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Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Scienze Motorie Sport e Salute
Presidente Prof. Claudio Macchi
CHI E QUANTI SONO
GLI ANZIANI ?
?…..
94 anni
MARATONA DI LONDRA IN 10
ORE A 100 ANNIPierre Jean “Buster” Martin, il maratoneta più vecchio della storia, spentosi all’età di 104 anni.
Andato in pensione a 97 anni, si fece riassumere dalla compagnia Mullins per un lavoro part time
Attività fisica promozione DELLA SALUTE
salvaguardia dell’autosufficienza.
QUANTI SONO GLI
ANZIANI
ultraottantenni (dati
riferiti all’anno 2009)
Italia 3% Mondo 1%
P. in via di sviluppo 0,6%
P.sviluppati 2.5% Svezia 4.5%
Toscana 4.3%
Firenze 5.9%
CHI SONO
GLI ANZIANI
Età biologica
Età anagrafica
ANZIANI > 65 aa
(OMS)
Soggetti Disabili
La pratica dell’attività fisica può essere intesa in modi diversi, anche
in relazione alla cultura dei popoli; per questo motivo è importante
stabilire un significato da attribuire ad alcuni termini spesso
ricorrenti ma spesso usati anche in modo improprio
Attività fisica o motoria: qualsiasi movimento prodotto per azione muscolare che comporti un aumento del
dispendio energetico;
Esercizio: sequenza motoria ripetitiva e finalizzata;
Forma fisica (fitness): capacità/abilità di un individuo di svolgere/sostenere attività fisica ad un livello da
moderato a vigoroso senza affaticamento;
Wellness: il termine nasce come l’insieme di "well being" e “fitness”. Il suo vero significato rimane tuttavia un
mistero fra i maggiormente insoluti nel campo del benessere. A noi piace la definizione di benessere fisico e
psichico anche in relazione alla promozione della salute (miglioramento dello stato di salute).
Prestazione: rendimento, risultato dell’attività sportiva o motoria in senso lato.
Sportdall’inglese Sport (Sec. XIX°) derivato dal Francese antico “Desport”, diporto, ovvero
svago, divertimento. Può definirsi come l’insieme delle attività fisiche (esercizi, giochi,
gare) esercitate individualmente o in gruppo di solito con spirito agonistico talora con
intenti ricreativi. L’aspetto ricreativo può riguardare coloro che praticano lo sport, o più
spesso, il pubblico di appassionati che assiste alle competizioni
I PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO
Sovraccarico
Per creare un condizionamento il carico dell’esercizio, deve essere maggiore di quello che l'organismo è abituato
a sostenere normalmente, deve essere quindi un sovraccarico. Il carico allenante deve essere quantificato non in
termini assoluti (carico esterno: es. peso sollevato, velocità e distanza percorse), ma in termini relativi, cioè deve
essere espresso come percentuale del carico massimale sostenibile da un determinato soggetto per un
determinato tipo di esercizio o di attività (carico interno). Col migliorare delle capacità fisiche aumenta il carico
massimo sostenibile; perché lo stimolo allenante continui a produrre un sovraccarico, è necessaria una progressione
del carico; il carico allenante deve essere tale da garantire un mantenimento.
Specificità
Il condizionamento è specifico per sistema energetico prevalentemente sviluppato; gruppo muscolare; gesto
effettuato. Quindi:
• 1) esercizi che sfruttano un sistema energetico migliorano selettivamente quel sistema energetico: es.
esercizi di potenza esplosiva come i salti migliorano selettivamente il sistema ATP-PC, mentre attività
aerobiche migliorano selettivamente la capacità aerobica l’allenamento;
• 2) esercizi di potenziamento che impegnano un determinato gruppo muscolare aumentano la massa, la
forza e la resistenza alla fatica solo del gruppo muscolare esercitato e non di altri gruppi;
• 3) per ottenere il miglioramento di un particolare gesto atletico o quotidiano è necessario non solo
migliorare la flessibilità, la forza e la resistenza muscolare nel distretto interessato, ma anche allenarsi nella
ripetizione del gesto specifico (coordinazione neuromotoria).
Reversibilità
Il disallenamento comporta una perdita dei benefici acquisiti, con velocità variabile individualmente e per i
diversi parametri (VO2 max, enzimi muscolari etc.). Nell’adulto la perdita inizia 3-7 giorni dopo la cessazione
dell’attività, con ritorno ai livelli di partenza in circa 4-8 settimane; con l’avanzare dell’età la velocità di perdita
aumenta.
Sulla base della intensità e della durata del gesto, le attività
motorie possono essere classificate in relazione al metabolismo
energetico prevalentemente coinvolto
Attività prevalentemente anaerobiche alattacide, gesto da poche
frazioni di secondo a pochi secondi attività di potenza
esplosivasollevamento pesi,salti,lanci,tuffi;
Attività prevalentemente anaerobiche lattacide, gesto da pochi
secondi a circa 5 minuti attività di velocità n. corsa, ciclismo,
nuoto etc. 1) anarobiche "pure" tra 20 e 45 secondi, 2) impegno
aerobico-anaerobico massivo tra 45 secondi e 5 minuti;
Attività prevalentemente aerobiche, durata superiore a 5 minuti e
intensità sottomassimale attività di resistenza (maratona,
mezzofondo, sci di fondo, danza aerobica, ma anche cammino, il
nuoto, bicicletta a velocità ridotta o moderata, cardiofitness (anche
con macchinari)
(Astrand e Rodhal, 1977; ACSM, 1991 Mitchell et al., 1994)
Le attività possono anche essere classificate
sulla base della quantità di consumo
energetico che richiedono
MET = consumo di O2 nell'unità di tempo legato al metabolismo
basale.
Negli esseri umani 1 MET=3,6 mLO2/kg min.
1 MET corrisponde a 38-40 Kcal x m2 di superficie corporea/ora
L'equazione che consente di passare da una unità di misura
all'altra è la seguente: 1LO2/min=5kcal
Intensità dell’Esercizio Fisico
Intensità Assoluta
AHA Statement for Exercise and physical activity in the prevention and treatment of atherosclerotic cardiovascular disease. Circulation 2003
dispendio energetico durante
l'esercizio fisico, di solito
espresso in MET
Intensità Relativapotenza aerobica utilizzata
durante l'esercizio fisico,
espressa come percentuale del
VO2max
Moderata: 40-60% of VO2max = 4-6 METs
Vigorosa: >60% of VO2max > 6 METs
LEGGERA O LIEVEconsumo O2 fino a 3 volte quello
del MB; Kcal/h 200-250
MET 3-4
MODERATAconsumo O2 fino a 6 volte quello del
MB; Kcal/h 300-350
MET 5-6
PESANTE O INTENSAconsumo di O2 oltre 8 volte quello
del MB; Kcal/h 400-500
MET 7-8
Cammino lento (3 Km/ora) Cammino veloce (5-6 Km/ora) Cammino/Corsa (8-9 km/ora)
Bicicletta (7-8 Km/ora) Bicicletta ( 10 -12 Km/ora) Bicicletta (15-20 Km/ora)
Lavori domestici ordinari Pulire vetri e pavimenti a fondo Spostare mobili
Potatura siepi con cesoie Potatura siepi con macchine Sollevare/ Spostare grossi pesi
Esercizi aerobici da seduti Ginnastica ritmica Nuoto
Stretching Sollevare/trasportare piccoli pesi Tennis
Pesca con la canna Ping-Pong Canottaggio
Golf Nuoto (galleggiare, spostamenti) Scavare, zappare
Tiro con l’arco Remare lentamente Camminare in salita
QUAL’E’ IL RAPPORTO TRA GLI
ITALIANI
E L’ATTIVITA’ FISICA E SPORTIVA?
Prevalenza dell’Attività Fisico - Sportiva
nella popolazione italiana adulta
SportiviAttiviSedentari
11%28%
61%Oltre 65 aa
90% sedentari
2%
8%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Intense Moderate Light Absent
Males (n=367) Females (n=565)
5.3%
L'attività fisica per il tempo liberoProgetto Nutrizione (n=932)
14.7% 13.6%
6.7%
21.5%
50.2%55.4%
32.6%
Sofi et al, Eur J Clin Nutr 2005; Nutr Metab Cardiovasc Dis 2006
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Heavy manual Manual Standing Sedentary
Males (n=367) Females (n=565)
1.2%2.7%
27.5%
14.2%18.5%
51.3%
59.8%
24.8%
Attività Fisica Della Attività Lavorativa Progetto Nutrizione (n=932)
Sofi et al, Eur J Clin Nutr 2005; Nutr Metab Cardiovasc Dis 2006
DOBBIAMO ANCORA LAVORARE
MOLTO per PROMUOVERE L’ATTIVITA’ FISICA
ATTIVITA’ FISICA
E PREVENZIONE
L’ATTIVITA’ FISICA E’ INDICATA
PER MIGLIORARE LE CAPACITA’
RESPIRATORIE
volumi polmonari.
assunzione massima di O2
(dal 14% al 30%).
potenza aerobica (dal 10 al
20% dopo 18 mesi).
variazioni della potenza
aerobica con l’avanzare
dell’età
L’ATTIVITA’ FISICA E’ INDICATA PER
MIGLIORARE LE PERFORMANCES
CARDIOVASCOLARI
Miglioramento della funzione diastolica del VS
Aumento della capacità aerobica massima (fino
al 20-30%) per Contrattilità cardiaca,
vascolarizzazione mm e > funzione enzimi
ossidativi.
Aumento della funzione
sistolica del ventricolo sinistro
Aumento della gettata e della frequenza
cardiaca massima:
Esercizi Lievi attività simpatica FC
esercizi più intensi attività simpatica
catecolamine, FC, contrattilità cardiaca.
L’ATTIVITA’ FISICA E’ INDICATA
PER MIGLIORARE LE
PERFORMANCES DELL’ APPARATO
MUSCOLARE
massa muscolare (ipertrofia delle miofibrille;
capacità ossidative fibre rapide)
forza muscolare massa e resistenza m.
resistenza muscolare alla fatica
potenza muscolare
rallentamento della sarcopenia
FORZA
MUSCOLAREn° totale fibre m (A)/ sup. m. (B) ed età.
massa m. (da 30 a 50 aa. -10%).
(Da Lexell, J. et al.: «J. Neurol. Sci.»,
84:275, 1988).
Aumento della forza
nell’anziano
(ipertrofia sia delle
fibre lente che rapide)
Frontera WR et al., J Appl Physiol,1988
INDICAZIONI PARTICOLARI ALL’ATTIVITA’ FISICA
NELL’ANZIANO
DIABETE IPERTENSIONE
SENSIBILITA’ ccmm ALL’INSULINA
Capacità di legame Recettori MC
Trasporto Glucosio transmembrana
Glicemia
ATTENZIONE ALL’IPOGLICEMIA
ANZIANI ATTIVI:
< INCIDENZA DI DIABETEAttività Aerobica miglior correlazione
ATTENZIONE
NEL D. T. I° non controllato
glicemia, FFA,CCH (gluconeogenesi,
Glicogenolisi, utilizzazione glucosio)
ESERCIZIO AEROBICO
LIEVE-MODERATO
RP (NO endoteliale)
Catecolamine
Att. Simpatica
Volemia (renina Fna)
i soggetti non sedentari hanno una
densità ossea mediamente superiore ai
soggetti sedentariIl tasso di formazione dell’osso aumenta con il carico ciclico (il cammino o la
corsa; esercizi di contrazione concentrica e rilassamento) ed è correlato sia al
numero dei cicli di carico che alla forza applicata.
Come per la forza muscolare, il beneficio ottenuto sulla densità ossea con i
programmi di attività fisica è reversibile se l’attività viene interrotta o rallentata.
OSSO E ATTIVITA’ FISICA
Programmi di esercizio aerobico
Allenamento della forza
1
2
CHI CI DICE CHE L’ATTIVITA’ FISICA
FA BENE?
PHYSICAL ACTIVITY AS AN INDEX
OF HEART ATTACK RISK IN
COLLEGE ALUMNIRALPH S. PAFFENBARGER JR.,
ALVIN L. WING and
ROBERT T. HYDE
University of California School of Public Health Berkeley, CA and Harvard University
School of Public Health Boston, MA
Am J Epidemiol. 1978 Sep;108(3):161-75.
Attività Fisica
1. RR di morte per tutte le cause anche nei soggetti più
anziani
2. mortalità per cardiopatia ischemica
3. effetti direttamente proporzionali all’entità dell’esercizio
fisico
4. come soggetti che iniziavano a praticare attività fisica
regolare in età adulta o avanzata avevano una mortalità
simile ai soggetti che erano stati attivi
5. come soggetti attivi divenuti sedentari tendevano ad avere
un rischio di decesso simile ai soggetti che erano sempre
stati sedentari
Paffenbarger
Physical activity at work and cardiovascular disease risk: results from the
MONICA Augsburg study
Stender M, Hense HW, Döring A, Keil U.
Int J Epidemiol. 1993 Aug;22(4):644-50
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In the MONICA Augsburg study the relationship between physical activity at work,
cardiovascular risk factors, incidence of fatal and non-fatal myocardial infarction (MI)
and total mortality was investigated in employed men. The MONICA Augsburg baseline
survey of 1984/85 was designed as a cross-sectional study with follow-up. Physical
activity was determined in 45-64 year old men by interview (n = 1074, 83.6%) and by a
7-day activity diary (n = 797, 62.0%). Employed men were categorized into an active
versus inactive group based on interview data on physical activity at work (PAW)
which had been validated against the 7-day activity diary. When stratified by PAW, age-
adjusted means of diastolic (DBP) and systolic blood pressure (SBP) and total-cholesterol
(T-C) were lower and the age-adjusted mean of HDL-cholesterol (HDL-C) was higher in
active than in inactive men. A linear regression model controlling for age, body mass
index, alcohol consumption, smoking, and heart rate confirmed this relationship for
physical activity at work; regression coefficients: DBP: beta = -2.38 (95% confidence
interval [CI] : -3.85(-)-0.91); SBP: beta = -2.87 (95% CI : -5.22(-)-0.52); T-C: beta = -
2.80 (95% CI : -9.31-3.71); HDL-C: beta = 3.48 (95% CI : 1.28-5.79). Survey
participants were followed-up for a period of 5.8 years. The incidence density (per 1000
person-years) of fatal plus non-fatal MI was 6.8 for active men versus 5.9 for inactive
men; the incidence density for total mortality was 11.2 versus 5.9, respectively
1
Exercise type and intensity in relation to coronary heart disease in men.Tanasescu M, Leitzmann MF, Rimm EB, Willett WC, Stampfer MJ, Hu FB.
JAMA. 2002 Oct 23-30;288(16):1994-2000.
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CONTEXT: Studies have shown an inverse relationship between exercise and risk of coronary heart disease (CHD), but data on
type and intensity are sparse.
OBJECTIVE: To assess the amount, type, and intensity of physical activity in relation to risk of CHD among men.
DESIGN, SETTING, AND PARTICIPANTS: A cohort of 44 452 US men enrolled in the Health Professionals' Follow-up Study,
followed up at 2-year intervals from 1986 through January 31, 1998, to assess potential CHD risk factors, identify newly
diagnosed cases of CHD, and assess levels of leisure-time physical activity.
MAIN OUTCOME MEASURE: Incident nonfatal myocardial infarction or fatal CHD occurring during the follow-up period.
RESULTS: During 475 755 person-years, we documented 1700 new cases of CHD. Total physical activity, running, weight
training, and rowing were each inversely associated with risk of CHD. The RRs (95% confidence intervals [CIs])
corresponding to quintiles of metabolic equivalent tasks (METs) for total physical activity adjusted for age, smoking, and
other cardiovascular risk factors were 1.0, 0.90 (0.78-1.04), 0.87 (0.75-1.00), 0.83 (0.71-0.96), and 0.70 (0.59-0.82) (P<.001
for trend). Men who ran for an hour or more per week had a 42% risk reduction (RR, 0.58; 95% CI, 0.44-0.77) compared
with men who did not run (P<.001 for trend). Men who trained with weights for 30 minutes or more per week had a 23%
risk reduction (RR, 0.77; 95% CI, 0.61-0.98) compared with men who did not train with weights (P =.03 for trend). Rowing
for 1 hour or more per week was associated with an 18% risk reduction (RR, 0.82; 05% CI, 0.68-0.99). Average exercise
intensity was associated with reduced CHD risk independent of the total volume of physical activity. The RRs (95% CIs)
corresponding to moderate (4-6 METs) and high (6-12 METs) activity intensities were 0.94 (0.83-1.04) and 0.83 (0.72-
0.97) compared with low activity intensity (<4 METs) (P =.02 for trend). A half-hour per day or more of brisk walking was
associated with an 18% risk reduction (RR, 0.82; 95% CI, 0.67-1.00). Walking pace was associated with reduced CHD
risk independent of the number of walking hours.
CONCLUSIONS: Total physical activity, running, weight training, and walking were each associated with reduced CHD risk.
Average exercise intensity was associated with reduced risk independent of the number of MET-hours spent in
physical activity
• NEI CORRIDORI LA MAGGIORE PROTEZIONE (-42%)
2
Physical activity and coronary event incidence in Northern Ireland and
France: the Prospective Epidemiological Study of Myocardial
Infarction (PRIME).Wagner A, Simon C, Evans A, Ferrières J, Montaye M, Ducimetière P, Arveiler D.
Circulation. 2002 May 14;105(19):2247-52.
• ___________________________________________________________________________________________________
• BACKGROUND: The influence of physical activity on the incidence of angina pectoris and hard
coronary events (myocardial infarction and coronary deaths) was examined in Northern Ireland and France
at contrasting risk for coronary heart disease (CHD) and with different physical activity patterns.
• METHODS AND RESULTS: Participants of the Prospective Epidemiological Study of Myocardial
Infarction (PRIME) (n=9758; age, 50 to 59 years), free of CHD at baseline, were followed up for 5 years:
167 hard CHD and 154 angina events were recorded. Net energy expenditure (EE) as the result of physical
activity was assessed by means of the MONICA Optional Study of Physical Activity Questionnaire
(MOSPA-Q). Leisure-time physical activity EE was calculated; subjects were also categorized as to
whether they performed high-intensity leisure-time activities or walked or cycled to work. After
multivariate adjustment, leisure-time physical activity EE was associated with a lower risk of hard CHD
events (P<0.04), whereas walking or cycling to work was not independently related to hard CHD events.
No interaction by country was found. The beneficial effect of leisure-time physical activity was also
present among subjects who did not report high-intensity activities (P<0.04), with similar results in
France and Northern Ireland. In contrast, an increasing level of leisure-time physical activity was associated
with a higher risk of angina in both countries.CONCLUSIONS: These data indicate a beneficial effect of
leisure-time physical activity EE on hard CHD incidence in middle-aged men, which could partly explain
the unfavorable rate of CHD in Northern Ireland. The higher level of leisure-time activities in France
could, in part, explain its lower rate of CHD
• SOGG. SANI: AP+IMA+MORTE CORONARICA DECESSO MAGGIORE PROTEZIONE NELLE
ATTIVITA’ DEL TEMPO LIBERO MA NON AD ALTA INTENSITA’IN TUTTI I PAESI
3
Heavy physical activity: risk or protective factor for cardiovascular
disease? A life course perspective
Raum E, Rothenbacher D, Ziegler H, Brenner H.
Ann Epidemiol. 2007 Jun;17(6):417-24. Epub 2007 Mar 28
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• PURPOSE: The objective of this analysis was to examine the impact of lifetime physical
activity (PA) on major cardiovascular disease.
• METHODS: At the baseline examination of the ESTHER study, a cohort study with
9953 participants, ages 50-74 years, with a lifetime history of PA and a physician-
diagnosed myocardial infarction or stroke (major cardiovascular events, MCVE) were
documented. The average number of hours per week of light and heavy PA
(occupational and leisure time) between 20 and 50 years of age were calculated, and
their association with the occurrence of MCVE after the age of 50 years was assessed by
multiple logistic regression controlling for age, sex, smoking, body mass index, and
education.RESULTS: A total of 569 study participants (6.1%) experienced a MCVE.
Participants with no heavy PA at all or >or=40 hours per week had an increased risk for
MCVE compared with study participants with PA up to 7 hours per week (odds ratios,
95% confidence intervals: 1.65, 1.10-2.46, and 1.69, 1.17-2.45, respectively).
• CONCLUSIONS: Both absence and (typically occupation related) excess of heavy PA
during adulthood seem to increase the risk of MCVE. Health effects of heavy PA are
likely to be a matter of type and of dose.
• EVENTI CV MAGGIORI = MAGGIOR RISCHIO SIA X ASSENZA CHE PER ECCESSO
4
• .
Exercise and acute cardiovascular events placing the risks into
perspective: a scientific statement from the American Heart
Association Council on Nutrition, Physical Activity, and Metabolism
and the Council on Clinical Cardiology
Thompson PD et al
Circulation. 2007 May 1;115(17):2358-68
_____________________________________________________________________________________________________
• Habitual physical activity reduces coronary heart disease events, but vigorous activity can also
acutely and transiently increase the risk of sudden cardiac death and acute myocardial infarction in
susceptible persons. This scientific statement discusses the potential cardiovascular complications of
exercise, their pathological substrate, and their incidence and suggests strategies to reduce these
complications. Exercise-associated acute cardiac events generally occur in individuals with structural
cardiac disease. Hereditary or congenital cardiovascular abnormalities are predominantly responsible for
cardiac events among young individuals, whereas atherosclerotic disease is primarily responsible for these
events in adults. The absolute rate of exercise-related sudden cardiac death varies with the prevalence of
disease in the study population. The incidence of both acute myocardial infarction and sudden death is
greatest in the habitually least physically active individuals. No strategies have been adequately studied to
evaluate their ability to reduce exercise-related acute cardiovascular events. Maintaining physical fitness
through regular physical activity may help to reduce events because a disproportionate number of events
occur in least physically active subjects performing unaccustomed physical activity. Other strategies, such
as screening patients before participation in exercise, excluding high-risk patients from certain activities,
promptly evaluating possible prodromal symptoms, training fitness personnel for emergencies, and
encouraging patients to avoid high-risk activities, appear prudent but have not been systematically
evaluated.
• AF ABITUALE PROTEGGE AF VIGOROSA > RISCHIO DI IMA E M.IMPROVVISA IN SOGG
PREDISPOSTI
5
Physical activity, the Framingham risk score and risk of coronary heart
disease in men and women of the EPIC-Norfolk study
Arsenault BJ et al.
Atherosclerosis. 2010 Mar;209(1):261-5. Epub 2009 Aug 31
_______________________________________________________________________________
OBJECTIVE: Test the hypothesis that considering leisure-time and work-related physical
activity habits in addition to the Framingham risk score (FRS) would result into better
classification of coronary heart disease (CHD) risk than FRS alone.
METHODS: Prospective, population-based study of 9564 men and 12165 women aged 45-79
years followed for an average of 11.4 years. A modified FRS which takes into account
physical activity (evaluated using a validated lifestyle questionnaire taking into account
leisure-time and work-related physical activity) was computed.
RESULTS: During follow-up, 2191 CHD events occurred. Among 3369 men who were
classified as intermediate risk (event rate of 12.4%) according to the FRS, 413 were
reclassified into the low-risk category and 279 were reclassified into the high-risk
category after modification of the FRS. After reclassification of these men, CHD event rate
was of 5.3% and 18.6%, respectively for men classified at low and high CHD risk. Among
4766 women initially classified as intermediate risk (event rate of 8.4%), 1282 were
reclassified into the low-risk category whereas 1071 women were reclassified into the
high-risk category. After reclassification of these women, CHD event rate was of 6.8% and
12.2%, respectively for women classified at low and high CHD risk.
CONCLUSIONS: Results of the present study suggest that asking simple questions about leisure-
time and work-related physical activity which can be rapidly obtained by any physician at no
cost could be helpful in the estimation of patients' CHD risk
6
Modifiable risk factors for MI in 52 countries (the INTERHEART study: a case-control study
43210
Current smoking
Yusuf et al. Lancet, 2004
Odds ratio (99% CI)
Cases: 15,152; Controls: 14,820
Diabetes
Hypertension
Abdominal obesity
Fruits and vegetables
Exercise
Alcohol
ApoB/ApoA1 ratio 3.85 (3.23-4.38)
0.65 (0.32-0.85)
0.55 (0.39-0.83)
0.60 (0.45-0.80)
2.20 (1.95-2.40)
2.60 (2.15-2.95)
3.60 (3.15-5.18)
3.01 (2.36-3.43)
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
Hy pertension COPD Diabetes Smoking BMI Cholesterol
>8 METs (n=2743) 5-8 METs (n=1885) <5 METs (n=1585)
Rischio relativo di morte per qualsiasi causa, in riferimento
all'attività fisica
Myers et al. NEJM 2002
I soggetti con livelli di esercizio inferiore hanno un aumentato rischio di morte per
qualsiasi causa
Attività Fisica e Prevenzione Secondaria Della Malattia
Vascolare Aterosclerotica
Una meta-analisi che ha incluso 8.440 pazienti, la maggior
parte dei quali aveva una storia di precedente IMA, bypass,
angioplastica coronarica o di angina pectoris stabile, ha
dimostrato che il solo esercizio fisico è in grado di:
ridurre la mortalità cardiaca totale del 26%
ridurre la mortalità da malattia coronarica nel 28%
Jolliffe et al., Cochrane Database Syst Rev 2001
Benefici della Attività Fisica Regolare
Almeno 30 minuti di moderata attività fisica, ad esempio, camminata
veloce x 3-4 vv alla settimana
1) riduce il rischio di morte prematura per disturbi cardiaci o ictus
2) riduce il rischio di sviluppare malattie cardiache o cancro al
colon fino al 50%
3) riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo II del 50%
4) aiuta a prevenire / ridurre l'ipertensione
5) aiuta a prevenire / ridurre l'osteoporosi
6) promuove il benessere psicologico, riduce stress, ansia e
depressione
7) aiuta a prevenire o controllare comportamenti a rischio, come
tabacco, alcool, dieta scorretta
8) aiuta a controllare il peso e a ridurre il rischio di diventare
obesi
WHO, Global strategy on diet, physical activity and health 2002
Attività Fisica e Riduzione dei Fattori di Rischio r
Cardiovascolari
1) aiuta a controllare / abbassare la pressione sanguigna
2) aiuta a controllare / abbassare l’insulino-resistenza e
l’intolleranza al glucosio
3) riduce i livelli di trigliceridi
4) diminuisce le lipoproteine a bassa densità (LDL)
5) aumenta delle lipoproteine ad alta densità (HDL)
Almeno 30 minuti di moderata attività fisica, ad esempio, camminata
veloce x 3-4 vv alla settimana
WHO, Global strategy on diet, physical activity and health 2002
Meccanismi d’Azione dell’ Attività Fisica
Gill et al. Clin Sci 2006
ATTIVITA’
FISICA
Rischio di Malattia Cardiovascolare
Sensibilità all'insulina
Metabolismo dei lipidi e delle lipoproteine
Pressione sanguigna
Funzione vascolare
Infiammazione
Trombosi
Attività Fisica e Riduzione dei Fattori di Rischio
Cardiovascolare
Una meta-analisi di 52 trials sull’esercizio fisico della durata > 12 settimane su 4.700
soggetti ha dimostrato (Leon et al. Circulation, 2001):
un aumento del colesterolo HDL del 4.6%
una riduzione dei trigliceridi del 3,7%
una riduzione del colesterolo LDL del 5.0%
Profilo Lipidico
Almeno 44 studi randomizzati e controllati che hanno incluso 2.674 soggetti hanno
dimostrato (Fagard et al. Med Sci Sports Exerc 2003):
una riduzione della PA sistolica e diastolica di 3.4 e 2.4 mmHg
una riduzione della PA sistolica e diastolica di 2.6 e 1.8 mmHg nei normotesi
una riduzione della PA sistolica e diastolica di 7.4 and 5.8 mmH negli ipertesi
P. Arteriosa
Attività Fisica e Riduzione Dei Fattori di Rischio
Cardiovascolare
Un Certo Numero di Studi Epidemiologici ha Dimostrato che l’Incremento di Attività
Fisica Determina (Kasapis et al., JACC 2005):
una riduzione dei livelli sierici di CRP
una riduzione dei livelli sierici di SAA /serum amyloid A
una riduzione dei livelli sierici di TNF-α
una riduzione dei livelli sierici di interleuchina-6
Infiammazione
Effetti dell’Esercizio sui Fattori Trombogenici in Soggetti Sani
Fibrinogen
Plasma viscosity
Factor VII
t-PA (atg polipept tess)
PAI-1 (inib att plasmin)
Fibrinopeptide A
TAT
Activation peptide F1,2
Platelet activation
Homocysteine
Lipoprotein (a)
??
??
??
??
Koenig et al, Coronary Artery Dis 2000
Regolare Strenuo
Volume di Attività Fisica e Parametri infiammatori
IL-6
IL-10
TNF-αIL-8
IL-1ra
STRENOUS EXERCISE
Rel
ativ
e in
crea
se in
pla
sma
conc
entr
atio
ns
CRP
Una revisione sistematica di 19 articoli sulla risposta infiammatoria all’esercizio ha
dimostrato che l’esercizio strenuo produce a breve termine una risposta
infiammatoria
Kasapis et al. JACC 2005
TIPI E LIVELLO DI
ATTIVITA’ FISICA CONSIGLIATA
NOSoll. pesi
Calcio
Salti
Lotta
Judo
Baseball
Hokey
Rugbi
Paracadutismo
Surf
CCCCCC
CCCCccccCC
AAAA
AAAaaaaaaa
Sviluppo-mantenimento
Miglioramento
Volume di attività fisica
I dati della letteratura e le linee
guida per la prevenzione primaria
suggeriscono che una attività fisica
di tipo aerobico di moderata
intensità corrisponde ad un
consumo di circa 1000 kcal/sett
Il dispendio energetico di 1000
kcal/sett corrisponde a circa 30
minuti di attività fisica di tipo
aerobico di moderata intensità 4
gg alla settimana
Examples of aerobic physical activity:
• running or jogging
• skating
• bycicling
• swimming, but also lifestyle common activities such as walking briskly, climbing
stairs, doing more hours of hard work, and engaging in active recreational pursuits
AHA Statement for Exercise and physical activity in the prevention and treatment of atherosclerotic cardiovascular disease. Circulation 2003
IL MODO PIU’ SEMPLICE PER
INSEGNARE L’INTENSITA’ DA
RAGGIUNGERE (E DA NON
SUPERARE)
Intensità dell’Allenamento Consigliata
Errore 8%
Capacità aerobica aumenta se FC=70% FCmax = 55% VO2max
FCall = capacità di conversazione
FCall = 70% di 220-età
(220-13 x arti sup.)
Da McArdle 1998
FCmax = 220 (200 F) - età
(220-13 x arti sup.)
SCALA
RPE DI
BORG
Score 1-19
IN CHE MODO L’ETA’ CONDIZIONA
I BENEFICI
DELL’ ATTIVITA’ FISICA?
BILL PEARL A 18 e A 65 ANNI
UNO DEI PIU’ GRANDI CAMPIONI DI BODY BUILDING
L’ATTIVITA’ FISICA ADATTATA
Con la DGR 595/2005 e successive m/i
si specifica, che:
Insieme di interventi di carattere motorio eseguiti
in un contesto sostanzialmente
non medicalizzato
orientati verso la prevenzione
Secondaria e terziaria delle varie patologie,
incluse quelle età-correlate.
il cittadino, contribuisce ai costi del programma di
prevenzione per la propria salute
INOLTRE
L’attività è classificata come motoria e ricreativa per la quale “non è
richiesta certificazione medica” (LR 35/03-Tutela sanitaria dello sport -
Art 1 comma 4.)
si distinguono due distinti indirizzi di programmi AFA:
•a) i programmi AFA per persone con “bassa disabilità”
•b) i programmi AFA per persone con “alta disabilità”
Sono esclusi da tutti i programmi AFA i soggetti con instabilità clinica
nonché con sintomatologia acuta o postacuta aggredibili con
programmi di cura e riabilitazione per i quali la risposta è
esclusivamente sanitaria.
RUOLO DELLE AZIENDE USL E DELLE SOCIETÀ DELLA SALUTE
I programmi AFA sono promossi e coordinati dalle Aziende USL
Detti documenti sono pubblicati sul sito web delle Aziende USL e/o dalle
Società della Salute.
ACCESSO
1. Medico di medicina generale,
2. Medici specialisti
3. Equipes di riabilitazione
4. Fisioterapisti alla fine dei programmi di cura ex LR 595/05 percorso
2, sentito il medico di famiglia, tramite il report di fine trattamento.
EROGATORI
Gli erogatori sono soggetti profit e no-profit vocati all’attività motoria ed
allo sport.
SEDI DI EROGAZIONE
Possono essere palestre, piscine o altre strutture, non sanitarie, di
proprietà di privati, di istituzioni di associazioni.
ISTRUTTORI
Laureati in Scienze Motorie, Diplomati ISEF, Fisioterapisti
Sarcopenia, alterata flessibilità
articolare, osteoporosi…
decondizionamento
cardiovascolare
Cammino ed equilibrio
difficoltosi, ridotta
resistenza allo sforzo,
alterata destrezza
manuale
AFA DORSO CURVO E MAL DI SCHIENA
[fig 10-11]
[fig 12-14]
[fig 15-16]
[fig 17-19]
[fig 52-54]
AFA ICTUS
ESERCIZI CALISTENICI 1° LIVELLO ARTI SUPERIORI
ESERCIZI DI STRETCHING
ESERCIZI RESPIRATORI
CONTROINDICAZIONI ALL’ATTIVITA’
FISICA
1) Perdita di coscienza
2) Alterazioni del respiro
3) Alterazioni della Frequenza e del Ritmo Cardiaco
4) Edemi degli arti inferiori
5) Dolore
6) Alterazioni PA
+ Questionari
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L’ATTIVITA’ FISICA
E’ un procedimento terapeutico che deve
prolungarsi nel tempo anche attraverso una
modifica dello stile di vita
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE