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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano Organo ufficiale della Fondazione Enzo Hruby ANNO XVIII - N. 3 - SETTEMBRE 2009 SEMPRE PIÙ IMPORTANTE IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA PROTEZIONE CIVILE E POLIZIA LOCALE IN LOMBARDIA A VENEZIA LA PREMIAZIONE H D’ORO LE DONNE E LA SICUREZZA LE DONNE E LA SICUREZZA TRIMESTRALE DI SICUREZZA E VIDEOSORVEGLIANZA PRESENTATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI IL LIBRO DELLA FONDAZIONE

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Organo ufficiale della Fondazione Enzo Hruby

ANNO XVIII - N. 3 - SETTEMBRE 2009

SEMPRE PIÙ IMPORTANTE IL RUOLO DELLEASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

PROTEZIONE CIVILE E POLIZIA LOCALE IN LOMBARDIA

A VENEZIA LA PREMIAZIONE H D’ORO

LE DONNEE LA SICUREZZALE DONNEE LA SICUREZZA

TRIMESTRALE DI SICUREZZA E VIDEOSORVEGLIANZA

PRESENTATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATIIL LIBRO DELLA FONDAZIONE

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sommario

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Pubblicazione trimestraleAnno XVIII - numero 3settembre 2009

Editore:Fondazione Enzo HrubyVia Triboniano, 25 - 20156 Milano

Direttore Responsabile: Carlo Hruby

Redazione: Paola Guidi

Hanno collaborato: Franco Barro, Francesco Casoli, Achille Serra

Art director: Andrea Giacomel

Grafica e impaginazione:M. Grazia Tiozzo

Servizi fotografici:Marcella Ascari, Andrea Giacomel, Ilaria Lastri

Foto di copertina:M. Grazia Tiozzo

Stampa: Stampamatic s.r.l. - Via A. Sabin, 2420019 Settimo Milanese - Milano

Registrata presso il Tribunale di Milano aln. 612 in data 14/11/1992.Spedizione in abbonamento postale -70% Filiale di Milano.In caso di mancato recapito restituire all’e-ditore che si impegna a pagare la relativatassa presso il CMP di Roserio - Milano.È proibito riprodurre in tutto o in parte,senza citare la fonte, articoli, fotografie odisegni di questa pubblicazione.

Finito di stampare nel mese di settembre 2009

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settembre 2009

4 le iniziativeLa Fondazione Enzo Hruby alla Camera dei deputati

13 Un passaggio culturale per la sicurezza

14 Reagire ed esigere sicurezza

16 incontriSempre più importante il ruolo delle associazioni di categoria

20 Protezione civile e Polizia locale in Lombardia

18 l’espertoTutti i bonus fiscali della sicurezza

26 gli Amici della FondazioneIl Centro Sistemi Antifurto di Torinotra gli Amici della Fondazione Enzo Hruby

27 gli eventiA Venezia sull’Isola di San Giorgioper la finale del Premio H d’oro

Le aziende Amichedella FondazioneEnzo Hruby

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editoriale

DDobbiamo scomodare perfino Leopardi percapire il cambiamento che il settore della si-curezza in Italia si trova ad affrontare?Può sembrare azzardato. Eppure, le nostrereminiscenze scolastiche ci fanno tornare inmente proprio la celebre poesia L’infinito:“Sempre caro mi fu quest’ermo colle, equesta siepe, che da tanta parte de l’ultimoorizzonte il guardo esclude...”. I nostri lettoriche hanno buona memoria ricorderannoche il poeta, seduto davanti ad una siepe,immagina gli spazi sconfinati nascosti daquesta, spazi che si estendono anche oltrela linea dell’orizzonte.Prendiamo a prestito questa celebre imma-gine di Leopardi perché ci sembra che indi-chi bene la condizione che purtroppo ancoradomina nel nostro settore. Troppi operatorifermano il loro sguardo al loro piccolo oriz-zonte, alla loro realtà aziendale, al loro terri-torio di riferimento, al loro tradizionale mododi lavorare. Basta vedere quante volte lescelte sono dettate più dal desiderio di nonfavorire (o addirittura di danneggiare) un con-corrente, piuttosto che dall’obiettivo di crea-re maggiori opportunità per se stessi. Quan-te volte si rinuncia ad iniziative che possanofar crescere la propria attività, per paura chequalche concorrente possa anche lui trarnevantaggio.Crediamo che sia questa la ragione di tantimali del nostro settore, dalla incapacità dicogliere le occasioni, alla scarsa “capacità difare squadra”, alla poca visibilità presso gliutenti finali, come la recente ricerca su “Ledonne e la sicurezza” ha dimostrato.In altre parole, continuiamo a farci la guerratra di noi, nel nostro piccolo recinto, senzarenderci conto degli spazi sconfinati chestanno appena al di là, delle possibilità dicrescita che potremmo avere se solo deci-dessimo, con un minimo di intraprendenza

L’INFINITO

Carlo Hruby

ed un po’ di fantasia, di uscire dal nostro gu-scio che ci ha fatto sì crescere in questi an-ni, ma che oggi comincia ad essere decisa-mente stretto.E questo può essere fatto solo con la colla-borazione tra i diversi protagonisti del setto-re, tra aziende e persone che magari sonoconcorrenti, ma che capiscono che se ilmercato cresce, cresce per tutti, anche perloro. Certo, le associazioni di categoria esi-stono e lavorano in questa direzione. Ma,senza voler entrare nel merito dei loro risul-tati, è evidente che la loro azione non basta,se non è sostenuta da una spirito di realecollaborazione che deve permeare tutto ilsettore, le singole aziende ed i singoli ope-ratori.Questo è quello che da poco più di un annosta cercando di fare la nostra Fondazione,aggregando nella sua azione i soggetti chehanno capito l’importanza della collaborazio-ne per la crescita di tutto il comparto dellasicurezza. E non è un caso che la nostraazione risulti spesso, agli occhi di molti, in-comprensibile: non si riuscirà mai a vedereuna realtà nuova se prima non ci togliamo levecchie lenti del pregiudizio, della mentalitàormai superata, degli schemi fissi. Dobbiamo invece avere il coraggio di allun-gare lo sguardo (o almeno l’immaginazione,come fa Leopardi) oltre la siepe, cioè oltre ilpiccolo recinto della nostra realtà e del no-stro vecchio modo di lavorare, per scopriregli spazi sconfinati che stanno oltre, cioè lenumerose possibilità di crescita che posso-no essere facilmente colte se solo abbiamoil coraggio di unire le nostre energie e le no-stre risorse. E come Leopardi intuisce anche quello chesi trova oltre la linea dell’orizzonte, ancheper noi si schiuderanno opportunità che og-gi non riusciamo a vedere.

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La Fondazione Enzo Hruby

alla Camera dei deputatiPaola Guidi

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le iniziative

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Mercoledì 16 settembre nella Sala del Cenacolo dellaCamera dei Deputati è stato presentato ufficialmenteil libro “Le donne e la sicurezza”, edito dallaFondazione Enzo Hruby, scritto da Paola Guidi, sui risultati della ricerca svolta da Astra Ricerche per conto della Fondazione Enzo Hruby.

Un’immagine

dell’affresco che dà il

nome alla Sala del

Cenacolo della Camera

dei Deputati, a Roma,

dove il 16 settembre si

è svolta la

presentazione del libro

“Le donne e la

sicurezza”, edito dalla

Fondazione Enzo

Hruby.

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Un debutto prestigioso, importante,quasi inaspettato per una Fondazioneche ha meno di due anni di attività,per la presentazione ufficiale del libro“Le donne e la sicurezza”, patrocinatodall’associazione DonnEuropee Fe-dercasalinghe, da Anciss - Associazio-ne Italiana sicurezza ed automazionedegli edifici aderente ad Anie e Con-findustria, e dalla Fondazione Gugliel-

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le iniziative

mo Giordano. Numerosi i rappresen-tanti del nostro settore, gli invitati digrande prestigio con una menzionespeciale per i senatori Francesco Ca-soli e Achille Serra che hanno portatoil loro saluto ai presenti. Quotidiani,agenzie nazionali, emittenti radiotele-visive e riviste specializzate del setto-re hanno seguito l’evento con nume-rosi articoli, lanci di agenzia, intervi-

Il tavolo degli

oratori, immagini del

pubblico presente e

della facciata di

Palazzo Madama e

l’autore del libro,

Paola Guidi.

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ste e informazioni poiché l’argomentooltre ad avere un’innegabile rilevanzasociale che ha consentito la presenta-zione in un luogo così prestigioso esignificativo – il Parlamento italiano –ha anche fornito per la prima volta il“ritratto” dell’universo femminile difronte all’emergenza criminalità chenei primi mesi del 2009 ha registratopicchi di crescita molto alti. La stam-

pa d’informazione, parlamentare au-torevoli, esponenti del mondo dellacultura e soprattutto gli operatori piùqualificati della security hanno ap-prezzato il lavoro di Astra Ricerche esoprattutto la scelta da parte dellaFondazione Enzo Hruby di individuaresin dall’inizio nel rapporto tra le don-ne e la criminalità un argomento diestrema rilevanza dando l’incarico nel

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2008 ad Astra Ricerche di approfon-dirne in modo scientifico gli aspettipiù importanti.

Federica Rossi Gasparrini,

dai dati del libro ad una legge

per la sicurezza

La giornata si è aperta con l’arrivo de-gli ospiti, oltre 100, nel chiostro delcomplesso di edifici di Vicolo Valdina,presso la Camera dei Deputati in uncontesto storico di grandissimo pre-gio ammirato dai presenti nonostanteuna parte fosse stata chiusa per i la-vori di restauro.

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le iniziative

Federica Rossi Gasparrini - presiden-te di DonnEuropee Federcasalinghe -ha aperto il convegno sottolineando ilvalore di una ricerca che per la primavolta in Italia e in Europa ha portatoinformazioni e dati oggettivamenteaffidabili su questo rilevante proble-ma. “Oggi le famiglie sono per lo più mo-nonucleari ed è in costante aumentoil numero di persone che vivono sole,spesso donne in età adulta, ancheavanzata. Con la crescita dei reati contro il patri-monio e le violenze contro le perso-

Federica Rossi

Gasparrini,

presidente di

DonnEuropee

Federcasalinghe,

patrocinatore del

libro e alcune

immagini della

giornata del 16

settembre.

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ne, le più sensibili si sono dichiaratele donne. Questo contributo dellaFondazione Enzo Hruby potrà costitui-re una preziosa fonte di informazionimesse a disposizione della donna perla prevenzione e la protezione dellacasa e della famiglia”. In chiusura del suo intervento e in ri-sposta alle domande poste dai gior-nalisti presenti la Rossi Gasparrini hachiesto che il Parlamento metta in es-sere una apposita legge per una mag-giore e reale tutela contro le intrusio-ni in casa. “Dai risultati pubblicati nellibro ‘Le donne e la sicurezza’ esceun’allarmante diffusa preoccupazionedelle donne soprattutto per quanto ri-guarda le rapine e i furti in casa, pro-prio dove ci si dovrebbe sentire più alsicuro ed è proprio su questi dati cheoccorre lavorare per una nuova inizia-tiva legislativa come è stato fatto inpassato per la sicurezza contro gli in-cidenti domestici sulla quale la nostraassociazione ha lavorato a lungo econ buoni risultati”.

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Il messaggio

di Gianfranco Fini

La Rossi Gasparrini nel corso dellagiornata ha inoltre letto il telegrammainviato dal Presidente della CameraGianfranco Fini a DonnEuropee-Feder-casalinghe, con il quale Fini si congra-tula per il lavoro svolto e per l'attenzio-ne rivolta alla sicurezza e alla qualitàdella vita delle donne. “In particolare –ha detto la Rossi Gasparrini – si è di-chiarato molto compiaciuto per il so-stegno che DonnEuropee ha dedicatoin occasione della presentazione dellaricerca demoscopica. L'apprezzamen-to del Presidente Fini è stato accoltodalla nostra organizzazione con grandesoddisfazione. Anche questa volta vo-gliamo dimostrare che la sicurezza è alcentro dei nostri pensieri. Ritengo chediffondere una ricerca come questadia un utile contributo a pevenire i pro-blemi. Con l'aiuto dei media aiuteremole donne ad accrescere la cultura dellapropria sicurezza personale e quindi avivere più serene".

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Carlo Hruby, dall’emotività

all’analisi scientifica

Dopo aver descritto le finalità e il per-corso della Fondazione Enzo Hruby, ilvicepresidente Carlo Hruby ha esordi-to sottolineando il rischio di affrontareil problema del rapporto tra le donnee la sicurezza con eccessiva emotivi-tà e sensazionalismo e che per que-sto la Fondazione aveva avvertito lanecessità di realizzare, all’interno del-l’Osservatorio della sicurezza, un’ana-lisi in grado di offrire elementi ogget-tivi per affrontare il problema in modoserio, razionale e documentato.“L’Osservatorio della sicurezza è sta-to creato – ha sottolineato Hruby –per raccogliere informazioni e dati

sulla security completi, affidabili, con-sultabili dagli operatori e dalla stampacome supporto per le iniziative checiascuno nel proprio ambito di com-petenza intende attivare per una realecrescita e diffusione della sicurezzanel nostro paese”. Il libro che vienemesso a disposizione di amministra-tori pubblici, enti, associazioni, gior-nalisti, studiosi, rappresentanti delleistituzioni e delle Forze dell’ordine eoperatori del settore, sottolinea Hru-by, analizza, elabora e classifica i risul-tati della ricerca suddivisi secondo laripartizione geografica, la dimensionedel comune di residenza, l’età, la pro-fessione, il livello scolastico e quellosocio-economico.

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le iniziative

Il tavolo degli oratori

e nella foto singola

Carlo Hruby, vice

presidente

della Fondazione

Enzo Hruby.

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Florindo Baldo, una ricerca che

“ascolta” finalmente le donne

L’intervento del Presidente di Anciss,l’associazione che riunisce le aziendedel comparto security e della vigilanza,aderente ad Anie e Confindustria, si èdiscostato dai consueti discorsi ufficia-li sin dalla premessa”… È più sempli-ce trattare la materia – ha esordito in-fatti Baldo – con un interlocutore don-na che con un uomo. Il perché è moltosemplice: la donna difficilmente na-sconde i propri timori e le proprie pre-occupazioni, e ciò consente di affron-tare più speditamente ed efficace-mente lo studio di una soluzione. Conquesta iniziativa per la prima volta ledonne si sono sentite finalmenteascoltate nell’espressione di preoccu-pazioni che riguardano tutti noi, chi piùe chi meno, ma che noi uomini, nellanostra cultura di esseri forti, non sia-mo capaci di dichiarare. La volontà difare cultura e di fare sistema della no-stra associazione non è mai stata tan-to forte come in questi ultimi anni; col-laborazioni con la Pubblica Ammini-strazione e con i principali enti ed as-sociazioni di categoria del settore cihanno consentito di progettare e rea-lizzare vere e proprie campagne di for-

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mazione, informazione e sensibilizza-zione. Crediamo fortemente che unmercato pienamente consapevole del-le proprie possibilità, ma anche deipropri limiti e delle proprie potenzialità,costituisca sempre una formula vin-cente”. Baldo ha poi concluso sottoli-neando la condivisione con la Fonda-zione Enzo Hruby di una ricerca volta alavorare e a cercare collaborazioni e si-nergie, per diffondere la cultura dellasicurezza non solo tra gli operatori, maanche e soprattutto presso l’utente fi-nale creando molteplici sinergie all’in-terno della filiera degli operatori dellasicurezza. Baldo, rispondendo ad unaserie di domande dei giornalisti delleagenzie e dei quotidiani, ha anche co-municato i risultati di un’indagine tragli associati di Anciss sull’andamentodel comparto security e antincendionei primi sei mesi dell’anno. “L’antin-trusione ha accusato un forte calo del30% che temiamo non verrà recupera-to a fine anno, mentre per il settoredella videosorveglianza la flessione alivello tendenziale tra il 2009 e il 2008risulta più contenuta, intorno a –10-15% e con un rallentamento della fles-sione come consuntivo finale. Moltosimili la tendenza in atto e le previsioniper l’intero anno per quanto riguarda ilcomparto della rivelazione elettronicaincendio”.

Uno scorcio del

pubblico e Florindo

Baldo, presidente di

Anie-Anciss,

patrocinatore del libro,

insieme a Carlo Hruby

e più sotto al tavolo

degli oratori con

accanto Andrea

Margaritelli, direttore

della Fondazione

Guglielmo Giordano,

altro patrocinatore del

libro.

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Cosimo Finzi,

i risultati della ricerca

Cosimo Finzi, che ha con-dotto la ricerca “Le donnee la sicurezza“ dalla qualeè stato tratto il libro, ha ri-percorso le tappe del lavo-ro eseguito da Astra Ri-cerche per la FondazioneEnzo Hruby, analizzando inprofondo alcuni punti sa-lienti come l’autoprofilocon riferimento alla sicu-rezza delle donne intervi-state, il grado di preoccu-

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le iniziative

pazione per la sicurezza propria e deipropri cari con quasi il 69% del cam-pione in preda ad un’ansia molto for-te, soprattutto per i reati predatori. Con l’esame delle tavole sinottichesulla preoccupazione, l’esperienza el’acquisto di sistemi di protezione,Finzi ha evidenziato il fatto che a farreagire le donne ed a convincerle aproteggersi e a proteggere la casa so-no ancora una volta le minacce preda-torie come i furti e le rapine anche segran parte delle intervistate non attri-buisce un’efficacia decisiva e totaleagli impianti di sicurezza e alle prote-zioni in genere. “Solo il 24,9% delle donne ha instal-lato protezioni elettroniche nella pro-pria abitazione, mentre il 45,3% hainvece optato per le protezioni fisi-che”. Nel ripercorrere i diversi ‘gruppi’ di ri-sposte esposti in forma più ampia edettagliata nel libro, Finzi ha volutosottolineare come gli operatori delsettore si trovino di fronte ad un uten-te finale, la donna, che è ancora pocoinformata e che attende dai professio-nisti della security rassicurazioni eprotezioni affidabili.

IL LIBRO

“Le donne e la sicurezza”

Autore: Paola Guidi

Editore: Fondazione Enzo Hruby

Pagine: 256

Iconografia: 173 grafici e 77 tabelle

1° edizione: settembre 2009

Il libro può essere richiesto alla Fondazione Enzo Hruby

www.fondazionehruby.org

La Sala del Cenacolo e

Cosimo Finzi, di Astra

Ricerche, autore dello

studio “Le donne e la

sicurezza” dal quale è

stato tratto il libro.

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Francesco Casoli, senatore del Pdl, èintervenuto alla presentazione del vo-lume “Le donne e la sicurezza” e ha ri-volto un saluto ai partecipanti. Riportiamo la dichiarazione che ci ha ri-lasciato.

Per chiunque l’insicurezza costituiscela principale sensazione di malessere.Sicurezza è uno stato che istintiva-mente si ricerca dai primi momenti divita e sicurezza è ciò che la società do-vrebbe garantire in tutti i suoi ambiti.I dati emersi dallo studio condotto daPaola Guidi e pubblicati nel volumeedito dalla Fondazione Hruby, rivelanouna condizione davvero pesante per ledonne. Il fatto che oltre i due terzi del-l’universo femminile in Italia nutra pre-occupazioni per la sicurezza personaleo dei propri cari, non è però un datoche – purtroppo – desta sorpresa. Non a caso la sicurezza è stata presacome priorità nel programma del go-verno Berlusconi e i primi provvedi-menti adottati sono stati proprio fina-

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IL COMPLESSO DI VICOLO VALDINA

La Sala del Cenacolo della Camera dei deputati fa parte del

complesso di Vicolo Valdina, situato a poche decine di metri

da Palazzo Montecitorio acquisito negli anni Settanta dal

Parlamento che lo ha restaurato interamente riportando

altresì alla luce sia i volumi originari sia gli affreschi di

scuola bizantina e i decori. Il complesso ha una storia

millenaria essendo sorto in epoca paleocristiana in Campo

Marzio come piccolo convento di monache basiliane ed ha

avuto diverse modifiche con successivi interventi e il

restauro ha consentito di destinare le sale maggiori, quella

del Cenacolo e la Sacrestia, a eventi culturali.

Un passaggio culturale per la sicurezzaFrancesco Casoli

lizzati ad accrescerne il li-vello. Il lavoro è certamen-te ancora lungo in quanto,se la sensazione di vulne-rabilità è alta, è perchéper troppo tempo si è sot-tovalutata, se non addirit-tura nascosta, la condizio-ne delle donne.Nel corso dell’ultimo an-no, comunque, sono sta-te prese misure importan-ti per le emergenze socia-li, dall'introduzione delreato di stalking, alle aggravanti perreati sessuali, fino all’adozione dellaScatola Rosa (Pink Box) per la tranquil-lità delle donne al volante. Anche sul piano dei servizi si stannoadottando provvedimenti a favore del-la conciliazione dei tempi del lavoro edegli affetti.La sicurezza, che sia reale o percepita,richiede però un passaggio culturale. Definizione dei reati e certezza dellepene sono infatti fondamentali, ma ad

essere decisiva per una società in cuila qualità della vita per le donne possaessere definita buona, è l’acquisizionediffusa della diversità come valore. Non sono affatto stupito per i dati ri-sultanti dalla ricerca e ritengo che leistituzioni abbiano necessità di di-sporre di ricerche come questa e del-l’attività di fondazioni come la Fonda-zione Enzo Hruby, che contribuisconoalla formazione di nuove politiche estrategie.

Francesco Casoli

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le iniziative

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Il tema della sicurezza, tema che mista particolarmente a cuore per esser-mene occupato tutta la vita, semprepiù spesso a livello politico viene evo-cato a sproposito. La sicurezza non èdi destra nè di sinistra, ma è di tutti.Da diritto fondamentale e universale,da garantirsi a tutti i cittadini senza di-stinzioni sociali ed economiche, la si-curezza negli ultimi due anni è statatrasformata in arma politica. Alcunipartiti hanno infatti messo in atto lapropria scalata elettorale lanciando"l'allarme-sicurezza" o annunciando"l'emergenza-sicurezza". Ossia, terro-rizzando l'opinione pubblica con pocosenso di responsabilità. I dati e i fattidi cronaca relativi a questo ambito so-

Reagire ed esigere sicurezzaAchille Serra

no stati talvolta stravolti e gonfiati se-condo logiche di potere e ambizioniparlamentari. Tale operazione, effet-tuata anche rispetto ad altri temi di ri-levanza pubblica, è a mio avviso parti-colarmente deprecabile quando inve-ste le politiche sulla sicurezza, ostaco-lando il raggiungimento di obiettiviconcreti e reali.Tra questi obiettivi rientra sicuramen-te la tutela delle donne. Anche neimesi scorsi, caratterizzati da un vivacee prolungato dibattito sulla sicurezza,questo aspetto della questione è sta-to relegato ad "argomento di nicchia".Almeno nei palazzi. Dal legislatore agliesperti della materia, infatti, tutti han-no trascurato le dimensioni del pro-blema, per concentrarsi su temi dimaggior impatto mediatico: "sicurezzae immigrazione irregolare", "sicurezzae decoro urbano", "sicurezza e sostan-ze stupefacenti", "sicurezza e crimina-lità organizzata". Le donne, invece, so-no un punto cardine di un'analisi seriain materia, in quanto come ci dicono idati (dati reali, continuamente sondatie confermati), sono le prime vittimedelle falle del sistema. Sono dunqueparticolarmente grato alla fondazioneEnzo Hruby che ha svolto questa nuo-va ricerca mettendo a fuoco soprattut-to il tema della security e sono grato aPaola Guidi che l'ha trasformata in unlibro. L'unico modo per far sentire ledonne meno sole su questo fronte èdare un volto definito alle loro paure oalle loro brutte esperienze e, soprat-tutto, proporre una soluzione. Per dare il mio contributo a questoprogetto, vorrei offrire due spunti di ri-flessione. Prima di tutto, è doveroso sottolineare

L’on. Achille Serra,

intervenuto alla

giornata di

presentazione del

volume “Le donne e

la sicurezza” e

mentre si intrattiene

con Carlo ed Enzo

Hruby.

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l'importanza, di un atteggiamento daparte dei cittadini, e delle donne inparticolare, che mi piace definire di"collaborazione", collaborazione con leForze dell'Ordine nel difficile compitodi tutelare il bene-sicurezza. Vivere nelterrore del male che può esserci inflit-to dal prossimo è sbagliato e contro-producente, ma mettere in atto alcu-ne precauzioni che aiutino ad evitarloè sacrosanto.I tempi in cui si poteva tenere la chia-ve nella toppa di casa, come purtrop-po noto a tutti, sono ormai passati edifficilmente torneranno. Il crimine èattività e fonte di guadagno eletta damolti e chiunque può diventarnel'obiettivo. Da qui, l'importanza dellasecurity, intesa come esercizio priva-to della sicurezza. Mettere un allarmein casa o montare una porta blindata,sono piccoli accorgimenti che posso-no preservare il privato da esperienzetraumatiche, come può essere un fur-to. Sono, per essere più precisi, for-me di "difesa passiva" che è legittimo,anzi auspicabile adottare per combat-tere l'illegalità con l'arma più efficace:la prevenzione. Spesso, infatti, il ladrosceglie le sue prede più in base allafacilità nel raggiungerle che per la loroconsistenza. Ossia, va dove gli è facileentrare. Il compito del privato cittadi-no, dunque, è e deve essere solo que-sto: lo scoraggiamento del crimine,abituandosi a compiere piccoli gesti(come chiudere finestre e persianeogni sera) che possono fare la diffe-renza. Lo stesso dicasi per la sicurez-za in strada. Ancora: le donne non sia-no ossessionate dalla paura, ma impa-rino ad essere circospette, a guardarenello specchietto retrovisore quandosono in macchina di notte da sole pervedere se qualche male intenzionatole ha prese di mira. E in caso di so-spetto, in qualsiasi situazione si trovi-no, non siano incoscienti, cerchino unbar, o qualche luogo non isolato e

mettano subito mano al telefono. Ilsecondo spunto che vorrei offrire è unomaggio sentito alla mia famigliad'origine: la Polizia di Stato. Dalla ri-cerca della Fondazione Enzo Hrubyemerge una certa sfiducia delle don-ne nelle Forze dell'Ordine e, di conse-guenza, il senso di ineluttabilità cheprovano davanti al crimine, scegliendospesso di non denunciare i reati mino-ri, ossia abbandonando la speranza diavere giustizia. Quasi la metà della no-stra popolazione femminile, infatti, haaffermato che «niente è davvero ingrado di fermare un delinquente» eciò rivela una profonda rassegnazione:rassegnazione ad essere bersaglio delcrimine e rassegnazione a conviverecon la paura che ne consegue. Ciò mi preoccupa e mi rattrista. Allarassegnazione, infatti, preferisco larabbia e l'indignazione per le falle diun sistema che dovrebbe tutelare ilpiù possibile i suoi cittadini e le suecittadine. Preferisco sentimenti dolo-rosi, ma costruttivi. Accanto alla stra-da della "difesa passiva" di cui ho det-to, è quindi indispensabile seguire an-che la "strada istituzionale", chiedendoaiuto a chi ogni giorno, per la sicurez-za altrui, mette a rischio la propria vitasulle nostre strade. E quando chi è de-putato a tutelarci - dal governo alle au-torità locali, passando per le Forze del-l'Ordine - sbaglia, è un dovere civicoprotestare. Perché la sicurezza, benefondamentale e irrinunciabile, va an-che pretesa.

Achille Serra, senatore del Pd, romano, laurea in giurisprudenza, entra in Polizia nel

1968 e percorre l’intera carriera da dirigente della Squadra Mobile sino a Prefetto di

Prima Classe e Vice capo vicario della Polizia, operando a Milano, Roma e Palermo con

importanti successi contro la malavita e il terrorismo nazionale e internazionale e con

una connotazione di “poliziotto senza pistola”, attento al dialogo e alla intelligente

negoziazione che gli hanno valso la stima di tutte le forze politiche. Senatore del Pd,

ricopre i ruoli di membro permanente e vicepresidente della Commissione Difesa e

membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle

altre associazioni criminali anche straniere.

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Sempre più importante il ruolo

delle associazioni di categoriaPaola Guidi

Il Gruppo DAB - Polo Tecnologico Si-curezza di Roma, è uno dei più im-portanti operatori nazionali della se-curity e della integrazione di sistemi eimpianti attivamente presente sul ter-ritorio italiano con una serie di realiz-zazioni ed operazioni nell’ambito dellatutela dei beni culturali di inarrivabilequalità e prestigio. Solo per citarnequalcuno il Gruppo ha realizzato siste-mi di protezione e videosorveglianzanelle più importanti aree monumen-tali di Roma come l’Ara Pacis, il Colos-seo, San Pietro, Castel Sant’Angelo,Musei Capitolini e i Fori Imperiali, ri-cevendo spesso encomi ufficiali perl’efficacia dei sistemi messi in atto.Il Gruppo è in realtà un full serviceprovider della sicurezza che svolgecompiti importanti anche in quella fa-se della filiera solitamente affidata ai

fornitori di hardwa-re, la R&D, che rap-presenta la basestrategica del setto-re.La Holding, GruppoDAB SpA, coordinale cinque realtàaziendali specializ-zate nei diversi set-tori di competenza,che costituiscono lastruttura del PoloTecnologico Sicu-rezza e cioè la Re-dev, per la ricerca elo sviluppo in colla-borazione con Entidi Ricerca e Univer-sità, la Traicon per la

consulenza, formazione e la qualifica-zione del personale, la DAB speciali-sta nella realizzazione di sistemi di si-curezza integrata, la Epro che si dedi-ca alla progettazione e la Tevis impe-gnata nel comparto della vigilanza etelesorveglianza attraverso centraliz-zazioni.Abbiamo ritenuto interessante ascol-tare Pierluigi Aloisi, presidente delGruppo romano e grande ispiratoredelle iniziative culturali dell’aziendache spaziano dall’organizzazione diconvegni e corsi di formazione ad altolivello sino alla ricerca di piattaformee tecnologie innovative su misura deicapolavori da proteggere. “Vorrei innanzitutto sottolinearequanto sia difficile operare nella secu-rity rispetto alla safety, che è normataanche sul piano degli effetti in terminidi diritto penale – dichiara Aloisi – Ilnostro comparto, invece, è regolatoda normative tecniche, che nellostesso tempo sono disattese e noncontrollate e riducono il concetto disecurity che dovrebbe essere consi-derato alla base della qualità della vitadi tutti noi.A questo limite obiettivo va aggiuntoanche un fattore negativo e cioè la ca-renza di un’attenta valutazione dellaprofessionalità di chi opera in questosettore e il ruolo centrale della prote-zione e della prevenzione, per man-canza di strumenti professionali e cul-turali da parte dei clienti. Le aziendeper esempio considerano la sicurezzacome un costo da limare mentre an-drebbe valutata come un investimen-to fondamentale a salvaguardia del-

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incontri

Pierluigi Aloisi,

presidente del

Gruppo DAB-Polo

Tecnologico

Sicurezza di Roma.

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Lei ha rapporti frequenti come forni-tore di security integrata con le isti-tuzioni pubbliche; tra le immancabilidifficoltà che deve affrontare quale èla più evidente?“Le istituzioni dovrebbero esercitareun ruolo di controllo e di stimolo. La re-altà è ben diversa, c’è una mancanzadi conoscenze preoccupante e tra i tan-ti inconvenienti creati da questa lacunaculturale e tecnica ce n’è uno partico-larmente grave perché viene consenti-to a chi non è specialista in security, adesempio alle aziende di informatica epersino a operatori termoidraulici, diaggiudicarsi bandi di gare importanti. Inquesto modo viene affidata la sicurezzain tutte le sue accezioni a chi non ha néconoscenze né competenze adeguate.E questo della capacità o ‘abilità’ di al-cuni operatori di gestire la security co-me un qualsiasi altro impianto è davve-ro un problema preoccupante e allar-mante. Perché la security rischia di di-ventare un ‘allegato’, una semplice se-zione di un progetto che pur nascendocome bando di gara specifico per laprotezione e prevenzione di siti e per-sone viene poi pericolosamente tratta-to come impianto integrato edilizio. L’intero comparto della sicurezza devefarsi promotore per diffondere la cultu-ra e la conoscenza della sicurezza aprotezione delle persone e dei beni esensibilizzando le Istituzioni”.

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l’uomo e dei beni. Nel settore dei pri-vati, ad esempio, come si è potuto ri-levare dalla ricerca scientifica espo-sta nel libro della Fondazione EnzoHruby, emerge la scarsa conoscenzache le donne hanno delle tecnologiee del ruolo degli operatori di questosettore”.

Lei crede che le associazioni di ca-tegoria potrebbero fornire un con-tributo in proposito?“Ne sono decisamente convinto e damolti anni partecipo attivamente alleiniziative di Anciss ma per diffonderee divulgare l’idea della security pro-fessionale come necessità e per riu-nire in un’unica associazione di cate-goria tutti gli operatori della sicurezzacompresi quelli dei “mezzi forti” oc-corrono grandi investimenti in comu-nicazione che le singole aziende nonpossono affrontare. Un’associazione di categoria comeAnciss dovrebbe prima o poi conside-rare l’esigenza di riunire al suo inter-no le diverse componenti dell’interocomparto che oggi sono separate esingole. Mai come in questo caso l’unione fala forza. E trovo ammirevole che unaFondazione espressa da una singolaazienda privata quale è la Hesa siariuscita ad avviare iniziative importan-ti per l’intero comparto”.

Il Gruppo DAB-Polo

Tecnologico Sicurezza

ha realizzato i più

importanti progetti di

protezione e

integrazione di

impianti per le aree

archeologiche e storico-

monumentali di Roma.

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l’esperto

Tutti i bonus fiscali

della sicurezzaLe agevolazioni fiscali per le aziende e per i privati che investono in security.Franco Barro

Come già abbiamo avuto modo di antici-pare dalle pagine di questa rivista, Il set-tore della “sicurezza” consente di otte-nere benefici ed agevolazioni fiscali a fa-vore sia delle persone fisiche che giuridi-che e segnatamente:1. Agevolazioni fiscali a favore delle pic-

cole e medie imprese (Pmi).2. Bonus del 36% che, nell’ambito delle

ristrutturazioni edilizie, si estende allespese sostenute per l’installazione dimisure atte a prevenire il rischio delcompimento di atti illeciti da parte diterzi.

3. Bonus del 20% (per chi usufruisce del-l’agevolazione del 36%) per le spesesostenute relativamente all’installazio-ne di misure atte a prevenire il rischiodel compimento di atti illeciti da partedi terzi.

Per una corretta applicazione dei benefi-ci, in prossimità del fine anno corre l’ob-bligo tener presente sia i limiti temporaliche gli adempimenti previsti dalle singoleLeggi.

1. Agevolazioni fiscali a favore dellepiccole e medie imprese (Pmi)

L’Articolo 1 (commi dal 228 al 237) dellalegge finanziaria 2008 n. 244 del 24 di-cembre 2007, ha introdotto misure a fa-vore delle PMI atte a favorire gli investi-menti nella sicurezza al fine di prevenire irischi connessi al compimento di atti ille-citi da parte di terzi.La norma prevede il riconoscimento diun contributo - concesso nella forma dicredito d’imposta - pari all’80 per cento

di talune spese sostenute per installareimpianti ed attrezzature di sicurezza nelluogo di esercizio dell’attività, al fine diprevenire, furti, rapine ed altri atti illeciti.

Spese ammissibili all’agevolazioneTra gli impianti e attrezzature di sicurezzaagevolabili rientrano gli acquisti di appa-recchi di videosorveglianza, e di sistemidi allarme, effettivamente installati nelluogo di esercizio dell’attività. Il creditod’imposta, come detto, è riconosciutonella misura dell’80% delle spese soste-nute ed ammissibili dall’agevolazione(spese che sono da intendersi al nettodell’IVA ammessa in detrazione) e per unimporto “non superiore complessiva-mente nel triennio 2008-2010 a 3.000 eu-ro per ciascun beneficiario”.

BeneficiariI soggetti beneficiari sono le piccole emedie imprese commerciali di vendita aldettaglio e all’ingrosso, quelle di sommi-nistrazione di alimenti e bevande nonchéle farmacie ed i distributori di carburante.I caratteri di dette imprese sotto il profilodimensionale, sono da ricercarsi nella ca-tegoria delle microimprese, delle piccoleimprese e delle medie imprese, indivi-duali o collettive – costituite da impreseche abbiano cumulativamente meno di250 occupati ed un fatturato annuo nonsuperiore a 50 milioni di euro (oppure untotale di bilancio annuo non superiore a43 milioni di euro).

Istanza e gestione del credito d’imposta

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I soggetti interessati all’agevolazione so-no tenuti a presentare un’apposita istan-za all’Agenzia delle Entrate utilizzando ilmodello di attribuzione del credito d’im-posta per le misure di sicurezza (modelloIMS). L’istanza può essere presentata per l’an-no 2010, solo a partire dal 2 febbraio 2010(per il 2009 doveva essere presentata apartire dal 2 febbraio 2009).L’Agenzia delle entrate comunica ai richie-denti, in via telematica ed entro trentagiorni dalla data di presentazione del-l’istanza, l’accoglimento o il diniego delcredito d’imposta in relazione alle risorsefinanziarie disponibili. I crediti d’imposta possono essere utiliz-zati solo in compensazione di altre impo-ste o contributi sociali a decorrere dalladata in cui l’Agenzia delle Entrate ne dàcomunicazione telematica.

2. Bonus del 36% che, nell’ambito del-le C.D. ristrutturazioni edilizie, siestende alle spese sostenute perl’installazione di misure atte a pre-venire il rischio del compimento diatti illeciti da parte di terzi.

La L. 449 del 1997 ha introdotto la detra-zione IRPEF del 36% spettante alle per-sone fisiche che sostengono i costi pergli interventi di recupero del patrimonioedilizio.

Spese ammissibili all’agevolazioneTra gli interventi per i quali spetta l’agevo-lazione fiscale IRPEF del 36%, operativafino a tutto il 2011, rientrano anche lespese sostenute per l’installazione di mi-sure atte a prevenire il rischio del compi-mento di atti illeciti da parte di terzi (art.1, commi 17-19 Legge 244/2007).Il valore su cui calcolare il beneficio delladetrazione del 36% spetta fino al limitemassimo di spesa di 48.000,00 Euro (ri-ferito alla singola unità immobiliare) dasuddividere, per i contribuenti di età in-feriore ai 75 anni, in 10 quote annuali co-stanti.

BeneficiariSono ammessi a fruire dell’agevolazionetutti coloro che sono assoggettati all’im-posta sul reddito delle persone fisiche,più in particolare possono beneficiaredell’agevolazione non solo i proprietaridegli immobili ma anche tutti coloro chesono titolari di diritti reali sugli immobilioggetto degli interventi e che ne sosten-gono le relative spese.

ComunicazioniPrima dell’inizio dei lavori è necessarioinviare, con raccomandata sia all’ Agen-zia delle Entrate – Centro operativo diPescara – Via Rio Sparto, 21 – 65129 Pe-scara che all’Azienda Sanitaria localecompetente per territorio, la comunica-zione di inizio lavori.

PagamentiPer fruire della detrazione è necessarioche le spese siano pagate tramite bonifi-co bancario o postale da cui risultino lacausale del versamento, il codice fiscaledel soggetto ordinante ed il codice fisca-le o numero partita IVA del beneficiario.

FatturazioneSempre a pena di decadenza dall’agevo-lazione è necessario che la ditta cheistallerà l’impianto indichi separatamen-te in fattura, il corrispettivo complessivoper la manodopera impiegata nell’instal-lazione.

3. Bonus del 20% (per chi usufruiscedel 36%) per le spese sostenute perl’installazione di misure atte a pre-venire il rischio del compimento diatti illeciti da parte di terzi.

Il decreto legge n. 5/2009 del 10 febbra-io 2009 riguardante le "Misure urgenti asostegno dei settori industriali in crisi",introduce una ulteriore detrazione IRPEFdel 20% per l’acquisto di mobili ed elet-trodomestici "di classe energetica noninferiore ad A+", computer e televisori.Tale agevolazione è cumulabile con la

detrazione del 36% relativa agli interven-ti di recupero del patrimonio edilizio susingole unità immobiliari residenziali;pertanto non rientrano in tale categoria (iBox, le cantine, i solai, le parti comuniecc…). La detrazione del 36% costituisce lacondizione essenziale per l’applicazionedell’agevolazione del 20% ex Legge5/2009.La detrazione del 20% per l’acquisto dimobili, elettrodomestici, televisori ecomputer è calcolata sull’importo massi-mo di 10.000 euro. La detrazione deveessere ripartita in cinque rate annualiuguali tra loro.

BeneficiariSono ammessi a fruire della detrazionedel 20% coloro che sono assoggettati al-l’imposta sul reddito delle persone fisi-che, residenti o meno nel territorio delloStato.

Condizioni preliminari e periodoE’ possibile beneficiare della detrazionedel 20% solo se l’acquisto dei beni age-volabili avviene contestualmente a inter-venti di ristrutturazione (L. 449/1997), disingole unità immobiliari che poi si van-no ad arredare.La detrazione si applica alle spese soste-nute tra il 7 febbraio 2009 ed il 31 dicem-bre 2009. Dunque i lavori di ristrutturazione devonoessere stati avviati dopo il 1° luglio 2008(fa fede la Comunicazione all'Agenziadelle Entrate), ma l'acquisto di beni (omeglio il bonifico con cui viene pagatol'acquisto) deve avvenire in data anterio-re al 31 dicembre 2009.

PagamentiNei pagamenti con bonifico devono es-sere indicati: la causale del versamento(acquisto mobili); il codice fiscale dell’or-dinante beneficiario dell’agevolazione;nonché la Partita IVA o il codice fiscaledell’impresa beneficiaria del bonifico.

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incontri

Protezione civile e Polizia locale

in LombardiaL’assessore regionale della Protezione civile, Prevenzione e Polizialocale Stefano Maullu traccia per la prima volta un quadro completosulla sicurezza a 360 gradi in Lombardia.Paola Guidi

Mai come in questo periodo l’argo-mento della sicurezza in senso latoha così fortemente connotato le cro-nache degli eventi nazionali e locali,non solo per quanto riguarda il signifi-cato strettamente connesso alla cri-minalità ma anche e soprattutto pergli ultimi disastrosi effetti provocati

dalle recenti catastrofi naturali, com-prese le frane del messinese. Così iltermine “sicurezza” si carica di mol-teplici significati e non stupisce chel’importante iniziativa della messa insicurezza del millenario complessoabbaziale di Morimondo a Milano daparte della Fondazione Enzo Hruby

Stefano Maullu,

assessore

regionale della

Lombardia alla

Protezione civile,

Prevenzione e

Polizia locale.

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Che cosa significa in dettaglio que-sto ruolo così ampio della Protezio-ne civile?“Protezione civile in Lombardia nonpuò significare solo un insieme di in-terventi di urgenza ma prima di tuttouna serie di competenze sulla sicurez-za a 360 gradi, focalizzate capillarmen-te sul territorio. Noi abbiamo attivatomonitoraggi e controlli su scala locale,provinciale e comunale, con una fun-zione di attiva prevenzione. E l’iniziati-va congiunta tra il nostro Assessoratoe la Fondazione Enzo Hruby per l’Abba-

abbia avuto sin dall’inizio il patrociniodella Regione Lombardia. Ed è statoin particolare Stefano Maullu, asses-sore alla Protezione civile, Prevenzio-ne e Polizia locale della Regione Lom-bardia a invitare la Fondazione EnzoHruby a progettare e realizzare con lacollaborazione tecnica della SocietàAbf Security di Milano una protezionecompleta per l’Abbazia di Morimondoche il 4 dicembre sarà al centro di unevento per la presentazione di un vo-lume dedicato ai restauri dell’Abbaziae dei capolavori custoditi. Quali sono imotivi che hanno condotto l’assesso-re a prendere questa decisione? Masoprattutto come “interpreta” Stefa-no Maullu il compito di un Assessora-to così fondamentale per la sicurezzae per la qualità della vita dei cittadini edella integrità del territorio, quale èl’Assessorato della Protezione civile,della Prevenzione e della Polizia loca-le da lui guidato?“Abbiamo potuto conoscere e apprez-zare l’attività della Fondazione EnzoHruby nella protezione dei beni cultu-rali, – ha risposto Stefano Maullu – unobiettivo sul quale questo assessora-to è particolarmente impegnato. E ciha fatto piacere poter realizzareun’iniziativa comune per l’Abbazia diMorimondo, una splendida realtà delterritorio milanese che vede ogni an-no svolgersi una rievocazione me-dioevale di grande rilievo storico eculturale e che richiedeva interventi ditutela e prevenzione. Il compito dellaProtezione civile è nel significato piùampio proprio quello di preservarecon un’attenta politica le emergenzeculturali e ambientali. Un ruolo che di-venta ancora più rilevante dopo ciòche è accaduto in Sicilia e che ha evi-denziato i rischi che possono derivaredal dissesto del territorio e da una ur-banizzazione selvaggia, rischi per for-tuna ben lontani dalla nostra realtà re-gionale”.

Esterno e interno

della millenaria

Abbazia di

Morimondo per la

quale la Fondazione

Enzo Hruby ha

realizzato l’impianto

di sicurezza,

patrocinato dalla

regione Lombardia, e

presentato

ufficialmente il 5

dicembre.

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incontri

luoghi “complessi” di fattori e relazionispesso diversi ed eterogenei che, incombinazione tra loro, generano dina-miche non razionali o facilmente preve-dibili con le tradizionali valutazioni edanalisi. Sono queste le ragioni chestanno alla base della legge di “Riordi-no e riforma della normativa regionalein materia di polizia locale e sicurezzaurbana” che il Consiglio regionale dellaLombardia ha approvato, nella sedutadel 2 aprile 2003 (l. r. 14 aprile 2003, n.4). Tale ambizioso obiettivo non potevaprescindere da un’attenta opera dichiarificazione delle funzioni e dei si-stemi organizzativi, introducendo unnuovo modo di pensare ed operare del-la Polizia locale, che non deve solosvolgere attività repressiva degli illecitiamministrativi ma anche e soprattuttoattività preventiva, in considerazione

zia di Morimondo rientra proprio nelquadro più ampio di un approccio inte-grato. Interlocutori come la Fondazio-ne Enzo Hruby che ha dimostrato conle sue iniziative di condividere questoapproccio sono per noi benvenuti e miauguro vivamente di proseguire anchein futuro il rapporto appena avviato dicollaborazione e condivisione degli im-pegni”.

Qualsiasi programma teso a mette-re in sicurezza territorio e singoleemergenze richiede complesse tec-nologie e conoscenze…. Non si tratta soltanto di tecnologie per-ché il problema della sicurezza dei cit-tadini e delle nostre città deve essereaffrontato in un’ottica globale basatasull’esame del vivere quotidiano nellenostre organizzazioni sociali, divenute

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delle potenzialità che i Comandi e glioperatori esprimono per la loro caratte-ristica di “prossimità” alla cittadinanza.È interessante sottolineare che in que-sta legge sono state introdotte impor-tanti innovazioni come l’armonizzazio-ne delle azioni di prevenzione situazio-nale quali la sorveglianza del territorio,la presenza fisica degli operatori, la sor-veglianza ausiliaria con il coinvolgimen-to di anziani e associazioni, la sorve-glianza naturale e la maggiore illumina-zione e anche manufatti dissuasivi,TVCC. Tutto ciò va inoltre collegato a in-terventi di prevenzione sociale (riduzio-ne del danno, integrazione, supportoalle vittime di reato, mediazione deiconflitti, riqualificazione urbana, forma-zione). Con l’integrazione di tali politi-che si pone l’obiettivo di realizzare una“sinergia prevenzionale” che miri a ri-

durre i problemi derivanti dall’insicurez-za del vivere cittadino e dalla devianzacriminale. Assumono, allora, grandeimportanza la progettazione o ristruttu-razione degli spazi abitativi, la mappa-tura dei servizi, degli esercizi commer-ciali, degli spazi di animazione, lo stu-dio dei tempi della città, la manutenzio-ne delle strade, l’illuminazione pubbli-ca, ecc. In questo rinnovato contesto la PoliziaLocale è chiamata a fare del controllodel territorio il proprio compito “prima-rio e connaturale”. E nel parlare di “con-trollo del territorio” ci si riferisce nonsolo al presidio fisico, ma soprattutto aquello conoscitivo. Non è sufficiente,infatti, la funzione di prevenzione gene-rale garantita dalla materiale presenzadi operatori di polizia, ma è necessariauna conoscenza approfondita, anche

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frazionata e specifica, delle varie realtàche spesso, persino nella stessa areaurbana, presentano multiformi aspettidi un potenziale disordine che puòesprimersi anche in forma criminale. Un elemento di indubbio vantaggio, ri-confermato nell’indagine, è la particola-re composizione delle risorse umanedei comandi e servizi di Polizia locale,formati, nella maggior parte dei casi,da operatori nati e vissuti nella città onella zona in cui svolgono il servizio. Ta-le caratteristica, per lo più estranea alleforze di Polizia dello Stato, fa dell’ap-partenente alla Polizia Locale un pro-fondo conoscitore del territorio in cuiopera.

Una domanda forse un po’… pic-cante ma che riflette un problemareale: come si concilia una sempremaggior parcellizzazione di ruoli,personale, competenze, decisioni enormazione a livelli micro-localicon il quadro così organico ed effi-ciente che lei ha descritto? E’ vero, le competenze degli enti localiin tema dei sicurezza rischiano di esse-re astratte ed inattuabili se riferite adun governo locale che risulta frammen-tato tra 1545 Comuni, spesso con po-che migliaia o addirittura centinaia diabitanti, e carenti di personale, profes-sionalità e risorse finanziarie. Acquista-no invece una significativa concretezzase interpretate in base al principio co-stituzionale di adeguatezza e quindi uti-lizzando tutti gli strumenti giuridici adoggi applicabili. Il progressivo aumen-to delle competenze degli enti locali in-duce sempre più gli stessi a sceglierela via dell'associazionismo, visto che avolte piccole realtà si trovano nell’im-possibilità di gestire efficacemente iservizi. Il ruolo della Regione non è sta-to e non è quello di imporre questanuova logica gestionale ma semmaiquello di facilitare l’associazionismo trai comuni per consentire una presenza

efficace che recuperi le attività di presi-dio del territorio, garantendo adeguatilivelli nella realizzazione dei servizi. At-traverso strumenti finanziari integrati siè sostenuto sin dal 2001 la progettuali-tà degli enti locali nell’ambito della si-curezza situazionale e di incentivazioneall’associazionismo tra enti con lo stan-ziamento di circa 90 milioni di euro.L’obbiettivo primario dei progetti èquello di ottenere maggiori livelli di si-curezza tramite azioni di contrasto deifenomeni criminali volte al risanamen-to delle aree caratterizzate da elevatitassi di criminalità.

Dal quadro normativo e finanziario-operativo a quello del personale diPolizia locale il passo sembra peròessere molto complesso; che cosaavete predisposto?Le trasformazioni intervenute negli ul-timi anni nel tessuto sociale ed econo-mico delle nostra regione impongonouna seria selezione di quanti aspiranoa far parte della polizia locale ed unaformazione scrupolosa, che coniughilo studio delle norme al loro “divenire”operativo. Alla prima esigenza rispon-dono i corsi di preparazione ai concor-si, strumento di analisi delle attitudinie delle motivazioni degli aspiranti ope-ratori di polizia locale, mentre al se-condo ben si addice il potenziamentoqualitativo dei corsi di formazione postconcorsuale dei nuovi operatori di Poli-zia Locale così come i corsi di specia-lizzazione ed approfondimento. In que-sti ultimi anni la Regione Lombardia hapotenziato l’attività di formazione deglioperatori al fine di rendere la loro pre-parazione, sia teorica sia pratica, pro-pedeutica all’innalzamento del livellodei servizi offerti su tutto il territorio re-gionale. L’obiettivo che persegue laRegione è quello di fornire una ade-guata preparazione alla funzione diagente/ufficiale di polizia locale a tuttoil personale in servizio quale che sia la

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incontri

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provenienza o il titolo abilitante. È darilevare che sin dal 1986 (emanazionedella legge nazionale n. 65 sulla PoliziaMunicipale), Regione Lombardia hasviluppato interventi di formazione macon l’emanazione della L.R. 4/03 si èdata centralità all’intervento di forma-zione al ruolo (Agenti, Ufficiali e Sottuf-ficiali) e ad un dispositivo di formazio-ne continua per l’intero territorio regio-nale. Questo ha permesso, senza one-ri per le Amministrazioni locali dellaLombardia, la formazione al ruolo (for-mazione di base e di qualificazione)con presupposti e principi comuni amigliaia di operatori presenti nella pol-verizzata realtà lombarda. Accanto aciò si è proposto un sistema di aggior-namento e specializzazione con sedidecentrate sul territorio.L’ampiezza demografica medio-piccola(circa il 64% fino a 5.000 abitanti) deicomuni che hanno usufruito maggior-mente delle risorse previste con la L.R.4/2003 (all’art. 40 c. 3), assolve conprincipio sussidiario il disegno di unifor-mazione ed elevazione professionaledelle Polizie Locali lombarde “al fine dicontribuire all’onere gravante sugli Entilocali per la formazione del personaleaddetto alle funzioni di Polizia Locale”.Altro importante asset di interventodelle politiche regionali sono stati gli in-terventi per consolidare le associazionitra comandi per raggiungere quellamassa critica di operatività efficace edefficiente a rispondere alle esigenze disicurezza del territorio.È importante considerare l’associazio-nismo nell’ambito della Polizia Localenon come un semplice adeguamentoformale dei servizi agli orientamenti re-gionali né tantomeno un vincolo impo-sto per accedere alle risorse finanziariestanziate dalle leggi di settore ma l’oc-casione per riflettere sui processi in at-to nel campo delle politiche di sicurez-za sul territorio. Questo può aiutare acapire come, nell'intreccio tra interven-

to istituzionale e lettura delle problema-tiche territoriali, stiano cambiando inmodo radicale i concetti tradizionali diprevenzione e sicurezza.Quanti fino ad ora hanno potuto speri-mentare la costituzione di forme asso-ciate hanno potuto misurare vantaggiconcreti che non si esauriscono nel-l’acquisire i finanziamenti regionali: lapossibilità di fare un’economia di ge-stione (ad es. più comuni che si asso-ciano tra loro e comprano un unicostrumento per eseguire i controlli sulterritorio); un utilizzo ottimizzato di per-sonale che viene distribuito in base alleesigenze, su un territorio più ampio(estensione nelle ore serali del servi-zio); il collegamento e lo scambio reci-proco di informazioni che facilita l’at-tuazione di politiche reali di sicurezzasul territorio; la condivisione di espe-rienze e specializzazioni che contribui-scono in modo determinante all’accre-scimento professionale degli operatoricoinvolti.È su questi aspetti che si gioca la sfidadi una moderna polizia locale capace diadeguare il proprio servizio e le proprieprestazioni ai bisogni e alle richiestedella popolazione.

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gli amici della fondazione

Il Centro Sistemi Antifurto di Torino

tra gli Amici della Fondazione Enzo Hruby

La società torineseCSA - Centro SistemiAntifurto è entrata a farparte degli “Amici dellaFondazione Enzo Hru-by”, cioè le aziende e isoggetti che condivido-no le finalità e i percor-si culturali della Fonda-zione e che rappresen-tano nel loro settore unriferimento professio-nale consolidato.“Con immenso piacereda parte nostra – ha

commentato il presidente GuglielmoForzato – entriamo a far parte degliAmici della Fondazione Enzo Hruby.Con impegno contribuiremo al raggiun-gimento dei traguardi che la Fondazio-ne si è prefissata nel suo ambiziosocammino”. La Fondazione Enzo Hruby ha istituito lafigura degli Amici per creare un rappor-to privilegiato e continuativo con chi in-tende sostenere concretamente i pro-getti e le realizzazioni che di volta in vol-ta vengono decisi. Contribuendo alle at-tività della Fondazione gli Amici dellaFondazione Enzo Hruby le aziende sonosempre presenti sul materiale di comu-nicazione relativo alle iniziative, sul sitoInternet e in tutte quelle occasioni cherendono “pubbliche” le iniziative porta-

te a termine sia per quanto riguarda laprotezione di siti culturali e di pregio ar-chitettonico-storico sia per quanto ri-guarda gli eventi predisposti per le altrefinalità della Fondazione Enzo Hruby. La società Centro Sistemi Antifurto èstata fondata 30 anni fa, è guidata daGuglielmo Forzato e opera nel mondodella protezione e della prevenzioneprogettando, installando e assistendosistemi destinati ad applicazioni resi-denziali, industriali e commerciali, inte-grando le più diverse tecnologie. La so-cietà ha realizzato sistemi di protezio-ne, videosorveglianza, antincendio eteleassistenza per importanti aziendedella logistica, del terziario come leconcessionarie Ferrari, Maserati e Por-sche, del mondo produttivo e per pre-stigiose residenze private. La società torinese si distingue anchenella qualità della comunicazione che siriflette anche sul sito, con sezioni im-portanti dedicate ad eventi, alle tecno-logie e ai servizi messi a disposizionedei clienti e alle simulazioni efficaci dicome e dove vanno protetti gli edifici.

La CSA - Centro Sistemi Antifurto si af-fianca alla Umbra Control di Perugia, so-cietà che per prima è entrata a far partedegli Amici della Fondazione, collabo-rando a diverse iniziative e fornendo unsupporto concreto alle sue attività.

Guglielmo Forzato,

fondatore e

presidente della

società CSA-Centro

Sistemi Antifurto di

Torino, ora tra gli

Amici della

Fondazione Enzo

Hruby.

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A Venezia sull’Isola di San Giorgio

per la finale del Premio H d’oro

gli eventi

L’anno più intenso e più ricco di inizia-tive per la Fondazione Enzo Hruby siavvia al termine con una serie dieventi tra i quali spicca quello più im-portante, la premiazione dei vincitoridel Premio H d’oro 2009 che, giuntoalla sua quarta edizione, si svolgerànella spettacolare cornice di Venezia,

sull’Isola di San Giorgio Maggiore,presso la sede della Fondazione Gior-gio Cini, con la quale la FondazioneEnzo Hruby ha cominciato una colla-borazione per un prestigioso incarico:la progettazione e la messa in operadelle protezioni elettroniche per l’inte-ra isola con l’intervento per l’installa-

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gli eventi

zione della società E.C.I. Elettronica. La premiazione verrà preceduta da al-cuni interventi sul tema “La collabo-razione per la sicurezza del patrimo-nio artistico in Italia” con l’introduzio-ne di Carlo Hruby, vice-presidentedella Fondazione Enzo Hruby, il salutodi Pasquale Gagliardi, segretario ge-nerale della Fondazione Giorgio Cini,la relazione di Roberto Cecchi, diret-tore generale per il paesaggio, le bel-le arti, l’architettura e l’arte contem-poranea, del Capitano Salvatore Di-stefano, Comandante del Nucleo Ca-rabinieri Tutela Patrimonio Culturaledi Venezia e di Mauro Cassini presi-dente di Umbra Control di Perugia,società che fa parte degli Amici dellaFondazione Enzo Hruby. La cerimonia di premiazione prevededopo il saluto del presidente EnzoHruby l’intervento di Florindo Baldo,presidente di ANCISS, AssociazioneItaliana Sicurezza e Automazione Edi-fici, federata Anie e Confindustria e

di Mario Giolfo, presidente della giu-ria del Premio. La giornata si chiuderà con la premia-zione dei vincitori del Premio H d’oro.

Il progetto di protezione

Il primo importante intervento realiz-zato dalla Fondazione Enzo Hruby ècostituito dal sistema di videosorve-glianza che controlla l’area esternadelle sale espositive Ex-Convitto enella sala Napoleonica, con registra-zione e centralizzazione delle immagi-ni nell’area della Portineria, dove so-no state posizionate le apparecchiatu-re di videoregistrazione e i monitorper il personale di vigilanza.Questo intervento rappresenta solo ilprimo passo di una più ampia e pro-lungata collaborazione volta all’ag-giornamento ed alla integrazione deidiversi sistemi a protezione di tutti glispazi della Fondazione Cini, ed allaprotezione delle nuove aree attual-mente soggette ad un importante la-

La riproduzione

digitale dell’opera di

Paolo Veronese “Le

nozze di Cana” e il

chiostro che fa parte

del grandioso

complesso della

chiesa di S. Giorgio

di Andrea Palladio

(per gentile

concessione della

Fondazione Giorgio

Cini).

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voro di riqualificazione.Oltre ai sistemi di videosorveglianza,infatti, l’intervento previsto compren-de anche la parte antintrusione, antin-cendio ed il sistema di controllo degliaccessi.Il progetto “Isola di San Giorgio” rap-presenta un importante impegno perla Fondazione Enzo Hruby, che si svi-lupperà nel corso dei prossimi anni eche permetterà di offrire un contribu-to concreto per la tutela e la salva-guardia di un patrimonio artistico eculturale di assoluta importanza per ilnostro Paese.Il progetto, a carico della FondazioneEnzo Hruby e realizzato in collabora-zione con la società E.C.I. Elettronicaper la parte installativa, risponde allenecessità di salvaguardare l’isola diSan Giorgio Maggiore ed i suoi nume-rosi tesori delle più diverse tipologie(libri antichi, fotografie, disegni estampe, arazzi, dipinti, mobili, scultu-re, strumenti musicali, costumi tea-

trali, documenti d’archivio) ed al tem-po stesso garantire il rispetto delle strutture esistenti el’accesso degli studiosi che proven-gono da tutto il mondo.

La Fondazione Giorgio Cini

La Fondazione Giorgio Cini fu istituitanell’aprile del 1951 dal Conte VittorioCini in ricordo del figlio Giorgio, con loscopo di restaurare l’Isola di SanGiorgio Maggiore a Venezia, di reinse-rirla nella vita di Venezia e di farne uncentro internazionale di attività cultu-rali, artistiche, sociali ed educative.La rilevanza dell’impresa, una dellemaggiori - come iniziativa privata - delXX secolo, è testimoniata dalle mani-festazioni promosse e ospitate e dalpatrimonio, soprattutto artistico, cheè conservato alla Fondazione sull’Iso-la. Nel 1984 si inaugura la galleria diPalazzo Cini a San Vio che custodiscele collezioni di dipinti toscani dellaFondazione Cini.

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Alcune immagini di

opere appartenenti

alle preziose

Collezioni d’arte che

fanno parte

della Fondazione

Giorgio Cini (per

gentile concessione

della Fondazione

Giorgio Cini).

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La Fondazione, oltre alle proprie atti-vità di ricerca, mostre, spettacoli econcerti, accoglie congressi e conve-gni di qualificate organizzazioni scien-tifiche e culturali e ospita iniziative diassoluta importanza nel campo deirapporti internazionali, come gli in-contri del G7 nel 1980 e nel 1987.

L’Isola di San Giorgio Maggiore

La Fondazione Giorgio Cini si trovasull’Isola di San Giorgio Maggiore aVenezia. Unico nel suo genere, ilcomplesso monumentale dell’ex mo-nastero benedettino di San GiorgioMaggiore è un luogo di grande presti-gio architettonico e artistico grazieagli interventi di grandi maestri italia-ni tra il cinque ed il seicento.Al maggior architetto del Rinascimen-to veneto, Andrea Palladio, si deve larealizzazione, a partire dal 1560, dellachiesa dedicata ai santi Giorgio e Ste-fano, il grandioso Refettorio in cuiPaolo Veronese dipinse Le Nozze di

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gli eventi

Cana e il chiostro d’ingresso.Baldassarre Longhena completò glispazi del complesso monumentalecon due interventi barocchi: lo Scalonedella Longhena e la Biblioteca colloca-ta tra i due chiostri e arredata dalle ma-gnifiche librerie lignee seicentesche.Il complesso monumentale di SanGiorgio Maggiore si apre sul più gran-de parco privato della città di Venezia,che ospita il Teatro Verde.Sul lato nord-orientale dell’Isola è na-to nel 2008 un centro espositivo di ol-tre mille metri quadri, grazie ad un in-tervento di recupero del fabbricatodei magazzini ottocenteschi del portofranco, successivamente divenutoconvitto. Attualmente sono in corso ulteriori in-terventi di riqualificazione degli spaziuna volta adibiti a dormitorio dei padribenedettini, con lo scopo di renderlifruibili agli studiosi che si recano allaFondazione Cini per accedere all’am-pio patrimonio culturale qui custodito.

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Con oltre 160 candidature tra le qualisono stati selezionati 74 finalisti, ilPremio H d’oro promosso dalla Fon-dazione Enzo Hruby si avvia a diven-tare oggi una vera e propria “accade-mia della security” che nella sua pro-gressione temporale di 4 anni con-sente di confrontare l’evoluzione delsettore attraverso quelli che la giuriadi edizione in edizione ha reputato imigliori impianti di protezione, pre-venzione e videosorveglianza. “Nato nel 2006, il Premio H d’oro conle sue quattro edizioni ha raggiuntoun totale di 430 partecipazioni, 169 fi-nalisti e 21 premiati dai quali manca-no ancora quelli dell’edizione 2009 egrazie a questi risultati consente difare un consuntivo finale non solo li-mitato ai numeri – commenta IlariaLastri, responsabile coordinamento erelazioni esterne della Fondazione edel Premio H d’oro – ma anche e so-prattutto riguardante l’evoluzione deiprogetti, delle tecnologie e dell’instal-lazione, un’evoluzione che ha avutouna grande accelerazione con la pro-gressiva diffusione delle più innovati-ve tecnologie video, dell’IP e delletelecomunicazioni. Per questa edizione la categorie sonosalite a 8, con la presenza di realizza-zioni riguardanti il mondo dell’indu-stria, del residenziale, la Pubblica Am-ministrazione, i Beni Culturali, la mo-da e lo showroom, lo sport, la salutee infine per il secondo anno consecu-tivo con una categoria appositamentecreata per le soluzioni speciali che ri-servano sorprese e soluzioni spessomolto originali. Ma quanto a originali-tà e innovazione occorre sottolinearecome siano tutte le proposte finalistea caratterizzarsi in questa direzione. Il residenziale per esempio non è più

un elenco di impianti antintrusionema quasi sempre il risultato di inte-grazioni di home automation di direttaderivazione della building automation.E per quanto riguarda le sezioni dipubblica utilità abbiamo selezionatosistemi di rilevanti impatti dimensio-nali e di conseguenza particolarmen-te impegnativi, che impiegano inte-grazioni con avanzatissimi software edispositivi sofisticati per offrire prote-zioni complete. Ma senza che le tecnologie diventinoridondanti e anzi con la ricerca di so-luzioni il più possibile facili da usareanche da parte degli utenti pocoesperti di hi-tech”.

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Quattro anni di H d’oro per l’accademia della security

Ilaria Lastri,

responsabile

relazioni esterne

della Fondazione

Enzo Hruby.

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FONDAZIONE NAZIONALE PER LA PROTEZIONE E LA SICUREZZADEI BENI STORICI, ARTISTICI, MONUMENTALI E ARCHITETTONICI

www.fondazionehruby.org