Urlo anno 3 n - istitutosup-gavirate.it · glio.Imbocchi la strada...

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Periodico dell’I.S.I.S. “E. Stein” - Gavirate [email protected] Anno XI N° 4 \ febbraio 2004 Prodotto e ciclostilato in proprio — Tiratura: 400 copie E solo un sussurro, una parola, un concetto, eppure in nome di quelle sette lettere così dense di significato, così amate e così odiate si sono consumate stragi, sono crollati impe- ri, si sono fondati governi. Stiamo parlando della libertà, di ciò che è stato per secoli uno dei più grandi sogni dell’ uomo e che forse continua ad esserlo ancora oggi. cos’ è dun- que la libertà? E soprattutto cos’ è la libertà per noi, ragazzi del nuovo millennio? Sono questi gli interrogativi che noi de L’ Urlo vogliamo porvi in questo numero e sui quali vogliamo invitarvi a riflettere. Per alcuni la libertà è solo un fantasma, per altri invece è la possibilità di fare, pensare, divenire ciò che si vuole, certi pensano che si è veramente liberi solo quando si è com- pletamente svincolati da qualsiasi imposi- zione morale o teologica, altri invece credo- no che la libertà risieda tutta in uno sguardo, in una persona in grado di guardarti per ciò che è il tuo essere uomo, in grado di criti- carti o apprezzarti per ciò che sei veramente e non per ciò che appari… Come potete vedere non ci sono verità pre- costituite riguardo questo argomento ed è proprio questa la difficoltà e nel contempo la bellezza di questa parola così complessa e difficile; ognuno deve cercare il significato di questo termine dentro di lui, tra la sua esperienza, la sua personale visione del mondo, il suo modo di essere uomo; noi del- la reda, dal canto nostro, non possiamo fare altro che stimolarvi a riflettere, utilizzando le pagine di questo giornalaccio come semi dai quali speriamo di cogliere dei frutti (magari nel prossimo numero). All’interno troverete dunque spunti di riflessione che speriamo vi concedano la possibilità di co- minciare a riflettere su cosa significhi essere liberi. Buona lettura. A pag. 3 il resoconto di una speciale intervista sulla dura realtà del la tossicodipendenza. Aforismi e liberi pensieri raccolti a pag. 4 A pag. 5 Inter Nos si apre con un articolo da tapparsi le orecchie… A pag. 6 a parlare è solo la Consulta. Per la seconda volta un’intervista doppia, ma stavolta ai proff vi a spetta a pag.7 per scoprire chi sono veramente. A pag. 8 e 9 notizie dal mondo esterno, ma non troppo lontano. Il volontariato come lezione di vita è argomentato a pag. 10. L’ormai mitico mondo delle Rubrich e a pag. 12 vi propone di tutto e di più. Libertà

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Periodico dell’I.S.I.S. “E. Stein” - Gavirate

[email protected]

Anno XI N° 4 \ febbraio 2004

Prodotto e

ciclo

stila

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proprio —

Tira

tura

: 400 c

opie

E solo un sussurro, una parola, un concetto, eppure in nome di quelle sette lettere così dense di significato, così amate e così odiate si sono consumate stragi, sono crollati impe-ri, si sono fondati governi. Stiamo parlando della libertà, di ciò che è stato per secoli uno dei più grandi sogni dell’ uomo e che forse continua ad esserlo ancora oggi. cos’ è dun-que la libertà? E soprattutto cos’ è la libertà per noi, ragazzi del nuovo millennio? Sono questi gli interrogativi che noi de L’ Urlo vogliamo porvi in questo numero e sui quali vogliamo invitarvi a riflettere. Per alcuni la libertà è solo un fantasma, per altri invece è la possibilità di fare, pensare, divenire ciò che si vuole, certi pensano che si è veramente liberi solo quando si è com-pletamente svincolati da qualsiasi imposi-zione morale o teologica, altri invece credo-no che la libertà risieda tutta in uno sguardo, in una persona in grado di guardarti per ciò che è il tuo essere uomo, in grado di criti-carti o apprezzarti per ciò che sei veramente e non per ciò che appari… Come potete vedere non ci sono verità pre-costituite riguardo questo argomento ed è proprio questa la difficoltà e nel contempo la bellezza di questa parola così complessa e difficile; ognuno deve cercare il significato di questo termine dentro di lui, tra la sua esperienza, la sua personale visione del mondo, il suo modo di essere uomo; noi del-la reda, dal canto nostro, non possiamo fare altro che stimolarvi a riflettere, utilizzando le pagine di questo giornalaccio come semi dai quali speriamo di cogliere dei frutti (magari nel prossimo numero). All’interno troverete dunque spunti di riflessione che speriamo vi concedano la possibilità di co-minciare a riflettere su cosa significhi essere liberi. Buona lettura.

• A pag. 3 il resoconto di una speciale intervista sulla dura realtà del la tossicodipendenza. • Aforismi e liberi pensieri raccolti a pag. 4 • A pag. 5 Inter Nos si apre con un articolo da tapparsi le orecchie… • A pag. 6 a parlare è solo la Consulta. • Per la seconda volta un’intervista doppia, ma stavolta ai proff vi a spetta a pag.7 per scoprire chi sono veramente. • A pag. 8 e 9 notizie dal mondo esterno, ma non troppo lontano. • Il volontariato come lezione di vita è argomentato a pag. 10. • L’ormai mitico mondo delle Rubriche a pag. 12 vi propone di tutto e di più.

Libertà

Non ho neanche la forza di scrivere. Giuro. Non pensavo che alcuni membri della scuola arrivassero a tanto per esprimere la loro diffidenza nei confronti di un povero giornalino scola-stico di provincia. Non so come, non so quando e, soprattutto, non so perché la nostra bacheca appena nata è stata tolta dal suo posto riserva-to agli studenti. Con sarcasmo una studentessa è andata ad attaccare al posto della disgraziata bacheca un foglio che recitava “A.A.A. ba-checa giornalino cercasi”. Dal canto mio avrei attaccato fogli che dicevano cose ben peggiori per attirare l’attenzione dei ladruncoli, affinché capiscano che la redazione se ne è accor-ta di questa bambinata. Sì, dico bambinata invece che ragaz-zata, perché uno scherzo simile se lo potevano inventare per-sone con una intelligenza ben inferiore ad uno studente delle superiori. Perché tanto accanimento nei nostri confronti? Noi non abbiamo fatto niente di male, vogliamo farvi partecipare alla vita scolastica affinché questo periodo, da molti definito come il più bello di tutta la vita, rimanga ancora più forte-mente impresso nei vostri ricordi. Se non la vedete così, e so

A.A.A. Studenti Maturi Cercasi

Anno XI N° 4 Pagina 2

che non la vedete così, vogliamo verificare se siete ancora capaci di scrivere un italiano decente, seriamente a rischio dopo la nascita degli SMS. Insomma con questi due esempi voglio farvi capire che noi siamo dalla vostra parte, non siamo poliziotti in borghese, guardie di finanza o persone degne di essere presenti nei vostri peggiori incubi, e con la bacheca volevamo dimostrarlo. Ma a quanto pare la libertà di parola e di pensiero agli stu-denti di questo istituto non va giù e quindi cosa hanno deci-so questi piccoli studenti? Via la bacheca e il problema è risolto. No, mi dispiace, non funziona così, non ci siamo arresi al vostro menefreghismo e di certo non ci arrendere-mo di fronte a questa cazzata. Anzi, la coglieremo come una sfida, perché con questo gesto ci avete fatto capire che il giornalino scolastico non vi gusta e noi ci impegneremo fino a quando non vi piacerà. Ma il tutto dipende dal vostro buon senso, e so che buona parte di voi lo hanno. Non chiudeteci la porta in faccia.

- Ross -

Seconda pagina

L a R e d a : - Tullio Battaglia, V D Liceo; - Luca Bartoccini, V D Liceo; - Annalisa Cadario, III C Liceo; - Marco Bernardi, III D Liceo; - Lorenzo Grossi, III D Liceo; - Carmen Battaglia, III A Igea;- - Roberta Giubilini, IV B Liceo; - Andrea Donnola, I B Geo; - Luca Boldetti, III A Geo; - Arrigo Landoni, Docente

Bravi. Decisamente bravi. Che cosa volevate ottenere? Che cosa volevate sentire dalla redazione? Queste parole? Oppure uno zuccherino come si fa con i ca-ni? Credo proprio che volevate uno zuccherino o qualcosa di simile dai vostri sostenitori, perché l’azione che avete compiuto è tipica dei morti di fame. Rubare una bacheca, per farne cosa lo sa solo Dio. E quello che mi fa più ridere è

All’insaputa dell’ autore pubblichiamo qui per voi le due versioni dell’articolo: quella più “soft” e quella più “hard”… cioè pesante (cosa pensavate?). A voi la scelta...

che i disgraziati che hanno compiuto questo RISCHIOSISSI-MO furto non sanno perché lo hanno fatto, probabilmente per-ché in quel momento non avevano niente di meglio da fare di questa bambinata.

(Linea comprensiva)

(Linea dura)

Anno I N° 2 Pagina 4 Anno XI N° 4 Pagina 3

aver sbagliato tutto e che non sia questa la vita. Lasci cader il cucchiaio già caldo,la siringa;alzi gli occhi devastati verso il mondo,verso uno sguardo che ti offre il suo aiuto. Non ci posso credere:ci sono persone che si interessano di te senza pretendere almeno quanto basta per una dose. Hai 17anni anni e,in fondo,hai voglia di vivere,anche se an-cora non credi alla storia che ti raccontano,che il buco ti uc-ciderà. Cerchi di rialzarti,inizi a pensare,a vedere,a capire. Voi credete forse che il momento più difficile sia la disintos-sicazione fisica,la “rota”,uno star male umanamente incon-cepibile.E’ vero,è enormemente doloroso,un dolore che pro-babilmente non proverete mai,ma vi assicuro che non è nien-te in confronto alla presa di coscienza della persona nella quale ti eri trasformata. Che schifo di persona ero? Cosa ho fatto? Quante persone ho ingannato,quante fatto soffrire,quante usate? Come riconquisterò la fiducia dei miei,del mondo? Perché mi sono così umiliata,maltrattata? Che schi-fo di persona sono? Dio,quanto fa male guardarsi allo specchio dell’anima! Non sopporti la vista,non ce la fai,non ci riesci e…ricominci:buco,canna,ranza. Poi smetti.Poi ci ricadi. E’ un’altalena,un su e giù che ti devasta,che non può andare avanti tanto. A 18anni basta. Ne esci e questa volta è per sempre. Inutile dire che la strada è in salita,ma con il tempo impari a ricordare senza la paura di ricadere,impari a provare schifo per cucchiaio,siringa,odore di coca. Quello che ti rimane è la ferita che ti porti dentro,in ogni momento ti assalgono i sensi di colpa,ti travolgono conati di disgusto per te stessa,le tue menzogne ritornano a martellarti il cervello. Vorresti spac-carti la testa per non sentire quelle vocine;cerchi qualcosa con cui espiare le tue colpe,una punizione abbastanza giusta per tutto il male che hai fatto,solo così potrai poi sentirti me-glio.Imbocchi la strada dell’anoressia:digiuno,digiuno,digiuno….e poi,inevitabile,l’abbuffata:la grande resa,l’errore da non commettere. E allora vomita tutto e prendi per mano la bulimia. Questo può essere solo l’Inferno. E quando inizi a credere che così sarà per sempre,che non ci sono vie d’uscita, scende un angioletto a raccogliere i tuoi cocci. Il giorno in cui è nato il mio primo figlio, sono rinata anch’io:come lui mi sono affacciata alla vita come se fosse la prima volta,e piano,piano mi sono lasciata affiorare alla luce. Il mio passato è ancora vivo in me,è qualcosa di prezioso che mi ha permesso di essere quello che sono ora,che mi aiuterà a educare i miei figli:non lo voglio cancellare,ma non voglio nemmeno che getti la sua ombra sul mio presente,sul futuro. Oggi mi sento libera di pensare senza pregiudizi,di dire la mia qualunque sia,realizzata nel fare un lavoro che mi piace,mi sento appagata dai momenti di tranquillità che mi conce-do,felice di avere due bimbi e un marito;felice di essermi ripresa la vita

- Clarissa D. -

Terza pagina

Sfatiamo un mito:non si inizia con le canne. O almeno,io non ho iniziato con le canne. Io sono andata dritto alla coca,alle “pippate”. I ricordi si fondono e si confondono in un vortice di suoni,parole,gesti,ma doveva essere il ’78,13-14anni. Avevo vinto il campionato italiano di canottaggio gareg-giando sotto falso nome perché ero troppo piccola :mi sco-prirono e strapparono la medaglia. Non era sempre stata la mia passione ,il canottaggio;avevo iniziato così,un passatempo,non ero nemmeno brava. Poi però…avrei avuto accesso ai mondiali,potevo arrivare in alto,ci rimasi troppo male,lasciai perdere. Ero molto solare,esuberante,avevo sete di vita,desiderio immenso di trovare quel qualcosa che doveva renderla veramente piena ,densa,autentica. Non può essere tutto qui,mi dicevo-devo andare oltre queste giornate tutte uguali ,c’è un’essenza più profon-da che va afferrata e tenuta dentro. Quello che ti frega non è tanto l’avere vane speranze,quanto il cedere alle seduzioni di ammalianti surrogati ben vestiti. All’inizio la coca ti da un senso di onnipotenza infinito:tu sei tre spanne sopra i tuoi compagni ,i prof.,i genitori,chi ti dice che ne diventerai schiavo:io smetto proprio quando voglio! Nel mio gruppo io ero la più piccola,poi c’erano 18en-ni,24,26enni,tipi e tipe;legavo di più con i tipi;mi sentivo molto simile a loro:zero trucco,non mi tiravo più di tanto,esplosiva e dinamica,maschiaccio. Ma avevo anch’io il ragazzo:il primo a 14anni, lui ne aveva 24. Non ero follemente innamorata,sì carino,mi trovavo be-ne,ma soprattutto mi procurava la roba e questo bastava per starci insieme. Poi sono stata con uno di 33anni,ex di un’altra tossica che se la prese da morire e tentò di uccider-mi:gli avevo fregato la fornitura assicurata. Io dovevo avere sui 16-17anni. E fumo e pippate e trip e cheta e anfe e…e poi il naso inizia a sanguinare a ogni ranza che tiri su, e fa male. M a ne avevo troppo bisogno,non potevo pensare di smettere,cazzo,no proprio. L’alternativa era il buco:e se buco doveva essere,che fosse. Ma dove cazzo era finito adesso il senso di onnipotenza? Pensavo a lei notte e giorno:amata,odiata,temuta e infinita-mente desiderata. L’unico pensiero come procurarsela. Non esisteva nient’altro ,niente. Come procurarla? Soldi. Come avere i soldi? Rubo,vendo tutto l’oro che trovo in casa,vestiti,libri,le posate d’argento della mamma,frego gli amici,il tipo …marchette? No,marchette no;tutto,ma se cedo alla strada non riuscirò più a guardarmi nello specchio,non mi potrei perdonare mai. Nella frenesia delle ore passate in macchina a fare il giro di tutti i fornitori di tutti i paesi,mi rimaneva la lucidità per mantenere la mia promessa,il mio limite. I giorni che diventavano settimane,mesi,erano bisogno di farsi,di sentire la botta che sale ,di godertela fino infondo e poi dormite che speri infinite per non dover sentire le ossa che si schiacciano,le pareti che si comprimono,il respiro che non c’è ,il cuore che impazzisce…hai paura delle sensazioni che provi,della solitudine,della lontananza dalla realtà,di

...solo l’Inferno...

Libertà

Anno XI N° 4 Pagina 4

[…] Noia noia noia. Sembrava che, non trovando un senso alla vita, non rimanesse che distruggerla. Quindi i cambiamenti sostanziali nella mia compagnia alla fine erano stati: “lo stato in luogo”. Prima panchine del par-chetto, poi macchina, poi divano. La cosa strana guardandola da qui era che eravamo convinti di essere liberi. Il fatto di avere una macchina, di fumare, di poter stare in giro fino a tardi o di fare ciò che avevamo vo-gliaci dava in cambio l’illusione della libertà. Una libertà ap-parente. Liberi, ma in un recinto. Un recinto con le sbarre che non si riuscivano a vedere. Anche perché spesso ci confronta-vamo con la vita che avevano fatto i nostri genitori. Quante volte avevo sentito frasi tipo: “Voi giovani non sapete cosa vuol dire il sacrificio”. Quindi noi eravamo quelli fortunati. Invece la verità era che noi non eravamo più liberi di loro. Semplicemente avevamo allungato un po’ quel guinzaglio invisibile. E non eravamo nemmeno più ricchi. Semplicemen-te avevamo più cose. Forse la libertà poi non è nemmeno poter fare ciò che si vuole senza limiti, ma piuttosto saperseli dare. Non essere schiavi delle passioni, dei desideri. Essere padroni di se stessi. Ma io non ero libero nemmeno dal giudizio degli altri. Quante volte avrei voluto dire a fine serata: “Dai, andiamo via tutti insieme, così nessuno parla male di quelli che sono già usci-ti”. A volte avevo paura ad andare via per primo. Anche se parlavo spesso di libertà, devo dire che un po’ mi faceva paura. La libertà faceva paura. Comunque sia, liberi o non liberi, noi in quel periodo giravamo su noi stessi. Sempre lì. Sembrava-mo dei bambini sulle giostre. […]

Tratto da “E’ una vita che ti aspetto”

- Fabio Volo -

La persona libera non ha paura di perdere la libertà.

La libertà non è una cosa che si possa dare; la libertà uno se la prende, e ciascuno è libero quanto vuole esserlo.

(J. M. Baldwin)

La libertà mette le ali alla vita. (Pasquale Solano)

Il mondo è un tiranno, ma solo gli schiavi gli ubbidiscono.

(Thomas Selle)

Tutti voi dipendete come da una droga dalla spiritualità di qualcuno diverso da voi, dalla felicità di qualcuno che non

siete voi, dalla luce di qualcuno che non è in voi ...

La speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può libe-rare.

(Sören Kierkegaard )

L'oblio è una forma di libertà. (Kahlil Gibran)

La mia libertà finisce dove comincia la vostra.

(Martin Luther King)

Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi. (Leo Longanesi )

Non vale la pena avere la libertà se questo non implica avere

la libertà di sbagliare. (Gandhi)

Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza es-

serlo. (Johann Wolfgang von Goethe)

Ho cercato la libertà, più che la potenza, e questa solo per-

ché, in parte, assecondava la prima. (Marguerite Yourcenar) Ogni cosa ha il suo prezzo, ma nessuno saprà quanto costa la

mia libertà. (Edoardo Bennato)

Libero pensatore. Basterebbe dire pensatore.

(Jules Renard)

L'unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi. (Oscar Wilde)

L'uomo è nato libero, ma dovunque è in catene.

(Jean Jacques Rousseau)

Sono avaro di quella libertà che sparisce non appena comin-cia l'eccesso dei beni.

(Albert Camus)

Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla con-dizione in cui si è.

(Marguerite Duras)

Non sono stupido, solo mentalmente libero.

L'uomo non fa quasi mai uso delle libertà che ha, come per esempio della libertà di pensiero; pretende invece come com-

penso la libertà di parola. (Sören Kierkegaard)

Non sono un Libertador. I Libertadores non esistono. Sono i

popoli che si liberano da sé. (Ernesto Che Guevara)

Amo la libertà della stampa più in considerazione dei mali

che previene che per il bene che essa fa. (Charles-Alexis de Tocqueville)

Freedom’s page

Inter Nos

Anno XI N° 4 Pagina 5

Anno nuovo, vita nuova, e perché no, anche macchinette nuove! È stato bello tornare dalle vacanze e trovare questi nuovi distributori, (anche se avrei preferito rimanere in va-canza) in cui tutti riponevano le proprie speranze, come, ad esempio veder ridotto il costo del caffè, che era stato portato esosamente a 30 cent. Al posto di 20, oppure trovare dei di-stributori funzionanti, che non ti fregano i soldi ogni 3x2. Sfortunatamente il caffè non solo costa uguale, ma pretendo-no che compriamo la chiavetta per pagarlo 4 cent. In meno, stessa filosofia è stata applicata ad altri prodotti, come le schiacciatine che una volta costavano un quarto d’euro e ora perché costano 1 cent. in più sei costretto a mettere 30 cent. perché le monete da 1 e da 2 cent. non sono accettate e ov-viamente di avere il resto non se ne parla, a meno che non si tratti del distributore Mars, anche se a mio avviso è una gran presa per i fondelli dato che i prodotti che distribuisce costa-no 50 cent. ed essendo una cifra tonda è difficile mettere più soldi del necessario. Parlando del buco per inserire le monete, non posso che fare i miei elogi a chi li ha progettati, sono veramente un esempio d’ultimissima tecnologia, e dato che è così avanti, c’è ancora qualcuno che dopo un mese dalla loro comparsa non ha capi-to come funziona, ma del resto ci ho messo un bel po’ per capire che la moneta va appoggiata sul piattino semi vertica-

le, (che poco contrasta la forza di gravità facendo sì che il 90% delle volte la moneta cada) spingere la levetta e selezio-nare la merendina scelta; nel frattempo, però si è formata una coda chilometrica dietro di te, specialmente alla macchinetta del caffè, che almeno ha mantenuto la vecchia fessura per le monete, ma visto che richiede un certo tempo per la prepara-zione delle bevande e il risultato è il medesimo, certo se ci fosse qualche macchinetta del caffè in più, magari non ci sa-rebbero tutte queste code: per esempio, una volta c’era una macchinetta al piano –1 del liceo, mentre ora si può far conto solo di quella nell’aula arancione e d’altre 2 all’ITC, sarebbe una gran cosa per chi abita quel piano riavere la macchinetta al suo posto, soprattutto quando all’intervallo non si ha al-cun’intenzione di far parte della ressa che affolla sempre il bar. Insomma il vero scopo di quest’articolo così delirante è que-sto: RIDATEMI LA MACCHINETTA DEL CAFFÈ’ SUL MIO PIANO!!!!! Sono certa, che oltre a me, molti altri la pensino così, quindi signor Maghetti si organizzi e ce ne mandi una, sono sicura, che lei ne ha così tante che un in me-no non farebbe molta differenza.

- Annalisa - - III C Liceo -

L’urlo della macchinetta

Anno XI N° 4 Pagina 6

“Tutto è comunicazione” con questa frase si è aperto un cor-so di formazione tenuto dal dott. Sidi Lagattola, un esperto di comunicazione, che Brego, il prof Tattini ed io abbiamo seguito in qualità di rappresentanti della Consulta (anche Tattini?, ndb, nota dei battitori), poiché questo è uno dei progetti di quest’anno della CPS. Il 6 pomeriggio siamo par-titi con la Tatmobil per andare all’Hotel Concorde di Arona dove si è tenuto questo corso tra il 6 pomeriggio e l’8 pome-riggio. Per prima cosa il dott. Lagattola ha spiegato quali sono i modelli (modello “meccanico”, in cui l’emittente par-la e il ricevente ascolta con un continuo scambio di ruoli tra emittente e ricevente), e i canali di comunicazione: non ver-bale (mimica facciale e gestualità); paraverbale (volume, tono e ritmo della voce); verbale (parole, frasi e linguaggio). Ha inoltre elencato quali sono le frasi (Non è vero; si; ma…; non sono d’accordo) e gli intercalari (cioè; in sostanza; Eee-emmm ) da evitare per una comunicazione efficace; cosa bisogna fare per aumentare la capacità di comunicazione

Inter Nos

Spazio Consulta

Comunicazione: how to

prima (definire gli obiettivi), durante (parlare con il linguag-gio dell’altro, utilizzare esempi) e dopo (valutare i risultati positivi e negativi); e cosa invece bisogna evitare nei rap-porti con gli interlocutori (ascoltare solo ciò che interessa, imporre la propria opinione, ecc.). Seguendo queste indica-zioni, comunque geniali, anche i professori potrebbero mi-gliorare la loro comunicazione verso gli studenti, è chiaro poi, che la comunicazione resta una cosa soggettiva, ma , anche se questo corso è durato molte ore, il dott. Lagattola è comunque riuscito a farsi seguire dalla cinquantina di perso-ne (quindi ben più di una classe) che erano presenti. Per fi-nire vi indico tre libri su questo argomento che mi sono stati raccomandati caldamente: “Parlare, scrivere, comunicare”, “Nati per vincere” e “Io sono OK, tu sei OK”.

- Magi - - Rappresentante della Consulta -

Infobox è un progetto portato avanti dalla Provincia di Vare-se e che sarà un servizio in grado di garantire ai cittadini in-formazioni aggiornate su qualsiasi argomento con l’ausilio di banche dati e col supporto di personale specializzato. Il progetto avrà come obiettivi l’unione e l’ottimizzazione della banche dati già esistenti nella Provincia, l’aumento e il coordinamento di informazioni aggiornate ed essere punto di riferimento per i cittadini e occasione di incontro tra i diversi enti che collaborano per la sua realizzazione. Infobox sarà accessibile al cittadino attraverso quattro tipi di servizi coordinati dalla Agenzia Servizi Infobox (A.S.I.) del-la Provincia di Varese: Infobox Center cioè una struttura do-tata di serie propria con diversi servizi; Infobox Point che è una struttura dotata solo di uno sportello informatico; Inter-net e Intranet. Anche la nostra scuola potrebbe essere sede di un Infobox Point poiché la nostra preside ne ha richiesto la formazione.

- Magi - - Rappresentante della Consulta -

Infobox Project

Anno XI N° 4 Pagina 7

Inter Nos

- Ingegnere civile

- Non ho mai avuto problemi con i miei alunni che nel lavoro hanno sempre

dimostrato la loro preparazione.

- Bicicletta, ballo liscio, latino america no, giardinaggio e cucinare.

- Pallacanestro ma anche tutti gli altri sport.

- Milazzo (Messina).

- Geometra.

- Alla mattina il caffèlatte.

- Sono misurato.(Gli scapperà un minchia)

- Una volta.

- 6

- Anossia (dietro il suggerimento della prof Piatti).

- Modus in rebus.

- Si … non mi offendete.

- Non mi sbilancio

- Sì, ero pioniere a Roma e a Palermo.

- Da arabo.

- 6

- 10

- non si pronuncia.

- bisognerebbe vedere un argomento.

- 10

- 7

- Da giovane leggevo Sherlock Holmes

- Gianni Morandi.

- Carne alla brace.

- Sicilia.

- Entrambi.

- Un cane con il cuore da lupo.

- La sorella di Richie Cunningham

- Facchetto & Manuelraga.

- Un saluto a tutti, ci vediamo alla gri- gliata.

Emanuele Di Maio Titolo di studio

Si ritiene un bravo insegnante?Perché?

Hobby?

Qual è il suo sport preferito?

Ha mai militato in un squadra sportiva?

Quale istituto ha frequentato?

Quanti caffè beve al giorno?

Quale parolaccia dice più spesso?

Ha mai bigiato?

Il voto più basso che ha preso.

La parola più difficile che conosce?

Il suo motto?

Conosce le tabelline?7 X 8?

Il suo politico preferito.

Ha fatto il militare?

Il suo travestimento più riuscito?

Un voto ai rappresentanti d’istituto.

Alla preside

Al governo

A te stesso

Alla Moratti

Al giornalino

Qual è il suo libro preferito?

Il suo cantante/gruppo?

Il suo cibo?

Il luogo più lontano in cui è stato.

Peppone o don Camillo?

C’è un animale con cui si identifica?

Il personaggio di Happy Days in cui si

identifica o il suo preferito.

Il suo soprannome.

Un saluto.

- Diploma, di-ploma

- Sì, perché gli insegnanti so’ tutti bravi

- Molti, sì c’ho un hobby, bricollagge

- Pallavvolo.

- Ehh!? (si)

- D’arte e accademia.

- 5

- Io non dico parolaccie… aspè fateme ricordare… puttana!

- ehh! Un anno non ce stavo proprio a scuola, no beh per 70-80 giorni.

- 0

- Supercalifragi...lispiralitosi

- Si chiude una porta si apre un portone

- Sì. 56!

- Non c’è.

- Sì, genio pionieri (so’ quelli che met- tono le mine!)

- Bacco… col fiascone… ah, bello eh?!

- Non li conosco, 5

- 7

- N.C.

- 9½ (la perfezione non ce sta)

- 4

- 10 e lode

- “Dove osano le aquile”

- Paolo Conte

- La-sagne

- Germania (Berlino)

- Peppone

- me piacciono quelli non cattivi… il panda (senza l’occhio nero)

- Fonzie, hey!

- Tatto

- saluto? Ciao, ave!

Domanda Maurizio Tattini

Intervista ai Proff

Real World

Anno XI N° 4 Pagina 8

Grandi pulizie… nucleari!

Come eliminare le scorie radioattive Sul numero di ottobre 2003 della rivista Newton è apparso un articolo intitolato "Centomila anni di radiazioni": si discute un problema che ci riguarda da vicino più di quanto si possa immaginare, quello delle scorie radioattive. In Italia ci sono in tutto 55000 metri cubi di rifiuti nucleari, di cui ben 10000 metri cubi sono depositati presso il Centro Euratom di Ispra, giusto a pochi chilometri da casa nostra. Da molti anni minano la nostra salute e l'ambiente in cui vi-viamo, ma pare non sia ancora stato individuato un sito dove sistemarli e metterli in sicurezza. Dall'intervista fatta a Gian Piero Tartaglia, direttore del pro-gramma di disattivazione e gestione dei rifiuti nucleari del Centro scopriamo che le scorie sono di diverso tipo e com-prendono: due reattori, un complesso di strutture per la lavo-razione manuale dei materiali radioattivi, un impianto per il trattamento dei liquidi contaminati e vari laboratori di ricer-ca. Sono il prodotto degli scarti di 40 anni di ricerche ed e-sperimenti fatti per sviluppare la tecnologia nucleare, inter-rotti nel 1987, dopo il noto referendum con cui l'Italia scelse di chiudere tutte le centrali nucleari. Le scorie si distinguono in 2 categorie: ad alta e a bassa atti-vità. Queste ultime contengono isotopi che nel giro di 2 o 3 secoli si estinguono completamente. I rifiuti ad alta attività, invece, hanno periodi di decadimento di decine di migliaia di anni come l'uranio usato come combustibile delle centrali; quindi occorre un deposito in una struttura naturale che possa garantire stabilità per il "tempo geologico". Questi rifiuti, soggetti alle normative italiane (la nostra legi-slazione in materia di scorie naturali è una delle più severe) sono destinati a finire nel deposito nazionale quando sarà pronto. Si vorrebbe trovare una sistemazione definitiva, ma nessuno le vuole a casa propria. Per ora non è stata indicata alcuna zona: si è pensato alle miniere chiuse della Sardegna o della Basilicata, alle pianure della Puglia, o all'utilizzo delle ex centrali nucleari ora in di-suso. Qualcuno propone di creare addirittura un deposito uni-co europeo, da costruire fuori dai confini italiani. Per l’individuazione di una sistemazione perenne il parla-

mento italiano ha preso ancora un anno di tempo. Intanto pe-rò le scorie restano vicino a casa nostra con tutti i rischi am-bientali e quelli legati al terrorismo. I progetti per il futuro -- All'interno del Centro di Ispra, pro-babilmente sorgeranno impianti per il trattamento dei rifiuti e un deposito temporaneo, una struttura di cemento armato con un diametro di circa 50m e un’altezza di 18. Una quindicina di "pozzi romani" già esistenti, costituiti da anelli in cemento sovrapposti e riempiti con scorie a bassa attività, verranno estratti dal terreno e svuotati. Il materiale radioattivo verrà poi decontaminato. 6500 fusti di scorie a bassa attività, come stracci e pezzetti in metallo inglobati nel bitume dovranno essere classificati e marchiati con il laser per avere una identificazione indelebi-le. Oltre a ciò ci sono da smaltire anche 300 litri di liquidi a me-dia radioattività che dovranno essere vetrificati: per far que-sto dovranno essere trasportati in un altro sito italiano, dove verrà costruito un impianto di vetrificazione. Nel Centro Euratom vi saranno quindi impianti per la cemen-tificazione e per la decontaminazione. Secondo le dichiarazioni di Gian Piero Tartaglia ci vorranno ancora 15 anni per ripulire Ispra da 10000 metri cubi di sco-rie e avere un terreno privo di radiazioni. Nel frattempo quale sicurezza per gli abitanti di questa zona ?! E i nostri amministratori che sono informati del proble-ma si stanno già attivando? In quale direzione?

- Mich - - IIID Liceo -

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Real World

No, basta, non se ne può più! Teatro a comitato, teatro con la scuola, teatro, teatro, teatro… Basta! E invece no, ancora: la stagione teatrale comunale di Varese. E voglio dimostrarvi che vale la pena dire di sì al teatro. E sbagliate se pensate di trovare di seguito un riassunto di quel-lo che vi siete persi: un introverso Elio incontra l’affascinante De Sio in “Storia d’amore e d’anarchia”, e Shakespeare guadagna la scena con “Misura per misura”, sul tema della giustizia, e proseguono gli squattrinati organizzati de “The full monty”, servizio completo sul serio, prima dell’immancabile Goldoni “Sior Todero brontolon”, e de “La strana coppia” di Lopez e Solenghi… Non a questa stagione ormai in dirittura d’arrivo, ma dire sì al teatro. Dire sì a quelle due sere al mese al massimo di spettacoli. Dire sì all’incontro con tanta tanta gente, allo scambio di opi-nioni, di esperienze, e se capita anche di numeri di telefono. Dire sì a quel paio d’ore seduti in poltroncina per assistere alle esperienze, alle storie che gli attori vogliono raccontarci da quel palco spoglio che diventa con poco un mondo tutto da scoprire, da cui non si ritornerebbe più. Quei microcosmi che vale la pena considerare, e che il teatro permette di vive-re anche se solo per poco. Quei personaggi che sembra di

Teatro Vivo

L’ultima manifestazione di No Global e Terzomondisti ha avuto luogo a Parigi per un problema in sè limitato ma non di poca importanza. Il corteo era infatti a favore della “libertà di foulard” e contro il Presidente Chirac, che vorrebbe vietare per legge di indossare nelle scuole pubbliche simboli religio-si come il velo per le ragazze musulmane, la kippah per gli studenti ebrei, il turbante per i Sikh e le croci “troppo visto-se” per allievi cristiani. Proposta di legge che sfiora l’assurdo se si pensa che alcuni deputati francesi hanno pensato di e-stendere il divieto anche alle T-shirt con il volto di Che Gue-vara e alle le kefiah palestinesi. Pena per gli studenti è l’espulsione dalla scuola, come è già successo a Lila e Alma, rispettivamente 18 e 16 anni, sorelle francesi convertite all’Islam, accusate di “voler ostentare un simbolo religioso” in una scuola di Auberevilliers, alle porte di Parigi. Siamo d’accordo con la laicità dello stato e delle istituzioni pubbli-che, sopratutto quelle pedagogiche, ma è appunto la scuola che deve essere laica, non gli studenti, come invece in Fran-cia vogliono che accada. Inoltre tutto ciò fa anche, a lungo andare , il gioco delle scuole private religiose, dove tutti i giovani cercheranno rifugio, per non tradire la loro fede e, contemporaneamente, commettere il reato di “ostentazione dei simboli religiosi”?!?!. E se accadesse anche in Italia? Mai

conoscere da anni anche se il vostro dialogo è stato solo un monologo a battute come da copione, continuamente inter-rotto dagli altri che cercano il loro spazio sulla scena. Vite che si intrecciano, pareti che nascondono, voci che si sovrappongono… Scusate, era un gran maleducato che continuava a parlare dietro di me… “Voce” urla rozzamen-te una signora, ma ha ragione. L’attore inspira un secondo e riparte, non come l’altro che viene subito abbracciato da un applauso e accompagnato nel sorriso dovuto a una fragoro-sa risata scomposta che squarcia l’aria silenziosa e trepi-da… Ridiamoci sopra, ma non sempre. Amori, affari, interessi, le più svariate facce di quell’animale sociale detto uomo, lì, sul palco, che prendo-no parola, e gesticolano, urlano e complottano a bassa vo-ce… Dire sì al mondo, alla vita, alle realtà che spesso ci sfuggo-no incomprese, a volte intraviste, che troppo spesso ci ap-partengono più di quanto pensiamo.

- Tullio - - V D Liceo -

dire mai, ma sono ben pochi i giovani che ne hanno il timore, forse per la presenza e l’importanza della Chiesa Cattolica che sicuramente si contrapporrebbe ad un provvedimento promotore sì dell’uguaglianza, ma a scapito della libertà, pri-ma di tutto di culto. Vietare alla gente di indossare simboli o indumenti testimoni della loro religione è di fatto intolleranza nei loro confronti ma significa anche togliere la libertà d’espressione, nel caso venissero condannate anche le ma-glie del Che. Egalitè senza dubbio, quindi ma non più libertè.

- Marco -

- III D Liceo -

Egalitè? Forse un po’ troppo

Real World

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Esattamente un anno fa ho deciso di frequentare un corso di primo soccorso per poter diventare volontaria in ambulanza presso l’ SOS dei Laghi di Travedona. Rendermi utile nel sociale è un’ aspirazione nata in me già da qualche tempo prima di iscrivermi a questo corso: ero e sono sempre più convinta che se abbiamo la possibilità di renderci utili per le persone meno fortunate di noi dobbiamo (o dovremmo) fare assolutamente qualcosa. Mi sembra quasi un torto nei loro confronti rimanere inattivi o far finta che quello che ci sta attorno non esiste,invece di metterci a disposizione degli altri in qualsiasi modo. Perché ci sono tantissime associazio-ni e forme di volontariato. E’ utile e molto importante anche una sola ora al mese. Quanto tempo in sé, secondo me, non conta tanto; più che altro è lo spirito con cui si affrontano questo tipo di situazioni. Poi è successo qualcosa, che è stato quasi una molla che ha fatto scattare dentro di me un sentimento speciale. Circa tredici mesi fa due miei cari amici hanno avuto un incidente in macchina; uno di loro è morto, l’altro è entrato in stato comatoso è vi è rimasto per due lunghi mesi. Poi piano pia-no il risveglio, le terapie, le riabilitazioni, la rinascita a tutti gli effetti, mesi e mesi di intenso lavoro con personale spe-cializzato che lo ha fatto letteralmente tornare a vivere come una persona quasi normale. Hanno fatto (e non solo loro…) un vero e proprio miracolo. Ed è forse osservando attenta-mente il tipo di “lavoro” da svolgere con un paziente prati-camente morto che mi sono accorta di quanto io voglia aiu-tare queste persone che, come il mio amico, hanno tanto bisogno di una mano. Naturalmente la figura degli educatori e degli esperti è molto diversa da quella del volontario: ma sono comunque due modi, se pur differenti, di stare accanto e di aiutare chi ha veramente bisogno. Stare a stretto contat-to con la sofferenza è una vera e propria lezione di vita: si vedono delle realtà anche molto diverse dalle nostre e que-sto ci fa solo crescere e soprattutto riflettere. Riflettere su quello che noi siamo e che noi abbiamo e su come,tante vol-te, ci lamentiamo inutilmente per sciocchezze, perché non si hanno (fortunatamente) problemi più seri a cui pensare. Pro-babilmente queste sembreranno le solite parole di chi predi-ca tanto ma in realtà fa ben poco. Bè..io ora sto cercando sempre più di mettere in pratica quello che dico perché for-se, vedendo più da vicino certe situazioni, mi rendo effetti-vamente conto di quanto nel mio piccolo io sia fortunata. Perché le cose veramente importanti nella vita credo proprio siano ben poche e spesso invece ci perdiamo via per delle banalità incredibili. Dico questo solo per esperienza, non mi invento niente. Sul tema della sofferenza e degli innumerevoli problemi che sopraggiungono in seguito al coma,magari provocato ap-punto da incidenti stradali, ho provato anche a discuterne in comitato studentesco;volevo proporlo come un possibile argomento per le prossime assemblee d’istituto. Ma natural-mente come risposta ho avuto solo un paio di risate in faccia

VOLONTARIATO: UNA VERA E PROPRIA LEZIONE DI VITA

e un –Ne terremo conto!-.(Poi si chiedono come mai la gente non vuole partecipare all’organizzazione delle assemblee stu-dentesche……….). Comunque, visto che in questo articolo avrei solo dovuto parlare di volontariato, non posso fare altro che spronarvi a iniziare un’attività di questo tipo. Perché è veramente appa-gante. E’ ovvio, non siamo tutti uguali, per fortuna, e quindi ci sarà di sicuro qualcuno a cui questo non interessa minima-mente; ma se c’è anche solo uno che magari ha una vaga in-tenzione di intraprendere una simile esperienza, gli consiglio di andare fino in fondo perché potrebbe anche essere un’occasione in più per conoscere meglio se stessi e capire quali e quanti sono i nostri limiti. Venerdì scorso sono anche venuti a scuola alcuni volontari della C.R.I.(Croce Rossa Italiana) di Gavirate per “promuovere” il nuovo corso di primo soccorso iniziato da pochi giorni. Purtroppo all’incontro era presente troppa poca gente. Spero che queste poche righe abbiano fatto nascere in alme-no qualcuno di voi una piccola riflessione su cosa possa esse-re la sofferenza e su come poterla affrontare. Da soli è sicura-mente molto più difficile…..

- Anna - - VC Liceo -

Orientamento

La classe quarta B liceo sta facendo un lavoro di gruppo sull’orientamento. I gruppi, spontanei, hanno messo a punto una serie di domande da rivolgere a conoscenti sul tema della formazione, della scelta degli studi e del lavoro. Successiva-mente, sulla base di tali domande, hanno fatto interviste, per iscritto, via e-mail o di persona. In attesa di pubblicare even-tualmente altre interviste e/o una riflessione complessiva su questa esperienza, pubblichiamo una delle interviste. L’intervistato è il padre di uno studente e lavora in Svizzera da tempo. INTERVISTA Ho cominciato a lavorare a sedici anni, come muratore pres-so un’impresa di costruzioni. Questa professione non l’ho scelta per ottenere una maggiore indipendenza, ma per necessità economiche, poiché la mia famiglia era numerosa e non poteva mantenermi gli studi. Purtroppo non ho potuto frequentare un corso universitario, che sicuramente mi avrebbe portato oggi, a svolgere un lavo-ro diverso da quello mio attuale. Il capocantiere infatti è un lavoro difficile e con molte re-sponsabilità,e mi ha portato a cambiare il mio stile di vita, che da molti è definito faticoso. Per me al contrario questo è un lavoro gratificante e molto creativo. Nella maggior parte dei casi infatti, mi affidano la costruzio-ne di complessi abitativi, come palazzi o villette. In queste

circostanze il mio compito consiste nel dirigere il lavoro di una squadra di operai specializzati, controllare la qualità del loro lavoro e organizzare personalmente ognuna delle fasi di costruzione, tenendo conto dei regolamenti di sicurezza. Il mattino però mi devo alzare sempre molto presto, prima degli altri, e per arrivare sul lavoro devo fare quasi un’ora di strada, che spesso diventa stressante. La sera rientro a casa tardi, ma ormai mi sono abituato a questa vita, giudicata dalla maggior parte della gente, insostenibile.

Valerio Scannella

ATTIVITA’ SVOLTE Lunedì 16 febbraio le classi quarte dell’istituto hanno incon-trato il prof. Puglisi della LIUC di Castellanza. Tema dell’incontro. Come scegliere dopo il diploma. L’incontro è risultato molto interessante sia per i contenuti che per la viva-cità con la quale sono stati offerti; gli studenti hanno segguito con attenzione rivolgendo al relatore molte domande.

- Prof.ssa Consuelo Farese -

- Responsabile dell’orientamento postdiploma -

ESPERIENZE DI ORIENTAMENTO

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Rubriche

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LA CASA DI SABBIA E NEBBIA Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia... Quanti film nel-la storia del cinema hanno avuto come fulcro una casa, dai grandi classici ai giorni nostri. Pensiamo a La casa dei no-stri sogni, Casa dolce casa?, oppure l'importanza che ha in film come Invito a cena con delitto o Signori, il delitto è servito. C'è poi un altro genere che potremmo definire dramma im-mobiliare, ovvero quei film in cui la casa diventa oggetto del desiderio o incubo senza fine per ragioni sociali od eco-nomiche. In questa branca ricordiamo senz'altro Piano, pia-no dolce Carlotta e Uno sconosciuto alla porta. La casa di sabbia e nebbia, oltre a cercare un intreccio a media tensione, vuole anche essere uno spaccato della situa-zione sociale ed economica dell'America degli ultimi anni, analizzando i rapporti tra il cittadino e le istituzioni e la non sempre facile convivenza dei WASP con gli immigrati. Il tutto inserito in una trama senz'altro originale, ma sviluppa-ta attraverso i binari di troppi differenti generi. Il film dell'esordiente Perelman parte infatti come un dram-ma sociale, si evolve come thriller psicologico intrecciato al melò, per poi concludersi nella tragedia più totale. Un finale che rovina quanto di buono (non molto, a dire il vero) si è visto per circa due terzi del film, grazie soprattutto alla misurata interpretazione di Ben Kingsley, capace di ag-giustare le pecche di una sceneggiatura eccessivamente di-dascalica e che, nel momento di massima crisi della trama, vira violentemente sul grottesco, lasciando francamente stu-piti per tutto ciò che accade negli ultimi venti minuti del film. A causa dell'imbarazzante finale vengono quindi a galla tutti i difetti architettonici de La casa di sabbia e nebbia, che a dispetto della bellezza esteriore, ha delle fondamenta non proprio salde. Lento il ritmo della narrazione, il film è diret-to senza particolare polso e, a parte Kinglsey, interpretato senza particolari slanci, specialmente da Jennifer Connelly che dopo l'Oscar per A Beautiful Mind è diventata una bel-

Film Parade lissima statuina monoespressiva. Ma soprattutto non si riesce a capire bene dove questo rac-conto volesse andare a parare, a meno che non si voglia otti-misticamente cogliere un messaggio attualissimo: la suffi-cienza del giovane popolo americano è la rovina dell'illumi-nata saggezza mediorientale. Senz'altro vero, ma bisogna scavare ben oltre la cantina per arrivarci.

21 GRAMMI Come già nel fulminante esordio "Amores Perros", il messi-cano Alejandro Gonzalez Inarritu affida a un incidente il mo-tore dell'azione. Sarà un terribile incidente stradale, infatti, ad incrociare il destino di due uomini e una donna. Dopo una prima parte ben costruita, in cui una narrazione non lineare spazia a tutto campo sui personaggi rappresentati alternando il presente a flashback e ad anticipazioni sul futuro, il film arriva ad una resa dei conti in cui l'alto potenziale vira inutil-mente al greve. Come se una chiusa disperata potesse dare un surplus di valore a un film che inanella tanti, troppi argomen-ti (senso di colpa, elaborazione del dolore, droga, trapianti, redenzione, peccato, vendetta, destino, predestinazione) sen-za approfondirne alcuno. Il regista conferma la sua abilità per il racconto corale, dando ad ogni personaggio, anche minore, adeguato spazio, ma quello che alla fine ne viene fuori è un drammone a fosche tinte un po' ricattatorio, che indugia sullo strazio, tenta di smuovere l'emotività e per farlo usa il picco-ne. Gli interpreti sono comunque bravi e in parte: Benicio Del Toro conferma il suo carisma, Naomi Watts non fa che piangere, ma lo fa bene, e Sean Penn continua il suo persona-le percorso lontano dalle major e dai blockbuster e fedele a un cinema indipendente nella forma e nei contenuti. Qui evi-ta le smorfie e gli eccessi, non di rado presenti nella sua reci-tazione, ed è stato giustamente premiato a Venezia con la Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile.Il tito-lo è già una dichiarazione d'intenti: i 21 grammi corrispondo-no infatti alla perdita di peso che il corpo subisce quando si muore.

Rubriche

L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ DURA Carlo Verdone è ormai parte integrante della storia del cine-ma italiano. I suoi film sono stati spesso campioni d'incasso e hanno più di una volta raccontato l'Italia e gli italiani, attra-verso la capacità innata dell'attore e regista romano di mette-re alla berlina le piccolezze e le cialtronerie del nostro Belpa-ese. Sia nelle sue opere più macchiettistiche che nelle com-medie più elaborate, vedi Compagni di scuola o Maledetto il giorno che ti ho incontrato, Verdone è stato in grado di raccontare storie capaci di raggiungere un vasto pubblico. Una cosa che, seppur in forma differente sta cercando di fare in questa seconda fase della sua carriera, come lui stesso ama definirla, iniziata con Ma che colpa abbiamo noi e che con-tinua con L'amore è eterno finché dura. Una seconda giovinezza artistica che porta il buon Carlo ad affrontare temi più intimi rispetto al passato, dal disagio esi-stenziale alla crisi della coppia, con una consapevolezza au-toriale e una cura per la realizzazione artistica maggiore ri-spetto al passato. Segno di una raggiunta maturità stilistica e della voglia far confrontare il cineasta con la persona. Tutto questo per dire che dopo ventisei anni passati a fare cinema, quest'uomo che abbiamo chiamato nel corso del tem-po Manuel Fantoni, Oscar Pettinari o Gepi Fuksas, ci ispira un'innata simpatia che rende più difficile affermare che L'a-more è eterno finché dura è un passo indietro rispetto al suo film precedente. Caratterizzato da una particolare identificazione nel perso-naggio e dalla scelta inusuale di volere al suo fianco un'attri-ce solitamente abbonata a ruoli ben più drammatici come Laura Morante, il film soffre, come succede a un bambino asfissiato dall'amore della mamma. La cura quasi maniacale nella resa dei dialoghi toglie molta spontaneità e ritmo alla narrazione, rendendo prevedibili anche le situazioni comiche e questo eccesso di costruzione si nota anche negli arreda-menti, nei tagli di luce, in tutti quegli elementi che contribui-scono alla bella presenza del film, ma allo stesso tempo gli tolgono freschezza. Non voglio certo vedere all'infinito Borotalco, ma se nel vecchio cinema di Verdone gli episodi e gli espedienti di sce-neggiatura si amalgavano alla perfezione per dare all'opera una sua completezza, qui sembrano buttati a caso nella storia e, se ancora si può resistere all'immancabile intermezzo musical-ipocondriaco, lo stesso non si può dire con quello sessual-coatto con Elisabetta Rocchetti, il cui personaggio non ha alcun peso nell'economia del film e il cui totale azze-ramento avrebbe anche al risultato finale. Per quanto riguarda il resto del cast, vedere Laura Morante che fa Laura Morante non è una novità, mentre Stefania Roc-ca non riesce a dare al suo personaggio il giusto spessore, anche a causa dell'inutilmente sovraffollato cast femminile. L'amore è eterno finché dura è un film non riuscito, ma raramente mi è capitato di doverlo dire così a malincuore. Peccato, la prossima andrà meglio.

- Ross -

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Frammenti Musicali

SOLUZIONI DEL NUMERO PRECEDENTE

1] Obsesion – Aventura 2] Magnolia - Negrita

3] In the shadows – The Rasmus 4] White flag – Dido

5] Oro nero – Otto Ohm Complimenti a Ilaria Colpo, V A erica, che vince un libro, e a Marco Losco Bernardi, III D Liceo, che non vince un ***** (ndL). Eccoci, di nuovo qua, sempre noi, insieme al vostro amato quiz musicale! E non ditemi che è difficile, su andiamo… Vi ricordo che, come al solito, basta indovinare 3 canzoni. Beh, cosa aspettate?! Noi, le vostre soluzioni…buon diverti-mento! 1] Ripenserai agli angeli, al caffè caldo svegliandoti mentre passa distratta la notizia di noi due. Dicono che mi servirà, se non uccide fortifica, mentre passa distratta la tua voce alla tv, tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio… 2] Girl, me and you were just fine (you know) we wine and dine did them things that couples do when in love (you know) walks on the beach and stuff (you know) things that lovers say and do. I love you boo, I love you too. I miss you a lot, I miss you even more. 3] Te sun, sa-ti spun, ce simt acum, alo, iubirea mea, sunt eu, fericirea. Alo, alo, sunt iarasi eu, Picasso, ti-am dat beep, si sunt voinic, dar sa stii nu-ti cer nimic. 4] yeah it's hurting me, morphing me and forcing me to strive, to be endlessly, caving in and dreaming of my love. Because I want it now… 5] Oggi io non ho proprio voglia di vedere gente intorno chiudi tutte le porte oggi dico no a chi mi imbroglia chi ma-novra ogni giorno verità capovolte...me ne sto qui da solo con te e il pericolo che c'è lo terremo a distanza me ne sto qui da solo con te voglio farlo prima che il cielo crolli sulla stan-za...

- Carmen - - III A Igea -

Genere: Sportivo Produttore: Eidos Interactive Sviluppatore: Sports Interactive Distributore: Leader Versione: Italiana Lingua: Italiano Giocatori: 1 Ormai Scudetto non ha davvero più bisogno di presentazioni: siamo arrivati all’edizione 2003/2004, basata sul motore del già ottimo Scudetto 4 e farcita di qualche buona novità. Sul “Pianeta-Calcio”, 7 mesi sono un’eternità! Campionati che cambiano, squadre che retrocedono, squadre che vincono o che p e r d o n o f i n a l i … u n m a r a s m a ! Scudetto 03/04 ha, come primo obiettivo, quello di mettere un po’ di ordine e di soddisfare la vostra incredibile voglia di quan-tità! La prima esigenza da soddisfare è, ovviamente, quella di avere un bel database ricco ed aggiornatissimo; tutto è allineato alla stagione 2003/2004 (prestiti compresi). Incluse nel gioco ci sono ben 40 campionati presenti (serie minori comprese) con un totale di più di 200000 calciatori. Ogni calciatore è rappresenta-to da un’infinità di parametri, che ne determinano il profilo. Il bello è che questi parametri non sono fissi in senso assoluto, ma permettono anche una live variazione: il giocatore migliora! Scudetto 03/04, pur non avendo vere e proprie caratteristiche rivoluzionarie, si configura come l’evoluzione finale di una saga di indubbia rilevanza. Una delle cose che balza subito all’occhio riguarda la gestione degli allenamenti: finalmente si ha sotto gli occhi in maniera inequivocabile l’andamento della squadra. Esi-stono diversi programmi di allenamento, che incidono in manie-ra incredibile sul rendimento del singolo e su quello generale della squadra. Durante una sessione di allenamento potremo ve-dere in maniera molto chiara i progressi o regressi di ogni singo-lo calciatore. Migliorate anche le relazioni con preparatori, me-dici e fisioterapisti, in grado adesso di suggerirci in ogni istante come recuperare un giocatore, cosa fare con un infortunato o con qualche componente, magari, depresso! Dal punti di vista strettamente medico, il gioco ha subito un discreto aggiornamen-to: ora sono meno frequenti infortuni stratosferici (tipo la frattu-ra del bacino…), e la stagione si è costellata di piccoli infortuni, meno gravi, ma molto più gestibili. Prima parlavo di “calciatori depressi”… già, perché in questa nuova versione sono stati in-trodotti anche i rapporti tra i giocatori! Questo influenzerà il rendimento del team, ed i motivi sono presto detti: una squadra di campioni che “non si possono vedere” non renderà magari come una provinciale, senza pressione e con un gruppo collau-dato e granitico! Per tutti quelli che adoravano la possibilità di gestire al meglio i rapporti con la stampa ed i media in generale, questa nuova versione di scudetto offrirà un modulo di gestione media migliorato, rivisto e corretto: non più solo semplici e ste-rili commenti della stampa, ma veri e propri “duelli” per convin-

cere i reporter che quello che dicono non corrisponde a verità. L’innovazione più sensibile riguarda sicuramente l’introduzioni di condizioni climatiche realistiche e dinamiche, che influenze-ranno non poco l’andamento delle partite. Come questo accadrà è ovvio: ogni partita fa storia a se, ed andrà gestita in maniera corretta. La solita sintesi approfondita accompagna ogni incon-tro, con l’aggiunta dell’opzione “replay” che ripropone le azioni migliori del match. Sinceramente, niente di eccezionale, ma co-munque un elemento in più per sentirsi immersi nel “clima-partita”. L'ultimo capitolo della saga sportiva di Sports Interacti-ve prodotto da Eidos è un vero gioiello per gli amanti di questo genere di gioco! E' incredibile come i ragazzi anglosassoni siano in grado di migliorare un titolo ad ogni edizione. Il titolo è sicuramente consigliato a tutti gli allenatori in erba e a chi, da sempre, segue gli sviluppi della serie Scudetto. Chiara-mente chi possiede Scudetto 4 potrebbe storcere un po' il naso... ma se lo facesse, dimostrerebbe di essere un giocatore forse troppo superficiale per poter godere al 100% di un gioco tanto complesso e gratificante. Personalmente ho sempre amato i gio-chi della serie, e non smetterò di certo di farlo ora... anzi! In conclusione un altro centro per vivere il calcio dal punto di vista tattico, o siete Trapattoni o dovete giocare a Scudetto! E adesso, scusate... ho una missione: riportare il Palermo in Serie A, e non ci sarà notte che potrà fermarmi!

- Bolde - - III A Geo -

Game Rubriche

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Scudetto 2003-2004

Rubriche

Genere: Strategico Produttore: FX Interactive Sviluppatore: Ascaron Distributore: FX Interactive Versione: Italiana Lingua: Italiano Giocatori: 1 + Per giocare a Patrician III sarete proiettati sulle coste baltiche del 14° Secolo, in una città membro della Lega Anseatica. Lo scopo del gioco è molto se-plice: vestendo i panni di un com-merciante del tempo, ci sarà data la possibilità di spaziare in lungo ed in largo nei mari mediterranei, alla ricerca del successo commerciale tanto auspicato da ogni commerciante. Com’è faci-le capire, il segreto sta sempre nella classica modalità di operare ben nota ai commercianti del Terzo Millennio: comprare a poco, per vendere a prezzo ampiamente maggiorato. Ma Patrician III non si riduce ad essere solo un semplice gestionale commercia-le: nel gioco saremo chiamati a gestire città, decidere rotte dei nostri vascelli ed anche a combattere, in mare aperto, contro i temibili pirati, in scontri marittimi sempre abbastanza divertenti. Diventare ricchi e famosi, in PIII, passa attraverso varie modali-tà di gioco (gestionale, commerciale e in minima parte bellica), ma il gioco resta comunque classificabile come un gioco dedica-to al commercio spinto. Partire come proprietario di una singola nave e diventare un magnate importante è davvero cosa ardua: è importantissimo imparare a gestire in maniera puntigliosa tutto quello che riguarda la nostra nave: quantità di merce caricabile, stato di "salute" della nave, equipaggio... un lavoraccio! Cre-scendo di importanza, la nostra singola barchetta potrà essere affiancata da altri mezzi, per organizzare spedizioni sempre più lunghe e fruttuose. Ogni città presente produce merce di vario tipo, e necessità di merce diversa. Semplicemente cliccando sul nome della città ci sarà possibile vedere la merce prodotta: non sempre si parla parà di materie prime, a volte la materia prima è solo uno strumento per avere prodotti più complessi. La nostra "agenzia commerciale" potrà vendere anche prodotti finiti, sem-plicemente attivando un ciclo produttivo "simil-industriale", dove le materie prime generano beni finiti. Ovviamente, come in ogni mercato che si rispetti, i prezzi non sono fissi, ma flut-tueranno a seconda delle richieste. Questo aggiunge realismo al gioco e quel pizzico di pericolo e rischio che si riscontra nell'im-prenditoria. A volte, proprio a causa dei prezzi, si rischia di in-vestire denaro per costruire rudimentali fabbriche, per ottenere guadagni pari a zero... Chiaramente non saremo da soli nel mar baltico, ma la concorrenza sarà spietata: questo ci spingerà a scegliere prezzi competitivi per vincere i nostri avversari. In ca-so di prezzi particolarmente vantaggiosi, le città potrebbero con-cludere contratti a lungo termine per la fornitura di determinati materiali. Capisco che la mania del commercio possa dare alla testa, ma un po' d'azione non guasta mai! A donare un po' di pe-

pe alle nostre azioni ci penseranno i Pirati, vero terrore del ma-re! Quando incontreremo una nave pirata saremo chiamati a bat-tagliare, a colpi di armi da fuoco, con essa. Le armi montabili sui nostri cargo variano tra le catapulte a veri e propri cannoni. Chiaramente installare "mercanzia" del genere porterà via spazio prezioso ai beni commerciabili... ma la sicurezza è una cosa im-portante. A volte potremo lasciarci prendere un po' la mano e, magari, utilizzare le nostre armi anche per attaccare convogli di mercanti avversari... mandando a farsi benedire l'etichetta del buon ed onesto commerciante. Le sezioni belliche rompono un po' lo schema del gioco, ma non risultano particolarmente diver-tenti: a volte possono protrarsi per diversi minuti a causa della scarsa efficacia delle nostre armi. Purtroppo non ci sono opzioni di tipo tattico: dovremo semplicemente calcolare il vento in ma-n i e r a c o r r e t t a e s p a r a r e a l l ' i m p a z z a t a . I soldi, si sa, non sono tutto nella vita... oltre alle pecunie serve anche il rispetto degli altri e la potenza decisionale Patrician III permette di crescere anche sotto il punto di vista sociale: a se-conda dei nostri risultati economici potremo migliorare la nostra posizione, guadagnarci l rispetto della gente e diventare davvero dei magnati del mare. Il tutto avverrà grazie ad un punteggio che, incrementandosi, determinerà il nostro valore. Un altro pun-teggio (non visibile) si rimpinguerà grazie alle nostre "azioni d’unzione" nei confronti delle cariche più importanti: cose come donazioni, costruzione di monumenti e opere pubbliche potreb-bero iscriverci nelle liste elettorali per diventare sindaco! Una volta sindaco potremo addirittura raggiungere il grado di grande comandante colonnello di tutta la Lega Anseatica... mica brusco-lini!! e così saremo chiamati a difendere le nostre città utilizzan-do i nostri soldi!!! E' anche vero, però, che una volta aperte le porte del potere i guadagni saranno più rapidi e consistenti. Sia-mo arrivati alla fine della recensione, ed ora ci apprestiamo a tirare le somme! Patrician III è uno strategico / gestionale PE-SANTISSIMO, nel quale è richiesta in ogni momento la massi-ma attenzione possibile; si tratta di un titolo che schianterebbe senza fatica un elefante! Nonostante questo ci troviamo davanti ad un gestionale divertente e molto completo: gli amanti della serie Tycoon hanno trovato una validissima alternativa alla loro fame di commercio! Tecnicamente il gioco è sufficiente, a livel-lo di giocabilità possiamo dire che dopo qualche ora di impegno si riesce a trarre il massimo divertimento, cosa che viene confer-mata arrivando alle missioni più difficili Insomma: consigliato agli amanti del commercio digitale, a patto che già non posse-diate il precedente capitolo della serie; in quel caso vi trovereste con un gioco, forse, troppo simile al suo predecessore, anche se le implementazioni viste nel PIII Engine sono, in termini nume-rici, impressionanti!

- Bolde - - III A Geo -

Planet

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Patrician III

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ORIZZONTALI 1 Andarsene di soppiatto 9 Abbreviazione di vostro 11 La fine della vicenda 12 Rendono falloso il falso 13 Generoso impulso 15 Il frutto fra i tralci 17 Si grida applaudendo 19 Il Lemond del ciclismo 20 Uomini primitivi 24 I ferri nel camino 25 Dirittura morale 26 Il fiume del Cairo 27 Rinomata 29 Con garbo e sensibilità 32 Ciclo secolare 33 Viene dopo l'…una 34 In mezzo ai motori 35 Possiede la RAI 37 Diventare grandi 41 Donna israelita 43 Dispositivo a orologeria 44 Esclamazione di incredu-lità 46 Esprime un…rimpianto 47 Amareggiano la vita 49 Un centro balneare roma-gnolo 52 Iniziali della Colò 53 Preferisce stare nell'ombra 54 Consenso strappato

VERTICALI 1 Le allieve d'un convento 2 Gli uomini al ballo 3 Sono pari nella sigla 4 Parchi, morigerati 5 I più quotati nelle gare 6 Gli estremi di Ravel 7 Un…po' di sale 8 Lo parlano molti stranieri 9 Si passa a quelle di fatto! 10 Vedere con la fantasia 14 Un fiore con molti petali 16 Sottoscrivere una cambia-le 18 La quarta preposizione 21 Sono decorati di medaglia d'oro 22 Una donnetta ciarliera 23 Ricorrenza che si festeg-gia 27 Un arnese del contadino 28 Richiamato…da una vetri-na 30 Sono uguali nella carica 31 Si cavalcano nei rodei 36 Scrisse Gli spettri 38 Lo…spazza chi si abbuffa 39 Arbusto per scope 40 Un Santo evangelista 42 Filtri del sangue 45 Il plurale di man 48 Rieti 50 Iniziali di un Orlando 51 L'americio

ORIZZONTALI 1 Il bicchiere con cui si agita-no i dadi 10 Compact Disc 12 Strato di calce sui muri 13 E' vasta quella di Baffin 14 Confina con la Spagna 15 Iniziali di Modigliani 16 Cupo, molto buio 17 L'ama il dottor Zivago 19 Un ufficio dell'ACI 20 Vi è sepolto Maometto 22 Dare ordini 25 Comanda la flotta (abbrev.) 27 La squadra azzurra 29 Le vocali del rebus 31 Nei grassi e nelle proteine 32 Si gioca con le mazze su campo ridotto 33 Un tratto dell'intestino 35 Il mercato arabo 36 Il Ligabue cantante (iniz.) 37 La nota del diapason 38 Si misura in anni 39 Il mare che circonda Rodi 41 Un elemento di molte ac-que minerali 44 I piaceri della vita 45 Fenomeno acustico 46 Interrogare senza tregua 50 Manifestazione di biasimo

VERTICALI 1 Animali…come l'uomo 2 Il primo a contarsi 3 Togliere con la violenza 4 Operazioni con il resto 5 I proventi professionali 6 Como ne ha un…ramo 7 Un pennuto starnazzante 8 Si dimostra…sopportando 9 Elemosine 10 Strumenti musicali natali-zi 11 Una pedina sopra l'altra 18 Termine da ricette 20 Piccolissimo dipinto 21 L'amò e cantò Tibullo 23 Ai lati di Manhattan 24 Le dimore eterne 26 Ruminante simile alla pe-cora 28 Un titolo epistolare 30 Il Glenn del jazz 34 Frati senza Ordini 40 Il primo nome di Volonté 42 Il massimo della gamma 43 L'orecchio in medicina 44 Un grido di dolore 47 Ovvi…a metà 48 Catanzaro 49 Tale è ciascuno in casa sua!

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SitiRecenSiti

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www.ludus.it Tutto per giochi per PC e piattaforme varie: mods, trailers, soluzioni, trucchi, ecc... www.arte.it Un po’ complicato trovare informazioni all’interno del sito stesso, ma ci sono numerosi links ad altri indirizzi (naturalmente artistici) molto belli e interessanti. www.lupinofficial.com Scarsino nei contenuti, fa molta scena per la sua estetica e per il simpatico e veloce browser che ne facilita la consulta-zione. www.lupinencyclopedia.com Meno curato nell’estetica rispetto a quello ufficiale, questo sito è sicuramente molto più indicato se vogliamo informa-zioni complete e accurate sulla “vita” dei nostri eroi giappo-nesi. www.thesimpsons.com Ogni giorno non potete perdervi la famiglia più irriverente della TV? ...allora dateci un’occhiata! www.ariaa.it Vanta ben 108.789 testi musicali dagli A agli ZZTop questo sito italiano, probabilmente il più fornito se cercate qualun-que testo di qualunque artista. Sono anche presenti un forum e, anche se un po’ nascosti in basso, dei links ai siti ufficiali, e a siti per scaricare mp3.

A cura di - Losco & Mich - - III D Liceo -

Torneo cadetto domato

Ha trovato la sua vincitrice nella 2 A Geo il torneo “cadetto” di calcetto del nostro istituto, ossia ristretto alle classi del biennio. Dopo una prima fase a gironi a 3 da cui passavano le prime 2 di ognuno, le squadre si sono affrontate a scontro diretto fino a ridursi a 3, che hanno poi formato un girone finale. Mentre la 2 A eli-minava l’unica rappresentante del corso professionale(6-2), e l’ultima squadra dell’Igea in gara(2-1) e si qua-lificava per la finale, la 2 B Geo vi arrivava battendo di molte lunghezze prima la 2°(6-1), poi la 1°(8-1) del corso D, interamente qualificato alle eliminatorie ed altrettanto totalmente spazzato via. Intanto la 2 A Geo, nella parte alta del tabellone passava a reti inviolate contro la 1 A(10-0) e la ripescata 1 A Geo(4-0), e con queste credenziali si è presentata in finale il 9 febbraio. Un arbitro e mezzo, e più platea del solito, hanno osser-vato la rimaneggiata 2 A perdere 2 a 1 contro la 2 B Geo, che ha poi potuto assistere all’affannato pareggio(1-1) tra le concorrenti. Infine la 2 A Geo si è aggiudi-cata la vittoria del torneo e il diritto di partecipare a quello del triennio vincendo l’ultimo tesissimo scontro per 2 a 1, grazie soprattutto alla grinta dell’autore di una doppietta che ha trascinato la squadra sul gradino più alto del podio. Ci si aspetta sempre più platea dal 17 febbraio, in cui è cominciato il torneo del triennio, nella nuova formula elaborata quest’anno. Calendari, gironi e risultati tutti disponibili in bacheca.

- Tullio -

- V D Liceo -

C O V O B A L E S T R A A G O G A Z Z A T M

A D A M I M O M A I S B A R B A R I E V I T I

N I N N O L I R E S T O I N C E T T A M O R I A

D G E R E T O S C A S C I T U N E G A T O

E D E R A B A S S A A S I P A P E D A T A

L O L A S A S S I P N O L A M A P I T O N E

I N O F O R S E P A T R I C E R C A T O R I

N I T U R C A C U R A S I M I L E L A R I R

E M E S S A S O N A R C O F A N O Z I F O

P O R T O P E S T T V A N I T A M I T O T

T E S E O C O N I U G I A M A C A S U O C E R A

I N E S D O S I R E D R I T O F O R N E L L I

C A R A B I N A V E L E O A B A L I E L I A

Soluzioni dei cruciverba del precedente numero

Messssaggeria

STRAPARLATE dei PROFF

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• dove scelgo partire • un numero che poi comparirà in giro da altre parti • quando si liquefa ciao! l'energia potenziale l'abbiam

persa • è implicito dentro nel discorso • la formula sa su che triangolo andiamo a scriverlo • si fa la storia con la "A" e con l' "ALFA" • l'angolo compreso nell'ertangolo ABC • non è che per far bollir la pasta la mangiamo dopo

un mese! • riuscir a far la cosa come tanti gradini • e così via così così via • arriviam alla noce del problema • l'energia se la prende lui dal suo interno • da questa legge lì • questo calcolo si fa a testa • vediamo di andare un pò a tappe forzate avanti • posso ripassarvi io una cosa?

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- Tugglio non 6 + rapprezentante d’ istotuto xò tvukdbstlmvcccpcncctatcslmv

by I.T.C. - Tuglio beoto tornatene in Beozia - Un solo grido un solo allarme bar giocando in fiamme!!! - Dammi una lametta ke mi taglio le vene - Noi siamo per la transmigrazione delle anime. VOTA ME- TEMPSICOSI e il tuo futuro sarà migliore.

Partito Escatologico Combattente - Tullio Battaglia sei bellissimo I love you!

xxx‘72 - CHIUDETE GRAZIE !!! - Egregio Tullio, volevamo farti sapere che siamo tutti innamorati di te… Invidiamo i tuoi boccoli… ciao beota

Muratore, capo cantiere, Marco Frasson, Pino, il Vecchio

- Tu eri la mia vita, il mio principe azzurro. Ma poi è arrivato lui che come un mago cattivo con il suo incantesimo ti ha portato via per sempre.

by Innamorata - Spiridush i momenti passati con te sono pochi ma nel mio

cuore hanno un posto grande! A volte le persone ti chiedo- no scusa per averti pestato un piede ma tu che mi hai pesta to il cuore non te ne sei nemmeno accorto!

by Lory - Moreno ti amo! by Fra - Yari TVB. by tua Iubita - Caro Tullio, cara Carmen, caro Bartoccini, Carolina, caro – vita, carota, cara – ffa, caramella, cara – bina, cara – binieri, Cara – gunis, cara – mbola, caro – gna, caro – letto, basta e viva la pasta. CCVV Grazie di esistere !! Vi vogliamo bene !!! Siete grandi !! Grazie di tutto

• l'altro effetto è quello di ciucciarsi energia elettrica • prendiamo spunto da questa comunque legge • per tutto il tempo dell'universo • un pò di calmina ragazzi • per chi è interessato un attimino a cose più di fino • un numero semidispari di quarti di lunghezza d'onda • cambiano le note che escono fuori dal mio trombone • non vorrei farmi una figuraccia • è abbastanza approssimato bene • parlate a bocca chiusa • mi porta a vedere il quaderno dove li ha fatti • non la vedo neanche tanto è silenziosa • così oggi c'ho il pomeriggio libero oggi • che poi parleremo più avanti • e questo come lo vedo? lo vedo proprio questo di-

scorso • questoquestoquesto ehmmm

Rubriche

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Prima di dar voce ai libri che per questo numero ho non ac-curatamente selezionato(il ritardo con i tempi di consegna mi ha costretta a scegliere a caso dalla mia mini-libreria),vorrei portare la vostra attenzione sul titolo,scelto questa volta non casualmente:”liber”,latino di “libro. Ma non assomiglia stupendamente a “libertà”? Ma perché due parole con un significato apparentemente così diverso,dovrebbero avere la stessa radice? Non ci avevo mai fatto caso,ma ora mi nascono come funghi, nella mente, un miliardo di possibili relazioni:la libertà di scrivere,di leggere…libertà di pensiero attraverso lo scritto…E il tutto si inserisce magnificamente all’interno del “tema di fondo”di questo numero(che vanamente spero vi sia noto).Se non fosse che,in verità,”liber”,come rivela il fantastico dizio-nario etimologico,deriva da una parola slava che significa “scorza”;infatti,inizialmente il libro indicava la scorza inter-na dell’albero sulla quale si scriveva prima dell’utilizzo del papiro,millant’anni fa…(ma come sono noioooooosa!!!). Quindi tutte le mie costruzioni mentali nel…. “La signorina Else” di Arthur Schniltzer In un piccolo libricino si condensa il racconto di un animo disperatamente solo e smarrito di fronte al nulla lascitao dalla I Grande Guerra. Le paure,i desideri,la rabbia di Else,giovane dell’alta società austriaca,si rivelano nella loro totalità con la tecnica adottata dall’autore ,del monologo interiore. La vo-glia di ribellarsi alla corrotta borghesia,la crisi esistenziale,la solitudine spiegati in un angoscioso crescendo,non potranno lasciarvi freddi e distaccati. “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi “Questa è la storia del nostro amico Alex,che si era innamo-rato di Adelaide detta Aidi…”Vi ricordate il film? Brizzi racconta di noi,dei nostri sogni,dei nostri progetti,delle nostre paure e dei nostri amori,inserendosi nella vita di uno di noi:vita fatta di amici,feste,interrogazioni andate male,genitori-secondini,cotte…E lo fa con una scrittura “nostra”,ribelle,fuori dalle convenzioni,senza punteggiatura,senza ba-dare a maiuscole e punti e a capo,rientri,paragrafi,senza pre-occuparsi degli inevitabili commenti di disapprovazione dei “puristi”. Non lasciatevi spaventare dalle prime pagine però;potrà sem-brarvi confusionario e incomprensibile,ma non avrete supera-to la decima pagina che non potrete che amare quella scrittu-ra. D’altra parte non può che scrivere così:con il sangue,con il cuore,con l’anima. “I fiori del male” Di Charles Baudelaire Tutti dovrebbero leggere almeno una volta questa superba raccolta di poesie. Il poeta maledetto apre il suo cuore e di-spiega ai nostri occhi i suoi dolori,le sue angosce,il suo trava-glio esistenziale. Sgorgano dalle crude parole,lacrime e san-gue e vapori infernali. Non sono all’altezza di rendere anche minimamente la grandiosità di quest’opera fondamentale

lascio a Lui il compito di presentarvi il suo “frutto” “Lettore bucolico e tranquillo, sobrio,ingenuo bravuomo, getta via questo libro saturnino d’orge e di malinconia! Se non hai fatto retorica Con Satana,il furbo decano, gettalo via:non capiresti nulla, mi crederesti affetto da isteria. Ma se giù negli abissi sai calare, senza smarrirti,gli occhi, leggimi –per amarmi; tu che un tuo paradiso cerchi furioso e soffri, compatiscimi,cuore…o sii dannato!” - Clarissa D. -

- IVB Liceo - 100.700, l’unica radio libera dell’occidente occupato, scuola di vita, di crescita, di confronto. Un’avventura nata quasi per scherzo, con quell’ingenuità e quella voglia di cambiamento che può spingere un ragazzo di vent’anni a sognare, sfiorare quel sogno con le dita e infine realizzarlo. Ma così come ogni utopia è destinata a crollare quando si scontra con la nuda realtà della vita, anche quel “sogno progettato” scomparve come un castello di sabbia, schiacciato dal peso della grande industria della comunicazione, dalla logica del profitto e del commercio, e dall’incomprensione. Quel sogno nacque però da un desiderio comune, il desiderio di libertà, di libera e-spressione, causato da un monopolio sui mezzi radiotelevisi-vi da parte dello stato che solo in quel periodo iniziava a sciogliersi. Ed allora ecco che dai suoni, dalla voce e dalla musica che scaturiva da quella neonata frequenza, frutto dell’impegno sincero e appassionato di molte persone, nasce-va un messaggio forte, nasceva una radio che accomunava persone diverse sotto l’insegna di un desiderio o di un biso-gno comune, quello di libertà e d’espressione appunto. In questo contesto si inserisce Radio Varese, l’“alternativa” in grado di rappresentare un punto di riferimento per chiun-que avesse voluto dire la sua e un’occasione imperdibile di dialogo, dibattito e confronto; un’esperienza fantastica rac-contata in questo libro in modo nostalgico, affettuoso e so-prattutto riconoscente, poiché chiunque abbia aderito a que-sta iniziativa ne individua, in questo libro, tramite foto artico-li e ricordi, soprattutto i caratteri educativi e di crescita per-sonale. E adesso? È ancora possibile oggi, nell’era della glo-balizzazione e della società dei grandi e potenti mass media, ricreare almeno in parte il calore, la passione e la voglia di affermazione e di dibattito che animava quei ragazzi di allo-ra?

- Luca - - VD Liceo -

Liber

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Pagina humour

Humour

Questa è un sfida inedita tra Michael Jackson e l’Ovetto Kin-der; leggete e stupitevi. Ovetto Kinder (OK) Vs Michael Jackson (MJ) OK: Cioccolato fuori, bianco dentro. MJ: Bianco fuori, cioccolato dentro. OK: C’è della plastica. MJ: C’è della plastica. OK: Piace ai bambini. MJ: Gli piacciono i bambini. OK: C’è una sorpresa e del gioco. MJ: C’è una sorpresa e anche del gioco. OK: Se trovi lo stesso gioco è un’ inculata. MJ: E’ sempre un’inculata. OK: Il gioco non è adatto ai bambini sotto ai 36 mesi. MJ: Il gioco non è adatto ai bambini sopra i 12 anni. OK: Se ne mangi troppo ti brucia il culo. MJ: Se ne prendi troppo ti brucia il culo. OK: Devi montare la sorpresa. MJ: E’ la sorpresa che monta te. OK: Lo scarti tu. MJ: Ti scarta lui. OK: Se ne prendi tanto ti vengono in faccia i brufoli. MJ: Se ne prendi tanto ti viene in faccia. OK: Ci sono già dentro gli ingredienti. MJ: Te lo mette lui l’ingrediente. OK: Lecchi il cioccolato quando ti manca affetto. MJ: Cioccolato ti lecca se ha bisogno d’affetto.

By - Delinquent Duo - - IIC Liceo-

Hai comprato un viagra e non sai se ha funzionato? Ecco 17 modi per sapere se realmente non hai buttato i tuoi soldi!

1. Al lavoro ti chiamano “lo spiritista” perchè quando ti siedi il tavolo fluttua nell’aria.

2. Cominci a guardare il tuo cane con interesse. 3. Cominci a pensare che tua

suocera sia carina. 4. Quando entri in una sau-

na, tutti si alzano ad ap-plaudire.

5. Hai ucciso un passante

con un bottone che si è staccato dai tuoi Levi’s.

6. Non hai più bisogno del

telecomando. 7. Se muori, non riusciranno

a chiudere la bara per tre giorni.

8. Quando vai in campeggio,

non hai bisogno di monta-re la tenda, basta sdraiarti a terra e buttarti su un len-zuolo.

9. Il tuo canarino non usa più il sostegno nella gabbia. 10. Nessun uomo vuole starti davanti nella fila al super-

market, in banca, al cinema… 11. Hai dovuto smontare il ventilatore dal soffitto della

camera da letto perché ti piace dormire sulla schie-na.

12. Tua moglie ti usa come attaccapanni. 13. La tua amante ti usa come stendino. 14. Tuoi figli come sedia… 15. Perdi sempre le gare di limbo. 16. Monica Lewinski spera che tu possa diventare presi-

dente! 17. Nell’autobus tutti si aggrappano a “te”.

Complimenti innanzitutto agli impaginatori (cioè noi) che hanno faticosamente realizzato in una serata/nottata ven-tosa questo sudatissimo e mascherato numero del vostro giornale preferito. Ci sentiamo però in dovere di elencare altri senza i quali non potreste palpare questi fogli; gra-zie a: Mich, Magi, prof Di Maio, Tattini e Farese, Anita, Anna e all’intraprendente Delinquent Duo, nome d’arte di chissà quali bizzarri elementi che produrranno sicura-mente anche per gli altri numeri… Tanti auguri per un esosissimo carnevale da travest...mascherati!