ANZIO-SPACE APRILE

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N U M E R O S E D I C I - M A G G I O 2 0 1 0 L I N F O R M A Z I O N E F A C E N T R O Anzio deve essere orgogliosa delle nuove generazioni, ragazzi espressivi, pieni di idee e buona volontà, che si organizzano in moltissimi settori e cercano incessantemente luoghi per manifestarsi e costruirsi. Niente crisi, niente pessimismo distruttivo, niente lassismo, ma tanta buona volontà e voglia di crescere in grande forma. L’Associazione 00042 il 9 maggio sarà in piazza a raccogliere firme per portare in Consiglio Comunale il progetto per un Centro polifunzionale dedicato ai giovani e alle arti, dove i ragazzi possano coltivare i loro interessi in uno spazio accogliente, ecocompatibile e che attinga energia da pannelli solari. Stiamo lavorando perché il centro sia gestito da un comitato composto da rappresentanti delle diverse associazioni presenti sul territorio di Anzio e Nettuno, così che le più diverse esperienze possano essere messe a disposizione del nostro futuro. La struttura sarà organizzata in modo da poter contemplare vari e diversi generi di attività: laboratorio di pittura, laboratorio di arte-terapia, di musicoterapia, di informatica, corsi di italiano per stranieri, lezioni di strumento musicale, corsi di grafica, ripetizioni per gli studenti, corsi per orientamento al lavoro, laboratorio teatrale, laboratorio di botanica, gruppo scout, consulenza psicologica, orientamento scolastico e molto altro. Per realizzare questo spazio, e questo sogno, il 9 maggio saremo in piazza Pia ad Anzio a raccogliere anche la tua firma! Andrea Mingiacchi Nelle grandi aziende è abitudine consolidata programmare il futuro attraverso piani consolidati. Questo avviene in tutti i campi, e se si vogliono centrare gli obiettivi prefissati bisogna investire le migliori energie attraverso cicli di alcuni anni. Rapportando questa situazione alla politica locale, possiamo a ragione ipotizzare che ci troviamo dinanzi un ciclo triennale di vitale importanza. Un triennio nel quale (per fortuna…) non dovremo confrontarci con le logiche perverse del voto politico. Le prossime elezioni (sia quelle nazionali, sia quelle comunali) si svolgeranno nella primavera del 2013. Questo considerevole arco di tempo darà modo all’opposizione (Pd in primis, ma anche le altre forze politiche) di programmare una reale alternativa alla destra affarista che ci guida ormai da dodici anni, ininterrottamente. Sarà il caso che il centrosinistra faccia un bagno d’umiltà e si interroghi sugli insuccessi maturati in questi ultimi anni. Anche perché è grave non aver saputo contrapporre una nuova classe politica a quella attuale, ma soprattutto è disdicevole non aver saputo cogliere i reali bisogni della gente comune. I problemi enormi sono sotto gli occhi di tutti: un piano regolatore che continua a devastare ogni angolo di Anzio, la prospettiva di un nuovo porto che inghiottirà l’ultimo lembo della nostra storia (e l’elenco potrebbe continuare a lungo). Il nostro giornale ha sempre denunciato con fermezza (e con stile) questi problemi, anche attraverso il lavoro dal basso ma di grande impatto che l’Associazione 00042 sta portando avanti. Alcuni giovani stanno aderendo con entusiasmo alle nostre iniziative (tra cui il grande rilancio del progetto-centro polifunzionale). Ma questo non basta per sovvertire le regole del gioco, anche perché la nostra associazione aspira ad altri obiettivi (peraltro molto nobili). Al contrario, per i signori della politica, è ora di tornare in piazza e gridare il proprio sdegno per l’incuria in cui vive la nostra città. C’è una grande occasione all’orizzonte, c’è tempo e modo di invertire la rotta. Attendiamo fiduciosi. Marcello Bartoli UNA GRANDE OCCASIONE IN PIAZZA PER IL CENTRO POLIFUNZIONALE Il 9 maggio raccolta firme per la realizzazione di una struttura dedicata ai giovani 50 cent

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Mensile culturale e politico della città di Anzio

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N U M E R O S E D I C I - M A G G I O 2 0 1 0

L ’ I N F O R M A Z I O N E F A C E N T R O

Anzio deve essere orgogliosa delle nuove generazioni, ragazzi espressivi, pieni di idee e buona volontà, che si organizzano in moltissimi settori e cercano incessantemente luoghi per manifestarsi e costruirsi. Niente crisi, niente pessimismo distruttivo, niente lassismo, ma tanta buona volontà e voglia di crescere in grande forma. L’Associazione 00042 il 9 maggio sarà in piazza a raccogliere firme per portare in Consiglio Comunale il progetto per un Centro polifunzionale dedicato ai giovani e alle arti, dove i ragazzi possano coltivare i loro interessi in uno spazio accogliente, ecocompatibile e che attinga energia da pannelli solari.Stiamo lavorando perché il centro sia gestito da un comitato composto da rappresentanti delle diverse associazioni presenti sul territorio di Anzio e Nettuno, così che le più diverse esperienze possano essere messe a disposizione del nostro futuro. La struttura sarà organizzata in modo da poter contemplare vari e diversi generi di attività: laboratorio di pittura, laboratorio di arte-terapia, di musicoterapia, di informatica, corsi di italiano per stranieri, lezioni di strumento musicale, corsi di grafica, ripetizioni per gli studenti, corsi per orientamento al lavoro, laboratorio teatrale, laboratorio di botanica, gruppo scout, consulenza psicologica, orientamento scolastico e molto altro.Per realizzare questo spazio, e questo sogno, il 9 maggio saremo in piazza Pia ad Anzio a raccogliere anche la tua firma!

Andrea Mingiacchi

Nelle grandi aziende è abitudine consolidata programmare il futuro attraverso piani consolidati. Questo avviene in tutti i campi, e se si vogliono centrare gli obiettivi prefissati bisogna investire le migliori energie attraverso cicli di alcuni anni. Rapportando questa situazione alla politica locale, possiamo a ragione ipotizzare che ci troviamo dinanzi un ciclo triennale di vitale importanza. Un triennio nel quale (per fortuna…) non dovremo confrontarci con le logiche perverse del voto politico. Le prossime elezioni (sia quelle nazionali, sia quelle comunali) si svolgeranno nella primavera del 2013. Questo considerevole arco di tempo darà modo all’opposizione (Pd in primis, ma anche le altre forze politiche) di programmare una reale alternativa alla destra affarista che ci guida ormai da dodici anni, ininterrottamente. Sarà il caso che il centrosinistra faccia un bagno d’umiltà e si interroghi sugli insuccessi maturati in questi ultimi anni. Anche perché è grave non aver saputo contrapporre una nuova classe politica a quella attuale, ma soprattutto è disdicevole non aver saputo cogliere i reali bisogni della gente comune. I problemi enormi sono sotto gli occhi di tutti: un piano regolatore che continua a devastare ogni angolo di Anzio, la prospettiva di un nuovo porto che inghiottirà l’ultimo lembo della nostra storia (e l’elenco potrebbe continuare a lungo). Il nostro giornale ha sempre denunciato con fermezza (e con stile) questi problemi, anche attraverso il lavoro dal basso ma di grande impatto che l’Associazione 00042 sta portando avanti. Alcuni giovani stanno aderendo con entusiasmo alle nostre iniziative (tra cui il grande rilancio del progetto-centro polifunzionale). Ma questo non basta per sovvertire le regole del gioco, anche perché la nostra associazione aspira ad altri obiettivi (peraltro molto nobili). Al contrario, per i signori della politica, è ora di tornare in piazza e gridare il proprio sdegno per l’incuria in cui vive la nostra città. C’è una grande occasione all’orizzonte, c’è tempo e modo di invertire la rotta. Attendiamo fiduciosi.

Marcello Bartoli

UNA GRANDE OCCASIONE

IN PIAZZA PER IL CENTRO POLIFUNZIONALEIl 9 maggio raccolta firme per la realizzazione di una struttura dedicata ai giovani

50cent

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Venerdì 19 marzo 2010 l’inaugurazione della nuova sede municipale Villa Sarsina. Autorità civili, militari ed ecclesiastiche, personaggi più o meno in vista della ‘crème de la crème’ di Anzio e Nettuno, banda musicale e gente comune. Accesso in auto a Via Ambrosini riservato a pochi (ma non tanto pochi); gran confusione e un via vai di gente nel breve tratto da percorrere tra il cancello delle scuole e quello di Villa Sarsina.

A proposito: qualcuno sa delle scuole presenti più o meno da mezzo secolo in Via Ambrosini? A giudicare dai fatti che sto per elencare, credo che pochi si ricordino che di fronte a Villa Sarsina ci sono una scuola dell’infanzia, una scuola primaria ed una scuola secondaria di primo grado. I fatti sono questi: da alcuni anni i bambini sono stati privati del minimo spazio che avevano per giocare all’aperto durante la ricreazione del dopo pranzo. In cambio hanno dovuto subire i lavori di ristrutturazione della Villa: rumori e odori di tutti i generi che li hanno costretti a trascorrere anche i pomeriggi più caldi con le finestre chiuse. Qualche volta è anche capitato che venissero tranciati i cavi elettrici o che venissero rotti i tubi dell’acqua. E come non ricordare il pomeriggio in cui è stato smantellato il campo di pallavolo posizionato, non si sa come mai, tra l’edificio della scuola primaria e Villa Sarsina? Il rumore prodotto dalla rottura del pavimento e le vibrazioni dell’edificio scolastico non erano divertenti e mal si conciliavano con l’attività didattica. Finalmente sembrava che tutto fosse finito ed invece qualche giorno fa si è pensato (forse anche perché si era a ridosso delle elezioni) di asfaltare Via Ambrosini. Si è impedito l’accesso ai veicoli, ma le scuole sono rimaste aperte ed ancora una volta hanno subito tutti i conseguenti inconvenienti: impossibilità di arrivare in auto, ritardo nel servizio mensa, rumori, odori ecc…Fatalità ha voluto che nel primo pomeriggio nella scuola primaria andasse a fuoco un cavo elettrico, sicché si sono riversati in strada circa seicento bambini che hanno trovato il punto di raccolta, previsto dalla normativa vigente in tema di sicurezza, invaso da macchinari e fusti di bitume.La conversione di una villa pontificia a casa comunale può rappresentare un fiore all’occhiello per qualcuno, l’aver dato la possibilità ai cittadini di visitarla nel pomeriggio può essere lodevole, ma il passaggio indiscriminato di tanta gente in un tratto che per la scuola è territorio scolastico può rappresentare un pericolo per la sicurezza dei minori. Non è un caso che al termine delle lezioni i genitori attendono i propri figli davanti al cancello della scuola. Era indispensabile asfaltare e inaugurare in giorni in cui vi è l’attività didattica? In altri Paesi, che consideriamo meno civili del nostro,

Stabile ancora pieno d’acqua, e il Comune se ne lava le maniAd Anzio in Corso Italia 6/7, c’è un edificio abbandonato da quattro anni con all’interno un degrado allarmante: indumenti usati, pannolini per bambini, vettovaglie varie, vetri sparsi, ferri sporgenti lasciati con tutta probabilità dal cantiere che iniziò i lavori, erba incolta ad alto fusto e soprattutto acqua putrida che le piogge dell’inverno che volge al termine hanno ben alimentato.In questo contesto ci si domanda: “Chi sono i proprietari? Che cosa fa o ha fatto l’amministrazione comunale? Come mai il Sindaco non si è adoperato al meglio per risolvere questa incresciosa situazione?”In passato molti cittadini hanno fatto varie denunce alle autorità competenti: i vigili urbani, vigili del fuoco, ASL di competenza, e hanno chiesto e ottenuto controlli in loco tramite le forze di polizia locale che hanno accertato il reale disagio.In estate la presenza di zanzare è massiccia e molti cittadini, soprattutto bambini, sono dovuti ricorrere alle cure del vicino Pronto Soccorso che ha consigliato di denunciare ancora la vicenda.Un biologo del quartiere che abita in prossimità dello stabile abbandonato, spiega che la presenza di tali insetti, ma anche di topi e altre specie di coleotteri che invadono il quartiere, è da imputarsi quasi esclusivamente all’acqua stagnante nell’edificio, che arriva anche a tre metri di altezza.Il 2 aprile la Redazione di Anzio Space ha contattato il Comune di Anzio, l’assessore Mercuri, la segreteria dell’assessorato sanità e ambiente, lavori pubblici, l’ufficio tecnico, la polizia municipale, ma le risposte sono state alquanto deludenti: “Sono in vacanza, non è di mia pertinenza e mi occupo dell’acquisizione case ATER, quando ritorno vedrò”; “non ci risultano segnalazioni della POLIZIA locale nè di altri, altrimenti saremmo intervenuti, VERIFICHEREMO”; “Non c’è nessuno, non ci posso fare nulla, sono sola”; “Non è di nostra pertinenza, si rivolga ai lavori pubblici”; “Siamo a conoscenza del problema, ma non sappiamo come aiutarla, in quanto abbiamo già segnalato. Ma dove si trova questo posto?”Naturalmente lo stesso giorno la redazione di Anzio Space ha chiamato la segreteria del Sindaco, che ci ha risposto prima che il Sindaco era fuori sede, poi che era in vacanza, poi che era meglio richiamare. Questa amministrazione comunale alle elezioni regionali del LAZIO ha preso il 60% dei consensi, tutti a favore della sig.ra Renata POLVERINI, e allora non ci resta che augurare ai cittadini di Corso Italia un Buon Bagno nella nuova piscina comunale al numero 6/7.

Publio Razza

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VILLA SARSINA DIVENTA CASA COMUNALECronaca di un disagio subito dagli scolari

lavori stradali che possono disturbare la normale attività quotidiana vengono eseguiti di notte o durante i giorni festivi.Per concludere: visto che i bambini sono stati tanto penalizzati dai lavori di ristrutturazione perché non coinvolgerli nell’inaugurazione? Durante i festeggiamenti i bambini presenti nelle aule prospicienti Villa Sarsina hanno seguito gli avvenimenti dalle finestre, mentre quelli che occupano le aule laterali sono solo stati disturbati dalla inevitabile confusione. Immaginate l’effetto che avrebbe avuto se a qualcuno fosse venuto in mente di invitare i bambini a cantare l’Inno d’Italia (che conoscono benissimo) sventolando bandierine tricolori? Un’ultima domanda: perché il bellissimo pavimento romano, rinvenuto durante la ristrutturazione, è stato coperto da vasi di fiori sottraendolo così all’ammirazione del pubblico?

Una voce fuori dal coro

CORSO ITALIA, ECCO LA NUOVA PISCINA!!

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Credito Cooperativo: “21mila euro l ’ indebitamento per famiglia”

“Nel 2009 le famiglie hanno contratto i consumi del 1,5% soprattutto nel settore alimentare, ridotto gli investimenti e aumentato il loro livello di indebitamento. Il carrello della spesa ne ha risentito: il 40% delle famiglie ha risparmiato sulla spesa alimentare (dati CIA: Confederazione Italiana Agricoltori) privilegiando hard discount e supermercati. I debiti sono saliti a circa 21 mila euro a famiglia”. Rocco Masullo, Direttore generale della BCC di Nettuno, è certamente un osservatore privilegiato che può descrivere la ripercussione della crisi economica sul litorale romano e, in particolare, sulle città di Anzio e Nettuno, ed è testimone fedele di come la recessione finanziaria ha modificato le scelte del piccolo consumatore spingendolo, spiega Masullo, “a modificare anche le abitudini di consumo alimentare, riducendo il consumo voluttuario e aumentando l’indice di indebitamento medio per famiglia”. Dott. Masullo, l’ultimo piano regolatore del Comune di Anzio ha riversato sul mercato immobiliare migliaia di abitazioni per un totale di 60.000 metri cubi. Villini a schiera su due piani (circa 100 mt2 di superficie utile) il cui prezzo oscilla fra i 250 ed i 300 mila euro. Una famiglia media ha la possibilità di acquistare queste abitazioni?“Chi acquista un immobile quale prima abitazione si rivolge alle banche per finanziare circa l’80% del valore. Per acquistare un immobile di 300 mila euro, bisogna avere una disponibilità liquida di almeno 60 mila euro e ricorrere ad un finanziamento bancario di circa 240 mila euro. Un mutuo di questo importo (durata di 30 anni; tasso fisso del 5%) comporta una spesa mensile di 1.288 euro, per poter sostenere la quale i richiedenti devono possedere un reddito disponibile di circa 3.600 euro mensili pari a 43 mila euro annui. I dati Istat 2009 evidenziano che i redditi degli italiani si attestano in media a 18 mila euro annui e che solo il 13% dei contribuenti ha dichiarato redditi oltre i 35 mila euro. E’ evidente che non è statisticamente facile individuare soggetti che abbiano tali disponibilità. Diverso è il caso di chi vende per acquistare. E’ tuttavia probabile che in questo caso si incontrino difficoltà a vendere al prezzo e nei tempi desiderati. In particolar modo in un territorio dove il numero degli immobili in vendita è di gran lunga superiore alle richieste”.Ritiene che oggi la rata di mutuo mensile sia troppo pesante rispetto al reddito medio? Accade più spesso, rispetto al passato, che si smetta di pagare la rata mensile del mutuo e sono molti gli immobili che per questa ragione finiscono per essere venduti all’asta? “Grandi aziende operanti sul territorio hanno chiuso e/o spostato gli impianti in altri Paesi, altre stanno facendo ricorso agli ammortizzatori sociali. Questa riduzione di ricchezza prodotta, si trasforma in una riduzione del reddito pro-capite e conseguentemente in una difficoltà nel pagamento della rata mensile del mutuo: ovvio che l’estrema conseguenza sia la vendita all’asta dell’immobile, fenomeno abbastanza diffuso negli ultimi tempi. Inoltre ritengo ci sia stato un aumento del rapporto fra il costo della casa e il reddito familiare: bisogna cioè lavorare un numero di anni maggiore, rispetto a prima, per poter pagare un immobile di proprietà. In teoria, a parità di condizioni, questo non dovrebbe accadere: se la popolazione è troppo povera per permettersi un tipo di abitazione, dovrebbero essere immessi sul mercato immobili di minore valore”.

Quali sono le misure di contenimento che oggi vengono adottate per arginare la crisi?“Le autorità nazionali hanno preso una serie di provvedimenti cosiddetti anticrisi volti ad agevolare le piccole e medie imprese e i cittadini in momentanea difficoltà con il pagamento del mutuo sulla casa. Inoltre negli ultimi anni le banche hanno aumentato la durata media dei mutui, permettendo ai propri clienti di presentare merito creditizio per importi di mutuo maggiore e, conseguentemente, per immobili di valore maggiore”. Ha avuto modo di assistere, negli ultimi anni, alla nascita di fenomeni anomali o atipici concernenti le abitudini finanziarie?“Sta toccando un argomento di particolare importanza legato ai giovani. Parlo dell’indebitamento medio a causa del significativo aumento delle esigenze. Spesso un ventenne che guadagna 1.500 €/mese, pur vivendo con i propri genitori non arriva a fine mese. Questo a causa dell’indebitamento da finanziarie per i cosiddetti beni di consumo ormai irrinunciabili (cellulari, pc, moto, ecc), associato ad uno stile di vita

estremamente dinamico (discoteca, ristoranti, bar, gratta e vinci). I genitori corrono in aiuto del figlio spesso contraendo un prestito garantito da ipoteca sull’immobile di proprietà consolidando così i debiti del figlio che solo inizialmente paga le rate del debito contratto dai genitori. La storia finisce inevitabilmente con famiglie che vedono dilapidare i frutti dei sacrifici di un’intera vita”.Un consiglio ad un giovane neolaureato che si affaccia oggi al mondo lavorativo…“Grinta, coraggio e iniziativa sono elementi indispensabili per il lavoro e per la famiglia. Entrare nel mercato del lavoro, accettando

inizialmente anche lavori non in linea con le proprie aspettative. Relativamente all’acquisto della casa, il consiglio è di non fare mai il passo più lungo della gamba: un mutuo è un legame duraturo da contrarre nella piena consapevolezza delle future responsabilità”.

Emanuela Moroni

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…PROPRIO UNA BELLA VACANZADisavventura in un albergo di AnzioMentre è di poche settimane fa il Convegno Internazionale sul turismo accessibile, tenutosi ad Anzio, che promuoveva lo sviluppo di siti turistici e di servizi accessibili a portatori di handicap, i nostri albergatori continuano a fare figure meschine e a ricondurre le nostre strutture ricettive a livelli da ‘terzo mondo’.L’ultimo inquietante episodio risale al giorno di Pasqua, quando una coppia di turisti fiorentini, il signor Luciano Gianni e sua moglie, hanno avuto la bella idea di passare un paio di giorni in un albergo della nostra cittadina. All’arrivo nella struttura, visto il tempo poco clemente (pioveva e faceva freddo), i due incauti turisti hanno richiesto all’albergatore se era possibile avere il riscaldamento acceso. Richiesta possibile ma alla condizione di pagare un soprapprezzo, perché – avrebbe spiegato l’albergatore - si era fuori del periodo previsto per l’accensione dei termosifoni (in realtà tale periodo scade solo il 15 aprile).Ma la cosa che ha fatto scatenare l’ira dell’ospite è avvenuta l’indomani mattina, al momento della colazione. Il padre del gestore (il figlio era assente perché in vacanza pure lui), ha portato alla coppia un panetto di burro scaduto e ammuffito. Alle rimostranze del signor Gianni, l’albergatore ha risposto, sgarbatamente, che c’era solo quel burro…Il turista, a questo punto, dopo aver chiamato e fatto presente la cosa ai carabinieri, ha lasciato di corsa l’albergo e la nostra città. Certo non ci farà una bella pubblicità.

Maurizio D’Eramo

Space - Città

“LA CASA? NON PER TUTTI”IL D.G. MASULLO: “IN CITTÀ OFFERTA IMMOBILI SUPERIORE A RICHIESTA”

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APPUNTAMENTO ALL’ENOTECA ‘DEL GATTO’L’eccellenza del settore enologico localeÈ un vero piacere recarsi presso la “ex Fiaschetteria” dell’amico Franco Del Gatto in Anzio dove, appena entrato con la mia sig.ra Enza, rilevo con soddisfazione quanto l’ambiente sia caldo, accogliente, famigliare e discretamente sobrio, nonostante il volume e la qualità dei vini lasci nel locale ampio spazio a ‘fantasie etiliche’. L’occhio cade subito su una bottiglia di Don Perignon del 2000 che per gli intenditori è senz’altro un articolo da apprezzare. Ma esistono molti vini italiani ed esteri che si notano su tutta la scaffalatura del negozio che, nato nel 1936, fu trasformato nel 1973 in enoteca di prim’ordine. Rifornisce oggi tutti i migliori ristoratori della cucina anziate, molto famosa anche al nord d’Italia. Ci sediamo su un tavolinetto di legno scuro noce, dove Cesare (figlio di Franco) dopo alcuni minuti ci raggiunge. Da qui si può ammirare tutta l’eleganza del locale rivestito di legni e odori e delle persone che vi lavorano: quattro in tutto (Cesare,

Franco, Daria e Simonetta, la famiglia) che da anni riforniscono di vini pregiati non soltanto i clienti di Anzio, ma anche quanti da molto lontano vengono qui per acquistare bottiglie rare e spesso introvabili. Nel 1998 il locale, primo in assoluto, è stato attrezzato oltre che per la vendita dei vini, anche per la mescita e la degustazione insieme a stuzzichini favolosi, che mettono veramente l’acquolina in bocca. Tra i vini presenti i Toscani e i Piemontesi, Biondi, Santi, Ornellaia, Gaja, Conterno e i vini del Lazio, ampiamente rappresentati da Paola di Mauro, Casale del Giglio e Falesco. Dall’estero abbiamo Chateau Margux, Mouton Rothschil e Romanè e Conti. Cesare, visibilmente emozionato, ci spiega che tutti i famigliari sono sommelier professionisti e votati alla causa e, molto più in profondità, si percepisce quanto l’impegno di una famiglia anziate può davvero determinare un successo nel settore enologico che nell’area del litorale romano non fa eguali. Parliamo poco con Cesare, ma capiamo dalla sua espressione che è estremamente soddisfatto del suo lavoro e quindi lo lasciamo andare strappandogli una promessa: quella di organizzare al più presto un convegno sul vino di Anzio e Nettuno, dove egli possa essere presente con la sua arte di sommelier.

Publio Razza

Space - Città

Ogni giorno i cittadini dalla nostra città si muovono per raggiungere i posti di lavoro e le Università della Capitale con la tratta ferroviaria Roma-Nettuno.Migliaia di persone tra gli abitanti di Anzio, Nettuno, Lavinio, Aprilia e Pomezia affollano i vagoni negli orari cosiddetti di punta. Prendere il treno tra le 6 e le 8 del mattino per andare a lavorare o rientrare a casa dalla Stazione Termini tra le 17 e le 19 può trasformarsi presto in un vero e proprio incubo.

Sono molti i problemi che affliggono questa linea ferroviaria (detentrice per il secondo anno consecutivo del premio Caronte come peggior treno del Lazio): in primis i ritardi e le pessime condizioni igieniche delle carrozze. Ogni mattina il pendolare rischia un ritardo di circa 20 minuti che poi può aumentare fino a mezz’ora durante il tragitto, con l’ansia quotidiana di doversi giustificare al lavoro per questo disservizio. I vagoni della maggior parte dei treni (eccezion fatta per i “Vivalto”) sono sporchi, i sedili imbrattati di scritte e sporcizie varie, il condizionatore non è mai regolato nel modo corretto e capita addirittura di viaggiare in pieno inverno con l’aria fredda. C’è anche uno scarso controllo da parte degli addetti delle FS: accade di trovare persone (non sempre adolescenti) accendersi la sigaretta nell’andito vicino alle porte del vagone, oppure è consuetudine il via vai di rom con bambini al seguito che trascorrono le loro vite chiedendo l’elemosina a tutte le ore, saltando da un treno all’altro, come fosse il loro lavoro. Non meno grave lo scarso monitoraggio da parte dei controllori, che passano pochissime volte a verificare i biglietti, incoraggiando alla lunga a viaggiare senza fare il ticket.Al momento del ritorno a casa, c’è invece il grave problema della mancanza di convogli in rapporto alla gente che viaggia. Prendere il treno delle 17,07 da Roma ad esempio è una vera odissea: una marea infinita di persone si ammassa alle porte delle carrozze e tra spintoni e alle volte qualche insulto si riesce a malapena ad entrare. I vagoni diventano subito stracolmi e spesso si è costretti a fare tutto il viaggio in piedi, compressi contro gli altri pendolari.Per risolvere questo problema, a detta di molti, basterebbe mettere due treni in più (17:30 e 18:30) per migliorare decisamente la situazione e permettere un ritorno a casa più rilassato alle migliaia di persone stanche e provate da un’intera giornata di duro lavoro.Non bisognerebbe disdegnare a mio avviso neanche una corsa notturna tra mezzanotte e l’una per i ragazzi che vogliono trascorrere una serata in tranquillità nella Capitale e tornare verso Anzio senza problemi. Ad oggi dopo le 22 non ci sono più treni diretti per Nettuno.

L’ODISSEA DEI PENDOLARIEnnesimo reportage sulla Roma-Nettuno

E’ un vero peccato che questa linea sia ridotta in queste condizioni e continui a collezionare anno dopo anno imbarazzanti trofei. Se il doppio binario dalla stazione di Padiglione fino a Nettuno resterà un sogno, ci auguriamo che almeno i treni vengano curati e controllati maggiormente, che ci sia un aumento delle corse (soprattutto a Roma) negli orari di punta e che la nostra gente possa viaggiare con un pizzico di tranquillità e comfort in più.

Gianfranco Aghedu

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“Bisogna analizzare il fenomeno in due periodi distinti, il primo va dagli ultimi anni ottanta al 2000 e il secondo dal 2000 ad oggi. Il numero degli utenti nel SERT è sempre intorno ai 150. Nel primo periodo usufruivano del SERT quasi esclusivamente gli eroinomani, oggi il fenomeno delle richieste si è completamente trasformato, avendo casi soprattutto di dipendenza da cocaina, almeno quanto quelli di dipendenza da eroina, ma anche tanti casi di alcolismo e gioco d’azzardo. Il panorama delle dipendenze diventa più complesso ma sempre con un denominatore comune, che è lo stile di vita sregolato. Tra quelli che risolvono o si ritirano, quelli che maturano l’idea di farsi aiutare e i deceduti, c’è un continuo ricambio”. Quanti ne vengono fuori guariti?“La media di coloro che ne escono è il 30% di quanti si rivolgono a noi. In 20 anni abbiamo preso in carico 3000 pazienti tra cui 1000 segnalati dalle Prefetture. Rispetto agli anni ‘90 oggi vi sono meno overdosi nonostante in questo ultimo mese siano morti tre eroinomani. Bisogna considerare un dato importante. Il fenomeno della tossicodipendenza del nostro territorio di competenza è molto più vasto delle cifre che abbiamo noi nel SERT. In realtà il problema è grave e racchiude una ampia forbice di età senza tralasciare nessun ceto sociale o grado di cultura”.Gli extracomunitari hanno diritto al servizio e in quanti ne usufruiscono?“Sì, gli extracomunitari vengono a richiedere il nostro intervento anche in base all’ormai affermata integrazione sul territorio di molti di loro, con cui si riesce anche a fare terapie psicologiche. In base alle etnie esiste differente dipendenza, ad esempio gli indiani sono più alcolisti, mentre i nordafricani più tossicodipendenti. In tutto comprendono il 5% degli utenti nel SERT”.Quali sono le carenze del SERT di oggi e di cosa c’è bisogno per un funzionamento migliore?“Il SERT necessita di ulteriore personale, attualmente siamo in nove tra cui due stanno a part-time. Ci sono alcune considerazioni importanti da fare: il fatto che, come dicevo prima, siamo l’unico SERT che comprende un vasto territorio e due distretti H4 e H6, ma anche il fatto che in questi distretti, dopo il Comune di Roma, c’è la più alta densità di dipendenze patologiche e stili di vita autolesionisti, per cui il nostro diventa un territorio impegnativo e complesso, perché noi operatori interagiamo continuamente con le carceri, gli ospedali, le comunità. C’è soddisfazione per il nuovo centro inaugurato da 6 anni anche se servirebbe una stanza più grande per le terapie di gruppo”.

Alessandro Tinarelli

“LE NUOVE DIPENDENZE: ALCOL E GIOCO D’AZZARDO”La nuova struttura del S.E.R.T. di Anzio, unica nel Lazio ad essere costruita di sana pianta per il recupero dei tossicodipendenti, si trova a ridosso dell’ospedale cittadino da sei anni. Precedentemente il servizio veniva esercitato in alcuni locali della struttura dell’Asl la Divina Provvidenza, a Nettuno.Proprio nel nuovo SERT abbiamo incontrato il dottor Gaetano Di Mauro, responsabile dell’Unità Operativa, settore psicologia. Si occupa del problema droga nel territorio da oltre 20 anni.Dottor Di Mauro, quali sono i territori di competenza del SERT di Anzio?.“Questo è l’unico SERT nel Lazio che comprende due distretti, l’H6 di Anzio Nettuno e l’H4 di Ardea Pomezia, è un SERT interdistrettuale per cui richiede anche un certo impegno”.Lavorate in sinergia con altri istituti o operatori del settore?“Certamente è una fortuna avere l’ospedale proprio qui accanto, ma operiamo e collaboriamo con le comunità terapeutiche della zona, prefetture, cooperative sociali, servizi sanitari,consultori.Non potremmo essere funzionali ed efficienti senza l’aiuto diretto o indiretto delle altre strutture”.Quali tipi di tossicodipendenze trattate oltre all’eroina e la cocaina?

“Noi qui lavoriamo essenzialmente sulle dipendenze patologiche oltre che sulle tossicodipendenze, per cui trattiamo casi come il gioco d’azzardo, l’alcolismo, l’eccesso di cannabis e le dipendenze da psicofarmaci, insomma tutte patologie che hanno in comune anche lo stile di vita del tossicodipendente.Questo punto è importante per la prima richiesta d’aiuto,ma poi sta a noi analizzare caso per caso dove e come può essere curato l’utente che accorre”. Si spieghi meglio…“Spesso quando teniamo il paziente in cura qui al SERT, usiamo farmaci integrati alla psicoterapia. Ci possono essere casi in cui le condizioni cliniche gravi portino a dare la priorità alla cura farmacologica. Per il gioco d’azzardo interveniamo sull’aspetto compulsivo, sulla spinta a giocare, somministrando un farmaco della categoria anticraving. Per l’eroina c’è il metadone. Per la cocaina la dipendenza è più psicologica che fisica e comunque quella fisica si potrebbe creare poi, dal momento che viene usata con lo stesso taglio di medicinali”.Ha delle statistiche sul fenomeno delle tossicodipendenze nei distretti di vostra competenza?

Di Mauro (SERT): “Il 30% dei pazienti esce dal tunnel”

Il fenomeno della tossicodipendenza nel litorale romano

GIORNALE MENSILE

DI ANZIO E NETTUNO

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COMUNE DI LAVINIO, COMMERCIANTI FAVOREVOLI

Questo mese Anzio-Space ha deciso di dare voce ai negozianti di Lavinio che quotidianamente vivono il quartiere, per conoscere il loro punto di vista sulla possibilità di dare autonomia amministrativa a Lavinio, lavorando per l’istituzione di un nuovo Comune. E, complessivamente, quest’idea comincia a riscuotere una certa approvazione tra gli abitanti che vivono un degrado crescente nella consapevolezza di non usufruire degli stessi servizi riservati ad Anzio centro. “Sarei favorevole - dice Fulvia Savoia dell’omonima Oreficeria - Siamo qui da 19 anni e siamo lentamente caduti in uno stato di degrado tale da domandarci quale sia il nostro Comune. Qui – continua - si vive in uno stato di abbandono tale che peggio non potrebbe andare”. Demoralizzata anche Anna Maria Giustiniani della Pizzeria Catuzza: “Non sono interessata a rendermi autonoma da Anzio e il vero motivo risiede nel fatto che non mi sento né cittadina di Anzio né di Lavinio. Mi sento solo disillusa da ogni forma di intervento politico poiché, in questi ultimi anni, abbiamo provato a far presente al Comune di Anzio le nostre necessità senza aver mai visto un intervento concreto”. Il proprietario di Edicolè Fabrizio Pistelli, riguardo all’idea di istituire il Comune di Lavinio, afferma di non essere favorevole “ad una frammentazione amministrativa che potrebbe trasformarsi solo in un aumento delle spese a carico dei cittadini: basterebbe – spiega - che funzionasse quello di Anzio, di Comune”. Smette di lavorare per rispondere in modo chiaro e preciso Maurizio Rossi del Vecchio Mulino: l’istituzione del Comune di Lavinio “potrebbe essere utile per risolvere in maniera più immediata i problemi locali, e poi ci sarebbe maggiore vicinanza tra i cittadini e le istituzioni, ora il Comune sembra sordo alle nostre richieste e necessità”. Qualche metro più avanti, tra un modellino di aereo in scala e una macchina telecomandata, Francesco Picarella, proprietario del negozio di modellismo Willy Model, crede che l’autonomia amministrativa di Lavinio sarebbe positiva “perché, ad oggi, abbiamo diverse problematiche che a livello comunale non sembrano interessare nessuno. Qui, a volte – argomenta - ci sentiamo abbandonati dalla nostra amministrazione. Ci vorrebbe davvero un Comune che venga incontro ai cittadini”. L’istituzione di una Circoscrizione sarebbe invece la soluzione più auspicabile per Silvio Picano della Pizzeria Silvio e Maria: “Avremmo bisogno di un qualche tipo di segnale da parte della locale amministrazione, magari con una presenza fissa e costante della polizia municipale. Per non parlare delle strade che versano davvero in condizioni pietose”. Il Comune di Lavinio “sarebbe una soluzione alle tante problematiche, davvero auspicabile” dice Francesca De Carlo della Sanitaria Saniland. “Forse cosi – aggiunge - ci sarebbe maggiore rispondenza tra i problemi locali e l’amministrazione comunale che non sembra affatto interessata a risolvere i problemi di Lavinio. Tutte le risorse vengono destinate al centro di Anzio. Di fatto Lavinio e Anzio sembrano già appartenere a due amministrazioni diverse. Al centro tutto sembra curato e ordinato, qui no. Ma se un turista dovesse capitare a Lavinio che tipo di opinione si potrebbe fare della nostra zona, dove le strade sono senza manutenzione e la polizia locale non sembra esserci? Qui – conclude - ci sarebbe bisogno di un interveto radicale per migliorare la situazione”.

Andrea Stefanelli

Prosegue la nostra indagine sulla possibile autonomia amministrativa

“MAGARI CI FOSSE IL MUNICIPIO!”Parla Lucia Menniti, della tabaccheria presso la stazioneChi più del tabaccaio, che aprì la sua attività nel 1980, e si trova proprio a ridosso della stazione ferroviaria di Lavinio, può parlarci meglio dei problemi di questa zona e segnalarli? Aperti dalle 5 della mattina alle 20, la famiglia Menniti è testimone del viavai quotidiano. “Di movimento ne vediamo tanto - dice Lucia, che da anni aiuta il padre nel suo lavoro -, perché lavoriamo attaccati alla stazione”. E, per quanto riguarda la sicurezza del passaggio a livello, della strada (con lunghi lavori per la nuova rotonda), e per ciò che concerne la vigilanza di routine, Lucia è molto perplessa, e vorrebbe che ci fossero più attenzione e garanzie. Spera infatti che apra presto il posto di Polizia Municipale sulla Nettunense, perché così, spiega, “qualche spiraglio di controllo ci sarà. Anche se adesso è tutto fermo. Sono mesi che hanno messo l’insegna, e ancora non c’è nessuno che vigila”. Ovviamente per muoversi bisogna prendere la macchina, il pullman del Cotral non si sa mai quando arriverà. E se è puntuale, gli orari affissi all’esterno della tabaccheria cambiano spesso e non sempre la società invia i nuovi. Stessa cosa vale per i treni: i ritardi sono cronici e l’unica speranza la si ripone sul servizio Gioia Bus, che cerca di alleviare i disagi dei pendolari con navette che arrivano e partono in coincidenza con i treni. Alla domanda se non sarebbe il caso di costituire il Comune di Lavinio per gestire un po’ meglio le situazioni degli abitanti e il territorio, la risposta di Lucia è: “Magari! Ricordo che tempo fa, vicino dove ora si trova il Todis, c’erano degli uffici comunali, ma poi… Purtroppo qui siamo veramente periferici…” .

Silvia Arena

A.C.L.I. , APERTA NUOVA SEDETra le attività corsi artistici e servizi per stranieri.

Nata all’ombra del campanile della parrocchia di S.Francesco a Lavinio mare, il circolo ACLI di Lavinio ha aperto, il 10 aprile, la sua nuova sede in via Giovanni Basile 2/C (davanti al Centro Ecumenico), con una festa che ha richiamato una grande partecipazione popolare. Una presenza massiccia di pubblico, sicuramente di buon auspicio per l’immensa attività sociale che il Circolo intende realizzare.Oltre all’attività teatrale di cui si occupa la ‘COMPAGNIA DEL TAU’, (tra i cui attori è nato il primitivo nucleo del circolo), ci sarà il Cineforum realizzato dal gruppo giovanile dell’AGORA’, e poi tutta una serie di corsi, aperti sia ad un pubblico adulto che di ragazzi, quali quelli di musica (chitarra classica e flauto dolce), yoga, informatica, dizione, arti figurative, hip hop, lingua italiana per stranieri, oltre che inglese, spagnolo, arabo e giapponese, e per finire un doppio laboratorio teatrale (per grandi e bambini). Oltre a queste attività ricreative, il circolo Acli fornirà assistenza legale ai soci stranieri per le pratiche che riguardano il permesso di soggiorno, la cittadinanza, i ricongiungimenti familiari, i visti di viaggio. Dal 12 di questo mese, infine sarà aperto uno sportello CAF.

Maurizio D’Eramo

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A LAVINIO SI GIRA MA NON SI ENTRA

Il miglioramento delle condizioni di traffico sulla Nettunense è uno dei temi di maggior importanza per una città come Anzio; il traffico quotidiano aumenta costantemente toccando punte di collasso soprattutto nel periodo estivo e le rotatorie in corso di lenta costruzione a Padiglione e a Lavinio certamente contribuiranno a migliorare la situazione.Ma la storia di queste rotonde ha dell’incredibile. Tutto ha inizio circa 10 anni fa, quando il Comune di Anzio nell’ambito del progetto di riqualificazione urbanistica, ambientale e culturale predisposto dalla Regione Lazio (P.R.U.S.T.), dà inizio alla progettazione dell’adeguamento del tratto di Nettunense nel nostro territorio. Per quel progetto vennero spesi oltre 800.000 euro ma si rivelò completamente inattuabile (obiettivi non raggiunti ed opere non finanziate) ed in particolare le rotatorie risultarono poco funzionali, fuori norma e pericolose. Per farla breve sono stati buttati 800.000 euro dei cittadini. I lavori che vediamo oggi in esecuzione a Padiglione e a Lavinio sono dell’ASTRAL (società della regione che fa le strade); c’è da dire che li porta avanti in gran comodità ma sono il frutto di una progettazione nuova, voluta dalla giunta regionale di Marrazzo e che ha almeno risolto i gravi problemi di sicurezza del precedente progetto.Ma la storia purtroppo non finisce qui: ... a Lavinio la rotatoria è attesa da decenni e tutti, soprattutto ora che la città esplode anche ad est della Nettunense, sperano di vedere migliorare le condizioni di accesso e uscita da quel quartiere. Queste speranze saranno deluse perché verrà eliminato il semaforo, ma le possibilità di svolta rimarranno le stesse e quindi non ci sarà la possibilità di entrare a Lavinio da Anzio e di uscire da Lavinio anche in direzione Latina e Roma.Al Consigliere del Pd Ivano Bernardone questa lacuna non è sfuggita e ha proposto un progetto alternativo che avrebbe consentito di ristabilire quei collegamenti, ma il Sindaco Luciano Bruschini si è rifiutato persino di discuterne. Sarà che il teatro della politica non ammette che si dia ragione ad un avversario o forse si vuole davvero che Lavinio diventi un ghetto dimenticato, fatto è che dopo dieci anni a Lavinio arriverà la sospirata rotatoria ma tutto resterà penosamente com’è. I cittadini che se ne sono già accorti stanno raccogliendo le firme per l’ennesima petizione, sui giornali chi governa sbandiera meriti che non ha, ma i nostri soldi (tanti) restano spesi malamente senza risolvere come si deve i nostri veri problemi.

Andrea Mingiacchi

Dopo anni due nuove rotonde sulla Nettunense, ma...

1 – la rotatoria sbagliata nel progetto iniziale del Comune di Anzio. Entrando diritti nella rotatoria si va incontro a pericolosi incidenti

2 – la rotatoria dell’ASTRAL in costruzione. Le traiettorie sono corrette, la rotatoria è sicura ma non risolve i problemi di accesso a Lavinio

3 – la soluzione alternativa di Bernardone. Avrebbe risolto tutti i problemi di collegamento a Lavinio ma non è piaciuta all’amministrazione

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delle abitazioni con alta dispersione termica, il che si traduce in case fredde d’inverno e calde d’estate. Essere i proprietari di un’abitazione del genere costringe a scaldare oltre il necessario durante l’inverno, per compensare la dispersione termica e, durante l’estate, a ricorrere a condizionatori molto potenti per raffreddare case che si trasformano in vere e proprie saune. Tutto ciò si traduce in un incremento della domanda di energia da

parte delle famiglie che vedono aumentare le spese. Con l’apertura del piano regolatore ci si sarebbe aspettati che il Comune di Anzio avesse mostrato maggiore sensibilità verso la condizione economica delle famiglie, incentivando i costruttori a edificare seguendo regole ecosostenibili secondo i dettami della

PRG E BIOEDILIZIA, L’OCCASIONE PERSA

“DIFENDIAMO LE NOSTRE SPIAGGE”

Qual è il grado di civiltà di un Paese? Può essere misurato? Se sì, come, da cosa? Sicuramente uno dei fattori che può essere preso in considerazione è l’attenzione che la pubblica amministrazione, dal Comune fino ad arrivare al Governo, riserva ai propri cittadini. Asili, scuole, assistenza ai diversamente abili, integrazione dei migranti, piste ciclabili, sanità, questi potrebbero essere alcuni dei parametri da tenere in considerazione. Cosa altro? La capacità delle nostre amministrazioni di fare in modo tale che l’aria che tutti noi respiriamo sia la meno inquinata possibile. La cronaca nazionale di pochi giorni fa, tuttavia, ha dato risalto al livello di inquinamento di molte città italiane, costrette al fermo delle autovetture private a causa di un elevato livello di Co2. Alte concentrazioni di Co2 sono determinate dai gas di scarico degli automezzi e sorprendentemente dalle abitazioni private. Ma come è possibile che una casa contribuisca al riscaldamento dell’atmosfera e all’inquinamento delle nostre città? Se le abitazioni vengono costruite massimizzando il risparmio sui materiali costruttivi avremo come primo risultato

bio-ediliza. Con l’adozione di alcuni interventi mirati, quali l’adozione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, il fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, e l’adozione di materiali per costruzioni ad alto rendimento termico si sarebbe potuto davvero fare molto. Pensiamo solo a quanta energia elettrica gratuita le famiglie avrebbero potuto avere grazie al caratteristico clima mite e soleggiato di Anzio. È fuori dubbio che l’acquisto di

una “bio-casa” risulti maggiore rispetto a quello di una casa “normale”. La soluzione sarebbe potuta essere quella di istituire un fondo comunale da destinare alle famiglie per l’acquisto della casa. Non da ultimo, una politica di intervento di questo tipo avrebbe avuto la capacità di scontentare e scoraggiare un’edilizia d’assalto che ha insistito sul nostro territorio brutalizzandolo. La strada che invece è stata percorsa dalle nostre amministrazioni

ha visto prevalere il “rimpinguamento” delle casse comunali a scapito della tutela del territorio. Ciò che lascia interdetti è che l’apertura di un piano regolatore a forte valenza ecologica avrebbe potuto conferire ad Anzio l’epiteto di “Comune Verde”. Sfortunatamente anche stavolta siamo costretti a dire: “Un’altra occasione persa”.

Andrea Stefanelli

Niente incentivi per l’ecosostenibilità delle costruzioni

Da bohemien ad attivisti per l’ambiente, le iniziative di SURFRIDERFOUNDATIONLAZIO

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Circa 30 anni fa, nel 1984, un piccolo gruppo di surfisti californiani, tra cui alcuni avvocati, vedendo la loro spiaggia preferita per surfare in serio pericolo a causa di una ditta edile che voleva trasformarla in un centro commerciale, intentarono una causa contro la stessa ditta vincendola e da questo episodio nacque la SURFRIDER FOUNDATION.Oggi quel piccolo gruppo conta più di 50000 soci solo negli Stati Uniti ed è rappresentato in tutto il mondo con sezioni presenti in Europa, Australia ed Asia. SURFRIDERFOUNDATION è un’associazione ambientalista il cui scopo principale è la salvaguardia del mare, delle coste e delle spiagge con particolare attenzione all’educazione delle generazioni future sul rispetto dell’ambiente marino.In Italia, da circa 3 anni, SURFRIDERFOUNDATION LAZIO opera sul territorio laziale dopo aver ottenuto il riconoscimento ufficiale direttamente dalla sede centrale europea. Si avvale della collaborazione di società sportive, in particolare nella zona di ANZIO e NETTUNO; non a caso la sede operativa si trova proprio nel nostro territorio. Con l’aiuto della ANZIO SURF anche quest’anno in occasione dell’INITIATIVES OCEANES, una delle più importanti manifestazioni di volontariato di bonifica delle spiagge giunta alla sua decima edizione, circa 50 volontari

hanno risposto presente all’appuntamento presso l’OASI di TOR CALDARA e hanno letteralmente ripulito la spiaggia di fronte la torre.Quintali di rifiuti di ogni tipo, polistirolo, plastica, vetri, bombole del gas, pezzi di autovetture, sono stati depositati dal mare durante l’inverno, ma non sono certo materiali marini… Questo è il punto di partenza dell’associazione: insegnare ai giovani di oggi che l’ambiente è sacro per il loro futuro e ogni oggetto che viene abbandonato in maniera incauta diventerà rifiuto.Scopo delle iniziative è quello di sollecitare le coscienze dei cittadini, ma anche e soprattutto di spronare gli enti locali a fare di più! Fare di più per una risorsa che deve essere valorizzata non soltanto per far spazio ai lettini nel periodo estivo, ma durante tutto l’arco dell’anno. Il mare è ricchezza. Spesso Comuni, come Anzio, che vivono la loro quotidianità accanto al mare, non si rendono conto delle immense possibilità che gli si offrono, non soltanto con opere faraoniche (porti o dighe), ma semplicemente partendo dalla salvaguardia dell’ambiente e delle coste.Pochi come un surfista conoscono la vita delle coste e delle maree, il continuo mescolarsi di acqua e terra. E proprio da questa coscienza nasce la volontà di impegnarsi nella salvaguardia

delle coste con particolare attenzione al problema dell’erosione delle spiagge, con la progettazione di specifiche barriere soffolte a basso impatto visivo e ambientale, perché composte da materiale ecosostenibile che non solo favoriscono il ripascimento naturale della sabbia sulle spiagge, ma garantiscono anche e soprattutto il ripopolamento della fauna e della flora marina.La SURFRIDER FOUNDATION LAZIO è in procinto di organizzare un convegno, con il sostegno del Comune e delle associazioni che vivono il mare, che tratterà proprio di questo problema con lo scopo di creare una tavola rotonda su cui poter confrontare diverse proposte a riguardo. Basta fare una passeggiata sulle spiagge di Ponente per capire che la questione è grave ed urgente.

GRUPPO FACEBOOK: “SURFRIDER FOUNDATION LAZIO”

Contatti: [email protected]

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come luogo dove trascorrere la sua esistenza. Ormai sono 33 anni che vive nel Bel Paese”. Cosa vi ha portato qui a Lavinio?“Già altri nostri connazionali avevano scelto Lavinio come luogo dove risiedere e si erano trovati bene”.

Quali sono gli aspetti positivi e negativi del vivere a Lavinio?“Qui non abbiamo mai avuto alcun problema a integrarci. Ciò è stato determinato da una buona predisposizione degli abitanti locali, ma

non sempre riescono a svicolare nel ristretto spazio lasciato loro dalle macchine. Infatti la presenza di numerosi negozi e la mancanza di posteggi sufficienti spingono gli abitanti a sostare sui marciapiedi, oppure a fermarsi sul lato della strada riducendo la carreggiata e creando ulteriori disagi alla circolazione stradale.Ma non sono soltanto i bambini l’estate a pedalare su Via di Valle Schioia; ci sono anche i ciclisti residenti che la percorrono durante tutto l’anno, in un senso e nell’altro, dalla mattina alla sera tardi, con il bello e,

COMUNITA’ INDIANA, INTEGRAZIONE E PROGETTI COMUNI

LAVINIO, IL PERICOLO CORRE SU STRADA

Negli ultimi anni Lavinio è stata interessata da un forte flusso migratorio proveniente dall’India. Ad oggi si contano circa 3000 persone tra cittadini indiani e italiani figli di immigrati di questo grande Paese. Una realtà umana notevole, importante, di cui tenere conto. Gli indiani, così come le donne e gli uomini che provengono da altre parti del mondo, sono i nostri nuovi concittadini con i quali ci si ritrova sempre più spesso a condividere la quotidianità. Iniziamo a conoscerli più da vicino. Sorav Dhir Chand è il giovane Presidente della Comunità Indiana di Anzio e Lavinio, un ragazzo cortese e in gamba, a soli 21 già referente di una cosi nutrita realtà sociale.Sorav, da quanto tempo è qui in Italia? “Ci sono nato 21 anni fa. Mio padre era dipendente dell’ambasciata ed è stato trasferito a Roma dove ha lavorato per molti anni. Non è più tornato a vivere in India, ha eletto l’Italia

Il giorno 6 aprile intorno alle ore 12,15 si è verificato un altro incidente stradale che ha visto coinvolti un motociclo e un’autovettura su via di Valle Schioia all’altezza della stazione ferroviaria.Non è la prima volta che a Lavinio accadono questi incidenti e c’è da dire che la sicurezza stradale non è fra le migliori.Nonostante la strada teatro dell’incidente sia stata asfaltata di recente e resa più agibile, la maggior parte delle vie convergenti sono rimaste in condizioni pietose e la segnaletica, orizzontale e verticale, è poco visibile in tutte le strade di Lavinio. Buona parte degli attraversamenti pedonali, consumati da migliaia di passaggi quotidiani non è più visibile, come per esempio quelli nel centro di Anzio, creando forti disagi ai pedoni. Via di Valle Schioia, che è l’arteria principale di Lavinio a doppio senso di circolazione, è quotidianamente sottoposta a traffico congestionato che si intensifica soprattutto durante la stagione estiva. Sul marciapiede, insieme al pedone standard dotato di agilità, transitano anche mamme con carrozzine e bambini in bicicletta che

è stato reso possibile anche dalle caratteristiche tipiche della comunità indiana. Siamo di indole calma e ci viene riconosciuto il merito di essere grandi lavoratori. Tra gli aspetti poco positivi c’è il fatto che spesso lo straniero ha difficoltà ad accedere a servizi presenti sul territorio che

risultano invece di facile accesso per gli abitanti locali”.Su cosa sono basati i rapporti all’interno della vostra comunità?“Sono principalmente di carattere famigliare. I rapporti di parentela sono per noi davvero molto importanti”.Come definirebbe i rapporti con i cittadini di Lavinio?“Sono sempre improntati al rispetto reciproco e non ci sono mai stati problemi di discriminazione”.Cosa significa integrazione?“Coerenza, lealtà e sincerità nel rispetto reciproco delle differenze”.Se potesse cambiare qualcosa qui a Lavinio cosa cambierebbe?

“Mi piacerebbe creare un luogo di incontro multietnico dove poter scambiare le nostre reciproche conoscenze”.

Andrea Stefanelli

purtroppo, con il cattivo tempo. Quando piove buona parte della carreggiata si allaga, in particolare al livello del distributore di benzina; per i pedoni l’ombrello non è davvero più sufficiente a ripararsi. Tale affluenza in una via così disagiata, giustificherebbe la creazione non solo di altri parcheggi, ma anche di una pista ciclabile dove poter transitare in tutta sicurezza senza essere sfiorati dalle automobili e dai motorini.

Laura Frisina e Silvia Arena

Parla Sorav Dhir Chand: “Accolti bene dalla città”

Segnaletica insufficiente e rischi per i pedoni

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Lettera alla redazione Gentile Direttore,mi è capitato di leggere il vostro giornale, che apprezzo sia per il taglio e lo stile giornalistico, sia per la sensibilità a salvare il territorio anziate dagli abusi di ogni genere. Da anni vengo a trascorrere le vacanze ad Anzio nel tratto di costa Tor Caldara-Cincinnato. In questi giorni di festa discorrendo con il gestore di uno stabilimento ho saputo che ad ottobre cominceranno i lavori per contrastare l’erosione della spiaggia. Fin qui tutto bene. Chiedo notizie al gestore sugli interventi e mi spiega che saranno costruite delle dighe di cemento per tutto il tratto. Queste orribili dighe saranno a vista e non sotto i livello del mare come andrebbe fatto. Saranno create finte insenature dove fare il bagno. Insomma, come è stato fatto ad Anzio. Mi sono sentita stringere la gola. Ora, io capisco che queste dighe siano necessarie ma è possibile che debbano essere visibili creando questi orrori che deturpano il paesaggio? Ho cercato su internet per sapere di più su questo progetto ma non ho trovato nulla. Vi chiedo di parlarne per cercare di bloccare questo orrore al quale sembra non possiamo sottrarci.Le sarei grata, in ogni caso, se potesse indicarmi dove mi posso rivolgere per saperne di più su questo progetto. In fondo sono atti e soldi pubblici!Grazie per il vostro lavoro.

Luisa Marozza

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SMS - SpaceAnzio-Space apre uno spazio ai lettori Scriveteci un sms al: 3463859599

“Vorrei sapere per quale ragione, dopo aver riempito Anzio di rotonde, nessuno si preoccupi di curarne il verde, a meno che l’erba non sia cresciuta di almeno 50 cm, e non si siano riempite di rifiuti”. Grazie

“Tutte le scuole di Anzio sono assistite da ausiliari del traffico che ne tutelano l’accesso; come mai la scuola elementare Villa Claudia (via Tirreno) rimane incustodita, con l’accesso quasi sempre ostruito da auto parcheggiate incivilmente di fronte all’Angolo Bar? ”. xxx

“Sono una giovane madre che lavora, con un bambino di 3 anni: come mai in tutta Anzio non esiste un solo asilo nido comunale? L’unico esistente, a Nettuno, è praticamente inaccessibile a meno di non essere in lista d’attesa da anni o di non avere un reddito da fame, e tutti gli altri sono a pagamento, con rette da capogiro. Possibile che le madri modello debbano essere per forza disoccupate?”. xxx

“Vorrei segnalare l’urgenza di rifare al più presto la strada a Lido dei Pini per evitare incidenti gravi ai motociclisti e ciclisti”. Mario

“Invece di discutere sempre sul nuovo porto il Comune non potrebbe adoperarsi per pulire l’attuale bacino sempre più maleodorante?”. Silvana

“I rallentatori di ingresso ad Anzio sono insopportabili e pericolosi,anche a breve velocità la macchina sussulta e si rischia l’incidente.Propongo di sostituirli”. Maurizio

Sport e ambienteECCO LA SPELEO-ARCHEOLOGIA Miei cari lettori oggi nella nostra rubrica parliamo di un’attività mix di sport, ambiente e cultura. Fin dalla nascita di questa disciplina siamo stati protagonisti, prima individualmente come singoli speleologi e con altre associazioni, poi con la nostra associazione, di campagne esplorative nella città di Roma e nei Comuni di Tivoli, Nemi, Nettuno, Anzio, Viterbo, Blera, Formello, Ischia di Castro ecc…Il termine speleologia deriva dalla parola greca Speleion = Caverna e Logo = Scienza, “scienza che studia le grotte”, quindi la speleologia urbana è la scienza che studia le cavità artificiali. Nei corsi di avvicinamento a questa attività vengono curati gli aspetti sportivi che permettono la progressione in grotta attraverso l’uso delle corde e delle attrezzature da discesa e salita, gli aspetti ambientali che aiutano al riconoscimento della morfologia dei luoghi dove si trovano queste cavità e gli aspetti storico-archeologici che ci permettono di studiare le cavità artificiali dove faremo la nostra attività esplorativa. Esempio: (Cave, Miniere, Catacombe, Acquedotti, Necropoli ecc.. luoghi già concepiti sottoterra) e (Domus, Insule. Templi, Basiliche, Fori ecc.. che lo diventeranno). Naturalmente tutto questo si svolge sempre con l’ausilio degli studi di archeologi o associazioni archeologiche.È proprio per sviluppare un loro lavoro superficiale che nasce l’esigenza dell’utilizzo di un’associazione che fa speleologia urbana, per ampliare il lavoro con verifiche sotterranee, riprese video o fotografiche che consentano di arricchire le pubblicazioni scientifiche che verranno fatte sulla campagna esplorativa. In seguito nei nostri articoli parleremo nello specifico di alcune di queste campagne esplorative.

Manrico Martini

RUBRICHE

DETTI PORTODANZESI“Arieccoce!!” La rubrica continua,soprattutto per non far dimenticare i nostri detti ed il modo di parlare della nostra gente.Chi non ha mai detto: “Te sei ripulito!” invece di : Ora stai peggio di prima?Mio nonno diceva :”Me dole er deto” quando per errore gli pestavano un dito.A Natale, giocando a tombola quando esce il numero 35 tutti esclamano: “Trentacinque... er cane de Bitulia!!”Bitulia (Petunia è il nome originale), aveva un cane chiamato Trentacinque, da cui ebbe origine il soprannome per tutti i componenti della famiglia per diverse generazioni.Quante volte ci siamo sentiti dire da persone sagge: “Quello che fai te ritrovi” Se semini il male, male raccogli e se semini il bene, il bene dovresti raccogliere.Una persona che non capisce, che ha stancato chi l’ascolta dice:“E daje... sente ch’è doce!!”Non risparmiamo niente di quello che si guadagna con il lavoro e al contrario dei cugini nettunesi noi diciamo: “Quello che guadagno me magno”.Ricordate questo? “Ridi, ridi che mamma ha fatto i gnocchi... cor sugo dei bacarozzi”. Sì, adesso ridi ma non sai quello che ti aspetta.In una vecchia banchina per barche da diporto un ormeggiatore rivolgendosi ad un amico disse: “Salvatò, io l’ho lavata e sistimata la barca alla signora ma ogni vorta che je telefono me risponne “See...Lallero!” ma che vordì?”.“Vincè - rispose l’amico - Vordì che nun te paga!!!”. Lallero: “Se vedemio”.

Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”.amministrato da Tinarelli Alessandro e Salustri Pina

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Space - Porto

quotidianità non è una battuta di pesca, ma il vivere in mare come fosse una seconda casa. Per persone così un porto non è una semplice attrazione per turisti o un simpatico approdo per diportisti con calzoncini bianchi e mani curate. Per Cosimo e Antonio il porto è un ufficio, un

laboratorio, un’officina, uno studio ed è per questo che parleremo di loro, e di tutti gli altri membri della Cooperativa non più come pescatori, ma come veri e propri professionisti del settore piccola pesca. Assieme a loro una cerchia sempre più fitta di professionisti si avvicina per parlare del “Progetto Capo D’Anzio”. Io, futuro ingegnere, ancora le “prove in vasca” non posso farle; per me non è facile, come per i miei blasonati colleghi, ridurre in scala chilometri di costa all’interno di bagnarole con ventilatori che simulano venti e sassolini che simulano scogli. Per

ad Anzio, mette in moto e parte per Ponza,la Sardegna o le Eolie, e non si ferma certamente in città a fare il bagno e prendere il sole. Ci sarebbe voluto un piano che legasse terra e mare, ad esempio con l’apertura del casinò. Il problema tecnico per la realizzazione del

nuovo porto è da ritenersi il più grave. Da sempre il canale di ingresso del porto di Anzio soffre di una secca, dell’insabbiamento dovuto alle correnti che dispongono enormi masse di sabbia che occludono il passaggio, a volte anche di medie barche.Ora, aver pensato e messo per iscritto un

NUOVO PORTO, LA PICCOLA PESCA NON CI STA

PERCHÉ IL PROGETTO DELLA CAPO D’ANZIO È GIÀ VECCHIO

Una conversazione può servire a far trascorrere più velocemente un sabato pomeriggio, ma la stessa conversazione, intrapresa con professionisti che portano i segni del loro lavoro sul viso, sulle mani e sulle spalle tanto grandi da sostenere, oltre decenni di esperienza, il peso della fatica e del destino di intere famiglie, può rivelarsi molto di più.In un sabato pomeriggio qualunque ho incontrato sulla banchina del porto di Anzio i Sigg. Cosimo Di Mille e Alfredo Arseni, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cooperativa Piccola Pesca dei SS. Pio e Antonio. Ma cosa ci fanno Cosimo e Antonio, di sabato pomeriggio, sulla banchina del porto? Non li troviamo a scrutare l’orizzonte, a discutere di politica o di calcio, o a sorseggiare caffè: Cosimo e Antonio, assieme ad altre decine di professionisti, li troviamo immersi nel loro lavoro. Preparano le barche, puliscono reti, mettono ordine fra gli strumenti; loro non hanno bisogno di guardare il meteo per sapere che tempo farà, che mare ci sarà e da dove soffierà il vento, loro annusano, ascoltano, percepiscono sintomi di qualcosa che ormai è parte di loro. Per gente così la

Anzio necessita di una base per il diporto all’altezza delle aspettative turistiche, una ripulita della riviera Zanardelli dagli orrendi cantieri e una deliziosa passeggiata sul lungomare di levante, ma non può sconvolgere l’assetto e le tradizioni marinare realizzando un’opera mastodontica e inopportuna per vari motivi logistici e tecnici. La crisi mondiale ci porta a riflettere sulla possibilità e la convenienza di opere faraoniche come il progetto del nuovo porto di Anzio, anche perché il settore della nautica e diporto sta precipitando nell’abisso, nella peggiore delle crisi, e gran parte delle barche dai 6 ai 24 metri sono in vendita, anzi in svendita. Bisogna tener presente che comprarsi uno yacht non comporta nessun utile, anzi è la maniera per spendere più soldi possibile e oggi solo i miliardari possono permetterselo. Per questo creare 1200 posti barca è inopportuno, sono sufficienti la metà anche perché il milionario con lo yacht arriva

chi ancora deve imparare, per chi ancora non è pagato, “ampliamento” significa solo chilometri cubi di cemento riversati in mare per pura megalomania, per imprenditoria cannibale, per assurda speculazione basata su presupposti tanto instabili e fatiscenti quanto la stessa sabbia che dovrebbe sorreggere il

nuovo porto. Ma cosa ne pensano i professionisti del porto di Anzio, del tanto decantato progetto di ampliamento? Cosimo e Antonio mi parlano di tradizione, di identità culturale, di generazioni di professionisti che si sarebbero incatenati alla banchina piuttosto che abbandonarla per far posto a qualche turista. Ma mi parlano anche di “stazza”, di fondali inadeguati anche per una normale barca a vela,

di inutili e costosi dragaggi fatti per smaltire l’accumulo di sabbie all’imbocco del porto, di angolazioni d’ingresso errate e di servizi carenti. E scopro che non si può iniziare a costruire una casa partendo dal tetto, che il numero dei clienti di un negozio non dipende dalla capienza del suo parcheggio e che è inutile ampliare ciò che neanche è stato ottimizzato. I professionisti del porto d’Anzio non studiano i modellini realizzati in vasca, loro conoscono i modelli reali e le relative problematiche. Questi professionisti, a questa speculazione, dicono no.

Maurizio Fracassi

progetto dove il nuovo ingresso è attiguo al vecchio e addirittura aperto nello stesso punto cardinale, nella stessa direzione, è da incoscienti. Inoltre il nuovo bacino copre in parte l’ingresso vecchio che, trovandosi a ridosso, s’insabbierà maggiormente e

peggio di prima e il nuovo canale, trovandosi nella stessa posizione, sarà soggetto alle stesse identiche correnti di insabbiamento. Come pensiamo di poter costruire un bacino in cui debbano entrare navi e traghetti per la Sardegna se il canale avrà un problema tecnico così grave? Per questo motivo associazioni e gruppi di persone si cominciano a chiedere se il progetto del porto non vada rivisto, ridimensionandolo, rendendolo davvero utile alla

città. Sarebbe opportuna un’immediata ristrutturazione del porto attuale senza il secondo bacino, trasferendo i cantieri navali dietro, nel grande parcheggio. Anzio è città di velisti. Loro sì che si fermano nei nostri ristoranti.

Alessandro Tinarelli

Quattro chiacchiere sulla banchina

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TIA, SERVONO INCENTIVI PER FAMIGLIE MONOREDDITO

L’intervento di Massimo Creo del Pd di Anzio In occasione della prossima approvazione del bilancio preventivo 2010 credo sia opportuno, da parte dell’attuale amministrazione, rivedere alcune scelte errate fatte in passato e dimostrare la giusta sensibilità nei confronti di quei nuclei familiari che più di altri stanno soffrendo gli effetti della grave crisi economica. Può essere questa l’occasione per fare un minimo di “welfare locale” e, nello specifico, per quanto concerne la Tariffa Igiene Ambientale, credo sia possibile prevedere un’agevolazione per le famiglie monoreddito, nel quale il soggetto unico produttore di reddito si trovi in stato di mobilità.Credo sia inoltre doveroso, dopo la confusa esperienza fatta lo scorso anno, aumentare le fasce di reddito ISEE per le agevolazioni/esenzioni relative ai servizi a domanda individuale (mense e trasporti scolastici).Faccio inoltre presente che “giace” da ben oltre un anno, un o.d.g. da me proposto e votato all’unanimità nel c.c. del 1 dicembre 2008, che aveva come obiettivo la possibilità di facilitare l’accesso alla pratica sportiva per i ragazzi fino ai 14 anni, prevedendo l’applicazione di “rette mensili agevolate” - da parte delle società sportive che utilizzano impianti comunali - per le famiglie rientranti in predeterminate fasce di reddito ISEE.Quando sento parlare di disaffezione verso la politica, perché incapace di saper cogliere i reali problemi delle famiglie, mi viene sempre in mente che può bastare molto poco per invertire la tendenza, basterebbe ripartire da una politica attenta e puntuale ad affermare i “diritti dei più bisognosi” anziché assistere quotidianamente la classe politica locale proporsi come “produttore” di singoli favori.

IL PRIMO FATIDICO SÌ A VILLA SARSINAIl consigliere Colantuono celebra le nozze Assistere ad un matrimonio fa sempre un certo effetto, se poi aggiungi un bellissimo scenario come quello di Villa Sarsina, il gioco è fatto.Giovedì 8 aprile 2010 il consigliere comunale Beniamino Colantuono, emozionatissimo, ha celebrato all’interno della vecchia cappella l’unione di due suoi cari amici.Scherzando, Colantuono ha sottolineato di essere il primo ad officiare una cerimonia all’interno della nuova sede comunale.Auguri e figli maschi!

Maurizio D’Eramo

Space - Politica

Qui Radio Nerone

DISOCCUPATI? IN PISCINA SI TROVA LAVORO

Quante famiglie in ansia per il futuro dei propri figlioli, e quanti sforzi per indirizzare queste giovani creature verso attività in cui un giorno possano realizzarsi diventando finalmente autonomi da mamma e papà. Una buona notizia arriva da Anzio dove dopo minuziose ricerche condotte dal vostro affezionatissimo, si scopre che lo sport non soltanto è salutare ma facilita l’accesso al mondo del pubblico impiego, il più ambito in questi anni di crisi economica. Tantissimi dipendenti del Comune infatti hanno esercitato attività sportive a livello agonistico e, nell’ultimo decennio, la pallanuoto conquista la palma dello sport più praticato tra i dipendenti comunali, con la possibilità concreta del grande tuffo: dalle piscine al Municipio, proprio come il Senatore Candido De Angelis, noto esponente della pallanuoto anziate. Pertanto, carissimi genitori, da domani tuffatevi in piscina coi vostri ragazzi, ve lo raccomanda l’imperatore Nerone.

Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia:• vivibile e interessante per i giovani• viva culturalmente• all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio• arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingueNon siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per migliorare il territorio in cui vivono.Al momento abbiamo tre iniziative:• Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com• Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di Nettuno, info su www.shingle22j.com• Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che vorremmo costruire.

UNISCITI A NOI!Tieniti aggiornato sulle nostre iniziative:

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13Anzio Space - Mensile di Informazione

Space - Politica

anni di governo. La scelta della Bonino ha poi determinato la rottura col mondo cattolico, che si è manifestata soprattutto nelle province, perché, in fin dei conti, le realtà che si rivolgono all’universo cattolico sono comunque in grado di spostare, e lo hanno dimostrato, almeno il 3 per cento dei consensi. Le liste. Le liste del Partito democratico erano deboli e tali si sono rivelate. Per capirlo basta guardare, anche a Roma provincia, quanti candidati hanno raccolto meno di 300 voti. Le liste non erano competitive, ed avevano l’unico scopo di garantire l’elezione dei consiglieri e assessori regionali uscenti, senza reali possibilità di vittoria finale. Partito diviso. La proposta politica del Partito democratico è stata indebolita dalle innumerevoli divisioni interne, che sono state il miglior alleato del centrodestra. E’ come quando

si scaglia un sasso contro l’avversario, e questo sasso arriva debole perché rallentato tra le mura amiche. In questo senso l’unica possibilità che si apre davanti al Pd e al centrosinistra, per non essere condannati per sempre all’irrilevanza politica, è quella di rinnovare totalmente la propria classe dirigente. Una proposta avanzata gli scorsi giorni dall’ex Premier Romano Prodi, che ha immaginato un Pd in cui la classe dirigente nazionale sia ridimensionata a vantaggio delle dirigenze regionali e locali. Un partito federale che nasce e cresce dal basso, insomma, e che faccia maturare nuovi dirigenti politici che riescano laddove gli attuali hanno miseramente fallito. Anzio e Nettuno. Nettuno meglio di Anzio, cioè migliore il risultato della Bonino nonostante la pesante sconfitta. Ad Anzio la Polverini

E L E Z I O N I , S C O N F I T TA P E S A N T E

Candidato sbagliato, lista Pd debolissima, partito diviso e classe dirigente da reinventare. Un bilancio crudo delle elezioni regionali nel Lazio, che hanno visto la netta affermazione del centrodestra di Renata Polverini nonostante l’assenza delle liste del Pdl a Roma e provincia. Bonino. La candidatura di Emma Bonino, come previsto e denunciato da un combattivo gruppo di cattolici democratici del Pd, non ha reso, non ha colmato il divario soprattutto nelle province, ed è stata la ragione principale della debacle elettorale e politica del centrosinistra. I candidati, e quanti si sono impegnati in questa dura e appassionante campagna, si sono sentiti rivolgere spesso dagli elettori la fatidica domanda: “Perché il Pd non ha espresso una sua c a n d i d a t u r a ? ”. Il sostegno immotivato ed incondiz ionato del Pd alla Bonino ha palesato la sua incapacità non soltanto di aprire un confronto responsabile sulle prospettive del maggior partito d ’o p p o s i z i o n e , ma anche di i n d i v i d u a r e un candidato d e m o c r a t i c o in una delle principali regioni coinvolte dal voto di marzo. Un partito nato sulle Primarie che, nel momento in cui sono più urgenti, rinuncia ad utilizzarle come strumento di selezione della propria classe dirigente. Mentre la destra mostra capacità di rinnovamento, lanciando nomi sconosciuti alla guida delle Regioni, si pensi a Chiodi in Abruzzo o Cappellacci in Sardegna, con la scelta di accodarsi ad Emma Bonino il Partito democratico sancisce la sua difficoltà di rinnovare i propri rappresentanti nelle istituzioni. La candidatura della Bonino, solitaria, non è poi nata su alcun aspetto programmatico, ma si è schiacciata su questioni nazionali e controverse, senza neppure prendere in considerazione i temi che stanno a cuore alla Regione Lazio o i risultati raggiunti dall’amministrazione di centrosinistra in 5

ottiene il 61,52% con 13.364 consensi contro il 38,23 e 8304 voti della Bonino, a Nettuno il 59,73% (11.871 voti) contro il 40% (7949 voti). Anche il Pd va meglio a Nettuno: 24,52 (4874 voti) contro il 21,62 (4696 voti) di Anzio, ma a Nettuno c’è da dire che il partito può contare su un’amministrazione amica e sull’egregio lavoro svolto sinora dagli amministratori di centrosinistra. E’evidente il peso dell’Udc, che ad Anzio ha registrato un incremento attestandosi intorno al 7,9%, e che potrebbe essere l’ago della bilancia alle prossime comunali (anche se l’orientamento del partito di Casini attualmente sembra escludere apparentamenti con il centrosinistra). Sulle candidature dei consiglieri spicca il risultato personale di Marcello Armocida per la destra, che nella sua Nettuno raccoglie 1280 voti. Gli altri 2 candidati forti sono Piero Ambrosi e Mario

Mei. Il primo, politico di grande levatura e di provata esperienza, non ha superato l’esame Roma ma è comunque il secondo dei non eletti e il candidato più votato ad Anzio e Nettuno, dove ha sfiorato quota 1500 voti, di cui 776 ad Anzio. Altro risultato di spicco nel centrosinistra è stato colto da Mario Mei, che nel computo totale delle due cittadine ha superato la

barriera dei mille voti, con 717 voti ad Anzio. La maglia nera va all’astrofisica Margherita Hack, arruolata nelle file di Rifondazione comunista e che, nonostante la fama internazionale, ha raccolto appena 125 voti.Il Pd collegio per collegio. Il Partito Democratico, ad Anzio, va meglio a Lavinio stazione (657 voti), Falasche (591 voti), Villa Claudia (557 voti) e Europa (460 voti). Ad Anzio centro prende 413 voti. Male a Pocacqua (133 voti), Santa Teresa (145 voti) e Lido dei Pini (187 voti). Ai risultati positivi di Lavino Stazione, Falasche, Europa, e Anzio centro, corrispondono le buone affermazioni del candidato più votato, Piero Ambrosi, che ottiene rispettivamente 119, 117, 113, e 111 voti.

Marcello Bartoli/ Sebastiano Maddanu

Pd e Bonino meglio a Nettuno, ma serve profondo rinnovamento

I r i s u l t a t i d i A n z i o q u a r t i e r e p e r q u a r t i e r e

Il Partito Democratico perde il pelo, non il vizio Nemmeno il tempo di riflettere sulla rovinosa sconfitta subita in tutta la regione dal centrosinistra, e il Partito Democratico ha ripreso, inesorabile, il suo sport preferito: lo scontro interno, nonostante sia rimasto poco o nulla su cui litigare. I giorni scorsi, infatti, l’ennesima velenosa velina è stata consegnata nelle mani di una cronista di Latina Oggi che, senza verificare i fatti (ah la stampa di provincia!), ha pubblicato il tutto. E cioè che il Presidente del Consiglio comunale di Nettuno, il Pd Nicola Burrini, sarebbe pronto a passare in forza all’Udc di Casini, insieme all’assessore provinciale Aurelio Lo Fazio, vittima, secondo la velina, di un rimpasto in seno alla Giunta Zingaretti. Naturalmente il giorno successivo sono arrivate le piccate smentite dei dirigenti coinvolti. Non è un caso però, che la velina vada a colpire quella parte del partito che, ad Anzio e Nettuno, lavora da anni con trasparenza per articolare un’opposizione sui contenuti all’amministrazione Bruschini, a partire dalla denuncia del disastroso progetto del nuovo porto e proseguendo con la forte critica al Piano regolatore comunale. Stiamo parlando di quanti, nel Pd, hanno sostenuto la candidatura di Piero Ambrosi al Consiglio regionale del Lazio, risultato il più votato tra le fila del centrosinistra. Ebbene non vorremmo che queste notizie incontrollate su presunti cambi di casacca provenissero proprio dal Partito Democratico, con l’obiettivo di alimentare la confusione interna e radicalizzare la divisione tra chi conduce un’opposizione reale alla destra e chi soltanto di facciata, disperdendo il lavoro certosino condotto in questi anni da Lo Fazio, Burrini, Bernardone e tanti altri amici. Poco male. I diretti interessati fanno spallucce, e confermano la loro intenzione di continuare a guidare l’opposizione alla Giunta di destra che imperversa ad Anzio, anche se il povero PD appare una maionese impazzita, con una classe dirigente distante dai cittadini e attratta da piccole beghe personali, senza alcuna intenzione di impegnarsi per mettere in campo un concreto e credibile progetto di governo per la città.

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LA RICETTA DEL MESEFacile e gustosissima

POLPETTE DI MERLUZZO CON SALSA VERDE

Ingredienti: 500g di filetti di merluzzo 250 g di yogurt magro naturale 100 g di pecorino grattugiato 60 g di pangrattato Un mazzetto di basilico Mezzo cucchiaino di pasta d’acciughe Olio d’oliva Olio per friggere Sale

1. Passate nel mixer il pesce a tocchetti con metà yogurt, un pizzico di sale e un po’ di prezzemolo fino ad ottenere una purea non troppo fine.Incorporate al composto il pecorino e il pangrattato.

2. Preparate la salsa: in una terrina mettete una manciata di foglie di basilico e 2 cucchiai di yogurt, riducete il tutto in crema mescolando poi unite lo yogurt rimasto e 2 cucchiai di olio.

3. Formate con l’impasto delle palline non troppo grandi e friggetele in poco olio caldo 3 o 4 minuti per lato. Servitele con la salsa.

Credetemi sarà un successone.

Buon appetito!!!!Roberta Treglia

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E VI DICHIARO MARITO E MOGLIECome capire quando è ora di sposarsi

Premessa: Einstein si starà rigirando sicuramente nella tomba!L’Australia, gran bel paese sicuramente, ma a mio modestissimo parere gli australiani hanno le giornate contornate da pochissimi impegni.Ed ecco che per ingannare il tempo, presso l’Università del New South Wales, hanno messo a punto una formula che aiuterà tutti noi a capire quando sarà l’ora del fatidico sì.

Care fanciulle, prestate attenzione, e anche voi maschietti.Rullo di tamburi… a voi la formuletta: sottrarre dall’età limite entro il quale pensate di fare il grande passo l’età in cui avete iniziato a pensare alle nozze e moltiplicate per 0,368 (numero che racchiude innumerevoli fattori).Aggiungete al risultato l’età in cui si pensava di sposarsi e come per magia avrete il numero.Io l’ho messa in pratica e mi sposerò alla tenera età di: 60,76 anni Però niente male… avrò tutto il tempo per organizzarmi.

Roberta Treglia

Care Lettrici, il mio non vuol essere il solito sfogo di una femminista incallita, anche perché io non mi posso definire tale e poi del femminismo, inteso come quel movimento che doveva promuovere l’emancipazione e l’elevazione giuridica e politica della donna, o sono talmente miope o sinceramente, in

trentadue anni che gironzolo su questa terra, ancora non ne ho vista neanche l’ombra.L’ultima riprova l’ho avuta subito dopo le elezioni regionali, quando è riuscito fuori tutto il celodurismo dei maschietti “leghisti” che si sono scagliati contro la famigerata pillola abortiva RU486, incoraggiati anche da chi sapete voi.Ora, si può essere favorevoli o no all’aborto, ma c’è una legge, la 194, che lo regola e che deve essere applicata altrimenti il rischio è di tornare al medioevo e alle pratiche clandestine.Il punto è un altro: invece di rimboccarsi le maniche e lavorare affinché questo paese, ormai allo stremo delle forze, riesca a ritirar nuovamente su la testa e combattere la crisi economica, la criminalità, l’evasione fiscale, gli abusi sui minori e sulle donne, i vincitori e i loro amici riescono solo a vedere come unico male della società, l’aborto?Quest’altro colpo basso a noi donne non serviva proprio, forse pensano che scegliere la via di non portare avanti una gravidanza sia una soluzione facile da prendere ma non c’è aborto, voluto o non, che non lasci una ferita aperta in una donna.Lasciamo alle nostre coscienze decidere se questa famigerata pillola sia il male dei mali per chi desidera veramente proteggere la vita nascente e tutte le vite indifese.

Roberta Treglia

Space - Donna

Per ogni suggerimento, idea, iniziativa per noi donne scrivetemi a:

[email protected]

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ELEZIONI, TRA ELETTI PD NIENTE DONNE

Care amiche, una piccola parentesi di politica per sottolineare che, terminate le elezioni regionali nel Lazio, il principale partito del centrosinistra, il Partito Democratico, non ha eletto neppure una donna in Consiglio regionale. Tra i 15 eletti, infatti, non ci siamo. Che vergogna un partito senza donne….

UN ORTO SUL BALCONEPiù che la moda è soprattutto la volontà di mangiar bene, sano e a poco prezzo che spinge molte persone a organizzare un orto nei piccoli spazi domestici. E forse non tutti sanno che è possibile far crescere piante rigogliose anche nei pochi metri quadrati di un balcone.Trasformare un balcone fiorito in uno spazio capace di produrre verdure senza penalizzare l’estetica è possibile, riservando il fronte del balcone alle piante da fiore e la zona interna agli ortaggi in vaso. Per ottimizzare lo spazio ristretto, è sufficiente scegliere contenitori di forma rettangolare o quadrata da mettere in file o in serie, facendo crescere le piante aromatiche alla base di pomodori, peperoni e melanzane. Meglio mettere da soli il rosmarino e la salvia che sono perenni e che con un po’ di cure diverranno rigogliosi cespugli aromatici. È sempre consigliabile, per chi è alle prime armi, partire da un solo vaso o un paio, magari pomodori e melanzane, i primi se possibile addossati al muro perché hanno bisogno di supporti. Il periodo ottimale per cominciare con piantine già cresciute (che potete acquistare in qualsiasi vivaio) è tra fine marzo e fine aprile. Troverete molte informazioni utili per il vostro piccolo orticello nel libro di Grazia Cacciola: L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti. Editore FAG Milano, Collana Natural Lifestyle, 2009, al prezzo di € 18,50. Ricordiamo infine che i diritti d’autore di questo libro sono interamente devoluti ad AgireOra, per la campagna informativa permanente “Conoscere e salvaguardare i diritti degli animali”.

Silvia Arena

NATURALMENTE…LETTURE AL FEMMINI LEL’idea di aprire una rubrica sulle letture al femminile è nata grazie all’aiuto di una carissima amica e, come primo libro, mi ha consigliato di suggerirvi questo: La sindrome di Gertrude di Lella Costa. Quasi un’autobiografia.Un libro che si legge tutto d’un fiato. Che fa sorridere, ridere, ma anche commuovere, pensare.Qui parla di se stessa, Lella Costa, ma forse parla anche di tutti noi. Per questo è “quasi un’autobiografia”, L’ autrice racconta gli incontri essenziali, i momenti particolari. La famiglia, il lavoro, gli amici, l’impegno civile. Ma anche cose più leggere, come la sua passione per le scarpe e per la moda.Tra impegno e frivolezza, con un tocco colto e ironico, divertente. Sempre appassionato.La passione di una donna per tutto quello che fa. La passione che la conduce a dire sì, a sperimentare.

Roberta Treglia / Daniela Migliaccio

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-Stato Civile dal lunedì al venerdì dalle 08.30 alle 12.30 e anche martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30-Anagrafe dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 12.30 e anche martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30-Personale-Elettorale-Ufficio Patrimonio e Casa dal lunedì al venerdì dalle 08.30 alle 13.00 e anche martedì e giovedì dalle 15.00 alle 18.00

A Villa Adele nei padiglioni esterni alla Villa ed edifici pertinenti vi sono

-Sedi della Polizia Municipale-Ufficio Contravvenzioni dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 12.00-Biblioteca Comunale dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00-Servizi Sociali, Ufficio Contributo martedì dalle 15.00 e mercoledì dalle 09.00-Ufficio Sanità martedì e giovedì dalle 09.00 alle 13.00 dalle 15.00 alle 17.30-Assessorato Sport, Turismo e Cultura dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 12.00 e anche martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30-Pubblica Istruzione martedì dalle 15.30 alle 17.00 e venerdì dalle 10.30 alle 12.00-Refezione Scolastica Mensa e Scuola Bus martedì dalle 09.00 alle 12.00 e giovedì dalle 15.30 alle 17.00-Ufficio Tecnico Comunale, Ufficio Condono, Sportello Unico per l’Edilizia martedì e giovedì dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30-Ufficio Demanio lunedì e giovedì dalle 09.00 a 12.00-Ufficio Commerciale martedì e giovedì dalle 08.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30

Piazza Garibaldi

-Ufficio Tributi martedì e giovedì dalle 08.30 alle 12.30 e dalle 15.15 alle 17.30 .

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Amministrazione: dove, come e quando

ECCO GLI SPORTELLI DEL COMUNE DI ANZIO

Alla luce dell’inaugurazione di Villa Sarsina aumentano le sedi del Comune di Anzio e vi è una suddivisione diversa degli uffici comunali. Oltre alla nuova sede, rimangono la sede del municipio in Piazza Cesare Battisti e Villa Adele.

La Villa ristrutturata è sede degli Uffici di Rappresentanza del Comune quali la segreteria del Sindaco,il Direttore Generale, Segretariato Generale, la Sala della Giunta, l’Ufficio delle Risorse

Umane, l’Ufficio Comunicazione, l’Ufficio Legale, l’Ufficio Delibere e la Ragioneria dove è necessario un appuntamento per accedere a tali sportelli.In Piazza Cesare Battisti rimangono questi uffici:

-Protocollo dal lunedì a venerdì dalle 09:00 alle 12:00 e anche martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.30

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R IPARTE ALLA GRANDE ANZIO FUTURA CON UN EVENTO D I

R I L EVANTE IMPORTANZANuova importante iniziativa dell’Associazione Culturale Anzio - Futura onlus, dopo il rilevante successo ottenuto nel mese di Novembre 2009 con il convegno sull’immigrazione che si è tenuto presso il Centro Ecumenico Internazionale di Lavinio.Questa volta, teatro dell’evento sarà il salone del Circolo della Lega Navale Italiana di Anzio, dove il 29 Aprile alle ore 17.30 l’Architetto Faiella esporrà, accompagnato dal suo relatore, la tesi sulla valorizzazione, recupero e riqualificazione della villa Imperiale di Anzio. “Si tratta di un pregevole lavoro che abbiamo voluto premiare sia per la sua particolarità sia per il suo fascino”, sottolinea l’Avv. Mario Marcellini – Presidente di ANZIO FUTURA ONLUS- “ riteniamo sia una iniziativa molto sentita, se si considera che nei decenni scorsi non sono state molte le iniziative tese a valorizzare il percorso archeologico della villa neroniana”, ribadisce il Presidente – e comunque è un evento in linea con il nostro oggetto sociale, che rimane sempre il sollecitare, lo sviluppare, il nutrire la cultura e l’evoluzione culturale della nostra città.Il programma dell’evento prevede la partecipazione di autorevoli studiosi come il prof. Luigi Franciosini, dell’Università Roma Tre, relatore della Tesi e dell’arch. Paolo Prignani, dirigente di Anzio Futura, Previsto anche l’intervento della Vicepresidente ed Assessore alla cultura della Provincia di Roma on. Cecilia D’Elia nonché del Sindaco del comune di Anzio Luciano Bruschini.L’incontro sarà aperto dal Presidente di Anzio Futura avv. Mario Marcellini.L’architetto Faiella verrà premiato con la consegna di una borsa di studio di 1.000 euro.Si invita tutta la cittadinanza a partecipare, per ricordare, in una bella cornice, la nostra stupenda storia.Durante l’evento e anche nei giorni successivi, saranno esposti plastici e tavole che mostrano la realizzazione del progetto.Un particolare ringraziamento al Circolo della Lega Navale per la collaborazione e l’ospitalità.

Questo mese il

nostro

In… dignato speciale

Pietro Frisina

è inciampato su uno

stop un po’ ztop,

in via Alessandro

Verri, incrocio con

via Nettunense, a

Lavinio. L’auspicio è

che agli automobilisti

non vengano i…

capogiri....

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CHE SI FA OGGI?I ragazzi di Anzio tra noia e rassegnazioneLe giornate di un giovane studente passano per la maggior parte del tempo tra lo studio e i vari impegni legati alla scuola che occupa molto spazio durante la settimana, ma soprattutto richiede concentrazione e costanza. Purtroppo il tempo libero che rimane non viene sfruttato per coltivare qualche interesse, anzi è quasi sprecato davanti al computer e alla televisione. Noi giovani di Anzio non siamo di certo esclusi dalle persone che si ritrovano annoiate perché non hanno un luogo di incontro dove potersi confrontare e condividere idee. Infatti una tipica giornata si svolge in modo monotono: scuola, compiti in una successione infinita da far girare la testa. Però c’è sempre il fine settimana, il momento in cui ci si può rilassare e passare un pomeriggio in compagnia. Ma la domanda che ci poniamo sempre le mie amiche ed io è: dove incontrarci per fare qualcosa d’interessante? Sfortunatamente l’unico svago che Anzio ha da offrirci durante l’inverno è una piazza vuota e desolata, dove i negozi chiudono i battenti al calar del sole. D’estate la situazione cambia, ma solo di poco. Infatti almeno di pomeriggio c’è più vita e gioventù rispetto al resto della settimana. Nonostante la nostra cara cittadina si diventata più un dormitorio che altro, Nettuno sembra proporre più alternative con le stradine del borgo piene di pub e negozi. Invece non è così e alla fine ci ritroviamo sempre insoddisfatte dal pomeriggio passato perché è uguale a tutti gli altri sabati precedenti. Va a finire che anche il fine settimana trascorre nella stessa maniera con la solita passeggiata per il lungomare ed il porto, le visite ai negozi di sempre, che di certo non danno molto spazio allo svago e alla fantasia. Noi ragazzi ci ritroviamo intrappolati, per dirla con parole semplici, in un mondo che ha tutto e niente perché abbiamo le migliore tecnologie ma non un luogo dove stare insieme. Naturalmente qualche volta facciamo qualcosa di diverso, per esempio andiamo al cinema per poi mangiare un boccone, ma non è niente che ti motiva per il resto della settimana. Non bisogna dimenticare però che c’è anche la domenica. E cosa c’è di meglio che passare l’unica giornata di sole di nuovo sui libri?Purtroppo è in questo modo che si conclude una settimana per niente soddisfacente di un giovane di Anzio. Mi rammarica dire che ciò che ho scritto non è certamente un eufemismo, infatti io stessa vivo la noia di tutti giorni. La mia non vuole essere una critica alla cittadina, ma solo uno spunto di riflessione sulla società di oggi che non sa o non vuole offrirci un opportunità per emergere. Quindi è da cogliere al volo l’idea del centro polifunzionale per noi giovani, che potrebbe essere il trampolino di lancio per le nostre potenzialità ed integrazione nel mondo degli adulti.

Flavia Fontana

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Pagina di ANZIO-SPACEgestita dai giovani de “Il Giovanotto”.

VITTIME DEL GIOCO D’AZZARDOLa dipendenza dal gioco d’azzardo ha origini nel passato, si pensi soltanto alle vecchie bische clandestine. Ma oggi le nuove vittime di questa patologia sono i giovani sempre più assoggettati dal gioco, evolutosi ormai soprattutto sul web con siti Internet che incentivano al rischio, nella speranza di vincite probabili. In realtà le probabilità di vincita sono sempre le stesse mentre i soldi che vengono utilizzati, attraverso i propri account, sono reali e non corrispondono quasi mai al rientro delle vincite. Il giovane così matura una vera e propria ossessione per il gioco, aumentando sempre più la posta in gioco fino ad arrivare, in casi estremi, all’indebitamento. Il gioco d’azzardo diventa una vera e propria droga favorita, in questi tempi, dall’uso indiscriminato del computer che si trasforma da mezzo informatico a “slot machine”. Noi ragazzi de Il Giovanotto consigliamo di stare attenti e di non cadere in questa droga subliminale, usando il computer come mezzo informatico e non come strumento per eventuali scommesse online.

Federico Arancio e Paolo Frisina

“CHE GIOVENTÙ BRUCIATA…”E’ un’affermazione molto “carina”, esclamata da anziani d’altri tempi per sottolineare, appunto, quanto i tempi siano cambiati, quasi capovolti. Ma quali erano i pensieri della gioventù di ieri? Sapete, cari lettori, me lo chiedo da quando ho sentito chiacchierare due giovani ragazze; i loro unici argomenti erano il sesso ed il loro aspetto fisico: pensate che volevano rifarsi il seno, ma la somma delle loro età non era pari neanche a 35 anni!! Io non mi permetto di giudicarle... non solo perché non è mio compito, ma anche perché non sono le uniche a pensare cose simili. Così mi sono chiesta se quella “all’antica” fossi io, se ormai questa società vuole questo e mi dovessi abituare ai cambiamenti; ma qui riemerge il tema della gioventù bruciata... Ma grazie a chi (o a cosa) è stato possibile questo distacco di pensiero? Perché c’è qualcuno che pensa di sottoporsi ad interventi chirurgici, per futili scopi, rischiando gravi conseguenze? Chi ci ha fatto capire che ciò E’ COSA BUONA!?! A volte non mi sento interamente parte di questa società, perché sono una dei tanti che guarda al futuro, che pensa ad un lavoro (se ci sarà...). Non arriverò mai a pensare che l’aspetto fisico dovrà essere il mio biglietto da visita. Ma dove sono finiti i vecchi valori, quelli tramandati da generazioni in generazioni? Facciamoli conoscere ai nostri figli, il futuro sarà nelle loro mani!!

Melania Maranesi

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“VORREI CHE LA MIA REGIONE FOSSE…”E’ stato il tema della serata in occasione dell’ultima giornata elettorale per le regionali, nella quale il Presidente del consiglio comunale Nicola Burrini e il consigliere Matteo Selva hanno incontrato i giovani di Anzio e Nettuno. Visti i risultati delle elezioni regionali, l’incontro del 25 marzo scorso presso il Kinsale Irish Pub di Nettuno, verrebbe da archiviarlo come una sconfitta, ma non è così. Se lo è stato dal punto di vista elettorale, non lo si può dire altrettanto per le idee proposte, che anzi serviranno come base per lavorare in futuro. La serata era rivolta ai giovani, infatti l’età media dei partecipanti non superava i 30 anni e coincideva con la ricorrenza della XXV Giornata Mondiale della Gioventù; la data non è stata scelta a caso. E proprio ai giovani presenti in sala veniva richiesta una partecipazione attiva: lasciare un segnale diretto, compilando un questionario anonimo su temi regionali da portare direttamente ai nostri politici in Regione. ”Vorrei che la mia regione fosse... è stato un modo per suggerire idee e progetti come se i giovani fossero loro stessi amministratori, così da conoscere un punto di vista che non sempre è facile individuare, capire e farlo proprio”, ci ha spiegato il consigliere Selva. Per rimanere in ambito giovanile, ospite prestigiosa dell’iniziativa, accompagnata dall’assessore provinciale Aurelio Lo Fazio, l’europarlamentare Debora Serracchiani, classe 1970. Per chi non la ricorda, era il 21 marzo 2009 quando all’Assemblea dei Circoli PD tenne un applauditissimo intervento di 13 minuti attaccando, senza timori reverenziali, molte decisioni prese dalla dirigenza del Partito e guadagnando in pochi giorni un’improvvisa notorietà con articoli sull’Unità e sul quotidiano spagnolo El Paìs, fino all’intervista con Daria Bignardi nel suo programma su RaiDue. A fare gli onori di casa per la serata, il presidente del consiglio comunale Burrini che ha sottolineato l’importanza di far parlare i giovani del territorio e la necessità di far giungere le loro istanze alle istituzioni: «oggi abbiamo voluto invertire i flussi comunicativi – ha spiegato il Presidente – non saremo noi a dirvi cosa farà Piero Ambrosi in Regione (candidato PD alle regionali n.d.r), ma sarete voi a darci la vostra idea di regione, permettendo al nostro candidato di fare proprie le vostre battaglie politiche e di garantire la rappresentanza di Anzio e Nettuno».Non importa se questa volta non è andata come si sperava, un segnale di cambiamento è stato lanciato: avvicinare i giovani al Partito e farli parte attiva del processo decisionale, contribuire alla formazione di idee che sarà compito dei nostri politici portare a compimento. La sua idea di Partito l’ha spiegata chiaramente il consigliere Selva: «un partito post-ideologico, che ha permesso la sintesi di sensibilità diverse, come me e Nicola. Questo naturalmente non vuol dire che la fine delle ideologie significhi anche la fine delle idee – ha proseguito Selva -, anzi, il senso di questa sera è proprio un tentativo di raccogliere queste idee». A fine serata, l’intervento di Debora Serracchiani, scalda ancora di più gli animi e, senza mezzi termini, attacca il Governo: «Come può essere credibile un governo che di fronte alla crisi, continua a negare anche l’evidenza? Come può essere credibile un governo che dice che riuscirà a combattere il cancro, ma intanto taglia i fondi alla ricerca? Come può essere credibile un governo che dice di puntare sui giovani e poi stravolge la scuola e taglia i fondi all’università?». Rivolgendosi, poi, direttamente ai numerosi giovani presenti in sala, la

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Serracchiani li incita ad interessarsi di politica perché fa parte della vita di tutti i giorni: «io purtroppo l’ho imparato tardi. Spesso si associa la politica ad una cosa sporca e noiosa, c’è bisogno di cambiare questa visione errata. Oggi - ha concluso l’europarlamentare – serve un ricambio generazionale e voi dovrete esserne i protagonisti».

Simone Selva

M O N U M E N T O A L L A P A C E UNIVERSALE D I AMER IGO TOTUna scultura quasi irriconoscibile e per troppo tempo trascurataPercorrendo Via Gramsci, la strada che da Nettuno porta verso Anzio, sulla sinistra scendiamo verso mare attraversando la ripida e curva Via Egidi, zona cosiddetta Marinaretti. Oltre alle bellissime ville che corrono verso Nettuno, ci troveremo davanti, in prossimità delle spiagge, uno strano monumento. Di cosa si tratta? Di un residuo bellico? Di un bunker? Di un “elmo”? In realtà abbiamo di fronte ai nostri occhi l’ormai quasi irriconoscibile e trascurato Monumento alla Pace Universale del noto scultore e pittore Amerigo Tot, artista ungherese e autore del Martello D’oro col quale, nel 1975, Paolo VI aprì la Porta Santa. Tot si trasferì a Roma quando i nazisti andarono al potere, combattendo nella resistenza italiana, dove visse fino al 1984.Il Monumento alla Pace Universale di Nettuno fu costruito su un bunker tedesco edificato nel 1940 per la difesa costiera: al suo interno, infatti, si trovavano dei fori che permettevano di vedere il mare e inserire mitraglie per la difesa del territorio. Rimasto così fino al 1976, è stato poi ricoperto da un elmo di ferro e donato dai Lion’s (organizzazione internazionale che opera per la pace e la solidarietà umana) di Anzio - Nettuno uniti in un solo club, che con questo monumento hanno voluto indicare l’esigenza della pace, contro la mostruosità e l’inutilità della guerra. L’opera è lasciata da anni nel più completo degrado e richiederebbe un urgentissimo intervento di recupero. Infatti, oltre all’inquinamento atmosferico causato dalle auto e dalle industrie, al fenomeno delle piogge acide, conseguenza delle stesse, il Monumento di Tot, essendo situato in prossimità del mare, ha avuto un’ulteriore accelerazione del processo di corrosione causato dalla salsedine marina che, attaccando aggressivamente la struttura ferrosa, ha provocato ruggine e uno sfaldamento continuo del metallo. Nonostante la fortuna di aver avuto un’artista così importante al servizio della nostra città e poter godere giornalmente della sua arte, la disinformazione e l’incuranza fa riflettere su quanto sarebbe necessario tutelare le nostre bellezze culturali e naturali, eredità del passato e tesoro per il futuro. Chi ama veramente questa città, davanti a tanta bellezza in sfacelo, si chiede se non sia opportuno, con un sapiente lavoro di restauro e conservazione, rilanciare la qualità, la memoria storica e culturale di un Monumento che è patrimonio dell’intera città di Anzio e Nettuno. Il nostro pensiero è che ogni amministrazione comunale dovrebbe avere il dovere di riconoscere, apprezzare e rispettare il valore insito in ogni opera d’arte, nell’interesse del proprio territorio e della sua storia, dando il buon esempio alle generazioni che verranno.

Elisabetta Civitan

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in modo poetico, la sua storia. “Era di luglio, quando egli nacque. A metà del “Ventennio”, in un’oasi di un lembo di terra, finita la raccolta del grano, toccava alla battaglia: si producevano frumento e figli. Si cantava a squarciagola. Tanto fervore, in campagna. Era il tempo delle lepri e delle pernici; della pace e del dovere. Poi venne la guerra, la malaria imperversava e le cavallette. Tra i pampini delle viti, si suonava ancora la fisarmonica. Si ballava di giovedì e di domenica. Al lume di candela si leggeva il “Il Popolo d’Italia”. Egli leggeva i libri degli zii: logore antologie educative, grammatiche, geografia; la morfologia, un tormento. Finita la guerra s’iscrisse all’istituto “Volontà” di Roma. Per corrispondenza studiava il latino. Infastidito dalle zanzare, si distraeva portando al pascolo le capre e coltivando l’orto, col sogno di scappare. Qui né scuole, né strade. In una sera infernale d’autunno lesse un trafiletto del giornale. Partecipò al concorso C.E.M.M. (Corpo Equipaggi Marina Militare n.d.r.). Si presentò alla commissione d’esame. Cinquemila ragazzi, duecento posti. Promosso e assunto come “nocchiere”. In rappresentanza della Marina, fu portato a Redipuglia. Dove in una gradinata, ivi le tombe, lesse il nome dello zio, morto nei primi mesi della Grande Guerra. Conobbe Einaudi, De Gasperi, Andreotti. A Monfalcone per il varo di una nave. A piazza San Marco per accogliere, da Parigi, il nuovo Patriarca di Venezia; il futuro Giovanni XIII.” Dall’alto dei suoi 78 anni, Agostino Chessa, di ricordi ne ha tanti. Non sterilizzati dal tempo che è passato, ma avidamente custoditi nel suo animo ed i più belli, come a cristallizzare l’emozione del momento vissuto, diventano poesia.

Simone Selva

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Agostino Chessa, quando parla della sua vita è inarrestabile. Ha tanti ricordi nella memoria. A partire dalle tante esperienze lavorative, prima in Marina, poi insegnate all’Einaudi di Roma e infine un bel posto in banca. Di animo sensibile, con garbo, ma anche con una discreta ed inaspettata grinta, alterna aneddoti di vita giovanile a letture di sue poesie. La poesia infatti, e si capisce subito, è stata il filo conduttore della sua vita, perché Agostino Chessa non ha mai smesso di scrivere e di soddisfare la sua voglia di conoscenza, sia quando era imbarcato su una nave militare, sia quando lavorava in banca. Nel nostro incontro gli ho detto che volevo scrivere due righe di biografia e lui, senza pensarci un attimo, carta e penna alla mano, ha (ri)scritto,

Biografia: nato in provincia di Sassari nel 1932, nettunese d’adozione. Da adolescente scopre una cassa di vecchi libri scolastici degli zii e, più per curiosità, si immerge nella lettura di essi. Rivela così una forte volontà di studiare, andando alla ricerca di se stesso e dei valori della vita. Inizia fin da subito a scrivere piccoli saggi umanistici, racconti e poesie. A vent’anni si arruola volontario in Marina dove rimarrà dieci anni. Si iscrive all’Istituto Universitario Orientale di Napoli e, per motivi di lavoro, consegue il diploma al Magistero di Meccanografia Europeo che gli permetterà di ottenere un corso d’insegnamento presso l’Istituto Professionale Statale “Luigi Einaudi” di Roma. Per circa due anni segue un corso di Teologia all’Istituto Superiore “Caymari” di Roma. Ha pubblicato diverse poesie con la casa editrice Aletti. Negli anni settanta, si trasferisce a Nettuno con la moglie.

Immagine nr.1Già s'ammanta di rugiadala vallataPiù non cigolano i carri;tace il gregge.I lumini brulicano della città,che s'addormenta sul mare.Nel sentiero scosceso e duroi ferri scintillanodel superbo cavallo,delle briglie fattosi tiranno.Nell'infinito cavo del cielogalleggia, beffarda, la luna.

La mia nuova seraDi sotto le querce della piazzail passo mio veloce s’arresta,al pigolio di mille uccelli.Sui rami, tra oscure foglie confusi,il loro notturno riposo vannofaticosamente componendoDi sopra, un’immensa volta celeste,trapunta di stelle, che ci comprende.Oh stelle, stelle, come vi rivedobelle, con gioia, con rimpianto...Dove mi smarrii, e quando? e perchè?Forse di là, di là dell’orizzonte,ove confusa è la vita, quandoimparai la civile convivenza,per irrefrenabile ricerca.A voi, a voi vengo e m’appiglioper verace consiglio, per ripassarela sponda subitamente.....

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Una vita intensa e piena di ricordi, sempre accompagnata dallo studio e dall’amore per la poesia

AGOSTINO CHESSA, poe ta pe r pa s s i one