Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle...

16
Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Marzo 2018 Numero 87 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Le elezioni hanno visto l’ulteriore crescita del non voto e del voto di protesta, che hanno profondamente trasformato gli equilibri politici italiani. Questo fenomeno è stato alimentato da settori della classe operaia e da giovani disoccupati che hanno subìto un continuo peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro a causa delle politiche di austerità volute dai governi e dalla UE. Milioni di proletari non si sentono più rappresentati dai partiti tradizionali, si sentono abbandonati dai liberal-riformisti. Perciò li hanno puniti, sancendo la sconfitta di Renzi. e di Berlusconi. Il crollo del PD ha investito anche i socialdemocratici di destra e di sinistra. Questi ultimi non hanno saputo far di meglio che festeggiare il proprio funerale. Il voto antisistema è un’espressione della rabbia, della sfiducia e dell’opposizione delle masse sfruttate e di ampi strati di piccola borghesia impoverita contro un sistema di rapina e corruzione, il tentativo di sbarazzarsi dei rappresentanti politici più smaccatamente asserviti all’oligarchia finanziaria. Si tratta di un grande potenziale di malcontento e di ribellione, dalle idee confuse, su cui occorre lavorare per trasformare il rifiuto e la protesta in coscienza e organizzazione politica di classe. Il proletariato e le masse popolari, prive di una fisionomia politica e di una coscienza di classe, sono oggi attratti dalle forze populiste, xenofobe e nazionaliste, che li ingannano con la loro demagogia “sociale”. Si tratta di un fenomeno di tipo internazionale, pilotato da settori del capitale finanziario. Per uscire da questa situazione e rafforzare la resistenza operaia e popolare contro le politiche del capitale, è di grande importanza lottare con il fronte unico contro ogni governo dele classi sfruttatrici che si formerà, sia esso di larghe intese, reazionario o populista. Ma soprattutto è essenziale rilanciare il lavoro per il partito indipendente e rivoluzionario della classe operaia, strumento indispensabile della sua emancipazione. Questo partito non potrà essere altro che l’unione dei comunisti e degli elementi di avanguardia del proletariato. Esso dovrà necessariamente attraversare alcune fasi di sviluppo, a cominciare dalla costruzione di un suo embrione che abbia solide fondamenta organizzative e ideologiche marxiste-leniniste e si radichi nella classe. Siamo a disposizione di questo compito urgente e chiamiamo alla discussione e all’attività in comune gli operai avanzati e i comunisti che sentono come proprio dovere la costruzione di un'alternativa rivoluzionaria e socialista al marcio sistema capitalista.

Transcript of Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle...

Page 1: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaMarzo 2018 Numero 87 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Le elezioni hanno visto l’ulteriore crescita delnon voto e del voto di protesta, che hannoprofondamente trasformato gli equilibripolitici italiani. Questo fenomeno è statoalimentato da settori della classe operaia e dagiovani disoccupati che hanno subìto uncontinuo peggioramento delle loro condizionidi vita e di lavoro a causa delle politiche diausterità volute dai governi e dalla UE. Milioni di proletari non si sentono piùrappresentati dai partiti tradizionali, si sentonoabbandonati dai liberal-riformisti. Perciò lihanno puniti, sancendo la sconfitta di Renzi. edi Berlusconi. Il crollo del PD ha investito anche isocialdemocratici di destra e di sinistra. Questiultimi non hanno saputo far di meglio chefesteggiare il proprio funerale. Il voto antisistema è un’espressione dellarabbia, della sfiducia e dell’opposizione dellemasse sfruttate e di ampi strati di piccolaborghesia impoverita contro un sistema dirapina e corruzione, il tentativo di sbarazzarsidei rappresentanti politici più smaccatamenteasserviti all’oligarchia finanziaria. Si tratta di un grande potenziale dimalcontento e di ribellione, dalle idee confuse,su cui occorre lavorare per trasformare ilrifiuto e la protesta in coscienza eorganizzazione politica di classe. Il proletariato e le masse popolari, prive di unafisionomia politica e di una coscienza di classe,sono oggi attratti dalle forze populiste,xenofobe e nazionaliste, che li ingannano conla loro demagogia “sociale”. Si tratta di unfenomeno di tipo internazionale, pilotato dasettori del capitale finanziario. Per uscire da questa situazione e rafforzare laresistenza operaia e popolare contro lepolitiche del capitale, è di grande importanzalottare con il fronte unico contro ognigoverno dele classi sfruttatrici che si formerà,sia esso di larghe intese, reazionario opopulista.Ma soprattutto è essenziale rilanciare il lavoroper il partito indipendente e rivoluzionariodella classe operaia, strumento indispensabiledella sua emancipazione. Questo partito nonpotrà essere altro che l’unione dei comunisti edegli elementi di avanguardia del proletariato. Esso dovrà necessariamente attraversarealcune fasi di sviluppo, a cominciare dallacostruzione di un suo embrione che abbiasolide fondamenta organizzative e ideologichemarxiste-leniniste e si radichi nella classe. Siamo a disposizione di questo compitourgente e chiamiamo alla discussione eall’attività in comune gli operai avanzati e icomunisti che sentono come proprio doverela costruzione di un'alternativa rivoluzionaria esocialista al marcio sistema capitalista.

Page 2: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Si approfondisce la crisi politica della classe dominante

2 marzo 2018

I risultati dei voti espressi e lacrescente astensione (27,1%dell’elettorato) registrata nelleelezioni politiche del 4 marzomanifestano un’ampia protestapopolare antisistema e anti-UE. Decine di milioni di operai, dilavoratori, di disoccupati, didonne del popolo, hannonegato il loro consenso aitradizionali e corrotti partitiche hanno guidato i governinegli ultimi decenni. Molti di loro, privi di unacoscienza di classe e delusi dallasinistra borghese, si sonoaffidati ai partiti populisti exenofobi, illudendosi in questomodo di cambiare e disalvaguardare i propri interessi.Spetterà agli sviluppi della lottadi classe e al lavoro deicomunisti fargli cambiareposizione. Dalle urne è uscito unmultipolarismo su baseterritoriale, che riflette ledisuguaglianze e ladisgregazione dell’Italiaborghese, amplificate dal rullocompressore neoliberista, dallalunga stagnazione e dallapolitica di austerità. Nessuna forza politica ha lamaggioranza assoluta inParlamento. La difficoltà diformare un governo diretto daiportavoce dell’oligarchiafinanziaria, sostenuto da unblocco coeso, evidenzia la crisidi egemonia della borghesiaitaliana e il processo didifferenziazione eradicalizzazione politica dellapiccola borghesia. La coalizione di destra haottenuto il 37%, ma non ha inumeri per governare. Al suointerno si sono ribaltati gliequilibri, con l’avanzata dellaLega che ha preso circa 5,5milioni di voti (circa 4 milioni inpiù rispetto le precedentielezioni politiche) giungendo al17,5%, e con la caduta delpartito di Berlusconi, giunto alsuo minimo storico. La destra sicaratterizza sempre di più insenso razzista, xenofobo esciovinista. I settori piùaggressivi del capitalemonopolistico cercheranno dipuntare su questa coalizione,aggregandovi altre forze, perrisolvere il problema del

governo e sviluppare l’offensivacontro il movimento operaio esindacale. La lista del M5S ha raccolto allaCamera più di 10 milioni diconsensi, pari al 32,2% dei votivalidi, confermandosi il primopartito politico. E’ stataappoggiata in massa nelMeridione e ha raccolto buonaparte della valanga di voti inlibera uscita dal PD. Il M5S è orail nuovo baricentro dei giochiparlamentari, ma non ha alleatie non può governare da solo.Questo movimento di tipopopulista e interclassista è uncontenitore politico delmalcontento. Si presenta comeforza di rottura col sistema, maè totalmente incapace dicondurre una lotta organizzatacontro il regime borghese, eperciò non potrà risolverenessuno dei fondamentaliproblemi economici, sociali epolitici. L’apertura di Boccia e diMarchionne sono l’ulterioredimostrazione che il M5S nonimpensierisce i padroni. E i suoicapi sono pronti a ulterioricalate di braghe e a scelteantipopolari pur di arrivare aPalazzo Chigi. Il PD ha subito una disfattapolitica raccogliendo solo il18,7% dei voti validi (ha persoquasi 2,8 milioni di voti dallescorse elezioni politiche). Lesue basi regionali sonodisarticolate e ridotte ai minimitermini. Questo partito hasvolto negli ultimi anni lafunzione di principale puntellopolitico del capitale finanziario.Con Renzi ha imposto leggiantioperaie e antipopolari comeil Jobs Act e la controriformadella scuola, ha cercato distravolgere la Costituzionedemocratico-borghese, hasostenuto la politica di guerraimperialista. Prima col referendumcostituzionale e poi col voto del4 marzo, lavoratori, i giovani,hanno punito questo partitoliberal-riformista e licenziato ilsuo arrogante capo. Per la borghesia si apre unproblema serio, perché non haun altro grande partitoaffidabile su cui appoggiarsi.Alcuni settori di padronispingono per un’alleanza del PD

con il M5S, per superare lostallo. I renziani invece hannodeciso di stare all’opposizione,che si convertirà, di fronte allachiamata di Matterella, nel“ re sp on s ab i l e a pp ogg i o”all’ennesimo governodell’oligarchia.I socialdemocratici, gliopportunisti e i revisionisti,investiti dalla slavina del PD,hanno fatto fiasco in tutti i loroprogetti elettoralistici. “Liberi eUguali”, con la sua mediocritàpolitica non ha avuto alcunaattrattiva su operai e giovani. Iltentativo di rilancio dellaburocrazia politica e sindacalesocialdemocratica di destra èfallito, ma non è detto che ipochi deputati eletti nonpossano essere utilizzati per ungoverno di “emergenza”. Il punto percentuale presodell’eclettica coalizione radicaledi “Potere al popolo!” èl’ennesima dimostrazione chenon si può costruireun’alternativa popolare disinistra sulle illusioni elettorali eparlamentari, senza la direzionedella classe operaia, ma con listezeppe di riciclati. Lo scarno risultato raccolto dalpartito di Rizzo ci dice che nonbastano i simboli e lapropaganda senza contenutipolitici rivoluzionari per usciredalla sconfitta transitoria delsocialismo e risalire la china. Se da un lato il proletariato nonsa che farsene di questi partiti,dall’altro i risultati elettoraleaprono un nuovo capitolo dellacrisi politica e istituzionale dellaborghesia italiana. La sconfitta di Renzi el’indebolimento di Berlusconi

hanno minato il progetto neo-centrista che puntava a ungoverno di “larghe intese”sostenuto dalla Troika. La crisi italiana è così profonda,si è talmente spezzata lacoesione fra le classi possidenti,da rendere oggi impossibile un“governo borghese di classe”con un programma omogeneo,capace di rinsaldare il bloccodominante ed egemonizzare iceti medi. Nelle prossime settimaneverranno a galla lecontraddizioni dei partitiborghesi e piccolo borghesi.Vedremo manovre, coltellatealla schiena, trasformismi,ingerenze dei “mercatifinanziari” e delle potenzestraniere (UE, USA, Vaticano)nella vita politica italiana. Si cercherà con ogni mezzo difavorire la formazione di ungoverno antipopolare edeuropeista che prosegua losmantellamento delle conquistee dei diritti dei lavoratori, lecontroriforme istituzionali, lapolitica di guerra. Ci attende un periodo in cuil’attacco capitalista sarà ancorpiù duro e i conflitti di classeassumeranno un carattere piùaperto e aspro. In questasituazione guai a lasciarsiparalizzare dai riformisti e daipopulisti, che faranno di tuttoper frenare e dividere le lotte,bloccare l’iniziativa delle masseattraverso la burocraziasindacale e le elemosine.Urge l’unità di azione di tutte leforze del proletariato e, sullasua base, la più ampia unitàpopolare contro l’offensiva

segue a pag. 3

Page 3: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

La borghesia non rinuncia ai suoipiani reazionariIl 4 marzo 2018 è una data chenon sarà possibile dimenticare.La sinistra borghese eriformista, responsabile di tantesconfitte della classe operaia,dello sdoganamento delrazzismo e del fascismo, perdele elezioni aprendo le porte alpopulismo e al leghismo, cheraccolgono il malcontentopopolare. Si apre così una seria crisipolitica della classe dominanteche per superare lo stallocercherà di mettere in piedi ungoverno che prosegua con lepolitiche dettate da UE, FMI,BCE e NATO. E’ evidente che siamo di frontea una profonda trasformazionereazionaria della società italianae a una corrispondentemodificazione del rapporto fra ipartiti che la rappresentano sulpiano istituzionale, politico edelettorale. Questa trasformazione in corsonel nostro paese si inquadra inun complesso di mutamenti inatto nella situazioneinternazionale.Le tensioni fra le grandipotenze imperialiste del globosi stanno intensificando digiorno in giorno, preparando lecondizioni di future guerreimperialiste per il predominiomondiale. In alcune aree delmondo lo scontro militare, siapure attraverso forze alleate, ègià in atto, per esempio in Siria. In Italia, i tre più grandi blocchielettorali (Centro-destra aguida Salvini-Berlusconi,Movimento 5 Stelle e Pd conalcuni suoi alleati) hanno tutti

dichiarato, nei loro programmi,che dovranno esseremantenute le missioni militariitaliane all'estero (gabellate per“missioni umanitarie” o di“mantenimento della pace”).La storia dei grandi conflittiimperialisti combattuti nel XXsecolo ci insegna che l'uso dellearmi fu preceduto da accaniteguerre commerciali fra lepotenze rivali.In questi ultimi giorni ilPresidente USA Donad Trumpha deciso di “difendere” laproduzione nord-americanadell'acciaio e dell'alluminio dallaconcorrenza di altri paesiproduttori imponendo un daziodel 25% sulle importazioni USAdi acciaio e un dazio del 10% suquelle di alluminio. Le conseguenze di questaguerra commerciale si sonofatte subito sentire con crolliborsistici: Wall Street habruciato 170 miliardi in ungiorno. Si prefigura un aumentogeneralizzato dei prezzi chedanneggerà i consumatoriamericani, soprattutto ilavoratori a più basso reddito. Esono già previsti contro-dazi ealtre ritorsioni protezionisticheda parte dei paesi capitalisticipiù colpiti dalla decisione diTrump, soprattutto UE e Cina.In questo scenario, quali sono lepolitiche dei principali partitiitaliani? Il ruolo del PD di Renzi eMinniti lo conosciamo bene.Anche se indebolito e a rischiofrattura, è pronto a mettersi adisposizione delle soluzioni piùfavorevoli all’oligarchia.

Il centro-destra di Berlusconi edi Salvini ha nei suoi programmi,oltre al rafforzamento deiCarabinieri e della Polizia diStato, l'istituzione dei poliziottidi quartiere e la riforma dellalegittima difesa per la maggiortutela della proprietà privata edei patrimoni borghesi. Il Movimento 5 Stelle ha dettochiaro e tondo che dalla NATOe dalla UE non si esce e haindicato come futuro Ministrodella Giustizia AlfonsoBonafede, il quale, oltre a volerestendere l'uso del Daspo, haintenzione di promuovere unasemplificazione di quei processicivili che, con la loro lentezza,“hanno fatto perderecompetività all'Italia” sul pianointernazionale. Sono obiettiviche hanno tutti un chiaro segnodi classe, a tutela degli interessidella borghesia industriale ecommerciale italiana.Sull'immigrazione tutta la destraè per il ripristino dei controlli aiconfini e per i respingimenti inmare. Anche il Movimento 5Stelle vuole blindare lefrontiere, e - sul piano interno– intende promuovere 10 milanuove assunzioni nellecosiddette “forze dell'ordine”dello Stato borghese.E’ chiaro che nell’epocadell’imperialismo la borghesianon rinuncerà mai alla reazionepolitica e alla politica di guerra,. La situazione interna einternazionale farà sì che ildominio e l’oppressione deigruppi decisivi della grandeborghesia saranno più duri.Lo impone la sfrenata

concorrenza internazionale, ladebolezza e il declinodell’imperialismo italiano,l’approfondirsi delle suecontraddizioni. Davanti a questa prospettivaemerge con ancora più forza lanecessità del fronte unico dilotta della classe operaia e diun’ampia coalizione popolareper battere le manovre delcapitale finanziario e dei suoiportavoce politici.Il proletariato non puòrimanere indifferente nellasituazione attuale, nè puòmettersi alla coda della piccolaborghesia. Al contrario, deve mirare asvolgere un ruolo dirigentedella masse popolari spinte allamiseria e alla divisione.La classe operaia è la classe piùinteressata alla sconfitta deidisegni reazionari dell’oligarchiafinanziaria, al suo isolamento eal suo rovesciamento. Occorra attrezzarsipoliticamente eideologicamente, organizzarsiseriamente per affrontare lareazione politica, i tentativi deicircoli dominanti dellaborghesia d’imporre l’ennesimogoverno antidemocratico eantipopolare, che prosegua coni tagli alla spesa sociale e aidiritti, la deregulation deicontratti di lavoro, le missioniall’estero, etc. Allo stesso tempo vadenunciato e combattuto sulterreno della lotta il populismodelle forze piccolo borghesi,pronte a rimangiarsi lepromesse elettorali.

marzo 2018 3

capitalista, la reazione politica ele minacce di guerra, per farpagare i capitalisti e i parassiti,per rompere definitivamentecol neoliberismo e il sistemache lo produce. La condizione essenziale perspezzare il potere dei monopolie dei ricchi è la formazione diun’ampia coalizione di tuttesezioni della classe lavoratrice,imperniata sulla classe operaia.Una forza determinata a farlafinita col capitalismo attraversola mobilitazione e la formazionedi organismi di massa (Consigli,

Comitati, Assemblee, etc.) inopposizione al Parlamentoborghese, per schiudere la viaalla sola alternativa reale: unGoverno degli operai e deglialtri lavoratori sfruttati.Per avanzare in questaprospettiva rivoluzionaria, icomunisti e gli elementi diavanguardia del proletariatodevono separarsi nettamente edefinitivamente dagliopportunisti di ogni tipo eunirsi in un Partito politicoindipendente e rivoluzionariodel proletariato, contrapposto a

tutti i partiti e le formazionipolitiche delle classi sfruttatrici. Un Partito che abbiaun’ideologia, il marxismo-leninismo, un programma, unapolitica completamenteautonomi da quelli dellaborghesia e della piccolaborghesia, per divenire ildirigente delle masse sfruttate eoppresse nella rivoluzione. Un Partito che abbia ben chiaroil fine della conquista del poterepolitico, dell’instaurazione delladittatura del proletariato e dellacostruzione del socialismo e del

comunismo, che colleghi questiscopi alla sua azione politicaquotidiana. E’ ora di compiere passi risolutiin questa direzione,approfittando dell’instabilitàpolitica e dell’ingovernabilitàper sviluppare l’organizzazionee l’iniziativa politica comunista. Non facciamoci trovareimpreparati, la crisi dellaborghesia procede e gliavvenimenti incalzano. Labattaglia si vincerà fuori dalleaule parlamentari, nel mareagitato della lotta di classe.

segue da pag. 2 - si approfondisce la crisi politica

Page 4: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

marzo 20184

Nonostante la “ripresaeconomica” strombazzata daministri, capi sindacali e media,sono oltre 160 i principali tavolidi crisi aperti al Ministero delloSviluppo Economico (che nonc’è). Dall’ILVA all’ALCOA, dallaex Lucchini alla Perugina, daAmazon ad Alitalia, dalla Seatfino allo scandalo dell’Embraco,più di centomila operai siritrovano con il cappio dellicenziamento al collo. Alcune diqueste vertenze durano daanni. Il fatto che il numero dellevertenze industriali continua acrescere, oltre a smentire leballe sulla ripresa dimostral’assenza di una politica asostegno dei livellioccupazionali da parte deigoverni borghesi, la mancanzadi misure concrete volte abloccare i licenziamenti, ledelocalizzazioni, la fuga deicapitali in cerca del massimoprofitto a breve termine. Tale situazione aggrava lecondizioni della classe operaia,costretta nel regimecapitalistico ad essere supersfruttata per non morire difame. Favorisce la lotta frapoveri e crea un terrenopropizio per le tendenzenazionaliste borghesi(“salviamo l’industria italiana!”,“prima gli italiani”, etc.”), laxenofobia nei confronti dicoloro che “ci rubano il lavoro”(in realtà i disoccupaticrescono anche fra i lavoratoriimmigrati). Argomenti chefanno tanto comodo ai padroni.Le vertenze in campo hannospesso caratteristiche e causecomuni: Anche le soluzioniprospettate dalla borghesia edai suoi valletti spesso sonosimili.Un elemento comune di moltevertenze è quello dei“licenziamenti collettivi per iprofitti”. Spesso le fabbrichenon vengono chiuse per crisiaziendale o di settore, perristrutturazioni, errori distrategia o problemi finanziari.Le aziende, per lo piùmultinazionali, che dichiaranoesuberi sono in gran parteaziende in salute, che fannograndi profitti. Sbattono perstrada migliaia di operaie e dioperai per delocalizzare laproduzione in altri paesi dove

la forza-lavoro costa di meno ele tasse sono minori, quindi iprofitti si accrescono; oppureperché il taglio del costo dellaforza lavoro fa salire lequotazioni in borsa che sonopossedute in gran quantità daglisquali-manager (gli stessi chedecidono i licenziamenti). E’ ilcaso della Embraco, che affermaspudoratamente la necessità dilicenziare perché altrimenti haproblemi in borsa.Altro elemento comune èl’atteggiamento delle istituzioniborghesi, centrali e regionali,fanno finta di occuparsi dellasorte degli operai, si appellanoalla “responsabilità sociale”delle imprese. In molti casi sidistinguono per il più completoimmobilismo, anche se durantei periodi pre-elettorali arrivanopersino a “minacciare”ritorsioni verso le aziende. Innessun caso il loroatteggiamento significa però“neutralità”. Gli apparatiborghesi si schierano sempre,in mille forme, dalla parte deicapitalisti, legittimando efacilitando sempre le loroscelte. Terzo elemento comune è ilcomportamento dei sindacaticollaborazionisti, il modo in cuiconducono le vertenze. I capi ele burocrazie sindacali siappellano alle istituzioniborghesi italiane ed europee (lestesse che garantiscono iprogetti padronali), alla Chiesa,lanciano urla di evviva alla solanotizia di convocazione altavolo con governo e aziendecongelando immediatamente lamobilitazione e predicandol’attendismo. Quando sono costretti dallabase operaia a indire scioperi ealtre forme di lotta, cercano dimantenerle dentro i confini dellegalismo sindacale e dellecompatibilità borghesi, sonopronti a disinnescarle al primosegnale di possibile “forzatura”, Tengono le vertenzerigorosamente separate le unedalle altre, in una logica di puroaziendalismo. Boicottanoqualsiasi serio tentativo dicollegarle fra loro e con ilterritorio, stroncano i tentatividi organizzazione indipendenteoperaia, li privano di qualsiasiprospettiva politicarivoluzionaria e partecipano

pienamente alla repressionedegli operai e dei delegaticombattivi.Da parte loro i dirigenti dimolti sindacati “alternativi”continuano a perseguire unapolitica settaria eautoreferenziale, accomunanooperai sindacalizzati e verticisindacali collaborazionisti,mantengono fittizie divisioniper sigla, si oppongono alfronte unico di lotta delproletariato.E’ evidente che in questasituazione la resistenza dellaclasse operaia ai licenziamenti ealla chiusura delle fabbricheviene fiaccata, nonostante ilgrande potenziale di lottaespresso dagli operai.La lotta operaia per esserevincente non può basarsisoltanto sulla volontà diresistere un minuto in più delpadrone. Non è nemmeno sufficiente lalotta più dura se confinata nelsingolo stabilimento, nellasingola categoria, nella singolacittà, se non si riesce a uscireda questa dimensione, cosìcome è perdente fidarsi deiburocrati sindacali o crederealle promesse dei politicanti edelle istituzioni borghesi. L’esperienza dimostra che isuccessi conseguiti in questoperiodo dal movimentooperaio e sindacale dipendonoda alcuni fattori: - il grado di risolutezza e diorganizzazione delle lotte, degliscioperi, dei picchetti, etc.; -il fatto che le battaglie contro ipadroni siano dirette daglielementi operai più combattivi,energici e coscienti, a patto chenon si stacchino dalla massa;- la capacità di spezzare ilrecinto entro il quale i padronie i loro servi le voglionomantenere, per passare dallelotte parziali a lotte di maggiori

proporzioni, con un piùspiccato carattere di massa.A quest’ultimo riguardo, è piùche mai necessario lavorare percollegare e raccogliere lesingole lotte contro ilicenziamenti in una vertenzagenerale, in un movimentounitario di lotta proletaria. Ci vuole la predisposizione diun'unica piattaformarivendicativa, concretamentebasata sulla difesa intransigentedegli interessi di classe. Ci vuole lo sviluppo di unaazione di fronte unicoappoggiandosi sulle realtàesistenti e spingendo verso laformazione di organismi diclasse su vasta base, eletti nellefabbriche e negli altri posti dilavoro, fra i disoccupati, perconquistare la massa deilavoratori non organizzati etenere in pugno la lotta. Sono indispensabili gli scioperigenerali per l’occupazione,contro i licenziamenti, laprecarietà, le elemosine statali,per l’abolizione dellecontroriforme (Jobs Act,pensioni, etc.), che assumano ilcarattere di scioperi politicicontro il capitalismo e i suoigoverni. Nella nuova situazionepolitica la costruzione di unprimo sciopero generale suqueste parole d’ordine sipresenta come un obiettivoineludibile.La lotta contro l'offensiva delcapitale, la politica reazionaria edi guerra, esige imperiosamentel'unità d'azione dal basso ditutta la classe operaia,i n d i p e n d e n t e m e n t edall'appartenenza all'una oall'altra organizzazionesindacale e politica. Chi si oppone al fronte unico dilotta degli operai fa il gioco deicapitalisti e deicollaborazionisti e deve esserecombattuto senza pietà.

Unire le lotte contro i licenziamenti

Page 5: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Venerdì 23 e sabato 24 febbraioi lavoratori della logistica sonoscesi in lotta su iniziativa del SICobas. Venerdì 23 c’è stato losciopero generale control’ennesimo contratto nazionalefarsa siglato da padroni e bonzisindacali: un contratto cheriduce il salario e aumenta losfruttamento, toglie diritti erende il lavoratore ancora piùsuccube del padrone. Sabato 24 migliaia di lavoratori,occupanti di case, disoccupatihanno manifestato a Roma“contro Sfruttamento,Razzismo e Repressione”, asostegno di una piattaforma dilotta che contrappone lenecessità vitali e urgenti dellaclasse lavoratrice alle necessitàdi sopravvivenza della marciasocietà capitalistica. Come comunisti (m-l) abbiamosostenuto con convinzionequesta coraggiosa mobilitazioneche ha denunciato apertamenteuna legislatura che attraverso i

governi Letta-Renzi-Gentiloniha peggiorato le condizioni divita e di lavoro di milioni diproletari, ed ha rotto con unacampagna elettorale tuttogiocata su temi confindustriali,antioperai e razzisti. I facchini della logistica (in granparte lavoratori immigrati) nonhanno abboccato alle falsepromesse dei partiti borghesi epiccolo borghesi, ma lancianoun segnale all’interoproletariato: è la lotta chedecide, non le illusionielettorali! Questo settore è da anni unodei reparti più combattivi delmovimento operaio. Di fronte al loro movimento,che si è allargato con migliaia discioperi e picchetti contro losfruttamento intensivo econdizioni di lavoro bestiali, ipadroni, i loro governo e il loroStato hanno risposto con lecariche, le violenze, le minacce, ilicenziamenti e gli arresti deidelegati e dei lavoratori più

combattivi. Da parte loro, i sindacaticollaborazionisti, oltre a curaregli interessi padronal-cooperativi-mafiosi e i propritornaconti, fanno di tutto permantenere i lavoratori isolati,divisi e senza reali prospettive.A costoro purtroppo dannouna mano anche diversidirigenti dei sindacati di base,che si ostinano in una lineaautoreferenziale e divisionistache impedisce una più ampiaunità d’azione.Il proletariato della logisticanon può e non deve esserelasciato solo nella sua lotta. Per questo abbiamo ritenuto digrande importanza political’appello al fronte di lottaanticapitalista contenuto nelmanifesto dello sciopero. Un fronte che deve basarsi sulladifesa intransigente dei comuniinteressi economici e politicidel proletariato di tutti i settori,così come su organismi espressidalla massa lavoratrice e

disoccupata (comitati di lottaoperai, di sciopero, assemblee,ecc.). E’ solo con il fronte unico dilotta in ogni città, in ogni paesee su scala internazionale che glioperai di tutti i settori, idisoccupati, i precari, possonosconfiggere l’offensivacapitalistica, i disegni reazionari,la xenofobia e lo sciovinismoche avanzano, la criminalepolitica di guerra, perriprendere la marcia verso lanuova società senzasfruttamento, il socialismo.Per avanzare è importantedotarsi di un grande sindacatodi classe, ma il problemaprincipale da risolvere, da cuidipendono gli altri, è lacostruzione del partito dellaclasse operaia, lo strumentoinsostituibile perl’orientamento e la direzionepolitica delle lotte, lo sviluppodella coscienza edell’organizzazione di classe. Avanti compagni!

Viva la lotta dei facchini della logisticaViva il fronte unico proletario!

marzo 2018 5

Chi ha vinto il 4 marzo?Da “Operai Contro”, numero 9del 9 marzo 2018.

Operai: è finita la farsaelettorale della Democraziaborghese: il voto ha spazzato viai vecchi politicanti asserviti ecorrotti, il nuovo che avanza hafatto la sua fortuna urlando aiquattro venti che i vecchipoliticanti erano ladri ecorrotti, noi operai siamocoscienti che non solo eranoladri e corrotti ma sono statiquelli che hanno portato avantiuna politica contro gli operaidando mano libera ai padroni didisporre degli schiavi salariati aloro piacimento: licenziamenti,salari da fame ecc. ecc. Cosadobbiamo aspettarci dai nuovipoliticanti sbarbini? Operai:mettiamo in chiaro quello che inuovi sbarbini non hanno capitoo fanno finta di non aver capito:per noi non è solo unaquestione di malaffare ecorruzione, noi mettiamo indiscussione tutto il sistemacapitalista che si basa sullaschiavitù del lavoro salariato, noi

ci siamo astenuti, non siamocaduti nella trappoladell’elezioni borghese, innessuno paese il cambiamentoe avvenuto con il voto, gli operaiper prendere il potere sidevono organizzare comeclasse in modo indipendente.Molto presto quelli chegioiscono per la vittoria delnuovo che avanza si renderannoconto: come diceva Tomasi diLampedusa nel Gattopardo: “Sevogliamo che tutto rimangacome è, bisogna che tuttocambi.” Cosa faranno i nuovisbarbini quando i padroniitaliani e quelli europei gliimporranno di prendereprovvedimenti antipopolari? I 5stellati faranno un governo conuna parte del PD che coglieràl’occasione per liberarsi del BoyScout Renzi che li ha portati allasconfitta e nonostante labatosta non si è dimesso, mavuole gestire le trattative performare il nuovo governo?Renzi da buon capo Scout lasconfitta la vuole trasformare invittoria ma solo per salvare se

stesso, il furbino aveva più omeno il sentore della batosta eha messo tutti i suoi fedelissimie lui stesso candidati al Senatodove è notorio che formare unamaggioranza è difficile senza uncompromesso. Renzi comunqueha vinto e male che gli vadaporta a casa lo stipendio daSenatore. I nuovi politicanti cidiranno che si deve salvare ilpaese come facevano i vecchipoliticanti? La crisi in cui versa ilsistema capitalista non hamostrato ancora tutte lebarbarie di cui sono capaci ipadroni. Nel sistema capitalistanon si producono merci persoddisfare i bisogni degliuomini, ma per i padroni:produrre caramelle, cioccolato,o macchine è lo stesso quelloche a loro interessa è il profittoe in nome del profitto che va inpoche tasche schiavizzano altriuomini. Operai i Mass-Mediaasserviti, tutti i politicanti, e iservi del sindacato ci voglionofare credere che siamo uscitidalla crisi, no le cose nonstanno come ci vogliono fare

credere, la crisi si staaggravando, questo vieneconfermato dai provvedimentiche i singoli stati prendono,mettendo i dazi sulle merciproveniente da altri paesi: StatiUniti, Cina, Russia, Europa sischierano in difesa degliinteressi dei rispettivi padroni.Nelle crisi storiche del passatoquando gli stati si sono schieratiin difesa dei rispettivi padroni laguerra commerciale si ètrasformata in guerra militare.Operai non lasciamoci usare daipadroni come carne da macello,singolarmente siamo solo deglischiavi, uniti siamo una classeche nessuno potrà fermare,organizziamoci in modoindipendente, costruiamo ilPARTITO OPERAIO, l’unicostrumento che ci permette dilottare organizzati contro ipadroni, e che unisce tutto ilproletariato, ci permette diconfrontarci con gli sfruttati dialtri paesi, senza tanti parolonima una sola frase: No allaschiavitù del lavoro salariato.AL

Page 6: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

A fine febbraio Confindustria ei capi collaborazionisti di CGIL-CISL-UIL hanno raggiunto,dopo mesi di trattative segrete,un accordo sulle relazioniindustriali e la contrattazionecollettiva. Con questo patto lamaggioranza dei padroniottengono dunque quanto giàottenuto da Federmeccanicacon l’accordo separato del2009, che vide alloral’opposizione della FIOM, oggisilente. Raggiunto a pochi giorni dalleelezioni, il patto ha un chiarosignificato politico. E’ servito apadroni per mettere a fuoco leloro priorità, incassandoimportanti obiettivi; ai bosssindacati per cautelarsi rispettole incertezze politiche,salvaguardando la funzione delloro screditato apparato; aentrambi, per scongiurareinvasioni di campo da parte diforze politiche su materie comei contratti di lavoro e lar a p p r e s e n t a t i v i t à ,salvaguardando il ruolo delle“parti sociali”. L’accordo sulle regolecontrattuali e la rappresentanzanell’industria, realizzato su untesto vergognoso presentatodirettamente dai padroni,buttando al macero la penosapiattaforma sindacale, prevedetra l’altro: a) la subordinazione dellacontrattazione collettiva alla“crescita del valore aggiunto edei risultati aziendali” (leggiplusvalore e profitto) e quella disecondo livello alla “crescitadella produttività” (leggi

aumento dei ritmi e dei carichidi lavoro, della flessibilità,peggioramento delle condizionidi lavoro e di sicurezza); b) il ribaltamento dellafunzione dei CCNL, chediventano a tutti gli effetti lostrumento per abbassare isalari; in questo senso verrannoindividuati trattamentieconomici minimi (TEM) checon ogni probabilità sarannoinferiori agli attuali e verrannoadeguati all’inflazione senzaconsiderare la dinamica deicosti energetici, quindicondannando il salario operaioa ridursi sempre più eaumentando di conseguenza iprofitti; c) l’entrata neltrattamento economicocomplessivo – che non sarà piùindicizzato all’inflazione - del“welfare aziendale” che saràsempre più sviluppato, assiemeai fondi pensione, con unulteriore diminuzione dei salarireali;d) lo sviluppo delcorporativismo aziendale perfavorire la concorrenzacapitalistica.Il nuovo accordo, sulla scia dialtri accordi firmati (ad es.quello infame sullarappresentanza del 10 gennaio2014, che verrà pienamenteattuato con il patto firmato),recepisce in pieno gli interessipadronali e produrrà i suoinefasti effetti su milioni dioperai e lavoratori sfruttati.Allo stesso tempo, il “patto”rafforza il processo di completaintegrazione dei vertici sindacali

nell’apparato economico estatale capitalista, attraverso glienti bilaterali, la previdenzacomplementare, etc.L’involuzione autoritaria ereazionaria del sindacato è unaconseguenza di questoprocesso che riguarda i leader ei funzionari sindacali, nonl’organizzazione sindacale inquanto istituto operaio, il suopatrimonio di conoscenza, lasua tradizione di lotta, che nonriesce ad esprimersi attraversotale guida.L’area di Sindacatoaltracosa-Opposizione CGIL hapreannunciato voto contrario alpatto, e ha lanciato di un appellointerno all’organizzazione a farealtrettanto, per scongiurareun’ulteriore capitolazione dellaCGIL. La battaglia da svilupparecontro un tale accordoantioperaio non può esserelasciata in mano a qualcheminoranza critica che agisce infunzione delle dinamichecongressuali. Fare questo significherebbe

passivizzare ancor più ilavoratori. Spetta al proletariatonel suo insieme sviluppare lalotta attraverso il fronte unicocontro i capitalisti e laburocrazia sindacalecollaborazionista. Lo stesso lavoro all'interno deisindacati di massa non puòridursi a una disputa internaall’apparato, del tutto incapacedi fermare i voleri delladirigenza confederale. Occorre orientare e svilupparel’agitazione e la lotta nei posti dilavoro verso i più larghi stratidel proletariato e dei lavoratoriper smascherare i bonzisindacali, distruggere le loroposizioni nel movimentosindacale e operaio; occorrecombattere e sradicarel’influenza del riformismo, delcorporativismo, del populismo,per creare sindacati di classe erivoluzionari, che devono averecome obiettivo ilraggiungimento dell’unità dellaclasse operaia contro il poteredel capitale, per il suoabbattimento.

marzo 20186

No al patto per la crescita dei profitti

Elezioni RSU: eleggere delegati combattiviAlcuni lavoratori del pubblicoimpiego ci hanno chiesto lanostra posizione sulle prossimeelezioni delle RSU. Rispondiamo volentieri perchési tratta di una questione checoinvolge milioni di lavoratrici elavoratori che hanno soffertoun blocco contrattuale di ottoanni mantenuto dai governi dicentrodestra, tecnici e dicentrosinistra, permessodall’acquiescenza sindacale. Eche ora si trovano di fronte acontratti di miseria e didivisione su basi premiali. Contratti che limitano edeprimono il ruolo della RSU(già soffocato dalle burocrazie

sindacali), poiché ampliano lematerie sulle quali la burocraziaamministrativa – legata adoppio filo ai partiti borghesi -può fare il bello e il cattivotempo. Vengono inoltrerafforzati i meccanismi anti-mobilitazione e anti-sciopero.Insomma contratti da bocciare.Le RSU, in quanto espressionediretta della massa lavoratrice,nonostante i loro limiti, sonoperò un terreno mobile, unpunto debole dell’apparatosindacale, poiché al lorointerno si riflettono in modopiù diretto i rapporti di classe.Esse possono divenire unmomento di sviluppo delle lotte

e di acutizzazione dei contrastifra la base e i vertici delleOO.SS. collaborazioniste edivisioniste.I comunisti, i delegati sindacalionesti e combattivi, i lavoratoriavanzati che si presentano alleelezioni delle RSU, sono unpunto di appoggio per losviluppo del fronte unico dilotta nei posti di lavoro; cioffrono la possibilità di ampliarel’espressione del dissenso edell’opposizione alle svenditedei sindacati neocorporativi. E’ sbagliato approcciare laquestione del voto da un puntodi vista dell’appartenenza aquesta o quella sigla sindacale.

Dobbiamo vedere la questionedal punto di vista della lotta edell’unità e su questa baseindividuare i candidati chesvolgono una funzione positiva,Occorre dunque sostenerecandidati che prendonoesplicitamente posizione controle politiche governative,l’autoritarismo aziendale, lesvendite sindacali. In alcuni postidi lavoro saranno candidati deisindacati di base, in altriesponenti dell’opposizioneinterna alla Cgil, etc. In ognicaso dipenderà sempre dallaloro attitudine a difendere gliinteressi della massa deilavoratori in modo coerente.

Page 7: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Non lasciamoci zittire!7marzo 2018

Riproduciamo il comunicatodiffuso in occasione dell’8 Marzo.

Lavinia è una maestra precaria,una coerente antifascista chealcuni giorni prima delleelezioni politiche è scesa inpiazza a Torino per cercare diimpedire un comizio deineofascisti. Assieme agli altri manifestati, hasubito le manganellate e gliidranti della polizia. Esasperata,ha protestato a viva vocecontro i poliziotti, esprimendotutta la sua rabbia e la suaindignazione contro unapparato militare schierato perreprimere chi ripudiava ilfascismo e il razzismo. Nei giorni seguenti, Lavinia èstata sottoposta al linciaggiomediatico, aggredita da tutti ipoliticanti borghesi, insultata eminacciata da esponenti delle“forze dell’ordine”. Ora Lavinia è indagata e rischiail licenziamento politico perantifascismo, su ordine di Renzi(che intanto è stato licenziatoda milioni di lavoratrici e dilavoratori). E’ una minaccia allasua vita lavorativa, al suo salario,ai suoi diritti, ai diritti di tutte lelavoratrici e i lavoratori. E’ unagrave forma di violenza di Stato,aggravata dal fatto che Lavinia èuna donna, lavoratrice eprecaria. Invece chi fa apologia delfascismo, chi commette attifascisti, chi riorganizza partitifascisti, vietati dallaCostituzione democratico-borghese, non subisce alcunaconseguenza. E’ un segnoinequivocabile dell’avanzare

dell’autoritarismo e dellareazione.Il caso di Lavinia è emblematico.Viviamo in una società in cuisulla donna ricade gran partedel lavoro domestico e di curadei figli e degli anziani. Le donnericevono salari più bassi. Sonosegregate in settoricaratterizzati da bassi salari eminori tutele, nei livelli inferioridelle differenti categorie. Sonodiscriminate e oppresse neiposti di lavoro e in famiglia.Quando alzano la testa, quandolottano contro i padroni,quando si oppongono almaschilismo e al fascismo, alleviolenze che subiscono, sonorepresse, punite, aggredite,licenziate in tronco, come sivuol fare con la coraggiosamaestra antifascista. Le operaie, le braccianti, lelavoratrici dei servizi e dellascuola, le casalinghe povere,sono state negli ultimi anni unbersaglio delle politiche diausterità e neoliberiste,dell’offensiva dei capitalisti e deiloro governi, dell’oscurantismoclericale.Parallelamente si è inasprita laviolenza contro le donne:femminicidi, stupri, attacchi diogni tipo. I dati dimostrano chequesto fenomeno avanza informa inquietante in tutti ipaesi, inclusi i più “democratici”e sviluppati. La violenza assumediverse forme (economica,sociale, politica, sessuale,psicologica, sanitaria, etc.) ecolpisce un’alta percentuale didonne. Lo Stato borghese fapoco o nulla per arginarequesta violenza, spesso la

giustifica, la incoraggia e lapratica.Il caso di Lavinia parla chiaro: laviolenza politica contro ledonne è un’espressione direttadella trasformazionereazionaria dello Stato e dellasocietà. E’ un mezzo utilizzatodalla classe dominante permantenere soggiogate le donneoppresse e gli sfruttati mentreavanzano i progettiantidemocratici. Una violenzache la macchina statale, laChiesa, i mezzi dicomunicazione, etc. produconoe riproducono costantemente.Vogliono zittire Lavinia perzittire tutte le donne. Ma Laviniaci insegna che ribellarsi è giustoe necessario, che la lotta controla violenza sulle donne deveessere una lotta contro ladisuguaglianza e losfruttamento, contro un sistemache genera costantementemiseria, guerra e fascismo, mache allo stesso tempo producee sviluppa le condizioni affinché

le donne si lancino nella lottaper le loro rivendicazionispecifiche e uniscano la lorolotta a quella di tutti ilavoratori.L’Otto Marzo scioperiamo,manifestiamo, sviluppiamo ilmovimento e l’organizzazionedelle donne per l’uguaglianzaeconomica e sociale, perl’occupazione sicura, con tutelee migliori condizioni di lavoro,per servizi sociali e sanitaripubblici e gratuiti, per la difesadei diritti conquistati condecenni di lotte, contro laviolenza statale, padronale emaschilista, contro la reazionepolitica e l’oscurantismoclericale, per l’edificazione diuna società fondata sullaproprietà comune dei mezzi diproduzione, condizione per lapiena emancipazione delledonne.Solidarietà a Lavinia, no ailicenziamenti politici! Viva l’8Marzo, giornata internazionaledi lotta delle donne!

Come aiutare il nostro lavoroLa ragione d’essere di questofoglio sta nello sviluppo dellapropaganda per ridurre ladistanza esistente fra ilsocialismo scientifico e ilmovimento operaio, favorendola loro fusione.La separazione attuale, cheindebolisce i comunisti e glioperai, è dovuta a ragionistoriche che risalgonoall’usurpazione del potere inURSS da parte del modernorevisionismo e alla conseguentedisfatta temporanea delsocialismo. Essa non può essererisolta spontaneamente a causa

delle condizioni materiali diesistenza che impediscono aiproletari di generare unavisione completamentesviluppata delle loro condizioni,delle relazioni con le altre classisociali, della funzione storicadella propria classe, etc. Il compito teorico-pratico deicomunisti è quello di introdurrenella lotta della classe operaia lacoscienza di classe per favorirela sua organizzazione in partitoindipendente e rivoluzionario,separato e contrapposto a tuttii partiti delle classi proprietarie.Per avanzare in questo compito,

i proletari avanzati che ciseguono non possono limitarsia svolgere una posizione difruitori passivi e apatici. Sonoinvece chiamati a partecipareattivamente e collettivamentealla produzione e alla diffusionedella propaganda e della stamparivoluzionaria, solidarizzando ee cooperando con la redazione.Ogni compagna, ognicompagno, ogni gruppo ocircolo locale di operaicombattivi, di giovanirivoluzionari, può aiutarci:* inviando articoli, denuncepolitiche e corrispondenze

sulle condizioni nelle quali sisvolge la lotta di classe neiluoghi di lavoro e nel territorio;* contribuendo alla diffusionedi Scintilla, facendola conoscereal maggior numero possibile dioperai, di giovani e di donne delpopolo; * s o s t e n e n d o c ieconomicamente con unabbonamento di 20 euro o uncontributo volontario libero(versamenti sul c.c.p.001004989958 intestato aScintilla Onlus). Costruiamo il giornale delproletariato rivoluzionario!

Page 8: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Un fenomeno in crescita alivello internazionale

Il veleno del nazionalismoborghese intossica di nuovol’atmosfera politicainternazionale. Per la primavolta dalla seconda guerramondiale, le grandi potenzeimperialiste e quelleemergenti, grandi e piccolipaesi capitalisti diretti da forzeconservatrici e reazionarie,sono simultaneamente pervasida varie forme di sciovinismo.Dagli USA di Trump, alla Russiadi Putin, dal Giappone di Abealla Turchia di Erdogan, dallaChina di Xi Jinping all’India diModi, dalla Polonia allaSvizzera, dalla Francia allaGermania, dal Belgioall’Austria, fino all’Est europeo,sono numerosi i paesiimperialisti e capitalisti in cui sista sollevando un’ondata dinazionalismo borghese, dipatriottismo fanatico. L’attuale situazionecontrassegnata dalle graviconseguenze della crisieconomica del 2008, dallosviluppo ineguale, dalla lottaacuta per i mercati, le materieprime e le sfere d’influenza,favorisce la diffusione dellosciovinismo fra le nazionidominanti e in quelledominate. In generale, i partiti e imovimenti che esprimono unapolitica apertamentenazionalista e sciovinistaaumentano la loro influenza frale classi subalterne eassumono un peso politico edelettorale crescente. Gli USA di Trump, unimperialismo in declino, sono ibattistrada di questopericoloso fenomeno politico.Dietro lo slogan “MakeAmerica Great Again”,assistiamo a un rilevantecambiamento della lineaseguita dall’imperialismonordamericano, sia in politicainterna sia a livellointernazionale.Donald Trump è divenutopresidente dopo aver svoltouna campagna elettoralecaratterizzata dal nazionalismoin tutte le sue forme piùtossiche. Il suo estremo

nazionalismo economico,politico, culturale, che siaccompagna al razzismobianco e all’islamofobia,esprime una visione sciovinistae ultrareazionaria del mondo.Tipico del governo Trump è latendenza a dare priorità agliinteressi nazionali e alprotezionismo economico, perdifendere i profitti deimonopoli USA e indebolire lepotenze rivali. La politicaultranazionalista ef e r o c e m e n t econtrorivoluzionaria di Trumpfavorisce indubbiamente ladiffusione di questo veleno inaltri paesi.In Germania il partito diestrema destra, nazionalista efascista, Afd, è ora il terzopartito parlamentare.In Italia la bestia nazionalista exenofoba, che vede nei gruppifascisti e nella Lega le sueespressioni più violente, rialzala testa con demagogiciargomenti anti immigrati econtro le “umiliazioninazionali”. Anche nella Cinasocialimperialista losciovinismo di grande Stato èdivenuto così aggressivo che ilPCC revisionista (che hasempre rivelato posizioniapertamente nazionaliste alsuo interno) fatica acontrollarlo, dopo averlofavorito per decenni specie neiprogrammi scolastici, in cuimilioni di bambini hannoricevuto quotidianamentemassicce dosi di educazione“patriottica” per cancellarel’umiliazione dell’occupazioneed esaltare l’etnia Han.Non meno nazionalsciovinistaè Vladimir Putin, che propugnauna Russia caratterizzata da unmix di tradizione slava ecristianità ortodossa.

Natura e obiettivi delnazionalismo borghese

Il nazionalismo borghese è unapolitica aggressiva della classedominante nella sfera dellerelazioni interne dei loro Statinazionali e verso le altrenazioni, che ha la sua basenello sfruttamento della classeoperaia, nella rivalità fra

capitalisti e nel soggiogamentodei paesi dipendenti. Lo sviluppo del nazionalismoborghese ha precisemanifestazioni e conseguenzein campo della politica internaed estera dei paesi imperialistie capitalisti. In primo luogo, è unostrumento nelle mani delleclassi sfruttatrici e reazionarieper dividere e corrompere laclasse operaia, impedire la suaunione per abbattere ilcapitalismo, minare lasolidarietà dei lavoratori e deipopoli con letali pregiudizi. In secondo luogo, è unastrategia per il mantenimentoe il rafforzamento delladittatura borghese, in cui unpugno di profittatori domina lasocietà e usa l’apparato stataleper schiacciare le classilavoratrici.In terzo luogo, il nazionalismoborghese crea una situazioneinternazionale più acuta eaccresce enormemente ilpericolo di nuovi conflittiarmati fra potenze imperialistee capitaliste. E’ una delle armipiù letali nelle mani deglielementi più reazionari,sciovinisti e guerrafondai delcapitale monopolisticofinanziario, per avanzare nellaloro politica di guerra contro ilavoratori e i popoli.Questa ideologia politica,sotto qualsiasi maschera sinasconda, dalla demagogiasull’onore nazionale al rispettodei “diritti” delle nazioni piùforti, è sempre connessa alle

guerre di rapinadell’imperialismo. E’ impulsodiretto al militarismo, alriarmo, al neocolonialismo, alleannessioni, all’affermazionedella supremazia delle nazionipiù forti, e perciò costituisceun potente stimoloall’oppressione e al genocidiodi altri popoli. E’ parteintegrante della politica dipreparazione delle masse allaguerra per una nuovaripartizione del mondo, e diprevenzione dello sviluppo diun vasto movimentoantimperialista.Oggi come ieri lo sciovinismoborghese rappresenta unapericolosa minaccia checolpisce e divide la classeoperaia e i popoli oppressi. In uno scenario diaggravamento dellecontraddizioni inter-imperialiste, la borghesia dellepotenze dominanti vede nella“difesa degli interessinazionali” il pretesto perportare avanti una criminalepolitica di oppressione esfruttamento dei propripopoli, così come dispoliazione e asservimento dialtri popoli.Pertanto, lo sciovinismo deipaesi imperialisti e capitalisti, laspinta a inquadrare la classeattorno alle istituzioninazionali e alla “patria” deglisfruttatori sarà sempre più ilnucleo fondamentale diqualunque politica borghese.

Continua nel prossimo numero

L’ascesa del nazionalismo borghese e i compiti del proletariato rivoluzionario

marzo 20188

Page 9: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Per l’anno 2018 - bicentenariodella nascita di Karl Marx - laredazione ha stabilito di dedicareuna pagina su ogni numero diScintilla per trattare alcuni aspettidel pensiero e dell’opera delfondatore della dottrina delcomunismo scientifico. Nel mese di gennaio abbiamopubblicato un’introduzione dicarattere biografico. A febbraio siamo intervenuti sulconcetto di socialismo proletario esui suoi detrattori. Entrambi gli articoli sonodisponibili sul nostro sito internet,in una sezione dedicata albicentenario. Proseguiamo con un articolo cheaffronta un tema spessomistificato dagli antimarxisti.

Nel Manifesto del PartitoComunista (1848), Capitolo III,n. 1. c., sotto il titolo Ilsocialismo tedesco o il “vero”socialismo, Marx ed Engelsscrissero una pungente satira dialcuni intellettuali tedeschi dellasinistra hegeliana (Moses Hess,Karl Grünn, Heinrich Kriege),che avevano avvolto in “unaragnatela speculativa” ilproblema dell'emancipazionedel proletariato. Partendo dalle opere deisocialisti e comunisti francesidell'Ottocento, il lavoro di queiletterati tedeschi “consistetteesclusivamente nel metterd'accordo le nuove ideefrancesi con la loro vecchiacoscienza filosofica, o piuttostonell'appropriarsi le idee francesidal loro punto di vistafilosofico”.“Per esempio, sotto la criticafrancese dei rapporti monetari,scrissero “alienazionedell'essenza umana”. Essidifesero, “invece degli interessidel proletariato, gli interessidell'essere umano, dell'uomo ingenerale, dell'uomo che nonappartiene a nessuna classe”.

***All'ambiente della filosofiagiovane-hegeliana, soprattutto aquella parte di essa che siispirava all' “umanesimofilosofico” di Feuerbach,appartenne anche il giovaneMarx nei primi anni '40dell'Ottocento. Già nel 1843con “La Sacra Famiglia”, scrittain collaborazione con Federico

Engels, egli sottoponeva adun'acuta critica - sulla basedell'umanesimo materialista diFeuerbach – le tesi idealistichedi Bruno Bauer.E in quell'opera egli affronta ilproblema dell'alienazione instretta connessione con l'esamedella posizione del proletariato:“Proletariato e ricchezza sonoopposti. Essi formano un tutto.Entrambi sono figure delmondo della proprietà privata.[…] La proprietà privata comeproprietà privata, comericchezza, è costretta amantenere nell'esistenza sestessa e con ciò il suo opposto,il proletariato: Essa è il latopositivo dell'opposizione: laproprietà privata che ha in sé ilsuo appagamento. Ilproletariato, invece, comeproletariato, è costretto atogliere se stesso e con ciòl'opposto che lo condiziona e lofa proletariato, la proprietàprivata. Esso è il lato negativodell'opposizione.La classe proprietaria e la classedel proletariato presentano lastessa autoalienazione umana.Ma la prima classe, in questaautoalienazione, si sente a suoagio e confermata, sa chel'alienazione è la sua propriapotenza e possiede in essa laparvenza di un'esistenza umana;la seconda classenell'alienazione si senteannientata, vede in essa la suaimpotenza e la realtà diun'esistenza inumana. […]All'interno dell'opposizione ilproprietario privato è dunque ilpartito conservatore, ilproletario il partitodistruttore”.La posizione di Marx, dunque, ègià rivoluzionaria, ma ancoranell'ambito di un umanesimomaterialista come quello dellafilosofia di Feuerbach. Benpresto, tuttavia, egli estenderà lasua critica a quella stessafilosofia, dichiarandosiapertamente comunista, anchein seguito ai primi contattipratici da lui avuti – a Parigi -nel 1844 con i primi nuclei dioperai comunisti.Di questi suoi primi concretirapporti col proletariato Marxci ha lasciato un ritrattoindimenticabile:“Quando gli operai comunisti siriuniscono, essi hanno

primamente come scopo ladottrina, la propaganda, ecc. Macon ciò si appropriano insiemedi un nuovo bisogno, delbisogno della società, e ciò chesembra un mezzo è diventatoscopo. Questo movimentopratico può essere osservatonei suoi risultati più luminosi sesi guarda ad una riunione di“ouvriers” socialisti francesi.Fumare, bere, mangiare ecc. nonsono più puri mezzi per stareuniti, mezzi di unione. A lorobasta la società, l'unione, laconversazione che questasocietà ha a sua volta perscopo; la fratellanza degliuomini non è presso di loro unafrase, ma una verità, e la nobiltàdell'uomo s'irradia verso di noida quei volti induriti dal lavoro”.Il momento decisivo nella vita diMarx fu appunto il suopassaggio teorico e politico alcomunismo, che, iniziato nel1843-44, avrà il suocompimento nel 1845, conl'elaborazione nell' Ideologiatedesca – scritta insieme aFederico Engels - deifondamentali elementi delmaterialismo storico (rapportidi produzione, forze produttive,mezzi di produzione,sfruttamento, struttura esovrastruttura).Egli ora comprende che larivoluzione emancipatricedell'umanità sarà opera, sì, diuna classe particolare, ilproletariato, ma che esso larealizzerà attraverso una suarivoluzione e – dopo larivoluzione – mediante la suadittatura di classe contro laborghesia sfruttatrice.Da quel momento in poi, sisvilupperà in Marx una piùmatura coscienza dellanecessità della rivoluzionecomunista.

Essa non sarà il risultato disogni utopistici, non sarà ilfrutto della protesta moralisticacontro l'”ingiustizia” dideterminati rapporti sociali.L'avvento del comunismo sarà ilprodotto del “movimento realedella storia” volto a rovesciare“lo stato di cose esistente”.Avverrà quando lo sviluppo deimezzi di produzione saràentrato nel massimo contrastocon la forma dei rapporti socialie il processo di accumulazionecapitalistica avràcompletamente espropriato laclasse operaia.La critica dell'economia politicadiventerà, per Marx, l'impegnodi tutta una vita, insiemeall'attività rivoluzionaria chefarà di lui il maestro e ildirigente del proletariatointernazionale del suo tempo,attività che culminerà nellafondazione, nel 1864,dell'Associazione Internazionaledegli Operai (la PrimaInternazionale).

***I primi elementi di questacritica dell'economia politica sitrovano già nei “Manoscrittieconomico-filosofici” del 1844,nei quali non è più la “coscienzaumana” che viene considerataalienata (come nei giovanihegeliani e in Feuerbach), ma è ilproletariato che vieneconsiderato come classealienata nel processo stesso delsuo lavoro:“Noi partiamo da un fattodell'economia politica, da unfatto attuale. L'operaio diventatanto più povero, quanto piùproduce ricchezza, quanto più lasua produzione cresce inpotenza ed estensione.

9marzo 2018

Alienazione e marxismo

continua a pag. 10

2018 - BICENTENARIO DELLA NASCITA DI MARX2018 - BICENTENARIO DELLA NASCITA DI MARX

Page 10: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

marzo 201810

Curare costantemente la formazioneUno degli obiettivi fondamentalidella nostra attività è laformazione di militanti e diquadri marxisti-leninisti diestrazione proletaria. Si trattadel fondamento del futuroPartito. Dunque un lavoroinsostituibile e di importanzatrascendentale, un compitoimmediato e permanente. Ma cosa significa formare unquadro? Quanto dura questolavoro? Per i comunisti non esiste unquadro finito, perfetto. Nonpossiamo ritenercierroneamente già auto-realizzati per quel poco o quelmolto che conosciamo delmarxismo-leninismo. Nonsiamo dei saputelli e perciò lanostra formazione deve esserequotidiana e continua. Il comunista è un materialistadialettico e, come tale,comprende che tutto sitrasforma incessantemente. Di conseguenza non ci si puòmai accontentare di quello chesappiamo, non si può guardarealla realtà e ai fenomeni politiciche si producono

costantemente pretendendo diandare avanti come se niente dinuovo succeda, come se tuttosia già stato detto. Questo atteggiamento sbagliatoporta ad agire in manierameccanica, con l’evidenterischio di trovarsi sfasati nelmomento politico e applicare“ricette” valide in ognicircostanza. Il comunista è un serioricercatore sociale e scientifico,con un elevato livello culturaleche gli permette avere unavisione multilaterale deifenomeni e pertanto realizzareuna valutazione più chiara eobiettiva della realtà. E’ unelemento attivo nello scenariodella lotta di classe, edattraverso l’attività pratica,condotta alla luce delle leggi disviluppo della società, verifica lagiustezza della teoriarivoluzionaria. I quadri, i militanti comunisti,hanno l'obbligo di studiare, dianalizzare la realtà concreta ecomprendere lo scenariopolitico per definire la manieracorretta di agire, avendo

presente la necessità diaccumulare forze per ilraggiungimento dei nostriobiettivi rivoluzionari. Da ciò emerge con chiarezzache lo studio della teoria, delmarxismo leninismo, e dellarealtà economica, politica esociale del nostro paese èfondamentale in questoprocesso che porta a migliorarela qualità dei compagni. Una migliore e più profondaconoscenza della teoriamarxista-leninista è

indispensabile per una praticarivoluzionaria di qualità edefficiente. Suggeriamo a tutti i compagni,specie i più giovani, di avvalersidello studio del seguente testodi Stalin: “Materialismodialettico e materialismostorico” (1938). Chi ha difficoltà a reperirlo ciscriva.Anche per altre esigenze diformazione teorica invitiamo icompagni a mettersi in contattocon la redazione.

segue da pag. 9 - Alienazione e marxismoL'operaio diventa tanto più abuon mercato quanto più creadelle merci. Con la messa invalore del mondo delle cosecresce in rapporto diretto lasvalutazione del mondo degliuomini”.E' il processo di alienazione dellavoro:“Il lavoro produce meraviglieper i ricchi, ma produce lospogliamento dell'operaio. […]Produce palazzi per i ricchi, macaverne per l'operaio. Producebellezza, ma deformità perl'operaio. Esso sostituisce illavoro con le macchine, marespinge una parte deilavoratori a un lavoro barbarico,e riduce a macchine l'altraparte”.Tuttavia nel 1844 questa analisi,per quanto acuta nei suoicontenuti, presenta ancora lastessa struttura dell'analisifeuerbachiana dell'alienazionereligiosa. E' lo stesso Marx asottolinearlo: “Come nella religione. Piùl'uomo mette in Dio, e menoserba in se stesso. L'operaio

mette nell'oggetto la sua vita, equesta non appartiene più a lui,bensì all'oggetto”.Il salto dialettico verso unaconcezione rigorosamentematerialistica non è, dunque,ancora compiuto: e ciò induceMarx a ritenere, nel 1844, che laproprietà privata non sia lacausa dell'alienazione dellavoro, ma sia invece laconseguenza di esso:“Nell'analisi di questo concettosi mostra che quando laproprietà privata appare comeragione e causa del lavoroespropriato, essa è piuttostouna conseguenza diquest'ultimo, così come gli dèisono in origine non causa, mabensì effetto dello smarrimentodell'intelletto umano”.Con il materialismo storicoavverrà nel pensiero di Marxun vero propriocapovolgimento. Mentre prima il giovanerivoluzionario credeva che solola liberazione dell'umanitàdall'alienazione avrebbe potutoaprire la strada alla

soppressione della proprietàprivata, ora egli comprende chela disalienazione potrà avveniresoltanto per effetto dellasoppressione della proprietàprivata.Lo affermerà lapidariamente,nel 1848, il Manifesto delPartito Comunista: “I comunistipossono riassumere la lorodottrina in quest'unicaespressione: abolizione dellaproprietà privata”.Sarebbe, tuttavia, erratocredere che il temadell'alienazione sia interamentescomparso dall'orizzonte delMarx maturo: esso riceve unanuova impostazione in sensomaterialistico nell'analisi diquell'essenziale aspetto dellaproduzione capitalistica dimerci che è il feticismo dellemerci (studiato a fondo nel“Capitale”), un feticismo pereffetto del quale i rapportieconomico-sociali fra gli uominiappaiono come rapporti fracose, incomprensibili senzal'ausilio di quella scienzarivoluzionaria che è la marxiana

critica dell'economia politica.

***

Il tema giovane-hegelianodell'emancipazione “umana”riapparirà, nel XXI secolo, inalcuni autori del cosiddetto“marxismo occidentale” (ilLukács di “Storia e coscienza diclasse”, anteriore all'autocriticadi questo libro da lui compiutanel 1967, Korsch, Marcuse,Kolakowski e altri, in funzioneantimaterialistica e, per alcuniautori, antileninista).Particolarmente negativo èstato, negli anni '60 e '70 delNovecento, il ruolo di Marcuse,che vide l'essenza dellamoderna alienazionenell'impiego della tecnica nelprocesso del lavoro. In quegli anni egli fu il mentore“filosofico” di un'interagenerazione di giovaniintellettuali piccolo-borghesiche fecero del tema della“disalienazione” il nutrimentodi un “rivoluzionarismo”idealistico e velleitario.

Page 11: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

marzo 2018 11

Pubblichiamo integralmente lareplica del compagno MicheleMichelino ad un articolopubblicato sullo scorso numero diScintilla. Ritenendo della massimaimportanza i contributi prodotti suquesto tema, ci incarichiamo disviluppare il confronto con unintervento che sarà pubblicatoprossimamente.

Sul numero 86 del febbraio2018 di “Scintilla”, sotto il titolo“Risposta a un articolostimolante”, i compagni diPiattaforma Comunistarispondono a un mio articolopubblicato nel numero digennaio 2018 di “nuova unità”dal titolo “Potere operaio eorganizzazione comunista”. Ringrazio i compagni per larisposta e il garbo con cuireplicano al mio articolo,aprendo un confronto sul chefare di chi oggi si dichiaracomunista. Confronto cheraccolgo volentieri.

I compagni di Scintillaconcordano su una serie dianalisi e affermazioni - inparticolare ” i pochi operai eproletari rivoluzionari,comunisti, sono costretti alavorare nel movimento dimassa, sindacale, sociale, divisifra loro, frazionati, dispersi eannacquati fra alcune decine diorganizzazioni che sidefiniscono “comuniste” senzaalcun confronto fra loro, alcundialogo, con gli operai spessoisolati anche nelle loroorganizzazioni”. E che occorre“cominciare a interrogarsi sulcome uscire dal pantano in cuisiamo caduti, come ricomporrela classe proletaria, la nostraorganizzazione politicarivoluzionaria”. E che “oggiserve una sola organizzazione diclasse proletaria anticapitalistaantimperialista dicombattimento, indipendente,non di mera rappresentanza”, e“un’unica grandeorganizzazione di classe che sipone l’obiettivo del potereoperaio”.

Ma essi si soffermano sull’ultimafrase del mio scritto cheafferma “Oggi il “che fare” è:quale deve essere il ruolo deicomunisti nel movimento di

massa attuale?”, ritenendo che“La domanda, così come èposta, rischia di far retrocedereil dibattito”.

Scrivono i compagni diScintilla:”E’ infatti proprio persvolgere un ruolo efficace nelmovimento operaio che icomunisti e gli operai diavanguardia devono essereorganizzati, devono disporre diuna propria organizzazioneindipendente e centralizzata,dotata di una teoriarivoluzionaria, non unassemblaggio o un eterogeneocoordinamento. Senza di essa èimpossibile condurre unapermanente propaganda eagitazione politica, chiamare lemasse operaie ad azionipolitiche, sviluppare lacoscienza politica della classe,fondere il socialismo scientificocol movimento operaio perdargli un orientamentorivoluzionario. Senza una solidaorganizzazione comunista, unembrione del partito basato sulmovimento operaio, non si puòuscire dal pantano dellaframmentazione e delconfusionismo ideologico, nonsi può svolgere un ruolo nellaclasse e nei suoi movimenti.Questo è il compitofondamentale dei marxistileninisti, il nostro “che fare” .

Cari compagni, come nonessere d’accordo con questaaffermazione di principio?Tuttavia non possiamoscambiare i nostri desideri conla realtà, ma dobbiamo partiredall’analisi concreta attualedell’imperialismo, delmovimento operaio, delle sueavanguardie rivoluzionarie e diquelle che si autoproclamano“comuniste”. Se in Italia la costruzione delPartito Comunista (sezionedell’Internazionale comunista) èstata agevolata e resa possibiledalla nascita della TerzaInternazionale fondata da Lenine dai 21 punti da essa stabiliti,oggi la classe operaia eproletaria mondiale è divisa efrazionata, come quella italiana,e non ha una sua organizzazioneinternazionale.

In questo quadro oggi in Italia ipochi operai e proletari

rivoluzionari presenti nei varipartiti e raggruppamenti che sidefiniscono comunisti sonofrazionati, divisi in varieorganizzazioni che spessosomigliano a sette, inconcorrenza fra loro, senzaalcun ruolo dirigente neanchenelle loro organizzazioni, chepure dicono di riconoscere ilruolo dirigente della classeoperaia cosciente nella lottacontro la distruzione delsistema capitalista e per ilsocialismo. I “comunisti”, autoproclamati eautoreferenziali, o s’ignorano operdono più tempo a litigare ecriticarsi a vicenda che a lottareconcretamente contro ilcapitale e il suo stato. Il cretinismo parlamentare dialcune di queste organizzazioninon solo porta acqua al sistemacapitalista facendo apparirepersino la dittatura dellaborghesia imperialista“democratica”, illudendo sestessi e le masse di potercambiare in modo“democratico” il sistema,partecipando ai giochinell’arena borghese, con scarsirisultati che demoralizzano - erendono ridicola anche la contadi quanti votano la falce emartello con i loro numeri dapresidio telefonico - le masseproletarie, i pochi sinceririvoluzionari che si cimentanosu questo terreno. Certo i comunisti non sonoastensionisti di principio ed iopenso che oggi non esistano lecondizioni per partecipare aelezioni, ma quei partiti oorganizzazioni “comuniste” chehanno deciso di farlodovrebbero almeno dire che lostato operaio o il “potere deilavoratori” non si può ottenere

con la croce sulle schedeelettorali perché quello cherivendicano i comunisti è lanegazione della democraziaborghese.

Molti operai che si definisconorivoluzionari e comunisti neiluoghi di lavoro godono fra iloro compagni di lavoro distima, considerazione e, inalcuni casi, anche di un seguito,dimostrando che, anche nellelotte di difesa, i migliorisindacalisti sono i rivoluzionari, icomunisti che sanno dirigere lelotte. L’esperienza e la praticadella fabbrica o dei luoghi dilavoro unificano le condizioni disfruttamento e costringe icomunisti di tutte le tendenze aconfrontarsi per lottare uniti eorganizzati nelle lotteeconomiche contro i padroni. La pratica della lotta di classes’incarica di dimostrare, agliocchi delle masse proletarie epopolari che partecipano allelotte, chi sono i parolai chestanno alla coda delmovimento, i grilli parlanti chesi limitano a pontificare senzaesporsi e chi invece si mette allatesta della battaglia,conquistandosi - oltre che lastima dei compagni di lotta -l’odio dei padroni e pagandonespesso un prezzo con denunce,arresti e licenziamenti. In altre parole lo scontro, ilconflitto di classe e l’esito dellalotta determinano anchel’esattezza o meno di una lineapolitica.

L’esperienza ci insegna chepochi quadri operai comunisti(in fabbrica o nel sociale)possono orientare e dirigere

Risposta a Scintilla

segue a pag. 12

Page 12: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

marzo 201812

interi movimenti di lotta;questo avviene già oggi anche inmancanza di un partito dellaclasse, anche se queste lotte -senza una strategia e un partitoche lotta per la distruzione delcapitalismo e per il socialismo -sono destinate a rifluire.

Scrivono inoltre i compagni diScintilla:Noi non pensiamo che sia ilmomento di proclamare lacostituzione del Partito, a causadi alcune ragioni, quali ladistanza esistente fra quello cheresta del movimento comunistae la classe operaia; la scarsità diquadri rivoluzionari proletari,etc. (se c’è chi pensa il contrariodeve dimostrarlo, per noncreare l’ennesimo partitocampato per aria).

Anche su questo non posso cheessere d’accordo. Ma, caricompagni, in mancanza di unpartito che formi i quadriproletari rivoluzionari, varicordato che i quadririvoluzionari non si formanosolo studiando sui libri ma nelfuoco della lotta di classe. Oggi la maggioranza delleorganizzazioni cosiddettecomuniste esistenti sulla piazzaItaliana è più attenta adapparire, autoproclamandosi,che ad agire nella classe,snobbando il duro lavororivoluzionario nella classeoperaia e proletaria - vivendocon loro le lotte, i picchetti, lalotta contro i licenziamenti ecc.- con la scusa che oggi ilproletariato è arretrato,dimenticandosi o non vedendoche, se oggi molti proletariragionano come i loro padroni,è solo perché quelli che siautoproclamano “avanguardie”della classe operaia in realtàsono avanguardia di altre classie di se stessi. Non può esistere alcunaorganizzazione comunista - etantomeno il partito comunistaavanguardia organizzata dellaclasse - se al suo interno lamaggioranza dei quadri e deimilitanti non sono operai eproletari.

A differenza di molti pseudo -rivoluzionari che predicano ilconflitto senza praticarlo, glioperai, anche quelli menocoscienti che vivono sulla loropelle giornalmente losfruttamento, si scontrano ogni

giorno, loro malgrado, contro ilcapitale, le sue istituzioni e ilsuo stato. A differenza di quelliche fanno i rivoluzionari neisalotti e nei centri sociali, oggigli operai coscienti anche senzauna loro organizzazionerivoluzionaria comunista, non siarrendono. Le contraddizionidel capitalismo generanocostantemente nelle classioppresse e sfruttate ribellioni econflitti, spontanei, spessolatenti, a volte pacifiche, altreviolente. Senza un partito, unavisione del mondo e unprogramma socialista che lottacontro la proprietà privata delmodo di produzione capitalistae considera lo sfruttamentodell’uomo sull’uomo un criminecontro l’umanità sono destinatia essere soffocate.

Infine i compagni di Scintillaterminano il loro scritto conuna proposta, e scrivono:…… Siamo invece convinti chevi sono le condizioni per darvita a un’organizzazionepreparatoria del partito cheagisca sulla base dei principi delcomunismo; che disponga di ungiornale politico combattivo delproletariato rivoluzionario, ilquale sviluppi una propaganda eun’agitazione a favore delleconcezioni e della praticacoerentemente marxiste-leniniste; che lavoriquotidianamente per unire ilsocialismo scientifico almovimento operaio, riunendo igruppi comunisti e gli operaid’avanguardia.

“E' d'accordo il compagnoMichele con questa nostraproposta? Da questo lavoro diconsolidamento ideologico eorganizzativo, dalla fusione disettori omogenei di proletaririvoluzionari che devonoradicarsi nella classe, sorgerà ilPartito che cresceràrapidamente nel momento incui la lotta di classe divamperàdi nuovo. Su ciò vale veramentela pena di confrontarsi e discontrarsi, altrimenti si torneràda capo alle fallimentariesperienze dei coordinamenti,dei fronti e delle retieclettiche.”

Formulazione di principio concui concordo, ma questo nonbasta. Per molti di noi, ledivisioni non sono oggi suiprincipi delmarxismo–leninismo in cui ci

riconosciamo, ma sulla loroapplicazione pratica. Il marxismo leninismo è unabussola che serve a orientarci eagire nella realtà in cui siamoinseriti per cambiarla, ma comeagiscono nella classe operaia enel movimento proletario imilitanti delle varieorganizzazioni che si dichiarano“comuniste”?La lotta teorica è importante edeterminante ma deve servire aguidare una praticaconseguente, non possiamocontinuare a comportarci comesette in concorrenza.Purtroppo oggi - per errori elimiti nostri e per capacità deinostri nemici - il movimentocomunista è frazionato e divisocome la classe operaia eproletaria, e addiritturacristallizza organizzativamentele divisioni sindacali e politicheesistenti nel proletariato. Se riconosciamo che Ilmarxismo–leninismo è la teoriadella liberazione dalla classeoperaia dallo sfruttamentocapitalista e una guida perl’azione, bisogna darsi deglistrumenti, trovare o costruireambiti e momenti di confrontoteorici e pratici.

Purtroppo la presunzione di chisi sente già partito e chiedel’adesione, l’annessione e lacritica e l’autocritica agli altrisenza mai mettersi indiscussione, continua aritardare l’unificazione dellaclasse e della sua avanguardia,compresa la ricostruzione di ununico partito della classeoperaia e proletaria, l’unicaclasse che se organizzatapassando “dalla classe in se allaclasse per se” è in grado didirigere e di costruire unblocco sociale con altre classisfruttate.Cominciare a discutere,

confrontarci, dividerci senecessario sulle tattiche, maunirci sulla strategia e suiproblemi e sulla storia delmovimento comunista èimportante. Tuttavia ancora piùimportante è unirsi nella lottacontro il capitalismo, control’imperialismo, non combatterein ordine sparso. E’ nella lottaper il socialismo - che per noicomunisti non significagenericamente potere ailavoratori, ma la dittatura delproletariato - che oggipossiamo fare i primi passi perrompere le gabbie el’isolamento in cui siamoconfinati. Oggi, in particolare in Italia, ilproblema di quelli che siconsiderano comunisti non èsolo quello di unirsi sui principi,importantissimi e determinanti,ma è il confronto su come siapplicano i principi delcomunismo nella realtà delloscontro delle classi.

Oggi il primo passo perrompere le divisioni e laconcorrenza fra “comunisti” èquello di costruire ambiti perdiscutere e confrontarci comemilitanti su come leorganizzazioni che sidefiniscono comunisteintervengono nella classeoperaia e proletaria, con qualeagitazione e propaganda, suquali parole d’ordine e obiettivi.Confrontarsi su questo significacominciare a rompere i muriche impediscono un correttoconfronto politico nell’interessedelle lotte su obiettivi condivisi:è questo, secondo me, il primopasso per arrivare, come voisostenete, a “dar vita aun’organizzazione preparatoriadel partito”.

Saluti Michele Michelino

Page 13: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

13marzo 2018

Nei dibattiti e nelle polemichepubbliche degli ultimi mesi unodegli argomenti principesollevato dagli elementioscillanti e dagli opportunistiper giustificare le loro scelteelettoraliste esocialdemocratiche è statoquello dell’impossibilità dellarivoluzione. Questo concetto vienedeclinato in modi diversi, aseconda delle correnti e dellesottocorrenti in cui essi sidividono: impossibilità a breve-medio termine, impossibilità neipaesi imperialisti, impossibilitàin un solo paese, impossibilitàper via dell’arretratezza dellemasse, impossibilità in assoluto. Qualsiasi sia la ragione di taleimpossibilità il risultato èsempre lo stesso: il sostegno aprogrammi politici e elettoraliriformisti, l’elettoralismo piùsquallido, la sostituzionedell’obiettivo della rivoluzioneproletaria con quello di una“rivoluzione democratica”, darealizzare attraversorivendicazioni e parole d'ordinecompatibili col sistema vigente.In altre parole, si abbandonano iprincipi del comunismo e ladifesa degli interessifondamentali della classeoperaia per pretesi vantaggitemporanei.Come abbiamo più voltescritto, la comprensione dellecondizioni storiche in cuilottiamo e ci organizziamo hauna grande importanza per tuttigli aspetti del nostro lavoro.Oggi siamo in una situazione“asimmetrica”, in cui c’è unarelazione inversamenteproporzionale fra le sviluppatepremesse oggettive dellarivoluzione socialista el’arretratezza del fattoresoggettivo della rivoluzione(livello di coscienza e diorganizzazione della classeoperaia, etc.). L’arretratezza di questo fattoreè dovuta alla sconfittatemporanea del socialismo edel movimento rivoluzionariodella classe operaia,determinatasi conl’affermazione del modernorevisionismo. In questa situazione nessuncomunista del nostro paese che

abbia un minimo di cervellopone oggi “all'ordine delgiorno” la questione dellarivoluzione proletaria e dellalotta diretta per il potere. Non siamo infatti in presenza diuna situazione rivoluzionaria,che rende possibile enecessario il trasferimento delpotere dalla borghesia alproletariato grazie all’azione delfattore soggettivo. Tuttavia Lenin ha più voltericordato che, anche quando -come oggi – ci troviamo in unasituazione obiettivamente non-rivoluzionaria, è compito deicomunisti svolgereincessantemente e in ognioccasione propaganda eagitazione per la rivoluzioneproletaria, per conquistare lamassa operaia a questaprospettiva sicura, perprepararla e organizzarla a talescopo. I comunisti (m-l) non hanno mainegato la lotta per le riforme,non contrappongono riforme erivoluzione, ma subordinano lalotta per le riforme vantaggioseper la classe operaia alla lottaper la rivoluzione, usano leriforme per favorire laconquista rivoluzionaria delpotere politico. Cosa fanno invece gliopportunisti, specialmente lapiccola borghesiaradicaleggiante? Quando la rivoluzione non èall’ordine del giorno, i radicalipiccolo borghesi che altalenanocostantemente fra la borghesiae il proletariato si distinguonoper adottare posizioni attesistee disfattiste (“la rivoluzione èirrealizzabile”, “non c’è nulla dafare”, etc.). Si gettano a capofitto nelcretinismo elettorale eparlamentare, si impegnanonelle vertenze economichesenza alcun legame con gli scopirivoluzionari, lottano per alcuneriforme fine a se stesse (di quila deviazione riformista). Non si sforzano di renderecosciente il proletariato dellasua forze, della sua funzionestorica e delle vie che deveseguire per conquistare ilpotere, non si misurano colproblema della creazione degliistituti rappresentativi propri

della massa stessa e dell’azionedelle masse proletarie, ma siadattano (e vogliono che glioperai si adattino) agli interessifondamentali della classedominante, si limitano alleriforme rinunciandoesplicitamente alla lottarivoluzionaria per latrasformazione della societàcapitalista in società socialista. Le specifiche condizioni in cuiagiamo purtroppo favorisconomomentaneamente questetendenze, in cui si esprime ilnullismo riformista. Si è infatti verificata unamultiforme e ingente perditadelle esperienze, delleconoscenze, delle capacitàaccumulate nei decenniprecedenti, comprendendo inciò l’abbandono temporaneodella prospettiva dellarivoluzione socialista da partedi ampi settori della classeoperaia. Di conseguenza gran parte dellelotte odierne si sviluppanodentro l’orizzonte capitalistico,senza un riferimentoall’abolizione dello stato di cosepresente.Ciò nonostante, il corso dellacrisi generale del capitalismoprocede, il sistema vigentediventa più irrazionale, ingiustoe prossimo alla fine. Il contrastotra i rapporti di produzioneborghesi e il carattere socialedelle forze produttive, chedetermina crisi economichedistruttive e sempre più gravi,costituisce la base economicadella rivoluzione sociale,destinata a distruggere irapporti attuali di produzione ea crearne di nuovi, conformi alcarattere delle forzeproduttive. Il capitalismo è sempre più uninvolucro che soffoca la societàe la natura, una catena che iproletari e i popoli aspirano aspezzare per vivere in unasocietà diversa e migliore. Larivoluzione socialista èstoricamente più necessaria eattuale che mai! In questa situazione anche nelnostro paese, dove esistono dadecenni le condizioni oggettiveper la vittoria della rivoluzionedel proletariato, è compito deicomunisti aiutare gli operai e

tutti gli sfruttati a convincersi,attraverso le loro stesseesperienze di lotta, dellanecessità della conquista delpotere politico da parte delproletariato, con l’instaurazionedella sua dittaturarivoluzionaria. Non con illusori “programmiminimi” e “controlli dal basso”,non con ilsocialdemocraticismo, ilpacifismo, il parlamentarismo,non con l’illusorio obiettivo dimigliorare l’imperialismo, maattraverso tutto un lavoro diagitazione e di propaganda. Unlavoro guidato dallaconsapevolezza che sotto ilregime capitalistico non èpossibile migliorare in modopermanente la condizione dellemasse proletarie, che ci vuole larivoluzione socialista, dapreparare e organizzare fin daoggi. Tutto il resto è volgareriformismo.

La “rivoluzione impossibile”, alibipermanente dell’opportunismo

ScintillaOrgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Periodico mensile.Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012

Dir. resp. E. MassiminoRedaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Editrice Scintilla OnlusChiuso il 12.3.2018 - stampinprop.

Per contatti e contibuti:

[email protected]@yahoo.it

ABBONATEVI ALLA STAMPA COMUNISTA

con soli 20 euro annui!Abbonamenti, contributi

volontari e sottoscrizioni: versate su c.c.p.

001004989958 intestato aScintilla Onlus

Page 14: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

14 marzo 2018

Gli squilibri climatici di un sistema da abbattere al più presto L’ondata di calore senzaprecedenti registrata nelleultime settimane nell’Artico (inGroenlandia le temperaturesono state di 20 gradi sopra lanorma), con il conseguentescioglimento dei ghiacci marini -un fenomeno che è in relazionecon l’ondata di freddo che hacolpito l’Europa - è unamanifestazione di un processo, ilcambiamento climatico delpianeta, che accelera in modonon lineare. L’emergenza climatica è unadrammatica realtà, anche se imedia borghesi tendono adoccultare il problema. Secondola comunità scientifical’aumento delle temperaturemedie sulla superficie dellaTerra registrate negli ultimidecenni, sono dovuteall’incremento delle emissioni digas serra, come il CO2,derivanti dall’utilizzo deicombustibili fossili (petrolio,carbone, gas naturali cheattualmente forniscono circal’85% del fabbisogno energeticomondiale) e dalladeforestazione.Il cambiamento climatico è soloun aspetto della più ampia crisiecologica, che comprende altrifenomeni come l’acidificazionedegli oceani, la distruzione dellostrato di ozono, la trasgressionedei limiti dei cicli dell’azoto edel fosforo, la rottura del ciclodelle acque, la perdita dellabiodiversità, etc. Tutte queste manifestazionidella crisi ecologica derivanodall’attività trasformatricedell’essere umano, dal processoproduttivo e dalle sueconseguenze. Dunque le causedelle modificazioni climatiche eambientali devono esserericercate nell’attuale strutturaeconomica.Non c'è dubbio che il massimoresponsabile del crescentedegrado della natura è l’attualemodo di produzionecaratterizzato dall’incessanteaccumulazione, volta allaspasmodica ricerca del profitto,e da una logica predatoria neiconfronti dell’uomo e dellanatura.Nella nostra epoca i monopolicapitalistici, per assicurarsi ilmassimo profitto sfruttano a

sangue i lavoratori esaccheggiano i popoli, rapinanole risorse naturali e produconoimmense e indiscriminatequantità di merci, senza curarsidegli effetti della loro attivitàsulla popolazione e sulla naturastessa, che riducono a unimmondezzaio di rifiuti (specienei paesi dipendenti usati comepattumiere mondiali).La molla della produzionecapitalista è il profitto, che sirealizza seguendo le leggi che ilcapitale impone alla società peraccrescersi continuamente. Ciòsignifica produzione e vendita diuna massa sempre più grande dimerci. Sul piano ecologicoquesto si traduce in aumentodel degrado.Nel suo stadio monopolistico ilcapitalismo è una macchina chetende costantemente allasaturazione dei mercati e allasovrapproduzione; che produceimmense quantità di merciinutili, dannose e di lusso peruna minoranza di ricchi, cherealizza merci dall’obsolescenzaprogrammata per aumentare levendite, che è caratterizzatadagli sprechi economici, dallegigantesche spese militari eimproduttive, dal parassitismo. L’irrazionalità e l’inefficienza diquesto sistema moribondodeterminano l’uso di enormiquantità di energia e di risorsenaturali, la produzione di massedi rifiuti che non possonoessere assorbite dall’ambiente.I capitalisti si preoccupano solodei risultati pratici piùimmediati della produzione, nondi quelli a lungo termine sullasocietà e la natura. I costi socialie ambientali non sono costiproduttivi di plusvalore per icapitalisti, pertanto nella lorologica non c’è ragione persopportarli. Invece di seguire leraccomandazioni degliscienziati, i monopolicapitalistici sono pronti adapprofittare degli stessi danniambientali che provocano purdi ottenere nuovi profitti (ad es.si approfitta del disgelo delpermafrost per estrarremetano, dello scioglimento deighiacci polari per nuove rottecommerciali, etc.).In governi borghesi, che fanno

gli interessi dei capitalisti, nonsono in grado di porre unargine al problema delsurriscaldamento globale.Riprova ne è che è stato giàraggiunto l’aumento di duegradi che i governi avevanopromesso di non superare.Sono corresponsabili in pienodei danni all’ecosistema e algenere umano.Avanzando la produzione el’accumulazione capitalista siriduce sempre più lo “spazioecologico” che permette la vitadel genere umano e dinumerose altre specie. La legge generaledell’accumulazione capitalisticaè allo stesso tempo la leggegenerale della crescentedevastazione ambientale eumana.La realtà dimostra che ilcapitalismo è incompatibile conil fragile ecosistema del pianeta,che la borghesia è incapace diutilizzare razionalmente le forzeproduttive e pertanto non puòtrovare soluzione al problemaambientale. Sono i rapporti diproduzione capitalistici, basatisullo sfruttamento dell’uomo edella natura, a impedirlo. Il punto di partenza per unasoluzione del problemaecologico sta dunque nellacomprensione dellecontraddizioni fondamentalidell’attuale modo diproduzione, che sono alla basedi quella trasformazionerivoluzionaria di tutta la societàdestinata a distruggere irapporti attuali di produzione ea crearne di nuovi, conformi alcarattere delle forzeproduttive.Il surriscaldamento del pianetaè una manifestazione dellecontraddizioni intrinseche alcapitalismo sul piano delrapporto uomo-natura.

Per risolvere questecontraddizioni reali èindispensabile abbatterel’attuale modo di produzionecon la rivoluzione sociale delproletariato e socializzare imezzi di produzione (terre,foreste, acque, sottosuolo,materie prime, strumenti dilavoro, edifici destinati allaproduzione, mezzi di trasportoe di comunicazione, ecc.). Senza la proprietà e il controllosociale delle fonti di energia edei combustibili, dei sistemienergetici (produzione,trasmissione, distribuzione econsumo dell’energia), senza lanazionalizzazione socialistadelle industrie, non può esservisoluzione del problemaenergetico e ambientale. Solo il socialismo proletariopuò realizzareun’organizzazione coscientedella produzione sociale nellaquale si produce e sidistribuisce secondo un piano,si regola razionalmente loscambio materiale fra gli esseriumani e la natura, si ristruttural’economia sulla basedell’utilizzo di energiarinnovabile.L’evoluzione storica e lecondizioni ambientali rendonoogni giorno più indispensabile, epiù realizzabile, un nuovo e piùelevato ordinamento sociale suscala internazionale. La classe operaia e i popolioppressi devono perciò agire inogni paese per abbattere ilmoribondo capitalismo con lalotta politica rivoluzionaria, percreare un mondo migliore,diverso e vivibile, risolvendol’antagonismo fra gli esseriumani e fra di essi e la natura. La lotta per il Partito devericevere da questa ineludibilenecessità nuova linfa e nuovimilitanti.

Page 15: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

Facciamo sentire la nostra voce in tutto il mondo!

marzo 2017 15

Questo è un appello allegiovani e ai giovani progressisti,ribelli, democratici,rivoluzionari, antifascisti eantimperialisti che in tutti icontinenti lottano per miglioricondizioni di vita, difendono idiritti conquistati e cercano uncambio fondamentale di questosistema ingiusto. Ai giovani delmondo che hanno detto Stopalla guerra! Stop allacorruzione! Niente piùrazzismo! Niente piùsfruttamento! Niente piùoppressione per la donna! eoggi, con l'arrivo di DonaldTrump alla Casa Bianca, stascendendo nelle piazze peropporsi alla politica imperialistae fascista che avanza nelmondo.Il sistema capitalista oggi non èin grado di garantire lavoro,istruzione, salute e altri diritti;al contrario, sta crescendo ladestabilizzazione economica,politica e sociale; milioni diesseri umani vivono unaterribile realtà mondiale diguerre in Medio Oriente; dimassicce migrazioni in Europa;di carestie in Africa; didisoccupazione di massa; di

disastri ecologici e di eccessivoaumento della violenza fisica edeconomica contro la classeoperaia.Per questo motivo, noi giovani,uomini e donne solidali con lecause dei nostri popoli, dispostia organizzarci per costruire unasocietà democratica e senzaclassi sociali, chiamiamo igiovani in ogni angolo delmondo ad unirci e lottare;cerchiamo di essere una solavoce e un solo pugno contro losfruttamento e l'oppressione,diciamo con decisione libertà epace con giustizia sociale per inostri popoli.In questo momento storico incui il popolo del Messicocontinua a combattere controun regime decadente,responsabile della massicciarepressione contro il popolo diNochixtlán, Oaxaca e dellasparizione forzata dei 43studenti di Ayotzinapa, staguadagnando forza il bisogno diunità e la chiamata a scenderein strada nel quadro delleelezioni presidenziali del 2018;per tutto ciò lanciamo questoappello per realizzare il XXVICampeggio Internazionale della

Gioventù Democratica,Antifascista e Antimperialistadal 31 luglio al 5 agosto 2018 aCittà del Messico. Affratelliamole nostre lotte in un solofronte, su un fronte insieme allelavoratrici e ai lavoratori, icontadini e le popolazioni

indigene.Per la pace e la liberazionesociale, sviluppiamo l'unità e lalotta della gioventù!Maggiori informazioni:www.cijdaa.mlhttps://www.facebook.com/cijdaa/ I giovani interessati ci scrivano!

I nostrani sostenitori del“socialismo del XXI secolo” sisono ben guardati dalcommentare il risultato deireferendum che si sono svoltiin Ecuador dello scorso 4febbraio, che con una“goleada” di 7 a zero hannoripudiato Correa e il suosistema fatto di autoritarismo,corruzione e repressione deirivoluzionari e dei combattentipopolari, realizzata attraversomontature e provocazioni. Con il trionfo referendario, trale altre cose, è stata impeditala “rielezione indefinita” delpresidente della repubblica, unobiettivo di Correa e della suacricca di vendutiall’imperialismo yankee eall’imperialismo cinese.E’ una vittoria che appartieneal popolo, non alle destre.Sono state le masse proletariee popolari, le loroorganizzazioni che hanno

resistito e hanno affrontatonell’ultimo decennio nellepiazze, nei luoghi di lavoro,nella montagna, nella selva,nelle scuole il regime correistae la sua falsa “rivoluzionecittadina” (con cui si èingrassata la vecchia borghesiae i nuovi ricchi), a determinarein modo unitario la sconfittastrategica del correismo e diAlianza Pais, il partito delcaudillo spaccato in due fazionie che ora è in caduta libera.Una vittoria che ha riflessiinternazionali perchè ilcosiddetto “socialismo del XXIsecolo” è stata una delle armiideologiche e politiche con cuisettori di borghesia e dipiccola borghesia e i lorointellettuali “progressisti”hanno combattuto ilmarxismo-leninismo negliultimi decenni. Con le balle sulla “democraziapartecipativa”, la “economia

equivalente” e i “governialternativi”, con la negazionedella rivoluzione socialista edella dittatura del proletariato,hanno fornito la ciambella disalvataggio alla screditatasocialdemocrazia e alrevisionismo in bancarotta.Purtroppo per loro, laciambella si è bucata.Ma torniamo nel paese andino,Come chiariscono i compagnidel Pcmle e di Unidad Popular,la vittoria nei referendum nonè un assegno in bianco algoverno del “tollerante”LeninMoreno, un ipocritacorresponsabile delcorreismo. Un ciclo si è chiuso. Ora laparola è di nuovo allamobilitazione per garantireche la volontà popolareespressa nella consultazionesia attuata senza ritardi esenza amputazioni. Le organizzazioni operaie e

popolari sono attive, vigilano elottano affinché il correismosia sepolto definitivamente,che i corrotti siano puniti, cheil modello politico e le leggiantipopolari siano abolite, chegli esecutori delle politicherepressive siano sanzionati. Allo stesso tempo esigonodall’attuale governo risposteconcrete ai problemi piùurgenti delle masse,difendendo i loro diritti e leloro libertà, rivendicando chesi attuino i provvedimentidecisi con i referendum. I popoli dell’Ecuador esigonofatti non parole, perciò nuovebattaglie politiche siavvicinano, per la liberazionedalla dipendenzadall’imperialismo e lacostruzione del poterepopolare per porre fine a tuttele forme di sfruttamento, dioppressione e didiscriminazione.

XXVI Campeggio Internazionale della Gioventù Democratica, Antifascista e Antimperialista

La disfatta del correismo

Page 16: Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintillapiattaformacomunista.com/scintilla_87_mar_18_web.pdfle elezioni aprendo le porte al populismo e al leghismo, che raccolgono il malcontento

marzo 201816

NO alla NATO, NO alla guerra!

Aderente alla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Appello per azioniinternazionali contro ilvertice NATO, Bruxelles,11-12 luglio 2018.

Fare di nuovogrande la pace!

Mentre il mondo diventa ognigiorno più pericoloso, ilbisogno di un'azione per lapace non è mai stato cosìvitale. Con il crescere delmilitarismo, il bisogno diun'alternativa popolare globaledi giustizia, di sostenibilità e dipace non è mai stato cosìimpellente. Dopo l'ultimovertice NATO del 2017abbiamo assistito aun'escalation di retoricanucleare fra Trump e la Coreadel Nord e a un frequentediscorrere sulla possibilità diuna terza guerra mondiale.Non è una situazionetollerabile per l'umanità vivereall'ombra dell'annientamento, enoi popoli del mondorifiutiamo questo linguaggio diguerra.

Chiamiamo tutti i cittadini etutte le organizzazioni amantidella pace a dimostrare il lorodesiderio di pace inoccasione del prossimoVertice NATO che si terrà aBruxelles nel Luglio 2018.

La NATO preme sui suoimembri affinché spendano il 2%del PIL per i bilanci militari alloscopo di finanziare nuoveguerre e aggressioni. Gliinteressi economici delcomplesso militar-industrialesono ben tutelati da quando glialleati NATO hannoconcordato di destinarealmeno il 20% delle spese perla difesa a maggioriattrezzature. A partiredall'ultimo anno questo èdiventato un obbligo per lamaggior parte dei membridell'Unione Europeanell'ambito del PRESCO(Permanent StructuredCooperation), benché gli Statimembri dell'UE siano soggetti arigorose politiche di austerità.

Resistiamo a ulterioriaumenti delle spese militari adetrimento della sicurezzasociale e dei servizi pubblici.

Gli Stati Uniti hannoannunciato un programma diun trilione di dollari per una“modernizzazione” delle arminucleari che comprende armipiù “utilizzabili”. Ciò conduce aun nuovo atteggiamentonucleare per accrescere icontesti nei quali saranno usatele armi nucleari. Continua,inoltre, il ruolo della NATOcome alleanza ad armi nucleari,con bombe nucleari B61, checorrentemente vengonopotenziate a B61-12, anche perrenderle più “utilizzabili”. Essesono stazionate in cinque paesid'Europa: Belgio, Germania,Paesi Bassi, Italia e Turchia. Vi èuna forte opposizione allostazionamento di queste armiin Europa, anche da parte deigoverni di alcune delle nazioni“ospitanti”.

Opponiamoci al ruolonucleare della NATO e a tuttele armi nucleari.Sollecitiamo i nostri governia firmare il trattato per lamessa al bando delle arminucleari e ad agire per ildisarmo nucleare.

Continua l'espansione dellaNATO. Nel luglio 2017 iIMontenegro è statoconfermato come 29° membrodell'alleanza, nonostantel'opposizione della schiacciantemaggioranza nel paese. Anchela Bosnia-Erzegovina stanegoziando il suo ingressonell'alleanza. Questa continuaespansione ha contribuito allatensione internazionale, poichéla Russia si vede sempre piùcircondata da basi USA eNATO.

Continuiamo ad opporci alladestabilizzante espansionedella NATO.

Le azioni e la retoricaincendiaria della NATOcontinuano ad accrescere latensione con la Russia: lacrescente presenza dellaNATO nella regione è stata unadelle principali ragioni delconflitto fra la Russia e laGeorgia nel 2008 e dellacontinua crisi in Ucraina. LaNATO ha di recente aggravatola situazione annunciandol'installazione di nuove basi

nell'Europa orientale.Contingenti di truppe sonogiunti in Estonia, Lituania,Lettonia e Polonia nel corsodel 2017. L'Unione Europea sista legando sempre più allaNATO. La creazione delPESCO è solo l'ultimo segnaledella rapida e pericolosamilitarizzazione dell'UE comepilastro della NATO.

Opponiamoci alla crescentemilitarizzazione dell'Europa,alla cosiddetta Politica diDifesa Europea, alla spintadella NATO verso una nuovaguerra fredda.

Prosegue la guerra della NATOin Afghanistan: cominciata daBush nel 2001 come primopasso della sua “guerra alterrorismo”, essa continuaancora: la più lunga guerra dellastoria degli Stati Uniti, checoinvolge tutti i paesi aderentialla NATO. Condottaapparentemente perestromettere i Talebani edistruggere al-Qaeda, essa hacontribuito a creare erafforzare le condizioni per ilsorgere ininterrotto diorganizzazioni terroristiche edi forze combattenti ad esseassociate. Questa “guerra alterrorismo” calpesta il dirittointernazionale e dà carta biancaa ulteriori interventi.

Chiediamo che sia posto finea questa guerra eall'intervento militare dellaNATO.

Il cosiddetto impegno dellaNATO per la pace e la stabilitàè menzogna. Le armi nucleari, le

spese militari e la politica diintervento non possono maiessere al servizio della pace, masolo al servizio della violenza edella guerra. Le basi, le attività ei sistemi d'arma della NATOsono un'importante fonte diinquinamento. La sua “guerra alterrorismo” è responsabile diinnumerevoli vittime, didistruzioni e dislocazioni,dando origine a ondatemigratorie di gente che cercasalvezza e sicurezza.In tutto il mondo la gente habisogno di una vera pace, chesignifica giustizia sociale,sicurezza ambientale, ugualeaccesso alle risorse, calorosaaccoglienza a tutti coloro chefuggono dalle guerre edall'oppressione.

Chiediamo il disarmo per losviluppo.

Nel nome della pace e delfuturo dell'umanità, facciamoappello per azioni coordinatea livello mondiale che sisvolgano venerdì 2 luglio alleore 5 pomeridiane alla vigiliadel Vertice NATO, in appoggioalla dimostrazione, alcontrovertice e a tutte lepacifiche proteste che avrannoluogo durante il vertice.

La nostra richiesta ai nostrigoverni è chiara: dobbiamouscire dalla NATO e la NATOdeve essere sciolta.Bruxelles, 27 Gennaio 2018.

Questo appello è statoconcordato dai partecipanti allaprima riunione preparatoria delleazioni da svolgere contro il VerticeNATO del 2018 a Bruxelles.