Preview Magazine #6 - Luglio/Agosto 2014 - Europa fai presto, il vicinato brucia

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EUROPA FAI PRESTO IL VICINATO BRUCIA www.rivistaeuropae.eu ARRIVEDERCI, LADY ASHTON —PAG. 12 FÜLE, ALLARGAMENTO 2.0 —PAG. 18 EUROPA, POTENZA POSTMODERNA —PAG. 16 MH17: STRAGE SENZA COLPEVOLI —PAG. 4 IL GIGANTE SILENZIOSO —PAG. 3

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Monthly magazine by Europae - Rivista di Affari Europei

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EUROPA FAI PRESTO IL VICINATO BRUCIA

www.rivistaeuropae.eu

ARRIVEDERCI,LADY ASHTON —PAG. 12

FÜLE, ALLARGAMENTO 2.0 —PAG. 18

EUROPA, POTENZA POSTMODERNA —PAG. 16

MH17: STRAGE SENZA COLPEVOLI —PAG. 4

IL GIGANTE SILENZIOSO—PAG. 3

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Editoriale ............................3

Ci eravamo tanto amati (?) ..........................6

Egitto, alleato prezioso .....7

Arrivederci, Lady Ashton ...................12

AAA: Alto Rappresentante cercasi ...........................14

Füle, 5 anni intensi ........18

Editoriale a matita ..........19

Agosto in agenda...........20

OSARE Europa ...............20

RIVISTA MENSILE (N. 6)

LUGLIO/AGOSTO 2014“Europa fai presto. Il vicinato brucia”

Europae - Rivista di Affari Europei

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Meridione di fuoco La nuova esplosione del conflitto israelo-palestinese è solo l’ultimo episodio di un’escalation di violenza che dalla Libia all’Iraq, passando per la Siria, infiamma il vicinato meridionale e mediorientale, con l’Ue incapace di sostituire gli USA come gendarmi dell’area

MH17: strage senza colpevoli L’abbattimento del Boeing della Malaysian Airlines sui cieli dell’Est dell’Ucraina ha riportato l’attenzione sul conflitto tra Kiev e i ribelli filorussi, che ora si rimpallano le responsabilità

e la paternità del missile Buk che pare aver abbattuto l’aereo.

Pubblicazione distribuita gratuitamente ai soci e ai sostenitori dell’Associazione Culturale OSARE Europa.

Silenziosa e invisibile, potenza postmoderna Di fronte ai vari focolai di crisi scoppiati ai suoi confini, l’UE continua a rimanere in stallo, bloccata dalle divisioni politiche interne ma anche da un modello di “potenza civile” che ormai pare insufficiente ad assicurare garanzie di sicurezza di fronte alle minacce del mondo multipolare

Libia, Ucraina, Palestina, Siria, Iraq: l’Europa avrà raggiunto la pace al suo interno, ma ai suoi confini soffiano venti di guerra. Un magazine dedicato ad analizzare i fronti di crisi e l’inerte risposta dell’Ue e dei suoi Paesi membri.

EUROPA, FAI PRESTO IL VICINATO BRUCIA

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INDICE

2 | LUG/AGO 2014 |

Page 3: Preview Magazine #6 - Luglio/Agosto 2014 - Europa fai presto, il vicinato brucia

SLa scelta di una nuova veste gra!ca per questa pubblicazione mensile coincise con l’ampliamento dell’o"erta

editoriale, passando dalla monogra!a ad un indice più vario e approfondito. I fatti che si avvicendano rapidamente ai con!ni d’Europa richiedono, almeno per questo numero, un ritorno alle origini, un momento di ri#essione esclusivamente dedicato al velo di violenza sceso sul vicinato europeo e mediorientale ed alle debolezze e reticenze della dimensione esterna dell’azione dell’Unione Europea. La risposta del Vecchio Continente all’escalation bellica che ha coinvolto in serie Siria, Ucraina, Libia, Palestina e Iraq deve infatti sollevare più di un ripensamento tanto sulle soluzioni contingenti ai con#itti che vanno via via ad emergere, quanto sull’immagine e sul ruolo che l’Europa ha inteso e intende costruirsi all’interno del panorama internazionale.

Se pure il balbettante Obama si è deciso ad autorizzare bombardamenti in Iraq per frenare l’avanzata dei fondamentalisti islamici, l’Europa sembra paurosamente regredita ad uno stato di inerzia e mutismo. Un’Europa frenata da interessi costituiti e velleità politiche nazionali che trova nell’appello al dialogo e nella condanna u$ciale comodi strumenti diplomatici per mascherare la propria inconcludenza. I vent’anni di politiche di incentivazione economica a favore dei Paesi con!nanti hanno determinato a consolidare la strada della condizionalità e del so! power civile come stella polare dell’azione esterna europea; una strada che, dagli anni dell’ultimo allargamento ad Est, ha perso progressivamente il suo fascino per i Paesi orientali e, nell’area del Mediterraneo, ha brutalmente fallito nel garantire la transizione democratica dopo la sparizione dei poteri che avevano pressato un vulcano di disagio sociale sotto un tappeto di apparente stabilità. Con la coscienza “torbida” per aver lasciato che le singole capitali coltivassero legami azzardati con vicini scomodi (la Russia di Putin, la Libia di Ghedda!, l’Egitto di Mubarak), oggi l’Ue recede dal suo obbligo di ergersi a garante della sicurezza almeno per i territori a sé più prossimi - il Mediterraneo,

l’Europa orientale e il Medioriente.Di fronte al riemergere di scenari di guerra ai propri con!ni, alla sfacciata manifestazione dell’hard power da parte di una potenza come la Russia, l’Europa si ritrova incapace di concepire a sua volta un utilizzo di strumenti strategici e militari in chiave deterrente. Per iniziare a mostrare i loro e"etti, le sanzioni alle entità russe coinvolte nel sostegno alla ribellione dell’Est Ucraina hanno dovuto attendere la morte di 300 innocenti passeggeri del Boeing malese.Anche l’interpretazione del concetto di interesse nazionale appare alquanto miope: l’unione energetica ha mosso i primi passi solo dopo l’illegale annessione della Crimea da parte della Russia mentre in materia di immigrazione si preferisce il rimpallo di responsabilità tra Stati senza immaginare un ruolo di stabilizzazione per l’Ue nella Libia massacrata dagli scontri tribali. Pavida e go"a, l’Europa che guarda in silenzio bruciare il suo vicinato ricorda tanto quella che si lasciò infettare dal virus della crisi !nanziaria. E, questa volta, non esiste un siero “Mario Draghi”.

Il gigante silenzioso

Concetto coniato

all’inizio degli

anni Novanta

dal politologo

statunitense Joseph

Nye utilizzato dalla

teoria delle relazioni

internazionali per

descrivere l’abilità

di un attore politico

di persuadere,

convincere, attrarre

e cooptare, tramite

risorse intangibili

quali cultura,

valori e istituzioni

della politica. Il

successo del soft

power dipende

dalla reputazione

che un attore ha

nella comunità

internazionale e

si contrappone

all’hard power con

il quale si esercita

un’influenza sui

comportamenti

altrui tramite il

potere militare

o sanzioni

economiche.

Soft Power

DALLA LIBIA ALL’UCRAINA, L’EUROPA È CIRCONDATA DA TEATRI DI GUERRA CUI ASSISTE IN ASSORDANTE SILENZIO. COLPA DI DIVISIONI POLITICHE MA ANCHE DI UNA PERDITA DI CONTATTO CON LA CAPACITÀ DI ANALISI E GLI STRUMENTI DI RISOLUZIONE DELLE CRISI

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EDITORIALE

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