PROGETTI DI RILANCIO DELLE FILIERE AVICOLA E SACCARIFERA...

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Regione Molise -23- Resoconti Consiliari Logit consorzio stabile società a r.l. Via Ostiense 104/B 00154 Roma C.F./P.I. 11529431006 PROGETTI DI RILANCIO DELLE FILIERE AVICOLA E SACCARIFERA DEL MOLISE: INIZIO DEL DIBATTITO. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 747 DEL 30 DICEMBRE 2014 (OGG. N. 450), AD OGGETTO “CONCORDATO PREVENTIVO DELLA SOCIETÀ GAM SRL. PROGRAMMA QUADRO DEGLI INTERVENTI”: INVIO IN COMMISSIONE PER ESAME ISTRUTTORIO. PROGETTI DI RILANCIO DELLA FILIERA AVICOLA E SACCARIFERA DEL MOLISE: PROSECUZIONE E CONCLUSIONE DEL DIBATTITO. CHIUSURA DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA. PRESIDENTE Allora, diamo inizio all'Ordine del Giorno, ricordando ai colleghi che siamo in presenza di una seduta monotematica su richiesta di una parte dei Consiglieri di Opposizione, avente ad oggetto la filiera avicola e la filiera saccarifera. Siccome sono due argomenti separati, prego coloro che hanno fatto richiesta del Consiglio monotematico, di procedere, per aprire un dibattito in Aula, con argomentazioni separate. Se i richiedenti vogliono definire quale delle due trattare per prima... mi date il documento sottoscritto, per piacere? CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA Signor Presidente? PRESIDENTE Prego, Consigliere Fusco, ne ha facoltà. CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA Posso risponderle io, grazie. Intanto buon anno a tutti e spero che questo 2015 sia un anno che vedo finalmente questa Istituzione, il Consiglio regionale, realizzare il suo ruolo e soprattutto far realizzare ai Consiglieri regionali il ruolo proprio attraverso l'esercizio della democrazia e non solo alla parola, ma anche il diritto ad esprimersi su quello che ci compete, visto che questa è un'Istituzione che programma e legifera. Allora, io sono una delle firmatarie della richiesta della seduta monotematica. Ho chiesto agli altri colleghi, e gli altri colleghi sono d'accordo con me nel richiedere che si parli, si inizi a parlare, sulla problematica della GAM. Quindi, scegliamo come primo tema, così come lei ha richiesto, la discussione su questa problematica. E saremmo

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PROGETTI DI RILANCIO DELLE FILIERE AVICOLA E SACCARIFERA DEL MOLISE: INIZIO DEL DIBATTITO. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 747 DEL 30 DICEMBRE 2014 (OGG. N. 450), AD OGGETTO “CONCORDATO PREVENTIVO DELLA

SOCIETÀ GAM SRL. PROGRAMMA QUADRO DEGLI INTERVENTI”: INVIO IN COMMISSIONE PER ESAME ISTRUTTORIO. PROGETTI DI RILANCIO DELLA FILIERA

AVICOLA E SACCARIFERA DEL MOLISE: PROSECUZIONE E CONCLUSIONE DEL DIBATTITO. CHIUSURA DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA.

PRESIDENTE

Allora, diamo inizio all'Ordine del Giorno, ricordando ai colleghi che siamo in presenza di una seduta

monotematica su richiesta di una parte dei Consiglieri di Opposizione, avente ad oggetto la filiera avicola

e la filiera saccarifera. Siccome sono due argomenti separati, prego coloro che hanno fatto richiesta del

Consiglio monotematico, di procedere, per aprire un dibattito in Aula, con argomentazioni separate. Se i

richiedenti vogliono definire quale delle due trattare per prima... mi date il documento sottoscritto, per

piacere?

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Signor Presidente?

PRESIDENTE

Prego, Consigliere Fusco, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Posso risponderle io, grazie.

Intanto buon anno a tutti e spero che questo 2015 sia un anno che vedo finalmente questa Istituzione, il

Consiglio regionale, realizzare il suo ruolo e soprattutto far realizzare ai Consiglieri regionali il ruolo

proprio attraverso l'esercizio della democrazia e non solo alla parola, ma anche il diritto ad esprimersi su

quello che ci compete, visto che questa è un'Istituzione che programma e legifera. Allora, io sono una

delle firmatarie della richiesta della seduta monotematica. Ho chiesto agli altri colleghi, e gli altri colleghi

sono d'accordo con me nel richiedere che si parli, si inizi a parlare, sulla problematica della GAM. Quindi,

scegliamo come primo tema, così come lei ha richiesto, la discussione su questa problematica. E saremmo

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grati al Presidente della Giunta regionale se volesse farci qualche comunicazione aggiornata sulla

situazione, dalla quale poi iniziare la discussione e anche a dire le motivazioni per le quali noi abbiamo

fatto questa richiesta. Io chiederei al Presidente della Giunta di volerci relazionare, per avere anche la

possibilità di avere più contenuti sui quali esprimerci, visto che conosciamo la questione solo attraverso i

mezzi di comunicazione. A volte i mezzi di comunicazione non sempre riportano interamente e

integralmente; non perché non vogliano farlo, ma perché sono competenze sulle quali ci sono contenuti

variabili di natura tecnica e di natura politica; soprattutto come scelte di natura politica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Fusco. Be', per la verità, siccome la richiesta è un po' generica, però in rispetto del

Regolamento, abbiamo rispettato i tempi così come previsto per la convocazione della seduta

monotematica. Per la verità l'introduzione la dovrebbe fare qualcuno tra i richiedenti. Per cui, essendo già

iscritto, tra l'altro, all'Ordine del Giorno della seduta ordinaria, un argomento che riguarda la GAM, credo

che chi ha chiesto la seduta monotematica dovrebbe aprire la discussione e il Governo regionale poi

risponderà su delle azioni che ha messo in campo. Non può essere fatto al contrario, scusate.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

È una richiesta che ho fatto.

PRESIDENTE

Perfetto.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

So quali sono le regole, Presidente, è inutile dire e ripetere continuamente, perché penso di avere gestito,

con molta umiltà, anche, per 5 anni il Consiglio regionale. Conosco le regole, conosco il nuovo Statuto. Io

ho chiesto soltanto la cortesia al Presidente. So che è fuori dal Regolamento, però è una richiesta che

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facciamo al Presidente. Se il Presidente non è d'accordo, iniziamo la discussione così come avevamo

richiesto. Grazie.

PRESIDENTE

Allora, Consigliere Fusco, il Presidente non mi ha fatto cenno di aderire alla sua richiesta per cui, se

vogliamo iniziare il dibattito, iniziamo con lei, in quanto portavoce e firmataria della richiesta del

Consiglio monotematico, partendo dalla filiera avicola. Prego, Presidente Iorio, iniziamo la discussione,

grazie.

CONSIGLIERE IORIO

Prima di addentrarci in una sterile polemica su chi parla prima e chi parla dopo, io credo che la sensibilità

delle Minoranze rispetto alla sollecitazione di un dibattito in Consiglio regionale, sia dovuta alla estrema

preoccupazione di quanto sta avvenendo nella nostra regione e in particolare per quanto riguarda il futuro,

se di futuro si può parlare, del mondo GAM Arena, chiamiamolo così, per intenderci. Cioè della più

grande azienda molisana, non solo del settore, che ha costituito un punto di forza dell'economia regionale

per moltissimi anni, restituendo ricchezza in ogni senso a tutta la filiera, anche perché si tratta di

un'azienda molto ma molto particolare, nata, è inutile fare la storia, negli anni '70 o giù di lì, insomma, con

una lungimiranza notevole a quell'epoca, per sviluppare e attuare una attività produttiva collegata

all'allevamento di polli che hanno reso un'economia notevole a questa regione in tutti gli anni trascorsi,

fino agli ultimi momenti dell'ultima crisi affrontata in questo settore che ha determinato notevole

difficoltà. Io voglio ricordare che al momento delle difficoltà più acute, quelle che si sono manifestate

all'atto della decisione del concordato sia Arena, che del concordato o del Commissariamento di Solagrital

e quindi della nascita di GAM, in quel momento la restituzione economica al territorio del Molise,

all'economia del Molise, fatta di stipendi ai lavoratori, ai trasportatori, ai fornitori a tutto l'indotto,

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superava di gran lunga i 40 milioni di euro l'anno, in una attività che sicuramente aveva tutte le

prospettive per potersi risanare, per poter essere risanata e rilanciata sul mercato.

Io credo che, allo stato attuale delle cose, non c'è dato conoscere, se non attraverso la stampa e attraverso

incontri che abbiamo così conosciuto, ripeto, solo attraverso comunicati stampa, non sappiamo la

situazione attuale di questa azienda. Sappiamo solo che l'azienda è ferma da circa un anno, se non vado

errato, più o meno ci stiamo vicini, e abbiamo discusso spesso in questo Consiglio regionale anche

scontrandoci con una certa veemenza sulle visioni diverse -parlo naturalmente per me o per noi di centro

destra- sulle quali ci siamo misurati nell'ultimo Consiglio regionale, quando abbiamo presentato una

mozione che fu decisamente respinta dalla Maggioranza che prevedeva alcune cose.

Allora, la prima questione: abbiamo contestato la decisione della Regione e della GAM che ha di fatto

chiuso la produzione dello stabilimento in maniera piuttosto traumatica e continuiamo a ritenere che quella

decisione ha procurato un danno enorme alla possibilità di ripresa di questa attività. Faremo pure i conti

quando avremo la possibilità di discutere il Bilancio 2013 della GAM.

Nel fare i conti, dobbiamo fare i conti su quanto non è entrato nella Regione e su quanto la Regione ha

impegnato, invece, in questa attività.

La nostra mozione che già, prendendo atto di una decisione assunta di natura piuttosto traumatica, cioè la

chiusura dell'attività, tendeva a richiedere alcune cose in risposta a una ipotesi che si stava facendo avanti

sulla cosiddetta socializzazione di impresa; la creazione cioè di cooperative che avrebbero potuto o dovuto

rilanciare l'attività. Ricordo, perché ho con me la stessa mozione, che noi, invece, avevamo proposto un

altro percorso che, al contrario, andasse in una direzione diversa, ritenendo quella della socializzazione

non, una impresa impossibile, ma un'impresa molto difficile in una situazione di difficoltà enorme, in

assenza, con quote di mercato quasi azzerate -e quindi, una situazione che non poteva essere l'inizio di una

ripresa- e che avrebbe avuto notevoli difficoltà per potersi realizzare.

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Proponevamo, in alternativa, la ricerca di un partner privato, magari attraverso un advisor di tipo bancario,

come spesso si fa in queste occasioni, per poter ricercare un imprenditore, un privato, o uno o più

imprenditori disposti a riprendere l'attività di produzione della GAM.

Ritenevamo possibile la riapertura anche del macello con impegni finanziari discreti, possibili da ricercare

naturalmente nel Bilancio regionale, attraverso interventi con fondi disponibili per la ripresa industriale.

Chiedevamo, quindi, di abbandonare l'idea esclusiva della socializzazione e della scelta di una costruzione

di una fabbrica ex novo che doveva nascere. Che doveva nascere a fianco all'area dell'attuale azienda.

Quindi, indicammo una strada che ci sembrava ancora percorribile, in quella fase. Oggi, a distanza di

qualche mese da quella bocciatura della nostra idea, ci troviamo a vivere una condizione assai più delicata

e difficile, perché, a leggere il Bilancio sommariamente, noi non solo prendiamo atto dell'ormai perdita del

valore di mercato di questa società, ma assistiamo anche alla perdita patrimoniale secca, notevole,

attraverso la valutazione del patrimonio dell'azienda, anzi della svalutazione del patrimonio dell'azienda,

di parecchi milioni di euro. Circa una ventina di milioni di euro.

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE IORIO

No, esattamente non è così, Presidente. Quanto è deperita l'azienda. Non è così perché la perizia giurata

che ha presentato il Dottor Baranello, mi pare un ingegnere, adesso non ricordo il nome, nelle sue

premesse stabilisce il ricalcolo del valore patrimoniale dell'azienda per effetto soprattutto del fatto che

quelle attrezzature non sono spostabili altrove e quindi sono non utilizzate.

Quindi, è evidente che la perizia sulla valutazione parla di una svalutazione conseguente al non utilizzo e

non a una sopravvalutazione della perizia giurata in precedenza.

Quindi, c'è stato un deperimento sostanzialmente notevolissimo dal punto di vista patrimoniale, che si

aggiunge al danno della perdita di mercato, della mancata produzione, del mancato ritorno all'economia

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regionale, perché in merito ai costi che la Regione ha comunque sopportato in questi due anni, che sono

stati costi per la verità ancora notevolissimi; poi entreremo nei particolari quando ci sarà questa occasione,

quando ci sarà questa discussione. Be’, dall'altra parte non c'è non solo il ricavo, ma non si calcola anche,

dal punto di visto economico, il prezzo, il danno pubblico del pagamento degli ammortizzatori sociali a

zero ore per 200 e più persone, 220 - 230 lavoratori.

E quindi, credo che giunti a questo punto abbiamo avuto la sensibilità, se volete, di sollecitare una

discussione monotematica, perché qui parliamo di un problema rilevante, per il Molise. Non stiamo

parlando solo di una questione limitata o di punti di vista che differiscono. Stiamo parlando di due tipi di

politica che rispetto ad un'impresa industriale, fondamentale per la nostra ripresa economica, si

confrontano. E quando si confrontano, si confrontano con i fatti e non con le chiacchiere, per quello che è

stato fatto, e noi quello che è stato fatto lo conosciamo; però si devono confrontare anche su quello che

non è stato fatto, che ha prodotto, a mio giudizio, molti più danni di quelli precedenti.

Ora, rispetto a questo, parliamo di cose apprese sempre dalla stampa, perché vedete, qui c'è un problema

anche di rapporto tra Maggioranza ed Opposizione. Io credo che valga la pena riflettere, parlando di

questo problema, anche su problemi simili, che vanno dallo zuccherificio alla programmazione di questa

Regione, per la situazione economica. Io sono particolarmente preoccupato del fatto che noto un'assoluta

indisponibilità al dialogo. Al di là del rapporto anche, se volete, molto rispettoso e di tipo personale che c'è

tra di noi, c'è una indisponibilità assoluta al dialogo, che credo abbia pochi precedenti nel passato di questa

Regione. E cioè la Maggioranza si è chiusa in sé stessa e ha deciso di non sentire alcun consiglio o alcun

suggerimento nelle questioni principali che riguardano la nostra vita, la nostra economia e i nostri servizi,

le questioni di cui ci dovremmo occupare tutti i giorni. E non mi sembra che questa Opposizione, che

viene attaccata anche all'esterno per essere debole, per essere poco vivace, per essere poco insistente o

poco incisiva -perché questa è un altro ritornello di questo periodo- non paghi pure essa il costo di una

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disponibilità al dialogo, di una richiesta di condividere le scelte, di una possibilità di approfondire le

soluzioni anche su posizioni diverse, e poi, naturalmente, assumere le decisioni. Io credo che questo sia un

fatto che vada rimarcato, perché nei momenti di difficoltà, nei momenti di crisi, nei momenti in cui si

parla di questa Regione che va verso il declino… Ci sono Assessori che si preoccupano della Marca

Adriatica, quando noi abbiamo una situazione del lavoro che fa paura, leggevo un articolo del

Vicepresidente della Regione. Mi sembra veramente che si voglia così discutere di altro, come se le

questioni di tutti i giorni non ci riguardino. Non parliamo della programmazione, perché penso che anche

su quella dovremmo ritornare. La programmazione europea e la riprogrammazione, fatta di tutti i fondi

disponibili di questa Regione; i fondi lasciati dalla vecchia amministrazione e che dovevano essere

utilizzati in un certo modo. Ora, per me, per quanto mi riguarda, e posso dire sicuramente per quanto ci

riguarda, voi avete titolo a governare e a scegliere: la Maggioranza può decidere. Però io credo che

rifiutare il dialogo sia grave e può far commettere addirittura degli errori irreparabili in molte situazioni.

Una di queste situazioni è sicuramente la GAM, che andava affrontata con maggiore senso di

responsabilità, che non nascondiamo fosse un'azienda problematica, che è costata molto alla Regione,

anche se, lo ripeto, ha più avuto la Regione che ha dato, in quella situazione e in quella condizione, ma che

doveva essere trattata forse più alla luce del sole, anche nella ricerca delle soluzioni. Mi pare di sentire, di

aver letto, sempre sulla stampa, che c'è una nuova proposta che la Giunta ha valutato positiva, perché,

appunto diceva la Fusco, c'è una delibera di Giunta che in pratica approva questo nuovo progetto. E anche

su questo, le informazioni che abbiamo ricevuto sono solo quelle della stampa, senza nessun

approfondimento e nessuna discussione.

Io credo che questi siano gli elementi che ci preoccupano. Ecco il perché la nostra relazione. Presidente, è

giusta la sua osservazione dal punto di vista procedurale, però la nostra proposta è di aprire un dibattito su

quello che la Maggioranza vuole fare di questa questione, cioè della questione GAM, della questione

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Arena. Dimenticavo di dire che, nella mozione che voi avete brillantemente bocciato, avevamo richiesto di

preoccuparci del marchio Arena. Oggi sento dire che il marchio Arena è stato rilevato da un privato, dallo

stesso privato che si prepara...

(intervento fuori microfono).

CONSIGLIERE IORIO

Sì. E voi avevate sostenuto che il marchio Arena non era necessario, anzi del marchio Arena era inutile

preoccuparsi.

Ora, rispetto a questo, io non so come voler procedere. Certo, mi auguro che la Giunta regionale, il

Presidente, ci relazioni sullo stato attuale delle cose, oppure ci dica come dobbiamo procedere perché mi

sembra che, rispetto ad alcune iniziative, in qualche modo il Consiglio regionale è anche chiamato a

decidere. Perché noi abbiamo operato all'interno di un percorso chiaro, che è stato modificato e credo che

il Consiglio regionale, in qualche modo, debba prendere atto di questa variazione di indirizzo e debba

sapere sostanzialmente qual è l'idea della Giunta sul percorso fatto e da fare, per la ripresa di quella attività

produttiva. Solo dopo potremo fare le nostre considerazioni sull'argomento, trattandosi di un Consiglio

monotematico. Non si tratta, credo, di fare una deliberazione, perché non c'è un documento sul quale

discutere, ma si tratta di discutere per sapere quali sono le linee politiche che intende portare avanti la

Maggioranza che, ripeto, si è assunta l'onere di decidere da sola in un settore così delicato come quello

industriale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Grazie per le richieste. Poi il Presidente della Giunta, il Governo regionale, quando

intenderà intervenire nella discussione, lo farà rispondendo anche alle sua domande.

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Federico, ne ha facoltà.

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CONSIGLIERE FEDERICO

Grazie.

PRESIDENTE

Chiedo scusa, giusto per calendarizzare un po' i lavori, se ci sono altri colleghi che vogliono prenotarsi?

Consigliere Fusco Perrella, poi? A seguire ci sono altri interventi? Bene. Prego, Consigliere Federico, ne

ha facoltà.

CONSIGLIERE FEDERICO

Grazie, Presidente. Una piccola parentesi la voglio aprire sul discorso delle motivazioni che hanno spinto

anche il Gruppo del Movimento 5 Stelle a fare la richiesta di questa seduta monotematica che portasse il

dibattito sulla filiera saccarifera, la filiera avicola - adesso parliamo della GAM - dai giornali al Consiglio

regionale. Quindi, di fatto, cercando da un lato di provare a condividere, capire e conoscere, in Consiglio

regionale, quali sono gli indirizzi, le strategie; e cercare soprattutto di capirlo a valle; ciò perché noi questa

richiesta la facemmo appunto a valle della presa d'atto della Giunta regionale della prima manifestazione

d'interesse del soggetto privato sulla GAM. Poi, anche sui giornali, la stessa manifestazione d'interesse

sembrava paventata dallo stesso gruppo anche per lo zuccherificio. Ma di questo parleremo dopo.

Quindi, cercare di capire, in Consiglio regionale, che tipo d'interlocuzione avere con il soggetto privato, e

poi magari, se è possibile, approfondire da un punto di vista più tecnico i contenuti del concordato in

Consiglio regionale o anche in una Commissione. Questo perché di questo stiamo parlando. Gli

avvenimenti degli ultimi giorni e la storia delle ultime settimane raccontano di una delibera di Giunta fatta

il 30 dicembre e sulla quale credo che sia importante impostare anche un po' il discorso, perché crediamo

che renda giustizia poi al dibattito che si sta facendo anche e soprattutto fuori dal Consiglio regionale.

Quindi, siamo partiti in campagna elettorale, facendo un brevissimo excursus, con frasi del tipo: "Non più

un euro alle partecipate, exit strategy", salvo però poi, a gennaio dell'anno scorso, l'Esecutivo propone un

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nuovo investimento di oltre due milioni di euro su GAM, due milioni e sette, se non ricordo male, che

vennero fuori da un ordine del giorno in cui dovevano darsi delle linee di indirizzo su quello che doveva

essere il nuovo rilancio della filiera avicola, ma che, di fatto, si trasformò in un'ennesima dose ad un

paziente sofferente di dipendenza da fondi regionali, a nostro avviso, che ogni volta promette di smettere,

sapendo però di mentire. Così è stato anche in quell'occasione. Infatti ci troviamo un anno dopo con la

GAM con quasi quaranta milioni di perdita dell'esercizio e oltre ventuno milioni di patrimonio netto

negativo...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

Bilancio 2003. Però questo... io non sto dicendo la colpa di chi è...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

Questo è quanto noi ci ritroviamo a gestire. Perfetto, la precisazione è doverosa. Quindi, ci ritroviamo con

una proposta di concordato a cui vanno aggiunti anche i seicentomila euro già erogati con la delibera di

Giunta del 30 dicembre, e con la Giunta che di fatto impegna, sempre con la stessa delibera, oltre dieci

milioni di euro per saldare la massa debitoria e chiedere l'omologazione del concordato al tribunale. In

realtà la Regione Molise, però, rinuncia ad altri numerosi crediti postergati, di cui si fa menzione sia nella

relazione dell'Amministratore unico, sia all'interno della delibera di Giunta stessa, di cui però non

conosciamo l'entità. Mentre il fabbisogno finanziario risulta essere maggiore, rispetto a questi dieci

milioni, di altri cinque milioni di euro, cinque milioni e sette per l'esattezza, a cui si pensa di far fronte

eventualmente con la vendita delle immobilizzazioni immateriali che, di fatto, è il valore degli asset così

come definiti dalla perizia giurata del mese di luglio. E questi cinque milioni e sette, nel frattempo, è

GAM che li impegna; quindi, ci sono undici milioni che vengono dalla Regione e cinque milioni da GAM.

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A questi si aggiunge anche l'eventualità di altri undici milioni di euro che potranno essere accantonati per

rischi connessi all'Avicola molisana e per pretese erariali, anche se per questi ultimi li crediamo poco

credibili, però sarà poi dopo il contenzioso che è ancora in atto a stabilirne l'eventualità. Però quello che

vorremmo poter capire è tutta questa massa di debitoria, sedici milioni di euro, nei confronti di chi è,

quindi a chi dobbiamo questi sedici milioni di euro. A questo punto, però, dopo tutti i piani di rilancio

industriale, in cui veniva persino descritto il ciclo riproduttivo della nuova pollastra molisana, siamo

tornati con i piedi per terra, ad un'azienda più che decotta in cerca di attori privati. Tra gli attori privati,

l'idea del Movimento 5 Stelle è sempre stata quella di favorire la nascita di piccole cooperative locali a cui

far arrivare i finanziamenti direttamente e quindi senza passare per imprenditori, o presunti tali, che non

conoscono nulla della nostra realtà e che hanno probabilmente interessi di breve periodo, piuttosto che di

rilancio durevole della filiera. All'epoca del dibattito arrivò anche la proposta di Confcooperativa, e

anch'essa auspicava una soluzione nella direzione appena menzionata e avrebbe messo a disposizione il

proprio know how per la buona riuscita del progetto cooperative. Ma per varie ragioni, tra cui forse dei

tentativi, a nostro giudizio troppo timidi, della Regione Molise in tale direzione, l'idea di rilancio così

prospettata non decollò mai. Così oggi arriviamo che per fare arrivare a buon fine il concordato, occorrono

i circa sedici milioni prima citati, ripartiti in circa undici impegnati dalla Regione e altri cinque da parte

del nuovo socio privato, qualora dovesse rilevare gli asset. A questo punto il socio privato che ruolo avrà

nella futura società? E la Regione? Questo è un altro interrogativo a cui vorremmo si rispondesse, anche e

soprattutto per arricchire il dibattito qui in Aula.

In questo momento siamo però ancora al punto zero. Nella seduta del 21 gennaio, appunto quella del

famoso rifinanziamento, si descriveva con forbite parole la necessità di intervenire in modo indifferibile,

per scongiurare il collasso definitivo, perché diceva anche il Consigliere Ciocca: "I danni potenziali

derivanti da un intempestivo o mancato intervento per assicurare condizioni minimali di persistenza

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dell'attività del settore, sarebbero di gran lunga superiori, rispetto alle conseguenze di un intervento da

attuare nell'immediato, sia in termini finanziari che di impatto sociale ed occupazionale". Ebbene, cosa è

stato scongiurato se solamente un anno dopo siamo con una procedura concorsuale dinanzi al Tribunale e

di certo non sono stati ripristinati i posti di lavoro persi? Anche lei, Presidente, ci ha raccontato, cito

testualmente: "Abbiamo poi un piano di attuazione, un cronoprogramma per mesi, che parte dalla

ristrutturazione dei centri pollastri, centri ovaiole e riproduttori per poi passare all'accasamento pulcini e

nuovi centri, per trasferire le pollastre nei centri ovaioli, per poi arrivare fino al primo pollo da macellare

per quanto riguarda tutta la ricostituzione della filiera avicola molisana". Questo è il cronoprogramma

annunciato, ma di fatto siamo ancora neanche al giorno uno. Parliamo però, adesso delle prospettive...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

Assolutamente no. Però questa era l'idea di un anno fa. Quello che lei ha annunciato e che sarebbe dovuto

partire nei mesi a seguire. Però vogliamo parlare adesso di quella che è l'attualità. Abbiamo letto nella

delibera di Giunta che i dieci milioni che la Regione erogherà saranno successivi all'omologa del

concordato nei prossimi anni, e quindi ripartiti nei cinque anni, fino al 2019, mentre l'altra parte, circa 5,7

milioni, viene descritta come attivo realizzabile, e arriveranno da un privato che verosimilmente potrà o

rilevare gli asset al valore emerso alla perizia giurata; e altrettanto verosimilmente, secondo quanto

accaduto anche in passato, possiamo ipotizzare che tale acquisto richiederà, per richiesta questa volta del

Tribunale, di una garanzia fideiussoria della Regione - sarà così? - al fine di poter concludere in ogni caso

il concordato preventivo con i creditori, avendo coperta l'intera massa debitoria. Oppure potrebbe

succedere che il soggetto privato decida di fittare il ramo di azienda, dato che nel documento istruttorio

allegato alla delibera 747 si precisa testualmente che “prendendo atto della volontà dell'Amministratore

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unico della GAM di esemplificare la proposta preliminare prodotta, la società Aria Food Spa” e questo è

un passaggio importante...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

No, no, volevo che questo passaggio… era importante, questo periodo. Nella delibera 747 a un certo

punto, parlando della società Aria Food Spa, cito testualmente: "Essa è interessata al subentro temporaneo

nella gestione della filiera avicola molisana". Anche un chiarimento su questa frase penso che sia

importante. Quindi, per dare concretezza alle politiche di exit strategy, con fuoriuscita del socio pubblico,

gli asset saranno venduti come nella prima ipotesi, oppure c'è il rischio concreto che il privato sia

interessato solamente ad un subentro temporaneo? E magari semplicemente fittando il ramo d'azienda,

avere i giustificativi per chiedere pari finanziamento a fondo perduto alla Regione?

Ipotizzando conclusa positivamente questa prima fase, che possiamo immaginare durare alcuni anni, dove

il concordato viene omologato, la Regione sborsa esattamente quanto impegnato, cioè poco più di dieci

milioni, e l'investitore privato quasi sei, cosa che ci sembra davvero improbabile guardando la storia di

questa Regione, passiamo alla seconda fase, quella del rilancio produttivo. Al di là del fatto che un

imprenditore privato del settore possa utilizzare il Piano industriale da lei presentato, ciò che è da rilevare

è l'aspetto economico del rilancio, fatto di grandi investimenti... sì, sì, volevo porre...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

Sì, sì, volevo porre... Sì, ma io volevo raccontarla al resto dell'Aula, anche a chi ci ascolta.

(intervento fuori microfono)

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CONSIGLIERE FEDERICO

Vedremo in che modo, se con una presa d'atto, passandola in Commissione, magari. Una presa d'atto in

Consiglio, però questa sarà oggetto successivamente di eventuali documenti prodotti dalla Giunta. Però

stavamo facendo un attimo un discorso sul rilancio produttivo dell'Azienda. Perché il punto è questo: che

il fatto che un imprenditore privato del settore possa utilizzare il piano industriale da lei presentato, ciò che

è da rilevare è l'aspetto economico del rilancio, fatto di grandi investimenti che la Regione promette di fare

a fondo perduto, e questi sicuramente fanno gola. Ma capiamo che alternative probabilmente non ce ne

sono. Quello che chiediamo, però, è che il privato, che beneficerà di una macchina messa a nuovo,

compartecipi alla sua realizzazione almeno nella misura del 50 per cento, un euro e un euro, e che saldi le

rate dei pagamenti, insieme alla Regione Molise, ad avanzamento dei lavori. Un impegno di questo tipo,

assunto nero su bianco, darebbe qualche speranza in più che il nuovo non sia il classico che, come tanti ne

abbiamo visti passare per questa Regione, ricchi di promesse, ma che con gli investimenti pubblici hanno

saputo ben fare utili privati e abbandonare la nave nel momento in cui toccava loro impegnare del proprio.

Ultimo passaggio, sul quale poi è importante anche chiarirci, è quello della gestione del marchio. Anche in

questo caso, da notizie della stampa, si apprende dell'acquisto, da parte di un imprenditore del nord, del

marchio Pollo Arena.

Nel piano industriale illustrato da lei, Presidente, si parlava invece della possibilità di un private label,

quindi volevamo capire se questa ipotesi salta, viene meno e come si concilia, anche rispetto al concordato

Arena, trattato all'epoca in maniera… per il quale la Regione ha di fatto ritrovato un servizio poco

gratificante, perché il marchio Arena Surgelati, di un valore di circa 4 milioni di euro, è rimasto fuori dal

concordato e quindi non è rientrato all'interno delle disponibilità della Regione Molise. Soprattutto questo,

credo...

(intervento fuori microfono)

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CONSIGLIERE FEDERICO

Concordato Arena, il marchio Arena Surgelati. No, a parte... e questo sto dicendo: sto dicendo che

all'epoca del concordato, non ci fu la possibilità di avere... del concordato Arena, il marchio Arena

Surgelati, il marchio Arena Surgelati, non è rientrato nella disponibilità di Solagrital, e quindi della

Regione Molise. Ora...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

Lei poi ha la possibilità di poter precisare, dicendo come al solito che noi siamo poco attenti a quello che è

stato...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE FEDERICO

Presidente, noi abbiamo fatto delle valutazioni sulla delibera, di natura politica, cercando di mettere dei

paletti, degli indirizzi, a nostro avviso su quello che deve essere il rapporto che si deve instaurare tra

Regione e il socio privato. Cioè il socio privato che tipo di garanzie deve dare, soprattutto ai lavoratori,

entrando all'interno della società. Su questo vorremmo che il dibattito in Aula si concluda e se si vuole

concludere anche con un provvedimento. Valuteremo il provvedimento che eventualmente presenterà.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Federico. La parola al Consigliere Fusco. Prego, Consigliere Fusco, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Presidente del Consiglio, sono tentata di rinunciare, visto che ci stiamo parlando addosso. Ringrazio lei e

il Presidente della Giunta regionale presente in quest'Aula, però signori, su una questione così importante,

della quale noi abbiamo richiesto una discussione seria, sperando che il 2015 potesse essere per noi,

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Consiglieri regionali, motivo per poter rimanere in quest'Aula ed essere utili, non è così, è sempre la stessa

cosa: Aula vuota, temi che non si riescono a discutere, sui quali noi non troviamo delle risposte giuste. Se

il 2015 deve essere questo, io rinuncio proprio al mio ruolo di Consigliere regionale, mi siedo e vi ascolto,

perché finora è stato solo questo, non è stato altro.

Speravo di iniziare con questo Consiglio un nuovo percorso, quel percorso di dignità, che è dovuto a

ciascuno di noi, per il ruolo che ricopre, differente, diverso, ma comunque un ruolo attribuito dagli

elettori. Si parla di una delle questioni più importanti, in una istituzione che deve parlare di questo, che

deve discutere di questo, perché è obbligata a discutere, perché questo è il ruolo che compete a noi e

compete a questa Istituzione, che è un'istituzione alta, seria, che legifera, che programma, che non può

essere ridotta ad un ascolto a sé stessi, per sé stessi e su se stessi.

Allora, io tento di parlare, di dire qualcosa, ma parlo a vuoto, perché da quando mi sono insediata sto

parlando a vuoto. Datemi la possibilità di studiare, di concorrere, di intervenire, datemi delle

responsabilità; ve le chiedo perché finora, nelle Commissioni e in Aula, io non ho avuto nessuna

responsabilità, neppure dai Consiglieri regionali di Opposizione.

Perché abbiamo chiesto questo? Noi, Presidente Frattura, la seguiamo, perché siamo attenti, siamo

prudenti, perché dall'inizio in quest'Aula io mi sono sentita non a mio agio, perché spesso si è trasformata

in Tribunale, laddove l'unica accusa che non ho ricevuto è stata quella di disastro ambientale, perché io mi

sono sentita colei che ha portato questa Regione nel disastro totale e non mi sono potuta difendere. Penso

di aver sempre lavorato con serietà, con accortezza, sbagliando, perché si sbaglia quando si opera. Sulla

GAM, Presidente, gli errori della GAM…

(intervento fuori microfono)

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CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Presidente, non mi deve riprendere lei, come Presidente della Giunta. Allora io rinuncio al mio intervento.

Mi deve riprendere il Presidente del Consiglio. Visto che i ruoli vengono spostati, rinuncio a parlare.

Parlerò alla fine, se mi è consentito.

Volevo invece porgere un contributo importante, per ridare a questo Consiglio la dignità di Consiglio

regionale, non per fare opposizione semplicemente ridicola e debole, come è definita dall'esterno, e com'è

definita dalla stessa Maggioranza. Io non mi sento “colei che non è in grado di”, io mi sento “colei che

può essere in grado di”, conoscendo il proprio ruolo e la propria funzione; colei che ha sbagliato, ma colei

che non ha commesso degli errori, che ha pensato sempre a questa Regione, anche per la GAM, sulla

quale ho ricevuto accuse in quest'Aula, delle quali mi vergogno e mi sono sempre vergognata, senza

potermi difendere. Grazie.

PRESIDENTE

Però Presidente, mi perdoni, in quest'Aula ognuno può esprimere la sua posizione e ne risponde. Prego,

Consigliere Monaco, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie, Presidente. Allora, vorrei ringraziare innanzitutto il Presidente Iorio, per aver portato questa

discussione in Consiglio. Credo che il Consiglio debba riprendere la centralità nelle discussioni della

programmazione, ma con altrettanta chiarezza, Presidente, le dico che lei è stato il primo a esautorare

questo Consiglio nella discussione, nella programmazione, quando si è parlato di Sanità, quando ha voluto

chiaramente accorpare e avocare a lei tutte le decisioni inerenti la Sanità; ma questo è un altro capitolo,

che magari affronteremo in un prossimo futuro, e credo che sia anche un capitolo molto molto importante.

Francamente, non ho capito ancora qual è la posizione del Movimento 5 Stelle, e lo dico ad Antonio

Federico: io non ho capito. Qualche tempo fa il Presidente Frattura vi ha sfidato a fare una proposta sul

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rilancio della GAM. Io ad oggi, Antonio, te lo dico sinceramente e con affetto, di proposte da parte vostra

non ne ho sentite. Se poi vogliamo fare proposte, ve lo dico chiaramente, oggi non sono in grado di fare

nessuna proposta, però con altrettanta chiarezza dico che l'unica proposta oggi in campo è quella che ha

fatto la Giunta, non ce ne sono altre, non ce ne sono altre...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Per favore, lasciamo fare l'intervento al Consigliere Monaco, per piacere.

CONSIGLIERE MONACO

Allora, se vogliamo continuare a fare populismo e demagogia sulle spalle della gente siamo liberi di farlo,

facciamo populismo, facciamo demagogia, però intanto le aziende chiudono e anziché licenziare trenta

persone, ne licenzieremo trecento.

E quindi, da questo punto di vista, e mi ricollego anche all'intervento del Presidente Iorio, credo che sia

opportuno, e lui l'aveva iniziato questo percorso, soprattutto con l'Assessore Vitagliano, una exit strategy.

Perché se vogliamo cominciare a volare in maniera alta e determinata sull'economia regionale, dobbiamo

cominciare a uscire ed evitare di fare gli imprenditori, perché gli imprenditori non siamo in grado di farli.

Non siamo in grado di farli, caro Presidente Iorio, perché lei può dire tutto quello che vuole, ma io ritengo

che, fino ad oggi, quello che abbiamo visto alla GAM, ma anche in altre aziende, non è un punto di forza,

ma è una voragine economica che ricade sulle spalle dei cittadini molisani. Se vogliamo fare gli

imprenditori facendo clientela, facendo populismo, liberi di farlo, però dobbiamo dire con altrettanta

franchezza ai cittadini molisani: "guardate che l'IRPEF, l'addizionale, la aumenteremo di 10 centesimi, di

un euro, di 10 euro, perché dobbiamo assumere 100 persone alla GAM piuttosto che 200 allo

Zuccherificio o altre 400 alla Protezione Civile". Se vogliamo fare questo, lo decidiamo assieme e lo

facciamo, però i molisani lo devono sapere. Altrimenti, se vogliamo volare alto, dobbiamo decidere che la

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Regione deve necessariamente uscire e deve avviare un percorso virtuoso, così come avviene in tutte le

altre aziende che operano nel privato molisano, di autonomia. Altrimenti non ne veniamo fuori. La “prova

provata” di quello che vi dico, è che quando io stavo a quel tavolo là un anno e mezzo fa, due anni fa,

assieme a qualche altro collega abbiamo anche detto chiaramente che si continuavano a tenere in piedi

situazioni, in cui il gruppo dirigente della stessa GAM era strapagato, incentivato, come posso dire,

sostenuto economicamente al di là delle sua capacità e premiato per questo, senza che questo gruppo

dirigente avesse prodotto uno straccio di proposta, di rilancio economico per quell'azienda. E quindi, ben

venga che certe situazioni vengano prese di petto, vengano affrontate e vengano cancellate da questa

Regione! Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco. Comunico all'Aula che l'Assessore Petraroia è assente dai lavori della seduta

consiliare di oggi. Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Ciocca, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE CIOCCA

Devo dire che ci giriamo e rigiriamo sempre sulle stesse cose. A volte è anche monotono, però purtroppo è

esattamente l'epilogo di quello che è. E io voglio dire al Presidente Iorio, che oggi parlava come fosse uno

che sta qui per la prima volta: lei sono 16 anni, Presidente Iorio, che...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE CIOCCA

E ce ne ha tante, di responsabilità. Compresa anche questa. Perché la situazione che noi abbiamo

trovato… e non è per fare sempre e soltanto vittimismo: io sto vedendo il lavoro che si sta facendo

quotidianamente per risolvere non solo questo, che è un problema serissimo, ma che comunque ha un

nome e un cognome (ed è il suo) ed è di quello che è successo prima. Perché rimettere in piedi una

macchina del genere, forzata, forzosa...

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(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE CIOCCA

Era in piedi. Era falsamente in piedi, perché era pompata da cose esterne che non meritavano di portare

avanti soltanto aspetti imprenditoriali. Era la politica, che teneva in piedi la macchina, e adesso abbiamo

bisogno che questa Regione vada avanti con iniziative proprie, con i propri piedi. Questo è l'ultimo

tentativo che abbiamo, perché se no fallisce proprio. Quanto ha detto è vero; qualche Assessore parlava

anche di altre soluzioni. Premetto che io non le condivido perché, l'ho sempre detto, resto assolutamente

per un Molise libero, unico e che si comanda, tra virgolette, da sé, ci mancherebbe altro. Però questo è

l'ultimo tentativo di ripristinare tutto ciò che purtroppo non è stato o è stato volutamente fatto in modo

diverso. Quindi, diciamola la verità! Perché ha ragione Filippo Monaco: è il momento di dirci la verità. La

verità è che probabilmente si è fatto della GAM, nel passato, qualcosa che doveva essere fatto

diversamente. Il lavoro che si sta facendo in questi giorni, in questi mesi, da quando il Presidente Frattura

e i collaboratori stanno lavorando, è continuo e costante. Chiaramente non è che si risolve il tutto con una

bacchetta magica. Io sono dalla parte dei lavoratori, che stanno in difficoltà. Mi dispiace che non c'è

Petraroia, ma gliela farò la domanda: Presidente Frattura, anche per questo, per queste persone che hanno

ormai esaurito anche gli ammortizzatori sociali, da qualche mese, c’è la possibilità, visto che siamo a

inizio anno, di potere avere una proroga nell'immediato? È di questo che vorrei sentire parlare. E quindi, le

polemiche di come funziona il Consiglio, di quello che si fa, ce le facciamo un'altra volta. Ci sono le

Conferenze dei Capigruppo per portare avanti questi discorsi di funzionamento e di regolamento interno.

Ci sono le norme, che dicono come si deve parlare, chi deve parlare e quando. Certamente non quello che

dobbiamo dare una risposta chiara a queste persone. È questa la necessità oggi, altroché. E quindi, in

primis, vedere se si può immediatamente attivare un supplemento di aiuto, che siano gli ammortizzatori

sociali, che sono ormai già scaduti. Quindi, vediamo di prorogarli per almeno tre, quattro mesi che

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speriamo possano essere sufficienti per un'azione di definizione del tutto. Credo che dobbiamo puntare su

questo. Le polemiche e le beghe lasciamole perdere. Il passato, ormai, quello che è stato è stato. Cioè, le

responsabilità, giustamente, come ricordava il Presidente Iorio, chi ce le ha, le ha avute, sono lì. Io non

voglio parlare, non faccio mica il Carabiniere o il Giudice, ci mancherebbe altro! Ma almeno la

responsabilità politica di dire con umiltà "Forse qualche errore è stato fatto!". E quando si dice che c'è

bisogno di un dialogo, il dialogo deve essere costruttivo. Ma se continua a essere un muro, continuamente

un muro, non si va da nessuna parte. Quindi, io chiederei, come ultima analisi, di rimettere in primis, al

centro - so che questo già si sta facendo, ma accentuiamo tutti noi questa possibilità - i soggetti veri. I

soggetti che sono danneggiati in primis sono le persone, i lavoratori, quelli che hanno bisogno di capire

fino in fondo che cosa sarà di loro. E ripeto, lo dico per la terza volta: è necessaria un'azione congiunta e

forte per dare un'occasione ancora per qualche mese, per quanto è possibile; una tutela, in qualche modo.

Un’azione che veda anche l'Assessore Petraroia in primis a collaborare a questa, diciamo, estensione della

possibilità di avere la disoccupazione o altre forme nell'immediato, e nelle more che succeda quello che

tutti noi auspichiamo, e cioè che ci sia una soluzione definitiva. Io conto molto su questo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ciocca. Ci sono altri interventi? Chiudiamo la discussione sul tema della GAM.

Presidente, vuole chiudere lei, per favore?

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Pensavo avremmo parlato di futuro di GAM, e invece perderemo... il mio intervento è limitato nel tempo,

Presidente? Perderemo, penso, una buona mezz'ora a chiarire le idee in particolar modo al Presidente

Iorio, mi spiace che il Consigliere Fusco sia fuori, e al Consigliere Federico. Presidente Iorio, se le aziende

si mantengono in piedi come le racconto adesso, io le dico che non solo non sono d'accordo, ma sono

esattamente, diametralmente all'opposto. Lei con delibera n. 370 del 2009… così facciamo la somma di

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quanti milioni lei con la GAM ha sperperato, portandoci un'azienda decotta, senza garantire nessun posto

di lavoro, senza garantire nessuna filiera produttiva, senza garantire alcuno sbocco di mercato, senza

essere titolare di un marchio. Le leggo le delibere, Presidente, visto che lei ha fatto dei riferimenti così

chiari. Lei con la delibera n. 370 stanzia 27 milioni di euro, quale intervento di risanamento della filiera

attraverso la GAM, che all'epoca era una semplice società immobiliare a totale partecipazione regionale,

condizionando i 27 milioni all'acquisizione, in capo alla GAM, del mangimificio di Boiano, dei centri

pollastre e centri ovaiole e delle linee di produzione. Trasferisce i 27 milioni con una serie di atti: la

delibera n. 1395, 5 milioni; 13,7 milioni per acquisto di quote GAM nel 2009; 5,6 milioni per acquisto di

quote GAM per il 2010 e 1,97 milioni di euro nel 2010. 27 milioni per acquisire, si era detto nella

delibera, mangimificio di Boiano, centri pollastre e linee di produzione. A fronte di questi 27 milioni, la

GAM non ha acquisito il mangimificio, esattamente in contrasto con quanto previsto dalla delibera. E ha

acquisito impianti e centri di allevamento fatiscenti e obsoleti -come riportato nella perizia che poi

leggeremo insieme per verificare come mai c'è la svalutazione- per la modica cifra di 22 milioni di euro. I

5 milioni di euro residui, destinati originariamente all'acquisto del mangimificio, sono stati utilizzati per

un aumento di capitale in Solagrital per la copertura di perdite. Quindi, il mangimificio non è stato

acquisito. 2010, delibera n. 210: percorso di acquisizione del complesso industriale alimentare di Boiano

a Monteverde. Vengono trasferiti 2 milioni con la delibera n. 392; 330 mila euro più 10 milioni prima con

la delibera n. 773 poi n. 382, per un totale di 12 milioni 390 che si aggiungono ai 27 milioni. Non

raggiunge nessuno degli obiettivi. La GAM, a fronte di un previsto acquisto del complesso immobiliare, si

trova titolare del solo diritto di usufrutto pagato 15 milioni di euro.

Usufrutto oggetto di contenzioso con le banche creditrici e che, con sentenza di primo grado, risulta

anch’esso revocato; sempre per dovere di cronaca, è come si gestiscono le imprese.

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Interrotto il processo di acquisizione della nuda proprietà, poiché la GAM né aveva le risorse necessarie,

né alcun istituto di credito si era dichiarato disposto a finanziare GAM.

Mentre accadeva tutto questo, il proprietario della filiera produttiva del complesso immobiliare, posso?

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

La Logint, proprietaria di tutto, va in procedura concorsuale. 2012 la GAM da società immobiliare entra

nella gestione operativa. Con delibera 630 la Giunta regionale capitalizza con 5 milioni di euro, quindi

sono 27 milioni più 13 milioni, più 12,390 milioni, più 5 milioni di euro, di cui 2 milioni vengono versati a

Avicola Molisana per sostenere il suo piano attestato ai sensi dell'articolo 67 della legge fallimentare, e 2,7

acquista il magazzino della Solagrital.

Quindi, nei fatti, negli investimenti, lei non porta alcunché né a GAM, né a Solagrital. Ma dà liquidità

evidentemente per fare fronte alle situazione debitorie. Con la delibera n. 630, ai 5 milioni ne aggiunge

altri 3 milioni, di cui 2,085 milioni per factoring pro soluto e 915 mila per ricapitalizzazione, ancora una

volta dei 3 milioni non c'è un euro destinato ad investimenti.

In aggiunta, altri 2 - 3 milioni di euro, la Finmolise li anticipa in favore di GAM, per il pagamento di un

debito pregresso di Solagrital, che gestiva la produzione.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Pagamento di Solagrital, garantito da GAM, quindi, aggiungiamo altri 2 - 3 milioni di euro. Questo è

quello che lei ci ha lasciato come GAM, senza entrare nel merito delle perdite di gestione che si sono

sommate anno dopo anno nella gestione prima di Solagrital, che va in liquidazione coatta amministrativa,

come lei ben ricorda, e poi di GAM. Questo è quello che lei ci lascia.

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Per dovere di cronaca, visto che lei ha fatto riferimento a una serie di passaggi addebitabili a noi.

Ereditiamo un'azienda che ha investito oltre 50 milioni di euro. Sono le somme delle delibere con gli atti

di trasferimento delle somme stesse, senza garantire continuità aziendale, senza avere acquistato il

complesso industriale, senza avere acquistato il marchio, quando invece in quest'Aula lei e l'allora

Assessore Vitagliano ci diceste che il marchio di Arena era di proprietà Solagrital; non risulta da nessuna

parte, tant'è che il marchio rientra nelle procedure concorsuali delle varie società del gruppo Arena. A

questo punto entra in gioco un nuovo modo di provare a gestire le risorse pubbliche, certo non

dilapidandole, considerando che sono risorse di tutti i cittadini, mettendoci la faccia con scelte

rigorosamente impopolari. Perché andare in un'assemblea e dire ai lavoratori "dobbiamo chiudere il

macello perché non siamo nelle condizioni di procedere con le lavorazioni, perché portiamo a casa 15

milioni di euro, se ci dice bene, dati storici di perdita all'anno, oltre tutte le somme versate per fare altro,

per pagare altri debiti per meglio dire, noi non siamo nelle condizioni di mantenere questi asset”.

Abbiamo trovato una soluzione di una governance, che da circa 150 mila euro ci è costata 50 mila euro, e

con i lavoratori abbiamo spiegato quale era la nostra idea di rilancio, redigendolo senza nominare l'advisor

di turno, che negli anni passati, come per GAM, così per Zuccherificio è costato centinaia di migliaia di

euro per redigere documenti che stanno lì a deposito presso i vari uffici regionali. E abbiamo cominciato a

ragionare di piano industriale, spiegandolo ai lavoratori prima di ogni altro. Spiegando ai lavoratori perché

assumevano una scelta assolutamente impopolare, ma che ci metteva nelle condizioni di non sperperare

denaro pubblico, così come era accaduto, senza garantire rilancio produttivo dell'azienda, ma provare a

investire su attrezzature, su impianti, per metterli a norma, per renderli competitivi, per garantire una

produzione a valore di mercato e non così come era accaduto.

E allora, qualche appunto ve lo leggo.

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La diseconomicità del processo di business, le ingenti perdite gestionali, la vetustà degli impianti e la loro

inadeguatezza manutentiva, che inevitabilmente avevano gravi ricadute in termini di sicurezza e salubrità

dei luoghi di lavoro, ci ha portato a chiudere il macello. Dovendo affrontare da subito un altro problema

che, nell'interesse dei lavoratori, ancora una volta la precedente governance e il socio Regione non se l'era

posto nel momento in cui aveva autorizzato l'inquadramento agricolo, senza considerare la cooperativa di

trasformazione in modo da avere gli eventuali ammortizzatori sociali; ma con quel tipo di inquadramento i

lavoratori avevano diritto esclusivamente ai tre mesi di CISOA.

E allora il problema ce lo siamo posto e, insieme al Ministero abbiamo, ritarato l'inquadramento dei

lavoratori, senza costi aggiuntivi, ma portandoli da agricoltura a industria per garantire almeno quelle

misure di accompagnamento che davano la possibilità non solo di tre mesi previsti dalla CISOA, ma di

arrivare ai tempi previsti dalla cassa integrazione.

Quindi, mutamento dell'inquadramento da agricolo in industria.

Abbiamo immediatamente avviato un processo di riorganizzazione, ristrutturazione e soprattutto qualifica

degli investimenti, per capire cosa effettivamente poteva essere ristrutturato e cosa invece, non essendo di

nostra proprietà, avrebbe inevitabile richiesto un rapporto diverso con le varie gestioni legate ai concordati

e ai fallimenti dello scenario Arena.

Il Piano industriale, ci siamo preoccupati di farlo con l'amministratore unico, con l'ingegnere Baranello, ed

è il Piano industriale che abbiamo illustrato in quest'Aula, al quale fa riferimento il Consigliere Federico.

Ma il piano industriale non significa quello che fa la Regione, significa quello che è giusto che il rilancio

di una filiera avicola metta in campo per garantire produzione, produzione competitiva e livelli

occupazionali. Precisando che il passaggio della socializzazione, per cui non interloquire con un

imprenditore unico, ma direttamente con una serie di aggregazioni di lavoratori, di trasportatori, di

allevatori e di tutto ciò che riguarda la stessa filiera, ci metteva nelle condizione di intervenire per singolo

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soggetto beneficiario di eventuali risorse finanziarie, così da costruire il percorso di socializzazione. E lo

abbiamo fatto a partire dal mese di marzo, con Confcooperative, Legacoop e AGC, con le organizzazioni

sindacali, abbiamo costituito un tavolo del partenariato per lavorare operativamente alla costruzione di un

processo di socializzazione per arrivare al Piano esecutivo, immediatamente cantierabile, di recupero e

rilancio del polo avicolo. Nel corso dei vari approfondimenti svolti per singoli tavoli, e per ogni tavolo si

affrontava il tema della finanza, della commercializzazione, della distribuzione, della lavorazione, e via

dicendo, da più parti sono state sollevate criticità e perplessità, in particolar modo dai rappresentanti delle

organizzazioni sindacali, in ordine al perseguimento di un progetto, appunto, basato esclusivamente sulla

socializzazione d'impresa. Nel frattempo più di qualche imprenditore avanzava manifestazioni d'interesse.

Abbiamo vissuto la prima esperienza, Leocata; ricordo a me e a tutta l'Aula e a chi ci ascolta che la

proposta di Leocata, il giorno in cui venne Leocata per provare a definire, a fronte di una richiesta di

manifestazione d'interesse ad evidenza pubblica, apprendemmo che il gruppo delle ovaiole aveva fatto

un'altra scelta, in termini di accordi di filiera, per cui il buon Leocata non potette che prendere atto di una

diversa situazione produttiva e rinunciò a quella manifestazione d'interesse.

Siamo andati avanti. Siamo andati avanti nel raffinare il Piano industriale, ponendoci però il problema di

tutto il pregresso di GAM, perché tutti quei milioni di euro investiti… lei più di una volta ha detto che noi

abbiamo sperperato 20 milioni; noi semmai abbiamo abbattuto. Poi le vediamo con gli atti, uno per uno

con le singole delibere, così da avere chiarezza. Con la delibera 255 del 17 giugno 2014, prendendo atto

delle relazioni del Amministratore unico, che segnalavano la necessità di adottare provvedimenti

finalizzati alla predisposizione nel più breve tempo possibile di un piano di sdebitazione della società

GAM, anche attraverso il ricorso ad una procedura concorsuale, la Giunta mi autorizzava, quale

rappresentante del socio Regione Molise, a deliberare in occasione dell'Assemblea ordinaria dei soci della

GAM, la proposizione della procedura concorsuale ai sensi dell'articolo 161 comma 6 della legge

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fallimentare, funzionale alle politiche di exit strategy già intraprese da noi, nonché alle finalità di

contenimento della spesa pubblica. Con la stessa delibera di Giunta regionale, così cominciamo a segnare

quanto questa maggioranza ha investito sulla GAM, si autorizzava un apporto di euro 400 mila - 400 mila

- finalizzato all'attuazione del percorso diretto ad esperire le azioni pertinenti alla procedura concorsuale

da avviare. 400 mila euro.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

No, 400 mila euro era al fine di sanare una serie di debiti, in particolar modo nei confronti dei dipendenti e

degli allevatori. Agli avvocati di queste somme non abbiamo liquidato ancora un euro.

In attuazione di quanto deliberato, l'assemblea dei soci della GAM, in data 30 luglio 2014, depositava

presso il Tribunale di Campobasso l'istanza di concordato nella forma cosiddetta prenotativa. Il Tribunale

assegnava alla GAM il termine di 60 giorni per la presentazione del piano e della proposta concordataria;

termine che scadrà il 15 gennaio 2015. Rispetto a questo termine, preventivamente abbiamo richiesto una

proroga di due mesi.

Con la delibera 580, così facciamo chiarezza anche sul Bilancio 2013, la Giunta regionale prende atto del

Bilancio di Esercizio al 31/12/2012, nota integrativa al Bilancio, relazione sulla gestione, relazione

dell'organo di controllo, trasmettendo il provvedimento al Consiglio regionale del Molise, per opportuna

condivisione delle risultanze contabili e del consequenziale andamento societario emerso dalla proposta di

Bilancio d'Esercizio per l'eventuale formulazione d'indirizzi politici a riguardo.

Dal Bilancio è emersa una rilevante perdita di esercizio, come ricordava il Consigliere Federico, pari a 39

milioni 896 mila 498 euro, che attesta un deficit del patrimonio netto di 21 milioni 96 mila e 856 euro.

Detta perdita consegue principalmente allo stanziamento per ammortamenti, rischi e svalutazioni per 26

milioni 654 mila 868 euro. Stanziamento conseguente all'applicazione dei principi contabili previsti per la

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relazione dei Bilanci in liquidazione. La proposizione, infatti, della procedura concordataria si è riflessa

nella valutazione delle singole voci di Bilancio, per la quale l'organo amministrativo ha prudentemente

tenuto conto del probabile mutato orizzonte temporale di permanenza dell'impresa in condizioni di

funzionamento - forse a questo si riferiva il Presidente Iorio, prima - e delle conseguenze di tale variazione

anche sulla residua vita utile delle immobilizzazioni materiali ed immateriali. La prudenza sta nel fatto

che, sapendo di dover procedere all'eventuale alienazione di quei beni, in un periodo di tempo ristretto, va

da sé che la prudenza, ritengo, guidi giustamente l'Amministratore nell'approvazione della voce.

In particolare, si è proceduto allo stanziamento di 16 milioni 310 mila euro relativi alla svalutazione delle

immobilizzazioni materiali ed immateriali, rilevate al fine di allineare il valore delle attività al loro

presunto realizzo. Il loro presunto realizzo sta a significare al loro reale valore di mercato. La perizia è qui,

la possiamo approfondire in ogni sua specifica parte, così come asseverata dal tecnico il 28/04/2014.

La copertura delle perdite di esercizio, per 39 e rotti milioni di euro, non è risultata necessaria poiché

sospesa ai sensi dell'articolo 182 sexies della legge fallimentare, in ragione della proposizione del

concordato preventivo, anche se solo nella forma meramente prenotativa, già autorizzato, come detto, con

delibera 255 del 17 giugno 2014.

Nelle more della predisposizione del piano della proposta concordataria, il 12 settembre 2014 perviene

alla GAM, da parte della società Aria Food Spa, una manifestazione d'interesse rispetto agli asset della

società. E, più in generale, al progetto di rilancio della filiera avicola molisana, avendo tratto la suddetta

società dall'esame del Piano industriale redatto da GAM, nel febbraio 2014, ad opera e cura esclusiva del

gruppo di lavoro della GAM, indicazioni per una positiva valutazione della sostenibilità dell'iniziativa.

Detta manifestazione d'interesse non è stata né approvata né condivisa, per chiarezza, dalla Giunta

regionale. Ma la Giunta regionale si è limitata, il 27 ottobre 2014, a prendere atto della proposta

pervenuta, ritenendo il Consiglio regionale l'istituzione in grado di approvare o non approvare...

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(intervento fuori microfono).

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Lo dico io, e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, altrimenti forse l'avremmo approvata,

la proposta, invece che limitarci a prenderne atto.

Vado avanti e poi proviamo a ragionare di futuro, perché penso che l'ordine del giorno era soprattutto

concentrato per capire che cosa questo Consiglio regionale intende fare della filiera avicola, della filiera

saccarifera e anche delle altre partecipate.

L'Amministratore unico di GAM, con nota del 24/11/2014, ha fornito al socio unico, Regione Molise, una

relazione in ordine agli elementi essenziali caratterizzanti la proposta preliminare della società Aria Food,

rivolta all'attuazione di un progetto di ripristino e di rilancio della filiera.

In particolare modo la proposta è finalizzata alla rinascita e allo sviluppo con mantenimento dell'intera

filiera, ivi comprese le attività agricole e industriali, all'interno del territorio del Molise e all'interno delle

attività Aria Food, ripristinando entro tre anni l'intera filiera avicola molisana, progressivamente autonoma

nella produzione di uova da pulcino - obiettivo da raggiungere in cinque anni, secondo quel passaggio

previsto nel Piano industriale con il timing previsto dallo stesso Piano - che abbia in particolar modo a

regime una produzione di 550 mila polli alla settimana orientata alle lavorazioni di prima, seconda, terza,

quarta e quinta, con un fatturato annuo stimato di 108 milioni di euro a regime, così come da piano

industriale.

Rispetto a tutto questo, è evidente che si prevede un piano importante di investimenti. Ma il Piano

industriale di investimenti non si promette a nessuno. Nel momento in cui si parte con un piano di

investimenti, si segue la procedura a evidenza pubblica, per cui si fa un bando rispetto al quale chi ha

interesse, i requisiti, i titoli risponde e risulta o meno aggiudicatario delle risorse ammesse messe a bando.

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C'è un tema della gestione intermedia. Il tema della gestione intermedia ce lo siamo posto insieme ai

lavoratori rappresentati da RSU e sigle sindacali, capendo se esistono i presupposti perché si proceda a

una gestione temporanea di alcuni asset che oggi GAM ha in piedi per garantire quella continuità

industriale che è presupposto fondamentale perché si possa ricorrere agli ammortizzatori sociali nel fatto,

specifico alla cassa straordinaria, perché se avessimo spento tutti i motori della filiera non avremmo avuto

nemmeno i benefici della cassa integrazione ordinaria. E allora cominciamo a discutere di una gestione

temporanea. Ma ribadisco: anche sulla gestione temporanea è indirizzo della Giunta regionale chiedere il

pronunciamento al Consiglio regionale, così da avere condivisione su tutto il percorso visto che parliamo

di futuro e visto che parliamo di eventuali impegni o economie di risorse regionali.

Voglio ricordare che con l'approvazione della legge di stabilità, pubblicata il primo gennaio, quindi due

giorni dopo la nostra delibera di approvazione dei termini del concordato, i Presidenti delle Regioni e delle

Province Autonome, i Presidenti delle province, i Sindaci e gli altri Organi di vertice delle

Amministrazioni, di cui al comma 611 in relazione ai rispettivi ambiti di competenza, definiscono e

approvano, entro il 31 marzo 2015, un Piano Operativo di razionalizzazione delle società e delle

partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione,

nonché l'esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire. Tale Piano, corredato da un'apposita

relazione tecnica, è trasmessa alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e

pubblicato nel sito internet istituzionale dell'Amministrazione interessata. Entro il 31 marzo 2016, gli

Organi di cui al primo periodo predispongono una relazione sui risultati conseguiti, che è trasmessa alla

competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e pubblicata nel sito internet istituzionale

dell'Amministrazione interessata.

Questo vuol dire che il sottoscritto, entro il 31 marzo, dovrà fare il Piano delle dismissioni di tutte le

partecipazioni o l'esclusiva partecipazione che ha nelle varie strutture.

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Rimane il tema della gestione temporanea. Oggi abbiamo stimato che la gestione temporanea

dell'incubatoio con il coinvolgimento di circa 32 addetti costa alla Regione un milione di euro all'anno.

Rispetto a questo tema, nell'approvazione del Bilancio consuntivo 2013, noi abbiamo ricevuto una

osservazione importante da parte della Corte dei Conti in merito proprio alla gestione delle partecipate. E

allora sarà bene che questo Consiglio regionale, per il quale chiedo al Presidente l'iscrizione all'Ordine del

Giorno della delibera, poi mi direte se è necessario un passaggio in Commissione - sarà giusto e bene che

ci sia, il passaggio in Commissione, perché, in tempi brevi, questo Consiglio si esprima in merito alla

delibera 747 del 30 dicembre - tenendo presente che insieme a questa delibera ritengo che il Consiglio

dovrà esprimersi anche su questa fase temporanea di gestione, così da avere massima e totale

condivisione.

Aria Food si è espressa per una gestione temporanea che prevede l'assorbimento di 24 dei 32, non so

perché 24, ma sono delle valutazioni che Aria Food fa in merito all'assorbimento di questa forza lavoro,

immaginando il coinvolgimento di altri 6 addetti, da selezionare sempre e solo tra i dipendenti GAM. E

contestualmente ha acquisito una struttura di macellazione in provincia di Avellino per la quale prevede

l'assorbimento di un primo blocco di 15 addetti, sempre tra i lavoratori della GAM, per poi arrivare a 30

unità lavorative non appena superati gli 80 mila capi da macellare...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Sì. Ci arrivo, ci arrivo. Chiaramente, rispetto a questi temi, prima ancora di portare la proposta in

Consiglio regionale, abbiamo attivato una condivisione partenariale tra proponente e rappresentanze

sindacali, per arrivare poi a una discussione in assemblea che preveda appunto la partecipazione di tutti i

lavoratori. In particolar modo, sulla domanda specifica del Consigliere Fusco, l'idea è quella di prevedere

il contratto che aveva Solagrital, quindi con la messa, eventualmente, in sicurezza, seppur un contratto

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agricolo, dei lavoratori. Abbiamo verificato la messa in sicurezza dell'eventuale passaggio da dipendente

della GAM per un contratto a tempo determinato per la sola e esclusiva fase temporanea e transitoria da

affidare all'Aria Food. Quindi, contratto agricolo, a parità dell'importo contrattuale di cui oggi godono i

lavoratori, con la considerazione che anche le spese di logistica, di spostamenti dei lavoratori sarebbero a

carico dell'Aria Food, trattandosi di un impianto a circa, mi sembra, 80 chilometri dalla sede di Boiano.

Su questi temi è intenzione del Governo, come detto e come ribadisco, di acquisire la condivisione del

Consiglio regionale, tenendo presente la gestione impropria oggi sancita con legge dello Stato,

evidentemente ci mette nelle condizioni di dover pianificare oggi l'uscita definitiva dalle partecipate.

Ribadendo che non c'è nessun aggiudicatario di risorse pubbliche. La Regione investirà risorse solo e

esclusivamente con il bando. Se c'è una gestione a carico di GAM, rimarrà un impegno, ribadisco, che

varrà almeno un milione di euro di perdite che la gestione dell'incubatoio, con l'attuale forza lavoro, in

previsione determinerà a fine 2015. Aggiungo, visto che prima il Consigliere Federico ne faceva

riferimento, che i 600 mila euro previsti nella delibera con la quale approviamo in sostanza la relazione

predisposta dall'Amministratore unico, servono a pagare i costi di gestione del 2014. Quindi, 400 mila

euro stanziati prima e 600 mila euro stanziati dopo, equivalgono al milione di euro che oggi ci è costata la

gestione in proprio dell'unico asset che è relativo, appunto, all'incubatoio.

Ricordo che l'incubatoio funziona perché c'è un contratto di conferimento ad AIA. Non credo che gli altri

competitor oggi vedano di buon occhio il rilancio, oggettivamente, della nostra filiera. Avere una gestione

in duopolio dell'avicolo in Italia, sicuramente dà la possibilità di creare cartello. Oggi il rilancio della

nostra filiera, invece, creerebbe qualche scompenso in questo duopolio.

Ultimo passaggio: marchio. Come detto, il marchio è sempre stato dell'Arena, non è mai stato né di

Solagrital, né di GAM. C'è una procedura concorsuale che ha visto le decisioni delle varie gestioni che

hanno spacchettato il marchio in Arena fresco, Arena Surgelato e Pollo Arena. Aria Food, unico

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partecipante al bando - non so se era la quarta o la quinta asta, in ogni asta la valutazione chiaramente era

al ribasso - è stato l'unico concorrente, per cui si è aggiudicato il marchio Pollo Arena. Se noi avessimo

partecipato all'acquisto del marchio -e mi assumo la responsabilità anche di quello che sto per dire- sono

convinto che sarebbe stata una responsabilità personale, visto che non solo dobbiamo uscire dalle

partecipate, ma addirittura noi saremmo tornati ad investire non so per quale rilancio produttivo. E allora,

con quello spirito di condivisione e costruzione, al quale ci invitava il Consigliere Fusco, io dico che non

solo il Governo regionale parteciperà il Consiglio sulle scelte strategiche della GAM, per cui chiedo che in

tempi rapidi, se è giusto il passaggio in Commissione… se si può superare il passaggio in Commissione,

discutiamo immediatamente in Consiglio regionale...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

No, l'ho già chiesta al Presidente, l'iscrizione. Valutiamolo in funzione, chiaramente, del Regolamento.

Tenendo presente che discutiamo di concordato, quindi, condividiamo la scelta di impegnare sì dieci

milioni circa nel quinquennio per pagare esclusivamente i debiti pregressi, visto che il corrente lo abbiamo

pagato tutto. Mi spiego: tutto ciò che GAM ha acquistato in termini di beni, servizi e professionalità in

questi due anni di gestione, con gli ultimi seicentomila euro, stanziati nella delibera, ha pagato tutto.

Ereditiamo una serie di debiti dalle precedenti amministrazioni. Riceviamo un contenzioso importante, in

termini di IVA e di altro, dalle gestioni precedenti, per cui trovate accantonate quelle somme. Da quando

ci siamo noi, GAM non ha procedure in corso. E allora chiedo che...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Presidente, è chiuso, sta lavorando. Se poi mi dice che noi dovevamo continuare così come ci siamo

ritrovati ad inizio del mandato, io le ribadisco che sono più che convinto delle scelte rigorosamente

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impopolari, che mi hanno visto contestato da un'Assemblea nella sua totalità. E capisco anche le lamentele

dei lavoratori. Però se non avessimo avuto quella determinazione, io le dico che noi non avremmo

cominciato a parlare di socializzazione. Avremmo dovuto ripianare i debiti non per un milione di euro, ma

almeno per quindici milioni di euro, così come negli anni passati, e non saremmo nelle condizioni di avere

costruito un Piano industriale credibile, Consigliere Federico, ma non perché ci deve investire la Regione,

ma perché c'è l'interesse della socializzazione e perché c'è l'interesse di qualche imprenditore. Uno che si è

già manifestato addirittura per questa fase transitoria, che non prevede nessun contributo pubblico, e

rispetto a questo io ritengo che, in tutta onestà, abbiamo svolto, non perché non ce ne sia stata prima, ci

mancherebbe, ma con altrettanta onestà, il nostro dovere. Mi auguro che, se non domani, mercoledì ci

possa essere l'Assemblea con i lavoratori, così, subito dopo l'Assemblea, si potrà definire anche un verbale

di condivisione o no rispetto alla gestione temporanea, e si potrà chiamare a deliberare in tal senso il

Consiglio regionale anche su questo aspetto.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente Frattura. Lei ha fatto due richieste, se non ricordo male, nel corso del suo intervento

conclusivo: una era un eventuale invio in Commissione della delibera di Giunta regionale n. 747 del 30

dicembre 2014 - sì, un attimo solo, giusto per rispettare il nostro Regolamento e la consuetudine - e l'altra

era l'iscrizione. Allora, se l'Aula intende aderire alla richiesta del Presidente di un eventuale invio in

Commissione per procedere ad una fase istruttoria di approfondimento, io non posso procedere alla

votazione dell'iscrizione, perché l'iscrizione è successiva alla ritrasmissione da parte della competente

Commissione dopo il suo parere. E quindi, se si dovesse procedere in questa direzione, pregherei il

Presidente della Prima Commissione, o della Commissione competente, di analizzare questo documento e

di procedere con urgenza, magari nella giornata di lunedì integrando il loro Ordine del Giorno, le loro

convocazioni con questo documento. Magari se fossero Prima e Seconda Commissione congiunte sarebbe

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meglio, perché concerne le attività produttive e finanziarie. Quindi, dobbiamo scegliere: se prevale la

procedura di un'eventuale istruttoria in Commissione, poi la votiamo nel pomeriggio, perché adesso

dobbiamo chiudere, non essendo possibile fare iscrizioni di nuovi argomenti. Presidente, va bene questo

indirizzo?

PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DI LAURA FRATTURA

Io però, chiedo scusa, in prima battuta ho chiesto il passaggio in Commissione, però ribadisco la richiesta

ai colleghi: se fosse possibile l'iscrizione direttamente all'Ordine del Giorno del Consiglio, penso che

bruceremmo...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DI LAURA FRATTURA

Magari. Se c'è la possibilità di organizzare ad horas la Commissione, così da poterla iscrivere all'ordine

del giorno...

PRESIDENTE

Scusate, ricordo che oggi è venerdì. Se dobbiamo procedere nel far intervenire le due Commissioni, nella

mattinata di lunedì i due Presidenti di Commissioni convocheranno, per l'esame di questo documento,

con...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Allora, un minuto di sospensione. Concordiamo qual è la procedura da portare avanti.

(Il Consiglio è sospeso alle ore 13:02)

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RIPRESA DEL CONSIGLIO

- ORE 13:03 -

PRESIDENTE

Scusate, evitiamo di andare al di là della normale procedura che abbiamo sempre adottato, per cui

ribadisco, se i due Presidenti di Prima e Seconda Commissione sono d'accordo, votiamo l'invio della

delibera n. 747 per l'istruttoria in via di urgenza, in modo da convocare lunedì mattina. Appena definita

nella Commissione di lunedì, magari porteremo la delibera in Consiglio ordinario aggiornandolo a

venerdì.

Qualcuno dei due Presidenti, il più anziano, che deve fare le convocazioni, cortesemente può dire il suo

parere?

CONSIGLIERE PARPIGLIA

Va bene, per me non ci sono problemi, come credo anche per il Presidente Ioffredi, di rinviare a lunedì,

considerata anche l'importanza e la operatività della delibera stessa, in quanto, come mi riferiva un

collega, è già operativa la delibera, perché è stata notificata già alla Finmolise. Quindi, io personalmente

ritengo che forse al massimo si possa magari fare la Commissione ad horas, immediatamente, magari oggi

pomeriggio, e affrontare...

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE PARPIGLIA

Se si deve fare lunedì, va bene. Però per me si può fare anche subito.

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PRESIDENTE

Allora, Presidente della Prima Commissione, va bene lunedì mattina? Allora, se cortesemente, votiamo

l'invio in Commissione del provvedimento distinto con l'oggetto numero 450, che riguarda la delibera 747

del 30 dicembre 2014, in procedura d'urgenza per lunedì mattina, nelle due Commissioni, Prima e

Seconda, congiunte, in modo da definirlo nella giornata di lunedì. Poi, nel pomeriggio magari preannuncio

l'aggiornamento a venerdì mattina, per l'esame di questi argomenti.

CONSIGLIERE PARPIGLIA

Però Presidente, mi perdoni, ma non si può fare ad horas? Anche per un fatto di operatività. Cioè sabato,

domenica, lunedì. Io ritengo che sia meglio farla ad horas, questa Commissione, altrimenti l’iscriviamo

all'Ordine del Giorno. È un problema che conosciamo a fondo, che conosciamo benissimo, di grande

importanza. Non vedo la necessità di rinviare a lunedì, per poi affrontarlo di nuovo. L'affrontiamo. È una

vicenda che gli amici del Centrodestra conoscono benissimo, perché l'hanno governata per tanti anni, noi

la conosciamo altrettanto bene. Voglio dire, siamo molto favorevoli, la discutiamo in Consiglio. Io la

voglio fare ad horas.

PRESIDENTE

Allora, scusate, siccome sono le 13.10, per favore, è inutile che andiamo contro il Regolamento, io pongo

in votazione l'invio della delibera 747 del 30 dicembre 2014, all'esame della Prima e Seconda

Commissione congiunta, con urgenza, a lunedì mattina, alle 10.00.

Prego, Presidente Totaro.

CONSIGLIERE TOTARO

Grazie, Presidente. Cerchiamo di definire prima la questione e poi eventualmente votiamo, se lei decide di

far votare; non è che ci asteniamo nell'esprimere un voto. Anzi, io dico questo: trattasi di un atto

amministrativo, giusto? Ovviamente, l'atto amministrativo segue un percorso che ha sempre seguito in

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Consiglio regionale, che è quello della Giunta prima, Commissione dopo e Consiglio regionale come atto

finale.

Però, nella deliberazione che è stata effettuata dalla Giunta, c'è un passaggio, ed esattamente il punto

numero 8, in cui dice di inviare l'atto alla Finmolise, per dar seguito a quello che si è deciso.

Supponiamo che la Commissione decida, perché è nelle sue competenze, di modificare i 600 mila euro,

portarli a 500 mila. Ovviamente la Finmolise sta già procedendo per i 600 mila, quindi... questo è un

consiglio che do: che oggi, con questa deliberazione, si possa procedere all'approvazione e quindi alla

presa d'atto della delibera, effettuata dalla Giunta regionale, direttamente dal Consiglio regionale;

altrimenti rischieremmo su un deliberato fatto dalla Giunta regionale. Il Consiglio prenda atto, così come

s'è fatto anche su altre procedure, anche perché, di fatto, l'atto della Giunta è già esecutivo, per gli ulteriori

passaggi che sono stabiliti dal nostro Regolamento e dal nostro statuto.

Quindi, io credo che sia opportuno che il Consiglio prenda atto e che la delibera continui il suo percorso,

che già di fatto è stato avviato.

PRESIDENTE

Scusate, mi pareva...

CONSIGLIERE PARPIGLIA

Abbiamo votato pure le biomasse, quindi...

PRESIDENTE

Però, scusate, mi pareva di capire che il Presidente Frattura, per... Un minuto di sospensione.

(Il Consiglio è sospeso alle ore 13:11)

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- RIPRESA DEL CONSIGLIO -

- ORE 13.13 -

PRESIDENTE

Va bene come procedura, siamo d'accordo. L'invio in Commissione per lunedì mattina alle ore 10:00 con

preghiera al Presidente più anziano di età di fare le convocazioni congiunte.

Favorevoli all'invio in Commissione?

Contrari?

Astenuti?

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE

Allora, mi chiedeva, Presidente Iorio, giusto per chiudere. Perché dopo l'intervento conclusivo sul tema

del Presidente Frattura, solo se ci sono fatti nuovi, le concedo la parola. Però, mi deve dire il fatto nuovo

qual è, rispetto alla dichiarazione del Presidente Frattura.

CONSIGLIERE IORIO

Sì, Presidente, naturalmente. Però mi consenta anche di dire, che insomma, abbiamo utilizzato una

procedura un po'... perché l'intervento del Presidente della Giunta si inseriva nell'argomento, non

concludeva alcunché, perché non c'era nulla da concludere. Quindi, non è una conclusione, è un parere,

una comunicazione del Presidente della Regione sull'argomento. Credo che sia giusto anche poter

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replicare a qualsiasi comunicazione faccia il Presidente al Consiglio regionale. Non voglio, però, replicare.

Io voglio solo precisare...

PRESIDENTE

Ecco. Su fatti nuovi, sì.

CONSIGLIERE IORIO

Ci sono fatti nuovi sicuramente, perché si è parlato un po' di tutto. Ma credo che abbiamo due punti di

vista diversi, e su questo non c'è alcun dubbio. Però alcune affermazioni, Presidente, non è che noi

abbiamo lasciato i debiti. Noi abbiamo lasciato i debiti e l'azienda funzionante. Oggi abbiamo solo i debiti.

Mi pare che la storia debba essere interpretata in questa maniera. Poi, non sono d'accordo sul fatto

dell'impegno finanziario sproporzionato. Ricordiamo che la Solagrital aveva un fatturato di 100 milioni di

euro, all'epoca. 100 milioni di euro. E adesso vorrebbe ritornarci, fra 3 anni, 4 anni o 5 anni, quando sarà.

Anche l'intervento pubblico in quella direzione preordinato alla conservazione dell'attività, faceva parte di

una exit strategy. Caro Presidente, exit strategy non significa chiudere, svendere tutto, arrivederci e

grazie, perché non ci vuoi mettere soldi. Chiunque deve vendere un patrimonio, lo deve valorizzare. Lo

dice la norma, le leggi, il Codice Civile e quant'altro. Quindi, non si possono fare svendite, si devono

valorizzare le strategie per la cessione dell'attività. Presidente Frattura, il Governo nazionale ha impegnato

2 miliardi di euro per Taranto, l'ILVA di Taranto. Io credo che l'intervento per questa Regione riguardo

alle grandi crisi, perché noi abbiamo alcune grandi crisi industriali, debba essere fatto, debba essere

chiesto con maggiore vigore. Ma non ci si può presentare al Tavolo dicendo che si rinuncia a partecipare

finanziariamente per la ripresa di attività produttive della Regione. Cioè, che il pubblico intervenga;

perché il pubblico sta intervenendo dappertutto. Sta intervenendo dappertutto per una evidente situazione

di difficoltà. E mi risulta particolarmente strano e apprezzabile anche l'intervento di questo imprenditore

che viene con i fondi propri per fare un'attività intermedia. Io credo che vada valutato positivamente. Ma a

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me sembra ancora difficile immaginare credibile un programma di ripresa in questa direzione e con questi

tempi. Non siamo... non sono personalmente contrario a che si proceda a quanto è stato deciso dalla

Giunta; perché io ho letto una delibera che non rinviava al Consiglio la decisione. Certo, bisognerebbe

anche qui sapere qualcosa di più, se ci sono dei contratti, se ci sono degli impegni finanziari, se ci sono...

perché, insomma, mi sembra una soluzione che ancora, diciamo, deve essere capita. Fermo restando che

qualsiasi soluzione utile alla ripresa di quella attività, io credo che riceverà il consenso di tutti. L'unica

cosa che ci divide e ci dividerà, diciamo, sempre, sarà la valutazione e il comportamento tenuto in

difformità di quanto noi avremmo fatto, ma questo era nel suo potere, nella decisione di chiudere l'attività

produttiva dell'azienda. E ci ritorno, sull'argomento, perché l'attività poteva essere ridotta, si poteva fare la

ristrutturazione del personale, che era stata pure prevista, per ridurre le perdite... si potevano fare tante

iniziative, bastava affrontarla con la volontà di chi voleva conservare un valore e non abbatterlo, non

distruggerlo. Perché per me quel valore, non solo per me, è stato abbattuto e distrutto, in parte. Non so se

definitivamente, questo lo dirà il futuro. Però intanto è stato distrutto. E quando parliamo di milioni di

euro, anche per non impressionare l'opinione pubblica, noi parliamo sempre di interventi pubblici tesi alla

ripresa di un'attività di quel valore. Ecco perché... ci tengo a dirlo, perché se no sembra che uno voleva

sperperare: voleva conservare un patrimonio e un valore che per la Regione era importante. Poi vedremo

per lo Zuccherificio come si procederà, ma intanto su questa questione io volevo fare alcune precisazioni e

anche saperne qualcosa di più, ma vedo che ne riparleremo in occasione della decisione del concordato.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente Iorio. Mi aveva chiesto la parola il Presidente Frattura. Prego, e chiudiamo l'argomento

GAM.

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PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Sempre per dovere di cronaca e visto che continuiamo a parlare del passato: Presidente, tanto per essere

chiaro, Solagrital e GAM non hanno mai fatturato 100 milioni di euro, mai nella storia. Mai. Arena è un

altro ragionamento. Solagrital e GAM...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Ho capito, ma Arena non era socio della Regione. Il problema è che Arena comprava da Solagrital e non

pagava. Tant'è che Solagrital...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Allora, Presidente, per dovere di cronaca...

PRESIDENTE

Però non facciamo dibattito.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Presidente, allora, per cortesia. Se noi 50 milioni di euro in tre anni... 50 milioni di euro per i quali non ci

ritroviamo nulla se non gli impianti all'interno del contenitore macello. Quello è nostro. Due centri

pollastre e il mangimificio, punto interrogativo. Abbiamo speso 50 milioni di euro per comprare questa

roba. Io dico, e mi assumo la responsabilità, e me la sono assunta con i lavoratori: per noi questo non è un

modo di accompagnare l'occupazione. Non è un modo di garantire continuità ai livelli occupazionali...

(intervento fuori microfono)

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PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Non è modo. Va bene. Però, chiedo scusa, noi abbiamo assistito al fallimento della Solagrital, che porta un

nome e una firma. Abbiamo assistito al fallimento di GAM, che porta un nome e una firma. Noi ci siamo

assunti la responsabilità di dire: chiudiamo.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Però, Presidente, un secondo.

PRESIDENTE

Scusate. Mi scusi, Presidente Frattura.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Presidente, un secondo. Noi...

PRESIDENTE

Per favore. Abbiamo la chiusura dell’argomento. Dopo, ci sarà da ridiscutere, nella seduta pomeridiana.

L'argomento credo sia iscritto al numero 22.

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Noi, Presidente, per onestà...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Ma difatti, noi non ci arriviamo al fallimento. Non arriviamo alla...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Arriviamo al concordato, ma...

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(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

No, però, Presidente, noi paghiamo i debiti che lei ci ha lasciato. Non ci sono debiti nostri!

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Ma ci sono i bilanci, Presidente. La deve smettere di usare questi toni che non esistono! Io so che 15

milioni di euro all'anno i molisani non li hanno pagati per garantire una struttura che non è competitiva,

che non è a norma...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

All'anno. All'anno. E vada a vedere i bilanci. Forse quando glieli portavano in Giunta non li guardava con

attenzione. Quei bilanci li ha approvati lei in Giunta, i bilanci della GAM. Per noi...

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Adesso noi siamo parlando di rilancio. Stiamo parlando di rilancio della filiera. Con la differenza che la

Regione non investe somme proprie delle tasse dei cittadini molisani, ma prova a investire risorse

destinate ad investimento per un rilancio produttivo, e costruisce la filiera non con la partecipazione della

Regione. Quando il Consigliere Federico chiede: "La Regione che fa in tutto questo?". Rispondo: “E’

fuori. Non entra nemmeno con lo 0,1...”.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Benissimo. La sua, però, non exit strategy ha significato 50 milioni di euro che in tre anni, purtroppo, la

Regione ha sperperato, perché non ha prodotto nulla, più una serie di debiti.

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(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Certo, più una serie di debiti che comunque, con il concordato, dobbiamo pagare. Li paghiamo tutti, non è

che li paghiamo noi. Se lei mi dice che in quel Bilancio di liquidazione per il concordato, c'è un euro di

debito costruito da noi, io le dico che ha una virgola di ragione. Però la sfido anche su questo, come le ho

detto, sulla perizia, di verificare dove sta l'euro di debito che questa gestione ha contratto nei confronti dei

fornitori o dei contenziosi di varia natura.

(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Però chiariamoci un attimo, scusate. Io chiudo l'argomento, è mio compito ripristinare. Chi mi chiede la

parola, io gli do la parola, però non accetto che si faccia il dibattito mentre un relatore, un Consigliere sta

facendo la sua relazione e il suo intervento. E che sia l'ultima volta, altrimenti chiudo il Consiglio. Perché

il vociare è mancanza di rispetto, anche nei confronti di chi ci ascolta. E vi ribadisco che siamo in diretta

streaming, e ci vedono in tutto il mondo. Cerchiamo di farla funzionare bene quest'Aula, per favore.

Presidente, se vuole chiudere, può chiudere, altrimenti lo ritengo chiuso, l'argomento. Va bene così? Bene.

Allora, è chiuso l'argomento GAM. Apriamo l'argomento Zuccherificio. Chi vuole? Prego, Consigliere

Manzo, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MANZO

Grazie, Presidente. Diversa è la situazione dello Zuccherificio rispetto alla GAM. C'è un concordato

preventivo, c'è un bando di gara, sappiamo che il quarto bando di gara è andato perso. Il prossimo, il

quinto bando, per un prezzo ancora di 20 milioni di euro che comunque segnerà il destino anche di questo

stabilimento.

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Permettetemi, colleghi, però di ricostruire un po' la vicenda dello Zuccherificio, perché quando si parla di

situazioni economiche bisogna dare una certa continuità a quello che diciamo. E, quindi, bene o male

conosciamo un po' tutti la storia del nostro stabilimento, nato nel 1969, appunto, quando la produzione

dello zucchero era vista come una grande opportunità. Tant'è che io più volte ho chiesto di far visita allo

Zuccherificio, una volta mi è stata data la possibilità di andare, non in rappresentanza istituzionale; è

possibile leggere sulle pareti dello stabilimento: "Il consumo dello zucchero e l'indice del benessere dei

popoli". Questo nel 1969.

La finalità era quella di consentire la coltivazione della barbabietola anche nel Molise, nell'alta Puglia e

nel basso Abruzzo, zone lontane dagli zuccherifici esistenti all'epoca. Si riteneva, inoltre, determinante per

l'economia agricola, diffondere anche una cultura da rinnovo, che salvaguardasse la fertilità dei terreni

dediti fino ad allora alla monocoltura, cioè al grano, e che desse all'agricoltura, all'agricoltore in

particolare, sicurezza di prezzo e di ritiro del prodotto. E, infine, che creasse benefici occupazionali in una

Regione, il Molise, afflitta da una forte emigrazione all'epoca, e fra le più povere d'Italia, come oggi.

Nacque così lo Zuccherificio del Molise, prima azienda del Nucleo industriale di Termoli che, se agli

albori segnò il decollo dello sviluppo industriale della Regione Molise, dal 2006 ad oggi ha registrato una

storia funestata da perdite.

Prima del 2007 la Regione Molise, non aveva partecipazioni dirette nella società, ma possedeva in via

indiretta, attraverso l'ERSAM, il 41,25 per cento del capitale, pari, attualmente, a 2 milioni di euro.

Nell'anno 2007 la Regione Molise entra direttamente nel capitale sociale, sottoscrivendo il 24,51 per cento

delle azioni, con un conseguente esborso di circa 16 milioni di euro. Tale operazione è stata effettuata

nell'ottica di risolvere problemi connessi all'approvazione da parte dell'Unione Europea, della riforma

dell'Organizzazione Comune di Mercato (OCM) per lo zucchero, senza alcuna risposta, però,

programmatica e mutamenti che il mercato dello zucchero subiva.

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Noi non siamo degli esperti del mercato dello zucchero, ma come si evince dal PSR (Programma Sviluppo

Rurale), in Italia il settore saccarifero tradizionale ormai non è più redditizio, a seguito di processi di

concentrazione industriale che hanno riguardato l'intero settore a livello europeo e che ha preso in

considerazione il sistema di assegnazione delle quote e la loro successiva distribuzione ai produttori; ha

visto progressivamente ridurre il numero degli impianti, da 76 agli attuali 4. I risultati di questi processi di

concentrazione hanno portato un impianto italiano a lavorare mediamente 55 giorni all'anno. A questo

possiamo aggiungere tranquillamente la perdita della sovranità alimentare che l'Italia sta subendo, insieme

ad altri paesi.

In seguito all'OCM 2006, con il Programma di Sviluppo Rurale del periodo 2007-2013, si prospettavano

sostanzialmente tre strade per lo Zuccherificio: sostenere il processo di riconversione produttiva delle

imprese agricole, coinvolte nel processo di ristrutturazione del settore bieticolo saccarifero in un'ottica di

filiera, o intervenire a supporto dei progetti di ristrutturazione dell'industria saccarifera, o ancora

promuovere la diversificazione verso attività extra-agricole.

La Regione Molise, in seguito alla riforma, ha optato per un progetto di ristrutturazione. Nel corso degli

anni successivi, tuttavia, l'andamento aziendale e le difficoltà di reperire supporto finanziario, hanno

causato una serie di risultati negativi di gestione, tanto da portare gli altri soci a sganciarsi

progressivamente dalla società, lasciando la Regione Molise quale unico socio in possesso della totalità

delle azioni.

Nel periodo 2007-2012 la Regione Molise impiegò rilevanti risorse finanziarie per consentire la

prosecuzione dell'attività della società. Leggendo la delibera di Giunta del 31 gennaio 2012 numero 59, è

possibile rilevare che le somme impiegate per la sottoscrizione di capitale e per la concessione di

finanziamenti, direttamente dalla parte della Regione, o tramite Finmolise, ammontavano a circa 46

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milioni di euro. Un dato allarmante che avrebbe dovuto far capire sin da subito alla Regione, socio al 98

per cento del 2012, che non aveva alcuna competenza nel campo delle attività produttive.

Negli anni, la mancanza di una pianificazione di medio-lungo termine, coerente con le esigenze di

riorganizzazione strategico-produttiva dell'azienda, unitamente alla progressiva riduzione del prezzo dello

zucchero, ha condotto la situazione di crisi e d'incertezza che stiamo vivendo. Nel 2012, inoltre, essendo

venute meno le condizioni per la normale operatività gestionale del vecchio Zuccherificio del Molise, il

nuovo organo amministrativo decide per la presentazione del concordato preventivo mediante la creazione

di una newco, Nuovo Zuccherificio del Molise Srl, e l'affitto del ramo produttivo alla medesima, passando

in capo alla controllata protesti, ipoteche e debiti.

Ma torniamo ad oggi. Anche per il quarto bando, come ho detto precedentemente, per l'acquisizione dello

Zuccherificio Spa, in regime di concordato preventivo, nessuna offerta è stata depositata.

Quali prospettive per lo Zuccherificio del Molise? Qui vorrei riallacciarmi anche un po' alla situazione

della GAM, un po' diversa perché il prezzo dello zucchero è legato ad una situazione di mercato diversa.

Infatti, tutto dipende dalla sostenibilità dell'attività, e in particolare dal prezzo stesso dello zucchero che è

costantemente in calo. C'è una parte di prezzo dello zucchero che negli anni è andata sotto forma di

incentivo alla coltivazione per sovvenzionare, in qualche modo, il mondo bieticolo. Quindi, metà del

prezzo è fisso e imposto dalla Comunità Europea, e metà è variabile. Inoltre dal 2017, con l'eliminazione

delle quote, la parte variabile è stata demandata alla negoziazione individuale tra aziende e bieticoltori.

Più volte il Movimento 5 Stelle ha presentato come esempio di buona gestione la Co.Pro.B. (Cooperativa

Prodotti Bieticoli). La Co.Pro.B. che cos'è? La Co.Pro.B. è una cooperativa per la produzione dello

zucchero che anche ad oggi sta subendo, comunque è in difficoltà, in quanto comunque anche la Co.Pro.B.

subisce in qualche modo il prezzo dello zucchero. Però cos'ha fatto? Ha garantito l'attività produttiva per

tutto l'anno, anche attraverso la raffinazione di zucchero grezzo di canna, proveniente da filiere produttive

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agricole industriali, attive nei paesi dell'Africa centro sud. Quando il prezzo dello zucchero è

particolarmente alto, oltre a pagare il costo delle barbabietole, distribuisce gli utili ai bieticoltori. Questo

cosa vuol dire? Che lo zucchero è sostenibile se i bieticoltori sono parte di questo meccanismo, e

flessibilizzano il loro prezzo. Quando il prezzo è alto ce n'è per tutti, quando il prezzo è basso ce n'è poco.

La necessità di creare una cooperativa, quindi, era legata pertanto anche all'andamento variabile del prezzo

dello zucchero e del saccarosio. Ma insieme alla Co.Pro.B, noi del Movimento 5 Stelle vorremmo portare

anche altri esempi di socializzazione d'impresa. Possiamo portare, ad esempio, il caso a Scandiano, della

Provincia di Reggio Emilia, o della cooperativa Gres Lab, nata dalle ceneri della ex Optima Spa,

un'industria operante nel settore della ceramica. L'azienda in liquidazione è stata salvata da quaranta

operai, che si sono costituiti in cooperativa con il supporto della Lega Coop Reggio Emilia e il

finanziamento di Banca Etica. Interessante anche il caso della Fonderia Zen, una fabbrica con 141

dipendenti, nel cuore del nord-est. Qui vengono fabbricati componenti per auto e macchine agricole. Si

tratta di uno degli stabilimenti del gruppo di Florindo Garro che nel 2008 contava più di tremila dipendenti

e un fatturato di 510 milioni di euro. Dopo due anni di amministrazione straordinaria il destino segnato era

quello dei libri contabili in Tribunale, della chiusura dello stabilimento e dello sgocciolare dei mesi di

cassa integrazione, la raccolta di quote fra i lavoratori, una parte della liquidazione, per un massimo di

duemila euro a testa, la costituzione della cooperativa con un capitale sociale di duecentocinquantamila

euro e la parallela costituzione di una Srl tra i dirigenti dell'Azienda, hanno mutato il corso degli eventi. La

cooperativa e la società dei dirigenti hanno avanzato la proposta di interesse per l'acquisizione della

società. La proposta è stata valutata positivamente dal Ministero e ora restano solo pochi mesi, alcuni

passaggi burocratici, in vista dell'acquisizione ufficiale da parte di questa nuova società. La produzione

sarà governata da una società a responsabilità limitata, con una quota di maggioranza in mano alla società

degli ex dirigenti, ma alla cooperativa dei lavoratori spetta una quota intorno al 15 per cento. Casi isolati

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fino a un certo punto. Di esempi ne potremmo portare anche altri. In Sicilia, ad esempio, alcuni lavoratori

del cantiere navale di Trapani, licenziati nel dicembre del 2011, abbandonati in alto mare dai sindacati, si

opposero alla distruzione della loro azienda e grazie a una raccolta fondi promossa per otto mesi,

costituirono la Cooperativa Bacino di carenaggio. Sono piccoli esempi su come la cooperazione, se

intrecciata con la conversione ecologica, potrebbe aprire orizzonti incoraggianti. Come ricordate è

trascorso un anno dall'ultima audizione, il contratto di fitto scadrebbe nel 2015 e lo Zuccherificio detiene

quote zucchero, che non riesce a soddisfare, almeno fino al 2017. Per carità, guai se la politica dovesse

svestirsi del suo ruolo e continuare andando oltre quello di programmazione; ma non si può prescindere

dal dare un indirizzo politico. E' la prima volta che il Consiglio regionale affronta un dibattito in Aula

sulla crisi dello Zuccherificio. E vorrei dire una cosa al collega che siede nell'Ufficio di Presidenza in

rappresentanza della Minoranza: il Movimento 5 Stelle non è esecutivo, il Movimento 5 Stelle non ha

nominato un Assessore alle Attività produttive, un Assessore all'Agricoltura, non ha i dirigenti alle proprie

dipendenze in modo da poter dare esecutività alle proprie idee. Io penso che lei sappia tranquillamente la

differenza tra esecutivo e il resto. Quindi, la politica non può prescindere dal dare un indirizzo e

soprattutto dal dare risposte. Il 17 dicembre c'è stato un incontro a Roma con il Ministro dell'Agricoltura,

per dare risposte ai bieticoltori circa il futuro delle quote. E contemporaneamente, qui da noi, i dipendenti

del nostro zuccherificio vengono posti in cassa integrazione, e parrebbe che alcuni di loro avrebbero anche

chiesto una mobilità volontaria. Ad oggi sembrerebbe che Aria Food abbia posto un interesse anche verso

lo Zuccherificio. Sappiamo bene che Aria Group Food è una società, un gruppo, che si occupa anche di

energia. Conoscendo anche il decreto della competitività, in particolare all'articolo 30, misure urgenti di

semplificazione per utilizzo delle fonti rinnovabili nell'ambito della riconversione industriale nel comparto

bieticolo-saccarifero, non ci vorremmo ritrovare con un inceneritore nell'area già sottoposta a delle forti

pressioni ambientali, nella Regione Molise. Vorremo che la politica dia queste risposte. Ma soprattutto mi

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permetta di denunciare anche, Presidente del Consiglio, a questo punto, l'inutilità della Seconda

Commissione, perché addirittura abbiamo dovuto votare un ordine del giorno per poter discutere di una

questione inerente un'attività produttiva nella nostra Seconda Commissione. Una Commissione che,

comunque, ultimamente si riunisce soltanto per esprimere pareri e quando il parere è negativo, cosa fa? Fa

decadere i termini in modo che si passi ad un silenzio-assenso, come è avvenuto per una modifica proposta

dal delegato alla caccia sulla densità minima dei cacciatori in alcune aziende faunistico-venatorie. Noi

della Seconda Commissione, avevamo anche chiesto per le vie brevi, un coinvolgimento maggiore della

Seconda Commissione stessa, soprattutto per lo Zuccherificio. Avevamo chiesto al Presidente di

Commissione di fare una visita ispettiva allo Zuccherificio, di vedere effettivamente come stanno le cose,

di incontrare i lavoratori; questo per le vie brevi. A quanto pare non è servito a nulla, la prossima volta la

faremo in maniera formale, in modo da ottenere effettivamente una risposta, perché, a quanto pare, la

Seconda Commissione si riunisce esclusivamente laddove c'è la necessità di esprimere un parere. Grazie,

Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Consigliere Manzo, però sul funzionamento della Commissione, pur ringraziando per quello che

lei lascia a verbale, risponderà il Presidente se lo riterrà opportuno. Non è una cosa che compete alla mia

persona, le materie di competenza della Seconda Commissione le conosciamo ed è il Presidente a

disciplinarne i lavori e l'eventuale approfondimento degli atti a lui assegnati. Allora, proseguiamo. Ci sono

altri interventi? Prego, Consigliere Monaco, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie, Presidente. Solo per ricordare alla collega Manzo che ho fatto il Vicesindaco a Termoli e conosco

bene i ruoli della Maggioranza e dell’Opposizione, e conosco bene anche e soprattutto qual è il ruolo della

Maggioranza. Però, nella risposta che lei m'ha dato, mi conferma che si continua a fare solo populismo e

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demagogia, si fanno solo chiacchiere; di proposte non ne viene fatta mezza. E l'ha detto lei, non l'ho detto

io: il suo ruolo è quello di fare chiacchiere, di fare populismo. Non ha fatto una proposta. Me l'ha

confermato. Indirettamente me l'ha confermato.

(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE MONACO

E ma lei m'ha chiamato sul personale, io le rispondo sul personale.

PRESIDENTE

Allora, per favore, ribadisco: il Regolamento di funzionamento di questo Consiglio regionale è ben noto a

tutti. Se qualcuno si sente leso, c'è l'articolo del regolamento riguardante il fatto personale, è chiaro. Per

cui, io capisco che vogliamo iniziare all'insegna di un anno frizzante, però rispettiamo le regole all'interno

di quest'Aula. Lo dico anche a me stesso: nel rispetto della dignità di ogni Consigliere regionale. Prego,

continui.

CONSIGLIERE MONACO

Grazie, Presidente. Tant'è che non mi sono permesso di interrompere, proprio perché ho grande rispetto

delle Istituzioni e per le regole istituzionali. Noi abbiamo un problema serio. Anzi, più di uno. Che si

chiama GAM, che si chiama Zuccherificio, che si chiama Sanità, per citare solo i più importanti. Io credo

che il Governo regionale stia operando in maniera seria rispetto a queste scelte, ne approvo i passaggi, li

ho votati, li condivido, su alcune situazioni vanno fatti degli aggiustamenti, però entrare in una exit

strategy su queste aziende è necessario ed utile, e lo ribadisco. Sono su questa linea e credo che la Regione

Molise debba smetterla di fare assistenzialismo e debba cominciare a volare un tantino più alto.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Monaco. La parola al Consigliere Fusco. Prego.

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CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Poche parole, solo per dire che la nostra portavoce, almeno per quanto riguarda la Seconda Commissione e

anche per quanto riguarda la relazione sullo Zuccherificio, è stata la Manzo.

Io ci tengo a dire che noi abbiamo condiviso la sua relazione e la Consigliera Manzo, come tutte le altre

Consigliere, prima di venire in Aula, si dota di un lavoro di studio e di approfondimento, non di

chiacchiere. Allora, se queste sono chiacchiere, ripeto, anche il Consigliere Fusco fa chiacchiere,

comportandosi così come si è sempre comportata, insieme alla collega, anche in Commissione, cercando

di dare il contributo e cercando di approfondire queste chiacchiere. Io invece li chiamo contenuti,

contenuti seri, che si mettono a disposizione di questa Assise. Se poi questa Assise non ci vuole ascoltare,

noi non parliamo più. Grazie.

PRESIDENTE

Allora, per favore, ognuno è responsabile, io non posso mettere le note, non sono qui per fare il professore

o la maestra. Per favore, ognuno risponde delle proprie azioni nei confronti del pubblico. Quindi, per

favore, ogni Consigliere regionale sa il suo compito, il suo ruolo e la sua funzione qual è, e non ci

ritorniamo più sopra. Ognuno si assume le proprie responsabilità, di Maggioranza od Opposizione.

Quest'Aula è un'Assemblea legislativa e si viene per lavorare.

Ci sono altri interventi, prima di procedere a chiudere l'argomento? Assessore Facciolla, prego.

ASSESSORE FACCIOLLA

Grazie, Presidente. Io parto, senza aprire nessun tipo di polemica, ma credo che l'argomento, insomma,

naturalmente stimolasse una partecipazione attenta, anche perché su queste vicende, quella della GAM e

quella dello Zuccherificio, siamo tornati più volte. Quindi, probabilmente, il rilievo del Consigliere

Lattanzio era finalizzato a richiamare l'attenzione su argomenti che sono stati più volte sollecitati al

dibattito in Aula, che oggi trovavano la loro sede naturale nella discussione che c'è stata. Così come, detto

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francamente, al di là della illustrazione generosa in termini di dati storici, io mi sarei aspettato che anche la

valutazione, nella relazione del Consigliere Manzo, fosse molto più calata sulla realtà.

Ma questo è un compito che evidentemente dovrà essere mio, nel riferire ciò che è lo stato dell'arte. Perché

si è parlato degli albori e delle ragioni per le quali è nato lo Zuccherificio, dal '69 ad oggi, della crisi dal

2012 ad oggi, ma, in effetti, non si è evidenziato quali sono le condizioni di ordine generale del comparto,

sia in Europa che in Italia. Ma ancora di più che cosa succede al nostro Zuccherificio del Molise, che è il

terzo zuccherificio d'Italia per ordine di importanza, dove in effetti l'azione del Governo regionale è stata

la medesima che ha poi governato le azioni di questa Maggioranza, utilizzata anche per GAM.

L'esigenza di una exit strategy seria, non può prescindere da un'azione di accompagnamento. Ma questa

azione di accompagnamento di certo non può essere distrazione di denaro pubblico, distrazione di risorse

pubbliche, e questo non solo perché il legislatore europeo - ma neanche quello nazionale - ce lo consente.

Ci sono le regole sulla concorrenza, che vanno rispettate, ma ancora di più, e questo è un passaggio che il

Presidente ha voluto già valorizzare nel suo intervento, mi sembra che le risorse regionali a disposizione

non consentano nessun altro tipo di intervento. Una exit strategy seria non può non tenere in

considerazione la possibilità che l'appetibilità di un comparto, di una azienda, debba essere valutata da un

privato, che vuole investire nel comparto; mi sembra quanto mai evidente. E in questo senso, la situazione

dello Zuccherificio del Molise, è distante anni luce da quella della GAM. La GAM è un'azienda che non è

in concordato o non lo era, lo Zuccherificio è un'azienda che ha una procedura concorsuale giudiziaria, per

la quale, sto parlando della Spa, è evidente che bisogna rispettare le procedure che la legge impone.

Il Consigliere Manzo ha puntualmente riferito dei tre bandi di gara, del prossimo quarto bando, che ci sarà

nel marzo, e così come la Regione ha deciso, nel momento in cui era divenuta proprietaria dello

Zuccherificio del Molise Spa, e questo negli anni passati, di adottare una procedura concorsuale e

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contestualmente, costituire una nuova società, con un fitto di ramo d'azienda, il nuovo Zuccherificio Srl,

per consentire ancora la coltivazione e la produzione della barbabietola da zucchero.

Da allora ad oggi sono passati diversi anni, ma ancora di più le regole generali, mondiali del mercato si

sono modificate in maniera dirimente. Lo zucchero, nel 2012, è stato venduto a 700 euro a tonnellata, nel

2013 è stato venduto a 630 euro a tonnellata, nel 2014 è stato venduto a 400 euro a tonnellata. Dal 2012 al

2014, lo Zuccherificio ha subito una perdita devastante, anche e non solo, ma anche per il valore

dimezzato del prezzo dello zucchero. E lo Zuccherificio produce zucchero, non produce altro.

Co.Pro.B è un esempio che solo in astratto è conferente. In concreto è totalmente inconferente, perché

Co.Pro.B, che è una cooperativa, nel 2006 e nel 2007, quando noi abbiamo deciso di acquistare lo

Zuccherificio, invece di fare voli pindarici sulla possibilità che il mercato potesse migliorare o restare

comunque competitivo, quando già il Ministero ci dava indicazioni di essere territorio di zuccherificio

marginale, perché aveva costi di produzione molto alti, hanno fatto degli investimenti sulle biomasse;

Co.Pro.B fa biomassa, a zero 42 al centesimo. Co.Pro.B produce sei, sette megawatt, con l'utilizzo dello

scarto della produzione, facendo sei milioni, sette milioni di euro, solo con gli incentivi. Quelle somme

sarebbero bastate, per noi, per fare sempre pareggio di bilanci, per fare utili, con lo scarto della

produzione.

Lo Zuccherificio del Molise, per chi non lo sapesse, ha autorizzati quindici megawatt; già autorizzati.

Bastava avere un minimo di coraggio, utilizzare le possibilità che venivano dal conto energia e fare azioni

di diversificazione della produzione, e la biomassa agricola è quanto di più utile esista su ogni azione di

compatibilità ambientale, nel rispetto di ogni forma di azione contro l'addietrazione ambientale. E ciò non

è stato fatto.

Ho riferito questo aspetto per chiudere questa vicenda e per manifestare una differenza radicale rispetto

alle scelte che ha fatto una cooperativa come Co.Pro.B e ciò che invece lo Zuccherificio del Molise

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avrebbe potuto fare, ma non ha fatto. Così come il terzo zuccherificio, anche in questo caso, non per

ordine di importanza, ma per semplicemente evoluzione nella citazione dello stesso, Co.Pro.B, del gruppo

ex SATAM, il gruppo Maccaferri, pochi giorni fa ha addirittura avanzato, credo in maniera provocatoria,

la proposta del Ministero di cedere in conto lavorazione tutte le proprie quote ad altro soggetto. Così

come, in una recente riunione, del mese scorso, presso un tavolo tecnico, all'uopo organizzato, al

Ministero dell'Agricoltura, il gruppo Maccaferri ha dichiarato che ritirerà la barbabietola da zucchero solo

nell'ambito degli ottanta chilometri di distanza dal proprio zuccherificio, perché i costi di trasferimento

della barbabietola sono elevatissimi rispetto al valore commerciale dello zucchero, sapendo già adesso,

prima ancora di iniziare a produrre, di fare perdite.

Quindi, oggi il vero tema che noi stiamo affrontando, cercando di capire in che modo possiamo essere

ancora competitivi, è quanto produrre per cercare di fare pareggio di bilancio; qual è la quota che ci

consente di giungere al limite minimo per pareggiare il bilancio. È un tema che va affrontato certamente

dalla politica, ma lo affronta ancora di più il management dello Zuccherificio del Molise.

Proprio ieri, forse per un fatto assolutamente casuale, abbiamo avuto l'ennesimo incontro presso il

Ministero, con soggetti che sono deputati a trattare, a discutere delle vicende degli zuccherifici d'Italia: la

Dottoressa Radicchi, il dottore Di Rubo il Capo Dipartimento Luca Bianchi. Abbiamo incontrato tutti per

cercare di comprendere se lo Zuccherificio del Molise potesse essere in grado di poter cedere una quota

maggiore di conto lavorazione della barbabietola da zucchero a Sudzucker, che è stato il partner più

importante, per non dire l'unico, dell'ultimo periodo per la lavorazione dello zucchero stesso. Ma questo al

fine di comprendere in che modo noi potevamo essere utili ancora una volta a consentire che l'asset

strategico produttivo dello zuccherificio del Molise, anche per il prossimo anno e ancora di più per il

2016, potesse continuare ad esistere. Il discorso è questo: se noi non abbiamo la possibilità di cedere la

quota zucchero pro quota, noi non abbiamo possibilità di produrre, perché lo Zuccherificio non è in grado

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assolutamente di lavorare 84 mila quintali di zucchero; non è in grado di poterlo fare. Quindi, l'azione di

cessione della quota, è un'azione anche di salvaguardia del valore produttivo residuo dello Zuccherificio.

Ma i regolamenti europei dicono che tu devi prima produrre e poi, in via residua, cedere in conto

lavorazione. Ma prima produrre. L'attività principale di uno Zuccherificio è la produzione e la

trasformazione della barbabietola in zucchero. Non è attività commerciale di cessione di una quota che gli

promana da un regolamento europeo che vede lo Zuccherificio detentore del titolo a produrre. Non so se

mi spiego: tu non puoi fare attività commerciale essendo titolare di una quota di produzione. Quindi, noi

siamo andati a dirgli se, rispetto agli anni passati, nei quali lo Zuccherificio ha ceduto 50 mila tonnellate di

produzione di zucchero a Sudzucker, potevamo, stante la crisi attuale del settore, stante l'impossibilità di

pareggiare il bilancio con 400 euro a tonnellate, cedere una quota maggiore di zucchero in conto

lavorazione a Sudzucker, con la quale stiamo da tempo trattando un prezzo che sia compatibile con

l'esigenza di quadrare di nuovo il bilancio. Sudzucker è leader europeo nella coltivazione e nella

produzione di barbabietola da zucchero, ma è anche soggetto con il quale abbiamo avuto un rapporto di

natura istituzionale, ma prima ancora commerciale, importante. Soggetto con il quale ripassano anche dei

rapporti di grande serietà e correttezza, e con il quale e senza il quale, probabilmente, lo Zuccherificio del

Molise avrebbe già avuto delle sorti nefaste, circa la propria sopravvivenza. Con Sudzucker stiamo

cercando di montare un accordo che ci consenta da una parte di cedere da subito le 50 mila tonnellate di

zucchero da produrre, ed eventualmente anche la quota residua da valorizzare, e quindi da ponderare

meglio, all'esito delle coltivazioni che riusciremo a porre in essere nel prossimo futuro. Quando io parlo di

prossimo futuro, dovete tenere in considerazione che noi siamo stati così trasparenti e onesti nei

comportamenti, che insieme alle rappresentanze di categoria, e nel caso di specie faccio riferimento ai

coltivatori di barbabietola da zucchero, abbiamo unitariamente, in ragione dell'impossibilità di determinare

il prezzo al quintale, deciso di non porre in essere attività di coltivazione della barbabietola invernale. Ci

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sono due tipologie di coltivazioni: quella invernale e quella autunnale o primaverile. Per la primaverile,

invece, siamo abbondantemente in tempo. Nei prossimi giorni dovremo rincontrare, insieme al

management dello Zuccherificio, le organizzazioni di categoria, ANB, CNB, ABI, CAST e quant'altro, per

cercare di capire quanta coltivazione riusciamo a fare: mille e 500 ettari, 2 mila ettari, 2 mila e 500 ettari,

3 mila ettari. È una valutazione che insieme a loro dovremo fare. Ma nella certezza che il presupposto

finale non potrà che essere nient'altro che il pareggio di bilancio, quanto meno in astratto e in via iniziale

importante. Di contro, ciò che è accaduto nell'anno passato - vicenda che voi conoscete sicuramente bene,

ma io ve la ripropongo per cercare di capire cosa faremo per il futuro - è stato che, siccome avevamo

difficoltà, per non dire che vi era impossibilità evidente iniziale, di poter quadrare i bilanci mantenendo gli

il rispetto degli accordi interprofessioni - gli accordi interprofessionali sono quelli che passano tra le

aziende e le associazioni di categoria per la determinazione del prezzo della barbabietola - abbiamo con

una azione unilaterale, con comunicazione unilaterale, determinato al ribasso il prezzo della barbabietola

da zucchero, cercando di aiutare le aziende attraverso il cosiddetto aiuto de minimis. In questo abbiamo

fatto un grosso lavoro con il Ministero, con la Presidenza della Giunta regionale; nostra, prima di ogni

altra, anche delle altre Regioni, così come con gli altri Assessori regionali delle altre Regioni, per

invogliare anche altri territori vicini ad effettuare questo aiuto alle aziende che potesse, in un modo o in un

altro, compensare la riduzione del prezzo della barbabietola. Così è accaduto: la Regione Puglia, faccio un

esempio, che è la più importante, ha valorizzato questa perdita in Consiglio regionale mettendo a

disposizione, con l'aiuto dei Ministri, dei propri agricoltori, circa 2 milioni di euro. Così hanno fatto le

Marche, così ha fatto l'Abruzzo e quant'altro. Adesso siamo in una condizione chiaramente diversa, perché

nel mentre siamo riusciti ad ottenere un risultato importante. Nel mentre noi abbiamo discusso la nuova

PAC con gli altri Assessori regionali, e con loro abbiamo deciso che la barbabietola da zucchero, quale

coltivazione che era finalizzata alla produzione di un prodotto in grande crisi, vuoi anche per il valore del

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prezzo dello zucchero notevolmente diminuito, dovesse avere o potesse avere il cosiddetto "aiuto

accoppiato". Significa: qualsiasi agricoltore che decide di produrre la barbabietola da zucchero, avrebbe

avuto un surplus, un vantaggio, in termini economici, pari a circa 325 euro. Perché 325 euro? Perché erano

i 17 milioni di euro che erano stati appostati diviso il numero degli ettari. Mi sembra evidente che questi

325 euro sono stati stimati al ribasso, perché se si diminuiscono il numero degli ettari a disposizione per la

coltivazione, ma la somma resta la stessa, 17 milioni di euro, i 325 euro ad ettaro diventano di più, fino

alla possibilità di raggiungere il tetto massimo delle 600 euro per ogni ettaro, che è un tetto stimato dalla

comunità europea, sul quale tetto non ci può essere nessun tipo di aiuto in più. Questo è stato un risultato

importante, così come abbiamo messo in rete le azioni che potevano essere sviluppate sul secondo

pilastro, che sarebbe il Piano di Sviluppo Rurale, che potevano andare in direzione di un cosiddetto aiuto

agroambientale, in favore di soggetti che, attraverso la barbabietola da zucchero, facevano azioni di tenuta

ambientale della propria azienda, di una determinata area di terreno, di territorio che ritenevano poter

essere coltivata a barbabietola da zucchero. Tenete in considerazione che l'aiuto accoppiato con l'aiuto

agroambientale non possono, in ogni caso, superare il tetto massimo dei 600 euro a tonnellata. E torniamo

da dove siamo partiti.

Quando ci siamo incontrati il mese scorso al Ministero, in presenza del Capo Dipartimento, il dottor

Bianchi, del consulente, il professore Arcuri, dove c'era anche il dottor Di Rubo, che si occupa nello

specifico della cessione delle quote zucchero per tutti gli zuccherifici d'Italia, ci siamo imbattuti in un

libricino, consegnatoci, fatto divulgare dagli altri due zuccherifici, che, all'ultima pagina, bastava leggerlo,

prevedeva che l'aiuto accoppiato non fosse di 325 euro a tonnellata in astratto, ma che fosse maggiore,

perché la previsione degli altri due zuccherifici era che lo Zuccherificio del Molise chiudesse e non

facesse produzione di barbabietola da zucchero, e che quindi non coltivasse neanche un ettaro. Questo è

quello che ci siamo ritrovati in una riunione ufficiale organizzata dal Ministero, in un Tavolo tecnico

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bieticolo, ci siamo ritrovati due zuccherifici che chiedevano al Ministero, in maniera evidente, di chiudere

lo Zuccherificio del Molise, in maniera tale di potere fare incamerare delle somme maggiori ai coltivatori

di barbabietola da zucchero di altre Regioni. Potete capire bene quale è stata la nostra reazione: io ho

evidenziato, oltre alla sconvenienza dei comportamenti, la loro scorrettezza, perché ho riferito come i 17

milioni di euro, conquistati nell'ambito della Conferenza degli Assessori regionali, venivano fuori anche

per un'azione di lobby dell'Assessorato regionale del Molise, della Puglia, delle Marche e dell'Abruzzo;

ma che, ancora di più, il valore di 17 milioni di euro veniva in ragione della storicizzazione della

coltivazione della barbabietola da zucchero, che apparteneva anche a questi territori che avevano coltivato.

Questo per premettere che l'esigenza, invece, era quella comune e condivisa di portare all'attenzione del

Ministero l'esigenza di un'azione che possa essere sinergica, ma finalizzata all'aiuto di tutti gli zuccherifici

in maniera indistinta.

Questo ha partorito, comunque, un risultato, perché il 19 di gennaio prossimo, ovvero tra dieci giorni, il

primo punto all'ordine del giorno nel Consiglio dei Ministri Europei, con presidenza lituana, sarà la

gestione del comparto saccarifero per il prossimo futuro, in ragione della prossima chiusura del periodo di

assegnazione delle quote. Che, torno a dire, è al 2017, ma che presuppone, quale ultimo anno di

coltivazione, quindi produzione della barbabietola da zucchero con le quote, al 2016, l'anno precedente.

Vi posso assicurare che il gruppo Maccaferri, ma anche Co.Pro.B., che ha sempre meno difficoltà rispetto

agli altri, di certo giungerà alla produzione fino all'anno 2016. Perché le possibilità che si rinnovi di nuovo

l'incentivo alla dismissione, sono molto alte. Ovvero: se la Comunità Europea, a fronte di una

impossibilità di rinnovo delle quote per la produzione dello zucchero, metterà sul piatto della bilancia la

possibilità di monetizzare la fine di una strategia di produzione della barbabietola da zucchero, di

coltivazione della barbabietola da zucchero, di produzione dello zucchero, lo farà mettendo il peso di

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qualche milione di euro a vantaggio di chi deciderà di dismettere questo tipo di coltivazione. Quindi,

entrambi i gruppi saranno in grado di poter produrre fino al 2016.

Capite bene che come Regione, che è proprietaria della Spa, che a sua volta controlla la Srl… più che

controlla, per la quale c'è un fitto per ramo d'azienda rispetto alla Srl, con grande difficoltà pensiamo che

possa non esserci anche per noi la possibilità di poter produrre e poter giungere ad essere competitivi fino

al 2016. Ma questo lo riferisco perché dev'essere sempre compatibile con l'esigenza di garantire in astratto

un pareggio di bilancio che noi ci stiamo impegnando e che possa davvero essere reale e non fittizio.

Ciò è accaduto, per la prima volta dal 1970 ad oggi, attraverso forme di ammortizzazione sociale per i

dipendenti dello Zuccherificio del Molise, che sono stati anche loro avvinti da questa logica di riduzione

dei costi e sono oggi soggetti che stanno facendo cassa integrazione guadagno.

Mi sembra evidente che, così come i bieticoltori si sono visti ridotti il prezzo della barbabietola da

zucchero, così come le maestranze hanno visto ridotto il loro orario di lavoro, tutte queste azioni siano

finalizzate, evidentemente, a consentire la produzione della coltivazione della barbabietola da zucchero

fino al 2016 come minimo.

Così come mi sembra evidente, ma questo ce lo siamo detti più volte, che se il destino della barbabietola

da zucchero è segnato, noi non possiamo fare altro che, da oggi, cosa che già stiamo facendo, cercare di

capire, anche attraverso Aria Food se ci sono altre possibilità. E chiarisco: non gli inceneritori. Noi stiamo

discutendo anche con voi di poter valorizzare l'umido della discarica di Montagano, vogliamo fare tutte

opere compatibili con la storia di questo territorio, con le esigenze dei cittadini, ma che siano davvero

compatibili. Nessuno pensa ad inceneritori e ad altre cose. Pensiamo ad una piattaforma di valorizzazione

dei prodotti agricoli, pensiamo alla trasformazione del gas attraverso il vapore per farci venire la Zuegg,

che sembra che sia interessata. Che possa venirci altro tipo di soggetto che possa avere un minimo di

considerazione per un territorio che ha una vocazione agricola, ma che fa anche attività di natura

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industriale, e che abbia un'idea di sviluppo di quell'area e che sia anche consapevole della storia di quel

territorio. Tutto questo ha una ragione d'essere se noi continuiamo a tenere in vita lo Zuccherificio del

Molise e quanto meno la Srl.

E su questo io devo evidenziare quelle che sono, invece, le note dolenti, e parto da dove ho iniziato. La

gestione della vicenda giudiziaria, come voi m'insegnate, non è ad appannaggio del socio privato, è ad

appannaggio della procedura giudiziale. I commissari hanno già evidenziato la incapienza del concordato,

l'hanno scritto a tutti i creditori.

Oggi ci troviamo nella difficoltà, oppure nella possibilità, che qualche creditore ritenga di manifestare la

propria disapprovazione rispetto all'incapienza di una procedura e formalizzi questo tipo di esigenza. Per

noi sarebbe, chiaramente, una ulteriore difficoltà che si assomma a quelle che oggi noi dobbiamo

necessariamente fronteggiare. Una difficoltà che non riguarderebbe la possibilità di poter porre in essere

azioni di contrasto, perché è una difficoltà che viene posta, evidenziata ad un giudice che deve decidere

rispetto all'astrattezza di una norma, quindi alla possibilità che la norma gli consente.

E io in questo lancio una provocazione, ma questo non lo dico in relazione a ciò che è accaduto nel

passato. Se lo Zuccherificio avesse subito la sorte del fallimento, qualche anno fa, e fosse stato autorizzata

la gestione provvisoria, oggi in termini economici non si troverebbe in questo tipo di situazione. Perché la

gestione provvisoria prefallimentare è assolutamente consentita, e non ci troveremmo in questa situazione,

avremmo continuato comunque a produrre zucchero avendo le quote e non ci saremmo neppure indebitati.

O probabilmente il livello dei debiti sarebbe notevolmente inferiore rispetto a quello attuale, rispetto allo

stato attuale.

Questo che cosa comporta, necessariamente? Innanzitutto una grande attenzione sulle possibilità che noi

avremo a disposizione nel prossimo futuro. Il Consigliere Manzo faceva riferimento alla possibilità che

soggetto terzo, Aria Food, potesse essere interessato. I soggetti che sono interessati devono avanzare delle

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proposte alla Regione, così come le ha avanzate Sudzucker. Sudzucker, prima di ogni cosa garantisce il

proprio adempimento. Lo garantisce.

Chiunque voglia avere rapporti di natura commerciale con lo zuccherificio, in una situazione di grande

difficoltà, qual è quella economica dello Zuccherificio, deve garantire il proprio pagamento, mi sembra

evidente. Posta questa valutazione iniziale, l'esigenza è quella di cercare di capire fino a che punto noi

possiamo consentire che soggetti possano darci garanzie. Cioè, fino a che limite di produzione dello

zucchero, i soggetti possano garantire la possibilità di commercializzare il prodotto che produce lo

zuccherificio. Consentendoci di avere in cambio quale somma di denaro a quintale? Questa compatibile

con l'esigenza di Sudzucker di avere una cessione delle quote maggiore alle 50 mila tonnellate. Queste

sono tutte domande e risposte che dovremo necessariamente dare a stretto giro di posta, significa entro la

fine di gennaio, all'esito chiaramente dell'incontro che avremo con i coltivatori di barbabietola da

zucchero. Ai quali dovremo andare a dire qual è il prezzo che garantiremo, e loro dovranno dirci quali

sono gli ettari di terreno che ci garantiscono quale coltivazione. Perché se gli ettari sono molto bassi, noi

avremo necessariamente e obbligatoriamente l'esigenza di cedere una quota maggiora a Sudzucker. Se

invece ci rendiamo conto che gli ettari sono più di quelli che pensiamo, potenzialmente possono essere più

di quelli che pensiamo, e di contro da una parte Sudzucker si prende 50 mila tonnellate, dall'altra qualcun

altro ci garantisce l'acquisto allo stesso prezzo di Sudzucker non di una quota della cessione della quota,

ma dell'acquisto dello zucchero che noi produciamo, a quel punto questa è un'operazione che può essere

tranquillamente fattibile. In un’idea di grande chiarezza e finalizzata a far comprendere che altro tipo di

operazioni non possono esistere perché sono assolutamente voli pindarici rispetto ad una realtà che è

molto più semplice di quello che si può pensare.

Chiudo evidenziando necessariamente un altro aspetto. Noi siamo stati oggetto, a più riprese, come

Governo regionale, di un'azione, dal mio punto di vista, particolarmente grave, in ordine a ciò che la

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politica avrebbe dovuto fare e ciò che invece non ha fatto in ordine alla crisi dello Zuccherificio del

Molise. Vi posso assicurare che l'azienda, sto parlando del management, ma, in generale, l'intero comparto

produttivo, sono stati seguiti, rispetto alle esigenze puntuali che avevano, passo per passo, e che questo

Governo regionale ha avuto una caratteristica, non dico diversa da quella che l'ha proceduta o,

particolarmente straordinaria: ha sempre raccontato le cose come stavano. Cioè, ogni lavoratore dello

Zuccherificio del Molise, ogni agricoltore che conferiva la barbabietola allo Zuccherificio del Molise, ogni

dipendente dello Zuccherificio del Molise, fosse esso quadro o funzionario o quanto altro, ha avuto la

possibilità di sapere sempre quale era la situazione dello Zuccherificio, senza mai che qualcuno si sia

azzardato a nascondere quello che oggi io ho riferito e che in molti si sono già sentiti dire.

Questo avrebbe dovuto comportare delle conseguenze comportamentali negli altri, pari alla fiducia che noi

abbiamo concordato a chiunque quando abbiamo riferito tutto ciò che dovevamo riferire. E non è bello

sentirsi dire, da soggetti che lavorano in quella fabbrica, anche grazie alle grandi responsabilità che noi ci

siamo assunti, sempre, medio tempore, anche di natura quasi gestionale che non ci competevano, che se c'è

qualcosa che oggi immobilizza lo Zuccherificio del Molise il livello di responsabilità è addebitabile alla

politica. Questa non è una cosa accettabile. È una cosa che io, personalmente, non accetterò da nessuno,

men che meno da chi, invece di aiutare a risolvere questioni che appartengono al livello della produzione,

ma che riguardano anche l'esigenza di rappresentanze e di tutela dei lavoratori, per obblighi e per finalità

proprie, dovrebbe avere la maturità di concorrere a trovare le soluzioni giuste. Noi stiamo qua per questo.

Stiamo qua a riferire quello che è lo stato dell'arte attuale e ciò che noi, nel prossimo futuro, vogliamo

mettere in campo.

L'azione di diversificazione alla produzione all'interno dello Zuccherificio del Molise credo che sia

ineludibile, non può essere più rimandata ad altri tempi. Ma un’azione che non tenga in considerazione lo

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stato attuale, la possibilità che oggi viene dalla produzione della barbabietola da zucchero, credo che sia

inadeguata a consentire di trovare le soluzioni giuste.

PRESIDENTE

Bene. Grazie all'Assessore Facciolla. Chiudiamo questo Consiglio Monotematico, richiesto con nota 7443,

e ci vediamo alle ore 16:00 per il Consiglio in seduta ordinaria, grazie.

(La seduta è tolta alle ore 14:16 del 09/01/2015)