Profile 2012

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I l mio personale prologodi Elena Privitera

Che ci fanno: csi, criminal minds, Lombroso, Solidea, Elena, Ettore May, esse/i, una guaina e Solidea… con una mostra unica dell’enpleinair?

È il mio fil noir, o filo spinato su cui cammino che ora tento di spiegare.

Tutti i giorni. un canale televisivo, incessante da miami a los angeles, da berlino a new york, mi inonda di interrogativi, doppie personalità, esse/i, assassini e soprattutto trame diaboli-che che si intersecano, tra la psicologia e il paranormale, nella frenesia di interpretare i comportamenti umani.Chi si nasconde dietro l’uomo comune che si affaccia al mondo come un personaggio già scritto, sempre uguale, indifferente, finché non scatta una virgola un punto una domanda scatenante.Tutti i giorni . Sfioro una vetrina luminosa con una pubblicità “Solidea” ..la super guaina carnosa color pelle di ultima generazione ideale.. (a cosa mi chiedo tiene solo caldo...)

Elena, io. Tutti i giorni. Scorro e scivolo sulle onde della rete, vedo osservo e m’in-canto, un museo a “cielo aperto “un oceano ..

E qui incontro Solidea, e penso alla mia guaina color carne tanto decantata, un presagio...lo so c’è da ridere………...

Giorno dopo giorno la vedo e la sento, scrive, appare m’il-lumina di parole e musica, di musica e parole, scritte e urlate, dal palco dalla sua cucina, davanti alla webcam, o su un marciapiede, leggo e mi chiedo chi è Solidea?

Chi sono i tanti amici, si fa per dire, che ho qui su questo network, amiamo le stesse cose? Viviamo la stessa vita, qualcuno o nessuno...?Impossibile rispondermi. E allora nell’oscuro mondo di fa-cebook, decido di indagare e parto da solidea, la donna che si “denuda” tra noi, che ci parla e si esprime tra dubbi e certezze bisbigliando o urlando, non importa, è Lei e noi con lei.E intanto scivolano dall’etere sui “muri” inesistenti imma-gini di tante solidee, in bianco e nero o a colori, catturate, rapite dai suoi splendidi amici, tutti presi dal carisma, dalla tenerezza forte e umana, della grande autrice interprete di un mondo apparentemente teatrale, forse, io dico vero, e quanto è vero!.

Ho seguito il suo postarsi, commenti, link, ed ho capito.Tempo fa scrissi a me stessaE solidea?Idea solida, parole scritte sulla carne viva, urlate dalla pelle fino a noiNon importa quali siano, è tanto e molto di più La carne racconta come un papiro antico srotolato, e la voce urla e geme e sussurra e c’incanta e ci tocca cor-

de antiche, qui su facebook oggi: vediamo, ascoltiamo, mangiamo e ci nutriamo velocemente, notizie informazioni sciocchezze, ma la vera realtà traspare, tra le maglie delle rete, attimo per attimo, giorno dopo giorno mi son chiesta, ma chi è solidea? Profile per me è questo, tentare di individuare la vera ani-ma e quanto ci si conosca intimamente.

Spaccata racconta di una vita quella di solidea, come tante altre vite, quando ti alzi e ti incammini, quando sai che non “sai” nulla e non lo saprai mai, quando pensi di aver tutto chiaro, al primo passo esiti, al secondo, tacchi a spillo o paperine, vai, una donna va .

Le immagini generose di tanti autori ci mostrano una so-lidea, mille solidee, tutti hanno visto in lei la donna dagli occhi bruni antichi, piccola o grande, non importa… non l’ho mai incontrata, ma è qui..

Il filmato raccoglie una parte delle immagini che vari autori le hanno dedicato, ho chiesto loro un commento due pa-role, facile a pensarlo difficile realizzarlo.Due parole o mille sarebbero poche o nulla, quindi saremo noi con loro a leggere l’emozione di chi ha impresso e fer-mato nel tempo solidea .

Lo dedico a Solidea e a tutte le donne perché come recita una pubblicità..noi valiamo.

Elena PriviteraPresidente di En Plein Air - arte contemporanea

Ideatrice e anima del Progetto “Maionese” dal 1997

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L’identità come filo conduttore che attraversa un inte-ro evento culturale in cui svariate sono le forme per rap-presentarla è tematica assai complessa perché passibile di molteplici modalità di declinazione. Di cosa parliamo quando parliamo di identità? L’identità si annuncia come parola ambigua e foriera di innumerevoli contraddizioni: si destreggia in precario equilibrio tra omologazione e biso-gno di esprimere un senso di appartenenza che la ancori a una solidità capace di conferirle riconoscibilità sociale.Ciò che si indica con il termine identità racchiude inevi-tabilmente anche un aspetto inquietante perché tende a sfuggire a qualsiasi spiegazione categorica. L’identità è qualcosa che costituisce la personalità di un individuo e lo caratterizza, ma è anche qualcosa di labile e dalle infinite sfaccettature. L’uomo può dissimulare, apparire diverso da ciò che è, costruire la finzione di infinite identità che si inter-secano e sovrappongono e che utilizza al bisogno. Quan-te identità abbiamo per ciascuna circostanza della nostra vita? Il termine si fa confuso e dai confini poco delineati: la maschera è di necessità il complemento speculare del-l’identità: quante ne indossiamo? Il nostro io più recondito rimane nascosto ai più e spesso inconoscibile perfino a noi stessi. E’ inesprimibile e si ammanta di un velo che lo rende socialmente accettabile o rappresentabile agli altri. La verità è che veniamo “catalogati”e“definiti”,ma il margi-ne sfuggente alla razionalità, ciò che non si lascia definire, incasellare, regolamentare, in buona sostanza, la parte di noi che è luce e ombra insieme, che destino ha? Che parte trova nell’articolazione della nostra identità? Ha uno spa-zio per emergere oppure può mutarsi in autodistruzione senza che nessuno mai se ne accorga quando osserva il castello di apparenze che abbiamo edificato seppellendo quella parte di noi perché nessuno la possa neppure intra-vedere? La rappresentazione di sé nelle varie forme d’arte può essere una costruzione fittizia della propria immagine o lasciare velatamente trapelare anche l’abisso oscuro che ci abita. Ci si può dunque domandare se l’arte sia in grado di dare corpo ad un concetto così complesso come quello di identità, o se il tentativo di rappresentarlo non sia ancora una volta l’espediente per rinchiudere in un recinto ciò che difficilmente si lascia imprigionare in una definizione unila-terale e che invece “liquido” e multiforme sguscia da ogni parte. Forse però, esprimendosi per simboli, metafore e al-lusioni, la rappresentazione artistica è uno dei pochi mezzi espressivi che, lungi dal pretendere di indagare il concet-to di identità nella sua esaustiva totalità, ne può tuttavia lasciar emergere proprio la dimensione contraddittoria e fragile, nell’interezza degli aspetti più sfuocati e umbratili che questa parola custodisce dentro.

IDENTIFICAREL ’ I D E N T I T A ’ ?di Anna Clerici

Anna ClericiNata nel 1976, vivo e lavoro a Milano. Sono laureata in filosofia.

Amante della lettura e della scrittura in tutte le sue forme, mi è capitato occasionalmente di scrivere presentazioni di alcuni siti

internet e di opere di giovani artiste.

ME-TEIbridazione foto-poeticaa cura di Silvia Rosa (poetessa) eFabio Trisorio (fotografo)

Madonna Domestica di Silvia Rosa

Rinasco in un vo(l)to di silenzio

all’alba - mi si appannano i sensi –

madonna domestica (mi) prego me stessa

allo specchio la mia chiesa affollata di luce

è una finestra nel vuoto chiusa

sul riflesso di me che non sono.

“Considero la Polaroid l’occhio del sogno. Partendo da questo mio concetto ho sviluppato l’idea base di MeTe e cioè: fotografare i luoghi che ricordassero un mondo lonta-no dalla realtà, un luogo onirico dove il Me e il Te si incon-trano. Ogni immagine è un punto di partenza (una meta).Ma sentivo che mancava qualcosa, un equilibrio “tonale” al tutto. Equilibrio che ho cercato, e che ho trovato, propo-nendo a Silvia Rosa di scrivere su queste mie visioni. Con Silvia abbiamo selezionato e scelto la strada da percorrere per arrivare a MeTe. MeTe è un viaggio verso quei luoghi che abbiamo scoperto nei sogni o nei pensieri ma che non abbiamo mai avuto il coraggio di raggiungere veramente.MeTe è un incontro, è la ricerca di un equilibrio. MeTe è il confronto tra due entità: tra l’anima e il suo fenomeno, che si sfiorano, ma solo asintoticamente. Come l’amore, come tra un uomo e una donna, come tra il Me e il Te, che mai si raggiungeranno.”

Fabio Trisorio

Eventi collaterali: 1 settembre 2012Performance foto-poetica realizzata durante

l’inaugurazione di Profile

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Eventi Collaterali 1 settembre 2012

Federico GalettoVideo Live Visual Art

(Shots from “LSTFP” & “Slowing Down HJ”)

Concerto per Ettore Giovanni May(Performance teatrale)

Ettore Giovanni May, timido e discreto adolescente, osservatore di nuche, di dormienti.

Gli occhi oltre l’effetto pittorico.Il suo vero ritratto è l’incendio del suo corpo, un generoso rogo d’amore.

Il mondo intorno fa ridere, tanto è buffo.Ma anche uccide.

L’autoritratto è nell’aria che respiriamo, l’estremo dono; Ettore Giovanni May è in giro per la città.

Bergoin Morero Rivieni II

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16 DICEMBRE 2011 – 16 GENNAIO 2012 PERSONALE DI CRISTINA PEDRATSCHER _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ PELLEDOCA WINE&FOOD BAR – SAVIGLIANO (CN)

25 FEBBRAIO 2012 – 31 MARZO 2012 PERSONALE DI TERE GRINDATTO “IO”_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ L’ORA GIUSTA – RISTORANTE BAR – PINEROLO (TO)

2 MARZO 2012 – 8 APRILE 2012 PERSONALE DI CATERINA BRUNO _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ PELLEDOCA WINE& FOOD BAR – SAVIGLIANO (CN)

13 APRILE 2012 – 29 GIUGNO 2012 PERSONALE DI SERGIO BRUNO “L’OMINO DI CARTA”_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ PELLEDOCA WINE& FOOD BAR – SAVIGLIANO (CN)

21 GIUGNO 2012 – 31 LUGLIO 2012 PERSONALE DI JEAN-PAUL CHARLES “À BIENTÔT…!”_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ NOVOTEL – TORINO

22 GIUGNO 2012 PERFORMANCE “_AZIONI” DEL GRUPPO TEATRALE VOCI ERRANTI: CRISTIANO FERRUA, DANIELA GAZZERA, ADRIANA RIBOTTA _ _ _ _ _ _ NELL’AMBITO DEL FESTIVAL: IMMMAGINI DELL’INTERNO - FESTIVAL DEL TEATRO DI MARIONETTE”

7 LUGLIO 2012 – 29 LUGLIO 2012 END IN NATION _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ MOSTRA MIGRANTE DI STUDIO DIECI DI VERCELLI E LORELLA GIUDICI

1 SETTEMBRE 2012 – 31 DICEMBRE 2012 PROFILE.

En Plein Air2012 - programma

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