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PROBLEMI DELLA RESISTENZA EMILIANO-ROMAGNOLA A PROPOSITO DELLA PUBBLICISTICA DEL VENTENNALE « La guerra civile non trovò le sue origini in uno spontaneo moto insurrezionale popolare contro fascisti e tedeschi, ma fu un fenomeno scatenato a freddo dai comunisti, i quali forzarono sanguinosamente una realtà di fatto che si presentava poco favorevole ai piani dell’antifascismo e del PCI in particolare»; neH’Emilia-Romagna furono, «152.000 [gli] aderenti alla IRSI (72.000 iscritti al fascismo repubblicano e 50.000 vo- lontari nelle forze armate) e 13.000 [i] partigiani » *. Non vale certo la pena di soffermarsi a confutare queste affermazioni dello « storico » Pisano 1 2, ma ben altre e più interessanti per noi sono le « sviste » dovute all’eccessivo « impegno imparziale » del nostro. In un recente studio pubblicato ne « Il Movimento di Liberazione in Italia » — lavoro che ci auguriamo di vedere al più presto sviluppato e portato a termine — scriveva Massimo Legnani che « nei primi mesi della resistenza armata [...] il mondo delle campagne sembrava rinchiu- dersi in un’attesa passiva, solcata da atti di insofferenza verso i nazi-fa- scisti ed anche di diffidenza nei confronti dei partigiani, che rappre- sentavano spesso [...] una costante minaccia. Il problema di trasformare questa sospettosa convivenza in vincolo di reciproco sostegno [...] confluì nell’ampio dibattito della politicizzazione della guerriglia partigiana » 3. Quanto afferma il pubblicista neo-fascista, quando ritiene che « i rivolu- zionari agricoli [emiliano-romagnoli], mezzadri compresi, videro nel 130 Punto del Manifesto di Verona (...) una soluzione auspicata [...] » 4, tutto questo ci lascia, per lo meno, alquanto perplessi. 1 Cfr. G. P isano, Storia della guerra civile in Italia, 1943-1945, Milano, FPE, 1965, vol. I, pp. 422 e 421. Del secondo volume, che esaminerà gli avvenimenti rela- tivi al 1944, è in corso la pubblicazione in « dispense » settimanali. 2 Se teniamo presenti le note difficoltà con cui, nel dopoguerra, furono concessi i brevetti di partigiano (cfr. il Decreto luogotenenziale n. 518 del 21 agosto 1945, in « Gazzetta Ufficiale », n. 109, 11 settembre 1945, art. 7; anche in C. Moscone, Leggi sulla Resistenza e sui Partigiani, Torino, S.E.T., 1949, pp. 40 e sgg.), basta riportare i dati relativi ad alcune province per smentire largamente le cifre ripor- tate dal Pisano: Bologna, partigiani riconosciuti 14.253; Reggio Emilia 9.716; Ra- venna, partigiani combattenti 14.000 circa, ecc. (cfr. rispettivamente: Bologna è libera, pagine e documenti della Resistenza, a cura di L. A rbizzani, G. Colliva, S. Soglia, Bologna, A.N.P.I., 1965, p. 199; « Resistenza » n. u. per il Ventennale della Resistenza, Reggio Emilia, 25 aprile 1965, p. 3; L. Marini, L. C asali, Anti- fascismo e Resistenza, in Ravenna una capitale, a cura di V . E miliani e T. D ella VALLE, Bologna, Alfa, 1965, p. 331). Cfr. anche A. S calpelli, Le forze partigiane secondo il Governo di Salò, in « La Cultura », a. Ili, 1965, pp. 76/93 e 185/216. 3 M. L egnani, Aspetti economici delle campagne settentrionali e motivi di politica agraria nei programmi dei partiti antifascisti (1942/45), estratto da « Il Movimento di Liberazione in Italia », n. 78, gennaio-marzo 1965, pp. 15/16. 4 G. P isano, op. cit., p. 422.

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PROBLEMI DELLA RESISTENZA EMILIANO-ROMAGNOLA

A PROPOSITO DELLA PUBBLICISTICA DEL VENTENNALE

« La guerra civile non trovò le sue origini in uno spontaneo moto insurrezionale popolare contro fascisti e tedeschi, ma fu un fenomeno scatenato a freddo dai comunisti, i quali forzarono sanguinosamente una realtà di fatto che si presentava poco favorevole ai piani dell’antifascismo e del PCI in particolare»; neH’Emilia-Romagna furono, «152.000 [gli] aderenti alla IRSI (72.000 iscritti al fascismo repubblicano e 50.000 vo­lontari nelle forze armate) e 13.000 [i] partigiani » *.

Non vale certo la pena di soffermarsi a confutare queste affermazioni dello « storico » Pisano 1 2, ma ben altre e più interessanti per noi sono le « sviste » dovute all’eccessivo « impegno imparziale » del nostro.

In un recente studio pubblicato ne « Il Movimento di Liberazione in Italia » — lavoro che ci auguriamo di vedere al più presto sviluppato e portato a termine — scriveva Massimo Legnani che « nei primi mesi della resistenza armata [...] il mondo delle campagne sembrava rinchiu­dersi in un’attesa passiva, solcata da atti di insofferenza verso i nazi-fa- scisti ed anche di diffidenza nei confronti dei partigiani, che rappre­sentavano spesso [...] una costante minaccia. Il problema di trasformare questa sospettosa convivenza in vincolo di reciproco sostegno [...] confluì nell’ampio dibattito della politicizzazione della guerriglia partigiana » 3. Quanto afferma il pubblicista neo-fascista, quando ritiene che « i rivolu­zionari agricoli [emiliano-romagnoli], mezzadri compresi, videro nel 130 Punto del Manifesto di Verona (...) una soluzione auspicata [...] » 4, tutto questo ci lascia, per lo meno, alquanto perplessi.

1 Cfr. G. P isano, Storia della guerra civile in Italia, 1943-1945, Milano, FPE, 1965, vol. I, pp. 422 e 421. Del secondo volume, che esaminerà gli avvenimenti rela­tivi al 1944, è in corso la pubblicazione in « dispense » settimanali.

2 Se teniamo presenti le note difficoltà con cui, nel dopoguerra, furono concessi i brevetti di partigiano (cfr. il Decreto luogotenenziale n. 518 del 21 agosto 1945, in « Gazzetta Ufficiale », n. 109, 1 1 settembre 1945, art. 7; anche in C. Moscone, Leggi sulla Resistenza e sui Partigiani, Torino, S .E .T ., 1949, pp. 40 e sgg.), basta riportare i dati relativi ad alcune province per smentire largamente le cifre ripor­tate dal Pisano: Bologna, partigiani riconosciuti 14.253; Reggio Emilia 9.716; Ra­venna, partigiani combattenti 14.000 circa, ecc. (cfr. rispettivamente: Bologna è libera, pagine e documenti della Resistenza, a cura di L . A rbizzani, G. Colliva, S. Soglia, Bologna, A .N .P .I., 1965, p. 199; « Resistenza » n. u. per il Ventennale della Resistenza, Reggio Emilia, 25 aprile 1965, p. 3; L . M arini, L . C asali, Anti­fascismo e Resistenza, in Ravenna una capitale, a cura di V . E miliani e T . Della VALLE, Bologna, Alfa, 1965, p. 331). Cfr. anche A . Scalpelli, Le forze partigiane secondo il Governo di Salò, in « La Cultura », a. Ili, 1965, pp. 76/93 e 185/216.

3 M. L egnani, Aspetti economici delle campagne settentrionali e motivi di politica agraria nei programmi dei partiti antifascisti (1942/45), estratto da « Il Movimento di Liberazione in Italia », n. 78, gennaio-marzo 1965, pp. 15/16 .

4 G. P isano, op. cit., p. 422.

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A guardar bene, infatti, la proclamata fiducia nel 13° « Punto » di Verona —■ se pure esisteva fiducia in Mussolini in qualche strato della classe agricola —•5 dovette ben presto cadere di fronte alla mancata at­tuazione di reali riforme agricole da parte della R SI6, quelle riforme che, del resto, già venti anni prima erano comparse nei « programmi » dei fasci.

Il punto fondamentale (la « svolta storica », potremmo dire) della Resistenza emiliano-romagnola fu quindi, costituito dalla partecipazione dei contadini e delle masse legate all’agricoltura alla lotta, dall’inserimento dei lavoratori della terra nella realtà quotidiana politico-economica, quasi méta di un lungo processo iniziato « in tempi lontani », dopo1 la mancata partecipazione alle lotte risorgimentali ed alla costante (ma. spesso disar­ticolata) opposizione ai governi liberali. Come, tuttavia, il processo1 di maturazione fu diverso nelle varie regioni, così furono prevalentemente le regioni contadine dell’Italia centro-settentrionale (Emilia-Romagna, Mar­che, Toscana e Umbria) che diedero un contributo più completo ed orga­nico alla lotta anti nazi-fascista e si trovarono, nel 1945, quasi punte avanzate, « cittadelle della democrazia », come scrive Colombi7.

Ci sembra perciò opportuno, esaminando la ricca pubblicistica edita nei tre anni delle celebrazioni « ufficiali » del ventesimo annuale della lotta di liberazione, considerare criticamente quale contributo essa abbia offerto allo studio di questo problema fondamentale per la comprensione del periodo8. Occorre, innanzi tutto, ammettere che venti anni di articoli e libri sulla Resistenza nella regione Emilia-Romagna non sono forse riu­sciti a « centrare », o quantomeno ad esaminare a fondo, quelli che pos­sono giustamente definirsi i punti nodali della lotta antifascista, e, anzi­tutto, la caratterizzazione della lotta di pianura (propria di poche province della « bassa » emiliana) e la partecipazione delle masse agricole alla lotta stessa.

5 « I dirigenti fascisti provinciali [di Ravenna] hanno sempre rimproverato ai diri­genti locali di non essere riusciti a portare le loro idee nemmeno fra i coltivatori diretti ». Comune di A lfonsine, Breve cronaca della Resistenza in Alfonsine, Ra­venna, tip. Ravegnana, 1965, p. 2 1.

6 L ’ « assalto al latifondo », proclamato dalla stampa fascista emiliana nell’otto­bre 1943 ed « iniziato » nel ravennate, si dimostrò immediatamente un colossale bluff. C fr. M. L egnami, art. cit., p. 17 e nota 61.

7 Alcuni cenni a tale sviluppo sono forniti da A . Colombi, / contadini nella lotta di Liberazione, in I partigiani raccontano. A l di qua della Gengis Khan, a cura di R. Barbieri e S. Soglia, Bologna, Galileo, 1965, pp. 165/181 passim.

8 II reperimento delle pubblicazioni edite nel corso del « ventennale » ci ha obbli­gati alla cortesia di molti che sentiamo il dovere di ringraziare qui: gli Istituti Sto­rici della Resistenza di Modena, Parma, Ravenna e Reggio Emilia; le A .N .P .I. di Bologna e Reggio E .; le Amministrazioni comunali di Alfonsine, Cadelbosco, Co- tignola, Mirandola, Nonantola, Piacenza e Rimini; l ’Amministrazione provinciale di Bologna; il Partito Comunista Italiano di Bologna, Ferrara, Imola e Russi; il Partito Repubblicano Italiano di Como; l’Azienda Trasporti Municipali di Bologna; i sigg. Luigi Arbizzani, Giacomo Cortesi, Guerrino Franzini, Guido Laghi, Lear Mammini. Un ringraziamento particolare al sig. Vittoro Magnani per la sua pa­ziente collaborazione.

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La preoccupazione dello « storico » Pisano di proclamare una ade­sione (( totalitaria » dei contadini alle idee della RSI, anzi la pretesa fiducia nel duce, ci inducono a considerare come, ancor oggi, le condi­zioni politico-economiche delle campagne emiliane nell’intero arco 1920- 1945 siano praticamente ignorate. Ricordavamo poco sopra il lavoro di Legnani, ma esso è limitato al periodo armato della lotta di liberazione, o poco più (1942-1945), come pure sono limitate, nel tempo, le ricerche che Arbizzani va da qualche anno pubblicando sulle campagne bolognesi9.

Resta, infatti, assodato che il punto di sblocco della Resistenza emi­liana dalla impasse succeduta allo slancio iniziale, fu costituito daH’ingresso delle campagne nella lotta, dagli scioperi agricoli della primavera 1944 e dalla « battaglia contro la trebbiatura » del luglio dello stesso anno. Quando Boldrini affermava, nel 1945, che « il movimento insurrezionale aveva trovato il suo primo e più spontaneo appoggio » nelle campagne10, era certamente nel giusto, anche se sembrava aver dimenticato quanto lavoro fosse costata l’adesione completa delle masse agricole.

Se, come scrive Battaglia, « la Resistenza in pianura partì direttamente dall’interno della società contadinall, occorre tuttavia tenere presente che si trattava di nuclei isolati e di dirigenti particolarmente preparati, per cultura personale e tradizioni familiariI2. Dobbiamo, quindi, ammet-

9 L . A rbizzani, La Camera Confederale del Lavoro unitaria di Bologna nella lotta di Liberazione (1944/1945), in La Brigata di « Pampurio », 2° Quaderno de « La Lot­ta », Bologna, tip. Corazza, 1963, pp. 17/36; Id., Notizie sui contadini della pia­nura bolognese durante la Resistenza, in M LI, n . 75, aprile-giugno 1964, pp. 30/67; Id., Settemila mondine in sciopero, in La Resistenza racconta; Fatti e figure della guerra di Liberazione, a cura di P. Pescetti e A . Scalpelli, Milano, ed. « Il Ca­lendario del Popolo », 1965, pp. 265/267.

L ’art. cit. pubblicato in MLI è -stato parzialmente ristampato con titolo mu­tato: L . A rbizzani, ll fronte delle masse contadine, in Bologna è libera, cit., pp. 41/48.

10 A . M ., La guerra partigiana. Tutto il popolo di Romagna in piedi contro gli in­vasori ed i traditori. [Nostra intervista con la Medaglia d ’oro Bulow), ne « l ’Uni­tà », a. XXII, n. 45, Roma, 22 febbraio 1945. Il testo è ristampato in Istituto Sto­rico della Resistenza di Ravenna, Il Movimento di Liberazione a Ravenna, Do­cumenti, Catalogo n. 1 , a cura di L . C asali, Ravenna, tip. Ravegnana, 1964, pp. 80/81.

V . anche L . M arini, L. Casali, op. cit., p. 329, che sottolineano la funzione di « svolta » operata dagli « scioperi agricoli che socialisti e comunisti poterono allora [marzo 1944] suscitare ».

11 R. BATTAGLIA, Storia della Resistenza italiana, 8 settembre 1943 / 25 aprile 1945, Nuova edizione, Torino, Einaudi, 1964, p. 123.

12 II caso dei fratelli Cervi è sintomatico, come pure — sempre nel reggiano — quello dei Manfredi, educati dal padre alle idee di Prampolini, e dei Miselli, per i quali « è necessario rifarsi [ ...] alle idee del capo famiglia, Miselli Ferdinando, per com­prendere il successivo atteggiamento della moglie e dei figli di fronte alla Resi­stenza ». (Cfr. G. Franzini, La Storia dei Manfredi e G. F ., La Storia dei Miselli, entrambi in I Manfredi e gli altri fucilati di Sesso, Reggio E ., Comitato per le Ce­lebrazioni del Ventennale della Resistenza, 1964, pp. 9/25 e 27/32. Sui Cervi sono comparse due interessanti ristampe, da tempo esaurite le prime edizioni: A . Be­nedetti, Pausa all’alba, Milano, Il Saggiatore, 1965, pp. 205 e I Cervi. Scritti e documenti, a cura deH’A .N .P .I., Reggio E ., Tecnostampa, 1963, 2a ed., pp. 79).

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tere che giuste sono le affermazioni sia di Romagnoli che di Gianolio : è vero che « la spinta e la direzione delle masse lavoratrici delle cam­pagne venne dalle città soprattutto dalle grandi città industriali del nord, le quali [...] indicarono ai braccianti, alle mondine, ai contadini [...] la via da seguire » Il * 13 14; ma, al tempo stesso, esistevano « filoni antifascisti emiliani autoctoni nelle fabbriche e nelle campagne » M. Nel senso, cioè, che, di fronte a gruppi antifascisti « autoctoni », legati al vecchio socia­lismo e repubblicanesimo prefascisti, furono soprattutto gli esempi della classe operaia industriale (e l’azione dei primi gapisti) a smuovere la massa agricola, già toccata del resto in qualche modo ed in gran parte dalla pubblicistica antifascista clandestina (specialmente comunista e giellista- azionista) iper l’intero « ventennio ». Aggiungendo, poi, che « il contadino, in generale, fu condotto, dalla politica economica e di guerra perseguita dal regime, all’opposizione e alla volontà di accelerarne la fine » 15, ancor più evidente appare la necessità di uno studio delle condizioni economi­che delle campagne emiliane nel periodo fascista, durante la Resistenza e negli anni successivi alla liberazione.

Se, invece, sfogliamo le pubblicazioni edite nel corso del « Venten­nale », non troviamo cenno alcuno a tali problemi16 17 e spesso, in questo modo, ci troviamo di fronte all’immagine di masse agricole fattesi im­provvisamente mature dal punto di vista politico e per le quali non riu­sciamo, quindi, più a comprendere vita e pensiero durante il regime. Sembrerebbe quasi un sorgere dal nulla, non una maturazione ed una infiltrazione lente e graduali poggiantesi su basi vecchie di decenni, un mutamento di coscienza determinato dalla situazione economica e dalla propaganda clandestina, politica e sindacale.

Fa eccezione l’opuscolo edito dal Comune di Alfonsine (e redatto da A. Pasi) che prende le mosse dal 1922 per una analisi che con frequenza si rifà alla precedente situazione della zona agricola, sottolineando il for­marsi di « tutta una nuova generazione bracciantile e contadina che, per le proprie esperienze di lavoro, passava alla milizia antifascista », la quale, puntualmente, « coglieva [gli] elementi di insoddisfazione psicologica ed economica » ,r.

Il fenomeno è comune a tutte le province: nel ravennate, ad es., ricordiamoWalter Suzzi, che Battaglia (op. cit., p. 123) nomina fra i coordinatori del movi­mento antifascista durante i « 45 giorni » e Mario Gordini (per il quale, v . ISTI­TUTO Storico della Resistenza di Ravenna, op. cit., p. 54 e p. 1 1 nota 37).

13 L. Romagnoli, Aspetti della Resistenza nelle campagne bolognesi, in « Emilia »,a. V II, n. 1 , gennaio 1955, p. 1 1 .

14 A. G ianolio, La Resistenza nelle campagne reggiane, in Le campagne emiliane nel­l ’epoca moderna, Milano, Feltrinelli, 1957, pp. 367/368.

15 L . A rbizzani, Notizie ecc., cit., p. 3 1 .16 Alcune considerazioni sulla situazione economica-politica nelle campagne ed il

progressivo riavvicinamento delle masse agricole alle idee democratiche sono — per il ravennate — in L . Marini, L. Casali, Appunti sull’antifascismo e la Resistenza armata nel ravennate, in M LI, n. 77, ottobre-dicembre 1964, pp. 56/85.

17 Comune di A lfonsine, op. cit., pp. 17 e 20. Di notevole valore lo sciopero di braccianti e contadini effettuato in tale Comune il 5/6 luglio 1943 (pp. 20/21).

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Occorre ricordare un’altra pubblicazione che risale alle origini del fascismo M, ma la ricostruzione che essa opera è puramente episodica e solo approssimativamente ci dà un’idea della partecipazione popolare (o di massa) ai movimenti che vengono ricordati; molti i nomi menzionati, molti gli episodi (attraverso una ricostruzione per lo più mnemonica ecce- zionale, occorre riconoscerlo), ma non ci aiuta, il lavoro di Carretti, a ren- derci ragione della realtà politica e sociale del Comune di Cadelbosco, entità territoriale certo piccola, ma dalla storia interessante e significativa. Splendidi episodi, quindi, che restano come slegati dalla realtà; e giusta- mente scrive Scalpelli, recensendo il volume 18 19, che « sarebbe stato meglio scegliere un gruppo di episodi tipici della guerra in pianura e attorno ad essi costruire la narrazione ».

Bisogna tuttavia osservare che con maggior frequenza e precisione vengono illustrati — nella maggior parte delle pubblicazioni — i rapporti fra agricoltura e Resistenza armata. Molto interessanti, a tal proposito, sono alcuni aspetti, in gran parte poco noti : ad esempio, gli interventi degli organismi clandestini nella regolamentazione dei rapporti di partitanza agraria, in relazione specialmente alla mezzadria e terzeria.

In altra occasione abbiamo avuto modo di ricordare come un decreto redatto dal CLN di Alfonsine, nel ravennate, costituì la base ed il punto di partenza per il « lodo de Gasperi » dell’8 marzo 1946 e dell’intervento arbitrale (e relativo « lodo ») del ministro dell’agricoltura on. Segni a Massalombarda l’ n agosto dello stesso anno, dopo una serie di scioperi iniziati sin dal 1945 ed un tentativo non riuscito di intervento del Presi- dente del Consiglio dei Ministri, Parri, nell’ottobre 1945 20.

Possiamo affermare che un po’ ovunque il CLN operò in simile modo, e tali interventi constituirono la chiara indicazione dei rapporti intercorrenti fra Resistenza e contadini-mezzadri-braccianti; nel nonan- tolano si giunse a ciò forse prima che nel ravennate (anche se il « lodo CLN » di Ravenna ebbe vita più lunga e maggiore importanza pratica). A tale proposito, l’accenno che abbiamo trovato è un poco confuso (come tutta la pubblicazione in cui è contenuto, non certo attenta nel fissare la cronologia degli avvenimenti) e potrebbe sembrare che l’intervento sia da collocare nell’aprile-maggio 1944, mentre ad Alfonsine era avvenuto in ottobre. Non riteniamo, tuttavia, probabile questa datazione, come ve­dremo. Scrive, dunque, il compilatore delle memorie del Comune di No- nantola : « nelle campagne i partigiani regolavano il commercio, face­vano distribuire viveri alle popolazioni e persino intervenivano nei rap- porti fra contadini-mezzadri e proprietari terrieri per quanto concerneva

18 G . Carretti, / giorni della grande prova. Appunti per una storia della Resistenza a Cadelbosco, Reggio E ., Tecnostampa, 1964, pp. 190.

Parleremo più avanti ed a parte di una pubblicazione ferrarese sul periodo fascista.

19 In M LI, n. 80, luglio-settembre 1965, p. 122.20 Cfr. L . Casali, Appunti ecc., cit., p. 80 e la bibliografia riportata alla nota 58,

soprattutto L . MODONI, Quattro anni di lotta dei lavoratori agricoli della provincia di Ravenna, 1945-1948, Ravenna, S.T.E.IR., s. d., pp. 66.

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i prodotti da ripartire, in particolare il bestiame che i tedeschi non osa- vano più tentare di razziare » Mancano ulteriori particolari, ma già il testo offre una certa chiarezza e sottolinea la esistenza di tali rapporti nella vita clandestina del Comune, per cui il Comando partigiano (o, a nostro avviso, il Comitato di Liberazione Comunale) poteva definire nuove con- dizioni di divisione dei prodotti della terra, nella certezza di essere ebbe- dito sia dai contadini che dai proprietari.

Molto più chiaro è, invece, Arbizzani, che può addirittura presentarci il testo di un « Patto colonico dei contadini di Medicina e Castel Guelfo », anch’esso dell’autunno 1944, per cui è intuibile un’azione parallela (coor­dinata?) nello stesso periodo, ottobre-novembre, in tutta la regione21 22. La proposta di nuove condizioni di riparto, dopo la lotta vittoriosa contro la trebbiatura impostata e vinta dai CLN e dai Comandi Brigata nel luglio-agosto, era estremamente logica e conseguente a tutta la situazione politica ed al clima insurrezionale in atto. Non per questo le proposte possono essere accusate di demagogia od appaiono al di fuori della realtà, come qualcuno potrebbe ritenere; furono piuttosto frutto di studio e pre­parazione adeguata. Se, infatti, le proposte concrete vennero portate alla luce solo nel tardo autunno del ’44, è documentabile un interesse speci­fico dei responsabili (anche militari!) del CLN in epoca ben precedente.

Siamo costretti, ancora una volta, a citare documenti del ravennate, più abbondantemente pubblicati che per altre province. E’ del 21 mag­gio 1944 uno studio sulla mezzadria nel Comune di Cervia e di tale data sono le prime proposte, che saranno poi ridimensionate ed adeguate alla effettiva realtà23; le prime richieste « ufficiali », comunicate a mezzo della stampa clandestina e rispecchianti le sole voci relative agli attrezzi, al bestiame ed alla direzione dell’azienda sono del 19 giugno successivo24; le proposte presentate dal CLN alfonsinese nell’ottobre sono, comunque, molto più moderate di quelle della CGL bolognese; una ripartizione al 50% contro una al 65%, sempre al netto delle spese.

Il nucleo centrale della Resistenza emiliana, abbiamo detto, è costi­tuito dall'ingresso delle masse mezzadrili e bracciantili nella lotta, e, quindi, dalla costituzione delle SAP, che svolsero una parte fondamentale

21 COMUNE di N onantola, Ventennale della Resistenza. Il contributo dei nonanto- lani alla guerra di liberazione, 1943-1945, Modena, tip. Toschi, 1965, p. 37. Il cor­sivo è nostro.

22 L . A rbizzani, La Camera Confederale ecc., cit., p. 28.23 Lettera non firmata ad « Alberto » (Archivio dell’Istituto Storico della Resistenza

di Ravenna, C . LX X X. e. 2). Il testo è pubblicato in Istituto Storico della Re­sistenza di Ravenna, Il Movimento di Liberazione a Ravenna, Catalogo n. 2, 1943/1945, Dattiloscritti e manoscritti, a cura di L . Casali, Ravenna-Bologna, tip. Ravegnana - ST E B, 1965, p. 307. Nella pubblicazione del testo del doc. è « saltata » la data, rintracciabile, invece, nel « Catalogo » (p. 183).

Alcune proposte relative alla terzeria sono in un doc. -riportato nel testo inte­grale da R . Battaglia, op. cit., p. 32 1.

24 Istituto Storico della R esistenza di Ravenna, Catalogo n. 1 , cit., p. 59. Le richieste apparvero in « Terra e Libertà », a. I, n. 1 , 19 giugno 1944 (Archivio ISR Ravenna, B.-I. s. 1).

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nella sospensione della trebbiatura e nella protezione delle campagne dalle razzie naziste.

Due furono i fronti di combattimento in tale periodo e la costituzione del nuovo corpo partigiano divenne essenziale: mentre le Brigate erano impegnate in collina per il controllo dei valichi e per bloccare (o limitare e disturbare) i rifornimenti tedeschi al fronte che era ormai prossimo alla linea « Gotica », in pianura occorreva « impedire che il nemico si impos- sessasse delle risorse della regione agricola più ricca d’Italia [...]• Era un nuovo tipo di « battaglia del grano che impegnava le SAP in una serie continua di colpi di mano nei luoghi della trebbiatura » 2°. Ed ecco un fiorire improvviso di volantini invitanti alla lotta antifascista nelle cam­pagne, un continuo sottolineare la necessità di questa nuova lotta, mentre il PCI trasformava completamente i propri quadri politici in quadri mi­litari sapisti : « ognuno deve impugnare un’arma — scrive un periodico comunista di Imola — ognuno deve lottare. Le case coloniche devono tramutarsi in fortilizi, i fessati in trincea » 25 26.

Contemporaneamente all’appello ai contadini faceva eco l’invito al- l’msurrezicne generale di fronte all’avanzata alleata della tarda estate ed allo sfondamento della linea « Gotica » a Rimini. Il CLN di Castelbolo- gnese stendeva già nel settembre 1944 dei « promemoria » e dei piani di « iniziative immediate » per l’imminente liberazione27, mentre a Bologna il PCI lanciava un volantino (il 22 settembre) che invitava allo « sciopero generale insurrezionale », senza dubbio mostrando una eccessiva fiducia nella volontà inglese di liberare la valle padana; in quel giorno l’Vili Ar­mata giungeva a Rimini : occorreranno oltre due mesi per raggiungere Ravenna, a 50 km.28.

Tuttavia, questo appello del PCI tanto criticato da Onofri29, se non era maturo perchè non teneva conto della condotta di guerra adottata da Alexander, non era assolutamente « fuori tempo » da un punto di

25 R. Battaglia, op. cit., p. 320.26 « La Comune », a. I, n. 14, 1/ 15 luglio 1944. Cfr. il testo ristampato in La bat­

taglia politica dei comunisti imolesi nelle pagine de « La Comune », gennaio/ novembre 1944, a cura di F. Montevecchi, Imola, tip. Galeati, 1965, p. 86.

Fu la stessa U N SEA ad ammettere un ritardo (protratto in qualche caso fino a settembre) della trebbiatura. Cfr. M. 'LegnaNI, art. cit., p. 30.

27 Cfr. Archivio ISR Ravenna, C. X XIV . o. 2.28 N . S. Onofri, I socialisti bolognesi nella Resistenza, Bologna, La Squilla, 1965,

pp. 82/83.29 Concordiamo in ciò con quanto scriveva Arbizzani recensendo il volume in MLI,

n. 8 1, ottobre/dicembre 1965, pp. 10 1/102.A proposito di questo appello insurrezionale, l’Onofri lamenta addirittura

il fatto che il PCI non avesse preventivamente consultato il C LN ed il CUMER. Se l’avanzata alleata si fosse effettivamente sviluppata (come era logico e tecni­camente possibile), non ci sarebbe stato tempo sufficiente neppure alla diffusione del volantino: le truppe della V a Armata erano a circa 100 km. da Bologna. Infine, e lo ricorda sempre Onofri, dopo accanite ricerche, ancora nel pomeriggio del 23 non si era riusciti a stabilire il contatto con i rappresentanti di DC, PRI e PdA (ivi, p. 83), quando il volantino sovramenzionato del PCI invitava a sca­tenare l ’ insurrezione per il 25...

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vista politico nè militare partigiano-, dal momento che nel settembre Fin­terà massa contadina ed operaia della regione era stabilmente conquistata alla causa anti nazifascista. Anzi, i contadini, appena usciti dalle vitto­riose lotte estive, erano più che pronti a proseguire l’azione rivoluzionaria ed insurrezionale. Ed infatti si notò in tutta la regione un intensificarsi delle azioni GAP e SAP, mentre le Brigate elaboravano i piani insurre­zionali : « si avvicinava l’ora della liberazione, il livello delle forze parti- giane era tale che si cominciò la preparazione dell’insurrezione, addirittura si fece la previsione che potesse avvenire alla fine di ottobre [...]. Si intensificarono oivunque le azioni, portando alla lotta tutte le forze dispo­nibili » 30.

* * #

In complesso, possiamo concludere che il contributo delle pubblica­zioni del « Ventennale » alla conoscenza delle condizioni delle campagne emiliane durante il periodo combattentistico è stato interessante; occorre, tuttavia, sottolineare che manca quasi ovunque una precisa caratterizza­zione politica di questo antifascismo' esaltato dalle celebrazioni ufficiali.

Quando Federico Chabod, nelle sue lezioni tenute nel 1950 all’Institut d’Études Politiques della Sorbona 31, esaminava la situazione italiana all’in­domani del secondo conflitto mondiale, caratterizzava politicamente tre zone, nettamente diverse anche sotto il profilo geografico, suggerendo l’idea di un maggiore o minore orientamento democratico (antimonarchico, antifascista, progressista) nelle regioni più direttamente influenzate dal movimento partigiano. Questo suggerimento di Chabod non è stato ade­guatamente sviluppato, e, infatti, è possibile notare nelle pubblicazioni che abbiamo preso' in esame una assoluta mancanza di determinazioni od indi­cazioni politiche sull’azione svolta dalle forze partigiane. Possiamo quasi affermare che lo « spirito' unitario' », lo « spirito ufficiale » delle Celebra­zioni ha nuociuto alle pubblicazioni stesse, perchè nessuna indicazione storico'politicd ne è sortita, e mai è stata presa in esame l’azione polìtica, sia nelle formazioni armate che (soprattutto) nei CLN.

Quando Onofri, nella « Prefazione » al suo volume (uno dei pochis­simi dichiaratamente politici editi nella regione; ma la pubblicazione è a cura di un Partito, non dei « Comitati »)32, afferma che « per lungo

30 Comune DI N onantola, op. cit., -p. 27. A -p. 41 si ricorda che l’insurrezione del­l ’aprile 1945 fu condotta secondo il piano elaborato nell’ottobre precedente.

31 F. Chabod, L ’ Italia contemporanea (1918/1948), Torino, Einaudi, 1961, pp. 216. Cfr. il cap. -Il della 3a parte.

32 N. S. Onofri, op, cit.; La battaglia politica dei comunisti imolesi ecc., cit.; Mas- senzio Masia nell’anniversario del suo sacrificio, a cura della Federazione Provin­ciale Comasca del P .R .I.. Cantù, tip. Molteni, s. d., [1964], pp. 14.

Segnaliamo pure, malgrado il limitato valóre locale: P .C .I., C omitato Co­m unale di R u ssi, Russi dall’antifascismo alla Resistenza, a cura di L . Casali, Russi, ciclostilato, 1965, pp. 23. Di sapore politico anche l’ interessante biografia pubblicata da L . A lvisI, Sarà la volta buona?, Bologna, Galileo, 1964, pp. 378.

Da ricordare, infine, ancora per il bolognese, due pubblicazioni relative al PSIUP, ma assolutamente non « politicizzate » : Brigata « Giacomo Matteotti » di

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tempo i comunisti sono stati accusati — e spesso a ragione — di mono­polizzare la Resistenza » e soggiunge che « però sono i soli che fanno qualcosa per valorizzarla e ricordarla alle giovani generazioni », è nel vero. E giustamente si chiede : « Gli altri partiti che fecero parte del C.L.N., che cosa hanno fatto sino ad oggi? Poco o nulla » 33.

Le pubblicazioni uscite in questi tre anni riflettono tale atteggia­mento « difensivo », quasi che, ora, anche i comunisti, per non essere ulteriormente accusati di « monopolio », abbiano voluto dimenticare di proposito di essere stati effettivamente, in più di una regione e in più di un memento cruciale, i principali artefici della lotta. In questo modo, a venti anni dal 25 aprile 1945, non sappiamo assolutamente nulla dell’ef­fettivo contributo dato dai vari partiti politici alla « costruzione » della Resistenza.

Una pubblicazione, che abbiamo ripetutamente citata, edita dal Co­mune di Nonantola, si distingue per questo spirito eccessivamente unitario, tanto che nella narrazione vengono maggiormente posti in evidenza i 50/60 partigiani non comunisti, che gli oltre 300 collegati al PCI in quel Comune. Infatti, mentre si sottolinea34 l’organizzazione « per iniziativa del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria [di] un distaccamento delle brigate Matteotti denominato Cino del tipo delle S.A.P., con circa 30 effettivi » e si dà rilievo al fatto che « per iniziativa della Democrazia Cristiana e deH’Azione Cattolica locale si organizzò una formazione S.A.P. delle brigate ’ Italia ’ », nemmeno si ricorda il « colore politico » del Di­staccamento GAP Garibaldino e delle altre formazioni SAP.

In tal modo, soprattutto i GLN ci appaiono come degli organismi dove tutto procedeva in un clima di accordo e di fraterna unanimità di intenti degni delle migliori stampe oleografiche del Risorgimento35: la maggior parte delle pubblicazioni (quelle che non li ignorano) parla dei CLN come dati di fatto, organismi naturali, spontanei, sui quali nulla è da dire, come se già tutto fosse stato detto e ridetto. Solo in pochissimi

montagna. Diario delle principali azioni di guerra, 1 maggio 1944/21 aprile 1945, Bologna, tip. Parma, 1964, XVI-55 pp. e E. Basso, Avanti! L ’ edizione clandestina bolognese dal 1943 al 1945, Bologna, Comitato per le Celebrazioni del ventesimo anniversario della Resistenza, 1965, pp. 54.

33 N . S. Onofri, op. cit., p. 7.34 Comune di N onantola, op. cit., p. 15. Ivi, pp. 49/50, un partigiano della forma­

zione « Matteotti », S. Zoboli, ammette che « durante l ’ inverno ’43/’44 rima­nemmo pressapoco inattivi » e che « durante l’estate del ’44 svolgemmo un’atti­vità molto limitata ».

3j Cfr. A . M agnani, Alla testa del popolo in lotta. Il Comitato di Liberazione N a- Zionale, in « Resistenza », n . u. di Reggio E ., cit., p. 4: Il Comitato di Liberazione Nazionale di Nonantola, in Comune di N onantola, op. cit., pp. 79/85.

« Manca ancor oggi una ricerca completa sulle posizioni che le varie forma­zioni politiche assunsero nella Resistenza » (G. Caputo, Il C .L .N . e i partiti antri fascisti nella storiografia della Resistenza, in « Patria indipendente », a. X IV, n. 15, 12 settembre 1965, p. io). Cfr. anche L . Bergonzini, Sull’apporto politico e militare della Resistenza, in Garibaldini e partigiani, Almanacco bolognese i960, a cura di L. A rbizzani, Bologna, Galileo, i960, pp. 99/116.

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casi si fa cenno a divergenze politiche o militari anche all’interno dei Co­mitati e ad una mancanza, più o meno momentanea, di accordo fra i rap­presentanti dei diversi partiti36. E* una storia ancora completamente da scrivere, mentre le fonti documentarie si vanno facendo sempre più rare per la progressiva scomparsa dei testimoni e la mancata segnalazione di verbali e ordini del giorno, certo non frequentissimi per le estreme dif­ficoltà dell’azione clandestina.

Consideriamo, perciò, benvenuti gli opuscoli essenzialmente politici, che, almeno, nell’ansia astorica di esaltare idee e convinzioni di parte, ci presentano motivi nuovi di critica e di indagine, anche quando giungono, come accade ad Onofri — e lo abbiamo notato —, a dimenticare quasi la presenza di altre formazioni politiche oltre la propria, o a trasformare il « giellista » Masia in un repubblicano tout court, che usava le pubbli­cazioni del PdA per spiegare e diffondere il credo politico' mazziniano 37.

Questi, a nostro avviso, sono gli aspetti fondamentali che avremmo voluto vedere approfonditi e studiati nell’ambito della storiografia regio­nale; problemi quindi che restano ancora aperti ad ogni indagine.

Anche se abbiamo affrontato1 criticamente la serie di pubblicazioni che i vari Comitati celebrativi hanno edito fra il 1963 ed il 1965, tut­tavia non vogliamo trascurare gli aspetti positivi che si incontrano in alcuni di questi volumi. Bisogna ammettere che molte caratteristiche, an­che se spesso non di primaria importanza, sono state per la prima volta messe in luce ed illustrate, e, dopo venti anni, ci è stato finalmente possi­bile vedere ricostruzioni abbastanza rigorose di singole formazioni o la ricostruzione puntuale di azioni ed agitazioni.

Fra questi motivi « secondari », occorre ricordare subito due lavori, due buoni lavori editi nella provincia di Modena, quali il volume di Al­berghi relativo all’eccidio di Monchio, strage rimasta sino ad oggi quasi « sconosciuta » (e di questa pubblicazione è necessario dare tutto il merito a quel Comitato per le celebrazioni che decise di far scrivere qualcosa sul­l'episodio, permettendo in tal modo la nascita di questa monografia 38 e il libro di I. Vaccaci, Eroi senz’armi, relativo all’organizzazione che favo­riva le fughe dal Campo di Prigionia n. 47 di Crocetta e dal Campo Pri­gionieri di Guerra n. 73 di Fossoli.

36 L . Casali, Appunti ecc., cit.; Istituto Storico della Resistenza di Ravenna, Catalogo n. 2, cit., pubblica il testo di due docc. dell’ aprile/maggio 1944, dove sono messi in evidenza le difficoltà di costituzione dei CLN Comunali e le diver­genze in seno al Provinciale ravennate (pp. 321/323).

37 N . S. Onofri, op. cit., e Massenzio Masia ecc., cit.Su Masia, cfr. Massenzio Masia nel ricordo degli amici della Resistenza, a cura

di N . S. Onofri, Milano, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Libe­razione in Italia, 1961, pp. 56.

38 P. A lbergh i, Morte sull’aia, Modena, s. i., pp. 12 1 . (V. la recensione che ne ha fatto E . Pacchioni in M LI, n. 80 luglio/settembre 1965, pp. 122/123).

Sull’eccidio di Monchio cfr. anche L . Braglia, La strage di Monchio, in « Ras­segna annuale dell’ Istituto Storico della Resistenza in Modena e Provincia », n. 4, 1963, pp. 74/81 e Le vittime di Monchio, ivi, n. 5, 1964, pp. 49/50.

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Le province di Ferrara, Piacenza, Forlì e Parma hanno fornito una serie di pubblicazioni assolutamente insufficienti in relazione all’effettiva partecipazione alla lotta partigiana verificatasi in quelle zone.

Di particolare interesse, perciò, sono state le poche iniziative prese a livello locale per iniziare od approfondire validamente lo studio della lotta antifascista. Ricordiamo per primo il Comitato parmese per le cele­brazioni, che ha pubblicato una serie di opuscoli i quali illustrano i prin­cipali episodi della lotta partigiana nella provincia; un contributo certa­mente valido e che costituirà un buon punto di partenza e di appoggio per i lavori dell’Istituto Storico della Resistenza, recentemente sorto a Parma 39.

Occorre riconoscere, naturalmente, che il valore scientifico di queste pubblicazioni è spesso minimo; anzi talora non si tratta che di semplici e lineari resoconti di combattimenti od elenchi di partigiani e caduti. Ciò non toglie che, per Parma, la raccolta di queste che possiamo considerare quasi delle « fonti », costituisca un passo fondamentale, cui deve poi lo­gicamente seguire una analisi critica e storica degli avvenimenti, eseguita con l’ausilio anche di quei documenti che l’Istituto Storico parmese sta raccogliendo. Ma questo, di brevi racconti di testimoni, costituisce un punto di partenza che mancava, o manca, ad altre province, quali, ad esempio, Forlì, Ferrara e Ravenna.

Di buon valore è, invece, sotto ogni rispetto, la pubblicazione edita a Ferrara a cura del locale Centro Culturale intitolato ad « Antonio Gramsci » 40, in cui l’autore, R. Sitti, esamina abbastanza a fondo, attra­verso una cronologia priva di gravi lacune e sulla scorta di una buona documentazione spesso inedita, gli sviluppi dell’antifascismo' prima della Resistenza, un periodo ed un movimento, cioè, — e lo abbiamo spesso rimarcato — , che è stato totalmente trascurato dagli studi di questo « ven­tennale » e che fu appena toccato nel « decennale » 41. Il Sitti, dopo aver

39 Si tratta dei sgg. opuscoli: D. G. Cavalli, Celebrazioni del ventennale dell’ eccidio di Strela, Parma, ST E P, s. d ., [1964], pp. 8; Celebrazioni del ventennale della liberazione della Valceno, X II Brigata d’Assalto Garibaldi, Parma, ST E P, s. d., [1964], pp. 12; C. Del Maestro, Celebrazioni del ventennale della liberazione della Valle del Taro, Parma, ST E P, s. d., [1964], pp. 12; E . C ., N el ventennale della Resistenza a Salsomaggiore Terme la Divisione Val Ceno ricorda i suoi 219 Caduti, Parma, ST E P , s. d., [1964], pp. 12; N el ventennale della Resistenza, Va­rano Melegari ricorda i Caduti per la Libertà, Parma, ST E P, s. d., [1944], pp. 12; Parma ricorda i suoi Caduti, Parma, ST E P, 1964, pp. 12; P. S ., Celebrazioni del ventennale dell’ eccidio di Bosco, Parma, ST E P, s. d ., [1944], pp. 8.

Interessanti pure, per il racconto lineare e preciso nei particolari, i ricordi autobiografici del « Commissario » Gracco (L. L eris), Dal carcere fascista alla lotta armata, Parma, STEP, 1964, pp. 136.

40 R. SlTTl, Il primo antifascismo ferrarese, 1920/1943, Ferrara, Centro Culturale « Antonio Gramsci », 1963, pp. 50.

41 Le pubblicazioni più interessanti sull’argomento restano — a nostro avviso — quelle curate dalFA .N .P .P .I.A . : Il prezzo della libertà. Episodi di lotta antifa­scista, Roma, A jN .P .P .I.A ., 1958, pp. 268; A . Del Pont, A . L eonetti, P. M aiello, L . Zocchi, Aula IV , Tutti i processi del Tribunale Speciale fascista, Roma, A .N .P .P .I.A ., 1961, pp. 629; A . D el Pont, A . Leonetti, M. Massara, Giornali

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esaminato le lotte e l’organizzazione antifascista (che coincideva, salvo poche eccezioni, con i « quadri » del Partito Comunista predisposti dalle « centrali » romagnole) elenca in una appendice non numerata i ferraresi condannati dal Tribunale Speciale fascista, specificando per ciascuno il « delitto », la zona di operazione, la condanna e l’anno del processo, oltre al mestiere esercitato.

Sarebbe stato certo più opportuno, innanzi tutto, indicare tutti i nomi degli antifascisti processati, non dei soli condannati, per avere un quadro più esatto delle classi sociali cui appartenevano tali uomini, come ci sarebbe piaciuto vedere la data di nascita degli stessi (ed Aula IV , da cui certamente i nomi sono stati tratti, la fornisce!). Questi dati offrono, comunque, motivo di meditazione ed indicano una linea evidente di oppo­sizione costante, con gli 88 condannati ad un totale di 485 anni e 72 mesi di carcere. Fra costoro, 49 erano operai od artigiani, 13 braccianti o contadi­ni, 26 dediti ad altre attività professionali42. E ci sia permesso un suggeri­mento : ogni provincia avrebbe potuto fare una pubblicazione simile usan­do ed elaborando i dati di Aula IV...

Per il forlivese, infine, — niente di valido ci risulta edito a Pia­cenza — mentre il lavoro vincitore del concorso per una monografia sulla Resistenza in quella provincia, concorso indetto dall’Amministrazione pro­vinciale, non è stato pubblicato, e probabilmente non lo sarà in seguito, causa la sopravvenuta gestione commissariale (ed era un lavoro di note­vole impegno, ricco di una interessante documentazione inedita) abbia­mo visto la recentissima riedizione, a « ventennale » ormai « scaduto », di un vecchio lavoro di Adamo Zanelli, in buona parte rielaborato e rin­novato, arricchito di una appendice con brevi note biografiche dei caduti partigiani. Si tratta, tuttavia, di un’opera non certamente conclusiva (anche

fuori legge (La stampa clandestina antifascista, 1922/1943), Roma, A .N .P .P .I.A ., 1964, pp. 343.

42 Un confronto con le classi sociali può essere fatto solo per Ravenna, i cui dati sono già stati analizzati (Cfr. L . C asali, Appunti, ecc., cit., p. 68):

Condannati :Pena totale operai-artigiani contadini-braccianti altri

Ravenna 115514a, 75m, 15g. 35,40%41,10%23,50%

Ferrara 88485a, 72m. 55,6o%14,30% 29,10%

Controllando gli estratti di sentenze riportate in Aula IV (cit., pp. 77, 91, 123, 184, 185, 186, 2io , 257, 393, 403, 414, 416, 438, 488, 512 , 517 , 541) abbiamo trovato altri 28 ferraresi processati dai T . S ., di cui 27 assolti ed uno condannato ad 8 anni di carcere. Aggiungendo tali nominativi, si hanno i seguenti mutamenti: operai-artigiani n. 63 (54,3%), braccianti-contadini 19 (16,5% ), altri 34 (29,2%).

Sempre su Aula IV abbiamo reperito le età dei processati, sia quelli citati da Sitti che quelli da noi indicati (cfr. le pp. sopra citate e le pp. 46, 63, 69, 80, 83, 89, 93, 99, 104, 132, 136, 143, 155, 158, 184/185, 209, 221, 228, 257, 263, 327, 341, 348, 355, 357, 38 0 ,38 1/382 , 385, 404, 412, 447, 453, 483, 487/488, 490) ed abbiamo calcolato una età media in tali antifascisti di anni 29 e 6 mesi. Da notare che il ravennate offre una età media di anni 3 1 e 1 1 mesi circa (cfr. le pp. 40/41, 45/46, 50, 68, 81, 9 1, 94/95, 98, 132, 14 1, 143, 153 , 183/187, 192, 193, 220, 226, 258, 335, 350, 359, 383/384, 402, 406, 409, 414, 423, 435, 443, 509, 512, 514, 516, 517).

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se di maggiore valore della precedente per la nuova documentazione inse­rita nel testo), in quanto ancor troppo si insiste sulla narrazione cronachi­stica degli avvenimenti senza scendere all’analisi, alila valutazione poli­tica e militare della lotta. Zanelli non ha voluto o saputo fare un passo in avanti rispetto al suo precedente lavoro e si è largamente ripe­tuto. Un lavoro per molti aspetti utile, ma che non può certo accon­tentare gli studiosi della lotta di liberazione di quella provincia; occorre, d’altra parte, sperare in un pronto ripristino « politico » dell’Ammini­strazione provinciale di Forlì, che possa consentire una ancor più pronta pubblicazione del lavoro di Marzocchi e Flamigni4S.

Fra le opere cui abbiamo accennato solo di sfuggita, o delle quali ancora non abbiamo parlato, compaiono alcuni titoli di buon valore, che non è il caso di trascurare o dimenticare. Sono queste le pubblicazioni che più delle altre hanno centrato tre degli aspetti più importanti che pote­vano e dovevano essere sottolineati dalle Celebrazioni, per una divulga­zione ed una storicizzazione del movimento antifascista. Intendiamo', cioè, parlare delle testimonianze, delle cronologie e della pubblicazione di docu­mentazione coeva. Queste poche Opere hanno, comunque siano state pub­blicate, un fondamentale valore anche storico e costituiscono indubbia­mente la base necessaria per ogni successiva analisi.

Occorre subito precisare che raccogliere dalla viva voce dei prota­gonisti la narrazione degli avvenimenti loro occorsi è sempre opera diffi­cile ed i risultati sono troppo spesso discutibili ed incerti, dal momento che — come è noto — il « testimone », a venti e più anni di distanza, dopo aver parlato e soprattutto sentito parlare diffusamente di certi avve­nimenti, resta « convinto » di aver visto quanto invece gli è stato raccon­tato od ha ricostruito attraverso ricordi di altri. Per una valida valuta­zione storica, sarebbe opportuno fare ricorso « al sussidio di testimonianze solo quando i termini generali di un avvenimento, di una questione siano documentariamente accertati e quando le ’ testimonianze ’ stesse non abbiano, pertanto, più carattere di rivelazioni, ma solo di arricchimento, di delucidazione » **.

Ed è quindi necessario precisare che una cosa è la testimonianza ri- 43 44

43 A . Z anelli, La Resistenza nel forlivese, Rocca S. Casciano, Cappelli, 1962, pp. 202; Id., La lotta di Liberazione Nazionale e la Resistenza nel forlivese, Bologna, Ga­lileo, 1966, pp. 325.

La mancata pubblicazione della monografia vincitrice ci è stata confermata dal « Presidente della Commissione straordinaria » con lettera del 24 febbraio 1966, prot. 2358.

44 R. De Felice, Mussolini il rivoluzionario, 1883/1920, Torino, Einaudi, 1965, p. XXVII.

Un giornalista, costretto a svolgere un proprio lavoro in base ad interviste, premette alla pubblicazione di tali testimonianze simile avvertenza: « I protago­nisti interpretano le proprie azioni a posteriori, alla luce di esperienze e convin­zioni posteriori. Perciò le dichiarazioni qui riportate vanno accolte con le stesse riserve con cui si accoglierebbe qualsiasi altra testimonianza » (f. Myrdal, Rap­porto da un villaggio cinese. Inchiesta su una Comune agricola dello Shensi, T o­rino, Einaudi, 1965, p. 15).

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lasciata dall’on. Arrigo Boldrini quando fornisce indicazioni sulla orga­nizzazione del movimento di resistenza armata nel ravennate ed il con­tributo partigiano al salvataggio dei monumenti in quella città 43 * 45, accom­pagnando ogni sua affermazione e ricordo personale con un documento coevo o un’altra testimonianza come « prova » ; altra cosa sono le testi­monianze pubblicati da Barbieri e Soglia46 e raccolte nella provincia di Bologna. Bisogna, tuttavia, ammettere che costoro, certamente consci delle difficoltà, hanno ricostruito con scrupolo e maestria i racconti dei parti­giani e degli antifascisti scegliendo da ogni narrazione i fatti ed i parti­colari più personali ed evitando (generalmente : non mancano1 le ecce­zioni...) di costruire una storia sulla base delle narrazioni raccolte. In tal modo, non abbiamo una pubblicazione quale fu quella di Nozzoli (che noi giudichiamo con molte riserve, malgrado il giudizio sostanzialmente positivo espresso da Battaglia), il quale costruì il proprio racconto basan­dosi quasi esclusivamente sui fatti narrati da alcuni protagonisti- testi­moni ed « evitando » accuratamente di consultare qualsiasi documento del tempo 47 48.

Troviamo, nel volume di Barbieri e Soglia, una serie di brevi testi­monianze che narrano semplicemente una propria vicenda personale, senza insistere su un racconto1 'biografico esteso a tutti i 18 mesi di guerriglia (o ai venti anni di antifascismo militante); è, infatti, umanamente impos­sibile ricordare e narrare con precisione diciotto mesi della propria vita, se non si è in possesso di appunti diaristici di « allora », mentre riteniamo più che valida la ricerca e la (pubblicazione di testimonianze su particolari avvenimenti personali. Effettivamente, Brigbetti non può aver dimenti­cato come evase « dalla cella della morte », o Resca ciò che le avvenne il 20 aprile 1945, quando si trovò arrestata, condannata e col cappio al collo, mentre già « vedeva » le avanguardie alleate4S. L ’insieme di questi episodi, offre un quadro ampio e reale della Resistenza nel bolognese, molto più reale che se i coordinatori avessero voluto trarre da queste sole notizie le linee per una storia complessiva della lotta partigiana nella zona.

E’ quindi a tale proposito che diventa non solo opportuna, ma asso­lutamente necessaria la pubblicazione dei documenti originali almeno del periodo partigiano (tanto per iniziare e finché sono rintracciabili nelle mani dei responsabili politici e militari) nel loro testo completo, essendo sufficienti sempre poche righe di commento od inquadramento storico; è opportuno che lo storico e lo studioso abbiano la possibilità di leggere le « parole » scritte dai combattenti nel momento della lotta, « parole che

43 A. Boldrini, Il patrimonio artistico di Ravenna e la guerra, in MLI, n. 70, gen-naio/marzo 1963, pp. 46/62; Id., La guerriglia in pianura, in Ravenna una capitale,cit., pp. 335/339.

46 AI di qua della Gengis Khan, cit.47 G. N ozzoli, Quelli di Bulow, Roma, ed. Riuniti, 1957, pp. 399.

Un giudizio positivo ne dà R. Battaglia, L ’Emilia nella storiografia della Re­sistenza, in Id., Risorgimento e Resistenza, Roma, ed. Riuniti, 1964, p. 241.

48 I. Brighetti, Evasi dalla cella della morte, in AI di qua della Gengis Khan, cit., pp. 1 15 / 1 17 ; Z . Resca, Condannata a morte all’ alba della Libertà, ivi, pp. 13 1/ 133 .

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furono scritte tra un combattimento ed un agguato, una strage, una rap­presaglia, un fuga, gonfie del tumulto degli avvenimenti, retoriche qual­che volta » 19, ma sempre espressione non solo di stati d’animo reali ma anche della situazione obiettiva politica e militare, quasi sempre scevri di fini politici ed ideologici immediati, anche per il carattere riservato che tali scritti presentavano, carattere che conferisce loro quasi un senso di confessione e di esame spassionato della situazione. Sarebbe stato op­portuno — a nostro avviso — che soprattutto gli Istituti Storici della Resistenza avessero dato questo contributo fattivo e veramente valido alla ricostruzione storica delle particolari condizioni di ogni provincia, comune o zona, mettendo a disposizione di tutti i risultati delle proprie ricerche archivistiche, senza tentare di monopolizzare i propri documenti per ipropri storici, o per i ricercatori e gli studiosi locali.

Senza alcun dubbio, consideriamo come le più valide pubblicazioni edite in questo ventesimo anniversario della lotta di Liberazione (e legiudichiamo certamente tali da non essere dimenticate nel breve volgeredi qualche mese) quelle che hanno « limitato » — ma « limite » ha qui un significato ben opposto a quello letterale e tradizionale — a ciò ilproprio contributo, riuscendo così a dimostrare di aver visto ed unito i due aspetti fondamentali che avrebbero dovuto assumere queste celebra­zioni: la popolarizzazione, specie verso le nuove generazioni, degli ideali antifascisti ed un valido contributo alla rievocazione e ricostruzione di « quegli avvenimenti ». Ora, e ben giustamente lo afferma Etnasi nelle sue Cronache col mitra*0, niente meglio della viva voce dell’epoca può far capire « cosa » fu la Resistenza; mentre, d’altra parte, questi testi sono fondamentali per la ricostruzione storica e critica degli avvenimenti stessi.

E ’ forse per questo che le pubblicazioni che più ci hanno colpito ed interessato, fra le decine che abbiamo avuto occasione di vedere, sono state due opere «minori», una addirittura ciclostilata: 76* Brigata S.A.P. « Angelo Zanti », che presenta tutti i documenti conservati relativi alla formazione e fornisce la cronologia delle azioni da essa compiute dal 9 ago­sto 1944 al 20 aprile 1945, e la riedizione in volume dei testi del perio­dico clandestino del P.C.I. imolese « La Comune » 49 50 51.

Luciano Casali.

49 F . E t n a s i , Cronache col mitra, Milano, Giordano, 1 9 6 5 , p . I X .

50 Cit., p. XII.51 76s Brigata S .A .P . « Angelo Zanti », (Le squadre d’anione patriottiche di una bri-

gata reggiana nel corso della guerra di Liberazione), a cura del Comitato promo­tore del raduno, Reggio E ., ciclostilato, 1965, pp. 90 non numerate; La battaglia politica dei comunisti imolesi ecc., cit.

Di particolare interesse il « Diario della I4a Brigata d ’Assalto ’ Remo ’ » dal 15 aprile 1944 al 23 aprile 1945 in C omune DI M irandola, Ventennale della Re­sistenza, Memorie della Resistenza mirandolese, Mirandola, tip. Bozzoli, 1965, p p . 1 7 / 4 3 .

Ricordiamo, infine, che l’ Istituto Storico della Resistenza di Ravenna ha ini­ziato la pubblicazione dei documenti del proprio archivio con i due Cataloghi citati. Una iniziativa che meriterebbe di essere seguita da altri organismi è quella della Federazione Comunista di Bologna che ha ristampato in fascicolo (e nel formato originale) la collezione del periodico clandestino La Lotta (« La Lotta » nella Re­sistenza, supplemento al n. 1 de La Lotta del 21 aprile 1965, s. i., pp. 16).

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Problemi della Resistenza emiliano - romagnola 69

NO TA BIBLIOGRAFICA

Elenchiamo qui di seguito i periodici che nel triennio 1963/1965 hanno pubbli­cato articoli sulla Resistenza emiliano-romagnola ed i volumi {od opuscoli) editi nello stesso periodo.

Fra i quotidiani solo « l’Unità » si è occupata con una certa frequenza dell’ar- gomento; non abbiamo preso in considerazione Je riviste a diffusione strettamente locale; i titoli sono divisi per provincia.

Ben consci che molte cose ci saranno sfuggite, consideriamo questi elenchi come un semplice contributo ad una bibliografia della Resistenza in tale regione, biblio­grafia che è ancora completamente da compilare.

A ): Periodici

1 . - « Il Calendario del Popolo ».(La Resistenza racconta; fatti e figure della guerra di Liberazione, a cura di P. Pescetti e A S calpelli, 1965; abbiamo preso in considerazione solo i con­tributi originali).

Bologna A . Scalpelli, I fascisti preparano la strage [Marzabotto], pp. 34/39;L . A rbizzani, Si coprirono di gloria a Porta Lame, pp. 40/42; Id., Set­temila mondine in sciopero, pp. 265/267; G. Colliva, Diario di un gappista, pp. 3 11/ 3 16 .

Modena L . A rbizzani, La Repubblica di Montefiorino, p. 288; M. Pacor, Lebattaglie campali di Limiti e Rovereto, pp. 356/358; M. Ricci, Al co­mando di un esercito partigiano, pp. 289/294.

Ravenna L . Casali, Sei settimane di guerriglia, p. 393.

2. - « Patria indipendente ».

Bologna

Ferrara

Forlì

Modena

Ravenna

R. VlGANÒ, Medardo Bettonelli, a. XII, n. 4, 17 febbraio 1964, p. 4; Id., Una storia come tante..., a. XII, n. 7, 7 aprile 1963, p. 4; Id., La 3Óa Brigata « Garibaldi » nel sanguinoso maggio del 1944, a. XII, n. 1 1 , 9 giugno 1963, n. 4; Id., Bologna, 8 settembre 1943, a. XII, n. 15, 1 set­tembre 1963, p. 4; Id., L ’assalto al carcere di San Giovanni in Monte, a. XII, n. 2 1, 24 novembre 1963, p. 9; L . A rbizzani, La Camera Con­federale del Lavoro di Bologna nella lotta di Liberazione, a. XIII, n. 2, 26 gennaio 1964, n. 12 ; F. Montevecchi, Il rastrellamento dell’ago­sto 1944, a. XIII, n. 17, 27 agosto 1964, pp. 4 e 8; Id.,La difesa di Monte Battaglia, a. XIII, n. 20, 8 settembre 1964, pp. 8/9.

iR. V igano, N elle Valli di Comacchio durante la Resistenza. I « dieci » di Filo d ’Argenta, a. XII, n. 13 , 7 luglio 1963, p. 9.

A . Zanelli, La Resistenza nel Cesenate, a. XIII, n. 15, 15 agosto 1964, p. 8; A . Zanelli, Vent’anni fa la Liberazione di Forlì, a. XIII, n. 20, 8 settembre 1964, n. 12.

R. V igano, Appunti sulla Repubblica di Montefiorino, a. XIII, n. 13, 12 luglio 1964, p. 8 e a. XIII, n. 14, 26 luglio 1964, pp. 4 e io; A . Belelli, Un battaglione russo tra le formazioni partigiane della pro­vincia di Modena, a. X IV , n. 12, 27 giugno 1965, pp. 6/7.

R. V igano, La « casa dei Baffé », a. XII, n. 18, 13 ottobre 1963, p. 4; Id., Il battaglione «R aven n a», a. XIII, n. 1 , 12 gennaio 1964, p. 8; A . Boldrini, L ’amico Archie, a. XIII, n. 7, 12 aprile 1964, p. 4; Id., Esercito e popolo nella Resistenza, a. XIII, n. 8, 25 aprile 1964, pp. 7/8; C. Prim ieri, Partigiani e soldati avevano le stesse aspirazioni, ivi, pp. 7/8.

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3. - Quaderni de « La Lotta ».n. 2, 1963: La brigata di « Pampurio ».

Bologna G. Brini, La brigata di « Pampurio ». Appunti per una storia della Ó2a Garibaldi, pp. 7/16; L . A rbizzani, La Camera Confederale del La­voro unitaria di Bologna nella lotta di Liberazione (1944-45), PP- G. Beltrame, I medici partigiani, pp. 49/52.

n. 3, 1964: Donne emiliane nella Resistenza.

Bologna L . A rbizzani, Contributo per una storia del movimento femminile nella Resistenza bolognese, pp. 21/40; R. Barbieri, Mondine di Medi­cina, pp. 47/50.

Modena G. Borellini, Nota sulle partigiane modenesi, pp. 15/20.

Ravenna P. T assinari, Settemila a fianco dei « ribelli » di Bulow, pp. 7/14.

Reggio E. G. Franzini, 13 aprile 1945: a giornata insurrezionale » a Reggio Emilia, pp. 41/42.

n. 4, 1965: Garibaldi combatte.

Bologna S. Soglia, L ’ardimento della 7a Gap, pp. 5/12; L. A rbizzani, Ventiappelli per la libertà, pp. 13/28; L. Sarti, Bibliografia per una storia, pp. 49/52.

4. - « Rassegna annuale dell’Istituto Storico della Resistenza in Modena e provin­cia ». (Ricordiamo solo i contributi di maggior interesse).n. 4, 1963.

Modena G. Peyronel, Il contributo dell’ateneo modenese alla Resistenza,pp. 10/18; E. Pacchioni, Aspetti ed episodi della Resistenza a Modena e nell’Emilia-Romagna, pp. 26/44; R. G iorgi, La Repubblica di Mon-, teforino, pp. 57/63; A. Belelli, L ’organizzazione amministrativa ed i problemi della popolazione civile della Repubblica di Montefiorino, pp. 64/70; L . Braglia, La strage di Monchio, pp. 74/81.

n. 5, 1964.Modena L . P ., Il rastrellamento del gennaio 1945 sull’appennino modenese se­

condo la relazione del Comando della divisione « Modena Montagna », pp. 11/22; P. A lberghi, Il combattimento di Cerré Sologno, pp. 33/38; A. Belelli, Gli scioperi dell’aprile 1944 a Modena, pp. 45/48; U. M onti, La strage di Cervarolo, pp. 55/78.

n. 6, 1965.Modena A . M. R inaldi, Sulla Resistenza a Castelfranco Emilia, pp. 27/34;

N . Gallimi, Annotazioni storiche sul movimento di Resistenza di Con­cordia sulla Secchia, pp. 38/47; E. Gorrieri, L ’8 settembre, pp. 50/54;— Dai carteggi della G .N .R . di Mirandola, pp. 74/79.

5. - « l’Unità » (ed. di Milano. Gli art. sono tratti di massima dalla pagina della cro­naca regionale emiliano-romagnola).

Bologna — I numeri più brutti sono i più gloriosi di tutta la collezione [su «l’Unità» clandestina bolognese], a. XL, n. s., nn. 197, 198, 199, 21, 22, 23 agosto 1963, p. 4; L. BERGONZINI, Fazzoletti rossi sull’Appennino, a. XL, n. s., n. 250, 22 ottobre 1963, p. 6; S. D eskovic G h ini, Cercava la mamma di fulka: ne ha trovato la sorella, a. XLI, n. s., n. 55, 5 marzo 1964, p. 12 («Lettere al giornale»); L. Bergonzini, E ’ morto il « Moro », ed. del lunedì, a. XII, n. s., n. 21, 1 giugno 1964, p. 4;— Il primo racconto della strage [Marzabotto], a. XLI, n. s., n. 218, 22 settembre 1964, p. 6; S. Soglia, I superstiti raccontano, ivi; A . Be- nini, E. Ruggieri, L. P irini, Testimonianze sull’ eccidio. Marzabotto:

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Ferrara

Forlì

Modena

Parma

Piacenza

Ravenna

il più vile sterminio di popolo, a. XLI, n. s., n. 219, 23 settembre 1964, p. 4; E . A madori, « Vidi come iniziò l ’immane strage», a. XLI, n. s., n. 223, 27 settembre 1964, p. 4; F. L orenzini, Una rappresaglia evitata, ed. del lunedì, a. XIII, n. s., n. 3, 18 gennaio 1965, p. 5; D . Ceneri, Dal fronte del Santerno alle spalle dei tedeschi, a. XLII, n. s., n. 100, 28 aprile 1965, n. 4; W. Beckers, Nostra madre Zaira, a. XLII, n. s., n. 139, 13 giugno 1965, p. 5; R. V igano, Il silenzio di « Mimma », ed. del lunedì, a. XIII, n. s., n. 35, 7 settembre 1965, p. 4 [tratto dal voi. della stessa, Donne della Resistenza]; O. A llaria (Dado), Una notte di pattuglia dentro la « sperrzone », a. XLII, n. «., n. 139, 13 giu­gno 1965, p. 5; S. T ognotti, Ilio Barontini: una vita intera nella lotta contro il fascismo, a. XLII, n. s., n. 144, 19 giugno 1965, p. 6.R. T edeschi, La «lunga n o tte» di Ferrara, a. XL, n. s., n. 271,

15 novembre 1963, p. 3; A. G uzzinati, Parla un « giustiziato » dell’ec­cidio di Gora, a. XLI, n. s., n. 75, 28 marzo 1964, p. 4; A. Guzzinati, La medaglia d ’argento alla « Cassino del nord » [Argenta], a. XLI, n. s., n. 204, 5 settembre 1964, n. 4; F. Strambagi, A Bondeno la li­bertà giunse due mesi prima, a. XLII, n. s., n. 41, 18 febbraio 1965, p. 13; A. G., Le donne di Bondeno assaltarono il Comune per bruciare le liste della deportazione, a. XLII, n. s., n. 55, 6 marzo 1965, p. 4; A. G., Filo d ’Argenta. Una spietata rappresaglia nazista, a. XLÌI, n. s., n. 210, 12 settembre 1965, p. 4; A. G uzzinati, Ora si sa chi piange per il partigiano «Giorgio», a. XLII, n. s., n. 273, 17 novembre 1965, p. 3.— Un aguzzino fascista insegna ancora a Cesena, a. XLI, n. s., n. 79, 2 aprile 1964, n. 4; A. M., A ll’alba del 9 novembre ’44 i partigiani liberarono Forlì, a. XLI, n. s., n. 259, 8 novembre 1964, p. 4; A. M., MarZo ’44: le donne in piazza per impedire le fucilazioni, a. XLII, n. s., n. 73, 27 marzo 1965, p. 4.— I partigiani inflissero dure perdite agli attaccanti fascisti [Pieve di Trebbio], a. XLI, n. s., n. 64, 15 marzo 1964, p. 5; ->, Vent’anni or sono la strage di Monchio, a. XLl, n. s., n. 66, 18 marzo 1964, p. 4; —• Oggi a Castelfranco si commemorano i dieci martiri, a. XLI, n. s., n. 82, 5 aprile 1964, n. 5; - -, Otto medaglie a partigiani modenesi, a. XLI, n. s., n. 132, 4 giugno 1964, p. 4; A. SCALPELLI, L ’attesa e la beffa prima del martirio [Fossoli], a. XLI, n. s., n. 160, 14 luglio 1964, p. 4; N. B., M odena : « d'ordine delle SS sono stati fucilati venti cit­tadini », a. XLI, n. s., n. 173, 30 luglio 1964, p. 4; N. G., « E’ perchè lui è morto che noi siamo qua » [Cesana], a. XLI, n. s., n. 209, 11 set­tembre 1964, p. 4.P. SACCENTI, Appuntamento a Villa Braga, a. XL, n. s., n. 238, 8 otto­bre 1963, p. 6, G. M., 5 . Secondo ricorda il sacrificio di Arnalda dal­l’Aglio, a. XLI, n. s., n. 153, 3 luglio 1964, p. 4; G. M., Streìa di Compiano. 26 vittime della ferocia nazista, a. XLI, n. s., n. 187, 15 ago­sto 1964, p. 4; G. M., Ricorre oggi il ventennale dello sterminio del CU di Bosco, a. XLI, n. s., n. 240, 17 ottobre 1964, p. 4; G. M., A Osac- ca la prima battaglia della Resistenza parmese, a. XLII, n. s., n. 3, 5 gennaio 1965, p. 4; G. M., Quando giunsero gli Alleati Parma era già libera, a. XLII, n. s., n. 10 1, 29 aprile 1965, p. 4.

L. G., Sarà ricordato il sacrificio del « Valoroso », a. XLI, n. s., n. 9, 19 aprile 1964, p. 5; L. G., Angelo ChioZZfl un esempio per tutti, a. XLI, n. s., n. 98, 24 aprile 1964, p. 4.P. SaNZANI, Umberto Ricci: un eroe della Resistenza, a. XL, n. s., n. 195, 18 agosto 1963, n. 4; A. Boldrini, Un combattente eroico e di­sciplinato, a. XL, n. s., n. 202, 27 agosto 1963, p. 4; G. Saviotti, 8 set­tembre 1943, il pruno comizio di Boldrini, a. XL, n. s., n. 213, 8 set­tembre 1963, p. 5; G. Saviotti, Diciannove anni fa il gruppo Cremona sbaragliava i nazi liberando Alfonsine, a. XLI, n. s., n. 85, 9 apri-

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Reggio E.

le 1964, p. 4; P. L anzoni, Massalombarda: due nobili figure dell’anti­fascismo [Costa e Ricci], a. XLI, n. s., n. 210, 12 settembre 1964, p. 4; P . L anzoni, I 23 di casa Bafjé-Foletti furono trucidati vent'anni fa, a. X LI, n. s., n. 239, 16 ottobre 1964, p. 4; — A Castiglione di Ra- venna e a S. Zaccaria la Resistenza onora 8 Caduti partigiani, a. XLI, n. s., n. 245, 23 ottobre 1964, p. 4; T . Masetti, 4 dicembre 1944: Ra­venna è libera, a. XLI, n . s., n. 281, 4 dicembre 1964, p. 4; T . M erlin , « Restituiteci le corde: ce ne serviremo per impiccarne altri» , a. XLII, n. s., n. 64, 17 marzo 1965, n. 2; M. Battistini, Salvarono dalle mine naziste Sant'Apollinare in Classe, a. XLII, n. s., n. 83, 8 aprile 1965, p. 4; G. De G iovanni, I garibaldini di montagna allo sfondamento del Senio, a. XLII, m. s., n. 105, 5 maggio 1965, p. 4; A . M inghelli, Ri­cordo di un’operaia uccisa dai nazifascisti a Ravenna, a. XLII, n. s., n. 107, 7 maggio 1965, p. 8 (« Lettere al giornale »); M. Battistini, La « 28a Garibaldi » in linea fino alla sconfitta tedesca, a. XLII, n. s., n. 126, 29 maggio 1965, p. 4.

G. C ., Finì con una disfatta l’accerchiamento tentato dai fascisti, a. XLI, n. s., n. 63, 14 marzo 1964, n. 4; G . C ., A Gatta di Castelnuovo Monti una spia guidò i nati alla « base » partigiana, a. XLII, n. s., n. 7, 9 gen- naio 1965, p. 4: —• Oggi la Resistenza onora Vittorio Saltini (« Tati »), a. XLII, n. s., n. 26, 31 gennaio 1965, p. 5; " , A Bagnolo in Piano diciotto caddero fucilati dai nazi per rappresaglia, a. XLII, n. s., n. 44, 21 febbraio 1965, p. 4; •— « Non piangete per me. Le idee non muoiono », a. XLII, n. s., n . 50, 28 febbraio 1965, p. 5; G. C ., 8 mar­zo 1945: le donne in piazza contro la guerra, a. XLII, n. s., n. 56, 7 marzo 1965, p. 4; G . C ., Albinea: a ferro e fuoco il comando tedesco, a. XLII, n. s., n. 74, 28 marzo 1965, p. 5; — Toano: sconfitte le truppe tedesche nella « battaglia di Pasqua », a. XLII, n. s., n. 80, 4 aprile 1965, p. 5; — Medaglia d’oro alla memoria di Mario Grisendi, a. XLII, n. s., n. 10 1, 29 aprile 1965, p. 4; — « Agostino » : un comu­nista dall’ energia incrollabile, a. XLII, n. s., n. 199, 22 agosto 1965, p. 12; G . C ., Celebrazione partigiana sulla montagna reggiana, a. XLII, n. s., n. 269, 12 novembre 1965, p. 6.

6. - « Il Movimento di Liberazione in Italia »

Bologna L . A rbizzani, Notizie sui contadini della pianura bolognese durante la Resistenza, n. 75, aprile-giugno 1964, pp. 30/67.

R avenna A . Boldrini, Il patrimonio artistico di Ravenna e la guerra, n. 70, gen­naio-marzo 1963, pp. 46/62! L . Casali, Appunti sull'antifascismo e la Resistenza armata nel Ravennate, n. 77, ottobre - dicembre 1964, pp. 56/85.

Bologna

B): Pubblicazioni varie

G . Muggia , Fatti e figure ebraiche nella lotta antifascista in Italia: M. Finti, Praga, s. i., 1963: Comitato per la celebrazione del xviii anniversario della liberazione di Bologna, 25 aprile i945/’63, a cura di L . A rbizzani, Bologna, STEB, 1963, pp. 15; L . A lv isi, Sarà la volta buona?, Bologna, Galileo, 1964, pp. 378; N . Bobbio, Un eroe della Re­sistenza: Toni Guriolo, ne « La regione Emilia-Romagna », Bologna, a. XI, n. 6, novembre - dicembre 1964, pp. 2/6); C .V .L .E .- R ., Bri­gata « Giacomo Matteotti » di montagna. Diario delle principali ope­razioni di guerra. 1 maggio 1944/21 aprile 1945, Bologna, tip. Parma, 1964, pp. XVI-55! P .R .I., F .G .R .I. Como, Massenzio Masia nell’anni­versario del suo sacrificio, Cantù, tip. Molteni, s. d ., [1964], pp. 14; Storia dell’antifascismo italiano, a cura di L . A rbizzani e A . Calta-

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Ferrara

Ravenna

biano, Roma, ed. Riuniti, 1964, 2 voli., pp. 229 + 339 (*); L. A rbizzani, Aspetti sociali e di massa della Resistenza, Bologna, Litografia A.T.M.B.,1965, pp. 22; A.N.P.I. Bologna, Bologna è libera. Pagine e documenti della Resistenza, a cura di L. A rbizzani, G. Colliva, E. SOGLIA, Bolo­gna, STEB, 1965, pp. 219.ATM Bologna. Bologna, 21 aprile 1945/31 aprile 1965, Bologna, Litogra­fia A.T.M.B., pp. 18; E. BASSI, Avanti! L ’ edizione clandestina bolo- gnese dal 1943 al 1945, Bologna, Comitato Celebrazioni, 1965, pp. 54; W . Beckers, Banden! Waffen raus! L ’ultimo inverno di lotta parti-giana nella collina bolognese, Bologna, Alfa, 1965, pp. 103; Corpo Ita­liano di L iberazione (C.I.L.), Gli Arditi del IX Reparto d ’Assalto nella liberazione di Bologna, Bologna, Comitato Celebrazioni, 1965, pp. 76; I partigiani raccontano. A l di qua della Gengis Khan, a cura di R. Bar­bieri e S. Soglia, Bologna, Galileo, 1965, pp. 190; N. S. Onofri,I socialisti bolognesi nella Resistenza, Bologna, La squilla, 1965, pp. 260;B. Pancaldi, Verso la libertà, Bologna, STEB, s. d., [1945], pp. 77; Partito Comunista Italiano, Federazione Im olese, La battaglia po­litica dei comunisti imolesi nelle pagine de « La Comune »; gennaio/ novembre 1944, a cura di F. Montevecchi, Imola, Galeati, 1965,pp. XV-183; [L. A rbizzani], P.C.I., Federazione di Bologna, « LaLotta » nella Resistenza, supplemento al n. 1 de « La Lotta » del 21 apri­le 1965, s. i., pp. 16.R. S i it i , Il primo antifascismo ferrarese (1920/1943), Ferrara, Qua­derni del centro culturale « Antonio Gramsci », 1963, pp. 50.L . S ilvestrini, Dalla eroica resistenza del popolo riminese al conferi­mento della medaglia d ’oro al valor civile al gonfalone della città, Ri­mini, tip. Giusti, 1965, pp. non numerate; A. Zanelli, La guerra di Liberazione Nazionale e la Resistenza nel forlivese, Bologna, Galileo,1966, pp. 325.P. A lbergh i, Morte sull’aia, Modena, tip. Agam, 1964; Ventennale della lotta di Liberazione nazionale. Le celebrazioni dell’8 settembre a Modena, Modena, Istituto Storico della Resistenza, 1964; A. Barbieri, Modena ieri e oggi, Modena, tip. Artioli, 1965; M. C ampana, Assalti e battaglie delle formazioni 5.A.P., Modena, tip. Immacolata Conce­zione, 1965; C omune di M irandola, Ventennale della Resistenza. Me­morie della Resistenza mirandolese, Mirandola, tip. Bozzoli, 1965; Co­m u n e di N onantola, Il contributo dei nonantolani alla guerra di libe­razione, 1945/1965, Modena, tip. Toschi, s. d., ma 1965; G. Cortesi,II libero Comune di Montefiorino e la sua continuità democratica, in Istituto T ecnico Commerciale e per Geometri « B a g g i», Sassuolo, Annuario 1964, Pievepelago, tip. Galli, 1965, pp. 107/120; La donna

*) Il secondo volume raccoglie « Testimonianze » relative a tre province emiliane, e precisamente;E. Ba ssi, I fatti di Palazzo d ’Accursio, pp. 9/16; R. V igh i, L ’atten­tato a Mussolini del 1926 e il processo Zamboni, pp 55/60; L. Orlandi, Scioperi in Emilia nel 1943, pp. 193/200; E. V enzi, La 36* Brigata Ga­ribaldi, pp. 262/266; P. Crocioni, Il salvataggio del radio e la lotta all’ Università di Bologna, pp. 283/288; R. T rauzzi, Partigiani azionisti, pp. 289/292; E. Ruggeri, Fucilata a Marzabotto, pp. 293/295; L. Ml- CHELINI, La battaglia di Porta Lame, pp. 296/300; G. V erenin, La libe­razione di Bologna, pp. 301/308.G. Bardellini, Squadrismo fascista, pp. 17/24; G. Bassani, L ’assalto alla sinagoga di Ferrara, pp. 163/167; V. Cavallini, L ’eccidio di Ferrara del novembre 1943, pp. 224/229.V. N eri, I servizi di collegamento nella lotta di liberazione, pp. 257/261; A . Boldrini, La Resistenza e gli alleati, pp. 267/275.

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74 Luciano Casali

Parma

P iacenza

Ravenna

modenese nella Resistenza, Modena, s. i., 1965; I. V accari, Eroi sen- Z’ arm i, Modena, Istituto Storico della Resistenza, 1965 (**).D. G. Cavalli, Celebrazioni del ventennale dell’eccidio di Strela, Par- ma, STEP, s. d., [1964], pp. 8; Celebrazioni del ventennale della libe­ratone della Vaicene. X II* Brigata d ’assalto Garibaldi, Parma, STEP, s.d., [1964], pp. 12; C. Del Maestro, Celebrazioni del ventennale della liberazione della valle del Taro, Parma, STEP, s.d., [1944], pp. 12;E. C., N el Ventennale della Resistenza a Salsomaggiore Terme la Di­visione Val Ceno ricorda i suoi 219 Caduti, Parma, STEP, s. d., [1964], pp. 12; N el ventennale della Resistenza Varano Malegari ricorda i Ca­duti per la Libertà, Parma, STEP, s. d., [1964], pp. 12; Parma ricorda i suoi Caduti, Parma, STEP, s. d., [1964], pp. 12; P. S., Celebrazioni del ventennale dell’ eccidio di Bosco, Parma, STEP, s. d., [1964], pp. 8; Gracco (L. L eris), Dal carcere fascista alla lotta armata, Parma, STEP, 1964, pp. 136; « l ’Ametag », a. VI, n. 1, aprile 1965, pp. 80; « N uova Resistenza », Gioventù in lotta contro il fascismo, s. i., [1965], pp. non numerate.« Piacenza libera », n. u. del Comitato per le celebrazioni del Venten­nale della Resistenza, Piacenza, 25 aprile 1965 (formato quotidiano).C. Gabrielli Rosi, Padre Gabriele Maria Costa, in Profili di patrioti della provincia di Lucca, Lucca, F.I.V.L., 1963, pp. 51/53; A. F. Ba- bini, Dalla bastia del Zaniolo alla Bastia di Ca’ di Lugo, Lavezzola, ed. Santerno, s.d., [1963/1964], 2 voli., pp. 1322; G. G iadresco, La bat­taglia di Ravenna, Roma, ed. Riuniti, 1964, pp. 134; C. P rim ieri, L 'e ­sercito italiano dopo l’ S settembre e la partecipazione aretina alla « Cre­mona », in Ventennale della Resistenza, Arezzo, « La provincia di Arez­zo », a. Ili, n. io, 20 semestre 1964, pp. 117/121; Istituto Storico della Resistenza di Ravenna, Il Movimento di Liberazione a Ravenna, Documenti, Catalogo n. 1, a cura di L. Casali, Ravenna, Ravegnana, 1964, pp. n i; A. Boldrini, La guerriglia in pianura, in Ravenna una capitale, a cura di V. E m iliani, . T. D ella V alle , Bologna, Alfa, 1965, PP- 335/339! Comune di A lfonsine, Breve cronaca della Resistenza in Alfonsine, Ravenna, Ravegnana, 1965, pp. 48; Comune di Cotignola, io aprile 1945/10 aprile 1965, X X anniversario della Liberazione. Coti­gnola ricorda il suo martirio, Faenza, tip. Lega, 1965, pp. 50; Comune di Faenza, Concorso fra gli studenti delle scuole faentine per una prova letteraria o figurativa su un tema della Resistenza, Faenza, tip. Lega, s.d., [1965], pp. 40; L. Costa, Le 127 giornate di Riolo. (Con un diario del dott. G. Vita), Imola, tip. Galeati, 1965, pp. 203; L. Gau- denzi, L ’esempio di Guerrini, in Ravenna una capitale, cit., pp. 343/346; E. Gondoni, Quando stridono i gabbiani, Napoli-Roma, I.E.M., 1965, pp. 224; Istituto Storico della Resistenza, Ravenna, Il Movimento di Liberazione a Ravenna, Catalogo » . 2: 1943/1945, dattiloscritti e manoscritti, a cura di L. C asali, iRavenna-BoIogna, Ravegnana-STEB, 1965» PP- 348; L. Marini, L. Casali, Antifascismo e Resistenza, in Ravenna una capitale, cit., pp. 329/333; Partito Comunista Italiano, Comitato C omunale, Ru s s i, Russi dall’antifascismo alla Resistenza, a cura di L. C asali, Russi, ciclostilato, 1965, pp. 23; B. Z accagnini, Due volte ribelli, in Ravenna una capitale, cit., pp. 340/342.

') L’Istituto Storico della Resistenza in Modena e Provincia ci ha se­gnalato anche la seguente serie di pubblicazioni (che supponiamo opu­scoli celebrativi) senza alcuna indicazione: 5 novembre 1944: La bat­taglia di Benedetto; Irma Marchiani, Medaglia d ’oro della Resistenza; Profilo di una eroina della Resistenza: Gabriella degli Espositi; Ricordo della Brigata Costrignano; Ricordo della strage di Prato Maggiore di Vignola; 20 novembre 1944, una pagina di gloria nella Resistenza mo­denese.

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Problemi della Resistenza emiliano - romagnola 75

Reggio E. A ssociazione N azionale Partigiani d’ Italia, Reggio E m ilia , I Cervi (,Scritti e documenti), Reggio E ., Tecnistampa, 1963, 2a ed., pp. 79; G. GARRETTI, I giorni della grande prova. Appunti per una storia della Resistenza a Cadelbosco, Reggio E ., Tecnostampa, 1964, pp. 190; COMI' TATO PER LE CELEBRAZIONI DEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA RESISTENZA, Reggio E m ilia , l Manfredi e gli altri fucilati di Sesso, Reggio F.., Tecno­stampa, 1964, pp. 80; C omitato celebrazioni ecc., La donna reggiana nella Resistenza. Celebrazioni del ventennale della morte di Genoveffa Cervi, s. 1., Tecnostampa, s. d., [1965], pp. 8; Comitato celebra­zioni ecc., Cadelbosco, Resistenza, n. u. in occasione dell'inaugurazione del monumento alla Resistenza, Cadelbosco, Comitato Celebrazioni, 1965, pp. 31; Comune di A lbinea, Scuola Media Statale, N el 20° anni­versario del fatto d ’arme a Botteghe di Albinea, Villa Rossi e Villa Calvi, 27 marzo 1945, Reggio E ., tip. Cantelli, 1965, pp. 17; « Resi­stenza », n. u. per il Ventennale della Resistenza, Reggio E ., 25 apri­le 1965, 4 pp. formato quotidiano; 7(A Brigata 5 .A .P . « Angelo Zanti ». (Le squadre di azione patriottica di una brigata reggiana nel corso della guerra di liberazione), a cura del Comitato promotore del raduno, Reg­gio E., 1965, ciclostilato, pp. 90 non numerate.