maggio-giugno 2009 è stato somministrato ai 17 servizi sociali comunali

dell’Ambito di Dalmine un questionario di rilevazione (allegato 6). Tale progetto di

rilevazione nasce dalla collaborazione tra il Comune di Dalmine, il Consorzio La Cascina

di Villa d’Almè, la Cooperativa sociale Lavorare Insieme di Almè e la Cooperativa sociale

La Solidarietà per la definizione di una soluzione residenziale sul territorio dalminese.

Purtroppo la rilevazione non ha avuto un buon riscontro e, dopo numerosi solleciti, a fine

settembre 2009 la rilevazione è stata conclusa con la collaborazione di 9 Comuni (Azzano

San Paolo, Boltiere, Ciserano, Comun Nuovo, Dalmine, Mozzo, Treviolo, Urgnano e

Zanica) su 17 dell’Ambito di Dalmine.

Ciò nonostante i dati rilevati hanno evidenziato un bisogno di residenzialità nei prossimi 5

anni per 58 persone con disabilità (allegato n. 7), così articolata:

15 utenti per Residenza sanitaria assistenziale per persone con disabilità (RSD) 9 utenti per Comunità alloggio socio sanitaria per persone con disabilità (CSS) 14 utenti per CSS o RSD 17 utenti in appartamento protetto 3 utenti per il sollievo

2.2 Risorse esistenti A livello di Ambito di Dalmine, a maggio 2010, risultano le seguenti realtà residenziali per

persone con disabilità:

RSD Don Guanella di Verdello per 87 posti, attualmente tutti occupati; Appartamento del Comune di Urgnano di recente apertura;

A livello provinciale, a marzo 2010, le strutture residenziali presenti sono:

16 CSS per 137 posti accreditati di cui 14 posti disponibili; 9 RSD per 347 posti accreditati di cui 9 disponibili; nessuna Comunità alloggi per disabili; non è stato possibile rilevare il numero di posti autorizzati (non è previsto

l’accreditamento) in appartamenti protetti.

17

2.2.1 Casa Beato Luigi Guanella Residenza Sanitaria Disabili di Verdello.

Finalità La Casa è un ente religioso che si ispira al suo Fondatore, il Beato Luigi Guanella, ed accoglie persone bisognose secondo un suo specifico carisma. Obiettivo del Centro è l’educazione, la cura e la riabilitazione globale delle persone con disabilità: promuovere le persone con disabilità significa curare, assistere, riabilitare e educare, in una modalità integrata degli interventi. Sede La Casa B.L.Guanella si trova a Verdello (Bergamo) in via don Giavazzi, 13. E’ collocata nel centro del paese, vicino alla Piazza della Chiesa Prepositurale e dista circa 300 metri dalla Stazione Ferroviaria, linea Bergamo-Milano via Treviglio (Milano è raggiungibile in circa 40‘ e Bergamo in 10’). La struttura consiste in più complessi: la villa centrale con portineria, uffici, cucina, spazi per la comunità religiosa; un corpo ampio ed articolato con appartamenti, laboratori, spazi di attività, salone polivalente, palestra, studi medico - infermieristici e dell’équipe, lavanderia; la Chiesa e la casa del cappellano; cortili ed ampio parco attrezzati e senza barriere architettoniche; orto e frutteto. Ogni appartamento è composto da camere da letto di 2-3 letti, servizi igienici, sala da pranzo con cucinetta e soggiorno, guardaroba, corridoio, balconi (se non è collocato a pianterreno) Destinatari La Casa Beato Luigi Guanella di Verdello opera sul territorio dal 1934, e dal 2004 è riconosciuta ed accreditata dalla Regione Lombardia come Residenza Sanitaria Disabili. Il Centro ospita donne dai 18 anni e fino a tutto l'arco della vita, con disabilità psicofisiche, provenienti dalla provincia e dal territorio regionale, che necessitano di un servizio residenziale. Capacità ricettiva La Casa accoglie 87 ospiti in regime residenziale; attualmente il 54% delle ospiti proviene dalla provincia di Bergamo, il rimanente da altre province lombarde. Modalità di ammissione La richiesta di valutazione, presentata dal Servizio Sociale e/o dalla famiglia e/o tutore e/o amministratore di sostegno, deve essere inviata all’assistente sociale della Casa. La Responsabile e l’Equipe Direttiva (medico responsabile, psicologa, assistente sociale) valutano l’idoneità della persona, oltre alle disponibilità del Centro, con particolare attenzione alla territorialità, alla gravità ed urgenza dei bisogni ed alle alternative sociali. Funzionamento Il Centro è aperto tutti i giorni dell’anno ed è coperto dal personale sulle 24 ore; per la notte è presente la veglia. Le varie attività funzionano dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 17, dal lunedì al venerdì, per tutto l’anno salvo nel mese di agosto e nelle vacanze natalizie e pasquali; in tali periodi funzionano i servizi ricreativi e di animazione. Il sabato e la domenica vi sono maggiori spazi di cura di sè e dei propri ambienti, di riposo e ricreativi, socializzanti, religiosi, oltre ai rapporti con gli ambiti familiari per visite e/o rientri a casa. Servizi e prestazioni erogate

• Gruppi-famiglia: le persone vivono in appartamenti o nuclei abitativi con

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operatori religiosi e/o laici (educatori - ASA/OSS). • Laboratori occupazionali: i gruppi sono composti da 7-8 soggetti, affidati ad un

educatore, per lo svolgimento di diverse attività stimolative, occupazionali, artigianali.

• Attività piscina e attività di ippoterapia esterni al Centro per favorire l’integrazione sociale, per gruppi di soggetti, su indicazione dell’Equipe Socio Sanitaria e Direttiva della Casa;

• Attività stimolative ed espressive, culturali e socializzanti, ricreative: vengono realizzate attività all’interno ed all’esterno del Centro per piccoli gruppi di ospiti; vengono curati anche il tempo libero, le feste e le vacanze.

• Attività del tempo libero delle ospiti con uscite e interventi straordinari (mercato, feste, etc.)

• Servizio di fisiokinesiterapia: i trattamenti (individuali e/o di piccolo gruppo, ginnastica vertebrale, cyclette, fisici, etc.) sono attuati dalle fisioterapiste secondo le indicazioni della fisiatra.

• Servizio religioso: nel rispetto delle convinzioni di ogni persona vengono proposte espressioni di culto cristiano cattolico.

• Attività medico-infermieristiche: si realizzano interventi clinici ordinari ed al bisogno, di medicina internistica e specialistici. La Casa dispone delle necessarie attrezzature sanitarie. In caso di ricoveri o necessità particolari ci si rivolge agli Ospedali del territorio. Vengono somministrati i medicinali prescritti.

• Servizio di segretariato sociale e servizio psicologico: vengono svolti compiti in riferimento a disbrigo di pratiche sociali, curati rapporti con parenti, tutori ed enti e forniti supporto psicologico e supervisione secondo le necessità di soggetti, operatori e famiglie.

• Servizi di tipo alberghiero: la Casa offre tutti i servizi previsti: amministrativo e di gestione del personale, cucina, pulizie, centralino e portineria.(cfr. PL 2.4.e).

Figure professionali coinvolte La Responsabile istituzionale è la Superiora cui fa capo la comunità religiosa e che presiede il Consiglio di Casa; come Direttrice gestisce la struttura educativo-assistenziale con la collaborazione dell’Equipe Direttiva e di stretti collaboratori (coordinatori, responsabili di settore etc.). Al personale dipendente è applicato il contratto ARIS: i ruoli e sinergie del personale sono definiti. L’organico è il seguente:

• Superiora/Direttrice e e specialisti • Medici di bas

• Psicologhe • Assistente sociale • Infermiere professionali e generiche

mministrativo

ei servizi generali (cucina, lavanderia, servizi generali, manutenzione, portineria)

ei servizi generali (cucina, lavanderia, servizi generali, manutenzione,

• Volontari e cooperatori guanelliani

• Fisioterapiste • Educatori Professionali • Personale a• ASA/OSS • Operatori d

• Operatori d

portineria)

19

Il totale complessivo delle ore di servizio del personale è calcolato sulla base della classificazione SIDi delle ospiti e soggetto quindi a modifiche periodiche in base agli

dicatori di fragilità richiesti.

alità di lavoro è prevalentemente di équipe, sia a livello direttivo che negli specifici

nti specifici, quali diari, schede personalizzate,

tore e individuali ento del personale

nario di soddisfazione delle famiglie e degli ri con socializzazione dei risultati.

in La modambiti. Gli strumenti principali sono:

• interventi educativi e assistenziali, sanitari e riabilitativi • documentazione personale: Fascicolo Socio Sanitario, scheda SIDi, Progetto

Individuale, oltre a strumestrumentazione tecnica, etc.

• programmazioni generali e specifiche, di set• formazione e aggiornam• rapporti con le famiglie • rapporti con gli enti e con il territorio

E’ a disposizione la scheda lamentele e suggerimenti. Annualmente si somministra un QuestiooperatoCosto La retta giornaliera a carico dell’ospite, con l’eventuale integrazione da parte della famiglia e/o dell’ente pubblico competenza, per l’anno 2010 è pari a euro 52,50 (cinquantadue/50). La Casa, come servizio accreditato dalla Regione Lombardia percepisce inoltre la quota erogata dal Fondo Socio Sanitario sulla base delle classificazioni SIDi, con un importo che aria da 44,00 € a 116,00 € giornalieri.

erimentale per persone con disabilità “La casa dei Comune di Urgnano

v

2.2.2 Progetto appartamento spcolori” del

Finalità Il Progetto Sperimentale “La Casa dei Colori” è un appartamento protetto che intende offrire alle persone con disabilità uno spazio domestico dove poter sperimentare la propria autonomia, in riferimento ad un progetto di vita strutturato, in accordo con famiglie ed enti

iali competenti. territor Sede La Casa dei Colori è ubicata in Via F. Coppi, 1026 ad Urgnano (BG). È situato all’interno di una palazzina che comprende due Servizi destinati a persone con disabilità (Servizio Territoriale Disabili/Servizio di Formazione all’Autonomia e La Casa dei Colori) . La struttura è composta da un piano interrato box di 800 mq. Circa, da un piano rialzato di 208 mq. (raggiungibile dai box sia per mezzo di un ascensore interno, dalle scale e da uno scivolo esterno) e da un primo piano arredato secondo un modello di tipo domestico , comprendente una zona giorno ( sala pranzo – soggiorno, cucina attrezzata) e da una zona notte ( n° 6 camere da 1-2 posti letto, n° 2 bagni attrezzati per portatori di handicap).

truttura c’è un giardino accessibile agli utenti.

Destinatari

Intorno alla s

20

Il progetto “La Casa dei Colori” è un servizio residenziale alternativo dove realizzare esperienze di crescita individuali rivolta a persone con una disabilità medio – lieve con buone capacità di autonomia. Capacità ricettiva “La Casa dei Colori” è un’esperienza residenziale, semiresidenziale e di sollievo pensata per un massimo di 7 utenti .Verranno accolti in via prioritaria , ma non esclusiva, gli utenti dal proprio territorio e dal territorio dell’Ambito di Dalmine. Modalità di ammissione La domanda di ammissione deve essere indirizzata all’Amministrazione Comunale presso l’Ufficio dei Servizi Sociali (Area Servizi alla Persona) con apposito modulo. La domanda è inoltrata dalla famiglia o dal tutore o dall’amministratore di sostegno o dai Servizi Sociali del Comune di provenienza. Funzionamento La Casa dei colori è un servizio residenziale funzionante tutto l’arco dell’anno. L’équipe tecnica propone modelli di funzionamento diversi valutando le esigenze espresse dagli utenti, dai loro familiari e dai servizi invianti, condividendo con le parti interessate l’esatto periodo di inserimento (inizio e fine dell’inserimento). Servizi e prestazioni erogate Le attività svolte e i relativi progetti si articolano in tre grandi aree:

1. Area socio sanitaria ( attività di igiene, attività di autonomie di base, ecc…) 2. Area socio riabilitativa ( attività di collaborazione con il territorio e con gli altri

Servizi territoriali, uscite, gite , ecc…) 3. Area educativa ( attività per lo sviluppo e il raggiungimento delle autonomie

possibili) Figure professionali coinvolte “La Casa dei Colori”, caratterizzata da una dimensione famigliare, si avvale delle seguenti figure professionali: a) assistente sociale; b) coordinatore; c) psicologa – psicoterapeuta; d) educatori professionali; e) ausiliari socio assistenziali – assistenti familiari.

L’équipe psico-socio-educativa può essere affiancata nello svolgimento delle attività da altre professionalità, referenti territoriale e non, personale volontario e tirocinanti.

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Costo Le rette sono determinate dalla Giunta Comunale, come segue:

- € 1.350,00 mensili per soggetti residenti (in caso di possesso di pensioni di diversa natura)

- € 1.600,00 mensili per soggetti residenti (titolari di patrimonio mobiliare ed immobiliare, oltre alle pensioni sopra indicate)

- € 2.200,00 mensili per soggetti non residenti - € 150,00 per il fine settimana dei soggetti residenti - € 300,00 per il fine settimana dei soggetti non residenti - € 300,00 per il periodo di una settimana dei soggetti residenti - € 600,00 per il periodo di una settimana dei soggetti non residenti

La quantificazione a carico del soggetto verrà determinata con riferimento alle condizioni economiche sopra descritte che dovranno essere documentate attraverso la certificazione ISEE. E’ previsto il pagamento anticipato della retta dovuta, al momento dell’inserimento: le modalità specifiche verranno comunicate al momento dell’accettazione e della comunicazione della retta a carico dell’utenza.

2.2.3 Progetto residenziale in fase di elaborazione sul territorio di Dalmine, promosso dal Comune in collaborazione con la Cooperazione sociale

Nel periodo 1995-1996 è stata attuata una mappatura delle persone con disabilità

residenti a Dalmine e dei loro bisogni da cui è emersa l’insoddisfazione per 20 soggetti del

bisogno di residenzialità inteso come necessità rilevabile nei successivi 5-10 anni.

Sulla base dei bisogni espressi e non soddisfatti della popolazione con disabiità di

Dalmine, è stato formulato nel 2001, successivamente aggiornato nel 2003, un progetto di

riorganizzazione dei servizi per le persone con disabilità, articolato su 3 unità d’offerta:

a) Centro diurno disabili (CDD)

b) Servizio territoriale disabili (STD)

c) Comunità residenziale con gruppo famiglia

- Comunità alloggio per 10 persone con disabilità media, di cui 3 in carrozzina

- Gruppo famiglia per 2 persone con disabilità media per ricoveri di sollievo

- Accoglienza per n. 4 persone con disabilità lieve

Il progetto delle 3 unità di offerta è stato suddiviso in due lotti: il primo lotto (CDD e STD) è

stato realizzato, mentre il secondo lotto (struttura residenziale) non ha visto la costruzione

dell’immobile ma la sola individuazione del terreno dove collocarlo (adiacente al CDD e

STD).

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Il 22 maggio 2009 è stato sottoscritto dal Comune di Dalmine e dalla Cooperazione sociale

un documento di intesa per la promozione di un servizio residenziale per persone con

disabilità a Dalmine, che prevede le seguenti fasi:

1. Rilevare il bisogno di residenzialità nel Comune di Dalmine e nell’Ambito di Dalmine

2. Individuare quale servizio residenziale realizzare

3. Definire il progetto definitivo ed esecutivo dell’opera

4. Elaborare un piano di fattibilità economico-finanziaria

Nel settembre 2009, su indicazione dell’Ambito di Dalmine, è stata effettuata una

mappatura sul bisogno di residenzialità nei prossimi 5 anni.

I dati relativi al solo Comune di Dalmine: 19 persone con disabilità hanno un bisogno di

residenzialità, di cui:

• 9 per Residenza sanitaria assistenziale per persone con disabilità (RSD) • 6 per Comunità alloggio socio sanitaria per persone con disabilità (CSS) • 4 per appartamento protetto

Rispetto alla mappatura del 1995 il bisogno viene riconfermato: il numero è molto vicino

(20 e 19) ma gli utenti sono nel tempo cambiati in quanto alcuni sono stati nel frattempo

inseriti in struttura.

Il Comune di Dalmine e la cooperazione sociale, tenuto conto della rilevazione del bisogno

e delle risorse disponibili a livello di Ambito, hanno convenuto sulla necessità di avviare

una RSD per 20 posti con un appartamento protetto per 5/6 utenti con possibilità di

sollievo. In attesa della riapertura delle procedure di accreditamento regionale si è valutata

l’ipotesi di avviare in fase iniziale una comunità alloggi per disabili e l’appartamento

protetto.

L’accordo tra Comune e Cooperazione sociale è ancora attivo e dovrà, nei prossimi mesi,

concretizzarsi nella definizione del progetto e del piano di fattibilità economica-finanziaria.

2.3 Proposta operativa La mappatura dei bisogni, rapportata alle attuali risorse presenti sul territorio, sia

dell’Ambito che provinciale, evidenziano la necessità di promuovere nuove risorse. Ciò è

stato in parte già accolto dal Comune di Urgnano, con il progetto di un appartamento

protetto, e dal Comune di Dalmine, con l’ipotesi di una RSD.

In aggiunta a ciò si valuta opportuno sollecitare l’RSD di Verdello affinché, nel limite del

possibile, faciliti il passaggio delle sue ospiti, al raggiungimento dei 65 anni, alla

Residenza sanitaria assistenziale (RSA) in modo da consentire un maggior movimento di

23

dimissioni e ammissioni. Ciò potrebbe essere facilitato da accordi con le RSA presenti

nell’Ambito (a Dalmine, Osio Sotto, Stezzano, Urgnano e Verdello).

Attraverso lo strumento dei patti 2010-2012, l’Ambito di Dalmine ed il distretto socio

sanitario di Dalmine hanno avviato con le RSA ed i CDI del territorio un laboratorio

progettuale che ha come finalità il miglioramento e l’integrazione dei processi di accesso ai

servizi socio-sanitari dell’area anziani. Attraverso questo lavoro congiunto, ASL- Ambito

territoriale- unità d’offerta socio sanitarie, sarà possibile definire i criteri e le modalità

operative che favoriscono la continuità della cura e dell’assistenza. Questo favorirà la

definizione di modalità di passaggio da un servizio ad un altro più idoneo e la costruzione

di costruire prassi operative ed accordi che favoriscano l’accoglienza di situazioni

complesse segnalate dai servizi sociali, in un’ottica di lavoro di rete ed integrazione socio-

sanitaria.

Rimangono comunque aperte tre questioni in merito alle rette di inserimento:

1. La compartecipazione al costo derivante dall’inserimento in struttura residenziale da

parte dell’utente, della famiglia e del Comune.

2. La diversità di rette giornaliere nelle strutture residenziali: oltre 100 € al giorno per le

CSS; 33/70€ con una media provinciale di 50/60 € per le RSD; 85/90 € per gli

appartamenti.

3. L’insostenibilità del costo a carico del Comune di residenza, che rimane in essere dalla

data di inserimento, spesso in giovane età, sino al decesso dell’utente e se riguarda

più di una persona immobilizza il bilancio economico dei servizi sociali.

Per rispondere alla prima questione l’Ambito di Dalmine ha avviato un gruppo di lavoro sul

tema della compartecipazione al fine di definire un regolamento comune, il cui esito sarà

oggetto di altro documento.

Per l’eterogeneità delle rette giornaliere di ricovero è opportuno sollecitare l’ASL di

Bergamo affinché definisca dei protocolli provinciali, come già avvenuto per i Centri Diurni

Disabili, con cui definire uguali rette per tipologia di servizio.

Di fronte all’insostenibilità del costo a carico del Comune pare che l’unica possibile strada

sia la costituzione di un fondo di Ambito, simile a quello previsto per l’inserimento di minori

in struttura da parte dell’Agenzia Minori. Il fondo prevede a carico di ogni Comune

dell’Ambito una quota pro-abitante ed il 50% del costo dell’inserimento in struttura.

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Allegati: 1. Questionario di rilevazione del bisogno di strutture diurne rivolto ai servizi sociali

2. Schema per la raccolta dei dati delle NPI sul bisogno di strutture diurne

3. Rilevazione del bisogno di strutture diurne segnalato dai servizi sociali

4. Schema riepilogativo delle NPI sul bisogno di strutture diurne

5. Scheda di valutazione CDD

6. Questionario di rilevazione del bisogno di strutture residenziali

7. Report indagine sul bisogno di strutture residenziali

Dalmine, 27 gennaio 2011

IL GRUPPO DI LAVORO SULLA PROMOZIONE DI STRUTTURE RESIDENZIALI E DIURNE

PER PERSONE CON DISABILITA’