Teoria Latino Preview
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7/23/2019 Teoria Latino Preview
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TAVOLE
MORFOLOGICHE
1 IL NOME:SOSTANTIVI E AGGETTIVI 2
Glossario 2
1.1 Prima declinazione: genitivosingolare -ae 3Particolarità 3
1.2 Seconda declinazione: genitivosingolare -i 3Sostantivi con il nominativo in -us 4
Sostantivi con il nominativo in -er 4
Sostantivi con il nominativo
in -um (neutri) 4Particolarità 5
1.3 Terza declinazione: genitivosingolare in -is 5I modello: temi in consonante(imparisillabi e falsi parisillabi) 6
II modello: temi in -î (parisillabie falsi imparisillabi) 6
Sostantivi neutri in -e , -al , -ar 7
Particolarità 7
1.4 Quarta declinazione: genitivosingolare in -us 8
1.5 Quinta declinazione: genitivosingolare in -ei 8
1.6 Aggettivi della prima classe 9 Aggettivi con il nominativo singolarein -us , -a , -um 9
Aggettivi con il nominativo singolarein -er , -a , -um 9
Aggettivi pronominali 10Dall’aggettivo all’avverbio 11
1.7 Aggettivi della seconda classe 11 Aggettivi con il nominativo singolarea due terminazioni 11 Aggettivi con il nominativo singolarea tre terminazioni 11 Aggettivi con il nominativo singolarea una terminazione 12Particolarità 12Dall’aggettivo all’avverbio 12
1.8 Comparativi e superlativi 12Comparativi e superlatividegli aggettivi 12Formazioni particolari 13Comparativi e superlativi degli avverbi 14
2 IL VERBO 15
Glossario 15
2.1 Verbi regolari attivi 19Prima coniugazione 19Seconda coniugazione 21Terza coniugazione 23Quarta coniugazione 25Verbi attivi a coniugazione mista(o verbi in -io) 27
2.2 Verbi regolari deponenti 30Prima coniugazione 30Seconda coniugazione 31Terza coniugazione 32Quarta coniugazione 33Verbi deponenti a coniugazione mista(o verbi in -ior ) 35Verbi semideponenti 36
2.3 Coniugazioni perifrastiche 37
Coniugazione perifrastica attiva 37Coniugazione perifrastica passiva 38
INDICE GENERALE
III
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INDICE GENERALE
IV
2.4 Verbi irregolari 39
Il verbo sum 39
I composti di sum 41
Il verbo possum 42
Il verbo fero 43Il verbo eo 45
I composti di eo 46
Il verbo fio 48
I verbi volo, nolo e malo 49
Verbi difettivi 51
Verbi impersonali 51
3 I PRONOMI 53
Caratteristiche generali 53
3.1 Pronomi personali 53
3.2 Pronomi e aggettivi possessivi 54
3.3 Pronomi e aggettivi determinativi 54
Is , ea , id 54
Idem e ipse 54
3.4 Pronomi e aggettivi dimostrativi 55
Hic , haec , hoc 55
Ille , illa , illud 56
Iste , ista , istud 56
3.5 Pronomi relativi 56
Qui , quae , quod 56
I relativi indefiniti 57
3.6 Pronomi e aggettivi interrogativied esclamativi 57
Quis? , quid? (pronome) e qui? , quae? ,quod? (aggettivo) 57
Uter? , utra? , utrum? (pronome e aggettivo) 58
3.7 Pronomi e aggettivi indefiniti 58
Quis e aliquis 58
Quisquam e ullus 59
Quidam 60
Quivis , quilîbet , quicumque , quisquis 60
Quisque e unusquisque 60
Uterque e neuter (indefiniti duali) 61
Nemo, nihil , nullus (indefiniti negativi) 62
Alius , alter , cetêri , relîqui 62
Totus , omnis , cunctus , universus 63
Plerïque 63
Tantus , tot , tam multi , talis 63
4 I NUMERALI 66
4.1 Declinazione di unus , duo ,tres , milia 66
5 GLI AVVERBI 67
5.1 Avverbi di modo 67
5.2 Avverbi di quantità 68
5.3 Avverbi di tempo 69
5.4 Avverbi di luogo 70
5.5 Avverbi affermativi, negativi,di dubbio 72
6 LE PREPOSIZIONI 73
6.1 Preposizioni con l’accusativo73
6.2 Preposizioni con l’ablativo 75
6.3 Preposizioni con l’accusativoe l’ablativo 76
7 LE CONGIUNZIONI 77
7.1 Congiunzioni coordinanti 77Copulative 77
Disgiuntive 78
Avversative 78Dichiarative 78
Conclusive 78
7.2 Congiunzioni subordinanti 79
8 LE INTERIEZIONI 81
8.1 Interiezioni proprie 81
8.2 Interiezioni improprie 81
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INDICE GENERALE
V
DAL LATINO
ALL’ITALIANO
Premessa: le modalità del passaggio 84
1 MUTAMENTI FONETICI 86
1.1 Vocalismo 86
1.2 Consonatismo 87
2 SOSTANTIVI E AGGETTIVI 89
2.1 Sostantivi della prima declinazione 89
2.2 Sostantivi della seconda declinazione 90
2.3 Sostantivi della terza declinazione 90
Sostantivi passati senza subirealcuna modificazione 90
Sostantivi passati con piccoli mutamentifonetici 91
Sostantivi latini divenuti nomitronchi italiani 91
Sostantivi latini sostituiti in italianoda altri termini 91
Sostantivi passati in italiano con diversosignificato 92
2.4 Sostantivi della quarta declinazione 92Sostantivi passati senza mutamentifonetici rilevanti 92
Sostantivi latini sostituiti in italianoda altri termini 92
Sostantivi passati in italiano con diversosignificato 93
2.5 Sostantivi della quinta declinazione 93Sostantivi passati senza mutamentifonetici rilevanti 93
Sostantivi passati con qualchemutamento fonetico 93
Sostantivi passati in italiano con diversosignificato 94
2.6 Parole italiane derivate da diminutivilatini 94
2.7 Aggettivi della prima classe 94 Aggettivi passati senza cambiamentifonetici di rilievo 95
Aggettivi scomparsi 95
2.8 Aggettivi della seconda classe 95I nomi dei mesi 96
2.9 Comparativi e superlativi 96
2.10 Tracce dei casi 97
3 PRONOMI 98
3.1 Pronomi personali 98
3.2 Pronomi e aggettivi possessivi 98
3.3 Pronomi e aggettivi determinativi 99
3.4 Pronomi e aggettivi dimostrativi 99
3.5 Pronomi relativi e interrogativi 100
3.6 Pronomi relativi e indefiniti 101
4 NUMERALI 102
4.1 I numeri 102
4.2 La misura del tempo 103
5 VERBI 104
5.1 La coniugazione verbale 104Da quattro a tre coniugazioni 104
Le desinenze personali 1055.2 La formazione dei tempi 105
Tempi dell’indicativo latino 105
Tempi del congiuntivo latino 105
Tempi dell’imperativo latino 106
Tempi dell’infinito latino 106
Tempi del participio latino 106
5.3 I verbi deponenti 106
6 AVVERBI, PREPOSIZIONIE CONGIUNZIONI 108
6.1 Avverbi 108 Avverbi di modo 108
Avverbi di quantità 108
Avverbi di luogo 108
Avverbi di tempo 109
6.2 Preposizioni 110
6.3 Congiunzioni 111
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TAVOLE
MORFOLOGICHE
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Glossario
Il caso, marcato con apposite desinenze, indica la funzione logico-sintattica (sogget-to, oggetto ecc.) che il nome assume nella proposizione. In latino i casi sono sei
(nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, ablativo) e ciascuno raggrup-pa diverse funzioni sintattiche attorno a un’idea fondamentale (v. tabella nel vol. 1 a pag. 75). Nella fase più antica della lingua esisteva anche un settimo caso, il locativo, di cui rimangono
tracce significative. Alcuni casi, come il nominativo e il vocativo, esprimono una sola funzione, gli altri possono,
invece, esprimerne diverse. In particolare l’accusativo e l’ablativo ne esprimono moltissime,precisate spesso da preposizioni.
Serie delle diverse forme che un nome o un pronome assumono a seconda del casoche esprimono. Le declinazioni del nome in latino sono cinque e si distinguonoempiricamente dalla terminazione del genitivo singolare che si trova sempre registra-ta sul vocabolario accanto al nominativo: -ae per la prima declinazione, -i per la seconda, -is per la terza, -us per la quarta, -ei per la quinta.
Un nome in latino può essere maschile, femminile o neutro. Alcuni sostantivi che indicano esseri animati possono essere sia maschili sia femminili, ad
esempio sacerdos («sacerdote»/ «sacerdotessa») e numerosi nomi di animali come vulpes («volpe»), pavo («pavone») ecc.
Sono maschili i nomi dei fiumi e dei venti (es. Padus «il Po», Zephirus «lo Zeffiro»). Sono femminili i nomi delle piante, mentre sono neutri i nomi dei frutti: ad esempio malus
(«il melo») è femminile, mentre malum («la mela») è neutro. Sono neutri i nomi dei metalli (es. aurum «l’oro»), gli aggettivi usati come sostantivi astratti(es. verum «la verità», propriamente «il vero») e gli infiniti usati come sostantivi (es. legêre «illeggere»).
I numeri sono, come in italiano, due: singolare e plurale. Alcuni sostantivi si trovano usati solo al plurale e per questo sono detti pluralia tantum (cioè
«solo plurali»): ad esempio divitiae «ricchezza», Syracusae «Siracusa». Talvolta il sostantivo cambia significato a seconda del numero: ad esempio fortuna al sin-
golare significa «sorte», «fortuna», al plurale ( fortunae ) significa invece «beni», «mezzi»,«patrimonio».
Traccia di un numero «duale», ben presente in diverse lingue indoeuropee, è rimasta sol-tanto nei numerali duo («due») e ambo («entrambi»).
Numero
Genere
Declinazione
Caso
IL NOME: SOSTANTIVI
E AGGETTIVI1
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Tema della declinazione è quanto rimane di un nome una volta tolte le terminazioni. Il tema della declinazione non coincide con il tema radicale di cui parla la grammatica sto-
rica e che si ottiene togliendo la desinenza (non la terminazione) del genitivo plurale. Ai finididattici quello che ci interessa è il tema della declinazione, al quale vengono di volta in volteaggiunte le terminazioni.
È la parte terminale della parola che varia a seconda del numero e del caso. È costituita dalla «desinenza» e dalla «vocale tematica», elementi spesso difficilmente distinguibili.
1.1 Prima declinazione: genitivo singolare -ae
Comprende sostantivi maschili e femminili. La terminazione del nominativo singo-lare è sempre -â.
Il locativo ha la terminazione -ae , uguale a quella del genitivo singolare, ed esprime lostato in luogo con i nomi di città e di piccola isola singolari (es. Romae = «a Roma»).
Particolarità
• Il sostantivo familia presenta al genitivo singolare l’antica terminazione -as nella espressione formulare pater e mater familias.
• Specie negli scrittori arcaici è facile trovare il genitivo singolare con la terminazione-äi , anziché -ae (es. patriäi = patriae ).• In nomi di origine greca e in poesia è facile trovare il genitivo plurale in -um, anzi-ché in -arum (es. amphôrum anziché amphorarum).
• Il dativo e l’ablativo plurale di dea e filia presentano la terminazione -abus , anzi-ché in -is , in alcune espressioni formulari come deis et deabus , filiis et filiabus per dif-ferenziarsi dai corrispondenti nomi maschili della seconda declinazione che al dativoe ablativo plurale presentano la terminazione -is .
1.2 Seconda declinazione: genitivo singolare -i
Comprende sostantivi maschili, femminili e neutri. La terminazione del nominativo
singolare varia a seconda del genere: i maschili escono in -us o in -er , i femminili in-us e i neutri in -um.
rosa, rosae, f., rosa agricôla, agricôlae, m., contadino
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo ros â ros ae agricol â agricol aegenitivo ros ae ros ärum agricol ae agricol ärumdativo ros ae ros is agricol ae agricol isaccusativo ros am ros as agricol am agricol asvocativo ros â ros ae agricol â agricol aeablativo ros ä ros is agricol ä agricol is
Terminazione
e desinenza
Tema
TAVOLE MORFOLOGICHE1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI
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Sostantivi con il nominativo in -us
I nomi in -us sono tutti maschili ad eccezione dei nomi di pianta (es. pinus ), di isola (es.Delus ) e di regione (es. Aegyptus ) che sono femminili. Sono neutri pelâgus («mare»), virus («veleno») e vulgus («volgo») di uso piuttosto raro.
I sostantivi in -ius , come filius , hanno generalmente la doppia i al genitivo singolare ( fil ii ) eal dativo/ablativo plurale ( fil iis). Sempre contratte sono invece le forme dei nomi in -aius e-eius (es. Pompeius , gen. Pompe i ).
I nomi propri in -ius e il sostantivo filius presentano il vocativo singolare in -i (es. Pompei , fili ). Il sostantivo locus presenta al plurale due diverse forme: una maschile, loci , che indica i «passi»
di un libro, l’altra di genere neutro, loca , che indica invece i «luoghi» in senso geografico.
Sostantivi con il nominativo in -er
I nomi in -er sono tutti maschili. Alcuni nomi in -er , come puer , pueri , conservano la e del nominativo per tutta la declina-
zione, altri, come magister , magistri , invece, la perdono.
Sostantivi con il nominativo in -um (neutri)
I sostantivi in -ium, come consilium, hanno generalmente la doppia -i al genitivo singolare(consil ii ) e al dativo e ablativo plurale (consil iis).
donum, doni , n., dono
CASO SINGOLARE PLURALE
nominativo donum donagenitivo doni donörumdativo dono donisaccusativo donum donavocativo donum donaablativo dono donis
puer , pueri , m., bambino, ragazzo magister , magistri , m., maestro
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo puer puer i magister magistr i
genitivo puer i puer örum magistr i magistr örumdativo puer o puer is magistr o magistr isaccusativo puer um puer os magistr um magistr osvocativo puer puer i magister magistr i ablativo puer o puer is magistr o magistr is
amicus, amici , m., amico fagus, i , f., faggio
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo amic us amic i fag us fag i genitivo amic i amic örum fag i fag orumdativo amic o amic is fag o fag isaccusativo amic um amic os fag um fag osvocativo amic e amic i fag e fag i ablativo amic o amic is fag o fag is
TAVOLE MORFOLOGICHE1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI
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Particolarità
• Il locativo, sia per i nomi maschili e femminili sia per i neutri, ha la terminazione-i (la stessa del genitivo singolare) ed esprime lo stato in luogo con i nomi di città edi piccola isola (es. Deli «a Delo», Mediolani «a Milano»).
• Il genitivo plurale, specie in poesia o in espressioni formulari, presenta talvolta la terminazione -um anziché -orum (es. praefectus fabrum «capo dei genieri»).• Ecco la declinazione completa di vir , viri («marito», «uomo grande», «eroe»),unico sostantivo con il nominativo singolare in -ir , e di deus , dei («dio»), che presenta alcune forme particolari.
1.3 Terza declinazione: genitivo singolarein -is
Comprende la maggior parte dei sostantivi latini maschili, femminili e neutri. Ilnominativo singolare presenta grande varietà di terminazioni.La declinazione avviene sulla base di tre diversi modelli che differiscono fra loro perle terminazioni dell’ablativo singolare (-e/-i ), del genitivo plurale (-um/-ium) e delnominativo/accusativo plurale neutro (-a/-ia ).
• I modello: comprende nomi con il tema in consonante, empiricamente ricono-scibili perché sono generalmente imparisillabi, presentano cioè al genitivo singolareuna sillaba in più rispetto al nominativo: es. consul , consûlis («console»); corpus , corpôris («corpo»); homo, homînis («uomo»). Si declinano secondo il I modello anche i falsi
parisillabi, cioè alcuni sostantivi che, pur essendo formalmente parisillabi, presenta-no tuttavia il tema in consonante, come pater , patris («padre») e mater , matris («madre»).
• II modello: comprende nomi con il tema in -î , empiricamente riconoscibili per-ché sono generalmente parisillabi, presentano cioè lo stesso numero di sillabe alnominativo e al genitivo singolari, come civis , civis (= «cittadino») e ignis , ignis («fuoco»). Si declinano secondo questo modello anche i falsi imparisillabi, cioèalcuni sostantivi che, pur essendo formalmente imparisillabi, presentano tuttavia iltema in -î , come mons , montis («monte»).
• III modello: comprende pochi sostantivi neutri che escono al nominativo singo-lare in -e , -al , -ar .
vir , viri , m., uomo, marito deus, dei , m., dio
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo vir vir i de us de i , d ii , d i genitivo vir i vir örum de i de örum, de umdativo vir o vir is de o de is, di is, d isaccusativo vir um vir os de um de osvocativo vir vir i (de us, div e ) de i , d ii , d i ablativo vir o vir is de o de is, di is, d is
TAVOLE MORFOLOGICHE1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI
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I modello: temi in consonante (imparisillabi e falsi parisillabi)
Fra i «falsi parisillabi» più comuni: pater , patris «padre»; mater , matris «madre»; frater , fratris «fratello»; iuvenis , iuvenis «giovane»; senex senis «vecchio»; canis , canis «cane».
II modello: temi in -î (parisillabi e falsi imparisillabi)
I sostantivi neutri sono pochissimi e sono tutti falsi imparisillabi come os , ossis , «osso» e cor ,cordis , «cuore».
civis, civis, m., cittadino mons, montis, m., monte(parisillabo) (falso imparisillabo)
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo civi s civ es mons mont esgenitivo civ is civ îum mont is mont iumdativo civ i civ îbus mont i mont îbusaccusativo civ em civ es mont em mont esvocativo civi s civ es mons mont esablativo civ e civ îbus mont e mont îbus
• ablativo singolare: -ê • genitivo plurale: -ium• nominativo, accusativo, vocativo neutro plurale: -a
flumen, flumînis, n., fiume mater , matris, f., madre(imparisillabo) (falso parisillabo)
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo flumen flumîna mater matr esgenitivo flumînis flumînum matr is matr umdativo flumîni fluminîbus matr i matr îbusaccusativo flumen flumîna matr em matr esvocativo flumen flumîna mater matr es
ablativo flumîne fluminîbus matr e matr îbus
consul , consûlis, m., console lex , legis, f. , legge(imparisillabo) (imparisillabo)
CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE
nominativo consul consûl es lex leg esgenitivo consûl is consûl um leg is leg umdativo consûl i consulî bus leg i leg îbusaccusativo consûl em consûl es leg em leg esvocativo consul consûl es lex leg esablativo consûl e consul îbus leg e leg îbus
• ablativo singolare: -ê • genitivo plurale: -um• nominativo, accusativo, vocativo neutro plurale: -a
TAVOLE MORFOLOGICHE1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI
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Il sistema verbale latino comprende, come quello italiano, verbi attivi che, se transi-tivi, possono avere oltre alla forma attiva anche quella passiva, e verbi deponenti(una categoria inesistente nel sistema verbale italiano) che hanno forma attiva ma significato passivo o medio-riflessivo.
Glossario
I verbi latini regolari, sia attivi sia deponenti, si raggruppano in quattro coniuga-zioni (più una «mista») che si distinguono in base alla terminazione dell’infinitopresente. Rimangono fuori da questa classificazione alcuni verbi detti genericamenteirregolari o anomali (come, ad esempio, il verbo sum).Ecco le terminazioni dell’infinito presente che consentono di individuare con esat-tezza a quale coniugazione appartiene un verbo:
Presentano una coniugazione mista , conforme in alcune voci alla terza e in altre alla quarta coniugazione, alcuni verbi attivi che presentano la 1a persona dell’indicativo presente in -ioe l’infinito presente in -êre (es. facio/ facêre ) e alcuni deponenti in -ior con infinito in -i (es. patior/ pati ).
Si tratta di verbi di forma passiva ma di significato attivo o medio-riflessivo(v. «Forma e diatesi»). Possono essere sia transitivi, come hortor , che significa «io esorto»,sia intransitivi, come proficiscor , che significa «io parto». Naturalmente un deponen-te transitivo non ammette la trasformazione dall’attivo al passivo. Alcuni verbi sono detti semideponenti poiché hanno forma attiva nei tempi del sistema del
presente e forma passiva in quelli del sistema del perfetto.
Nella coniugazione dei modi finiti le desinenze indicano le sei persone (tre singolarie tre plurali) e la forma attiva o passiva .Nella forma attiva sono identiche per tutti i tempi del modo indicativo e congiuntivo,con l’eccezione dell’indicativo perfetto che ha desinenze proprie. Nella forma passiva
sono identiche per tutti i tempi del sistema del presente dei modi indicativo e con-giuntivo. Presentano desinenze particolari i tempi dell’imperativo.
Desinenzepersonali
Deponenti
CONIUG. VERBI ATTIVI VERBI DEPONENTI
I -äre (es. laud äre, amäre) -äri (es. hort äri , imit äri )II -ëre (es. monëre, vid ëre) -ëri (es. mer ëri , pollic ëri )III -êre (es. leg êre, vinc êre) -i (es. loqui , nasc i )IV -ïre (aud ïre, punïre) -ïri (es. larg ïri , bland ïri )
Coniugazioniverbali
IL VERBO
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La desinenza della 1a persona singolare attiva è -o in alcuni casi (ad esempio al presente indi-cativo) e -m in altri (ad esempio al presente congiuntivo).
Le desinenze -ërunt , -ëre della 3a persona plurale del perfetto indicativo attivo e le desinenze-ris , -re della 2a persona singolare dell’indicativo/congiuntivo di forma passiva erano alter-native: nelle opere degli scrittori si trovano documentate entrambe.
Come in italiano un verbo transitivo può presentarsi alla forma attiva o passiva . C’è
invece con l’italiano una radicale differenza per quanto riguarda la formazione delpassivo: in italiano si forma con il participio perfetto + il verbo «essere»; in latino,invece, nei tempi del sistema del presente, si forma in modo organico, cioè con ter-minazioni particolari (laudor «io sono lodato»).Non va confusa la forma del verbo con la sua diàtesi, che indica il tipo di partecipa-zione del soggetto all’azione verbale. Un verbo può avere diàtesi attiva, coincidente conla forma attiva (tranne che per i verbi deponenti e pochi altri), diàtesi passiva, coinci-dente con la forma passiva (tranne che per i verbi deponenti e pochi altri) e diatesimedio-riflessiva generalmente espressa con la forma passiva, corrispondente alla nostra coniugazione pronominale, (ad es. moveor «mi muovo», queror «io mi lamento).
Come in italiano, anche il verbo latino può essere transitivo o intransitivo. Molti verbi, come peraltro avviene in italiano, non sono transitivi o intransitivi «per natura»
ma ammettono sia un uso transitivo sia un uso intransitivo. Ad esempio il latino lego, comel’italiano «leggo», è usato in funzione transitiva nella espressione lego librum («io leggo unlibro») e in funzione intransitiva nella frase lego in horto («io leggo in giardino»).
Sono modi finiti l’indicativo, il congiuntivo e l’imperativo (rispetto all’italianomanca il condizionale); sono modi indefiniti o nomi verbali l’infinito, il participio,il gerundio, il gerundivo e il supino.Ecco una tabella di corrispondenza fra latino e italiano:
• I tempi del modo indicativo in latino sono 6 mentre in italiano sono 8: il perfettolatino può, infatti, corrispondere a tre diversi tempi italiani.
Modi e tempi
Generedel verbo
Formae diàtesi
PERSONA IMPERATIVO PRESENTE IMPERATIVO FUTURO
ATTIVO PASSIVO ATTIVO PASSIVO
1a sing. – – – –2a sing. tema puro -re -to -tor
3a sing. – – -to -tor
1a plur. – – – –2a plur. -te -mîni -töte –3a plur. – – -nto -ntor
PERSONA INDICATIVO E CONGIUNTIVO INDICATIVO PERFETTO
ATTIVO PASSIVO ATTIVO
1a sing. -o, -m -or , -r -i
2a sing. -s -ris , -re -ïsti
3a
sing. -t -tur -it 1a plur. -mus -mur -îmus
2a plur. -tis -mîni -ïstis
3a plur. -nt -ntur -ërunt , -ëre
TAVOLE MORFOLOGICHE2. IL VERBO
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• I tempi del congiuntivo sono 4, come in italiano. Imperfetto e piuccheperfettosvolgono anche le funzioni del condizionale italiano.
•I tempi dell’imperativo sono due: rispetto all’italiano c’è anche un imperativo futuro.
• I tempi dell’infinito sono 3: rispetto all’italiano c’è anche l’infinito futuro.
• I tempi del participio sono tre: rispetto all’italiano c’è anche il participio futuro.
• Gerundio, gerundivo e supino non possiedono tempi.
LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO
presente presente
perfetto passato
futuro –
LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO
presente presente
perfetto passatofuturo –
LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO
presente presente
futuro –
LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO
presente congiuntivo presente
imperfetto congiuntivo imperfettocondizionale presente
perfetto congiuntivo passato
piuccheperfetto congiuntivo trapassatocondizionale passato
LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO
presente presente
imperfetto imperfetto
futuro semplice futuro sempliceperfetto passato prossimo
passato remototrapassato remoto
piuccheperfetto trapassato prossimo
futuro anteriore futuro anteriore
TAVOLE MORFOLOGICHE2. IL VERBO
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Sequenza delle forme fondamentali di un verbo dalle quali si ricavano i temi verbali.Il paradigma di un verbo attivo è costituito dalla 1a e 2a persona dell’indicativo pre-sente, dalla 1a persona dell’indicativo perfetto, dal supino attivo e dall’infinito pre-sente.Il paradigma di un verbo deponente è costituito dalla 1a e 2a persona dell’indicativopresente, dalla 1a persona dell’indicativo perfetto, dall’infinito presente.
Nei modi finiti il verbo si flette con terminazioni che marcano la persona (1a , 2a e3a ) e il numero (singolare/plurale). La voce verbale, inoltre, può anche presentarsialla forma impersonale.
Un verbo attivo presenta 3 temi verbali: il tema del presente (si ottiene togliendo la terminazione dell’infinito presente), del perfetto (si ottiene togliendo la terminazione-i della 1a persona dell’indicativo perfetto) e del supino (si ottiene togliendo la ter-minazione -um dal supino attivo). Ciascuno dei tre temi è all’origine di un «sistema»
di tempi:
Le tre forme dalle quali si ricavano i tre temi verbali sono registrate nel paradigma.
Un verbo deponente ha due temi verbali, quello del presente (si ottiene togliendole terminazioni dell’infinito presente) e quello del supino (si ottiene togliendo la ter-minazione -us al participio perfetto). Manca il tema del perfetto perché i tempi delsistema del perfetto si formano tutti in modo perifrastico. Il sistema del presente e delsupino sono del tutto analoghi a quelli dei verbi attivi.Le due forme dalle quali si ricavano i due temi verbali sono registrate nel paradigma.
Unite ai temi verbali, costituiscono la parte terminale delle varie voci. Nella termi-nazione si fondono insieme, in modo non sempre facilmente riconoscibile, la vocaletematica tipica di ogni coniugazione, i morfemi temporali che caratterizzano i varitempi, le desinenze.
È la vocale posta fra il tema verbale e gli altri elementi della terminazione. Ogniconiugazione ha una vocale tematica che la caratterizza.
CONIUG. VOCALE ESEMPIO
TEMATICA
I -ä laud a s , «tu lodi»; laud ä bam, «tu lodavi»; laud ä rem, «io loderei»
II -ë mones , «tu ammonisci»; monë bas , «tu ammonivi; monë res , «tu ammoniresti»
III ê/î/ô leg i s , «tu leggi»; leg ê rem, «io leggerei»; leg u nt (<legônt), «essi leggono»
IV ï/iê/iô aud i s , «tu ascolti»; aud iebam, «io ascoltavo»; aud iu nt (< audiônt ), «essi ascoltano»
Vocaletematica
Terminazioni
SISTEMA indicativo presente, imperfetto, futuro sempliceDEL PRESENTE congiuntivo presente e imperfetto, imperativo presente e futuro,
infinito presente, participio presente, gerundio e gerundivo
SISTEMA indicativo perfetto, piuccheperfetto e futuro anterioreDEL PERFETTO congiuntivo perfetto e piuccheperfetto, infinito perfetto
SISTEMA DEL SUPINO supino attivo e passivo, participio perfetto e futuro
Temi verbalie sistemadei tempi
Personae numero
Paradigmadel verbo
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2.1 Verbi regolari attivi
Prima coniugazioneParadigma: laudo, as , laudävi , laudätum, laudäre , lodare
Modi finiti
FORMA ATTIVA FORMA PASSIVA
INDICATIVO
PRESENTE PERFETTO PRESENTE PERFETTO
(io lodo) (io lodai, ho lodato, (io sono lodato) (io fui, sono stato,ebbi lodato) fui stato lodato)
laud o laudäv i laud or laudät us , a , um sum
laud as laudav ïsti laud äris (-äre) es
laud at laudäv it laud ätur est
laud ämus laudav îmus laud ämur laudät i , ae, a sumus
laud ätis laudav ïstis laud amîni estis
laud ant laudav ërunt (-ëre) laud äntur sunt
IMPERFETTO PIUCCHEPERFETTO IMPERFETTO PIUCCHEPERFETTO
(io lodavo) (io avevo lodato) (io ero lodato) (io ero stato lodato)
laud äbam laudav êram laud äbar laudät us , a , um eram
laud äbas laudav êras laud abäris (-abäre) eras
laud äbat laudav êrat laud abätur erat
laud abämus laudav erämus laud abämur laudät i , ae, a erämus
laud abätis laudav erätis laud abamîni erätis
laud äbant laudav êrant laud abäntur erant
FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE
(io loderò) (io avrò lodato) (io sarò lodato) (io sarò stato lodato)
laud äbo laudav êro laud äbor laudät us , a , um ero
laud äbis laudav êris laud abêris (-abêre) eris
laud äbit laudav êrit laud abîtur erit
laud abîmus laudav erîmus laud abîmur laudät i , ae, a erîmus
laud abîtis laudav erîtis laud abimîni erîtis
laud äbunt laudav êrint laud abüntur erunt
Avvertenza per la traduzione delle voci verbali
La traduzione delle voci verbali è quella convenzionale, con una importante eccezione: non vieneproposta alcuna traduzione per l’infinito futuro poiché tale voce, oltre a non essere presentenel sistema verbale italiano, non ammette alcuna traduzione plausibile al di fuori della proposi-zione infinitiva.
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DAL LATINO
ALL’ITALIANO
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Buona parte del lessico della lingua italiana deriva da quello latino, con trasforma-zioni, più o meno marcate, sia fonetiche (che interessano, cioè, la forma della parola)sia semantiche (che riguardano il significato). Il patrimonio lessicale latino ci è per-venuto in due modi:– per tradizione diretta, quando il termine è sempre stato in uso nel linguaggio comune;
– per via dotta, quando un termine è stato recepito nel linguaggio letterario o neilinguaggi settoriali.
Nel primo caso il termine ha subito trasformazioni fonetiche e semantiche anchenotevoli, nel secondo ha invece mantenuto quasi integralmente il suo aspetto origi-nario. In molti casi la stessa parola latina è stata trasmessa sia per via popolare sia pervia dotta, dando origine dunque a due diverse parole italiane (allòtropi): così adesempio, in bocca al popolo il sostantivo causa divenne rapidamente «cosa», ma giu-risti e filosofi continuarono a discutere di «cause».Ecco alcuni altri esempi di allotropi: la prima parola di ogni coppia è quella di origi-ne popolare, la seconda è quella di origine dotta.
aia enfiagione spazzarearia inflationem spatiare
area inflazione spaziare
cerchio intero stagionecirculus integrum stationem
circolo integro stazione
chiamare parola teglia clamare parabola tegula
acclamare parabola tegola
freddo rione vergogna frigidus regionem verecundia
frigido regione verecondia
Talvolta da una stessa parola latina sono derivati un sostantivo e un aggettivo per viediverse: l’uno rivela un’origine popolare, l’altro colta.
PREMESSA:
LE MODALITÀ DEL PASSAGGIO
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È ad esempio il caso di magister da cui derivano sia il sostantivo «maestro» sia l’ag-gettivo «magistrale». Ecco qualche altro esempio:
bagno vescovo chiesa balneum episcopus ecclesia
balneare episcopale ecclesiastico
chiostro ghiaccio luogoclaustrum glacies locus
claustrale glaciale locale
moglie prete sposomulier presbyter sponsus
muliebre presbitério sponsàli
DAL LATINO ALL’ITALIANOPREMESSA: LE MODALITÀ DEL PASSAGGIO
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MUTAMENTI FONETICI
1Come si è detto, nel passaggio dal latino all’italiano, soprattutto quando è avvenuto pertradizione diretta, si sono verificati numerosi mutamenti fonetici. Ecco i principali.
1.1 VocalismoFenomeno di portata rivoluzionaria fu il progressivo passaggio – a partire dal II seco-lo d.C. – dal sistema quantitativo, fondato sull’opposizione vocale breve/ vocalelunga, al sistema qualitativo, fondato invece sulla differenza di timbro della vocale.Questo fatto comportò che le vocali lunghe furono pronunciate chiuse, le vocalibrevi invece furono pronunciate aperte. Tale mutamento è alla base del sistema fonetico italiano, che risulta così determinato per le sillabe toniche:
In sillaba aperta ê , ô toniche si dittongano rispettivamente in ie e uo.Come si vede dallo specchietto, in italiano non esistono solo cinque vocali, ma sette(benché la grafia non le distingua tutte), avendo valore fonematico l’opposizione fra é/ è e fra ó/ ò, come si può notare dagli esempi:
ésse (pronome) / èsse (lettera dell’alfabeto)légge (sostantivo) / lègge (voce verbale)v ólto (sostantivo) / v òlto (voce verbale)bótte (recipiente) / bòtte (colpi)
Ecco alcuni esempi di evoluzione fonetica: si badi che i nomi italiani derivano nor-malmente dalla forma dell’accusativo singolare latino, che terminava in -m. Talesuono, molto debole già nel latino classico, scomparve del tutto in età più tarda.
f ï lu(m) > f ilo v ö ce(m) > v óce f î de(m) > f éde s ô lu(m) > suolo f ê rru(m) > f èrro f û rnu(m) > f órno pê de(m) > piede mü ru(m) > muro
In sillaba atona (e in fine di parola) le vocali tendono ad assimilarsi:
Latino ï î ë ê ä â ô ö û ü
Italiano i e a o u (o)
Latino ï î ë ê ä â ô ö û ü
Italiano i é è a ò ó u
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DAL LATINO ALL’ITALIANO1. MUTAMENTI FONETICI
lupï > lupi disc î pûlu(m) > discépolo fîd ë le(m) > fedéle fr ü mentu(m) > frumento
Le vocali atone, in certe posizioni, tendono a scomparire (sincope), determinandoalterazioni consonantiche secondarie.
dómî na > domna > donna óc û lu(m) > oclu(m) > occhiocál î du(m) > caldu(m) > caldociv i táte(m) > cittade > città
I dittonghi si riducono:– au > o: es. l au de(m) > lòde– ae > e: es. c aelu(m) > cièlo (ë da ae si confonde con ê dando è o -ie)– oe > e: es. poena(m) > péna
1.2 Consonatismo
Uno dei principali fenomeni connessi all’evoluzione dal latino all’italiano è costituitodalla formazione di suoni palatali, che non esistevano nel latino classico:
1) l’affricata palatale sonora (suono della g in «gelo») è l’esito di:– g (velare) + e, i : es. g eneru(m) (pronuncia classica ghenerum) > genero;– i semiconsonantica: es. iam > già; ma i ore(m) > ma ggiore;– di + vocale: es. podiu (m) > poggio; di urnum > giorno;
2) l’affricata palatale sorda (suono della c di «cena») è l’esito di:– c (velare) + e, i : es. de ce(m) (pronuncia classica dekem) > dieci;– si + vocale: es. ba siu (m) > ba cio;
3) la sibilante palatale sorda (suono della sc di «scena») è l’esito di sc + e, i : es.de sc endêre (pron. class. deskendere ) > discendere;
4) l’affricata dentale sorda (suono della z di «azione») è l’esito di: ti + vocale: es. gra-tia(m) > gra zia;
5) la nasale palatale (gn) e la laterale (gl) sono rispettivamente l’esito di:– ni + vocale: es. scri niu (m) > scrigno;
– li + vocale: es. fi liu (m) > figlio.I gruppi consonante + l sviluppano una i semiconsonantica:– cl > chi: es. cl amare > chiamare– fl > fi: es. fl ore(m) > fi ore – gl > ghi: es. glï ru(m) > ghiro– pl > pi: es. pl uvia(m) > pioggia
Soprattutto nell’Italia settentrionale le sorde intervocaliche o seguite da r si sonoriz-zano (lenizione):es. a c u(m) > ago; stra t a(m) > stra da; a c re(m) > a gro.
La b intervocalica passa a v e la g intervocalica cade:es. fa ba(m) > fa v a; e g o > eo > io.
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DAL LATINO ALL’ITALIANO1. MUTAMENTI FONETICI
Nel gruppo ns la n cade (già nel latino classico), nel gruppo rs la r si assimila:es. më nse(m) > mése; pê rsica(m) > pessîca(m) > pèsca.
I nessi:– bt , ct , pt si assimilano in tt : es. obt inëre > ott enere; ô ct o > òtt o; a pt u(m) > a tt o;
– mn si assimila in nn: es. autumnu(m) > autunno;– ps, x si assimilano in ss: es. scri psit > scrisse; sa x u(m) > sa sso.
La ex- iniziale perde la e (afèresi) e la x si palatalizza: es. e x amen > sciame («esame»è voce dotta!).Le consonanti finali di parola cadono (la -m già era debolissima in età classica), tranneche nei monosillabi:es. vêni t > viene; corpus > corpo; cum > con
Talora si verificano fenomeni di rafforzamento consonantico:es. a qua(m) > a cqua; vë nit > (egli) venne
In sillabe consecutive r e n si differenziano (dissimilazione): es. a r bôre(m) > a lbero;Bononia > Bologna
Nel latino parlato si determinano vari casi di spostamento d’accento rispetto al latinoclassico, con importanti ripercussioni sull’esito italiano:es. fil ìôlu(m) > fili ô ´ lu(m), figliuòlo, figliòlo.