Pane e digiuno. Che cosa nutre la vita? - parrocchie.it e... · Maurizio Ambrosini, università di...

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Maurizio Ambrosini, università di Milano, direttore della rivista “Mondi migranti” Pane e digiuno. Che cosa nutre la vita?

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Maurizio Ambrosini, università di Milano, direttore della rivista “Mondi migranti”

Pane e digiuno.Che cosa nutre la vita?

Chi sono gli immigrati?� ONU: L’immigrato è una persona che si è

spostata in un paese diverso da quello di residenza abituale e che vive in quel paese da più di un anno

� Tre elementi: 1) spostamento; 2) attraversamento di un confine; 3) tempo prolungato

� Tuttavia: Noi non chiamiamo immigrati gli stranieri provenienti dai paesi ricchi. E neppure i benestanti, o le persone famose, dei paesi poveri

� Il termine si applica solo agli stranieri residenti classificati come poveri: la ricchezza sbianca

Alterità e superdiversità� Gli immigrati sono coloro che stanno sotto

una doppia alterità: stranieri e poveri

� Vediamo crescere una superdiversitàintorno a noi

� Di fatto dividiamo il mondo in tre fasce: noi, i nostri amici, gli altri

� Però: i confini tra i gruppi si spostano: Unione europea e sviluppo economico come vettori di inclusione

Le migrazioni sono una conseguenza della povertà?

� Circa 232 mlni di migranti internazionali nel mondo, pari al 3% scarso della popolazione mondiale (nel 2000 erano 175 mlni)

� I poveri sono molti di più

� I migranti non provengono dai paesi più poveri del pianeta, se non in minima parte.

� In Italia i primi paesi sono: Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina

� Non sono i più poveri dei loro paesi: per migrare occorre disporre di risorse

� In molti casi, l’emigrazione è una strategia estrema di difesa di uno stile di vita da classe media

I migranti arrivano perché sono “disperati”?� I migranti, e anche gli irregolari (stimati in 400-

5000.000 unità), sono molti di più degli sbarcati via mare (circa 170.000 nel 2014, poco più di 35.000 nel 2013)

� La grande maggioranza degli irregolari arrivano regolarmente, soprattutto con visti turistici

� I migranti a loro volta si spostano perché aspirano a migliorare le proprie condizioni: conta più la speranza della disperazione

I rifugiati ci stanno invadendo?• L’86% dei rifugiati è accolto in paesi del c.d. Terzo mondo.

Dieci anni fa era il 70%. L’UE ne accoglie meno del 15%

• Il primo paese al mondo per numero di rifugiati accolti è il Pakistan (1.600.000), il secondo l’Iran (857.000), più o meno come il Libano (856.000; ma ora forse il doppio); segue la Giordania (642.000)

• In rapporto agli abitanti: Libano 178 per 1.000 abitanti; Giordania 88; Ciad 34; Mauritania 24; Malta 23

• Per ogni dollaro di PIL pro capite: Pakistan 512; Etiopia 336; Kenia 295; Ciad 199 ; Sud Sudan 177

• ----• Dati tratti dal rapporto annuale UNHCR, 2014

Rifugiati: l’Italia e l’Europa• In Europa (2013): circa 600.000 in Turchia, 232.000 in Francia,

190.000 in Germania, 126.000 nel Regno Unito, 114.000 in Svezia

• In Italia (2013): 78.000

• la Svezia supera i 9 rifugiati ogni 1000 abitanti, i Paesi Bassi intorno ai 4,5, la Francia 3, mentre l’Italia ne accoglie poco più di 1

• Nuove domande (2013): 28.700 in Italia, 110.000 in Germania, 60.000 in Francia

• circa 170.000 sbarcati nel 2014, contro 43.ooo nel 2013, ma solo 68.000 hanno presenta to domanda di asilo

• All’epoca delle guerre balcaniche, ne abbiamo accolti 77.000, senza grandi traumi sociali

Ma chi li fa entrare?• Visione diffusa: le autorità fanno entrare gli

immigrati, non li controllano….

• La chiesa cattolica li accoglie tutti….

In realtà:

1) I migranti economici rimangono perché trovano lavoro (in imprese e famiglie)

2) I richiedenti asilo sono tutelati dalla Costituzione (art.10) e dall’ONU

3) I familiari ricongiunti sono tutelati da convenzioni internazionali e corti di giustizia (ma anche per l’integrazione sono un vantaggio)

Ci sono limiti all’accoglienza?

• Per i rifugiati, né la Costituzione né le convenzioni internazionali li prevedono

• Per gli immigrati economici, il mercato si è dimostrato un regolatore molto più efficace delle politiche

• Per i ricongiungimenti, in diversi paesi avanzati le Corti di giustizia hanno scardinato le limitazioni fissate dai governi

Di che cosa hanno fame gli immigrati e i rifugiati?

• Abbiamo visto che non sono persone che stanno morendo di fame

• Migrando, affrontano una discesa sociale, sperando di riemergere

• Al centro, la domanda di dignità e di speranza

• La solidarietà non deve nutrirsi di miserabilismo, che si abbina a un malcelato senso di superiorità

Il nostro cibo: un’altra visione

- Il problema della visione degli immigrati: soggetti pericolosi, poveri da assistere, nuovi cittadini

- Il problema della coerenza tra comportamenti e sentimenti, tra la mente e il cuore

- Il problema della costruzione di un’interazione adulta e paritaria

Qualche indicazione sui flussi• Tra 4,4 e 5,2 milioni di immigrati (più circa 400.000 in condizione

irregolare)

• L’immigrazione in Italia è in prevalenza europea, femminile, cristiana (ortodossa): spostamento verso l’Europa dell’Est delle provenienze

• Incremento del 12,7% annuo per 7 anni (431.000 unità in più all’anno), fino al 2009.

• Frenata nel 2010-12 con la recessione; ma +300.000 nel 2012 (ISTAT)

• Concentrazione nelle aree più sviluppate del paese

• Crescita dell’immigrazione per ragioni familiari (+ 216% tra il 1998 e il 2008); dimezzato il numero di chi vive con amici o conoscenti

• Triplicata la popolazione minorenne dal 2001 al 2009: da 295mila a 941mila. Ora oltre un milione

• 786.000 studenti stranieri nelle scuole (8,8% del totale)

Fonti: Istat; Dossier immigrazione

Immigrati e rifugiati portano malattie?• “effetto migrante sano”: le famiglie e le reti locali non

investono su persone malate

• Il virus Ebola è presente in alcuni paesi dell’Africa Occidentale, da cui arrivano in pochi. Ha un’incubazione di 21 giorni: i viaggi dei richiedenti asilo durano di più

• Sono sottoposti a visite mediche sulle navi e allo sbarco

• Alcuni immigrati si ammalano per le difficili condizioni di vita, l’alimentazione diversa e inadeguata, la solitudine

• Ma chi è malato e sofferente, non avrebbe più diritto a essere accolto?

Con la crisi è diminuita l’occupazione degli immigrati?

• Secondo le rilevazioni ISTAT, è aumentata la disoccupazione degli immigrati, più di quella degli italiani

• Ma è aumentata anche l’occupazione: da 6,8% a 10,2% (oltre 500.000 occupati in più)

• Andrebbero aggiunti stagionali e una parte degli occupati conviventi con i datori

• Anche nel 2012, + 80.000; nel 2013 + 50.000 circa

• Tiene meglio l’occupazione femminile• Fonte: Ministero del lavoro, Rapporto annuale sul mercato del lavoro immigrato

Perché l’immigrazione inquieta?� L’immigrazione scompagina un’organizzazione sociale basata

sugli Stati nazionali e sull’omogeneità della popolazione che vive sul territorio

� Oggi diventa il simbolo di un mondo esterno minaccioso, incombente, incontrollabile

� Suscita un allarme antico: l’invasione predatoria di stranieri, ai danni di comunità sedentarie.

� L’immigrato deve sempre dimostrare di “meritare” di vivere qui: la sua devianza fa più rumore

� L’immigrazione associa povertà e diversità visibile: noi cerchiamo di starne lontani (caso dei quartieri)

� Gli immigrati vengono visti come una minaccia per l’ordine simbolico e culturale (caso dei minareti)

Gli immigrati delinquono?

• Tasso di criminalità: per anni superiore a quello degli italiani, ora quasi in linea per i regolari (rapporto di 1,3), molto più alto per gli irregolari (25% dei denunciati)

• Diminuzione negli ultimi anni

• Tenere conto della diversa composizione demografica delle popolazioni

• Gli immigrati rappresentano il 36% della popolazione carceraria (2010)

• Concentrazione in alcune categorie di reati

• Profonde differenze regionali (Nord/Sud)

• “specializzazioni” per nazionalità: ruolo delle “reti viziose”

La questione della regolazione politica delle migrazioni� Nessuno Stato nazionale, per quanto democratico, ha

mai rinunciato a regolamentare gli ingressi e ad espellere cittadini stranieri ritenuti indesiderati

� Il problema è trovare un equilibrio tra istanze di difesa delle frontiere, interessi economici che promuovono l’apertura, obblighi internazionali di protezione dei rifugiati

� Già oggi l’Unione europea (Schengen) ha eliminato le frontiere interne e statuito dei diritti a favore dei cittadini comunitari all’estero

Migrazioni e chiusura delle frontiere� La prima causa dell’immigrazione irregolare è la forbice tra

economia (che apre) e politica (che vorrebbe chiudere)

� Carenza di politiche esplicite di reclutamento: “Importatori riluttanti”

� Accumulazione di immigrazione irregolare come effetto della carenza di canali di ingresso regolari

� Sanatorie come politiche migratorie (7 in circa 25 anni, più i decreti flussi)

� I lavoratori immigrati oggi regolari di solito sono stati irregolari per un certo periodo

� Fluidità e reversibilità delle definizioni di regolari/ irregolari

Le cause dell’immigrazione irregolare� La spinta del mercato (e delle famiglie), gli interessi

concorrenti (per es. turismo, viaggi d’affari, scambi culturali…)

� Il governo italiano ha abolito nel 2010 l’obbligo del visto per il Brasile, la Serbia e gli altri paesi balcanici., Albania compresa

� L’azione dei network degli immigrati

� Il vincolo liberale: convenzioni sui diritti umani, principio del non refoulement

� La lobby pro-immigrati e l’azione solidaristica sul territorio

Un fattore banale ma decisivo: i costi� I costi economici e organizzativi delle espulsioni:

in Italia, circa 2000 posti nei CIE, appena 14.000 espulsioni nel 2009 e nel 2010 secondo il dossier Caritas, su circa 500.000 irregolari stimati, appena 38% di espulsioni sui trattenuti nei CIE (2009)

� 294.000 domande di sanatoria nel 2009: circa 20 sanati per ogni espulso

� Altre 130.000 domande nel 2012

Costruire integrazione� 1) integrazione come utilità per il nostro paese

� 2)tutelare il benessere degli immigrati, senza ledere quello dei nazionali

� 3) promuovere un’interazione positiva tra maggioranza e minoranze (cfr.Zincone, 2009)

La questione della cittadinanza� Il caso italiano: una concezione “etnica” della

cittadinanza, legata al sangue e al connubio: la nostra legge è la più restrittiva dell’UE, dopo la riforma di quella greca

� Solo nel 2009 per la prima volta le naturalizzazioni per residenza hanno superato quelle per matrimonio

� La chiusura verso le seconde generazioni, anche nate in Italia

� La questione della formazione alla lingua e alla cultura italiana

Conclusioni� Serve una governance mondiale o almeno europea delle

migrazioni

� Fare in modo che i canali legali di ingresso diventino più convenienti di quelli irregolari

� Favorire e non ostacolare i ricongiungimenti familiari

� Lavorare sull’integrazione nel quotidiano, non solo su emergenza e povertà

� Adeguare istituzioni, comunicazione, mentalità alla cosmopolitizzazione del mondo: il mondo è diventato più vasto delle nostre idee, abbiamo bisogno di idee capaci di andare più avanti del mondo attuale

� “i pregi delle democrazie liberali non consistono nel potere di chiudere le proprie frontiere, bensì nella capacità di prestare ascolto alle richieste di coloro che, per qualunque ragione, bussano alle porte” (S. Benhabib, 2005: 223).

Per saperne di più

� M.Ambrosini, Non passa lo straniero?, Cittadella

� M.Ambrosini, Immigrazione irregolare e welfare invisibile. Il lavoro di cura oltre le frontiere, Il Mulino

� M.Ambrosini, Sociologia delle migrazioni, Il Mulino

� Rivista “Mondi migranti”, ed. FrancoAngeli