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L articolo, suddiviso in due parti, analizzerà, riferendosi ad un ca- so reale, le principali problematiche di sicurezza antincendio relative ad un’attivi- tà artigianale, esistente, di produzione e ven- dita all’ingrosso di prodotti vernicianti. Nella prima parte saranno brevemente ana- lizzati i punti principali della progettazione antincendio, mentre, nella seconda parte, in pubblicazione nel prossimo numero della ri- vista, saranno discussi alcuni aspetti relati- vi al rischio di esplosione presente in tali at- tività, strettamente interconnesso al rischio incendio. L’adeguamento alle vigenti norme di prevenzione incendi di aziende dedite alla mani- polazione e stoccaggio di sostanze chimiche costituite da vernici “a solvente” consente non solo di ridurre il rischio incendio, ma an- che di fronteggiare i rischi di esplosione e di esposizione ad agenti chimici (Figura 1). Occorre subito precisare che il termine “ver- nice” viene usato con il significato generico assunto da tempo nella comune accezione, anche se, più propriamente, si dovrebbe par- lare di “prodotto verniciante”. La vernice può essere definita come un preparato allo stato liquido o pastoso che, applicato su di un luglio 2012 44 antincendio Alessandro Aggio Prodotti vernicianti , così si proteggono le aziende Figura 1 - Laboratorio di un’azienda di produzione vernici Vademecum in due parti per aumentare gli standard di sicurezza nelle imprese artigiane che operano in questo settore. Il quadro dei principali problemi che bisogna affrontare per avere misure di prevenzione efficaci

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L’articolo, suddiviso indue parti, analizzerà,riferendosi ad un ca-so reale, le principali problematiche

di sicurezza antincendio relative ad un’attivi-tà artigianale, esistente, di produzione e ven-dita all’ingrosso di prodotti vernicianti.Nella prima parte saranno brevemente ana-lizzati i punti principali della progettazioneantincendio, mentre, nella seconda parte, inpubblicazione nel prossimo numero della ri-vista, saranno discussi alcuni aspetti relati-vi al rischio di esplosione presente in tali at-tività, strettamente interconnesso al rischioincendio.

L’adeguamento alle vigentinorme di prevenzione incendidi aziende dedite alla mani-

polazione e stoccaggio di sostanze chimichecostituite da vernici “a solvente” consentenon solo di ridurre il rischio incendio, ma an-che di fronteggiare i rischi di esplosione e diesposizione ad agenti chimici (Figura 1).Occorre subito precisare che il termine “ver-nice” viene usato con il significato genericoassunto da tempo nella comune accezione,anche se, più propriamente, si dovrebbe par-lare di “prodotto verniciante”. La vernice puòessere definita come un preparato allo statoliquido o pastoso che, applicato su di un

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� Alessandro Aggio

Prodotti vernicianti, cosìsi proteggono le aziende

Figura 1 - Laboratoriodi un’aziendadi produzione vernici

Vademecum in due parti per aumentaregli standard di sicurezza nelle impreseartigiane che operano in questo settore.Il quadro dei principali problemiche bisogna affrontare per avere misuredi prevenzione efficaci

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supporto, ha la proprietà, attraverso proces-si d’essiccazione di vario tipo, di trasformar-si in una pellicola (film), tenace e aderente alsupporto stesso.La composizione delle vernici, prescindendodalla natura e dagli impieghi cui sono desti-nate, comprende ingredienti principali (le-ganti e solventi) e secondari di varia natura(plastificanti, pigmenti e cariche, coloranti,additivi).Il solvente è il componente liquido che fungeda “veicolo” per il legante generalmente di-sciolto e, in certi casi, disperso o emulsiona-to. In sostanza il solvente o, più propriamen-te, la miscela di solventi (non sempre ne èpresente un unico tipo) permette di ottenerelo stato liquido della vernice adatto per l’ap-plicazione.I solventi non aggiungono contenuto al film,ma evaporano disperdendosi nell’aria e, so-lo in casi non frequenti e con impianti sofisti-cati, se ne può effettuare il recupero.

Individuazione attività soggetteal controllo dei VV.F.Le attività elencate nell’Allegato I al D.P.R.01/08/2011, n. 151 (Elenco delle attività sog-gette alle visite e ai controlli di prevenzione in-cendi), presenti nell’attività esaminata sono:• n. 10 stabilimenti ed impianti ove si produ-

cono e/o impiegano, liquidi infiammabilie/o combustibili con punto di infiammabi-lità fino a 125 °C, con quantitativi globali inciclo e/o in deposito > 1 mc; essendo iquantitativi < 50 mc, l’attività ricade in cat.B dell’Allegato I al D.P.R n. 151.

• n. 12 depositi e/o rivendite di liquidi in-

fiammabili e/o combustibili e/o lubrifican-ti e/o oli diatermici di qualsiasi derivazio-ne (esclusi i liquidi con punto di infiam-mabilità superiore a 65 °C); essendo iquantitativi < 50 mc, l’attività ricade incat. B dell’Allegato I al D.P.R n. 151.

• n. 74 impianti per la produzione di calorealimentati a combustibile solido, liquido ogassoso con potenzialità superiore a 116kW; essendo la potenzialità < 350 kW,l’attività ricade in cat. A dell’Allegato I alD.P.R. 151. Tale attività non verrà trattatanel presente articolo.

Nel momento in cui, attraverso appositaistanza, viene richiesto al Comando VV.F.competente l’esame del progetto, sulla scor-ta di quanto indicato nella Lettera CircolareM.I. n. 13061 del 06/10/2011, la presenza dialtre attività soggette classificate in catego-ria A del D.P.R. n. 151 va indicata in elabora-ti grafici e relazione tecnica al solo fine di va-lutare eventuali interferenze.

Riferimenti normativiCome previsto dal D.M. 04/05/1998 appli-cabile, ai sensi art. 11 del D.P.R. 151, in viatransitoria, sino all’emanazione di apposi-to Decreto, nell’elenco della documenta-zione tecnica da allegare alla richiesta diesame del progetto, relativa ad attività nonregolata da specifiche disposizioni antin-cendio, è prevista, tra l’altro, una Relazio-ne tecnica.Questa, articolata in cinque parti, deve ba-sarsi su presupposti tecnico - scientifici, inrelazione alle situazioni di rischio da preveni-re e controllare, specificando ed evidenzian-do l’osservanza dei principi di sicurezza an-tincendio.Utili e doverosi riferimenti normativi sono co-stituiti da:• D. Lgs. n. 81 del 09/04/2008, “Testo Uni-

co sulla Sicurezza”, come modificato dalD. Lgs. n. 106 del 03/08/2009

• D.M. 10/03/1998 “Criteri generali di sicu-rezza antincendio e per la gestione del-l’emergenza nei luoghi di lavoro”

• D.M. 30/11/1983 “Termini, definizioni ge-

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Aggio Alessandro, ingegnere, titolare di AS ingegneria StudioAssociato, si occupa di progettazione al fuoco strutturale edimpiantistica e di ingegneria antincendio, sia in faseprogettuale che realizzativa.A tale attività affianca quella di consulente tecnico in ambitocivile e penale.Lo studio, con sede a Cesiomaggiore (BL), opera, inoltre,nel campo degli impianti elettrici e tecnologici, dellasicurezza e certificazione macchine e delle strategie digestione e protezione del rischio esplosione (ATEX).

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nerali e simboli grafici di prevenzione incendi”.

Per quanto riguarda l’aspetto strutturalevanno senz’altro considerati:• D.M. 16/02/2007 “Classificazione di resi-

stenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione”, inte-grato con la Lettera Circolare M.I. prot.1968 del 15/02/2008 “Pareti di muraturaportanti resistenti al fuoco”

• D.M. 09/03/2007 “Prestazioni di resisten-za al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo Naziona-le dei Vigili del fuoco”

• D.M. 14/01/2008 “Norme tecniche per lecostruzioni”.

Da un punto di vista impiantistico è fonda-mentale progettare e realizzare impianti diservizio e di sicurezza “a regola d’arte”, ba-sandosi sulle più recenti norme tecniche disettore, traendo spunti, a volte fondamenta-li, anche dalla normativa internazionale(NFPA, BS, …). Nel caso di attività, come quella in oggetto,sprovviste di una propria regola tecnica, ri-sulta ancor più importante, un approcciomultidisciplinare che, basandosi sull’espe-rienza, la professionalità e la specificacompetenza di ogni membro del team diprogetto, operi nel campo dell’ingegneriaantincendio a 360°, approcciando il proble-ma da un punto di vista strutturale, degliimpianti elettrici, tecnologici, speciali e disicurezza, della formazione degli operatorie della gestione della sicurezza antincen-dio.

Individuazione dei pericoli d’incendio

Destinazione d’uso dei locali - Per lo svolgi-mento dell’attività viene utilizzato un fabbri-cato esistente (costituito da n. 2 capannoniin adiacenza), isolato sui quattro lati, suddi-viso in aree uffici, produzione e depositi.

Sostanze pericolose e modalità di stoccag-gio - Le tipologie di sostanze presenti sonocostituite, essenzialmente, dai prodotti stoc-

cati e in lavorazione. Gli stoccaggi, costituitisia da materia prima (cod. MP), sia da pro-dotto finito (cod. PF) sono organizzati in con-tenitori sigillati, disposti su scaffalature me-talliche di adeguata resistenza e capacità,mentre, i prodotti in lavorazione sono costi-tuiti dalla sola materia prima (cod. MP).Alla Relazione tecnica si allegano le schede disicurezza delle sostanze utilizzate, anche al fi-ne di dimostrare che nell’attività non sonopresenti in aree contigue, elementi tra loro in-compatibili con rischio di reazioni violente (peresempio acetone con miscele di acido nitricoe solforico concentrati), ovvero con rischio diformazione di sostanze tossiche (per esempioipoloclorito con cloro o acido ipocloroso). A seguito delle risultanze contenute nel Do-cumento di Valutazione del Rischio Chimico(come previsto dall’art. 223 del D.Lgs.81/08), il datore di lavoro preverrà la presen-za di concentrazioni pericolose di sostanzeinfiammabili o quantità pericolose di sostan-ze chimicamente instabili (figura 2).Le manomissioni delle sostanze pericoloseal di fuori degli appositi contenitori sono am-messe solamente nei locali deputati allacreazione di campioni (laboratorio) ed allaproduzione (locale di produzione). Tutti gli operatori devono esser informati eformati sui rischi associati alla manipolazio-ne delle sostanze e sulle misure idonee percontrastarne la fuoriuscita accidentale (peresempio assorbire con acqua, terra o altromateriale non combustibile, …) o l’incendio.Inoltre:• le sostanze devono esser contenute in

appositi recipienti, provvisti di chiusuraper evitare la fuoriuscita di vapori e di li-quido. Su detti contenitori deve essere in-dicata la natura del contenuto ed il peri-colo di infiammabilità (qualora presente).

• non si devono impiegare recipienti a cie-lo aperto

• non devono esser presenti contenitorisenza etichettatura

• non si deve travasare un prodotto entro ilcontenitore di un altro, anche se pulito

• deve essere affissa cartellonistica indi-

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cante la natura del materiale, il pericolo diinfiammabilità ed il divieto di fumare e diusare fiamme libere nelle vicinanze

• gli stracci sporchi imbevuti di sostanzeinfiammabili ed altri rifiuti pericolosi devo-no essere raccolti in appositi contenitori erimossi il prima possibile

• le macchine, gli impianti, gli attrezzi, gliutensili ed i meccanismi in genere, utiliz-zati nei posti di lavoro ove si impieghe-ranno tali sostanze, non devono, nel lorouso, dar luogo a riscaldamenti pericolosio a produzione di scintille

• deve essere ridotto al minimo il formarsidi concentrazioni pericolose di vapori; atale scopo deve essere garantita un’ade-guata ventilazione; in particolare durantele fasi di miscelazione delle materie pri-me per la produzione di vernici o colori sideve garantire una ventilazione meccani-ca opportunamente dimensionata.

Al fine di contenere eventuali sversamenti disostanze, i bacini di contenimento (realizzatimediante dislivello a soglia perimetrale emediante fossa con fondo e pareti in calce-struzzo) presenti nei locali deposito e nel lo-cale produzione devono avere una capacitànon inferiore, a favore di sicurezza, a ½ del li-quido stoccato.

Carico d’incendio presente nei vari compar-timenti - L’attività risulta suddivisa in 6 com-partimenti antincendio:• blocco uffici principale e spogliatoi• laboratorio• area di produzione vernici e colori• deposito materie prime• deposito prodotto finito e materie prime• blocco uffici secondario (n. 2 uffici di rap-

presentanza).Per meglio identificare i diversi compartimen-ti antincendio si veda l’immagine seguente

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Figura 2 - Compartimenti antincendio presenti nell’attività

Deposito materie prime

Deposito prodotto finitomaterie prime

Tettoiaper ricarica esternacarrelli elevatori

Ufficio

Laboratorio

Produzionevernicie colori

Ufficio dirappresentanza

Ufficio dirappresentanza

Corridoio

Spog

liatoio M

Spogliatoio FSala

rappresentanti

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(Figura 2). Secondo quanto previsto dal de-creto del Ministero dell’Interno 9 marzo 2007,per ognuno dei compartimenti è stata effet-tuata una verifica del valore orientativo delcarico d’incendio specifico di progetto “permateriale”, basandosi su potere calorifico in-feriore e quantitativi di materiale infiammabi-le/combustibile presente; questo consente diidentificare la classe di riferimento per il livel-lo di prestazione richiesto al fabbricato (nelcaso di attività artigianale con presenza dipersone assunto paria a III). Il valore assicu-rato dalla resistenza al fuoco delle strutture ènon inferiore alla Classe di Riferimento. An-che i serramenti resistenti al fuoco, installatiin corrispondenza della comunicazione con icompartimenti adiacenti garantiscono parivalore di resistenza. Le tubazioni dei vari im-pianti, i cunicoli ed i cavedi non inficiano ilgrado di isolamento richiesto: la comparti-mentazione viene garantita mediante l’instal-lazione di appositi materiali certificati nel-l’idonea classe di resistenza al fuoco.

Lavorazioni e ciclo produttivo - L’attività con-siste nella produzione di colori e vernici, apartire dalla materia prima, e nella successi-va vendita all’ingrosso del prodotto finito.Le fasi del ciclo produttivo possono esserecosì brevemente riassunte:• ricevimento della materia prima in conte-

nitori sigillati• stoccaggio della materia prima in uno dei

due depositi, in cui risulterà suddivisal’attività

• prelievo delle materie prime dai depositi• preparazione campioni in laboratorio ov-

vero preparazione della vernice o del co-lore desiderato nella zona di produzione,mediante miscelazione dei componenti

• confezionamento del prodotto finito.

Macchine, apparecchiature ed attrezzi - Nel-l’area di produzione vernici e colori le princi-pali macchine ed apparecchiature presentisono costituite dai miscelatori e dal tintome-tro, mentre, nel laboratorio da una piccolacabina di verniciatura (Figura 3).

Tutte le installazioni devono essere “a regolad’arte”; le macchine e le attrezzature devonoessere provviste di marcatura CE in ottem-peranza alle Direttive europee applicabili e diManuale di uso e manutenzione.Inoltre,• il datore di lavoro:

– formerà ed informerà i lavoratori inmerito all’utilizzo corretto delle mac-chine e delle attrezzature

• l’operatore:– verificherà l’efficienza dei dispositivi di

sicurezza– avrà a disposizione e conoscerà il

contenuto del libretto d’uso e manu-tenzione della macchina

• utilizzerà i dispositivi di protezione indivi-duale specifici per le macchine e attrez-zature utilizzate.

Sono presenti n. 2 carrelli elevatori per i qua-li la ditta creerà una postazione per ricaricadelle batterie all’esterno, sotto tettoia, ovesarà garantita la libera circolazione dell’ariain tutte le direzioni. L’utilizzo dei carrelli è ri-servato a personale qualificato a seguito dispecifica formazione. In ottemperanza a quanto richiesto dai punti14.1.4.5 (Carica e sostituzione batterie) e14.2.4.3 (Ricarica o sostituzione delle batte-rie di accumulatori) della norma UNI ISO3691 “Carrelli industriali semoventi. Codicedi sicurezza” e dal punto 9 della CEI EN50272-3 “Requisiti di sicurezza per batteriedi accumulatori e loro installazioni - Parte 3:Batterie di trazione”, ai fini della sicurezzaantincendio:• le installazioni di carica saranno situate in

zone specificatamente destinate a talescopo e tali aree saranno chiaramente in-dividuate da contrassegni permanenti sulpavimento

• prima di procedere alla sostituzione o al-la ricarica della batteria sarà piazzato op-portunamente il carrello e sarà serrato ilfreno di stazionamento

• saranno previsti opportuni mezzi perasciugare e neutralizzare l’elettrolitoeventualmente rovesciato

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• i caricabatteria saranno protetti controdanneggiamenti dovuti a movimenti delveicolo

• la ventilazione assicurerà la dispersionedei gas sviluppatisi durante la carica del-le batterie

• sarà vietato fumare in adiacenza alla zo-na di carica batterie e tale divieto sarà in-dicato da appositi cartelli

• la carica e la sostituzione delle batteriesaranno eseguite da personale apposita-mente istruito ed autorizzato, munito diindumenti di protezione e rispettando leistruzioni del costruttore

• saranno tenuti lontani dalla parte superio-re delle batterie scoperte utensili ed altrioggetti metallici (inclusi braccialetti, col-lane, ecc.) che possano provocare corto-circuiti

• non saranno sostituite batterie di un car-rello con altra batteria avente tensione,massa e dimensioni diverse senza auto-rizzazione del costruttore del carrellostesso

• l’area di carica sarà adeguatamente di-stanziata da materiali che possono costi-tuire un pericolo, quali sostanze infiam-mabili o esplosive

• l’area di carica non sarà esposta alla cadu-ta di oggetti, gocciolamenti d’acqua o liqui-di che possano colare da tubazioni rotte

• fatta eccezione per la durata delle opera-zioni di manutenzione, eseguite sotto ilcontrollo di personale addestrato ed auto-rizzato con l’adozione di ogni precauzionenecessaria, l’area di carica non sarà incontatto con alcuna sorgente di ignizionequali scintille o fonti di alta temperatura

• saranno prevenute le scariche elettrosta-tiche, ad esempio avendo cura di non in-dossare indumenti o calzature che ne fa-voriscano la creazione ed utilizzando perla pulizia della batteria panni assorbentiantistatici, inumiditi solo con acqua sen-za aggiunta di detergenti

• i lati di accesso per le fasi di carica e dicontrollo della batteria saranno larghi al-meno 0,80 m.

Descrizione delle condizioni ambientali

Accessibilità - L’attività risulta facilmenteraggiungibile attraverso la viabilità ordinaria;la via pubblica di accesso risponde ai requi-siti previsti dalle norme per l’intervento deimezzi di soccorso dei VV.F.. Tutto il perime-tro esterno dell’attività è accessibile all’inter-vento dei mezzi di soccorso mediante per-corsi asfaltati carrabili (in piano o su rampa).

Caratteristiche degli edifici e compartimenta-zione - Il fabbricato ove ha sede la ditta èisolato sui 4 lati, ha dimensioni in pianta di m30 x 30 circa, con una superficie totale di1.000 mcirca (compreso il soppalco al primopiano), strutture portanti verticali in c.a.p.,travi in c.a.p. con copertura in lamiera greca-ta; le pareti perimetrali di tamponamento so-no realizzate con pannelli prefabbricati.I portoni tagliafuoco installati in corrispon-

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Figura 3 - Miscelatore per resine

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denza delle separazioni tra i compartimentisaranno omologati (opzione possibile fino al-la marcatura CE) secondo la norma UNIC.N.VVF. 9723:1990, ovvero conformi allaUNI EN 1634 - 1:2009. Essi rimarranno “normalmente chiusi” e siapriranno solamente per il tempo neces-sario a consentire il transito di mezzi emateriali. Saranno, comunque, dotati dielettromagnete; quando l’elettromagneterimarrà privo di alimentazione, per impul-so dalla centralina oppure schiacciando ilpulsante di disinserimento, il contrappeso(di cui è dotato il portone) chiuderà il por-tone stesso.L’elettromagnete sarà collegato ad una cen-tralina alimentatore ed ai rivelatori di fumo ecalore già presenti nell’attività. Inoltre, saràpossibile liberare l’elettromagnete semplice-mente premendo uno dei pulsanti di allarmepresenti all’interno dell’attività.Aerazione - I locali di ogni singolo comparti-mento saranno dotati di un’aerazione natu-rale di superficie non inferiore ad 1/30 dellasuperficie in pianta, distribuita in maniera ilpiù possibile uniforme lungo il perimetro del-la struttura e, ove possibile, ricavata su pa-reti contrapposte; tale sistema di aerazione ènecessario per garantire il ricambio di ariaambiente, nonché lo smaltimento dei pro-dotti di un eventuale incendio.

Affollamento degli ambienti - Le personenormalmente presenti nella ditta e che po-trebbero essere coinvolte in un possibile in-cendio possono essere inquadrate in duecategorie:

Lavoratori interni all’attività - L’organicoaziendale è composto da 9 persone che la-vorano “a giornata” (compresi i due titolari)così suddivise:• blocco uffici principale e spogliatoi

n. 3 addetti• laboratorio

n. 1 addetti• area produzione vernici e colori

n. 1 addetti

• deposito materie primen. 2 addetti

• deposito prodotto finito e materie prime n. 2 addetti

• blocco uffici secondario presenza saltuaria.

Persone esterne all’attività - Saltuariamentesono presenti lavoratori di ditte esterne perinterventi di manutenzione varia oppureagenti di commercio; il loro numero rimanecomunque limitato a poche unità.

Vie di esodo - Le uscite di sicurezza sonostate definite seguendo i criteri contenuti nelD.M. 10/03/1998 (capacità di deflusso 50persone/modulo e larghezza di un modulopari a 0,60 m) e saranno sovradimensionaterispetto al massimo numero di persone pre-senti ragionevolmente ipotizzabile; ove pos-sibile, sarà garantita la possibilità di esodocon percorsi contrapposti.Le uscite saranno comunque distribuite inmodo da rendere la lunghezza dei percorsi diesodo, anche in considerazione della distri-buzione prevista dei materiali in deposito e/oattrezzature di lavoro, inferiore ai 45 metri,come previsto dal Decreto Ministeriale 10Marzo 1998 per gli edifici a “rischio di incen-dio medio”; in caso di percorsi monodirezio-nali, la lunghezza del percorso di esodo saràlimitata a 30 metri. In questo modo sarà garantito un tempomassimo di evacuazione, comprensivo ditempo di rilevazione ed allarme, tempo dipre-movimento e tempo di percorrenza, nonsuperiore a 3 minuti.Le uscite di sicurezza saranno facilmente in-dividuabili attraverso la presenza di un’ade-guata segnaletica di sicurezza e di idoneeplanimetrie affisse nei vari ambienti, illumina-te convenientemente in qualsiasi situazione(anche in caso mancanza di tensione dellarete ENEL).Infine, tutte le uscite di sicurezza ed i serra-menti posti lungo i percorsi di esodo saran-no apribili nel senso dell’esodo con mani-glione antipanico.

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Valutazione qualitativa del rischioA parere dello scrivente, al fabbricato ove sisvolge l’attività, sono attribuibili due diversi li-velli di rischio incendio, come risultante dallavalutazione seguente, uno per area produzio-ne, depositi e laboratorio ed uno per il bloc-co uffici principale e blocco uffici secondario. Infatti, questi ultimi appartengono a diffe-renti compartimenti antincendio e posseg-gono percorsi di esodo indipendenti, fruibiliin ogni condizione: l’ampia superficie di ae-razione presente permette ai prodotti dellacombustione, nell’ipotesi che possa origi-narsi un rogo all’interno dei compartimentiin oggetto, di fuoriuscire, contribuendo,inoltre, in questo modo, a non surriscaldarele strutture. Al loro interno non è presente alcuna attivitàcompresa nell’elenco allegato al D.P.R.01/08/2011, n. 151.

Il rischio incendio può essere valutato me-diante un metodo semi-quantitativo, utiliz-zando la cosiddetta “matrice dei fattori di ri-schio”.Sulla base della formula R = F x M, si co-struisce la tavola sinottica in forma matricia-le, con l’indicazione dell’indice di rischio.La stima della magnitudo (M), cioè della gra-vità degli effetti, valutata su cinque differentilivelli (da 1 a 5), dipende dai danni prodottidall’incendio ed è calcolata in base al tipo diattività, tenendo conto di una serie di fattoritra cui:• materiali combustibili presenti• dimensioni dell’edificio/attività• classe di resistenza al fuoco dei materiali• tipologia degli eventuali mezzi antincen-

dio a disposizione• classificazione dei materiali ai fini della

reazione al fuoco

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• affollamento degli ambienti• efficienza degli impianti• presenza di personale addetto alla sicu-

rezza antincendio.La frequenza di accadimento (F), classificatain cinque livelli (da 1 a 5), dipende dalla du-rata di esposizione al pericolo e può esserevalutata anche analizzando gli incendi avve-nuti in passato in situazioni similari. I fattori che possono influenzare la probabili-tà di accadimento possono essere individua-ti analizzando e valutando l’incidenza di al-cune carenze tra cui: • improprie modalità di esercizio dell’edifi-

cio / attività• fattori di pericolosità dipendenti dallo sta-

to fisico e dalle caratteristiche delle so-stanze

• fattori di pericolosità derivanti dal cicloproduttivo

• carenze di procedure e di segnaleticaadeguate

• attrezzature non adeguate• operazioni non autorizzate• uso di fiamme libere• pulizia inadeguata e disordine• possibilità di errore umano o dolo.Sulla base di quanto sopra esposto, fatte lenecessarie valutazioni, si ottiene un livello dirischio incendio medio per area produzione,depositi e laboratorio e un livello basso perblocco uffici principale con spogliatoi e bloc-co uffici secondario. In ogni caso la formazione e l’aggiornamen-to degli addetti antincendio, effettuati ai sen-si del D.M. 10/03/1998 e della Lettera Circo-lare 23/02/2011, saranno basati su un livellodi rischio medio.

Compensazione del rischio incendioSi descrivono di seguito alcuni dei provvedi-menti adottati nei confronti dei pericoli, dellecondizioni ambientali e la descrizione di alcunedelle misure preventive e protettive assunte.

Segnaletica di sicurezza - La cartellonisticadi sicurezza sarà posizionata, tenendo contodi eventuali ostacoli che possano compro-metterne la visibilità, ad un’altezza idonea ein posizione appropriata rispetto all’angolodi visuale, in modo da risultare visibile anchein caso di modesta illuminazione e in posi-zione strategica nel contesto ambientale, af-finché una persona sia in grado di orientarsie raggiungere il presidio segnalato.

Impianto elettrico - Gli impianti elettrici sod-disferanno i seguenti obiettivi:• non costituiranno causa di incendio o di

esplosione e veicolo di propagazione sul-la base della classificazione del rischioelettrico dei luoghi (ordinario, a maggiorrischio in caso di incendio, a rischio diesplosione)

• saranno suddivisi in modo che un even-tuale guasto non provochi la messa fuoriservizio dell’intero sistema (utenza)

• garantiranno la continuità di eserciziodelle linee di alimentazione degli impiantie dei dispositivi aventi funzioni ai fini del-la sicurezza antincendio

• garantiranno la salvaguardia degli opera-tori di soccorso.

In caso di necessità sarà inoltre prevista lapossibilità di eliminare tensione all’intera at-tività agendo su un interruttore generale diemergen za, esterno all’edificio ed adeguata-mente segnalato.Inoltre, in conformità a quanto previsto dal-l’Allegato XLIX del D.Lgs. 81/2008, tutti gliambienti caratterizzati da manipolazione,produzione e stoccaggio di liquidi combusti-bili - a cui appartengono alcuni tra quelli pre-senti all’interno dell’attività - sono da consi-derarsi luoghi con rischio di esplosione; neconsegue che la parte di impianto elettrico (enon) interna a tali luoghi sarà progettata e

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Al fabbricato dove si svolge l’attività si possono attribuiredue livelli di rischio incendiodifferenti: uno per l’areaproduzione, depositi e laboratorio ed unoper il blocco uffici principale e blocco uffici secondario

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realizzata in conformità alla specifica nor-mativa vigente. Come richiesto dall’art. 84del D.Lgs. 81/2008 (“Protezione dai fulmi-ni”) sarà prodotta la valutazione del rischio,dovuto ai fulmini diretti ed indiretti che po-trebbero interessare la struttura al fine divalutare la necessità e la convenienza dellaprotezione.Infine tutte le attrezzature, per evitare scari-che elettrostatiche, saranno “messe a terra”.

Illuminazione di sicurezza - All’interno deilocali, in prossimità delle vie di uscita e lun-go i percorsi di esodo, sarà realizzato unimpianto di illuminazione di sicurezza auto-nomo con apposite lampade dotate di bat-teria tampone che entreranno in funzioneautomaticamente al mancare dell’alimenta-zione ordinaria. I punti luce saranno instal lati in posizionetale da permettere un agevole sfollamentoanche in caso di mancanza della reteENEL; anche l’esterno delle Uscite di Sicu-

rezza sarà illuminato con lampade dellostesso tipo, per permettere l’allontanamen-to dall’edificio e l’individuazione delle usci-te da parte dei soccorritori.

Impianto di rivelazione ed allarme incendio -Tutti i locali dell’attività (ad eccezione del“blocco uffici principale e spogliatoi” e del“blocco uffici secondario”) risultano già pro-tetti da un impianto di rivelazione incendio,costituito da rivelatori puntiformi di fumo ditipo ottico; la segnalazione di allarme, prove-niente da uno qualsiasi dei rivelatori, deter-mina una segnalazione di tipo ottico ed acu-stico nella centrale di controllo.La centrale è ubicata in un locale:• permanentemente e facilmente accessi-

bile• protetto dal pericolo d’incendio e da pos-

sibili danneggiamenti• sorvegliato da rivelatori di incendio, se

non presidiato permanentemente• situato vicino all’ingresso

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Figura 4 - Tavola di progetto (piano terra)

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• dotato di illuminazione di emergenza adintervento automatico.

La centrale è provvista di un dispositivo diallarme interno che emette un segnale per-cepibile nelle immediate vicinanze.Al fine di avvisare tempestivamente il perso-nale presente all’interno dell’edificio di unprincipio d’incendio o di altra situazione dipericolo, risulta già realizzato un impianto diallarme ad alimentazione elettrica udibile inogni parte dell’attività, come previsto dalD.M. 10/03/1998.

Mezzi ed impianti di estinzione degli incen-di - Nelle aree, aventi rischio di incendiomedio, sono installati estintori omologati apolvere, di tipo portatile, aventi capacità dikg. 6 e potere estinguente non inferiore a34A 144B C, in ragione di 1 ogni 150 m.In presenza di zone (per esempio generato-re di aria calda) che, per normative specifi-

che, prevedono di per sé gli estintori, ne sa-ranno posizionati ulteriori. Anche le zone uffici, aventi rischio incendiobasso, sono provviste di estintori portatilicon potere estinguente non inferiore a 34A144B C, in ragione di almeno 1 ogni 200mq. In adiacenza alla ricarica carrelli eleva-tori sarà installato un estintore a CO. Tutti gli estintori saranno conformi alla nor-ma UNI EN 3-7:2008.Per quanto attiene la protezione interna so-no già installati n. 4 naspi DN 25, conformialla UNI EN 671-1:2003, permanentementecollegati a una rete di alimentazione idrica,costituita da una bobina mobile su cui è av-volta una tubazione semirigida (lunghezza m.30), collegata ad una estremità con una lan-cia erogatrice regolabile che permette di rag-giungere col getto pieno tutti i punti dei localidi lavoro, in considerazione anche del posi-zionamento di macchinari/attrezzature.

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L’impiego del getto d’acqua ad alta pres-sione è, comunque, sconsigliato per incen-di che coinvolgano alcuni dei prodotti verni-cianti presenti, come risultante dalle sche-de di sicurezza; di ciò sono stati informatitutti gli operatori e questo aspetto verrà evi-denziato all’interno del Piano di Emergenzadell’attività.L’impianto è stato dimensionato come pre-visto dalla UNI 10779:2007 per aree con Li-vello di Pericolosità 3 (equivalente alle clas-si di pericolo HHP e HHS della UNI EN12845:2009): i naspi presenti, consideraticontemporaneamente operativi, garanti-scono ciascuno una portata di 60 l/min conuna pressione residua di almeno 0.3 MPa.L’autonomia è non inferiore a 120’. L’impianto idrico antincendio è completatoda n. 2 idranti a colonna soprasuolo confor-mi alla UNI EN 14384 (quello sul fronte diaccesso funge anche da attacco VV.F.), di-sposti lungo una rete idrica “ad anello” dal-la quale si dipartono gli stacchi che alimen-tano gli idranti interni. L’alimentazione è ga-rantita dalla rete idrica comunale.

ConclusioniNel rimandare alla seconda parte dell’arti-colo per quanto riguarda il rischio di esplo-sione, si precisa che nel caso di specie,dovendo procedere all’adeguamento del-l’attività, esistente, con un budget limitatonon è stato possibile ricorrere all’installa-zione di nuovi impianti di spegnimento au-tomatici a schiuma, sicuramente i più adat-ti per lo stoccaggio di liquidi infiammabili odi un impianto di evacuazione fumo e calo-re, particolarmente adotto a locali con altocarico d’incendio, così come non è statopossibile separare ed isolare i depositi di li-quidi infiammabili con distanza di sicurezzadagli altri fabbricati ovvero progettare e co-struire i depositi in modo da dirigere l’ondad’urto in una direzione sicura.D’altro canto, probabilmente, oggi, uno deiprincipali compiti dei tecnici operanti neicampi della prevenzione incendi, dell’inge-gneria antincendio e, più in generale, della

sicurezza, consiste proprio nel consentireai responsabili delle attività di adeguarsi intutto e per tutto alle normative vigenti conil minimo dispendio di risorse possibile.

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(per i soli riferimenti precedentemente non esplicitati)

– Marsella S., Gentile P., Zanut S. (a cura di) -“Progettazione della sicurezza antincendio degliedifici civili”– U.T.E.T. Ed. 2009

– D.P.R. 01/08/2011, n. 151, “Regolamento recantesemplificazione della disciplina dei procedimenti re-lativi alla prevenzione incendi, a norma dell’ artico-lo 49, comma 4-quater, del decreto legge 31 mag-gio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dallalegge 30 luglio 2010, n. 122”

– D.M. 04/05/1998 “Disposizioni relative alle modalitàdi presentazione ed al contenuto delle domandeper l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi,nonché all’uniformità dei connessi servizi resi daicomandi provinciali dei Vigili del fuoco”

– Lettera Circolare M.I. 23/02/2011, prot. n. 12653,“Formazione addetti alla prevenzione incendi, lottaantincendio e gestione delle emergenze (D. Lgs.81/2008). Corsi di aggiornamento”

- Norma UNI 9723: 1990/A1 - “Resistenza al fuoco diporte ed altri elementi di chiusura”

– Norma UNI EN 1634 - 1: 2009 “Prove di resistenzaal fuoco e di controllo della dispersione del fumoper porte e sistemi di chiusura, finestre apribili e lo-ro accessori costruttivi - Parte 1: Prove di resisten-za al fuoco per porte e sistemi di chiusura e finestreapribili”

– Norma UNI EN 3-7: 2008 “Estintori d’incendio por-tatili - Parte 7: Caratteristiche, requisiti di prestazio-ne e metodi di prova”

– Norma UNI EN 671-1: 2003 “Sistemi fissi di estin-zione incendi - Sistemi equipaggiati con tubazioni -Naspi antincendio con tubazioni semirigide”

– Norma UNI EN 14384: 2006 “Idranti antincendio acolonna soprasuolo”

– Norma UNI 10779: 2007 “Rete idranti - progettazio-ne, installazione ed esercizio”

– Norma UNI EN 12845: 2009 “Installazioni fisse an-tincendio - Sistemi automatici a sprinkler - Proget-tazione, installazione e manutenzione”

Bibliografia