Proletari di tutti i paesi, unitevi!...

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Marzo 2020 Numero 106 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1,50 euro L’epidemia da coronavirus e le sue conseguenze sul piano sociale, economico e politico, sono al centro dell’attenzione mondiale. Tutte le classi sociali si confrontano con questo fenomeno sprigionatosi dalle contraddizioni del sistema capitalista-imperialista - tra cui quella con la natura - esprimendo preoccupazioni ed esigenze opposte. Assieme all’aumento del numero dei contagi in tutto il mondo, cresce la febbre da crisi economica. La brusca frenata del settore manifatturiero in Cina ha interrotto la catena di fornitura a livello mondiale, mettendo allo scoperto la fragilità del modello “just in time”. Contemporaneamente si è diffuso il virus del panico finanziario. Le perdite miliardarie dei mercati azionari sulle due sponde dell’Atlantico (l‘indice S&P 500 e lo Stoxx 600 hanno registrato la peggiore settimana dalla crisi finanziaria del 2008) hanno fatto scattare misure di correzione e stimolo da parte di governi e banche centrali. Ma sono armi spuntate in una situazione di blocco dell’offerta e della domanda. I mezzi dell’oligarchia per frenare la pandemia finanziaria sono inadeguati, quanto quelli per arginare la pandemia virale. L’imperialismo non ha vaccini né per l’una, né per l’altra. La situazione è di accentuata instabilità e digregazione dell’economia mondiale capitalistica. Per capire cosa sta accadendo a livello finanziario bisogna evitare di confondere premesse e conseguenze. La bolla azionaria si era dilatata da tempo e prima o poi doveva sgonfiarsi rapidamente. Il coronavirus sta solo svolgendo la funzione di uno spillo che buca la pletora di capitale fittizio. Ha accelerato lo sviluppo di una crisi già matura. La ciclica epidemia da sovrapproduzione di capitale è ora più vicina. Distruggendo le forze produttive si trasformerà in epidemia sociale: licenziamenti di massa, riduzioni salariali, nuovi tagli alle spese sociali. Come scrivevano Marx e Engels nel Manifesto del Partito comunista: “La società si trova improvvisamente ricacciata in uno stato di momentanea barbarie; una carestia, una guerra generale di sterminio sembrano averle tolto tutti i mezzi di sussistenza; l'industria, il commercio sembrano annientati, e perché? Perché la società possiede troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio.” Il vero problema non è il virus, è il capitalismo. Agli occhi dei lavoratori e dei popoli si porrà con sempre più chiarezza l’alternativa: abolizione dei rapporti borghesi di proprietà e costruzione del socialismo, oppure la rovina. Prepariamoci, organizziamoci!

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaMarzo 2020 Numero 106 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1,50 euro

L’epidemia da coronavirus e le sue conseguenzesul piano sociale, economico e politico, sono alcentro dell’attenzione mondiale. Tutte le classi sociali si confrontano con questofenomeno sprigionatosi dalle contraddizioni delsistema capitalista-imperialista - tra cui quella conla natura - esprimendo preoccupazioni ed esigenzeopposte.Assieme all’aumento del numero dei contagi intutto il mondo, cresce la febbre da crisi economica. La brusca frenata del settore manifatturiero inCina ha interrotto la catena di fornitura a livellomondiale, mettendo allo scoperto la fragilità delmodello “just in time”. Contemporaneamente si è diffuso il virus delpanico finanziario. Le perdite miliardarie dei mercati azionari sulledue sponde dell’Atlantico (l‘indice S&P 500 e loStoxx 600 hanno registrato la peggiore settimanadalla crisi finanziaria del 2008) hanno fatto scattaremisure di correzione e stimolo da parte di governie banche centrali. Ma sono armi spuntate in una situazione di bloccodell’offerta e della domanda. I mezzi dell’oligarchiaper frenare la pandemia finanziaria sono inadeguati,quanto quelli per arginare la pandemia virale.L’imperialismo non ha vaccini né per l’una, né perl’altra. La situazione è di accentuata instabilità edigregazione dell’economia mondiale capitalistica.Per capire cosa sta accadendo a livello finanziariobisogna evitare di confondere premesse econseguenze. La bolla azionaria si era dilatata da tempo e primao poi doveva sgonfiarsi rapidamente. Il coronavirussta solo svolgendo la funzione di uno spillo chebuca la pletora di capitale fittizio. Ha accelerato losviluppo di una crisi già matura.La ciclica epidemia da sovrapproduzione di capitaleè ora più vicina. Distruggendo le forze produttivesi trasformerà in epidemia sociale: licenziamenti dimassa, riduzioni salariali, nuovi tagli alle spesesociali. Come scrivevano Marx e Engels nel Manifesto delPartito comunista: “La società si trovaimprovvisamente ricacciata in uno stato dimomentanea barbarie; una carestia, una guerragenerale di sterminio sembrano averle tolto tutti imezzi di sussistenza; l'industria, il commerciosembrano annientati, e perché? Perché la societàpossiede troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza,troppa industria, troppo commercio.” Il vero problema non è il virus, è il capitalismo. Agliocchi dei lavoratori e dei popoli si porrà consempre più chiarezza l’alternativa: abolizione deirapporti borghesi di proprietà e costruzione delsocialismo, oppure la rovina. Prepariamoci,organizziamoci!

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La legge suprema della borghesia non è il benesseredella popolazione, ma il “sacro profitto”

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In che modo la borghesiaitaliana sta affrontandol’epidemia da Covid-19? Possiamo distinguere diversimomenti. Il primo è caratterizzato daglislogan “è tutto sottocontrollo”, “il virus non circolain Italia” e dalle misure di puraimmagine come il blocco deivoli diretti dalla Cina. Il governo Conte si fa bellocon le chiacchiere, mentre ilcoronavirus svolge il suo lavoro. Il secondo tempo inizia con lascoperta dei focolai inLombardia e Veneto. Il clima di allarme, montato daimedia, determina la corsaall’amuchina e ai supermercati,emerge la speculazione. Il governo vara alcune misure dicontenimento dell’infezione,che non danno risultati. A livello politico emerge ilconflitto fra Palazzo Chigi e leRegioni, destinato a durare. Il terzo momento si apre con leborse in picchiata e lo spread insalita, con le cancellazioni dimilioni di prenotazionituristiche. Il blocco dei polmoni economiciin un paese che non si è mairipreso del tutto dalla crisi del2008 (era in stagnazione primadell’epidemia), la distruzionedell’immagine internazionale del“Bel Paese”, spaventano a talpunto la borghesia da farlecambiare tattica. La “cabina di regia”dell’oligarchia impone diminimizzare l’epidemia. Conte strombazza ai quattroventi che l’Italia “è un paesesicuro”; si afferma che in Italiavi sono più casi di infezioneperché vengono fatti piùtamponi rispetto altri paesi; sienfatizzano i casi dei guaritiinvece di quelli crescenti deicontagiati; si trascurano i casilievi come se non fosserougualmente contagiosi; sisottolinea che i morti sono soloanziani, dunque non più utili perl’estrazione di plusvalore.I media, facendosi carico dellerichieste dei gruppimonopolisti, mettono in primopiano le necessitàdell’economia capitalistica, chenon può e non deve fermarsi. E si occultano ancor più i morti

da lavoro salariato, una stragequotidiana sulla quale nessungoverno borghese ha maivoluto decretare un’emergenza. In questo scenario si tenta dimettere su un fasullo clima diunità nazionale che si traducenel coinvolgimento delleopposizioni di destra,resuscitando Salvini.Sul piano sindacale i vertici e leburocrazie esaltano il loro“spirito di servizio” e annullanoquasi tutte le manifestazioni egli scioperi, accettando lerestrizioni imposte dallaCommissione di “Garanzia”,che vengono estese dalpubblico impiego all’industria. Ma i casi di infezioneaumentano e viene a galla lavulnerabilità di un sistemasanitario pubblico su cui siriversa l’intero pesodell’emergenza. Un sistema massacrato dallapolitica di tagli della spesasanitaria e dalle privatizzazioniche hanno determinato lasoppressione di 40 mila postiletto ospedalieri in 15 anni, unadrastica riduzione di personale,la carenza di apparecchiature,medicinali, mascherine, guanti,etc.; un sistema disarticolato franord e sud, indebolito dalogiche neoliberiste eclientelari. Passano altri giorni di crescitaesponenziale dei contagi (piùdell’intera Cina) e di previsioninere per l’economia (calo finoal 2 - 3 % del PIL).Mentre Bankitalia iniettaliquidità nelle vene del sistema,il governo Conte si allinea alledirettive dell’imperialismoeuropeo e mondiale. La divisione del paese inquattro zone è dettata dallanecessità di mandare avanti laproduzione, più che dal timoredel collasso degli ospedali. Si chiudono scuole, palestre ebingo ma si lasciano aperti lefabbriche, i cantieri, i magazzini,senza adeguati mezzi diprotezione per gli operai. E se l’azienda si ferma siperdono salario, ferie, permessi.La forza-lavoro continua acircolare su mezzi di trasportostracolmi, a recarsi in centricommerciali dove le norme disicurezza sono inapplicate

Il metro di distanza vale soloquando si tratta di svolgereassemblee e manifestazioni!Intanto padroni e governoconcludono accordi perlicenziare migliaia di operai,come all’ex-Ilva, e puntano arimettere le zampe sullepensioni, approfittando comesciacalli dell’emergenza.Il dato che emerge è chiaro: frala tutela della salute e del lavoroda un lato, e del profittodall’altro, la borghesia ha sceltosecondo la sua naturapredatoria e criminale. L’estrazione di plusvalore daglioperai deve andare avanti adogni costo; il prezzodell’epidemia deve essereinteramente pagato dagli operaie dalle masse popolari, mentrela minoranza che possiede lamaggior parte della ricchezzanon paga nulla, ma ottienemiliardi dallo Stato, specula e siarricchisce con il Covid 19. In meno di due settimane laclasse dominante ha fornitol’ennesima prova di vampirismoe parassitismo, ipocrisia ecinismo senza ritegno. A causa di una politicaantipopolare, funzionale alleesigenze monopolistiche, l’Italiaè oggi uno dei paesi più colpitisia dalla crisi economica, siadalla pandemia. Questa classe famelica ecialtrona, non può guarirenessuna delle piaghe che generail suo sistema di sfruttamento,ma ci porta alla rovinaeconomica, sociale e sanitaria.In questa situazioine dobbiamorafforzare l’azione unitaria perla difesa intransigente degliinteressi e dei diritti di classe,della nostra salute,comprendendo che c’è un solo“governo di emergenza“ chepuò farci uscire dalla miseria,dalla disoccupazione,dall’insicurezza e dall’incertezzadel domani: è il governo deglioperai e degli altri lavoratorisfruttati! Questa parola d’ordine deveconquistare la coscienza deiproletari del nostro paese,spingerli a serrare le loro file ea lottare ponendosi l’obiettivodella conquista di tutto ilpotere politico per lasoddisfazione delle loro

crescenti necessità materiali, disalute e culturali. Per sua stessa natura il governooperaio non è un "governodelle sinistre” che può sorgereda un’alleanza tra forzeriformiste. Non è nemmeno un governoche può costituirsi sulla basedel Parlamento borghese,istituzione storicamentesuperata e dal carattere semprepiù limitato. Esso può sorgere solo comerisultato di un movimentorivoluzionario di massa direttoa spezzare il giogo del capitale ea creare un nuovo e superioreordinamento sociale. Le sue basi principali devonoessere gli organismi di lottacreati dalla classe operaia e dalarghi settori delle massesfruttate e oppresse, i Comitatioperai e popolari, i Consigli difabbrica e di quartiere, le forzesindacali di classe, leassociazioni del proletariato. Gli operai più coscienti e decisisi renderanno conto ognigiorno di più che non si tratta dimettere dei rappezzi all’attualemodo di produzione: è l’interomodo di produzionecapitalistico che deve essereeliminato, per la sopravvivenzadel pianeta e del genereumano, per conquistare – conla rivoluzione proletaria – unnuovo, interamente nuovo,modo di produrre e di vivere: ilsocialismo, reso inevitabile dallostesso corso distruttivodell’imperialismo.

ScintillaOrgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista delProletariato d’Italia

Periodico mensile.Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012

Dir. resp. E. MassiminoRedaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Editrice Scintilla OnlusChiuso il 7.3.2020 - stampinprop.

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marzo 2020

Sul Coronavirus, ovvero “Covid 19”3

L’epidemia “Coronavirus”(Covid-19), iniziata neldicembre '19, si sta sviluppandoin Cina e a livellointernazionale. Anche in Italia sisono sviluppati diversi focolaidi infezione. Secondo gli espertiè prevedibile una ulteriorediffusione a livello globale.Non c’è una conoscenzaapprofondita dellecaratteristiche del Covid-19,delle sue modalità ditrasmissione e del modo concui trattare l’infezione, la cuiorigine è tuttora sconosciuta.L’epidemia mette in lucel’amoralità, le falle,l’irresponsabilità dei governiborghesi, mentre vi è chi vuoletrarne vantaggio: speculatoridelle multinazionalifarmaceutiche e politicantinostrani. Gravi sono le responsabilità deicapi revisionisti cinesi, chehanno dimostrato la loroincapacità, nascondendo esottovalutando il pericolo nelleprime fasi dell’epidemia,facilitando la sua diffusione consilenzi e ritardi.L’epidemia ha un impattonotevole a livello sociale edeconomico. La riduzione deltasso di crescita annuale cinesesarà di almeno 1 punto e avràripercussioni su tutti i paesi. Iprimi a subirne le conseguenzesono gli operai messi “inlibertà”, mentre padroni di altripaesi si fregano le mani.Le epidemie in corso nelmondo (coronavirus, ebola,dengue, rosolia, morbillo,febbre gialla, febbre tifoidea,etc.) e la crisi sanitaria checolpisce i paesi costituisconoun aspetto della crisi generaledel capitalismo, che nonrisparmia nessun ambito dellavita sociale.Molte malattie possono esserecurate da farmaci che hannocosti irrisori, ma la legge delmassimo profitto lo impedisce.La salute è un bene indivisibile,incompatibile con l'attualesistema che mira solo aisuperprofitti, a rapinaremercati, fonti energetiche, adistruggere le forze produttive.In Italia il governo, Conte 2, haproclamato lo “stato diemergenza”, stabilendo che neiporti, aeroporti e altre

strutture, si attuino misure diprevenzione. Come?Impegnandovi gli operatorisanitari che si trovano in primalinea, spesso senza mezziadeguati e con turni di lavoroininterrotti e massacranti, esancendo nel contempo unasorta di coprifuoco per interiquartieri o addirittura comuni.Il governo parla ipocritamentedi “salute al primo posto”; ma ilServizio Sanitario Nazionale(SSN) è stato depauperato dadecenni con politiche diausterità e neoliberisteadottate dai governi borghesi,che hanno determinato: taglialle spese pubbliche,affossamento dellaprevenzione, carenza cronica diinfermieri, ausiliari e medici,migliaia di posti letti soppressi,carenza di medicinali e presidisanitari, interminabili listed'attesa, privatizzazioni …Per l’emergenza sanitaria sonostati stanziati 25 milioni di €,per sostenere il “Made in Italy”300 milioni a favore delleimprese. Un cacciabombardiereF35 costa 106 milioni, lemissioni militari all’estero 1,5miliardi all’anno e sonodestinati ad aumentare!Per fronteggiare epidemia ealtre piaghe sociali èindispensabile l’adeguamentodegli organici, e delle dotazionitecnico-sanitarie per tutelare lasalute dei lavoratori della sanitàe della popolazione, azzerandoqueste spese militari edaumentando quelle sanitarie esociali pubbliche.- Salario al 100% a spese deipadroni e dello Stato per lachiusura di aziende, uffici eservizi e per malattia.- Fornitura gratuita allapopolazione dei mezzi diprotezione necessari.-Esproprio senza indennizzo ditutte le strutture necessarieper contenere l’epidemia.-No alla soppressione dellelibertà democratiche deilavoratori (manifestazione,assemblea, sciopero, etc.)-No alla “sacra unioneantivirus” con la borghesia!-Denunciare tutti coloro(capitalisti, parassiti,speculatori, casefarmaceutiche) cheapprofittano sciacallamente

della situazione. - Combattere, senza se senzama, xenofobia, sciovinismo erazzismo.L’epidemia mette in luce lanecessita della solidarietà edella cooperazioneinternazionale, per unire glisforzi, fronteggiare le difficoltàe raggiungere comuni obiettiviin un mondo globalizzato. Maciò non è possibile nell'attualesistema dove ogni paese traevantaggio dalle tragedie altrui.Da qualsiasi angolazione siguardi, sui problemi di oggi laconclusione è la stessa: ilcapitalismo e l’imperialismoevidenziano con forza lanecessità della rivoluzioneproletaria in tutto il mondo, peruna società che abbia comelegge fondamentale lo sviluppodel benessere collettivo controil maledetto profitto di pochi.24 febbraio 2020

Coordinamento comunistatoscano (CCT)[email protected] Lombardia(CCL)[email protected] Comunista -per il Partito Comunistadel Proletariato d'[email protected] comunista (m-l)di [email protected] o o r d i n a m e n t oComunista Veneto (CCV)

Riceviamo e pubblichiamo

UNA RIFLESSIONE E UNA DOMANDA

Noi operai e lavoratori cisiamo sempre battuti per ladifesa della salute in fabbrica enel territorio e siamo semprestati favorevoli ad applicare ilprincipio di precauzione atutela della salute collettiva eindividuale. Ma come mai sul corona virusche ha prodotto al momentoalcune migliaia di morti in Cina,poche decine di malati inEuropa, una decina di morti epoco più di un centinaio dimalati in Italia con il blocco diintere zone, si mobilitanogoverni e istituzioni e per imorti sul lavoro, percancerogeni come l’amiantono? Eppure ogni anno sono piùdi 100mila i morti d’amiantonel mondo, 15 mila in Europa,più di 4mila in Italia senzacontare tutti i morti per ilprofitto. Forse perché l’epidemia mettein movimento tutta una serie dimisure economiche e dicontrollo sociale e i morti dellavoro e di malattieprofessionali no?

Comitato per la Difesadella Salute nei Luoghi diLavoro e nel Territorio diSesto S. Giovanni (MI)

Hanno speso miliardi per questi

ma servivano questi

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marzo 20204

Prosegue l’impegno del CLA su salute e sicurezza dei lavoratoriLa contraddizionecapitale/lavoro si esprime inmodo acuto nel nostro paesecon gli infortuni e gli omicidi sullavoro in continuo aumento econ le malattie professionaliche ammazzano migliaia dilavoratori, come nel caso deitumori provocati dall’amianto eda altre sostanze cancerogeneusate nella produzione. La questione della salute e dellasicurezza sul lavoro èinseparabile dalle leggi dellosfruttamento capitalistico, inparticolare dalla necessità per icapitalisti di ottenere ilmassimo profitto al minorcosto, sulla pelle degli operai edella popolazione.L’andamento del numero deimorti, dei feriti, dei malati,riflette i rapporti di forza fra leclassi. Crescono quando laclasse operaia è debole,diminuiscono quando i padronisono costretti dalla lotta deglioperai e degli altri lavoratorisfruttati ad adottare elementarimisure di sicurezza, a rallentarei ritmi produttivi, a concederepause, etc.Sulla base di queste concezionidi fondo il Coordinamento

lavoratori e lavoratriciautoconvocati per l'unità dellaclasse (CLA) prosegue la suacampagna di denuncia su salutee sicurezza. Lo scorso 1° febbraio a Firenzein occasione dell'aperturadell'anno giudiziario, il CLA hapromosso ed organizzato unpresidio al Palagiustizia diFirenze per non dimenticare imorti sul e da lavoro e quantihanno perso la vita nei tantidisastri e stragi in Italia, control'azione repressiva verso chi sibatte per la salute, la sicurezza el'ambiente.. Oltre ai promotori,hanno partecipato al presidioamici e familiari delle vittime dialcune stragi, la Fondazione“Macchinisti Uniti”, realtàsindacali e delegati Rsu.Un'iniziativa che ha datovisibilità alle continue morti sullavoro, alle stragi di questidecenni, dimenticate eimpunite, alle vittime daamianto, alla repressione (fino allicenziamento) di delegati eattivisti sindacali che semprehanno denunciato e organizzatolotte e mobilitazioni per lasicurezza e salute, per la veritàe la giustizia, contro le

irresponsabili assoluzioni e leprescrizioni di reati che hannoprovocato morti, feriti edistruzioni ambientali.Successivamente il CLA hamesso a punto gli impegni dilotta per il prossimo periodo,fra cui spiccano un’iniziativapubblica (presidio e assemblea)in programma a Ravenna sabato14 marzo, in occasionedell’anniversario della stragedella Mecnavi, in cui morirono13 operai durante le operazionidi manutenzione della naveMontanari: la più grande strageoperaia dal dopoguerra (eppurein città non vi è niente chericordi questa immanetragedia).L’iniziativa - su cui graval’incognita dei graviprovvedimenti restrittivi dellelibertà sindacali decretati dalgoverno - si pone in continuitàcon quella realizzata a Torino il7 dicembre scorso, in occasionedell’anniversario della stragedella ThyssenKrupp. Per il mese di aprile è inoltreprevista la partecipazione allamanifestazione di Sesto S.Giovanni (Milano) sullaquestione dell'amianto

promossa dal Comitato per laDifesa della Salute nei Luoghi diLavoro e nel Territorio.Il CLA incarna la tendenzaall’unità di azione dei lavoratorie dei militanti sindacalicombattivi, della base deisindacati di lotta; una tendenzache si contrappone aldivisionismo sindacale, allalogica di bottega e alla meschinaconcorrenzialità di sigla, checaratterizza l’opportunismoconfederale e di base. Questo organismo si pone alservizio dell’unità e della lottadi classe, sviluppa il proprioraggio di azione perché esprimeesigenze profondamentesentite dagli operai e daidelegati sindacali, che purmilitando in diverseorganizzazioni mettono alprimo posto l’appartenenza allaclasse e non quella alla sigla,spesso divisiva.Sosteniamo le attività del CLAe invitiamo i lavoratori e idelegati, iscritti e non iscritti aidifferenti sindacati, a prenderecontatti scrivendo a:

[email protected]

Riceviamo e pubblichiamo

L'Otto Marzo è la Giornatainternazionale della donna;conosciamo il contenutoprofondo di questa Giornata,come di altre date cheappartengono al movimentodella classe lavoratrice:la lotta, la solidarietà e l'unità!Siete in lotta, sul tetto diquesto Palazzo blu, perchépretendete di essere assuntedalla Piaggio, che invece damaggio scorso vi ha lasciato acasa, in 24 insieme ad altri 5lavoratori, dopo 15 anni dilavoro stagionale, precario...Ogni lotta è importante perciascuna donna che la conducein prima persona, per lecompagne che lottano al fianco,e per tutte coloro che lottanooggi e lotteranno domani.Ogni lotta ha urgente bisogno

di solidarietà!Siamo qua per voi che, a vostravolta, con determinazione, statesostenendo le tante lavoratricie i tanti lavoratori che lottanonei propri posti di lavoro.Questo è già un grandecontributo, al di là di quello chesarà il risultato finale.Siamo qua con voi perchésiamo impegnate, nelCoordinamento lavoratrici elavoratori autoconvocati, perlottare per l'unità della nostraclasse, la classe lavoratrice.Il movente che ci ha spinto allacostruzione delCoordinamento non è laformazione di un ennesimosindacato, bensì dare rispostaalla diffusa esigenza di unità trai lavoratori e le lavoratrici e allanecessità di superare lafrantumazione sindacaleesistente. Solo così potremo

cominciare a invertire lacondizione attuale e potremomano a mano liberarci dellacorda che ci soffoca ognigiorno di più.

C o o r d i n a m e n t ol av or a t r i c i - l av or a t o r i

autoconvocati per l'unitàdella classe

per contatti e informazioni:[email protected]

Pisa, 06 marzo 2020

Otto Marzo: a fianco delle operaie sul “Palazzo blu”dell'Asl di Pontedera, in lotta per il posto di lavoro

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5marzo 2020

“Nelle ferrovie non c’è settore dove poter essere sicuri”

Siamo qui perché all'internodell'hotel si svolge il Convegnodell'Ansf (Agenzia nazionale perla sicurezza ferroviaria).In questi anni, sono stateulteriormente ridotte risorse,ispezioni, controlli, personale emanutenzione, penalizzandocosì la prevenzione e lasicurezza. Oggi, solo interventidi emergenza e soltanto dopoincidenti e disastri. L'Ansf èstata depotenziata, è"promotrice" di sicurezza e dalgoverno le sono state tolteresponsabilità ...L'Agenzia, dice ciò che sarebbenecessario fare, e se non vienefatto e accadono incidenti edisastri, non ne viene comunquecoinvolta.Con l'ultimo, del 'Freccia rossa1.000”, del 6 febbraio a Lodi, sichiude il cerchio:1) 29 giugno 2009, VIAREGGIO(trasporto merci): 32 morti2) 12 aprile 2010, VAL

VENOSTA in Trentino(trasporto regionale): 9 morti3) 12 luglio 2016, ANDRIA ECORATO in Puglia (ferrovieconcesse): 23 morti4) 25 gennaio 2018,PIOLTELLO (Mi) (trasportoregionale): 3 morti5) 6 febbraio, 2020, LODI(Frecca rossa 1.000 AltaVelocità): 2 mortiQuesta è la dimostrazione chenelle ferrovie non c'è settoredove poter essere sicuri. Inogni ambito manca la sicurezzae muoiono ferrovieri, viaggiatorie, con la strage di Viareggio,cittadini al “sicuro” nelleproprie abitazioni.Anche il disastro di Lodidimostra che, al di là dell'erroreumano sempre possibile, non visono meccanismi di controllo eprocedure capaci dineutralizzarlo. In mancanza dicontrolli tecnologici, in quellatratta il treno doveva passare abassissima velocità, dovevaesserci una squadra di operaiche controllava la disposizionedel deviatoio e il treno"apripista”, come era fino apochi anni fa.Dai 224.000 ferrovieri dei primianni '90, si è passati a meno di70.000, con la conseguente esistematica politica diabbandono della sicurezza.Da Viareggio in poi ancoraincidenti con morti e feriti enumerosi quelli che, per labuona sorte, non hannoprovocato vittime … Perché

l'Ansf deve intervenire "DOPO"il disastro? Siamo stanchi dellalogica del 'dopo', per doverpensare ai funerali.Si deve agire PRIMA! Ilmaledetto 'dopo' èconseguenza di quello che nonè stato fatto, responsabilmentee coscientemente, prima!Appena accade ... inizianosopralluoghi, riunioni,commissioni d'inchiesta internee esterne.L'Ansf sa quanto siastrutturalmente inadeguata larete ferroviaria: documentimancanti, prescrizioni noneseguite, interventi inefficaci esaltuari, e di fronte a evidentimancanze e lacune, si limita asuggerire interventi necessari eurgenti. Le ferrovie rispondonocon tempi lunghissimi e nonattuano le misure indicate.Investire danaro e risorse ha uncosto e le ferrovie hanno altro“d/affare” che pensare alla vita

dei cittadini e dei lavoratori.L'esperienza e la realtà vissutesulla nostra pelle, insegnanoquesto, purtroppo! Le tragicherisposte sono state:VIAREGGIO, VAL VENOSTA,PIOLTELLO, ANDRIA ECORATO, LODI, per rimanerea questi anni.Ricordiamo che la notte del 29giugno 2009, il capostazione hasalvato tante vite umane,bloccando ai segnali diprotezione due treni dipasseggeri proveniente daLucca e da Pisa. Ora che lastazione è impresenziata, chipotrà intervenire per evitareuna strage ancor più tragica diquella di 10 anni fa?

“Il Mondo che vorrei” -Associazione dei familiaridelle 32 Vittime del disastroferroviario di Viareggio

18 febbraio 2020

Per conoscenza volentieripubblichiamo il volantino diffusoin occasione della giornata"trasparenza e anticorruzione"dell'Ansf, tenuta a Firenzemartedì 18 febbraio 2020. Familiari, ferrovieri e cittadini,hanno organizzato un presidio difronte al luogo per sostenere labattaglia sulla sicurezza per iltrasporto su rotaia, materia dellaquale deve occuparsi l'Agenzianazionale per la sicurezzaferroviaria.

L’amianto nel Tempio della Musica In occasione della ripresa delprocesso a carici dei cinque exdirigenti della Scala di Milano,accusati di omicidio colposo inrelazione alle morti di novelavoratori (operai, tecnici,cantanti, musicisti, coristi,direttore d'orchestra) espostialle fibre di amianto in teatrodagli anni Settanta in poi, senzaavere le dovute informazioni suirischi e senza i dovuti dispositividi protezione personali eambientali, alcune associazioni,tra cui il Comitato per la difesadella salute nei luoghi di lavorodi Sesto San Giovanni, ilComitato ambiente e salute delTeatro alla Scala, Medicina

Democratica, l’Associazioneitaliana esposti amianto e Cubhanno presentato un dossier didenuncia. Nel dossier vienericostruita una breve storiadella presenza dell'amianto allaScala. Eccone uno stralcio: "La'pattona', una mole di lamiera di17 metri per 12 foderata distoffe in amianto, posizionatatra il palcoscenico e la sala, aogni suo movimento rilasciavale fibre di amianto che sidisperdevano in sala e in bucaall'orchestra…. La 'pattona' ècrollata durante una prova discena nel 1992 ed è statadismessa in modo grezzo conforbicioni e flessibili, senza

misure di prevenzione per ilavoratori". Gli autori deldossier hanno spiegato che gliinterventi di bonifica sono stati"ottenuti non per obbligo dilegge e per prevenzione, ma perle denunce dei lavoratori, gliunici che hanno posto lanecessità di porre rimedioall'inalazione di fibre di amiantoda parte degli ignari spettatoridel Teatro alla Scala". Leassociazioni e i rappresentantidei familiari dei lavoratori mortihanno ricordato che quellodell'amianto è "un problemaancora aperto, soprattutto aMilano", dove "centinaia dilavoratori sono deceduti" a

causa della fibra killer respirata"nei luoghi di lavoro". Nelprocesso le testimonianze deilavoratori e famigliari dellevittime stanno facendoemergere gravi responsabilitàpenali a carico della Direzionedel Teatro. Ma bisogna ricordareche dal punto di vista dellagiustizia borghese nei variprocedimenti in corso a Milanonegli ultimi anni sono semprearrivate assoluzioni per gli exmanager delle aziende portati aprocesso. Di qui la necessità dirafforzare l’azione di denunciapolitica, il protagonismo deilavoratori, la protesta e lamobilitazione di massa.

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Siamo qui non solo perricordare celebrare eattualizzare il 21 gennaio, questonostro anniversario, siamo quianche per presentare gli Attidell’Incontro nazionale diFirenze del 10 novembrescorso, che è stato svolto incoincidenza con l’anniversariodella Rivoluzione d’Ottobre.Poiché si tratta di Atti di unincontro nazionale svolto duemesi fa sul tema “Movimentocomunista e Movimentooperaio; un legame daricostruire e sviluppare” sononecessarie alcune parole perspiegare il significato di questoIncontro, cosa ha rappresentato,cosa ha dimostrato, cosa èscaturito da esso. Per prima cosa l’Incontro hariunito compagni/e provenientida 17 città e province,rappresentanti e militanti direaltà politiche, sindacali,associative di carattereproletario che hanno dibattutoin maniera seria e appassionataper circa 6 ore. E’ un fatto da apprezzare nellaodierna situazionecaratterizzata non solo dallaframmentazione e dalladivisione, ma anche dallocalismo e dalla dispersione deicompagni; sono poche leoccasioni di confrontonazionale e vanno valorizzateadeguatamente.La seconda cosa da dire è chenessun coordinamento, nessungruppo e tanto meno nessunsingolo compagno avrebbepotuto realizzare questoincontro. Unendo le forze cisiamo riusciti, a dimostrazione

di qual è la via da seguire peravanzare. In quell’Incontro abbiamoaffrontato e discusso differentitemi: - la crisi del movimentocomunista e del movimentooperaio, che tanto piùprocedono staccati unodall’altro, tanto più siindeboliscono a vicenda; lasconfitta transitoria delsocialismo è un problema cheriguarda tutta la classe operaia,le sue sezioni avanzate e quellearretrate, riguarda tutti noi; - abbiamo discusso delleesperienze di lotta e di conflittonelle quali siamo impegnati, neidiversi fronti della lotta di classenel nostro paese;- abbiamo approfondito temi

che riguardano la classeoperaia, analizzato icambiamenti dei processiproduttivi, come Industria 4.0 ele sue conseguenze in termini diintensificazione dellosfruttamento e riduzione diposti di lavoro, con importanticontributi di compagnispecialisti della materia; - abbiamo evidenziatol'importanza della lotta perl'unità della classe e per l’unitàdei comunisti e degli operaiavanzati, che oggi è al centrodella nostra attività a livellopolitico e sindacale; - abbiamo evidenziato lanecessità della costruzionedell'Organizzazione comunistacome forma di transizionepolitico-organizzativa allaricostruzione del Partitocomunista, possibile epraticabile nelle condizioniodierne.Al centro del dibattito vi sonostati i requisiti fondamentalidella lotta di classe sullainconciliabile contraddizionecapitale-lavoro; la solidarietà diclasse e il sostegno militante allelotte, che è un aspetto checaratterizza tutta la nostraattività e si esprime in diversiaspetti…. Abbiamo affrontato laquestione della sicurezza neiluoghi di lavoro, che ha visto aTorino il 7 dicembre un'altrainiziativa di respiro nazionale inoccasione del 12° anniversariodella strage operaia avvenuta

alla ThyssenKrupp.Si è trattato insomma di undibattito a più voci e di grandeinteresse; un’iniziativa che haaperto nuove vie per avanzarenel lavoro di unire e accumulareforze, con l’obiettivo di fondereil lavoro locale, regionale, digruppo, di circolo, dicoordinamento, per passare ilpiù presto possibile ad unatappa superiore e più avanzatadel nostro lavoro.E’ stata un’ esperienza positivache ora va proseguita. Gli Atti sono uno dei fruttiscaturiti dall’Incontro nazionaledi Firenze, sono latestimonianza più esplicita echiara dei contenutiqualitativamente elevati chehanno caratterizzato questoincontro. Ne riflettono laricchezza del dibattito e nesanciscono l’importanza. Gli Atti ora consentono ad ognicompagno di appropriarsi, difare propria l'esperienzamaturata dai compagni chehanno partecipato all’incontro.Li abbiamo raccolti e stampatiin una forma editoriale di facilelettura per favorire il lorostudio. Nella loro redazione abbiamocercato per quanto possibile diriprodurre tutto quanto è statodetto dalle compagne –sottolineiamo gli interventidelle compagne, numerosi e dialta qualità - e dai compagni,cercando di restare in linea conla loro “personalità linguistica”. Un grazie di cuore va a tutticoloro che con il lorocontributo a diversi livelli hannoreso possibile la rapidapubblicazione degli atti, dallatrascrizione alla impaginazione,dalla correzione delle bozze allastampa.Spesso la pubblicazione degliatti di un convegno costituisce ilpunto finale. In questo caso è ilcontrario. Qui non c’è materiale da darealle biblioteche. C’è invece materia viva dastudiare e tradurre inintervento e iniziativa politica.Dentro questi atti ci sono levoci di chi è impegnatoquotidianamente nei diversifronti della resistenza di classe:ci sono denunce chiare sul

peggioramento delle condizionidi vita e di lavoro degli operai edegli strati popolari; dei criminidel capitalismo nei luoghi dilavoro; ci sono riflessioni chederivano dall’esperienzaconcreta di lavoro e di lotta; c’èuno sforzo di analisi della realtàconcreta che cambiaincessantemente; c’è il doloreper i nostri morti, dei morti perle stragi come quelle diViareggio e della Thyssenkrupp,di chi muore per infortunio (17mila proletari negli ultimi 10anni) e di malattia professionale,un dolore che si trasforma inresponsabilità politica e civile, insolidarietà di classe, in militanza.E’ un materiale che anzituttodobbiamo leggere, studiare percrescere e per formarci, pertrarne tutti gli insegnamenti etutti gli elementi utili.L' ulteriore elaborazione diquesto materiale dovrà esserenostro compito. Un’elaborazione chenecessariamente dovrà essereautonoma e originale, fruttodelle nostre capacità, poichésarebbe inutile cercare modellibell'è fatti. La scelta di raccogliere epubblicare gli interventi svoltinell’Incontro nazionale va nelladirezione di rafforzare ildibattito politico e teorico, lacollaborazione pratica tra lediverse organizzazioni e i singolicompagni che hanno realizzato

marzo 20206

Presentazione degli Atti dell’Incontronazionale di FirenzeDi seguito l’intervento svolto aLivorno il 25 gennaio 2020 da unnostro compagno, in occasionedell’iniziativa pubblica dipresentazione degli Attidell’Incontro nazionale tenuto il10 novembre 2020, dal titolo“Movimento Operaio eMovimento Comunista: unrapporto da ricostruire esviluppare”. La riunione - svolta inconcomitanza con il 99°anniversario della nascota delPCdI - è stata un utile momentoper continuare e per farprogredire il confronto.

continua a pagina 7

Il quaderno può essererichiesto alla redazione. Il costo è di euro 5 (piùspese di spedizione).

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gennaio 2020 7

8 Marzo di lotta! Emancipazione è rivoluzione! Solo il marxismo ha saputofornire, per la prima volta, unabase materiale scientifica per lacausa dell’emancipazionefemminile. Ha spiegato le origini della suaoppressione, rintracciandolenella nascita della proprietàprivata e delle classi, condizioneperpetuata con l’affermarsi delsistema di produzionecapitalista che determina unadoppia giornata lavorativa e unaduplice oppressione delladonna; ha spiegato il ruolo dellafamiglia e del patriarcatonell’accumulazione capitalistica;ha spiegato come l’abolizionedella proprietà privata forniscele basi materiali per trasferireall’insieme della società tutte leresponsabilità sociali chericadono, ancora oggi,prevalentemente sulla donna. Ilmodello patriarcale è funzionaleal modello capitalista perchécarica sulla donna il lavorodomestico e quello di cura, negala personalità della donna econsolida assetti proprietari piùfunzionali e prolifici per la classedominante. Gli aspetti culturali esovrastrutturali, ad esempio lereligioni monoteistiche, hannosolo contribuito a legittimarel’egemonia economicacapitalista. Nel sistema capitalista losfruttamento della donna èelemento essenziale: se la donnanon lavora e ricopre mansionidi cura, svolge un compitosociale non retribuitocontribuendo ad un risparmiooggettivo per lo Statoborghese; se la donna lavora,viene comunque retribuitameno dell’uomo determinando

la diminuzione del monte salaricomplessivo e l’aumento delgrado di sfruttamento delproletariato. L’attualità dimostra lacorrettezza dell’analisi marxista:oggi le donne non sonoemancipate, anzi sono semprepiù oppresse. Le socialdemocrazie deldopoguerra hanno dovutoconcedere, grazie alla grandepressione esercitatadall’emergere del proletariato aprotagonista della storia alivello mondiale, una teoricalibertà alle donne, con lapossibilità di accesso al lavoro,con l’uguaglianza dei dirittipolitici e della fruizione dellelibertà individuali; hannopersino dovuto accettare diriconoscere il diritto all’abortoe al divorzio. Ma “la borghesia dà e laborghesia toglie”, a secondadell’andamento dei rapporti diforza fra le classi e dei profitti.Le liberaldemocrazie attuali, chedimostrano ormai palesementeil totale asservimento dellepolitiche dello Stato borghesealle esigenze economiche dellaclasse egemone, per sostenerela necessità della borghesia inuna fase di saggio di profittodiscendente, tornano adattaccare le donne e adincrementarne lo stato disfruttamento. Il processo di emancipazionefino ad ora compiuto svela lasua vacuità quando si analizzinoi dati: nella crisi economica ledonne sono le prime ad essereespulse dal processoproduttivo; i tassi didisoccupazione femminile sonoquasi del 50%; quando lavorano,

le donne vengono retribuitemediamente il 17% in menodegli uomini a parità dimansione e quindi, nonostantele leggi sulla parità salariale, nonsi rileva una diminuzionecospicua del differenzialesalariale; nonostante la formaleparità giuridica, le lavoratricisono spesso segregate in alcunisettori di attività e concentratenei livelli inferiori; persino lalibertà sessuale, bandierafondamentale di un certo tipodi femminismo, ha finito peressere usata oggi contro ledonne, generando sempre piùmercificazione del corpo egiustificazione per una violenzache non è mai fruttodell’opposizione di genere ma èsempre frutto dei rapporti dioppressione fra dominante edominato. La donna, nei rapporti diproduzione attuali, non solocontribuisce alla produzione ealla riproduzione della forza-lavoro ma, sempre più espulsadal processo produttivo nelleimprese, con il lavoro

domestico e di cura nonretribuito, supplisce allosmantellamento del welfare; sulposto di lavoro produceplusvalore quanto l’uomo ma ilprezzo della sua forza-lavoro èpiù basso. Il femminismo borghese,malgrado la generosità di alcunesue lotte, ha la sua matrice diclasse ed è chiaro che pocointeresse ha in comune con ladonna proletaria e con la suaemancipazione reale. Per questo la lotta di genere, senon si coniuga con la lotta diclasse, è lotta dei borghesi,donne e uomini, in ultima analisicontro le proletarie e iproletari: produce campagnedemagogiche che annebbiano lacoscienza della differenza diclasse (basti pensareall’interpretazione dellaviolenza maschile contro ledonne come violenza di generee non propria di una societàdivisa in classi); divide proletariee proletari mettendoli in

l’incontro e anche fra chi nonappartiene a questo ambito, masi sente interessato a questotipo di lavoro per sviluppare illegame fra movimentocomunista e movimentooperaio nel nostro paese,ragione della nostra attività.Auspichiamo dunque che lapubblicazione degli Atti possafavorire lo sviluppo delconfronto fra compagni. Un altro aspetto importante da

evidenziare è il seguente: questoquaderno, sia pure nella suaspecificità, un esempio dipubblicistica comune deipromotori del convegno, chefino a poco tempo fa non siconoscevano o si ignoravanoreciprocamente. Il problema dello sviluppo diuna pubblicistica comune,dunque non solo il volantino oil documento, non solo gli atti diun convegno, ma la possibilità di

arrivare a disporre di una vocecomune, di una stampa comuneda portare nelle lotte dellaclasse operaia, è un problema diprimaria importanza per losviluppo del nostro lavoro. Nelle conclusioni dell’Incontrodi Firenze è stata anche lanciatala proposta di costituzione diuna Commissione nazionaleaperta (CNA) sullacontraddizione capitale/lavoro,sui problemi che riguardano la

classe operaia. Questa proposta ha iniziato arealizzarsi, si è già svolto unaprima riunione di questaCommissione; il lavoro vasviluppato e ampliato e ad essoinvitiamo i compagni presenti. Sottolineo il carattere aperto diquesto organismo, aperto a tuttii compagni che sentono lanecessità di discutere econfrontarsi sulle questioni chesono all’ordine del giorno.

segue da pag. 6 - presentazione Atti dell’Incontro di Firenze

continua a pag. 8

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8 marzo 2020

segue “8 Marzo di lotta”

“Prima, la borghesia si permetteva di fare del liberalismo,difendeva le libertà democratico-borghesi e, in tal modo,si creava una popolarità. Oggi del liberalismo non èrimasta traccia: non vi è più "libertà individuale” e i dirittidella persona sono riconosciuti solo a chi ha il capitale,mentre tutti gli altri cittadini sono considerati comegrezzo materiale umano, buono soltanto per esseresfruttato.Viene calpestato il principio dell'uguaglianza dei dirittidegli uomini e delle nazioni: esso è sostituito dalprincipio dei pieni diritti solo per la minoranza deglisfruttatori e dalla mancanza di diritti per la maggioranzasfruttata dei cittadini.La bandiera delle libertà democratico-borghesi laborghesia l'ha buttata a mare; io penso che tocca a voi,rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, dirisollevarla e portarla avanti, se volete raggruppareattorno a voi la maggioranza del popolo. Non vi ènessun altro che la possa levare in alto.Prima la borghesia era considerata la guida dellanazione: essa difendeva i diritti e l'indipendenza dellanazione e li poneva “al di sopra di tutto”. Ora non vi èpiù traccia del "principio nazionale”, oggi la borghesiavende i diritti e l'indipendenza della nazione per deidollari.La bandiera della indipendenza nazionale e dellasovranità nazionale è stata gettata a mare: non vi èdubbio che questa bandiera toccherà a voi di risollevarlae portarla in avanti, a voi rappresentanti dei partiticomunisti e democratici, se volete essere i patrioti delvostro paese, se volete essere la forza dirigente dellanazione. Non vi è nessun altro che la possa levare inalto.”

Giuseppe Stalin, dal discorso al XIX Congressodel PCUS, pronunciato il 14 ottobre 1952.

5 marzo 1953 - 5 marzo 2020

Con Stalin, sempre!

Imbrattata la sede del Circolo "Partigiani Sempre"Viareggio. Nei giorni in cui masse popolari e gente comune discutono e si preoccupano del nuovo virus in giro per ilmondo, esistono "disgraziati" che nottetempo passano, appunto, notte e tempo a imbrattare l'immagine di TristanoZecanowski "Ciacco", comandante partigiano, posta all'entrata del Circolo "Partigiani Sempre".Il volto di "Ciacco" è stato deturpato con la stella a sei punte o stella di David, simbolo associato allo Stato d'Israele.Agli “israelioti” notturni comunichiamo che il nostro impegno a fianco del popolo palestinese, della Resistenzasettantennale di questo orgoglioso e coraggioso popolo, nella lotta per il proprio Stato, non avrà fine sino alraggiungimento di questo obiettivo.

concorrenza nel sistemaproduttivo; genera illusorieproposte di autogestione eautoformazione delle donne,cadendo nell’utopismoanarchico che impedisce allaclasse proletaria di averecoscienza di sé e costruire conla rivoluzione un altro Stato,quello socialista, e astrae dallarealtà oggettiva che vede laclasse dominante necessitaredella sovrastrutturadell’egemonia culturale permantenere l’egemoniaeconomica; arriva a proporre ilsalario minimo europeo e ilreddito di autodeterminazioneper le donne, astraendo cosìdalle leggi reali dell’economiacapitalistica, che determinano lacostante riduzione del salarioreale, e scollando il reddito dallavoro favoriscono la creazionedi una precarietà perenne chefinirà per generare sempre piùviolenza economica e socialenei confronti delle donneproletarie. Il femminismoborghese non può che essere alservizio degli interessi borghesi. Associazioni, sindacati e partitisocialdemocratici eliberaldemocratici, che nonmettono in discussione ilsistema capitalista fondato sullosfruttamento, e quindi sullaviolenza, mirano a controllare ilmovimento di emancipazionedelle donne per farne arretrareil livello di coscienza, diorganizzazione e di lotta. Ciò non significa noncombattere battaglie diresistenza come la difesa della194/1978 sull’interruzionevolontaria di gravidanza o adifesa dei consultori o delleleggi che tutelano le donnelavoratrici; ma significarafforzare il lavoro affinché ilmovimento delle donne sisviluppi con un orientamentocorretto, consapevole che solo icambiamenti rivoluzionari nei

rapporti sociali possonoeliminare la subalternità delladonna e solo la partecipazionecosciente e risoluta delle massefemminili può produrre questicambiamenti apportandoviforza, qualità e valori di lotta. E’ per questo che le donne e gliuomini che hanno l’obiettivodell’emancipazione socialelottano insieme e si impegnanonella costruzione di quellaOrganizzazione Comunista chepotrà dare vita al Partito, unicostrumento capace di dirigere lalotta per rovesciare i rapporti diclasse e costruire la societàsocialista in cui le donnestoricamente hanno posto lebasi per raggiungere la lororeale liberazione. Che sia quindi un 8 marzo dilotta perché solo la Rivoluzioneproletaria è veraemancipazione!

CCT - CoordinamentoComunista Toscano [email protected] CCL – CoordinamentoComunista Lombardia [email protected] Piattaforma Comunista –per il Partito Comunista delProletariato d’Italia [email protected] CCV – CoordinamentoComunista Veneto

“La questione femminile non è, pernoi, soltanto una questione morale;né si deve pensare di risolverla conl’affermazione o la dimostrazioneche la donna non è inferioreall’uomo, o con la richiesta diequiparazione dei due sessi, qualeè intesa dal femminismo. Icomunisti vogliono realizzare perla donna, come per l’uomo,l’indipendenza economica”. Camilla Ravera - Il nostrofemminismo - “L’OrdineNuovo”, 10 marzo 1920

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9marzo 2020

Ancora sui nostri compiti nellasituazione attuale Il compito politicofondamentale che ci siamo postiè contribuire attivamente allaformazione diun’organizzazione comunistache sviluppi il legame, l’unionefra socialismo scientifico emovimento operaio comecondizione fondamentale per laricostruzione del Partito qualereparto di avanguardia delproletariato nella lotta per lasua emancipazione.Chiunque respinga questocompito in secondo piano enon subordini ad esso tutti glialtri compiti, s'incammina peruna via sbagliata e arreca ungrave pregiudizio al movimentocomunista e al movimentooperaio. Lo respingono in secondo pianoquelle forze che ritengono diavere già costituito il partito ecome tale si autodefiniscono;coloro che surrogano l’attivitàpolitica rivoluzionaria conl’attività sindacale a favore diquesta o quella parrocchia;coloro che ripercorrono lafallimentare via revisionista esocialdemocratica.Lo pongono invece in primopiano quelle forze, queicompagni, organizzati e singoli,che decidono di cooperare eimpegnarsi per la formazione diuna “organizzazioneintermedia”, preparatoria delPartito.Per procedere correttamentesu questa strada dobbiamocomprendere sino in fondo larealtà in cui agiamo, pergiungere a conclusioni edecisioni corrette. La lotta per l’unità deicomunisti e degli elementi diavanguardia del proletariato inuna sola organizzazionecompatta e centralizzata, basatasull’unità di ideeprogrammatiche, tattiche eorganizzative, non avviene inlaboratorio, ma nelle specifichecondizioni della sconfittatransitoria del socialismo e delmovimento operaiointernazionale, le cui cause sonoda ricercarsi nell’egemonia delmoderno revisionismo,affermatosi nella seconda metàdegli anni ‘50 del secolo scorsoe sfociata nel “collasso del

socialismo”.Nel nostro paese gli effettidistruttivi causati dalla sconfittatransitoria (profonda,multilaterale e internazionale)sono stati particolarmente gravie si sono sommati allemodificazioni dei rapporti diclasse determinate dai processidi ristrutturazione capitalisticae di deindustrializzazione.Gran parte delle conquistemateriali e ideologiche dellaclasse operaia sono statedistrutte. Molteplici esperienzee conoscenze accumulate sonostate disperse. Le sezioniavanzate della classe sono statedisarticolate e indebolite. Si èdeterminata una profonda crisidi direzione sul piano delle lotteeconomiche e politiche(sebbene non ancorarivoluzionarie). Nel movimentooperaio e sindacale c’èdisorganizzazione edemoralizzazione. Tra le fileproletarie si è smarrita la fiducianel socialismo e si è prodottauna profonda penetrazionedelle ideologie borghesi epiccolo borghesi (nazionalismo,neocorporativismo, ecc.).Gli operai, nella loromaggioranza, sentono dicontare poco, sentono diessere marginalizzati e scivolatiancora più in basso nella scalasociale, non hanno fiducia nelfuturo e rimangono “prigionieridel presente”. I giovani operainon vogliono nemmeno esserechiamati “operai”, perchépensano che questo significaessere dei “perdenti”. Molti operai votano per i partitidi destra, schifati dalle politicheapplicate dai partiti della sinistraborghese (Jobs Act,controriforma Fornero dellepensioni, etc.) e sedotti dallademagogia sociale leghista efascista.Sono pochi gli operai coscientidi appartenere ad una stessaclasse sociale internazionaleche ha una precisa funzionestorica.Solo una piccola minoranza diproletari è attivamenteinteressata alla lotta politica esindacale da un punto di vista diclasse.Vi sono quadri operai stimati e

capaci, ma sono divisi, subisconola situazione di frammentazioneesistente e perciò non riesconoa pensare e agirecollettivamente. La sconfitta transitoria delsocialismo e lacontrorivoluzione hannoindebolito le condizioni dellaclasse operaia per organizzarsie agire come forza socialeindipendente e contrappostaalla borghesia, alle sueistituzioni, ai suoi partiti. Il risultato è che la gran massadegli operai e dei lavoratorisfruttati e impoveriti quandolotta lo fa senza coscienza esenza programmi cheesprimono i propri interessi diclasse. Spesso senza nemmenosentire la necessità di ciò. Fra gli effetti più negativi di ciò:si tende a prendere dai padroniciò che si può ricavare, senzacurarsi delle ripercussioni sualtri operai abbandonati allaloro sorte, e su se stessi a piùlungo termine; si lascia ladirezione della lotta politica esindacale a elementi che sono divolta in volta i capi delle forzeborghesi reazionarie o dellasocialdemocrazia borghese, iquali cavalcano estrumentalizzano ilmalcontento e la rabbiaproletaria.Conseguenza di questasituazione è la scarsissimacapacità della classe operaia dilegare a sé gli altri elementioppressi e sfruttati dellapopolazione. La contraddizione fral’aggravarsi della crisi generaledel capitalismo e l’arretratezza

del fattore soggettivo èlampante. Il sistema basato sulla proprietàprivata dei mezzi di produzionefa acqua da tutte le parti, mamomentaneamente ha vintonella testa degli operai, che purevedono peggiorarecontinuamente le propriecondizioni di lavoro e di vita. Siamo in una condizione storicatransitoria - l’epoca dellarivoluzione proletaria non èfinita, abbiamo perso battaglie,non la guerra- in cui laborghesia è in un vicolo cieco eaffonda sempre più, ma puògodere dei vantaggi dei rapportidi forza emersi dalla sconfittatemporanea del socialismo,mentre il proletariato non èancora in condizioni dispazzarla via, pur avendoaccresciuto le sue forze a livellomondiale.E’ evidente che questasituazione di sproporzione tra illivello di "accumulazione" dellecontraddizioni sociali epolitiche e l’attuale capacità dilotta della classe operaia haeffetti rilevanti sul processo diricostruzione del Partitocomunista.Ad esempio, ci impedisce diporre subito come obiettivo lacostituzione del Partito, cioè dipassare immediatamente aquesto stadio, pena mettere inpiedi caricature grottesche,partiti-immagine privi di quadrie militanti proletari, di unminimo di rapporto politico e“fisico” con la classe. Il Partito comunista è frutto diun processo, di uno sviluppo

continua a pagina 10

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marzo 202010

storico. E’ sotto l’influenza dellegrandi battaglie di classe, è nelcorso degli avvenimentigrandiosi e decisivi in cui sipongono in modo diretto legrandi questioni della vitasociale che si verifica unmovimento, unariorganizzazione all’internodella classe. In questi frangentiessa si costituisce in partitoindipendente e rivoluzionario,come fu nel 1921, pochi annidopo una guerra mondiale, inuna situazione di grave crisi,sulla spinta della Rivoluzioned’Ottobre e del Biennio rosso.Una cosa è costituire un Partitocomunista nelle condizioni diesistenza di un potente Statosocialista, con un’Internazionalecomunista attiva, in un periododi sviluppo internazionale delmovimento rivoluzionario, oche almeno veda presente ampistrati di militanti comunisti eoperai; altra cosa è formarlo inun periodo storico in cui nonesistono tali fattori, in cui glieffetti della sconfitta della classeoperaia sono seriamenteavvertiti e le concezioniborghesi sono ampiamentepredominanti fra gli operai. Non possiamo scavalcare ladifficile situazione esistente,resa particolarmente complessanel nostro paese dall’influenzadel revisionismo edell’opportunismo vecchio enuovo (espressione degliinteressi della piccola borghesiae dell’aristocrazia operaia,sviluppatosi nelle particolaritàdi un lungo periodo storicorelativamente pacifico). Nonpossiamo e non dobbiamoslegare il nostro intervento, lenostre proposte, il livello el’influenza del nostro lavoro,dalla situazione concreta in cuiagiamo. Dobbiamo invece muoverci apartire dalle condizioniesistenti, dal livello diorganizzazione e di coscienza diclasse esistente, dalla quantità edalla qualità degli operaiavanzati di oggi, dalle nostrerelazioni con la classe operaia econ le sue organizzazioni dimassa. E’ evidente che questecondizioni hanno un impattorilevante sul processo diformazione e consolidamentodi un partito politicoindipendente e militante diclasse, così come è lampanteche i nuovi problemi non

possono essere risolti nellevecchie forme e con le vecchievie, se non vogliamo caderenelle “frasi scarlatte” e nellefallimentari scorciatoie degliinventori di “partiti” chepeggiorano la difficile situazionein cui è il nostro movimento. Il comunismo è l’unione delmovimento operaio con ilsocialismo scientifico. Oggi abbiamo un movimentocomunista debole, frammentatoe ampiamente scollegato dalmovimento operaio più o menospontaneo, a sua voltaprofondamente indebolito. Vi sono tendenze che spingonoper allontanare ancor più i duetermini della questione, le qualivanno a integrarsi con l’attivitàcontrorivoluzionaria dellaborghesia. Se non comprenderemocorrettamente i nostri compitie non offriremo una rispostacollettiva e organizzata perrisolverli, il movimento operaiocontinuerà a brancolareattorno alla proprietà privata eallo Stato borghese, ad esseresubordinato alla classedominante, alla sua ideologia; eil movimento comunistacontinuerà ad essere unmovimento isolato ed astratto,una frase vuota, che in alcunicasi si sottomette al movimentopuramente sindacale.Il nostro “che fare” va dunquecontrocorrente: lavorare perricostruire e sviluppare ilconnubio fra movimentooperaio con il socialismoscientifico, la loro unione;infondere attraverso lapropaganda rivoluzionaria(espressa in forma popolare) leidee e la coscienza socialista nelmovimento operaio, nontrascinandosi alla sua coda, malottando per collegarsi con essaa partire dalle lotte quotidianeper allontanarlo dalla borghesiae dagli opportunisti, perrenderlo indipendente da essi,

aumentando la nostra influenzae capacità di orientamento.Per assolvere tali compiti eresponsabilità è indispensabileavvicinare, amalgamare e uniregli elementi migliori, piùcoscienti, più attivi e risolutidella nostra classe. In primoluogo quelli che si rendonoconto delle esigenze dellosviluppo sociale ed esprimono ilproposito di portare avanti labattaglia comune per laricostruzione del Partito,vedendo in modo critico ilproliferare dei“partitini”costituiti in questianni e comprendendo cherestare sotto la direzioneopportunista significa andarealla disfatta o cadere nellapassività.Tale collegamento di lotta delproletariato rivoluzionario puòe deve realizzarsi dentroun’organizzazione politica cheabbia una compattezzaideologica di fondo, costituendol’embrione, il primo stadio dellosviluppo del futuro Partitocomunista, capace di esprimerefin da subito gli interessidell’insieme della classe deilavoratori salariati, il suo futuro.Un’organizzazione che sostengagli operai nelle lotte quotidianeper sviluppare la loro coscienzadi classe, che cooperi con esseper diffondere un punto di vistae una prospettiva rivoluzionaria,che combatta la tendenza arestringere la lotta operaia alsolo aspetto economico eagisca per combinaresistematicamente la lottapolitica rivoluzionaria a quellache scaturisce dai problemiquotidiani della vita operaia,sviluppando denunce politiche eparole d’ordine che sintetizzanogli obiettivi dei comunisti. Un’organizzazione che sappiaapprofittare delle acutecontraddizioni create dalcapitalismo per sviluppare conla propaganda e l’agitazione

rivoluzionaria i legami con laclasse operaia, particolarmentecon lo strato decisivo deiproletari di avanguardia.Un’organizzazione con unadirezione collettiva, forgiataattraverso le esperienze dellalotta di classe, capace diorientare tutti i tipi diassociazioni e organismiproletari (sindacati, circoli, fondidi resistenza, comitati, etc.), chelavori per l’unità dei comunistiin un solo Partito e siaindissolubilmente legataall’espressione più matura ecoerente del Movimentocomunista internazionale.Quali saranno i criterifondamentali per valutare lacrescita di questo embrione?La formazione di un nucleodirigente operaio, saldoideologicamente, coeso ecombattivo, che assimili gliaspetti fondamentali delmarxismo-leninismo, diabattaglia all’opportunismo e siacapace di assumere i compitipolitici e organizzativi dellacostruzione del Partito; laformazione, lo sviluppo e lasalvaguardia di quadriconquistati all’interno deimovimenti di lotta della classeoperaia; lo sviluppo di una vastaazione di agitazione epropaganda con appositistrumenti; l’elaborazione delprogramma e della tattica.La costituzione e quindi lacostruzione di questa“organizzazione intermedia”,l’avvio di un lavoro pratico fra icomunisti e gli operaid’avanguardia che siriconoscono nella teoria e nellatattica del movimento diemancipazione del proletariatoè il problema posto e darisolvere, senza sprecare altrotempo. Solo dopo aver chiuso colsistema dei circoli e dei gruppied esserci liberati dalla loromentalità ristretta e locale, solodopo aver dato vita ad unascuola politica per gli operaiavanzati, solo dopo averforgiato e rinsaldatoun’organizzazione unica delproletariato rivoluzionario,abbastanza forte, compatta edestesa, solo dopo che icompagni che in essa siriuniranno cominceranno asaldare il socialismo scientificocon la classe operaia, laquestione della fondazione delPartito diverrà qualcosa di realee non di campato per aria.

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marzo 2020 11

Un articolo che aumenta la confusione e danneggia la lotta per il PartitoSul numero di novembre 2019della rivista “Gramsci oggi”, inun suo articolo, Fosco Gianninisi ribella contro il mitodell’esistenza di una “crisi delmovimento comunista” e della“estinzione del movimentocomunista” che vige nei paesidell’occidente capitalistico eche ha assunto le dimensioni diuna falsa coscienza di massa.Ma egli non fa che opporre almito della “fine del comunismo”il mito della Cina come unpaese che edifica il socialismo,contando sul fatto che l’interosviluppo della Cina – la lotta diliberazione nazionale delpopolo cinese, l’instaurazionedi un potere democraticopopolare in condominio con laborghesia nazionale – èpassato alla storia come unarivoluzione proletaria,nonostante non corrispondaalla verità, e che la Cina èentrata nella storia come unpaese socialista, nonostantenon sia vero.L’autore coltiva nell’articolo ilmito di un “comunismoasiatico”, in cui troviamonazionalismo borghese,xenofobia, religione, residui diideologia feudale e altrenumerose sopravvivenze delpassato, ma nessuna tracciad e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario di Marx e Lenin nelsuo pieno e vero significato.Quelli di cui l’autore tesse lelodi, sono tutti partiti che sibattono per il consolidamentodi uno Stato “nazionale”, nonper lo Stato socialista, quindi,internazionalista.Ma l’articolo non è solo unmodo dell’autore di correre insoccorso dello scaduto“socialismo cinese”. L’articolo è un tentativo volgaredi mascherare le lotte dielementi piccolo-borghesi chetentano di conquistarsi unafama personale presso ilavoratori usando unafraseologia rivoluzionaria.L’autore è l’avvocato di partitiche si fregiano dell’appellativodi comunista ma che non neposseggono la sostanza, dipartiti che non seguono ladottrina di Marx, Engels, Lenin e

Stalin, la quale servedirettamente ad educare, apreparare e ad organizzare laclasse d’avanguardia dellasocietà contemporanea, che hail compito storico di liberarel’umanità dall’oppressione edallo sfruttamento.La misera raccolta di voti daparte di questi partiti nelleultime elezioni del cosiddettoparlamento europeo haevidenziato il pericolo per laloro stessa esistenza.Finora, la mancanza di radici ditale “comunismo” nelmovimento operaio, per lapressoché insignificantepresenza nelle lotte delproletariato e per il risicatoseguito operaio, è statamascherata con l’alleanza congli elementi piccolo borghesisocial-riformatori nelcosiddetto Gruppo dellaSinistra unitariaeuropea/Sinistra verde nordica(GUE/NGL) del parlamentoeuropeo, che ha consentito unagrande produzione di manifestidi lotta verbale contro la UE. Ma a mano a mano che i social-riformatori dell’Unioneeuropea passano dalla partedella borghesia nei propri paesid’origine, oppure nonnascondono più la lorovocazione per l’anticomunismo,diventa sempre più difficile perquesto “comunismo” spiegareai propri seguaci come sipossano stringere patti diqualsiasi genere con i nemici deilavoratori.L’autore vuole dimostrare lapropria erudizionerivoluzionaria e si mette aricercare le cause ultimedell’insuccesso elettorale nelpassato, e le scovanell’eurocomunismo.La sua criticadell’eurocomunismo cheresuscitava le concezioni degliesponenti della IIInternazionale, ed il suoatteggiarsi a “leninista”sono unespediente retorico. L’autore non denuncial’eurocomunismo comel’evoluzione del revisionismokruscioviano, il quale avevatrovato il terreno preparato nei

Partiti “comunisti” italiani,francese e spagnolo sui qualiesercitò la propria influenza, e ilsuo sviluppo fino allad e g r a d a z i o n enell’anticomunismo e nellasocialdemocrazia, nellanegazione pubblica delmarxismo-leninismo.Non li denuncia come ilprodotto della multiformepressione della borghesia edell’imperialismo sulmovimento operaio ecomunista, il prodotto dellacompleta capitolazionedell’aristocrazia operaia difronte a tale pressione. Non li denuncia come coloroche si scagliarono contro illeninismo chiedendo chel’intera opera teorica e praticadi Lenin «fosse riveduta conocchio critico, in modo dastabilirne i limiti», come fecero irevisionisti italiani dalla tribunadel loro XV Congresso. L’autore vuole ingannare illettore, con le sue asserzioni aproposito del ritardo nellaricerca delle cause ultime di ciòche egli si sforza di mascheraresotto il termine di “sconfittadell’URSS”.I comunisti marxisti-leninisti daltempo dell’assunzione delpotere da parte della criccakruscioviana in UnioneSovietica, trassero la lezionedagli avvenimenti basandosiunicamente sul marxismo-leninismo, sugli insegnamentidella lotta di Lenin e di Stalin,sul loro metodo dialetticonell’analizzare i fenomeni socialie nel trarne le giusteconclusioni. La rivoluzione può rovesciare la

borghesia e il suo potere, manon può conservare la vittoriae costruire la nuova societàsenza classi senza mantenere ladittatura del proletariato, che èl’arma della rivoluzioneproletaria, il suo organo, il suopunto d’appoggio di maggioreimportanza.La rivoluzione proletaria ed ilsocialismo sono inscindibilidalla dittatura del proletariato.L’interruzione dell’edificazionedel socialismo nell’URSS e poila sua distruzione sono laconferma che la lotta di classenel socialismo non si estingue,che se si affievolisce la vigilanzadei comunisti e delle masselavoratrici e si indebolisce lalotta contro i nemici di classe,che agiscono all’interno delpaese in collegamento conquelli degli Stati borghesi, simette in pericolo l’esistenzastessa della dittatura delproletariato, del sistemasocialista.Il ritorno indietro, dalsocialismo al capitalismo,verificatosi in Unione Sovieticae negli altri paesi ex-socialisti, èun ripiegamento sul lungocammino della rivoluzioneproletaria, che è unarivoluzione ininterrotta, tesa adedificare la società senza classi,la quale può realizzarsi soloattraverso una lotta di classestraordinariamente rigorosa ein forme straordinariamenteaspre.L’autore dell’articolo chiama araccolta tutti i professori di“marxismo”dei paesidell’Unione europea per

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l’apertura di nuove sessioni distudio per “arricchire” ilmarxismo con le lezioni della“sconfitta dell’URSS” eper“aggiungere” alla definizioneeconomica di basedell'imperialismo data da Leninil nuovo termine di “grandecapitale transnazionale dellaUE”.L’articolo indica già i capisaldi diquesto presunto accrescimentodel marxismo.La teoria del super-imperialismo europeo – teoriache non ha nulla di marxista equanto al suo contenuto è lavecchia merce della IIInternazionale - è la teoriaeconomica ufficiale.La lotta contro l’imperialismostatunitense, contro i legamimilitari tra l’imperialismostatunitense ed europeo,contro un esercito europeo, eper nuove alleanzeinternazionali per gli Stati dellaUE, ne costituisce la politicaufficiale.L’imperialismo russo e in modo

particolare quello cinese,sipossono eliminare dalle paginedella rivista “Gramsci oggi”. Manon si possono eliminare dallascena internazionale attuale,nella quale essi agisconofacendo uso degli stessi mezzidel rivale imperialismostatunitense, con il commerciodelle armi, con le installazioni dibasi militari, con losfruttamento delle ricchezzedegli altri paesi, offrendo la“protezione” di una grandepotenza alle cricche che siasservono all’imperialismo el’”aiuto” ai piccoli popoli.Non è un mistero che l’autore– come gli altri membri delcircolo raccolto intorno allarivista “Gramsci oggi” –appartenga alla consorteria deicantori del nuovo “modello disocialismo con caratteristichecinesi” e si è assunto – a quantopare – l’incarico dipromuoverlo nei paesidell’Unione europea e in Italia.L’Unione europea, con alla suatesta l’imperialismo francese equello tedesco, vuoleintervenire nei conflitti e nelle

guerre in tutto il mondo.Essa può diventare un rivaledella Cina e un suoconcorrente nei mercatimondiali dotato di una propriaforza militare.La politica “antimperialista”sostenuta dal circolo dellarivista “Gramsci oggi” non hanulla in comune con la lottacontro il sistema mondialedell’imperialismo, contro lapolitica di grande potenza, ditutte le potenze imperialiste.Quello che il circolo di“Gramsci oggi” e del partitosocialdemocratico che ha allespalle vorrebbe rappresentarecome antimperialismo è inrealtà una lotta all’imperialismoeuropeo dal punto di vista degliinteressi dell’imperialismocinese. Perché abbiamo ritenuto didover richiamare l’attenzionesu questo articolo di “Gramscioggi”?In esso trova espressione laforma che, sotto un’apparenzadi originalità, oggi assume lalotta per impedire, intralciare,danneggiare il processo in

corso di ricostruzione delpartito comunista armato dellateoria marxista-leninista. Il processo rivoluzionariomondiale si sviluppa nellecondizioni in cui sono avvenutiritorni indietro dal socialismo alcapitalismo, in cui la borghesiaimperialista è all’attacco e, purdivisa nella lotta per ilpredominio mondiale, si ritrovaunita negli sforzi per soffocarele proteste delle masselavoratrici e dei popoli, perevitare che l’influsso dei fattorioggettivi porti la società alleesplosioni rivoluzionarie.Decisiva diventa lapreparazione del fattoresoggettivo della rivoluzione.Solo impadronendosi dellateoria marxista-leninista nellasua interezza e organicità, solosapendola applicare nellecondizioni concrete nazionali einternazionali, sarà possibilerisolvere organizzativamente,ideologicamente, politicamente,il grande problema che oggi sipone al proletariato persostituire l’attuale regime con ilnuovo ordine del socialismo.

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Turchia: nel regime di Erdogan è un reatoacquistare due copie di EvrenselCome è risaputo in Turchia ipochi giornali che non sonocontrollati dal regime diErdogan (circa il 90% dei medianazionali) sono sotto assedio. Centinaia sono i giornalistiimprigionati e mandati sottoprocesso dal luglio 2016, mesedel fallito colpo di Stato,sfruttato dal despota turco perimporre un regime autocratico. Da quella data più di 170 fragiornali, riviste, agenzie distampa, stazioni radio, retitelevisive e riviste sono statichiusi.Le poche voci indipendenti cheresistono lavorano in condizionidifficili: multe salatissime,censura e provvedimentigiudiziari a carico deiresponsabili e dei giornalistisono all’ordine del giorno.Fra queste voci indipendenti c’èEvrensel, il quotidiano deilavoratori di Turchia, fondato nel1995 e rimasto sempreautonomo dallo Stato e daipadroni.Evrensel è un giornale operaioche si batte per un mondo

senza sfruttamento,oppressione e guerre di rapina. E’ un giornale internazionalista.Nonostante abbia subito inpassato la tortura e l’assassiniodel fotoreporter MetinGotkepe, numerosi arresti digiornalisti e sia stato sempresotto la minaccia di chiusura, ilgiornale ha continuato apubblicare la verità, senza paurae senza compromessi. Negli ultimi mesi Evrensel èstato colpito più volte daprovvedimenti repressivi eattualmente subisce fortissimepressioni economiche egiuridiche da parte di differentiautorità turche.Dallo scorso settembreun’agenzia statale turca, la BIK,ha imposto a Evrensel il divietodi raccogliere fondi, conl’obiettivo di rendereimpossibile la pubblicazione delgiornale.Più recentemente si è verificatoil caso della arbitrariacancellazione delle tessere dagiornalista a decine di redattoridel quotidiano.

E’ l’ennesimo attacco alla libertàdi manifestazione del pensierodegli operai e degli altrilavoratori sfruttati di Turchia.Finora il giornale ha resistitograzie alla solidarietà di classe,che si è espressa in mille forme. Recentemente Evrensel halanciato un appello persopravvivere: ogni lavoratore èinvitato ad acquistare due copiedel giornale, una per sè e una daregalare a un compagno dilavoro. Ebbene è stato vietato anchel’acquisto di due copie diEvrensel. La solidarietà operaiaviene considerata un criminedal regime di Erdogan! Evrensel è nel mirino perché èuno dei pochi giornali impegnatisul piano politico e sociale dallaparte della classe operaia adessere rimasti in vita in Turchia. Ma continua ad uscire ognigiorno, va avanti con “ilpessimismo dell’intelligenza el’ottimismo della volontà” comedice il suo capo redattore FatihPolat, che ama citare Gramsci.E’ un preciso dovere

internazionalista difendereEvrensel con la solidarietà e lapiù ampia mobilitazione.La redazione di Scintilla che datempo ha sollevato il problemadella solidarietà alla stampaoperaia di Turchia, si associa allacampagna lanciata dallaFederazione Europea deiGiornalisti e dal Comitato perla Protezione dei Giornalisti perchiedere la fine immediata delleproibizioni imposte a Evrensel ead altri giornali indipendenti.Invitiamo I giornalistirivoluzionari, progressisti edemocratici del nostro paese afare altrettanto.Segnaliamo il sitodell’International PressInstitute, una coalizione diorganismi che si battono per lalibertà di espressione, cheincoraggia sottoscrizioni perEvrensel e BirGun, altrogiornale turco sotto attacco.https://www.isubscribe.media/

Segnaliamo il sito web in linguainglese di Evrensel: https://www.evrensel.net/daily/

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Libia: fallimenti a catena del deboleimperialismo italiano

marzo 2020 13

La condizione di crescentedebolezza dell’imperialismoitaliano trova un suo riflessonella sempre più evidentemarginalità e irrilevanza dellapolitica estera e militare deigoverni borghesi in Libia.Dopo il fallimento dellaConferenza di Palermo(novembre 2018) el’internazionalizzazione delconflitto libico, con lapartecipazione di aggressiviattori (Turchia e Qatar conSerraj; Egitto, Emirati arabi,Arabia Saudita, Russia e Franciacon il generale Haftar), laposizione dell’imperialismoitaliano è ulteriormentepeggiorata.Un esempio è il recenteaccordo sulle Zone EconomicheEsclusive (Zee), sottoscritto daSarraj e Erdogan, per losfruttamento del gas offshore. Si tratta di un accordo cheridisegna la cartina delMediterraneo (anche se saràdifficile da attuare finchépermarrà il conflitto armato conHaftar). Di fatto i due paesi riconosconocome confinanti le rispettiveZee, realizzando così un“corridoio” turco – libico, con irisultato di creare una fratturageo-politica in un’area ad altatensione, come quale quella delMediterraneo orientale.Questo accordo – che mina gliinteressi del monopolio ENI - èstato raggiunto senza alcuncontatto fra Istanbul, Tripoli eRoma; segno che l’Italia non èpiù vista come potenzadeterminante nell’areanemmeno da un fantoccio comeSerraj.Il governo Conte, dopo mesi dinavigazione a vista, incapace difar accettare alle parti inconflitto una tregua, ha cercatodi rientrare nei tavoli checontano con le intese raggiuntenella conferenza di Berlino (19gennaio 2020). Ma anche in questo caso irisultati sono stati praticamentenulli. Le due risoluzioni approvate dalConsiglio di Sicurezza dell’Onuper puntellare le intese diBerlino sono politicamentedebolissime (entrambe sonopassate con l’astensione della

Russia); i mezzi per bloccarel’arrivo di armi in Libia el’esportazione illegale di greggiosono largamente insufficienti econtestati dalla Turchia("l'Unione europea non haalcuna autorità per prendereuna decisione sulla Libia" hatuonato Erdogan); quanto al“cessate il fuoco duraturo esenza condizioni“ è ben prestofinito sotto i razzi di Haftar cheha dapprima bombardato ilporto di Tripoli e poil’aeroporto, al chiaro scopo difar saltare qualsiasi soluzionediplomatica.Da parte sua Serraj, conl’appoggio di Erdogan, hainterrotto i colloqui della"commissione militarecongiunta 5+5", un organismoistituito nell'"action plan"dell'Onu per provare aconsolidare la tregua. E pocodopo il libanese Salamè,mediatore dell’Onu, si èdimesso. Risultato: il debole imperialismoitaliano, rappresentatodall’ancor più fiacco ministro DiMaio che si barcamena fra leparti in lizza con iniziativediplomatiche cialtronesche, sitrova sempre più nell’angolo edè costretto ad incassarefallimenti su fallimenti. La media potenza regionaleitaliana si dimostra sempremeno rilevante in Libia. Non èin condizioni di allestire unintervento militare diretto enemmeno di far passare i suoiinteressi attraverso le decisioniUE e ONULa complessa situazionenell’area nordafricana richiedeinfatti un costante impegnomilitare e diplomatico che laborghesia italiana non puòassicurare, sia perché ha altrigravi problemi da affrontare, siaperché manca di una strategia. Dato il sostanziale disinteresseUSA nei confronti della Libia ele numerose divisioni europee, ariempire il vuoto e a decidere,in rivalità e in combutta fra diloro, sono sempre più la Russiae la Turchia, come accade inSiria. Di conseguenza l’imperialismoitaliano ha perso molti punti diappoggio in Libia, in cui rimaneattivo solo il “secondo Ministero

degli esteri”, quello dell’ENI. Dietro le ipocrite parole dipacificazione, la tendenza che siva configurando è allaspartizione della Libia,restringendo la sfera di influenzadell’imperialismo italiano inTripolitania, se non annullandola,mentre si ampliano quelle dipotenze emergenti. In un secolo la borghesia italianaè passata dalla consegnadell’ultimatum del ministro degliesteri di Giolitti, conte di SanGiuliano, ai turchi, per avviare laguerra per la conquista dellaTripolitania e della Cirenaica(aprendo la serie dei conflittiarmati che sboccheranno nelgrande macello della primaguerra mondiale), alla cacciata diConte dalla prima fila di Berlino,simbolica dimostrazione diquanto conti oggi la nostranaclasse dominante. In mezzo abbiamo visto l’infamepartecipazione all’aggressionemilitare della Libia del 2011,culminata con l’assassinio diGheddafi e l’avvio della guerracivile, la trasformazione dellaLibia in un gigantesco lager per imigranti, etc. Un processo storico da cui laborghesia italiana ne esce apezzi, perdendo la sua “quartasponda”. Un processo pieno dicrimini di cui è stato vittima ilpopolo libico, dunque dachiudere subito e per sempre. Gli sviluppi dimostrano ladisperazione dei rappresentantipolitici dei monopoli italianinella lotta per il potere el'influenza nella regione ricca dipetrolio e gas, ma mostranoanche che la politica che vieneattuta per dominare esaccheggiare la Libia ha moltirisvolti nella politica interna.

Gli interessi della classe operaiae delle masse lavoratici d'Italia,così come quelli degli altripopoli della regione, nondevono essere messi al serviziodella lotta al coltello per laspartizione della Libia e delMediterraneo, aumentando ilrischio di nuove guerre econflitti sanguinosi.Il governo italiano deverinunciare completamenteall’invio di truppe e naviall’estero, che porteranno solo amaggiori conflitti nella regione,piuttosto che creareopportunità di pace edemocrazia.Basta con i miliardi buttati nelleavventure militari in Libia,Afghanistan, Iraq, Somalia, etc.,mentre milioni di disoccupati,giovani, lavoratrici e lavoratorilanguono nella miseria!Esigiamo il ritiro immediato ditutte le truppe spediteall’estero! Esigiamo la fine della politica diguerra, il ritiro immediato ditutte le missioni militariall’estero, la chiusura delle basiUSA/NATO, l’uscita dell’Italia daogni alleanza guerrafondaia, ladrastica riduzione delle spesemilitari e l’aumento di quellesociali e sanitarie.I lavoratori italiani nonparteciperanno alla guerra chesi va approfondendo in Libia, macontinueranno la loro lotta per iloro interessi vitali, per il lavoro,i servizi sociali, la pace, la libertàe la democrazia.Tutte le forze imperialistepresenti in Libia e nelMediterraneo devono ritirarsi. La pace in Libia dipende dallafine dell’intervento imperialistain quel paese e nella regione.

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marzo 202014

I comunisti italiani inchinano leloro bandiere alla memoria dellacompagna Nexhmije Hoxha Con dolore abbiamo appresodella scomparsa, avvenuta ieri,della compagna NexhmijeHoxha, uno dei quadri dirigentidel Partito del Lavoro d’Albania(PLA) quando in quel paesefioriva il socialismo. Pochi giornifa aveva compiuto 99 anni. L’inserimento di Nexhmijenell'attività rivoluzionariaavvenne quando era ancora unaragazza. Fece parte del Gruppocomunista di Shkodra epartecipò nel 1941 allafondazione del PartitoComunista d’Albania, in seguitoPartito del Lavoro, quandoaveva 20 anni. Fu una coraggiosa combattenteantifascista durante la SecondaGuerra Mondiale, nella primadivisione dell’Esercito diLiberazione Nazionale. Nella riunione costitutivadell’Organizzazione dellaGioventù Comunista di Albania

fu l'unica donna delegata. Fu anche l'unica donna delegataa partecipare alla Conferenza diLiberazione Nazionaledell'Albania, nota comeConferenza di Peza (1942), chegettò le fondamenta del Frontedi Liberazione Nazionale e delpotere popolare. Durante la guerra di liberazioneche liberò il “Paese delle aquile”dal nazismo, nel 1942, fucondannata a 13 anni diprigione per la suapartecipazione a manifestazionidella gioventù contro ilfascismo. Ma nel corso delprocesso riuscì a passare allaclandestinità. Dopo la liberazione del paese funominata presidentessa dellaLega Comunista delle Donne diAlbania. In qualità di componente delComitato Centrale del Partitodel Lavoro d'Albania si distinse

come responsabile del lavoro diorganizzazione della gioventù;fece parte della Segretaria delComitato Centrale; fu elettarappresentante nell'AssembleaNazionale; fu presidentessa delFronte Nazionale e direttricedell'Istituto di Studi Marxisti-Leninisti presso il CC del PLA,fra le altre cariche di Partito epubbliche. Scrisse numerosi articoli elavori teorici su fondamentaliquestioni della politicarivoluzionaria, di grande utilitàper la formazione comunista. Dopo la liquidazione delsocialismo in Albania e durantel’ondata controrivoluzionariache si produsse all'interno delpaese e a livello internazionale,Nexhmije Hoxha difese ilmarxismo-leninismo e proseguìla lotta contro il revisionismo el'opportunismo. Nel 1993, la borghesia cheaveva ripreso il poterecondannò Nexhmije a noveanni di prigione per presuntaappropriazione indebita di fondidello Stato; un’accusa falsa einfondata, utilizzata dallareazione per colpire l'immaginedi una sostenitrice delmarxismo-leninismo e delcompagno della sua vita, ilgrande dirigente comunistaEnver Hoxha. I comunisti marxisti-leninistid’Italia inchinano le lorobandiere alla memoria dellafigura e dell’opera della

compagna Nexhmije Hoxha edesprimono le loro condoglianzee la loro solidarietà con glioperai e il popolo di Albania chehanno perso una figliaesemplare, che ha dedicatotutta la sua vita alla causa delprogresso e dell’emancipazionesociale. 27 febbraio 2020

- C o o r d i n a m e n t ocomunista toscano - C o o r d i n a m e n t oComunista Lombardia - Piattaforma Comunista -per il Partito Comunistadel Proletariato d'Italia - Collettivo comunista (m-l) di Nuoro -Coordinamento Comunista Veneto -Redazione di GuardareAvanti!-Miriam Pellegrini Ferri -partigiana.........................................................A nome dei compagnicomunisti del Partito comunistaalbanese, vi ringraziamo per lecondoglianze per la morte dellacompagna Nexhmije Hoxha,moglie dell'indimenticabileleader del popolo albanese,Enver Hoxha.Lunga vita all'internazionalismoproletario!Gloria al leninismo marxismo!

Per il Partito comunistaalbanese, il responsabile dellerelazioni internazionali.Tirana, 1 marzo 2020

Per ricevere la rivista di 72 pagg. in edizione cartaceaversare € 5 (più € 1,30 per la spedizione postale) sul c.c.p.n. 001004989958 intestato a Scintilla Onlus.

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Nella prossima estate sisvolgerà a Berlino, in Germania,il XXVII CampeggioInternazionale della GioventùDemocratica, Antifascista eAntimperialista (CIJDAA).Una scelta che acquista unsignificato politico ancor piùrilevante dopo la recente stragerazzista e fascista avvenuta inquel paese. Il Campeggio è una praticainternazionalista che da decennisi è sviluppata con regolarità,realizzandosi in diversi paesi delmondo (v. riquadro). Esso nasce dall'iniziativa diorganizzazioni rivoluzionarie,antifasciste, antimperialiste emarxiste-leniniste che hannocompreso la necessità di dareimpulso a questo spazio diconfluenza per affermare lalotta e il carattereinternazionalista della gioventù

proletaria e popolare, mediantel'interscambio di esperienze, ladiscussione e la costruzione diaccordi politici per sollevare lebandiere della trasformazionesociale in ogni paese. Le nuove generazioni delproletariato, le più ampie dellastoria del genere umano, nonsono solo le vittime principalidel capitalismo e delle sue crisi.Sono il motore che spinge icambiamenti più che mainecessari per vivere in unasocietà volta al benessere dellemasse e non al maledettoprofitto. Nelle lotte di stradache si sono succedute negliultimi mesi in numerosi paesi igiovani hanno svolto un ruolomolto importante.Le nuove generazioni proletariee popolari sarannoprotagoniste delle rivoluzioniche scuoteranno eabbatteranno il barbaro sistemacapitalista-imperialista. Perciò è necessario ampliare epotenziare fin da oggi lapartecipazione politica e socialedei giovani, sviluppando laformazione politica e i legamiinternazionalisti, per renderetanti giovani compagni dirigentidelle risposte rivoluzionarie alladifficile situazione che vivel'umanità. Il Campeggio Internazionaledella Gioventù Democratica,Antifascista e Antimperialista èuna risposta a queste necessità.Sul piano organizzativo, unComitato internazionale èincaricato di preparare l’eventoche si svolge da quattro decenni(dal 2000 con cadenza biennale)vedendo la partecipazione dinumerose centinaia di giovani. L’ultimno Campeggio si ètenuto in Messico nell'estatedel 2018, coinvolgendo giovanilavoratori, contadini, indigeni,

studenti, artisti, ecologisti, etc.provenienti da decine di paesi. L’Appello del Campeggiocontiene gli elementi politiciche definiscono il contenuto ele attività di questo eventointernazionalista. Condividiamo un estrattodell’Appello preparato dalComitato preparatorio erivolto alle giovani e ai giovaniche in tutti i continenti lottanoper migliori condizioni di vita,difendono i loro diritti easpirano a una trasformazionerivoluzionaria del mondo,invitandoli alla più ampiapartecipazione al Campeggio: "Dal 31 luglio al 9 agosto ciriuniremo a Berlino comegiovani di tutto il mondo perdiscutere le nostre esperienze,le nostre speranze e il nostrofuturo. Insieme miriamo arafforzare la nostra vocepubblica contro un sistemapolitico che favorisce la guerra,il riarmo, il razzismo, il fascismo,la distruzione dell'ecosistema, lapovertà e lo sfruttamento. I conflitti economici e politicitra le potenze mondiali sistanno approfondendo, ilpericolo di una nuova guerraper la divisione geopolitica delmondo sta crescendo di giornoin giorno, e la spesa statale inarmi e militarizzazione aumentacostantemente. I giovani di tutto il mondoaffrontano questo sistema che

distrugge la vita di migliaia dimilioni di persone e distrugge ilfuturo delle prossimegenerazioni. Crediamo che sia possibile unmondo senza oppressione,senza sfruttamento e guerre,dove le persone possano vivereallo stesso modo ed in unità. Vogliamo che le risorseassegnate agli armamentivengano destinate ai servizipubblici, come l'educazione, lasalute e i trasporti. Vogliamo che vengano ritiratiimmediatamente le truppeinviate dai differenti paesi intutto il mondo. Per questi motivi vi invitiamo adunirvi a noi nel Campeggio dellagioventù, dove discuteremocome possiamo lottare controquesti problemi creati dalcapitalismo. Rafforziamo lafraternità e la solidarietà tra igiovani di tutto il mondo!" Per organizzare lapartecipazione della gioventùdel nostro paese invitiamo igiovani, appartenenti alledifferenti organizzazioniantifasciste, antimperialiste edemocratiche, così come i nonorganizzati, a raccoglierel’Appello lanciato per il XXVIICampeggio e prendere contattiper formare con noi ladelegazione che partiràdall’Italia, scrivendo [email protected]

Convocato il XXVII Campeggio Internazionaledella Gioventù Democratica, Antifascista eAntimperialista

“Sul Partito del Proletariato”(documento della CIPOML).L’opuscolo - di grandeimportanza per tutti i comunisti e

gli operai avanzati che si pongono l’obiettivo del Partito - è indistribuzione al prezzo di 3 euro, spese di spedizione incluse.Versamenti su c.c.p. n. 001004989958 intestato a Scintilla Onlus.

OPUSCOLO SULOPUSCOLO SULPARTITO PARTITO

Larzac, Francia 1977; Ferrer, Portogallo, 1978, El Saler, Spagna, 1979;Thiergerten, Germania, 1980,Quebec, Canada, 1982;Medellin, Colombia, 1984;Francia, 1985;Managua, Nicaragua, 1986;Cercedilla, Spagna, 1987;Ecuador, 1989;Messico, 1991;Caracas, Venezuela, 1993;Quito, Ecuador, 1995;Turchia, 1999;Madrid, Spagna, 2002; Messico, DF, 2004; Copenhagen, Danimarca 2006;Rio de Janeiro, Brasile, 2008;Izmir, Turchia, 2010;Caracas, Venezuela, 2012; Turchia, 2014;Santo Domingo, 2016;Città del Messico, 2018;Berlino, Germania, 2020 ....

Page 16: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_106_mar_20_web.pdf · e parassitismo, ipocrisia e cinismo senza ritegno. A causa di una politica antipopolare,

marzo 202016

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Il piano di “pace” di Trump eNetanyahu non è altro chel’aperta legittimazione el’appoggio al progettocolonialista e espansionista diIsraele. Il piano significherà ulteriorepassi avanti nell’ampliamento enel consolidamento del pianosionista di costruzione della“grande Israele” con dirittiesclusivi per gli ebrei. UnoStato di apartheid in cui ipalestinesi verranno solotollerati nella loro terra,vivranno in una condizionesub-umana, rinchiusi entropiccole enclavi circondati damuri e collegati da tunnel. Ilsimbolico bantustan (mini-Stato) della “Nuova Palestina”non potrà avere una propriadifesa, aeroporti, controllodell’acqua. Questo cinico pianopresentato da due pericolosibriganti imperialisti, fra i piùreazionari e aggressivi leaderdel mondo, si basa sul tentativodi legalizzare e renderepermanente l’occupazionemilitare israeliana dei Territoripalestinesi e di soggiogaredefinitivamente il popolopalestinese che dovrebbeabbandonare per sempre i suoilegittimi diritti e la sua storicalotta di liberazione nazionaleper la promessa di un piatto dilenticchie. E’ l’ultimo capitolo di unapolitica colonialista eimperialista ai danni del popolopalestinese, che ha il suo puntodi partenza nella Dichiarazione

di Balfour del 1917. Le 80 pagine dell’infameprogetto prevedono ilriconoscimento diGerusalemme come “capitaleindivisa” di Israele el’allontanamento da quella cittàdi ogni autorità palestinese;permettono l´annessione deiterritori occupati illegalmentedal 1967 compresa la valle delGiordano e le alture del Golancome parte dello Statosionista; sanciscono la fine deldiritto al ritorno dei profughi.Il piano unilaterale non ha nullaa che vedere con la pace inMedio Oriente. Al contrario, èun vero e proprio atto diguerra contro i dirittiinalienabili del popolopalestinese, un manifestodell’oppressione nazionalepalestinese, scritto e direttodagli Usa e da Israele conl’appoggio dei regimi reazionariarabi, come l’Arabia Saudita e ilBahrain, che si sono impegnatia contribuire finanziariamentealla trame di Trump eNetanyahu. Questo piano si inserisce in undisegno più vasto, diretto arafforzare l’alleanza fra USA,Israele e regimicollaborazionisti sunniti delGolfo, mettere sotto assediol’Iran e ad impedire la crescitadell’influenza dei principalirivali degli USA, ovvero laRussia e la Cina, in una regioneove gli USA vedono disgregarsila loro egemonia.L’ “accordo del secolo” è statorigettato frontalmente da tutte

le organizzazioni del popolopalestinese e anchedall’Autorità palestinese. La “giornata della rabbia” del28 gennaio è stata solo la primariposta unita del popolopalestinese che converge sulrifiuto immediato e totaledell’”accordo del secolo”: laPalestina non è in vendita!Tutti i sostenitori della pace edella giustizia sociale devonosostenere globalmente il rifiutopalestinese di questo piano diprovocazione e di preparazionealla guerra, realizzato da StatiUniti e Israele, i due più grandipericoli per la pace nel MedioOriente e nel mondo. Nessuna illusione va alimentatasul fatto che la “comunitàinternazionale” degli Statiborghesi possa adottare misureconcrete e trovare unasoluzione basata sul rispettodei diritti nazionali deipalestinesi.

Negli ultimi decenni,nonostante la segregazionerazziale messa in atto daisionisti, nonostante i crimini diguerra e le aperte violazioni deidiritti umani, non sono statemai adottate sanzioni controIsraele.Rafforziamo il movimento diresistenza control’occupazione, la colonizzazionee la segregazione razzialemessa in atto da Israele. Appoggiamo la campagnaglobale di boicottaggio perindebolire lo Stato sionista,come accadde all’epoca per ilSudafrica razzista, e sosteniamola lotta del popolo palestinese. Partecipiamo alle mobilitazioniche si svilupperanno neiprossimi mesi.La solidarietà e la lottainternazionalista dei proletari edei popoli oppressi del mondosconfiggeranno i pianiimperialisti e sionisti!

Il piano imperialista che mira alla resa delpopolo palestinese non passerà!

Programmadell’InternazionaleComunista (1928)

Nell’ambito delle iniziative programmate inoccasione del 100° anniversario dellafondazione della Terza Internazionale, abbiamorealizzato un opuscolo contenente il“Programma della Internazionale Comunista” inversione integrale e corretta, senza quelleomissioni e quelle modifiche di carattererevisionista che caratterizzano le versioni checircolano su internet. La pubblicazione in opuscolo di questodocumento di grande significato storico colma

un vuoto editoriale pluridecennale, tutt’altroche casuale dato il contenuto ideologico epolitico del Programma. Il “Programma dell’Internazionale Comunista”approvato dal VI Congresso mondiale (1928)rappresenta infatti uno dei punti più altidell’elaborazione ideologica e politica delmovimento comunista internazionale, fruttodello sforzo collettivo e creativo dei Partiti dellaTerza Internazionale.L’opuscolo di 56 pagine è indistribuzione al prezzo di 4 euro (spesedi spedizione incluse).Versamenti su c.c.p. n. 001004989958intestato a Scintilla Onlus.