Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

44
Vademecum Prima Visita Pastorale del vescovo Armando Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola Anno 2013

description

 

Transcript of Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

Page 1: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

Vademecum

Prima Visita Pastoraledel vescovo Armando

Diocesi di Fano Fossombrone Cagli PergolaAnno 2013

Page 2: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

In copertina:

Ambito dell’Italia centrale, fine sec. XV, Pastorale in avorio,Fano, Museo Diocesano (in allestimento)

Page 3: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

3

Che cos’ è la “Visita Pastorale”?

È la visita del nostro Vescovo Armando a tutte le comunità, una delle principali forme, collaudate da un’esperienza secolare, con

cui il Vescovo, segno di Cristo buon pastore, rinsalda i legami di comunione con i membri del popolo di Dio, conferma, esorta e

consola spingendo tutti e ciascuno ad un rinnovamento interiore, ad una più generosa disponibilità per la missione. Non è quindi

innanzitutto e semplicemente un’ispezione, un fatto burocratico. Non è nemmeno una serie di celebrazioni esteriori, un evento

in più che si somma alle tante iniziative promosse dalla Chiesa locale. È un dono di Dio per la Diocesi tutta, un dono per il Vescovo

che nell’esercizio del suo ministero viene accolto e riscoperto come servo dei servi, come maestro, sacerdote e pastore della

diocesi perché immagine viva, segno efficace di Cristo Gesù e quindi in Lui principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa

particolare.

1. Perchè la Visita Pastorale?

È un momento speciale, anzi unico, per le parrocchie, per ogni battezzato, l’occasione propizia per ravvivare le energie

di quanti sono stati chiamati alla vita cristiana e alla testimonianza del vangelo. Può davvero risvegliare il fuoco della

passione spingendoci a ritornare alle radici dell’amore. Ci chiede di accogliere sempre e di nuovo Cristo Signore e

quindi di convertirci a Lui con tutto il cuore, di lasciarci modellare dal vangelo, di consolidare la comunione fraterna, la

collaborazione e corresponsabilità fra cristiani e infine ci offre anche l’opportunità di verificare la genuinità delle scelte

pastorali operate e l’efficacia dell’organizzazione e strutture adottate.

2. Quali altri obiettivi si prefigge?

Una messa a punto delle strutture e dei mezzi. Con questa finalità si verificano anche i libri contabili, i registri,

l’amministrazione del patrimonio, l’organizzazione pastorale delle parrocchie e delle vicarie. Chiaramente questo aspetto

sarà realizzato soprattutto prima della visita pastorale vera e propria, con l’aiuto di alcuni convisitatori scelti e nominati

dal Vescovo. Dovranno infatti coadiuvare le singole parrocchie e le zone pastorali a verificarsi anche su questi aspetti

estremamente concreti della nostra vita, per migliorare sempre più la qualità e l’efficienza delle strutture e degli strumenti

destinati al servizio pastorale (consigli, registri, organismi, commissioni, immobili..) perché ogni parrocchia diventi ogni

giorno di più quello che è per dono, comunione di carismi e ministeri, spazio di umanizzazione della vita, laboratorio di

testimonianza e missione, casa di preghiera, fraternità apostolica.

3. Ma come ci si prepara?

Il Vescovo ha voluto raccogliere il materiale in questo DIRETTORIO che offre come sussidio a tutte le comunità.

Si raccomanda la PREPARAZIONE REMOTA che consiste nel predisporre i cuori, nel ricordare il senso, nel catechizzare

l’evento, nel creare il clima di fede più adatto, perché la Visita Pastorale venga vissuta da tutti come un dono di Dio,

una possibilità di crescita interiore ed esteriore e non come una vuota e sterile formalità. A questo scopo le parrocchie

e le zone pastorali dovranno riunirsi per organizzare le tante iniziative possibili, per strutturare un preciso calendario di

incontri e attività da sottoporre all’approvazione del Vescovo. Da subito tutti possiamo contribuire pregando, ricordando

l’evento nell’Eucarestia domenicale, affidandolo al Signore che feconda il nostro fare perché ogni cosa concorra a far

crescere il Regno di Dio.

C’è poi chiaramente una PREPARAZIONE PROSSIMA che consisterà nella stesura di una relazione sintetica da presentare

al vescovo con l’agenda delle iniziative concrete e l’indicazione di quello che ogni parrocchia sta vivendo: le cose belle,

le difficoltà, i progetti elaborati, le iniziative improntate, le sfide e le scelte prioritarie intuite come possibili piste per il

futuro. In questa fase si tratterà anche di informare e sensibilizzare il maggior numero possibile di famiglie, di persone da

coinvolgere nell’evento.

4. Come avviene la visita, quali sono le iniziative possibili?

Avrà un carattere zonale e parrocchiale allo stesso tempo. Il Vescovo vivrà momenti organizzati dalla vicaria e nella vicaria

Page 4: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

4

o Zona e altri, la maggior parte, nelle singole parrocchie di quel territorio. Più precisamente ci sarà una celebrazione

di apertura e un’assemblea di chiusura a livello vicariale, qualche incontro generale con il mondo del lavoro, i giovani,

catechisti e altri operatori. Poi in ogni singola parrocchia il vescovo vivrà incontri programmati con il Parroco e gli altri

sacerdoti e diaconi (personalmente), quindi con il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici,

con il gruppo dei catechisti, animatori della liturgia, caritas ed altri operatori pastorali, con i bambini, i ragazzi e i giovani,

con gli sposi, le famiglie, alcuni anziani e malati nelle case e anche con le singole persone che lo desidereranno. Potrà

conoscere più da vicino e incontrare altre realtà importanti presenti sul territorio come il Consiglio comunale, le scuole, la

Pro-loco, circoli culturali e altre istituzioni che lavorano per il bene comune.

5. Quali attenzioni devono emergere in maniera particolare nella celebrazione della visita?

Il Consiglio Pastorale Diocesano, riunito per offrire al Vescovo indicazioni circa la Visita Pastorale, ha sottolineato almeno

due cose come prioritarie: innanzitutto l’ascolto e quindi l’incontro vero, non solo formale, esteriore, e quindi a partire

dalla improrogabile necessità di mettere in rete le forze, di promuovere la collaborazione interparrocchiale, favorire,

anche con lo strumento della visita, la pastorale integrata e integrale.

Sicuramente il vescovo potrà ascoltare con maggiore calma e disponibilità le comunità e le altre realtà presenti sul

territorio, senza la preoccupazione di offrire risposte immediate, soluzioni facili. L’ascolto sarà l’atteggiamento di fondo,

la preoccupazione principale.

E siccome è finito il tempo della parrocchia autosufficiente, la Visita Pastorale potrà anche aiutare la nostra Chiesa locale

a vivere una vera conversione missionaria della pastorale, a superare i campanili individuando e sperimentando aree di

collaborazione, nuove ministerialità, servizi interparrocchiali in una logica di grande apertura e integrazione. Le unità

pastorali saranno il futuro delle Diocesi italiane e verso questo futuro dobbiamo orientare lo sguardo e il cuore.

Page 5: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

5

Decreto di indizione della Visita Pastorale

Prot. n. 9/13-XIX

Ho già visitato in lungo e in largo la Diocesi percorrendo le tante strade che intersecano questo nostro ricco, consistente e variegato territorio. Ho avuto la grazia di celebrare in tutte le comunità, ho incontrato molti operatori e collaboratori nella pastorale, tantissimi ragazzi, giovani e famiglie in appuntamenti diocesani e parrocchiali, ho confermato nella fede numerosi adolescenti, ma voglio vivere la Visita Pastorale come un’ulteriore opportunità, un Kairòs, una grazia per il Vescovo e per l’intera chiesa locale.

Dopo l’entusiasmo iniziale e l’approccio più emotivo, legato alla straordinarietà e contingenza degli eventi, sento il bisogno di sistematizzare, approfondire, consolidare e maturare le intuizioni, i sentimenti e le proposte per una progettazione del nostro agire pastorale e del futuro cammino della Diocesi. Vengo per mettermi davvero in ascolto delle comunità e della società civile dentro la quale operiamo, leggere con gli organismi di partecipazione i segni dei tempi, incontrare i singoli e le realtà comunitarie, lasciandomi provocare dallo Spirito e mettendomi così, con voi tutti, in ascolto del Signore, il Pastore bello e buono, che guida i nostri passi sulla via del bene e della pace. Voglio altresì individuare con le parrocchie aree di collaborazione per la costruzione di future e vere unità pastorali, sollecitare le comunità a superare i campanilismi per aprirsi sempre di più al territorio e alle realtà vive circostanti, per vivere con uno spirito diocesano anche le iniziative capillari e locali. Chiedo fin d’ora al Signore la grazia di sollecitare e promuovere con la mia parola e la mia azione, con tutta la mia persona una più profonda comunione, collaborazione e corresponsabilità nel popolo di Dio. Al padrone della messe chiediamo fin d’ora e con insistenza nella preghiera comunitaria e personale che faccia risuonare la chiamata, trasformi i carismi in servizio, fecondi le nostre attività facendo fiorire la ministerialità laicale, suscitando altre disponibilità per il ministero ordinato e la vita verginale consacrata, rendendo profetica e coraggiosa la missione. Che Il signore ci liberi dall’autoreferenzialità ponendoci sempre più e consapevolmente al servizio gli uni degli altri.

Per l’attuazione concreta della visita potrò usufruire di tante e corpose indicazioni offerte dai Consigli Presbiterale e Pastorale che ringrazio sentitamente per la qualificata collaborazione. Raccoglierò tutto il materiale in un direttorio con i tanti stimoli e suggerimenti per la preparazione, previa la realizzazione della visita stessa. In esso potremo anche trovare i passaggi più significativi dei documenti della chiesa che raccolgono la secolare esperienza del popolo di Dio e che possono illuminarci e orientarci nella costruzione e svolgimento dell’evento.

Pertanto secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II, alla luce di quanto indica il Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi Apostolorum successores ai nn. 221-225, in virtù del can. 396 del Codice di Diritto Canonico, con il presente

D E C R E T OINDICO la I VISITA PASTORALE della DIOCESI

che avrà il suo avvio nel mese di febbraio 2013, iniziando dagli ospedali, le case protette per anziani, i monasteri, le case religiose per proseguire poi nelle Parrocchie.

Affinché questa visita possa essere di utilità al Vescovo e ai fedeli è necessario che sia adeguatamente

Page 6: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

6

preparata con la preghiera e con speciali momenti di confronto. Nello svolgimento di questa specifica attività episcopale, sarò coadiuvato dai Convisitatori e dal Segretario Generale ai quali conferirò ruoli ben definiti.

In allegato il documento “Visita Pastorale: prepariamo il cuore”, ESORTAZIONE, CONSOLAZIONE CONFERMA.

Lo Spirito Santo sostenga e accompagni l’inizio e lo svolgimento di questa visita pastorale e la porti al suo compimento nel segno della fedeltà a Cristo.

Ci aiuti l’intercessione di Maria Santissima e dei nostri Patroni San Paterniano, San Secondo, San Geronzio e Sant’Aldebrando.

Dalla Residenza Vescovile di Fano, 6 gennaio 2013Solennità dell’Epifania del Signore

✠Armando Trasarti

Vescovo di Fano Fossombrone Cagli Pergola

Mons. Cesare Ferri Cancelliere Vescovile

Convisitatori per la Visita Pastorale

1. Vicario Generale 2. Vicario Pastorale 3. Vicari Foranei:

- Vicaria Fano - Vicaria Val Metauro - Vicaria Fossombrone - Vicaria Cagli - Vicaria Pergola

4. Cancelliere 5. Vicario Amministrativo 6. Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano

Page 7: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

7

La Visita Pastorale alla luce dei documenti della Chiesa

LE NORME DEL CODICE DI DIRITTO CANONICO

Can. 3961. Il Vescovo è tenuto all’obbligo di visitare ogni anno la diocesi, o tutta o in parte, in modo da visitare l’intera diocesi almeno ogni cinque anni, o personalmente oppure, se è legittimamente impedito, tramite il Vescovo coadiutore, o l’ausiliare, o il Vicario generale o episcopale, o un altro presbitero.

2. È in facoltà del Vescovo scegliere i chierici che preferisce come accompagnatori e aiutanti nella visita, riprovato ogni privilegio o consuetudine contraria.

Can. 3971. Sono soggetti alla visita ordinaria del Vescovo le persone, le istituzioni cattoliche, le cose e i luoghi pii che sono nell’ambito della diocesi.

2. Il Vescovo può visitare i membri degli istituti religiosi di diritto pontificio e le loro case solo nei casi espressamente previsti dal diritto.

Can. 398Il Vescovo si impegni a compiere la visita pastorale con la dovuta diligenza; faccia attenzione a non gravare su alcuno con spese superflue.

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA PASTORES GREGIS DI GIOVANNI PAOLO IIN. 46 La Visita Pastorale

È proprio in questa prospettiva [parrocchia, nucleo fondamentale nella vita quotidiana della Diocesi] che emerge l’importanza della Visita pastorale, autentico tempo di grazia e momento speciale, anzi unico, in ordine all’incontro e al dialogo del Vescovo con i fedeli. Il Vescovo Bartolomeu dos Martires, che io stesso ho beatificato pochi giorni dopo la conclusione del Sinodo, nella sua classica opera Stimulus Pastorum, molto apprezzata dallo stesso san Carlo Borromeo, definisce la Visita pastorale quasi anima episcopalis regiminis ed efficacemente la descrive come un’espansione della presenza spirituale del Vescovo tra i suoi fedeli.

Nella sua Visita pastorale alla parrocchia, lasciato ad altri delegati l’esame delle questioni di carattere amministrativo, il Vescovo privilegi l’incontro con le persone, a cominciare dal parroco e dagli altri sacerdoti. È questo il momento in cui egli esercita più da vicino per il suo popolo il ministero della parola, della santificazione e della guida pastorale, entrando a più diretto contatto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese della gente e potendo rivolgere a tutti un invito alla speranza. Qui, soprattutto, il Vescovo ha il diretto contatto con le persone più povere, con gli anziani e con gli ammalati. Realizzata così, la Visita pastorale si mostra qual è, un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace.

Page 8: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

8

DAL DIRETTORIO PER IL MINISTERO PASTORALE DEI VESCOVI APOSTOLORUM SUCCESSORES (CAP. VIII, III)

III. La Visita Pastorale

221. Natura della Visita Pastorale

“Il Vescovo ha l’obbligo di visitare la diocesi ogni anno interamente o parzialmente, in modo che almeno ogni cinque anni visiti tutta la diocesi, di persona o, se ne è legittimamente impedito, per mezzo del Vescovo Coadiutore, o dell’Ausiliare, o del Vicario Generale o episcopale, o di un altro presbitero”.

La visita pastorale è una delle forme, collaudate dall’esperienza dei secoli, con cui il Vescovo mantiene contatti personali con il clero e con gli altri membri del Popolo di Dio. È occasione per ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli, è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa. La visita gli consente inoltre di valutare l’efficienza delle strutture e degli strumenti destinati al servizio pastorale, rendendosi conto delle circostanze e difficoltà del lavoro di evangelizzazione, per poter determinare meglio le priorità e i mezzi della pastorale organica.

La visita pastorale è pertanto un’azione apostolica che il Vescovo deve compiere animato da carità pastorale che lo manifesta concretamente quale principio e fondamento visibile dell’unità nella Chiesa particolare. Per le comunità e le istituzioni che la ricevono, la visita è un evento di grazia che riflette in qualche misura quella specialissima visita con la quale il “supremo pastore” (1Pt 5,4) e guardiano delle nostre anime (cf. 1Pt 2,25), Gesù Cristo, ha visitato e redento il suo popolo (cf. Lc 1,68).

Alla Visita Pastorale sono soggetti “le persone, istituzioni cattoliche, cose e luoghi sacri che si trovino entro l’ambito della diocesi”, compresi i monasteri autonomi e le case degli Istituti religiosi di diritto diocesano e tenute presenti le limitazioni di esercizio poste dalla norma canonica per quanto attiene alle chiese ed oratori di quelli di diritto pontificio.

222. Modo di effettuare la Visita Pastorale alle parrocchie

Nella visita alle parrocchie, il Vescovo cerchi di realizzare, secondo le possibilità di tempo e di luogo, i seguenti atti:

a) celebrare la Messa e predicare la Parola di Dio;b) conferire solennemente il sacramento della Confermazione, possibilmente durante la Messa;c) incontrare il parroco e gli altri chierici che aiutano nella parrocchia;d) riunirsi con il Consiglio pastorale o, se non esiste, con i fedeli (chierici, religiosi e membri delle Società di vita apostolica e laici) che collaborano nei diversi apostolati e con le associazioni di fedeli;e) incontrarsi con il Consiglio per gli affari economici;f ) avere un incontro con i bambini, i ragazzi e i giovani che percorrono l’itinerario catechistico;g) visitare le scuole e altre opere e istituzioni cattoliche dipendenti dalla parrocchia;h) visitare, nei limiti del possibile, alcuni malati della parrocchia.

Page 9: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

9

Il Vescovo potrà anche decidere altri modi di farsi presente tra i fedeli, considerando gli usi del posto e l’opportunità apostolica: con i giovani, per esempio in occasione di iniziative culturali e sportive; con gli operai, per stare in loro compagnia, dialogare, ecc.

Nella visita non si deve tralasciare, infine, l’esame della amministrazione e conservazione della parrocchia: luoghi sacri e ornamenti liturgici, libri parrocchiali e altri beni. Tuttavia, alcuni aspetti di questo compito potranno essere lasciati ai vicari foranei o ad altri chierici idonei, nei giorni precedenti o successivi alla visita, cosicché il Vescovo possa dedicare il tempo della visita soprattutto agli incontri personali, come compete al suo ufficio di Pastore.

223. Preparazione della Visita Pastorale

La Visita Pastorale, programmata con il dovuto anticipo, richiede un’adeguata preparazione dei fedeli, mediante speciali cicli di conferenze e prediche su temi relativi alla natura della Chiesa, alla comunione gerarchica e all’episcopato, ecc.. Si potranno anche pubblicare opuscoli e utilizzare altri mezzi di comunicazione sociale. Per mettere in risalto l’aspetto spirituale e apostolico, la visita può essere preceduta da un corso di missioni popolari, che raggiunga tutte le categorie sociali e tutte le persone, anche quelle lontane dalla pratica religiosa.

Il Vescovo deve anche prepararsi in modo adeguato ad effettuare la visita, informandosi in precedenza sulla situazione socio-religiosa della parrocchia: tali dati potranno rivelarsi utili a lui e agli uffici diocesani interessati, per avere un quadro reale dello stato delle comunità e adottare gli opportuni provvedimenti.

224. Atteggiamento del Vescovo durante la visita

Durante la visita, come in ogni esercizio del suo ministero, il Vescovo si comporti con semplicità e amabilità, e dia esempio di pietà, carità e povertà: tutte virtù che, insieme alla prudenza, distinguono il Pastore della Chiesa. Il Vescovo stimi la visita pastorale come quasi anima episcopalis regiminis, un’espansione della sua presenza spirituale tra i suoi fedeli. Avendo come modello Gesù, il buon Pastore, egli si presenti ai fedeli non “con ostentazione di eloquenza” (1Cor 2,1), né con dimostrazioni di efficientismo, bensì rivestito di umiltà, bontà, interesse per le persone, capace di ascoltare e di farsi comprendere.

Durante la visita, il Vescovo deve preoccuparsi di non gravare sulla parrocchia o sui parrocchiani con spese superflue. Ciò non impedisce, tuttavia, le semplici manifestazioni festive, che sono la naturale conseguenza della gioia cristiana ed espressione di affetto e venerazione per il Pastore.

225. Conclusione della visita

Conclusa la Visita Pastorale alle parrocchie, è opportuno che il Vescovo rediga un documento che testimoni la avvenuta visita per ciascuna parrocchia, dove ricordi la visita svolta, apprezzi gli impegni pastorali e stabilisca quei punti per un cammino più impegnato della comunità, senza tralasciare di far presente lo stato dell’edilizia di culto, delle opere pastorali e di altre eventuali istituzioni pastorali.

Page 10: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

10

Il Magistero del VescovoESORTAZIONE, CONFERMA E CONSOLAZIONE

Nella Visita Pastorale voglio lasciarmi ispirare dal discorso di Paolo ai presbiteri di Mileto, in maniera speciale dalle due parole che caratterizzano lo stile e lo scopo del “testamento pastorale” dell’apostolo: “conferma e consolazione”.“Appena cessato il tumulto (descritto nel cap. 19) Paolo mandò a chiamare i discepoli e, dopo averli esortati, li salutò e si mise in viaggio per la Macedonia” (At 20,1). Incoraggiamento ed esortazione diventano vera e propria “consolazione”.Paolo arrivando in Grecia, incontra nuovamente alcune comunità precedentemente evangelizzate: “Dopo aver attraversato quelle regioni, esortando i discepoli con molti discorsi, arrivò in Grecia” (At. 20,2).Anche qui offre un discorso di consolazione (parakalèsas autous).Una descrizione più circostanziata la troviamo in Atti 14: “Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni»” (Atti 14,21-22)Si tratta di una seconda visita a comunità che da vario tempo avevano accolto il Vangelo e intrapreso il cammino fraterno della fede. C’è un verbo nuovo “confermando” che la precedente edizione della Bibbia Cei traduceva con “rianimando”, cioè fortificando le anime, consolando la psicologia dei discepoli.All’attività più speciale di consolazione che abbiamo colto nel capitolo 20 di Atti si accompagna quella di consolidamento, di conferma, di irrobustimento, per far si che i fedeli ritrovino l’entusiasmo del primo impegno.

Abbiamo poi anche in sintesi il contenuto della predica paolina: “dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni”. Spesso, infatti, sono le difficoltà che ci formano nel cammino della fede e della dedizione al Regno, e qui l’apostolo ricorda la serietà della Croce.Interessante è pure il racconto del cap. 15,30 degli Atti , dove si dice che Paolo e i suoi compagni andarono ad Antiochia per consegnare alla comunità la lettera degli Apostoli e degli anziani di Gerusalemme.“Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva. Giuda e Sila, essendo anch’essi profeti, con un lungo discorso incoraggiarono i fratelli e li fortificarono”. (At 15, 31-32).Nel capitolo 16, 4-5 viene descritto lo scopo della seconda visita pastorale di Paolo, cioè la fortificazione e il consolidamento della comunità: Paolo e Timoteo “percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno” (At 16, 4-5).La stessa attività dell’apostolo è richiamata nel capitolo 18, dopo il suo ritorno ad Antiochia: “Trascorso là un po’ di tempo, partì: percorreva di seguito la regione della Galazia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli” (At 18, 23).Anche qui si tratta di rianimare, consolare, rimettere in sesto le comunità e la vita dei discepoli.Sono convinto che anche noi oggi abbiamo un urgente e sostanziale bisogno di parole di consolazione e di consolidamento.

Quali potevano essere al tempo di Paolo le situazioni che hanno motivato e contrassegnato l’attenzione e il cuore dell’apostolo, che hanno ispirato le sue lettere e le sue visite?Una certa fragilità nei fedeli, fragilità di singoli e di gruppo.La fatica della comunione nelle diversità e la facile tendenza a dividersi e contrapporsi, a mettersi gli uni contro gli altri. Il libro degli Atti e più ancora le lettere paoline lo ricordano con grande verità e trasparenza:le sofferenze, amarezze e tensioni nascevano da quella fragile comunione di cuori.

Page 11: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

11

La sfida della perseveranza: i cristiani vivevano nell’esperienza di fede momenti mirabili e straordinari che tuttavia non duravano a lungo. C’era continuamente bisogno di consolidare e ritrovare ad un livello più profondo e consapevole la comunione.

Pensiamo poi alle fragilità derivanti dall’inserimento delle piccole comunità cristiane in un ambiente ostile.Vivevano infatti immerse nel mondo pagano, frivolo, consumista, godereccio, indifferente, aperto a tutti i culti e sempre pronto ad abbandonarli tutti, con una grande facilità di cedimento al relativismo e all’indifferenza.Non ci deve stupire quindi se i fedeli potevano cedere ad una certa ipocrisia, o si lasciavano tentare dallo scoraggiamento, dalla voglia di andarsene, o addirittura rinnegavano le promesse fatte e retrocedevano sul cammino intrapreso (Cfr. At 5. 1-11).Anche noi oggi, facciamo fatica a tenere alta la tensione motivazionale e lo slancio sui tempi lunghi; con troppa facilità ci stanchiamo (a volte prestissimo e per molto poco) e per questo abbiamo sempre e urgentemente bisogno di essere sostenuti, incoraggiati.

Le parole di Paolo a Mileto rivelano la fragilità come qualcosa di strutturale e non semplicemente congiunturale. La fragilità ci caratterizza, ci accompagna. Non viviamo qualcosa provocato unicamente dalla complessità e durezza del nostro tempo. Lo scoraggiamento, la disillusione, la tentazione del riflusso nel privato, la voglia di calare le braccia, di abbandonare il campo o il procedere per inerzia non sono atteggiamenti nuovi, non caratterizzano unicamente la modernità, non ci appaiono imprevedibili. Se i cristiani dell’inizio avessero vissuto soltanto l’entusiasmo, la parresia, il bene, l’Apostolo non avrebbe avuto il bisogno di visitarli e contattarli con le sue lettere, a volte piene di tenerezza, altre volte ostiche e dure come la schiettezza e verità, per portare comunque a tutti consolazione e conforto, per orientare con la luce rivoluzionaria e sconvolgente del Vangelo le scelte personali e comunitarie. Possiamo allora francamente confessare che siamo fragili, senza per questo vergognarci. Dobbiamo e possiamo guardare in faccia le nostre inconsistenze e debolezze, possiamo dargli un nome e affrontarle per superarle.Conseguentemente non basta suscitare il primo impegno. Dobbiamo continuamente rianimarci e rianimare.

Si comincia bene, ma poi ci si stanca lasciandosi afferrare dall’atmosfera pesante. Iniziare è facile, continuare più difficile, arrivare alla fine è sempre estremamente esigente. Solo attraverso continue conferme, consolazioni, consolidamenti, conforti, possiamo crescere, senza mai pretendere di affrettare i tempi del processo psicologico e biologico, ma rispettando umilmente le stagioni, ricordando che i nostri padri nella fede hanno percorso la medesima strada.Oggi ci stiamo rendendo conto che la nostra evangelizzazione normale presuppone la fede, ma non riesce a generarla. Ci accorgiamo che tanti ‘praticanti’ non sono ‘credenti’. Abbiamo il dovere di ripensare modi per generare e rigenerare la fede che porti ad un incontro vero con il Cristo dei Vangeli. Forse è la fine di un certo cristianesimo nel quale non si poteva essere altro che cristiani. Comunicare oggi il Vangelo non significa solo inserire contenuti religiosi nei siti internet, nei blog o nei social networks, significa soprattutto testimoniare con coerenza il vangelo nel modo di relazionarsi con gli altri, testimoniando uno stile diverso, fatto di onestà, apertura, responsabilità e rispetto.È un cammino delicato e lungo, ma che bisogna percorrere in fretta.

L’apostolo prima, il vescovo oggi sono il segno del Pastore Buono, vero e bello che ha scelto di rimanere con noi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli. Nella visita del Vescovo vogliamo riconoscere e vivere la manifestazione del Padre Dio, la prossimità di Gesù fondamento vivo della comunità, il vento, la libertà e la profezia dello Spirito Santo.Allora chiamando per nome senza paure e pudori le nostre particolari fragilità, riconoscendo le fatiche,

Page 12: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

12

gli intoppi che bloccano il nostro cammino di chiesa, riflettiamo sulle conferme di cui abbiamo bisogno a livello di singoli, di gruppi, di comunità. La consolazione fa riferimento agli affetti, sentimenti, emozioni, tristezze, amarezze, solitudini, ire, ai conflitti nei quali siamo direttamente o indirettamente coinvolti e che spesso hanno bisogno dell’olio di tenerezza, del balsamo dello spirito.Prepariamo la visita e prepariamoci alla visita interrogandoci su questo: di quali conferme ho soprattutto bisogno, Signore, da te e dagli altri, dalla comunità, dai fedeli? Quali sono la cause profonde della stanchezza? Che cosa ho perso di vista, da che cosa sono appesantito? Come ritrovare l’entusiasmo del primo amore?Lasciamoci invadere dallo Spirito, invochiamolo, accogliamolo perché è lo Spirito Santo il vero paraclito, il consolatore per eccellenza dell’uomo.

Giovanni Paolo II ha scritto delle pagine splendide nella Dominum et vivificantem sull’ufficio di conferma e di rafforzamento proprio dello Spirito Santo e vi consiglio di leggerle. Si trovano sia nella II parte della enciclica, dove è spiegato come lo Spirito convince l’uomo di peccato e come lo pone di fronte alla croce di Cristo; sia nella III parte, ai nn 58 e 59.L’uomo, infatti, non è capace da solo di tenere lo sguardo fisso sulla propria interiorità e deve continuamente riscoprirla alla luce della grazia. Lo Spirito ci è donato misericordiosamente da Dio per purificarci dalla nostra superficialità, dalle nostre frivolezze e fugacità, dalla falsa interiorità e per restituirci il vero e pieno concetto di noi stessi. “Grazie alla divina comunicazione lo spirito umano… si incontra con lo Spirito che scruta le profondità di Dio. In questo Spirito, che è dono eterno, Dio uno e trino si apre all’uomo, allo spirito umano” (DeV, 58). Suggerisco, per la meditazione personale, di metterci anzitutto in adorazione e preghiera di questo Spirito, magari ripetendo lentamente la sequenza “ Veni, Sancte Spiritus”, che è una congiunzione del tema fondamentale: lo Spirito che consola, che conforta, che conferma, che consolida l’intimo dell’uomo.Il primo rimedio è dunque di non presumere di farcela da soli, ma di supplicare lo Spirito Santo affinché riempia i nostri cuori, accenda in essi il fuoco del suo amore, riscaldi le nostre freddezze e dia luce alle nostre menti.L’azione consolatrice dello Spirito mostra la sensatezza soprannaturale del cammino della croce.E questo il modo con cui Dio consola, è questa la parola di Gesù ai discepoli di Emmaus: “ Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Lc XXIV, 25-26 ). La spiegazione, mediante le Scritture, del cammino della Croce fa ardere il cuore dei discepoli e quindi consola, conforta, ridona senso alla vita e al sacrificio, mostrando la proporzione tra l’itinerario dell’uomo verso la riconquista della propria libertà e la meta della gloria e della risurrezione.

La ragionevolezza soprannaturale della croce è espressa da San Paolo nel brano già richiamato, dove rianima ed esorta i discepoli a restare saldi nella fede perché “ è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio”.Infine possiamo salvarci dalla soggettività esasperata abbandonandoci alle parole e ai gesti della Chiesa, convinti che possono davvero avere senso e rilevanza anche per noi.C’è talora una sorta d’affanno nel voler conoscere il perché dei singoli gesti liturgici o delle realtà istituzionali, che indica la volontà di trovare sempre e in tutto una giustificazione emotiva. Talora, l’esagerata soggettività segna anche l’esperienza di orazione.Non è forse vero che la continua e insistente domanda a Dio: “ insegnami a pregare!” può nascondere ildesiderio di gustare sensibilmente, quasi di verificare nell’immediato, il dialogo con il Signore? Nasce così la ricerca delle condizioni per una preghiera che soddisfa e si rifugge dalle condizioni in cui non è possibile tale verifica.Siamo qui di fronte a una malattia spirituale che affligge un poco tutti noi e ci vorrà probabilmente

Page 13: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

13

un’intera vita per compiere il cammino di purificazione descritto da San Giovanni della Croce e da Santa Teresa d’Avila e che ci fa passare dalla immediata sensibilità e emotività ad una maggiore e più seria oggettività.

La Chiesa, con la sua liturgia, i suoi gesti e le sue parole, è garanzia di oggettività e ci aiuta ad entrare nella verità della preghiera e nella nudità della fede.Voglio concludere riprendendo il testo dell’Apocalisse citato nella prima parte di questa breve esortazione sul tema della chiesa estroversa. Quest’ultimo libro della Bibbia contiene pagine sublimi nate per sostenere i cristiani davanti alla persecuzione, per educare a leggere la storia con gli occhi di Dio, partendo dalla fine e dal fine ultimo di tutte le cose. Sono tanti i passaggi che ci chiedono e ci spingono ad essere profeti, sempre pronti e svegli, uomini e donne di grande saggezza dentro un tempo, ormai “vicino”che esige discernimento, chiede una purificazione. Lo Spirito parla alle chiese e le scuote invitandole a ritrovare entusiasmo, il fuoco del primo amore, rifuggendo dalla tiepidezza, dalla mediocrità, abbracciando la radicalità evangelica.Dobbiamo avere “orecchi attenti”, capacità di ascolto responsabile ed impegnato nella situazione presente, senza per questo cedere alla paura, perché la storia è riscattata, è amata da Cristo, salvata da Lui. (Rom 8,35-39)

Non mancano nella nostra vita di Chiesa, nella ferialità delle nostre comunità opere belle, attività significative; dobbiamo riconoscere che si fanno tante cose, siamo animati da una indubbia laboriosità, ma ci può capitare di non compierle con l’amore di prima, l’intensità e esclusività di prima. Forse il pericolo più grande è quello di fare tante cose perdendo di vista Colui che è la ragione di tutto e la fonte del bene: Dio Padre, Figlio, Spirito santo.

La visita può aiutarci a ritrovare l’essenziale, quello che ci è stato trasmesso e dobbiamo consegnare, ciò che non cambia e deve restare. La visita può indurci a fissare di nuovo e con rinnovato stupore lo sguardo su Gesù autore e perfezionatore della nostra fede.

Page 14: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

14

Le indicazioni dei consigli

1. La visita pastorale è un evento di grazia che ci guida ad una lettura simbolica e sacramentale della realtà ecclesiale, della presenza del Vescovo e riflette il venire di Dio verso il suo popolo, la visita di Cristo, il Veniente.

2. La visita pastorale offre al Vescovo una possibilità di contatti personali con il clero e con tutto il popolo di Dio ancora più diffusa e capillare.

3. La visita pastorale è un’occasione di conversione che richiama tutti a rinnovare la fede, a vivere con maggior generosità la propria risposta al Signore, a far passi in avanti, fortificati dall’azione dello Spirito.

4. La stessa visita pastorale avrà come tema: …”incoraggiare, sostenere, consolare e fortificare”

5. Sarà preparata perché va preparato il cuore, saranno nominati dei “con visitatori”. Infatti dobbiamo insieme aiutare il Vescovo a leggere il territorio, ad individuare gli strumenti e l’efficacia delle strutture pastorali, verificare cosa manca, quali difficoltà e priorità emergono nel lavoro di evangelizzazione; sarà necessario consolidare o porre le premesse della Pastorale Integrata, del metodo interparrocchiale, della sinergia soprattutto in determinati ambiti.

6. In questo percorso che andremo a vivere insieme, il Vescovo si rivela nel suo carisma più profondo, come strumento e principio fondamentale di unità, segno visibile della Chiesa Particolare: lui ci aiuta ad essere la Chiesa Una, santa, cattolica, apostolica.

7. Sarà importante la sistematicità e quindi l’individuazione di pochi obiettivi ben definiti da raggiungere sia attraverso gli incontri della visita pastorale che attraverso una lettura successiva tesa a promuovere un progetto concreto. Sarebbe opportuno essere attenti alla sobrietà anche mentre si mettono in conto degli eventi importanti per la comunità, tenendo presente questo momento di confusione politica, amministrativa, di crisi ecc.

8. La visita pastorale è un’occasione molto importante perché le comunità cristiane, non abituate a questo, possano esser ascoltate, possano raccontarsi. Per raggiungere l’obiettivo bisogna prepararsi bene magari prendendo spunto dai sommari degli Atti (capitoli 2 e 4) per capire quanto le comunità cristiane siano vicine a quell’ideale e in particolare in riferimento a due elementi che sono l’ascolto abituale, stabile della Parola di Dio e l’emergenza educativa con tutte le tematiche tipiche del cristiano che vive nel mondo.

9. La struttura della visita pastorale non deve essere troppo rigida perché le comunità cristiane sono tra loro diverse e soprattutto deve orientare lo sguardo anche al mondo del lavoro, dei poveri valorizzando tutti gli elementi di speranza che possono emergere.

10. Sarà necessario scegliere alcune piste valide per tutti. Inoltre, come davanti ad ogni evento di fede importante, proporre una giornata della riconciliazione, del perdono tra le famiglie magari in preparazione alla visita pastorale perché si possa meglio accogliere il dono di Dio.

11. Il Vescovo è il padre di tutti quelli che si trovano in un territorio e quindi dei migranti, dei cristiani

Page 15: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

15

non cattolici ma anche dei musulmani. Sarebbe bello ipotizzare un incontro per zone con le realtà religiose e culturali presenti.

12. Sia richiamo per tutti i fedeli al rinnovamento della vita cristiana e non per il 20% di essi. A questo scopo si suggerisce di incontrare i più lontani direttamente nei quartieri e in altri luoghi di socializzazione.

13. Sarebbe davvero bello e opportuno l’invio, in precedenza, di una lettera perché tutti sappiano e tutti possano contribuire all’incontro di ogni comunità, di ogni zona. Si auspica un incontro personale del parroco, dei preti con il Vescovo proprio sulla realtà pastorale affidata alle loro cure per un momento di condivisione profonda.

14. L’ascolto deve rimanere l’elemento prioritario. Va vissuto senza la preoccupazione di risposte immediate, per comprendere davvero, per elaborare gli elementi raccolti, per essere prossimi alla comunità cristiana di un territorio ma anche ai malati e alle altre realtà significative presenti, come società sportive, centri di recupero, luoghi di lavoro, realtà imprenditoriali ecc.

15. Se la visita pastorale diventasse per esempio oggetto di riflessione nei gruppi con gli animatori di un territorio, si coinvolgerebbero anche i più giovani e non solo gli adulti. Altra occasione potrebbe essere la visita alle famiglie da parte dei parroci, pensando all’offerta di un pieghevole. Lo sforzo dovrebbe andare nella direzione di intercettare tutti e aiutare tutti a sintonizzarsi con questo evento.

16. Anche Facebook e Twitter potrebbero essere – preparandoci e aperti a ricevere critiche ed anche a rispondere – un modo per far passare all’esterno un evento che rimarrebbe ancora troppo nei confini delle parrocchie e della comunità ecclesiale.

17. Altra proposta è quella di una celebrazione di apertura zonale, non in Chiesa ma nei luoghi significativi del lavoro, del dolore, perché il Vescovo possa parlare non solo dalla cattedra consueta. Infine come criterio di verifica “far parlare le pietre” per una memoria che dura nel tempo: ci sono tanti beni della chiesa che non parlano più o che fanno parlare male, luoghi chiusi, usati da altri … su questo si potrebbero pensare segni di conversione che restano visibili, appunto nel tempo.

18. La visita pastorale non è solo ascolto di una comunità, ma anche ascolto da parte del Vescovo al di là e oltre le parole dei messaggi che arrivano da una realtà. A questo scopo la residenzialità diventa fondamentale per creare quel clima non ispettivo ma di comunicazione profonda sia delle gioie sia delle difficoltà, delle debolezze, perché tutto venga alla luce e possa essere affrontato e orientato ad un progetto di crescita e di rinnovamento.

19. il Vescovo è padre di tutti ma viene soprattutto a rinvigorire le comunità cristiane. Il Vescovo interviene affermando la necessità di mostrare la cura della Chiesa nel dialogo interreligioso, pur senza proselitismi.

20. Non si tratta di confermare le parrocchie ma di aver chiaro il processo evolutivo, quello che saremo tra 10 anni, per distribuire le forze in modo organico e coerente educandoci ad essere Chiesa in un modo diverso, fuori dallo schema della “mia parrocchia”, dei campanilismi angusti, delle pastorali disintegrate. A questo scopo potrebbe essere utile pensare di incontrare insieme le realtà di una zona per dare esattamente la direzione verso la quale camminare, tenendo presente che il popolo

Page 16: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

16

di Dio fa molto meno fatica dei parroci.21. Vanno altresì realizzati anche gli adempimenti di carattere più formale, amministrativo e burocratico,

come la ricognizione degli archivi parrocchiali, che nello specifico, a volte nelle precedenti visite non sono stati effettuati. E questo sarà soprattutto compito di coloro che saranno inviati a realizzare la pre-visita, cioè dei “con visitatori”, chiamati a coadiuvare il vescovo, predisponendo quanto è necessario per questi aspetti.

22. In genere, per antica tradizione, la Visita Pastorale inizia al cimitero di una determinata zona pastorale per far memoria delle nostre radici, di coloro che ci hanno trasmesso la vita e la fede.

23. Particolare attenzione sarà posta nell’incontrare le varie realtà e pubblicando gli orari di visita per ascoltare la gente, per visitare gli ammalati, per incontrare i catechisti e ascoltare come avviene la catechesi, le varie realtà ecclesiali presenti sul territorio come gli istituti di vita consacrata, le associazioni.

24. Nella visita pastorale è prevista la stesura di un organigramma in cui non può mancare il riferimento alle associazioni, ai movimenti ed alla vita religiosa e consacrata in genere. Su questo punto è necessario ancora una volta chiarire che i parroci non possono non accogliere i movimenti ecc. per non spegnere ciò che lo Spirito suscita dove e quando vuole, ma semmai prepararsi ad accompagnare perché questo ci insegna la Chiesa! Ci sono delle difficoltà reali perché la tendenza ordinaria è quella a rimanere chiusi nella propria esperienza ma questo vale anche per le comunità cristiane che vivono una sorta di fondamentalismo parrocchiale. Per esempio può capitare anche ad alcune parrocchie ciò che è accaduto ad alcuni movimenti, di non essere presenti all’assemblea diocesana. Il Vescovo come il presbitero hanno il carisma di mettere insieme, creare armonia di tutti i doni.

25. Un altro elemento da tener presente potrebbe essere una lettera che il Vescovo indirizza alla comunità e alla zona pastorale, dopo la visita, con un progetto di cose da fare e da sistemare, con scelte che lasciano il segno di un passaggio e di un cambiamento reale.

Page 17: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

17

Brevi note metodologiche sui tempi e modalità della Visita Pastorale

La visita pastorale si concentrerà in due o tre periodi dell’anno di circa un mese ciascuno e si protrarrà per un minimo di tre anni sino al suo completamento. Si desidera infatti far camminare la pastorale ordinaria a tutti i livelli, senza niente penalizzare, riservando comunque il tempo necessario alla visita da accogliere e vivere come una straordinaria opportunità di crescita e maturazione per le singole comunità e per l’intero popolo di Dio.

Perché questo accada la visita pastorale va chiaramente preparata e organizzata sia a livello vicariale (o zonale) che a livello parrocchiale.

1. Qualche mese prima, nella riunione della vicaria si formula il calendario nel quale si scandiscono e spalmano gli eventi interparrocchiali e si distribuiscono i giorni riservati ad ogni singola comunità.

2. Sarebbe davvero auspicabile e di grande importanza per il futuro programmare e attuare tra parrocchie limitrofe attività comuni, individuando aree di collaborazione effettiva, per una qualificazione dei servizi e ottimizzazione delle risorse umane e materiali (pastorale dei giovani e famiglie, formazione dei collaboratori che coordinano le varie attività e servizi, organizzazione dei Centri di ascolto e Caritas …). Uno dei grandi obiettivi della visita infatti, come raccomandato dal Consiglio Pastorale Diocesano, è sicuramente il superamento delle chiusure e contrapposizioni e l’individuazione di future aree di collaborazione nelle zone pastorali.

3. Ad ogni parrocchia deve comunque riservarsi un tempo congruo perché il vescovo incontri e conosca le comunità nella ferialità della vita e si accosti il più possibile alle persone e alle famiglie nella concretezza del loro quotidiano.

4. Tutti gli adempimenti amministrativi, quali la verifica dei libri parrocchiali obbligatori (libro dei Battesimi, delle Cresime, delle Prime Comunioni, dei Matrimoni, dei Defunti), delle strutture materiali e logistiche, saranno realizzati prima della venuta del Vescovo, dalla commissione dei con visitatori. Questi ultimi dovranno oltresì aiutare i Parroci a stilare la relazione della Parrocchia, con un realistico e sommario censimento parrocchiale e il rendiconto finanziario.

5. Per la valutazione di carattere più pastorale si mette a disposizione una traccia, come un possibile schema indicativo da utilizzare per l’assemblea parrocchiale o per l’incontro con il Consiglio Pastorale, perché si individuino gli aspetti positivi e le prospettive verso cui si intende camminare, i problemi e le difficoltà da affrontare.

6. In ogni singola parrocchia sarà importante programmare: - Almeno un momento assembleare di preghiera presieduto dal vescovo (la celebrazione

dell’Eucaristia, una veglia, la liturgia delle ore …)- L’incontro con il Consiglio Pastorale, oppure con l’Assemblea degli Operatori Pastorali,

oppure un’assemblea aperta a tutta la comunità. In tale incontro si evidenziano al vescovo alcuni ambiti della vita pastorale, sottolineando le esperienze in atto, i doni che il Signore ha fatto alla comunità, le problematiche aperte su cui riflettere assieme al vescovo. Con uno stile di franchezza, di familiarità e di verità, si dia a tutti la possibilità di sentirsi accolti, di potersi esprimere, di poter dialogare con il Vescovo evitando chiaramente

Page 18: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

18

sterili contrapposizioni.- Su indicazione del parroco o del Consiglio Pastorale, il Vescovo sceglie alcuni situazioni

pastorali particolari da visitare: malati, case di cura, ospedale, cimitero, case per anziani, servizi Caritas, gruppi famiglia, gruppi giovani, incontro con gli educatori e responsabili di associazioni giovanili, cooperative sociali o associazioni di volontariato impegnate nel settore educativo, assistenziale, di inserimento lavorativo, gruppi o scuole di preghiera per i ragazzi o i giovani.

- Anche se vissuto a livello vicariale è bene pensare ad un incontro con i catechisti, con i ministri istituiti in ogni singola parrocchia.

- La Diocesi relativamente piccola permette al vescovo di incontrare varie volte lungo l’anno i ministri ordinati sia personalmente che in gruppi. Tuttavia, durante la Visita Pastorale può risultare estremamente significativo ed utile, può acquisire un sapore nuovo dedicare un tempo specifico perché il Vescovo incontri personalmente il parroco, gli altri sacerdoti, i diaconi e i candidati diaconi.

- Dove è possibile, si può prevedere un incontro del Vescovo con le autorità cittadine: sindaco, assessori, forze di polizia, servitori del popolo in genere.

7. Può essere quanto mai apprezzato l’incontro del Vescovo con operai e dipendenti di qualche azienda presente nel territorio della parrocchia o vicaria: una preziosa opportunità per avvicinarsi al mondo del lavoro per conoscere sempre più dall’interno la vita reale della gente, problemi, desideri e realizzazioni.

8. La conclusione della visita pastorale può avvenire nella celebrazione di una S. Messa domenicale

con la partecipazione ampia della comunità, oppure con un momento liturgico significativo per tutta la popolazione nella zona pastorale.

9. Il vescovo si impegna ad offrire, ad ogni singola comunità parrocchiale, una breve lettera per far risuonare e condividere quello che la visita ha fatto emergere, per esortare, consolare e confermare, abbozzando linee e suggerimenti per il cammino futuro. La lettera sarà consegnata al parroco, indirizzata a tutta la comunità parrocchiale, in maniera speciale agli organismi di partecipazione.

Page 19: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

19

Traccia per la verifica e il discernimento

Oltre ad una relazione di tipo più sociologico, oggettivo che cerca di inquadrare lo stato della parrocchia a partire dai dati, dall’analisi dei registri e delle strutture, affidata al parroco e ai “con visitatori” nominati dal vescovo, si raccomanda vivamente di redigere anche l’analisi pastorale, per la cui elaborazione, sarà indispensabile una forma di discernimento comunitario. A questo scopo si chiede di convocare il Consiglio Pastorale Parrocchiale, o i collaboratori, o meglio ancora, un’assemblea della comunità per una riflessione orante, fraterna, pacata e realistica che tenga conto degli stimoli offerti da questa traccia. Vista l’ampiezza degli stimoli si può affrontare anche per temi, in momenti diversi, con persone diverse riunite in base alla specificità del loro servizio, alla sensibilità e competenza.

Per l’elaborazione si è fatto riferimento direttamente o indirettamente agli orientamenti pastorali della CEI per il 2010-2020 «Educare alla vita buona del Vangelo»,”, al documento della Conferenza Episcopale Marchigiana “Alzati e va’…” - Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche” e al magistero del Vescovo espresso nelle sue lettere ed esortazioni pastorali.

La comunità si interroga sulla qualità della propria vita cristiana

1. LA PARROCCHIA NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI

“La parrocchia, in particolare, vicina al vissuto delle persone e agli ambienti di vita, rappresenta la comunità educante più completa in ordine alla fede. Mediante l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la preghiera, la vita di comunione nella carità, essa offre gli elementi essenziali del cammino del credente verso la pienezza della vita in Cristo …Come – Chiesa che vive tra le case degli uomini – continua a essere il luogo fondamentale per la comunicazione del Vangelo e la formazione della coscienza credente; rappresenta nel territorio il riferimento immediato per l’educazione e la vita cristiana a un livello accessibile a tutti; favorisce lo scambio e il confronto tra le diverse generazioni; dialoga con le istituzioni locali e costruisce alleanze educative per servire l’uomo.”(Educare al vita buona del Vangelo, 39.41).

“Prima ancora che giudicare il mondo e i fratelli, è urgente verificare se le nostre comunità cristiane sono accoglienti e credibili. «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2,42-47.”Si tratta di verificare se viviamo davvero “il primato della fede, la profezia della speranza, la testimonianza della carità” (Alzati e và, 33).

“La Chiesa è sollecitata dalle circostanze a mostrare il suo essere “esperta in umanità”, ad entrare in relazione di vicinanza con tutti, soprattutto chi fa più fatica, a testimoniare lo stile evangelico delle relazioni che sanno vivere gli amici di Gesù Cristo. Ed è così, nella logica della prossimità, che un territorio diventa dimora, luogo in cui ognuno è di casa e non ospite di passaggio. In questo senso, la comunità cristiana è chiamata a vivere, non solo al suo interno, relazioni significative.

Dal territorio fisico bisognerà fare un salto verso i molteplici territori della vita delle persone, da una comunità cristiana che talvolta sembra ripiegata su se stessa, occorrerà passare ad una comunità che

Page 20: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

20

scopre le periferie, dove vivono le persone, attraverso il dialogo culturale, il dialogo caritativo, il dialogo socio-politico, il dialogo educativo. Non può non darsi da fare per consolidare una rete di relazioni capaci di far fronte alle situazioni di fragilità, di limite e di povertà e, ancor più, saper collaborare con gli enti e le istituzioni che già se ne fanno carico.

Sono convinto che il territorio non è solo una base logistica dove dilagano unicamente relazioni virtuali e indifferenza. C’è una storia antica, ci sono tradizioni consolidate, ci sono bellezze incontaminate, ci sono spazi aggregativi, in cui si avverte ancora il segno di appartenenza. Ci sono ancora risorse umane che rendono possibili rapporti di vicinato fraterno tra le generazioni, tra i campanili, tra le identità culturali (Comunione, corresponsabilità e collaborazione, La cura delle relazioni nella comunità Cristiana, pag 10).

(Per l’approfondimento è utile rispolverare l’insuperabile nota pastorale della CEI “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” del 2004)

La parrocchia pur essendo una scelta storica della Chiesa, una scelta pastorale, non è tuttavia una pura circoscrizione amministrativa, una ripartizione meramente funzionale della diocesi, bensì la forma storica privilegiata della localizzazione della Chiesa particolare. In altre parole, dopo il Concilio Vaticano II la parrocchia non viene più concepita come territorio affidato ad un parroco per la cura della anime (idea povera e troppo clericale), ma come comunità globale di base che rimanda alla diocesi e vive un rapporto missionario con il territorio (la chiesa tra le case, accessibile a tutti).

− La parrocchia è comunità: dove si vive una comunione effettiva ed affettiva− È una realtà in relazione, mai autonoma. La diocesi genera la parrocchia e offre a tutte le parrocchie

i fondamentali per vivere (Cfr. il n. 11 della nota “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”).

− Il territorio sottolinea l’apertura a tutti, la presenza capillare nella vita.

1. Qual è il clima spirituale generale che si respira e vive nella nostra parrocchia? Possiamo dire che cresce e si allarga la comunione, collaborazione e corresponsabilità, che la parrocchia funziona come casa e scuola di fraternità, dove c’è spazio per tutti? Quali sono le articolazioni, le dinamiche e le strutture che educano e permettono ai fedeli di vivere concretamente l’appartenenza e la comunione fraterna, relazioni interpersonali fondate sull’amicizia, solidarietà, gratuità e perdono? Quali sono le difficoltà sperimentate e le realizzazioni abbastanza consolidate?

2. Come viene favorito il passaggio dalla mentalità clericale della delega alla corresponsabilità battesimale? Esistono gli organi di partecipazione per una condivisione della gestione economica e pastorale che esprimono la soggettività della comunità ?

3. Come è vissuto il rapporto con la diocesi? Con il vescovo? Con il coordinamento pastorale affidato ai vari uffici e commissioni? La nostra comunità si sente realmente parte integrante della diocesi?

4. Come viviamo il rapporto con il territorio? Qual è la situazione generale dal punto di vista economico, sociale, culturale, politico? Quali i problemi e le risorse? Cresce o decresce la popolazione? Il territorio è raggiunto dal fenomeno dell’immigrazione, della multiculturalità e multireligiosità? Esiste ancora una certa vivacità delle forme associative, di partecipazione civica alla vita sociale? Qual è il rapporto con le istituzioni pubbliche e i vari soggetti sociali presenti nel territorio?

2. VIVERE E TRASMETTERE LA FEDE OGGI

“La catechesi, primo atto educativo della Chiesa nell’ambito della sua missione evangelizzatrice, accompagna la crescita del cristiano dall’infanzia all’età adulta e ha come sua specifica finalità «non solo di trasmettere i contenuti della fede, ma di educare la “mentalità di fede”, di iniziare alla vita ecclesiale, di integrare fede e vita»67. Per questo la catechesi sostiene in modo continuativo la vita dei cristiani e in particolare gli adulti,

Page 21: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

21

perché siano educatori e testimoni per le nuove generazioni.La liturgia è scuola permanente di formazione attorno al Signore risorto, «luogo educativo e rivelativo» in cui la fede prende forma e viene trasmessa. Nella celebrazione liturgica il cristiano impara a «gustare com’è buono il Signore» (Sal 34,9; cfr 1Pt 2,3), passando dal nutrimento del latte al cibo solido (cfr Eb 5,12-14), «fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Tra le numerose azioni svolte dalla parrocchia, «nessuna è tanto vitale o formativa della comunità quanto la celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucaristia».La carità educa il cuore dei fedeli e svela agli occhi di tutti il volto di una comunità che testimonia la comunione, si apre al servizio, si mette alla scuola dei poveri e degli ultimi, impara a riconoscere la presenza di Dio nell’affamato e nell’assetato, nello straniero e nel carcerato, nell’ammalato e in ogni bisognoso. La comunità cristiana è pronta ad accogliere e valorizzare ogni persona, anche quelle che vivono in stato di disabilità o svantaggio. Per questo vanno incentivate proposte educative e percorsi di volontariato adeguati all’età e alla condizione delle persone, mediante l’azione della Caritas e delle altre realtà ecclesiali che operano in questo ambito, anche a fianco dei missionari (Educare alla vita buona del Vangelo, 39).

“Così, le nostre parrocchie devono essere coraggiosamente impegnate in questo tempo a individuare gesti profetici e parole credibili perché il vangelo di Gesù raggiunga tutti gli uomini. Ne avviamo un possibile elenco: la cura delle relazioni personali e la ministerialità del popolo di Dio, la liturgia fonte e culmine della vita, la scelta della sobrietà come stile di vita, la scelta privilegiata per i poveri e i deboli, in uno stile di povertà e debolezza, l’accompagnamento delle famiglie in difficoltà, anziché il giudizio, la formazione di coscienze adulte anche in vista di vocazioni di impegno politico e culturale nella società civile, la comunione visibile nel presbiterio, nella vita parrocchiale, tra associazioni, movimenti e aggregazioni laicali, l’atteggiamento della «prossimità», anziché della «supponenza», la proposta di forme e linguaggi comprensibili e vicini alla vita, la cura delle famiglie, nello specifico della propria vocazione di cellula vivificante della comunità credente e della società ” (Alzati e và, 40).

“La Chiesa, in obbedienza al comando del Signore: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21) e con il dono dello Spirito Santo, è stata inviata nel mondo intero a portare il lieto annunzio …E questo ha cercato di fare nel corso della storia, in ogni continente, sino ad oggi…Ma ora, la situazione chiede una conversione, culturale e pastorale…Ciò implica la definitiva uscita da una pastorale ansiosa di conservazione, di fatto ancora indirizzata alla sacramentalizzazione e tutta imperniata sul ministero ordinato, verso una pastorale più profetica, che faccia scaturire da nuove e coraggiose strategie di annuncio e di testimonianza - in cui i laici esercitino la peculiarità del loro sacerdozio profetico e regale - la consapevolezza e la responsabile celebrazione della grazia sacramentale” (Comunione, corresponsabilità e collaborazione, La cura delle relazioni nella comunità Cristiana, pagg. 9-10).

“La nostra Chiesa deve divenire sempre di più una Chiesa conciliare. È doveroso rilanciare il Concilio Vaticano II come scelta di fondo:Una chiesa che vive la fede come accoglienza del dono di Dio, della sua parola Viva ed efficace, come adesione ad un amore incondizionato e gratuito manifestato nella Pasqua del verbo fatto carne per noi (Dei Verbum)Una chiesa che celebra la fede perché nell’oggi accada la salvezza, perché riconosce il primato della grazia e l’Eucaristia come la fonte e il culmine (Sacrosantum Concilium)Una chiesa congregata dalla fede che si manifesta come cattolica nella località di ogni Diocesi, che vive la comunione nella molteplicità e organicità di tanti carismi e ministeri, che convoca il Popolo di Dio perché cammini nella storia come Sacramento universale per la salvezza di tutto il genere umano, che riunisce nell’unico Corpo di Cristo inscindibilmente legato al suo Capo (Lumen Gentium)Una chiesa che vive la fede impegnata, missionaria, che dialoga con ogni uomo di buona volontà, che guarda al mondo con fiducia e umiltà, che costruisce con la collaborazione di tutti il Regno di Dio tra il già e il non ancora (Gaudium et Spes)” (Ritornare alle radici dell’amore, esortazione pastorale per l’anno 2012-2013, 22).

Page 22: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

22

1. La catechesi, la liturgia, la carità che viviamo nelle nostre comunità sono percorsi che nascono e conducono all’incontro con Gesù Cristo, che generano cristiani capaci di comunicare con la propria vita la straordinaria bellezza del Vangelo?

2. I primi missionari erano i cristiani comuni, trasmettevano per osmosi, a partire dalle occasioni quotidiane offerte dalla vita. Riusciamo ad educare e preparare i fedeli a questa consapevolezza di sè e della missione ricevuta con il battesimo?

3. Sono presenti in parrocchia strutture di evangelizzazione, occasioni sistematiche di riscoperta e approfondimento della fede?

4. Oggi abbiamo urgente bisogno di spostare l’annuncio del Vangelo, dai nostri impianti ben collaudati, intra-ecclesiali nel cuore del mondo, nelle periferie esistenziali; dobbiamo farlo risuonare dentro le situazioni che le persone vivono, negli snodi vitali. Chiediamoci se camminiamo davvero in questa direzione, operando un vero e proprio dislocamento del nostro agire, se esistono fratelli e sorelle capacitati a questo servizio urgente e vitale.

5. La visita annuale alle famiglie è davvero opportunità valorizzata in questa direzione, uno strumento consolidato dalla tradizione per l’evangelizzazione e l’educazione della comunità?

6. Quali passi siamo chiamati a compiere per dare alla nostra parrocchia una vera impronta missionaria, superando la tentazione dell’autoreferenzialità, di una stanca abitudinarietà ?

7. Educhiamo l’intera comunità, nell’ordinarietà della vita, ad un’apertura missionaria universale? In collaborazione con il CMD accogliamo iniziative e attività di aiuto alle missioni?

8. Siamo attenti anche a formare una vera sensibilità ecumenica, ci educhiamo al dialogo interreligioso?

3. IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA

Tutti i documenti della Chiesa ci invitano a difendere, riscoprire, vivere intensamente la Domenica che ritma lo scorrere del tempo e ci impedisce di perdere di vista l’essenziale.

“La vita della parrocchia ha il suo centro nel giorno del Signore e l’Eucaristia è il cuore della domenica. È necessario ripresentare la domenica in tutta la sua ricchezza: giorno del Signore, della sua Pasqua per la salvezza del mondo; giorno della Chiesa, esperienza viva di comunione condivisa tra tutti i suoi membri, irradiata su quanti vivono nel territorio parrocchiale; giorno dell’uomo, in cui la dimensione della festa svela il senso del tempo e apre il mondo alla speranza; la domenica infatti è anche giorno della famiglia. La qualità delle celebrazioni eucaristiche domenicali e festive va curata in modo particolare: il rito va rispettato, senza variazioni o intromissioni indebite. Va curato il luogo della celebrazione, perché sia accogliente e la fede vi trovi degna espressione artistica. In ogni parrocchia ci sia una preparazione accurata, che coinvolga varie ministerialità, nel rispetto di ciascuna, a cominciare da quella del sacerdote presidente, senza mortificare quelle dei laici. Perché le celebrazioni siano dignitose e fruttuose, se ne valuti il numero, gli orari, la distribuzione nel territorio. La cura e la custodia della domenica implica il convergere naturale di tutti alla comune celebrazione parrocchiale. Le parrocchie dovranno poi curare la proposta di momenti aggregativi, che diano concretezza alla comunione, e rafforzare il collegamento tra celebrazione ed espressione della fede nella carità. Così, nella festa, la parrocchia contribuisce a dar valore al “tempo libero”, aiutando a scoprirne il senso attraverso opere creative, spirituali, di comunione, di servizio” (“Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, 8).

“SINE DOMINICO NON POSSUMUS. Questa espressione dei martiri di Abitene, entrata nel comune linguaggio delle nostre comunità in occasione del Congresso eucaristico nazionale di Bari, sintetizza pienamente quello che è il culmine della IC. Tale percorso ha raggiunto il suo scopo quando il cristiano condivide questa espressione affermando la centralità di Cristo, della domenica e dell’eucaristia celebrata con i propri fratelli di fede, per trasformare la vita, anzi il proprio stesso essere, in Cristo.

Page 23: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

23

Occorre riscoprire la domenica: «Il primo giorno della settimana, ci eravamo riuniti a spezzare il pane» (At 20, 7). È questa una delle icone più antiche che rivelano lo stretto legame tra la celebrazione eucaristica e il primo giorno della settimana, cioè il giorno dopo il sabato, indicato dai Vangeli come quello della risurrezione del Signore e di alcune sue apparizioni.

È necessario riaffermare anche oggi la centralità della domenica e della celebrazione dell’Eucaristia domenicale nelle diverse comunità della diocesi, in particolare nelle parrocchie. L’insistenza con cui la Chiesa ha sempre proposto ai cristiani l’esigenza irrinunciabile di partecipare all’Eucaristia domenicale non ha perso la sua attualità. Tale partecipazione è una grazia umanizzante per l’individuo e per la famiglia; è un dovere elementare per la vita cristiana: per la propria identità, per il proprio amore a Cristo e alla Chiesa, per la missione che il risorto ci affida. Si tratta, dicono i Padri sinodali, di un dovere non solo «verso Dio», ma anche «verso se stessi e verso la comunità». Faccio mio il desiderio del Sinodo sull’eucaristia ripreso da Benedetto XVI: «Che intorno alla celebrazione eucaristica della domenica siano organizzate manifestazioni proprie della comunità cristiana, quali incontri amicali, formazione della fede per bambini, giovani e adulti, pellegrinaggi, opere di carità e momenti diversi di preghiera». In particolare vorrei sottolineare l’importanza che in ogni parrocchia si celebri la Liturgia delle ore almeno delle Lodi e del Vespro della festa” (La Chiesa madre genera e fa crescere i figli di Dio, pag. 15).

1. Abbiamo posto un serio impegno per fare dell’Eucaristia domenicale il momento fontale e culminante dell’essere e dell’agire della nostra comunità parrocchiale? Quali scelte compiamo per preparare e celebrare bene la S. Messa?

2. Esiste un gruppo per la formazione liturgica della comunità perché si passi davvero dal fedele all’assemblea dei fedeli, dall’io-voi al noi della chiesa (Cfr. La Presidenza Eucaristica, nostro primo servizio, esortazione pastorale, pag 20 ss) curando la liturgia nel suo dinamismo globale, nella scelta ed esecuzione del canto, nell’attualizzazione delle introduzioni e preghiere, nella formazione permanente dei ministri ed animatori per favorire al massimo la partecipazione attiva e fruttuosa di tutti?

3. I battezzati sono invitati a nutrirsi alla duplice mensa della Parola e del Pane. Perché questo sia vissuto pienamente favoriamo l’accostamento di tutti alla Bibbia, riscoprendo il primato dell’ascolto? Proponiamo l’esercizio della Lectio divina? Abbiamo un momento di ascolto comunitario della Parola di Dio attraverso la lettura e meditazione della Sacra Scrittura che prolunga e prepara l’Eucaristia?

4. Come la nostra comunità aiuta i cristiani a vivere la domenica quale centro e cuore della vita della comunità stessa? Esistono e si propongono momenti aggregativi, che diano concretezza alla comunione e rafforzino il collegamento tra celebrazione domenicale ed espressione della fede e testimonianza della carità?

5. Come vengono celebrate, mantenute vive la festa del patrono e gli altri momenti legati alla pietà popolare?

4. LA CHIESA MADRE GENERA E FA CRESCERE I FIGLI DI DIO

“Esperienza fondamentale dell’educazione alla vita di fede è l’iniziazione cristiana, che «non è quindi una delle tante attività della comunità cristiana, ma l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre». Essa ha gradualmente assunto un’ispirazione catecumenale, che conduce le persone a una progressiva consapevolezza della fede, mediante itinerari differenziati di catechesi e di esperienza di vita cristiana. La celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, seguita da un’adeguata mistagogia, rappresenta il compimento di questo cammino verso la piena maturità cristiana. In un ambiente spesso indifferente se non addirittura ostile al messaggio del Vangelo, la

Page 24: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

24

Chiesa riscopre il linguaggio originario dell’annuncio, che ha in sé due caratteristiche educative straordinarie: la dimensione del dono e l’appello alla conversione continua. Il primo annuncio della fede rappresenta l’anima di ogni azione pastorale. Anche l’iniziazione cristiana deve basarsi su questa evangelizzazione iniziale, da mantenere viva negli itinerari di catechesi, proponendo relazioni capaci di coinvolgere le famiglie e integrate nell’esperienza dell’anno liturgico. Il primo annuncio è rivolto in modo privilegiato agli adulti e ai giovani, soprattutto in particolari momenti di vita come la preparazione al matrimonio, l’attesa dei figli, il catecumenato per gli adulti” (Educare al vita buona del Vangelo, 40).

Vale la pena tenere presente l’esortazione del Vescovo “La Chiesa madre genera e fa crescere i figli di Dio” del 2011, perché si prefigge di incarnare e calare in loco le indicazioni generali della Chiesa Italiana. Totalmente centrata su questo tema offre numerosi stimoli, ripresi nella riflessione e coordinamento delle vicarie, per assumere in ogni parrocchia l’ispirazione che aveva il catecumenato antico e così operare la conversione missionaria di tutta la pastorale, attrezzandosi per far risuonare sempre e di nuovo il primo annuncio, offrendo un tirocinio progressivo alla vita cristiana, una scuola di apprendimento per divenire ed essere davvero cristiani.

1. Come si svolge la catechesi? Quali sono gli orientamenti, l’impostazione generale? Quali strumenti e mediazioni si utilizzano? Come si coinvolgono famiglie e comunità?

2. Come viene curata la formazione dei catechisti? Sono isolati o davvero in rapporto vitale con l’intera comunità nella varietà dei suoi carismi e ministeri?

3. Quali passi siamo chiamati a compiere per dare alla catechesi l’orientamento di un vero annuncio della fede e di proposta attraente dell’esperienza cristiana?

4. I bambini e i ragazzi che fanno più fatica, perché portatori di handicaps e disagio, trovano spazio e accoglienza nel cammino di iniziazione cristiana all’interno della parrocchia?

5. Come sono coinvolti e sostenuti i genitori nel compito loro proprio di accompagnare i figli nel cammino di fede? Quali occasioni offriamo perché riscoprano la fede con i figli, perché accompagnandoli all’Eucaristia, pienezza dell’iniziazione cristiana, la ritrovino quale sorgente e culmine permanente della fede, speranza e carità?

6. Come la comunità aiuta e accompagna il desiderio di “ricominciare a credere” che oggi riaffiora in diverse persone? Viene proposto un approfondimento sistematico della fede cristiana, anche con forme e linguaggi diversi dai nostri schemi abituali?

7. Nella nostra comunità si tiene conto dell’importanza di educare e di formare gli operatori a tutti i livelli, si promuove e si sostiene il Corso di Teologia di Base (CoTeB)? Si partecipa alle tante proposte diocesane per la formazione permanente, l’educazione alla Pace e alla mondialità?

5. NON PER ESCLUDERE MA PER INCLUDERE UNA PARTICOLARE ATTENZIONE VA RISERVATA ALLE FAMIGLIE E AI GIOVANI.

• FAMIGLIA“Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante... Ogni famiglia è soggetto di educazione e di testimonianza umana e cristiana e come tale va valorizzata…A essa sacerdoti, catechisti e animatori devono riferirsi, per una stretta collaborazione e in spirito di servizio. L’impegno della comunità, in particolare nell’itinerario dell’iniziazione cristiana, è fondamentale per offrire alle famiglie il necessario supporto. … Una particolare attenzione dovrà essere offerta, inoltre, ai genitori rimasti soli, per sostenerli nel loro compito. La preparazione al matrimonio deve assumere i tratti di un itinerario di riscoperta della fede e di inserimento nella vita della comunità ecclesiale. Il tempo del fidanzamento può essere valorizzato come un’occasione unica per introdurli alla bellezza del Vangelo … È quindi auspicabile che nelle comunità parrocchiali incontrino coppie mature da cui essere incoraggiate e

Page 25: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

25

sostenute nel passo decisivo” (Educare alla vita buona del Vangelo 36-37).

“Non si tratta solo di promuovere nelle comunità parrocchiali la nascita di gruppi per giovani sposi e di chiari itinerari di fede in chiave nuziale, ma di rendere le comunità cristiane una vera famiglia di famiglie, come viene precisato negli orientamenti dei vescovi italiani per il decennio: «La famiglia va dunque amata, sostenuta e resa protagonista attiva dell’educazione non solo per i figli, ma per l’intera comunità. Deve crescere la consapevolezza di una ministerialità che scaturisce dal sacramento del matrimonio e chiama l’uomo e la donna a essere segno del l’a more di Dio che si prende cura di ogni suo figlio. Corroborate da specifici itinerari di spiritualità, le famiglie devono a loro volta aiutare la parrocchia a diventare “famiglia di famiglie”» (Alzati e và, 36).

1. Come ci siamo organizzati per offrire percorsi significativi ai fidanzati che scelgono di sposare in Chiesa? Che cosa facciamo per aiutarli a scegliere il matrimonio come risorsa e servizio, per costruire famiglie consapevolmente e autenticamente cristiane?

2. Ai genitori che domandano il battesimo dei figli offriamo la possibilità di riscoprire il senso della vita cristiana.? Li sosteniamo concretamente perché non deleghino il compito educativo (soprattutto in ordine alla trasmissione della fede) ma lo assumano?

3. Come la nostra parrocchia valorizza la famiglia perché sia risorsa e soggetto della vita ecclesiale?4. Cosa facciamo per stare vicino alle famiglie in crisi e a quelle che ormai non si configurano secondo

le forme tradizionali e regolari? 5. Esistono “gruppi di famiglie”? incontri tra famiglie per tessere una rete sostanziale che raccordi e

sostenga la sfida quotidiana di chi è chiamato ad essere chiesa nella casa?

• GIOVANI“Ai giovani vogliamo dedicare un‟attenzione particolare… I giovani sono una risorsa preziosa per il rinnovamento della Chiesa e della società. Resi protagonisti del proprio cammino, orientati e guidati a un esercizio corresponsabile della libertà, possono davvero sospingere la storia verso un futuro di speranza” (Educare alla vita buona del Vangelo 32).

È importante fare memoria dell’impegno che la nostra Diocesi ha assunto consacrando la casa in via San Giovanni Bosco al servizio dei giovani e potenziando l’equipe di pastorale giovanile (Cfr. Armando Trasarti , Giovani, Chiesa, Mondo: un cammino di comunità, Indicazioni pastorali per l’anno 2011-2012). Ci siamo prefissi di far crescere in tutte le zone pastorali il coordinamento, la proposta di cammini sistematici di crescita nella fede, il protagonismo e coinvolgimento dei giovani sentiti come una delle più grandi risorse per il rinnovamento permanente della Chiesa.

6. Come si pongono le nostre comunità dinnanzi alla difficoltà di accostare il mondo giovanile, fluido e in continua mutazione? Investiamo risorse e persone in questo preciso ambito della pastorale? Se sì, quali difficoltà incontrano gli animatori?

7. Esistono esperienze concrete di formazione per coloro che sono chiamati a prendersi cura, conoscere e studiare le dinamiche del mondo giovanile? Che rapporto viviamo con l’equipe per il servizio giovanile diocesano? Conosciamo lo Spazio Giovani, la casa diocesana per il servizio della pastorale giovanile?

8. Offriamo percorsi sistematici o viviamo appuntamenti estemporanei?9. I giovani vengono educati ad accogliere il vangelo e a fare un’esperienza personale dell’incontro

con Gesù, in vista di una maggiore maturazione umana e di un serio discernimento vocazionale? 10. La nostra parrocchia riesce a riproporre una cultura vocazionale? Offre per questo spazi di

preghiera e di dialogo spirituale personale? Educhiamo i giovani al dono di sé, allo stile del servizio e al volontariato generoso?

Page 26: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

26

6. LA TESTIMONIANZA DELLA CARITÀ E IL SERVIZIO ALL’UOMO

“«L’amore del Cristo ci possiede» (2Cor 5,14) e noi non possiamo essere credibili senza esserne il volto feriale e concreto. La carità vissuta verso tutti è certamente il primo dei segni, la prima risorsa, quella più nota e già particolarmente apprezzata per i valori che veicola. È la dimensione caritativa della Chiesa che comprende le varie forme di volontariato cattolico a cominciare dallo strumento pastorale di cui ogni Chiesa nelle Marche è dotata, la Caritas, che, ai suoi vari livelli (diocesana e parrocchiale) promuove la comunità alla testimonianza della carità; serve in stile pedagogico favorendo la crescita delle persone, la giustizia sociale e la pace, con particolare attenzione agli ultimi; produce conoscenza riguardo alle molteplici povertà (vecchie e nuove), ascolta, osserva, discerne per animare tutta la comunità alla fraternità e alla solidarietà, all’accoglienza e all’aiuto, al riconoscimento, all’ospitalità e alla condivisione.(…) «Non bastano nuovi metodi di annuncio evangelico o di azione pastorale a far sì che la proposta cristiana possa incontrare maggiore accoglienza e condivisione». Solo una comunità accogliente e dialogante può trovare le vie per instaurare rapporti di amicizia e offrire risposte alla sete di Dio che è presente nel cuore di ogni uomo.” (Educare alla vita buona del Vangelo, 37-38).

“Non c’è prima la chiesa e poi la missione, ma la missione precede la chiesa; la chiesa nasce dalla missione e vive nella stessa missione di Dio. “Dio infatti ha tanto amato il mondo…” Che cos’è il mondo? È l’obiettivo finale del grande progetto di salvezza di Dio; è il chiodo fisso di Dio; è la sua PASSSIONE, nel duplice significato di GRANDE AMORE e GRANDE DOLORE. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” ( Gv 3,16). Chi è allora questo mondo che anche noi dobbiamo amare con lo stesso amore di Dio? È l’umanità che ci passa accanto, questo è il mondo; è la nostra gente, i vicini, i lontani, i tanti in questi giorni particolarmente raggiunti, travolti e preoccupati a causa della crisi economica, sociale e morale in atto nella nostra società. Questo è il mondo: è questa umanità concreta, reale, ferita dal peccato, dal peccato disgregata: è il mondo della violenza, della cattiveria, del sopruso, il mondo dello squallore, della prostituzione, dalla delinquenza,della criminalità organizzata, è il mondo di quelli che non hanno mai sentito parlare di Dio, di coloro che non hanno mai beneficiato delle beatitudini evangeliche, il mondo di coloro che non credono; è questo mondo sempre più multiculturale, multirazziale e multi religioso. Questo è il mondo a cui far giungere attraverso il nostro amore l’amore misericordioso, sanante di Dio. Da questo mondo Dio si è lasciato turbare, per questo mondo è uscito da sé ed ha progettato un piano di salvezza. Gesù ha stabilito la Chiesa per inviarla in questo mondo, affinché simpatizzi con il mondo, perché gioisca e soffra insieme a questo mondo. “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. (GS 1).Cristo Gesù ha voluto una Chiesa estroversa, una chiesa protesa verso gli altri, una chiesa abitata e mossa dalla sua misericordia per “le folle stanche e sfinite come pecore senza pastore” (Mt 9,36), non una chiesa accartocciata su se stessa, rintanata, ma una chiesa che apre le porte e le spalanca sul mondo, una chiesa che abita la frontiera, che riparte dalla galilea delle gente per lasciarsi guidare dal Crocifisso Risorto; una chiesa “angosciata per l’uomo” come ebbe a dire una volta Giovanni Paolo II, che non chiude occhio per il mondo, una chiesa che vuole essere lievito, che sa di essere il sale e per questo si lascia assorbire per dare sapore alla storia, alla cultura, alla politica.” (Ritornare alle radici dell’amore, esortazione pastorale per l’anno 2012-2013, pagg. 12-13).

1. Quali iniziative proponiamo per far crescere la “mentalità” di accoglienza, la disponibilità al servizio e alla solidarietà?

2. La parrocchia riesce a vivere l’attenzione agli ammalati, la vicinanza alle persone sole? Favoriamo e sosteniamo nel loro bisogno di formazione e rinnovamento le associazioni che hanno a cuore il

Page 27: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

27

malato come l’Unitalsi, l’ AVULSS etc?3. Abbiamo ministri straordinari della comunione, persone che concretamente fanno sentire la

vicinanza della comunità a chi vive la fragilità e il bisogno? Ci facciamo carico della precarietà di quelli che sono stati impoveriti dalla crisi? C’è la Caritas parrocchiale? Come è composta e organizzata? Riesce a svolgere un ruolo di coordinamento e di collaborazione? Con quale collegamento con la Caritas diocesana e con le altre parrocchie della zona?

4. Ci facciamo carico degli immigrati, ci interessiamo e procuriamo di costruire con loro un vero rapporto di conoscenza reciproca? Come condividiamo, anche con questi fratelli e sorelle, il Vangelo da cui sgorga l’impegno dell’amore?

5. Come forma la parrocchia i giovani e gli adulti al discernimento e all’assunzione di responsabilità nell’ambito dell’attività sociale e politica?

IN SINTESIUma proposta per l’incontro con il Consiglio Pastorale:

Uno sguardo sul cammino compiuto: luci e ombreBreve retrospettiva che faccia emergere gli aspetti positivi ma anche le questioni problematiche

Sfide e prospettive per il futuroGuardando in avanti quali sono le urgenze, le priorità, le scelte operative da compiere

Collaborazioni e interazioniPartendo dal principio, più volte richiamato, che la parrocchia non può più essere autosufficiente nel rispondere con efficacia a tutte le nuove esigenze pastorali, diventa improrogabile la necessità di pensare e sperimentare collaborazioni e interazioni che dovranno sempre più caratterizzare l’attività pastorale negli anni a venire.

- quali possibili collaborazioni e interazioni sono sorte o sono state individuate in questi anni nella zona pastorale e tra parrocchie vicine?

- quali aspetti positivi e che tipo di difficoltà si sono riscontrate ad uno scambio di doni e di servizi tra parrocchie vicine?

- quali apporti positivi sono stati dati da Aggregazioni laicali presenti in parrocchia, per una pastorale integrata e che cosa si auspica per il futuro?

Page 28: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

28

Anche la Zona pastorale si interroga

Il Documento programmatico delle CEI Educare alla vita buona del Vangelo ai nn. 41 e 42 riprende una delle intuizioni profetiche della Chiesa Italiana, quasi un punto di non ritorno, magistralmente e abbondantemente esplicitato nella nota pastorale Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia: “L’attuale organizzazione parrocchiale, che vede spesso piccole e numerose parrocchie disseminate sul territorio, esige un profondo ripensamento (…). È finito il tempo della parrocchia autosufficiente. Occorre mettere le parrocchie ‘in rete’ in uno slancio di pastorale d’insieme, in ambiti come carità, lavoro, sanità, scuola, cultura, giovani, famiglie, formazione, ecc. – in ordine alle quali non si potrà non lavorare insieme sul territorio più vasto, scoprire nuove ministerialità, far convergere i progetti. (…)La logica integrativa non deve reggere solo il rapporto tra le parrocchie, ma ancor prima quello delle parrocchie con la Chiesa particolare. La parrocchia ha due riferimenti: la diocesi da una parte e il territorio dall’altra. Il riferimento alla diocesi è primario. In essa l’unico pastore del popolo di Dio è il vescovo, segno di Cristo pastore. La missionarietà della parrocchia è legata alla capacità che essa ha di procedere non da sola, ma articolando nel territorio il cammino indicato dagli orientamenti pastorali della diocesi e dai vari interventi del magistero del vescovo (…). Un ulteriore livello di integrazione riguarda i movimenti e le nuove realtà ecclesiali, che hanno un ruolo particolare nella sfida ai fenomeni di scristianizzazione e nella risposta alle domande di religiosità, incontrando quindi, nell’ottica della missione, la parrocchia. La loro natura li colloca a livello diocesano, ma questo non li rende alternativi alle parrocchie. Sta al vescovo sollecitare la loro convergenza nel cammino pastorale diocesano e al parroco favorirne la presenza nel tessuto comunitario, della cui comunione è responsabile, senza appartenenze privilegiate e senza esclusioni (…). Va ribadito che l’Azione Cattolica non è un’aggregazione tra le altre ma, per la sua dedizione stabile alla Chiesa diocesana e per la sua collocazione all’interno della parrocchia, deve essere attivamente promossa in ogni parrocchia (n. 11)”.

Anche nella nostra Diocesi, stanno lentamente e in forme ancora embrionali, emergendo possibili nuove forme di collaborazione tra parrocchie limitrofe per uno scambio reciproco di carismi e ministeri. Partendo dal principio che la parrocchia non può essere più autosufficiente se vuole davvero rispondere con efficacia e profezia alle tante nuove esigenze pastorali, accogliamo la Visita come una preziosa opportunità per promuovere la pastorale integrata, sperimentare e perfezionare una effettiva collaborazione tra le parrocchie nelle Zone pastorali.

Nel tempo preparatorio, durante la visita stessa o anche immediatamente dopo sarà utilissimo sottoporre a verifica il cammino pastorale zonale e soprattutto abbozzare progetti concreti per una autentica collaborazione che faccia superare i confini parrocchiali.

Sono già in atto progetti, sperimentazioni, percorsi educativi e proposte formative per questi specifici ambiti della pastorale:• giovani• famiglia e fidanzati (compresi i percorsi di preparazione al matrimonio)• la catechesi• la formazione permanente degli adulti?

Che cosa è possibile fare di più e meglio? Quali collaborazioni attivare per il futuro? come, con quali strumenti e con chi?

A questo proposito, per la riflessione e progettazione, potranno essere coinvolti gli uffici pastorali diocesani. In una scheda sintetica si potrà evidenziare quello che è già in corso di realizzazione e funziona, le esigenze locali, le proposte di cammino e i possibili progetti per il futuro.

Page 29: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

29

VISITA PASTORALE: un’occasione di catechesi

La visita Pastorale può divenire un’occasione preziosa per approfondire, con gli adulti della propria comunità, temi che nella catechesi ordinaria difficilmente affrontiamo in maniera sistematica.

Sicuramente si possono rileggere in chiave catechistica alcuni capitoli della Lumen Gentium e della Gaudium et Spes: Il mistero della chiesa

- Il popolo di Dio- La chiesa cattolica (universale) e la sua località (la chiesa particolare)- Il ministero ordinato per la missione di tutti i cristiani- Episcopato, presbiterato e diaconato dentro e a servizio del popolo di Dio tutto profetico,

sacerdotale, regale- Comunità: carismi e ministeri- La Parrocchia nelle Diocesi- Le vocazione- La missione etc.

NB. Si fa notare che la “traccia per il discernimento e la verifica” suggerisce già, a suo modo, delle piste di riflessione ( e potrebbero essere sufficienti) perché chiede di ripensare con il Consiglio Pastorale, altri gruppi o in assemblea, al grande tema della parrocchia, alla vita ordinaria di ogni comunità, al giorno del Signore, alla missione affidata ai cristiani in questo nostro tempo. Può quindi benissimo essere utilizzata come base e stimolo per la catechesi evitando la dispersione, il sovraccarico e la moltiplicazioni di iniziative.

Page 30: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

30

Indicazioni per la liturgia

PREGHIERA PER LA VISITA PASTORALENella fase preparatoria, in ogni Parrocchia.

Uno dei modi più semplici e più efficaci di divulgare e preparare la Visita Pastorale è sicuramente la preghiera.

Si raccomanda per questo di inserire l’intenzione della Visita nella liturgia ordinaria, nell’Eucaristia settimanale, nell’adorazione comunitaria:

La preghiera dei fedeli suggerita può essere utilizzata con grande libertà e in modi diversi: se ne scelgono alcune da inserire nella preghiera universale della Santa Messa Domenicale, nella Liturgia delle Ore, nell’adorazione comunitaria.

La preghiera conclusiva, composta dal Vescovo per la visita, può essere riprodotta su cartoncino, fotocopiata e pregata dopo la comunione, coralmente, strofa per strofa, o semplicemente suggerita alle famiglie e ai fedeli tutti per la preghiera personale.

Cel. Il Vescovo si prepara a compiere la Visita Pastorale nella nostra zona e nella nostra parrocchia.

Preghiamo, fratelli e sorelle, perché il nostro incontro con lui sia per tutti occasione di conversione sincera, di crescita nella fede, di riscoperta della nostra appartenenza cristiana.

Rivolgiamoci al Signore, pastore delle nostre anime e diciamo insieme: VIENI, SIGNORE, A VISITARE IL TUO POPOLO

Lett.1. Dio nostro Padre, noi crediamo che tu stesso sei venuto a visitarci nella Persona del tuo Figlio e con

la sua Pasqua ci hai unto di Spirito Santo . Ravviva in noi la fiducia nella tua paternità, facci crescere nella comunione in Cristo Gesù e spingici ad allargare la fraternità perché tutti si sentano tuoi figli amati. Preghiamo.

2. Gesù, Figlio di Dio e fratello nostro, la visita del Vescovo è un segno del tuo desiderio di stare con noi. Ravviva il noi la fede, la speranza e l’amore, suscita una più grande disponibilità per il Vangelo, perché possiamo aprire il nostro cuore quando ci parli, quando ti fai nostro ospite con la discreta forza dei Sacramenti per sostenerci nel cammino della vita. Preghiamo.

3. Spirito Santo che sei Dio insieme con il Padre e con il Figlio, aiuta la Chiesa a comprendere e a vivere sempre meglio la Parola di Gesù e a realizzare l’unità di tutti i cristiani nella nostra parrocchia, nella nostra diocesi e nel mondo, per essere “in Cristo come un sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”. Preghiamo.

4. O Santo Spirito, inviato a noi dal Padre per mezzo del Figlio, facci rivivere la Pentecoste; effondi i tuoi carismi su tutta la Chiesa, insegnaci a valorizzare le differenze per rendere più ricca la comunione e più coraggiosa la missione. Trasforma la nostra comunità parrocchiale in una vera famiglia. Preghiamo.

5. Ti raccomandiamo Signore il Papa Francesco, il nostro Vescovo Armando, il parroco e i sacerdoti

di questa parrocchia e della Diocesi, i diaconi, rivestili della tua carità perché siano perseveranti e

Page 31: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

31

generosi nel servizio, modelli sempre più significativi di vita evangelica, per l’intero Popolo di Dio affidato alla loro cura di pastori e servi. Preghiamo.

6. Entra nelle nostre case. Custodisci la concordia tra i coniugi in tutte le famiglie. Benedici i figli, i giovani e gli anziani; soccorri i poveri, conforta i malati. Facci capaci di amare quelli che non riescono a credere, quelli che si sentono lontani dalla comunità, aiutaci ad avvicinarli. Visita le nostre scuole; proteggi il nostro lavoro; veglia sul nostro riposo. Preghiamo.

7. Manifesta la tua presenza in mezzo a noi, suscita operai per la tua messe. Dona luce e forza a quanti ti cercano perché ti possano incontrare, a quanti sono nella prova perché, anche attraverso la nostra presenza e amicizia ricevano il tuo indispensabile aiuto e godano della tua tenerezza. Fa’ che la visita pastorale porti frutti di fede, di comunione e di santità. Preghiamo.

8. Per la nostra comunità parrocchiale: perché la visita pastorale del Vescovo stimoli tutti alla partecipazione e alla corresponsabilità, produca i frutti dell’unità, del dialogo costruttivo, della preghiera vicendevole e risvegli la fede, la speranza e la carità. Preghiamo.

9. Per i poveri in cui si manifesta il volto del Figlio Incarnato: perché le nostre comunità vivano la carità gratuitamente e si impegnino affinché ogni persona possa vivere in modo dignitoso e sentirsi a proprio agio all’interno della parrocchia. Preghiamo.

10. Per i malati nel corpo e nello spirito che sono segno della continua presenza del Signore: perché siano sempre più al centro della nostra vita, della nostra preghiera e e di ogni attività della parrocchia. Preghiamo.

11. Vergine Maria, Madre del Signore e madre della Chiesa, intercedi per il nostro Vescovo che viene a noi in visita pastorale; insegna a lui e ai sacerdoti che ne condividono l’impegno apostolico quella sollecitudine per il vangelo che ti spinse a portare Gesù, appena concepito, nella casa di Zaccaria e di Elisabetta. Preghiamo.

12. Maria, Regina della Famiglia, infondi sapienza alle famiglie quando sopravviene il disorientamento affettivo e morale, quando vengono meno le sicurezze o si svelano le piaghe nascoste; sostieni con la tua intercessione e l’esempio della tua fede l’insicurezza dei giovani di fronte alle incognite del domani e nelle lunghe, deprimenti attese di un buon posto nella società. Preghiamo.

13. Sull’esempio del tuo “sì”, o Maria, i giovani che sono come te chiamati da Dio a un più alto progetto di amore, siano disponibili a consacrarsi alla causa del vangelo sostenuti dalla carità verso i fratelli che sono alla ricerca del senso della vita. Preghiamo.

C. Padre, che in Cristo tuo Figlio ci hai offerto il modello del vero Pastore che dà la vita per il suo

gregge, assisti il nostro Vescovo nel suo ministero episcopale, i presbiteri e i diaconi perché la nostra Chiesa diocesana sia attenta alla tua Parola e cresca, per mezzo del tuo Spirito, in vera comunione e generoso servizio ai fratelli, per divenire autentica immagine del tuo amore e camminare lieta nella via della verità e della vita. Per Cristo nostro Signore. R./ Amen.

Page 32: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

32

Durante la Visita.

ACCOGLIENZA DEL VESCOVO E LITURGIA DELLA PAROLA

«Il Vescovo, nell’adempiere il dovere di visitare le parrocchie e le comunità della sua diocesi, non dia l’impressione di compiere un dovere puramente amministrativo, ma si faccia chiaramente conoscere dai propri fedeli come annunziatore del Vangelo, dottore, pastore e gran sacerdote del proprio gregge» (Cerimoniale Episcoporum, n. 1177).

Nel primo giorno della Visita Pastorale il Vescovo viene accolto e salutato solennemente alla porta centrale della chiesa (o eventualmente nella chiesa stessa) dal Parroco e dal popolo di Dio. La sobria solennità con cui viene accolto il Vescovo sia segno dell’amore e della devozione del popolo fedele verso il buon pastore (cf. Cerimoniale Episcoporum, n. 1179).

Dopo il rito di accoglienza, secondo gli accordi prefissati, segue immediatamente la celebrazione della celebrazione della Parola.

SCHEMA PER LA LITURGIA DI ACCOGLIENZA

A. Alla porta della chiesa: accoglienza del VescovoAll’ora convenuta il Parroco e gli altri sacerdoti stabilmente operanti o residenti in parrocchia, accompagnati dai ministranti, si recano alla porta principale della chiesa per ricevere il Vescovo. Il Parroco indossa: camice, stola (del colore del giorno); alla soglia della porta centrale (o eventualmente nella Chiesa stessa) il Parroco si rivolge ai fedeli, esortandoli ad accogliere con gioia il Vescovo:

P. Fratelli, accogliamo con gioia colui che viene nel nome del Signore; disponiamo la mente e il cuore a Cristo, Buon Pastore, che visita la nostra comunità per mezzo del nostro Vescovo Armando.

Quindi il Parroco si rivolge al Vescovo dicendo:P. Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Il Vescovo risponde:V. Benedetto il Signore Dio d’Israele che ha visitato e redento il suo popolo.

Al Vescovo viene presentato il Crocifisso e dopo averlo baciato dice:V. Di null’altro ci glorieremo se non della Croce del Signore nostro Gesù Cristo, il cui amore ci spinge al pensiero che egli è morto per tutti.

L’assemblea risponde:R/.Rendiamo grazie a Dio.

Page 33: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

33

Quindi il Parroco porge al Vescovo l’aspersorio dell’acqua benedetta con cui il Vescovo prima segna se stesso, dicendo:

V. Siano rese grazie a Dio che ci dona la gioia della sua presenza e benediciamolo per ogni beneficio.Diciamo insieme: Benedetto nei secoli, Signore.

R/.Benedetto nei secoli, Signore.V. Benedetto sei tu, Signore nostro Dio, che apri gli occhi ai ciechi e liberi i prigionieri.R/.Benedetto nei secoli, Signore.V. Benedetto sei tu, Signore nostro Dio, che sollevi gli umili e vesti gli ignudi. R/.Benedetto nei secoli, Signore.V. Benedetto sei tu, Signore nostro Dio, che dai vigore a chi è stanco e guidi con la tua parola i passi degli uomini.R/. Benedetto nei secoli, Signore.V. Benedetto sei tu, Signore Gesù Cristo, che ci doni il tuo Spirito per essere testimoni in mezzo agli uomini e per annunciare il tuo vangelo di pace.R/.Benedetto nei secoli, Signore.

Quindi il Vescovo asperge il popolo, procedendo verso il presbiterio. Il Vescovo e i sacerdoti, preceduti dai ministranti che portano la croce baciata dal Vescovo e i candelieri, si avviano verso il presbiterio mentre l’assemblea esegue un festoso canto di accoglienza (CE, n. 1180). Se opportuno, il Vescovo fa una breve sosta di silenziosa adorazione davanti all’altare del SS. Sacramento prima di recarsi nel presbiterio.

Segue la celebrazione di apertura della visita.

Si può pensare ad una celebrazione curata del Vespro o ad una celebrazione della Parola. Può anche essere la Celebrazione dell’Eucaristia. Questo dipende molto dalla programmazione pensata e curata nella zona e nelle singole parrocchie.

B. Celebrazione della Parola di DioIl celebrante indossa camice, stola del colore del giorno (o di colore bianco).Si scelgono dei canti adatti alle letture e al tema della convocazione come popolo di Dio.C=celebrante ; G=guida; L=lettore (lettori)

Canto iniziale (Invocazione dello Spirito Santo)C. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.R/.Amen.C. Il Signore, che viene a visitare e redimere il suo popolo, sia con tutti voi.R/.E con il tuo spirito.

Page 34: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

34

V. Fratelli, mentre Cristo viene a visitare il suo popolo, apriamo il nostro cuore al dono dello Spirito; chiediamogli di rendere forte la nostra fede e certa la nostra testimonianza. Imploriamo però anche la sua misericordia perché ci conceda di riconoscere bene le nostre debolezze e infedeltà.

L. Signore, tu sei il Buon Pastore che conosce ogni uomo, abbi pietà di noi quando non ascoltiamo la tua Parola e diventiamo pigri nel seguire la tua via.R. Cristo pietà. (ritornello cantato)

L. Cristo, tu non ci abbandoni davanti ai lupi, abbi pietà di noi quando siamo tentati dall’egoismo e ci scoraggiamo tra le difficoltà della vita.R. Signore Pietà. (ritornello cantato)

L. Signore, tu ci visiti sempre e specialmente i poveri, abbi pietà di noi quando non ci accorgiamo del prossimo e ci chiudiamo nelle nostre presunzioni.R. Signore Pietà. (ritornello cantato)

C. Preghiamo.

O Padre, che in Cristo tuo Figlio ci hai offerto il modello del vero Pastore che dà la vita per il suo gregge, fa’ che ascoltiamo sempre la sua voce e camminiamo lietamente sulle sue orme nella via della verità e dell’amore. Per Cristo nostro Signore.

Tutti seggono

Ascolto della Parola

Possibile schema:

Dal libro del profeta Ezechiele (34, 1-4.11-16.23-24.31)Segue il salmo responsoriale - Sal 79 R/. La tua visita, Signore, ci colma di gioia. (Si può sostituire anche con il canto del Salmo 22 “Il Signore è il mio pastore”)

Acclamazione al Vangelo: R/. Alleluia, alleluia. Io sono il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

R/. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (10, 11-18)

Segue l’omelia del celebrante che commenta le letture bibliche e richiama il significato della Visita Pastorale.

Canto

Page 35: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

35

Intercessioni

In piediC. Cristo continua ad essere il Buon Pastore che guida, protegge e ammaestra il suo gregge, la Chiesa. Rivolgiamo allo Spirito Santo la nostra preghiera e diciamo:R/. Santifica, Signore, la tua Chiesa.

L. Spirito Santo, in te siamo stati battezzati per formare un solo corpo: riunisci tutti i credenti nell’unità della tua Chiesa, perché il mondo creda in Gesù, mandato dal Padre, preghiamo.L. Spirito Santo, tu non ti stanchi di suscitare sempre nuove vocazioni per il ministero ordinato: illumina i pastori della Chiesa, perché ispirati da vera carità, conoscano ciascuna persona loro affidata e siano pronti a spendersi generosamente per il proprio gregge, preghiamo.

L. Spirito Santo, tu sei stato mandato dal Padre nel nome del Figlio: sostieni nella sua missione il nostro Vescovo Armando con il suo presbiterio, perché egli sia per la nostra comunità una guida sicura come padre, maestro e pastore, preghiamo.

L. Spirito Santo, tu distribuisci i doni per il bene della chiesa: fa’ che la diversità dei carismi e dei ministeri renda salda l’unità del Corpo intero e non sia motivo di gelosia o discordia, preghiamo.

L. Spirito Santo, tu regni dove trionfa la verità e l’amore, concedi alla nostra comunità parrocchiale di essere sempre in obbediente ascolto della Parola di Dio per educare persone libere e responsabili che sappiano essere testimoni del tuo amore, specialmente a servizio dei più piccoli e indifesi, preghiamo.

Padre nostro

Orazione conclusiva

C. Preghiamo.Accresci in noi, o Padre, con la potenza del tuo Spirito, la disponibilità ad accogliere il germe della tua Parola, perché essa fruttifichi in opere di giustizia e di pace e ci faccia crescere in comunione fraterna.Per Cristo nostro Signore.R/. Amen.

Benedizione

C. Il Signore sia con voi.R/. E con il tuo spirito.

C. Dio onnipotente e misericordioso, che viene a visitare il suo popolo nella pace, vi benedica e vi dia il dono della vera sapienza.R/.Amen.

C. Vi mostri la via della verità e dell’amore, perché possiate essere costruttori instancabili di fraternità e di comunione.R/.Amen.

Page 36: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

36

C. Vi illumini sempre con gli insegnamenti della sua Parola, perché possiate giungere saldi nella fede alla gioia della vita eterna.R/.Amen.

C. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.R/ Amen.

C. Andate in pace.R/.Rendiamo grazie a Dio.

Canto finale

Preghiera per gli incontri Pastorali durante la VisitaÈ opportuno che gli incontri con gli operatori pastorali (Consiglio Pastorale, Catechisti, gruppi…) siano introdotti da un breve momento di preghiera da costruire liberamente nelle singole parrocchie o nella zona.

Le altre liturgiePer quanto riguarda le altre liturgie, la zona pastorale e le singole parrocchie potranno provvedere tenendo conto del tempo liturgico e delle ragioni celebrative.

Page 37: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

37

Preghiera per la Visita Pastorale

Signore Gesù, tu sai che ognuno di noi, per primo, ha bisogno di conferma, di conforto, di incoraggiamento e di consolazione.Fa che abbandonandoci al tuo amoreci lasciamo confortare da te per poter, a nostra volta, confortare e consolare altri.

Tu che pazientemente ascolti, medichi, rianimi, riscaldi i cuori dei discepoli,insegnaci a contemplarti a lungo in preghiera e in adorazioneper diventare capaci di partecipare al tuo ministero di Buon Pastore.

Signore Gesù, tu ci tieni interamente nella tua mano.Senza la tua presenza e la tua tenerezzaci sentiremmo persi, in mezzo ad un universo sconosciuto,lanciati alla deriva tra i flutti di una esistenza cosparsa di imprevisti.Avremmo tutto da temere e l’avvenire sarebbe pieno di minacce e sgradite sorprese.Ma nella tua mano la nostra vita riposa fiduciosa.Ci lasciamo portare dalla tua mano amica e fraterna, ovunque ci condurrà.

Signore Gesù, riempi il nostro cuore di te!Fa che ci lasciamo avvincere e legare a te.Strappa dal nostro cuore le paure e le ossessioni e riempilo col Tuo Spirito Consolatore.Donaci la libertà di servirti con umiltà.Donaci il coraggio intrepido, che non indietreggi di fronte ad alcun ostacoloquando si tratta di fare il bene, di seguire la tua volontà.

O Maria, Tu che consolata hai consolato,donaci di confortare le molte afflizioni che incontriamo sul nostro camminoe che spesso possiamo medicare con parole puramente umane.

Donaci di confortare i tanti mali fisici della gente che continuamente ci sollecitae, ancora di più, le amare e segrete afflizioni interiori che appesantiscono il cammino di tanti uomini e di tante donne, dei giovani e degli adolescenti.

Sii presente ad ogni nostro passo per custodirci, come gioiosi discepoli, dietro Gesù, Buon samaritano dell’umanità, Pastore Bello e vero delle nostre vite, cammino sicuro per arrivare alla pienezza della luce e far crescere nella pace e nell’amore il Regno del nostro Padre Dio. Amen.

Page 38: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

38

Organigramma della parrocchia

PARROCO E VICARI PARROCCHIALI - DIACONI

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE (CPP) Statuto - Registro dei Verbali - Attuale Direttivo – Annotazioni

1 - è regolarmente costituito dal

2 - è composto da (n. persone)

3 - si riunisce con la frequenza di

4 - vengono redatti verbali

CONSIGLIO PARROCCHIALE AFFARI ECONOMICI (CPAE) Statuto - Registro dei Verbali - Annotazioni

5 - è regolarmente costituito dal

6 - si riunisce con la frequenza di

7 - prende, principalmente, decisioni su

MINISTERI ISTITUITI e quello straordinario per la Comunione agli ammalati(tipologia – numero e servizio svolto)

Page 39: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

39

Animazione pastorale

COMMISSIONI PARROCCHIALI: per ciascuna indicare il numero dei componenti, il responsabile, le attività specifiche: Catechesi - Liturgia - Caritas parrocchiale - Ragazzi - Giovani - Famiglia - Missioni - Vocazioni - Annotazioni

SERVIZI PASTORALI

A – Catechesi: Bambini - Ragazzi - Giovani - Adulti

8 - persone che complessivamente si dedicano alla catechesi

9 - itinerari di iniziazione cristiana per i più piccoli

10 - persone che si dedicano ai giovani

11 - c’è una catechesi per gli adulti / famiglie

B – Animazione Liturgica - Sante Messe domenicali e festive (Orari) - Confessioni- Sacramenti (Battesimo – Cresima – Liturgia Penitenziale comunitaria – Matrimoni - Esequie) - Liturgia delle Ore - Feste patronali - Ministranti - altro

12 - c’è un gruppo che si occupa della Liturgia

13 - l’attenzione alla Liturgia, come si esprime

C – Caritas Parrocchiale - Attività di animazione e di assistenza - Altre forme organizzate di attività caritative e di volontariato (denominazione, campo operativo, responsabile, numero componenti, …)

14 - c’è un gruppo Caritas parrocchiale

15 - ci sono altre attività/iniziative caritative

16 - persone complessivamente coinvolte

sui temi della carità

Page 40: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

40

D - Piccoli Gruppi, o Centri di ascolto - Quanti - Periodicità di incontro - Organizzazione (Moderatore – Coordinatore – Segretario) - Verbale – Annotazioni

MOMENTI SIGNIFICATIVI E RADICATI NELLA TRADIZIONE DELLA VITA PARROCCHIALE (assemblee parrocchiali, feste, incontri, momenti insieme, esercizi spirituali della comunità, ecc. …)

EVENTUALI INIZIATIVE INTERPARROCCHIALI

VITA CONSACRATA A. ISTITUTI E CASE RELIGIOSE Denominazione - Numero componenti - Attuale Superiore Attività apostoliche - Annotazioni B. ISTITUTI SECOLARI Denominazione - Numero componenti C. TERZ’ORDINE Denominazione - Numero componenti

AGGREGAZIONI ECCLESIALI DI LAICI (Associazioni, Gruppi, Movimenti, Confraternite ) Per ciascuna indicare il numero dei componenti, il responsabile, le attività specifiche

COMITATI Specificare il genere, il numero dei componenti, il direttivo, le attività specifiche - Annotazioni

AVVENIMENTI DI RILIEVO RISPETTO ALLE STRUTTURE PARROCCHIALI

Aggiornamenti, restauri, ampliamenti, nuovi locali...Acquisizioni – Donazioni… - Deperimenti - Furti

URGENZE DELLA PARROCCHIA

Segnalazioni di problematiche nuove o urgenti - Possibili soluzioni suggerite - Altro

Page 41: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

41

Indice

Che cos’ è la “Visita Pastorale”? pag. 3

Decreto di indizione della Visita Pastorale pag. 5

Convisitatori per la Visita Pastorale pag. 6

La Visita Pastorale alla luce dei documenti della Chiesa pag. 7

Il Magistero del Vescovo pag. 10

Le indicazioni dei consigli pag. 14

Brevi note metodologiche sui tempi

e modalità della Visita Pastorale pag. 17

Traccia per la verifica e il discernimento pag. 19

Anche la Zona pastorale si interroga pag. 28

Visita Pastorale: un’occasione di catechesi pag. 29

Indicazioni per la liturgia pag. 30

Preghiera per la Visita Pastorale pag. 37

Organigramma della parrocchia pag. 38

Page 42: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando
Page 43: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando
Page 44: Prima Visita Pastorale del vescovo Armando

Fano

FossombroneC

agli

Pergola