Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

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PROFESSIONI & Incontri 2 luglio 2010 magazine Periodico di approfondimento su Tecnologie, Normative, Sicurezza, Ambiente ed Energia “Ingegneri, lo sviluppo siamo noi” Aspettando il congresso nazionale, parla il Presidente Vaudano: «Il fascino della nostra figura professionale è tutto da riscoprire. Occorre sapere che quando si parla di sicurezza, produzione, ambiente, sanità, innovazione “c’en- tra” sempre un ingegnere» Nello scorso mese di ottobre si è insediato il nuovo Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di To- rino. Il Direttivo, come da statuto, è composto da 15 membri e ne annovera 13 alla loro prima esperienza. Un segnale di evoluzione e di vitalità che mette subito alla prova questo nuovo team, dovendo esso organizzare il prossimo Congresso Nazionale degli Ingegneri che si terrà nel mese di settembre a Torino. L’ultima volta risale al lontano 1953, quando l’Or- dine di Torino contava solo qualche centinaio di iscritti. Oggi, a 57 anni di distanza, sono 7000 e continuano a crescere. Il Congresso Nazionale è sempre un momento di grande rile- vanza, di confronto, di aggregazione e di proposte che coin- volgono la categoria, ma possono influenzare anche la società civile, la politica, l’economia e le istituzioni. Approfittiamo al- lora della disponibilità del neo Presidente, l’ing. Remo Giulio Vaudano, per rivolgergli alcune domande in merito all’evento e ai programmi futuri dell’Ordine di Torino. Ing. Vaudano, come vi state preparando per or- ganizzare il congresso e ricevere i delegati che arriveranno da tutta l’Italia? Innanzitutto abbiamo costituito, all’interno dell’Or- dine, un comitato composto da 10 membri, quasi tutti consiglieri dell’Ordine e della Fondazione, per seguire e coordinare ogni aspetto organizzativo. Ci siamo inoltre appoggiati a due agenzie specializ- zate per definire i dettagli della logistica e della co- municazione. Ma, tengo a sottolinearlo, la scelta di mettere la città di Torino al centro di tutte le inizia- tive è scaturita da una precisa volontà del nostro Di- rettivo. Che cosa vuole dire “mettere al centro la città di Torino”? Significa che, al di là dei lavori congressuali riservati alla categoria, uno dei nostri obiettivi è quello di creare un dialogo , un “feedback” con la popolazione per risco- prire la figura dell’ingegnere, spesso silenziosa, ma da sempre alla base dello sviluppo tecnologico e scientifico. Una figura che rappresenta una risorsa insostituibile per il futuro del nostro Paese. La gente deve sapere che quando si parla di sicurezza, di ambiente, di produzione e di innovazione, persino di sanità, c’è sempre di mezzo il lavoro dell’ingegnere. E poi Torino, una delle più belle città d’Italia, con quella sua aria da piccola Parigi, con la collina, il Po e la Dora che le accarezzano i fianchi, con le re- sidenze e il barocco prepotente delle sue costruzioni, merita di essere vissuta nel pieno del suo fascino dai partecipanti e dai loro accompagnatori. Ecco perché abbiamo scelto un percorso di eventi che si sno- dano tra il Teatro Carignano, Palazzo Madama, la Mole, Pa- lazzo Reale per continuare con la cena di gala nella Galleria di Diana alla Reggia di Venaria e infine al Palaolimpico (“Palai- sozaki”) per una “kermesse” di chiusura. Colgo questa occa- sione per ringraziare il Sindaco Chiamparino e le altre autorità del territorio che ci stanno dando un grande aiuto nello svi- luppo di questo progetto e che ci onoreranno con la loro par- tecipazione. continua Ing. Remo Giulio Vaudano

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Il secondo numero di Professioni e incontri Magazine, propone interessanti approfondimenti e spunti di riflessione.

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PROFESSIONI & Incontri2luglio 2010

m a g a z i n ePeriodico di approfondimento su Tecnologie, Normative, Sicurezza, Ambiente ed Energia

“Ingegneri, lo sviluppo siamo noi”Aspettando il congresso nazionale, parla il Presidente Vaudano: «Il fascinodella nostra figura professionale è tutto da riscoprire. Occorre sapere chequando si parla di sicurezza, produzione, ambiente, sanità, innovazione “c’en-tra” sempre un ingegnere»

Nello scorso mese di ottobre si è insediato il nuovoConsiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di To­

rino. Il Direttivo, come da statuto, è composto da 15 membri

e ne annovera 13 alla loro prima esperienza. Un segnale di

evoluzione e di vitalità che mette subito alla prova questo

nuovo team, dovendo esso organizzare il prossimo Congresso

Nazionale degli Ingegneri che si terrà nel mese di settembre

a Torino. L’ultima volta risale al lontano 1953, quando l’Or­

dine di Torino contava solo qualche centinaio di iscritti. Oggi,

a 57 anni di distanza, sono 7000 e continuano a crescere. Il

Congresso Nazionale è sempre un momento di grande rile­

vanza, di confronto, di aggregazione e di proposte che coin­

volgono la categoria, ma possono influenzare anche la società

civile, la politica, l’economia e le istituzioni. Approfittiamo al­

lora della disponibilità del neo Presidente, l’ing. Remo Giulio

Vaudano, per rivolgergli alcune domande in merito all’evento

e ai programmi futuri dell’Ordine di Torino.

Ing. Vaudano, come vi state preparando per or-ganizzare il congresso e ricevere i delegati chearriveranno da tutta l’Italia?

Innanzitutto abbiamo costituito, all’interno dell’Or-dine, un comitato composto da 10 membri, quasi tutticonsiglieri dell’Ordine e della Fondazione, per seguiree coordinare ogni aspetto organizzativo.Ci siamo inoltre appoggiati a due agenzie specializ-zate per definire i dettagli della logistica e della co-municazione. Ma, tengo a sottolinearlo, la scelta dimettere la città di Torino al centro di tutte le inizia-tive è scaturita da una precisa volontà del nostro Di-rettivo.

Che cosa vuole dire “mettere al centro la città diTorino”?

Significa che, al di là dei lavori congressuali riservatialla categoria, uno dei nostri obiettivi è quello di

creare un dialogo , un “feedback” con la popolazione per risco-prire la figura dell’ingegnere, spesso silenziosa, ma da semprealla base dello sviluppo tecnologico e scientifico. Una figura cherappresenta una risorsa insostituibile per il futuro del nostroPaese. La gente deve sapere che quando si parla di sicurezza, diambiente, di produzione e di innovazione, persino di sanità, c’èsempre di mezzo il lavoro dell’ingegnere. E poi Torino, una dellepiù belle città d’Italia, con quella sua aria da piccola Parigi, conla collina, il Po e la Dora che le accarezzano i fianchi, con le re-sidenze e il barocco prepotente delle sue costruzioni, merita diessere vissuta nel pieno del suo fascino dai partecipanti e dailoro accompagnatori.Ecco perché abbiamo scelto un percorso di eventi che si sno-dano tra il Teatro Carignano, Palazzo Madama, la Mole, Pa-lazzo Reale per continuare con la cena di gala nella Galleria diDiana alla Reggia di Venaria e infine al Palaolimpico (“Palai-sozaki”) per una “kermesse” di chiusura. Colgo questa occa-sione per ringraziare il Sindaco Chiamparino e le altre autoritàdel territorio che ci stanno dando un grande aiuto nello svi-luppo di questo progetto e che ci onoreranno con la loro par-tecipazione.

continua

Ing. Remo Giulio Vaudano

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PROFESSIONI & Incontri

Parliamo dei temi al centro del con-gresso: può darci qualche indicazionenel merito rispetto ad alcuni degli argo-menti che saranno affrontati?

Il tema ufficiale è: COSTRUIRE IL FUTURODEL SISTEMA ITALIA – RUOLO DELL’INGE-GNERIA E RIFORMA DELLA PROFESSIONE.Scopo principale del nostro Congresso Na-zionale è quello di inviare alle istituzioni, alleforze politiche e alla società civile un fortemessaggio che rappresenti il contributodella componente professionale del mondodegli ingegneri alle problematiche attualidella nazione. Ma, come ho già avuto mododi accennare, il tentativo è anche quello dimostrare al grande pubblico il ruolo essen-ziale svolto dall’ingegnere nello sviluppoeconomico e sociale del nostro Paese, so-prattutto in un contesto evolutivo comequello attuale. Vanno rivisti anche alcuniaspetti della professione di cui va riaffer-mato e rivalutato l’aspetto fiduciario. Nonmi riferisco solamente al libero professioni-sta, ma anche all’ ingegnere impiegato nelsettore pubblico o nel settore privato, al do-cente e a tutte le altre figure coinvolte. Unaltro argomento che sicuramente verrà di-battuto riguarderà le tariffe.

Parlare di minimi tariffari per molti Or-dini significa toccare un tasto dolente.Nelle gare d’appalto abbiamo visto ri-bassi sul progetto del sessanta/ ottantaper cento . Ci saranno degli sviluppi suquesto fronte?

Sono un profondo assertore della necessitàdi regolamentare questi aspetti ma ciò, siachiaro, a tutto vantaggio e tutela della col-lettività e non della nostra categoria.Quando parlo di tariffe, infatti, non mi rife-risco tanto all’entità delle somme, ma piut-tosto alla questione etica e di metodo chesottende la vicenda. A tale proposito vorrei solo chiarire una que-stione essenziale: con questi inaccettabili ri-bassi non è possibile garantire prestazioni diqualità. La qualità ha dei costi e per pro-durre un progetto di qualità l’ingegnere devespendere il tempo necessario per poterlo ese-guire a regola d’arte. Poiché la somma del

tempo e dell’esperienza del progettista rap-presenta il “prodotto d’ingegno,” questo varemunerato in rapporto al valore di tali ad-dendi. Peraltro, contrariamente a quanto fal-samente affermato da altri, non è vero chel’Europa non vuole le tariffe; infatti nel di-cembre 2009 la Germania le ha reintrodotte,anche per gli ingegneri, e il Consiglio Euro-peo le ha accettate. Nel recente convegno deldicembre 2009 promosso dall’OICE (l’asso-ciazione di categoria aderente a Confindu-stria), l’argomento è stato affrontato neitermini di rapporti tra prezzi, qualità, con-trolli. In pratica: metodo e regolarizzazionenegli appalti. Mi auguro pertanto che dal no-stro congresso di Torino si possa uscire condelle proposte concrete che vadano nella di-rezione di salvaguardare la qualità e la pro-fessione dell’ingegnere.

A proposito di “professione ingegnere”:nel nuovo Consiglio OIT sono insediatetre donne e tre nel Consiglio della Fon-dazione, fra le quali una con la funzionedi vice presidente. Nel nostro Paesesiamo abituati a interagire con medici,avvocati e architetti donne, molto più ra-ramente capita di lavorare con donne in-gegneri: la vostra è stata una sceltaorientata al “politically correct”, oppureè il segnale di mutamenti nel tessuto so-ciale e produttivo?

Non ci siamo assolutamente ispirati alla fi-losofia delle ”quote rosa”. La scelta dei consi-glieri è scaturita unicamente dallacredibilidità e validità delle Colleghe candi-date e dalle preferenze di voto espresse dagliiscritti. Ora ci troviamo tre ingegneri donnanel direttivo e devo dire che il loro operatomi rende orgoglioso di averle al mio fianco.Naturalmente questo è anche uno dei tantisegnali di mutamento e di evoluzione nellaprofessione come nella società civile. Tuttocambia, si evolve , si rinnova ed io penso chela professione dell‘ingegnere nel suo divenire,quando vissuta con passione e vista alla lucedelle nuove discipline, dei giovani e delledonne, avrà un ruolo sempre essenziale perla nostra nazione.

P. P.

REMO GIULIO VAUDANO

Nato a Torino nel 1955 e si è lau-

reato in Ingegneria Civile, con in-

dirizzo Idraulico-Fisico Tecnico,

presso il Politecnico di Torino nel-

l'anno accademico 1980/81, con

tesi sul tema "Impianti di condi-

zionamento dell’aria con utilizzo di

pompe di calore elio-assistite".

Nel 1982 si è iscritto all'Ordine

degli Ingegneri della Provincia di

Torino ed ha iniziato l’attività di li-

bero professionista nel campo

della progettazione e direzione dei

lavori di impianti di climatizza-

zione, riscaldamento e di condi-

zionamento dell'aria per l'edilizia

civile e industriale nonché nel

campo della prevenzione incendi.

Nel 1994 è stato socio fondatore

della Società di Ingegneria IMPRO

S.r.l., di cui è attulmente Presi-

dente, Amministratore Delegato e

Direttore Tecnico.

È iscritto all'A.I.C.A.R.R. (Associa-

zione Italiana Condizionamento

dell'Aria, Riscaldamento, Refrige-

razione) dal 1985 ed ha ottenuto

diverse qualifiche di tipo speciali-

stico quali l’autorizzazione ad

emettere certificazioni nel campo

della prevenzione incendi (con in-

serimento negli elenchi speciali del

Ministero dell'Interno), l’abilita-

zione alle verifiche in materia di si-

curezza degli impianti (con

inserimento negli elenchi presso la

C.C.I.A.A. di Torino), l’abilitazione

a ricoprire il ruolo di coordinatore

in materia di sicurezza durante la

progettazione e la realizzazione

delle opere (ai sensi del D.Lgs.

81/2008).

Nell’ottobre del 2009 l’Ing. Remo

Giulio Vaudano è stato eletto Pre-

sidente dell'Ordine degli Ingegneri

della Provincia di Torino, di cui

aveva già ricoperto la carica di

Consigliere dal 1996 al 2005, nel

biennio 1992/94 e nel biennio

1984/85.

segue “Ingegneri, lo sviluppo siamo noi”

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Abstract. Nella memoria verranno prese in considerazione le caratteristiche archi-

tettoniche di alcune tipologie di costruzioni ospedaliere in rapporto al modello organiz-

zativo-distributivo adottato, analizzandone gli aspetti morfologici nell'ottica della

sicurezza sismica ed illustrandone le problematiche e le possibili soluzioni. Il tema verrà

trattato sia in rapporto alla scala dimensionale dell'intervento che ad alcune nozioni

strutturali di natura intuitiva più significative, quali la simmetria, la densità strutturale di

pianta e la resistenza perimetrale. Infine saranno presentati casi di studio di letteratura

tecnica e tre progetti realizzati dall'autore.

Keywords. Architettura sismica; morfologia; ospedale.

Egisto Grifa

direttore responsabileMarco Bardazzi

redazioneFulvio Giani, Massimo Giuntoli, Enrico Cigna, Pierluigi Palerma

segreteria di redazioneMaria Luisa Fasano

[email protected]

amministrazione e redazione10040 - Via Torino, 60 - Givoletto (TO)

editoreMaria Luisa Fasano

10040 - Via Torino, 60 - Givoletto (TO)

stampaGrafiche Viesti s.n.c.

Nichelino (Torino)

progetto grafico e impaginazioneStudio Fasano

Autorizzazione del Tribunale di Torinon. 22 del 09/04/2010

Stampato su carta certificata: ecolabel

PROFESSIONI & Incontrim a g a z i n e

Approfondimenti architettonici

Ospedali, quando il terremoto non fa più pauraL'influenza del modello organizzativo e morfologico di un edificio ospedalieronella sicurezza sismica

EGISTO GRIFAIngegnere civile, si è laureato al Poli-

tecnico di Torino nel 1975. Nel 1987

ha fondato con Eva Cuccatto lo stu-

dio Grifa & Cuccatto Associati e dal-

l'inizio della propria attività

professionale si occupa della proget-

tazione e della direzione dei lavori di

Opere Pubbliche con particolare rife-

rimento alle infrastrutture sociali, al-

l'edilizia ospedaliera e all'edilizia

storico-monumentale.

Dal 1988 al 1991 ha svolto attività di

consulenza presso il Consiglio Supe-

riore di Sanità del Ministero della Sa-

nità in qualità di esperto di Edilizia

ospedaliera nelle sezioni di Igiene Am-

bientale, Medicina del Lavoro, ed

Ospedali e Case di Cura. Dal 1985 al

1992 ha svolto attività di ricerca nel-

l'ambito dei programmi di ricerca fi-

nalizzata, ex Lege n° 46/82 del

Ministero dell'Università e della Ri-

cerca Scientifica e Tecnologica

(M.U.R.S.T.), nel settore dell'edilizia,

nel campo della diagnostica, delle pro-

cedure e delle tecnologie edilizie.

E' stato componente del Consiglio Di-

rettivo dei Consorzi di Ricerca CO-

RIRE e RITED, affidatari di Programmi

di Ricerca Finalizzata nel settore dei

Beni Culturali e dell'Edilizia Industria-

lizzata.

Ha una notevole esperienza formativa

in tema di Sistemi di Qualità nell'am-

bito delle costruzioni civili per la pro-

duzione di energia nucleare, acquisita

presso istituti finalizzati dell'università

di Pisa, dell'ENEL e dell'ENEA.

Dal 1985 ad oggi ha sviluppato inizia-

tive di Progetti FIO ed attualmente

promuove attività di PFI (Project Fi-

nance Initiative) e PPP (Public and Pri-

vate Partnership).

Per leggere l’intero articolo collegarsi a:http://www.pimagazine.it/architettura-sismica/07/23/grifa

Ospedale di Arezzo

Ospedale di Forlì

Grifa & Cuccatto Associati

www.grifa-cuccatto.it

[email protected]

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Una soluzione innovativa per le sale operatorie

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PROFESSIONI & Incontri

Dalle Aziende

Il primo soffitto filtrante a ricircolo della Camfil Farr, il CamHOSP®, è stato installato recente-mente in una nuova sala operatoria, presso una clinica specialistica di Berlino. In questa strut-tura le operazioni vengono eseguite con un sistema remoto, in collaborazione con un centroassociato in Florida (USA).

Il nuovo e tecnologico dispositivo in-corpora una serie di strumenti innova-tivi, quali una nuovo quadro elettrico aponte della Drager, il più recente e so-fisticato sistema di illuminazione dellaMaquet e un sistema di videocamereTFT-LCD.

Caratteristiche costruttiveIl CamHOSP® misura 3,2 x3,2 m, ri-spetta le normative tedesche DIN EN1946-4, molto restrittive, che riguar-dano gli standard per gli impianti diventilazione in Ospedali e Cliniche. Loschermo di sicurezza verticale ha lafunzione di indirizzare il flusso dellʼariaed evitare turbolenze dovute agli osta-coli creati dalla strumentazioni ed ap-parecchiature. Eʼ stato espressamentecostruito ed installato dalla Camfil FarrGermania ed ha anche una seconda

funzione, quella di stabilizzare il flussoe di evitare “cross contamination” inde-siderate.Il soffitto è in grado di alimentare 9.000mc/h, suddivisi in quattro griglie di man-data che forniscono in totale 2.400mc/h di aria di rinnovo. Sei ventilatori,tre per lato, immettono nel sistema ariadi ricircolo per un volume totale di circa6.000 mc/h. Lʼaria è pretrattata con dieci filtri com-patti in classe F7 (cinque per lato). Laprogettazione è così accurata che lʼim-patto totale delle perdite di carico è dicirca 40 Pa con una portata di 9.000mc/h, impiegando filtri Hepa, classeH14. Il livello di rumore è al di sotto dei46 dB(A). Con una vita operativa pre-vista intorno ai dieci anni, il CamHOSPpuò essere considerato come una trale soluzioni più avanzate e sostenibili

del suo genere.La filiale tedesca della Camfil Farr stainoltre fornendo altri due soffitti per unanuova sala operatoria, in una strutturavicino Stoccarda.

Con il CamHOSP®, la Camfil Farr stamigliorando costantemente la propriapresenza nel settore ospedaliero. Lafoto mostra una installazione del no-stro CamHOSP® in Germania, pressouna sala operatoria di seconda gene-razione EndoAlpha-blue, sviluppatada Dino Henke, un Architetto di Am-burgo. La EndoAlpha è una sale ope-ratoria basata su un concetto unico,che armonizza i bisogni dei chirurghi,del personale paramedico e ammini-strativo. E’ in grado di fornire la tecno-logia più moderna ed innovativa per lenuove frontiere poste dalle specialitàchirurgiche.

Redazionale

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UN NUOVO MODO DI CONIUGARE“L’ UNIVERSO OSPEDALE CON L’AMBIENTE”

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Eventi

Promosso dai Dipartimenti del Poli-tecnico di Torino DENER (Energetica),DINSE (Scienze e Tecniche per i Pro-cessi di Insediamento) e dall’A.U.T.O.P.(Associazione degli Uffici Tecnici Ospe-dali del Piemonte - Presidente arch.Ferruccio Bianco), su progetto dellʼarch.Valter Storti e organizzato dallo StudioFasano, si è svolto dal 16 al 18 giugno,un convegno finalizzato allʼesame dinuovi percorsi nel rapporto tra tecnichecostruttive, ambiente, vivibilità e lʼospe-dale.Lʼevento si è sviluppato su tre giornateche sono andate ad esaminare temi le-gati a luce, suono, qualità dellʼaria, ener-gia e umanizzazione delle struttureospedaliere.Spesso ci si chiede quale sia la via mi-gliore per rendere un seminario interes-sante e produttivo per i convegnisti cheinvestono il proprio tempo e molte ener-gie nel nome del “sapere” e della “cono-scenza”. Credo pertanto che gli incontriche si sono svolti nella Sala Consiglio diFacoltà rappresentino un bella rispostadi come, convergendo forze positive e si-gnificative competenze tecnico scientifiche, sisia riusciti a mantenere una tensione culturalecapace di interessare e coinvolgere un pub-blico qualificato ed al tempo stesso eteroge-neo. Infatti, accanto ai molti progettisti, edirigenti di uffici tecnici ospedalieri, hanno par-tecipato alcuni medici, psicologi e ricercatori.

Il successo dellʼiniziativa, che havisto oltre 270 presenze nelle variesessioni, è stato determinato da treelementi che non dovrebbero maimancare nelle iniziative di questogenere. Innanzitutto va sottolineatolʼapproccio olistico e altamente pro-fessionale nella stesura di un pro-gramma rigorosamente scientifico earricchito da case hystory, costruitoe gestito con grande maestria daimoderatori del convegno: i Profes-sori Gabriella Peretti, Marco Ma-soero e Chiara Aghemo. Un ruolo importante ha giocatolʼalta competenza degli oltre trentarelatori che si sono avvicendati edinfine ha destato un grande inte-

resse il livello delle soluzioni tecnologiche pre-sentate dalle aziende partner e sponsor.Intrecciando diversi punti di forza di docenti, ri-

cercatori, aziende e progettisti si è riusciti a“fare sistema” su temi innovativi che ci condu-cono verso un mondo aperto e capace di su-perare una “cultura chiusa” che rappresentasicuramente uno dei punti deboli per usciredalla crisi. Questo evento molto apprezzato èsolamente un piccolo segnale che conducenella direzione della mission ha dato vita al no-stro periodico.Proprio nellʼeditoriale uscito sul primo numerodi “Professioni & Incontri Magazine” “Inno-viamo Insieme” auspicavamo una sorta diorientamento “mix-and-match” tra le diverseprofessioni, che in parte, trova verifiche posi-tive nelle iniziative come questa. Chi volesseapprofondire e valutare con una propria chiavedi lettura i semplici messaggi che abbiamo cer-cato di proporre in queste poche righe, potràfacilmente visionare gli atti del convegno dovetroverà risposte concrete e tanta innovazionefinalizzata a coniugare il mondo dellʼospedalecon lʼambiente in una dimensione allineata aun futuro che tutti ci auguriamo.

Pierluigi [email protected]

PIERLUIGI PALERMADopo significative esperienze in ruoli

manageriali nel marketing presso mul-

tinazionali del settore EDP dove ha se-

guito progetti innovativi e reti di

vendita, si è dedicato alla consulenza

di direzione nell’area del marketing

strategico per medie aziende su di-

versi mercati evoluti.

In particolare ha seguito realtà nei set-

tori di informatica, arredo tecnico, fi-

nanza, distribuzione e imballaggio

farmaceutico. Specialista in comunica-

zione interna aziendale ha realizzato

diversi corsi di formazione a più livelli.

Dal 1996 collabora con lo Studio Fa-

sano su progetti di marketing e comu-

nicazione nell’area del B2B e nella

realizzazione di eventi a carattere tec-

nico scientifico.

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FULVIO GIANILo studio di ingegneria dell'ing. Fulvio

Giani è specializzato nel coordinamento-

della sicurezza in fase di progetto ed ese-

cuzione nei cantieri temporanei e mobili

(D. Lgs. N. 81/2008 e s.m.i.). Tale compe-

tenza ha origine nella decennale espe-

rienza (1987 – 1997) nella Direzione

Tecnica di Cantiere, assunta in interventi

nel campo delle manutenzioni, delle ri-

strutturazioni e delle nuove costruzioni.

Terminata l'attività d'impresa nel 1997,

l'esperienza maturata ha portato l'ing.

Fulvio Giani ad avere titolo, fin dalla data

di entrata in vigore del D. Lgs. n. 494/96,

a intervenire in qualità di Coordinatore

di Sicurezza in fase di Progettazione ed

Esecuzione e in qualità di docente nei

corsi di formazione per la qualificazione

dei coordinatori.

L’attività professionale ha comportato

coordinamenti sia in ambito privato che

pubblico. Consigliere dell'Ordine degli In-

gegneri della Provincia di Torino per il

quadriennio 2009-2013, è il referente per

le Commissioni Sicurezza Cantieri e In-

dustriale dell’Ordine.

Inoltre è delegato di Torino nella Com-

missione Sicurezza del Lavoro della Fe-

derazione Interregionale degli Ordini

degli Ingegneri del Piemonte e della Valle

d’Aosta e rappresentante dell’Ordine

presso il Comitato Provinciale Perma-

nente di Studio e Coordinamento in Ma-

teria di Salute e Sicurezza sul Lavoro

presso la Prefettura di Torino. Ha com-

petenza come figura responsabile con

compiti di controllo e coordinamento di

tutte le attività che possono interessare

i materiali contenenti amianto. Progetta,

dirige e coordina la sicurezza in inter-

venti di bonifica materiali contenenti

amianto.

www.studioinggiani.itwww.linkedin.com/pub/fulviogiani/b/567/37b

AMIANTO: CRITERI PER LA GESTIONE DI UN RISCHIO DIFFUSO

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PROFESSIONI & Incontri

Sicurezza nei Cantieri

La presenza di materiale conte-nente amianto nel patrimonio im-mobiliare residenziale e industrialeè un problema che i proprietari o igestori delle attività, presenti allʼin-terno degli edifici, non possonoignorare. Su di essi ricade la responsabilità dievitare che, quanti sono presenti neilocali degli immobili, possano essereesposti al rischio amianto. Analoga-mente i datori di lavoro delle imprese,che intraprendono attività di manuten-zione o di demolizione in ambito edili-zio, devono adottare tutte lenecessarie misure, per individuare lapresenza di materiali contenentiamianto. Ricordiamo che lʼamianto èstato utilizzato, nel settore delle co-struzioni e nellʼindustria, per la suastruttura fibrosa, per la sua resistenzameccanica e per la sua flessibilità. No-tevole è la sua resistenza al fuoco eagli agenti meccanici e importanti sonole sue proprietà di isolamento acustico

e termico. Inoltre la facilità con cui legacon alcuni prodotti in uso nellʼedilizia,quali gesso, calce, cemento, bitume,gomma, pvc, etc. , ha comportato unavasta ed eterogenea produzione dimanufatti. Questi possono avere unaconsistenza friabile, se possono es-sere facilmente sbriciolati, o una ma-trice compatta, se per ridurli in polvereè necessario agire meccanicamente.Dal momento in cui questi materiali sitrovano nella condizione di rilasciarefibre di amianto, sussiste la condizionedi pericolo per quanti ne possono es-sere esposti. Infatti il rilascio di fibrepotenzialmente inalabili e lʼestremasuddivisione a cui queste possono es-sere ulteriormente sottoposte, può ca-gionare gravi patologie a caricodellʼapparato respiratorio di chi è espo-sto, quali lʼasbestosi, il carcinoma pol-monare e il mesotelioma della pleura.Il rilascio delle fibre può avvenire conestrema facilità se il materiale ha con-sistenza friabile, in quanto una sem-plice manomissione può cagionare lo

Materiale contenente amianto compatto con evidenti segni di deterioramento

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sbriciolamento, mentre per la ma-trice compatta è necessaria una sol-lecitazione meccanica più attiva. Eʼevidente che anche un prodotto amatrice compatta, deteriorato dasollecitazioni esterne quali vento, di-lavamento delle acque piovane ocicli caldo freddo, può essere nellacondizione di rilasciare delle fibre.Lʼattività di accertamento della pre-senza di amianto, deve essere affi-data dai proprietari o dai gestoridelle attività presenti allʼinterno degliedifici, a personale tecnico adegua-tamente formato, capace di effet-tuare una attività di ricerca mirata,senza esporsi, o esporre terzi, al ri-schio. In seguito alla individuazionedelle strutture sospette, con partico-lari cautele e procedure, sarà ne-cessario prevedere ilcampionamento dei materiali, chedovranno essere trasmessi a labo-ratorio specialistico autorizzato, cherileverà la presenza di amianto, lasua tipologia e il quantitativo per-centuale di contenuto. Nel caso cheeffettivamente sia accertata la pre-senza di amianto, nelle strutture in-dividuate, sarà necessario eseguirela valutazione del rischio di esposi-zione. Eʼ possibile quindi stimare lecondizioni di installazione del mate-riale contenente amianto e, in alcunicasi, può essere necessario ese-guire il monitoraggio ambientale, mi-surando la concentrazione dellefibre di amianto aereo disperse al-lʼinterno dei locali. Particolare atten-zione deve essere posta nellaeventualità che i materiali conte-nenti amianto possano, nel tempo,deteriorarsi. Questo avviene a se-conda della tipologia e della condi-zione del materiale, a seconda deltipo di fattori che possono determi-nare lʼevoluzione del degrado e fat-tori accessori, che possanoinfluenzare la diffusione delle fibrerilasciate. Tutta questa attività di va-

lutazione, comporta la compilazionedi una scheda, che raccolga tutti glielementi acquisiti, in modo da poterattivare le neces-sarie procedure ri-chieste perciascuna area incui sono presentimateriali conte-nenti amianto. Sipossono allora in-dividuare materialiintegri, non su-scettibili di deterio-ramento, materialiintegri, suscettibilidi deterioramento per loro natura ecollocazione e materiali già danneg-giati o deteriorati. Nelle prime duecondizioni è necessario porre in attoun controllo periodico e un pro-gramma di manutenzione, nel terzocaso lʼazione deve essere più inci-siva e deve tendere ad eliminare ilrilascio di fibre di amianto nellʼam-biente. Lʼattività dovrà quindi com-portare il ricorso ad una impresaqualificata, obbligatoriamenteiscritta allʼAlbo Nazionale GestoriAmbientali Categoria 10, al SISTRI,in qualità di produttore e detentoredi rifiuti pericolosi, e anche alla Ca-tegoria 5, nel caso che effettui la

raccolta ed il trasporto. Questa im-presa potrà intervenire nella ripara-zione delle zone danneggiate o

nella attività di bonifica. Lʼattività dibonifica è lʼunico intervento attivoche può essere eseguito nei con-fronti del materiale contenteamianto. La bonifica può compor-tare tre azioni, alternative una allʼal-tra : la rimozione, lʼincapsulamentoed il confinamento. La attività di ri-mozione elimina ogni potenzialefonte di esposizione, ma comporta,in fase di preparazione ed esecu-zione, adempimenti amministrativied operativi di una certa comples-sità. A titolo di esempio non esau-stivo, lʼattività da porre in atto afronte di bonifica di materiale fria-bile, può comportare lʼadozione di

Materiale contenente amianto abbandonato in un sottotetto

continua

“Nel caso che effettivamentesia accertata la presenza diamianto, nelle strutture indi-viduate, sarà necessarioeseguire la valutazione delrischio di esposizione”

Page 8: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

Pag. 8

confinamento statico e dinamicodella zona di lavoro, lʼinstallazionedellʼunità di decontaminazione, ilcollaudo del cantiere, la protezionedei lavoratori, lʼimballaggio e lʼallon-tanamento dei rifiuti ed infine il mo-nitoraggio ambientale per larestituzione dei locali. Lʼincapsula-mento comporta lʼapplicazione diprodotti vernicianti, penetranti e ri-coprenti, in grado di inglobare lefibre di amianto sulla superficie delmanufatto da trattare. Lo strato chesi viene a depositare costituisceanche una pellicola protettiva dellasuperficie esposta. Il confinamentoconsiste nella installazione di unabarriera a tenuta, che ha lo scopodi separare il materiale contenenteamianto, dagli ambienti che pos-sono essere utilizzati allʼinternodellʼimmobile. A titolo di esempionon esaustivo, si propone il confi-namento di una pavimentazione invinile amianto, consistente nellasua messa in sicurezza, mediante lafornitura e la posa in opera di unaprima pavimentazione in pvc a teli, agiunti saldati, compresa la prepara-zione del fondo, incluso il cordolo diperimetro in pvc a giunti saldati e la

successiva applicazione di una se-conda pavimentazione flottante, acopertura della pavimentazione disicurezza in teli di pvc, che dovràpoi essere posata, in modo tale da

realizzare una doppia copertura disicurezza, delle pavimentazioni og-getto di intervento. Nel caso di unintervento che comporta lʼazione diincapsulamento e/o di confinamento

occorre attuare un programma dicontrollo e manutenzione, che pe-riodicamente verifichi lʼefficaciadella bonifica e che, nel caso del-lʼincapsulamento, può comportare la

ripetizione periodica del tratta-mento. In merito al controllo perio-dico e al programma dimanutenzione, questi devono es-sere posti in atto al momento che, in

Attività di rimozione di materiale contenente amianto

Attività di incapsulamento di materiale contenente amianto

Page 9: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

PROFESSIONI & Incontri

attuare procedure per il manteni-mento in buone condizioni del ma-

nufatto, per laprevenzione delrilascio e della di-spersione dellefibre e per il cor-retto intervento afronte di un effet-tivo rilascio. I pro-prietari o i gestoridelle attività, pre-senti allʼinternodegli edifici, do-vranno così iden-

tificare e designare una figuraresponsabile, con compiti di con-trollo e coordinamento di quelle atti-vità che possono coinvolgere i

materiali contenenti amianto. Inoltredovranno custodire la documenta-zione che consente di individuarelʼubicazione del materiale conte-nente amianto nellʼimmobile, for-nendo una corretta informazione aquanti occupano lʼedificio e a quanti,a vario titolo, intervengono al suo in-terno, per attività di pulizia e di ma-nutenzione. Sarà quindi prioritarioorientare ogni sforzo ad evitare cheil materiale contenente amiantopossa essere disturbato.

Fulvio Giani

[email protected]

un immobile, è rilevata la presenzadi materiali contenenti amianto.

Queste attività sono tese a ridurre alminimo lʼesposizione al rischioamianto, per quanti ne possono es-sere interessati. Si tratterà quindi di

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“I proprietari o i gestori delle attività,presenti all’interno degli edifici, do-vranno così identificare e designareuna figura responsabile, con compiti dicontrollo e coordinamento di quelle at-tività che possono coinvolgere i mate-riali contenenti amianto”

Page 10: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

L’ERGONOMIA DIMENTICATA

Pag. 10

PROFESSIONI & Incontri

Sicurezza nei luoghi di lavoro

Malgrado i concettisopra riportati la negli-genza si eleva quando siparla di sicurezza nei luoghidi lavoro e questo risultaancor più paradossale per-ché allʼinterno del TestoUnico ne troviamo specificoriferimento in tutti questipunti succintamente citati (anche se è con il dlgs626/94 che lʼergonomia hail primo riconoscimento uffi-ciale e viene inserita conforza nella legislazione ita-liana:

R art. 15 D. Lgs. 81/2008: "il rispetto deiprincipi ergonomici nellʼorganizzazionedel lavoro, nella concezione dei posti dilavoro, nella scelta delle attrezzature enella definizione dei metodi di lavoro eproduzione, in particolare al fine di ridurregli effetti sulla salute del lavoro monotonoe di quello ripetitivo".

R TITOLO III – USO DELLE ATTREZ-ZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSI-TIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALECAPO I – USO DELLE ATTREZZATUREDI LAVOROArticolo 71 - Obblighi del datore di lavoro

R CAPO II – USO DEI DISPOSITIVI DIPROTEZIONE INDIVIDUALEArticolo 76 - Requisiti dei DPI

R TITOLO IV – CANTIERI TEMPORA-NEI O MOBILICAPO II – NORME PER LA PREVEN-ZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LA-VORO NELLE COSTRUZIONI E NEILAVORI IN QUOTASEZIONE II - DISPOSIZIONI DI CARAT-TERE GENERALEArticolo 111 - Obblighi del datore di lavoronell'uso di attrezzature per lavori in quota

R TITOLO VI – MOVIMENTAZIONEMANUALE DEI CARICHICAPO I – DISPOSIZIONI GENERALIArticolo 167 - Campo di applicazione

R TITOLO VII – ATTREZZATURE MU-NITE DI VIDEOTERMINALICAPO II – OBBLIGHI DEL DATORE DILAVORO, DEI DIRIGENTI E DEI PRE-POSTIArticolo 174 - Obblighi del datore di lavoro

R ALLEGATO XIII PRESCRIZIONI DI SICUREZZA E DI SA-LUTE PER LA LOGISTICA DI CANTIEREPRESCRIZIONI PER I SERVIZI IGIE-NICO-ASSISTENZIALI A DISPOSIZIONEDEI LAVORATORI NEI CANTIERI

R ALLEGATO XXXIVVIDEOTERMINALI - REQUISITI MINIMI3. Interfaccia elaboratore/uomo

Senza dimenticare che anche la “nuovaDirettiva Macchine” cita il concetto di er-gonomia come da estratto sotto riportato:

“REQUISITI ESSENZIALI DI SICU-REZZA E DI TUTELA DELLA SALUTE”del D.Lgs.27 Gennaio 2010 n. 17”1.1.6. ErgonomiaNelle condizioni d'uso previste devono

MASSIMO GIUNTOLIArchitetto, Presidente Torinoprogetti

Società di Ingegneria Srl.

Coordinatore Focus Group OAT -

Area tematica Normativa Tecnica – Si-

curezza

Coordinatore Scientifico e Docenza ai

corsi organizzati dalla Fondazione Ar-

chitetti Torino in merito alla Sicurezza

nei luoghi di lavoro.

Coordinatore e Responsabile dell’ Uf-

ficio Ambiente Confartigianato Torino

Idoneità per l’insegnamento di Ergo-

nomia applicata al disegno industriale

per il corso di Laurea di I Livello in Di-

segno Industriale - Politecnico di To-

rino Facoltà di Architettura.

Coordinatore del Dipartimento di In-

terior Design/Ergonomia dello

I.A.A.D. – Torino

Ruolo di moderatore e docente in

convegni sulla Sicurezza nei Luoghi di

Lavoro

Diventa sempre più difficile veicolare il concetto di ergonomia come scienza interdisciplinare, qualè, fondamentale per qualsivoglia approccio progettuale e “conservativo”.L’approccio ergonomico alla progettazione e valutazione delle postazioni di lavoro contribuisce in-fatti al controllo ed al raggiungimento degli obiettivi lavorativi fissati per quella data postazione.L’applicazione dei principi ergonomici da un lato promuove la salute e la sicurezza degli operatorima, dall’altro, incide sulle prestazioni umane, sul livello di produttività della postazione e sulla sod-disfazione professionale complessiva, con una conseguente diminuzione dell’assenteismo oltre chedi incidenti e malattie professionali.

Page 11: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

Pag. 11

essere ridotti al minimo possibile il di-sagio, la fatica e le tensioni psichiche efisiche (stress) dell'operatore, tenutoconto dei principi seguenti dell'ergo-nomia:

- tener conto della variabilità delle dimensioni fisiche, della forza edella resistenza dell'operatore,

- offrire lo spazio necessario per imovimenti delle parti del corpodell'operatore,

- evitare un ritmo di lavoro condizio-nato dalla macchina,

- evitare un controllo che richiedeuna concentrazione prolungata,

- adattare l'interfaccia uomo/mac- china alle caratteristiche prevedi- bili dell'operatore.

Allo stesso modo alla voce “forma-zione” ai sensi dellʼart. 32 del d.lgs.81/08 (e già precedentemente citatodalla Conferenza Stato regione del26.01.2006) per divenire Responsabilidel Servizio di Prevenzione e Prote-zione occorre espletare il modulo C alcui interno (C3) risulta ben specificatolʼobbligo di conoscenza dei “rischi dinatura ergonomica”.

Inoltre allʼinterno di un documento divalutazione dei rischi che è la “cartadʼidentità “ della sicurezza di unazienda raramente troviamo un ap-proccio compiuto in merito; ci si limitaa ricordarla alle solite argomentazioniquali la postazione del videoterminali-sta o quando si parla di movimenta-zione manuale dei carichi e/o da rischiola stress da lavoro correlato.

Eppure la corretta metodologia prelimi-nare per conoscere un attività lavora-tiva risulta essere:

• Lʼanalisi dellʼattività (scomporrein macro mansioni lʼoperatività dellʼutente per conoscere lʼinterazionedel medesimo con il sistema)

• Lʼanalisi del flusso (descrive lasequenza temporale degli eventi diun sistema)

• Lʼanalisi decisionale (conosceregli input e gli output conseguentialle decisioni prese di volta in voltadallʼutente)

• Lʼanalisi del compito (lʼelenco ditutte le operazioni che lʼutentevuole eseguire e di tutte le infor-mazioni necessarie per raggiun-gere i vari obbiettivi)

A conseguimento dei dati ottenuti nellaprima fase occorre mettere in atto lʼap-

plicazione di almeno n° 4 metodologieergonomiche scegliendole tra la possi-bilità di ottenere dati qualitativi o quan-titativi ed tra un impostazioneindividuale ed una collettiva.Tra le più diffuse: (rif. bibliografico – Er-golab)

MISURE DI PERFORMANCETale metodo viene usato per otteneredelle misure quantitative riguardantila prestazione degli utenti in interazionecon un sistema. Lo sperimentatore ha ilcompito di:

a) definire gli obiettivi, in termini diattributi di usabilità;

b) bilanciare le varie componentidegli obiettivi;

c) quantificare i problemi di usabi-lità attraverso misure del:

- tempo di completamento del com-pito;

- numero di compiti completati perunità di tempo;

- rapporto tra successi e fallimenti;- tempo di scoperta e di recupero

dellʼerrore; - numero di errori;- numero di comandi mai usati;- numero di caratteristiche del si-

stema memorizzate;- frequenza di utilizzo di manuali o

sistemi di aiuto.

INTERVISTELe interviste possono essere nonstrutturate o strutturate.Nella prima fase di valutazione è utilericorrere a interviste non strutturate.L'obiettivo è quello di raccogliere delle

notizie generali sulle procedure adot-tate dall'utente e sulle sue aspettativecirca il sistema.Le interviste strutturate sono da prefe-rire per un'analisi più approfondita, dasvolgere quando si conoscono i possi-bili problemi che può rivelare il sistema.Condurre unʼintervista non è facile e ri-chiede una competenza specifica.

- Registrare lʼintervista e non pren-dere appunti

- Formulare le domande in terminineutri

- Incoraggiare lʼutente a rispondereper esteso

- Iniziare con argomenti semplici - Utilizzare termini che il soggetto

può comprendere- Non esprimere le proprie opinioni

sulle risposte- Utilizzare “probe” per ottenere più

informazioni

Addition probe: “Non si fermi, vadaavanti”Reflecting probe: “Diceva che qua hatrovato un problema...”Directing probe: “Perché?”Defining probe: “Che cosa intendi con“era scomodo?”

FOCUS GROUPSE' una tecnica che colleziona dati uti-lizzando un certo numero di utenti (6-9) che discutono assieme dei problemirelativi al sistema. Un esperto copre il

ruolo di moderatore, preparando la listadi problemi da discutere e cercando diguidare il discorso per ottenere il mag-gior numero di informazioni possibili.

continua

Page 12: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

PROFESSIONI & Incontri

non sono dei progettisti. Eʼ possibileinvece capire se un dato prodotto in-contrerà o meno il loro favore o nonsarà facilmente utilizzabile.

Pertanto questa succinta scaletta filo-logica dellʼapplicazione dellʼergonomiavuole ricordare lʼimportanza della ap-plicazione della medesima nella valu-tazione dei rischi dei luoghi di lavoro enon soltanto nella fase della progetta-zione.

Massimo [email protected]

Procedura:Selezionare degli utenti rappresentativiScegliere un moderatore preparatoPreparare una lista dei problemi da di-scutereGuidare la discussione senza impedireil “free flow”ʼ di idee e commentiAssicurarsi che tutti gli utenti parteci-pino alla discussioneUtilizzare più focus groupsUtilizzare in alternativa delle video-con-ferenze o chat elettroniche

PLURALISTIC WALKTHROUGH È un metodo di analisi di gruppo, in

cui utenti, progettisti ed esperti di ergo-nomia si incontrano per discutere sulprodotto in questione.È utile coinvolgere lʼutente, soprattuttonelle prime fasi di sviluppo, in quantopuò sollevare dei problemi che i pro-gettisti solitamente non si pongono (iprogettisti non sono utenti). Bisognatenere in considerazione che questotipo di analisi non consiste solamentenel chiedere agli utenti che cosa vo-gliono, poiché spesso non lo sanno onon sanno quali sono le alternativepossibili.È irragionevole aspettarsi da loro delleidee di sviluppo, in quanto gli utenti

Page 13: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

Il ruolo del design nella società contemporanea? Risolvere i problemi non crearne dei nuovi

Pag. 13

Design

Una delle principali ambizioni deldesign contemporaneo è certamentequella di risolvere problemi e non dicrearne di nuovi per puro edonismocreativo, come spesso si teorizza.

Se è vero che molti dei progetti e dei pro-dotti di oggi incorporano una serie di va-lenze che talvolta spingono un oggetto aprendere le distanze dal bisogno reale peril quale è stato concepito - l'oggetto si tra-sforma in qualcosa di desiderabile di perse stesso - è altrettanto vero che ciò rap-presenta solo uno dei lati della multisfac-cettata personalità e potenzialità deldesign e dei designer.

Un noto studio di design torinese, AdrianoDesign - Davide e Gabriele Adriano, pro-prio in contrapposizione alla mistifica-zione del significato del termine "design",ormai erroneamente e orribilmente usatodai più al pari di un orpello, ha pensato dipubblicare un Manifesto che parte daquesta considerazione: "Il prodotto e lecose che l’uomo usa e consuma sonoil mattoncino, la pietra d’angolo su cuiè costruito il modello capitalistico del-l’economia mondiale. In un momentostorico in cui il modello economico ca-pitalistico è entrato in crisi forse biso-gnerebbe concentrarsi di più suicontenuti di tale mattoncino."

Il Manifesto di Davide e GabrieleAdriano

• Aboliamo le parole il cui Significatoè stato snaturato, corrotto e trasfor-mato: Innovazione, Design e Stilenon vogliono più dire nulla e non rap-presentano più niente e nessuno.

• Troviamo nella Ricerca gli strumentiche ci permettono di dare ordine alleIncognite di cui cerchiamo la Solu-zione.

• Risolviamo un Problema con un Ri-sultato tangibile e oggettivo.

• Affermiamo che il Progetto è l'equa-zione che ci permette di arrivare alProdotto.

• Crediamo nel Progetto Etico: perse-guire la strada dellʼEtica vuol direprogettare con Consapevolezza.

• Confidiamo nellʼEstetica, nella Lo-gica e nella Funzionalità.

• Ricerchiamo lʼAffezione allʼoggettoin opposizione al rifiuto.

• Sosteniamo la compatibilità ambien-tale attraverso i Comportamenti Vir-tuosi indotti dal prodotto.

• Accettiamo la Responsabilità So-ciale del nostro Mestiere.

• Scegliamo il Futuro perché il pre-sente è già passato.

Davide Adriano è coordinatore strate-gico del dipartimento di “Industrial de-

LAURA MILANIStudia architettura e design a Torino.

Si specializza in marketing communi-

cation e marketing internazionale fra

Milano e Torino.

Matura parte significativa dell’espe-

rienza professionale in Carré Noir,

agenzia internazionale specializzata in

corporate & brand image e retail de-

sign.

Insegna “Comunicazione pubblicitaria”

allo IAAD e dal 2000 ne diventa Di-

rettore e Amministratore Delegato.

Nel 2003 apre il dipartimento di “In-

dustrial design” aggiungendolo ai 3

storici - transportation, interior e gra-

phic.

Nel 2005 porta lo IAAD, primo in Ita-

lia, all’accreditamento europeo dei ti-

toli di studio come EABHES -

European Bachelor & Master of

Science in design.

Nel 2007 attiva, a Città del Messico, la

prima partnership - start up con una

scuola di design locale per creare le

basi dell’internazionalizzazione IAAD.

Nel 2008, apre ufficialmente il dialogo

con le istituzioni, le associazioni del-

l’industria e dell’artigianato e l’indotto

per l’attivazione del primo corso di

laurea italiano in “Design della mobi-

lità sostenibile e dei mezzi di tra-

sporto”.

Nel 2009, in collaborazione con ISIA

Firenze, ottiene il riconoscimento

della prima laure italiana in “Design

della mobilità sostenibile e dei mezzi

di trasporto”, le cui lezioni partiranno

con l’anno accademico 2010/2011.

Modulife

Modulifecontinua

Page 14: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

di riferimento e le sue particolari esi-genze co-abitative abbiano bisogno diunʼattenzione specifica e quindi di so-luzioni appositamente studiate per unmomento fondamentale come la vitadei giovani allʼinterno dellʼabitazione.Lʼobiettivo è studiare le caratteristichedel target in questione per arrivare allaprogettazione di un particolare furni-ture-kit, un sistema base di comple-menti dʼarredo modulare,polifunzionale, innovativo, eco compa-tibile, producibile a un prezzo conte-nuto, capace di risponderecontemporaneamente alle esigenzedei proprietari di casa e dei coabitantiaffittuari.La sfida sta proprio nel concepire eprogettare soluzioni di adeguate per untarget emergente che conduce unostile di vita diversificato, mantenendoun punto fermo: lo spazio abitativocome luogo dellʼindividuo e della sua li-bera espressione. Il risultato: la cultura del design alservizio delle esigenze della societàcontemporanea.

Laura [email protected]

Pag. 14

sign” dello dellʼIstituto dʼarte Appli-cata e Design IAAD, lʼIstituto di de-sign torinese che rappresento da 10anni. Grazie a professionisti comelui, al loro pensiero e impegno, allediscussioni costruttive e alla continuatensione al miglioramento, il design ela formazione mantengono un ruoloserio e responsabile nei limiti delle di-verse e specifiche competenze.

Riprendendo il discorso dalla perso-nalità e dalla potenzialità del design edei designer, possiamo affermareche oggi più che in passato, la sceltadi un oggetto o di un servizio è vin-colata alla capacità che questo pro-dotto o questo servizio hanno dirassomigliarci, di riconoscerci, di sti-molare la nostra sensibilità e susci-tare in noi un'emozione. La tendenzaalla personalizzazione, allʼaffezione, di-ventano così caratteri importanti, ritro-vabili prepotentemente nei prodotti onei servizi cult che hanno segnato eche segnano la storia del design: bastipensare ai prodotti di Alessi, all'I Phoneo allʼI Pad della Apple, alle crociereCosta... In un moltiplicarsi di proposte,in un frammentarsi di riferimenti, di re-make e pseudo-innovazioni, il designerha la responsabilità di diventare inter-prete delle personalità e delle ten-denze, mantenendo fede a uno spiritoresponsabile del proprio operato.Proprio da questa premessa, partono iprocessi creativi che sottendono alla di-mensione progettuale di ogni designer:design è progettazione.

Per chiarire come il significato di designcompetente, responsabile ed etico,possa trovare terreno fertile propriodalla filosofia didattica di una scuola didesign e dei relativi progetti di studio,Vi propongo un recente progetto realiz-zato per il Programma Housing dellaCompagnia di San Paolo - il progetto èstato coordinato da Massimo Giuntoli,Presidente di Torinoprogetti e coordi-natore tecnico del dipartimento di “In-terior and furniture design” dello IAAD.Il progetto si intitola “New kit for new

home” (http://www.iaad.it/n_it/scheda-Progetto.php?idPr=27) e risponde al-lʼesigenza di trovare un puntodʼincontro funzionale fra individui di etàcompresa fra i 18 e i 35 anni in cerca diappartamenti in affitto - prevalente-mente studenti, lavoratori e studenti-la-voratori - e proprietari di case daaffittare.

In sintesi, il progetto migliora qualitati-vamente lʼofferta soddisfacendo en-trambe le parti: appartamenti allestiticoerentemente con le esigenze degliaffittuari e al giusto prezzo. La premessa è che le modalità con lequali un individuo si rapporta alle per-sone e agli oggetti che lo circondanocostituisca una rappresentazione diquelle particolari caratteristiche, pecu-liarità e sfumature che lo differenzianodagli altri: noi siamo le nostre scelteperché le nostre scelte parlano di noi.Lʼaver deciso che per se stessi unaqualsiasi cosa è migliore di unʼaltra rap-presenta una proiezione creativa delproprio modo di essere, poiché lʼattocreativo è unʼespressione della sog-gettività e dellʼunicità dellʼindividuo.Lʼipotesi che sta alla base del progetto“New Kit for New Home” è che il target

Filrouge

Page 15: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

Nasce il sito web di “Professioni & Incontri Magazine” percondividere, scambiare informazioni e costruire insiemepercorsi culturali nellʼambito delle attività professionali.

Il nostro impegno sarà quello di po-tervi offrire un contenitore dinamicoe capace di dare spunti di rifles-sione e discussione a tutti i lettoriche potranno partecipare in modoattivo.

Ci auguriamo che Pimagazine.itcontribuisca, nel suo piccolo, acreare un punto dʼincontro nell'am-bito delle professioni; una piazzavirtuale per professionisti eaziende dove possano scambiarsiopinioni e proposte per migliorare ilproprio lavoro ed il futuro del nostrotessuto socio economico.

Vi invitiamo quindi a visitare il sitowww.pimagazine.it per "vivere ilvostro giornale", lasciare i com-menti agli articoli e partecipare atti-vamente.

Enrico [email protected]

Eccoci finalmente on-line per una comunica-zione innovativa, credibile e partecipativa

NASCE WWW.PIMAGAZINE.ITun sito da vivere non solo da leggere...

Nuove iniziative

Page 16: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

GIANNI PIRASArchitetto, si occupa prevalentemente

di tematiche riguardanti la preven-

zione incendi, la sicurezza sui luoghi di

lavoro, claims e compilance nel settore

pubblico e privato.

Tra gli interventi più significativi si è

occupato della gestione operativa

della sicurezza cantieri per la costru-

zione del Villaggio Olimpico MOI a To-

rino e della costruzione e delle

verifiche di accreditamento di strut-

ture sanitarie pubbliche e private.

Docente in materia di sicurezza can-

tieri presso la Fondazione dell'Ordine

degli Ingegneri della Provincia di To-

rino, è componente supplente della

Commissione sicurezza prezziario

opere edili ed impiantistiche presso la

Camera di Commercio, Industria ed

Artigianato di Torino, oltre che Rap-

presentante dell'Ordine degli Archi-

tetti della Provincia di Torino presso la

Commissione Sicurezza Cantieri del-

l'Ordine degli Ingegneri della Provin-

cia di Torino.

GLI OBBLIGHI DOCUMENTALI NEGLIAPPALTI PUBBLICI E PRIVATI

Pag. 16

PROFESSIONI & Incontri

Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro

Testo Unico in materia di salute e si-curezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008) edil successivo correttivo (D.Lgs. 106/2009), al Titolo IV ha cercato di armonizzare laprecedente normativa riguardante i lavoriedili (D. Lgs. 494/96, D.P.R. 164/56,D.P.R. 222/03) con quella generale (D.Lgs. 626/94, D.P.R. 547/55) operandouna certa "ripulitura" di norme ormai ob-solete o superate dal progresso tecnolo-gico.Anche il professionista Coordinatore allaSicurezza risulta essere attuatore di unaserie di verifiche di congruità delle ido-neità tecnico professionali che il nuovoimpianto normativo prescrive alle impresepresenti in cantiere.Ci riferiamo in particolare alla idoneità tec-nico-professionale dellʼimpresa affidata-ria, a quella delle imprese esecutrici e deilavoratori autonomi che il committente, aisensi dellʼart. 90 comma 9 lettera a) dellostesso T.U., è tenuto a verificare in rela-zione ai lavori da affidare. La norma defi-nisce questa idoneità come “il possessodi capacità organizzative, nonché di di-sponibilità di forza lavoro, di macchine e diattrezzature, in riferimento alla realizza-zione dellʼopera” ed inoltre, allʼallegatoXVII del T.U., viene indicata la documen-tazione che le imprese stesse devono esi-

bire al committente o alresponsabile dei lavoriper attestare la loro ido-neità tecnico-professio-nale.

a) la iscrizione allaCamera di Com-mercio, Industriaed Artigianato con oggetto sociale ine-rente alla tipologia dellʼappalto;

b) il documento di va

lutazione dei rischi o lʼautocertifica-zione dei rischi previsti dal TestoUnico (Articoli 17 e 28);

c) una specifica documentazione atte-stante la conformità alle disposizionidel Testo Unico di macchine, attrez-zature e opere provvisionali;

d) un elenco dei dispositivi di prote-zione individuale forniti ai lavoratori;

e) la nomina del responsabile del ser-vizio di prevenzione e protezione,degli incaricati dellʼattuazione dellemisure di prevenzione incendi e lottaantincendio, di evacuazione, diprimo soccorso e gestione del-lʼemergenza e del medico compe-tente quando necessario;

f) il nominativo del rappresentante deilavoratori per la sicurezza;

g) gli attestati inerenti la formazionedelle suddette figure e dei lavoratoriprevista dal Testo Unico;

h) un elenco dei lavoratori risultanti dallibro matricola con la relativa ido-neità sanitaria prevista dal TestoUnico;

i) Il documento di regolarità contribu-tiva (DURC);

l) una dichiarazione di non essere og-getto di provvedimenti di sospen-sione od interdittivi di cui allʼart. 14del T.U.;

Mentre per quanto riguarda i lavoratori au-tonomi questi devono esibire almeno:

a) lʼiscrizione alla camera di commer-cio, industria ed artigianato con og-getto sociale inerente alla tipologiadellʼappalto;

b) una specifica documentazione atte-stante la conformità alle disposizionidi cui al Testo Unico di macchine, at-trezzature e opere provvisionali;

c) un elenco dei dispositivi di prote-zione individuale in dotazione;

d) attestati inerenti la propria forma-

DA PARTE DEI COMMITTENTI, IMPRESE, COORDINATORI PER LA SICUREZZA ESI-STONO UNA SERIE DI VERIFICHE DI CONGRUITÀ CHE IL NUOVO IMPIANTO NOR-MATIVO PRESCRIVE

“Il committente, ai sensi dell’art.90 comma 9 lettera a) dello

stesso T.U., è tenuto a verificarein relazione ai lavori da affidaredall’idoneità tecnico-professio-nale dell’impresa affidataria, a

quella delle imprese esecutrici edei lavoratori autonomi”

Page 17: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

Pag. 17

zione e la relativa idoneità sanita-ria previsti dal Testo Unico;

e) il documento unico di regolaritàcontributiva (DURC).

Il T.U. introduce poi allʼarticolo 90 la so-spensione del titolo abilitativo nel casodi assenza della certificazione della re-golarità contributiva e che opereràanche in assenza del Piano di Sicu-rezza e di Coordinamento o del fasci-colo dellʼopera (i cui contenuti vengonoindicati in un allegato al Testo Unico) inassenza della notifica preliminarequando previsti. Lʼart. 93 introduce, la responsabilità delCommittente ed il rapporto fra questi edil responsabile dei lavori. Il committente è esonerato dalle re-sponsabilità connesse allʼadempimentodegli obblighi limitatamente allʼincaricoconferito al responsabile dei lavori. Inogni caso il conferimento dellʼincaricoal responsabile dei lavori non esonerail committente dalle responsabilità con-nesse alla verifica degli adempimentidegli obblighi di cui agli articoli 90, 92,comma 1, lettera e), e 99. Il committente è comunque obbligato averificare che il responsabile dei lavoriadempia ai propri obblighi (art. 90), averificare che il coordinatore per l'ese-cuzione segnali le inosservanze delleimprese alle norme di sicurezza, pro-ponga la sospensione dei lavori, l'al-lontanamento delle imprese o deilavoratori autonomi dal cantiere, o la ri-soluzione del contratto.Inoltre la designazione del coordinatoreper la progettazione e del coordinatoreper l'esecuzione, non esonera il re-sponsabile dei lavori dalle responsabi-lità connesse alla verificadell'adempimento degli obblighi di cuiagli articoli 91, comma 1, e 92, comma1, lettere a), b), c) e d).L'accettazione del Piano di Sicurezza edi Coordinamento (PSC) da parte diciascun datore di lavoro delle impreseesecutrici e la redazione del PianoOperativo per la Sicurezza (POS), co-stituisce assolvimento dell'obbligo di re-dazione del Documento Unico diValutazione dei Rischi derivanti dalle

Interferenze (DUVRI) di cui all'art. 26dello schema di Decreto. Questo è unrisultato importante in quanto si evita diduplicare lo stesso documento.Le responsabilità del Datore di lavoroIl Testo Unico evidenzia con lʼart. 97 gliobblighi a carico del Datore di lavorodelle imprese affidatarie, i quali sonochiamati a vigilare sulla sicurezza deilavori affidati e sull'applicazione delledisposizioni e delle prescrizioni delPiano di Sicurezza e Coordinamentononché a coordinare gli interventi fina-lizzati allʼattuazione delle misure gene-rali di sicurezza ed a verificare lacongruenza dei Piani Operativi di Sicu-rezza (POS) delle imprese esecutrici ri-spetto al proprio, prima della lorotrasmissione al Coordinatore per l'ese-cuzione. Circa lʼobbligo di trasmissione dei Pianidi Sicurezza e Coordinamento (PSC),con lʼart. 101 del Testo Unico viene im-posto che tutte le imprese esecutricidebbano trasmettere il Piano Operativodi Sicurezza (POS) allʼimpresa affida-

taria la quale, previa verifica della con-gruenza rispetto al proprio Piano Ope-rativo di Sicurezza, lo trasmette alCoordinatore per la Esecuzione.Art. - 97. Obblighi del Datore di Lavorodellʼimpresa affidatariaIl datore di lavoro dellʼimpresa affida-

taria vigila sulla sicurezza dei lavori af-fidati e sullʼapplicazione delledisposizioni e delle prescrizioni delpiano di sicurezza e coordinamento.Il datore di lavoro dellʼimpresa affidata-ria deve, inoltre:

a) coordinare gli interventi di cui agliarticoli 95 e 96 del presenteCapo;

b) verificare la congruenza dei PianiOperativi di Sicurezza (POS)delle imprese esecutrici rispetto alproprio, prima della trasmissionedei suddetti Piani Operativi di Si-curezza al Coordinatore per lʼEsecuzione.

Gianni Piras

Page 18: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

Soluzioni e prodotti sicuriper la posa di pavimentie rivestimenti in ambienteospedaliero

Bassissima emissione di sostanze organiche volatili (VOC)Sicurezza per l’ambiente, per il posatore e per l’utilizzatore finaleI prodotti della linea ECO Mapei contribuiscono alla certificazione dell’edificio LEED

Nei locali a uso medico, sono necessarie garanzie di sicurezza nei confronti dei pazientie del personale medico. Mapei dispone di una gamma completa di prodotti certificati EMICODE EC1 per la posa di ogni tipo di materiale resiliente.

Edilizia ospedaliera

Page 19: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

COD. 002/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° EDIZIONE FONTI RINNOVABILI E IMPIANTI FOTOVOLTAICI : I PRIMI PASSI CONCRETI VERSO UNA SOCIETÀ ECOSOSTENIBILE

Professionisti ed addetti ai lavori, del settore pubblico e privato, che operano ed opereranno nel

campo delle fonti rinnovabili con particolare interesse nell’ambito fotovoltaico

Al termine del corso i partecipanti saranno in grado di applicare le seguenti competenze profes-

sionali: analisi dei fabbisogni energetici dell’utenza e delle potenzialità produttive/risolutive di un

impianto fotovoltaico; scelta degli impianti fotovoltaici tecnologicamente più idonei e valutazione

economica-finanziaria, anche in funzione delle normative vigenti ed agli incentivi previsti, supervi-

sione, progettazione e project management di una commessa fotovoltaica.

Pag. 18

Torinoprogetti lancia un progetto formativo con l’intento di mettere a compimento un prodotto di elevata qualitàsu tematiche tecnico scientifiche abilitanti e non allo svolgimento della professione.Il nostro intento è differenziarci offrendo un programma didattico più vicino alle reali esigenze del professionista;i responsabili del progetto formativo sono infatti figure altamente qualificate e con una profonda conoscenza diciò che occorre per espletare egregiamente i servizi richiesti dal mercato. Allo stesso modo sapremo cogliere e raccogliere le esigenze dei discenti cercando di fornire, anche a corso ini-ziato, suggerimenti specifici che possano aumentare il gradimento di soddisfazione dei medesimi. Tra le novità proposte la possibilità di frequentare alcuni corsi (ad iniziare dal Corso RSPP Modulo C) il sabatomattina.A premessa si ricorda che la struttura in questione, oltre ad essere in possesso della Certificazione ISO 9001:00al n. IT08/0668 per i propri servizi, è Organismo Accreditato dalla Regione Piemonte per la Formazione con Cer-tificato n. 903/001.Il sito consultabile per l’offerta formativa, oltre a seguire con assiduità le proposte presenti all’interno della rivi-sta, è:

www.torinoprogetti.it

PROFESSIONI & Incontri

Programma FormazioneProgramma Formazione

COD. 001/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° EDIZIONE CERTIFICATORE ENERGETICO DEGLI EDIFICI

Professionisti che si trovano a dover fronteggiare la problematica energetica per una svolta radi-

cale nella progettazione e costruzione degli edifici e/o ad una differente valutazione a livello di

mercato immobiliare. Periti industriali, geometri, architetti, ingegneri.

Obiettivo del corso è quello di formare adeguatamente i professionisti alla tecnica della diagnosi

e della certificazione energetica degli edifici.

Page 20: Professione & Incontri Magazine - n 2° Luglio

COD. 003/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° EDIZIONE CORSO DI AGGIORNAMENTO PER COORDINATORI DELLA SICUREZZA (D. LGS. 81/08)

Il corso è rivolto alla figura del Coordinatore per la progettazione e per la esecuzione delle

opere.

Il corso (con contenuti conformi all'allegato XIV del Nuovo Testo Unico sulla Sicurezza e Salute

sul Lavoro n. 81/2008) si propone di aggiornare la formazione della figura del Coordinatore per

la progettazione e per l'esecuzione dei lavori (cantieri temporanei e mobili).

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COD. 004/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° EDIZIONE FORMAZIONE ADDETTI PES E PAV - CONSEGUIMENTO REQUISITO MI-NIMO DI FORMAZIONE PER IL RILASCIO ABILITAZIONE ALLO SVOLGIMENTO DI LA-

VORI SOTTO TENSIONE SU IMPIANTI ELETTRICI DI CAT. 0 E I

Il corso, in base all’obbligo di formazione di cui al D.Lgs. 81/08, è rivolto agli operatori del set-

tore elettrico per il riconoscimento della qualifica di:

• persona esperta (PES)

• persona avvertita (PAV)

Il D.Lgs. 81/08 impone obblighi stringenti circa la formazione dei lavoratori ed in maniera parti-

colare per i lavori su parti elettriche. Gli addetti che lavorano su parti in tensione devono essere

appositamente formati e avere l’idoneità come PES o PAV. L’idoneità è attestata e rilasciata dal

Datore di Lavoro a fronte, tra l’altro, di processi formativi superati con esito positivo compren-

sivi anche di esercitazioni teoriche e pratiche rappresentative dei lavori da effettuare (Livello 2A

e 2B, art. 12.2.3).

COD. 005/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° INCONTRO MONOTEMATICOSISTEMI ANTICADUTA E DPI: ILLUSTRAZIONE DELLA NORMA UNI EN 795

E PROVE PRATICHE DI UTILIZZO E PROGETTO

Il corso è rivolto agli operatori del settore edile e ai professionisti che operano nel campo della

sicurezza ai sensi del D.Lgs. 81/08.

Obiettivo del corso è quello di formare e aggiornare al corretto utilizzo dei sistemi anticaduta e

DPI.

COD. 006/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° EDIZIONE CORSO PER RESPONSABILI SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE

MODULO C

Intervento formativo di formazione professionale rivolto a soggetti che devono svolgere il ruolo di Re-

sponsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione essendo il medesimo svolgibile soltanto interna-

mente secondo le indicazioni dell’art. 31 comma e). Tutti i lavoratori di qualsiasi azienda, impresa, servizi,

nel settore privato ed il quello pubblico, con qualsiasi tipologia di contratto (fisso, progetto, temporale,

atipico).

Il modulo integra il percorso formativo degli RSPP, al fine di sviluppare le capacità gestionali e relazionali

e di far acquisire elementi di conoscenza su: sistemi di gestione della sicurezza, organizzazione tecnico-

amministrativa della prevenzione, dinamiche delle relazioni e della comunicazione, fattori di rischio psico-

sociali ed ergonomici, progettazione e gestione dei processi formativi aziendali.

COD. 007/2010

Destinatari

Obiettivi e finalità

1° EDIZIONE LAVORATORE E PREPOSTO ADDETTO AL MONTAGGIO, ALLO SMONTAGGIO

E ALLA TRASFORMAZIONE DI PONTEGGI – 32 ORE

Intervento formativo di formazione professionale rivolto a persone che in azienda si occupano abitual-

mente di montaggio e smontaggio di ponteggi e per i quali diventa obbligo di legge avere partecipato a

specifica formazione.IIl percorso formativo è finalizzato all’approfondimento di tecniche operative adeguate ad eseguire in

condizioni di sicurezza le attività di montaggio, smontaggio e trasformazione di ponteggi D.lgs. 81/08 Art.

136 commi 6 -7.