Presentazione standard di PowerPoint - Home | … G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale Le...
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Paolo Depaoli Supporti alle lezioni basate sul capitolo 8 del testo «La
progettazione organizzativa»
(a cura di Franco Isotta)
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Ricordiamo vantaggi e svantaggi della forma funzionale burocratica
Vantaggi • Specializzazione • Efficienza • Sviluppo di codici di
comunicazione specializzati intrafunzione
• Più manager rispetto a forme semplici > minor sovraccarico del vertice
• Possibilità elevate di regolazione e controllo del personale (standardizzazione)
Svantaggi • Comportamenti orientati al
perseguimento di obiettivi parziali • Perdita di controllo: informazioni
meno accurate e complete che si perdono nel passaggio tra livelli gerarchici
• Sovraccarico della direzione generale (conoscenze inadeguate del vertice, decisioni strategiche indebolite dall’operatività)
• Difficoltà di coordinamento tra funzioni (silo, camini)
Adeguata in ambiente stabile, con strategie di leadership di costo e strategie di non diversificazione
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Ricordiamo la rappresentazione di Mintzberg della specializzazione verticale
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Decentramento
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Da ‘pianificazione & controllo’ a ‘regia, stimolo e consulenza’
Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale
Le forme divisionali
La soluzione divisionale nasce come risposta organizzativa ai limiti della forma funzionale burocratica nella gestione delle strategie di diversificazione della produzione e di crescita dimensionale; a maggior ragione se in ambiente dinamico.
La diversificazione crea problemi di direzione, coordinamento e controllo che la forma funzionale burocratica non può risolvere o può risolvere solo parzialmente.
Viene introdotta nel 1921 dalla Du Pont e poi adottata dalla General Motors e da altre grandi imprese.
Principali caratteristiche: • La specializzazione degli organi di primo
livello (le divisioni) in base all’output (prodotto, area geografica, mercato)
• Indipendenza delle divisioni • Attribuzione alle divisioni delle
responsabilità di profitto
Divisioni ≈ «quasi imprese» Soluzione divisionale +/- un ‘cappello’ sovrapposto a forme funzionali burocratiche
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La forma divisionale (a)
Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale, fig. p. 166 6
La forma divisionale (esempio)
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Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale
La forma divisionale (esempio)
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Caratteristiche
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Esempio di de/accentramento decisionale
10 Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale
Un approfondimento sulla responsabilità di profitto (1/2)
Regolazione dei trasferimenti interni • Costo per chi riceve, ricavo per chi cede • Come quantificare tale costo • Relazione libera o obbligata (vedi slide ‘forma
divisionale (b)’) tra divisioni
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Scelta dell’indicatore di profitto (questo rende possibile il confronto tra divisioni): alcuni tengono conto del capitale impiegato per produrre il profitto (es. ROI) altri no
Nel valutare il responsabile della divisione si tratta di stabilire quale peso abbiano gli obiettivi di profitto rispetto agli altri.
Un approfondimento sulla responsabilità di profitto (2/2)
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La forma divisionale: vantaggi e svantaggi
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Vantaggi • Gestione delle dimensioni rilevanti e della diversificazione(scomposizione
interna della complessità) «piccolo nel grande» • + posizioni con risultati globali e maggiore visibilità del contributo delle
parti • + coordinamento rispetto a forma funzionale a parità di condizioni • + efficace ed efficiente allocazione delle risorse (specie finanziarie)
sono ‘quasi mercati’ • Sviluppo imprenditività rispetto a specialismo • Minori volumi di informazioni per canale, minori livelli gerarchici, minor
peso dei sotto-obiettivi + comunicazione e razionalità
Svantaggi • Inefficienze e perdita di specializzazione • Conflittualità elevata • Costi di agenzia elevati • Orientamento al breve termine • «Patologia del guscio vuoto» sovradiversificazione
Ruolo del «cappello»
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Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale
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Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale
Evoluzione e crisi
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Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale
Ricordate Williamson?! Forme di governo delle transazioni
(i) Forme di organizzazione interna; (ii) forme intermedie o miste tra mercato e gerarchia; (iii) il clan
(gerarchia)
La forma a matrice (esempio)
18 Rebora G., (2001), Manuale di Organizzazione Aziendale, fig. p. 163
La forma a matrice
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Viene introdotta negli anni ’60, si sviluppa negli anni ’70 (Es Caterpillar, Texas Instruments) e subisce critiche a partire dagli anni ’80.
DEF. «La forma a matrice si caratterizza per l’adozione simultanea (e non su livelli gerarchici diversi) di due (o anche più) criteri di specializzazione e per il collegamento a ciascuno di tali criteri di una linea di autorità gerarchica, con la conseguente rinuncia esplicita al tradizionale principio dell’unità del comando.» (p. 268)
Forma a matrice
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Influenza funzionale e del prodotto
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Caratteristiche della forma a matrice
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Vantaggi e svantaggi della forma a matrice input-output
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Vantaggi • Specializzazione ed efficienza (f. funz. burocratica) e coordinamento
rispetto agli output (f. divisionale) • Flessibilità e adattamento (circolazione info e coinvolgimento minore
dell’alta direzione) • Motivazione delle persone raccordo tra contributo specialistico e
risultato
Svantaggi • Problemi di bilanciamento di potere • Inasprimento della conflittualità oltre la soglia della tonicità • Tensioni di ruolo • Costi di coordinamento (vedi punti precedenti) e incremento delle
retribuzioni
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Forma a matrice: esempio delle problematiche
IMP. : The matrix guardian (custode della matrice)
Le forme per progetto
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DEF.: il progetto può essere definito come «una combinazione di risorse umane e non, riunite in un’organizzazione temporanea, per realizzare un output unico con risorse limitate» (p. 273)
Caratteristiche • Unicità dell’output e della realizzazione • Temporaneità pianificata • Finalizzazione chiara ed esplicita • Incertezza: differenza tra le informazioni necessarie e quelle disponibili ex
ante • Multidisciplinarietà integrata • Rilevanza elevata rispetto alle strategie dell’impresa
Il cambiamento organizzativo può essere gestito in un modo specifico con un’organizzazione diversa da quella esistente (es. Centro di Competenze della divisione finanza del quale abbiamo parlato)
Forme diverse di organizzare i progetti
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Nuove forme organizzative - fenomeni che le originano e caratteristiche
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Fenomeni economici • Competizione sia a livello internazionale che locale • Differenziazione e dinamismo delle esigenze dei consumatori
flessibilità, efficienza, rapidità di azione
Evoluzione tecnologica • ICT attenuazione dei vincoli di tempo, luogo, attori
Ipercompetizione da economia fisica ad una ad alta intensità di informazioni
Caratteristiche • Riduzione dei livelli gerarchici • Scomposizione in unità relativamente
autonome • Ampio ricorso a meccanismi di coordinamento • Crucialità della gestione del personale • Importanza delle relazioni interorganizzative
fondate sulla collaborazione: boundary spanning unit (interno-esterno); risorse critiche in eccesso
Cambiamenti in: • Struttura • Processi • Confini
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Forma N – armonizzare la rete interna e quella esterna
Importanza di una PO che si estenda ai rapporti inter-organizzativi
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Approccio combinativo
30 p. 467
FINE DELLA LEZIONE SULLE FORME ORGNIZZATIVE
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