Progetto accoglienza corso di vela anzio 1

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Sporte Disabilità ... La nostra scuola, la sezione agraria dell'ISTITUTO DI ISTRU- ZIONE SUPERIORE DOMIZIA LUCILLA, accoglie alunni prove- nienti da un territorio piuttosto am- pio ed eterogeneoche includeRoma e la zona nord della sua provincia. Il livello culturale di base è quel- lo tipico di un istituto professiona- le con numerosi casi di pregresso fallimento scolastico -spesso legati anche a disturbi specifici dell'ap- prendimento-. Sono presenti inoltre numerosi alunni che si avvalgono del sostegno e che sono attivamente coinvolti nei progetti per l'integra- zione svolti in Istituto. Nel tempo abbiamo notato che buona parte dei nostri alunni sem- bra spesso rassegnata all'insuc- cesso, lo vedono come qualcosa di ineluttabile, quasi si rimettono al caso, in attesa che qualcosa acca- da. Forse la timidezza, li spinge a conformarsi a ciò che conoscono, facendoli apparire poco propensi a sperimentare cose nuove. Negli anni passati abbiamo verificato l'estrema difficoltà a coinvolgerliin esperienze extra-curriculari, anche le più varie e, dal nostro punto di vista, attraenti. Anziché aderire alle iniziative ed uscire con la classe, gli studenti preferiscono prendersi un giorno di vacanza, magari assecon- dati anche dalle famiglie. Tutto per loro sembra già visto e vissuto, o comunque l'interesse a sperimenta- re si esaurisce nel giro di brevissimo tempo, dopodiché c'è già bisogno di qualcos'altro per risvegliare l'atten- zione. Non parliamo poi se c'è da camminare o, non sia mai, dormire in una tenda o in un rifugio Abbiamo tentato di capire quali fossero i motivi: i costi delle uscite, il tipo di iniziativeproposte, il modo in cui si organizzano e si svolgono, il livello di gradimento verso gli in- segnati macché, non si è cavato un granchiodaun buco.Apparentemen- te nessuno di questi elementi risulta essere determinante. A noi sembra che in qualche modo i ragazzi non si sentano veramente parte di una comunità educativa, ci appaiono co- me tanti individui soli o raggruppati in piccoli nuclei che vivacchiano a scuola e che in prevalenza si annoia- no. Tenutoconto di questa analisi,in qualità di insegnanti di Educazione Fisica e di sostegno, ci siamo inter- rogati su come poter intervenire per stimolare e sviluppare, attraverso esperienze motorie aggreganti, una diversa percezione della scuola e delle sue funzioni, il senso di appar- tenenza ad essa, la motivazione al fare e l'interesse ad apprendere. In poche parole tentare di ribaltare il loro modo di vivere la scuola. Un'importante riflessione ci è na- ta osservando la classe prima dello scorso anno, nel passaggio quin- di dalle scuole medie alle superiori che rappresenta un importante mo- mento di cambiamento nella vita dei ragazzi. Come sempre accade in analoghe situazioni, per affrontare un nuovo ambiente l'individuo è co- stretto a mettersi in gioco, a ripro- grammare, a "ritarare" in qualche modo la propria persona e le proprie strategie di relazione col mondo. Se da un lato questo crea senza dubbio paure, chiusure ed incertezze, da un altro offre importanti occasioni di mutamento, di conoscenza di sé ed anche, in qualche caso, di "riscat- to". In queste fasi l'individuo è più sensibile ed attento agli stimoli che gli giungono dall'ambiente. Quale momento migliore dunque, per noi docenti, per tentare di costruire un canale di comunicazione efficace, attraverso il quale trasmettere l'idea di scuola come una comunità acco- gliente ed attenta all'individuo, ma che al contempo si aspetta da questo impegno, disponibilità e curiosità? E' nata così l'dea di sviluppare, recependo le "Linee Guida per le Attività di Educazione Fisica Moto- ria e Sportiva" proposte dal MIUR, un piano organico di interventi o micro-progetti da svolgere durante tutto l'anno la cui prima fase ha vi- sto la messa in opera del "Progetto Accoglienza" basato su un corso di vela che si è svoltodal 4 all'8 ottobre 2010 presso il Circolo della Vela di Roma -sezione di Anzio-. Gli obiet- tivi prefissati erano quelli di faci- litare la reciproca conoscenza tra i nuovi arrivati, favorire la coesione del gruppo classe, stabilire un con- tatto significativo con i compagni più grandi e con gli alunni diversa- mente abili della scuola, facilitare la conoscenza dei ragazzi da parte dei docenti in tempi più rapidi edin Il Il 'I il Il " " il ~

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Sporte Disabilità

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La nostra scuola, la sezioneagraria dell'ISTITUTO DI ISTRU-ZIONE SUPERIORE DOMIZIALUCILLA, accoglie alunni prove-nienti da un territorio piuttosto am-pio ed eterogeneoche includeRomae la zona nord della sua provincia.Il livello culturale di base è quel-lo tipico di un istituto professiona-le con numerosi casi di pregressofallimento scolastico -spesso legatianche a disturbi specifici dell'ap-prendimento-. Sono presenti inoltrenumerosi alunni che si avvalgonodel sostegnoe che sono attivamentecoinvolti nei progetti per l'integra-zione svoltiin Istituto.

Nel tempo abbiamo notato chebuona parte dei nostri alunni sem-bra spesso rassegnata all'insuc-cesso, lo vedono come qualcosa diineluttabile, quasi si rimettono alcaso, in attesa che qualcosa acca-da. Forse la timidezza, li spinge aconformarsi a ciò che conoscono,facendoli apparire poco propensia sperimentare cose nuove. Neglianni passati abbiamo verificatol'estrema difficoltà a coinvolgerliinesperienze extra-curriculari, anchele più varie e, dal nostro punto divista, attraenti.Anziché aderire alleiniziativeed uscire con la classe, gli

studenti preferiscono prendersi ungiorno di vacanza, magari assecon-dati anche dalle famiglie. Tutto perloro sembra già visto e vissuto, ocomunque l'interesse a sperimenta-re si esaurisce nel giro di brevissimotempo, dopodichéc'è già bisogno diqualcos'altro per risvegliare l'atten-zione. Non parliamo poi se c'è dacamminare o, non sia mai, dormirein una tenda o in un rifugio

Abbiamo tentato di capire qualifossero i motivi: i costi delle uscite,il tipo di iniziativeproposte, il modoin cui si organizzano e si svolgono,il livello di gradimento verso gli in-segnati macché, non si è cavato ungranchiodaunbuco.Apparentemen-te nessuno di questi elementi risultaessere determinante. A noi sembrache in qualche modo i ragazzi nonsi sentano veramente parte di unacomunità educativa,ci appaiono co-me tanti individui soli o raggruppatiin piccoli nuclei che vivacchiano ascuola e che in prevalenza si annoia-no. Tenutoconto di questa analisi,inqualità di insegnanti di EducazioneFisica e di sostegno, ci siamo inter-rogati su come poter intervenire perstimolare e sviluppare, attraversoesperienze motorie aggreganti, unadiversa percezione della scuola e

delle sue funzioni, il senso di appar-tenenza ad essa, la motivazione alfare e l'interesse ad apprendere. Inpoche parole tentare di ribaltare illoro modo di vivere la scuola.

Un'importante riflessioneci è na-ta osservando la classe prima delloscorso anno, nel passaggio quin-di dalle scuole medie alle superioriche rappresenta un importante mo-mento di cambiamento nella vitadei ragazzi. Come sempre accade inanaloghe situazioni, per affrontareun nuovo ambientel'individuoè co-stretto a mettersi in gioco, a ripro-grammare, a "ritarare" in qualchemodo la propria persona e le propriestrategiedi relazione colmondo. Seda un lato questo crea senza dubbiopaure, chiusureed incertezze, da unaltro offre importanti occasioni dimutamento, di conoscenza di sé edanche, in qualche caso, di "riscat-to". In queste fasi l'individuo è piùsensibile ed attento agli stimoli chegli giungono dall'ambiente. Qualemomento migliore dunque, per noidocenti, per tentare di costruire uncanale di comunicazione efficace,attraverso il quale trasmettere l'ideadi scuola come una comunità acco-gliente ed attenta all'individuo, mache al contempo si aspetta da questoimpegno, disponibilitàe curiosità?

E' nata così l'dea di sviluppare,recependo le "Linee Guida per leAttività di EducazioneFisicaMoto-ria e Sportiva" proposte dal MIUR,un piano organico di interventi omicro-progetti da svolgere durantetutto l'anno la cui prima fase ha vi-sto la messa in opera del "ProgettoAccoglienza" basato su un corso divela che si è svoltodal4 all'8 ottobre

2010presso il Circolodella Vela diRoma -sezionedi Anzio-. Gli obiet-tivi prefissati erano quelli di faci-litare la reciproca conoscenza tra inuovi arrivati, favorire la coesionedel gruppo classe, stabilire un con-tatto significativo con i compagnipiù grandi e con gli alunni diversa-mente abili della scuola, facilitarela conoscenza dei ragazzi da partedei docenti in tempi più rapidi edin

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contesti diversi da quello tipicamen-te scolastico, sviluppare e rafforzareil senso di responsabilità individua-le e verso il gruppo, dare la possi-bilità agli studenti di praticare unadisciplina complessa e poco usualeche favorisce l'acquisizione di mol-teplici abilità, conoscenze e compe-tenze. Obiettivo collaterale, ma nondi secondaria importanza, era quel-lo di verificare ed eventualmente

sviluppare la capacità di orientarsinegli spostamenti ed essere autono-mi nell'utilizzare i mezzi di traspor-to. La prima dello scorso anno, si èpresentata subito come una classeinusuale per vivacità intellettiva eper varietà nella tipologia di alunni.Fare lezione con loro era un piacere,per il grado di partecipazione e pergli stimoli che ritornavano all'inse-gnante. Perché non partire da loroper creare un circuito virtuoso attra-verso il quale incidere gradualmen-te anche su tutte le altre classi? Li

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abbiamo coinvolti in due uscite di-dattiche, una di arrampicata sporti-va, ed una di vela. Anche qui siamoriusciti a vincere le diffidenze finoad un certo punto, giacché non tuttihanno partecipato. Abbiamo peròdeciso di insistere per vedere cosaaccadeva. L'entusiasmo dei parteci-panti è stato quasi commovente.Lavoce si è sparsa a scuolaed abbiamocominciato a ricevere recriminazio-ni da parte di alunni di altre classiche chiedevano:"perché lorosì e noino?".La risposta era semplice:"per-ché quando ve lo abbiamo chiesto,soltantouna piccolissimaparte dellaclasse era interessata, troppo pochiper organizzare un'uscita".

Quest'anno siamo ripartiti su-bito: un progetto per l'accoglienzabasato su una settimana di scuolavela per la prima classe ad inizioanno scolastico, con il coinvolgi-mento degli alunni della ex-prima-oggi in seconda- in veste di tutor,

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e di quelli del gruppo sportivo peralunni diversamente abili che pro-vengono da varie classi. Abbiamoparlato con i ragazzi e con i genitoriche mostravano dubbi di varia na-tura sull'iniziativa. Alla fine hannoaderito praticamente tutti.

La settimana velica è stata unsuccesso, lo testimoniano anche lerelazionisvoltedai ragazziuna voltatornati a scuola. Al nostro rientro,una quarta ci ha presentatoun elen-co contenente tutti gli alunni del-la classe: i ragazzi sono usciti alloscoperto, ed hanno chiesto di farel'uscita didattica che avevamo lo-ro proposto, senza successo, tempoaddietro. .. La prima invece, sullabase dell'esperienza fatta, forse indifficoltà a riabituarsi alle rigidi-tà dello stare in classe, ha creato iprimi giorni dopo il corso, più diqualche problema disciplinare aglialtri insegnanti ed alla scuola. Neabbiamo parlato con loro, ne han-no parlato con gli altri insegnanti.Fatto sta che un paio di settimanepiù tardi ci siamo trovati a passa-re per caso di fronte all'aula dellaprima ed abbiamo osservato consorpresa i rappresentanti di classearringare i compagni che annuivanoammutoliti, seduti compostamenteai loro banchi: "Dobbiamo essereuniti ed aiutarci l'uno con l'altroper migliorare! Dobbiamo dimo-strare che stiamo cambiando! Tu,tu, e voipure, dovete cambia banco,perché se state vicini continuate adi' cretinate e a fa' casino! E l'al-tri nun ce devono ride anzi, lidevono fa' smette! L'anno scorsoc'avevo un sacco de note e sospen-sioni, però adesso so' cambiato dacosì a così!".Poi l'oratore ha rivol-to lo sguardo da un'altra parte e hachiesto: "Professo'! Che ho dettoqualcosade sbajato?Me dica lei...".Vedremocosa accadrà nel prossimofuturo, vedremo se saremocapaci difar fruttare l'occasioneche secondonoi si è presentata.

Prof Stefano GuadagniProfssa Valeria Di Segni

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IIlEEMOZIONIERANOCOMEI DElFINI,IN BARCASALIVANOENEl TRENOSCENDEVANO...":

I COMMENTIDEIRAGAZZI.

"Nell'incertezza della mattina, tra la nebbia ancora bassa, l'asfalto caldo sotto il peso delle automobili, restavo

chiusa nel mio silenzio, indecisa. A breve mi sarei lasciata alle spalle, tutto ciò che avevo di amico, i palazzi,glialberi, le emozioni, le certezze che mi circondano ogni giorno, eppure ero felice, sentivo affiorare un sorriso tra lelabbra fredde."

"E' stata un'esperienza Straordinaria, già dal primo giorno avevo capito che era bellissimo. Però devo dire che

solo all'inizio mi spaventava il trasporto perché se una persona si perdeva non lo trovavamo più, invece grazie

all'esperienza dei professori abbiamo fatto dei gruppi uniti e non è successo niente di questo genere".

"La settimana trascorsa al corso di vela ad Anzio è stata stupenda. L'unico problema era di prendere il treno

tutte le mattine, era preferibile pernottare in un hotel così tutte le sante mattine non dovevamo arrivare aTermini, dove abbiamo rischiato di perderci."

"E' stato stancante il viaggio, era troppo lungo e stancante. Il posto era tra troppo lontano e difficileda

arrivarci. Lebarche in cui stavamo erano poche, per questo stavamo troppo appiccicati e scomodi. Comunque misono divertito".

['00]ecco ci, tutti insieme, davanti al mare.

[00']noi e il mare, la voglia di controllarlo, ma la paura di venire sopraffatti, come in fondo accade, in ogni sfidadella vita.

"Quando siamo arrivati al circolo velico sembrava molto bello e infatti era bellissimo."

[00']il posto dove siamo andati era bellissimo e calmo, non c'era tanta gente, l'organizzazione era buona, non c'era

casino e gli istruttori erano tutti molto simpatici.

"Lìci hanno spiegato un po' come funziona la barca a vela, in seguito siamo saliti in barca, all'inizioavevo un

po' di paura ma alla fine, in fondo molto in fondo era divertente."

"lo il primo giorno che sono andato in barca ero molto contento, e soprattutto rilassato, perché il mare eradavvero calmo."

[00']ci hanno anche fatto salire sulla barca ed è stato bellissimo. Siamo andati al largo, l'acqua era limpida, sulla

barca abbiamo tirato le cime, le rande e anche timonato ci siamo anche bagnati soprattutto il primo giorni l'acqua

mi arrivava addosso, siamo stati in gruppo ed è stato bellissimo, abbiamo riso e scherzato [00']

"Non nascondo che ho avuto paura, quella paura relativa che ci accompagna sempre, nascosta, pronta abalzare fuori."

"Leemozioni erano come i delfini, in barca salivano e nel treno scendevano [00']

"Lemie emozioni sono state: paura, adrenalina, felicità."

[00']mentre si stava in barca siamo riusciti tutti quanti a essere uniti e poter portare qualcosa che da soli non si facon facilità.

"In questi giorni di vela, sono sorte delle problematiche che in qualche modo siamo riuscitia risolvere."

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[...] i nostri istruttori di vela erano simpatici e competenti. Devo dire che non mi sarei mai aspettato una

settimana così divertente. 1primi due giorni sono stati i più divertenti, ma il migliore è stato l'ultimo perché

abbiamo fatto la regata; prima di farla però abbiamo imparato ad armare la barca, a cazzare e lascare la vela, ad

orzare e poggiare il timone.

"Oltre alla pratica però abbiamo fatto anche tanta teoria. Abbiamo imparato anche tutti iventi. Lacosa che mi

ha stupito è che anche i miei compagni erano attenti e interessati a tutto; questo è merito anche dei nostri

professori che ci hanno tenuto a bada per tutto il tempo, anche in treno."

"[...] mi sono molto emozionato quando ho vinto la medaglia d'oro con i miei compagni di squadra".

"[...]ero contenta di come avevo affrontato la giornata."

"Durante ilcorso abbiamo fatto una regata... siamo arrivati primi..."

"[...] iltrenino ci aspettava alla stazione alle 15:39".

"] mi dispiaceva lasciare gli istruttori ma ero contenta di ritrovarmi con i banchi di classe, rovinati e scritti.

"I cinque giorni, passati troppo in fretta, sono stati istruttivi, divertenti, caotici, ben organizzati, ma nel

complesso stancanti, alzarsi presto e tornare tardi, distruggerebbe chiunque, ma l'aspettativa riposta nel giorno

seguente, ci spingeva a continuare, sempre e comunque. Un grazie, dal profondo del cuore, a tutti coloro che

hanno appoggiato questa iniziativa".

"Secondo me questa esperienza è stata molto costruttiva per tutti noi per vari motivi come: ci ha fatto

impararea sapersiorientare in spazigrandicomeTermini(e io primanon lo sapevofare);ci ha fatto conoscereiragazzi e le ragazze del primo anno; ma ci ha fatto anche conoscere meglio tra noi della seconda; ha messo in

mostra le nostre capacità e ha risolto pure alcuni timori."

"L'organizzazionesecondo me è stata ottima perché alla fine il capo gruppo e ilgruppo hanno lavorato beneinsieme."

" [...] si dovrebbe organizzare sempre perché è conveniente e istruttivo, anche perché fa unire molto i ragazzidelle classi".

"[...]sono andato solo per la prima volta senza i miei genitori, per la prima volta sulla metro e sul treno per Anzio.

Ho avuto modo di conoscere meglio i miei compagni e i professori e misono trovato tanto bene con loro..."

. "L'organizzazioneè stata buona e utile per noi distratti."

"lo vorrei ringraziare soprattutto il prof. che convincendomi a venire mi ha fatto passare dawero una

settimana fantastica... poi ci sono i miei compagni che mi hanno aiutato a fare cose che non ero proprio capace difare".

"[...]devo riconoscere che i prof. ci hanno insegnato cose che ci potrebbero essere utili".

"Ho avuto delle impressioni dawero positive, perché dimostra che questa scuola tiene non soloall'accrescimento scolastico dei suoi alunni".

"Questo corso di vela mi è servito a capire meglio i compagni e i loro comportamenti. Collaborare è una cosa

bella se tutti si aiutano tra di loro."[...] i prof. si meriterebbero un 6 oppure un 7, erano oppressivi riguardo ai

gruppi ed a tutto il resto, invece gli insegnanti di vela un bel 8 se lo meritano."

"Penso che un'altra gita non farebbe male, io la rifarei molto volentieri".