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Chi e che cosa ci nutre? Quali atti e sostanze alimentano la nostra persona nell’integralità dei suoi aspetti (fisico, emozionale, mentale e spirituale)? www.affarnostro.it Dal 1993 FITOBEN ® produce integratori fitoterapici in capsule vegetali e sciroppi. La nostra missione è la fitointegrazione: mantenere e supportare l’equilibrio psico-fisico dell’uomo. Per queste ragioni abbiamo scelto di: sfruttare la sinergia di piu’ piante con formulazioni sicure ed efficaci utilizzare estratti secchi titolati di provenienza altamente qualificata non impiegare coloranti, conservanti, aromi artificiali e ogm per avere prodotti 100% naturali LINEA CLASSIC: 61 prodotti ciascuno con una specifica funzione suddivisi in: Linea energy Linea fitoregolatori Linea health Linea silhouhette Linea trico LINEA EXALUX erbe di luce: prodotti innovativi che sfruttano l’energia delle piante, nati dalla collaborazione di Massimo Rodolfi (scuola Energheia e associazione Atman) e Anselmo Benassi (FITOBEN ® ). visita www.fitoben.it [email protected] tel. 02/2567136

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“Chi” e che cosa ci nutre?

Quali atti e sostanze alimentano la nostra persona nell’integralità dei suoi aspetti

(fisico, emozionale, mentale e spirituale)?

www.affarnostro.it

Dal 1993 FITOBEN® produce integratori fitoterapici in capsule vegetali e sciroppi.La nostra missione è la fitointegrazione: mantenere e supportare l’equilibrio psico-fisicodell’uomo. Per queste ragioni abbiamo scelto di:

sfruttare la sinergia di piu’ piante con formulazioni sicure ed efficaciutilizzare estratti secchi titolati di provenienza altamente qualificatanon impiegare coloranti, conservanti, aromi artificiali e ogm per avere prodotti 100% naturali

LINEA CLASSIC: 61 prodotti ciascuno con una specifica funzione suddivisi in:Linea energy Linea fitoregolatori Linea health Linea silhouhette Linea trico

LINEA EXALUX erbe di luce: prodotti innovativi che sfruttano l’energia delle piante, nati dalla collaborazione di Massimo Rodolfi (scuola Energheia e associazione Atman) e Anselmo Benassi (FITOBEN®).

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Senza nutrimento non c’è vita. Questa affermazione,

apparentemente scontata, richiede - secondo noi -

una profonda riflessione su che cosa debba intendersi

per nutrimento. Un bel piatto di spaghetti, una pizza, frutta

e verdura, lasagne fumanti o pane e salame sono sufficienti

a nutrirci o c’è dell’altro? Siamo davvero sicuri che “cibarsi”

o “nutrirsi” sia solo un atto, diciamo così, “fisico”? O esistono

altri tipi di “cibo” (emozioni, passioni, sentimenti, pensieri, parole,

energia, prana, respiro, meditazione…), il cui compito è nutrire

e far crescere non solo la nostra sfera fisica, ma anche quella

psichica, emotiva, mentale e spirituale? Le risposte a queste

domande le forniscono esperti di varie discipline, dalla biologia

alla psicologia, dall’agricoltura alla metafisica, dalla naturopatia

al rebirthing, dalla psicogenealogia al counseling olistico

e alla biotransenergetica. I responsabili del sito www.affarnostro.it

li mettono a confronto in un convegno-dibattito in programma

alla seconda edizione dell’OLISFestival di Milano.

AFFARNOSTRO

Tutte le informazioni di questa pubblicazione hanno carattere puramentedivulgativo e non intendono sostituire i consigli di medici e personale sanitario

qualificato, i soli soggetti abilitati legalmente alla professione medica.

Organizzazione e realizzazione testi: Ornella GiolaProgetto grafico e comunicazione: Mina FlorioCollaboratori: Davide Monguzzi e Giusy RaimoStampa pubblicazione: MediaPrint - Milano

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Nutrizione adeguata e salute sono diritti umani fondamentali. Su questo con-cetto, all’apparenza scontato, pone con enfasi l’accento nientemeno chel’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma perché l’agenzia spe-

cializzata delle Nazioni Unite per la salute ha sentito l’esigenza di tale puntua-lizzazione? Sostanzialmente per due motivi: da una parte l’insufficienza di cibocui è sottoposta ancora una parte importante dell’umanità che vive sul nostropianeta e dall’altra il crescente diffondersi - nelle popolazioni più ricche - di cibiimpoveriti e devitalizzati, a causa di metodi di coltivazione innaturali e di ec-cessivi processi di raffinazione. Eppure medici, biologi e nutrizionisti insistono:senza un’adeguata nutrizione del nostro organismo non c’è salute e conseguen-temente non c’è benessere, una condizione che comprende e va oltre lo starbene solo fisicamente, come spiega ancora l’OMS, che la definisce "uno statoemotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle per-sone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società". Macosa dobbiamo intendere per nutrizione adeguata? Ancora una volta la scienzaci viene in aiuto: una dieta equilibrata e sana deve contenere tutti i principalinutrienti, ovvero quelle sostanze basilari per il nostro organismo per mantenersiin vita, crescere e rinnovarsi. I nutrizionisti parlano di macro-nutrienti (carboi-

I MacrO-nUtrIEntI (carbOIdratI, prOtEInE E GraSSI),

aSSIEME aI MIcrO-nUtrIEntI (vItaMInE, MInEraLI

E OLIGO-ELEMEntI), SOnO SOStanzE FOndaMEntaLI

E IndISpEnSabILI pEr L’ OrGanISMO, pEr La SUa

crEScIta E IL SUO cOntInUO rInnOvaMEntO.

Nutrirsi in modoadeguatoè la condizioneper stare in salutee di conseguenzasperimentarebenessere

NUTRIZIONE

>

di Ornella Giola

rire una dieta diversificata, apportando tutti iprincipi nutritivi; assumere frutta e verdura ognigiorno, preferibilmente crude e da coltivazionebiologica; consumare alimenti ricchi di fibrecome cereali integrali, verdure con gambo e le-gumi; evitare cibi conservati industrialmente; ri-durre il consumo di grassi saturi, principaliresponsabili di malattie gravi e invalidanti.

Grazie anche al diffondersi della nutrigenomica,disciplina che vede una stretta correlazione traalimentazione e geni, anche in Occidente è cre-sciuta l’attenzione sul ruolo basilare della nutri-zione per la salute, ruolo invece da sempreenfatizzato da medicine di tradizione orientale(quali la cinese o l’ayurveda). Ecco alcuni consiglida tenere presenti nelle scelte alimentari: prefe-

consigli per un’alimentazione di lunga vita

>

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5nutrizione

* sistema di classificazione per misurare la velocità di digestione e assorbimento dei cibi che contengono

carboidrati e il loro effetto sui livelli di glucosio presenti nel sangue (glicemia).

senti nel plasma sanguigno, nei tessuti e neimuscoli; intervengono nella definizione delpatrimonio genetico, nella sintesi di emoglo-bina e di mioglobina; la maggior parte degli or-moni e tutti gli enzimi hanno origine proteica.Le si trova in molti prodotti alimentari, di ori-gine sia vegetale (cereali e legumi secchi) cheanimale (carne, pesce, uova e latticini). I nu-trizionisti consigliano di assumere proteinenell’ordine del 10-12% delle calorie ingeritequotidianamente, anche se le più recenti ricer-che hanno abbassato tale incidenza finoall’8%. E veniamo infine ai grassi (o lipidi),composti organici che dovrebbero costituire ilrestante 20-25% dell’apporto calorico giorna-liero della nostra dieta alimentare. Sono fonteimmediata di energia; proteggono gli organi vi-tali e isolano termicamente il corpo; formanole membrane delle cellule; veicolano le vita-mine A, D, E, e K solubili nei grassi; sono pre-cursori di ormoni e vitamine; hanno grandeimportanza per certe strutture del sistema ner-voso; aiutano il funzionamento del sistema car-diovascolare e immunitario e della funzionerenale; lubrificano le articolazioni. Si dividonoin grassi saturi e insaturi. I primi si trovano incarne, salumi, burro, latte, formaggio, lardo,olio di cocco e palma, in molti prodotti finiti e snack, negli oli idrogenati; laloro assunzione fa aumentare il livello di colesterolo cattivo LDL (low density li-poprotein) nel sangue e conseguentemente il rischio di malattie cardiocircolatoriee metaboliche. I grassi insaturi sono di orgine soprattutto vegetale (olio di olivao di semi) e invece ripuliscono il sangue dal colesterolo cattivo e hanno proprietàanti-ossidanti.

Info

scegli ciò chemangi (Sperling & Kupfer Editori)

di anna villarini è un libro chemette d’accordo gusto e benessere,proprio nel momento in cui si fa laspesa. La dr.ssa villarini ci conduce tra gli scaffali del supermercato,dispensando preziosi suggerimentinutrizionali per alimentarsi meglio e prevenire malattie; contiene purericette semplici e appetitose dello chefgiovanni allegro, insegnante alla cascina rosa, la scuola di cucinapreventiva e adiuvante dell'Istitutonazionale dei tumori di Milano.

nel sito del ministero della Salutewww.salute.gov.it si trovano utiliinformazioni su come alimentarsicorrettamente, in rapporto pure alle differenti età e ai vari periodi della vita. L’alimentazione, con l’attivitàfisica e l’astensione da fumo e alcol,svolge un compito fondamentale anche nella prevenzione di moltemalattie, come obesità, diabetee disturbi cardiovascolari.

Fino a circa il 60%

del fabbisogno

calorico giornaliero

dovrebbe provenire

dai carboidrati

(specie a basso

indice glicemico)

NUTRIZIONEdrati, proteine e grassi) e micronutrienti (vitamine, sali minerali e oligoelementi,per i quali rimandiamo a pag. 7). Qui affronteremo, in modo sintetico, il temadi quei nutrienti basilari che sono appunto i carboidrati, le proteine e i grassi.Una dieta equilibrata deve tenere conto della loro presenza (e non solo del nu-mero delle calorie). Cominciamo dai carboidrati (conosciuti anche come glu-cidi, dal greco dulcus, dolce), sostanze organiche la cui funzione è di produrreenergia di utilizzo immediato o a lungo termine: il loro consumo va contenuto,nel caso di una vita sedentaria; se assunti in eccesso si trasformano in grasso epossono favorire l’insorgere del diabete. Si distinguono in carboidrati semplici(mono e disaccaridi) e complessi (polisaccaridi e amidi). I più importanti car-boidrati semplici sono il glucosio (con indice glicemico* 100; la sua concentra-zione nel sangue prende il nome di glicemia), il fruttosio (lo zucchero della fruttae del miele), il saccarosio (lo zucchero di canna o barbabietola) e il lattosio (lozucchero del latte). Gli zuccheri complessi sono rappresentati principalmenteda amido (presente soprattutto in cereali quali grano, mais, riso e quindi in pastae pane, nonché in legumi e patate) e fibra alimentare, importante per regolarediversi meccanismi fisiologici del nostro organismo. Un’alimentazione equili-brata prevede che fino al 60% delle calorie ingerite quotidianamente provengada carboidrati (per tre quarti complessi e per il restante un quarto semplici). Le proteine sono composti organici essenziali per il nostro organismo: sono pre-

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Un’alimentazione, sebbene corretta, non è sufficiente ad affrontare le richie-ste del nostro organismo nell’ambito della vita quotidiana, soprattutto acausa dei ritmi imposti dall’odierna società. Si tratta di vere e proprie “ne-

cessità” in quanto siamo sottoposti permanentemente ad un consumo energeticoelevato, poiché, a differenza del passato, gli stimoli stressanti sono continui e lefasi di riposo nelle 24 ore sono inadeguate. Già negli anni Cinquanta le Istitu-zioni sanitarie suggerivano di introdurre la vitamina D anti-rachitismo e il ferroper le donne incinte. Tuttavia questi abbozzi di integrazione nutrizionale sonoormai datati e presentano parecchi limiti.Riguardo lo scarso apporto, non si dimentichi che il medesimo tipo di grano odi patata, se coltivati in aree geografiche differenti - a causa di variazioni delclima, del terreno, dell’acqua, ecc. - presentano un tenore in minerali e vitamineassolutamente non identici: e pure di questo dobbiamo tener conto. Spesso tra-scuriamo anche le conseguenze di squilibri genetici: circa il 15% della popola-zione europea possiede il gruppo HLA 835, responsabile del deficit di stoccaggiodel magnesio a livello cellulare.Oggi l’alimentazione presenta tre aspetti negativi, da considerarsi a tutti glieffetti cause e concause di varie patologie:� sovraccarico di tossine determinato da eccesso e/o cattiva qualità del cibo,� apporto insufficiente di alcuni alimenti,� denaturazione degli alimenti, il cui processo può essere svolto secondo 2modalità: a) eliminazione di alcuni elementi del cibo, ad esempio la raffina-zione dei cereali, con perdita di gran parte delle vitamine B1, B2, PP, B6,minerali quali potassio, sodio, calcio, magnesio e ferro. L’estrazione a caldodegli oli vegetali produce lo stesso effetto dannoso anche perché i processi didecolorazione, desodorizzazione e altro distruggono la vitamina E, i grassi po-linsaturi 3 e 6, nonché parecchi minerali. E ancora: lo zucchero di canna abi-

7naturopatia

La nOStra aLIMEntazIOnE, anchE SE cOrrEtta,

nOn è SUFFIcIEntE a SOddISFarE LE rIchIEStE

dELL’OrGanISMO, a caUSa dEI rItMI IMpOStI

daLL’OdIErna SOcIEtà. dI QUI La nEcESSItà

dI "IntEGrarE" I nOStrI paStI In MOdO OttIMaLE.

La denaturazionedegli alimenti ha comportatola perdita di vitamine e sali mineraliimportanti per la salute

NATUROPATIA

>

di Rudy Lanza

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un risparmio annuo di parecchi miliardi, sevenisse incrementato l’uso di integratori nu-trizionali e in particolare le vitamine C eE(1). L’utilizzo delle vitamine E, secondo unaricerca francese, consentirebbe un minoresperpero di denaro per le cure della malattiacoronaria(2). Numerosi esperti stimano chel’apporto di vari micronutrimenti (minerali,vitamine, enzimi e acidi grassi) potrebbe ri-durre dal 20% al 40% l’incidenza di malattiecroniche(3). Studi scientifici affermano cheil rischio di patologia cardiaca diminuisce ri-spettivamente del 37% e del 41% nell’uomoe nella donna, allorquando il consumo quo-tidiano supera le 100 UI di vitam. E, cioè 6volte di più rispetto a ciò che viene comu-nemente suggerito: pertanto, è d’obbligo ri-correre alla supplementazione nutrizionale(4).E’ fondamentale, tuttavia, porre una parti-colare attenzione nell’adottare questa stra-tegia preventiva: infatti, come affermano iricercatori Thierry Souccar e Jean Paul Cur-tay, esistono varie incompatibilità: la vita-mina C produce radicali liberi in presenza diferro o di rame, l’assorbimento delle zinco èridotto se è presente il ferro. Inoltre, il rame,il manganese e il ferro dovrebbero essere as-sunti esclusivamente in caso di forte carenza,mentre la vitamina E deve essere naturale enon di sintesi.

9naturopatia

Quella professione emergenteLa richiesta di professionisti naturopatista crescendo anche in Italia. Il naturopataè un esperto in discipline bionaturali ri-volte al mantenimento del benesseredella persona, mediante tecniche non me-diche. Quest’attività, che si può svolgerecome liberi professionisti nel proprio stu-dio oppure presso centri-benessere, studimedici, erboristerie, ecc, si sta affermandoanche in Italia come sbocco lavorativoemergente e ricco di gratificazioni. L’isti-tuto rudy lanza - scuola di na-turopatia tradizionale, riconosciutoda vari enti europei - s’incarica della for-mazione di naturopati su tutto il territo-rio italiano. E’ l’unico ad aver ottenutoquattro certificazioni di qualità e con-sente ai suoi allievi di conseguire automa-ticamente i diplomi di alcune scuoleeuropee, facilitando così l’ingresso comenaturopati sia in Italia che in Francia, Spa-gna, Grecia, ecc. Il dr. rudy Lanza, fonda-tore in Italia della naturopatia strutturata,garantisce agli allievi un’adeguata forma-zione in accordo con le più importantiorganizzazioni europee e in linea con leleggi regionali vigenti. I criteri di accessoalla formazione in naturopatia sono equi-valenti a quelli europei: diploma di scuolasuperiore. Le lezioni soprattutto praticheesigono il numero limitato di iscrizioni.Sedi dei corsi: torino, Milano, padova, bo-logna e roma. info: www.naturopatia.it

(1) Pasko, Sena, Dickinson: Pracon Study: The Economic Impact of Increased Antioxidant Intake on Hospitalizations for Cancer, Cataract and Cardiovascolar Disease. First and Fast International Symposium, Paris, 1996.(2) Communication d’ Hervé Lafarge, Laborat. d’économie de gestion des organisations de santè, Université ParisDauphine, Paris 1994.(3) Frewal: Additional Comments. Workshop on Future Raccomanded Dietary Allowances. Rutgers University, 1993.(4) Stampfer, Hennekens, Manson e altri: Vitamine E, Consumption and the Risk of Coronary Diseases in Women,New En/ Med, 328, 1993.

8 Star bEnE É aFFar nOStrO

Negli Stati Uniti

si è stimato

un risparmio

annuo di miliardi

di dollari per la

Sanità, se si

consumassero

più vitamine

C ed E

NATUROPATIAtualmente è sottoposto a semi-filtrazione, a cottura per la separazione dellamelassa, ricca di oligoelementi e vitamine, allo scopo di ottenere - in conclu-sione - un prodotto morto che è lo zucchero bianco. Peggio avviene quandosi utilizza la barbabietola da zucchero, poiché in questo caso sono aggiunte ul-teriori sostanze assolutamente non biodisponibili. Lo zucchero bianco, per 100g, contiene zero g di magnesio, zero g di vitamina C, zero g di vitamine delgruppo B, e presenta una forte diminuzione degli altri minerali. Vi è poi b) ladenaturazione per addizione: si effettua allo scopo di proteggere i vegetalidalle varie aggressioni utilizzando antibiotici, insetticidi, diserbanti, antiag-glomeranti, ecc. Inoltre, si aggiungono ulteriori sostanze per esaltare il gusto,il colore e la conservazione. Tutti questi prodotti chimici alterano le proprietàdel cibo, in particolare degli enzimi che lo costituiscono. Riguardo i prodotti animali, l’allevamento intensivo, per via dell’esagerato usodi antibiotici, ci costringe ad un’alimentazione carente in acidi grassi polinsa-turi. I vitelli sono letteralmente spossati a causa dell’ingestione di surplus dicibo e ciò porta al rilascio di ormoni dello stress. Non possiamo neppure im-maginare quante sostanze nocive l’essere umano introduce con la carne. Datutto ciò si deduce che gli antiossidanti presenti nel cibo sono quantitativa-mente insufficienti, tenendo conto che il nostro sistema immunitario develottare contro tutte quelle sostanze fin qui citate. La soluzione ottimale con-siste, oltre a porre attenzione alla qualità del cibo, nell’assunzione intelli-gente degli specifici integratori nutrizionali. Negli Stati Uniti si è stimato

C HI MANCA D I V ITAMIN E E M INERAL IRischio di carenze in:

magnesio e ferrovitam. D, C e zincovitam. C, zinco e calciovitam. C, B1, E e magnesiovitam. B, C, E e beta-carotenequasi tutti i minerali e le vitaminevit B, C, E, beta-carotene e magnesiovit. B9, B12, C, D, calcio e zinco

DonneBambini (0-10 anni)Adolescenti (10-19 anni)SportiviFumatoriChi si sottopone a diete dimagrantiChi prende la pillola anticoncezionaleAnziani

Gruppi

Fonte: Souccar e Curtay

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anche a noi occidentali. Il “qi” nelle sue infinitemanifestazioni non è altro che un alternarsi dienergia yin (che è energia potenziale, materia,quiete, concentrazione e condensazione) e yang(energia che si esprime, spirito, movimento, este-riorità ed espansione). Quando queste due po-larità sono in equilibrio siamo in salute; se il lororapporto è disarmonico subentra la malattia.

per la filosofia taoista, cui la tradizione medicacinese si ispira, tutta la realtà è “qi” (si legge“chi”) o “energia” in continuo cambiamento emovimento. tutto quanto avviene, sia nell’uni-verso che nell’uomo, dipende dalle modificazionidi questa energia. tale concetto, dopo la teoriadella relatività di Einstein (stabilisce equivalenzatra materia ed energia), è divenuto familiare

“cHi”, il vero nutrimento

La dietetica ricopre un ruolo fondamentale nella medicina tradizionale cinese,disciplina millenaria che ha fatto della prevenzione (oltre che ovviamentedella cura) di malattie e squilibri il suo scopo principale. Secondo questa an-

tica tradizione medica tre sono i fattori che scatenano la malattia, il fattore terra(l’alimentazione), il fattore cielo (il clima) e il fattore umano (costituzione, com-ponenti ereditarie e psichiche). Scopo principale della dieta è quello di man-tenere in equilibrio le energie yin e yang della persona (si legga riquadro quisotto). Per esempio in inverno, quando fa freddo e si ha un eccesso di yin, occorreprivilegiare cibi riscaldanti (zuppe, cibi lessati, spezie, ecc.); in estate, quando ilcalore e lo yang hanno il sopravvento, l’ideale sono invece i cibi rinfrescanti,come la frutta o la verdura. E ancora chi è congestionato o debole deve privile-giare alimenti decongestionanti nel primo caso e rinforzanti nel secondo. In Oc-cidente il valore dei cibi è connesso alla presenza di carboidrati, proteine, grassi,vitamine e sali minerali; consideriamo inoltre importanti la freschezza dei cibi,se sono raffinati, ricchi o meno di colesterolo, sale, calorie, ecc. Per la medicinacinese le cose sono più complesse e la dieta tiene innanzitutto in considerazionela costituzione individuale, perché non c’è un modello unico e universale dicibo buono (“il cibo di uno è veleno per un altro”). E qui entra in gioco la teoria

QUEStE dUE antIchISSIME dIScIpLInE MEdIchE

attrIbUIScOnO Una FUnzIOnE IMpOrtantISSIMa

aL cIbO E aLLa dIEtEtIca, SOprattUttO pErchE’

“chI SIaMO”, OvvErO La nOStra cOStItUzIOnE

IndIvIdUaLE, dEtErMIna cOSa cI Fa bEnE ManGIarE.

Alimentandoci nel rispetto di “chi siamo”, ci consente di mantenerele energie yin eyang in equilibrioe il benessere è assicurato

MEDICINA CINESE E AYURVEDICA

>

di Ornella Giola

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La medicina ayurvedica, coi i suoi 5mila anni di storia alle spalle, prevedeun complesso sistema di conoscenze,pure in ambito nutrizionale. Secondotale disciplina il cibo parla ai nostridosha (tre forze fondamentali - Vata,Pitta e Kapha - presenti, con differentigradazioni, in ognuno di noi) e l’infor-mazione primaria è contenuta neigusti, in tutto sei: dolce, acido, salato,amaro, piccante e astringente. Unadieta bilanciata deve contenere tutti esei i gusti in ciascun pasto. Inoltre se-condo l’ayurveda nello scegliere undeterminato regime alimentare è im-portante conoscere il tipo corporeocui apparteniamo. In linea di princi-pio i tipi Vata (vivaci, eccitabili, im-prevedibili, immaginativi e tendenti astrafare) traggono grandi benefici inprimis dal gusto salato e poi dall’acidoe dal dolce. L’amaro, assieme al dolcee all’astringente, riequilibra il tipoPitta (entusiasta, affettuoso, metodico,ma collerico se stressato). Da ultimo iltipo Kapha (affettuoso, tollerante, ma-terno, indolente e un po’ pigro) vieneriequilibrato dal piccante e anche dal-l’amaro e dall’astringente. Ecco cosa scrive il dr. Deepak Chopra nel libro Be-nessere Totale (Ed. Sperling Paperback): “Supponiamo che due persone stianopranzando ed entrambe ordinino insalata dello chef, tè freddo e sorbetto al limone. Seuna delle due è un tipo Pitta, questa scelta è eccellente, perché i gusti dolci e il freddodel cibo aiutano a bilanciare il dosha Pitta. Ma se l’altra persona è Vata, la sua sceltaè pessima. Verdura cruda, specialmente se amara, bevande fredde e assenza di cibosolido mandano Vata fuori equilibrio. Alla fine del pasto... Pitta si sentirà rinfrescatoe brioso, il Vata sarà insoddisfatto e privo di energia”.

13medicina cinese e ayurvedica

Info

per chi volesse avvicinare per la primavolta le medicine

orientali segnaliamo tra cielo e terra di Harriett Beinfielded efrem Korngold (Ed. Il castello) e i segreti dellaguarigione ayurvedica di mayatiwari (Ed. Il punto d’incontro). In entrambi i testi - nella sezionefinale - sono pubblicate anche utiliricette. Un libro di pratica utilità è pure il ricettario dei 5elementi (Fontana Edizioni) di isabel ockert; contiene oltre 180 ricette suddivise in base alle tipologie della medicina cinese.

aggiornamenti e informazioni su corsi ed eventi legati al mondo delle discipline olistiche si trovano nel portalewww.olisticmap.it che dedica pure ampio spazio alle medicinetradizionali e non convenzionali, comequella cinese e l’ayurveda. per unapanoramica di quanto pubblicato suitemi della dietetica orientale segnaliamowww.ilgiardinodeilibri.it

12 Star bEnE É aFFar nOStrO

Anche i sapori

nelle medicine

orientali hanno

valore nutritivo;

vanno utilizzati

in maniera

equilibrata

MEDICINA CINESE E AYURVEDICAdei Cinque Elementi o Movimenti, una teoria che - semplificata al massimo -non è altro che la rappresentazione delle diverse fasi di trasmutazione e trasfor-mazione delle energie yin e yang in un movimento continuo, che prevede le se-guenti cinque fasi: fuoco (o yang assoluto, corrispondente al sud, all’estate, almezzogiorno, al cuore e all’intestino tenue nel nostro corpo); acqua (yin assoluto,corrispondente al nord, all’inverno e alla mezzanotte; al rene e alla vescia); legno(o yin calante, est, primavera e alba, fegato e vescica biliare); metallo (yang ca-lante, legato all’ovest, all’autunno e al tramonto, al polmone e all’intestinocrasso); terra (equilibrio yin/yang; non è legata ad alcuna stagione, essendo ilcentro intorno al quale le 4 stagioni ruotano; nel corpo corrisponde a milza estomaco). Dopo anni e anni di studi, analisi e osservazioni, mediante un sottilelavorìo basato su corrispondenze per analogia, i cinesi hanno ricondotto granparte dei fenomeni alle cinque fasi (sommariamente sopra descritte), con le qualiè possibile identificare anche cinque differenti tipologie personali. “Il cosmo incorpora tutte le Fasi, e lo stesso vale per ogni essere umano”, scrivono idottori Beinfield e Korngold nel testo “Tra cielo e terra”, dove individuano varitipi, come il “pioniere” che personifica il legno, il “filosofo” che è espressionedell’acqua, il “pacifista” personificazione dell’elemento terra, il “mago” del fuocoe l’ “alchimista” del metallo. In medicina cinese sapere “chi siamo” è determi-nante per sapere “cosa ci fa bene” mangiare: per una persona fredda e umida,con l’elemento “acqua” predominante, cibi yin - come frutta e verdura che fa-voriscono perdita di calore corporeo e secrezione di fluidi - vanno assunti conmoderazione, specialmente se si è deboli e in uno stato di affaticamento (peresempio se c’è un eccesso di muco, come quando si è raffreddati). Allo stessomodo per un tipo caldo (con “fuoco” predominante) cibi arrostiti, grassi o pic-canti fanno aumentare il calore, esasperando nervosismo, stipsi e traspirazione.Conoscere la propria tipologia e la condizione in cui ci troviamo in un deter-minato momento o periodo della vita è fondamentale per conservare in equi-librio il “qi”, la nostra energia vitale e quindi mantenerci in buona salute. La medicina cinese abbina inoltre i cibi a cinque sapori fondamentali, collegabilianch’essi ai cinque elementi/movimenti e di conseguenza agli organi corrispon-denti (agro-acido con legno e fegato; amaro con fuoco e cuore; dolce con terrae milza-stomaco; piccante con metallo e polmoni-colon; salato con acqua e reni). Alimentarsi con moderazione anche nella scelta dei sapori risulta quindi fonda-mentale: un eccesso di cibi amari debilita il cuore; troppo agro-acido impoverisceil fegato; se il dolce è eccessivo blocca il buon funzionamento della milza.

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15agricoltura

Aprire la pagina di una nota enciclopedia alla parola cibo e leggernela definizione è stato un atto di stupore, perché le sono state dedicatesolo una decina di righe insieme agli esempi: “nome generico per

indicare tutto ciò che si mangia”, “nutrimento”, e poi anche “eucare-stia”. Definire il cibo è cosa importante per poterne poi parlare. Ci sa-rebbero tanti concetti da aggiungere, ma a me piace definirlo così: “ilcibo è il prodotto finale di un atto umano compiuto in accordo con lanatura, applicando le tecniche agricole del territorio frutto di una ci-viltà rurale millenaria”. L’atto umano è da intendere, oggi, alla lucedella crisi economica finanziaria e produttiva, come quello compiuto daun gruppo di uomini che insieme avranno costituito una rete, una tramadi tessuto sociale ed imprenditoriale che, per svilupparsi ed evolversi,presupponga una base reale e naturale fondata su principi appartenentialla Civiltà Rurale.L’osservazione della natura e la sua conoscenza hanno permesso all’essereumano di poter estrarre dalla Terra l’energia necessaria per vivere la Vitanella dimensione offerta dal Pianeta. È tutto un legame in natura, uncollegamento, una continua connessione e poi, più in alto, tutto è ana-logia. La Creazione ha impiegato milioni di anni per preparare la dimoradell'Homo ed è impensabile pensarlo scollegato da Madre Terra. Ma èanche impensabile non notare quali sono i legami con la terra oltre aquella gravità che non ci fa precipitare nello spazio. La natura entra den-tro di noi attraverso il cibo e ci confortiamo della sua presenza quandoil senso del sazio ci indica che abbiamo accumulato l'energia per con-durre la nostra vita e svolgere il nostro lavoro.La presenza dei nutrienti nel cibo ci assicura la crescita, la resistenza, laforza e poi anche la possibilità di pensare. Il nostro cervello, sede della-

IL cIbO è IL prOdOttO FInaLE dI Un attO UManO

In accOrdO cOn La natUra, appLIcandO

tEcnIchE aGrIcOLE dEL tErrItOrIO FrUttO

dI Una cULtUra rUraLE MILLEnarIa, OGGI

MESSa In pErIcOLO daLLa cIvILtà cOnSUMIStIca.

La presenza di nutrienti nel cibo ci assicura crescita, resistenza, forza e anche la possibilità di pensare

AGRICOLTURA

>

di Giuseppe Li Rosi

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caos di insicurezze. Sovranità Alimentare. Già! La sicurezza di potercontinuare ad evolversi, migliorare la Vita, i rapporti, la Civiltà.In questa società, frutto di un'ingegneria sociale inventata per convincereil mondo a consumare prodotti industriali, il contadino è diventato in-visibile, il suo linguaggio incomprensibile – e stiamo parlando di un lin-guaggio universale – la sua cultura, frutto di tradizioni millenarie, relegataai margini ed in qualche museo etno-antropologico, insieme ai suoi va-lori, alla saggezza, alla conoscenza del mondo e dell’uomo. Il garantedella sicurezza del cibo è venuto meno, è stato decimato dalle dueguerre mondiali, e la rimanenza esigua sradicata dalla campagna e as-sorbita dall’industria. Nei campi sono rimasti pochi uomini e donne lamaggior parte senza la cultura ed il culto del coltivare o allevare. Da esseri incapaci e senza conoscenza non possiamo aspettarci cibobuono. Non è necessario capire perché esistono tante malattie autoim-muni legate al cibo, ma è necessario accettare che è il cibo che è scom-parso. Solo se ci rendiamo conto della sua scomparsa capiremo comenon ammalarci. I grani antichi o meglio grani locali sono tutte quellevarietà di frumento che sono state selezionate dai contadini nell’arco deimillenni. Essi sono il frutto della cultura contadina e di una capacità diosservazione della natura oramai scomparsa, quella in cui il mondo nonera stato ancora scomposto in categorie o compartimenti stagni, quellache percepiva il tutto come un tutt’uno, olimpicamente insomma. Dalla profonda relazione dell’uomo con la terra nasce così il ricco pa-trimonio della biodiversità. Purtroppo molte varietà sono andate per-dute, ma ancora molte ci sono rimaste che ci hanno permesso di riportaredei prodotti fatti con esse. La loro caratteristica è quella di essere asso-lutamente digeribili e pieni di nutrienti atti a dare energia al corpoumano, perché testati con perizia per millenni. Il ruolo dei grani antichiè fondamentale, perché solamente essi conservano le innumerevoli va-rianti che ci permetteranno di risolvere i problemi di produzione durantei cambiamenti climatici in atto. E ancora essi sono l’unica risposta aquella stupida idea di manipolare dentro i laboratori il DNA per aumen-tare le rese per ettaro con gli organismi geneticamente modificati(OGM). Sono da considerarsi come l’unica occasione di salvezza perconservare la Vita sul Pianeta e la possibilità di Evoluzione dell’Uomosu questo stupendo Pianeta.

17agricoltura

I grani antichi

sono varietà

di frumento

selezionate

da contadini

nell’arco

di millenni

AGRICOLTURAproduzione dei nostri pensieri, idee, emozioni ecc, è una massa grigiastradi un chilo e mezzo che viene costantemente irrorata dal sangue, che as-sicura alle varie parti ossigeno e elementi chimici ingeriti con il cibo. Senon arrivano i nutrienti giusti, molte aree del cervello rimangono inat-tive, e però pensiamo a scartamento ridotto, le sfumature ci sfuggono in-sieme alle idee, al genio; si diviene malleabili, deboli, irascibili,omologabili, omogenei, aderenti agli standard martellanti. Diversi. Di-versi da una natura dove l'energia e la forza sono insiti, diversi da unanatura dove la diversità e la variabilità sono la ricchezza e la possibilitàdi Essere. È vero. Siamo ciò che mangiamo e quello che non mangiamo.L'uomo del neolitico, durante la sua esistenza sul pianeta, immerso inuna Natura ancora sconosciuta, ma che per lui era il Senso stesso dellaVita, si trovò davanti ad un dilemma: cosa è buono da mangiare, cosami dà energia e cosa, invece, mi reca morte. La ricerca del cibo e l'assi-curarsene una riserva era il motivo della sua vita stessa, era la sua esi-stenza. L'essere riuscito a procacciarselo lo rendeva Sovrano in unambiente ancora tutto da esplorare. La sicurezza del cibo gli diede la pos-sibilità di spostarsi, migrare, trovare zone più accoglienti, migliorare lesue condizioni di vita e di pensiero. Evolversi verso stadi più complessidi relazioni, verso il gruppo, le gerarchie, un sistema, un ordine in quel

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DOBBIAMO SEGNARE 3 GOAL CON LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI

DIVULGAREFar conoscere conpubblicazioniad adulti e bambinil’importanza di stili di vita corretti con loscopo di vivere in salute,salvaguardare l’ambientee tramandare allegenerazioni future i benicomuni come i nostriprogenitori li hannotramandati a noi.

FARE RICERCASCIENTIFICARaccogliere fondi perindagini ambientali làdove i dati sono superiorialla norma e si ha ilfondato sospetto che lecause siano ambientali.L’OMS dichiara che ognianno al mondo ci sonopiù di 4 milioni dibambini morti per causeambientali.

AIUTARE I BIMBI DI TARANTOHanno un tasso elevato di piombo nel sangue e nelle urine. Alcunipediatri locali ericercatori del CNR,hanno un protocollo perstudiare le conseguenzeche i bimbi avranno.Costo della ricerca 6 milaeuro... dobbiamoraccoglierli per aiutarli.

www.lasalutedelbambino.org

Per informazioni: Fulvia Mantovani tel. 0375 97057 - Maria Teresa Puliti cell. 335 6255864

UN PROGETTO PROMOSSO DA:

LA SALUTE DEL BAMBINOAlimentazione bio +

PREVENZIONE PRIMARIA

Movimento in ambiente sano =

Il paradigma olistico considera l'essere umano come un'entità multidimensio-nale, costituita da varie dimensioni interconnesse tra cui corpo, emozioni, in-telletto e coscienza. Se l’individuo è consapevole di tutte le suddette

dimensioni, ed è in grado di nutrirle in modo equilibrato, si mantiene in salutee la sua vita è soddisfacente; se viceversa ne riconosce solo alcune e trascura o,peggio, nega le altre, si crea squilibrio e quindi malessere o malattia. Così come il corpo necessita della giusta qualità e quantità di nutrimenti (cibo,bevande e aria) anche la psiche ha bisogno dei suoi nutrimenti che sono leemozioni e i sentimenti; quelli elevati come gioia, amore e compassione ci fannobene e ci nutrono in profondità, mentre quelli pesanti come paura, collera, odioe tristezza ci intossicano. Sebbene le emozioni siano ritenute da molti il sale della vita, esse non servonoa dare sapore all’esistenza, ma – ad eccezione della gioia e poche altre - sonopiuttosto segnali d’allarme, il cui scopo è di innescare reazioni difensive o elu-sive. L’etimologia stessa della parola “emozione” (dal latino moveo = muo-vere e ex = da, quindi “muovere da”) indica che il suo scopo è di innescarenel soggetto una azione o reazione verso l’esterno. Quando ci troviamo insituazioni di sofferenza o di pericolo (reale o presunto che sia), si attivano inmodo quasi istantaneo delle emozioni (in genere paura o collera) e assieme adesse una serie di correlati processi ormonali e fisiologici, il cui scopo è di met-tere l’organismo nelle condizioni migliori per reagire con immediatezza allafonte di pericolo o di sofferenza, ad esempio fuggendo (paura) oppure attac-cando (collera). In caso di allarme infatti il sistema endocrino secerne adre-nalina, noradrenalina e altri ormoni che aumentano la capacità muscolare; iltono muscolare aumenta; il respiro diviene più corto e accelerato; il battitocardiaco aumenta di frequenza e il sangue viene distolto da altre funzioni (peresempio la digestione) e dirottato verso l’apparato locomotore.

19psicologia

LE EMOzIOnI E I SEntIMEntI SOnO nUtrIMEntO

pEr La nOStra pISchE: QUELLI ELEvatI cOME GIOIa,

aMOrE E cOMpaSSIOnE cI FannO bEnE E cI nUtrOnO

In prOFOndItà, MEntrE QUELLI pESantI cOME paUra,

cOLLEra, OdIO E trIStEzza cI IntOSSIcanO.

Le emozioni sono segnali di allarme; il loro scopo è di innescarereazioni difensiveoppure elusive

PSICOLOGIA

>

di Enrico Cheli

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stesse ad essere pericolose per la salute, quantol'impossibilità di sfogarle. Come tutti gli stimoli, anche quelli emotivi, seprotratti e ripetuti nel tempo, tendono a croni-cizzarsi. Ciò è particolarmente rischioso, soprat-tutto se si tratta di emozioni negative (paura,rabbia, tristezza, frustrazione, ecc.) che possonointerferire sia sullo stato di salute psicofisica, siasulla qualità dei nostri rapporti con gli altri.Un’emozione si dice cronica quando la personala prova per lunghi periodi, anche in assenza disituazioni o interazioni che la giustifichino: adesempio avere spesso paura anche se non c’èalcun pericolo oggettivo o essere tristi senza chele circostanze lo giustifichino. La paura croni-cizzata prende il nome di ansia, mentre la tri-stezza cronica si manifesta come depressionee la collera cronica come aggressività. Moltepersone vivono in condizioni di quasi costanteansia, aggressività o depressione, senza peraltrorendersene conto, almeno fino a quando il ma-lessere accumulato non supera il livello di guar-dia e sfocia in una qualche patologiaconclamata di tipo psicologico, relazionale opsicosomatico. Gli stati emotivi cronici possonoderivare da uno dei seguenti tre fattori: 1) pro-blematiche passate irrisolte (lutti, abusi sessuali,violenze o soprusi, carenze affettive, ecc.); 2) undisattento utilizzo dei media comprendentetroppi programmi a contenuto pauroso o aggressivo o triste; 3) relazioni insod-disfacenti e/o conflittuali nel presente (ad esempio nella coppia, in famiglia osul lavoro). Quando le emozioni croniche dipendono dal primo fattore non sipuò fare molto da soli e occorre chiedere aiuto a uno psicoterapeuta; sugli altridue fattori si può invece intervenire, entro certi limiti, anche da soli e per questoli illustrerò un po’ più a fondo nei due paragrafi seguenti. Uno dei fattori chemaggiormente incidono sul nostro stato emotivo e quindi sul nostro benessere

21psicologia

>

Info

L’autore ha ancheapprofondito metodi che utilizzanosuoni, mantra e canto a fini meditativie terapeutici, studiando canto degli armonici e campane tibetane in India, nepal, Europa e america e perfezionando la voce presso la Scuola di musica di Fiesole. da queste esperienze sono nati i cd la danza degli armonicie armonie interiori(entrambi di editi da Xenia).

Il prof. cheli è direttore scientifico di holiversity, fondazione scientifica che coniuga olismo e formazioneuniversitaria. Ecco i master per il 2014:• Percorsi di consapevolezza per la salute e

la felicità (6 seminari, marzo-ottobre). • Comunicazione e relazioni interpersonali

( 6 seminari, da marzo a ottobre).• Relazioni più consapevoli e felici

(seminario 26 e 27 aprile).• Risveglia la sensibilità e contatta il tuo

bambino interiore (seminario 24 e 25maggio). per ulteriori seminari, corsi e informazioni: www.holiversity.it

20 Star bEnE É aFFar nOStrO

tratta di 38 essenze, ognuna delle quali agisce suun’emozione particolare. Ogni rimedio è trattoda un fiore che si trova in natura. L’azione dei ri-medi floreali riequilibra i nostri stati d’animo ne-gativi, ristabilendo la qualità opposta, ad esempioprendendo Mimulus (il fiore della paura) ritro-viamo il coraggio per affrontare la timidezza, iltimore di volare o di parlare in pubblico, ecc.

all’inizio del ‘900 il medico inglese Edward bachintuì come le emozioni fossero determinantinella cura delle malattie. I fiori creati dal dr. bachsciolgono i blocchi causati dallo squilibrio gene-rato dalle emozioni negative, come ad esempiotristezza, rabbia, paura, scarsa autostima, ecc. Ifiori di bach esplicano la loro azione curativa rie-quilibrando le emozioni. più precisamente si

Quei “fiori” cHe liBerano i BloccHi emotivi

Henry Laborit

ha dimostrato

come non sono

le emozioni

in se stesse

ad essere

pericolose per la

salute, quanto

l’impossibilità

di sfogarle

PSICOLOGIACome gli animali, gli esseri umani possono reagire a situazioni dolorose o di pe-ricolo in tre diversi modi: fuggendo, attaccando o restando immobili. Ciascunodi tali modi è associato a una specifica emozione: la fuga alla paura, l’attacco allacollera e l’immobilità alla tristezza/abbattimento. Lo psicofarmacologo Henry Laborit ha realizzato una serie di esperimenti su ani-mali per verificare quali effetti le suddette reazioni potessero avere sull’organi-smo. Nel primo esperimento mise una cavia in una gabbia divisa in due metà,una delle quali veniva a ritmi periodici elettrificata; la cavia, dopo le prime do-lorose scosse imparò a fuggire nella metà non elettrificata, evitando così la si-tuazione dolorosa. Laborit effettuò un secondo esperimento, inserendo nellagabbia due topi contemporaneamente e elettrificandola tutta, così che non vifosse via di fuga. Alla prima scossa le due cavie reagirono con sorpresa e sbigot-timento, ma a partire dalla seconda volta iniziarono a combattere tra loro comese ognuna reputasse l'altra responsabile dell'accaduto, se non un vero e proprioaggressore. Fu allora effettuato un ulteriore esperimento utilizzando la gabbiacompletamente elettrificata ma con una sola cavia che, non potendo né fuggirené lottare, rimaneva immobile a subire la scossa elettrica. Dopo alcuni giorni diripetuti esperimenti fu osservato che le cavie dei primi due esperimenti godevanodi ottima salute mentre la cavia del terzo esperimento presentava evidenti segnidi malattia, confermati anche dalle analisi del sangue. Ciò in quanto nel primoesperimento la cavia aveva la possibilità di rispondere al pericolo fuggendo nellametà non elettrificata della gabbia. Nel secondo la fuga era impossibile, ma ledue cavie potevano sfogarsi combattendo tra loro. Nel terzo esperimento invecesia la fuga sia il combattimento erano impossibili, essendoci una sola cavia. Gra-zie a questi esperimenti Laborit dimostrò che non sono tanto le emozioni in se

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ogni telespettatore assiste in un anno a circa 10.000 eventi di violenza.Certo,vedere un omicidio su uno schermo non è come assistervi dal vero e la sua in-tensità emozionale è sicuramente minore - supponiamo che sia solo un decimodi quella che proveremmo dal vero – ma se moltiplichiamo un decimo per die-cimila volte, è come se vedessimo di persona 1000 atti violenti veri ogni anno.Una scena commovente che vediamo alla TV ci fa provare una emozione realee piangere lacrime vere; una scena di omicidio vista in un film ci fa provare pauraanche se sappiamo che l'evento è finto, che nessuno sta davvero morendo. Que-ste emozioni producono modificazioni nel corpo e nel nostro stato psico-ener-getico generale: si attivano determinate secrezioni ormonali, si generanotensioni muscolari, chiusure psichiche difensive, alterazioni del flusso ener-getico corporeo, ecc. Se poi tali emozioni sono frequentemente ripetute neltempo, possono dar luogo ad una cronicizzazione e produrre stati persistenti ditensione e chiusura che si riflettono sul nostro umore, sullo stato di salute psi-cofisica e sulla qualità dei nostri rapporti con gli altri. Al fine di evitare i suddettirischi è pertanto consigliabile scegliere con grande attenzione i film e programmida vedere e i libri e giornali da leggere, evitando quelli troppo violenti, paurosio tristi e costruendosi una dieta mediatica “ben digeribile”. Il mio libro “Comedifendersi dai media” contiene una gran quantità di informazioni, indicazionied esercizi che possono essere di aiuto per muoversi in tale direzione.

22 Star bEnE É aFFar nOStrO

psicofisico sono le relazioni con gli altri. Se chiediamo alla persone che cosa lefa sentire gioiose, la maggior parte ci risponderà: l’essere innamorati, il sentirsiamati, l’avere una buona relazione col partner, con gli amici, con i figli, con icolleghi. Se chiediamo cosa le rende tristi o arrabbiate, ci diranno: il non sentirsicompresi, l’avere un cattivo rapporto coi colleghi di lavoro, col partner, con igenitori, il litigare con qualcuno e via dicendo. Insomma, buone relazioni pro-ducono emozioni piacevoli (gioia, allegria, amore, ecc.), mentre relazioni con-flittuali determinano stati emotivi spiacevoli (paura, collera, tristezza, ecc.).Purtroppo le relazioni serene e reciprocamente gratificanti sono assai rare, men-tre ben più numerose sono quelle conflittuali. Ciò dipende soprattutto dalla no-stra scarsa capacità di comprendere le altre persone e di gestire la comunicazionecon loro. D’altra parte è anche vero che nessuno – né in famiglia, né a scuola- ci ha mai insegnato a impostare in modi sani e costruttivi i nostri rapporticon gli altri, a comunicare con chiarezza ma senza asprezza, a comprenderechi è diverso da noi, a esprimere positivamente le nostre emozioni e senti-menti, a cooperare invece di combattere. Tutte queste abilità sono essenzialiper avere buone relazioni e una buona salute emozionale, e dato che nessuno cele ha insegnate da piccoli occorre impararle da grandi, nei modi che ho megliospiegato in vari miei libri sull’argomento, tra i quali segnalo “Relazioni in ar-monia” (Franco Angeli) e “Le relazioni interpersonali” (Xenia edizioni). Suquesti temi tengo da anni anche corsi e seminari, poiché i libri da soli non semprebastano a imparare bene la difficile arte del relazionarsi (www.enricocheli.com).I libri e giornali che leggiamo e i film e i programmi televisivi e radiofonici cheguardiamo o ascoltiamo incidono in modo rilevante sul nostro stato emotivo, esiccome i media danno molta più rilevanza a situazioni imperniate su competi-zioni, pericoli, violenze, crimini, conflitti che non a situazioni serene, pacifiche,gioiose, collaborative, amorevoli, le emozioni che si producono in noi sono perlo più paura, collera, tristezza. Quand’anche – come in certi film – la vicenda siconclude con un lieto fine, i brevi momenti di gioia vissuti dallo spettatore altermine della storia non bilanciano quasi mai le assai più numerose e ripetuteemozioni di ansia, tensione, paura, collera o dolore suscitate dalle scene prece-denti. Una imponente ricerca scientifica svolta negli USA ha rilevato cheoltre il 60% di tutti i programmi TV contiene almeno una scena di violenzae per i film e telefilm la percentuale sale addirittura al 90%; inoltre i tipiciprogrammi a contenuto violento propongono almeno 6 incidenti o eventi diviolenza per ogni ora di durata. I ricercatori hanno calcolato che mediamente

I media incidono

parecchio

sul nostro stato

emotivo; danno

però molta

più rilevanza

a conflitti

che a situazioni

serene e gioiose

PSICOLOGIA

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* gruppo teatrale elvetico che realizza spettacoli musicali di danza e mimo, recitando in maschera e concostumi molto elaborati e surreali.

- Il niente?- Non proprio. Hai mai toccato il sor-riso della mamma?- Come il sorriso, la sua faccia?- Non la sua faccia, il suo sorriso.- Io sono contento quando la mammasorride.- Preferisci un pacchetto di caramelleo un sorriso della mamma?- Che domande? Vuoi dire che il sor-riso della mamma mi nutre come unpanino col prosciutto?- Tu rinunceresti al sorriso dellamamma?- No! Certo che però, un bel paninocol prosciutto?- Lo vedi, ci sono nutrimenti diversi.- Il cibo che compriamo al supermer-cato ci nutre, ma non è l’unico ali-mento. Ricorda “Non di solo panevive l’uomo”.- Sì, lo so, ci vuole anche il prosciutto.- Non fare lo sciocco. Quella frase diCristo vuole significare che oltre aglialimenti, l’essere umano, quell’organi-smo complesso di cui si parlava, sinutre anche di altre componenti. Cisono alcuni vagoni che hanno bisognodi un carburante diverso.- Sì, alcuni vagoni vanno a sorrisi.- Sei mai andato a teatro?- Teatro? Si a vedere i Mummen-schanz*.- Ecco. Sul palcoscenico ci sono gli at-tori, travestiti da personaggi o addirit-tura nascosti dentro pupazzi. Mentre

guardiamo lo spettacolo crediamo chetutto sia vero, se però andiamo dietrole quinte, ci accorgiamo che esiste unaltro mondo. Più reale.- Ma cosa c’entra questo col cibo?- Sul palcoscenico c’è il nostro corpo >

Info

tra i numerosi libriscritti da pier Luigi Lattuada figura Biotransenergetica(ItI Edizioni) in cui l’autore illustra le caratteristiche di questa disciplinache è una sintesi tra le anticheconoscenze sciamaniche e quellemoderne della psicologia transper-sonale e della medicina integrale.Segnaliamo anche il video il corpodel sogno (Ed. anima ebook) in cuimediante movimenti rituali, respira-zione, suono e visioni s’incrementanoenergia vitale e padronanza emotiva.

L’autore dell’articolo è direttore dellascuola di formazione in psicote-rapia transpersonale, dove seguireil corso di specializzazione quadriennalericonosciuto dal MIUr con decreto Mi-nisteriale 30.5.2002 che conferisce titoloabilitante all’esercizio della psicoterapiaed equipollente alla specializzazione uni-versitaria per i concorsi pubblici. Lascuola effettua pure corsi per counselortranspersonale mediante il training diformazione in biotransenerge-tica accreditato presso la FaIp counse-ling. Info: Integral transpersonal Institute,via villapizzone, 26 - 20156 Milano - tel.028393306 – [email protected] – www.integraltranspersonal.com

24 Star bEnE É aFFar nOStrO

- Papà cosa ci nutre?- Ci nutre il cibo?- Che cos’è il cibo?- Il cibo è ciò che ci nutre.- Alla gente comune piacciono le cosesemplici, piace capire in fretta, pochiconcetti ma chiari.E’ così che si resta alla superficie dellecose e si gira a vuoto persi in circoli vi-ziosi ridondanti, che lasciano insoddi-sfatti e non si capisce perché.Semplicità non è semplicismo ma ri-conoscere le leggi, le regolarità chestanno alla base di fenomeni com-plessi; semplicità è cogliere l’essenziale;qualcosa che solitamente avvienequando ci siamo presi la briga di an-dare a fondo nelle cose, nella lorocomplessità, appunto.- Papà cosa ci nutre?- Figlio mio devi sapere che l’organi-smo umano si chiama così proprioperché è un fenomeno complesso,come le scatole cinesi o quelle bam-boline russe, una dentro l’altra.- E cosa nutre le nostre scatolette?- C’è un’altra cosa che devi sapere

prima che ti risponda, è che questescatolette non sono propriamentedelle scatolette, non stanno ferme, simuovono incessantemente.- Come i treni della metropolitana?- Sì, come i treni.- Allora il nostro organismo è comela metropolitana, tante stazioni, tantibinari, tanti livelli?- Sì, però ci sono anche livelli chenon si vedono, vagoni che non si pos-sono toccare.- Ma dai? Le cose che non si possonotoccare non esistono?- Hai mai toccato il profumo di unfiore?- Non fare il furbo, lo sanno tutti checi sono delle particelle piccolissimeche non si vedono, ma ci sono e chefanno profumare il fiore. Non hai stu-diato scienze quando andavi a scuola?- Bravo, ci sono cose che si vedonosolo con il microscopio e cose ancorapiù piccole, che si possono solo misu-rare, ma non vedere. E poi ci sonoanche delle cose che non si possonomisurare.

In QUEStO dIaLOGO tra padrE E FIGLIO IL nUtrIrSI

E’ rIcOndOttO a Una rapprESEntazIOnE tEatraLE:

pOcO IMpOrta chE L’attOrE ManGI, danzI O MEdItI,

SE nOn SI accOrGE chE, prIMa dI ESSErE Un attOrE,

è Un ESSErE UManO, OvvErO SEMpLIcEMEntE è.

di Pier Luigi Lattuada

Non è detto che esiste solamente

quello che si tocca o si misura

BIOTRANSENERGE TICA

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27biotransenergetica

- Anche l’essere umano si nutre del-l’acqua che lo contiene.- Ma dai! Mica viviamo nell’acqua!Noi viviamo d’aria.- Certo, se non ci fosse l’aria mori-remmo. L’aria è importante come laterra che ci dà il cibo e ci sostiene edobbiamo averne cura e rispetto, comeil fuoco che ci riscalda e il sole che cidà la vita, dobbiamo averne cura e ri-spetto. Ma tutto ciò è sul palcoscenico.- E dai con questo palcoscenico. Mache cosa ci sarà mai dietro le quinte?Magari un bel niente.- Esatto! Un bel niente, cioè il vuoto.- Il vuoto?- Sì, tutti si dimenticano del vuoto,questo è il problema. La nostra so-cietà è affamata di vuoto, solo chenon se ne accorge. Andiamo così difretta, siamo così occupati a riempirci,la pancia, le tasche e l’anima nell’af-fannosa ricerca di una soddisfazione,che non arriva, e ci dimentichiamo difare l’unica cosa che veramente po-trebbe nutrire il nostro spirito. Ac-corgerci che siamo immersi nelvuoto, come il pesce nell’acqua.- Ma che vuoto, come si fa a nutrirsi diniente? Voglio vedere te come sei fe-lice con la pancia vuota.- Il vuoto di cui ti parlo è pieno.- Sì, pieno delle tue fantasie.- Gli scienziati lo sanno che il vuoto èla cosa più piena che ci sia, alcuni lochiamano campo, altri matrice, altri

ordine implicato o campo morfogene-tico. Anche i mistici lo sanno, essi lochiamano Fondamento oppureAtman o Coscienza Suprema, o Sé oessenza. Altri lo chiamano essenza spi-rituale o sorgente e noi con loro.- Si, altissima, purissima, levissima.- Se adesso mi ascolti bene arriviamoalla conclusione del nostro discorso.Arriviamo alla semplicità. Come ilpesce nel mare, siamo immersi nellasorgente della vita, l’essenza spiri-tuale. La cosa più ovvia e semplice diquesta terra, la nostra essenza spiritualeci avvolge, ci compenetra, ci nutre, manoi siamo così tanto impegnati ad ar-rivare da qualche parte che non ce neaccorgiamo. Abbiamo paura di fer-marci, perché tra noi e la nostra es-senza spirituale ci siamo noi stessi.Cioè il nostro piccolo Io con tutte lesue illusioni, tutti i personaggi che ri-copriamo sul palcoscenico della vita.Siamo terrorizzati dal togliere la ma-schera, lasciare gli abiti di scena, an-dare in camerino a toglierci il trucco erestare soli, senza pubblico. Se lo faces-simo, ci accorgeremmo che siamo giàa casa, che lo siamo sempre stati e sem-pre lo saremo. Che possiamo impararea restare, scomparire a noi stessi e sem-plicemente accorgerci che siamo allasorgente, bere alla fonte dell’acquadella vita, celebrare la sacra cerimoniadi esistere e partecipare, grati, allafesta.

Come il pesce nel mare, anchenoi umani siamoimmersi nellasorgente di vita,l’essenza spitiruale

fisico che ha fame, sul palcoscenicomangiamo il panino col prosciutto e cipassa la fame. Se siamo vegetarianimangiamo un’insalata col gomasio,l’aceto di mele e il tofu; se siamo salu-tisti ci aggiungiamo delle pillole diomega 3 o una manciata di lecitina disoia. Quando parliamo di nutrimento,quindi, sul palcoscenico compare ilcibo per il nostro corpo fisico, dietro lequinte rimane tutto il resto. Se siamoun po’ più attenti, e andiamo a curio-sare sul palco, magari diventiamo unpo’ più sensibili alla nostra salute, sco-priamo che il nostro corpo ha anchebisogno di movimento e aria fresca; al-lora il mattino, prima di colazione cifacciamo una bella corsetta al parco. Un’altra curiosata dietro le quinte equalcuno ci parla di chakra o meri-diani, già, l’energia vitale, il Qi, allorala sera prima di cena andiamo a yogao a Tai Chi. Asanas, movimenti lentie respirazione nutrono il nostrocorpo energetico. E non solo certa-mente, anche l’anima e la mente.Scendiamo giù nei camerini e sco-priamo la meditazione. Qui e ora. Ci

inchiodiamo a gambe incrociate,schiena dritta e caschi il mondo, riu-sciremo ad avere la meglio sui nostripensieri e su quel tormento alle cavi-glie o ai fianchi. La meditazione nutreil corpo e la mente.- Ma quante cose dobbiamo fare pernutrirci? Che complicazione?- Bravo! Fare, fare, fare. Torniamo al nostro teatro. Poco im-porta che l’attore, mangi, danzi, facciapratiche di lunga vita o meditazioni, senon si accorge che pima di essere unattore, è un essere umano, cioè sempli-cemente è.- Ehi pà, mica avrai scoperto l’acquacalda? Certo che siamo.- Quando tu vedi un pesce nell’acquache apre la bocca e ingoia il suo cibo,pensi che sia quello ciò che lo nutre,giusto?- Certo!- Certo! Sul palcoscenico il pesce sinutre con la bocca ma, ricorda, l’es-senziale, cioè l’ovvio, è invisibile agliocchi. Prima di tutto il pesce si nutredell’acqua che lo contiene.- Beh! Che novità.

BIOTRANSENERGE TICA

basano sulla filosofia delle antiche tradizioni spi-rituali e sostenuti dalle acquisizioni della nuovascienza, della ricerca sugli stati di coscienza edella psicologia transpersonale. può essere con-siderata una disciplina per il risveglio della naturaspirituale di ogni persona e delle sue qualità piùgenuinamente umane.

nata negli anni ‘80 grazie all’incontro tra pierLuigi Lattuada, medico psicoterapeuta, e MarleneSilveira, psicologa e psicoterapeuta, la biotranse-nergetica è una disciplina psico-spirituale. Inoltre ventimila ore di lavoro clinico presso il cen-tro Om di Milano, il dr. Lattuada ha perfezionatoil modello teorico e il sistema operativo che si

una disciplina per il risveglio dello spirito

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sanguigna permette all'ossigeno di raggiungeretutti i tessuti e all'anidride carbonica di essereespulsa. Questa funzione viene svolta, ovvia-mente, grazie alla perfetta unione che si stabiliscecon il corpo materno. La stabile relazione che vi-viamo con la respirazione, ci porta a sottovalutarel'importanza del respiro e a non considerare lafondamentale attività che esso svolge. Non prestando attenzione al respiro, molte per-sone si limitano a “respirare quel tanto cheserve per sopravvivere”. Questa sintetica frase,spesso pronunciata da chi svolge attività profes-sionale nel campo della respirazione consapevole,descrive una condizione generalizzata e purtroppoin notevole espansione. Sono sempre più, in-fatti, le persone che riducono a poco più di unquarto le proprie possibilità respiratorie, ridu-cendo in pari misura i benefici che una buona re-spirazione è in grado di produrre. Per esempio, una buona ossigenazione depural’organismo dalle tossine (circa il 70% delle tos-sine viene espulso attraverso la respirazione),aiuta ad attivare il metabolismo e a sintonizzarei ritmi fisici (cardiaco, dell’appetito, del sonno/veglia e quelli legati a emozioni e pensieri). Ren-dendo leggermente più ampia e lunga la respira-zione possiamo subito accorgerci delle tensionipresenti nel corpo. Queste tensioni, delle qualispesso siamo inconsapevoli, creano lievi e ineso-rabili limitazioni nella respirazione. Il risultato ditale processo è la riduzione della quantità di ossigeno che portiamo nel corpo.Ricevendo meno ossigeno, organi e tessuti svolgono un'attività meno efficace,accrescendo il livello di stanchezza e stress, attivando un circolo vizioso diffi-cile da interrompere. Ciascuno di noi sa quanto sia difficile rilassarsi quando viviamo una condi-zione di stress prolungato; il buon senso ci dice che dovremmo rallentare il >

29rebirthing

InfoUn percorso formativo e di crescita per-sonale per esplorare le potenzialità dellarespirazione. Un'esperienza per scoprirele connessioni tra respiro, corpo, mentee spirito. Un'opportunità per sciogliereschemi respiratori limitanti, sviluppandouna respirazione ampia e rilassata per vi-vere un benessere pieno e ricco. tuttoquesto si può imparare alla scuola diformazione di rebirthing. E’ pro-mossa dall'a.I.r. (associazione Italianarebirthing) e consente di apprendere glistrumenti e di sviluppare le competenzeper svolgere attività professionale nelmondo del respiro. Info: www.ilrebirthing.it

Matteo Giovanni Manziniè autore del libroascolta il tuo re-

spiro in cui definisce con chiarezza lecaratteristiche del rebirthing. Un testoda non perdere è pure il libro delrebirthing. l’arte del respiroconsapevole (Ed. Mediterranee), incui leonard orr, fondatore del rebir-thing e Konrad Halbig, formatoreprofessionale di rebirthing, espongono iprincipi basilari di questo metodo. Il librocontiene una serie di esercizi pratici, ma-turati e sperimentati in anni di attività,favorendo la praticabilità della teoria, siaper i principianti che per le persone piùesperte.

28 Star bEnE É aFFar nOStrO

La respirazione è intrinsecamente legata alla vita, non a caso Ippocrate (me-dico e filoso, 460 – 377 a.C.) affermava che “l’aria è il primo nutrimento”.L'aria è elemento nutritivo ancora più importante di qualsiasi altro cibo,

infatti possiamo resistere alcune settimane senza mangiare, pochi giorni senzabere, ma solo pochi minuti senza respirare. Riferendoci a culture orientali e,in particolare, allo yoga, è interessante ricordare i significati che ha il terminesanscrito “prana”: respiro, vita, energia. Funzione principale della respirazione è quella di fornire ossigeno ai tessuti,espellendo anidride carbonica dall'organismo; infatti tutti i processi meta-bolici attivi nel nostro corpo hanno necessità di introdurre ossigeno ed eli-minare anidride carbonica. L'emoglobina è la molecola presente nel sanguecoinvolta nel processo respiratorio. Essa si occupa del trasporto di ossigenoalle cellule con conseguente rilascio di anidride carbonica, che dalle celluleviene trasportata ai polmoni ed espulsa grazie all'espirazione. Possiamo subito affermare che la respirazione fornisce nutrimento alle cellulee quindi, in senso più ampio, a tutto il corpo. Tale attività, che sperimentiamoquotidianamente, avviene senza partecipazione cosciente e in modo auto-nomo, ma possiamo intervenire con un’azione volontaria per modificare lafrequenza, il ritmo, la profondità o per sospendere completamente il respiro. Possiamo definire l'atto respiratorio un'azione semi-volontaria.La parola respirazione, generalmente, ci porta a pensare alla respirazione au-tonoma polmonare, quella che ciascuno di noi, anche in questo istante, stavivendo, ma che in realtà riveste un ruolo fondamentale ancor prima del“primo respiro autonomo”. Pensiamo alla respirazione cellulare, importantis-sima fin da subito dopo il concepimento. Le cellule infatti si “nutrono” del-l'ossigeno presente nei liquidi circostanti e quando lo sviluppo embrionalerende insufficiente questa modalità di nutrimento, ecco che la circolazione

L'arIa è ELEMEntO nUtrItIvO pIù IMpOrtantE

dI QUaLSIaSI aLtrO cIbO. pOSSIaMO rESIStErE aLcUnE

SEttIManE SEnza ManGIarE, pOchI GIOrnI SEnza

bErE, Ma SOLO pOchI MInUtI SEnza rESpIrarE.

di Matteo Giovanni Manzini

La respirazionefornisce

nutrimento alle cellule

e di conseguenza,in senso

più ampio, a tutto il corpo

REBIRTHING

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Possono le parole che usiamo ogni giorno per comunicare, quelle di cui cer-chiamo il significato sul vocabolario, nutrirci, cosi come ci nutre il cibo? Larisposta è sì! Vediamo perché. Masaru Emoto, dottore giapponese in medi-

cine alternative alla Open International University, è famoso per aver speri-mentato la “memoria dell’acqua”: portando sotto zero acque di diversaprovenienza, giunse al risultato che la cristallizzazione non era uniforme. Infatti,le strutture dei cristalli di acque provenienti da siti incontaminati apparivanosimmetriche e armoniose, mentre le acque prelevate dalle fogne dei centri urbanierano disarmoniche. L’esperimento ebbe inoltre un’importante evoluzione: in-collando su alcuni vasetti contenenti acqua e riso, etichette con parole a fortevalenza emozionale - ad esempio amore, odio e così via - accadde un fenomenosorprendente: la materia associata a parole positive subiva una decomposizionemolto più lenta di quella associata alle parole negative! Da questa esperienza sievince che l’acqua conserva la memoria delle vibrazioni con cui entra in con-tatto e che le parole sono dotate di energia in grado di generare cambiamentidi stato dell'acqua. Poiché noi esseri umani siamo costituiti per il 70-90% diacqua, gli esperimenti del dottor Emoto ci guidano verso due importanti osser-vazioni: primo, le nostre molecole sono la memoria vivente degli stati emotivicon i quali, ogni giorno, entriamo in contatto; secondo, le parole e i pensieriche produciamo influiscono potentemente su noi stessi e sugli altri. Dunqueoccorre utilizzarli con grande responsabilità, parola che non ci deve intimorire,perché letteralmente significa "abilità di rispondere" a situazioni o problemi,in altre parole responsabilità è la "consapevolezza di una scelta". Lo sa moltobene Roberto Benigni, che nel suo film “La tigre e la neve” ci offre un branodavvero coinvolgente che cita: “Il mondo ha iniziato a cambiare quando qual-cuno ha iniziato a scegliere”. Sarà proprio questa volontà di scegliere a portarciverso la realizzazione del progetto auspicato da Gandhi, uomo che ha digiunato

31pensiero positivo

QUELLO chE dIcIaMO cOn La vOcE E cOn La MEntE

InFLUIScE pOtEntEMEntE SU dI nOI E SUGLI aLtrI.

La cUra cOn cUI ScEGLIaMO parOLE E pEnSIErI

è aSSaI IMpOrtantE pEr LE pErSOnE chE cI StannO

IntOrnO E chE LI rIcEvOnO, IncLUSI nOI StESSI.

Le parole, pronunciateogni giorno per comunicare,possono nutrirci?La risposta è senz’altro un sonoro “sì”

PENSIERO POSITIVO

>

di Claudia Poppi

ritmo, ma sembra più facile continuare a correre incessantemente. Il respirosi accorcia, diventa superficiale e lo stress aumenta.Così facendo chiediamoal fisico e alla mente di procedere intensamente, senza fornire loro un adeguatonutrimento. Una domanda viene tuttavia spontanea: è possibile interromperequesto processo di indebolimento? La risposta è affermativa, occorre però por-tare attenzione alla respirazione e, in particolare, all'inspirazione. Rallentaredunque il ritmo respiratorio è il primo passo. Possiamo cercare di inspirarelentamente e in modo ampio, lasciando che il diaframma scenda verso il basso,spingendo in fuori gli organi sottostanti, lasciando che l'espirazione avvengasenza controllo, trattenimento o spinta. Così facendo saremmo vicini all'imi-tare il respiro tipico dei neonati. Questo tipo di respirazione produce imme-diatamente importanti effetti benefici e salutari per l’organismo, ovvero: • aumenta la quantità di ossigeno nel sangue, • rallenta il battito cardiaco, • allontana l'attenzione dallo stress, portandola verso un “oggetto” differente(il respiro stesso), • massaggia gli organi sottostanti il diaframma.Una respirazione fluida e rilassata garantisce un abbondante apporto nu-tritivo. La pratica sopra suggerita, se messa in atto con costanza e precisione,può aiutare a ridurre la frequenza con cui gli stati di stress si presentano.Sviluppando una radicata condizione di rilassamento e raffinando le abilitàper ricreare questo stato, rendiamo la mente più brillante e capace di risolvereproblemi che si presentano nella vita di tutti i giorni, tonifichiamo il corporendendolo sciolto, dinamico e pronto a superare gli ostacoli quotidiani. In altre parole, respirando in modo abbondante e rilassato, possiamo svilup-pare autentico benessere e creare una vita sempre più facile, ricca di soddisfa-zione e anche di piacere.

REBIRTHING

ecco perché al metodo venne dato il nome direbirthing, “rinascita” in inglese. Le prime espe-rienze di rebirthing vennero effettuate in acquaa 38°c; in seguito si ricorse anche al rebirthing“a secco” (i praticanti restano sdraiati su un ma-terassino). nel 1977 Orr compì il suo primoviaggio in India dove incontrò lo yogi babaji, chedefinì il rebirthing lo “yoga per gli occidentali”.

Il fondatore del rebirthing è l’americano LeonardOrr: per sua stessa ammissione il metodo è il ri-sultato di una serie di esperienze e intuizionipersonali. Orr ebbe le prime esperienze di re-spirazione spontanea immerso nell’acqua calda,durante le quali sperimentò forti sensazioni fisi-che ed emotive. Osservò anche che dopo talirespirazioni provava un senso di maggior libertà:

Quella tecnica cHe fa “rinascere”

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dopo tre mesi, muore! Le parole vannoa colpire l’inconscio. Muore soprat-tutto la speranza e la voglia di reagirepositivamente a un evento doloroso.La persona sarà pervasa da emozionipesanti e negative che andranno asommarsi allo stato di disarmoniadella malattia. E’ forse questa la moda-lità giusta per “nutrire” chi è malato?Un sinonimo di nutrimento è “dieta”,parola di derivazione latina che signi-fica “modo di vivere” con particolareriferimento all’assunzione di cibo, ossianon necessariamente un concetto pri-vativo, ma più uno stile di vita. Ladieta definisce in una visione più glo-bale di cosa l’animale si nutre. Quindi,se si è capito che anche le parole fannoparte del nostro nutrimento, non cre-dete che si debba trovare equilibrionon solo nell’assunzione di cibo, maanche quando si comunica? Non pen-sate che sia importante gestire en-trambi i “nutrimenti” in modo saggioe oculato, così da trarre il più alto be-neficio? “Le parole sono semi e se se-mino grano raccolgo grano, se seminozizzania raccolgo zizzania.” Questo recita un proverbio contadino ricco di auten-tica saggezza. E, proprio perché le parole germogliano dentro di noi, è necessarioportarvi attenzione. Le emozioni che scaturiscono dalle "parole giuste" hannouna presa tale sull’anima della persona, sul suo inconscio più oscuro, da sostenereil cambiamento verso un benessere profondo e globale. Se tutto ciò è utile perrecuperare la salute, tanto varrebbe non perderla nemmeno! Questo lo si puòrealizzare con una sana politica preventiva, grazie a una buona “dieta di parole”perché: "Non di solo pane vive l'uomo, ma anche di ogni parola che esce dallabocca del Signore “, qualunque sia il nostro riferimento emozionale.

33pensiero positivo

Info

puoi guarire la tua vita (Ed. MyLife) - corso completo

in 4 dvd + manuale - di louiseHay e cheryl richardsonè un video con il metodo integraleL. hay. il potere del pensieropositivo di vera peiffer(Ed. armenia) contiene tecniche ed esercizi per il pieno controllo di quanto ci accade. Segnaliamo pure la pnl e la magia dellinguaggio di michael Hall, Ed. alessio roberti.

Il pensiero positivo si pone come una tecnica di miglioramento della qualità della vita mediante la gestione cosciente dei propri pensierie delle proprie parole. Sintetizzando al massimo, vi si possono riconosceredue principali correnti, una di stampopiù psicologico, con riprogrammazionedel subconscio, tra i cui esponenti vi è la psicologa tedesca vera peiffer; la seconda invece si ispira a principimetafisico-spirituali e tra i suoiesponenti c’è l’americana louise Hay.

Star bEnE É aFFar nOStrO32

Le emozioni che scaturiscono

da “parole giuste”hanno una presa

tale sull’animadella persona,

sul suo inconsciopiù oscuro,

da sostenere il cambiamento

verso unbenessereprofondo

PENSIERO POSITIVOa lungo dal cibo, ma che ha nutrito se stesso e il suo popolo con grandi parole disperanza e di saggezza, come “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.Dunque, la cura con cui scegliamo le nostre parole e i nostri pensieri è di fonda-mentale importanza per le persone che li ricevono, compresi stessi.Per cambiare sarà importante quindi capire che un detto come “verba volant,scripta manent”, che ci insegnavano fin da bambini, forse non è più così vero,o almeno non è vero che le parole volano nel vento, quasi fossero inconsistenti:le parole hanno un peso, un valore che rimane, un'energia potenziale anchese non vengono scritte! Insieme alle parole c’è il messaggio che arriva potenteall’inconscio ed è per questo che è fondamentale prendere consapevolezza delloro uso. Dentro la parola - e al suo pensiero - c’è un’intenzione che si attivae sprigiona la sua “magia”, manifestando il suo potere come quando si pro-nuncia una frase alchemica, così che si realizzi un fantastico incantesimo!I potenti sciamani di ogni regione e cultura, aborigena o siberiana, le curanderesudamericane, le maghe o streghe che dir si voglia conoscevano bene il potereliberatorio o condizionante della parola: questi operatori sanitari d’altri tempicuravano prima di tutto con l’ascolto, poi con le erbe, infine, univano le poten-zialità dei rituali e delle sostanze ricavate in natura con quelle di un uso ben con-sapevole della parola. Le “formule magiche” venivano infatti tramandate pervia orale solo quando il discepolo manifestava una forte vocazione e una pro-fonda consapevolezza di sé. Queste figure abitavano presso il villaggio ed eranopienamente sostenute dalla tribù di appartenenza. In cambio ad essi veniva af-fidato il compito di saggi custodi della salute dell’intera popolazione. Come nelcaso del nostro caro vecchio medico di famiglia, gli uomini medicina conosce-vano ogni cosa di tutti gli abitanti, per questo sapevano suggerire rimedi perso-nalizzati per migliorare lo stato di salute fisica e psichica di ognuno.Questo sano modo di prendersi cura delle persone - ormai memoria d’altri tempi- porta alla mente alcuni operatori sanitari di oggi: attraverso le parole utilizzateper comunicare una diagnosi, riescono spesso a creare attorno al paziente, cheda tempo non è più considerato “persona", il peggior scenario possibile, funzio-nale solo a far presagire una lugubre fine, in ottemperanza a dettagliate statisti-che, inutili quanto nocive. Inutile dire quali saranno le vibrazioni che unapersona percepisce nell’udire parole come “ il decorso della malattia la porteràa vivere altri sei mesi”. Il cervello recepisce e registra con grande precisione. Imedici che si trovano a comunicare ai pazienti una prognosi, hanno una forteresponsabilità: quando sentenziano "restano solo tre mesi di vita", il paziente,

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pure vi chiede di sconfiggere qualcuno, o di esseremigliore di qualcun altro... L’io alimenta il caos per-ché vuole rafforzare la vostra separazione da tutti,compreso Dio. Vi spingerà verso il giudizio e il raf-fronto e vi inciterà a insistere per avere ragione eper essere i migliori. Per conoscere il vostro Sè su-periore dovete soltanto ascoltare la voce che vuolfarvi sentire in pace”.

Io e Sè superiore sono tra i termini spesso piùabusati e peggio compresi. vediamo quindi dicapire in cosa esattamente consistanto dalle pa-role di uno dei maggiori spiritualisti americani,tuttora vivente, il dr. Wayne W. dyer. Eccocosa scrive nel libro inventarsi la vita (Edi-zioni tea): “Il vostro Sè superiore vuole soltantostare in pace. Non giudica e non raffronta, e nep-

cos’e’ l’io? cos’e’ il se’ superiore?

Nei Vangeli troviamo scritto “Beati quelli che hanno fame e sete” e il Cri-sto quando lo diceva non si riferiva alla fame e alla sete fisica, ma alludevaal nutrimento dell’anima e dello spirito. Dobbiamo avere fame e sete di

verità, giustizia, luce, saggezza, libertà … di manifestare ciò che realmentesiamo. Fin dalla nascita siamo abituati a lottare per sopravvivere, per raggiun-gere qualcosa, per assomigliare a qualcuno. Ogni tanto siamo contenti, ma que-sta contentezza ha breve durata; tutti manifestiamo una sola vera esigenza chesi traduce nella ricerca di qualcosa di stabile, forte, duraturo che doni alla nostravita armonia.Chi è che ha fame e chi è che ha sete a livello sottile? L’anima ha fame e lospirito ha sete. L’anima si dice mangia il fuoco e lo spirito beve la Luce. Ilfuoco rappresenta il principio maschile, mentre la luce rappresenta il principiofemminile. Ogni elemento si ciba del suo opposto, come uomo e donna si cer-cano e si amano. Lo spirito, che è maschile, cerca il principio femminile e bevela luce. Il fuoco genera la luce e questa è un’emanazione del fuoco, il suo abito.Nelle Sacre scritture leggiamo che Dio è il Fuoco primordiale e ha dapprimacreato la luce e poi attraverso di essa ha creato il mondo materiale. Tutto è stato

35metafisica

“bEatO chI ha FaME E SEtE” dIcE IL crIStO. Ma QUaL è

IL SIGnIFIcatO prOFOndO dI QUEStE parOLE? “chI è”

chE ha FaME E “chI è” chE ha SEtE a LIvELLO SOttILE?

ScOprIaMO cOME FarE pEr SazIarE anIMa E SpIrItO,

SEGUEndO IL dEttO dEL “cOnOScI tE StESSO”.

La fame e la setedi cui si parla nel Vangelo non si riferisconoalla nostra sferafisica. Dobbiamoavere fame e setedi giustizia, verità,saggezza, amore,libertà...

ME TAFISICA

>

di Chiara Zappoli

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muoiono. “Il regno di Dio non vieneesteriormente, né si potrà dire: eccoloqui, eccolo là; infatti, il regno di Dioè dentro di voi” (Luca, 17). Tutto di-pende dalla nostra volontà e dalla no-stra sincerità. Bisogna imparare aOSSERVARCI, COMPRENDERCI,VOLERCI …, in altre parole, a sce-gliere il proprio destino.La trasformazione della Coscienza:ecco la chiave della Nuova Era, lasfida del futuro. Una chiave che ab-biamo sempre avuto lì sotto il naso.Cambiare la coscienza significaprima di tutto cancellare le vecchieimpossibilità, entrare nella profon-dità del nostro tempio: il corpo fi-sico. Le nostre cellule. Nelle nostrecellule risiede tutta la nostra storia,dei nostri genitori, dell’umanità in-tera, della vita. Questo è il processo evolutivo cuisiamo chiamati a rispondere oggi.Ogni tradizione misterica profetizzatale passaggio, che si manifesteràcome un processo graduale per per-mettere alla nostra razza umana dicreare un nuovo seme dell’evoluzione.Mére diceva: “L’umanità non è l’ultimogradino della creazione terrestre, l’evolu-zione continua, e l’uomo sarà superato. Sta a ognuno decidere di partecipare all’av-ventura della specie nuova”.Il cambio di coscienza non è un pensiero mentale, ma una disciplina pratica,in cui è consigliato avere una guida che ci accompagna. Possiamo anche leg-gere migliaia di libri e ascoltare infinite conferenze, ma se non praticheremo,non ci potrà essere avanzamento. Non consiste di fare un qualcosa di nuovo,

37metafisica

>

Info

L’autrice ha scrittoalchimia della nuova era(anima Edizioni), un manualed'insegnamento del Sapere e dellaSapienza della tradizione iniziatica,letti in chiave moderna. zappoli ci accompagna alla scoperta che l'alchimia spirituale, col suo insieme di misteri, è qualcosa di attuale, realizzabile e anche accessibile. attraversoefficaci esercizi il lettore può cosìaprirsi a una profonda comprensionedel suo cammino interiore.

chiara zappoli dirige il centro studi e ri-cerca chiHararmonia, i cui principisono riassunti nella parola stessa. chi oenergia vitale, ovvero ciò che la vita uti-lizza in tutte le sue manifestazioni; lostrumento che permette di conoscere esviluppare le proprie potenzialità e laconsapevolezza di chi siamo veramente.Hara ovvero il centro vitale dell’uomosecondo lo zen, la sede della volontà le-gata al nostro Sé. armonia, la condi-zione cui ogni essere vivente anela conuna continua e costante ricerca. Il centropropone attività e corsi che favorisconocrescita personale, autoconoscenza e re-lazioni fondate su rispetto e amore.Info: www.chihararmonia.com

36 Star bEnE É aFFar nOStrO

Tutto quanto

esiste, visibile

e invisibile, è un

vortice di prana,

parola di origine

sanscrita che

significa soffio

vitale, soffio di

energia e di forza

ME TAFISICAfatto per mezzo della luce. Allo stesso modo possiamo dire che il nostro intel-letto che è di natura maschile (figlio dello spirito) si nutre della luce che è dinatura femminile; il cuore che per sua natura è femminile si nutre del fuoco,attraverso i sentimenti che sono potenze attive, cioè un fuoco sul piano mate-riale. Spesso noi stessi inconsapevolmente definiamo i sentimenti come fuoco,come passioni, un qualcosa che sentiamo bruciare dentro. Il cuore si nutre dei sentimenti e l’intelletto dei pensieri. Come nutrire questidue principi in noi? Attraverso la formula “Conosci te stesso”, come ci rac-comandano i filosofi greci e latini, e le anime più elevate di ogni tempo e luogo.Ma chi è questo te stesso che bisogna conoscere? Il suo carattere, le sue debo-lezze, i suoi pregi? Niente affatto; questa conoscenza è necessaria certamente,ma bisogna spingersi oltre. Conoscersi significa conoscere i diversi corpi dicui siamo composti (fisico, eterico, astrale, mentale, causale, buddhico e at-mico); conoscersi significa entrare in connessione profonda con gli antichiinsegnamenti delle Sacre Scritture di qualsiasi tempo e filosofia, significa co-noscere la molteplicità del nostro essere. Ebbene di tutto questo si sa poco onulla. Non sappiamo cosa esiste nelle anse profonde del nostro intimo, che cosadesideriamo, ciò di cui abbiamo bisogno, ciò che speriamo e ciò che ci mancaa livello di anima. Non sappiamo chi sia questo “te stesso”, lo confondiamospesso con il corpo fisico, gli procuriamo cibo, vestiti, agi e piaceri senza accor-gerci che questo non è quello che chiede il nostro vero Sé.Tuttavia molti uomini non credono all’esistenza di altri corpi, di quintessenzespirituali e di insegnamenti alchemici. Si va fieri della nostra cultura, delle no-stre lauree, delle nostre conoscenze di ciò che possiamo vedere e toccare e spessoci si schernisce di chi va oltre tutto ciò. Carl Jung affermava: “ Mi accorgo semprepiù che ben poca attenzione è dedicata all’essenza dell’uomo e assisto al divenire ne-vrotici di tante persone, solo perché ci si è accontentati di risposte inadeguate o sbagliateai problemi della vita … le persone cercano la posizione, la reputazione, il successoesteriore e il denaro, e rimangono infelici e nevrotici, anche quando hanno ottenutociò che cercavano".Solo quando l’uomo comincia ad essere se stesso in alto per lui diviene final-mente possibile vivere nello splendore. Se gli Iniziati dell’antichità hanno tantoinsistito su questo punto “conoscere se stessi” è perché tale conoscenza offregrandi possibilità di avanzamento, di progresso e di riuscita. Fintanto che nonsi conoscono le esigenze del proprio Sé superiore, si dà sempre tutto al corpo fi-sico, mentre l’anima e lo spirito divorati dalla fame e dalla sete, soffocano e

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Tornando da un lungo viaggio in auto, mi accorgo con un certo panico chela strada che mi accingo a imboccare è in realtà una scarpata. Mentre miguardo intorno, perplessa e spaventata, vedo su una bellissima montagna un

vecchio che mi guarda sorridendo. Ha capelli bianchi, una lunga barba,la tunica legata in vita da una corda; un bastone in una mano, con l’altrami indica il percorso da seguire. Capisco che è la mia via del “ritorno”.Sulla montagna si abbarbicano alberi maestosi e sono proprio le loroenormi radici che, abbracciando la montagna per lo più parallele al pia-noro sottostante, costituiscono il sentiero che il vecchio mi indica.Quando ho conosciuto la Psicogenealogia e la Riprogrammazione psi-cosimbolica come avrei potuto non riconoscere la via che il mio sognoquasi un anno prima mi indicava? Una via lenta, su per le montagne,camminando sulle radici del mio Albero genealogico. Percorro questostraordinario sentiero da molti anni; il procedere nell'analisi del mio Al-bero e nello scioglimento dei suoi nodi mediante atti di Riprogramma-zione psicosimbolica, ha via via sostituito dolore, rabbia, senso difrustrazione, impotenza e vittimismo con il perdono, la gioia, la sensa-zione di essere ricca e “onnipotente”, di essere autrice della mia vita; parallela-mente il senso di gratitudine nei riguardi di tutto l’universo, di tutte le personecon cui ho interagito è aumentato. Soprattutto, alla rabbia verso i miei genitorie il mio Albero genealogico, da cui avevo ereditato così tanti blocchi, si è andatasostituendo una gratitudine senza fine per tutti i doni che da esso mi vengono.Infatti, se pure l'analisi delle dinamiche del nostro albero genealogico in Psico-genealogia, così come nelle Costellazioni sistemiche, si focalizza su come i nodiirrisolti e i traumi dei nostri antenati influenzino negativamente la nostra vita,è importante essere consapevoli che in ogni caso l’Albero ci trasmette ric-chezza. Per chi si avvicina alla Psicogenealogia o alle Costellazioni è importante

39psicogenealogia

L’ErEdItà LaScIatacI da chI cI ha prEcEdUtO

nELLa nOStra FaMIGLIa aLtrO nOn E’

chE Una SOrta dI “nUtrIMEntO”,

Un’aUtEntIca rIcchEzza cUI attInGErE

In QUEL traGIttO chE SI chIaMa vIta.

Psicogenealogia eRiprogrammazionepsicosimbolicaindicano una via,lenta, camminandosulle radici del proprio Alberogenealogico

PSICOGENE ALOGIA

>

di Immacolata Coraggio

38 Star bEnE É aFFar nOStrO

ma agire in modo nuovo: è l’atteggiamento che cambia. Questa Coscienza èun qualcosa che si diffonde in ogni parte di noi attraverso un’esperienza com-pleta che coinvolge tutto il nostro essere. Un fuoco da “dentro” che porta luce“fuori”. Una Coscienza rotonda... come il sole… Diventare come il sole èl’unica e vera auspicabile trasformazione. Con un’intelligenza scevra da pregiu-dizi egli (il sole) illumina con amore puro e disinteressato; egli riscalda con laforza dello spirito, vivifica e crea. Come il sole, centro del nostro sistema pla-netario, che è l’origine di tutta la vita sulla terra e che genera, da miliardi dianni, trasformazioni nella scala dell’evoluzione degli esseri umani, sospingendoliverso un’organizzazione sempre più complessa, il sole interiore della nostra in-dividualità, la Coscienza del Sé, è dotato di un’onnipotenza creatrice e fecondanei confronti della nostra terra (interiore): la personalità.“Conosci te stesso” … tutta la scienza, tutta la saggezza si cela in questafrase: conoscersi, ritrovarsi, la fusione del sé inferiore con quello Superiore.Il simbolo dell’Iniziato che è riuscito a ritrovarsi è l’urobolo, ovvero il serpenteche si morde la coda. Il serpente che striscia sulla terra è una linea sinuosa cheè limitata, mentre quando si morde la coda diventa un cerchio e il cerchio èl’infinito, è lo spazio senza confini, è l’eternità. L’uomo che è riuscito a realizzare il simbolo del cerchio accede al mondo in cuinon vi sono più limiti, in cui non vi è più separazione tra ciò che sta in alto eciò che sta in basso. Tutte le sue virtù, tutte le sue potenze e ricchezze che ilvero Sé possiede sono state trasferite al sé inferiore. Il piccolo e il grande for-mano un tutt’uno e l’uomo ascende al divino.Il percorso “Alchimia della Nuova Era” (il libro e il seminario; si veda riquadrodi pagina 37) propone una chiave per aprirci e sviluppare la Nuova Coscienzaper riappropriarci del nostro potenziale, al fine di condurci nella vita dove vor-remmo essere, di penetrare la nostra essenza più profonda.

Nella conoscenza

di se stessi

il sè inferiore

e quello superiore

si fondono

ME TAFISICA

petendo interioremente parole come amore o pace...Meditare significa concentrarsi sulla nostra EnergiaSuperiore, creare un contatto con noi stessi e la no-stra saggezza interiore”. al di là degli scopi spiri-tuali, la meditazione permette di ritrovare calmamentale e serenità che migliorano in modo sen-sibile la qualità della vita, liberandoci dolcementeda atteggiamenti inutilmente stressanti.

La parola meditazione spesso infastidisce noioccidentali votati al dinamismo e all’efficienti-smo. La nostra cultura ha inoltre trasformatoquesta antica tecnica per conoscere e migliorarese stessi in qualcosa di strano o complicato darealizzare. Ma così non è, “per meditare - scrivelouise l. Hay ne il potere è in te (Ed. ar-menia) - non dobbiamo fare altro che rilassarci ri-

percHè portarsi in uno stato meditativo

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consapevolezza ed accettazione. Unrastrello nello zaino di dietro si impi-glierà nei rami, trascinerà con sé terrae foglie, ci intralcerà nel cammino e seci occorresse, non sapendo di averlo,non potremmo usarlo. Trasferito nellozaino davanti, possiamo metterlo nellaposizione migliore, evitando che si im-pigli negli ostacoli che affrontiamo e,al momento del bisogno, usarlo per ra-strellare un prato, per raccogliere fo-glie. Ogni volta che spostiamo un“oggetto” dallo zaino di dietro inquello davanti integriamo la nostraidentità di un nuovo tassello e arric-chiamo la nostra vita. Il significatoanalogico che preferisco de Il Pozzo,esagramma 48 de I King, è “il pozzo difamiglia”. Tutti i nostri antenatihanno contribuito a scavarlo per at-tingere all'inesauribile fonte; ognunodi noi è erede di questa grande opera.Esistono momenti in cui bisogna ripu-lire o rivestire di pietra il pozzo, sembraallora che l'acqua non sarà mai dispo-nile, che gli antenati ci abbiano la-sciato una discarica. E’ difficile essernegrati. Tuttavia è un pozzo di acqua sorgiva. Il grosso del lavoro è già stato fatto,di questo siamo grati. A noi tocca pulirlo e rivestirlo, per poter usufruire al megliodi questa meraviglia e, così facendo, lasciare ai nostri discendenti un' eredità cheabbia beneficato anche del nostro lavoro. Accadrà comunque: che noi ne siamoconsapevoli o no, ciò che riceviamo in eredità e ciò che doniamo non varia.Possiamo scegliere di considerarci co-protagonisti nell’edificazione del pozzo difamiglia o sfortunati eredi di una palude. In entrambi i casi ereditiamo un pozzonon finito ed in entrambi i casi ci viene chiesto dalla vita e dall'Albero di con-tribuire alla sua costruzione. Ciò che varia è la nostra gioia nel farlo.

41psicogenealogia

Info

Ecco alcuni testi per approfondire l’argomento:

la sindrome degli antenati dianne ancelin schützenberger,Ed. dr; psicomagia di alejandroJodorowsky, Ed Feltrinelli;camminando sulle radici del mio alberodi immacolata coraggio, Ed. MEF, www.ilmiolibro.it;senza radici non si voladi Bertold ulsamer, Ed. crisalide.

La psicogenealogia è un approcciosistemico familiare sviluppato negli anni '70 da anne ancelinschützenberger, psicologa francese,professore emerito all'Università di nizza, dove dirige il laboratorio di psicologia sociale e clinica. Secondotale metodo, basato sul genosocio-gramma, ovvero l’albero genealogicocommentato, traumi e conflitti vissutidrammaticamente sono in grado di condizionare, per trasmissioneereditaria inconscia, i discendenti chepossono presentare disturbi e malattie.

Star bEnE É aFFar nOStrO40

L’esagramma

48 dell’I KIng,

il Pozzo,

rappresenta

per analogia

il rapporto

che abbiamo con

gli antenati della

nostra famiglia

PSICOGENE ALOGIAcomprendere che il lavoro da compiere non vuole essere un’accusa ai nostri an-tenati, né tanto meno un eludere le nostre responsabilità. Lavorare sul nostroAlbero ci permette, a livello psichico ed energetico, il normale lavoro di riordinoe rivalutazione che si compie al ricevere un’eredità materiale: si ringrazia, si èconsapevoli dell’essere più ricchi grazie a chi ce l’ha donata e si analizzano i di-versi oggetti ricevuti. Qualcosa la terremo anche se non ha valore oggettivo,perché legato a tanti ricordi; qualcosa è da riparare, ripulire, riadattare; qualcosaè ciarpame da eliminare; qualcos’altro, magari per noi inutile, tuttavia di pregioo utile per altri, possiamo venderla, regalarla, barattarla… Così accade anchenell’occuparci dell’eredità psicologica dell’Albero. Per quanto nei seminari e colloqui individuali di Psicogenealogia e Costellazionici si soffermi soprattutto sull’identificazione di ferite e blocchi non risolti, invitoa interrogarsi sui “talenti” ereditati. Un buon esercizio consiste nello scriverequale ricchezza si pensa di aver ricevuto dai quattro rami della famiglia e verifi-care come la risposta cambi nel tempo. E’ interessante notare come, a mano amano che proseguiamo nel lavoro di risoluzione dei nodi ereditati dal nostro Al-bero, riusciamo a vedere con più chiarezza le eredità positive e quindi le nostrestesse ricchezze. La sofferenza rende difficile essere grati, tuttavia all'accrescersidel nostro stato di benessere, il perdono e la gratitudine sostituiscono in modonaturale l’acredine, la rabbia, l’accusa, il vittimismo. L’Albero, con le sue pul-sioni, i suoi traumi, le sue forze di vita e di morte, spinge i suoi componenti asciogliere i suoi nodi, sanare le sue ferite. Le sue dinamiche si riflettono su tuttii discendenti così come la vitalità e lo stato di salute di un vero albero si riflettonosu tutti i rami, foglie e fiori. Tuttavia la linfa segue percorsi preferenziali e unospecifico danno può influire in modo diverso su rami e foglie. Nello stesso modo,la presenza di corrispondenze (ad esempio di nome o data di nascita) tra membrispecifici dell'Albero genealogico indica connessioni ereditarie preferenziali. An-cora una volta il legame più diretto con un antenato non significa ereditarnei fardelli, quanto piuttosto ricevere una quota maggiore della sua eredità, de-biti e crediti, ciarpame e gioielli. Noi siamo qui, punto di confluenza di infinitiantenati. Incontri magici sono avvenuti nei secoli, informazioni di ogni tipo sisono sommate ed eccole infine donate a noi. Che ne siamo consapevoli o no,portiamo in noi tutto quanto ci è stato tramandato. Due zaini ci accompagnano:uno sul davanti contiene le eredità di cui siamo consapevoli, mentre sullaschiena ci pesano i fardelli che non conosciamo. La differenza tra un fardello euna ricchezza consiste nello zaino in cui lo trasportiamo, la differenza è data dalla

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Enrico CheliPsicologo, psicoterapeuta e docente all’Università di Siena, dove dal 2001dirige master e corsi post-laurea a impostazioneolistica su counseling,psicosomatica, intelligenzaemotiva e relazioniinterpersonali. Presiede la Fondazione Holiversityper lo sviluppo delle scienzee delle discipline olistiche. Si occupa da anni diinterconnessioni tra salute,coscienza e crescitapersonale. È autore di numerosi libri tra cui “Percorsi diconsapevolezza” (Xenia),“Relazioni in armonia.Sviluppare l’intelligenzaemotiva e la consapevo-lezza di sé e dell’altro”(Franco Angeli); Olismo la scienza del futuro (Xenia).

Matteo GiovanniManziniInsegnante di rebirthing e meditazione. Presidentedell'Associazione ItalianaRebirthing; esperto di tecniche di respirazione,rilassamento e meditazione.Direttore della Scuola di formazione di rebirthing.Studioso di psicologia e comunicazione. Dedicaparticolare attenzione al tema della nascita e del primo respiro. E’ autore del libro “Ascolta il tuo respiro” e responsabile diwww.ilrebirthing.it uno dei più importanti siti web dedicati alla respirazione circolare e consapevole.

Pier Luigi LattuadaMedico, psicologo epsicoterapeuta. Direttoredella Scuola di formazionein Psicoterapiatranspersonale riconosciutadal MIUR e del training di Alta formazione incounseling transpersonale.E' membro del direttivodella Federazione delleAssociazioni italiane dipsicoterapia. E’ co-vice–presidente dell’ Eurotas,European TranspersonalAssociation. Già direttoredella clinica olisticaLifegate. E’ fondatore della BioTransEnergetica.Autore di 16 libri.

I REL ATORI

Rudy LanzaPsicologo, psicoterapeuta.Nel 1986 fonda laNaturopatia in Italia. Dirige la Scuola dinaturopatia tradizionalecon varie sedi in Italia. E’ presidente dellaFederazione nazionalenaturopati heilpraktikerprofessionisti – FNNHP; è segretario generale della UEN – Unioneuropéenne de naturopatie.E’ rappresentante per l’Italia di Reformed(Regroupement européenpour la formation et la reconnaissance des medecines nonconventionnelles) a Bruxelles. Docente del master di Medicinaintegrata (Università diFirenze, 2013). Collaboracon le Scuole europee di naturopatia; autore di diversi articoli sullanaturopatia. Promotore di proposte di leggi regionalie nazionali sulle disciplinebio-naturali.

Anna VillariniBiologa e specialista inScienze dell'alimentazione,lavora come ricercatricepresso il dipartimento di Medicina predittiva e per la prevenzioneall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove opera comenutrizionista negli studi di intervento alimentare.Svolge attività clinica e di coordinazione al progetto “Diana 5" (studio rivolto alle donnecon carcinoma mammarioper la prevenzione delle recidive attraversomodifiche dello stile di vita e dell’alimentazione).Collabora con il centroipertensione del PoliclinicoCa’ Granda di Milano e dell’Università di Milano.

Giuseppe Li RosiAgricoltore in difesa delle risorse genetichesiciliane. Titolare di TerreFrumentarie, azienda pilota nell’utilizzo di varietà a rischio di estinzione e caso di studio presso la FAO(Food and AgricultureOrganization). Già commissariostraordinario della Stazione sperimentale di granicoltura di Caltagirone (Catania).Presidente di Terre e Tradizioni, società che valorizza le risorsegenetiche alimentari locali in cibo bio e a basso “gluten index”. Protagonista deldocumentario “La chiaverubata della Città del Grano” nel progettocinematograficointernazionale “LesLiberterres” (2008).

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I REL ATORIChiara ZappoliCresciuta in ambito medico-scientifico, da sempre s’interessa della salute e al benesseredell’uomo in senso ampio.Dedica la sua vita al servizio degli altri. Dopo l’incontro con grandi Maestri orientali e occidentali che l’hanno definita “Colei che dona l’amoredivino”, fonda il Centro studi e ricerca evolutiviChihararmonia e l’Accademiainternazionale per lo sviluppo della NuovaCoscienza e la formazioneprofessionale in counsellingevolutivo. Il suo sito èwww.chihararmonia.com

ImmacolataCoraggioAffianca allo studioscientifico accademico (è primo ricercatore pressoil CNR-Consiglio Nazionaledelle Ricerche) approcciolistici alla conoscenza (è naturopata, morfo-psicologa e counselortrainer). Si è formata in piscogenealogia con J. Spinetta, allievo di A. A. Schutzenberger. Ha sviluppato e arricchito il pensiero trasmessole da Spinetta, integrandolocon spunti e visioni di A. Jodorowsky. Autrice di “In cammino sulle radici del mio albero”(saggio di psicogenealogia, ed. MEF, reperibile sul sito ilmiolibro.it) e “Hospitaleros” (diario, ed. Terre di Mezzo).

Claudia PoppiCounselor and olistic coachcertificato Sicool (Società Italiana counselor e operatore olistico);diplomata naturopata presso la Scuola Anea.Coach in PNL-ProgrammazioneNeurolinguistica con master in neurosemantica;diplomata alla LiberaUniversità di CrescitaEvolutiva (L’UCE) di LuciaGiovannini e Nicola Riva. E’ insegnante certificatametodo Louise Hay.