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Una svista piuttosto buffa. I mesi dell’anno sono 12, ma SAI8 dal 17-04-2009 al 30-04- 2010 è riuscita a fatturare, in 4 successive bollette, ben 19 mesi di noleggio del contatore! Complimenti! E’ anche vero che nelle ultime due fatture ha continuato a segnare le cosiddette “quote utenza” e, contemporaneamente, la voce “a dedurre quote utenza”, correggendo almeno questo. PAG. 4 (Rossitto) Sabato 2 Ottobre 2010 Anno 2, n. 27 • Settimanale gratuito di fatti e di opinioni • Reg. Trib. di Siracusa n°1509 del 25/08/2009 • E-mail: [email protected] • Direttore: Franco Oddo • Vicedirettore: Marina De Michele edizione online: www.lacivettapress.it “Procura e Corte dei Conti indaghino” PAG.10 GO BIKE Il Vescovo visita il Club degli Amici PAG.16 (Privitera) SERATA DI GALA “La ministra sulle varianti esca dal vago” PAG.11 DI GIOVANNI “Mi auguro che l’interesse pubblico possa prevalere specie a Siracusa”. A PAG. 10 Aree T1 e T2 Gabrielli Giorno 9, affronterà le pa- tologie dei bimbi fuori dal grembo materno. A PAG. 14 (Collura) Convegno Nati prematuri Un comitato ha ripulito la villa comunale che era ri- dotta in uno stato pietoso. PAG. 13 La ramazza Melilli In dodici mesi SAI8 ne fattura 19 di noleggio del contatore Tantissimi i motivi di malcontento in tutti i comuni della provincia. E l’ATO tace Il Comune ha deciso di rivedere le tariffe e con delibera di Giun- ta ha approvato quote talmente alte da scatenare una vera e pro- pria rivolta dei genitori. Queste tariffe sono ancora in fase di elaborazione ma comunque si prevedono aumenti del doppio e in alcuni casi anche del triplo. PAG. 2 Refezione, tariffe al 300% Il PD presenta proposte 142 milioni di debiti Garozzo: “Una voragine che fa paura” PAGINA 3 (De Michele) BILANCIO COMUNALE Lombardo ter, per il PD niente è più come prima Il Presidente Lombardo ha ac- cettato l’orientamento del PD e ha dato vita a un governo che rappresenta una profonda di- scontinuità col passato e apre la via a una nuova sperimenta- zione politica che fa guardare all’avvenire con un certo ot- timismo, non nascondendo le molteplici insidie politiche e giudiziarie. In sostanza, niente è più come prima. Siamo oggi in una nuova esperienza poli- tica per la Sicilia ma che può avere significativi riflessi nella politica nazionale. Sarà il nuovo governo all’al- tezza delle coraggiose scelte politiche che sono maturate rompendo i precedenti equili- bri tra i partiti e al loro inter- no? I prossimi mesi ci daranno una precisa risposta. A PAG. 11 (Nicita) PRIMO PIANO NINO GOZZO L’UE valuti l’intesa col Marocco AGENDA 2000 Otto miliardi di spesa senza lo sviluppo previsto TRADIMENTO Terapia di coppia per un nuovo rapporto AMENTA Sul distretto turistico lavora una èquipe universitaria 7 4 14 5 Catacombe di S. Lucia Un lago permanente pagine 8-9 (Privitera) Il gran “regalo” del signor Frontino pagina 5 (De Michele) Ferrovie smantella pag.6 (Festa) Il gran “regalo” del signor Frontino pagina 5 (De Michele) Catacombe di S. Lucia Un lago permanente pagine 8-9 (Privitera) Ferrovie smantella pag.6 (Festa)

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Una svista piuttosto buffa. I mesi dell’anno sono 12, ma SAI8 dal 17-04-2009 al 30-04-2010 è riuscita a fatturare, in 4 successive bollette, ben 19 mesi di noleggio del contatore! Complimenti! E’ anche vero che nelle ultime due fatture ha

continuato a segnare le cosiddette “quote utenza” e, contemporaneamente, la voce “a dedurre quote utenza”, correggendo almeno questo.

PAG. 4 (Rossitto)

Sabato 2 Ottobre 2010Anno 2, n. 27• Settimanale gratuito di fatti e di opinioni • Reg. Trib. di Siracusa n°1509 del 25/08/2009

• E-mail: [email protected] • Direttore: Franco Oddo • Vicedirettore: Marina De Michele

edizione online: www.lacivettapress.it

“Procura eCorte dei Conti

indaghino”PAG.10

GO BIKEIl Vescovo

visita il Clubdegli Amici

PAG.16 (Privitera)

SERATA DI GALA“La ministrasulle varianti

esca dal vago”PAG.11

DI GIOVANNI

“Mi auguro che l’interesse pubblico possa prevalerespecie a Siracusa”.

A PAG. 10

Aree T1 e T2Gabrielli

Giorno 9, affronterà le pa-tologie dei bimbi fuori dal grembo materno.

A PAG. 14 (Collura)

ConvegnoNati prematuri

Un comitato ha ripulito la villa comunale che era ri-dotta in uno stato pietoso.

PAG. 13

La ramazzaMelilli

In dodici mesi SAI8 ne fattura19 di noleggio del contatore

Tantissimi i motivi di malcontento in tutti i comuni della provincia. E l’ATO tace

Il Comune ha deciso di rivedere le tariffe e con delibera di Giun-ta ha approvato quote talmente alte da scatenare una vera e pro-pria rivolta dei genitori. Queste tariffe sono ancora in fase di elaborazione ma comunque si prevedono aumenti del doppio e in alcuni casi anche del triplo.

PAG. 2

Refezione, tariffe al 300%Il PD presenta proposte

142 milioni di debitiGarozzo: “Una voragine che fa paura”

PAGINA 3 (De Michele)

BILANCIO COMUNALE

Lombardo ter, per il PDniente è più come prima

Il Presidente Lombardo ha ac-cettato l’orientamento del PD e ha dato vita a un governo che rappresenta una profonda di-scontinuità col passato e apre la via a una nuova sperimenta-zione politica che fa guardare all’avvenire con un certo ot-timismo, non nascondendo le molteplici insidie politiche e giudiziarie. In sostanza, niente è più come prima. Siamo oggi in una nuova esperienza poli-tica per la Sicilia ma che può avere significativi riflessi nella politica nazionale.Sarà il nuovo governo all’al-tezza delle coraggiose scelte politiche che sono maturate rompendo i precedenti equili-bri tra i partiti e al loro inter-no? I prossimi mesi ci daranno una precisa risposta.

A PAG. 11 (Nicita)

PRIMO PIANO

NINO GOZZOL’UE valutil’intesa colMarocco

AGENDA 2000Otto miliardidi spesa senzalo sviluppoprevisto

TRADIMENTOTerapia di coppia per unnuovo rapporto

AMENTASul distrettoturistico lavorauna èquipeuniversitaria

7

4

14

5Catacombe di S. LuciaUn lago permanente

pagine 8-9 (Privitera)

Il gran “regalo”del signor Frontino

pagina 5 (De Michele)

Ferroviesmantella

pag.6 (Festa)

Il gran “regalo”del signor Frontino

pagina 5 (De Michele)

Catacombe di S. LuciaUn lago permanente

pagine 8-9 (Privitera)

Ferroviesmantella

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2 2 Ottobre 2010

DA SOLI NON CE LA FACCIAMO, ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO. DIVENTA SOSTENITORE

Il toto fascia e reddito impazza. L’11 ottobre il PD ne discuterà con alcune proposte

Refezione scolastica, tariffe in fase di elaborazionesi prevedono aumenti del triplo, quasi 100 euro al mese

di RICCARDO DE BENEDICTIS e FORTUNATO MINIMO

La politica di questi ultimi tempi si è abituata a considerare la scuola come un settore sul quale operare una drastica riduzione della spesa pub-blica, ignorando sia le ricadute in termini sociali che l’effettiva utilità e opportunità di tali scelte. L’educazione, la formazione, il futuro sono un costo e, al pari di altri settori, va ridimensionato.Poco o a nulla sono servite le sollecitazioni pro-venienti dal mondo della scuola, dagli insegnan-ti, dai sindacati, dai genitori, e da tutti coloro che intravedono in questa istituzione l’unica risorsa sulla quale investire per il futuro.Questa politica economica di riduzione degli sprechi della scuola è articolata sui diversi am-biti, quali l’edilizia scolastica, lo stipendio degli insegnanti, la riduzione della pianta organica, le spese di funzionamento, progetti e iniziative, stage, ecc. e, nell’ambito delle rispettive com-petenze, ogni ente contribuisce con sapienza a smembrare i sottoinsiemi di quell’insieme chia-mato scuola.Anche l’Amministrazione Comunale di Siracusa fa la sua parte, e ne sono una testimonianza con-creta il perdurare della mancanza degli adegua-menti a norma di legge degli edifici scolastici.Al riguardo ricordiamo che il Consiglio Co-munale, su proposta del Partito Democratico, ha chiesto ed ottenuto di trasmettere a tutti gli uffici territorialmente competenti un elenco ela-borato dall’ing. Giannone sulla reale situazione dell’adeguamento normativo e di sicurezza de-gli edifici scolastici del Comune. Una situazione preoccupante se si considera che quasi nessun plesso scolastico ha la messa a norma degli im-pianti elettrici, il certificato di prevenzione in-cendi, ecc. Ma anche la refezione scolastica è un sottoin-sieme, e pertanto, a stretto giro di boa, oggetto di “rimodulazione”, ossia di quella revisione con tagli alla spesa pubblica che tanto appassiona la

nostra classe dirigente.Un servizio costato nel 2009 circa 900.000 euro di cui 190.000 quale contributo a carico dei ge-nitori. In 150 giorni sono stati somministrati 201.247 pasti per gli alunni della scuola mater-na, elementare e media (1.342 pasti al giorno) e 46.360 per gli insegnanti e gli operatori scolasti-ci (309 pasti al giorno), ovvero ogni 4 bambini un pasto per insegnante (!). Ora il Comune ha deciso di rivedere le tariffe e con delibera di Giunta ha approvato quote tal-mente alte da scatenare una vera e propria rivolta dei genitori. Queste tariffe, fanno sapere, sono ancora in fase di elaborazione ma comunque si prevedono aumenti del doppio e in alcuni casi anche del triplo rispetto all’anno precedente, fino a un massimo di 100 euro al mese, cifra che molto difficilmente si trova in altri comuni del nord Italia, che si attestano al massimo intorno ai 40, 50 euro al mese.I genitori hanno provveduto a raccogliere le fir-me per sollecitare l’Amministrazione a una ve-rifica, e nel frattempo hanno proposto varie so-luzioni: 10 fasce invece delle attuali 5, o delle 6 proposte dal Comune. Buoni pasto gratis per chi ha una fascia di reddito inferiore a 2000, forse 4000? Non si sa.Tariffa più alta per chi supera un reddito di 16.000, o forse di 25.000. Il toto fascia e reddito impazza ed è aperto a tutti.Ma la domanda è: si può sapere quanto costa questo servizio?Visto e considerato che dovrà essere indetta una nuova gara per individuare il nuovo gestore del servizio di refezione scolastica, e il costo del pa-sto è stato fissato (come? non si sa, valutazio-ni d’ufficio) in euro 4,10, quale sarà il ribasso proposto dalla società aggiudicatrice e quindi il costo complessivo del servizio stesso?Questo ad oggi non è dato saperlo, perché la

gara non è ancora stata esperita. Tempi brevi ci informano, forse a fine mese sapremo qualcosa. Quindi, di cosa sta parlando questa Giunta Co-munale? Forse anche in questo caso si è trattato di prevedere un incasso per fare quadrare i conti del bilancio? Chissà.L’ultima delibera va incontro alle esigenze dei genitori della materna, ma scontenta quelli del-le fasce medio alte (reddito ISEE superiore a 8/10.000 euro annui) e quelli delle scuole ele-mentari e medie, per i quali viene riproposta la prima soluzione, ossia la più onerosa di tutte, cioè con un reddito ISEE superiore a 4.000 euro annui si paga almeno 56 euro al mese. Ma prima di stabilire quale deve essere il con-tributo a carico dei genitori, non sarebbe più op-portuno sapere quale è il costo di un servizio? E in ogni caso, non sarebbe più adeguato preve-dere degli aumenti percentuali fissi per tutte le fasce, di un 10/15%? Stante alle tariffe in discussione, in alcuni casi

potrebbe succedere che un genitore paghi un prezzo del buono pasto superiore a quello reale, e in questo caso la differenza andrebbe intera-mente alle casse comunali.L’11 ottobre, su proposta del PD, si discuterà di refezione scolastica e dei relativi costi del servi-zio. Noi vogliamo andare oltre la proposta dei genitori, e chiediamo che sia il Comune a con-tribuire con una percentuale dell’80%. Dicono che per legge non si possa fare, giacchè il con-tributo minimo a carico del privato deve essere superiore al 36%. Bene, come si spiega allora il contributo a carico dei genitori del 22% riscosso l’altr’anno dall’Amministrazione? Inoltre proporremo una consistente riduzione per chi ha più di un figlio, e, in ogni caso, che le tariffe siano stabilite solo dopo aver aggiudicato l’appalto. Nel frattempo non sarebbe più opportuna una riflessione sulla qualità del cibo, come sulla qua-lità del servizio richiesto?

Molti operatori degli Sportelli Multifunzionali sono da tre mesi senza stipendio

Marziano: “Dopo il via libera della Corte dei Conti ai decretiora occorre un tavolo tra amministrazione, enti e sindacati”

“Nessuna soluzione di continuità o interruzio-ne salariale per i 1850 lavoratori degli sportelli multifunzione. La Corte dei conti ha registra-to i decreti, l’amministrazione regionale li ha pubblicati sul proprio sito. Gli enti preposti dal primo ottobre devono partire con le attività pro-pedeutiche e procedurali da completare entro quaranta giorni”. Lo hanno annunciato i depu-tati regionali del Pd, Bruno Marziano e Filippo Panarello al termine dell’audizione dei direttori generali nella quinta commissione Lavoro. I fi-nanziamenti sono garantiti come i criteri per le nuove assunzioni e i criteri di efficienza. Que-sta procedura dovrà garantire la tutela di tutta la platea di lavoratori nonostante l’errore di fare entrare nuovi soggetti nel sistema. “Adesso è assolutamente necessario un tavolo di con-fronto tra amministrazione, enti e sindacati – hanno spiegato i due deputati - per affrontare i problemi che l’avvio di questo nuovo sistema comporta. Ogni sportello non potrà avere più di 7,5 dipendenti che dovranno garantire almeno 9 mila contatti. L’inopinata inclusione di nuovi 10 enti – hanno spiegato i due deputati – non può determinare nuove assunzioni, ma si dovrà procedere alla mobilità con comando, cioè il trasferimento dei lavoratori dagli enti con mag-giore personale a quelli con meno. Una mobi-lità che nella quasi totalità dei casi comporterà trasferimenti tra Enti della stessa provincia. Questo nuovo sistema garantisce la stabilità salariale per almeno sei anni. Il bando infatti è triennale ma può essere riproposto per un ulte-riore triennio. Periodo nel quale è giusto proce-dere ad una ulteriore riforma per razionalizzare

ulteriormente il settore”.Inoltre nel corso dell’audizione sono stati af-frontati i punti relativi agli “avvisi 6,7,8 e 12 del 2009 e 7 del 2010”. L’avviso 6 riguarda gli anti-chi mestieri e cioè l’inserimento professionale di giovani nell’artigianato di qualità, l’avviso 7 le work experience per disoccupati, l’avviso 8 lo sviluppo dei saperi e delle conoscenze. “Av-visi che hanno una dotazione di 245 milioni di euro – hanno spiegato Marziano e Panarello -, che si è rischiato di perdere dopo la bocciatura della Corte dei conti. L’amministrazione regio-nale ha modificato il decreto. Gli avvisi 6 e 7 sono in fase di registrazione mentre l’8 è nella fase di decisione da parte della Corte dei conti. L’avviso 12, il cosiddetto PROF, ha una dota-

zione di 250 milioni di euro circa, è stato invia-to alla Corte per la registrazione, mentre l’avvi-so 7 del 2010 quella relativo alla Gente di mare ha subito il ricorso di una azienda calabrese per cui è in corso di perfezionamento. Sembrano in via di superamento i problemi e i ritardi che hanno bloccato questi avvisi – hanno concluso Marziano e Panarello -, il Pd ha sollecitato che si proceda nel modo più urgente possibile e nel rigoroso rispetto delle osservazioni avanzate dalla Corte dei conti affinché quasi 500 milioni di euro di fondi del bilancio ed europei vengano immessi in circolo e alcune migliaia di giovani possano avere grazie a questi progetti oppor-tunità di lavoro, dando una spinta importante all’economia della nostra Regione”.

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32 Ottobre 2010

DEL GIORNALE CON UN BONIFICO DI 100 EURO SUL C/C INTESTATO AD ASSOCIAZIONE -->

Il presidente dei revisori: “Abbiamo dato parere favorevole per il bene della città”

“Quasi 142 milioni di euro l’indebitamento del Comune di SiracusaRiccardo De Benedictis (PD): “Cifre enormi, che spaventano”

di MARINA DE MICHELE

Il bilancio consuntivo del 2009 è stato finalmente approvato. Con un ritardo di diversi mesi, il Consiglio Comunale, nella seduta del 24 scorso, ha varato anche questo importante strumento amministrativo. Quasi pleonastica la considerazione che un’adeguata riflessione sulla gestione del 2009 avrebbe probabilmente migliorato lo strumento di previsione amministrativa per il 2010 che infinite polemiche ha inne-scato, fino alla minaccia, solo ventilata per altro, di un deferimento alla Corte dei Conti da parte dell’ex assessore alle politiche sociali Salvo Castagnino pdl. Ma evidentemente ciò che sarebbe l’iter di una saggia amministra-zione, valutazioni che le famiglie a corto di risorse riterrebbero “nor-mali” e insieme necessarie, non hanno alcuna rilevanza nelle deci-sioni degli amministratori di Siracusa. Eppure non sono state poche le criticità emerse in relazione al consuntivo 2009, sintomo di una gestione della cosa pubblica non priva di pecche, per dirla con un eu-femismo, e tale da avere importanti conseguenze anche sul presente. La prima anomalia, già di per sè segno di un meccanismo mal funzio-nante, è il ritardo, ormai istituzionalizzato, con cui si va alla discus-sione sui bilanci. Sommessamente, tra le righe, e a giustificazione del proprio operato, si sono lamentati gli stessi revisori dei conti quando, in prima battuta, nell’aprire la loro relazione, hanno attribuito alla lentezza degli uffici l’impossibilità di esaminare per tempo quella parte di documentazione pervenuta successivamente al 7 luglio.Viene accettato così quasi come una inevitabile iattura, una disfun-zione congenita, che il rendiconto di spese e entrate vada all’esame alcuni mesi dopo i termini previsti e che quello di previsione slitti, così come è stato, dai primissimi mesi dell’anno alla seconda metà dello stesso. Come una nave che si inoltra nell’oceano senza alcuna bussola, così l’amministrazione cittadina. E poi, ogni anno, quasi come un appuntamento fisso, polemiche, dubbi e perplessità che hanno sempre lo stesso epilogo: l’andare avanti in nome di una evocata “ragion di stato”.Il bene della città viene posto sistematicamente a giustificazione di procedure poco lineari e di valutazioni che difficilmente si riesce a condividere. Così, sebbene, come si è detto, anche in occasione del consuntivo 2009 non siano stati pochi, nè di poco conto, i rilievi del collegio dei revisori sulla gestione amministrativa della città, il placet è stato egualmente concesso.Un “discutibile” raggiungimento degli obiettivi degli organismi ge-stionali dell’ente e della realizzazione dei programmi; la scarsa eco-nomicità della gestione dei servizi pubblici a domanda e a rilevanza economica; l’accresciuto indebitamento dell’ente e insieme l’im-possibilità di estinzione anticipata e di rinegoziazione; il crescente costo pro capite delle risorse umane (“nonostante i pensionamenti”, aggiunge Giancarlo Garozzo); il crescente aumento dei debiti fuo-

ri bilancio derivanti da sentenze; la mancata iscrizione tra i residui passivi dei crediti vantati da Sogeas per un importo di circa 8 milioni e mezzo. Questo l’elenco che chiude la relazione dei revisori e al quale, entrando nel merito, leggendo le carte, è possibile sommare altri aspetti critici, gli stessi che i consiglieri di minoranza avevano puntualmente e rigorosamente anticipato nei giorni in cui si andava all’approvazione del bilancio di previsione del 2009. Cassandre dei nostri tempi.Del tutto lecita quindi, nel corso della prima seduta convocata per il consuntivo, la richiesta di chiarimenti che il capogruppo del partito democratico ha rivolto al presidente del collegio dei revisori, la dot-toressa Graziella Germano. “Come si giustifica il parere favorevole dei revisori a fronte dei tanti pesanti rilievi e del suggerimento a in-vertire “una tendenza di peggioramento gestionale ormai persistente da diversi anni”?” La risposta della dottoressa Germano - nella sostanza: i problemi ci sono ma abbiamo espresso parere favorevole per il bene della città, almeno per quest’ultima volta – di tale impatto che il consigliere De Benedictis ha chiesto venisse integralmente riportata nella delibera consiliare, non deve essere piaciuta alla maggioranza: una buona par-te dei consiglieri ha abbandonato l’aula, i rimanenti hanno chiesto di rinviare la delibera di qualche giorno.Per ottenere che cosa? “Ci siamo ovviamente opposti al rinvio – commenta Garozzo – evidenziando che da lì a quattro giorni nul-la sarebbe cambiato, se non l’ulteriore costo di commissariamento dell’ente, e che, così come è accaduto, sarebbe stato in ogni caso espresso parere favorevole. Sembra che la relazione della Germano abbia suscitato non pochi malumori per la chiarezza delle dichiara-zioni, per la sostanziale condivisione dei rilievi della minoranza, e che ne sia stata chiesta la testa. Per le informazioni che ho, non si

vuole che sia rinominata alla fine di questo primo triennio, come sa-rebbe invece possibile”.Dunque, nonostante una cattiva amministrazione, per il bene della città (!), per evitare probabilmente una dichiarazione di dissesto fi-nanziario, lo strumento amministrativo è passato, consegnando al 2010, quale sgradito testimone, tutti i suoi irrisolti, e forse irrisolvi-bili, nodi gordiani.

I MUTUIUna rata annuale da 7milioni 146mila euro: tanto ha versato l’am-ministrazione comunale alle banche nel 2009, e non è detto che il domani sarà più roseo se si considera che fino a 30 anni già si calcola un indebitamento pari a 64milioni e mezzo. Mutui accesi, a quan-to pare, soprattutto per lavori pubblici, lavori che però non sempre hanno buon esito, e a esemplificazione sarebbe sufficiente pensare a quell’autentica avida voragine che è il teatro comunale. Dopo aver affrontato spese stratosferiche è da immaginare che neanche il nuovo prestito di 4 milioni servirà a mettere la parola fine a interventi di restauro che durano ormai da 50 anni.“I mutui accessi nel 2008 erano pari a 10 milioni, nel 2009 si è tocca-ta la cifra di 15 milioni, per il 2010 già si è parlato di altri 7 milioni. Il gioco dei nostri amministratori è semplice – chiarisce Garozzo – La normativa nazionale consente agli enti locali un indebitamento rap-portato all’entità del bilancio fino a un tetto massimo del 25%. Nel nostro Comune si rimane alla soglia del 14-15 % ma su un bilancio che non risulta essere del tutto veritiero come dimostra l’affaire So-geas. Sarebbe quindi necessaria una riflessione su questa voce del bilancio, occorrerebbe valutare quanto realmente sia indispensabile ricorrere a prestiti bancari. Che senso ha, per esempio, chiedere pre-stiti per migliorare l’impiantistica sportiva dal momento che sarebbe possibile attingere ai 450 milioni dei fondi POR? Non poter disporre di uffici in grado di elaborare progetti immediatamente proponibili per partecipare ai bandi (questi scadono a fine settembre) è a mio giudizio di straordinaria gravità. Correttamente, sebbene poi non ci sia stata nessuna conseguenza diretta, i revisori nella loro relazione hanno rilevato si tratta di debiti non estinguibili anticipatamente e non negoziabili, quindi gravosi per la collettività”.“Ma è di 141 milioni 910mila euro l’indebitamento complessivo dell’amministrazione – commenta Riccardo De Benedictis -: tra le altre voci, e oltre a quella relativa ai mutui, più di 51milioni i debiti di funzionamento, 9 milioni e 306mila quelli per le somme anticipate da terzi, 7milioni 374mila le anticipazioni di cassa. E poi ulteriori costi sugli interessi a causa di scoperture di cassa, come, per il 2010, l’en-nesimo mutuo da un milione di euro. Cifre enormi, che spaventano, per le quali comunque dalla ragioneria fanno sapere che nei dettagli la situazione è sotto controllo”.

Il tesoretto dell’ex sindaco Fatuzzo dilapidato. Giancarlo Garozzo: “Pareggio inesistente”

Il gioco delle tre carte delle entrate tributarieGli introiti diminuiti dimostrano l’alta evasione fiscale

I DEBITI SOGEAS “Si rileva la mancata iscrizione tra i residui passivi dei crediti vantati da Soegas, come risulta dal bilancio della predetta società, per un importo di circa euro 8.500.000”, scrivono i revisori dei conti.“Un’anomalia di cui ho chiesto conto all’assessore Di Mauro – racconta Garozzo -. La risposta è stata che si tratta di una sor-ta di partita di giro a carico dell’Ato idrico e della Sai8. A quanto pare si tratta di fattu-re che il comune di Siracusa, socio Sogeas, non ha mai versato al suo partner a partire dal 2002, quote di com-partecipazione dell’amministrazione comunale alle spese idriche dei cittadini, prima della nuova gestione Sai8, ma non è stata prodotta nessuna documentazione che attesti tale partita di giro. Un problema che non credo di facile soluzione ancor di più oggi che la Sogeas ha cambiato pelle e partecipa ai bandi comunali ottenendo appalti, come l’ultimo per la gestione di impianti sportivi. Solo un dato mi sembra possa essere incontrovertibile: il fatto che questa somma non risulti tra i residui passivi del Comune rende inattendibile il rendiconto pre-sentato”.

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE E ENTRATE TRIBUTARIE

Due voci prive della necessaria chiarezza e trasparenza. Risorse della cui esistenza e consistenza non si ha certezza, cifre più nominali che reali finalizzate a una sorta di effetto occhio, illusionistico, perché risulti formalmente un pareggio di bilancio.È ormai consegnata alla preistoria la gestione virtuosa della giun-

ta Fatuzzo del 95-98, capace di accantonare ben 100 miliardi delle vecchie lire. “Progressivamente, prima Bufardeci, poi Visentin hanno eroso quel piccolo tesoretto, lo hanno usato sconsideratamente e non hanno neanche mai consentito che l’opposizione potesse prendere visione della documentazione in appoggio, tant’è che riteniamo si sia toccato il fondo del barile e che quella cifra di 9 milioni e mezzo che compare nel bilancio sia solo un escamotage per far risultare un pareggio inesistente. La stessa Corte dei conti invitata a un controllo non è stata in grado di saperne di più”. Meccanismi simili per le entrate tributarie la cui entità appare dilatata e non realistica per giustificare impegni di spesa in realtà insosteni-bili. “Il fatto poi che dal 2008 al 2009 l’entità dei tributi locali risulti decurtata di un milione, da 49 a 48, stante imposte accresciute e non certo diminuite, indica la difficoltà di riscossione degli uffici, la vit-toria sostanziale dell’evasione fiscale. La riprova è data dal recupero dell’evasione dell’ici e della tarsu: a fronte di una previsione nel 2009 pari a tre milioni di euro, il consuntivo ne registra solo un milione”.Giochi di numeri che a quanto sembra non saranno più possibili il prossimo anno: secondo il ragioniere generale Giorgio Giannì il prossimo avanzo di amministrazione non supererà i 2, al massimo 3 milioni, e con il taglio di rimesse dal governo centrale, che si at-tende pari a 4 milioni di euro, mancheranno i 10 milioni necessari per pareggiare i conti. Cifre impossibili da totalizzare anche con gli aumenti vertiginosi dei tributi locali già deliberati per il 2010 o che si prospettano.

AGENZIE DI SVILUPPOEvidenziano i revisori “la scarsa economicità della gestione dei ser-vizi pubblici a domanda e a rilevanza economica (leggi le società cui sono stati affidati servizi in esternalizzazione) e l’antieconomicità

delle agenzie in liquidazione a cui si sareb-bero dovuti affidare servizi pubblici”.Uno scandalo vergognoso quello delle agenzie sedicenti di sviluppo, degno di un intervento urgente della Corte dei Conti. Agenzie nate sulla carta una settimana pri-ma che entrasse in vigore la legge che ne escludeva la legittimità, per la costituzio-ne delle quali è stato necessario nel 2009 accendere un mutuo di 234mila euro, mai concretamente attivate se non per la preci-pitosa nomina di pletorici consigli di am-

ministrazione, nel 2009 al contribuente siracusano sono costate ben 160mila euro nonostante si fosse sbandierato che sarebbero state a costo zero. “Quando si discuteva in consiglio del bilancio di previsione per il 2009 – ricorda Garozzo - gli emendamenti dell’opposizione bocciati furono quelli relativi alle attività annuali di ciascuno dei centri anzia-ni (5.000€), al sostegno per le parrocchie e le associazioni impegnate a favore delle nuove povertà (50.000€), all’assistenza domiciliare per i malati oncologici (36.000€), ai fondi per incrementare l’affido familiare dei minori a rischio: spese che si sarebbero potuto affron-tare se non si fossero sperperate risorse per agenzie del tutto inutili, vantaggiose solo per pochi privilegiati, o anche per aumentare il fon-do di riserva del Sindaco (da 247.000€ a 451.000€) e per realizzare luminarie natalizie (300.000€)”. Ma lo spreco non si fermerà qui dal momento che la cessione delle agenzie avverrà solo nell’aprile 2010 e quindi anche nel bilancio consuntivo dell’anno in corso troveremo somme ad esse destinate.

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4 2 Ottobre 2010

--> CULTURALE MINERVA”, BANCA UGF VIALE TERACATI, 304 - SIRACUSA,

Ma la gestione privata dell’acqua non avrebbe dovuto essere un capolavoro di efficienza?

I mesi dell’anno sono dodici ma Sai 8 in questo lassoè riuscita a fatturare 19 mesi di noleggio del contatore

di CONCETTO ROSSITTO

Non è affatto vero che sarebbero “ideologici” i mo-tivi che spingono i cittadini a sviluppare una cre-scente avversione alla gestione privata del Servizio Idrico. Da molti di loro vengono infatti segnalati innumerevoli fatti particolari e concreti, che nel loro insieme costituiscono una conferma dell’inaf-fidabilità della gestione privata. Ecco una semplice lista di tali lamentele. Primo inconveniente: un prelievo improprio. Già l’ANACI ha segnalato al Comitato di Iniziativa Civica per la difesa dell’Acqua Pubblica l’assurdo e ingiustificabile prelievo di un euro e cinquanta, pari alla commissione postale, di cui Sai8 chiede l’esborso anche quando gli amministratori di con-dominio effettuano il versamento direttamente agli sportelli del gestore. Il prelievo, pur di scarsa entità, risulta manifestamente illecito ed illogico. Il citta-dino va a pagare direttamente a SAI8 l’importo della bolletta e questa pretende, in aggiunta (e non si capisce a che titolo), anche l’equivalente del co-sto del servizio postale. A questo inconveniente, assolutamente irrazionale ed inspiegabile, si aggiungono ulteriori segnala-zioni di “errori” che, data la loro ricorrenza, susci-tano il sospetto di non essere casuali. Secondo inconveniente: errore in ordine ai compo-nenti del nucleo familiare. Tre consiglieri comunali di Floridia hanno denunciato, attraverso un volan-tino, che SAI8 stranamente considera composte da una sola persona molte famiglie, cosa che fa lievi-tare non poco il costo dell’acqua, poiché comporta l’applicazione delle tariffe di fascia alta alla mag-gior parte del consumo fatturato. Molte volte gli utenti leggono solo l’importo da pagare e non stan-no a controllare tutte le voci che vengono segnate, per la verità in modo non troppo trasparente, in bol-letta. Urge rendere più trasparente e comprensibile la notifica dei consumi, del numero di utenti e dei servizi fatturati. Terzo inconveniente: consumi rilevati in modo dif-forme dal vero. In alcune fatture il quantitativo dei metri cubi fatturato risulta abnorme e notevolmente superiore a quello medio fatturato dal comune pri-ma della consegna degli impianti a SAI8. L’in-conveniente deriva spesso da una erronea registra-zione dei metri cubi rilevati nella prima lettura ad opera dei letturisti del gestore. Così, ad esempio, ad una lettura di 421 mc eseguita dal Comune il 18-03-09 segue nella fattura commerciale n. 2010 90424 (emessa da parte del gestore privato appena subentrato) la registrazione (erronea!) di un consu-mo di 48 mc in data 16-04-09. Il contatore era for-se tornato indietro? Impossibile! In tal modo però ben 373 metri cubi di prezioso liquido sono stati in

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seguito fatturati “erroneamente” da Sai8 in aggiun-ta ai consumi reali successivi. E la bolletta è cre-sciuta sino alla stratosferica somma di 1.030,50 €. Analogo errore è rinvenibile nella fattura n. 2009 176687, in cui è stata segnata una lettura di 357 mc nella stessa data (16-04-09) in cui il Comune aveva rilevato 431 mc. Ancora altro errore simile nella fattura 2009 211447 in cui si legge un consumo di 877 mc rilevato da Sai8 in data 16-04-09 a fronte di un quantitativo di 966 mc registrato dal Comune nella stessa data! Tre casi non costituiscono una prova certa di una truffa, ma suscitano qualche ra-gionevole sospetto. Quarto inconveniente: noleggio del contatore. In varie fatture emesse da SAI8 risulta segnata la voce QUOTA UTENZA (la cui denominazione non è certo un capolavoro di trasparenza e di chiarezza) pari a € 0,666236 per ciascun mese considerato. Tale voce si riferisce al noleggio del contatore. Tutto normale? No, perché SAI8 non tiene conto del fatto che moltissimi contatori sono di proprietà privata dell’utente. Per tale ragione nulla va adde-bitato a chi risulta proprietario del congegno. Il co-sto non è consistente, ma, moltiplicato per 12 mesi, raggiunge la somma di € 7,99 (in pratica 8 €). Se si considera il numero di utenti a cui il gestore fa erroneamente pagare tale sommetta, si arriva a quantificare una appropriazione indebita non irrile-vante. Deve essere cura del cittadino andare a fare la fila davanti agli sportelli di SAI8 per segnalare anche questo errore? E dove sono gli sportelli di SAI8 in qualche Comune, come, ad esempio, quel-lo di Floridia? Non ci sono! Il dipendente del gesto-re riceve i cittadini (giustamente inferociti per varie ragioni…) presso un ufficio gentilmente messo a disposizione “provvisoriamente” dal sindaco sin

dalla primavera del 2009.Quinto errore: una svista piuttosto buffa. I mesi dell’anno sono 12, ma SAI8 dal 17-04-2009 al 30-04-2010 è riuscita a fatturare, in 4 successive bollette, ben 19 mesi di noleggio del contatore! Complimenti! E’ anche vero che nelle ultime due fatture ha continuato a segnare le cosiddette “quote utenza” e, contemporaneamente, la voce “a dedur-re quote utenza”, correggendo almeno questo er-rore. Il vero inconveniente in questo caso è tutto e solo a carico dell’immagine di SAI8. Ma la gestio-ne privata non dovrebbe essere un capolavoro di efficienza? Di questo ancora si favoleggia. Sesta lamentazione. Non si contano le segnalazioni di casi di fatture emesse con consumi presunti per abitazioni disabitate ed inutilizzate, che sono tante a causa dei vincoli urbanistici che hanno paraliz-zato l’attività edilizia nel centro storico di qualche Comune. Inutilmente i cittadini hanno segnalato che tali unità immobiliari non sono utilizzate. Pre-tendere, da parte del gestore, il distacco dell’utenza per poi imporre domani un nuovo allacciamento sarebbe penalizzante, considerati i costi previsti per tale operazione. Sarebbe opportuno in relazio-ne a tali unità abitative, acquisire una dichiarazione da parte dei proprietari e procedere una sola vol-ta l’anno alla lettura dei consumi, in data da con-cordare. Lo stesso si potrebbe e dovrebbe fare per quelle case che i proprietari utilizzano per le vacan-ze, in un solo periodo dell’anno. Settima doglianza: il contatore rapito. In qualche caso SAI8 ha proceduto, all’insaputa degli utenti, alla sostituzione dei contatori ubicati in aree con-dominiali e solo dopo le rimostranze, si è giustifi-cata facendo riferimento a un regolamento spaccia-to per vigente, mentre il regolamento stesso, come

la Carta dei Servizi, è solo in dirittura di arrivo. In ogni caso ha rinunciato a pretendere, in virtù di tale fantomatico regolamento “vigente”, i costi relativi all’operazione, unilateralmente decisa. Addebite-rà ora il noleggio del contatore installato? Anche nel caso in cui esso abbia sostituito un contatore di proprietà dell’utente? In questo secondo caso non viene a configurarsi una fattispecie poco simpati-ca? E’ corretto che il gestore sostituisca il conta-tore di proprietà dell’utente con uno diverso, per poi appioppare al cittadino il noleggio del nuovo contatore? E’ lecito nutrire qualche dubbio. O più di uno. Ottava questione. E le stelle stanno a guardare. Ma tutto quanto sopra riferito non dovrebbe essere og-getto di attenzione da parte dell’Autorità d’Ambito o da parte di Organismi di controllo del servizio che i Comuni dovrebbero attivare, magari utiliz-zando una parte del personale che già si occupava del Servizio Idrico? Devono essere i comitati dei cittadini a raccogliere queste segnalazioni di incon-venienti vari?Nono rilievo. Aspettando Godot. Cosa aspettano i sindaci ad attivare comitati di cittadini e di dipen-denti comunali per effettuare un monitoraggio co-stante del servizio e delle criticità rilevabili nella gestione dell’acqua? Qualcuno lo ha fatto o lo sta per fare.Decima osservazione. E io pago! E’ previsto che i gestori privati utilizzino anche finanziamenti pub-blici per il rinnovo e la manutenzione degli impian-ti e per i vari progetti. Ma quali vantaggi economici (in termini di entrate) ne deriveranno per i Comu-ni? Praticamente nessuno. Siamo forse in presenza di una situazione che comporta la privatizzazione dei profitti e un drenaggio di risorse pubbliche in termini di finanziamenti? Se le cose stanno così, è proprio un bel capolavoro la privatizzazione del Servizio Idrico! I cittadini dovrebbero ringraziare ed i Sindaci essere grati! Ma di che? I primi paga-no due volte: direttamente, attraverso le bollette, e, indirettamente, attraverso i finanziamenti pubblici. Qualcuno (il privato) ha una rendita assicurata per legge (Iniqua legge e criminogena!). E i Comuni… restano a secco. Per finanziarli, bisognerà spillare, per altra via, denaro ai contribuenti. Usque tandem, Sai 8, abutere patientia nostra?

Investimenti in differenziata, rete idrica, eolico, fotovoltaico, infrastrutture...

Agenda 2000. Spesi 8 miliardi, obiettivi zeroSiamo di fronte alla certificazione del fallimento

Una spesa di 8,5 miliardi tutta ben certificata ma che non è servita a far crescere il Pil regionale, non ha migliorato la situazione della rete idrica e non ha fatto progredire la Sicilia nel settore del-le infrastrutture. Il fallimento della spesa della vecchia Agenda Duemila viaggia su una relazio-ne di oltre mille pagine consegnata dal Diparti-mento della programmazione ai commissari di Bruxelles arrivati ieri per partecipare all’ultimo comitato di sorveglianza. “Soldi buttati al ven-to”, dice Mario Filippello della Cna.Il primo capitolo della relazione che descrive il flop dei fondi europei riguarda i soldi spesi dalla Regione per il miglioramento della rete idrica. “In questo settore c’è stata una spesa di 700 mi-lioni, che non ha però colmato il ritardo strut-turale di cui soffre”, si legge nel documento. In realtà c’è stato un peggioramento: le famiglie che denunciano “irregolarità nell’erogazione dell’acqua” nel 2000 erano il 33 per cento e nel 2008 sono cresciute fino al 38,7 per cento. Ri-

mane l’insufficienza dei depuratori, specie in provincia di Catania e Trapani, nonostante una spesa di oltre 400 milioni di euro per realizza-re 19 mila chilometri di rete: la quota di popo-lazione servita da acqua depurata è passata dal 43 per cento al 47 per cento, contro una media nelle regioni del Mezzogiorno del 66 per cen-to che a livello nazionale arriva al 75 per cento. Ben 300 milioni sono stati spesi negli scorsi anni per “la gestione integrata dei rifiuti”. Un fiume di denaro per costruire 260 isole ecologiche per la differenziata, 64 centri di raccolta comunali e impianti di trattamento. Risultato? Rispetto a un obiettivo di differenzia-ta che l’Europa fissava al 35 per cento, la Sicilia oggi non supera quota 6 per cento. Altri 300 mi-lioni sono stati spesi per incrementare la produ-zione di energia da fonti alternative: soldi arriva-ti per impianti eolici e fotovoltaici a una miriade di privati. Peccato però che la quota percentuale di energia rinnovabile prodotta in Sicilia sia al

5 per cento contro una media nel Sud del 9,1. Quasi 400 milioni sono stati spesi per il setto-re turistico, per aiuti agli imprenditori alberghieri: ma le gior-nate di pre-senza dei turisti ita-liani e stranieri sono cresciute di appena lo 0,2 per cento. Sul fronte infrastrutture, infine, 230 milioni di euro sono andati per il miglioramen-to del servizio ferroviario: sono stati ristrutturati appena 8 chilometri di rete. Cioè nulla.

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52 Ottobre 2010

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C’è ancora tanto da chiarire nella faccenda Fiera del Sud, il cui faldone è zeppo di misteri

Ohibò! Il geometra Frontino voleva regalare 32 milioni alla cittàMa se ha subito un torto, perchè non aspettare il 4 novembre?

di MARINA DE MICHELE

Dunque un atto di generosità, un “bel gesto”. Così la città dovrebbe considerare l’intenzione del geometra Giuseppe Frontino, amministrato-re delegato dell’Open Land, di “recedere” dalla sua richiesta di risarcimento danni, 32 milioni, nei confronti dei tre dipendenti comunali su cui pende un’accusa, gravissima, di concussione, e in solido del Comune. Un gesto di distensione “per non mettere le mani nelle tasche dei siracusani”, anche lui come il premier Berlusconi, forse per una qualche affinità elettiva. Peana agli dei da ri-mandare sol perché Giovanni Sallicano, avvocato del principale tra gli accusati, l’ingegnere Natale Borgione, non ha accettato, ohibò, di buon gra-do, che i legali di controparte lo accusassero di false attestazioni e ha deciso di inviare il verbale d’udienza alla Procura per riscontrare un eventua-le reato di calunnia. Una lettura dei fatti che molti non sottoscrivono ritenendo il gioco molto diverso. Tutta la vicen-da della Fiera del Sud (il tentativo di costruire un centro commerciale a un passo dalle mura dioni-giane), così come è stata impostata, viene infatti giudicata come una grande montatura, una inde-bita pressione nei confronti dell’amministrazione comunale affinché, per evitare un risarcimento tale da sconquassare il bilancio della città, giunga a un compromesso che abbia quale contropartita quella concessione a edificare che pervicacemen-te il geometra Frontino insegue ormai da anni. Una spina nel fianco del sindaco e di qualche assessore particolarmente appassionato l’affaire Fiera del Sud che torna alla ribalta in questi gior-ni mentre, come già previsto, viene riassegnato all’urbanistica - da cui erano stati rimossi, su ri-chiesta dello stesso Frontino, sia il dirigente Bor-gione che i tecnici Vincenzo Trigilia e Raffaele Gallo -, l’ingegnere Mauro Calafiore, anche lui a suo tempo allontanato dallo stesso ufficio per vi-cende forse ancora in corso di chiarimento.Qualcuno, tra i corridoi, azzarda che in fondo solo l’ingegnere Calafiore, in quanto – dicono le persone informate - estensore proprio delle nor-me tecniche relative all’area dove insiste la Fiera del Sud, sia in grado di fornire la corretta inter-pretazione delle prescrizioni contenute nel piano regolatore, di sbrogliare l’intricatissima matassa e mettere la parola fine con piena soddisfazione di tutti (!). Convinzioni che in verità appaiono infondate perché, se così fosse, in Italia potrem-mo azzerare la funzione di tantissimi organismi

chiamati a fornire la corretta lettura delle leggi, si chiuderebbero de plano dibattiti infuocati e di alto profilo tecnico e anche il nostro premier vivrebbe finalmente felice con le sue norme ad personam. La verità sembra essere invece che le prescrizio-ni del piano regolatore – forse c’è stata qualche svista al momento della stesura – non vanno per nulla nella direzione agognata dal geometra Fron-tino e a dirlo è lo stesso consulente del Comu-ne, l’avvocato di Catania Nicolò D’Alessandro, chiamato a fornire chiarimenti per ben due volte quasi si sperasse in un suo ripensamento. Il legale, nel ripercorrere i passaggi procedurali principa-li, ribadisce con certezza e rigore logico tanto il corretto comportamento dei tecnici nei confronti della società richiedente la concessione quanto i limiti stabiliti sia dal dettato delle norme tecniche sia dalle prescrizioni di piano regolatore.Scrive D’Alessandro: “I vizi denunciati dall’Open Land avverso il diniego di concessione edilizia conseguono tutti dall’errato assunto secondo cui la destinazione commerciale, che è l’unica ogget-to dell’intervento proposto, sarebbe “caratteriz-zante” e quindi almeno pari al 51% delle superfici lorde ammissibili previste. Ma le argomentazioni della ricorrente si scontrano, innanzitutto, con lo stesso dato letterale. Affermare – come fa l’Open Land - che possa del tutto obliterarsi la destina-zione a servizi per realizzare strutture destinate esclusivamente ad attività commerciali com-porterebbe la violazione non solo degli equilibri previsti dal prg, ma anche del perseguimento di quegli obiettivi che il pianificatore si è posto co-stituendo la relazione generale che rappresenta un criterio fondamentale interpretativo delle norme di attuazione e dei grafici progettuali come anche l’esplicitazione della ratio che li anima e degli obiettivi perseguiti”.Chiarita dunque la natura secondaria che la desti-nazione commerciale può assumere nell’ambito dell’area oggetto di intervento, secondo l’avvoca-to, “va da sé la legittimità del diniego o l’annulla-mento di concessione tacita adottato dall’ammini-strazione comunale. Ed è altresì evidente come un intervento come quello proposto di demolizione e ricostruzione comporti una radicale trasformazio-ne del territorio tant’è che non rientra tra quelli previsti dalla norma relativa che contempla esclu-sivamente interventi di tipo conservativo. E se an-che si volesse far passare, ma è una mera ipotesi a conferma della correttezza degli uffici, la possi-

bilità di una revisione dello strumento urbanistico con modifica della destinazione d’uso dell’area e conseguente alterazione dei carichi urbanistici, egualmente la richiesta dell’Open Land non po-trebbe essere assentita perché non rispettosa delle norme previste”. Affermazioni che renderebbero quindi pretestuo-se le rimostranze della società e d’altra parte, se l’Open Land è veramente sicura di essere dalla parte della ragione, di aver subito un torto, perché non aspettare serenamente la decisione del Tar che il 4 novembre si pronuncerà sulla correttezza dell’iter amministrativo? E se risponde a verità che l’amministrazione comunale è propensa a raggiungere un compromesso con la società, rico-noscendole nei fatti ragione, perché in questi sei mesi di interregno l’ingegnere capo del comune ha, a quanto ci risulta, diffidato la società dal con-tinuare lavori non autorizzati, negando così il de-terminarsi del silenzio-assenso, e non ha piuttosto assentito alla concessione edilizia?Evidentemente molto resta da chiarire. Si potreb-be per esempio indagare – ma siamo certi che la Procura l’avrà fatto, o lo starà facendo - su un documento fondamentale, quello con il quale la società ha comunicato l’inizio dei lavori, forte del “presunto” silenzio assenso. Di questo atto si sa solo che è stato depositato al protocollo generale e che poi se ne sono perse le tracce. Si dice, e il rac-conto prende le tinte del giallo, che lo stesso “per-

sonaggio” che lo ha consegnato al protocollo (chi sia resta un mistero) si sarebbe, motu proprio, in-caricato della consegna dello stesso al protocollo dell’urbanistica (con un’interferenza nei passaggi burocratici davvero sconcertante e degna dei pa-esi levantini) ma che la consegna brevi manu non sia mai avvenuta. L’atto infatti non risulta regi-strato all’urbanistica.Non si tratta di un passaggio di poco conto perché da questo scaturiscono certificazioni e incomben-ze tanto a carico della società richiedente quanto dell’ente pubblico chiamato alla tutela degli in-teressi generali (e non dei singoli) e al controllo della legittimità delle procedure.Si sarebbero dovuti pagare gli oneri di urbaniz-zazione, versare una fideiussione, soprattutto ot-tenere una perizia tecnica giurata di conformità dell’opera allo strumento urbanistico perché, se così non fosse, non sarebbe improbabile veder costruire persino in piena area archeologica.In realtà, un’attenta valutazione di ogni singolo passaggio delle carte non può che insinuare il so-spetto che la prima richiesta di concessione, quel-la del 2004, tenuta per lunghi periodi in “inspie-gabile” stand by, sia servita solo per congelare la licenza commerciale in attesa che un più felice disposto nel nuovo strumento urbanistico consen-tisse di prospettare un’opera di demolizione e di riedificazione delle strutture con un aumento vo-lumetrico pari al 20%.

L’assessore provinciale: “Gli operatori debbono crederci veramente, metterci passione”

Amenta: “Sul distretto turistico siamo in work in progressma ci sta lavorando un’èquipe di professori universitari”

di STEFANIA FESTADovrebbe essere noto entro ottobre l’esito per il riconoscimento dei distretti turistici al quale ha partecipato anche la provincia regionale di Sira-cusa. Con il decreto attuativo della L.R. 10 del 2005 varato quest’anno, che fornisce le direttive per formulare la domanda del riconoscimento dei distretti, sarà possibile l’istituzione di quei si-stemi turistici locali territoriali, così denominati dalla legge 135 del 29 marzo 2001, recepiti dalla nostra regione come distretti turistici. “È impor-tante che si faccia una distinzione netta – spiega l’assessore provinciale al turismo Gaetano Amen-ta – fra distretti turistici territoriali e distretti turi-stici tematici. Il primo prevede la contiguità dei territori, mentre il secondo racchiude dei territori anche distanti fra loro accomunati però da una tematica ben precisa. Nel nostro caso, quindi nel sud-est della Sicilia, quello che ci accomuna è la presenza di numerosi siti riconosciuti patrimonio dell’Unesco, il barocco e tanti altri elementi che sono condivisibili.”

Ecco che cinque province, quella di Siracusa, Catania, Ragusa, Enna e Caltanisset-ta insieme a dodici comuni fra cui Noto, Siracusa, Ferla, Ragusa e Scicli stanno lavo-rando ad un progetto per of-frire una proposta omogenea e qualificare quindi l’offerta turistica. “Il distretto turistico territoriale, invece – continua l’assessore Amenta, – è un sistema all’interno soprattutto della propria provincia che mette in rete una serie di attori e operatori per migliorare il servizio facilitando i rapporti fra pubblico e privato e fra il privato stes-so. Questo è l’assetto teorico, poi bisogna scende-re nel pratico per costruire gli aspetti fondamenta-li per il conseguimento dell’obiettivo.”L’assetto teorico cui si riferisce l’assessore Amen-ta, come ci spiega, è la filosofia della governance, in base alla quale gli enti pubblici dovrebbero

creare le condizioni favore-voli che consentirebbero ai privati di operare al meglio. E questa è una nozione im-portante da metabolizzare, altrimenti “[…] è come se si parlasse di cose lontanissi-me che non stimolerebbero nessuno. Invece gli operatori devono crederci veramente,

metterci passione e devono riuscire a creare quel-le condizioni per cui tutto questo venga realizzato e le cose vadano sempre meglio.”Motivo per cui non ci si è affidati a terzi per la modulazione del progetto, proprio perché il di-stretto non deve essere visto come un sistema imposto dall’alto ma “concepito e metabolizzato dal basso.”Una volta riconosciuti i distretti, saranno messi a disposizione 22 milioni di euro per bando, già individuati nel bilancio regionale, per la loro pro-

mozione all’interno dei circuiti turistici. “Siamo ancora in un work in progress – afferma l’assessore Amenta – così come è in work in pro-gress il piano territoriale provinciale, strumento che fotografa nella sua interezza tutto il territorio provinciale sia in termini di territorio sia in ter-mini di peculiarità delle diverse aree, e ne cerca di tirare fuori vari elementi quali l’assetto dei tra-sporti, la concentrazione in termini architettoni-ci e naturalistici ma anche in termini di attività produttive. Tutto questo per poter avere un’idea d’insieme da costruire come sistema complesso d’area vasta.”Uno strumento di pianificazione, quindi, ma an-che guida per valutare le criticità e le potenzialità della nostra provincia. “Le prime fasi sono già state espletate – conclude l’assessore Amenta, - c’è stata anche l’approvazione delle linee guida da parte del consiglio provinciale e c’è un’equipe di professori universitari che sta alacremente la-vorando.”

Il sito del Castello Eurialo

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6 2 Ottobre 2010

--> OGNI SETTIMANA A CASA TUA IN ABBONAMENTO POSTALE. IL VERSAMENTO DI

Una discreta folla di pazienti chiede il ritorno dello pneumologo Salvatore Rossitto

L’ASP non risponde e 253 cittadini si rivolgono a “Striscia”“Ridateci l’emogasanalisi a Noto e chi la sappia fare”

di MARINA DE MICHELE

Una sconfitta per le istituzioni costringere 253 cittadini a chiedere l’intervento di Stefania Petyx e del bassotto “in giallo” di Striscia la notizia per ottenere ascolto. E un fallimento ancor più grave se la denuncia riguarda la salute, il diritto a essere curati da perso-ne competenti e, perché no, attenti anche allo stato d’animo dei propri pazienti. La signora Antonina Cataneo è l’irriducibile pri-ma firmataria della petizione con cui 253 netini chiedono che sia ripristinata la piena funzionalità dell’ambulatorio di pneumologia dell’ospedale Trigona di Noto. Paradossalmente, mentre va avanti tra mille difficoltà una riforma della sanità siciliana che mira a razionalizzare le spese proprio potenziando gli ambulatori e snel-lendo le attività ospedaliere, l’azienda sanitaria locale si attiva per smantellare le poche strutture veramente efficienti del territorio.“Soffro da anni di una bronchite asmatica – racconta Antonina -. Ho bisogno di controlli specialistici per la gravità della patologia e così mi sono dovuta rivolgere agli ospedali del Nord. Ma ho quasi 70 anni e ho cercato aiuto nella mia stessa città. Ho trova-to, inaspettatamente devo dire, un ambulatorio di pneumologia e emogasanalisi soddisfacente, soprattutto per la grande profes-sionalità del medico che vi operava, il dottore Salvatore Rossit-to, che non mi ha mai fatto rimpiangere i medici di Tradate. Noi pazienti eravamo veramente soddisfatti. Poi improvvisamente, un giorno, ad aprile, senza alcuna spiegazione, tutto questo è finito. Lo specialista è stato sostituito da una dottoressa priva di compe-tenze specifiche, credo venga dal reparto di oncologia di Siracusa, al punto che, non sapendo usare correttamente l’apparecchio per l’emogasanalisi, ha quasi causato lo svenimento di alcuni pazien-ti. Non so se è per questo che lo stesso apparecchio è stato sposta-to dopo qualche tempo, a luglio, al Pronto Soccorso, rendendo per noi difficilissimo fare questo esame”.Una denuncia senza appello, incontrovertibile, basata sull’ogget-tività dei fatti, sulla testimonianza di 253 cittadini, tutti d’accordo, tutti coinvolti nelle stesse difficoltà.Impossibile comprendere le motivazioni di questa “rimozione”. Per quanto se ne sa, lo stesso specialista è all’oscuro di tutto, ha dovuto accettare, obtorto collo, quanto deciso dai vertici dell’Asp,

sicuro, probabilmente, che tutto risponda a una migliore gestione del servizio. Che è tutta da appurare comunque, e che lascia in ogni caso insoddisfatti i cittadini.“Inutilmente ho chiesto un incontro al Direttore Generale Mani-scalco, gli ho anche spiegato, per lettera, che mandare via Rossitto significava costringerci ad andar fuori e che questo costava allo Stato, all’Asp, 300 euro al giorno, uno spreco di soldi pubblici quindi. Non ha mai risposto alle nostre petizioni e ha eviden-temente ignorato gli articoli che hanno parlato del nostro caso – continua Antonina -. Anzi, il direttore Di Lorenzo ci ha preso per scemi e ha dichiarato alla stampa che i cittadini sono molto contenti del servizio. C’è da uscire matti! E non finisce qui. Mi sono rivolta, ovviamente a nome di tutti, al sindaco di Noto. Mi ha ascoltato, si è interessato al nostro caso, ma sembra che il di-rettore generale gli abbia risposto che non sono affari suoi, e che non sono neanche affari nostri. Bravo! E la nostra salute è affare di chi? Certo, sono anche un po’ delusa nei confronti di Valvo per-ché credo che debba meglio tutelare la salute dei suoi concittadini. Non è anche lui responsabile del nostro benessere?”Noi abbiamo rivisitato le motivazioni del direttore sanitario del presidio ospedaliero Avola Noto Rosario Di Lorenzo: “Il dottore Rossitto effettuava visite soltanto due giorni la settimana men-tre responsabile dell’unità operativa di bronco pneumologia era il dottore Cicciarella, andato in pensione. A seguito di ciò è stata assegnata a tempo pieno Maria Grazia Bonaiuto, una professio-nista esperta in pneumologia, che assicura tutta l’attività sia per gli ospedali che per il territorio, con visite, emogasanalisi e spi-rometria”. Solo per motivi di opportunità sarebbe stata spostata l’apparecchiatura per l’emogas e questo non avrebbe comportato comunque nessun problema né per gli esami urgenti né per quelli programmati.Sicuramente sarà stata la trasposizione giornalistica a far saltare qualche passaggio logico ma rimane in ogni caso il disagio dei pazienti; richiedono una risposta chiara le loro esigenze, le loro domande, perché i servizi sanitari non sono nella disponibilità di chi ha l’onere, e l’onore, di organizzarli, di gestirli, bensì in quella

di chi li sostiene con i propri guadagni, con il proprio sudore. Non rispondere ai cittadini è di una gravità assoluta, rispondere con iattanza è ancora peggio, soprattutto se si tratta di persone malate. La polemica, tra l’altro, si innesta oggi in un movimento generale che si oppone a quella “classe politica affaristica e clientelare che vuole scippare Noto del suo ospedale” e che scende in piazza a manifestare. Non si condividono le scelte dell’assessore regionale Russo così come quelle, conformi, del direttore generale dell’Asp di Siracusa. Difficile accettare che reparti appena ristrutturati e funzionanti siano “delocalizzati”, incomprensibile che si spendano altri mi-lioni per ristrutturare nuove sale operatorie e altre strutture. Ma lo sperpero di risorse non sembra un problema di questi tempi: basti pensare agli interventi nell’edificio di via San Sebastiano a Sira-cusa, ex sede della questura. Sei piani tutti passati a lucido, con impianti elettrici a norma, e quel gioiellino dell’ultimo piano che, chi l’ha visto, dice dotato di ogni confort, un ufficio di rappresen-tanza: televisori di ultima generazione alle pareti, salottini, divano letto, arredamento nuovo di zecca. Ma sembra che sia già in corso la disdetta di questo esoso affitto, non giustificabile in tempo di magra. E con la gente che inizia ad aprire gli occhi, a non voler restare più in silenzio, a voler dire le proprie ragioni.

Nei comuni siracusani molte stazioni sono in disuso, quella di Rosolini addirittura chiusa

Carnevale (Filt Cgil): “Dimezzati i vagoni per Roma e MilanoE’ in smantellamento il sistema ferroviario della provincia”

di STEFANIA FESTASi svolgerà il prossimo 9 ottobre, presso lo scalo Pantanelli, luogo altamente simbolico del degra-do del sistema ferroviario della nostra provincia, il direttivo FILT CGIL aperto alla cittadinanza per denunciare gli ennesimi tagli alle linee di lunga per-correnza e ai servizi, con conseguente riduzione oc-cupazionale. “Non vogliamo essere complici nella celebrazione del funerale delle ferrovie siracusane – spiega Salvo Carnevale, segretario provinciale dalla FILT -. Stiamo preparando una piattaforma rispolverando quella interprovinciale che era stata fatta in precedenza con i presidenti delle provin-cie regionali di Siracusa, Ragusa e Caltanissetta e inviata all’assessore regionale ai trasporti, all’epo-ca l’on.le Gentile, dal momento che da allora non abbiamo ancora ricevuto risposte e nel frattempo sono successe tante di quelle cose da far temere il peggio.”A preoccupare il sindacato non è più solo la ‘de-classazione’ da stazione di testa, bensì il totale e completo smantellamento del sistema ferroviario provinciale. Da maggio ad oggi, infatti, i sette lavo-ratori della direzione centrale operativa di Siracusa sono stati trasferiti a Palermo; altri 5, i capi-stazione delle stazioni di Priolo, Targia ed Augusta, sono sta-ti arbitrariamente trasferiti a Catania senza alcuna interlocuzione sindacale; è stata ridotta la frequenza di alcuni treni regionali sulla tratta sud-orientale; dulcis in fundo, a partire da ottobre sarà dimezzato il numero dei vagoni delle tratte a lunga percorren-za fra cui il Siracusa-Roma e il Siracusa-Milano. Esattamente il contrario di quanto era stato redatto nella piattaforma interprovinciale che proponeva, tra l’altro, un’implementazione e il proseguimento di alcune tratte locali, la modernizzazione del parco rotabile e delle carrozze attraverso l’elettrificazione ed ammodernamento delle tratte, il mantenimento

della stazione di testa di Siracusa e la conferma e consolidamento della tratta Siracusa-Roma. “Qua non è messa a repentaglio solo l’etichetta di stazione di testa – commenta Carnevale – ma la pre-senza stessa dei treni. Siamo sempre più convinti che si sta procedendo allo smantellamento totale, e non parziale, del sistema ferroviario nella provincia di Siracusa. Gli ultimi tagli che partiranno dal 7 ot-tobre di fatto dimezzano il Siracusa-Roma e il Sira-cusa-Milano, perché dal primo stanno eliminando due dei quattro vagoni comfort e uno dei due va-goni letto, mantenendo i due vagoni posti a sedere, mentre il secondo passerà da 8 a 5 vagoni. Io credo che per i treni a lunghissima percorrenza, quelli che portano a Milano, Torino e Venezia, bisognerebbe fare un ragionamento più approfondito, penso ad esempio ad un doppio collegamento con snodo a Roma incentivando i treni fino alla capitale, ma sul Siracusa-Roma non si può accettare un taglio del genere perché è frequentatissimo.”L’iniziativa del 9 ottobre giunge dopo innumerevoli denuncie da parte del sindacato seguite da assor-danti silenzi da parte dei vertici di Ferrovie italiane e da assenza di garanzie da parte delle istituzioni. Un direttivo aperto per riportare i riflettori su una questione che interessa tutti, fruitori o meno del trasporto ferrato, e contrastare quella che, secondo Salvo Carnevale, è una politica mirata delle Ferro-vie italiane: disincentivare l’uso dei treni spegnen-do l’interesse delle persone e quindi anche della po-litica. “Stiamo praticamente parlando a pochissimi – afferma il segretario provinciale della FILT – ed è chiaro che poi si innesta un meccanismo di ritor-no politico perché se sono pochi quelli interessati, sarà poco anche l’interesse da parte delle istituzio-ni. Bisogna fare degli investimenti per ripristinare un servizio di qualità in tempi di percorrenza e di

frequenza, ma da 15 anni a questa parte non fan-no altro che diminuire la presenza dei treni, mai un segnale contrario, mai un investimento a livello in-frastrutturale.”Anzi, in questi ultimi mesi si sono rotti due scambi, il n.25 e il n.26 dei binari interessati all’entrata e all’uscita dall’officina di manutenzione e non sono stati ancora ripristinati, nonostante il costo di ripa-razione sia di soli 18mila euro, spesa sicuramente non ingente per Ferrovie italiane, pregiudicando fortemente la corretta operazione di manovra e ma-nutenzione indispensabili per mantenere in essere la passeggeri a Siracusa. In effetti, il trasporto ferrato è spesso boicottato non per semplice snobbismo ma per l’inefficienza del servizio: perché per andare a Catania si dovrebbe prendere un treno che impiega un’ora e tre quarti quando in meno di un’ora ci si arriva con la mac-china o il pullman? Come si può pensare all’inter-modalità quando vengono eliminate le infrastrut-

ture per renderla attuabile? Ma non si tratta solo di linea ferrata. La nostra provincia viene spesso depauperata anche dei mezzi in dotazione, come fu del Minuetto prestato a Trapani nel 2007 per la regata di vela e non ancora restituito o come il re-cente prestito del carro-soccorso per i lavori di ma-nutenzione sulla tratta Trapani-Palermo. “Il carro soccorso – ci spiega il segretario provinciale della FILT – è un mezzo che interviene in casi di dera-gliamento o incidenti. In Sicilia ce ne sono quattro, uno a Siracusa, uno a Catania, uno a Messina e uno a Palermo. Quale hanno preso? Ovviamente quello nostro, quando potevano prenderlo in qualsiasi par-te d’Italia dove ne hanno più di uno. Noi abbiamo denunciato la cosa al prefetto, al sindaco e anche alla protezione civile perché questo carro interviene in caso di necessità e nella nostra provincia c’è il polo petrolchimico e nella stazione di Priolo fanno operazioni di carico e scarico di cisterne”. Volen-do essere catastrofisti, nel caso in cui dovesse ve-rificarsi un incidente a Catania ed uno a Siracusa, quale carro soccorso dovrebbe intervenire? Quello di Messina che non può spostarsi dal momento che ci sono i traghetti, o quello di Palermo che nella mi-gliore delle ipotesi impiegherebbe sette ore? “Stiamo cercando anche di coinvolgere i sindaci dei comuni di Rosolini, Noto, Avola, Priolo, Au-gusta, Lentini e ovviamente Siracusa – continua Carnevale – perché dovrebbero essere direttamen-te interessati visto che i binari passano nel loro territorio. Molte di queste stazioni sono in disuso, quella di Rosolini è addirittura chiusa. Ma senza un contratto di servizio non si può discutere di nulla. La Sicilia è ancora l’unica regione a non averlo fir-mato, mentre i 110 milioni di euro consentirebbero alle ferrovie di mantenere lo status quo senza con-tinuare con i tagli.”

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72 Ottobre 2010

QUESTO CONTRIBUTO NON COSTITUISCE OBBLIGO DI REITERAZIONE ALLA SCADENZA -->

Catania e Palermo hanno fatto la parte del leone con fondi prelevati dal gruzzolo FAS

Sussidi erogati alla Sicilia da fare invidia alle altre regioniScapagnini prese 850 mln per il rischio sismico e fece parcheggi

di MONICA LANAIA

È ormai assodato che la nostra regione fluttui in mezzo ai guai: il tasso di disoccupazione è il dop-pio di quello nazionale, quasi la metà dei giovani sotto i 24 anni non riesce a trovare lavoro, il tasso di attività è il più basso in Italia, una famiglia su tre è ai limiti dell’indigenza, il turismo non de-colla nonostante i tentativi di valorizzarlo, la crisi economica soffoca la nostra isola, le giovani men-ti emigrano al Nord o, addirittura, all’estero per trovare sbocchi lavorativi decenti, i comuni sono sempre al limite della bancarotta.Ciò detto, si rimane quantomeno perplessi quan-do si viene a conoscenza dell’ingente mole di fi-nanziamenti, anche a fondo perduto, ricevuti dal-la Sicilia: la nostra isola appare la più “speciale” tra le regioni a statuto speciale e la più favorita da parte dei governi.Innanzitutto risalgono a poco tempo fa i “regali” erogati dal governo Berlusconi ai comuni di Pa-lermo e di Catania.Nell’ottobre del 2008, infatti, il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Econo-mica) ha disposto l’erogazione di un finanzia-mento a fondo perduto di 140 milioni di euro per fare fronte a un’emergenza finanziaria del comu-ne catanese. Il primo cittadino aveva all’epoca specificato che i finanziamenti sarebbero serviti ad affrontare l’emergenza e pagare i fornitori, ma che si sarebbe dovuto lavorare duramente per ri-pristinare i giusti standard di bilancio.Eppure non si trattava del primo “aiutino” devo-luto al comune etneo: nel 2002, infatti, sempre il governo di centrodestra aveva stanziato 850 mi-lioni di euro per “mettere in sicurezza la città di Catania dai rischi sismici e risolvere l’emergenza traffico”. L’allora sindaco Scapagini – lo stesso che ha portato Catania a un passo dalla bancarotta – si trovò a gestire un’ingente somma di denaro senza dover fornire alcun rendiconto (fu, infatti, nominato commissario di un ufficio speciale) e senza passare dal vaglio del consiglio comunale. Dando un’occhiata al bilancio catanese, la situa-zione è rimasta desolante: gli 850 milioni sono stati spesi, pare, per costruire cinque megapar-cheggi, tutti presto abbandonati; anche il cantie-re che avrebbe dovuto realizzare una via di fuga per l’ipotesi di tzunami è da tempo in una fase di stallo. E, nel frattempo, nessuna miglioria è stata apportata a scuole pericolanti, ospedali decrepiti e palazzi fatiscenti. D’altronde, si tratta “solamen-te” della città più sismica d’Europa. Che fine abbiano fatto tutti quei milioni resta un mistero. E voci maligne, addirittura, insinuano che non si sarebbe trattato “solo” di 850 milio-

ni, ma di quasi due miliardi di euro, a causa della presenza di fondi avanzati dalla legge 433/1990.A queste cifre occorre aggiunger i fondi Fas (Fon-di Aree Sottoutilizzate) che sono stabiliti ogni anno dalla legge finanziaria e assegnati dal CIPE “al fine di perseguire l’obiettivo del riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Pae-se”: considerato il dislivello esistente tra la Sicilia e le altre regioni italiane, accade spesso che tali fondi giungano alle nostre casse.Altri interventi ad hoc hanno riguardato anche il capoluogo siciliano: nell’estate del 2009 sempre il governo guidato da Berlusconi ha erogato 150 milioni di euro (prelevati dai Fas) al comune di Palermo per sanare il bilancio dell’Amia, l’azien-da che si occupa dei rifiuti. Non solo. Il governo ha consentito al sindaco palermitano di aumen-tare l’addizionale comunale sull’Irpef, sempre al fine di rimediare al buco in bilancio; si è tratta-to di un caso unico in Italia: per gli altri comuni italiani, non baciati dalla sorte evidentemente, la possibilità di aumentare questa imposta era stata congelata dal governo nel maggio 2008.Facilissimo immaginare, quindi, l’ira funesta de-gli altri comuni del bel paese a fronte di questi favoritismi rivolti, per giunta, all’amministrazio-ne regionale che da sempre è al centro delle po-lemiche sugli sprechi, sulla “malapolitica”, sulle connivenze con la criminalità organizzata.Il comune di Bergamo, per esempio, nel 2009, ha asserito di aver fatto i “salti mortali” per far quadrare il bilancio e ha ritenuto una beffa il “premio” ricevuto in via eccezionale dal comune catanese, comune che non rispetta di certo i cano-ni del virtuosismo amministrativo. Nemmeno le altre regioni meridionali vedono di buon occhio il trattamento differenziato che ha la Sicilia e re-clamano la loro parte di fondi Fas. Dal canto loro i siciliani, o i “pro-siciliani”, di-fendono l’isola mediterranea asserendo che un regime privilegiato spetta alla regione che più si distingue dalle sue diciannove sorelle: la Sicilia è stata l’unica regione il cui statuto di autonomia è stato stilato prima della Costituzione italiana, ha un antichissimo parlamento e avrebbe dovuto es-sere annessa, dopo la seconda guerra mondiale, agli Stati Uniti d’America. Se queste motivazioni non bastano, alcuni fanatici “tagliano la testa al toro”: i soldi che riceve la Sicilia non sono altro che il risarcimento che spetta alla terra in cui è avvenuto lo sbarco di Garibaldi e dei cosiddetti “nazi-piemontesi”, i Savoia. Ma non è finita qua: oltre ai fondi erogati dal go-verno a fronte di situazioni di eccezionale gravità,

esiste un “dazio” che la Sicilia riceve periodica-mente; si tratta del 12,5% delle somme giocate al Superenalotto in Sicilia.Vi è una legge, infatti, la 599/93, che regola tutte “le riscossioni dei giochi di abilità e dei concorsi” e che prevede che un ottavo di tutti gli incassi otte-nuti da questi giochi in Sicilia, vengano assegnati all’amministrazione isolana; il privilegio – unico in Italia – si aggiunge alla quota di diritto fisso che spetta per ogni giocata e che ammonta a 0,052 euro. Dell’incasso complessivo quindi, tolti l’8% che è trattenuto dalla ricevitoria e quasi il 4% che va alla Sisal (l’azienda privata che ha in concessio-ne la gestione del gioco d’azzardo e delle scom-messe), meno del 35% costituisce il montepremi e quasi il 54% va allo Stato, che, però, lascia alla Sicilia il 12,5% dell’incasso fatto nell’isola.Grazie a questo introito la Sicilia – mentre un fortunatissimo o una fortunatissima di Bagnone vinceva quasi 148 milioni di euro – ha ottenuto, nell’agosto del 2009, circa tre milioni di euro. Non bastava questa cifra per sanare il bilancio di Palermo? E le altre percentuali ottenute nel 2008 – quando proprio a Catania sono stati vinti cento milioni di euro – o nel 2010 in occasione della vincita di 139 milioni a Parma? Il montepremi attuale del Superenalotto, uno dei giochi più diffusi in Italia con oltre 19.000 ter-minali in cui si può tentare la fortuna, ammonta a 147.500.000 euro. Lo scopo del gioco, com’è noto, è quello di indovinare 6 numeri tra 90 con una probabilità minore di 1 su 600 milioni; si trat-ta di un gioco irrazionale perché la vincita attesa è molto più bassa della perdita. Di certo, dal punto di vista dell’erario e della nostra regione, non si tratta affatto di un gioco “irrazionale” o con una

“vincita” esigua, anzi…A fronte di queste disparità nel trattamento delle regioni proliferano le polemiche e si accentuano le spinte verso il federalismo, fiscale e non. Pre-valentemente gli attacchi provengono dal Nord, o meglio dalle efficienti e tartassate popolazioni settentrionali, e sono indirizzati al Sud, o meglio alle popolazioni meridionali sprecone e assoluta-mente poco virtuose. Recentemente, però, è stato pubblicato “Terroni”, un libro di Pino Aprile, che ribalta le critiche tradizionali e ripropone, impli-citamente, la tesi secondo cui l’unità d’Italia si è rivelata solo un danno per il Sud dei tempi borbo-nici e un’occasione per il Nord che ha spogliato il Mezzogiorno di tutte le sue ricchezze. In realtà, osservando la storia senza pregiudizi, l’unificazione ha favorito sia l’Italia del Sud, che altrimenti sarebbe rimasta isolata, sia l’Italia del Nord, che ha attinto dal Sud moltissima forza lavoro. E le colpe del dissesto del Mezzogior-no sono ascrivibili, da un canto, alla logica che da sempre ha premiato le aree settentrionali e, dall’altro, alla scarsa credibilità insita nella classe dirigente meridionale.La cosiddetta “questione meridionale” non è stata mai del tutto risolta e certo non saranno i pallia-tivi della Lega o di un ipotetico Partito del Sud a poter risolvere la situazione; occorrerebbe una riforma che miri alla ricostruzione – economica, sociale, lavorativa – della nazione in un’ottica di coesione. A nulla valgono le polemiche e le recriminazioni per i sussidi erogati alla Sicilia. A nulla valgono, d’altro canto, gli stessi sussidi quando non ven-gono utilizzati per migliorare la condizione in cui versa la nostra terra.

Verso un accordo bilaterale tra l’Unione Europea e il Marocco sugli ortofrutticoli

Nino Gozzo (Federcoltivatori Aretusea): “Prima di deciderele concessioni si valutino le conseguenze per le imprese UE”“Alla base di ogni accordo ci dev’essere l’obiettivo di favorire il nostro export”. E’ questa la posizionedella Federazione Coltivatori Aretusea che, attraverso il suo diri-gente provinciale Nino Gozzo, manifesta la preoccupazione degli ortofrutticultori siracusani, ma più in generale della Sicilia, per una invasione dei mercati a prezzi più competitivi dei nostri, es-sendo la manodopera africana sottopagata rispetto agli standard europei.“Il progetto di accordo bilaterale tra Unione Europea e Marocco, adottato dalla Commissione Europea la settimana scorsa – dice Nino Gozzo - dovrebbe entrare in vigore a partire dal 10 gen-naio 2011, dopo l’approvazione del Consiglio e del Parlamento Europeo. Si prevedono ulteriori condizioni di facilitazioni per le esportazioni degli ortofrutticoli marocchini. La Federcoltiva-tori Aretusea di Siracusa sottolinea che, qualsiasi apertura delle frontiere deve essere basata su regole condivise che tutelino gli interessi del sistema agricolo e deve tendere al raggiungimento di risultati bilanciati. “Il Marocco è un Paese amico che ha fatto molti progressi di avvi-cinamento all’Europa negli ultimi anni; è legittimo, pertanto, che

ricerchi miglioramenti ed aperture nel commercio internaziona-le. Però questo non giustifica affatto concessioni squilibrate, che arrecano pregiudizio alle nostre produzioni ed in particolare al comparto ortofrutticolo, che risulterebbe il più colpito se la pro-posta di accordo UE/Marocco venisse definitivamente approvata, ampliando le condizioni di accesso al mercato europeo. “La via degli accordi bilaterali può essere intrapresa, se attual-mente non si vedono alternative, e l’apertura delle frontiere può anche essere una opportunità in più per le imprese europee. Ma alla base ci deve essere l’obiettivo di favorire il nostro export, ri-muovendo gli ostacoli tariffari e non tariffari a carico delle nostre merci e introducendo un principio di reciprocità delle condizioni produttive. E’ poi necessario, prima di decidere qualsiasi ulteriore concessione, che la Commissione europea preveda un preventivo studio di impatto sulle conseguenze di tale accordo introducendo misure compensative a vantaggio degli agricoltori europei che ne subiscono le conseguenze. “A nostro avviso vanno ridefiniti i rapporti con i Paesi mediterra-nei in un’ottica che consideri adeguatamente le imprese europee e un approccio che non si basi solo sulle concessioni commerciali ai

nostri competitori e che proponga anche strumenti che permettano maggiore liberalizzazione negli scambi tra i Paesi della sponda sud del Mediterraneo”.

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8 2 Ottobre 2010

diosa macchina delle rappresentazioni classiche) e in Ortigia: i turisti che tornano più volte in cit-tà ogni volta tornano a visitare il parco arche-ologico e l’isola ortigiana. La seconda ragione è squisitamente economica: i tour operator che propongono le visite nella nostra città sono co-stretti a selezionare, tra le numerosissime propo-ste (tutti i siti, a mio avviso sono importanti, dal punto di vista storico, archeologico e artistico, nella stessa misura), poche essenziali tappe da “consumare” in mezza giornata. È giocoforza che prediligano i siti della grecità classica. “A questa scelta si aggiunge anche la durata della sosta in città: troppo breve perché i turisti spendano a Siracusa (in soggiorni, in ristorazio-ne, in gadget) e siano spinti a visitare quei siti che, in tal modo, diventano “minori”. Ma i tavoli di concertazione tra enti pub-blici, società di gestione e tour operator non dovrebbero mirare proprio a migliorare una situazione di tal fatta?

LE CATACOMBE DEL PREDIO MALTESE COMPLETAMENTE ALTERATE DAGLI EDIFICI SOVRASTANTI

--> DELL’ANNUALITÀ. SI RECEDE DALLA SPONSORIZZAZIONE SEMPLICEMENTE

“Prima che arrivassimo noi gli orari di chiusura e apertura delle catacombe non erano nemmeno garantiti”

Rosanna Sparatore (Kairòs): “L’Anfiteatro romano è pieno di erbacceil Ginnasio, non visitabile, è invece in ottimo stato perchè adottato”

Siracusa ha rappresentato a lungo, nell’anti-chità, una delle maggiori e più influenti città di tutto il Mediterraneo ed ebbe a lungo un ruolo di egemonia su grandissima parte del mondo civilizzato che gravitava intorno al bacino del Mediterraneo: all’epoca del suo massimo splen-dore, tra il VI e il V secolo a.C., raggiunse il mi-lione di abitanti, assai prima di altre città quali Roma ed Alessandria d’Egitto.Oggi essa, nel suo insieme territoriale, paesag-gistico ed urbanistico, rappresenta un’eccezio-nale testimonianza di come il mondo e la cultura greco-ellenistici siano stati di base e riferimento per lo sviluppo delle culture successive: a far-ne fede sono i numerosissimi siti archeologici di cui l’intera provincia si vanta. Ma è il caso di chiedersi se tutti i siti possono contare sulla stessa attenzione, sulle stesse modalità di va-lorizzazione e sulle medesime strategie di pro-mozione.Kairós è una società a responsabilità limitata che nasce per rispondere alle necessità turisti-che e culturali della città di Siracusa e per creare un turismo in grado di conciliare valorizzazione della cultura e cura dei rapporti umani. Incon-triamo Rosanna Sparatore, responsabile Kairós, perché ci dica la sua sull’apparente presenza, a Siracusa e in provincia, di beni culturali “mag-giori” di contro a beni culturali “minori”. Tra questi ultimi, infatti, vengono in mente la tom-ba di Archimede o il gymnasion di via Elorina o, ancora, il sito di Eloro e quello di Thapsos, come quello di castello Eurialo. Turismo culturale a Siracusa: perché la Kai-rós srl decide di occuparsi del sistema cata-combale?“Quando Kairós è nata, la gestione delle cata-combe di Siracusa era lacunosa: sapevamo che questi siti archeologici avevano delle potenzia-lità totalmente inespresse. Abbiamo perciò de-ciso di investire su questi tre siti per garantire ai turisti visite guidate in lingua, corredate da mappe esaustive: prima del nostro arrivo non erano neanche garantiti gli orari di chiusura e di apertura…”.In qualità di esperta del turismo culturale, perché – a suo avviso – l’attenzione nei ri-guardi di certi siti è minore?“Di sicuro per molteplici motivi. Innanzitutto perché Siracusa si identifica – da sempre – nel teatro greco (intorno al quale si muove la gran-

“Dovrebbero, sì. Purtroppo la comunicazione tra enti pubblici (Regione e Provincia) e società di gestione come la nostra non è del tutto fluida: dall’alto vengono proposti e realizzati progetti di grande impatto “emotivo”, che – purtroppo – non trovano riscontro nella pratica. Penso, ad esempio, al mal funzionamento delle cabine di regia. Quando abbiamo partecipato alla BIT di Milano o alla Fiera del Turismo Religioso, abbiamo avuto modo di confrontarci con tour operator di tutto il mondo, che non sono interes-sati a siti come quello delle catacombe perché gestiti da una società troppo piccola, la nostra Kairós, che non potrebbe mai garantire loro i ricavi attesi”.In quale condizione versano questi beni cul-turali “minori”?“Paradossalmente dovremmo chiederci in quale versano quelli maggiori: l’Anfiteatro Romano, per esempio, è sempre pieno di erbacce… E, per assurdo, il ginnasio di via Elorina, che non è fruibile dal pubblico, si mantiene in ottimo stato perché è uno dei monumenti “adottati”.Quali strategie dovrebbero essere adottate a vostro avviso per una loro maggiore valoriz-zazione?“La risposta può sembrare di parte ma credo fer-mamente che per incrementare la conoscenza di questi siti presso il pubblico, gli unici a poter garantire strumenti di promozione ed informa-zione di buon livello siano i privati. Se la Regio-ne bandisse dei concorsi per l’assegnazione del-

la gestione dei siti siracusani a società private, di certo si potrebbe avere una proposta turistica più competitiva con le altre province, oltre che garantire lavoro”.Siracusa vanta anche tutta una serie di beni culturali che potremmo definire “moderni”. Pensiamo alla tomba del poeta Augusto Von Platen, alle opere bronzee (Alfeo e Aretusa, Prometeo) di Poidimani… Si potrebbe pen-sare a circuiti virtuosi in cui inserire le visite anche di questi siti?“In realtà allo stato attuale non ci sono siti mo-derni di rilievo che diano la possibilità di crea-re circuiti in cui inserirne le visite: Siracusa ha “troppo” di antico per dare spazio al moderno. Forse si dovrebbe investire meglio, prioritaria-mente sull’antico”. Kairós gestisce le catacombe di Siracusa: è un sogno utopistico pensare di visitarne l’in-tera estensione?“In realtà sarebbe piuttosto inutile data la va-sta estensione che risulta ripetitiva. Durante le visite guidate proposte da Kairós, invece, si ha la possibilità, con un percorso appositamente studiato, di visitare le zone più significative, dal punto di vista storico e artistico. Di anno in anno, tra l’altro, ci riproponiamo di ri-organiz-zare il percorso per presentare zone diverse: è un lavoro recente, ad esempio, l’illuminazione di un nuovo corridoio – alle catacombe di San Giovanni – nella zona della rotonda di Antio-chia”.

Il sito dell’Anfiteatro romano

Una frana nella catacomba di Santa Lucia

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92 Ottobre 2010

LE CATACOMBE DEL PREDIO MALTESE COMPLETAMENTE ALTERATE DAGLI EDIFICI SOVRASTANTIdi ALESSANDRA PRIVITERA

NON RINNOVANDO IL SOSTEGNO. AVRAI DIRITTO ANCHE ALLA FRUIZIONE DI UNO -->

“Il Caravaggio portato in pompa magna in Basilica prima delle elezioni 2006 e trasferito subito dopo”

Maria Rita Sgarlata: “Dal Comune e dagli altri enti per le catacombeci si aspettava una risposta diversa e maggiore coinvolgimento”

Da sito “minore” le catacombe di Si-racusa sono diventate oggi meta per molti turisti, non necessariamente re-ligiosi: esse sono sottoposte alla giu-risdizione della Pontificia Commis-sione di Archeologia Sacra (PCAS, ndr), organo del Vaticano preposto alla tutela e alla valorizzazione delle catacombe.Con la prof.ssa Maria Rita Sgarla-ta, ispettrice della Pontificia Com-missione di Archeologia Sacra del-la Sicilia Orientale, parliamo della presenza, a Siracusa, del secondo maggiore sistema cimiteriale del mondo cristiano antico. Le catacombe testimoniano l’im-portanza che la nostra città aveva anche in età imperiale romana e nella tarda antichità?“Per dimensione, conservazione ed importanza il sistema cimiteriale del mondo cristiano antico a Siracusa è inferiore solamente all’insieme dei complessi presenti a Roma. “La consistenza e l’estensione dei cimiteri di comunità, databili tra il III e la prima metà del VI sec., non può che essere percepita più come sintomo di continuità abitativa che di abbandono. Un dato complessivo estremamente interessante riguarda il rapporto numerico tra vivi e mor-ti perché – se “il numero dei morti è matematicamente in funzione del numero dei vivi” – i cimiteri tardo-antichi di Siracusa restituiscono un numero incredibilmente alto di vivi e sono indicativi di una sostanziale tenuta demografica di Siracusa nel periodo tardoantico. La trama urbana della città sembra reggere l’impatto delle fasi di transizione e di cambia-mento, segnate dalle vicende storiche dei secoli V e VI d. C.; è evidente come in alcune città siciliane, parti-colarmente a Catania e Siracusa, sup-portate da una vita municipale anco-ra attiva, non si registrano fenomeni vistosi di rottura con il passato prima dell’arrivo dei Goti. Vanno dunque letti in questo senso i ripetuti inter-venti di restauro e manutenzione pro-mossi all’interno dei principali edifi-ci d’intrattenimento delle città della

Sicilia orientale ancora alla fine del IV sec. e alla prima metà del v sec.” Quanta attenzione oggi viene data dagli Enti di competenza a questo enorme patrimonio sotterraneo? “Dal Comune e dagli enti preposti alla promozione turistica, in questi ultimi anni, ci si aspettava una risposta di-versa e un coinvolgimento maggiore. Penso al potenziamento delle indica-zioni stradali, più volte richiesto, e alla situazione di stallo in cui versa la piazza Santa Lucia, la cui rivitaliz-zazione passava anche e soprattutto attraverso la valorizzazione dei beni culturali, attualmente paralizzati dal protrarsi dei lavori di recupero della basilica, che – di fatto – hanno con-dannato all’oblio anche il cimitero di Santa Lucia, aperto al pubblico alla fine del 2006. E che dire dell’allonta-namento forzato del “Seppellimento di Santa Lucia” del Caravaggio, ri-portato con tutti gli onori nell’abside della basilica nell’imminenza delle elezioni regionali del 2006 e poi mor-tificato dall’innaturale e fin troppo prolungata collocazione nella chiesa di Santa Lucia alla Badia? Che senso ha veicolare i nostri turisti nel solito percorso ortigiano quando quei pochi mesi, in cui è stato possibile vedere insieme il luogo del seppellimento di Santa Lucia e il dipinto che fissa quel momento, sono bastati a dimostrare quanto funzioni la diversificazione dell’offerta turistica?”Quali misure sono state prese per-ché la gestione dei siti di San Gio-vanni, di Santa Lucia, di Vigna Cas-sia punti alla valorizzazione e alla promozione degli stessi? “L’attività dell’Ispettorato della Pon-tificia Commissione di Archeologia Sacra si è qualificata in questi anni, oltre che per la costante attenzione ai problemi della conservazione e va-lorizzazione dei cimiteri di Siracusa e del territorio, anche per la ripresa delle indagini archeologiche. Sono state promosse, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siracusa e la socie-tà Kairós, alcune iniziative mirate a valorizzare una diversa fruizione dei monumenti del primo cristianesimo,

più attenta alla dimensione spiritua-le: concerti di musica sacra, letture di testi sacri, narrazioni visive per bam-bini e visite notturne teatralizzate (Strepitus Silentii nei mesi di agosto e settembre), il cui ricavato è andato in beneficenza. Si è chiusa da poco la mostra fotografica dal titolo “Sul-le tracce del cristianesimo primitivo tra Siracusa e gli Iblei”, dedicata alle testimonianze archeologiche lun-go la via Selinuntina, che collegava nell’antichità Siracusa alla costa sud-occidentale della Sicilia, organizzata in collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Ghibellina nella chiesa di San Nicolò dei Cordari”. Quali attività sono previste per mi-gliorare ulteriormente la gestione dei siti? “Un nuovo progetto riguarda la rea-lizzazione di uno spazio espositivo, da ricavare nell’area piuttosto ampia della biglietteria della catacomba di San Giovanni. L’esposizione po-trebbe assicurare visibilità a parte di quei manufatti, che provengono dagli scavi PCAS degli anni Cinquanta e Sessanta e sono attualmente custo-diti dentro il magazzino limitrofo alla biglietteria, e integrare l’offerta del Museo Archeologico Regionale P. Orsi, dove dovrebbe ormai essere prossimo l’allestimento del settore dedicato alle testimonianze archeo-logiche tardoantiche della città e del territorio. Gli studi preliminari con-dotti nel cimitero di S. Lucia hanno consentito di elaborare un progetto di massima per gli interventi di con-solidamento e restauro che si inten-

dono promuovere nei prossimi anni nell’intero complesso cimiteriale ma che, per i costi, non possono essere inquadrati nella programmazione annuale dell’Ispettorato per le cata-combe della Sicilia orientale, che si alimenta esclusivamente con parte dei ricavi dei biglietti”.Quali soggetti, oltre alla PCAS, po-trebbero contribuire al recupero delle risorse (attrezzature, persona-le, finanziamenti) per la realizzazio-ne di tali interventi? “Le risorse sono sempre state endo-gene. Solo in rari casi ci si è avval-si di finanziamenti esterni: nel 2004 indagini geognostiche e strutturali all’interno del cimitero di Santa Lu-cia, mirate alla messa in sicurezza degli edifici del sopraterra, sono state promosse dall’Assessorato Regionale BB.CC.AA., allora guidato dall’on. Fabio Granata; altri interventi negli ipogei di Priolo sono stati finanziati dalla Provincia Regionale di Siracu-sa, sotto la guida dell’on. Bruno Mar-ziano; altre piccole somme sono state trovate dall’arch. Beppe Santoro di Priolo; poi un silenzio assoluto”. In quale stato versa l’intero sistema catacombale? Esistono delle aree “critiche”? Quali progetti di tutela sono previsti? “Per quel che riguarda i cimiteri di San Giovanni e Vigna Cassia, si può affermare che godono di buona sa-lute, anche grazie alla compattezza della roccia calcarea dalla quale sono stati ricavati. Altro è invece il discor-so per quel che riguarda i cimiteri del Predio Maltese, le cui recenti cam-

pagne di scavo sono state presenta-te in settembre all’ultimo Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana. Sicuri dei risultati delle indagini già menzionate, nel 2006 si è proceduto alle prime opere di consolidamento all’interno del cimitero di S. Lucia, mirate all’apertura al pubblico della regione A e dell’Oratorio dei Quaran-ta Martiri, il cui affresco è stato sot-toposto a un intervento di restauro. Le precarie condizioni statiche della catacomba, profondamente alterata dalle costruzioni superiori (Basili-ca, Monastero e Chiesa del Sepol-cro) tutte indissolubilmente legate alla devozione che ha circondato la martire Lucia fin dall’inizio, hanno di fatto vincolato la scelta dell’area da rendere fruibile alla regione A e all’Oratorio dei Quaranta Martiri. A questo si aggiungono una morfologia del terreno meno compatta di quella segnalata per gli altri monumenti sot-terranei e l’allagamento permanente delle gallerie inferiori del cimitero di Santa Lucia, dovute all’innalzamen-to della falda freatica. Altri settori quindi potrebbero essere aperti solo dopo interventi che la sola Pontificia Commissione non sarebbe in grado di sostenere”. In che misura la promozione cultu-rale dei siti sensibilizza i Siracusani alla conoscenza e al rispetto del pa-trimonio catacombale? In misura elevata. Io credo fortissi-mamente nella divulgazione e nel-la condivisione della conoscenza, ragione per cui la promozione di questo immenso patrimonio arche-ologico sotterraneo, che possiede Siracusa, è stata sempre prioritaria nei miei pensieri e nelle mie azioni. Credo che tutela non significhi chiu-sura verso l’esterno e visione priva-tistica dei manufatti rinvenuti, come spesso erroneamente pensano i diri-genti delle Soprintendenze siciliane, e che la ricerca sia un bene comune che bisogna alimentare, consentendo agli specialisti e agli allievi di stu-diare, senza no e senza ma, i beni ar-cheologici siciliani, aprendo le porte dei magazzini e degli archivi, ormai chiuse da decenni. “Questa è d’altronde la lezione di Pa-olo Orsi, una lezione che veramente pochi in Sicilia sembra abbiano rece-pito e che purtroppo è stata, a mio pa-rere, anche una delle cause della fine dei corsi di Scienze dei Beni Cultu-rali a Siracusa. Conservare e valoriz-zare non è disgiunto dalla ricerca ed è per questo che sarebbe auspicabile avviare, come per altre realtà italia-ne, una costruttiva collaborazione tra Soprintendenze e Università sicilia-ne, che non sia di superficie ma che sia, finalmente, sostanziale e che dia spazio ai cervelli siciliani, e siracu-sani in particolare, spesso frustrati dall’impossibilità di tradurre le co-noscenze acquisite in applicazione pratica”.

Alessandra Privitera

L’allagamento permanente delle gallerie inferiori del cimitero di Santa Lucia

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10 2 Ottobre 2010

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Un illuminante contributo dell’ing. Andrea D’Angelo al dibattito sulle varianti al PRG

Scambio epistolare tra Gabrielli e Davide contro Golia“Per le T1 e T2 mi auguro prevalga l’interesse pubblico”Con il permesso ottenuto dal professor Bruno Gabrielli desideriamo sottoporre alla cittadinanza questo scambio di lettere tra l’ing. Andrea D’An-gelo del Centro studi Davide contro Golia e il prof. Bruno Gabrielli. Diversamente da quanto fatto dal sindaco, noi riveliamo anche le domande poste cui il professore ha dato risposta, perché le discrete risposte di Gabrielli non possano essere da noi strumentalizzate.Potrete voi stessi farvi una idea delle risposte di colui che redisse il il PRG, stravolto successiva-mente da varianti apposte nottetempo (si veda il ministro, che lo nega, a che ora furono stesi i ver-bali!) prima della approvazione finale.In riferimento alla lettera del 3 settembre al sinda-co, noi crediamo che vi sia un equivoco tra ‘parco delle Mura’ e ‘parco dell’Epipoli’. Quando il pro-fessore Gabrielli parla di un parco «totalmente tu-telato» non può che fare riferimento a quello delle Mura e non al grande parco cittadino dell’Epipoli su cui verranno realizzate 700 villette e su cui non esistono tutele.Gli argomenti dello scambio epistolare sono i se-guenti: Primo: i cosiddetti diritti acquisiti. Ovvia-mente l’ingegnere Andrea D’Angelo con questo termine intende quelli successivi ad un possibi-le piano di lottizzazione. Interessante la risposta di Gabrielli: sotto quale voce i terreni pagano le imposte? Da parte nostra non crediamo che nes-suno dei proprietari terreni su cui sorgeranno co-operative o villaggi turistici paghino già adesso per il futuro. Secondo: la possibilità della com-pensazione transattiva che il Comune può attuare liberamente, essendo prevista dalla Regione. Ter-zo: l’opinione sui villaggi turistici; Gabrielli au-gura che gli interessi pubblici possano prevalere. Quarto. Vale la pena leggere l’affettuosa risposta in merito all’Epipoli e alla ricchezza archeologica di Siracusa.Il prof. Gabrielli così non entra in merito alla questione politica, ma le sue parole offrono sicu-ramente un contributo a possibile varianti per la bellezza di Siracusa Ed ecco lo scambio epistolare tra il responsa-bile del Centro Studi Davide contro Golia, in-gegner Andrea D’Angelo, e il professor Bruno Gabrielli. D’Angelo scrive:

“Esimio prof. Gabrielli, Le scrivo la presente per chiederle alcuni chiarimenti in merito all’oggetto. Quando parla di vincoli soggetti a scadenza mi pare chiaro che Ella si riferisce ai vincoli preordi-nati all’espropriazione per pubblica utilità.“Desidero qui ricollegarmi anche al discorso del comprensorio c6b3 per chiederle se, nel contesto, vi sono circostanze ostative all’adozione della compensazione traslativa da parte del Comune, quale forma di indennizzo alternativo a quello oneroso di eventuali diritti edificatori acquisiti dai privati. L’uso del termine ‘eventuali’ non è casua-le poiché, da un esame dettagliato della giurispru-denza degli ultimi 20 anni in materia eseguito dal sottoscritto insieme a numerosi legali che appog-giano la mia associazione, evinco non sia scon-tato che un privato possa avere ragione del Co-mune nel difendere diritti edificatori considerati acquisiti con la semplice destinazione urbanistica, anche se per nulla ho l’intenzione di contraddire la sua incomparabile esperienza.“Per quelli acquisiti con incontrovertibile cer-tezza, rimane valida la mia domanda di prima sulla compensazione traslativa, che potrebbe avere il doppio obiettivo di limitare l’edificazio-ne intorno all’Epipoli e ricollocare gli interventi nel tessuto urbanizzato più interno, limitando anche un’eccessiva espansione di questo, che di-venta una spiegazione logica per cui il Comune ha recentemente aumentato gli oneri di urbaniz-zazione.“Nel merito della tutela della costa, a fornire adeguata motivazione a una forte riduzione delle aree T1, ho contribuito mediante la presentazio-ne di un dettagliato studio statistico, elaborato da

un collaboratore dell’Università di Catania per le facoltà di Economia e Commercio e Statistica, su base di calcolo ISTAT, dei dati dell’APT di Siracusa in merito ai flussi turistici nel territorio della Provincia.“Fra i risultati, questo ha in particolare evidenzia-to una correlazione prossima all’unità fra i fattori d’impatto ambientale quali affollamento delle co-ste, degrado della qualità del mare e sfruttamen-to delle risorse e l’indice di turisticità territoriale alberghiera.“Da qui risulta che, in aree sensibili come quelle nelle cui vicinanze immediate ricadono le attuali zone T1 e T2, la massiccia presenza ricettiva che tale destinazione urbanistica consente comporte-rebbe un impatto ambientale eccessivo per le fina-lità di tutela della biodiversità a cui sono preposti il SIC e l’Area Marina Protetta in esse istituiti da enti sovraordinati.Considerando la particolare delicatezza delle zone suddette, il fatto che tali aree non fossero menzio-nate nell’attuale PRG, che questo sia stato sotto-posto per le zone interessate a V.Inc.A. e neanche sottoposto a V.A.S. e che negli ultimi 3 anni la maggior parte delle proposte discusse in Comune è stata proprio legata a degli enormi complessi tu-ristici in queste zone, mi è corso l’obbligo di evo-care il principio di precauzione previsto dall’art. 3 del D.Lvo 152/06 (Testo Unico Ambientale), che costituisce la principale motivazione alle propo-ste relative alle aree T1 e T2, sulla quale chiedo il conforto del suo parere.“Nel merito dei restanti pareri espressi concordo pienamente con lei e rimango a disposizione, sia per dare il mio modesto contributo ad una Sira-

cusa migliore, sia per qualsivoglia chiarimento dovesse rendersi necessario nel merito dell’ormai lunga diatriba accesa dalle proposte di cui ho par-lato”.La risposta del professor Gabrielli è chiarissi-ma:Gentile ingegnere, procedo con ordine, seguendo la sua lettera.- L’uso del termine ‘eventuali’ è più che giustifi-cato. In materia di diritti edificatori c’è molta con-fusione e quindi, alla fine, dipende dal giudice il verdetto. Credo sia importante sapere sotto quale voce i terreni de quo pagano imposte.- La compensazione traslativa è un’altra materia incerta, a giudizio di molti, è la legislazione re-gionale che può aiutare o meno. Tenga conto, co-munque, che è un contenuto del PRG approvato dalla Regione.- Tutela della Costa. Quello che lei mi dice circa la ricerca svolta da un collaboratore dell’Univer-sità di Catania è fondamentale ai fini di motivare le riduzioni che Lei propone. Sono più che d’ac-cordo di ricercare con ogni mezzo di raggiungere i risultati che il Centro Studi si prefigge per le aree T1 e T2 e mi auguro pertanto che l’interesse pub-blico possa prevalere anche in una situazione così difficile come quella di Siracusa.- Le rilancio quello che ho cercato di dire agli am-ministratori di allora circa il Parco dell’Epipoli. Siracusa ha un primato: è la città che ha il mag-gior spessore di stratificazioni culturali che si pos-sano dare nel mondo. I siracusani, a mio avviso, sottovalutano un valore culturale che è immenso e straordinario. Però, ci sono i siracusani emigrati nelle Americhe che non hanno dimenticato Sira-cusa. Se ci fosse un progetto (e questo potrebbe essere realizzato con fondi sia regionali sia statali) sono certo che, sulla base di una intelligente cam-pagna organizzata nelle principali città americane sedi di Istituti Italiani di Cultura, di altre organiz-zazioni locali che fanno riferimento all’Italia, si troverebbero i fondi per realizzare il progetto. Perché non si potrebbe far carico di tutto ciò il suo Centro Studi?Termino ancora rinnovando i miei più vivi com-plimenti per l’azione che Lei conduce, sempre a disposizione per quanto Le potrò essere utile.

“La Procura e la Corte dei Conti hanno tutti gli elementi per avviare un’indagine”

Morreale e De Benedictis: “Go Bike gestito con i piediLe bici quasi tutte inservibili già buttate in magazzino”

Gli stalli delle go bike in cit-tà costituiscono l’impietosa fotografia di un servizio che doveva europeizzare la città Unesco e che, invece, ha di-mostrato l’incapacità e il so-stanziale disinteresse dell’am-ministrazione comunale. Nelle 15 stazioni si trovano pochissime bici, per lo più malridotte, che non invoglia-no per nulla all’utilizzo. E le altre, di cui si vantavano Bu-fardeci e Visentin, dove sono? Ce lo spiegano il rappresen-tante di Natura Sicula Fabio Morreale e il consigliere co-munale del PD Riccardo De Benedictis, i quali lanciano strali nei confronti del Comu-ne chiedendo anche l’avvio di indagini, ognuna per la parte di competenza, della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti.

Fabio Morreale: “Esistono numerose analogie tra due progetti velleitari già realiz-zati nella città di Visentin. Mi riferisco a quello della barrie-ra arborea antismog e a quello del servizio Go Bike. Il primo avrebbe dovuto difendere i si-racusani dall’arrivo di gas in-quinanti provenienti dal polo industriale, l’altro avrebbe do-vuto convincere i siracusani a usare la bicicletta per promuo-vere la mobilità sostenibile. Due progetti che hanno godu-to del patrocinio del Ministero dell’Ambiente e che insieme hanno drenato dalle casse pubbliche più di 1.500.000 €.“Il risultato è che la barriera arborea antismog forse sarà in grado di frenare solo i gas intestinali delle mucche che vi pascolano abusivamente, mentre il servizio Go Bike,

che all’inizio ha funzionato male, adesso non funziona più. Ben 250 biciclette distri-buite nelle 15 stazioni della città, il tutto con un servizio gestito con i piedi e non con la testa.“Adesso le biciclette sono quasi tutte inservibili: è sca-duto il contratto di manuten-zione e non si sa quando si

sbloccherà la situazione. Ma nel frattempo le bici sono ri-maste sotto la pioggia, il sole, la grandine, il vento, i vandali. Copertoni spaccati dal sole, ruote scoppie, sellini divelti, catene arrugginite, copricate-ne mancanti e tanta, tanta rug-gine. Le bici inservibili sono state già buttate in un magaz-zino da cui non credo usciran-

no efficienti”.Riccardo De Benedictis: “Da questa vicenda delle Go Bike emerge chiaramente come questa Amministrazione non abbia capacità o interesse alla gestione attenta e al controllo efficiente dei finanziamenti pubblici. Ogni progetto finan-ziato non può diventare oppor-tunità di spreco di denaro, ma,

ovviamente, possibilità con-creta di realizzare interventi anche significativi, laddove le casse comunali da sole non lo consentano. “Credo che sull’argomento sia la Procura che la Corte dei Conti possano avere i necessa-ri presupposti per avviare del-le indagini nell’ambito delle rispettive competenze”.

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112 Ottobre 2010

NATURA FAMILIARE O PER LA PUBBLICITÀ DELLA PROPRIA ATTIVITÀ. DIFENDI IL TUO -->

Il PD si è sottratto alla tentazione di scegliere la politica del tanto peggio tanto meglio

Col nuovo governo Lombardo niente è più come primaSi aprono nuovi scenari a livello nazionale ma anche locale

di SANTI NICITA

La crisi del quadro politico uscito vittorioso dalle elezioni del 2008 – dopo mesi di incertezza, di lacerazioni, di contrasti politici e personali – ha trovato una sua specifica soluzione. Il Presidente Lombardo, nel momento in cui il suo governo fu battuto in aula sulla Finanziaria 2009, a causa del voto contrario della maggio-ranza del PDL e dell’UDC, diede vita a un governo minoritario sostenuto dall’MPA, dalla parte del PDL guidata dal Sottogreta-rio on. Miccichè e dal PD. Le motivazioni addotte per la frattura politica del centrodestra hanno evidenziato il malessere profondo esistente all’interno del PDL e l’inconciliabilità fra la strategia politica del Governatore Lombardo rispetto alla politica portata avanti nell’ultimo decennio dal governo di centrodestra. Raffaele Lombardo si è rifiutato di essere il continuatore dei precedenti governi e ha voluto intestarsi una politica di cambiamento e di rinnovamento dando vita a un’azione di governo riformista, im-pegnato a dare una svolta all’azione di governo e a proporre solu-zioni legislative innovative.Non c’è dubbio che il governo Lombardo ter ha ulteriormente accentuato i contrasti nell’ambito del centrodestra quando ha di-chiarato la volontà di dar vita a un quadro politico che rompesse col passato e che puntasse a introdurre nell’azione del governo e nelle iniziative legislative significativi elementi rinnovativi e riformatori. In questa impostazione ha chiesto la collaborazione a tutte le forze politiche presenti in Assemblea e quindi anche al Partito Democratico. Un invito che per la sua ambiguità ha messo a dura prova tutte le forze politiche e in particolare il PD, forte-mente condizionato dalla radicale opposizione alla maggioranza di centrodestra espressa in campagna elettorale e dal seno di re-sponsabilità nei confronti di una Sicilia che ha bisogno di buon governo, di superare l’eccessivo clientelismo e di una politica di profonde riforme per rendere funzionale l’amorfa ed elefantiaca amministrazione regionale, rilanciare il ruolo delle autonomie locali fortemente condizionate da una politica centralista, modi-ficare la legge elettorale degli enti locali, il ruolo delle Province regionali, risolvere i problemi dell’acqua, dei rifiuti (che condi-zionano pesantemente le attività dei Comuni), riordinare la po-litica dell’ESA, degli enti regionali e degli organismi intermedi (ASI, Consorzi di bonifica, ASP eccetera).Le varie iniziative debbono servire ad accreditare, nel quadro del-la politica nazionale, una nuova immagine della Sicilia rispetto alla tentazione del governo Berlusconi di esautorare le scelte pro-

grammatiche delle varie Regioni.L’annunciata volontà del Governo nazionale di costituire una ca-bina di regia alla Presidenza del Consiglio, riprogrammando l’uti-lizzo delle risorse disponibili a qualsiasi titolo dopo dieci anni di completa disattenzione del governo centrale rispetto alla politica di programmazione concordata, ma nei fatti ritardata, costityisce un espediente per rafforzare il centralismo statuale nel momento in cui si esalta il federalismo fiscale.La Sicilia ha sperimentato in questi mesi il pericolo mortale di pa-gare un prezzo altissimo per il fallimento politico del centrodestra

e il Partito Democratico ha elaborato una strategia politica che concili il suo ruolo di opposizione elettorale e politica con l’esi-genza di operare nell’interesse della nostra Regione, abbando-nando la tentazione di scegliere la politica del tanto peggio tanto meglio. A questo fine ha dato al Governatore, on. Raffaele Lom-bardo, la propria disponibilità politica condizionandola alle scelte precise di dar vita a un governo di tecnici, a un governo riformista e innovatore, dichiarando la propria indisponibilità a sostenere un governo con la presenza dell’on. Miccichè, legato politicamente col governo Berlusconi. Condizioni chiare e largamente condivise dalla Direzione regionale e dal gruppo parlamentare del PD.Con molte difficoltà, alla fine, il Presidente Lombardo ha accetta-to l’orientamento del PD e ha dato vita a un governo che rappre-senta una profonda discontinuità col passato e apre la via a una nuova sperimentazione politica che fa guardare all’avvenire con un certo ottimismo, non nascondendo le molteplici insidie poli-tiche e giudiziarie. In sostanza, niente è più come prima. Siamo oggi in una nuova esperienza politica per la Sicilia ma che può avere significativi riflessi nella politica nazionale.Sarà il nuovo governo all’altezza delle coraggiose scelte politiche che sono maturate rompendo i precedenti equilibri tra i partiti e al loro interno? I prossimi mesi ci daranno una precisa risposta, sia per la politica regionale che per le inevitabili ricadute negli equilibri politici nei vari territori.Il Partito Democratico, col suo gruppo parlamentare, risulta de-terminante in questo nuovo contesto politico, per cui è chiamato a svolgere un significativo ruolo a tutti i livelli e non può non rilanciare la politica della concertazione e dell’approfondimento delle varie problematiche che affliggono la Sicilia e in particolare la provincia di Siracusa.In tutti questi anni il centrodestra nella nostra provincia ha rifiuta-to e rigettato qualsiasi dialogo e confronto politico, rinchiudendo-si nella sua autosufficienza, senza mai programmare una politica di rilancio dell’economia provinciale e impegnandosi solo nella gestione del cosiddetto sottogoverno, lasciando incancrenire la varie situazioni. E’ auspicabile che nella nuova situazione politico istituzionale il PD di Siracusa possa svolgere una incisiva azione politica unitaria per affrontare in maniera organica le difficili pro-blematiche della provincia, chiedendo al Presidente della Regione e al suo Governo precisi impegni per il rilancio dell’asfittica situa-zione economica, occupazione e sociale del Siracusano.

“Che si torni subito in Consiglio per decidere, assumendo ciascuno le proprie responsabilità”

Di Giovanni: “Sulle proposte della Commissione la ministraesca dal vago e dica chiaramente cosa condivide e cosa no”

Pubblichiamo per intero la lettera aperta dell’av-vocato Ettore di Giovanni, consi-gliere comunale di Sinistra e Li-bertà, in seguito alle dichiarazioni rese dalla ministra Pres t ig iacomo sulla querelle Pia-no Regolatore:“Ho letto l’intervista all’On. Prestigiacomo sul-la revisione del piano regolatore e sono rimasto stupefatto nel constatare che il Ministro dell’Am-biente, dopo avere affermato che vi sono scelte del piano regolatore che non condivide, non senta la necessità di dire quali siano le scelte non condi-vise. Dopo un silenzio non giustificabile mentre in città si svolgeva un dibattito largamente parte-cipato (cosa che mancò in sede di adozione dello strumento urbanistico), l’unica proposta è “una pubblica assemblea” per “un confronto franco nella chiarezza e nella trasparenza”, dimenticando che questo confronto pubblico già è avvenuto in un Consiglio comunale aperto di oltre un anno fa sul problema delle coste e che fu proprio in quel con-testo di mobilitazione e di partecipazione cittadina che il Consiglio ebbe a votare, successivamente, all’unanimità l’odg tendente ad una rivisitazione del prg ”per una migliore tutela del patrimonio sto-rico ed ambientale”, dando incarico alla Commis-

sione Urbanistica di predisporre le proposte conse-guenti. La Commissione ha lavorato per oltre un anno, confrontandosi con chiunque ha chiesto di essere ascoltato, ed ha prodotto alcune proposte di indirizzi per apportare le correzioni al prg di scelte ritenute datate (vedi i villaggi) o errate, ma giunti alla seduta consiliare la maggioranza ha imposto, in pratica, un rinvio sine die, inventando un “ta-volo tecnico” che nulla ha fin’ora prodotto, senza entrare nel merito delle proposte, sfuggendo a quel confronto auspicato dal Ministro “carte in mano” e rifugiandosi dietro tecnicismi, allo stato assoluta-mente prematuri, con il rischio non ipotetico che, allungando i tempi, a breve ci sarà poco da tutelare. “Non è mia abitudine criminalizzare l’avversario, ho sempre auspicato che i consiglieri della città, senza logiche di appartenenza, potessero confron-tarsi e decidere su alcuni temi nodali come la costa del Plemmirio o le aree viciniori alle mura dioni-giane ed al castello Eurialo, ma questo confronto in Consiglio sin’ora non vi è stato e non penso che possa essere surrogato dall’assemblea invocata dal Ministro, che rischia, nel migliore caso, di essere una serie di buone intenzioni senza però decidere nulla. Quale lettura dare di tale atteggiamento del-la maggioranza? E’ criminalizzare sottolinearne la doppiezza e la contraddittorietà?Ciò detto, non posso non sottolineare la singo-larità di alcune affermazioni dell’on. Prestigia-como. Si dice che le coste sono state cementifi-cate negli anni passati dai siracusani (aggiungo: grazie anche alle sanatorie, che hanno prodotto l’abusivismo in molti casi, e ad amministrazio-

ni che facevano finta di non vedere e di cui gli amministratori di oggi appaiono in molti casi gli epigoni se si guarda a quanto sta avvenendo ad es. in viale Epipoli, a Tremmilia, in contrada Car-rozzieri etc)”, che sono rimaste poche aree... forse di minor pregio (sic!) che debbono essere gestite con attenzione ai valori ambientali ed in questo ambito si può discutere di villaggi e porti turi-stici. “Interramenti del mare?” Ne hanno fatto di peggiori, ed altre affermazioni similari.Provo ad uscire dal generico: per l’on Prestigia-como sono compatibili coi valori ambientali il progetto del Villaggio alla Pillirina, il progetto del Porto “Spero” nel porto grande? Se altri nel pas-sato ha sbagliato, è legittimo continuare? Questo non solo sarebbe sì manicheismo ma soprattutto insensato!Si afferma ancora che gli insediamenti potrebbero restituire alla fruizione pubblica aree degradate. Un argomento che ho sentito ripetere in Consiglio dall’allora sindaco on. Bufardeci, insieme con “l’occasione unica” di acquisire alla città 13000 mq di costa attrezzata, per il villaggio dell’Aspa-rano. I siracusani (anche il Ministro lo è) sanno com’è finita: incassata la variante, niente cessione di aree, niente accesso al mare!Il turismo”implica costi per il territorio”, ha bi-sogno di strutture ricettive e di infrastrutture. Certamente. Ma, se non vogliamo distruggere le premesse stesse del turismo, queste debbono essere compatibili e tali non sono a mio avviso il villaggio alla Pillirina o il progetto del nuo-vo porto turistico Nè possono tranquillizzare le

“normative precise” capaci di impedire gli abusi, invocate dalla Ministra. Le norme c’erano anche nel passato, eppure è avvenuto, dall’Epipoli alle coste, lo scempio che tutti vediamo.Quello che serve credo siano scelte politiche chia-re ed allora mi permetto di chiedere all’on. Pre-stigiacomo:- Condivide o no la proposta della commissione di cambiare la destinazione delle aree lungo la co-sta del Plemmirio per salvaguardare un ambiente di alto valore anche dal punto di vista della flora e della fauna? Non era della Ministra (se ricordo bene) l’idea di un parco costiero che si coniugasse con l’Area Marina Protetta? Non sarebbe questo un elemento in più per l’appetibilità turistica di Siracusa?- Condivide la proposta di creare un parco urba-no, che potrebbe essere anche a gestione privata, riducendo in parte gli insediamenti programmati dal prg nelle aree di viale Epipoli, zona pur vinco-lata e da tutelare anche ai sensi delle indicazioni dell’Unesco? - Cosa pensa del progetto del Porto “Spero”?- Non dovrebbe il Consiglio Comunale tenere in debito conto le indicazioni del Piano paesaggisti-co, seppure colpevolmente non approvato anco-ra dopo anni dalla Regione?Se l’assemblea pubblica servirà a fare questa chiarezza, avrà almeno questo merito, sempre che subito si torni in Consiglio per decidere, assu-mendo ciascuno le proprie responsabilità, e non si continui a dire per fare poi il contrario.

Ettore Di Giovanni

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12 2 Ottobre 2010

DOVE ANDIAMO STASERA dal 2 al 8 ottobre 2010

a cura di Giuseppe Baldini

02/10/2010Dalla mattina – Palazzolo AcreideFesta di San MicheleDalle 10,00 alle 21,00 – Sortino“30° Sagra del miele”Dal pomeriggio – SortinoProgetto d’arte glocal: “Sortino creativa”Dal pomeriggio – Rosolini“Sagra del mosto”Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”17,30 – SiracusaChiesa di San Nicolò dei Cordari“24 Conversazioni sul Teatro Classico”III edizione, a cura di SIRACUSANTEPRIMA TEATRO18,30 – SiracusaMuseo Aretuseo dei Pupi, OrtigiaSpettacolo: “L’opera dei pupi”21,00 – Priolo GargalloLargo dell’Autonomia ComunaleSpettacolo musicale presentato da Salvo La Rosa ed Elisa Lisitano con: Marco Carta, Lo-redana Errore, Valerio Scanu, Sonhora 21,00 – SiracusaAntico Mercato di OrtigiaSpettacolo: “L’illogicità del denaro”23,00 – SiracusaPub “Sale”, via Amalfitana 56/2Concerto: “Panorm Quarter Band”

03/10/2010Dalle 8,00 alle 13,00 – SiracusaAntico Mercato di Ortigia“Il mercato degli agricoltori”Dalla mattina – Siracusa, Noto, Scicli, Modi-ca, Ragusa Ibla, Ragusa e ritornoStazione ferroviaria di SiracusaTreno Barocco – Biglietti € 9/16Info tel. 0932 759634Dalla mattina – Palazzolo AcreideFesta di San MicheleDalle 10,00 alle 21,00 – Sortino“30° Sagra del miele”11,00 – SortinoSfilata auto storiche e vespeDal pomeriggio – SortinoProgetto d’arte glocal: “Sortino creativa”Dal pomeriggio – Rosolini“Sagra del mosto”Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”

19.00 – FloridiaAssociazione Amici della MusicaPianista Bruno Canino e Quartetto ArchimedeQuintetto con archi op. 44 di Schumann18,30 – SiracusaMuseo Aretuseo dei Pupi, OrtigiaSpettacolo: “L’opera dei pupi”20,30 – Priolo GargalloLargo dell’Autonomia ComunaleConcerto inaugurale della Banda Musicale Comunale “Città di Priolo Gargallo”

04/10/2010Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”

05/10/2010Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9 Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”16,00 – NotoTeatro Vittorio Emanuele“Merenda a Teatro”Narratrice Pamela Toscano18,30 – SiracusaMuseo Aretuseo dei Pupi, OrtigiaSpettacolo: “L’opera dei pupi”

06/10/2010Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”

07/10/2010Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9 Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”18,30 – SiracusaMuseo Aretuseo dei Pupi, OrtigiaSpettacolo: “L’opera dei pupi”

08/10/2010Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9Mostra collettiva: “La finestra dell’anima”Dal pomeriggio – SiracusaGalleria dello Steri, via della Conciliazione, 9“Creando l’Invisibile, dodici grandi opere di Elisa Tinè”

Weekend a Sortino per gli amanti del miele

Nel primo weekend di ottobre, come ormai noto da anni a tutti i golosi ed intenditori, si tiene a Sortino la famosa “Sagra del mie-le”. Il successo della manifestazione si evince dal fatto che essa giungerà quest’anno alla 30° edizione. Nel periodo che va dal primo al tre ottobre c.a. per le vie principali del paese, divenu-to famoso a livello nazionale proprio grazie all’apicoltura e alla creazione del pizzolo, si potranno gustare nei vari stand il miele, in tutti i suoi svariati gusti e tutte le prelibatezze da esso derivate. Ma la sagra non è solo degustazione; infatti sono anche previsti sia dibattiti e convegni, con tema riguardante ovviamente il dol-ce nettare prodotto dalle api ed esibizioni folkloristiche, come l’Opera dei Pupi, in Piazza Maria Josè il 3 ottobre alle 19,30, il concerto dei “Cantu Anticu”, sempre il 3 ottobre alle 21,30 in Piazza Santa Sofia, e spettacoli itineranti di vario genere, quali un raduno di auto d’epoca e di vespe, che avverrà nella mattinata del 3 ottobre Quest’anno poi la sagra sarà accompagnata dal progetto “Cit-tà creativa”, il cui obiettivo principale è quello di presentare e valorizzare al pubblico il meglio della produzione artigianale locale. In altre parole, da venerdì 1 a domenica 3 ottobre nel cen-tro ibleo la “30° edizione della Sagra del miele” sarà affiancata e legata all’evento “Sortino Creativa”, allestito nella scalinata della chiesa del Carmine. Si tratta della prima tappa di un ambi-zioso progetto, organizzato da “Sì Comunica” con il patrocinio del Comune di Sortino e il contributo della Provincia di Siracusa, che mira a dare voce a decine di artisti il cui estro merita di es-sere apprezzato oltre i confini del proprio territorio. Uno spazio diverso che, di città in città, selezionerà il pezzo unico, la serie limitata, la specialità e l’eccellenza in ogni settore della creati-vità. Un evento che è anche multimediale, in quanto dal primo ottobre è prevista anche una esposizione permanente on line sul sito: www.cittacreativa.it.

Il 2 ottobre a Priolo concerto con i vincitori

di “Amici” e di “Sanremo”Cresce l’attesa per la serata di grande musica prevista a Priolo Gargallo il 2 ottobre c.a, soprattutto tra il pubblico di giovani della provincia siracusana. Infatti per questa data si terrà un concerto a cui parteciperanno diversi cantanti, noti soprattutto al pubblico dei teenager, in quanto provenienti per la maggior parte dai talent show nati negli ultimi anni in televisione. Gli artisti che si alterne-ranno sul palco priolese sono: i Sonhora, duo vincitore dell’ultima edizione della sezione giovani del Festival di Sanremo, composto dai fratelli veronesi Luca e Diego Fanello; Valerio Scanu e Mar-co Carta, vincitori anch’essi degli ultimi due Festival di Sanremo, sezione big ed, infine, Loredana Errore, che ha partecipato e vinto all’ultima edizione del talent show “Amici”, proprio come avve-nuto negli anni passati anche ai già citati Valerio Scanu e Marco Carta. Quest’ultimo, inoltre, concluderà proprio qui a Priolo il suo lungo tour estivo, in cui ha presentato il suo ultimo disco “Il cuore muove” e dal quale è stato estratto il singolo “Niente più di me”. Il concerto, presentato da Salvo La Rosa ed Elisa Lisitano, inizierà intorno alle 21,00 presso il Largo dell’Autonomia Comunale e si concluderà verso le 00,30 con uno spettacolo pirotecnico alle spal-le del Palazzo Municipale. Tale evento del 2 ottobre rientra tra le manifestazioni previste ed organizzate dal Comune di Priolo per la festa dell’Angelo Custode, il Santo patrono locale. Il programma dei festeggiamenti va dal primo al tre ottobre.

--> GIORNALE, IMPEGNATO NELLA DIFESA DELL’AMBIENTE, DEL WELFARE, DEL

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132 Ottobre 2010

MULTICULTURALISMO, DELL’ETICA POLITICA, DI UNO SVILUPPO CONIUGATO CON -->

Organizzato da una decina di movimenti per la salvaguardia del territorio megarese

Cala Paradiso day domani ad Augusta di “PartecipAgire” contributi informativi, confronti, momenti di arte e culturaNatura Sicula onlus - Augusta, Màrilighèa Augusta, Studenti Non Indifferenti Augusta, Guardia Costiera Ausiliaria – Augusta, Shloq, Bivio Art, Augusta Photo Freelance, Gruppo Spontaneo Donne e Mamme, Gruppo facebo-ok “Salviamo le spiagge inquinate di Augusta” e... tanti altri liberi cittadini hanno organizzato per domani, 3 ottobre, il Cala Paradiso day, una giornata promossa da un gruppo di liberi cittadini e associazioni locali di volontariato, impegnato nella salvaguardia e nella valoriz-zazione del territorio megarese. ‘PartecipAgire’ è un progetto a lungo termi-ne e di ampio respiro che punta al coinvolgi-mento diretto e alla partecipazione attiva di tutti i cittadini nelle molteplici iniziative che i volontari si prefiggono di porre in essere nell’esclusivo interesse pubblico. La pulizia di Cala Paradiso, arricchita di con-tributi informativi, angoli di confronto e mo-menti artistico - culturali, è dunque il primo appuntamento, la prima azione concreta, di una lunga serie in programma. Il principio fondante attorno al quale le di-verse associazioni si stringono rappresenta la constatazione che la ‘delega in bianco’, attra-verso la quale i cittadini affidano incondizio-natamente ai propri eletti il compito di gestire e curare la cosa pubblica, è insufficiente e de-leteria. I risultati che questa tendenza nefasta ha pro-dotto si ritiene siano ben manifesti: un quasi totale scollamento tra classe politica e cittadi-ni; una clamorosa e generalizzata indifferenza nei confronti della vita pubblica; lo ‘stallo’ civico e culturale che paralizza e opprime la crescita di una città di cui, nei decenni, si è fatto ampio, arbitrario e diversificato abuso. L’azione indisturbata di affaristi senza scrupo-li è riuscita a distorcere e affossare l’affezione e la fiducia della gente nelle istituzioni;Ciò che necessita di essere riscoperto è, for-

se, l’etimo, il valore nobile e originario di quell’arte chiamata politica. La definizione aristotelica che indica come politico tutto ciò che abbraccia l’interesse di una comunità e che, per questo, richie-de il contributo costante di tutti coloro che di quella comunità sono parte integrante. La politica, in un paese in cui la sovra-nità risiede nel popolo, deve affiancare e contestualizzare la sfera privata, comple-tare la vita di ogni cittadino che acquista l’inconfutabile consapevolezza di essere pi-lastro portante della società in cui è inserito. Partendo da una rivalutazione dello spazio pubblico di comune appartenenza, a cui tut-ti abbiamo il dovere di partecipare, si com-prenderà facilmente come la politica non si realizzi solo nei palazzi del potere, nei salotti d’élite o ricoprendo cariche istituzionali. Ogni gesto, ogni azione, ogni intento concreto che sorregge il bene collettivo, diviene politico. Il progetto ‘PartecipAgire’, descritto sinteti-camente nelle sue linee-guida e negli intenti, mira a far crescere all’interno della cittadinan-za, specie tra i più giovani, uno spirito di mo-ralità pubblica.Un atteggiamento costante e duraturo che spinga ogni singolo componente dell’intera società a trasporre nella dimensione quotidia-na il senso civico, gli ideali di giustizia ed eti-ca pubblica. ‘Fare ciò che è giusto e non limitarsi solo a parlarne’, in termini spiccioli, è il monito che, per non restare lettera morta, deve approdare nelle coscienze vive di ognuno di noi.[“C’è un futuro a condizione che finalmente la maggioranza diventi tale: cioè che veramente i cittadini di Augusta non si accontentassero di delegare, che ci fosse la massima parteci-pazione attiva, che si prendesse la coscienza d’essere gruppo, collettività”.

Antonino Condorelli

I cittadini, armati di ramazza, hanno fatto loro ciò che toccava fare all’amministrazione comunale

Il Comitato “Melilli per noi” ha inviato una lettera aperta al Sindaco Melilli, Pippo Sorbello, martedì scorso. Oggetto della missiva le condizioni in cui versa la villa comunale che, a partire da P.za San Sebastiano, costeggia una parte di Via Iblea.Di seguito se ne riportano i passi più salienti. “Uno stato pietoso dove troviamo di tutto e di più, erbacce, carte e tovaglioli, bottiglie di vetro e di plastica, contenitori e lattine di alluminio, che emettono un odore sgradevole se non putri-do e pungente, nella zona belvedere. […] Sono un’indecenza anche i bagni della villa comunale. […] E’ possibile che non esista una soluzione per sistemarli e renderli fruibili? […] I giochi, messi tempo fa, sono tutti distrutti: molti hanno i pezzi mancanti e lacerazioni dove il ferro è arrugginito e, dunque, chi si ferisce accidentalmente potrebbe anche essere soggetto a infezioni.Non si muove nulla per la salvaguardia della vil-la comunale di Melilli, mancano l’assistenza, un guardiano-tuttofare e la cartellonistica del com-portamento civile da tenere nei luoghi. La situa-zione è emergenziale. L’abbandono degli spazi verdi della città (che, in realtà, costituiscono un importante patrimonio da sfruttare per il rilancio delle attività turistiche, nonché per l’aggregazio-ne e socializzazione dei cittadini) è uno spettacolo di degrado e indifferenza che suscita rabbia”.Martedì 28 un gruppo di volontari Melillesi (tra i quali anche il consigliere comunale Di Battista) ha ripulito – ramazze, rastrelli e guanti alla mano

– il belvedere della Villa Comunale fino al parco giochi. “Questo primo appuntamento – scrivono nella lettera i rappresentanti del Comitato – serve a ri-cordare ai nostri concittadini che l’inquinamento della villa dura tutto l’anno, anche se l’interesse per il problema sembra riguardare esclusivamente il periodo estivo. Un piccolo gesto, ma di gran-de valore simbolico, nella consapevolezza che è possibile con uno sforzo comune correggere abi-tudini incivili. Salvaguardare il bene di tutti è un preciso impegno dell’amministrazione comunale. Questa iniziativa testimonia la sensibilità di tan-ti Cittadini verso i temi ambientali, cittadini che hanno operato concretamente a favore di uno dei beni più preziosi del nostro paese. L’impegno dei volontari non può bastare, occorre la responsabi-lizzazione di tutti, istituzioni e cittadini, per pro-teggere l’ambiente.Come possono parlare di sviluppo turistico i no-stri amministratori se non sono, anzi non sono mai stati, capaci di gestire le cose belle che abbiamo? L’assessore all’ambiente che fine ha fatto? Come sarebbe bello se il Sindaco amasse la sua città più della fascia che mette a tracolla. Come sarebbe bello se l’Assessore all’Igiene avesse necessità di utilizzare i cessi pubblici alla villa comunale. Come sarebbe bello se l’Assessore alla Nettezza Urbana facesse un giro nella villa e giardino pub-blico di Melilli. Come sarebbe bello se l’Asses-sore alla Cultura si recasse nella villa comunale

e organizzasse una serata dedicata alla storia del paese.Come sarebbe bello se l’Assessore all’Urbanistica a spese nostre si recasse in una cittadina dell’Um-bria o della Toscana a imparare cosa è la gestione della città. Come sarebbe bello se l’Assessore alle

Finanze mettesse in bilancio mille euro per pulire la villa comunale. Come sarebbe bello se l’Asses-sore ai Lavori Pubblici facesse un’opera pubblica anche se solo per il fine di lasciare ai posteri una targa con il suo nome. Come sarebbe bello se i nostri amministratori se ne andassero tutti a casa.”

Lettera aperta del Comitato “Melilli per noi” al sindaco“Emergenza, la villa comunale in uno stato pietoso”

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--> L’ECOSOSTENIBILITÀ DELLE INIZIATIVE. GRAZIE, IL DIRETTORE FRANCO ODDO.

salute e benesserea cura del dott. Michele Collura

Il convegno di sabato prossimo al Park Hotel in collaborazione tra la FIMPS e l’ASP

La sopravvivenza dei nati prematuri è nettamente miglioratama fuori dal grembo materno si sono manifestate patologie

Il giorno 9 di ottobre 2010 si svolgerà presso il Quality Park Hotel di Siracusa un convegno che vedrà riuniti una equipe plurispecialista di me-dici per discutere sulle patologie che la nascita prematura di un bambino può comportare. La F.I.M.P.S. (Federazione Italiana Medici Pedia-tri di Siracusa) assieme all’ASP di Siracusa si è fatta promotrice di questo incontro finalizza-to a fare luce su una problematica sanitaria re-cente. Recenti statistiche mostrano infatti che la capacità di sopravvivenza dei bambini nati pre-termine, quindi sotto peso ed immaturi alla vita extrauterina, è nettamente migliorata negli ulti-mi anni. Grazie alla dedizione del personale in-fermieristico e dei medici pediatri neonatologi, il reparto di Neonatologia dell’ASP di Siracusa opera alacremente nel settore, sfruttando al mas-simo le attrezzature tecnologicamente avanzate di cui è dotato. Ma la sopravvivenza in un ambiente diverso, quale può essere il grembo materno, ha com-portato la comparsa di patologie che interessano più branche della medicina. Il convegno vuo-le creare uno scambio di vedute fra i pediatri dell’ospedale di Siracusa e tutti i medici esterni che operano nel territorio dell’ASP. Da qui il ti-tolo scelto per questo simposio “Il bambino pre-maturo dall’Ospedale al territorio”. Dopo il benvenuto e una nota introduttiva del Direttore Generale dell’ASP di Siracusa, dott. Franco Maniscalco, il dott. Salvatore Patania,

presidente della FIMPS, parlerà delle finalità e degli obiettivi del convegno. A seguire il dottor Massimo Tirantello, responsabile del reparto di neonatologia, affronterà il tema dell’adattamen-to del neonato alla vita extrauterina mentre il dott. Antonio Rotondo, responsabile del reparto di Pediatria, darà delle direttive su come il bam-bino prematuro dovrà essere seguito. La seconda sessione del simposio sarà dedicata agli speciali-sti dott. Luigi Russo e dott. Andrea Centaro che rispettivamente si occupano delle complicanze cardiologiche ed oftalmologiche frequenti in questi piccoli pazienti. In ultimo la dott.ssa Car-mela Tata, neuropsichiatra infantile, spiegherà l’importante ruolo che il neuropsichiatra deve svolgere durante lo sviluppo del bambino.

Corso di formazione per PediatriQuality Park Hotel, via Filisto, 80 - Siracusa

9 Ottobre 2010Inizio lavori ore: 8,00

Programma:I sessione:

Il bambino prematuro. Rel. Lombardo-Rotondo-PataniaRelazione: Finalità ed obiettivi del Corso. S.Patania

Relazione: Adattamento del neonato alla vita extrauterina. F.Lombardo Relazione: Il pediatra ed il follow-up del neonato pretermin. A.Rotondo

Discussione-Dibattito in plenaria.

II sessione: Il bambino prematuro. Rel.Tata-Russo-Centaro

Relazione: Il quadro neuropsichiatrico del bambino prematuro. C.Tata Relazione: Le complicanze cardiologiche del bambino prematuro. L.Russo

Relazione: La retinopatia del bambino prematuro. A.CentaroDiscussione-dibattito in plenaria con conduttore. Tata-Russo

Test di verifica.Scheda individuale e chiusura lavori alle ore 14,00

Le relazioni avranno una durata di 40 minuti ciascuna.

Giorno dopo giorno, si eleva un muro di astio e silenzio che inevitabilmente nuoce al legame

Psicologia del tradimento: la terapia di coppiapuò dar vita a una nuova alfabetizzazione emozionaleLa parola infedeltà sembra essere ormai d’uso co-mune e frequentemente ricorrente in riviste mo-daiole, chiacchiere amicali sotto l’ombrellone e dolorose confessioni in setting psicoterapici.Il tradimento, saltuario o seriale, sembra essere una fantasia ricorrente in moltissime coppie. Le mo-tivazioni che spingono al tradimento sono molte-plici, dall’insoddisfazione e crisi coniugale all’as-senza di attenzioni del partner, alla noia coniugale, all’erotismo sopito, alla curiosità verso altro dal coniuge, al bisogno inconscio di seduzione, alla paura della vecchiaia e della morte.Cosa spinge in realtà a tradire? Quali sono i mec-canismi inconsci che sottendono il tradimento? Quando e perché la fantasia, dal tutelato e tutelante mondo dell’immaginazione, diventa realtà?Il tradimento, in realtà si coniuga con le ataviche paure che abitano l’animo umano, quelle dell’ab-bandono. Essere traditi, o solo immaginare l’infe-deltà di chi amiamo, attiva paure ed angosce ab-bandoniche che mettono in crisi anche il più saldo degli apparati psichici, oltre che legame.Agito, fantasticato, fugace o perpetuato, il tradi-mento rappresenta indubbiamente la più dolorosa delle esperienze emozionali di vita a due.Facendo un breve escursus storico, possiamo no-tare come il tradimento, in passato, era associato esclusivamente agli uomini, evento accettato e riconosciuto, espressione indiscussa di “potenza sessuale” e marcata identità maschile. Il “rapporto clandestino”, storicamente, è sempre stato di mono-polio maschile, a causa dell’errata convinzione che gli uomini avessero un desiderio sessuale costitu-zionalmente più elevato di quello femminile, nutri-to e mantenuto da un elevato livello testosteronico.

Le donne lentamente, ma costantemente, hanno avuto accesso alla sfera del tradimento e frequen-temente trovano appagamento oltre i confini geo-grafici del matrimonio.Chi tradisce chi? E’ sempre così netta la demarca-zione tra chi tradisce e chi viene tradito?Dai dolorosi e caleidoscopici racconti dei miei pazienti, emerge l’assenza di una linea di demar-cazione netta tra “tradito e traditore”; l’uno sem-bra essere inconsciamente autorizzato o spinto dall’altro verso le seduttive braccia dell’amante. Il coniuge insofferente, dolente o annoiato, lamenta con modalità più o meno chiare cosa non lo ap-paga più o cosa di nuovo, sul piano emozionale, necessita; ma l’altro\a, sembra non sentire, contri-buendo, giorno dopo giorno, alla costruzione di un muro di astio e silenzio, che inevitabilmente nuoce al legame.L’infedeltà rappresenta indubbiamente un doloroso attacco ad autostima, narcisismo e fiducia recipro-ca. Da sterile compulsione al tradimento, essa può diventare un momento di confusione esistenziale, di doloroso grido di aiuto e, con l’aiuto di un tera-peuta, trasformarsi da crisi in risorsa.In questi casi, infatti,anche il peggiore dei tradi-menti può sicuramente essere adoperato come stru-mento di decodifica delle zone d’ombra del rappor-to di coppia e rinegoziazione dell’intero legame. La terapia di coppia non lavora esclusivamente sulla gestione del tradimento, ma approccia la co-municazione all’interno della coppia, la relazione nel suo insieme, la capacità di gestione dei conflitti, dando vita ad una nuova “alfabetizzazione emozio-nale” e migliorando l’affettività e la sessualità.

Valeria Randone (www.valeriarandone.it)

Il 14 e 15 ottobre. Necessaria la prenotazione ai num. 0931.441456 e 411828

Organizzata dall’Unione Ciechi “La Giornata della Vista”Visite gratuite all’Uici e in ospedale, specie per i bambini

Anche quest’anno l’Agenzia Internaziona-le per la prevenzione della cecità celebra la “Giornata Mondiale della Vista” per at-tuare, come sempre, un’azione di sensibi-lizzazione e di prevenzione primaria tant’è che l’iniziativa è prevalentemente rivolta ai bambini.L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo siano ben 314 milioni coloro che soffrono di una grave riduzio-ne della capacità visiva, in gran parte per patologie evitabili o per l’impossibilità di accedere a prestazioni e servizi sanitari idonei. E’ compito, dunque, di chi come noi si occupa di prevenzione sensibilizzare quanto più possibile la popolazione su que-sto delicato tema.Pertanto, l’Unione Italiana Ciechi e de-gli Ipovedenti di Siracusa e l’ASP 8 di Siracusa, attraverso il reparto Oculistico dell’Ospedale “Umberto I“ diretto dal Dr. Francesco Urso, in adesione alla “Giornata

Mondiale della vista” hanno scelto di de-dicare l’iniziativa sia ai bambini che ai cit-tadini con controlli gratuiti di prevenzione primaria e controllo del tono e visus per la prevenzione del Glaucoma.Le visite saranno effettuate presso l’am-bulatorio Oculistico dell’UICI di Sira-cusa, diretto dal Dr. Michele Collura, in via Grottasanta 99 il: 14 Ottobre controllo tono e visus; 15 Ottobre visite ai bambini; presso l’Ospedale “Umberto I“ reparto di Oculistica diretto dal Dr. Francesco Urso: 18 Ottobre controllo tono e visus. Le visite saranno garantite solo previa pre-notazione, entro e non oltre il 10 ottobre prossimo, ai seguenti n. 0931/441456 – 411828 .L’evento sarà presentato con una conferenza stampa presso i locali dell’Ospedale “ Um-berto I “ venerdì 8 ottobre alle ore 11,30.

IL PRESIDENTECalleri Sebastiano

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16 2 Ottobre 2010

Il saluto del Presidente Enzo Troia e un bellissimo spettacolo di lirica, recitazione e piano

L’Arcivescovo Pappalardo nella sede del Club degli Amici“Come San Paolo dico: anche la bellezza salva l’umanità”

di ALESSANDRA PRIVITERA

Un salone strapieno, gli arredi migliori, il calore umano delle grandi serate che rimarranno nel-la storia dell’organizzazione. Così, lunedì sera, il Club degli Amici ha accolto Mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, nella sua prima visita pastorale nella sede di contrada Spalla. A fare gli onori di casa il presidente Enzo Troia, da sempre fortemente legato alla dottrina e alla tradizione cattolica.“Il Club degli Amici nasce 44 anni fa. Il suo sim-bolo, due delfini che si incrociano, rimanda ai valori dell’amicizia e della solidarietà. Sono va-lori, questi ultimi, che i soci del Club dimostrano di sentire in tutte le esperienze associative ed ex-tra-associative”. Con queste parole il presiden-te del prestigioso Club cittadino ha aperto l’in-contro. Un momento di arte e cultura. “Il nostro Club – ha affermato il Presidente – non è solo un circolo ricreativo ma anche un’associazione culturale, aperta a chiunque voglia farne parte. Facciamo un vanto della nostra totale apertura nei confronti di quanti presentano domanda di ammissione alla Commissione preposta: non ci interessa che i nostri soci abbiano titoli e onorifi-cenze, che siano liberi professionisti o apparten-gano alla nobiltà; il nostro Club è aperto a tutte le famiglie che basano le loro fondamenta sui valori della solidarietà reciproca e della lealtà”.Il “Trio Calliope”, composto da tre donne, raffi-nate oltre che brave, è stato capace di emoziona-re il pubblico dei soci con il canto, ricchissimo di sonorità, del soprano Rita Patania, con la re-citazione magistrale dell’attrice Rita Abela, con le note della pianista Cristina Gianino. Un pro-gramma fitto quello di Anema e core, un interse-carsi di arie liriche e versi poetici tra i più famosi e i più intensi: Sogno di Paolo Tosti e Accadde in quell’età di Neruda, Sposa son disprezzata di Vivaldi e il monologo di Medea. E poi un viag-gio affascinante nella musica e nella poesia na-poletana: I te vurria vasà di Eduardo di Capua e Vincenzo Russo e Tutt’è silenzio di Eduardo De Filippo, ‘A livella e Malafemmena di Antonio De Curtis, Dicitenciellovuie di Rodolfo Valvo e Si t’o sapesse dicere di Eduardo De Filippo. Forte emozione hanno provato i soci quando, con un fuoriprogramma, la Abela ha declamato E poi camminerò sul mio silenzio, versi del poeta e so-cio del Club, Giuseppe Santuccio: “È un tributo al nostro caro amico: perché il Club ha, tra i suoi scopi, quello di valorizzare l’estro e l’arte dei suoi soci. E quello di stasera – continua Troia – è un momento fortemente desiderato perché dedi-cato a S. E. Mons. Salvatore Pappalardo, che ci ha dato l’onore di essere nostro ospite. A lui, che ha subito accettato il nostro invito, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti attraverso un omaggio poetico, interpretato da Rita Abela, e uno lirico, interpretato da Rita Patania”. Sulle note dell’Ave Maria dell’Otello il canto si è intrecciato alla re-citazione delle prime terzine del Paradiso dante-sco dedicate alla Vergine Maria: il momento più commovente della serata.“Questa occasione di incontro – ha concluso il Presidente Troia – è stata possibile grazie al continuo sostegno di ciascuno dei soci e grazie all’impegno del Direttivo del Club nelle perso-ne di Rodolfo Zappalà, vice-presidente, Maria Arcieri Siniscalchi, Enzo Sammito, Salvatore Maiorca, Salvina Cappellani, Francesco Pira, Carmelo Caponetto, Salvatore Santangelo. In-sieme, infatti, abbiamo vissuto e continueremo a vivere sia momenti di intrattenimento (con mu-sica e cabaret, teatro e ballo, sport e burraco) e anche esperienze di solidarietà extra-associative che ci hanno arricchito come famiglie, come uomini e come donne: penso alle iniziative per aiutare l’associazione Jameii e la Croce Rossa Italiana, alle collaborazioni con l’Associazione Mogli Medici Italiani e con la LILT, alla serata dedicata interamente a Telethon. Per tutto que-sto, vi ringrazio”.E un ringraziamento il presidente Troia ha rivol-to agli uomini della politica e delle istituzioni siracusane intervenuti all’evento: il Presidente della Provincia, Nicola Bono, gli onorevoli Enzo Vinciullo, Rino Piscitello, Giuseppe Lo Curzio e

il presidente del Consiglio Comunale di Melilli, l’on. Jano Sbona.A Mons. Pappalardo che, visibilmente entusia-sta, ha ringraziato il Club degli Amici per l’in-vito, sono spettate le battute conclusive: “Essere circolo ricreativo deve assumere per ciascuno di voi, come stasera è per me, lo scopo di “ri-creare” lo spirito, l’animo. La bellezza della li-rica e della recitazione di questo incontro deve farci percorrere un itinerario che ci liberi da ciò che ci pesa, da quanto ci rende faticoso il nostro cammino. Dobbiamo fare nostro l’oggetto di ri-flessione di San Paolo: ciò che è nobile, ciò che giusto, ciò che è bello. Perché anche la bellezza salva l’umanità”.E alla domanda se la presenza di circoli e as-sociazioni culturali e ricreativi possa contribuire alla crescita della comunità diocesana siracusa-na, Mons. Pappalardo ha risposto con un mes-saggio universale: “Non bisogna porsi il pro-blema della crescita della comunità diocesana, quanto piuttosto riflettere su un’altra finalità di cui si fanno portavoce club, circoli e associa-zioni: e cioè che alcuni valori umani, autentici, possono essere vissuti indipendentemente dalla professione religiosa. Come cristiano, mi sento di poter affermare che tutti questi valori hanno fondamento nella bontà e nella bellezza di Dio. Allora: se questi valori universali, bontà e bel-

lezza, vengono portati nel mondo, possiamo aspirare alla salvezza”.L’Arcivescovo ha promesso di tornare altre vol-te al Club, meritando un applauso lunghissimo dei soci che lo hanno circondato di tantissime

attestazioni di stima e di affetto. Una vicinanza che il presidente ha voluto concretamente mani-festare con il dono di un grande papiro su cui era disegnata la cattedrale di Siracusa, opera di un artista cittadino.

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