Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla miseria che dilaga fra le masse lavoratrici, tra i...

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Ottobre 2017 Numero 83 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Con questo slogan affermiamo che a cento anni dalla Rivoluzione Socialista d’Ottobre siamo sempre nella stessa epoca: quella dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria. Che le condizioni oggettive della rivoluzione socialista sono più mature di ieri nel sistema complessivo dell’imperialismo. Che la tesi leninista sulla necessità e possibilità di spezzare nell’anello più debole (o negli anelli più deboli) la catena della dominazione imperialista è pienamente vigente. Che la rottura rivoluzionaria, oltre ad essere una necessità obiettiva, si va costituendo come un’alternativa reale per milioni di lavoratori e di giovani che in tanti paesi del mondo mettono in discussione il sistema capitalistico. La Rivoluzione d’Ottobre è attualissima perchè il rivolgimento sociale diretto dal proletariato è possibile, necessario e urgente per salvare l’umanità dal baratro in cui il capitalismo la vuole trascinare e fondare su nuove basi la società. L’esperienza dimostra che il capitalismo si può superare solo con il suo abbattimento e l’edificazione del socialismo. Il compito storico della classe operaia è distruggere l’apparato statale della borghesia e costruire lo stato di dittatura del proletariato, cioè la più ampia e genuina democrazia per i lavoratori, per marciare verso il comunismo. Affermare che la rivoluzione è oggi significa prepararla e organizzarla giorno dopo giorno, sconfiggendo le posizioni riformiste e opportuniste, avanzando nel processo di accumulazione di forze, Significa lottare quotidianamente per il Partito comunista e dunque creare nel nostro paese un’organizzazione rivoluzionaria della classe operaia, che ne sia l’embrione. Questo è il più rivoluzionario di tutti i compiti immediati, la cui soluzione sta nell’unione dei sinceri comunisti e dei proletari d’avanguardia in una sola forza che svolga propaganda e agitazione politica nella classe operaia e i lavoratori sfruttati. Come rivoluzionari proletari riaffermiamo la nostra fedeltà ai principi del marxismo- leninismo e ci impegniamo di applicarli alla situazione concreta, assumendo la responsabilità di organizzare la rivoluzione, di lavorare instancabilmente per la causa del comunismo. Sì compagni, la rivoluzione è oggi, uniamoci e organizziamoci! “Il proletariato non ha altra arma che l'organizzazione nella lotta per il potere” Lenin

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaOttobre 2017 Numero 83 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Con questo slogan affermiamo che acento anni dalla Rivoluzione Socialistad’Ottobre siamo sempre nella stessaepoca: quella dell’imperialismo e dellarivoluzione proletaria. Che le condizioni oggettive dellarivoluzione socialista sono più mature diieri nel sistema complessivodell’imperialismo. Che la tesi leninista sulla necessità epossibilità di spezzare nell’anello piùdebole (o negli anelli più deboli) la catenadella dominazione imperialista èpienamente vigente. Che la rottura rivoluzionaria, oltre adessere una necessità obiettiva, si vacostituendo come un’alternativa reale permilioni di lavoratori e di giovani che intanti paesi del mondo mettono indiscussione il sistema capitalistico. La Rivoluzione d’Ottobre è attualissimaperchè il rivolgimento sociale diretto dalproletariato è possibile, necessario eurgente per salvare l’umanità dal baratroin cui il capitalismo la vuole trascinare efondare su nuove basi la società. L’esperienza dimostra che il capitalismo sipuò superare solo con il suo abbattimentoe l’edificazione del socialismo.Il compito storico della classe operaia èdistruggere l’apparato statale dellaborghesia e costruire lo stato di dittaturadel proletariato, cioè la più ampia egenuina democrazia per i lavoratori, permarciare verso il comunismo. Affermare che la rivoluzione è oggisignifica prepararla e organizzarla giornodopo giorno, sconfiggendo le posizioniriformiste e opportuniste, avanzando nelprocesso di accumulazione di forze, Significa lottare quotidianamente per ilPartito comunista e dunque creare nelnostro paese un’organizzazionerivoluzionaria della classe operaia, che nesia l’embrione. Questo è il piùrivoluzionario di tutti i compiti immediati,la cui soluzione sta nell’unione dei sincericomunisti e dei proletari d’avanguardia inuna sola forza che svolga propaganda eagitazione politica nella classe operaia e ilavoratori sfruttati. Come rivoluzionari proletari riaffermiamola nostra fedeltà ai principi del marxismo-leninismo e ci impegniamo di applicarli allasituazione concreta, assumendo laresponsabilità di organizzare larivoluzione, di lavorare instancabilmenteper la causa del comunismo. Sì compagni, la rivoluzione è oggi,uniamoci e organizziamoci!

“Il proletariato non ha altraarma che l'organizzazione nellalotta per il potere” Lenin

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La Rivoluzione Socialistad’Ottobre compie cento anni enoi comunisti la celebriamo e lafesteggiamo valorizzando la suaenorme portata storico-mondiale. La Rivoluzione d’Ottobre hainfatti dimostrato: • che l'imperialismo non èonnipotente, ma che la suacatena può essere rotta nelsuo anello più debole;• che con la conquistarivoluzionaria del poterepolitico il proletariato puòrealizzare la sua liberazione daldominio del capitale e abolirelo sfruttamento dell’uomosull’uomo;• che la vuota e falsademocrazia parlamentareborghese può essere sostituitada una nuova e autenticaforma di democrazia, basatasugli organi del potereproletario;• che nel quadro e con glistrumenti della dittaturarivoluzionaria delproletariato è possibileespropriare gli espropriatori,costruire un'economiapianificata basata sullaproprietà sociale dei mezzidi produzione e costruire lasocietà socialista in direzionedel comunismo.A distanza di un secolodall’Ottobre, noi siamo semprenell’epoca dell’imperialismo edella rivoluzione proletaria. In

questa epoca il proletariato hadimostrato di poter costruire inbreve tempo un sistemaeconomico e socialesuperiore al capitalismo. Harisolto enormi problemi eprodotto grandi conquiste eavanzamenti per i lavoratori. Hadistrutto l’oppressione chegravava su decine e decine dipopoli. Ha sconfitto la bestianazifascista. Ma ha anche subitoil tradimento del socialismo e larestaurazione del capitalismo daparte dei revisionisti, che sonocapitolati di fronte allapressione imperialista.Il movimento che abolisce lostato di cose presente è unprocesso aspro e lungo, che nonsi svolge in modo rettilineo.Conosce avanzate e ritirate,vittorie e sconfitte, da cui trarrele dovute lezioni. L’Ottobre neha rappresentato un realeprogresso, non solo per averiniziato la costruzione delsocialismo e sviluppato lacontraddizione tra capitale elavoro in tutto il mondo, maanche perché ha fatto acquisirealla classe operaia lacoscienza dei suoi scopi emostrato la via perraggiungerli. La rivoluzione non è una“questione del passato” o una“deviazione” del corso“normale” della storia, comeaffermano i teorici dellaborghesia liberale e

dell’opportunismo. E’ invece ilrisultato logico, soggetto a leggi,dello sviluppo della società. E’ un fenomeno assolutamentenecessario e inevitabile inuna società divisa in classiantagoniste, senza il qualel’intera società declina eregredisce.A 100 anni dall’Ottobre, lec o n t r a d d i z i o n ifondamentali cheaffrontarono i bolscevichipersistono e la crisi generaledel sistema capitalisticomondiale si approfondiscesempre più. La situazione delproletariato e delle massepopolari si aggrava di giorno ingiorno, come è evidente anchenel nostro paese. Si intensificalo sfruttamento deilavoratori e delle lavoratrici perestorcere la quantità più grandepossibile di plusvalore. I salarisono da fame e i licenziamentinon si fermano. Aumentacontinuamente l’incertezza el’insicurezza del lavoro edella vita. I diritti democraticifaticosamente conquistati sonocancellati dai governi deipadroni, che si sforzanosistematicamente di ottenere lascissione del movimentooperaio. Gli operai e le operaiedivengono più poveri quantopiù producono la ricchezzasociale. Alla miseria che dilagafra le masse lavoratrici, tra i

giovani e le donne del popolo,corrisponde un inauditoaumento delle ricchezzepossedute da una minoranza disfruttatori e di parassiti. A livello internazionale siinasprisce la lotta frapotenze imperialiste ecapitaliste per i mercati disbocco, le fonti di materieprime, per una nuovaripartizione del mondo tramitela guerra. Di conseguenzaaumentano le spese militari, simette l’economia su un piede diguerra e avanzano i partiti piùreazionari e guerrafondai. Leidee “alla moda” diffuse fra lemasse si chiamano sciovinismoe xenofobia, razzismo epopulismo, militarismo efascismo, fondamentalismoreligioso. Più si consolida ladittatura del capitalemonopolistico sulle massesfruttate e oppresse, più sidiffondono la fame, l’ignoranza eil regresso politico, culturale,morale. La devastazioneambientale causata dalla ricercadel massimo profitto, mette arischio l’esistenza stessa delgenere umano. Il capitalismonon può dare ai lavoratoribenessere, prosperità, pace, masolo miseria, guerra,reazione e distruzione sututta la linea.Il mondo attuale è gravido diuna rivoluzione chiamata asostituire la proprietà

Facciamo nostri gli insegnamenti della Rivoluzione Socialista d’Ottobre

COSTRUIAMO L’ORGANIZZAZIONE POLITICAINDIPENDENTE E RIVOLUZIONARIA

DELLA CLASSE OPERAIA!

ottobre 2017 3capitalistica dei mezzi diproduzione con la proprietàcomune degli stessi, ad abolireil lavoro salariato per sviluppareil lavoro associato. Larivoluzione sociale sorge dallecontraddizioni della vitamateriale, poiché le forzeproduttive della società,sviluppatesi enormemente,sono in conflitto acuto con irapporti di produzioneborghesi. Lo dimostrano lericorrenti e sempre più gravicrisi economiche. Questirapporti di produzione sono lecatene che devono esserespezzate per assicurare losviluppo sociale. Tutta la situazione economica esociale a livello internazionale èstraordinariamente ricca disostanze infiammabili, èsuscettibile di esplosionirivoluzionarie cheinevitabilmente siprodurranno nei prossimianni e decenni. Il proletariatoe le masse popolari nontollereranno a lungo leprivazioni, le sofferenze, laviolazione dei loro diritti daparte dei loro sfruttatori eoppressori, non accetteranno difarsi massacrare di nuovo pergli interessi della borghesiaimperialista. La Rivoluzione d’Ottobre non èdunque un evento storicolontano, senza più legame con lelotte proletarie che sisviluppano oggi. E’ invece unevento di straordinaria attualità,che contiene molteplici lezionie principi da applicare nellasituazione concreta, checontinua a ispirare generazionidi operai alla lotta per ilsocialismo. La rivoluzionesocialista è l’unicaalternativa possibile enecessaria per gli operai ele operaie, i giovani e ledonne degli strati popolari,i popoli oppressi!L’illusione che sia possibile perle classi lavoratrici raggiungere ilpotere rinunciando alla lottarivoluzionaria per abbracciarele riforme e la “viaparlamentare” al socialismo stasvanendo. Si sviluppano ilmalcontento e la protestasociale, cresce laconsapevolezza che le cose nonpossono continuare come

sono, che il capitalismo nonpuò essere “umanizzato”.E’ necessaria una profondatrasformazione sociale pereliminare la rovina economica,sociale, morale, ecologica, chel'umanità soffre inevitabilmentesotto il dominio dei monopolifinanziari. Ma quale classe sociale puòsalvare l’umanità dal caos e dalladistruzione della civiltà,conquistando il potere politicocon la rivoluzione erovesciando i rapporti diproduzione esistenti? Questa forza è la classeoperaia, la classe piùrivoluzionaria della società,la classe che ha avuto un ruolodeterminante nella Rivoluzioned’Ottobre e nella costruzionedel socialismo, dirigendo i suoialleati. La classe operaia èrivoluzionaria non per

un’ideologia, ma per il ruolo cheoccupa nel processo diproduzione sociale, per ilrapporto che ha con i mezzi diproduzione, per la suaorganizzazione sulla base dellagrande industria, per la tempraacquisita nelle sue battaglie. E’ laclasse direttamente emaggiormente sfruttata daicapitalisti, che si approprianogratuitamente del plusvalorecreato dagli operai e dalleoperaie salariati. Dunque èl’unica classe sociale che haun rapporto antagonistico colcapitale nella sfera stessa delprocesso produttivo.

Perciò la classe operaia èstoricamente predisposta arovesciare questo sistema,svolgendo un ruolo diraggruppamento e guidanella lotta di tutti glisfruttati e gli oppressi delcapitalismo. E’ la sola classeche può abbattere la borghesia,distruggere la sua macchinastatale oppressiva e costruireun nuovo apparato stataleproletario per vincere labattaglia dell’emancipazionedella classe operaia, nella qualeè implicita la generaleemancipazione umana. L’esperienza della Rivoluzioned’Ottobre – come quelle ditutte le rivoluzioni vittoriosedel secolo scorso – contieneun’altra fondamentale lezione:alla testa della classe operaia sitrovava un Partitocomunista, provato nellelotte rivoluzionarie.

Non si può parlare dell’Ottobrese non si parla del Partitobolscevico di Lenin e di Stalin.Un partito indipendente dallaborghesia e dallasocialdemocrazia, guidato dallateoria di avanguardia delproletariato, in grado dielaborare un programmapolitico, proposte, tattiche, lineedi azione e parole d’ordine cherappresentano gli interessiimmediati e strategici dellaclasse operaia. Un partitocombattivo, strettamentevincolato alle masse lavoratrici,con un'unica direzione e unasola volontà di azione.

Questa circostanza è statadeterminante per lavittoria della Rivoluzioned’Ottobre. L’esperienzadimostra che diversi processirivoluzionari non hanno potutotrionfare a causadell’inesistenza o delladebolezza del partitocomunista. Allo stesso tempodimostra che il proletariato èstato sconfitto, ha perso ilpotere, quando il suo partito ècaduto nelle mani deirevisionisti, degli opportunisti,dei traditori.Il partito comunista è essenzialenella lotta per il potere politicoe la costruzione della nuovasocietà. Ma quale fondamentalecaratteristica ha questo partito? Anche qui l’esperienza sovieticaparla chiaro: serve un partitocomunista che sia parte diuna determinata classesociale, la classe operaia.Non un suo organo o unostrumento esterno, ma ilreparto più avanzato eorganizzato, piùrivoluzionario delproletariato, formato daimigliori operai e dalle migliorioperaie, quelli che hanno lamaggiore coscienza di classe,spirito di sacrificio, disciplina elungimiranza. Non un partitocampato per aria, ma un partitocollegato con mille fili alla classee alle sue forme diorganizzazione, per dirigerlasulla via della rivoluzione edel potere proletario. Il sindacato di classe, gli altriorganismi di fabbrica, leassociazioni dei giovani e delledonne, sono assolutamentenecessari per lo sviluppo dellalotta di classe e per rafforzare ilproletariato come forzachiamata a dirigere l’interasocietà. Ma hanno un campod’azione limitato, non hannouna linea comune e nonpossono con le loro sole forzeguidare la lotta del proletariatoper l’abbattimento della societàborghese e la costruzione dellanuova società. Sotto un certo punto di vistapossiamo dire che questeorganizzazioni di massa servonoproprio per dimostrare lanecessità del Partitocomunista, unicaorganizzazione di classe capace

ottobre 20174di dirigere la lotta delproletariato.Oggi questo partitoindipendente dalla borghesia eimpegnato a dirigere la lottarivoluzionaria delle masse per ilsocialismo, purtroppo non c’ènel nostro paese. E quando ilmovimento comunista e ilmovimento operaio camminanosu strade distanti, finisconoper indebolirsi entrambi. Senza il suo partito la classeoperaia – oggi più divisa edifferenziata, ma tutt’altro chesparita – rimane a rimorchiodegli opportunisti, deicollaborazionisti, dei politicantie dei sindacalisti corrotti checampano sulle sue spalle. Vienesommersa da un’ondatapiccolo-borghese che lacontagia con le sue concezionie le sue meschinità. Resta unamassa di lavoratori isolati eschiacciati dal lavoro salariato,divisi dalla concorrenzacapitalistica, abbrutiti dallamiseria. L’attuale debolezza soggettivadel proletariato dipende in largaparte dall'assenza di un fortepartito di tipo leninista. La suaformazione è una necessitàimperiosa - tanto più in unasituazione di feroce offensivaimperialista e di reazionedilagante - che dobbiamoperseguire con tenacia e fiducianella capacità della classeoperaia di esprimere dal suoseno un partito autonomo diclasse.Chiaramente il partito non si fain una notte, non nasce perdecreto e in modoperfettamente corrispondentealle esigenze di classe. Ogginemmeno può scaturire da unascissione, come avvenne per ilPCdI nel 1921. E’ invece il fruttodi un processo di unità che siforgia nel corso della lotta,nelle dure battaglie contro ilnemico di classe e i suoicomplici, contro le concezioni ele abitudini borghesi e piccoloborghesi.Per unire il socialismoscientifico e il movimento dimassa operaio, per combinarela lotta politica contro laborghesia alla lotta operaia pergli interessi economici epreparare la formazione delPartito leninista, è necessario

amalgamare e coordinare icomunisti e gli operaiavanzati in una solaorganizzazione politicaindipendente erivoluzionaria delproletariato. Questo è ilcompito principale che abbiamodi fronte.Il passaggio dal frazionamentoesistente alla formazione delreparto di avanguardiaorganizzato e cosciente delproletariato, il Partitocomunista, può avvenirecostruendo un’organizzazioneche ne prepari le condizionipolitiche, organizzative,programmatiche, stringendolegami sempre più stretti con laclasse operaia attraverso lapropaganda e l’agitazionepolitica.U n ’ o r g a n i z z a z i o n ecentralizzata, guidata dallateoria e dalla pratica delmovimento di emancipazionedel proletariato, il marxismo-leninismo, ispirata ai principid e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario, che riunisca la partemigliore del proletariato esviluppi una pratica socialeconseguente fra gli sfruttati,sostenendo le loro lotte perelevare la coscienza di classe esviluppare la solidarietà di stratioperai sempre più vasti. E’ ora di dirigere i nostri sforziverso la creazione di questaorganizzazione proletaria,un’unione di lotta per ilsocialismo che sia l’embrionedel Partito comunista delproletariato del nostro paese,strettamente legata alMovimento comunistainternazionale.Invitiamo tutti i proletarid’avanguardia, i comunistiorganizzati e non, a ragionare suquesto progetto diriorganizzazione politica, aesprimersi su di esso,rompendo con l’opportunismoe l’economicismo,abbandonando l’attendismo e lapassività, per impegnarsi inprima persona. Chi vuole contribuireall’organizzazione degli operaiin classe, e quindi in partitopolitico autonomo che sioppone a tutti gli altri partitidelle classi proprietarie, nonpuò tergiversare, non può

perpetuare una politica “disussistenza” fine a se stessa. Deve scegliere, esprimendouna chiara volontà politicae assumendosi le proprieresponsabilità.Noi comunisti (marxisti-leninisti) sentiamo il dovere diimpegnarci per liberarci dalfrazionamento e dalladispersione, per passare a unaforma superiore, più unita emeglio organizzata. Siamopronti a mettere a disposizionedell’unificazione le nostremodeste forze, mezzi, risorse ecollegamenti, così da favorirel’unione degli elementi operaiavanzati e preparare laformazione del Partito. Ma nessun gruppo, nessuncircolo, nessun sindacatoclassista, nessuna singolapersonalità, può dare da solo lasoluzione al problema. Questasoluzione può essere datasoltanto dall’attivitàorganizzata in comune delproletariato rivoluzionarionella lotta politica. Siamo ottimisti e convinti che leesigenze dello sviluppo sociale,le cause oggettive e profondedell’unione edell’organizzazione dei proletaririvoluzionari, generate dallastessa offensiva imperialista,sono più forti di quelle delladivisione che la borghesia e gliopportunisti voglionoperpetuare. Impegniamoci dunque a

costruire un genuinoembrione di partitorivoluzionario basato sulmovimento operaio, che siain grado di determinare iprincipali scopi della lotta, didefinire le basi, i passaggi e glistrumenti necessari perraggiungere questo storicoobiettivo; fra di essi un giornalepolitico comunista che svolgeràun ruolo decisivo nell’opera diunificazione dei gruppi e deicircoli locali, dei migliorielementi della classe operaia. Diamo continuità allacelebrazione del centenariodell’Ottobre Rosso realizzandoincontri e riunioni con le realtàdi classe nelle varie località peravanzare nel confronto e nelprocesso di unità e lotta.Assicuriamo una dinamicaconcreta allariorganizzazione politicadel proletariato stringendo inostri contatti!Compagne e compagniproletari, lottiamo eorganizziamoci insieme!

Piattaforma Comunista –per il Partito Comunistadel Proletariato d’Italia

Sito internet:www.piattaformacomunista.com

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Iniziative editoriali per il Centenarioottobre 2017 5

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Periodico mensile.Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012

Dir. resp. E. MassiminoRedaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Editrice Scintilla OnlusChiuso il .16.10.2017 - stampinprop.

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“Teoria e Prassi” n. 29 - edizione specialeLa rivista, dedicata al 100° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, è disponibile anchein formato cartaceo.Gli articoli sono i seguenti: - Per il centesimo anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre - Il Partito leninista è il partito della rivoluzione proletaria - “Tutto il potere ai Soviet!” - L’esperienza del proletariato al potere e la lotta per il comunismo - Il ruolo chiave di Stalin nella Rivoluzione d’Ottobre - La lotta alla controrivoluzione e la figura di Dzerzinskij- “Il picchetto è stanco”: lo scioglimento dell’Assemblea costituente - L’Ottobre Rosso e la fondazione dell’Internazionale comunista- Il ruolo delle donne nella Grande Rivoluzione d’Ottobre- Su alcune posizioni erronee riguardo la restaurazione del capitalismo in URSS- Il rapido smantellamento dei rapporti di produzione socialisti in URSS- V. I. Lenin, Il tipo sovietico di Stato- G. Stalin, La teoria della rivoluzione proletaria nell’epoca dell’imperialismo - I centocinquanta anni del “Capitale” di Karl Marx- A 50 anni dall’assassinio di Ernesto “Che” Guevara- Dichiarazione del XXI Seminario “Problemi della Rivoluzione in America Latina”. La rivista di 76 pagine è in vendita al prezzo di € 5 (più 1,30 di spedizione postale). Richiedetela!

Nel 100° anniversario dellagloriosa Rivoluzione d'Ottobre,che sarà celebrato conentusiasmo militante nel 2017dai marxisti-leninisti e daiproletari rivoluzionari di tutto ilmondo, noi compagni di“Piattaforma Comunista – per ilPartito Comunista delProletariato d'Italia” – attuandole decisioni del XXII Plenumdella Conferenza Internazionaledi Partiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti - abbiamoprodotto un opuscolo con dueimportanti scritti di Lenin e diStalin.Il primo testo, “Per il quartoanniversario della rivoluzioned'Ottobre”, scritto da Leninnell’ottobre del 1921, è unbilancio fervido e appassionatodei primi quattro anni di potere

proletario dopo la Rivoluzioned’Ottobre. Esso si articola in tre puntifondamentali: il rapporto frarivoluzione democratico-borghese e rivoluzionesocialista; il problema delleguerre imperialiste nell'epocadel capitale monopolistico efinanziario; l'organizzazioneeconomica nel nuovo Statoproletario.Il secondo testo, “LaRivoluzione d'Ottobre e latattica dei comunisti russi”,scritto da Stalin nel 1924 ediviso in quattro parti, è unarigorosa analisi teorico-politicadella strategia e della tattica chepermisero ai bolscevichi laconquista del potere nel 1917.Invitiamo i compagni a leggere estudiare questi due testi!

Opuscolo sulla RivoluzioneSocialista d’Ottobre

Nell’ambito del programmadi celebrazione del 100°anniversario dellaRivoluzione Socialistad’Ottobre, abbiamorealizzato le Opere completedi Lenin e di Stalin in formatopdf, disponibiliseparatamente in CD-ROMal prezzo di sottoscrizione di10 euro l’uno, ecumulativamente in unachiavetta Usb al prezzo di 20euro (i costi sonocomprensivi delle spese dispedizione postali).Abbiamo anche realizzato unopuscolo contenente due

importanti scritti di Lenin edi Stalin (“vedi riquadro alato), con una nostrapresentazione, per favorire laloro conoscenza e diffonderlinella maniera più ampia. Ilprezzo è di 3 euro, spesepostali comprese.Per ricevere il materialeoccorre versare ilcorrispettivo sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus, specificandonella causale quello che sidesidera ricevere e inviandouna email di avviso delversamento [email protected]

Opere complete di Lenin e di Stalin

L’Associazione Scintilla Onlus, nell’ambito del programmadi celebrazione del 100° anniversario della RivoluzioneSocialista d’Ottobre, ha realizzato un DVD con trecapolavori di Sergej Eisenstein:• Sciopero! (1924)• La corazzata Potemkin (1925)• Ottobre (1927)Il DVD con i tre film è disponibile al prezzo di sottoscrizionedi 10 euro, comprensivo delle spese di spedizione postali.Per ricevere il DVD occorre versare la somma richiesta sulc.c.p.001004989958 intestato a Scintilla Onlus, specificandonella causale “Film” e inviando una email di conferma [email protected] l’Ottobre Rosso! L’alternativa è la Rivoluzione!

Capolavori di SergeiEisenstein

Documenti della CIPOMLE’ disponibile un opuscolo contenente trefondamentali documenti della ConferenzaInternazionale di Partiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti (CIPOML): la Dichiarazione fondativa, la Piattaforma

comunista internazionale e le Norme. Il prezzo dell’opuscolo in formato cartaceo è di 3 euro (piùspese postali). Invitiamo i nostri lettori a richiederlo alla redazione!

Uno dei più noti strumenti dellapropaganda antileninista della borghesia edelle varie “anime” della socialdemocraziaè, da cent'anni a questa parte, lademonizzazione dell'Ottobre Rosso. Che cosa fu, secondo questianticomunisti, la conquista del potere inRussia da parte del proletariato? Unarivoluzione? No, un colpo di Stato! Laprova? Lo scioglimento dell'AssembleaCostituente nel gennaio del 1918. Durante il periodo storico dellapreparazione della prima rivoluzionerussa, quella antizarista del febbraio 1917,la parola d'ordine democratica dellaCostituente era stata agitata da tutte leforze politiche che combattevanol'autocrazia dei Romanov (liberali,socialisti-rivoluzionari, trudoviki), e lostesso partito bolscevico l'aveva inclusanel suo programma politico. Nel periodo intercorso tra la rivoluzionedel Febbraio 1917 e la Rivoluzioned'Ottobre, il partito di Lenin avevachiesto insistentemente ai vari governiprovvisori, fino a quello di Kerenski, laconvocazione dell'AssembleaCostituente. Questi governi si erano aparole impegnati a convocarla, maesitavano, tergiversavano, temendo che ilcontrollo politico dell'Assemblea cadessenelle mani delle forze autenticamenterivoluzionarie. Con il rovesciamento del Governoprovvisorio kerenskiano e l'arresto deisuoi ministri, la rivoluzione dell'Ottobre1917 aveva fatto dei Soviet i supremidepositari del potere rivoluzionario.Dovevano essi, dopo la vittoria, rimetterequesto potere nelle mani di un'AssembleaCostituente, che era l'organocostituzionale della democrazia borghese? Il Comitato Esecutivo Centrale dei Sovietredasse una Dichiarazione di diritti delleclassi lavoratrici e sfruttate che avrebbedovuto essere successivamentesottoposta all'attenzione dell'AssembleaCostituente. La dichiarazione esordivadicendo che la Russia era una repubblicadi Soviet, ai quali spettava il poteresupremo, e “una libera unione di liberenazioni sotto forma di Federazione direpubbliche sovietiche nazionali”. Infinedue articoli stabilivano che l'AssembleaCostituente, essendo stata eletta sullabase di liste di partito compilate primadella situazione verificatasi con la cadutadel Governo provvisorio, avrebbecommesso un errore fondamentale se sifosse schierata contro il potere sovietico.

La Costituente avrebbe dovutoriconoscere il nuovo potererivoluzionario, e il suo compito avrebbedovuto consistere nell'elaborazione deiprincìpi fondamentali della nuova societàsocialista di cui cominciava allora lacostruzione. L'apertura dell'AssembleaCostituente non fu dunque ostacolata dalnuovo governo sovietico. La prima seduta si tenne il 5 gennaio 1918nel Palazzo di Tauride, circondato dareparti armati a scopo difensivo controeventuali attacchi controrivoluzionari, eanche nelle tribune riservate al pubblicofurono largamente presenti soldati emarinai. I socialisti-rivoluzionari avevanocercato di ottenere l'appoggio di alcunireggimenti, ma questi si rifiutarono diaccogliere il loro appello. Il 5 gennaio, all'apertura dell'AssembleaCostituente, il presidente del ComitatoEsecutivo Centrale dei Soviet, JakovMikhailovic Sverdlov, andò alla tribuna elesse la Dichiarazione dei diritti delpopolo lavoratore e sfruttato, scritta daLenin e approvata dall'organo dirigentedei di Soviet. La dichiarazione conteneva le leggi, giàapprovate dallo Stato sovietico, sul poteredei Soviet, sul controllo operaio, sullaterra e sulla pace, e proclamava comecompito principale della rivoluzioneproletaria la liquidazione del capitalismo el'edificazione del socialismo. La dichiarazione menzionava anche laformazione del Consiglio superioredell'Economia nazionale come primopasso verso il passaggio delle fabbriche edei trasporti in proprietà dello Statooperaio e contadino, la nazionalizzazionedelle banche, l'annullamento di tutti iprestiti stranieri, e la formazionedell'Esercito Rosso. Il compagno Sverdlov chiese allaCostituente l'approvazione di tutti questiprovvedimenti già adottati dal governosovietico presieduto da Lenin, e tornò alproprio posto. La parte controrivoluzionariadell'Assemblea, formata dai democratici-costituzionali (cadetti) e dai socialisti-rivoluzionari di destra, rifiutòl'approvazione, ed elesse Cernov allapresidenza. Il gruppo bolscevico bollò ilcomportamento dei controrivoluzionari euscì compatto dall'aula, seguìto - un'oradopo – dai socialisti-rivoluzionari disinistra. Poco prima dell'alba, il marinaio che

comandava il reparto di guardia, chiesealla Presidenza di aggiornare la seduta,perché “la guardia è stanca”. Verso le 5 del mattino del 6 gennaiol'Assemblea si aggiornò al pomeriggio. Manon si riunì mai più, e un decreto delComitato Esecutivo Centrale dei Sovietne dichiarò lo scioglimento. Colpo di Stato? Esauritosi in Russia, con lavittoria della Rivoluzione d'Ottobre, ilperiodo transitorio del “dualismo dipotere” iniziato nel febbraio 1917, ibolscevichi sciolsero senza esitarel'Assemblea Costituente quando risultòevidente, sulla base delle cifre e dei fatti,che i Soviet rappresentavano l'autenticabase elettiva di massa della democraziaproletaria contro gli istituti dellademocrazia borghese. Esattamente 70 anni prima, non era forseaccaduta la stessa cosa? Ecco cosascriveva Marx: “I club erano i punti di riunione, le sedidella cospirazione del proletariatorivoluzionario. L'Assemblea nazionaleaveva proibito la coalizione degli operaicontro i loro borghesi. E che altro erano iclub se non una coalizione di tutta laclasse operaia contro tutta la classeborghese? Non erano essi altrettanteAssemblee costituenti del proletariato,altrettante unità dell'esercito della rivolta,pronte al combattimento?” (K. Marx, Lelotte di classe in Francia dal 1848 al1850). Se la conquista del Palazzo d'Inverno el'arresto del Governo provvisoriorappresentarono l'epilogo della lottaproletaria sul piano politico-militare nellacittà di Pietrogrado, lo scioglimentodell'Assemblea Costituente rappresentò ilconsapevole momento di rotturarivoluzionaria sul piano politico-costituzionale.

6 ottobre 2017

Lo scioglimento della AssembleaCostituente nel 1918

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“La rivoluzione non si fa, si organizza”, haaffermato Lenin. Avanzare in questoobiettivo strategico significa avanzarenell’organizzazione comunista, nellaformazione del Partito, condizionesoggettiva indispensabile per la rivoluzione.Di qui la necessità di reclutare nelle nostrefile elementi proletari che assimilino ilmarxismo-leninismo e crescano comequadri legati alla classe operaia e alle massepopolari, alla loro vita e alle loro lotte, aiesercitando un ruolo dirigente e spingendoavanti il processo rivoluzionario.Il reclutamento è un’attività indispensabilee permanente per ogni organizzazionecomunista, uno dei compiti più importanti., Il nostro obiettivo nella tappa attuale èquello di valorizzare e trasformarel’influenza ideologica e politica, il rispetto ela stima che molti compagni hanno nelnostro lavoro, in reclutamento di comunisti,di operai di punta e giovani rivoluzionariche si distinguono nelle battaglie di classe,che sentono dentro di sé la rabbia controlo sfruttamento dell’essere umanosull’essere umano, le sofferenze delle masselavoratrici, dei popoli oppressi. Noi accettiamo come candidati tutti gliuomini e le donne che non accettano ilsistema capitalistico, che vogliano lottareper il socialismo e il socialismo, che hannoslancio rivoluzionario e sono disposti alavorare e lottare in un collettivodisciplinato e organizzato. Questi sono gli elementi che anzituttopossono appartenere alla nostraOrganizzazione, compagni chegeneralmente hanno un ruolo attivo nellefabbriche e nei quartieri popolari, nelleorganizzazioni sindacali, sociali, culturali,giovanili, etc.A differenza di altre realtà, non “vendiamoun partito chiavi in mano” e nongarantiamo successi in una facile impresa,ma una dura lotta contro un nemicopotente, la borghesia, e i suoi servi

opportunisti. C’è un’altraparticolarità checi distingue:P i a t t a f o r m aComunista per ilPCPI non vuolecrescere “per sestessa”, in modoautoreferenziale,ma estende i propri legami con i comunistie gli elementi avanzati della classe operaiaper mandare avanti il processo collettivo diformazione di un autentico partitocomunista nel nostro paese, che oggi passaper la costruzione di una organizzazioneintermedia, preparatoria del Partito. Più ci rafforzeremo, più proletaririvoluzionari aderiranno alla nostraOrganizzazione, più potremo contribuirealla realizzazione di questo progettopolitico che riguarda molteplici forze,avanzando così più velocemente verso untraguardo di portata storica. Ogni compagno che aderirà alla nostraorganizzazione comunista sarà unprogresso nell’unione del marxismo-leninismo con il movimento operaio,dunque nel processo di formazione delPartito comunista del proletariato.Stare alla finestra o aspettare che ci sia la“casa pronta” non è un atteggiamentodegno dei comunisti né dei sinceririvoluzionari. Serve l’impegno in prima persona, servel’esempio concreto e disinteressato, l’attocosciente del proletario che escedall’amorfosmo e sale su un gradino piùalto per offrire il suo apporto alla causadella classe operaia, prendendo parte attivanella vita di un organismo militantecomposto da comunisti che hanno gli stessiprincipi, una sola volontà e una completaunità di azione.Unisciti a noi e lottiamo insieme per ridarealla classe il suo Partito!

ottobre 2017

Quando le cifre parlano da soleNel periodo dal Luglio all'Ottobre 1917 ibolscevichi conquistaronodemocraticamente la maggioranza neiSoviet di Pietroburgo. Ma altrettanto significativo fu l'enormeaumento dei voti bolscevichi nelle elezionidei Consigli rionali di Mosca, dove si votavacol suffragio universale. La situazione, con la conquista dellamaggioranza dei consensi, era dunquematura per la presa violenta del potere daparte del partito di Lenin. Le cifre sono tratte dal libro di WilliamChamberlin, Storia della rivoluzione russa,Einaudi, Torino 1941, vol. I, p. 380.

Luglio 1917 Ottobre 1917

Costituzionali democratici:108.781 (17 %) 101.106 (16%)

Socialisti rivoluzionari:374.885 (58 %) 54.374 (14%)

Menscevichi: 76.407 (12 %) 15.887 (4 %)

Bolscevichi: 75.409 (11 %) 198.320 (51%)La maggioranza passava dunque dalla partedei bolscevichi, per il potere sovietico!

Qui da noi le parole più profondediventano abitudine,invecchiano come i vestiti,ma io voglio costringere una grande parolaa splendere di nuovo, la parola Partito.Un uomo solo, in se stesso racchiuso,a che cosa può essere utile? Chi maigli darà ascolto? Forse la moglie,e non sempre, non in piazzaad esempio,forse solo nell’intimità.Il Partito è un uraganodenso di voci flebili e sottilie alle sue raffichesaltano i fortilizi del nemico,come timpani al rombo del cannone.La disgrazia è sull’uomo quando è solo.La sciagura è nel cuore del solitario.L’uomo solo è fragile predad’ogni potentee persino dei deboli purché si mettano in due.Ma se nel Partitotutti i deboli si sono riuniti,arrenditi, nemico, muori e giaci!Il Partito è una manocon milioni di dita,stretta in un solo minaccioso pugno.L’Uomo isolato non conta,anche se è fortenon alzerà una semplice trave, né tanto meno una casa a cinque piani.Ma col Partito,reggendoci e alzandoci l’un l’altro,costruiremo sino al cielo.Il Partito è la spina dorsale della classe operaia.Il Partito è l’immortalità della nostra opera.Il Partito è l’unica cosa che non tradisce.Oggi sono un povero commesso,ma domanicancellerò i regni dalla carta.Cervello e fatica,vigore e gloria della classe:ecco cos’è il Partito.Il Partito e Lenin sono fratelli gemelli.Chi vale di più di fronte alla storia?Noi diciamo Lenin e intendiamo il Partito,noi diciamo Partito e intendiamo Lenin.

IL PARTITOdi Vladimir Majakovskij

Sul reclutamento

Per un’Assemblea Operaia Nazionale a Pomiglianonel Centenario della Rivoluzione di OttobreDi seguito l’appello-indizione perl’Assemblea Operaia Nazionaleche si terrà il prossimo 4 novembrea Pomigliano d’Arco (NA).Invitiamo le operaie e gli operai, lelavoratrici e i lavoratori sfruttati adaderire a questa importanteiniziativa che sosteniamorisolutamente.

L’attacco che la Classe Operaiae con essa tutti i lavoratoristanno subendo è sotto gli occhidi tutti. I simulacri dellademocrazia borghese, come erastato ampiamente previsto daMarx ed Engels, sono statiabbandonati dal grande capitale,che ha gettato la mascheraassumendo il governo diretto diquelli che, ormai solo sulla carta,sono gli Stati Nazionali.Ciò in Italia avviene attraverso ilprevalente intervento su scalaglobale di multinazionali quali ilgruppo Fiat/Chrysler, così comenella Repubblica Bolivariana delVenezuela dove, anche se inmaniera ben più grave eviolenta, attraverso gruppi diterroristi mercenari in loco el’appoggio internazionale di unacapillare campagna di fake newsdiffuse dagli asserviti mezzi dicomunicazione di massa,assistiamo oggi all’interventoattivo dell’imperialismo made inUSA per azzerare i principibasilari, culturali e sociali dellademocrazia venezuelana e leconquiste del processorivoluzionario bolivariano e perconsegnare il Paese nelle manidelle destre e delle oligarchieeconomiche collegate in primis

alle multinazionali del petrolio.In entrambi i casi appare chiarocome questi grandi gruppieconomici, espressione direttadel capitale internazionale, sianoassurti come avanguardie ademblema della moderna lotta diclasse, una lotta di classe allarovescia, del padronato controla Classe Operaia.Una lotta di classe alla rovesciaper il dominio del capitale sullavoro e sull’intera società, conla progressiva eliminazione dellademocrazia sindacale e politicae dei diritti dei lavoratori, diquelli sociali e civili.Tale direzione politica è portataavanti inducendoframmentazione contrattuale,contrapposizioni sociali, razziali,generazionali e di genere, con lamercificazione dei diritti deilavoratori, costretti a pagaregiorno dopo giorno prezzisempre più alti.Per nulla neutrale in questoscenario è stata la rincorsa adestra della cosiddetta sinistraistituzionale, dei movimentipopulisti dell’antipolitica e deisindacati collaborazionisti(confederali e fintamente dibase) schierati, nonostante i piùdisparati proclami di facciata,inequivocabilmente dalla partedel padronato, soprattuttoattraverso la ratifica di accordiquali quello neo-fascista sullarappresentanza sindacale del 10gennaio 2014.È proprio in una fase comequesta, che oggi vede tutti ilavoratori in evidente difficoltànella difesa di conquiste sociali

che sembravano essere divenuterealtà nel nostro paese, che èassolutamente necessarioconstatare come questomomento di grande debolezzadei lavoratori sia dato dallamancanza di qualunque forma diradicamento di classe dellacosiddetta sinistra sindacale epolitica.È per questo che oggi si rendenecessaria la ricostruzione dellanostra storia sociale, culturale epolitica, ben consapevoli che lanostra Storia, quella delMovimento Operaio è unastoria sicuramenteincompatibile ed estranea allanatura ed ai contenuti delcostituendo nuovo ordinecapitalistico mondiale. UnaStoria segnata dalla ‘Rivoluzioned’Ottobre’ che, oggi più chemai, dichiara come attualel’inconciliabilità di classe tralavoro dipendente e capitale, trasfruttati e sfruttatori, traproletariato e borghesia. UnaStoria che da più parti oggi sivorrebbe cancellare dallamemoria dei lavoratori.È per il drammatico caratterestrutturale della condizione chei lavoratori stanno vivendo sullaloro pelle, che oggi diventa‘emergenza indispensabile’avviare le prime basi diragionamento per il razionaleavvio di un progetto di“ricostruzione eriorganizzazione” di adeguateStrutture di Classe delMovimento Operaio, siasindacali che politiche.Un progetto ambizioso, difficile

e complesso, ma che resta difatto l’unico e realisticopercorso possibile.Su questi contenuti, il prossimo4 novembre,Assemblea OperaiaNazionale a Pomigliano

Luigi Aprea, operaio FCA -PomiglianoMariarosaria Castiello, operaiaFCA - PomiglianoEmanuele Buono, operaio FCA,reparto confino - NolaAntonietta Abbate, operaiaFCA, reparto confino - NolaRosario Cinotti, operaio LearCorporation - CaivanoGianluca Bego, operaioRaffineria Eni - MargheraTeodor Ilisie, Raffineria Eni -LivornoMarius Liviu Iorga, autistaoperaio Trasporti InterrmodaliEuropei -TortonaGiuseppe Sulejmani, operaioAeroporto – VeneziaRodolfo Sartorio, autistaoperaio settore combustibili -PadovaTassaro Michele, infermiereOspedale Pubblico Annunziata -NapoliCastaldi Gaetano - AziendaOspedaliera Cardarelli - NapoliMichele De Luca, addettoappalti Comune – CasertaMaria Vitale, Infermiera Asl 1 -NapoliMara Malavenda, VittorioGranillo, Slai CobasPaolo Dorigo, Marco Sacchi,SlaiProlCobasBarbara Battisti, SGBseguono altre firme

ottobre 20178

Milano: “Attualità della Rivoluzione d’Ottobre”Diffondiamo, aderiamo,partecipiano e invitiamo a farealtrettanto (ampi stralci).

Noi proletari rivoluzionari,impegnati nei vari fronti dellalotta di classe, guardiamo alcentenario della Rivoluzioned’Ottobre non come una vuotagiornata commemorativa, macome un’occasione importateper capirne le ragioni di fondo esempre valide, per estrarne lelezioni e le linee guida daseguire nelle lotte odierne, perfavorire la presa di coscienzarivoluzionaria, sopratutto della

classe operaia oggi divisa espoliticizzata, e avanzare nellaprospettiva rivoluzionaria.(....)Per questo affermiamol’attualità della Rivoluzioned’Ottobre, l’evento di caratteremondiale che ha confermato lavalidità della teoria e dellatattica del movimento diemancipazione del proletariato,la necessità del Partito leninistae il ruolo delle masse nellastoria, particolarmente dellaclasse operaia, costruttrici dellanuova società senzasfruttamento (....) Per questo affermiamo che di

fronte alla barbarie delcapitalismo morente l’unicavalida alternativa che la classeoperaia e i popoli oppressihanno è la rivoluzione socialistae l’instaurazione del potereproletario, mille volte piùdemocratico della falsademocrazia borghese.Con questi intenti e con questospirito promuoviamo unincontro-dibattito a Milano,il 28 ottobre, dalle h. 10 alleh. 16 presso il CAM Pontedelle Gabelle di via S.Marco, 45 (MM Moscova)per celebrare degnamente e

attualizzare l’avvenimento cheaprì una nuova epoca nellastoria del genere umano, (....)Invitiamo, perciò, tutti icomunisti, gli operai avanzati, igiovani e le donne che sentonola necessità della rivoluzione, gliorganismi di lotta dei lavoratorie quelli territoriali, gliantifascisti e i sinceridemocratici, tutti coloro chehanno nel cuore l’OttobreRosso ad aderire e parteciparea questo incontro-dibattito. Circolo ItineranteProletario GeorgesPolitzer, Scintilla Onlus

ottobre 2017 9

La ripresa autunnale dellamobilitazione di classe controle politiche padronali egovernative trova un passaggionello sciopero del 27 ottobreproclamato da alcune sigle delsindacalismo conflittuale. Le ragioni per scioperare cisono tutte, dall’aumento deisalari alla riduzione dell’orariodi lavoro, dalla lotta allaprecarietà alla difesa del dirittodi sciopero di nuovo sottoattacco. Ma, come spesso è accadutonegli ultimi anni, le dispute fra idirigenti dei sindacati di basehanno impedito una più ampiaunità di azione e dunquel’estensione della lotta. Molti lavoratori si troverannodunque a dover decidere fradue scioperi nazionali inconcorrenza fra loro, a distanzadi sole due settimane,proclamati sulla base dipiattaforme analoghe. Questa logica del “tiro allafune” – dettata dalla lotta perl’egemonia fra piccoli sindacati -porta a peggiorare la situazionedi divisione e confusione dellaclasse lavoratrice, che non èuna massa da contendere, mauna forza da unire. Ben altra deve essere la linea da

seguire: quella del fronte unicoproletario, dell’unità d’azionedegli operai e dei lavoratori chevogliono lottare contro il loronemico di classe: il capitalismo,e i suoi servi. Questa è la parola d’ordine chedobbiamo agitare in ogniassemblea, in ognimanifestazione, in ognisciopero, per estendere erafforzare la mobilitazione dimassa, darle continuità fino adarrivare alla realizzazione di unvero sciopero generale unitariosu chiari contenuti classisti. Noi comunisti (m-l)continueremo a lavorare perforgiare la più ampia unità diclasse, criticando le forzedivisioniste che fanno il giocodei riformisti. Disporre di un’alternativasindacale di classe non significarinchiudersi nel propriorecinto, ma utilizzare questistrumenti per favorire ildibattito nell’insieme delmovimento operaio, romperel’accerchiamento, diffondere lapropaganda di classe in settorioperai sempre più ampi,alzando le bandiere di lotta piùclassiste e rivoluzionarie. Questa è la responsabilità chespetta ai sindacalisti di classe.

Dare impulso al fronte unicoper estendere la lotta

Robot industriali e classe operaiaSi intensifica nel mondo laproduzione di robot industrialida introdurre nelle fabbrichequali strumenti ausiliaridell'energia lavorativa umana.“E' la quarta rivoluzioneindustriale!”, grida a tutta forzala propaganda borghese,esaltando questa introduzione eimmaginando che questa nuovarealtà turbi i sonni deicomunisti e di tutti i proletaririvoluzionari che lottano per ilrovesciamento del sistemacapitalistico e la costruzione diuna società socialista nella qualeil lavoro sia assicurato a tuttiattraverso una pianificazionerazionale delle risorseproduttive.Come stanno realmente lecose?Secondo alcuni calcoli, 113.000furono i robot industrialivenduti nel mondo nel 2008.Nel 2016 i robot vendutifurono 294.000. La previsione

statistica è che nel 2020 nesaranno venduti 521.000esemplari (cfr. “Le Monde”,28.9.2017),La crescente produzione ediffusione di questi strumentinon potrà che acuire lecontraddizioni fra i paesicapitalisti e imperialisti piùsviluppati e i paesi capitalisti invia di sviluppo le cui forzeproduttive siano a un livello piùbasso.I tre quarti (il 75 %) dei robotindustriali costruiti nel mondosono destinati attualmente aicinque paesi che occupanoattualmente una posizioneegemonica nel settoredell'industria (Cina, Corea delSud, Giappone, Stati Unitid'America, Germania). In un rapporto presentato il 14Settembre alla Conferenzadell'ONU sul Commercio e loSviluppo si legge: “Il ricorso allarobotica va attualmente a

vantaggio dei paesi che hannodelle capacità industriali assaisolide; e ciò potrebbe oscurarele prospettive dei paesi in via disviluppo la cui attivitàmanifatturiera non progrediscepiù o che sono già entrati in unafase di precocedeindustrializzazione”.Ma aumenterà anche la rivalitàeconomica – per il possesso diquesti nuovi strumenti diproduzione - fra i paesiimperialisti più forti (Cina, StatiUniti, Germania); così comeaumenterà la rivalità fra il lorogruppo e quello dei paesiimperialisti di secondo livello(Francia, Italia, ecc.).Conseguenze assai serie avrà lacrescente introduzione deirobot industriali perl'occupazione operaia,provocando licenziamenti. La classe operaia lotterà contutte le sue forze contro di essi. Ma l'impiego dei nuovi

modernissimi mezzi diproduzione accrescerà, d'altraparte, la produttività del lavorodegli operai occupati che liuseranno, come è già avvenutonelle precedenti rivoluzioniindustriali.E l'aumento della produttivitàdel lavoro operaio è unpresupposto oggettivo,materiale, per lo scardinamentodel modo di produzionecapitalistico e la costruzione delmodo di produzione socialistache lo sostituirà.La soluzione di tutte questecontraddizioni è una sola: larivoluzione proletaria cheabbatta il potere del capitale inogni paese del mondo, esproprigli sfruttatori e ponga le basi diquella nuova società – senzasfruttamento e senzaoppressione – delineatascientificamente da Marx nellasua grande opera il “Capitale”,che compie 150 anni.

Ilva: NO ai licenziamentiper i profitti dei monopoli!Gli operai dell’ILVA hannoripreso in questi giorni la lottacontro il massiccio piano dilicenziamenti voluto dallacordata Am InvestCo. Il piano di rilancio delmonopolio siderurgico prevedeil taglio di 4 mila posti di lavorodi fronte alla sovrapproduzionjedel settore. E’ un aspetto dellaguerra globale che il capitalemuove contro il lavoro. I circa 10 mila lavoratori“salvati” saranno riassunti con ilJobs Act;; avranno dunquemeno tutele, salari più bassi esaranno scippati del contrattointegrativo. Il “regalo” che la multinazionale,appoggiata dal governo, ha fattoagli operai dimostra che per icapitalisti tutto deve esseresubordinato all’ottenimento delmassimo profitto. Di fronte aciò le istituzioni locali e isindacati collaborazionisti“mostrano contrarietà” a buonmercato.I delegati di tutte le fabbricheILVA (compresi appalti eindotto) hanno proclamato 24h. di sciopero il 9 ottobre, a cuisi sono dovuti accodare tutti isindacati aziendali per paura dirimanere “fuori dai giochi”. Icapi sindacali cercano di

mantenere sotto controllo larabbia operaia, centellinano gliscioperi in sintonia con letrattative, invece di mantenerevive le lotte. Soprattuttoevitano di mettere in campouna risposta dei lavoratoriall’altezza dell’attacco - il bloccoa oltranza, lo sciopero generaleper il lavoro, contro ilicenziamenti per il profitto -con il rischio di fomentare laguerra fra gli sfruttati. Gli operai però sono coscientidella posta in gioco e pronti aripartire con la mobilitazionepiù decisa. A loro va tutto ilnostro appoggio e solidarietà diclasse.Nella difficile situazione attualela classe operaia se non vuolerimanere schiacciata, deverispondere unita rilanciando lalotta dura fino all’occupazionedelle fabbriche, sulla base dellepiù urgenti rivendicazioni vitalidegli operai stessi: NO ai licenziamenti per iprofitti! Nessun posto di lavorodeve essere perso, nessunafabbrica deve essere chiusa!Lavoro regolare e stabile pertutti, no al Jobs Act e alprecariato, riduzionegeneralizzata dell’orario dilavoro! Avanti con la lotta!

Elezioni: per un’astensione attiva, dilotta e di programma del proletariato

10 ottobre 2017

Il colpo di mano del governoGentiloni sulla legge elettoralee l’intesa sottobanco Renzi-Berlusconi-Salvini esprimono lacrisi profonda della democraziaborghese, preludono a unparlamento di nominati e ditrasformisti, aprono la strada aun governo di tipo neocentristaimposto dall’oligarchiafinanziaria. Servirà a liquidare lelibertà dei lavoratori e adavanzare nella trasformazionereazionaria dello Statoborghese. La campagna elettorale in atto,costruita sulla pelle deilavoratori, specialmente quelliimmigrati, fa capire quello che siprepara. Il parlamento è uno deglielementi piùc o n t r o r i v o l u z i o n a r idell’apparato statale borghese,un organo in decomposizione,che serve unicamente a coprirela dittatura dei monopoli eingannare milioni di lavoratori.Noi comunisti non siamoastensionisti per principio. Seadottiamo una tatticaastensionista non è certo peruna forma di apoliticismo eneutralismo, ma per il suoesatto contrario: unastensionismo attivo, di lotta edi programma, per aiutare ilpassaggio delle forze proletariedalla sfiducia alla ripresa dellalotta per la conquista del poterepolitico. Pertanto oggi è anche sul frontedell’astensione attiva chechiamiamo a realizzare l’unitànella lotta contro losfruttamento e la miseria, lareazione politica e la politica diguerra, contro il potere dellaborghesia, per l’alternativarivoluzionaria di potere!Contro ogni illusionismoriformista e socialdemocraticooggi il boicottaggio costituisceun indispensabile strumento dipreparazione ideologica dellemasse alla battagliarivoluzionaria. Leghiamo l’astensione a unprogramma d’azione proletario,sul quale continuare a lottarenella campagna elettoralerifiutando qualsiasi tregua!Rifiutiamo il voto alle elezioni-farsa per affermare unprogramma d’azione in 10 punti:

• Lavoro regolare e stabile pertutti, NO ai licenziamenti per iprofitti, NO al precariato!Nessuno deve perdere il postodi lavoro, nessuno stabilimentodeve essere chiuso. • Riduzione dell’orario di lavoroa 32 ore settimanali senzadecurtazioni di salario,riduzione dei ritmi e dei carichidi lavoro, aumento dellepause. • Aumenti immediati di salari,stipendi e pensioni per tutti ilavoratori, maggiori per i livellipiù bassi; si alla completadetassazione di salario epensioni fino a 1300 euro. Bastacon le discriminazioni salarialinei confronti di migranti, giovanie donne. • Abolizione dellecontroriforme delle pensioni edel sistema contributivo,ripristino del retributivo e dellepensioni di anzianità: 35 anni dicontributi e 60 anni di anzianitàper andare in pensione. • NO alla limitazione dellalibertà di sciopero e dirappresentanza sindacale, dimanifestazione per i lavoratori.NO alla trasformazionereazionaria e autoritaria delloStato. • Tassazione fortementeprogressiva su profitti, rendite,interessi, redditi. Colpire legradi imprese, i grandipatrimoni, le transazionifinanziarie, i consumi di lusso.Confisca dei capitali e delleproprietà dei grandi evasori efrodatori, dei mafiosi, dei ladri edei corrotti. Abolizione di tutti iprivilegi, fiscali e non, deglistipendi, dei vitalizi, delle renditee delle pensioni d'oro dimanager, parlamentari,amministratori e preti. • Disconoscimento e nonpagamento del debito pubblicoposseduto da monopoli, banche,assicurazioni, istituzionifinanziarie italiani e esteri;abolizione del Fiscal compact edel pareggio di bilancio. • Basta con i tagli alla sanità,all’istruzione, ai servizi e aitrasporti pubblici, agli enti locali.Casa, istruzione, sanità etrasporti garantiti per le famigliedei lavoratori e dei disoccupati.• Per una politica di accoglienzadignitosa e rispettosa dei diritti

dei migranti. • Stop alla politica di guerra alservizio degli USA e dellaNATO, per il ritiro immediato ditutte le truppe inviate all’esteroe la drastica riduzione dellespese militari a favore di quellesociali e per i disoccupati. Peruscire dalla NATO, dall’UE edall’euro, per la chiusura di tuttele basi USA e NATO esistenti inItalia, basta con le servitùmilitari. Questo è il programma d’azionedell’astensionismo attivoproletario! Nessun partitoborghese e piccolo borghesepuò portare avanti questerivendicazioni vitali e urgentiper le masse lavoratrici. Anchesu questa base si deve costruireun fronte proletario che troverànel rifiuto del voto (o nel votonullo) la sua forma diespressione sul terreno dellalotta elettorale. Ciò deveaccompagnarsi alla costruzionedi organismi operai e popolaridi unità e di lotta contro ilregime capitalistico, nei quali lemasse sfruttate e oppressepossono riacquistare la loroforza e il loro peso nella lottapolitica, preparandosi a creareun nuovo tipo di Stato. UnoStato generato dall’esperienzaassociativa della classeproletaria, che sorga dal suomovimento rivoluzionario insostituzione del corrotto eoppressore Stato democratico-parlamentare borghese. Sì, unoStato e un Governo operai, unasocietà socialista, sono possibili,necessari e urgenti per usciredal degrado in cui la borghesiaci trascina, per tirare fuori ilpaese dal vicolo cieco delcapitalismo e avviarci verso unfuturo in cui lo scopo dellaproduzione non sarà il profitto,ma il benessere delle masse.

Politica esteradi guerraLa politica estera di guerra e diservilismo nei confronti degliUSA da parte del governoitaliano ha trovato unavergognosa espressione conl’espulsione dell’ambasciatoredella Repubblica PopolareDemocratica di Corea.Che campione il ministroAlfano! Rimanda nell’Egitto delboia Al Sisi l’ambasciatore emette alla porta il diplomaticodi un paese che non ha maitorturato e assassinato cittadiniitaliani! Si tratta di una misura grave, chedi solito viene attuata in caso diguerra, quella appunto che si stapreparando.E’ evidente che l’isolamentopolitico ed economico dellaCorea del Nord è parte dellastrategia guerrafondaia eprovocatoria voluta dagli USAper distruggere un paese chedifende strenuamente la suasovranità e indipendenza controle mene imperialiste.Gli USA per mantenere la lorosupremazia mondiale sonopronti a nuove carneficine.Compito di ogni comunista, diogni antimperialista e di ognisincero democratico èdenunciare e lottare contro il“nostro” imperialismo vassallodella superpotenza egemone astelle e strisce, è difendere laCorea popolare e tutti gli altripaesi aggrediti dall’imperialismo. Rilanciamo un forte movimentoper la pace e contro la guerraimperialista! Via dal potere ifautori della politica di guerra!Ritiro di tutti i militari inviatiall’estero! Fuori l’Italia dallaNATO e dalla UE, via le basiUSA e le armi nucleari dalnostro territorio!

Luigi Di Maio è l’aspirantepremier del M5S che hacambiato le regole delle“buffonarie” per farlo candidarecapo del governo, nonostanterisulti indagato. Di Maio vuole andare a PalazzoChigi per far “risorgere l'Italia”.Dice di essere entrato inpolitica nel 2007. Non è vero:già al liceo presentava una listadal nome emblematico: MAS(nome dell’unità militarefascista comandata da J. V.Borghese). L’antioperaio grillino in giacca ecravatta, figlio di unimprenditore edile fascista diPomigliano d’Arco, ha avuto unacarriera politica fulminante. Nel 2010 ha raccolto 59 votinelle elezioni comunali; nel2013 solo 189 preferenze nelleparlamentarie grilline. Eppure èdiventato in poco tempo vicepresidente della Camera emembro del direttorio del M5S.Ora si candida a premier.Non avendo qualità particolari,bisogna chiedersi: chi lo haspinto in alto? quali forzeeconomiche, qualiorganizzazioni nazionali einternazionali lo supportanonella sua corsa a capo delgoverno?Per dare una risposta bastamettere insieme notizie e fatti

di dominio pubblico, arcinoti. Sono risapute le dichiarazioni diDi Maio a favore delle impresee del profitto, così come la suasintonia con Boccia, ilpresidente della Confindustria,sull’abbattimento delle tasseper i padroni e sulleliberalizzazioni. Sono note le dichiarazioni del“post-ideologico” Di Maio sulloStato che si deve “farrispettare”, così come il suoappoggio al commissario cheincitava a spezzare le braccia deirifugiati che protestavano aRoma per lo sgombero.Sono noti i buoni rapporti e lefrequentazioni del cattolico DiMaio (ha dichiarato “la chiesa ècasa mia”) con ambienti delVaticano, particolarmente con igesuiti: un vero baciapile. Sono noti gli apprezzamenti e ilsostegno a Di Maio daicamorristi del clan La Torre,entusiasti del giovanotto cheporterebbe “aria nuova”.E’ noto il viaggio di Di Maionegli USA (da lui definiti “Statoamico e alleato dell'Italia”), doveha parlato a Harvard esaltandola meritocrazia.E’ noto il viaggiopropagandistico di Di Maio inIsraele. E’ noto che Di Maio è contrarioall’uscita dell’Italia dalla NATO,

così come all’uscita dalla UE,che vorrebbe rinvigorire. Sono noti i rapporti di Di Maiocon esponenti italiani dellaTrilateral Commission, unorganismo dell’oligarchiafinanziaria.Sono note le accuse di Di Maioalle ONG che salvano i migrantinel Mediterraneo, che fanno ilpaio con i suoi silenzi suglisfruttatori dei migranti.E’ nota la posizione contraria diDi Maio e del M5S alla legge chepunisce la propaganda fascista. Il pentastellato Di Maio èl’uomo “nuovo“ del blocco delletradizionali forze antioperaie,reazionarie e anticomuniste. Sipresenta come “alternativa” masi prepara a governare il paese anome e per conto e questeforze, anche alleandosi con ledestre populiste e sovraniste diSalvini e Meloni per attaccare laclasse operaia e le masselavoratrici, le loroorganizzazioni, per aumentare iprofitti e conservare i privilegidelle classi proprietarie. Questa è l’Italia “smart nation”e “uberizzata” che vuole DiMaio. Di Maio e i suoi compari nonfaranno risorgere il paese, mafiniranno per rovinarlo abeneficio dei padroni e deibanchieri, degli USA e del

Vaticano, della mafia e deisionisti. Nessun voto per il M5S, nessunvoto per i partiti borghesi epiccolo borghesi (PD, MdP, SI,revisionisti, FI, Lega, fascisti,autonomisti etc.)! Fronte unico proletario controla reazione avanzante!Costruiamo il Partito politicoindipendente e rivoluzionariodella classe operaia!

ottobre 2017 11

Di Maio candidato premier: a nome e per conto di chi?

La deriva reazionaria del partitodi Renzi procede senza soste.Cominciamo con ciò che èavvenuto alcuni mesi fa nelcomune di Cardinale (CZ),dove con il sostegno dellasezione locale del partito e colvoto favorevole dell'assessorePD Umberto Marra è statodeciso di intitolare una piazza aPino Rauti, fondatore delmovimento Ordine Nuovo,disciolto per ricostituzione delpartito fascista, collaboratorecoi colonnelli greci al tempodella dittatura, coi servizisegreti portoghesi nel periodoin cui c'era il regime fascista, econ la CIA nell'ambito degliavvenimenti relativi alle stragi diStato.Pochi giorni dopo, a Nereto(TE), il sindaco PD Giuliano diFlavio concedeva la sala

“Allende” per un convegno diForza Nuova sullarepubblichetta di Salò.E ora a Bergamo il sindaco PDGori è per mantenere lacittadinanza onoraria diMussolini.Episodi locali? Macchè!Recentemente Minniti - ilministro dell’interno autoredella svolta reazionaria sullapolitica migratoria - hapartecipato alla festa di “Fratellid’Italia” raccontando aneddotisulla scrivania di Mussolini.Applausi dalla platea.Cosa significano questi fatti?Significano che il partitorenziano mentre cerca di rifarsila faccia con il DDL Fiano e conle avances ai socialdemocratici,in realtà si prepara a governarecon le destre, aprendo le porteal fascismo.

La deriva nera del PD Mobilitazione antifascista di massa e militante! I successi elettorali delle destrerazziste e fasciste negli USA e inGermania, così come icedimenti dei socialdemocraticie le campagne anti-immigratidei media, incoraggiano ifascisti, che vorrebbero dar vitail 28 ottobre a una provocatoriadimostrazione nell’anniversariodella marcia su Roma diMussolini, che avvenne sotto laprotezione dello Statoborghese.Il “patriottismo” di questi serviè solo xenofobia e razzismo.Serve a scatenare la guerra fra ipoveri e a preparare guerreall’estero: entrambe fanno ilgioco dei capitalisti, i loromandanti. I fascisti non hanno diritto diesistere né di sfilare per lestrade delle nostre città.

Impediamo che le camicie nerespadroneggino indisturbate.Nessuna fiducia nelle istituzioniborghesi che hanno sempreprotetto gli squadristi e i loromandanti.Il fascismo si può e si devefermare e sconfiggere conl’unità di azione della classeoperaia, sulla cui base formareil più ampio fronte unitoantifascista-antimperialista.Il 28 ottobre diamo vita ainiziative comuniste eantifasciste in tutte le città, perricacciare i fascisti nelle fogne.L’impegno permanenteantifascista richiede la ripresadella lotta rivoluzionaria pereliminare la causa degli egoismi,delle paure, del razzismo e delfascismo: il maledetto sistemacapitalista-imperialista!

Un liberaleNel “Corriere della Sera”dell'11.10.017 viene riportatoun colloquio fra una giornalistadi quel quotidiano e l'ex PCI,ex PDS, ex PD e attualmenteMDP, Pier Luigi Bersani.Desolato per il fatto che Renziha imposto il voto di fiducia inParlamento sulla leggeelettorale, Bersani hadichiarato: “E' una vergogna,una vergogna! Non ci sono piùliberali in Italia! [...]Poi diconoche si è radicalizzato Bersani!Io sono rimasto un liberale”.Ce ne eravamo accorti da unpezzo!

Referendum in Lombardia e Veneto: il 22 ottobre disertiamo le urne!

12 ottobre 2017

Un quesito referendario sulle«ulteriori forme e condizioniparticolari di autonomia» dalloStato centrale sarà posto in unostile professorale ai cittadinidella regione Lombardia e in untono decisamente retorico aquelli del Veneto.Ha votato a favore della loroindizione la congrega dei partitiborghesi e piccoli borghesipresenti nei consigli delle dueregioni, mentre i capi regionalidel «Partito Democratico» siesibivano nella consueta arte digettare fumo negli occhi con unvoto “indeciso” nella primaregione, e con un’astensionenella seconda. Una volta giunti in prossimitàdel voto, sono sorti infatticomitati del «Partitodemocratico» schierati a favoredi un «SI progressista».Si tratta semplicementedell’ennesima promessa daparte di governanti demagoghidi un’amministrazione «a buonmercato»?Le conventicole dello pseudo-marxismo, volendo ritagliareper sé il ruolo dell’opposizione,invitano i lavoratori a metterenell’urna una scheda con il«NO», le altre a una blandaastensione, ma tutte insiemeriducono i referendum a unaquestione di lotta elettoralecon i partiti della destra politicae con il Partito «Democratico»alla ricerca di consensi.Questo pseudo-marxismo, cheesprime una volgare mistura dinazionalismo economico epsicologia antitedesca (che nullaha a che vedere conl’antimperialismo), sostiene chequesti tentativi di modificazionedell’assetto dello Statoborghese italiano sarebberoispirati e addirittura diretti dauna sorta di capitalismoregionale piccolo-medio inaffari con l’imperialismotedesco e sotto la sua ferula.Noi respingiamo una talesemplificazione, perchéconduce diritto ad unasottovalutazione dei diversisegni dati dalla oligarchiaborghese italiana di volersfuggire alla propria disfattarestringendo sempre più in unasezione territoriale del paese lasua base economico-finanziaria

e di conseguenza dei pericolicorsi dalla classe operaiaitaliana qualora fosse separatadall’alleato fondamentalecostituito dalle masselavoratrici del meridione nellalotta per il potere. Il fatto che ambedue ireferendum-truffa abbianocarattere puramente consultivoe non abbisognino di quorum,non ne diminuisce lapericolosità ma ne sottolinea ilportato insidiosamenteideologico.Il processo di degradodell’ordinamento capitalisticoitaliano riguarda i suoi aspettieconomici e politici, l’apparatolegale statale e le sue istituzionicivili e militari, l’ideologia e lacultura. Esso non deve essereidentificato unicamente con lecrisi di governo, come lapropaganda della borghesia hatentato di semplificare. La cricca di finanzieri, di«investitori di capitali» e deiloro impiegati politici non puòrisolvere la crisi generale cheinveste il mondo capitalista-imperialista. Questa cricca non si arresta,pur di sopravvivere nellacombutta internazionale degliimperialisti, dinanzi alla rotturadello stesso assetto unitariodello Stato borghese italiano.Tutto il gran parlare che si fa aproposito del bilancio statale edegli sperperi non riesce più adissimulare il vero obiettivo diquesta consorteria finanziaria-industriale: il più completo eferreo asservimento dellamacchina statale centrale elocale al capitale monopolisticoper il rafforzamento diquest’ultimo nella lotta per imercati e per l’approntamentodei mezzi per le avventuremilitari cui l’imperialismoitaliano intende partecipare alfine di conservare le sfere diinfluenza all’estero messe inpericolo con il suoindebolimento.Il capitalismo medio-piccolo,nella sua congenita grettezza,può solo accodarsi a questipiani nella speranza ditrattenere per sé quella quotadi plusvalore che lo Statoincamera nella forma di tasse (il

che si tradurràn e l l osmantellamentodei servizip u b b l i c in a z i o n a l i ) ,v i v e n d odell’illusione dipoter sfuggire alp r o p r i oc o n t i n u osoffocamentoeconomico per mano dellagrande banca e della grandeindustria monopolizzata.La reazione borghese vuole farassumere la forza di veritàscientifica al senso comunepopolare superficiale per ilquale è una fatalità ladifferenziazione tra le due partid’Italia e un’altrettanta fatalitàuna qualche separazione traqueste due parti.Se nel settentrione la borghesiafa correre il motto ideologicodel meridione «palla dipiombo» per l’Italia e delvirtuosismo economicosettentrionale, nel meridionesollecita la predicazione piùvirulenta contro la formazionedello Stato unitariorisorgimentale da parte dellacamarilla «neo-borbonica».La classe operaia deverespingere l’idea della possibilitàdi una qualche comunanzad’interessi con i capitalisti nelcampo politico, economico,ideologico. Essa deve respingerele chiacchiere sul governolocale autonomo, che serve daulteriore impedimentoall’attività rivoluzionaria, devedisertare le urne per opporsi aipiani di divisione delproletariato per regioni orditidalla oligarchia finanziariaitaliana, che cerca una via disalvezza nell’abbandonoeconomico della metàmeridionale del paese fino a farbalenare progetti reazionari diseparazione politica delle dueparti.Secondo la concezionemarxista-leninista, in unasocietà divisa in classiantagoniste, in cui domina laclasse borghese, il popololavoratore non può goderedella libertà e della sovranità. La libertà e la sovranità hannoun contenuto politico e sociale

concreto. Laddove lo Stato ènelle mani della classesfruttatrice, i rapportieconomici e politici ineguali fragli sfruttati e gli sfruttatoriportano alla riduzione o allaperdita della libertà e dellasovranità del popolo.La classe operaia d’Italia deveporsi alla testa della lottarivoluzionaria perl’abbattimento dello Statoborghese e l’instaurazione diuna Repubblica popolare basatasui Consigli, facendodell’organizzazione delle classisfruttate e oppresse dalcapitalismo il fondamentopermanente di tutto l’apparatodello Stato proletario di tiponuovo, dell’apparato locale e diquello centrale. La base fondamentale dellaorganizzazione di questo Stato,la sua circoscrizione elettoraledi base, sarà posta nell’unitàeconomica produttiva dellacittà e della campagna, nelleunità produttive dell’industria,dell’agricoltura e dei servizi.Con la presa di possesso dellamacchina dello Stato nelle manidel moderno proletariato,fermamente alleato con gli altrilavoratori sfruttati perabbattere il potere del capitale,si assicurerà alle masselavoratrici la possibilitàincomparabilmente più vastache in un qualsiasi regime didemocrazia parlamentareborghese, di procedere alleelezioni e alla revoca deideputati coi mezzi più semplicie più accessibili, dal basso inalto, con la riunione nellapersona dei rappresentantieletti tanto della funzionelegislativa quanto dellaesecuzione delle leggi, tenendofermo il principio che nessunopossa venire arbitrariamentenominato dall’alto.

L’instaurazione di un giustorapporto tra economia epolitica è una delle questionichiave nella elaborazione dellastrategia e della tattica delPartito rivoluzionario dellaclasse operaia e una condizionedecisiva per la vittoria dellarivoluzione socialista e per laedificazione del socialismo.È questo il motivo per il qualetutte le correnti ideologicheche deformano il marxismo-leninismo fanno grandi sforziancor oggi per travisare talequestione, per distaccarel’economia dalla politica e perspingere gli operaid’avanguardia verso un similedistacco. Come nel passato, anche oggialla base delle concezioni degliopportunisti contemporaneitroviamo l’allontanamento dallapolitica proletaria, loscivolamento in una nuovavariante dell’economismo edella teoria delle forzeproduttive.Queste concezioni sonoall’origine dell’ideologiadell’integrazione pacifica delcapitalismo nel socialismoattraverso riforme di variogenere, senza toccare le basipolitiche ed economichedell’ordinamento borghese: è lacosiddetta via “noncapitalistica” di sviluppo senzala guida della classe operaia edel suo Partito rivoluzionario,ma con il pluralismo politico edideologico anche nellecondizioni del socialismo.L’economicismo rinasce sottonuove vesti. Nel suo svilupporecente è arrivato fino altentativo di snaturare e rendereirriconoscibile la dottrinamarxista-leninista. Alla fortuna dell’economicismoha concorso, d’altra parte, lacolpevole negazione, da partedegli opportunisti, dell’urgenzadella lotta più tenace perimpedire alla cattedraprofessorale e al dilettantismodottrinario il travisamento dellascienza economica e storicamarxista.Ma per quanto esso faccia,l’essenza dell’economicismonon può mutare.L’economicismo mette ilproletariato in un posto dicoda, gli nega autonomiaideologica e politica persubordinarlo all’egemoniaintellettuale della classedominante borghese.L’economicismo odierno non èche un programma per mutare

il personale dirigente delloStato e il programmaeconomico dello Stato stesso,cioè un programma per mutarela distribuzione del reddito,senza intaccare i rapporti diproduzione, giustificato conalcune frasi simil-“marxiste”.La connessione dialetticadell’economia con la politica,dando sempre la priorità allapolitica proletaria, è il principioche guida sia la lottarivoluzionaria per la conquistadel potere, sia successivamentel’edificazione del socialismo.Non è che la situazioneeconomica sia la sola causaattiva e tutto il resto non siache semplice riflesso meccanicoe passivo. Esiste, al contrario,azione reciproca sulla base dellanecessità economica, che inultima istanza si imponesempre. Lottando per la dittaturapolitica del proletariato imarxisti-leninisti respingonol’idea che il potere politico èeconomicamente impotente. Laviolenza – cioè il potere delloStato – è essa pure una potenzaeconomica (basti pensare allespese militari). L’intero grandecorso delle cose si svolge nellaforma dell’azione e reazionereciproca, anche se di forzemolto disuguali, tra le quali ilmovimento economico è digran lunga il più forte, il piùenergico, il più decisivo.Analizzando correttamente lasituazione economica del paese,il rapporto esistente fra leclassi, la posizione del paesenell’ambito della complessasituazione internazionale, etc., ilPartito rivoluzionario puòelaborare una giusta strategia euna corretta tattica politica cheassicura la vittoria dellarivoluzione sociale.Il Partito rivoluzionario nonaspetta con le mani in mano latotale cessazione delle energiedel capitalismo o il collassoautomatico del capitalismo,come sostengono le concezionipiù recenti dell’opportunismo;esso rifiuta di abbandonarsiall’attesa dello sviluppo deglieventi, ma si getta nell’azione enel processo della lotta,forgiando la vasta unità d’azionedella classe operaia, guidando lagrande alleanza rivoluzionariacon le masse lavoratrici dellacittà e delle campagne, gettandole basi della nuova forma diorganizzazione politica dellasocietà, il cui contenuto nonpotrà essere altro che la

dittatura del proletariato. Il Partito rivoluzionariosfrutterà correttamente lafavorevole situazionerivoluzionaria creatasi nelpaese; situazione che nonmatura come un risultatounicamente economico, quantocome risultato di tutti i fattoripolitici e nazionali.Ricercare, studiare, discernere ilcontenuto della situazionerivoluzionaria, quale condizioneoggettiva più prossima e piùdiretta della rivoluzione, e il suorapporto con il ruolo delfattore soggettivo; indovinare ecogliere nella situazioneconcreta il momento decisivoper l’abbattimento del potereborghese: in questo si concretain massimo grado l’azionerivoluzionaria e la capacitàcreatrice dell’elementosoggettivo determinante, cioèdel Partito rivoluzionario.È vero che la situazionerivoluzionaria non si creaarbitrariamente secondo idesideri e la volontà degliuomini o dei partiti politici, mamatura oggettivamente comeconseguenza di tutto unprocesso di sviluppo sociale,economico e politico di ciascunpaese. Tuttavia il fattore soggettivoesercita un grande ruolo attivonella maturazione dellasituazione rivoluzionariarallentandola o accelerandola. IlPartito rivoluzionario non è unsemplice spettatore del corsodegli avvenimenti, non simantiene alla coda di essiattendendo il gran giorno dellarivoluzione.La rivoluzione sociale deveessere preparata giorno dopogiorno, e con un multiformelavoro politico, ideologico eorganizzativo.Nella società divisa in classi, latendenza “spontanea” delmovimento delle classioppresse è quella alla suasubordinazione all’influenzadella classe economicamente eideologicamente dominante:l’esaltazione della spontaneità,indebolendo o negando ilvalore dell’elemento coscientenel movimento operaio,negando la funzione del Partito,dell’avanguardia rivoluzionariadel proletariato, ènecessariamente la radice diogni sorta di deviazioniopportunistiche.Per questa via si mantienel’influenza di classi estraneesulla classe operaia, si rende

ancora più difficile alproletariato la conquista di unachiara coscienza di classe e, conciò stesso, la saldaturarivoluzionaria del suomovimento con quello dellealtre masse lavoratrici dellacittà e della campagna.La politica è una scienza eun’arte che non cala dal cielo,ma che richiede uno sforzo e ilproletariato, se vuole vincere laborghesia, deve formare da sépropri quadri politici di classe, iquali uniscano alla saldezzateorica proletaria tutte lecapacità dei capi della classeoperaia, in tutto e per tuttorassomiglianti a tribuni popolaricapaci di presentare un pianoardito e vasto che costringa alrispetto anche gli avversari.La politica rivoluzionaria, inquanto espressione di unarealtà di classe da cui èimpossibile prescindere,coinvolge l’intera attività umanain modo diretto ed è unpotente strumento capace diinfluenzare i processieconomici.La concezione marxista-leninista della politica è unaconcezione scientifica – il chenon significa l’esclusionedell’elemento volontà eresponsabilità umana, cioèl’impegno di lotta della classeoperaia e del suo Partitorivoluzionario – in primo luogo,perché il fatto stesso delle lottepolitiche viene spiegato sullabase delle lotte di classe; insecondo luogo, perchél’obiettivo dell’azione politicadella classe operaia – cioèl’instaurazione della societàsenza classi – è sorto in base adati di fatto, in base allosviluppo delle forze che lostesso capitalismo hasprigionato; in terzo luogo,perché questa azione politicaviene disciplinata e regolata dacriteri rigorosamente elaboratidi strategia e tattica; in quartoluogo, perché tale azionepolitica viene sempre adeguataalla concreta situazioneesistente.Se l’azione politica è tuttaindirizzata allo scopo direalizzare l’ideale comunista,tale ideale non è una astrattautopia vagheggiata e reclamatain nome di esigenze morali, maè la soluzione scientificamenteindividuata dei conflitti di classee delle intrinsechecontraddizioni del sistemacapitalista, superabili solo pervia rivoluzionaria.

Economia, politica e funzione del Partitoottobre 2017 13

14 ottobre 2017

L’emergere del fascismo negli USA e la risposta di massaDonald Trump è un prodottodella decomposizionedell’imperialismo USA. Unimperialismo ancora egemonema che si va indebolendo, acausa dello sviluppo ineguale,dell’ascesa del social-imperialismo cinese, dellaGermania e di altri paesiimperialisti che sottraggonoquote di mercato, penetranonelle sfere di influenza,minacciano i profitti deimonopoli statunitensi e ildominio del dollaro. L’ascesa al potere delmiliardario Trump hacorrisposto alla necessità deicircoli più reazionari dellaborghesia monopolista, i“cowboy” dell’industriapetrolifera e delle costruzioni,dei settori hi-tech, delcomplesso militar-industriale, direagire a questa situazione permantenere a tutti i costil’egemonia mondiale, bloccandol’aumento dell’influenza deipaesi rivali in aree cruciali delmondo, come l’Asia orientale eil Medio Oriente. Sotto la sua presidenza,l’imperialismo USA stasviluppando una politica esterapiù dura, provocatoria eaggressiva, protezionista esciovinista, indurendo embarghie sanzioni per evitare ilrafforzamento di alleanze rivali,controllando le risorse e lerotte energetiche. Sul piano militare gli USArafforzano il dispositivo militarenelle zone strategiche,compiendo aggressioni militari(come in Siria) e si preparanoal bombardamento della Coreadel Nord che difendestrenuamente la suaindipendenza e sovranità. Dopo aver condotto unacampagna elettorale suposizioni di odio, ostilità edisprezzo verso migranti erifugiati, la politica di Trump orasi sviluppa con misure semprepiù razziste, xenofobe ereazionarie (il muro colMessico, i divieti antimusulmani,la riabilitazione delle tradizionirazziste, la cancellazione diprogrammi sociali, etc.). Mira così allo sviluppo di unmovimento fascista e di ungoverno fascista civile-militare,

adattato alla realtà delcapitalismo monopolistico USA.Chiaramente non si tratta perora di un regime fascistacompletamente sviluppato intutti i suoi aspetti. Possiamo definirlo un proto-fascismo, un imperialismo contratti politici di estremoautoritarismo, bellicismo, iper-nazionalismo, suprematismobianco, protezionismoeconomico, che si indirizzasempre più verso il fascismoaperto. Questo fenomeno va compresoattentamente e combattutoapertamente evitando dueerrori.Il primo è quello di chi dice cheTrump è solo un pazzo. Leanime belle della sinistraborghese dicevano la stessacosa di Hitler e di Mussolini.Chi non prende sul serio Trumpnon comprende la naturaintrinsecamente reazionaria eautoritaria dell’imperialismo,che oggi si manifesta su scalainternazionale, assumendo nelleforme più brutali il volto delfascismo. In questo senso Trump è unautentico rappresentantedell’imperialismo, non un folle. Bisogna anche ricordare che ilfascismo ha un carattereirrazionale, eterogeneo eopportunista. Spesso, specieall’inizio, presentaun’accozzaglia di spezzoniideologici confusi, con alcunecostanti (l’anticomunismo, ilnazionalismo) e molti dettagliche variano costantemente. Solo successivamente assumeuna forma più stabile emostruosa che dipende dalcontesto concreto in cui simanifesta, saldando questielementi e le correnti che liesprimono. Il secondo errore è quello di chipensa che il fascismo sorge solocome risposta a un movimentodella classe operaia cheminaccia il potere borghese.Evidentemente negli USA ogginon c’è questo movimento.L’obiettivo di Trump e delleforze che lo sostengono non èquello di demolire la classeoperaia organizzata, ma diprevenire il suo sviluppo inmovimento rivoluzionario.

A questo fine Trump – che èandato al potere con l’appoggiodella piccola borghesia frustratae di ampi settori di piccoliproduttori – si sforza diconsolidare questa base dimassa e di penetrareprofondamente nella classeoperaia bianca con la suapolitica “patriotica” aggressiva,militarista e populista.Il fascismo, cioè “la dittaturaterroristica aperta deglielementi più reazionari, piùsciovinisti e più imperialisti delcapitale finanziario” , secondo lanota definizione della TerzaInternazionale, ha infattibisogno di un partito politicofascista o di organizzazioniavanti una base sociale di massa.La cerca anzitutto nella piccolaborghesia e nelsottoproletariato, ma tenta diestendere la sua influenza anchefra i lavoratori e le loroorganizzazioni, fra i giovani,usando la bieca retorica dellarestaurazione della grandezzaamericana (“Make AmericaGreat Again”), del razzismo,della xenofobia, così come lademagogica protesta controWall Street e i media“traditori”. Il miliardario, i suoi generali e isuoi spin-doctor in questomodo cercano di suscitare unmovimento di massareazionario sfruttandostereotipi e paure, mentreincoraggiano la violenzareazionaria e organizzanomilizie come la Lion’s Guard. Vanno però incontro a unacrescente opposizionepopolare e giovanile. Il movimento antifascista che siè sviluppato rapidamente negli

USA da Berkeley aCharlottesville, dall’Oregon allaVirgina, è stato uno degli eventipolitici più importanti negli USAdurante l’ultimo anno. Questo movimento in crescita,composto da centinaia di gruppiche danno vita a un conflitto dipiazza che per le sue dimensioninon si vedeva negli USA daglianni ’60 dello scorso secolo,rappresenta un grande ostacoloalla politica di Trump,impedendo la conquista dellemasse malcontente da partedella borghesia più reazionaria.Il fascismo può essere sconfittosolo dall’azione di massaorganizzata nelle strade e nellefabbriche, nei luoghi di lavoro,nelle scuole, nei quartieri, nelleassociazioni di massa.Negli USA come in Italia e intutto il mondo è necessarioorganizzare, estendere,collegare e centralizzare questimovimenti, prepararli per unalotta prolungata e intensa.E’ necessario costruire unampio fronte popolareantifascista e antimperialistacon la classe operaia alla suatesta, collegandolostrettamente agli interessi e allerivendicazioni delle masselavoratrici, per non lasciarespazio alla demagogia fascista epopulista.Di questo fronte i marxisti-leninisti devono essere iportabandiera e gliorganizzatori con principi emetodi leninisti, collegandolostrettamente alla lotta per larivoluzione e il socialismo, ilsolo sistema che puòdistruggere l’imperialismo eschiacciare per sempre la bestiafascista.

Cina socialimperialista e pseudo-marxismoottobre 2017 15

Uno dei criteri più sicuri perdeterminare se uno Stato oppureun partito si trovi su posizionirivoluzionarie marxiste-leniniste,è l’atteggiamento verso il nemicodella classe operaia internazionalee di tutti i popoli, l’imperialismo.Di conseguenza, l’unica politicarivoluzionaria è la politicacondotta sulle posizioni di classee rivoluzionarie. In altre parole, lapolitica estera non è altro che laprosecuzione della politicainterna, la sua espressione in unadimensione internazionale. Ilcarattere e il contenuto dellapolitica estera saranno un fedeleriflesso del carattere e delcontenuto della politica interna.Come V. I. Lenin insegnava, ilprincipio fondamentale dellapolitica estera di un paesesocialista e di un partitocomunista consistenell’internazionalismo proletarioe non nella coesistenza pacificacon l’imperialismo, nella «alleanzacon i rivoluzionari dei paesiprogrediti e con tutti i popolioppressi contro gli imperialisti diogni risma» («La politica esteradella rivoluzione russa», Opere,vol. XXV).Come le citazioni di Marx e diEngels sono sulla bocca deidirigenti di Pechino orpelli buonisolo per i più ingenui, così la Cina,se ci atteniamo ai fatti della suapratica attività, non dà alcunaimportanza alla lotta delproletariato internazionale e deipopoli, e, come mezzo principaleper l’assicurazione della pace,considera i colloqui e gli incontri– specialmente personali, semprepiù spesso «familiari» - con igoverni degli Stati capitalisti e coni loro capi politici. Certamente gliincontri e i colloqui sononecessari. Ma essi possono daredei risultati positivi soltanto sevengono appoggiati dalla decisalotta del proletariato e dei popoliper la soluzione delle questioniinternazionali, per fermare lamano dei guerrafondaiimperialisti, per sconfiggere i lorodisegni criminali.L’odierna Cina spicca per gli sforziche essa compie per conquistareil posto «che le compete» nellagrande combutta imperialista.Questa attività ha acquistato ilpeso maggiore, quasi esclusivo, intutto il programma della politicaestera cinese.

In attuazione di un tale piano, laCina ha trovato nelle cricchedello pseudo-marxismo italiano imessaggeri autorizzati delsocialimperialismo cinese, isemplici strumenti della politicaestera cinese. Oggi, soltantocoloro che spacciano nuove “vienazionali” al socialismo e chehanno bisogno del vessillo del“socialismo cinese” per la fortunadei loro slogan, possono nonvedere la completadegenerazione della Cina, la suatrasformazione in uno Statosocial-imperialista e sciovinista,che segue una politicapragmatistica e corrotta, il cuiscopo è stato e sarà quello delraggiungimento dello «status» disuperpotenza mondiale.Attraverso questo pseudo-marxismo, la Cina vuoleconvincerci che, per eliminaredalla vita della società le guerre,non è affatto indispensabile checrolli definitivamente ilcapitalismo e trionfi il socialismosu scala mondiale o almeno neiprincipali paesi capitalisti.Attraverso il suo messaggero, essapropaganda che nelle attualicondizioni è possibile evitare leguerre e propaganda lo sloganmetafisico dell’«interdipendenzamondiale» (una riedizione dellavecchia idea di Gorbaciov), dallaquale spariscono d’incanto gliantagonismi di classe e la lotta peri mercati e per lo sfruttamentodei popoli che oppone le une allealtre le potenze imperialiste.Gli pseudomarxisti declamano lalirica cinese della Cinturaeconomica e della Via della Seta.«Facciamo come la GranBretagna e la Germania» che siespandono in Asia, incita questopseudo-marxismo. Esso haappreso la lezione del «socialismodi mercato con caratteristichecinesi» e predica l’alleanza delproletariato dei paesi dell’Europaoccidentale con la borghesiareazionaria di questi Stati.Strombazzando di voler dare vitaad «una grande famigliaarmoniosa e di coesistenza», laCina ha fondato la AIIB – AsianInfrastructure Investment Bank –una banca con capitale misto inconcorrenza con la BancaMondiale e con il FondoMonetario internazionalecontrollati da Washington e conl’Asian Development Bank

controllata dal Giappone. La Cinainsieme alla borghesia dellaRussia, dell’India e del Brasile, vipartecipa con le borghesiereazionarie arabe, asiatiche,europee e con i governi deipiccoli paesi formalmenteindipendenti, in realtà legati concatene d’ogni sorta a rimorchiodegli Stati più potenti. Il campo d’azione degliinvestimenti di questa banca siestende dalla regione pacifico-asiatica fino all’est e all’ovestdell’Europa fino ad includere ipaesi della costa orientale africanae il Medio e Vicino Oriente. La trasformazione di una serie dipaesi indipendenti in paesidipendenti costituisce lacaratteristica inalienabile delcapitalismo monopolistico.L’imperialismo non può esisterené può svilupparsi senza trarre untributo forzato da questi paesidipendenti. L’esportazione dicapitale all’estero si presenta indue forme essenziali: con i prestitiai governi e le compartecipazioninelle società e nelle banche di altripaesi o con la creazione diimprese nei paesi colpiti dalla crisi,come con le costruzioni di grandivie ferroviarie, stradali e diinfrastrutture portuali.Simili organismi finanziari servonoda strumento nelle mani dellepotenze imperialiste, in primoluogo di quelle più grandi tra esse,per la realizzazione dei loroobiettivi egemonici concernenti laspartizione economica eterritoriale del mondo,minacciando seriamente lasovranità nazionale el’indipendenza dei paesi in cui essiinvestono capitali. Essi non sonosoltanto organismi di caratterepuramente economico, ma anchedi carattere spiccatamentepolitico e militare, operanti adifesa della politica espansionisticaed egemonica delle potenzeimperialiste. Lo pseudo-marxismo si rompe latesta nel tentativo di negareinsieme all’origine, anche lo scopodella esportazione di «capitaleeccedentario» cinese. L’esportazione di capitaleall’estero è la caratteristicadell’imperialismo, dell’epoca deldominio dei monopoli finanziariinternazionali, che la Cina stacostituendo per suo conto, delleintese e della rivalità

insopprimibile tra i più grandi diessi. La Cina – come qualsiasipaese che ha mire imperialisticheegemoniche – ha intrapreso unalotta per conquistarsi mercati, percreare una propria sferad’influenza e di dominio.Essa ha promossol’organizzazione dei paesi delBRICS spacciandola come unmovimento sorto nella lotta deipopoli del mondo control’imperialismo, il colonialismo el’egemonismo. I popoli hannovisto come la Cina lavora non perportare nei loro paesi le idee dellarivoluzione e della liberazionenazionale, ma per depredare lematerie prime, penetrare neimercati e soffocare la rivoluzioneche impedirebbe la penetrazionedella sua influenza. La Cina non può condurre alcunapropaganda rivoluzionaria perchéle rivoluzioni proletarie e popolarirovescerebbero le cricchereazionarie che dominano questipaesi, che la Cina appoggia e aiutaa mantenersi al potere.Per il conseguimento dei suoiobiettivi egemonici la Cina èpassata alla seconda fase del suoprogramma. Dopo aver creato nelpaese un sistema strutturalmentee sovrastrutturalmente capitalistaattraverso le cosiddettemodernizzazioni e riforme, essaha cominciato ad investire ilplusvalore, realizzato a spese delproletariato cinese, negli Stati deidiversi continenti, così comefanno gli imperialisti di tutto ilmondo.La cricca borghese oggi al poterein Cina nutre un’ambizionesmodata, che non riesce più adissimulare, di porsi alla «testadell’economia mondiale»(capitalista-imperialista), didiventare «un motoredell’economia mondiale»(capitalista-imperialista), disoppiantare in questo ruolomondiale l’imperialismonordamericano e di legare al suocarro l’imperialismo europeo.La politica del socialimperialismocinese sotto ogni aspetto è unapolitica di grande potenzaimperialista, una politicacontrorivoluzionaria checondurrà ad una nuova guerra inun domani, ragion per cui la Cinasarà odiata, contrastata ecombattuta sempre più daipopoli.

ottobre 201716

Sulla questione nazionale catalana

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

La Catalogna è una nazionalitàdi circa 7,5 milioni di abitanti,che cominciò a formarsi nel IXsecolo, che ha una lingua e unterritorio comune, unacoesione economica (è unodei motori industriali europei)e un’identità culturale. E’ unanazionalità da lungo tempodiscriminata dallo Statocentralista e autoritario dellaSpagna (lo fu in particolare nelperiodo del franchismo), al paridi Euzkadi e della Galizia. A causa della Costituzioneborghese-monarchica del1978, frutto della mancanza diuna vera rottura colfranchismo e il suo blocco dipotere, la questione catalananon ha potuto trovaresoluzione. Si è invececontinuamente ripropostadietro la soluzione di unalimitata autonomia, con cui si ècercato di spegnere lelegittime aspirazioni dei popoliche lottavano per il dirittoall’autodeterminazione. Il movimento nazionale inCatalogna è diretto dalla riccaborghesia catalana (le “300famiglie”), che per molti anniha utilizzato la minacciaseparatista per arrivare a unaccordo con la oligarchiaconservatrice che ha in mano ilpotere dello Stato spagnolo ele principali leve economiche.Le conseguenze della crisicapitalistica del 2008, lepolitiche di austerità e ilfallimento della costruzioneeuropea hanno acuito lefrizioni fra i gruppi borghesi,

provocato il malcontento diampi strati di piccola borghesiaimpoverita. Ciò ha portatoall’inasprirsi della tensione frail governo di Catalogna eMadrid, specialmente sullaquestione fiscale, e al risvegliodel movimento nazionalecatalano. Si è così giunti alreferendum per l’indipendenzadella Catalogna del 1° ottobre,brutalmente represso dalgoverno di Rajoy e dallo Statospagnolo, seguita dalleminacciose dichiarazioni diFelipe IV, il re non eletto cherappresenta gli interessi e laposizione politica dei settoripiù reazionari e guerrafondaidella borghesia spagnola. Ciò è una evidentedimostrazione del fatto chel’autodeterminazione deipopoli non è possibilenell’attuale quadrocostituzionale spagnolo -accettato da tutta l’imbelle“sinistra” iberica (compresoPodemos) - come in qualsiasialtro tipo di Stato borghese. Noi comunisti, in quantointernazionalisti, ci battiamocontro la politica dioppressione delle nazioni edelle nazionalità, sosteniamo ildiritto e la libertà dei popoliall’autodecisione, fino allaseparazione (anche se essanon sempre è la soluzionemigliore, poichè ciò dipendedalle particolarità concretedelle questioni nazionali),subordinando sempre lerivendicazioni nazionali agliinteressi della lotta di classe.

Gli interessi del proletariato ei diritti delle nazioni, che sonocomposte di diverse classi,sono due cose diverse. Perciònon ci lasciamo guidare dallapolitica «nazionale» dellaborghesia – sia quella dellanazionalità dominante, siaquella della nazionalitàoppressa - che non risolve, mapeggiora tutti i problemiesistenti, in primo luogo iproblemi della classe operaia. Nel caso concreto, difendiamoapertamente ll dirittoall’autodeterminazione delpopolo di Catalogna,denunciamo la politicarepressiva e le misure fascistedello Stato monarchicospagnolo - vergognosamentespalleggiate dal governoitaliano - appoggiamo laformazione di un Frontepopolare repubblicano eantifascista, ed innalziamoassieme al PCE (m-l) larivendicazione di una nuovaforma di organizzazionepolitica della società: unaRepubblica Popolare e

Federativa, come quadropolitico-istituzionale piùadeguato per assicurare erendere compatibili l’unitàdella classe operaia e i dirittidei popoli della penisolaiberica. La questione catalana mostrache è necessaria una rotturarivoluzionaria per distruggere,assieme allo Stato monarchico,la dittatura del capitale eassicurare così indipendenza,libertà e sovranità nazionaleper tutti i popoli. Nella nostra epoca laquestione nazionale, in Spagnacome altrove, non può essererelegata al margine della lottadi classe. Perciò affermiamoche la bandieradell’autodeterminazione devepassare nelle mani delproletariato, l’unica classe chepuò dare la giusta soluzionealle questioni nazionali,mettendosi alla testa di unfronte di tutti gli sfruttati e glioppressi, per farla finita conogni forma di sfruttamento eoppressione dei lavoratori.

1917-2017: 100° anniversario

della Rivoluzione d’OttobreParigi, 11 novembre 2017Sala della Bellevilloise,

21 Rue de Boyer, dalle h.14Incontro con i Partiti e le

Organizzazioni dellaCIPOML

Parigi, 11 novembre: incontro-festa per ilCentenario della Rivoluzione d’OttobreIl prossimo 11 novembre siterrà a Parigi, presso la Saladella Bellevilloise (fondatasubito dopo la Comune,luogo di storiche riunioni delmovimento operaio ecomunista) un’incontro con iPartiti e le Organizzazionidella CIPOML per celebraree festeggiare il Centenariodella Rivoluzione Socialistad’Ottobre. L’evento, organizzato dalPartito Comunista degliOperai di Francia, saràrealizzato sotto il segnodella solidarietà

internazionale delproletariato e dei popolioppressi. Il programmadell’appuntamento è ilseguente:*Tavola rotonda conrappresentanti dei Partitifratelli europei.*Intervento dellaConferenza Internazionaledi Partiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti.*Intervento centrale delPCOF: sul tema "Cosa èstata la Rivoluzioned'Ottobre, cosa essa ci

insegna sulle condizioni peril successo di una rotturarivoluzionaria, quali lezioniricavarne per oggi".Vi sarà ampio spazio per ladiffusione della letteraturamarxista-leninista, vi sarannomusica, cori, proiezione difilm, esposizione di poster,etc.Tutti i compagni interessati apartecipare a questoimportante incontrointernazionalista sonoinvitati a mettersirapidamente in contatto connoi.