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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Novembre 2017 Numero 84 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Abbiamo da poco celebrato il 100° anniversario della Rivoluzione Socialista d’Ottobre promuovendo e partecipando a diverse iniziative a livello nazionale e internazionale. Non sono state vuote giornate di commemorazione, ma momenti in cui i comunisti e gli operai d’avanguardia hanno discusso dei compiti dell’oggi basandosi sulle grandi lezioni del passato, per avanzare nella lotta contro il moribondo sistema capitalistico, che è gravido di rivoluzioni. Se l’Italia è al baratro come ha detto Prodi – uno di quelli che ha gettato il paese in questa situazione – spetta ai comunisti strapparla a questa sorte dirigendo il processo della rivoluzione proletaria per strappare il potere alla borghesia ed edificare il socialismo. Al centro del nostro intervento abbiamo dunque posto una questione chiave: “la rivoluzione non si fa, si organizza”, ripeteva Lenin, e quando parliamo di organizzazione della classe proletaria un ruolo fondamentale spetta al partito comunista, il suo reparto di avanguardia e cosciente. Senza il proprio partito indipendente e rivoluzionario la classe operaia resta alla coda della borghesia e della piccola borghesia, va cioè incontro allo sfruttamento più bestiale: questa è una grande lezione che viene dalla nostra storia e che trova nell’attualità precise conferme. La formazione del partito deve dunque essere al centro degli sforzi di tutti i sinceri comunisti e dei migliori elementi della classe operaia. E’ il più rivoluzionario fra tutti i compiti urgenti che abbiamo di fronte. Nelle condizioni attuali di sconfitta temporanea – ma profonda e con gravi conseguenze - del socialismo, di confusione ideologica e sbriciolamento organizzativo, abbiamo proposto un passaggio chiave per avanzare in direzione del partito: la creazione di un’organizzazione intermedia, preparatoria, basata sul movimento operaio, che costituisca l’embrione del futuro Partito. L’abbiamo definita “unione di lotta per il socialismo”, ma assai più del nome ci interessa lavorare con una precisa direzione di marcia, stabilendo i suoi contenuti ideologici e politici, la sua attività segue a pagina 2

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaNovembre 2017 Numero 84 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Abbiamo da poco celebrato il 100°anniversario della Rivoluzione Socialistad’Ottobre promuovendo e partecipando adiverse iniziative a livello nazionale einternazionale. Non sono state vuotegiornate di commemorazione, mamomenti in cui i comunisti e gli operaid’avanguardia hanno discusso dei compitidell’oggi basandosi sulle grandi lezioni delpassato, per avanzare nella lotta contro ilmoribondo sistema capitalistico, che ègravido di rivoluzioni. Se l’Italia è al baratro come ha detto Prodi– uno di quelli che ha gettato il paese inquesta situazione – spetta ai comunististrapparla a questa sorte dirigendo ilprocesso della rivoluzione proletaria perstrappare il potere alla borghesia ededificare il socialismo. Al centro del nostro intervento abbiamodunque posto una questione chiave: “larivoluzione non si fa, si organizza”, ripetevaLenin, e quando parliamo diorganizzazione della classe proletaria unruolo fondamentale spetta al partitocomunista, il suo reparto di avanguardia ecosciente. Senza il proprio partitoindipendente e rivoluzionario la classeoperaia resta alla coda della borghesia edella piccola borghesia, va cioè incontroallo sfruttamento più bestiale: questa è unagrande lezione che viene dalla nostrastoria e che trova nell’attualità preciseconferme. La formazione del partito deve dunqueessere al centro degli sforzi di tutti isinceri comunisti e dei migliori elementidella classe operaia. E’ il più rivoluzionariofra tutti i compiti urgenti che abbiamo difronte. Nelle condizioni attuali di sconfittatemporanea – ma profonda e con graviconseguenze - del socialismo, diconfusione ideologica e sbriciolamentoorganizzativo, abbiamo proposto unpassaggio chiave per avanzare in direzionedel partito: la creazione diun’organizzazione intermedia,preparatoria, basata sul movimentooperaio, che costituisca l’embrione delfuturo Partito. L’abbiamo definita “unione di lotta per ilsocialismo”, ma assai più del nome ciinteressa lavorare con una precisadirezione di marcia, stabilendo i suoicontenuti ideologici e politici, la sua attività

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Niente lavoro, niente diritti, niente futuroNiente voto di operai, giovani e donne!

2 novembre 2017

Il baraccone elettorale dellaborghesia italiana non funzionapiù. Nell’ultimo mese milioni dicittadini chiamati a inutilireferendum e farsesche elezionilocali hanno detto “basta, non cifregate”. I dati dimostrano chela maggioranza degli elettorinon ha votato.Il disegno per ingannare iproletari e far credere loro chetracciando una croce sullascheda elettorale sia possibilerisolvere i problemi dellasocietà e dello Stato ormai faacqua da tutte le parti. Eppure il potere borghese le haprovate tutte. Prima ''il nuovoche avanza'' era Matteo Renzi.Ma dal referendumcostituzionale in poi la crisi delPD si è approfondita senzasoste e il “rottamatore”, dopoaver attuato per anni unastrategia di destra ora cerca ivoti a sinistra....per tornare algoverno con Berlusconi. Poi è stato lanciato il giullareGrillo con la sua corte, quelliche si tagliano gli stipendi perdare i soldi agli imprenditori,quelli che dicono ''ci ispiriamoagli ideali di Berlinguer maanche di Almirante'', conl’aspirante premier Di Maio cheva a leccare i piedi a Zio Sam.Anche l' ultima carta, quella dei5 stelle, non ha funzionato. Le ultime elezioni locali hannoofferto da questo punto di vistasegnali positivi, a condizione chei comunisti e i proletaricombattivi sappianotrasformare il malcontento e laprotesta dalle masse inorganizzazione su precisi

obiettivi di lotta anticapitalista. Noi marxisti-leninisti da tempoci battiamo per la formazione diliste di unità proletaria,espressione del fronte unico dilotta del proletariato - e sullasua base di un ampio frontepopolare – mezzi indispensabiliper impedire la liquidazionegraduale delle libertàdemocratiche, e sconfiggere ipiani reazionari e fascisti delcapitale finanziario.Una lista del genere avrebberappresentato uno strumento dimobilitazione, organizzazione edi crescita della coscienza dellemasse popolari. Purtroppoquesto obiettivo non è statoraggiunto a causa della politicaelettoralista e divisionista deicapi revisionisti, opportunisti esocialdemocratici, che fanno lecomparse del potere borghese,si autorappresentano o simettono al carro del PD, percoprire la sua politicaantioperaia. Anche le capriole“popolari” di Rifondazionelasciano il tempo che trovano.In questa situazione i proletarinon hanno che una scelta:trasformare la rabbia ed ildisgusto verso il capitalismo e ilsuo sistema politico, verso unalegge elettorale che produrràun parlamento di nominati, in unatto politico organizzato ecosciente: il rifiuto del voto edelle pressioni mediatiche perestorcerlo.Per fare questo non è sufficientela semplice astensione passiva.E’ necessario legare il rifiuto delvoto a un programma di azioneimperniato su rivendicazioni

politiche e sociali vitali e urgentidegli sfruttati e degli oppressi,che non possono esseresoddisfatte da nessun partitoborghese e piccolo borghese,così come alla formazione diorganismi operai e popolari chesostengano questerivendicazioni con la lotta. Fare ciò – in una fase che vedesignificativi sintomi di ripresadella lotta di classe - significatrasformare il disgusto e larabbia in movimento politico,con un proprio programma. E’la sola alternativa che hanno iproletari per irrompere nellacontesa elettorale, con unobiettivo preciso: portare illivello dei non votanti, dellebianche e delle nulle sopra il50% per delegittimare eindebolire il nuovo parlamentoe il nuovo governo dellaborghesia, per approfondire lacrisi organica della borghesia.Diamo vita a una grandecampagna per ottenere la piùalta astensione operaia epopolare, così come voti nulli ebianchi. Neghiamo il voto ai corrottipartiti della dittatura borghesedel centrodestra e delcentrosinistra, responsabili dellemisure antipopolari.Utilizziamo la campagnaelettorale per rafforzare ilegami con la classe operaia,contribuire alla educazionepolitica delle masse, per esigeremisure che possono migliorare,seppure parzialmente, lasituazione delle masselavoratrici, smascherando leillusioni e le vuote promesseriformiste e populiste. Trasformiamo le elezioniborghesi in un grande momentodi protesta degli operai, deigiovani, delle donne peravanzare verso la rotturarivoluzionaria col marciosistema borghese.

segue dalla prima paginaconcreta che dovrà consistere soprattutto nel lavoro dipropaganda e agitazione politica nella classe operaia, per cooperarealle sue lotte, sviluppare la solidarietà e la coscienza di classe,estendere i suoi legami. Oggi alla classe operaia serve come il pane un’organizzazionepolitica centralizzata, espressione diretta della sua forza, di cuisiano protagonisti gli stessi operai avanzati. Un’organizzazione che si faccia carico di ridurre la “forbice”esistente fra movimento comunista e movimento operaio, poichéquesta separazione nuoce e indebolisce entrambi. Che combatta latendenza a restringere la lotta operaia al solo aspetto economico,combinando la lotta politica rivoluzionaria alle battaglie di tutti igiorni. Che lotti a fondo contro concezioni ampiamente diffuse, ilriformismo, il populismo, lo spontaneismo, il movimentismo, chedanneggiano la classe dall’interno e dall’esterno. Non c’è tempo da perdere. Su questo tema chiave chiamiamo dinuovo a riflettere, a discutere, a prendere posizione, gli operaiavanzati, i gruppi classisti, i circoli rivoluzionari, i marxisti-leninistiper andare avanti nel processo di unità e di lotta.

La porcata delRosatellum Molto si è parlato del fatto chela nuova legge introduce un“Parlamento di nominati”,sottraendo agli elettori lapossibilità di scegliere i lororappresentanti. Ma poco onulla si è detto di un'altra grave“porcata”.L'art. 3 della vigenteCostituzione borghese affermache “tutti i cittadini sono egualidinanzi alla legge”, e questoprincipio di “eguaglianza deicittadini”dovrebbe essererispettato da tutte ledisposizioni legislative dellaRepubblica, anche e soprattuttoda quelle leggi che regolano lapartecipazione dei cittadinielettori alla formazione dei duerami del Parlamento.Che cosa stabilisce, invece, lanuova legge elettoraleultimamente approvata dallaCamera e dal Senato a colpi difiducia, imposta dal PD?I seggi alla Camera dei Deputatisaranno ripartiti, in parte, incollegi uninominali, in parte subase proporzionale. Ma i votidegli elettori che, nel collegiouninominale, avranno votatoper il candidato vincente,saranno conteggiati un'altravolta, risultando utili anche perl'aggiudicazione della quotaproporzionale! Ciò, invece, nonavverrà per i voti degli elettoriche – nei collegi uninominali -avranno votato per i candidatiperdenti. In poche parole, iprimi avranno, in pratica, votatodue volte!Col nuovo sistema di computo,alcuni elettori diventano “piùelettori” degli altri. Alla facciadel “principio di eguaglianza”, ivoti di alcuni elettori peserannodi più. Questa è la falsademocrazia borghese!

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Gli operai dell’ILVA diCornigliano continuano la lottaad oltranza (occupazione dellafabbrica, scioperi, cortei eblocchi) decisa dall’assembleaoperaia il 6 novembre scorso.Giudicano del tutto insufficientile garanzie del governoGentiloni-Renzi riguardo ilpiano di 4000 tagli, di cui 600 aGenova, presentato dallacordata Am Investco. Hannoperfettamente ragione edesprimiamo piena solidarietà!Oltre ai licenziamenti di massa,il piano cancella l'accordo diprogramma e prevede che tuttigli operai devono passare dallicenziamento per unariassunzione con salari più bassie senza le tutele degli accordiprecedenti, grazieall’applicazione del Jobs Actantioperaio. I padroni dell’ILVA, conl’arroganza che licontraddistingue, e confidandosulla compiacenza di istituzionie magistratura, hanno reagitopresentando un esposto chedenuncia presunti danniderivanti dall’occupazione.Parlano proprio loro che perdecenni hanno rovinato la vita ela salute di centinaia di migliaiadi operai e di cittadini!

Il piano ILVA è un aspetto dellaguerra globale che il capitalemuove contro il lavoro peraumentare lo sfruttamento e laprecarietà. Bene hanno fatto gli operaiILVA di Cornigliano a dare unarisposta di lotta dura perdimostrare che non si deveaccettare il modernoschiavismo e non si ci si puòfidare di parole e promesse diministri filopadronali.Gli operai ILVA con la loro lottarappresentano gli interessi ditutti i lavoratori perl’occupazione, il blocco deilicenziamenti, miglioricondizioni di vita e di lavoro. La decisione presa dagli operaidi Cornigliano è un esempio daseguire in tutte le fabbricheILVA e in tutte le altre vertenzecontro i licenziamenti di massa.Gli operai della Richard Ginoridi Sesto Fiorentino lo hannofatto subito, scioperando edoccupando la fabbrica. Questa è la giusta risposta dadare ai capitalisti e al lorogoverno, che da mesi cerca diinfinocchiare gli operai con lapromessa che le trattative con ilcolosso dell’acciaiomultinazionale stanno andandoa buon fine. Un governo per

bocca del ministro Calenda(PD-Confindustria) hacondannato l’occupazione echiesto la smobilitazione dellalotta, assieme ai suoi tirapiedisindacali. Per ottenere risultati la lottadeve proseguire con forza,senza abboccare all’amo della“pace spociale”.Rivendichiamo lo scioperogenerale per dire NO ailicenziamenti per i profitti!Nessun posto di lavoro deveessere perso, nessuna fabbricadeve essere chiusa! I pattivanno rispettati! Lavororegolare e stabile per tutti, no alJobs Act e al precariato! Risanamento ambientale!

Riduzione dell’orario di lavoro! Contro qualsiasi tentativo diisolamento e di divisione, varipresa e unificata la lotta ditutti i lavoratori ILVA, sulla basedei comuni interessi di classe,avanzando nella pratica delfronte unico proletario.Con gli scioperi, le occupazionie tutti i mezzi disponibili ilavoratori esprimeranno la lorovolontà di non cedere ai ricattie ai soprusi dei padroni. Queste esperienze farannomaturare nella classe operaia laconsapevolezza che essa deverecuperare interamente lapropria autonomia politicaricostruendo il proprio partitodi classe.

ILVA: impedire con la lotta dura ilicenziamenti per i profitti

L’aumento delle pensioni a 67anni dimostra l’irrazionalità diun sistema che costringe ilavoratori a lavorare sino allosfinimento, mentre milioni digiovani sono lasciati a languiresenza lavoro o con lavoriprecari sottopagati (quindisenza contributi), oppurecostretti all’emigrazione. Un sistema in cui più cresce laproduttività del lavoro e più sideve lavorare per i profitti deicapitalisti è solo da abbatterecon la rivoluzione socialista.Ci vogliono schiavi salariati ilpiù possibile, per pagarci menopensioni e usare i nostricontributi per salvare le banchepiene di titoli spazzatura, pagareil debito pubblico nelle manidell’oligarchia finanziaria.Il trucco inventato dallaborghesia è quello di legare lepensioni alle speranze di vita.

Ma le statistiche sonocompletamente falsate. Lesperanze di vita sono indiminuzione per gli operai e lemasse popolari. La sanitàpubblica ha subito tagli pesantie 10 milioni di cittadini nonhanno più soldi per curarsi.Non solo la durata, ma anche laqualità della vita è in costantepeggioramento per i lavoratori. Sono anni che i governiborghesi e la UE dei monopoliraccontano balle sul deficit Inpse lanciano l’allarme sui contipubblici per far passare lecontroriforme con l’avallo deiriformisti e dei vertici sindacali.La verità è che sono gli operaie gli altri i lavoratori dipendentia finanziare lo Stato per le speseassistenziali, far cui figurano lepensioni d’oro di “lor signori”. Non è lo Stato borghese chetrasferisce danaro agli operai

attivi e pensionati. Sono iproletari che pagano con i lorocontributi le pensioni ecoprono anche molti costiassistenziali, a partire daiprepensionamenti ed icontributi figurativi, l’indennitàdi disoccupazione e gli assegnifamiliari. I pensionati con il prelievofiscale pagano anche le pensioniassistenziali, mentre padroni ericchi evadono allegramente letasse con i paradisi fiscali.Le ragioni dello smantellamentodella previdenza pubblica nonhanno nulla a che fare con ildeficit pubblico, ma sonofunzionali all’obiettivo di usarequeste risorse in fondi per laspeculazione di borsa, a favoredel capitale finanziario.Non ci interessa negoziarequalche mese in meno, comecercano di fare il PD e i vertici

sindacali in vista delle elezioni.Non lasciamoci dividere percategorie e ricordiamoci chel’APE va a favore della banche!Le rivendicazioni che i proletaridevono portare avanti con ilfronte unico di lotta in fabbricae in piazza, sono chiare: - abolizione delle controriformaFornero e del sistemacontributivo, ripristino delretributivo e delle pensioni dianzianità. 35 anni di contributi e60 anni di anzianità per andarein pensione con assegno pariall’80% dell’ultimo salario.Separazione dell’assistenza dallaprevidenza. Basta privilegi,vitalizi, rendite e pensioni d'orodi manager, parlamentari,amministratori e preti. Divietodi cumulo. Mobilitiamoci uniti! Affinché glioperai possano vivere ilcapitalismo deve morire!

Pensioni: la piaga di un sistema da seppellire

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La stagione dei rinnovicontrattuali del PubblicoImpiego sta entrando nel vivo, ele informazioni che cominciano atrapelare non sono per nientebuone.Cominciamo dalla parteeconomica, che con lafamigerata intesa del 30novembre 2016 era statadelineata. Infatti già lì si stabilivala cifra di 85 euro lordi medi. Unimporto misero considerato ilblocco quasi decennale e tenutoconto che tale cifra è una mediasu tutti i lavoratori. Per di più daquella data è passato quasi unanno e il Governo non ha finoratrovato le risorse economichenecessarie.Ma i problemi non finiscono qui:coerentemente con quanto fattonei rinnovi dei contrattinazionali privati, i bossconfederali in combutta con ilgoverno stanno inserendo neiCCNL il welfare aziendaleobbligatorio, ossia una polizzaassicurativa sanitaria privata e unfondo di previdenza integrativaprivato. Le cifre necessarie a coprire talioneri saranno decurtate daifamosi 85 euro. In tal modo sicontribuisce attivamente allosmantellamento dello StatoSociale pubblico. Tanto ci sarebbe da diresull’effettiva utilità, sui rischi esugli interessi che vi sono dietroi fondi integrativi.

Sul lato normativo numerosisono i peggioramenti previsti.Si tenta di ostacolare la fruizionedei permessi della legge 104,prevedendo un obbligo dipianificazione mensile e in casodi urgenze il preavviso di almenoun giorno. Ogni commento èsuperfluo.Con la scusa del rispetto deitempi di vita e di lavoro siincentivano gli orari flessibili, gliorari spezzati e quelliplurisettimanali/plurimensilipensati per far risparmiare leamministrazioni. Sul piano della contrattazioneregistriamo il progressivoindebolimento del sindacato edelle Rsu; ormai si discute solonel merito del fondo con risorseper altro già bloccate. Su tutte le altre materie dallequali dipende la qualità dellavoro e della vita non c'è poteredi contrattazione.Si incentivano le unioni deicomuni dentro una visionecentralistica che determinaanche minori servizi allacittadinanza oltre alla riduzionedella forza lavoro.Permangono tutti i vincoliesistenti in materia di spesa dipersonale, ragione per cuinumerosi Enti non saranno nellecondizioni di assumere.Le ferie e i permessi retribuitisaranno anche frazionabili adore: questa non è una vittoriaperché tali cambiamenti

avvengono solonell'ottica delrisparmio e dellacontrazione deicosti.Si rafforza il poteredelle singoleamministrazioni dientrare nel meritodell’organizzazionedel lavoro,decidendo magariche le turnazioni (ele relative indennità) sianolimitate solo ad alcuni periodidell'anno. Il turno svolto in ungiorno festivo sarà considerataun’ordinaria giornata lavorativasenza maggiorazioni! Si fa strada la ipotesi delleforcelle retributive accessorie, ilche determinerà stipendi diversida comune a comune, daamministrazione adamministrazione. Di fattovengono ripristinate le gabbiesalariali con forme diverse.Le risorse della retribuzioneindividuale di anzianità delpersonale andato in pensionesaranno magari gestite con laperformance, un utilizzo perpochi e non a vantaggio di tuttoil personale.Il contratto nazionale lasceràsempre meno spazio allacontrattazione di secondo livelloper ridurre il potere delle RSU(sempre in nome della riduzionedi spesa)Le progressioni all'interno della

categoria di appartenenzasaranno soggette a ulteriorivincoli e procedure nuovesecondo la logica premiale eselettiva (saranno sempremeno).Per quanto riguarda la PoliziaMunicipale prosegue il percorsosecuritario che trasformerà ivigili in una forza dell'ordinepubblico a discapito di tutte lealtre funzioni fino ad oggi svolte. Si prevede che per svolgeremanifestazioni di caratterepubblico, le associazioniorganizzatrici debbano pagare lespese della Polizia municipale! Insomma, si profilano contrattiche sanciscono la riduzione delleretribuzioni dei lavoratoripubblici, peggiorano la normativaesistente e continuano losmantellamento dei servizipubblici. Prepariamoci a unire tutte leopposizioni sindacali di classe e amobilitare la base dei lavoratoricontro queste nuove truffe!

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Contratti del pubblico impiego:pochi euro e tanti peggioramenti

Il capitalismo è l’incertezza della vita e del lavoroNel 1891 il Partito socialdemocraticotedesco tenne a Erfurt un suo Congressonel quale elaborò un progetto diprogramma, che Federico Engels sottoposea un attento esame esprimendo anchealcune critiche.Il progetto denunciava giustamente“l'assoggettamento economico deilavoratori ai proprietari dei mezzi dilavoro” e la “miseria sociale” che nederivava, aggiungendo tuttavia: “sempre piùgrande diviene il numero e la miseria deiproletari”. Engels osservò acutamente: “Questo non è esatto, se è espresso inmodo così assoluto. L’organizzazione deglioperai, la loro resistenza sempre crescenteopporrà per quanto è possibile un certoargine al crescere della miseria. Ciò cheinvece aumenta sicuramente è l'incertezzadell'esistenza”.

Dunque, miseria più incertezza della vita. E oggi? Che cos'è l'attuale migrazione dicentinaia di migliaia di disperati da tantipaesi dell'Africa e dell'Asia verso i paesicapitalistici più sviluppati dell'Europa edell'America del Nord? Si tratta di masseenormi di uomini e di donne per i quali lafame e l'insicurezza della vita e del lavoronei paesi d'origine è diventata ormaiinsopportabile, e che sperano (il più dellevolte illudendosi) di trovare sicurezza elavoro nei paesi che essi credono “ricchi”,mentre la vera ricchezza – nell'Occidenteimperialistico – è concentrata nelle mani diun pugno sempre più ristretto di magnatidel capitale finanziario.E qual è la situazione in cui vivono glioperai dell'Italia capitalistica nell'attualefase storica di decadenza dell'imperialismomondiale? Oltre ai bassi salari è

soprattutto l'incertezza del posto di lavoroche pesa sempre più su di loro, dopo il JobsAct e le altre misure antiproletarieintrodotte dai vari governi borghesi (daMonti a Renzi e Gentiloni). Fine del postofisso, lavoro a tempo determinato, conlicenziamento possibile in ogni momento avolontà del padrone e senza più le vecchietutele. E, di conseguenza, incertezza eangoscia sociale per le sorti di tutta la vitadel lavoratore e di quella dei suoi figli, chedovranno sperare nell'elemosina deivoucher, dei bonus e di altri mezzucci delsemidefunto welfare state.Solo il rovesciamento rivoluzionario delsistema capitalistico, solo la lotta perquesti tre fondamentali obbiettivi-rivoluzione proletaria, dittatura delproletariato, socialismo - potrà porre finea questo sistema disumano,

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[Le parti in corsivo di questoarticolo sono tratte da “Lavorosalariato e capitale” di Marx edal capitolo XXIII del I Librodel Capitale. I neretti sononostri.]

Il salario, cioè l’espressionemonetaria del prezzo dellaforza-lavoro, ha diverse forme e“contiene – spiega Marx –parecchi rapporti”. Bisognadistinguere anzitutto tra:

- salario nominale:la somma di denaro chel'operaio riceve dal capitalista.

- salario reale: la quantità di merci chel'operaio può acquistare sulmercato col suo salario indenaro.

- salario relativo la quota di valore del prodottosociale complessivo chespetta all'operaio rispetto allaquota di valore che spettaal capitale (salarioproporzionale).

Il prezzo in denaro della forza-lavoro, il salario nominale, noncoincide con il salario reale,cioè con la quantità di mezzi disopravvivenza (oggetti diconsumo, servizi, etc.) chevengono realmente ottenuti incambio del salario. Ma né l'uno né l'altro“esauriscono i rapporti contenutinel salario. [… ] Il salario èdeterminato anche dal suorapporto col guadagno, colprofitto del capitalista. Questo èil salario proporzionale,relativo”. […] “Il salario realepuò restare immutato, anzi puòanche aumentare, e ciònonostante il salario relativo puòdiminuire”. […] “La parte che vaal capitale, in rapporto alla parteche va al lavoro, è cresciuta. Ilpotere della classe capitalistasulla classe operaia è aumentato,la posizione sociale dellavoratore è peggiorata, è stataspinta un gradino più in basso, aldi sotto di quella del capitalista”.Gli interessi del capitale e gliinteressi del lavoro salariatosono diametralmenteopposti. Il salario relativo, o

proporzionale, cioè la quota divalore del prodotto socialecomplessivo che spettaall'operaio rispetto alla quota divalore che spetta al capitale,“può diminuire anche se il salarioreale sale assieme al salarionominale, cioè assieme al valoremonetario del lavoro, a condizioneche esso non salga nella stessaproporzione che il profitto”.Nel processo di produzionecapitalistico, il proprietario delcapitale tende sempre aspingere il valore dellaforza-lavoro operaia fino alpiù basso limite possibile. Gli operai, con le loro lottee c o n o m i c o - s i n d a c a l i ,reagiscono vigorosamentecontro questa tendenza, eottengono talvolta - sul pianorivendicativo - dei successifacendo aumentare il lorosalario nominale e anchequello reale. Ma ciò non modifica laposizione socialedell'operaio nella societàcapitalistica, come conseguenzadella diminuizione del salariorelativo.Questa diminuzione è unatendenza generale,soprattutto nella fase didecadenza del capitalismoimperialistico che stiamovivendo in questo XXI secolo(anche se Marx avevascientificamente previsto fin dalsuoi tempi il peggioramentodella situazione, dellacomplessiva condizione divita, della classe proletaria,come effetto della leggeg e n e r a l ed e l l ' a c c u m u l a z i o n ecapitalistica).La situazione dell'operaio nelmodo di produzionecapitalistico è determinata inprimo luogo dal fatto che egli èprivo della proprietà deimezzi di produzione, i qualisono – antagonisticamente – diproprietà della classecapitalistica.In secondo luogo, la situazionedell'operaio è determinata dalmodo in cui, nel capitalismo, siattua e si sviluppa laproduttività del lavoro:“Entro il sistema capitalistico tuttii metodi per incrementare la

forza produttiva sociale del lavorosi attuano a spese dell'operaioindividuo; tutti i mezzi per losviluppo della produzione sicapovolgono in mezzi didominio e di sfruttamentodel produttore, mutilanol'operaio facendone un uomoparziale, lo avviliscono ainsignificante appendicedella macchina, distruggonocon il tormento del suo lavoro ilcontenuto del lavoro stesso”.Il decremento del salariorelativo è anche causato dallaesistenza dell' ”esercito diriserva” del lavoro, dalcrescente numero deidisoccupati e degli inattivi.“Quanto maggiore sarà questoesercito di riserva in rapportoall'esercito operaio attivo, tantopiù in massa si consoliderà lasovrappopolazione la cui miseriaè in proporzione inversa altormento del suo lavoro. Quantomaggiore infine lo strato deiLazzari della classe operaia el'esercito industriale di riserva,tanto maggiore il pauperismoufficiale. Questa è la leggeassoluta, generaled e l l ' a c c u m u l a z i o n ecapitalistica”. […] “Questalegge determinaun'accumulazione di miseriap r o p o r z i o n a t aall'accumulazione delcapitale. L'accumulazione diricchezza all'uno dei poli èdunque al tempo stessoaccumulazione di miseria,tormento di lavoro, schiavitù,ignoranza, brutalizzazione edegradazione morale al poloopposto”. […] “Ne consegue

quindi, che nella misura in cui ilcapitale si accumula, lasituazione dell'operaio,qualunque sia la suaretribuzione, alta o bassa,deve peggiorare”.Mentre la lotta sindacale,economica, della classe operaiapuò contrastare in una certamisura, come sopra si è detto,la tendenza del capitalista aspingere la retribuzionedell'operaio fino al suo limitepiù basso, la sola lottaeconomica contro laborghesia, per quantoimportante, non è in grado diinfrangere la legge assolutadell'accumulazione del capitalee di impedire ilpeggioramento storicodella condizione operaia.Ciò per una semplice ragione:essa è diretta solo contro leconseguenze del capitalismo enon contro la causafondamentale dell’oppressionee della miseria del proletariato,che è lo stesso modo diproduzione capitalistico. Per riuscire a impedire ilpeggioramento storico dellecondizioni di vita e di lavorodella classe operaia ènecessario l'abbattimentodel modo di produzionecapitalistico mediante lalotta politica rivoluzionariache conduca la classe operaia,sotto la direzione del suoPartito comunista (marxista-leninista), alla conquista delpotere politico e allacostruzione del socialismo.Altra via non c’è, compagnioperai!

Il salario relativo dell'operaio e la leggegenerale dell'accumulazione capitalistica

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Luci e ombre dell’assemblea operaianazionale di Pomigliano

6 novembre 2017

E’ tempo di bilanci. Come ognialtro evento che abbiamopromosso, a cui abbiamopartecipato o aderito, anchel’assemblea operaia nazionaletenutasi a Pomigliano d’Arco il 4novembre per il centenario dellaRivoluzione Socialista d’Ottobre,va valutata nei suoi aspetti positivie in quelli negativi, per giungere adelle conclusioni. Tra gli elementi positividell’assemblea dobbiamoregistrare con soddisfazione:1. l’importanza politicadell’evento, nei fatti l’unicaassemblea sulla Rivoluzioned’Ottobre in Italia caratterizzatadalla preponderante presenza dioperai avanzati, esponenti dellaclasse più interessata adapprendere e attualizzare lelezioni dell’Ottobre. 2. la sconfitta politica eideologica della Fiat/FCA diMarchionne: non possiamo infattidimenticare che Pomigliano c’è lafabbrica dove è iniziata la brutaleoffensiva antioperaia che puntavaa cancellare tutte le conquistestoriche della classe operaia,annullarne la memoria e leaspirazioni rivoluzionarie. Non acaso l’evento è statosistematicamente ignorato daimedia della classe dominante,poiché dimostrava che lo “spettrodel comunismo” è ben vivo fra glisfruttati e gli oppressi.3. le numerose e vibrantidenunce politiche emerse dagliinterventi dei proletari, che hannochiarito cosa significa oggi laschiavitù del lavoro salariato, qualè il vero volto del capitalismo, unsistema irriformabile e daabbattere;4. la spietata critica delruolo antioperaio ecollaborazionista della sinistraborghese e riformista, politica esindacale, e la volontà manifestatada settori operai d’avanguardia dirialzare la testa e rilanciare lelotte contro il nemico di classe;5. la determinazione deglioperai combattivi di astenersinelle prossime elezioni politiche,fortemente sostenuta da noicomunisti (marxisti-leninisti) neitermini di un boicottaggio attivo elegato a un insieme dirivendicazioni inconciliabili con iprogrammi elettorali delle forzeborghesi e piccolo borghesi;

6. l’esigenza dell’unitàpolitica e sindacale dei settoriavanzati della classe operaia, qualechiave di volta per il rilancio dellelotte e della prospettivarivoluzionaria.Dunque un insieme di elementi davalorizzare, che ci confermano lagiustezza della scelta da noiproposta fin dalla precedenteassemblea del 1 Maggio.Gli elementi negativi possonoinvece essere così sintetizzati:I. La debolezza politica eideologica dell’appellodell’assemblea (in realtà una meraindizione). Il testo si distinguevaper un pressapochismo teorico eun minimalismo politico-organizzativo, sottacendo unadelle lezioni principalidell’Ottobre: quella della necessitàdel Partito comunista, senza ilquale la rivoluzione proletaria nonpuò trionfare. Se da un latoquesto è un riflesso della lineaseguita da tempo dai dirigentidello SLAI Cobas, influenzati dacorrenti molto distanti dalmarxismo-leninismo (operaismoed economicismo, anzitutto),dall’altro è anche il frutto delleposizioni di compagni che hannorotto organizzativamente con ilrevisionismo, ma ancora devonofare i conti fino in fondo con moltiaspetti di questa ideologia.II. Un atteggiamento, daparte delle stesse forze, volto arestringere la partecipazionedell’assemblea alle componentisindacali di riferimento (SLAICobas, Slaiprolcobas, Fao, SGB),con la esclusione di lavoratori edelegati combattivi aderenti asindacati che avevano sottoscrittoil famigerato accordo del 14gennaio (mettendo così sullostesso piano i capi firmaioli e labase!). Questo atteggiamento si ètradotto nella scarsa raccolta diadesioni e persino nellacancellazione dalle firme degliaderenti di operai nostrisimpatizzanti (non conosciuti dalpunto di vista della appartenenzasindacale). Ciò allo scopo direalizzare un’assemblea in cui loscopo principale, com’è apparsochiaro, doveva essere larealizzazione di accordi fra siglesindacali “antagoniste” (inparticolare il tentativo diagganciare il SGB), invecedell’attualizzazione degli

insegnamenti dell’Ottobre Rossoe della messa in pratica dellatattica di fronte unico proletario. III. La presenza di posizionieconomiciste, operaiste eestremiste, ha avuto inoltre comeconseguenza il tentativo diabbassare l’assemblea al livellopolitico e ideologico più arretratopossibile, ponendo comediscriminanti non i principi delcomunismo, ma questioni sindacaliche, per quanto importanti, nonpossono essere utilizzate percreare ostacoli alla partecipazionedi operai avanzati (non dellaburocrazia sindacale). IV. Lo scarso livello si èriflesso in una relazioneintroduttiva (presentata mezz’oraprima dell’assemblea) deludentesotto molti aspetti, incapace ditrarre le lezioni d’attualitàdell’Ottobre sovietico - senzanemmeno un cenno allaquestione del Partito - con unalimitata critica storica dellasinistra borghese e propositi vaghie approssimativi. Riguardoquest’ultimo punto: si parla dellanecessità di “organizzazione erappresentazione operaia“extraparlamentare, diretta e atutto campo” con la costruzionedi presidi di classe e successiveorganizzazioni di classe, politichee sindacali, del MovimentoOperaio”. Ma se non si spiega incosa consista concretamente ciò,se non si fa chiarezza sul rapportofra lotta politica e lottaeconomica, si continuerà amenare il can per l’aiasovrapponendo sindacato epartito.V. Il carattere impressoall’evento dalla maggioranza degliorganizzatori, ha inoltre fatto sìche tutto il percorso sia statocaratterizzato da uno smaccatoproposito di marginalizzare, senon escludere, la presenza deicoerenti marxisti-leninisti. Daitentativi di impedire ai nostrirappresentanti di esprimersi inriunione al rigetto immotivatodegli emendamenti presentati, dalrifiuto di farci sottoscriverel’appello alla reazione scompostadi fronte alla nostra presa diposizione a favore del fronteunico di lotta, dalle accuse senzafondamento fino al pretestuosoatteggiamento da “offesi”manifestato di fronte alle richieste

di chiarimenti politici su puntiessenziali della relazioneintroduttiva….. ebbene ilcomportamento dimostrato daalcuni responsabili sindacali èstato tanto scorretto quantoestraneo alla pratica del dibattitofranco e aperto. In questocontesto non ci meravigliamo cheil nostro tentativo di porreconcretamente la questione dellaricostruzione del Partito sia statoaccolto con freddezza o malcelatofastidio, segno evidente diconcezioni ideologiche e politicheche devono essere sconfitte. Possiamo dire di aver fatto tutto ilpossibile per la realizzazionedell’assemblea, svolgendo un buonlavoro di propaganda el’intervento che ci eravamoproposti. Dobbiamo tuttaviariconoscere che con le nostresole forze non era certo possibilerovesciare l’impostazione “alribasso” che è stata seguita. In definitiva, dobbiamo rimarcareche a causa di posizioni arretratee nocive alla rivoluzione socialista,l’assemblea operaia è statasostanzialmente depotenziata daisuoi contenuti. Di conseguenza, è stata persaun’importante occasione persviluppare un percorso di lottaunitaria e avviare un confrontofranco e aperto fra settori operaiavanzati e realtà comuniste sullaquestione cruciale del percorso dicostruzione di un’organizzazionepolitica indipendente erivoluzionaria del proletariato. L’assemblea del 4 novembre èstata un episodio della lottaesistente fra le posizioni marxiste-leniniste e quelleeconomiciste/operaiste di anticadata e nuove dentro il movimentooperaio e comunista.Ciò a conferma di una tesifondamentale: il repartod’avanguardia del proletariato nonpuò formarsi sulla base deldesiderio sentimentale dell’ “unitàper l’unità”, ma solo attraverso losviluppo di una decisa battagliaideologica e politica di principiocontro le concezioni e le posizioniestranee al marxismo-leninismo.Questa battaglia – alla qualechiamiamo tutti i sincericomunisti e i migliori elementidella classe operaia - deve essereportata avanti senza soste e senzasconti per nessuno.

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Battere le tendenze economicisteEsiste all’interno delmovimento comunista delnostro paese una posizione chesi manifesta attraversoaffermazioni di questo tipo:“Bisogna partire dalla lottasindacale… Il terreno dellalotta sindacale è più avanzato diquello politico... In Italia vieneprima un innalzamento delloscontro sulle questionieconomiche... La gamba politicasi costruisce nelle lottesindacali…”.Si tratta di posizioni cheesagerano l’importanza dellalotta economica e nelle qualiecheggia la vecchia teoria dei“due stadi”, una tipicam a n i f e s t a z i o n edell’economicismo.In che cosa si traducono infatti?Nella rinuncia alla propaganda eall’agitazione comunista,basandosi sul falso presuppostoche la massa operaia ancoranon sarebbe pronta per la lottapolitica.Tali concezioni contribuisconoin realtà alla regressione delmovimento operaio al suo statoprimordiale, sindacalista, nelquale la lotta politica eradisprezzata. La ragion d’essere e la forza checonsente di svilupparci stanell’unione del socialismoscientifico col movimentooperaio. Questa unione si attuasoprattutto nella lotta politicarivoluzionaria. Negare ciò equivale aindebolire sia il movimentocomunista, sia il movimentooperaio, poiché il primo nonpuò esistere senza lotta politicarivoluzionaria e il secondodiventa movimento di classe

solo quando passa alla lottapolitica rivoluzionaria. Chi sostiene certe tesiargomentandole sulla base delloscarso livello di coscienzaattuale della massa operaia, inrealtà contribuisce a perpetuaree approfondire la scissione framovimento comunista emovimento operaio. Non èinfatti possibile sviluppare lacoscienza politica degli operai aldi fuori della lotta politica,dell’agitazione politica, delleazioni politiche connesse allanecessaria lotta economica.Dietro le posizioni che esaltanola lotta economica fannocapolino le vecchie tesisocialdemocratiche eriformiste sulla “gradualità”degli obiettivi e sulla limitazionealle rivendicazioni “concrete”. E’ l’antico economicismo che siripresenta sotto le vesti della“avvedutezza” e del “senso dellarealtà” che impedirebbero disvolgere la lotta politica. Ma ifatti dimostrano che non è veroche la massa operaia noncomprende le necessità dellalotta politica, che settori dellemasse lavoratrici sono prontiper la lotta politica, compionoatti politici, sia pure in modosemi-spontaneo (l’occupazionedi fabbriche, la bocciatura degliaccordi fra vertici sindacali egoverno, gli scontri con lapolizia, ne sono esempi). Il vero problema è che glioperai vengono lasciati in baliadelle forze politiche borghesi epiccolo borghesi, riformiste ereazionarie, proprio a causadella negazione della lottapolitica comunista. Vengono inoltre lasciati sotto

l’influenza dei burocratisindacali, poiché gli stessisostenitori della preminenzadella lotta economica negano lanecessità dell’intervento deicomunisti nelle grandiorganizzazioni di massa direttedai servi del capitale. Il neo-economicismo di certisostenitori del “radicamento diclasse” (solo ed esclusivamentein ristrette realtà sindacali) sitraduce inevitabilmente in unabbassamento della coscienzapolitica di classe degli operai ein un innalzamento della falsacoscienza borghese dentro laclasse operaia. La tendenza a negare o limitarela lotta politica rivoluzionaria, amettersi alla coda delmovimento operaio, è uno deifrutti della lunga egemoniarevisionista e socialdemocraticanel movimento operaio, cheperdura nonostante le rotture ele scissioni che avvengonodentro queste forze. L’organizzazione comunista nonha bisogno della sua riduzioneal livello della lotta sindacale,non ha bisogno di inammissibiliritirate sul piano della lottaideologica e di quella politica. Deve invece connettere i trefronti principali della lotta del

proletariato contro la borghesia(politico, ideologico,economico) per far crescere lacoscienza e l’organizzazione diclasse. Deve approfittare di ogni azioneper la difesa degli interessiimmediati del proletariatocome mezzo per mobilitare,unificare e sviluppare la lotta diclasse contro tuttol'ordinamento capitalistico, perrafforzarsi organizzativamentein partito indipendente erivoluzionario. Lo stesso sindacato di classeper diventare una “scuola dicomunismo” e svolgere appienola sua funzione non puòprescindere da un rapportoorganico con l’organizzazionecomunista, con il futuro Partito. Dunque, per creare lecondizioni dell’unificazione deicomunisti e degli operaid’avanguardia in un serioembrione di partito basato sulmovimento operaio ènecessario sbarazzarsi di tuttele posizioni economiciste che,assieme a quelle revisioniste eriformiste, rappresentano ungrave danno per il movimentocomunista e operaio. Lottiamoper l’affermazione di quadridirigenti marxisti-leninisti!

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Ancora sulla necessità del fronte unico proletarioTorniamo brevemente su unargomento scottante: comeabbiamo visto, quest’autunno ledispute fra i dirigenti deisindacati di base hannoimpedito una più ampia unità diazione e dunque l’estensionedella lotta dei lavoratori.Questa logica, che si somma allascandalosa politicacollaborazionista dei capiconfederali, porta a peggiorarela situazione della classelavoratrice e fa obiettivamenteil gioco della borghesia e deisuoi governi.

La parola d’ordine del fronteunico proletario dal basso deveperciò essere sempre più laparola d’ordine di tutti coloroche vogliono lottare realmentecontro il nemico di classe, ilcapitalismo, e i suoi servi,indipendentemente dalla lorocollocazione sindacale.A chi non ha ancora capito, ofinge di non capire, ribadiamoche il fronte unico da noiauspicato non è - nellasituazione non-rivoluzionariaoggi esistente in Italia - l'appelloalla costituzione di un

organismo centralizzatonazionale, di carattere sindacaleo politico, denominato “Fronte”(con i suoi organi centralizzantie dirigenti e i suoi organi locali).Esso oggi è un fronte di lottaunitario coincidente con l'unitàd'azione della classe operaia edei lavoratori contro il loronemico di classe, il capitalismo.Questo, e nient'altro.Rifiutare questa tattica, rifiutaredi avanzare un'offerta di lottacomune con tutti gli operaiappartenenti ad altre tendenze(o senza alcuna tendenza), a

partire dalla difesa dei lorointeressi di lavoro e di vita piùurgenti, dei loro dirittifondamentali – come punto dipartenza del fronte unicoproletario - significa fare il giocodegli opportunisti che dirigono isindacati collaborazionisti edella burocrazia sindacale di“sinistra”; significa indebolirepoliticamente la classe operaiae privare l’avanguardia delproletariato della capacità didirezione politica in tutte le fasidello sviluppo reale delmovimento di classe.

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In occasione del Centenariodella Rivoluzione Socialistad’Ottobre abbiamo diffuso unaproposta volta a formare nelnostro paese un’organizzazionepolitica (definita “unione di lottaper il socialismo”) che sial’embrione del Partitorivoluzionario di tipo leninista. Ildibattito è avviato ed è nostrodovere svilupparlo, fornendoulteriori elementi. Un presupposto fondamentaleper affrontare e risolvereeffettivamente un compito diprimaria importanza – come laformazione di un autenticopartito comunista – è quello dicomprendere le condizionistoriche specifiche in cui si lotta,le quali non possono essereviste solo il profilo teorico, mahanno precisi riflessi pratici. Dobbiamo assolutamenteevitare di cadere nel“comunismo astratto”, nelloschematismo superficiale, chenon ci fa compiere passi avantinella pratica dell’organizzazionepolitica. Le raccomandazioni di Lenin neiconfronti di queste tendenze, ilsuo continuo appello acompiere la più approfondita echiara valutazione dellasituazione concreta e deirapporti reciproci fra le classi(conoscere il nemico e noistessi per vincere le battaglie),sono quanto mai attuali. Una cosa è formare un Partitocomunista nelle condizioni diesistenza di un potente Statosocialista, con un’Internazionalecomunista presente e attiva, nelperiodo di sviluppo e slancio delmovimento rivoluzionario (o nelperiodo in cui ancora non sierano pienamente manifestati glieffetti della sconfitta delmovimento operaio ecomunista); altra cosa èformarlo in un periodo storicoin cui non esiste la forzad’attrazione di uno Statosocialista e non c’è ancoraun’Internazionale, in cui glieffetti della sconfitta della classeoperaia sono seriamenteavvertiti e le concezioniborghesi sono predominanti fragli operai. Noi non possiamo bypassare onegare la difficile situazioneesistente (resa particolarmentecomplessa nel nostro paese acausa dell’influenza del

revisionismo vecchio e nuovo, edella presenza rilevante dellapiccola borghesia). Non possiamo slegare il nostrointervento, le nostre proposte, illivello e l’influenza del nostrolavoro, dai fattori oggettivi.Dobbiamo invece muoverci apartire dalle condizioniconcrete esistenti,dall’organizzazione e dai quadriche abbiamo, dalla quantità edalla qualità degli operai avanzatidi oggi, dalle loro capacità econoscenze, dal livello delle lororelazioni con la classe operaia ele sue organizzazioni di massa(aspetti che si manifestano inmodo differente dal passato).E’ evidente che questecondizioni hanno un impattorilevante sul processo diformazione e consolidamentodei partiti comunisti, così comeè lampante che i nuovi probleminon possono essere risolti nellevecchie forme e con le vecchievie, se non vogliamo caderenelle “illusioni comuniste” enelle facili scorciatoie degliinventori di “partiti comunisti”che peggiorano la difficilesituazione in cui è il nostromovimento.Questo significa chel’organizzazione dell’avanguardiadel proletariato deve modellarsie avanzare nelle forme piùadeguate alla situazioneconcreta e alle peculiarità diciascun paese, con la necessariaflessibilità tattica e nel quadrodei principi e degli scopi comunia tutti paesi.Con queste premesse siamogiunti alla conclusione che nonesistono attualmentecondizioni favorevoli perl’immediata formazione di unautentico Partito comunista. Ciò a causa di alcune ragionifondamentali: la distanzaaccumulatasi fra quello che restadel movimento comunista e laclasse operaia; la scarsità diquadri rivoluzionari proletari; ilbasso livello ideologico, lenumerose differenze edivergenze ideologiche esistentifra i gruppi (che nonpermettono l’elaborazione diuna comune piattaformateorico-politica e una comunepratica sociale); la nondisponibilità di molti di questigruppi all’unità organica, che sitraduce in tentativi egemonici

oppure in patteggiamentieclettici per salvaguardare gliinteressi di bottega. C’è dunque bisogno di unasoluzione attinente alla realtà, dipassaggio intermedio su chiarebasi, che serva ad avvicinarel’obiettivo strategico, attraversoun lavoro rivoluzionariopreparatorio. Per unire, per fondere ilsocialismo scientifico e ilmovimento operaio, perpreparare la formazione delPartito in Italia, è necessarioamalgamare e coordinare imarxisti-leninisti, gli operaiavanzati, gli elementi genuini deigruppi classisti e dei circolirivoluzionari che si rendonoconto delle esigenze dellosviluppo sociale, in una solaorganizzazione politicaindipendente e rivoluzionariadella classe operaia, embrionedel futuro Partito comunista,che sia legata all’espressione piùmatura e coerente delMovimento comunistainternazionale.“Unione” non significa uniretutto e tutti in ecletticicoordinamenti o intergruppi incui ognuno conserva la suaautonomia (spesso per metterei bastoni fra le ruote altrui).Significa invece aiutare laconvergenza di tutti coloro chesi rendono conto delle causeprofonde e oggettive che creanole basi dell’unità comunista,nonostante e controdeterminate organizzazioni,gruppi e singoli compagni cheremano in direzione contraria.Significa determinarespostamenti, scissioni,schieramenti all’interno digruppi e tendenze per mandare

avanti il lavoro comune.L’ “unione di lotta” è la formaorganizzativa che ci schiude unastrada, che supera laframmentazione esistente (ilvecchio sistema dei circoli e deigruppi contrapposti), che daràimpulso a un processo ditrasformazione collettiva espingerà in avanti il processo dilotta per il Partito, inteso comel’unione del movimentocomunista (m-l) e della massadegli operai avanzati, parteintegrante e dirigente dellaclasse (e non come suo “organoesterno” o semplice“avanguardia ideologica”). Questa unione evidentementenon può avvenire al marginedella lotta di classe, dentro unaprospettiva di pura“educazione”, ma si creanell’attività quotidiana volta acombinare il socialismoscientifico con il movimentooperaio. In particolare, senza il rapportocon gli operai di punta, che sonoalla testa delle lotte e hannoun’autorità sulla classe, èimpossibile svolgere i compitiche ci attendono. Oggi più che mai ci vuoleun’organizzazione proletariaindipendente e rivoluzionaria,centralizzata e ben disciplinata,che sia il rudimento del Partitocomunista del proletariato delnostro paese, capace di dirigerela lotta per strappare il poterepolitico dalle mani dellaborghesia. Un’organizzazione checombatta l’opportunismo, ilrevisionismo, il riformismo, lospontaneismo, infondendo al

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Costruire un serio embrione di Partito

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Il segretario regionale delcosiddetto Partito “comunista”italiano, Antonio Frattasi, hafinalmente potuto inaugurareinsieme al sindaco de Magistrisuna lapide in memoria diAmadeo Bordiga.Nella lettera pubblicata il 24ottobre sulla pagina cittadinade “la Repubblica”, il segretarioregionale si confessa cosìconvinto dell'importanzastorica della figura di Bordigaper i destini della “sinistraitaliana” del primo dopoguerra,da essersi fatto promotorepresso l’amministrazionecittadina, sin dal 2015, della suacommemorazione ufficiale.Ma chi era Amadeo Bordiga?Amadeo Bordiga fu alla testadella frazione – che da lui presenome – che dominò nel Partitocomunista d’Italia alla suaformazione e che fu battuta alIV Congresso di Lione delgennaio 1926 (Bordiga fu poiespulso nel 1930 per averassunto posizioni trozkiste).Il bordighismo si caratterizzòcome una posizione settaria enullista. Bordiga aveva preso lemosse, durante la guerra, dalladivulgazione, per quantoapprossimativa, dellaRivoluzione d’Ottobre e avevacreato nel seno del PartitoSocialista una frazione che,seppure basata sull’errored e l l ’ a s t e n s i o n i s m oparlamentare di principio, avevaavuto il merito di svolgere unabattagliera critica a centristi eriformisti.Ma quando, costituito il Partitocomunista d’Italia nel 1921, sitrattò di passare dall’azionenegativa all’azione positiva,costruttiva, il bordighismo

rivelò per intero il suocontenuto ostile al marxismo-leninismo sotto una parvenzaestremista.La concezione del partito comeorgano esterno alla classe, lamancanza di indicazioni dilavoro pratico e paroled’ordine aderenti alla realtàfurono alcuni degli ostacoli cheimpedivano la penetrazione delleninismo e Gramsci lacombatté decisamente quandoessa prese il sopravvento, conBordiga, nel Partito comunistad’Italia.I bordighiani noncomprendevano o negavano lafondamentale dottrinamarxista-leninista, la quale nonè dogmatica, non è meccanica, èuna guida per l’azione, e se fatesoro delle esperienze delpassato parte sempredall’analisi concreta di unasituazione attuale.L’ “indipendenza” di Bordiga, lesue analisi “originali” dellasituazione italiana si riducevanoad un formalismointellettualistico di chi non sacosa fare e giustifica il proprionullismo attribuendo ad altri lecause. Il bordighismo, come letendenze di destra, ful’espressione di unoscetticismo sulla possibilità chela massa operaia organizzi dalsuo seno un partito di classe ilquale sia capace di guidare lagrande massa, sforzandosi ditenerla in ogni momentocollegata a sé. Sul piano internazionale, ilbordighismo introduceva nelPartito comunista d’Italia gliechi della campagna che laborghesia conduceva control’Internazionale Comunista

qualificandola come organodello Stato russo. Negava al Partito di Lenin e diStalin la sua funzione direttivanella costruzionedell’Internazionale Comunista ela posizione dello Stato russo –prima, unica e reale conquistadella classe operaia nella lottaper il potere – nei confronti delmovimento operaiointernazionale.Tutti gli errori del bordighismosi rivelarono con maggioreevidenza all’avvento delfascismo: i suoi seguaciproposero di rinviare il lavorodel partito a tempi migliori, dilasciare andare le cose per illoro verso.Sia per l’inconsistenzaideologica – semplicimanifestazioni verbali diestremismo, sia per la basesociale – intellettualoide epiccolo borghese – ilbordighismo finì con l’essere ildoppione del massimalismoquanto alla nullità della suaefficienza come partito dellaclasse operaia.Quanto a Bordiga, mentreAntonio Gramsci prigionierodel fascismo, lottava fino

all’ultimo in carcere sotto labandiera del marxismo-leninismo, egli viveva tranquilloa Napoli, senza svolgere alcunaattività politica. Se l’ingegnere non ebbe alcunruolo nella Resistenza, i suoidiscepoli seguirono una lineadisfattista, invitando i partigiania rompere la disciplina e amantenersi sulla difensiva.Questi brevi cenni nonesauriscono la critica delbordighismo e della suadeleteria attività frazionisticaall’interno del Partitocomunista d’Italia, contro laquale si impegnò con tutte lesue energie Antonio Gramsci.Il nullismo e l’attendismo sonoancora troppo presenti nelmovimento operaio italiano econtro di essi è necessariolottare.Un invito va rivolto agli operaicoscienti ad abbandonare ognisedicente partito “comunista”(leggi revisionista) il primapossibile e ad unirsi al lavorodei marxisti-leninisti, nellaprospettiva della formazionedel partito rivoluzionario eindipendente della classeoperaia del nostro paese.

Bordiga: chi era costui?9

movimento operaio uncarattere classista, organizzato ecosciente. Un’organizzazione che spieghiagli operai come bisogna lottareper difendere i propri interessi,indicando la via da seguire pervincere, che si sforzisistematicamente di unire glioperai nella lotta, liberandolidalle molteplici illusioni efacendo crescere la lorocoscienza di classe.Un’organizzazione checombatta la tendenza a

restringere la lotta operaia alsolo aspetto sindacale, cheagisca per combinaresistematicamente la lottapolitica e quella economica.Un’organizzazione che sappiaapprofittare delle contraddizionicreate dal capitalismo (crisieconomiche, intensificazionedello sfruttamento,impoverimento di vaste masse,disoccupazione, crescenteinsicurezza del lavoro e dellavita per i proletari e i lavoratorisfruttati) per sviluppare con la

sua propaganda e agitazionerivoluzionaria i legami con laclasse operaia, particolarmentecon lo strato decisivo deiproletari di avanguardia, specie ipiù giovani, da cui proverranno iquadri del Partito.Se disporremo di una simileorganizzazione i successivisviluppi della lotta fra le classi ciporranno in una posizionemigliore e più avanzata nellalotta per ridare al proletariato ilsuo Partito e avanzare nei nostriobiettivi rivoluzionari.

Siamo ovviamente pronti adiscutere a fondo la nostraproposta, a confrontarci contutte le opinioni e le altreproposte che mirino adassicurare una concretasoluzione al problema delPartito alla luce delle condizioniesistenti e dell’assunzioneconcreta di responsabilità, cosìcome siamo disponibili adavviare da subito un’attivitàcomune per progredire verso lostorico traguardo che ciponiamo come comunisti.

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Il tempo in cui viviamo imponel’imperativo categorico diprocedere, per il trionfo dellarivoluzione socialista, sulla viastabilita da V. I. Lenin, rigettandole “teorizzazioni” politicamentereazionarie e scientificamenteinfondate dello pseudo-marxismo. La teoria leninistadella rivoluzione proletaria èvitale, poiché la sua veridicità èstata provata nella pratica ed èuna bussola sicura nelle mani deimarxisti-leninisti nella loro lottarivoluzionaria.A così tanti decenni di distanza,le tesi leniniste sonoestremamente attuali ai nostrigiorni, mentre lo pseudo-marxismo pescadall’armamentario delleconsunte teorie e dei vecchischemi opportunistici gliargomenti correnti per ilpassaggio pacifico eparlamentare al socialismo,mediante la via delle costituzioniborghesi, senza distruggerel’apparato statale borghese, anziutilizzandolo per l’attuazione ditrasformazioni di tipokeynesiano, senza aver bisognoné della guida del proletariato nédella dittatura politica classista,rivoluzionaria del proletariato.Lo spirito dell’”idiotismoparlamentare” e le ideecontrorivoluzionarie di Krusciove Brezniev, di Togliatti eBerlinguer, di Marchais eCarrillo, di Mao Tsetung e DengXiaoping e di altri hanno causatogravi danni alla lotta delproletariato control’imperialismo ed il capitalismo.La coscienza del proletariato èancora ben lungi dall’essere stataaffrancata dalle influenze frenantidel revisionismo sovietico,eurocomunista, cinese, etc.Questo è stato il più grandeaiuto dato alla borghesiainternazionale nei momenti peressa più critici.Il revisionismo kruscioviano-brezneviano è stato quello chepiù ha speculato sul nome diLenin mentre presentava come“sviluppo creativo delleninismo” l’ideologia e lapolitica espansionistica edaggressiva della nuovasuperpotenza socialimperialista.Nelle sue opere Lenin hasottolineato che la rivoluzionenon si può esportare, che essa èopera delle masse sfruttate e

oppresse di ciascun paese,guidate dal partito rivoluzionariodella classe operaia. La teorialeninista della rivoluzione non hanulla in comune con i complottie le azioni putschiste messe inatto dal socialimperialismosovietico con le proprie forze ocon quelle dei paesi suoi satelliti.L’eurocomunismo è statal’ideologia dell’aristocraziaoperaia nutrita con le bricioledei profitti della borghesia.Quando parlava di“compromesso storico” o di“blocco storico della sinistra” oquando si sforzava di entrare afar parte dei governi borghesi,esso non intendeva carpire ilpotere alla borghesia néliquidare l’ordinamentocapitalista, ma assumere lagestione degli affari dellaborghesia, sostituendosi inquesto ruolo allasocialdemocrazia ormaiscreditata.Sotto il manto delm a o t s e t u n g p e n s i e r opreconizzato come “un ulterioresviluppo scientifico delmarxismo-leninismo”, sinascondeva l’antimarxismo, simascherava una corrente delrevisionismo moderno che erain cerca di forme e di strutturepolitiche, ideologiche,organizzative e statali adatte al“continente cinese” e alle sueaspirazioni capitalistiche eimperialistiche.Oggi di nuovo, mentre le masselavoratrici del mondo capitalistavengono schiacciate dalcapitalismo che mostra il suovero volto barbaro, e il lororisveglio si accompagna ad unaribellione sempre più energicaad un tale stato di cose, lopseudo-marxismo, profittandodella insufficiente diffusione dellascienza di Marx e di Lenin tra lefila operaie, semina dubbi circal’attualità dei postulati dellateoria leninista della rivoluzioneproletaria e vuole far sognare ailavoratori un futuro socialismopacifico.Lo pseudo-marxismo accetta loStato borghese democraticoparlamentare come un limite aldi là del quale non è possibileandare: esso, come gliopportunisti del passato, controcui V. I. Lenin combatté nel modopiù fermo, si prosterna davanti aquesto modello con una

venerazione superstiziosa.Il corso degli avvenimentiodierni mostra sempre di piùche la borghesia internazionaleinterviene ovunque perreprimere la rivoluzione eopprimere i popoli, perrafforzare il suo apparato diviolenza, per alimentare ilterrore, per resuscitare ilfascismo, per fomentare losciovinismo e il razzismo, alloscopo di prolungare l’esistenzadel suo putrescenteordinamento di fronte allacrescente opposizione dellemasse lavoratrici.I fatti della vita internazionalesono una riconferma della teorialeninista della rivoluzioneproletaria. La storia non conoscealcun caso in cui i popoli abbianoconquistato la vera libertà e lavera indipendenza senza battersicontro l’imperialismo ed ilcapitalismo, in cui i popoliabbiano conseguito la proprialiberazione sociale e nazionalesenza ricorrere all’abbattimentoviolento del potere delle classidominanti. Tutto lo sviluppostorico contemporaneoconferma che l’irruzione con laforza del proletariato neldominio dei rapporti propridella società borghese è stata erimarrà una legge generale per larivoluzione proletaria e per larivoluzione democratico-popolare.Perciò la predicazione da partedello pseudo-marxismo aproposito della possibilità dellosfruttamento del parlamentoborghese e addiritturaattraverso l’elezione di sedicenti“parlamenti dei popoli”, per

passare al socialismo, ha loscopo di aiutare la borghesia aperpetuare il proprioordinamento di oppressione, diprendere le difese del durogiogo che grava sulla classeoperaia nativa e immigrata delnostro paese.Il parlamento borghese, tantoidealizzato dallo pseudo-marxismo, fu da V. I. Lenindefinito un organo dimistificazione. Il compito deicomunisti marxisti-leninisti è disfruttare il parlamentarismoborghese e la legalità borghesesolo per smascherare lademagogia della borghesia neiconfronti degli operai e dellealtre masse lavoratrici.

L’estrema attualità del leninismo e il fallimento dello pseudo-marxismo

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Periodico mensile.Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012

Dir. resp. E. MassiminoRedaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Editrice Scintilla OnlusChiuso il 20.11.2017 - stampinprop.

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Sostenete la stampa comunista!La stampa comunista è unostrumento insostituibile persostenere, organizzare edirigere la lotta della classeoperaia e delle masse oppressecontro il capitalismo, per lasocietà fondata sulla proprietàcollettiva dei mezzi diproduzione di scambio. Con Scintilla stringiamo legamicon gli elementi avanzati delproletariato, pubblichiamomateriali che affrontano inumerosi problemi deilavoratori sfruttati, dei giovani,delle donne. Avere un giornale che svolgaun’effettiva propagandacomunista, che offraun’alternativa rivoluzionaria albarbaro sistema capitalista èimpegno ineludibile per imarxisti-leninisti. Un impegnoche richiede una politica diautofinanziamento regolare,

principio basilare intimamentelegato all’indipendenza di classenella lotta per rovesciare laborghesia. Ci rivolgiamodunque ai comunisti, agli operaicombattivi, ai giovanirivoluzionari, a tutti coloro cheseguono le nostrepubblicazioni, per chiedereappoggio economico. Da tempo diffondiamo eponiamo a disposizionegratuitamente Scintilla, Teoria ePrassi e le altre nostrepubblicazioni su internet e viaemail. Questa scelta serve a favorirelo sviluppo della coscienza edell’organizzazione di classe.Ma dal punto di vistaeconomico non ci aiuta. Facciamo dunque appello allasensibilità e al senso diresponsabilità delle compagnee dei compagni. Il rapporto con

la stampa comunista non può enon deve limitarsi a undownload. Occorre batterequesto atteggiamento da“indifferenti”. E’ necessario unatteggiamento diverso,concreto e attivo, di chicondivide una causa e si senteparte integrante dellarealizzazione di un giornale.Questo sul piano economico sitraduce in un abbonamento oin una sottoscrizione a favoredella nostra stampa. Ognicomunista, ogni rivoluzionario,ogni sincero progressistadovrebbe sentire ciò comecompito politico e morale. Vi invitiamo perciò adabbonarvi per il 2018 perricevere le nostrepubblicazioni, versando 20 europer il formato cartaceo o 10euro per il formato digitale. I versamenti vanno effettuati

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Opuscolo su Ernesto Che GuevaraAbbiamo prodotto un opuscoloper raccogliere le principalirelazioni tenute in occasionedel convegno “Ernesto CheGuevara – Attualità di unrivoluzionario”, svoltosi aMilano il 9 ottobre 2017.Il convegno ha messo in rilievol’attualità di Ernesto CheGuevara quale fulgido esempiodell’”uomo nuovo”rivoluzionario.

Non un semplice combattenteantimperialista, ma un convintomarxista-leninista (come eglistesso si definiva), un verointernazionalista proletario,inconciliabile e irriducibilenemico della degenerazionerevisionista e dellarestaurazione del capitalismo. Il dibattito ha evidenziato inmodo particolare la correttaconcezione del “Che” sulla

questione cruciale del partitocomunista, forza dirigente emotore della rivoluzione e dellacostruzione della nuova societàproletaria.L’iniziativa svolta a Milano hasegnato finalmente un cambiodi rotta e un atteggiamentonuovo nel modo in cui icomunisti (marxisti-leninisti)del nostro paese vedono eapprezzano la figura e l’opera

del compagno Ernesto CheGuevara, troppe voltenegligentemente sottovalutato,se non frainteso.Invitiamo dunque i compagni aleggere, discutere e far circolarel’opuscolo, che è disponibile finda subito al prezzo di 2 euro(da versare sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus). Richiedete copie alla redazione!

segue da pag. 10 - “L’estrema attualità del leninismo...”V. I. Lenin raccomandava nelmodo più incisivo ai comunistirivoluzionari di porre sempre alcentro della loro strategia laquestione dell’abbattimento delpotere del capitale su tutta lasocietà, affermando: “La potenzadel capitale è tutto, la Borsa ètutto, mentre il parlamento, leelezioni, sono un giuoco dimarionette, di pupazzi…“(Opere, volume 29, “SulloStato”).Gli avvenimenti dell’Indonesia edel Cile, dove non si trattava disocialismo, ma di un regimed e m o c r a t i c o - b o r g h e s e ,rimangono esempi significativiche dimostrano in modoconvincente quanto siapericolosa l’illusione di potercontare sulla via parlamentare,senza la lotta rivoluzionaria,senza distruggere il vecchio

apparato borghese e senzacombattere con coerenza lareazione interna ed esterna. Lacontrorivoluzione in quei paesinon fu solo opera di reazionariinveterati e di imperialistiamericani.La lotta parlamentare e lecombinazioni elettorali in luogodella lotta rivoluzionaria, lascheda elettorale al posto dellalotta per il potere sono lepreoccupazioni dello pseudo-marxismo: la questionefondamentale della rivoluzioneproletaria – la distruzione deldecrepito apparato borghese ela creazione della dittaturarivoluzionaria del proletariato –è da questo pseudo-marxismocompletamente ripudiata.Il leninismo, le tesi fondamentalisull’imperialismo, le classi e lalotta di classe, lo Stato e la

rivoluzione, la dittatura classistadel proletariato, rimangono lapietra di paragone perdistinguere i rivoluzionari daicontrorivoluzionari, i comunistidagli pseudocomunisti.I comunisti marxisti-leninistisono i discepoli e i continuatoridell’opera di V. I. Lenin, chechiamava la rivoluzione “festadegli oppressi”, unica via chedetermina la liberazione socialee nazionale. Essi nutrono – comeV. I. Lenin – una fiducia illimitatanelle forza e nelle energierivoluzionarie delle masse e deipopoli oppressi.Certamente il socialismoassumerà nei vari paesi aspettidiversi e diverse peculiarità aseconda delle condizioni socio-economiche, della linea disviluppo della rivoluzione, delletradizioni, delle circostanze

internazionali e di altrecaratteristiche particolari. Iprincipi fondamentali e le leggigenerali del socialismo restanoperò immutabili e sonoineluttabili per tutti i paesi.I marxisti-leninisti non sonodogmatici né nella teoria né nellapratica. Per essi il marxismo-leninismo, in quanto concezionematerialistica dialettica, è unadottrina viva, creativa e incontinuo sviluppo. I marxisti-leninisti non sono néconservatori né fanatici, comevengono accusati dai borghesi edalle conventicole dello pseudo-marxismo. Essi difendono lateoria e la pratica del socialismoscientifico, contro tutti glipseudo-marxisti, i quali portanoacqua al mulino della borghesiadifendendo una causa perduta,quella di un sistema al tramonto.

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Riproduciamo la parte conclusivadella relazione svolta dalcompagno A. Calcidese nelconvegno tenuto a Milano il 28ottobre scorso sul tema “Attualitàdella Rivoluzione d’Ottobre”.L’intera relazione è pubblicata sulnostro sito.

Oggi assistiamo a un'offensivareazionaria per certi aspettisimile a quella degli anni '30.In tutta l'Europa ci sonogoverni reazionari e ancheapertamente fascisti.In Italia assistiamo a quelle chedefinirei prove difascistizzazione.Abbiamo visto un ministrodell'interno del PD che èandato a tenere un discorsonella fogna fascista e razzistadella Meloni, ricevendo calorosiapplausi da parte dei camerati.Sono segnali preoccupanti,perché dimostrano che si stacreando una saldatura fra lanuova destra renziana e lavecchia destra fascista erazzista.Queste due destre marcianoormai unite perché hanno lostesso obiettivo: lacancellazione di tutti i diritti deilavoratori, a cominciare daldiritto di sciopero.Invertire questa tendenza èpossibile soltanto scendendosul terreno dell'organizzazionee della lotta, della lotta di classecontro il capitalismo,l'imperialismo e il fascismo.Ma l'organizzazione della classeè l'elemento fondamentale.A nome del nostro circolo''Georges Politzer'' oggi, inoccasione di questoappuntamento così importante,vorrei porre sul tappeto unaquestione che consideriamofondamentale e urgente, unaquestione che non può essererinviata alle calende greche.La storia ci ha dimostrato chela classe operaia, senza unpartito rivoluzionario, è comeun esercito senza statomaggiore. Non solo non può sconfiggereil nemico ma non può neancheprepararsi seriamente allabattaglia contro il nemico.Rivolgiamo un appello a tutti icomunisti e i proletari chehanno preso coscienza dellanecessità di ribellarsi controquesto marcio sistema

capitalista perché facciano unpasso avanti, un passo avantiverso il partito, verso laricostruzione dell'avanguardiacosciente e organizzata dellaclasse.Oggi la situazione diventasempre più grave per la classeoperaia e per le massepopolari.Il sistema capitalista hadimostrato che non è in gradodi risolvere nessuno deiproblemi che stanno di fronteall'umanità.E non li può risolvere perché èesso stesso il problema,l'ostacolo che impedisce losviluppo in senso progressivodell'umanità.Il sistema capitalista-imperialista ha trascinatol'umanità al bordo della terzaguerra mondiale, una guerrache significherebbe l'estinzionedella razza umana.Antonio Gramsci, di fronte aigiudici del tribunale fascista,pronunciò queste paroleprofetiche:''VOI FASCISTI PORTERETE L'ITALIA ALLA ROVINA ESPETTERA' A NOICOMUNISTI SALVARLA''.La storia ha dato ragione aquesto grande rivoluzionario, aquesto gigante del movimentocomunista. Il regime fascista instaurato dalcapitale finanziario portò l'Italia alla rovina e furono icomunisti a salvarla con laResistenza e la gloriosa LottaPartigiana.Oggi il sistema capitalista-imperialista sta portandol'umanità intera alla rovina ealla distruzione.Ancora una volta di fronteall'umanità si pone l alternativa:o il precipizio nella barbariecapitalista o il riscattoattraverso la rivoluzionesociale!L'Ottobre Rosso ci ha indicatola via, l’unica via per usciredall'inferno del capitalismo.E ci ha dimostrato anche che ilcomunismo non è il passato,come ripetono ossessivamentei vecchi pennivendoli dellaborghesia e del revisionismo. ILCOMUNISMO É INVECE ILFUTURO, L'UNICO FUTUROCHE PUO' SALVARE L'UMANITA' DALLADISTRUZIONE!

Il comunismo è l’unico futuro

Per il 100° anniversario dellagloriosa Rivoluzione d'Ottobre,che è stato celebrato conentusiasmo militante daimarxisti-leninisti e dai proletaririvoluzionari di tutto il mondo,noi compagni di “PiattaformaComunista – per il PartitoComunista del Proletariatod'Italia” – attuando le decisionidel XXII Plenum dellaConferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti - abbiamoprodotto un opuscolo con dueimportanti scritti di Lenin e diStalin.Il primo testo, “Per il quartoanniversario della rivoluzioned'Ottobre”, scritto da Leninnell’ottobre 1921, è un bilanciofervido e appassionato dei primianni di potere proletario.

Esso si articola in tre puntifondamentali: il rapporto frarivoluzione democratico-borghese e rivoluzionesocialista; il problema delleguerre imperialiste nell'epocadel capitale monopolistico efinanziario; l'organizzazioneeconomica nel nuovo Statoproletario.Il secondo testo, “La Rivoluzioned'Ottobre e la tattica deicomunisti russi”, scritto da Stalinnel 1924 e diviso in quattroparti, è una rigorosa analisiteorico-politica della strategia edella tattica che permisero aibolscevichi la conquista delpotere nel 1917.Invitiamo i compagni a leggere estudiare questi due testi.Scrivete alla redazione perrichiedere l’opuscolo!

Opuscolo Lenin/Stalin sulla Rivoluzione d’Ottobre

novembre 2017

Non si ferma la lotta per l’unitàcomunistaQuattro anni fa, per favorirel'unità dei comunisti in un unicopartito del proletariatorivoluzionario, costituimmo,insieme al PCIML il “ComitatoNazionale per l'Unità deiMarxisti-Leninisti” (CONUML).Esso ha svolto, per mezzo dicomunicati, appelli, volantini einterventi in dibattiti e inmomenti significativi della lottadi classe, un lavoro dipropaganda e di agitazionevolto al conseguimento del fineper cui era nato.Tuttavia, poiché i risultati diquesta attività non sono statiadeguati allo sforzo compiuto

per il raggiungimento dellostorico traguardo, ed essendo ilCONUML inattivo da mesiabbiamo ritenuta esauritaquesta esperienza, Le forme organizzative nonsono mai fini a se stesse, madevono corrispondere allenecessità della lotta. Ci impegniamo dunque aproseguire con determinazione,per altre vie e con altri mezzi, ilconfronto e il lavoro per l'unitàdei comunisti e degli elementipiù avanzati della classe operaiain un solo partito rivoluzionariobasato sui principi delmarxismo-leninismo.

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Le immagini dell’interventodella Guardia Costiera libicaavvenuto in acqueinternazionali, che ha portatoalla morte circa 50 migrantiparlano chiaro. I milizianipresenti sulla motovedettalibica hanno spinto i migranti inmare, li hanno presi a frustate,hanno tentato perfino diinvestire chi stava per affogare.La responsabilità dei milizianilibici, che notoriamente sonocoinvolti nei traffici di migranti,in accordo o in rivalità con lebande criminali, sono innegabili. Quello che però i media nondicono, facendo passareaddirittura come salvificol’intervento di un elicotteroitaliano, è che la GuardiaCostiera libica è stataaddestrata, attrezzata dimotovedette e finanziata dalgoverno italiano e dalla UE(attraverso l’Operazione Sophiae altri meccanismi) con ilchiaro scopo di subappaltare ilcontrollo dei confini a paesiterzi, calpestando totalmente idiritti umani e quelli deiprofughi, sostenendo regimidispotici e corrotti come quellodi Al Sarraj, che usa i fondiitaliani e europei per pagare lemilizie paramilitari cheimpediscono ai migranti diattraversare il Mediterraneo. Il banditesco intervento dellaGuardia costiera libica fa il paiocon la realtà dei campi diconcentramento creati in quelpaese (spesso gestiti daorganizzazioni criminali), con leoperazioni volte ad allontanarele ONG dal Mediterraneo

centrale (anche per non averetestimoni scomodi), con gliaccordi voluti da Gentiloni eMinniti con le fazioni armateper sigillare i confini meridionalidella Libia. Ai “democratici“ Gentiloni,Minniti e Renzi, così come aSalvini e Berlusconi, nonimporta nulla se migliaia dimigranti affogano, se rimangonointrappolati in condizioni ditotale vulnerabilità dei lorodiritti, subendo detenzioniarbitrarie, violenze, torture,assassini, schiavismo esfruttamento sessuale. Il loro unico interesse èbloccare e selezionare il flussodei migranti più lontanopossibile dalle propriefrontiere, dando in consegna leoperazioni di sicurezza econtrollo direttamente ai paesidi transito e provenienza deimigranti con accordi di tiponeocolonialista.Se i miliziani libici al servizio diAl Sarraj o di altre bande rivalisono i boia, il governo Gentilonie la UE sono i mandanti deicrimini che si commettono nelMediterraneo centrale e interritorio libico contro imigranti, fra cui molte donne ebambini. In particolare, la strage dimigranti recentementeavvenuta è la direttaconseguenza della politica diesternalizzazione delle frontiereperseguita dal governo italiano. Basta con l’ipocrisia deipoliticanti borghesi! Esigiamo una politica diaccoglienza dignitosa e

rispettosa dei migranti e deiloro diritti. Esigiamo l'apertura di canalisicuri di accesso per i migranti.Abrogazione delle leggi e dellemisure razziste. NO ai centri di espulsione ealla detenzione“amministrativa”. Permesso di soggiorno airichiedenti e documenti diviaggio per i migranti. Asilo politico per tutte levittime delle guerre e dellepersecuzioni fasciste. Regolarizzazione e parità

salariale e di diritti per ilavoratori immigrati. Nessuna collaborazione conregimi reazionari e fascisti! NOall’UE e all’Italia gendarmi deiconfini europei, NOall’esternalizzazione dellefrontiere e ai respingimenti! NO alla missione militare inLibia ritiro delle truppe inviateall’estero, basta con lamilitarizzazione del nostropaese! Sviluppiamo la solidarietàinternazionale dei lavoratorisfruttati e dei popoli oppressi!

Continuano le stragi di migranti in mareDenunciamo i responsabili politici!

novembre 2017 13

L’esclusione dopo 60 anni dellanazionale dai Mondiali di calciorispecchia le condizioni dellasocietà borghese italiana che èallo sfascio. Una crisi cheabbraccia ogni aspetto: economia,politica, cultura, morale, ambiente,sport. Il declino della nazionale deglistrapagati divi del pallone è ildeclino di un paese imperialista inbalia dei monopoli, dei ricchi, dellamafia, dei parassiti, dei vandalidell’alta finanza, con un apparatostatale tanto guasto quantooppressore, tanto autoritario

quanto privo di autorevolezza.L’Italia di oggi è un paese cheabbandona e punisce i giovani intutti i campi, che distrugge lestrutture pubbliche sanitarie,scolastiche, sportive, etc.Il grido di riscossa può partiresoltanto dal proletariato, la classepiù rivoluzionaria della società.Questa classe può e deve tornareprotagonista, elevarsi a classenazionale conquistando il dominiopolitico, per farla finita col sistemaattuale e tirare fuori il paese dallasituazione rovinosa in cui si trova,trasformarlo e rinnovarloprofondamente in tutti i campi.

Paradise Paper e il ruolodegli Stati borghesiL’inchiesta chiamata ParadisePaper ha messo in luce ladimensione planetaria di unodei fenomeni più odiosi delparassitismo borghese:l’evasione fiscale dei ricchi.Questo fenomeno criminale èpraticato in maniera massiva enella totale impunità dagliesponenti dell’oligarchiafinanziaria, dalle grandi aziende,dai premier e dai ministri, daiparlamentari e dagli esponentipolitici, dai mafiosi, tuttiorganicamente legati al capitalemonopolistico (fra cui diversifarabutti italiani). I giornalisti si chiedono comemai i governi nazionali e leistituzioni internazionali restinoa guardare, perché non si fannoleggi per vietare le societàoffshore che permettono dinascondere i profitti ed evaderele tasse, proteggendo i criminalie peggiorando la situazionedelle masse, sottoposte a unmaggior prelievo.In realtà, Panama Papers hamostrato proprio l’interventoattivo delle istituzioni borghesi asostegno dell’evasione fiscaledelle classi sfruttatrici.

Gli stessi Stati che attuano lepolitiche di austerità per ilavoratori, che tagliano le spesesociali, sono quelli cheistituiscono i paradisi fiscali, chemantengono legislazioni dicomodo e tutelano gli evasori.Non a caso figurano molteimprese statali nei ParadisePapers. Il capitalismo monopolistico diStato rappresenta l’osmosi, lafusione delle forze dei monopolicon le forze dello Statoborghese in un unicomeccanismo, la cui funzione èarricchire ulteriormente imonopoli, schiacciare ilmovimento operaio, salvarel’ordinamento capitalista. Questa è la vera“regolamentazione” degli Statiborghesi difensori degli interessidel capitale finanziario! Il proletariato non può nutrirealcuna illusione a proposito delruolo dello Stato borghese. Alcontrario deve essereinteressato al rovesciamento delcapitalismo e all’abbattimentodel suo Stato, per potercostruire una società migliore ediversa: il socialismo.

Fuori pure dai Mondiali

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14 novembre 2017

Metodi di direzione socialimperialistiIl “Pensiero di Xi Jinping sulsocialismo con caratteristichecinesi per una nuova era” èstato inserito nello statuto delPartito “comunista” cinese. Ilnome di Xi Jinping vi figura allapari con quello di Mao Tsetunge di Deng Xiaoping.Questo in realtà testimonia lamegalomania di Xi Jinping, la suaideologia di dirigente cheesercita un potere personale,l’organizzazione personale delPartito cosiddetto comunistacinese e dello Stato presuntosocialista cinese. Xi Jinping desidera metterlo inrisalto e d’altro canto desideraistituire alcune altre forme didirezione personale, affinchétutto si adatti meglio ai metodidi direzione del “socialimo ditipo cinese nei tempi moderni”,basato sullo sfruttamentointensivo della classe operaia.In Cina, mentre infuria lapropaganda dello slogan del”sogno cinese”, cova e si

sviluppa la dittatura dei gruppirivali e delle personalità. Il 19° Congresso vuole entrarenella storia come quello chetraccia la terza fase della Cina:dopo il maotsetungpensiero ele riforme di mercato di DengXiaoping, è il momento dellapartecipazione alla lotta attivacon gli altri centri imperialistiper la supremazia mondiale. Ilprogetto strategico della “nuovavia della seta“ serve a questo esi scontrerà inevitabilmente conil piano “indo-pacifico”orchestrato dagli USA percontenere la Cina. Un Comitato permanente delPolitburo di cinque membriassisterà il segretario generaleXi Jinping e il primo ministrodel Consiglio di Stato LiKeqiang. Sono stupefacenti lefunzioni di questo comitatopermanente, che somiglia comeuna goccia d’acqua al Consigliodi Sicurezza Nazionale che ipresidenti americani creano al

di sopra del governo e delproprio partito. A dirla in breve,esso dirige tutto il paese, tuttoil partito, tutto lo Stato, tutti isettori vitali del paese, e riceveordini e direttive da Xi Jinping.Le forme e le strutturepolitiche, ideologiche,organizzative e statali della Cinasono quelle di una potenzaimperialista aggressiva che ha leproprie pretese di egemonia nelmondo. La Cina è divenuta uno deiprincipali centri dellacontrorivoluzione mondiale e sibatte con tutti i mezzi perostacolare la liberazione deipopoli, per soffocare larivoluzione. La Cina non ha alcun legamenon solo con i movimentirivoluzionari e di liberazione,ma anche con qualsiasimovimento democratico eprogressista. In ogni occasione essa si schieraa fianco delle forze

dell’imperialismo e della piùnera reazione internazionale.L’economia cinese è sempre piùattirata nel vortice della crisidell’imperialismo mondiale. InCina si manifestano tutti ifenomeni negatividell’economia capitalista che viè stata completamenterestaurata. Ma la classe operaia e il popolocinese, che si sono battuti per lalibertà e l’indipendenza, per ilpane e la giustizia sociale, nonpotranno essere ingannati eoppressi a lungo. Presto o tardi saprannodisperdere la nebbiademagogica di cui sonocircondati, sgominare lemistificazioni di cui sonooggetto e spezzerannosicuramente le catenecapitalistiche con cui laborghesia cinesesocialimperialista (socialista aparole e imperialista nei fatti) halegato le loro mani.

Corea del Nord: NO all’aggressione USA!Non siamo fra quelli chepensano che nella RepubblicaPopolare Democratica di Corea(RPDC) ci sia il socialismoproletario e non riteniamomarxista-leninista l’ideologiadella “Juche”; ma difendiamodecisamente la sovranità el’indipendenza della RPDC dalleaggressioni dell’imperialismo,principalmente quello USA, econtribuiamo allosmascheramento delle tantemenzogne che circolano.Menzogna n. 1: La RPDCminaccia e provocacostantemente gli Stati Uniti.La verità: Ogni anno gli StatiUniti effettuano massicceesercitazioni militari vicino iconfini della RPDC,simulandone l'invasione. I"giochi di guerra" vengonointesi dalla RPDC per quelloche sono: la minaccia di unattacco che potrebbedistruggere il paese in qualsiasimomento. Quest'anno, l'esercitonordamericano si è spintooltre: ha tenuto unaesercitazione nucleare, in cui unbombardiere strategicostatunitense è volato fino alconfine tra la RPDC e la Coreadel Sud come esercitazione perun possibile attacco nucleare.

Attualmente tre portaereizeppe di missili e caccianordamericani sono schieratenelle acque della penisolacoreana. A differenza degli USA, la Coreadel Nord non ha mai lanciatouna guerra di aggressionecontro qualsiasi paese.L'esercito americano è di granlunga il più grande e potentedella storia umana, mentre ilbilancio militare nordcoreano èpiù piccolo di quello dellapolizia di New York. Menzogna n. 2: La Corea delNord è uno "stato canaglia”guidato da un pazzo che siaggrappa alle armi nucleari e sirifiuta di negoziare.La verità: La RPDC ha sospesoil suo programma di arminucleari negli anni '90 comeconseguenza di un accordonegoziato con gli Stati Uniti. GliStati Uniti non hanno rispettatol'accordo di fornitura di fontienergetiche sostitutive,aspettandosi che il governonordcoreano sarebbe crollatodopo il collasso dell’URSS. LaRPDC ha deciso diabbandonare il trattato di nonproliferazione nucleare solodopo che George W. Bush nelgennaio 2002 dichiarò che laRPDC, l'Iran e l'Iraq erano un

“asse del male", preparandosiall’invasione dell'Iraq, cherealmente avvenne.La RPDC cita l'esempio diquello che gli Stati Uniti e i suoialleati hanno compiuto in Iraq ein Libia; afferma che ilrovesciamento di questi governiè una prova che sarebbe unafollia disarmare di fronte allamacchina da guerra delPentagono.La RPDC agisce per autodifesa.Sebbene i media non lo dicono,la RPDC ha offerto disospendere il suo programmadi armi nucleari e di provemissilistiche in cambio di unasospensione o di una moratoriadelle esercitazioni di guerrastatunitensi che simulanol'invasione e la distruzione delpaese. Gli Stati Uniti, sottoObama e sotto Trump, hannoimmediatamente rifiutato

questa offerta.Menzogna n. 3: La guerracoreana è finita nel 1953.La verità: gli Stati Uniti sonotecnicamente ancora in guerracontro la RPDC. Nel 1953,dopo una guerra che costòmilioni di morti nordcoreani ela totale distruzione del norddella penisola coreana, gli StatiUniti e la Corea del Nordfirmarono un armistizio.Questo è essenzialmente uncessate il fuoco a lungo termineche non ha posto fine alconflitto. La Corea del Nord èper un trattato di pace, ma ilgoverno statunitenseostinatamente lo rifiuta . Al contrario, mantiene unaforza permanente di circa40.000 soldati, basi aree e navalie arsenali nucleari prontiall’attacco nella Corea del Sud.NO all’aggressione USA!

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La CIPOML avanza sotto la bandiera dell’internazionalismo proletario

novembre 2017 15

La 23ª Plenaria della CIPOML èstata celebrata con successo inTunisia, nel novembre del 2017,con la partecipazione dellamaggior parte dei Partiti eOrganizzazioni che ne fannoparte. La Conferenza si è incentrata sutre grandi temi: l'analisi dellasituazione internazionale, laquestione della costruzione delpartito del proletariato e laquestione della tattica. La discussione che si èsviluppata sull’evoluzione dellasituazione internazionale nelcorso dell’ultimo anno ha vistonotevoli contributi da partedelle delegazioni presenti, apartire dai rapporti sulla loroattività, dalla resistenza e dellelotte che si sviluppano nei varipaesi, alcune delle quali concaratteristiche rivoluzionarie.Ciò ha permesso di mettere afuoco le tendenze generali alivello mondiale. In particolarenel dibattito si è messo inrisalto:- L’aggravamento della crisigenerale del sistema capitalista-imperialista e le suedrammatiche conseguenze sullaclasse operaia e i popoli delmondo (disoccupazione,peggioramento delle condizionidi vita e di lavoro, distruzionedell'ecosistema, etc.). - L’acutizzazione delle tensioninel mondo e la moltiplicazionedi focolai di guerra,l’inasprimento dellecontraddizioni interimperialisteper la conquista dei paesidipendenti (saccheggio dellerisorse naturali, conquista deimercati di sbocco etc.), dellesfere di influenza, etc. In particolare, è stato analizzatoil tentativo dell’imperialismoUSA di mantenere a tutti costil’egemonia mondiale mentre laCina socialimperialista avanza alivello economico e porta avantila sua politica di espansione(come il progetto “Belt andRoad” e i suoi corridoienergetici), con obiettivi chevanno al di là dello scenarioasiatico. In questo campo si osservanocambiamenti nelle alleanze,come nel caso del Pakistan cheva avvicinandosi sempre più allaCina; intanto l’India governatadagli ultranazionalisti indù, sta

rafforzando i suoi legamistrategici con gli USA di Trump.Anche l’Africa è un terreno dilotta fra l’imperialismo USA,quello francese e le ambizioni diCina e Russia. La lotta per ildominio dell’Africa è unobiettivo di primariaimportanza nello scontro frabriganti imperialisti. In Medio Oriente si è assistito aun cambio di dottrina da partedegli USA: dal “caos creativo”di Obama, all’individuazionedell’Iran come nemico numerouno per Trump, il che hadeterminato il conflitto fraArabia Saudita e Qatar.L’inasprimento delle rivalitàinterimperialiste si accompagnaall’aumento delle spese militari,alla corsa al riarmo e allamilitarizzazione delle società.Un processo che sul pianopolitico si esprime con l’ascesadi forze fasciste, nazionalisteaggressive e scioviniste neiprincipali paesi imperialisti e indiversi paesi capitalisti.Allo stesso tempo la crisi dellasocialdemocrazia si èapprofondita, sia in Europa, siain America Latina. Mentre in Europa la strategiaeuropeista “della pace e dellaprosperità” deisocialdemocratici è ormaisaltata e vede una crescenteopposizione delle masseoperaie e popolari a questoprogetto, in America Latina èevidente la difficoltà deisostenitori del c.d. “socialismodel XXI secolo” e della“rivoluzione cittadina”,alternative fittizie, che hannoprodotto confusione fra ilavoratori, Ciò crea nuovecondizioni per la ripresa dellalotta rivoluzionaria, anche seper ora del declino di questeforze stanno approfittando altreformazioni borghesi, inparticolare le destre legateall’imperialismo USA. Di fronte a questa situazione, laConferenza ha messo inevidenza, allo stesso tempo, lacrescita della resistenza e dellalotta in diversi continenti daparte della classe operaia, deicontadini poveri, della gioventù,delle donne, contro leripercussioni della crisi, per idiritti democratici, economici esociali. Queste lotte in alcuni

casi assumono un carattererivoluzionario, a dispetto dellarepressione scatenata dairegimi reazionari. Riguardo le questioni nazionaliche si acutizzano in diversi paesi(da quella curda a quellacatalana) il dibattito ha ribaditola vigenza del principiodell’autodeterminazione delpopoli oppressi e coloniali, finoalla separazione completa. Si èribadito che l’imperialismo nondifende gli interessi nazionali dinessun popolo, né delleminoranze nazionali, maunicamente i propri fameliciinteressi. Pensare che lepotenze imperialiste possanoproteggere i popoli è un’ideapericolosa, un’illusione. E’ chiaro che la questionenazionale può essere risoltasoltanto in legame con larivoluzione proletaria e sul suoterreno, che l’alleanza con imovimenti di liberazionenazionale che combattonol’imperialismo spiana la stradaalla vittoria della rivoluzione neipaesi imperialisti.Allo stesso tempo, laconferenza ha avviato unafertile discussione sullaquestione strategica del partitodel proletariato, sottolineandol'importanza della lottaideologica, politica edorganizzativa, come strumentoindispensabile per dirigere lemasse nella lotta per ilcambiamento rivoluzionario,tanto nei paesi dominati comenei paesi imperialisti. Questa discussione si èarricchita con lo scambioreciproco di esperienze. E’ statomesso in risalto il ruolo chedevono svolgere i Partiti dellaConferenza per aiutare laformazione di nuovi partiti del

proletariato, marxisti-leninisti,laddove non esistano. ed è statodefinito un percorso perportare a termine ladiscussione sull’importantedocumento presentato, visto ilgenerale accordo riscontrato ei significativi apporti prodotti.Nella riunione plenaria si èanche sviluppato uninteressante dibattito sullanecessità che i partiti siimpegnino nell'elaborazione ditattiche rivoluzionarie sulla basedel marxismo-leninismo edell'analisi concreta e precisadella situazione obiettiva neirispettivi paesi, così come nelloscambio di esperienze conspirito franco e rivoluzionario, adimostrazione della maturitàraggiunta dalla Conferenza. Le questioni del “comeavanzare” e del come superarele difficoltà esistenti, dellaconquista di un maggiorradicamento nella classeoperaia, delle nuove sfide cheattendono i partiti delproletariato rivoluzionario,restano al centro dellepreoccupazioni di tutti imembri della CIPOML etroveranno ulteriori momentidi approfondimento. Questo nella convinzione chelo sviluppo della lottarivoluzionaria nei vari paesiservirà a indebolirel’imperialismo mondiale e arafforzare i legamiinternazionalisti. Terminando i suoi lavori, il 23°Plenum ha adottato una serie dirisoluzioni su problemi diattualità (che pubblicheremo sulnostro sito web), manifestandola sua solidarietà con la lotta delproletariato e dei popoli insituazioni particolari. Viva la CIPOML!

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Pieno successo dell’incontro di Parigi per il 100° anniversario dell’Ottobre Rosso

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Davvero un meeting benriuscito quello di Parigi sul 100°della Rivoluzione d’Ottobre,Ha visto una grandepartecipazione di compagne ecompagni, di molti giovanirivoluzionari, di delegazioni dipartiti fratelli, sotto la regiaattenta fino ai dettagli delPCOF. La decisione di organizzare unevento di carattere regionaleeuropeo sul 100° anniversariodella Rivoluzione d’Ottobreera stato preso da almeno unanno dalla CIPOML. La sceltaera caduta su Parigi per seguireil filo rosso che va dallaComune, all’Ottobre Rossofino alle lotte operaie dei nostrigiorni.Dopo la presentazione delledelegazioni, vi è stata la letturadella relazione dellaCIPOML,affidata ai compagnidel Partito del lavoro di Turchia(EMEP). Una scelta non casuale,vista la difficile situazioneesistente nel loro paese, cheriguarda tutti noi.Subito dopo vi è stata la tavolarotonda con i rappresentantidei partiti fratelli d’Europapresenti. Ogni intervento haofferto apprezzamenti sulsignificato e le conseguenzedell’Ottobre, sulle lezioni datrarre per l’oggi. Il nostrointervento si è incentrato sulledifferenti iniziative prese in

Italia per celebraredegnamente il Centenario,attualizzandolo in rapporto allasituazione concreta.Il Coro di Aubervilliers hariscaldato ancor più l’ambientecon un’indovinata scelta dicanzoni rivoluzionarie dei varipaesi, fra cui unaapplauditissima versione diBandiera Rossa.La Gioventù Rivoluzionaria diFrancia (UJR) ha poi dato vita aun inedito “interventocollettivo”, con discorsi, slogane poesie che ha riscossol’applauso convinto di tutti ipresenti. E’ stato un importantecontributo, che hacaratterizzato lamanifestazione rilanciando lalotta e l’impegno quotidianocontro il capitalismo,l’imperialismo, il fascismo, lapolitica di guerra, per unarottura rivoluzionaria con unasocietà di cui “non se ne puòpiù”,E’ stata poi la voltadell’intervento centrale delPCOF, pronunciato dalportavoce del partito fratello,seguito con grande attenzionee numerosi applausi. Unintervento senza alcun cennodi nostalgia, ma basato suun’attenta analisi delcapitalismo attuale e sullaspiegazione della necessitàdella rottura rivoluzionaria nel

contesto della lotta di classenazionale e internazionale. Al termine tutte le delegazionisono salite sul palco percantare assiemel’Internazionale, tra una selva dipugni chiusi e qualche lacrimadi commozione. Nella sala le librerie allestitehanno presentato una grandescelta di opere di Lenin e diStalin, e molti altri testi dedicatiall’Ottobre sovietico, lacostruzione del socialismo, etc. Su altri tavoli figuravano leedizioni dei Partiti e delleOrganizzazioni presenti. Darimarcare l’edizione delnumero speciale della rivista“Unità e Lotta”, pubblicata inspagnolo, inglese, francese,tedesco, portoghese, arabo eturco, Una mostra di foto dellerecenti lotte e gli storici posterdell’Ottobre hanno reso

ancora più attraente lo storicoambiente della Bellevilloisie,sorta sui luoghi della Comunedi Parigi.Il giorno successivo si è svoltaun’interessante visita presso ilMuseo della Comune che sitrova nel comune di Saint-Denis. Il meeting ha riflesso la grandeunità della CIPOML e si èsvolto in un vero clima diinternazionalismo proletario,militante e pratico, con unospirito battagliero proprio deiproletari rivoluzionari. Tutti i compagni ne sono usciticon entusiasmo rivoluzionarioe una maggiore consapevolezzadel ruolo della CIPOML e deicompiti che abbiamo di fronte,con una rafforzata volontà diadempierli per avanzare sullastrada della rivoluzione e delsocialismo nei rispettivi paesi ea livello internazionale.

Solidarietà con gli operai della Maruti-SuzukiRisoluzione della CIPOML sullalotta dell’Unione degli Operai dellaMaruti-SuzukiLa CIPOML è rimastaprofondamente colpita dallapersecuzione degli operai dellafabbrica del Manesar dellasocietà di Maruti-Suzuki nelmarzo 2017. Gli operai sonostati condannati per

cospirazione criminale,omicidio e distruzione di provein relazione agli incidenti del2012 nei quali un managerperse la vita.Ben 13 operai sono staticondannati all’ergastolo, 4operai hanno avuto unasentenza commutata a 5 anni ealtri 14 altri operai sono staticondannati alla prigione per 3anni. 117 operai che sono statitenuti in prigione per 31 mesisono stati assolti da tutte leaccuse. Dei 13 operai condannati peromicidio, 12 erano delegati dellaUnione degli Operai dellaMaruti-Suzuk. A essi si aggiungeun 14° operaio condannato avita, che aveva protestatoessendo sottoposto agli abusi dicasta, essendo un Dalit (paria).

Dal 2011 gli operai dellaMaruti-Suzuki cercavano dicostituire il proprio sindacato.Inizialmente il managementrifiutò di riconoscere ilsindacato e più tardi respinsel’avvio di negoziati con ilsindacato. La persecuzione del18 luglio 2012 contro gli operaiè stata un tentativo dei padronidi distruggere il sindacato, la suadirezione e di licenziare più di2300 lavoratori.L'accusa ha persino richiestoche 13 operai fosserocondannati a morte. La pressione dell’imperialismo èstata evidente dal momento chela Corte ha fatto presente chegli incidenti del 17 marzo 2012hanno rovinato la reputazionedell'India a livello mondiale. Icapitalisti stranieri non

avrebbero più investito in Indiaper paura delle agitazionioperaie. La CIPOML esprime la suasolidarietà con gli appartenentiall’Unione degli Operai diMaruti-Suzuki, particolarmentecon quelli che sono staticondannati per omicidio.Applaude alla solidarietà dei100.000 operai che hannoboicottato le loro mense permolti giorni prima del giudizio,così come i 25.000 operai chehanno deposto gli attrezzi dilavoro in tutte le fabbriche dellaMaruti-Suzuki subito dopo lapronuncia dei giudici. La CIPOML si unisce alla vocedi tutti i lavoratori del mondoche hanno mostrato la lorosolidarietà con gli operai dellaMaruti-Suzuki.