Emiliano e gli arancioni

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Lunedì 24 dicembre 2012 9 LA CORSA ALLE PRIMARIE «MIO FRATELLO AVEVA RINUNCIATO ALLE REGIONALI, GIUSTO CHE CI PROVASSE. ANCHE SE NON CAPISCO QUESTE AMBIZIONI» Emiliano: occasione sprecata volevo Decaro sindaco a Bari «Amati fa bene a protestare per l’esclusione, ma è un bene per la Puglia» Tre gli esentati in Puglia Ecco i candidati alle Primarie di Sel Nichi Vendola, Nicola Fratoianni e Giuliano Volpe saranno candidati alle prossime Politiche per Sinistra ecolo- gia e libertà. L’assemblea del partito, fatte salve queste tre personalità ha stabilito che gli altri contendenti do- vranno sottoporsi al vaglio delle Prima- rie. Vendola e Fratoianni dovrebbero aprire la lista per la Camera, mentre Volpe, rettore dell’università di Foggia, dovrebbe essere il capolista al Senato. Tornando ai candidati alle Primarie le donne sono sei: Annalisa Pannarale, Francesca Abbrescia, Giulia Basile, Do- natella Duranti, Sonia Pellizzari, Anna Cordella. Più nutrita la pattuglia degli uomini: Onofrio Introna, Dario Stefàno, Toni Matarrelli, Lorenzo Cipriani, Franco Co- lizzi, Michele Cassano, Tommaso Mi- nervini, Giuseppe Beccia, Domenico Rizzi, Massimiliano Cinque, Mimmo Fi- lomeno, Mario Liuzzi, Davide Andrisa- ni, Paolo Rubino, Arcangelo Sannican- dro. Il collegio elettorale è regionale, non suddiviso quindi per province. I diri- genti di Sel prevedono di far eleggere quattro deputati e due senatori. PUGLIA E BASILICATA l BARI. «Ho difficoltà a compren- dere cosa ci sia di così interessante ad andare in Parlamento, soprattut- to per personalità politiche che non riusciranno ad emergere perché non ne hanno ancora la maturità». Quando finisce un amore, cantava Cocciante, ti senti un nodo nella go- la. E Michele Emiliano ha voglia di buttarlo fuori, quel nodo: dopo aver provato in ogni modo a far cambiare idea ad Antonio Decaro, il presiden- te regionale del Pd deve prendere atto che non sarà il suo (ex) delfino a prenderne il posto come sindaco di Bari. «Noi - dice Emiliano - avevamo lavorato a lungo per la candidatura a sindaco di Decaro, che ha legit- timamente mutato il suo intendi- mento. Questo ha creato qualche problema, anche se dal punto di vi- sta “sportivo” renderà più interes- santi le primarie. La direzione pro- vinciale avrebbe potuto intervenire sulle liste, ma abbiamo preferito evi- tarlo: meglio che ciascuno si prenda le proprie responsabilità». Ecco, a questo proposito. Non vede un conflitto di interessi politico nel fatto che tra i can- didati ci sia anche suo fratello Alessandro? «Le primarie eliminano questa possibilità. Se avessimo forzato per farlo inserire nel listino, potrei ca- pirlo. Ma la candidatura di mio fra- tello nasce dal fatto che fece un pas- so indietro quando Antonio si can- didò per le Regionali: a questo punto non potevo più fermarlo. Certo, ho provato a dissuaderlo. E comunque per me, da un punto di vista per- sonale, sarebbe stato molto più con- veniente se non si fosse candidato nessuno dei due». Anche perché le primarie a Ba- ri faranno parecchie vittime... «Stiamo dividendo lo stesso elet- torato tra Giannini, Decaro e mio fratello, il che probabilmente creerà difficoltà a qualcuno di loro. Non sono un capo-corrente che rie- sce a dare ordini ai propri uomini: forse perché non sono affat- to un capo-corrente. Ma queste sono aspi- razioni che non riesco a capire. Quando Ber- sani mi ha chiesto di candidarmi come ca- polista alla Camera, dicendo che avrei po- tuto fare il ministro, gli ho detto che non avrei la capacità di sopravvivere nei corridoi roma- ni. Ne soffrirei troppo e mi sentirei in colpa ad abbandonare ciò a cui tengo veramente. Ecco: mi sarebbe piaciuto avere al mio fianco le per- sone con cui ho lavorato per 9 anni e mezzo. Mi sarebbe piaciuto avere al mio fianco Antonio. Questa è anche una vicenda umana. E forse non sono riuscito a spiegargli per bene cosa significa fare il sindaco della propria città». In tema di delusioni. Fabiano Amati è stato l’unico a non ot- tenere la deroga, e ora chiede le dimissioni di Blasi. Come giu- dica questa vicenda? «Amati ha perfettamente ragio- ne. Abbiamo avuto una difficoltà estrema a dare un indirizzo politico a questa fase. A Brindisi, come a Bari, c’è un conflitto molto forte. Ma agli esponenti del mio partito voglio dire questo: se sbagliamo a mandare qualcuno in Parlamento non suc- cede niente, non è come sbagliare un sindaco o un presidente di Regione. Se Amati resta in Puglia è un fatto positivo per la Puglia, perché è una persona di valore». Ed anche un possibile candi- dato alla presidenza, dunque un suo concorrente. «Meglio così. Noi le primarie le dobbiamo fare. Chi ha ben lavorato nell’amministrazione Vendola do- vrà avere un ruolo. Amati è stato un buon assessore, e lo sarà anche per il futuro». E invece per Bari? «Tutti gli assessori Pd della mia giunta, e tutto il partito, erano pron- ti a indicare Decaro alle primarie come candidato unico del Pd. Ne abbiamo parlato per anni. A questo punto bisognerà trovare altre per- sone che vogliano prendersi questa responsabilità. Fare il sindaco non è un’operazione di partito che può es- sere gestita a tavolino, o essere og- getto di trattativa o di scambio». Lei sta già lavorando alle al- leanze. Ieri ha sdoganato quel- la tra l’Api di Pisicchio e i Mo- derati di Nicola Canonico, che tiene insieme i voti del centro e apre scenari anche su Bari. «Il varo del Centro Democratico si realizza tutto all’interno della mia amministrazione. Mi dispiace che non sia stato possibile arrivare all’accordo dei Moderati con il Pd, che a livello locale non lo ha voluto. Mi auguro di poter fare la stessa operazione con gli Arancioni di De Magistris: stiamo valutando se esi- stono le condizioni per una alleanza nazionale con il Pd, ma spero che la discussione possa almeno portare a una intesa per le Regionali e le Co- munali. Stesso discorso per l’Unio- ne Mediterranea di Pino Aprile, che è molto legata agli Arancioni e che lavora alla candidatura di un im- portante intellettuale barese». Sindaco, avrà ascoltato la con- ferenza stampa di Monti. Che ne pensa? «È chiaro che non vuole fare il presidente della Repubblica. Credo che il suo sia un discorso molto in- teressante. È esattamente il contra- rio di ciò che è accaduto nel Pd, dove giovani quarantenni si vogliono si- stemare la pensione senza fatica e senza rischi. Monti avrebbe potuto fare la stessa cosa. Ma la sua au- tostima, la sua voglia di fare, lo por- tano ad avere ancora voglia di met- tersi in gioco per il suo Paese». [m.scagl.] PD Il presidente pugliese Michele Emiliano JI8f+ZXlXp/Ihip+8Nr1cqaoETfkdE7hM3i1a92HXhlMXH1LBeO707Oilw4JAfzLBdjbwS0EMAwhZAf+dmrfVTWNMs+mknkIlKVnxDuFWYA=

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Il sindaco di Bari tratta con De Magistris per un alleanza col PD.

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Lunedì 24 dicembre 2012 9

LA CORSA ALLE PRIMARIE «MIO FRATELLO AVEVA RINUNCIATO ALLE REGIONALI, GIUSTO CHE CI PROVASSE. ANCHE SE NON CAPISCO QUESTE AMBIZIONI»

Emiliano: occasione sprecatavolevo Decaro sindaco a Bari«Amati fa bene a protestare per l’esclusione, ma è un bene per la Puglia»

Tre gli esentati in PugliaEcco i candidati

alle Primarie di SelNichi Vendola, Nicola Fratoianni e

Giuliano Volpe saranno candidati alleprossime Politiche per Sinistra ecolo-gia e libertà. L’assemblea del partito,fatte salve queste tre personalità hastabilito che gli altri contendenti do-vranno sottoporsi al vaglio delle Prima-rie. Vendola e Fratoianni dovrebberoaprire la lista per la Camera, mentreVolpe, rettore dell’università di Foggia,dovrebbe essere il capolista al Senato.Tornando ai candidati alle Primarie ledonne sono sei: Annalisa Pannarale,Francesca Abbrescia, Giulia Basile, Do-natella Duranti, Sonia Pellizzari, AnnaCordella.Più nutrita la pattuglia degli uomini:Onofrio Introna, Dario Stefàno, ToniMatarrelli, Lorenzo Cipriani, Franco Co-lizzi, Michele Cassano, Tommaso Mi-nervini, Giuseppe Beccia, DomenicoRizzi, Massimiliano Cinque, Mimmo Fi-lomeno, Mario Liuzzi, Davide Andrisa-ni, Paolo Rubino, Arcangelo Sannican-dro.Il collegio elettorale è regionale, nonsuddiviso quindi per province. I diri-genti di Sel prevedono di far eleggerequattro deputati e due senatori.

PUGLIA E BASILICATA

l BARI. «Ho difficoltà a compren-dere cosa ci sia di così interessantead andare in Parlamento, soprattut-to per personalità politiche che nonriusciranno ad emergere perchénon ne hanno ancora la maturità».Quando finisce un amore, cantavaCocciante, ti senti un nodo nella go-la. E Michele Emiliano ha voglia dibuttarlo fuori, quel nodo: dopo averprovato in ogni modo a far cambiareidea ad Antonio Decaro, il presiden-te regionale del Pd deve prendereatto che non sarà il suo (ex) delfino aprenderne il posto come sindaco diBari. «Noi - dice Emiliano - avevamolavorato a lungo per la candidaturaa sindaco di Decaro, che ha legit-timamente mutato il suo intendi-mento. Questo ha creato qualcheproblema, anche se dal punto di vi-sta “spor tivo” renderà più interes-santi le primarie. La direzione pro-vinciale avrebbe potuto interveniresulle liste, ma abbiamo preferito evi-tarlo: meglio che ciascuno si prendale proprie responsabilità».

Ecco, a questo proposito. Nonvede un conflitto di interessipolitico nel fatto che tra i can-didati ci sia anche suo fratelloAlessandro?«Le primarie eliminano questa

possibilità. Se avessimo forzato perfarlo inserire nel listino, potrei ca-pirlo. Ma la candidatura di mio fra-tello nasce dal fatto che fece un pas-so indietro quando Antonio si can-didò per le Regionali: a questo puntonon potevo più fermarlo. Certo, hoprovato a dissuaderlo. E comunqueper me, da un punto di vista per-sonale, sarebbe stato molto più con-

veniente se non si fosse candidatonessuno dei due».

Anche perché le primarie a Ba-ri faranno parecchie vittime...«Stiamo dividendo lo stesso elet-

torato tra Giannini, Decaro e miofratello, il che probabilmente creeràdifficoltà a qualcunodi loro. Non sono uncapo-corrente che rie-sce a dare ordini aipropri uomini: forseperché non sono affat-to un capo-corrente.Ma queste sono aspi-razioni che non riescoa capire. Quando Ber-sani mi ha chiesto dicandidarmi come ca-polista alla Camera,dicendo che avrei po-tuto fare il ministro,gli ho detto che non avrei la capacitàdi sopravvivere nei corridoi roma-ni. Ne soffrirei troppo e mi sentireiin colpa ad abbandonare ciò a cuitengo veramente. Ecco: mi sarebbepiaciuto avere al mio fianco le per-sone con cui ho lavorato per 9 anni emezzo. Mi sarebbe piaciuto avere almio fianco Antonio. Questa è ancheuna vicenda umana. E forse nonsono riuscito a spiegargli per benecosa significa fare il sindaco dellapropria città».

In tema di delusioni. FabianoAmati è stato l’unico a non ot-tenere la deroga, e ora chiede ledimissioni di Blasi. Come giu-dica questa vicenda?«Amati ha perfettamente ragio-

ne. Abbiamo avuto una difficoltàestrema a dare un indirizzo politico

a questa fase. A Brindisi, come aBari, c’è un conflitto molto forte. Maagli esponenti del mio partito vogliodire questo: se sbagliamo a mandarequalcuno in Parlamento non suc-cede niente, non è come sbagliare unsindaco o un presidente di Regione.

Se Amati resta in Puglia è un fattopositivo per la Puglia, perché è unapersona di valore».

Ed anche un possibile candi-dato alla presidenza, dunqueun suo concorrente.«Meglio così. Noi le primarie le

dobbiamo fare. Chi ha ben lavoratonell’amministrazione Vendola do-vrà avere un ruolo. Amati è stato unbuon assessore, e lo sarà anche per ilf u t u ro » .

E invece per Bari?«Tutti gli assessori Pd della mia

giunta, e tutto il partito, erano pron-ti a indicare Decaro alle primariecome candidato unico del Pd. Neabbiamo parlato per anni. A questopunto bisognerà trovare altre per-sone che vogliano prendersi questaresponsabilità. Fare il sindaco non è

u n’operazione di partito che può es-sere gestita a tavolino, o essere og-getto di trattativa o di scambio».

Lei sta già lavorando alle al-leanze. Ieri ha sdoganato quel-la tra l’Api di Pisicchio e i Mo-derati di Nicola Canonico, chetiene insieme i voti del centro eapre scenari anche su Bari.«Il varo del Centro Democratico si

realizza tutto all’interno della miaamministrazione. Mi dispiace chenon sia stato possibile arrivareall’accordo dei Moderati con il Pd,che a livello locale non lo ha voluto.Mi auguro di poter fare la stessaoperazione con gli Arancioni di DeMagistris: stiamo valutando se esi-stono le condizioni per una alleanzanazionale con il Pd, ma spero che ladiscussione possa almeno portare auna intesa per le Regionali e le Co-munali. Stesso discorso per l’Unio -ne Mediterranea di Pino Aprile, cheè molto legata agli Arancioni e chelavora alla candidatura di un im-portante intellettuale barese».

Sindaco, avrà ascoltato la con-ferenza stampa di Monti. Chene pensa?«È chiaro che non vuole fare il

presidente della Repubblica. Credoche il suo sia un discorso molto in-teressante. È esattamente il contra-rio di ciò che è accaduto nel Pd, dovegiovani quarantenni si vogliono si-stemare la pensione senza fatica esenza rischi. Monti avrebbe potutofare la stessa cosa. Ma la sua au-tostima, la sua voglia di fare, lo por-tano ad avere ancora voglia di met-tersi in gioco per il suo Paese».

[m.scagl.]

PD Il presidente pugliese Michele Emiliano.

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