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LEZIONE 6 DELLA SCUOLA DEL SABATO “IMMAGINI DELL’UNITÀ” SABATO 10 NOVEMBRE 2018 4° TRIMESTRE 2018

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LEZIONE 6 DELLA SCUOLA DEL SABATO

“IMMAGINI DELL’UNITÀ”

SABATO 10 NOVEMBRE 20184° TRIMESTRE 2018

Nella Bibbia si usano molti tipi di immagini come acqua (Giovanni 7:38), vento (Giovanni 3:8), colonna (1ª Timoteo 3:15). Secondo il contesto, queste sono immagini di verità spirituali e teologiche.

Nel Nuovo Testamento troviamo diverse immagini sull’unità che dimostrano il ruolo importante che svolgono nella natura e nella missione della chiesa.

Un popolo.1ª Pietro 2:9

Un edificio e una famiglia.

Efesini 2:19-22

Un tempio.1ª Corinzi 3:16-

17

Un corpo.1ª Corinzi 12:12-26

Un pastore e un gregge.

Giovanni 10:1-11

“Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa;” (1ª Pietro 2:9)

Anche se provenienti da molte nazioni, popoli e lingue, Dio considera la sua chiesa un unico popolo. Una nazione santa, composta da uomini e donne santi, con uno stesso proposito: proclamare al mondo l’amore e la salvezza di Dio.

Come l'antico popolo di Israele, non c'è nulla in noi che ci renda idonei a far parte di questo popolo.(Deuteronomio 7:6-8).

È per il Suo amore e la Sua grazia che siamo chiamati a riflettere nella nostra vita i preziosi tratti del carattere divino.

In questa metafora, Paolo combina l’idea di un edificio e le pietre con le quali è costruito, e la famiglia che lo abita.

Siamo pietre vive che formano un edificio la cui pietra angolare e fondamento è Cristo. (1 Pietro 2:4-5)

Nessun credente è una pietra isolata ma che è appoggiata e si appoggia sulle altre.

Noi siamo parte di una grande famiglia, non unita da legami di sangue, il cui padre è Dio.

La nostra unione si basa sull'aver sperimentato la nuova nascita e sulla condivisione della stessa dottrina e missione: predicare il Vangelo.

«Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo

Spirito di Dio abita in voi?»(1ª Corinzi 3:16)

Per i credenti (siano ebrei o gentili) l’immagine del tempio è chiara: un magnifico edificio costruito espressamente per la lode e l’onore di Dio.

La comunità di credenti, uniti, formano un tempio. E Dio dimora in mezzo a loro.

Quando c’è divisione nella chiesa, il tempio corre il rischio di essere distrutto. (v. 17)

Pertanto, siamo esortati a non avere divisioni tra di noi, ma a rimanere uniti «con una stessa mente e nella stessa opinione" (1ª Corinzi 1:10).

“Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo”

(1ª Corinzi 12:12)

Ogni membro del corpo è una parte di esso, e realizza una funzione distinta. Devono lavorare insieme nella diversità. Il corpo non può fare nulla se i suoi membri non lavorano insieme in modo coordinato.

La chiesa è il corpo di Cristo. Lui è la testa e noi i diversi membri. Questo ci insegna che:

Non dobbiamo permettere che le nostre differenze etniche, culturali, educative o di età ci dividano.

Ai piedi della Croce tutti siamo uguali.

L’Evangelo cura, restaura e riconcilia.

Come ogni credente è connesso spiritualmente a Cristo, tutto il corpo se nutre dello stesso alimento.

“Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le

pecore” (Giovanni 10:11)

L'immagine di Gesù come il Buon Pastore ci ricorda il Salmo 23. La Chiesa è un gregge di pecore, pecore insensate e spaventate guidate da Gesù.

Quando le pecore si perdono (peccano), Gesù li cerca e li riporta all'ovile. Riceviamo costantemente (come persone e come chiesa) tutte le sue cure.

Il punto importante è che le pecore conoscono la voce del loro pastore. Nessuno che conosce la voce di Gesù camminerà solo vagando, ma sarà unito agli altri membri del gregge

Infatti, l'unità e la sicurezza del popolo di Dio dipendono dalla loro vicinanza a Gesù e sono direttamente collegate all'obbedienza sottomessa alla sua voce.

“La relazione tra Cristo e i suoi seguaci è illustrata dalla figura della vite e dai suoi rami. Tutti i rami si relazionano gli uni con gli altri, tuttavia ognuno possiede la propria individualità che non si perde in quella di nessun’altra. Tutti mantengono la stessa relazione con la vite e dipendono da essa per vivere, per crescere e portare frutto. I rami non possono sostenersi. Per questo ognuno deve essere innestato nella vite. E anche se i rami si assomigliano, rivelano anche delle differenze. La loro unità consiste nell'unione comune che sostengono con la vite, e in ciascuna, sebbene non identicamente, si manifesta la vita della vite”.

E.G.W. (Testimonianze per la chiesa - volume 7)