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Andrea Ebana 13° Corso Nazionale Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo- Anno 2017Project Work 1 Anno 2017 Project Work Preparazione Fisica in 1.Bundesliga Femminile: Dresdner SC 2017/18 Autore: Andrea Ebana Sessione di Valutazione Finale Roma, 14 dicembre 2017

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Andrea Ebana –13° Corso Nazionale Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo- Anno 2017– Project Work

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Anno 2017

Project Work

Preparazione Fisica in 1.Bundesliga Femminile: Dresdner SC 2017/18

Autore: Andrea Ebana

Sessione di Valutazione Finale

Roma, 14 dicembre 2017

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Andrea Ebana –13° Corso Nazionale Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo- Anno 2017– Project Work

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Sommario

INTRODUZIONE .................................................................................................................................... 4

CAPITOLO 1: IL CONTESTO DI LAVORO................................................................................................ 6

1.1 IL CLUB: DRESDNER SPORT CLUB 1898 ............................................................................................. 6

1.2 LO STAFF (O SQUADRA INVISIBILE) ................................................................................................... 8

1.4 LA SQUADRA ...................................................................................................................................... 10

1.5 BREVE PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE ..................................................................................... 12

CAPITOLO 2: DIAGNOSI DI PARTENZA ....................................................................................................... 15

2.1 I TEST: SCELTE, OBIETTIVI E FATTORI LIMITANTI ........................................................................... 15

2.2 RACCOLTA DEI DATI ANTROPOMETRICI ED OSSERVAZIONI DIAGNOSTICHE

PRELIMINARI ............................................................................................................................................ 18

2.3 TEST POSTURALI, OSSERVAZIONI DIAGNOSTICHE PRELIMINARI E SEGNALAZIONE DI

INFORTUNI PREGRESSI ............................................................................................................................ 22

2.4 BREVI CENNI SUL MODELLO PRESTATIVO DI RIFERIMENTO ........................................................ 25

CAPITOLO 3: LA PROGETTAZIONE ..................................................................................................... 28

3.1 QUALI SONO I NOSTRI OBIETTIVI? ........................................................................................... 29

3.2 QUALI MEZZI ABBIAMO A DISPOSIZIONE? .............................................................................. 31

3.3 QUANTO TEMPO ABBIAMO A DISPOSIZIONE? ........................................................................ 35

CAPITOLO 4: PERIODO DI TRANSIZIONE ............................................................................................ 37

4.1 IL PRIMO CONTATTO CON LE ATLETE ...................................................................................... 37

4.2 GLI OBIETTIVI DEL PERIODO DI TRANSIZIONE ED I PROTOCOLLI DI LAVORO .......................... 38

CAPITOLO 5: IL PRE-SEASON (O PERIODO DI PREPARAZIONE) ........................................................ 41

5.1 CONCETTI GUIDA E FATTORI LIMITANTI .................................................................................. 41

5.2 LA PROGRAMMAZIONE DELLA FASE PRE-SEASON: DESCRIZIONE GENERALE DEI

MICROCICLI .................................................................................................................................... 44

5.3 IL LAVORO CON I SOVRACCARICHI E L’EVOLUZIONE DEL CARICO NEL CORSO DEI

MICROCICLI DELLA FASE PRE-SEASON ........................................................................................... 51

5.4 TIPOLOGIE DI LAVORI PROPOSTI: IL LAVORO IN ACQUA ......................................................... 54

5.5 TIPOLOGIE DI LAVORI: LAVORI DIFFERENZIATI E PREVENTIVI ................................................. 55

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5.6 COSTRUZIONE DELLA SCHEDA PESI ED ESEMPI CORRELATI AI DIVERSI MICROCICLI

DELLA FASE PRE-SEASON ............................................................................................................... 60

5.7 LE FASI DI RISCALDAMENTO PRIMA DELL’ALLENAMENTO TECNICO ...................................... 65

5.8 I TEST DI SALTO: RISULTATI E VALUTAZIONI ALLA PRIMA RILEVAZIONE ................................. 70

CAPITOLO 6: IL PERIODO SEASON (O FASE GARA) ............................................................................ 75

6.1 OBIETTIVI E FATTORI LIMITANTI .............................................................................................. 75

6.2 I CONTENUTI E LA PROGRAMMAZIONE................................................................................... 76

6.3 IL LAVORO CON I SOVRACCARICHI NEL PERIODO SEASON ..................................................... 84

6.4 INTERRELAZIONE CON IL LAVORO TECNICO NELLA FASE SEASON .......................................... 89

6.5 SITUAZIONI PARTICOLARI: LA GESTIONE DI UN CASO DI INFORTUNIO................................... 93

6.6 B.M.I. : RISULTATI E COMPARAZIONI CON I DATI PRECEDENTI ............................................... 95

6.7 I TEST DI SALTO, RISULTATI E COMPARAZIONI CON IL PRECEDENTE ...................................... 99

CAPITOLO 7: CONCLUSIONI ............................................................................................................. 103

7.1 CONCLUSIONI DERIVANTI DAI DATI A DISPOSIZIONE ............................................................ 103

7.2 L’IMPORTANZA DEI FEEDBACK .............................................................................................. 104

7.3 IL FUTURO E’ APERTO ............................................................................................................ 105

BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................. 107

LETTURE DI BASE ............................................................................................................................. 107

SITOGRAFIA ...................................................................................................................................... 108

IMMAGINI E DATI SENSIBILI ............................................................................................................ 108

RINGRAZIAMENTI ............................................................................................................................ 109

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INTRODUZIONE “Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza e

l’allenamento. Attraverso l’allenamento noi possiamo cambiare; possiamo

trasformare noi stessi.”

(Dalai Lama)

Ricordo ancora la prima lezione di questo corso: seduto sui banchi del Centro

Sportivo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, quando i docenti stavano

presentando le tematiche ed i miei colleghi stavano introducendo le loro esperienze

professionali, mi chiedevo, non senza timore, cosa ci facessi in quel contesto.

Infatti, nella mia esperienza professionale in ambito pallavolistico avevo sempre e

solo svolto il ruolo di allenatore: e sebbene avessi incontrato nelle mie esperienze

italiane ed internazionali ottimi professionisti della preparazione atletica e giocatori

professionisti con cui lo scambio di feedback in merito era stato frequente e

produttivo, il mio punto di vista era senz’altro più orientato sulla prospettiva tecnica.

Inoltre, le conoscenze relative alla mia formazione universitaria non si riferivano

affatto al mondo delle scienze motorie: la sensazione, in quelle prime ore sul lago di

Bracciano, era quella di dover scalare una montagna enorme di conoscenze, senza

esser certo di aver con me l’attrezzatura adatta a farlo.

Mi ricordo però altrettanto la ragione che mi spinse ad accettare questa “scommessa

con me stesso”, cioè la grande convinzione che, come allenatore, avessi il dovere

professionale di accrescere le mie conoscenze, allargare il mio raggio di intervento,

cambiare la mia prospettiva verso il lavoro in palestra per aggiungere elementi al

mio bagaglio complessivo ed avere una visione globale più completa del mio ruolo e

di come svolgerlo.

La premessa sostanziale che introduce questo Project Work è dunque strettamente

connessa proprio con questo percorso personale: andrò a presentare il piano di

intervento svolto nel club per cui sto lavorando, il Dresdner SC, da una doppia

angolazione. Da una parte, quella di assistente allenatore, con le mansioni e le

conoscenze tecniche che ne derivano e che per anni, nel corso della mia carriera, ho

avuto modo di sviluppare: dall’altra, quella di preparatore atletico “in costruzione”,

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con il piano di intervento messo a punto nel corso di questi mesi, grazie al grande

apporto dato dalla scelta di frequentare questo corso. Proverò ad offrire una

panoramica della stagione della nostra squadra, che ha obiettivi di risultato importanti

nel campionato tedesco e nella coppa nazionale, ma deve anche far fronte a degli

impegni internazionali (Cev Cup). Contestualizzerò l’ambiente di lavoro, descriverò la

fase diagnostica e progettuale della stagione (test, scelte di partenza), indicherò

obiettivi e contenuti della fase di preparazione ed una prima fase della “season”

tuttora in corso, le rispettive divisioni in macrocicli, mesocicli e microcicli e le tipologie

di interventi proposti, il tutto da una prospettiva di interconnessione tra il lavoro

tecnico ed il lavoro fisico: sia perché la loro correlazione è necessaria in una

descrizione globale di ciò che abbiamo svolto e che ho descritto, sia perché dal

punto di vista personale è ciò che si addice alla “duplice angolazione” da cui sto

avendo il privilegio di vivere questa avvincente esperienza professionale.

Da quel primo pomeriggio a Vigna di Valle per fortuna qualcosa è cambiato: la

sensazione di scalare una montagna è rimasta, data la complessità e l’importanza

dell’argomento, ma senz’altro ho trovato nei contenuti, nei colleghi e nei docenti dei

compagni di viaggio che hanno saputo indicarmi una strada. Ho notato su me stesso

quanto fosse veritiero il concetto espresso nella citazione a margine di questa

introduzione: se allenare significa “trasformare”, allenare noi stessi significa

trasformare noi stessi. In questo percorso di allenamento personale, è stato bello

vedere in prima persona come chilometro dopo chilometro, salita dopo salita, il mio

interesse per i temi trattati aumentasse e stessi “cambiando” punto di vista su alcune

mie prospettive da allenatore.

In fin dei conti, al di là dell’importanza oggettiva dei contenuti, è proprio questo ciò

che vorrei trasparisse in questo Project Work in tutta la sua forza propulsiva: la

passione, la fame di conoscenza e la curiosità che mi hanno spinto ad accettare

questa “scommessa” personale, con il grande obiettivo di “allenare” me stesso al

miglioramento umano e professionale.

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CAPITOLO 1: IL CONTESTO DI LAVORO Prima di cominciare ad entrare nel vivo del progetto, trovo necessaria una

descrizione del contesto operativo in cui questo lavoro verrà svolto: andrò qui di

seguito quindi a presentare il club, lo staff tecnico, il campionato di riferimento, di

modo da avere una panoramica generale che favorisca una miglior comprensione

dei temi trattati successivamente.

1.1 IL CLUB: DRESDNER SPORT CLUB 1898

Il club che prenderemo in considerazione è il Dresdner Sport Club 18981, che prende

parte dal 1990 alla 1.Bundesliga (Serie A femminile tedesca), e vanta nel suo

palmarès ben cinque titoli nazionali e quattro coppe di Germania, oltre ad un

successo europeo nella Challenge Cup del 2010. Il recente passato è costellato di

successi, ed il club è una vera e propria istituzione nel massimo campionato tedesco,

oltre che per la città di Dresda, che accompagna e supporta la squadra con una

media di 3.000 spettatori nelle gare casalinghe.

Oltre ai successi della squadra di 1.Bundesliga, il DSC è riconosciuto a livello

giovanile come Bundestutzpunkt, ossia “centro federale di promozione del talento

giovanile”. 2

Nella stagione in corso, oltre al campionato di 1.Bundesliga ed alla DVV Pokal

(Coppa di Germania), prenderemo parte, in virtù del piazzamento ottenuto nella

scorsa stagione, alla CEV Cup. L’obiettivo di risultato, per storia e tradizione, è quello

di collocarsi nelle posizioni di vertice a livello nazionale (sia in campionato, sia in

coppa), e provare ad entrare tra le migliori quattro squadre della CEV Cup,

raggiungendo dunque la semifinale.

A livello di strutture, il DSC gioca le gare ufficiali presso la Margon Arena,un

palasport che ha una capienza di circa 3000 spettatori, dove vengono anche

sostenute le sedute di allenamento sia mattutine sia pomeridiane.

1 Da qui in avanti verrà citato con la sigla DSC, come di uso comune in Germania e per ovvie ragioni di abbreviazione. 2 Un corrispettivo del nostro Club Italia, ma suddiviso in diverse sedi. In Germania esiste in tutte le categorie giovanili, dalla Under 14 sino alla Under 21.

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Figura 1 Immagine della Margon Arena durante una gara di campionato

Le sedute pesi invece si svolgono presso la palestra Tao Fit, situata in una sede

distaccata rispetto alla Margon Arena. Si tratta di una palestra con una sala pesi

ampia, che consente l’organizzazione del lavoro sia suddiviso in gruppi sia

contemporaneo di tutta la squadra: sono presenti attrezzature per il potenziamento

muscolare, per la propriocettiva, per l’allenamento funzionale, oltre ad una sala

medica dove si possono effettuare le visite mediche, quelle fisioterapiche ed i test

antropometrici.

Figura 2 Immagini della palestra TaoFit

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1.2 LO STAFF (O SQUADRA INVISIBILE)

Nell’introdurre lo staff, vorrei citare Gian Paolo Montali, che nel suo “Scoiattoli e

Tacchini” spiega:

“A vincere non è mai solo la squadra che va in campo la domenica: ce n’è un’altra, e non si vede mai:

è la squadra delle riserve, degli assistenti, degli allenatori, dei preparatori atletici, dei medici, dei

massaggiatori, dei magazzinieri, dei dirigenti, degli impiegati che si occupano di organizzare le

trasferte, del management che lavora dietro le quinte. Quella che io chiamo squadra invisibile”3

Sono fortemente convinto che le parole di Montali non siano pura retorica: per questa

ragione ogni giorno lavoro nella sede del club, parlo con gli impiegati, con il

management, faccio una telefonata allo staff medico. Nel mio lavoro vedo ogni giorno

che questa “squadra invisibile” non è qualcosa di superfluo, ma e assolutamente

necessario, quanto quella visibile. Stando ai numeri forniti ancora da Montali,

“all’incirca più del 70% della risorsa umana in una organizzazione sportiva non gioca

nè scende in campo”.4

Per questo ritengo questo capitolo non un cappello di questo lavoro, ma un

ingranaggio sostanziale per la comprensione del lavoro stesso. Passando alle

presentazioni, lo staff è composto da:

Alexander Waibl, head coach, è al suo ottavo anno al DSC. Con questo club

ha vinto da capo allenatore tre scudetti, una coppa di Germania ed una

Challenge Cup. Nel 2016 ha inoltre svolto il ruolo head coach della nazionale

femminile della Repubblica Ceca.

Andrea Ebana (l´autore di questo lavoro), assistant coach e preparatore

atletico; in passato ha già lavorato in qualità di assistente allenatore in

Germania con il SC Potsdam (1.Bundesliga), ed in Italia con la Zeta System

Urbino (A1 Femminile), e come head coach presso la UBI S.Bernardo Cuneo

(B1/A2 femminile). Vanta inoltre collaborazioni tecniche con la nazionale

finlandese maschile e con la Nazionale ungherese femminile.

Till Muller, scoutman, può vantare sei anni di esperienza al DSC, e ha nel

suo palmares gli stessi trofei vinti da Alexander Waibl.

3 Montali, G., (2006), Scoiattoli e Tacchini, Milano, Rizzoli, pp.73-74

4 Ibidem, pag. 75

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Lo staff medico si compone di tre persone: Christoph Hartmann,

fisioterapista e massaggiatore; Goran Mladenic, segue quotidianamente il

lavoro fisico in palestra pesi occupandosi prevalentemente di protocolli

preventivi, riabilitativi e di riatletizzazione, quotidianamente il lavoro fisico in

palestra; Tino Lorenz, medico sociale del club, che si occupa di diagnosi ed

eventuali operazioni chirurgiche ortopediche.

Lo staff manageriale è invece coordinato dalla Club-Manager Sandra

Zimmermann: negli uffici del club lavorano quotidianamente cinque persone.

Tutto lo staff tecnico è presente agli allenamenti tecnici con palla, mentre alle sedute

pesi, come accennato, la mia presenza è sempre affiancata da quella di Goran

Mladenic. Nei casi di mia assenza dovuta alle priorità tecniche scelte dall’allenatore,

è dunque quest’ultimo a seguire il lavoro.

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1.4 LA SQUADRA

Dopo aver presentato lo staff, procediamo ora con una breve panoramica delle atlete

che compongono il roster del DSC per la stagione in corso, così da avere

informazioni di carattere anagrafico (età, nazionalità) su cui basare le nostre

considerazioni future.

Cognome Nome Ruolo Nazionalità Lateralità Età

APITZ Mareen Palleggiatrice Germania Dx 30

MAASE Rica Opposto Germania Dx 17

MRDAK Ivana Centrale Serbia Dx 24

PETTER Michelle Libero Germania Dx 20

SCHWABE Katharina Schiacciatrice Germania Dx 24

HODANOVA Eva Schiacciatrice Rep.Ceca Dx 24

STRUMILO Dominika Schiacciatrice Belgio Dx 21

SCHOOT* Myrthe Libero Olanda Dx 28

JASPERS* Marrit Schiacciatrice Olanda Dx 21

WEZORKE* Barbara Centrale Germania Dx 24

KOHRONEN* Pia Opposto Finlandia Dx 20

BUGG* Madison Palleggiatrice USA Dx 23

PLANINSEC* Sasa Centrale Slovenia Dx 22

Tabella 1 Presentazione del roster

Sulla scorta di questi dati possiamo rilevare qualche informazione di carattere

generale:

• La squadra si compone di cinque giocatrici di nazionalità tedesca e di otto di

nazionalità straniera.

• Nella squadra si contano otto nazionalità differenti (Germania, Slovenia, Serbia,

Olanda, Belgio, Finlandia, U.S.A. , Rep. Ceca). La lingua ufficiale in cui

comunichiamo è per questo l’inglese.

• Le giocatrici contrassegnate con l’asterisco (Schoot, Jasper, Planinsec,

Korhonen, Bugg, Wezorke) sono state convocate, in estate, con le rispettive

nazionali. Le loro tempistiche di preparazione in periodo Pre-Season, di

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conseguenza, risentiranno di qualche variazione rispetto a quelle del gruppo che ha

iniziato la preparazione a Dresda: nel prosieguo del lavoro andremo quindi ad

analizzare in maniera più specifica le tempistiche di arrivo e le diverse modifiche

apportate. E’ comunque bene evidenziare sin da ora che siamo rimasti in contatto

con ciascuna di queste atlete e con gli staff delle loro rappresentative nazionali per

raccogliere ogni informazione utile a redigere una prima anamnesi a distanza.

• L’età media della squadra è di 22,9 anni. Al confronto dell’età media delle

squadre di 1.Bundesliga delle ultime tre stagioni (24,5), si tratta di una squadra

estremamente giovane, con una sola atleta che ha raggiunto i 30 anni di età (Apitz)

e ben sette atlete under 23. Questo scenario è incoraggiante in vista del processo

di crescita generale, fisica e tecnica, dal momento che esistono a livello di età ampi

margini di miglioramento.

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1.5 BREVE PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE

Prima di andare a presentare la squadra ed i dati relativi alla stagione, è bene dare

delle indicazioni temporali, prendendo come riferimento i calendari delle tre

competizioni a cui prenderemo parte.

La Regular Season di 1.Bundesliga comincia il 14.10.2017 e termina il 10.03.2018,

con il completamento dei gironi di andata e ritorno. I playoff cominciano con il primo

turno dei quarti di finale il 14.03.2018 e terminano con l’eventuale gara 3 di finale il

13.05.2017 (ovviamente si può essere eliminati nei turni interlocutori).

La DVV Pokal5 prende il via il 11.11.2017 (ottavi di finale), e termina con la finale del

04.03.2017 (anche qui può terminare prima in caso di eliminazione).

Infine, giocheremo il primo turno di CEV Cup (ottavi di finale) il 13.12.2017, e la

competizione si chiude con la finale del 10.04.2017.

Tabella 2 Calendario per mesi della stagione del DSC 2017/18

Stando a questa tabella, prima di andare nello specifico della programmazione e

delle settimane a disposizione6 in fase di progettazione della stagione dovremo

notare che:

I nostri primi impegni ufficiali saranno ad ottobre;

Il mese di Novembre vedrà il normale protrarsi del campionato ed il primo

turno di DVV Pokal (contro un club di seconda serie, quindi non troppo

dispendioso);

Dicembre e Gennaio saranno mesi chiave poiché la squadra sarà impegnata

su tre fronti: oltre al regolare svolgimento del campionato, che come vedremo

5 La DVV Pokal corrisponde alla Coppa di Germania e prevede una gara secca ad eliminazione diretta dagli ottavi di finale alla finale. 6 Tema principale del capitolo riguardante la progettazione della stagione.

Compet/Season Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio

1.Bundesliga Eventuale Eventuale

DVV Pokal Eventuale Eventuale Eventuale Eventuale

CEV Cup Eventuale Eventuale Eventuale

2017 2018

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in seguito non propone una sosta natalizia, si ipotizza di aver superato il primo

turno di DVV Pokal (e quindi di continuare il cammino in questa competizione),

e si affronterà il primo turno di Cev Cup

A partire da Febbraio, molto risulterà legato ai risultati ottenuti nei due mesi

precedenti: sicuramente dovremo affrontare gli impegni di regular season e

playoff, ma potremmo essere ancora in lizza per tutte le competizioni

eliminatorie, oppure solo per una, oppure esser stati eliminati da entrambe o

da una delle due.

Quando la DVV Pokal sarà terminata, nei mesi di Aprile e Maggio, potremo

rivolgere le nostre energie al campionato e, qualora avessimo raggiunto le fasi

finali, alla CEV Cup.

Provando a quantificare i numeri della nostra stagione, possiamo dire che

avremo un numero minimo di 24 gare, che può arrivare però sino ad un

numero massimo di 38 qualora si arrivasse in fondo a tutte le competizioni. Le

sedute di allenamento tecnico oscilleranno tra le 150 e le 200, quelle in sala

pesi oscilleranno tra le 40 e le 54. Ipotizzando di raggiungere gli obiettivi di

risultato prefissati, arrivando così a 34 gare giocate, avremmo questa

ripartizione:

Figura 3 Grafico a torta: ripartizione impegni stagione agonistica

Come si può evincere dal grafico, la percentuale di sedute tecniche è molto

più alta rispetto a quella delle sedute pesi: questo implica che il nostro lavoro

13%

69%

18%

Ripartizione impegni stagione agonistica 2017/18

Gare Sedute Tecniche Sedute Pesi

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in sala pesi dovrà giocoforza sempre essere finalizzato a creare le condizioni

ideali per il lavoro in palestra.

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CAPITOLO 2: DIAGNOSI DI PARTENZA

In questo capitolo andremo ad analizzare la situazione di partenza della squadra,

mettendo in evidenza da un lato i dati relativi alle singole atlete ottenuti tramite i test

fisici, posturali ed atletici,7 e dall’altra quelli relativi al campionato di riferimento, così

da avere una configurazione di elementi che ci permettano la progettazione della

stagione. In altre parole, in questa fase cerchiamo di raccogliere tutte quelle

informazioni preventivamente utili alla stesura dei programmi di lavoro: dati

antropometrici, deficit posturali e di struttura muscolare, infortuni pregressi,

valutazioni funzionali.

2.1 I TEST: SCELTE, OBIETTIVI E FATTORI LIMITANTI

In un primo momento di ricerca e pianificazione con lo staff tecnico e lo staff medico,

abbiamo concordato che un elemento fondamentale per una diagnostica ottimale, a

partire dalla Pre-Season è la conoscenza degli atleti a disposizione. Pur essendo

stata infatti svolta una indagine conoscitiva durante il periodo di transizione, è

evidente che un confronto diretto con l’atleta permetta una conoscenza più

approfondita.

La somministrazione di una batteria di test è senza dubbio una modalità ideale in

quest’ottica, soprattutto in questo momento della stagione: infatti, dovremo tener

conto che non tutte avranno un simile background fisico e tecnico (tesi ancora più

valida se pensiamo che nel roster abbiamo più nazionalità diverse e quindi molte

abitudini di lavoro diverse), non tutte avranno le stesse capacità di apprendimento,

non tutte arriveranno nello stesso stato di forma, e sarà nostro compito tener conto di

queste diversità proprio in ottica di una programmazione più specifica, personalizzata

e valida. Se un obiettivo primario è senz’altro conoscere le singole atlete il meglio

possibile e nel minor tempo possibile, non vanno dimenticati altri tre obiettivi correlati

alla somministrazione dei test:

Conoscitivo Generale, del gruppo, evidenziando la sua omogeneità o

disomogeneità;

7 Accenneremo soltanto a quelli atletici, che verranno trattati nei capitoli successivi, in quanto relativi non tanto ad una diagnostica di partenza (discorso valido invece per antropometrici e posturali) quanto ad un vero e proprio lavoro che prende il via in pre-season e viene ripetuto nel corso della stagione.

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Organizzativo, perché permette grazie a risultati immediati di pianificare il

lavoro adattandolo alle esigenze del gruppo e dei singoli;

Motivazionale, perché fornisce all’atleta feedback immediati e reali che lo

spingono al miglioramento;

Grazie ai supporti tecnologici che possiamo avere a disposizione al giorno d’oggi, i

test possibili sono moltissimi. Tuttavia, come staff abbiamo deciso di seguire alcune

linee guida, maturando la decisione di effettuare solo i test che avessero le seguenti

caratteristiche:

o Necessari: è inutile collezionare moltissimi dati se poi molti di questi finiranno

dimenticati ed inutilizzati in un cassetto. Meglio limitarsi ad eseguire test che

producano risultati effettivamente utilizzabili, e che siano strettamente

connessi al modello prestativo della pallavolo;8

o Ripetibili: perché se un test è ripetuto più volte nel corso della stagione

permette un monitoraggio costante della singola atleta e dell’intero gruppo;

o Inseribili nella seduta di allenamento: perché il tempo a disposizione per i test

è spesso limitato, e di conseguenza inserire il test all’interno delle sedute

agevola notevolmente il lavoro;

Inoltre, abbiamo dovuto tener conto di alcuni fattori limitanti quali:

Tempistiche a disposizione;

Infortuni/patologie che non consentano o limitino la somministrazione ad

uno o più giocatori;

Sovrapposizione di calendari internazionali che non consentono alle atlete

in nazionale di prender parte ai test iniziali (o che non consentono, nel

nostro caso, di svolgerli nello stesso momento del resto del gruppo);

Modifiche nel calendario di gara (ad esempio qualificazione o meno alle

fasi successive di Coppa Cev e Coppa di Germania, nel nostro caso)

durante la stagione;

Rimodulazione delle priorità tecniche della squadra che giocoforza vanno

ad incidere sulla calendarizzazione della batteria di test;

8 Che analizzeremo nel dettaglio in seguito.

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Tenendo conto di questi fattori, la scelta dei test è ricaduta su quelli presentati nella

tabella sottostante, presentati con caratteristiche ed obiettivi ad essi relazionati:

TIPOLOGIA DI TEST OBIETTIVI e

CARATTERISTICHE ( in

riferimento alle richieste, da

modello prestativo, del volley

femminile)

ESERCITAZIONI PROPOSTE/

DATI RACCOLTI

Dati Antropometrici Analisi delle

caratteristiche fisiche

dell’atleta;

Valutazione funzionale

dell’atleta;

Valutazione

composizione corporea

dell’atleta;

Peso

Altezza

Reach 1 mano

Reach 2 mani

BMI

Circonferenze (Coscia,

Polpaccio, Vita,

Braccio)

Posturali Rilevazione mobilità

articolare;

Rilevazione flessibilità

muscolo/tendinea ;

Rilevazione deficit

posturali;

Rilevazione deficit

struttura

muscolo/tendinea;

Flessibilità caviglia;

Valutazione mobilità

tibio-tarsica;

Test mobilità articolare

spalle;

Sit and Reach Test;

Thomas Test (per i

muscoli flessori

dell’anca ed estensori

del ginocchio);

Test Atletici Altezza colpo attacco;

Forza esplosiva;

Forza esplosiva con

riutilizzo energia

elastica;

Miglioramento capacità

di salto ed elevazione;

Vertec Test

Tabella 3 Tabella riepilogativa dei test effettuati

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2.2 RACCOLTA DEI DATI ANTROPOMETRICI ED OSSERVAZIONI

DIAGNOSTICHE PRELIMINARI

Per quanto riguarda la raccolta dei dati antropometrici, è bene riaprire una breve

parentesi: come accennato in precedenza, nella prima fase della stagione, le atlete a

disposizione erano soltanto sette (Apitz, Maase, Mrdak, Petter, Schwabe, Hodanova

e Strumilo), mentre le altre sei (Bugg, Korhonen, Planinsec, Wezorke, Jasper,

Schoot) erano impegnate con le rispettive nazionali. Di conseguenza i dati

antropometrici sono stati raccolti in due fasi diverse: in ogni caso, in questo paragrafo

si fa riferimento alla prima misurazione effettuata sull’atleta dal suo arrivo nel gruppo.

Passando ai dati raccolti, possiamo indicare qualche informazione utile circa gli

strumenti utilizzati e le modalità di somministrazione:

Strumenti Utilizzati: Plicometro Manuale (per BMI), Fettuccia Metrica da 3

metri (per circonferenze,altezza e reach), Bilancia Elettronica (per peso), carta

e penna (per trascrizione immediata dati), computer (per inserimento su

database ed analisi), due rilevatori.

Modalità di Somministrazione: le atlete vengono convocate a turno

nell’ufficio medico della palestra TaoFit. Lo staff è in possesso dei dati fornitici

dalle atlete stesse, oppure dagli staff delle nazionali con cui hanno collaborato

durante l’estate, per avere un primo parametro di confronto. Qualche

indicazione tecnica in più sulle modalità di somministrazione:

Il peso viene rilevato senza scarpe. La misurazione verrà ripetuta con

cadenza bi-settimanale (salvo indicazioni che ci indichino urgenze diverse e ci

convincano ad aumentarne la frequenza per una o più atlete);

La statura ed i reach vengono rilevati con le scarpe (per favorire un eventuale

confronto con i test di salto che vengono anch’essi rilevati con le scarpe). La

misurazione, salvo diverse esigenze, non verrà ripetuta durante la stagione.

Il test del BMI viene calcolato dal fisioterapista tramite le seguenti misurazioni

con plicometro9 : tricipitale, sottoscapolare, soprailiaca, coscia, addominale,

pettorale, ascellare. Questa misurazione, unitamente a quella delle

circonferenze, verrà ripetuta durante l’anno con cadenza bimestrale (salvo

9 Tramite l’equazione di Jackson & Pollock.

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indicazioni che ci indichino urgenze diverse e ci convincano ad aumentarne la

frequenza per una o più atlete).

Analizziamo ora i dati raccolti: nella prima tabella troveremo quelli relativi alle

atlete presenti al primo giorno di lavoro, mentre nella seconda troveremo quelli

delle atlete aggregatesi successivamente:

Atleta Statura e Peso BMI % Circonferenze (cm) Reach

(cm)

Cognome Nome Altezza

cm

Peso

Kg

Fat Muscle Coscia Polpaccio Vita (omb.) Braccio 1m 2m

APITZ Mareen 182 72 18,1 47,5 60 36 79 29 240 238

MAASE Rica 182 76 22,1 45,6 62 39,4 85,5 29,7 241 239

MRDAK Ivana 192 73 13,3 47,9 55,5 35,8 78 26,7 251 249

PETTER Michelle 176 69,6 18,3 49,7 60 37,8 79 29,5 234 233

SCHWABE Katharina 180 68 18,9 45,9 60,2 37,3 78 27,8 241 239

HODANOVA Eva 189 70,1 17,7 46,3 59 36,7 79 27,3 248 247

STRUMILO Dominika 186 69 12,5 49,2 53,4 37 73,5 26,2 247 245

Tabella 4 Dati antropometrici 1

Atleta Statura e

Peso

BMI % Circonferenze (cm) Reach (cm)

Cognome Nome Altezza

cm

Peso

Kg

Fat Muscle Coscia Polpaccio Vita (omb.) Braccio 1m 2m

BUGG Madison 183 70 17,1 48,4 58 34 75 27,4 239 238

KORHONEN Piia 187 79 16,8 48,8 59 39,7 78,5 27,7 246 244

PLANINSEC Sasha 185 74 14,2 49,3 60,2 39,8 77,5 27,8 245 244

WEZORKE Barbara 186 82 21,3 46,7 62 40,2 79,6 29,6 247 245

SCHOOT Myrthe 183 61 13,7 48,9 55,2 37,2 74 26,3 240 239

JASPER Marrit 180 72 18,1 48,5 58,8 36,8 78,8 27,4 242 241

Tabella 5 Dati antropometrici 2

Già da queste prime misurazioni possiamo arrivare a dei dati interessanti:

L’altezza media della squadra è di cm 183,9;

Il reach medio della squadra è di cm 241,6 ;

La percentuale di massa grassa media della squadra è del 17%;

Se andiamo a confrontare questi dati con i modelli messi a punto dal nostro

fisioterapista, che fanno riferimento ai dati raccolti nei roster del nostro club delle

ultime tre stagioni, vediamo che sia dal punto di vista dell’altezza e del reach medi,

sia dal punto di vista della percentuale di massa grassa, il roster della stagione

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attuale può vantare numeri, pur leggermente, migliori, e quindi la base fisica di

partenza è senza dubbio interessante.

Tabella 6 Confronto di altezza e reach con modelli prestativi precedenti

Oltre a questa prima istantanea sui dati antropometrici, possiamo giungere grazie a

questa raccolta ad altre informazioni interessanti per una diagnostica iniziale e,

conseguentemente, per la stesura di una programmazione.

Analizzando i valori relativi alla composizione corporea tramite un grafico a

dispersione che usa le medie di squadra come linee divisorie, possiamo notare che:

Figura 4 Grafico a dispersione: rapporto tra %Muscle e %Fat nel BMI

Ci sono cinque atlete (Strumilo, Planinsec, Schoot, Korhonen e Mrdak) che

versano in una condizione ottimale, dal momento che hanno una alta

percentuale di massa muscolare ed una bassa percentuale di massa grassa.

All´interno del grafico possiamo ritrovarle nel quadrante in alto a sinistra;

Ci sono tre atlete con una buona percentuale di massa muscolare, ma con

una percentuale di massa alta (Jasper, Bugg, Petter), nel quadrante in alto a

Altezza Reach 2m Fat % BMI

183,9 241,6 17%

182,3 240,5 18,40%

Roster stagione 2017/18

Media Roster ultime tre stagioni

Roster/Dati antropometrici

45

45,5

46

46,5

47

47,5

48

48,5

49

49,5

50

11 13 15 17 19 21 23

Mu

scle

%

Fat %

BMI %

Jasper

Bugg

Apitz

Schwabe

Hodanova

Maase

Wezorke

Strumilo Planinsec

Mrdak

Korhonen

Petter

Schoot

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destra: su di loro l’obiettivo sarà sulla diminuzione della percentuale di massa

grassa;

Non ci sono atlete con una bassa percentuale di massa muscolare ed una

bassa percentuale di massa grassa: qualora ci fossero o qualora durante

l’anno qualcuna entrasse in questo quadrante (in basso a sinistra), sarebbe

opportuno un lavoro accurato di potenziamento muscolare, in quanto non ci

sarebbero problematiche relative alla percentuale di massa grassa da

diminuire;

Nel quadrante in basso a destra troviamo le atlete (Apitz, Hodanova,

Wezorke, Schwabe, Maase) che dovranno lavorare con il duplice obiettivo di

aumentare la percentuale di massa muscolare ed al contempo di diminuire la

percentuale di massa grassa;

In generale, le media di percentuale di massa grassa di questo roster , e

quindi la linea divisoria orizzontale del grafico, si può definire “severa”: se

infatti usassimo il dato relativo ai roster delle ultime tre stagioni (media 18,4%

anziché 17%, rappresentato nel grafico da una linea tratteggiata arancione) ,

sia Apitz sia Hodanova passerebbero nel quadrante in basso a sinistra, e le

atlete che prima occupavano il quadrante in alto a destra (Jasper, Petter,

Bugg) si sposterebbero in quello delle “condizioni ottimali di partenza” (in alto

a sinistra).

L’obiettivo nel corso della stagione, concordato con il resto dello Staff tecnico,

sarà quello di portare sempre più atlete nella direzione del quadrante in alto a

sinistra tramite programmi di lavoro generali e specifici.

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2.3 TEST POSTURALI, OSSERVAZIONI DIAGNOSTICHE PRELIMINARI E

SEGNALAZIONE DI INFORTUNI PREGRESSI

I test posturali sono stati scelti e svolti dal dottor Tino Lorenz in collaborazione con lo

staff medico nello studio apposito della palestra TaoFit10. I risultati sono stati poi

oggetto di condivisione con l’intero staff tecnico per studiare programmi di lavoro ad

essi adeguati. Nel presentarli accennerò alle modalità di somministrazione, ma

ritengo che ai fini contenutistici generali del lavoro non sia utile dilungarsi in questa

sede sulle misurazioni relative a ciascun test per ciascun atleta. Faremo pertanto

riferimento soltanto a quei risultati che hanno evidenziato criticità tali da dover

invitarci a procedere con lavori differenziati nel corso della stagione.

Test di mobilità delle spalle: è un test che valuta la mobilità generale della

spalla, combinando una rotazione interna con una l’adduzione e una

estensione e rotazione esterna con l’abduzione e la flessione. Richiede,

inoltre, una normale mobilità delle scapole e della colonna cervico dorsale. Se

le dita delle mani del soggetto si trovano ad una distanza pari alla lunghezza

di una mano, la mobilità è buona.

Squilibri evidenziati nel test: Schwabe (poca stabilità scapolare/discinesia)

Sit and reach test: misura la flessibilità muscolo tendinea dorso-lombare,

richiedendo all’atleta a cui viene somministrato di sedersi a terra con la

schiena contro il muro e di piegarsi lentamente in avanti.

Test di flessibilità della caviglia: valuta la mobilità della caviglia in flessione

ed estensione. Si richiede all’atleta di sedersi sul lettino e distendere la gamba

lasciando la caviglia sporgente e misurandone gli angoli di flessione ed

estensione.

Squilibri evidenziati: Maase, poca flessibilità.

Valutazione della mobilità tibio-tarsica: tramite accosciata spalle al muro in

prossimità di una parete senza toccare con i glutei la stessa.

Maase: poca mobilità.

Thomas Test (per i muscoli flessori dell’anca)11: consiste nel portare, da

una posizione supina, una coscia verso il petto verso valutando la flessibilità

dei flessori dell’anca. In condizioni normali, la regione lombare e quella

10 Anche qui, il test è stato effettuato al momento dell’arrivo di ciascuna atleta, quindi in momenti diversi. 11 Denominazione e descrizione da : Latorre, A. (a cura di), (2016), Allenare per vincere, Roma, Coni Servizi – Scuola dello Sport

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sacrale devono essere aderenti al piano, la superficie posteriore della coscia

deve toccare il piano d’appoggio. Permette di denotare una eventuale brevità

dei flessori dell’anca (se la superficie posteriore della coscia non tocca la

superficie di appoggio e il ginocchio si estende).

Squilibri evidenziati nel test: Strumilo (poca flessibilità)

In più, nell’ottica di una diagnostica preliminare, ad una prima valutazione fisica

abbiamo provveduto ad accertare gli infortuni pregressi delle atlete. Essendo una

squadra giovane, non abbiamo evidenziato molte situazioni problematiche, ma

certamente abbiamo dovuto tener conto di qualche pregresso, che segnalo nella

tabella seguente:

Atleta Infortuni pregressi / frequenti

HODANOVA Eva Rottura LCA ginocchio sinistro (ottobre

2016), ricostruzione chirurgica.

Fisioterapia seguita direttamente da

Christoph Hartmann (l’infortunio è

avvenuto quando già vestiva i colori del

DSC);

APITZ Mareen Frequenti contratture muscolatura

laterale della nuca a partire dalla

stagione 2014/15;

KORHONEN PIIA Non gravi, ma frequenti problematiche

alla spalla destra legate alla necessità di

rinforzo degli extrarotatori a partire dalla

stagione scorsa;

SCHWABE Katharina Spalle anteposte e discinesia scapolo

toracica. Conseguente dolore spalla

destra in momenti di sovraccarico (post

gara o in periodi molto intensi della

stagione).

Tabella 7 Patologie ed infortuni pregressi

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In fase di stesura dei programmi di lavoro, abbiamo dunque conto dei dati ottenuti sia

nei test posturali sia negli infortuni pregressi, cercando di intervenire sugli squilibri

evidenziati con esercitazioni specifiche volte a migliorare le situazioni di partenza e di

porre particolare attenzione alle criticità precedenti segnalateci.

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25

2.4 BREVI CENNI SUL MODELLO PRESTATIVO DI RIFERIMENTO

Per concludere questo capitolo relativo alla diagnostica, andrò a presentare il

modello prestativo di riferimento. Per pianificare un piano di allenamento, è infatti a

mio avviso necessario raccogliere informazioni sulle richieste generali e specifiche

della nostra disciplina e, in particolare, del nostro campionato. Per questo, prima di

cominciare la stagione, abbiamo deciso insieme allo staff di sviluppare un modello

prestativo sulla scorta dei dati raccolti nella stagione precedente.

Prendendo in analisi 13 gare (di cui 7 finite in 3 set e le altre protratte per 4 o 5 set)

della stagione precedente dello stesso campionato a cui si prenderà parte, abbiamo

dedotto quello che si può evidenziare nel grafico sottostante :

Il tempo effettivo di gioco di un set è di circa 4’ (su 22’ di tempo totale), mentre

di una gara intera è di 16’.

Il 78% delle azioni non va oltre i 10’’ di durata (e solo il 49% delle azioni dura

meno di 5’’)

Il 17% delle azioni dura tra i 10 e i 20’’;

Il 4% delle azioni dura più di 20’’.

Figura 5 Grafico rappresentativo dei tempi di gioco della pallavolo in 1.Bundesliga

Per quanto concerne le pause, il tempo medio delle “pause time out” è di circa 6’,

quello dei fine set è di circa 4’. Se invece escludiamo dal conteggio questa tipologia

di pause, e prendiamo solo in considerazione quelle tra gli scambi, notiamo che:

Il 63% delle pause ha una durata tra i 15’’ e i 20’’

Il 21% delle pause dura più di 20’’;

Il 16% delle pause dura meno di 15’’;

A livello di metabolismo muscolare dunque, la fonte energetica primaria è quella

anaerobico-alattacida.

0

20

40

60

Tempo <5'' Tra i 5 e i 10'' Tra i 10 e i 15'' Tra i 15 e i 20'' Oltre i 20''

Durata Azioni di Gioco

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Proseguendo nello studio, si può dire che per elaborare un modello prestativo

relativo alla pallavolo, bisogna partire dai contenuti tecnico motori che essa offre, ed

in questo senso si evidenziano come cruciali le componenti relative alla forza

esplosiva ed al riutilizzo dell’energia elastica, in un regime di richieste distrettuali

elevate. Gli elementi che troviamo molto spesso in questo senso sono:

Traslocazioni rapide;

Uscite dagli angoli (spesso chiusi);

Traslocazioni rapide con cambio di direzione ;

Traslocazioni rapide con caduta ;

Piccoli spostamenti con alta reattività dei piedi;

Cadute con componente tecnica (tuffo, rullata);

Traslocazioni rapide con salto;

Salto (massimale e non);

Proprio l’elemento del salto incide in maniera sostanziale (nelle partite da noi prese

in esame un movimento di salto è incluso nel 95% delle azioni). In questo senso, è

utile evidenziare che il dispendio di salti per ruolo a partita varia a seconda del ruolo:

Un palleggiatore effettua 130/140 salti (non tutti massimali);

Un centrale effettua 100 salti;

Un opposto effettua 90 salti;

Uno schiacciatore/ricevitore effettua 60/80 salti.

Per questo abbiamo deciso di includere nella batteria di test atletici quelli relativi a

questa componente.

In particolare, infine, se prendiamo l’esempio del muro, l’abbinamento di traslocazioni

con salto è cruciale, anche con la combinazione di diverse tecniche: infatti, se

effettuiamo una ripartizione dei modelli di traslocazione, troviamo l’utilizzo di tecniche

differenti (e ciascuna diesse in buona percentuale). Questo dato ci suggerisce di

lavorare in partenza su tutte, scegliendo poi quella più adatta alle situazioni

specifiche delle atlete.

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Figura 6 Ripartizione dei modelli di traslocazione a muro in 1.Bundesliga femminile

Questo modello è stato effettuato perché venga strettamente connesso all’uso dei

dati raccolti, e non certo perché rimanga fine a sé stesso: quando elaboreremo le

esercitazioni (sia dal punto di vista fisico,sia da quello tecnico), dovremo tenere

necessariamente conto di questa prospettiva.

29%

6%

21%

20%

20%

2% 2%

Ripartizione delle traslocazioni a muro da modello prestativo

1 passo accostato Accostato + Incrociato"Swing Block" 2 o più accostatiSalto verticale Solo incrociato

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CAPITOLO 3: LA PROGETTAZIONE

“Il tempo è un nemico: quindi un avversario da attaccare e sconfiggere arrivando prima”12

Avvicinandoci al nocciolo della questione, passiamo alla programmazione generale

della stagione, parlando sia degli obiettivi, sia delle modalità e dei tempi in cui si

intende raggiungerli.

La citazione di Gian Paolo Montali è stato un forte argomento di riferimento per il

nostro staff: ci siamo ripetuti più volte che non è sufficiente fare ciò che ci

prefissiamo, ma dobbiamo esser così bravi da utilizzare al meglio la componente

cronologica. In questo senso, la programmazione deve sempre risentire di una

visione a medio e lungo termine, di previsioni, idee ed ambizioni da portare sul

campo.

Per citare ancora Montali:

“Tutti i nostri sforzi confluiscono nella corsa per arrivare alla meta in un tempo preciso che non

ammette deroghe. La parola d’ordine è: attaccare il tempo. Ma per attaccare il tempo ci vogliono idee

chiare su ogni singolo dettaglio del progetto: dalla strategia, alla tattica, alla loro applicazione sul

campo,dalla gestione motivazionale allo studio dell’avversario. (...)E la vittoria dipenderà dal rigore

con cui verranno rispettati quei piani, dal coraggio, dall’altruismo e dalla coesione che dimostreranno

gli uomini tra loro”13

Se il tempo è il nostro primo nemico, come detto poche righe fa, bisogna trovare il

modo di attaccarlo. Ed attaccarlo significa aver ben chiare le risposte a queste tre,

semplici, domande:

Quali sono i nostri obiettivi?

Quali sono i mezzi che possiamo utilizzare?

Quanto tempo abbiamo per raggiungerli?

Vedremo in questo capitolo le risposte che abbiamo provato a dare.

12 Gian Paolo Montali, Scoiattoli e Tacchini, Rizzoli, Milano 2006, pag. 73. 13Ibidem, pp.72-73

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3.1 QUALI SONO I NOSTRI OBIETTIVI? Per rispondere a questa domanda è necessario presentarla su due piani diversi:

quello degli obiettivi prestazionali e quello degli obiettivi di crescita.

Obiettivi Prestazionali: quelli legati al risultato di squadra. Nel nostro caso, abbiamo

visto come un obiettivo generale sia quello di provare ad arrivare in fondo a tutte le

competizioni a cui partecipiamo. Questo ci impone, come abbiamo visto nel primo

capitolo14, di farci trovare in una buona condizione fisica nei mesi in cui le partite

saranno decisive. Come avremo modo di vedere in modo più approfondito in seguito,

abbiamo identificato due “step” cruciali, dove vorremmo che la nostra condizione

fisica ci permettesse prestazioni importanti : il bimestre Dicembre 2017/Gennaio

2018 (eventuale semifinale di DVV Pokal ed inizio di Coppa Cev, oltre a qualche

importante scontro di Regular Season) ed il mese di Aprile 2018 (semifinali e finale

playoff, finale di Coppa Cev). Da un altro punto di vista, è evidente come in una

stagione così organizzata tutte le gare finiscano per essere importanti: ipotizzando

un 100% della performance, l´obiettivo è cercare di mantenere il livello di squadra in

un range compreso tra il 85% ed il 90% per la durata intera della stagione.

Figura 7 Livello di prestazione nella fase season15

14 Paragrafo 1.5, Tabella 2 15Come sottolineato nel materiale didattico di Alberto Di Mario (Teoria e metodologia dell’allenamento) presentato al corso nell´appuntamento di Cavalese.

80

82

84

86

88

90

Livello di prestazione in funzione del periodo di allenamento

85-90% per la durata della fase season

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Obiettivi di Crescita: intendo con obiettivi di crescita quelli relativi alla “costruzione”

di caratteristiche fisiche o tecniche che l’atleta non possiede, o qualora le possieda,

deve migliorare. Nel nostro caso, avendo a disposizione un roster piuttosto giovane,

questo tema non è affatto secondario rispetto a quello prestazionale. Le nostre atlete

dovranno aumentare il loro bagaglio di conoscenze tecniche e fisiche, fermo

restando che queste due componenti della prestazione sono fortemente

interdipendenti.

Se abbiamo spostato i nostri obiettivi su piani diversi, è difatti evidente come, a

maggior ragione con una squadra così giovane, non sia possibile centrare obiettivi

prestazionali qualora non ci sia un preventivo percorso di crescita in atto. Solo con

una crescita individuale e collettiva si potrà andare alla ricerca del risultato sul

campo.

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31

3.2 QUALI MEZZI ABBIAMO A DISPOSIZIONE?

I tipi di lavoro che andremo ad utilizzare durante l’anno si possono dividere in grandi

aree d’intervento, o meglio componenti. Per definirle mi avvalgo della definizione

data sul Manuale dell’Allievo Allenatore16:

La Componente Tecnica: obiettivo del gioco, dinamica del punteggio,

identificazione dei ruoli, criteri di organizzazione delle competenze;

La Componente Tattica: comportamenti tattici codificabili e monitorabili (finta,

lettura situazionale,anticipazione motoria,opzione);

La Componente Fisica: espressioni di forza prevalenti, dinamiche di

contrazione caratteristiche del movimento tecnico, incidenza dei sistemi bioenergetici

implicati, identificazione di aspetti correlati con il variare dei livelli di qualificazione;

Queste componenti andranno collocate in un regime di interdipendenza per il quale

una crescita generale di una componente è sempre legata alla crescita delle altre.

Per evidenziare questa stretta connessione, porterò un esempio pratico.

Nella nostra situazione specifica, sin da una prima valutazione, abbiamo analizzato

come il sistema di contrattacco potesse avere una rilevanza significativa

nell’economia del nostro gioco, per filosofia di pensiero dell’allenatore, per

caratteristiche delle atlete a disposizione, per dati relativi al modello prestativo del

campionato a cui avremmo preso parte . In questo sistema, ben due componenti

hanno come tema centrale il salto, che già avevamo codificato come importante nel

paragrafo riguardante il modello prestativo:il muro ed il contrattacco, ossia ogni colpo

d’attacco giocato contro l’avversario successivo al primo attacco effettuato dopo la

ricezione del servizio17. Quando siamo andati ad allenare questi elementi tecnici, lo

abbiamo fatto da diverse prospettive:

16

Mencarelli, M. (a cura di), (2012) Manuale Allievo-Allenatore Primo Livello Giovanile, 2012 , Ferriera di

Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci, pp. 85

17 Mencarelli,M., Barbiero, M., Paolini, M.(a cura di), (2016), Manuale Allenatore di Primo Grado, Ferriera di

Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.pag.228

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32

Fondamentale Prospettiva e Componente

Tecnica

Prospettiva e

Componente Tattica

Prospettiva e

Componente Fisica

MURO

Qualità generale del gesto

tecnico;

Posizione di partenza e

traslocazione;

Traslocazione,caricamento e

salto;

Orientamento del piano di

rimbalzo;

Ricaduta;

Sistema di muro;

Competenze individuali

e di sistema;

Posizione di partenza

rispetto alla match

analysis;

Scelta

dell’orientamento del

muro;

Costruzione delle

componenti

coordinative di salto;

Stabilizzazione e picco

prestativo del salto;

Rapidità di

spostamento;

Qualità dei piedi;

Riutilizzo dell’energia

elastica;

Forza esplosiva;

Forza arti inferiori e

superiori;

CONTRATTACCO

Preparazione alla rincorsa;

Rincorsa;

Salto;

Scelta ed esecuzione tecnica

del colpo;

Ricaduta;

Chiamata della

combinazione;

Scelta tattica del colpo;

Abilità tattica di scelta

delle situazioni in cui

forzare o meno il colpo;

Costruzione delle

componenti

coordinative del salto;

Stabilizzazione e picco

prestativo del salto;

Riutilizzo energia

elastica e Forza

Esplosiva;

Forza arti inferiori e

superiori;

Forze ed elasticità

zona core;

Stabilità e mobilità

della scapola;

Movimenti di

extrarotazione ed

intrarotazione della

spalla;

Tabella 8 : Esempi di correlazione tra componenti di allenamento

In più, è bene ricordare che dobbiamo inserire questi due fondamentali in un

contesto di sistema di gioco, e quindi andare alla ricerca del miglioramento degli altri

elementi di questo sistema, vale a dire la difesa e l’alzata: anche qui, dovremo

intervenire con tutte le componenti a nostra disposizione (tecnica, tattica, fisica),

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33

allargando notevolmente il raggio d’intervento18 ed, inevitabilmente, gli elementi su

cui lavoreremo.

I nostri mezzi di intervento (ossia le componenti tecniche, tattiche e fisiche del piano

di intervento) e le tempistiche ad essi relative dovranno essere combinate nella

giusta interconnessione per produrre risultati apprezzabili. Se migliorasse una sola

componente senza una concomitante crescita delle altre, non sarebbe abbastanza

per migliorare l’efficacia complessiva del fondamentale: ad esempio nella costruzione

del movimento del colpo di attacco, se aumentassimo le capacità di salto19 senza

un’adeguata crescita tecnico tattica, o al contrario migliorassimo la gamma dei colpi

della nostra attaccante senza che quest’ultima mantenga o raggiunga una adeguata

qualità di salto, di certo nel complesso non potremmo apprezzare una crescita

complessiva. Allo stesso modo, nella costruzione dei movimenti tecnici di muro, ed in

particolar modo delle traslocazioni, sarà necessaria tanto una componente tecnica

quanto una componente di sviluppo a livello fisico (ad esempio delle qualità dei piedi,

della rapidità e del riutilizzo dell’energia elastica).20 Pertanto, è evidente come le

componenti debbano andare a confluire in un piano di allenamento integrato. Qui di

seguito, alcune immagini di lavori fisici e ricadute di questi lavori sul piano tecnico.

Figura 8 Lavori con l'ausilio di speed ladder per qualità dei piedi.

18 Basti pensare alle scelte tattiche in difesa, o a quelle di riorganizzazione del gioco in alzata, ma anche alle componenti tecniche e fisiche che caratterizzano questi fondamentali. 19 Per migliorare le capacità di salto intendo la ricerca di una stabilità prestativa e di un picco prestativo del salto stesso. 20 Nelle immagini a seguire, delle immagini di lavori effettuati con la speed ladder, che vanno ad allenare e stimolare la “qualità dei piedi” per i movimenti di traslocazione a muro.

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34

Figura 9 Sequenza di muro con tecnica "swing block" da posizione di attesa ad effettuazione del salto a muro (da fotogramma 1 a fotogramma 4).

1 2

1

1

3

1

1

4

1

1

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35

3.3 QUANTO TEMPO ABBIAMO A DISPOSIZIONE? Visti gli obiettivi ed i mezzi a disposizione, andiamo a vedere nel dettaglio come

programmare la stagione.

A livello di Macrocicli di allenamento, ne identifichiamo sostanzialmente tre: il periodo

di Transizione, quello di Preparazione e quello di Gara.

MACROCICLO PERIODO OBIETTIVI CONTENUTI

Transizione Dal primo

contatto

estivo con

l’atleta al

21.08.201

7

- Primo contatto con l’atleta e conoscenza del suo passato da atleta;

- Rigenerazione; - Capacità coordinative; - Lavoro specifico sulle

rigidità articolari; - Lavoro sui deficit

muscolari; - Lavoro sulla postura; - Multilateralità; - Prevenzione generale

ed individuali;

- Interscambio di informazioni con staff della sua nazionale/staff delle sue esperienze precedenti;

- Rispetto dei tempi fisiologici di riposo;

- Protocolli individuali su sabbia, in acqua o in sala pesi;

- Attività personali collaterali (es.beach volley)

Preparazion

e (o Pre-

Season)

Dal

21.08.201

7 al

14.10.201

7 (8

settimane)

- Prima valutazione funzionale;

- Adattamento e condizionamento

- Apprendimento corretta esecuzione delle esercitazioni proposte;

- Mobilità articolare; - Capacità coordinative; - Prevenzione

individuale e generale; - Costruzione delle

capacità di salto; - Forza strutturale;

- Forza esplosiva e veloce;

- Raccolta dati antropometrici;

- Test posturali; - Lavori coordinativi; - Lavori di

prevenzione generale ed individuale;

- Mobilità articolare; - Test atletici; - Inserimento dei

sovraccarichi; - Graduale e

progressivo aumento dei sovraccarichi

- Lavori di forza esplosiva e forza

veloce; - Corretta

combinazione con il lavoro tecnico;

Gara21 (o

Season)

Dal 21

agosto

2017 a

fine

- Consolidamento delle abilità acquisite;

- Prevenzione individuale e generale;

- Consolidamento delle capacità coordinative;

- Batterie successive di test;

- Forza (strutturale, funzionale, esplosiva, rapida);

- Lavori coordinativi;

21 A sua volta diviso in mesocicli e microcicli che vedremo nel capitolo 6, dedicato a questa fase della stagione.

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stagione - Mantenimento stato di forma;

- Costruzione capacità complessa di prestazione;

- Mantenimento, consolidamento ed eventuale incremento dei livelli di forza;

- Lavori di prevenzione;

- Adattamento alle priorità tecniche e tattiche;

Tabella 9 Macrocicli stagione 2017/18

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37

CAPITOLO 4: PERIODO DI TRANSIZIONE Definiamo come periodo di transizione il periodo che intercorre tra la fine della

stagione precedente e l’inizio di quella successiva. Dal punto di vista fisico, esso

corrisponde a “una fase di perdita della forma che ci permette di diminuire intensità e

volume dell’allenamento”.22

4.1 IL PRIMO CONTATTO CON LE ATLETE Il primo obiettivo del periodo di transizione, una volta concluse le trattative di mercato

e messo a punto il roster, è individuare un primo contatto con le giocatrici: questo è

avvenuto attraverso la compilazione di un questionario inviato a ciascuna atleta,

usato poi come punto di partenza per il colloquio iniziale.

Nel nostro caso, come visto nel capitolo di presentazione, ben sei atlete (Planinsec,

Wezorke, Korhonen, Bugg, Schoot e Jasper) erano convocate in nazionale: in questo

caso abbiamo provveduto ad un contatto telefonico con loro, e ci siamo tenuti in

costante contatto con gli staff delle rispettive rappresentative. Per loro non si può

però parlare di periodo di transizione: il loro unico periodo di riposo dalle gare è stato

infatti il tempo strettamente necessario per recarsi a Dresda al termine delle

competizioni in cui erano impegnate.

Per quanto riguarda le altre atlete (Apitz, Petter, Maase, Strumilo, Hodanova, Mrdak,

Schwabe) abbiamo invece optato per un incontro conoscitivo a Dresda precedente

all’ inizio stagione alla presenza dello staff medico, che ci permettesse di conoscere il

loro passato da atlete e di suggerire e pianificare un programma di lavoro già dal

periodo di transizione.

22 Materiale tecnico del corso, presentato dal docente Matteo Russo nell’appuntamento di Vigna di Valle (Transizione e inizio preparazione).

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38

4.2 GLI OBIETTIVI DEL PERIODO DI TRANSIZIONE ED I PROTOCOLLI DI LAVORO Pur nel rispetto dei tempi di rigenerazione e recupero che la pausa prevede, abbiamo

comunque messo a punto dei protocolli di lavoro che si focalizzassero su:

Capacità coordinative;

Lavoro specifico sulle rigidità articolari;

Lavoro sui deficit muscolari;

Lavoro sulla postura;

Lavori preventivi;

Controllo motorio;

Capillarizzazione;

Multilateralità;

I protocolli possono prevedere sia un lavoro in sala pesi, sia un lavoro a corpo libero

da effettuarsi sulla sabbia, od in acqua: in questo modo si vanno a coprire tutte le

esigenze e possibilità, compatibilmente con il fatto che in questo periodo il riposo è

un obiettivo cruciale. Inoltre, è bene sapere che tutte le atlete della rosa non

impegnate in nazionale hanno praticato con regolarità un’attività di beach volley, il

che ha garantito comunque che le peculiarità tecniche non venissero del tutto

tralasciate.

Qui di seguito qualche esempio di protocollo del periodo di transizione da eseguire

quando l’atleta non è a disposizione una sala pesi, è in vacanza o semplicemente

vuole diversificare il lavoro:

- da eseguirsi su sabbia:

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39

Figura 10 Protocollo di lavoro su sabbia per il periodo di transizione

- da eseguirsi su sabbia, acqua e con utilizzo di elastici:

Figura 11 Protocollo di lavoro su sabbia, in acqua e con elastici nel periodo di transizione

- esempi di lavori preventivi consigliati (da abbinare ad altri protocolli o da

svolgersi separatamente):

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

CALCIATA 3X10 METRI

SKIP 3X10 METRI

CORSA INDIETRO 2 X 10 METRI

CRUNCH 2X15

LATERAL CRUNCH 2X15

FRONT PLANK 2X20''

LATERAL PLANK 1X20'' (DX E SX)

CALCIATA SOLO DX 3X10 METRI

CALCIATA SOLO SX 3X10 METRI

DRESDNER SC 1898

SUMMER SCHEDULE

ALLENAMENTO SU SABBIA

5' RUN + 2' WALK + 5' RUN

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

20 GAMBATE RANA

SQUAT JUMP CON ARRESTO MONOPODALICO 2X10

ACQ

UA

BAN

D

EXTRAROTATORI CON ELASTICI

CIRCONDUZIONI CON ELASTICI

PULLEY CON ELASTICI

20 BRACCIATE STILE

20 BRACCIATE RANA

20 GAMBATE STILE

CORSA LATERALE 1 X 10 M

SQUAT JUMP 2X10

CORSA INDIETRO 2X10M

SABB

IA

CRUNCH 2X15

LATERAL CRUNCH 2X15

FRONT PLANK 2X20''

LATERAL PLANK 1X20'' (DX E SX)

CALCIATA 2X10 M

SKIP 2X10 M

DRESDNER SC 1898

SUMMER SCHEDULE

ALLENAMENTO SU SABBIA, CON ELASTICI, IN PISCINA/MARE

5' RUN

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40

Figura 12 Protocollo di lavori preventivi in fase di transizione

Ovviamente, dopo il primo colloquio, abbiamo deciso con le atlete con infortuni

pregressi (già visti nel capitolo relativo alla diagnostica), di porre particolare

attenzione alla prevenzione ed al rinforzo delle rispettive problematiche individuali.

A fianco di questi protocolli, generalmente le atlete abbinavano un lavoro individuale

in sala pesi sulla scorta delle loro esperienze precedenti, tenendo però sempre

presente gli obiettivi e le condizioni di questo momento della stagione.

Spalla

Spalla

Spalla

Spalla

Spalla

Ginocchia

Ginocchia

Caviglia

Caviglia

Caviglia

Core

Core

PLANK CON SKIMMY SOTTO I GOMITI 2X20''

SIDE PLANK 1X20''

CAMMINATE PER CAVIGLIA (TALLONE, PUNTA, ESTERNO, INTERNO)

ISOMETRIA MONOPODALICA SU "SWING PRO" 2X20''

CIRCONDUZIONI CON ELASTICI 3X10

STRETCHING FISSATORI DELLA SCAPOLA 2X20''

STRETCHING CAPSULA POSTERIORE 2X20''

ISOMETRIA BIPODALICA SU SKIMMY 2X20''

ISOMETRIA MONOPODALICA CON ELASTICO 2X20''

RINFORZO INVERSIONE ECCENTRICA CAVIGLIA CON ELASTICO 2X10

DRESDNER SC 1898

PROTOCOLLO DI PREVENZIONE GENERALE

PULLEY CON ELASTICI 3X8

EXTRAROTATORI 3X8

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41

CAPITOLO 5: IL PRE-SEASON (O PERIODO DI PREPARAZIONE) Chiamiamo fase di preparazione quel periodo che va dal raduno del primo giorno di

lavoro sino alla prima gara ufficiale, ed in questo capitolo analizzeremo i concetti che

ci hanno guidato, la programmazione e l’analisi delle settimane di lavoro.

5.1 CONCETTI GUIDA E FATTORI LIMITANTI Nella programmazione della fase di preparazione, abbiamo cercato di operare

tenendo ben presenti queste premesse:

Stretta ed indispensabile connessione tra lavoro fisico e lavoro tecnico: il fine

ultimo è comunque preparare la squadra per giocare a pallavolo, e di questo

va tenuto sempre conto;

Priorità ad una corretta esecuzione tecnica delle esercitazioni proposte: senza

questo presupposto, abbiamo reputato insensato ricercare l’aumento dei

carichi;

Possibilità di modifica del lavoro sia in funzione del background di ogni atleta,

sia anche dei feedback ricevuti strada facendo;

Obiettivo di costruzione di range articolari completi prima di ricercare

l’aumento dei carichi;

Rispetto dei principi di gradualità e progressività nel lavoro con i sovraccarichi;

Mantenimento in ogni settimana della componente legata alla prevenzione ed

alle capacità coordinative, come obiettivo integrante e non accessorio del

piano di lavoro;

Ricerca di un “fil rouge” di connessione sostanziale con il lavoro che andremo

a proporre nella fase-gara, composto da due sedute pesi settimanali

(compatibilmente con eventuali impegni nelle coppe europee);

Importanza della costruzione dei livelli di forza strutturale prima della ricerca

della forza massimale;

Trattandosi di una squadra femminile, dopo il lavoro sulla forza strutturale è

molto importante anche quello sulla forza massimale, in quanto la sua

correlazione con la forza esplosiva nelle atlete di sesso femminile è maggiore

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42

rispetto a quella presente negli atleti di sesso maschile, come evidenziato da

studi scientifici23.

Tuttavia, nell’impostazione del piano di allenamento, abbiamo tenuto conto di alcuni

importanti elementi sulla base dei quali si è ritenuto necessario modificare il lavoro,

quali:

Fattori limitanti quali rigidità articolari, deficit su capacità coordinative, infortuni

pregressi, sovrappeso, aspetti nutrizionali da rivedere;

Livelli diversi di “background” nel lavoro con i pesi: le atlete meno esperte

dovranno porre una attenzione ancora maggiore alle tecniche esecutive,

prima di aumentare i carichi;

Utilizzo di protocolli di prevenzione sulle atlete con infortuni pregressi che

modificheranno ovviamente il lavoro in modo più specifico ed individuale,

senza variare l’obiettivo generale delle sedute;

Insorgenza di infortuni o patologie nel corso del periodo di lavoro;

Adattamento alle variazioni delle esigenze tecniche (tornei pre-campionato,

test match, variazioni orarie), ben sapendo però che la preparazione in questo

momento dell’anno deve avere un peso specifico importante;

Adattamento alle variazioni per esigenze del club (presentazione della

squadra, eventi di marketing);

Funzionalità delle ultime settimane di lavoro al tenore delle prime partite

previste dal calendario del campionato;

Adattamento ad eventuali fattori esterni, quali ad esempio la convocazione di

atlete nelle rispettive nazionali. Nel nostro caso, atlete hanno potuto

raggiungere la squadra solo in una fase decisamente inoltrata della

preparazione: Korhonen, Wezorke, Planinsec e Bugg hanno raggiunto Dresda

nella nostra quinta settimana di lavoro, mentre le due olandesi Schoot e

Jasper solo quattro giorni prima della prima partita ufficiale.

23

Häkkinen K. , 1989: Maximal force explosive strength and speed in female volleyball and basketball players.

Journal of Human Movement Studies 16(6) . L’autore è citato peraltro nelle slide del docente Matteo Russo (Il

Lavoro Neuromuscolare.ppt) condivise nell’appuntamento del presente corso di studi a Vigna di Valle.

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Successivamente, andremo ad analizzare la gestione specifica di questi fattori

limitanti nel corso del periodo di preparazione.

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44

5.2 LA PROGRAMMAZIONE DELLA FASE PRE-SEASON: DESCRIZIONE GENERALE DEI

MICROCICLI In questo paragrafo presenteremo i microcicli che hanno composto la fase pre-

season, con i relativi obiettivi e la loro programmazione interna, offrendone una

panoramica generale: successivamente così potremo andare nel dettaglio delle

tipologie di lavoro inserite in questa programmazione.

La durata della fase di preparazione è di sette settimane: ad ogni settimana

corrisponde un microciclo di lavoro. L’ottava settimana è quella immediatamente

precedente alla prima giornata di campionato, e per questo è stata trattata a tutti gli

effetti come una settimana “Season”.

Figura 13 Programmazione della fase pre-season 2017/18

Per riassumere questi dati, possiamo ripartire gli impegni in :

MICROCICLO

21 22 23 24 25 26 27

28 29 30 31 1 2 3 EVENTO UNICEF

4 5 6 7 8 9 10

11 12 13 14 15 16 17

18 19 20 21 22 23 24

25 26 27 28 29 30 1 OCT

2 3 4 5 6 AM: 10-11 Ball 7 11-12 BALL/POWER 8

9 10 11 12 13 14 15

OFF

Agosto

2017

Ottobre

2017

AM: PESI

PM: SPONSOR PM. TEST

Trav el to POLAND

PM: PALLA

AM. RIFINITURA

PM. TEST

AM: PESI

AM: PESI

PM: PALLAPM: PALLA

PM: PALLA

7

PM: PALLA

PM. TEST

3

AM: PESI

AM: PESI

PM: PALLA

AM: PESI

AM: PISCINA AM: PESI

PM: PISCINA PM: PALLA

4

AM: PESI

AM. RIFINITURA

AM: PESI

PM: PALLA

OFF

Trav el to POLANDOFF

AM. RIFINITURAOFF

AM: PESI

PM: PALLA

PM: PALLA

OFF

PM: SPONSOR PM: PALLA PM: BALL PM: PALLA PM: BALL

PM: PALLA

PM: PESI

AM: PESI + PALLA AM: AM: PESI + PALLA AM:

AM: PESI

PM: PALLA

OFF ???PM: PALLA PM: PALLA

8

AM: PESI AM: Team Photo

PM: PALLA PM: PALLA PM: PALLA

AM: PALLA

AM: AM: PESI+PALLA AM:

PM: PALLA PM: PALLA

AM: PESI

PM: PALLA

6

AM: PESI

PM: PALLA PM. PESI

5

AM: PESI AM: MED TEST AM: PESI AM: PESI

PM: PALLA PM: PALLAOFF

PM: PRESS

1

2

PM: PALLA PM: PALLAPM: PALLA

AM: DATI ANTR. AM: PESI AM: PISCINA AM: PESI

LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM

Settemb

re 2017

Potsdam

DRESDENOFF

CEV CUP

DAY OFF

TRAINING CAMP

BUNDESLIGA

PUBLIC REL.

DRESDNER SPORTCLUB 1898DVV - Pokal

OFF

SCARICO

OFF

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45

- 29 allenamenti tecnici con palla;

- 22 allenamenti in sala pesi;

- 3 allenamenti in piscina;

- 3 gare;

Figura 14 Ripartizione degli impegni in fase pre-season

Se mettiamo a confronto questi dati con quelli generali della stagione visti nel primo

capitolo, vediamo che il numero complessivo di sedute pesi si avvicina molto di più a

quello delle sedute con palla: una piccola porzione è occupata poi dalle gare (per

scelta, avendo poche atlete a disposizione per via delle convocazioni in nazionale, si

è scelto di disputarne poche), ed un’altra piccola porzione è occupata dal lavoro in

piscina (che può essere inserito nel computo delle sedute fisiche avvicinando così

ulteriormente la fetta grigia a quella arancione del lavoro tecnico).

Vista la programmazione, andiamo a vedere gli obiettivi inerenti ai vari microcicli di

lavoro, prima di analizzarli nello specifico:

MICROCICL

O

PERIOD

O

OBIETTIVI

PRIMARI

OBIETTIVI

COLLATERAL

I

OBIETTIVI

TECNICI

PRIMARI

CONTENUTI

Microciclo 1 Dal 21 al

27 agosto

2017

Adattamento e

condizionamento;

Capacità

coordinative;

Multilateralità;

Prevenzione;

Didattica

esecutiva;

Primo

contatto

con palla;

Ripresa

tecnica;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

Sedute in

5%

51%

39%

5%

Ripartizione degli impegni Pre-Season

Gare Sedute Tecniche Sedute Pesi Piscina

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piscina;

Raccolta

dati;

Microciclo 2 Dal 28

agosto al

03

settembre

2017

Potenziamento;

Forza Strutturale;

Prevenzione;

Affinamento

tecnica

esecutiva;

Lavoro

Aerobico;

Capacità

coordinative;

Inseriment

o

progressiv

o di

component

i di salto;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

Sedute in

piscina;

Microciclo 3 Dal 04

settembre

al 10

settembre

2017;

Potenziamento;

Forza Strutturale;

Prevenzione;

Affinamento

tecniche

esecutive;

Lavoro

Aerobico;

Sequenze

tecniche

sul muro-

difesa;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

Sedute in

piscina;

Test

posturali;

Microciclo 4 Dal 11

settembre

al 17

settembre

2017;

Scarico;

Prevenzione;

Capacità

coordinative;

Multilateralità;

Lavoro

Aerobico;

Progressiv

o aumento

variabili

tattiche in

break

point;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

Microciclo 5 Dal 18

settembre

al 24

settembre

2017;

Forza Massimale; Prevenzione;

Lavori specifici

e/o

individualizzati

in funzione

delle esigenze;

Richiami

tecnici

individuali

e

sequenze

tattiche;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

Test di

salto;

Test Match;

Microciclo 6 Dal 25

settembre

al 01

ottobre

2017;

Forza Massimale; Prevenzione;

Lavori specifici

e/o

individualizzati

in funzione

Sequenze

tecniche e

tattiche di

side out;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

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47

delle esigenze; Test Match;

Microciclo 7 Dal 02

ottobre al

08

ottobre

2017;

Forza

Esplosiva/Potenza

;

Prevenzione;

Lavori specifici

e/o

individualizzati

in funzione

delle esigenze;

Progressiv

o aumento

variabili

tattiche in

side out;

Sedute

tecniche;

Sedute

pesi;

Test Match;

Tabella 10 Suddivisione dei microcicli in fase pre-season

Presentando i vari microcicli , possiamo dire che nella prima settimana si è proceduto

ai test antropometrici ed ad un lavoro volto all’adattamento ed al condizionamento,

ponendo l’accento sui lavori di prevenzione e relativi alle capacità coordinative, alla

multilateralità, ai deficit articolari, inserendo una prima parte di lavoro aerobico e

cercando coinvolgere più gruppi muscolari, articolazioni e movimenti specifici al fine

di supportare le successive fasi di allenamento. Peraltro, è bene osservare nella

tabella precedente come i temi relativi alla prevenzione ed alle capacità coordinative

rimangano un obiettivo costante per l’intero periodo di lavoro. Dal punto di vista

tecnico, nella prima settimana si è provveduto ad una riattivazione dei fondamentali

tecnici, e non sono stati previsti salti nelle sedute di allenamento con palla. In questa

settimana, ma anche nel corso delle successive, abbiamo conferito dunque

importanza al lavoro aerobico su tutte le atlete della squadra, con un richiamo

maggiore per quelle che avevano evidenziato dati di composizione corporea da

migliorare.24

Ne Passiamo ad una analisi più specifica dei microcicli che seguono:

Figura 15 Microcicli Pre Season 1-2-3

24 Come descritto nel paragrafo 2.2.

MICROCICLO

21 22 23 24 25 26 27

28 29 30 31 1 2 3 EVENTO UNICEF

4 5 6 7 8 9 10

AM: PESI

PM: PALLAPM: PALLAPM: PALLA

3

AM: PESI

AM: PESIAM: PISCINA AM: PESI

PM: PISCINA PM: PALLA

AM: PESI

AM: PESI

PM: PALLA

PM: PALLA

OFF

AM: PESI AM: MED TEST AM: PESI AM: PESI

PM: PALLA PM: PALLAOFF

PM: PRESS

1

2

PM: PALLA PM: PALLAPM: PALLA

AM: DATI ANTR. AM: PESI AM: PISCINA AM: PESI

LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM

OFF

OFF

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Nei primi due giorni dei microcicli 2 e 3 si lavora al mattino con due sedute pesi25

diverse: quella del lunedì ha come oggetto gli arti inferiori, mentre quella del martedì

ha come oggetto gli arti superiori26. Nell’allenamento con palla, si va a lavorare sulla

prevenzione e coordinazione degli arti su cui non si è lavorato al mattino. Ad

esempio, il lunedì pomeriggio si lavora sulla prevenzione degli arti superiori, dal

momento che al mattino si lavora sugli arti inferiori. Lo stesso schema è riproposto il

giovedì ed il venerdì, mentre nel centro della settimana abbiamo scelto di collocare il

lavoro in acqua.27 In totale avremo quattro sedute pesi, una seduta in acqua, quattro

sedute tecniche e due giorni di riposo (sebbene un giorno di riposo sia occupato da

un evento con gli sponsor).

Il microciclo di “scarico” è stato previsto ed eseguito nella quarta settimana: si sono

comunque svolte tre sedute pesi, ma si è scelto di ridurre sia il volume sia l’intensità

del lavoro. Per contro, proprio in questa settimana si è scelto di dare una centralità

alla prevenzione ed alle capacità coordinative, e si è dato spazio a sequenze di

allenamento “funzionale”, ossia “una successione di esercizi che insegnano a

muovere in modo efficace e controllato il proprio corpo su tutti i piani di movimento”28.

Anche nel lavoro con la palla si sono seguite le medesime linee guida circa la

riduzione di volume ed intensità.

LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM

11 12 13 14 15 16 17

4 AM: PESI AM: PESI

OFF PM: PALLA PM: PALLA PM. PESI PM: PALLA PM: PALLA

Figura 16 Microciclo Pre-Season 4

Nel quinto e sesto microciclo è ripartito il lavoro di potenziamento muscolare,con tre

sedute pesi: nelle prime due si lavora con lo stesso schema della seconda e terza

settimana, dividendo cioè i gruppi muscolari, mentre nella terza seduta si lavora in

total body. Nel corso del quinto microciclo inoltre ci hanno raggiunto alcune delle

atlete convocate in nazionale. Per ciascuna è stata ovviamente eseguita la batteria di

25 Come già riferito in fase di presentazione del paragrafo, rimandiamo il tema dei sovraccarichi, delle scelte in merito e della loro evoluzione al paragrafo successivo (5.3), mantenendo in questo la focalizzazione sulla programmazione del lavoro. 26 In allegato le principali esercitazioni proposte per il potenziamento degli arti inferiori (Allegato A) e superiori (Allegato B), con relative indicazioni metodologiche/procedurali a cui abbiamo prestato particolare attenzione. 27 Descritto dettagliatamente nel paragrafo ad esso dedicato. 28 La Torre, A. (a cura di), (2016), Allenare per vincere, Roma, Coni Servizi –Scuola dello Sport, pag.301

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test antropometrici e posturali, e tutte le atlete presenti hanno svolto i test di salto al

Vertec.

Al sabato è previsto un test match, con un ulteriore allenamento di rifinitura con palla

al mattino: nella quinta settimana prevede un viaggio dal pomeriggio di venerdì in

Polonia per un test match, mentre nella sesta settimana viene disputato in casa:

Figura 17 Microciclo 5/6

Possiamo portare qui un esempio di combinazione tra intensità e volume di lavoro

che abbiamo riprodotto in queste settimane:

Figura 18 Istogramma: la distribuzione di volume ed intensità nelle settimane di lavoro 5 e 6.

Come si può evincere dal grafico, nelle prime due sedute si lavora con maggiore

volume e minore intensità, mentre nella terza seduta si lavora con maggiore intensità

e minor volume. Se nella seconda e terza settimana la struttura delle sedute era

finalizzata ad un lavoro di forza strutturale, in queste settimane l’obiettivo di lavoro si

sposta verso la forza massimale. Nelle sedute del lunedi e del mercoledi si lavora

rispettivamente prima solo sugli arti inferiori e poi su quelli superiori, mentre quella

del venerdí si lavora “total body”.

Nel settimo microciclo, infine, abbiamo svolto due sedute pesi “total-body”, con

inserimento di elementi di forza esplosiva e veloce. Dall’inizio di questa settimana

18 19 20 21 22 23 24

25 26 27 28 29 30 1 OCT

DOM

PM: PALLA PM: PALLA PM: PALLA PM. TEST

LUN MAR MER GIO VEN SAB

6AM: PESI AM: PALLA AM: PESI AM: PESI AM. RIFINITURAOFF

PM: SPONSOR PM: PALLA

PM: PALLA PM: PALLA PM: PALLA PM: PALLA Trav el to PM. TEST

5AM: PESI AM: AM: AM: AM: PESI AM. RIFINITURAOFF

0

50

100

LunedìMercoledì

Venerdì

Settimana con 3 Sedute Pesi

Volume Intensità

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erano aggregate al gruppo anche parte delle atlete impegnate in competizioni

internazionali (Wezorke, Bugg, Korhonen, Planinsec), che, visto il lavoro svolto in

precedenza con le loro nazionali, hanno potuto svolgere lo stesso programma (salvo

variazioni di prevenzione e rinforzo individuali) delle loro compagne. Qui si va ad

allenare la forza esplosiva, elemento fondamentale secondo il modello prestativo del

nostro sport: abbiamo ritenuto opportuno procedere a questa evoluzione del piano di

allenamento solo dopo essere intervenuti su obiettivi di forza strutturale e forza

massimale.

Ovviamente, il lavoro tecnico in questa intera fase va in stretta connessione con il

lavoro fisico, soprattutto quando ci sono doppie sedute nello stesso giorno: in questo

momento della stagione una buona combinazione tra le due componenti è cruciale.

Anche nelle sedute tecniche, abbiamo dato importanza rilevante ai protocolli di

riscaldamento e di defaticamento.

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5.3 IL LAVORO CON I SOVRACCARICHI E L’EVOLUZIONE DEL CARICO NEL CORSO DEI

MICROCICLI DELLA FASE PRE-SEASON

Visto il calendario e stabiliti gli obiettivi ed i contenuti di ogni microciclo, andiamo ad

analizzare nel dettaglio i piani di intervento con i sovraccarichi che abbiamo

utilizzato, le loro modalità e le evoluzioni della strutturazione delle sedute in funzione

degli obiettivi perseguiti. Per farlo useremo come esempio una esercitazione che

abbiamo utilizzato sempre, ossia lo squat.

Figura 19: Esecuzione dello squat in sala pesi

Nella prima settimana si è incentrata l’attenzione sulla corretta esecuzione

dell’esercitazione29: come visto nelle premesse, prima di aumentare i carichi abbiamo

richiesto una esecuzione con range articolare ampio. In questo senso si è svolto di

costruzione dell’accosciata completa, soprattutto su quelle atlete che avevano svolto

in precedenza questa esercitazione con richieste ed abitudini esecutive differenti.

Nel secondo microciclo si è lavorato come segue:

Figura 20 Evoluzioni del carico, microciclo pre-season 2

29 Per le richieste esecutive si può fare riferimento all’Allegato A.

Serie Ripetizioni Carico Recupero

12 60% 90''

10 65% 90''

8 70% 90''SQUAT

FiguraEsercitazione

3

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Come si può notare, si è lavorato su tre serie a carico crescente ed a numero di

ripetizioni decrescenti (sistema piramidale). Il numero di ripetizioni richieste in

partenza è alto, la richiesta di carico parte dal 60% ed arriva al 70% del 1RM di

ciascun atleta, ed il recupero è di 90 secondi, proprio perché l’obiettivo non è la forza

massimale ma quella strutturale. Si è scelto di effettuare solo tre serie perché alla

seconda settimana abbiamo ritenuto opportuno non “forzare” i tempi aumentando il

volume di lavoro. Nel terzo microciclo, abbiamo inserito su questo schema una

quarta serie uguale alla terza per numero di ripetizioni, richieste di carico e recupero.

E’ interessante in questo senso notare le differenze con la stessa esercitazione nel

quinto microciclo di lavoro, quello successivo alla settimana di scarico. A partire dalla

quinta settimana infatti, l’obiettivo del lavoro si sposta, ed allora abbiamo questa

richiesta:

Figura 21 Evoluzione dei lavori con sovraccarico, microciclo pre-season 5

Qui si lavora ancora a sistema piramidale, con quattro serie a carico crescente ed a

numero di ripetizioni decrescente. Si comincia però dal sollevare un carico più alto,

cioè il 70% su 10 ripetizioni, per arrivare con il decorrere delle serie al 85% del 1RM

per quattro ripetizioni con il decorrere delle serie. E’ evidente come questo

cambiamento viri su una ricerca di forza massimale, e per questo il recupero tra le

serie è completo (minimo tre minuti).

Proprio nella quinta settimana si sono unite al gruppo alcune delle atlete reduci dalle

esperienze in nazionale: dopo un confronto con i rispettivi staff delle loro

rappresentative e con le atlete stesse, si è stabilito che, visto il lavoro svolto durante

l’estate, potessero aggregarsi senza problemi al lavoro di forza massimale, con la

sola eccezione di Wezorke, con cui in questa settimana è stato fatto un richiamo di

forza strutturale (con i parametri quindi simili a quelli del del terzo microciclo)

Serie Ripetizioni Carico Recupero

10 70% completo

8 75% completo

6 80% completo

4 85% completo

Esercitazione Figura

SQUAT 4

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Nel settimo microciclo si sono andate a introdurre le componenti esplosive, vale a

dire si è cercato di convertire il lavoro di forza strutturale e massimale effettuato nelle

settimane precedenti in “potenza”: questo è avvenuto con una diminuzione dei

carichi (tra il 55% ed il 65%), associata ad una esecuzione delle esercitazioni che

prevedesse una componente elastica importante. Le serie sono 4, da 8 ripetizioni,

con un recupero completo.

Facendo un passo indietro, per parametrare i carichi di lavoro abbiamo dovuto

calcolare il carico massimale per ciascuna atleta. Lo abbiamo fatto con metodo

indiretto (metodo di ricerca ad estrapolazione)30 per due ragioni:

1. Non avevamo a disposizione una strumentazione computerizzata che potesse

analizzare i parametri di carico e di velocità esecutiva;

2. Abbiamo ritenuto questo metodo fosse meno rischioso di quello diretto

(ricerca diretta di con metodo delle ripetizioni ad incremento).

Figura 22 Formula per il calcolo dei massimali con metodo indiretto

Stabilito per ogni atleta il carico massimale, abbiamo poi parametrato il lavoro sulla

scorta degli obiettivi precedentemente evidenziati.

30 Abbiamo usato la seguente formula, su 15 ripetizioni: “carico sollevato: x = %Max alla 7a ripetizione:100”

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5.4 TIPOLOGIE DI LAVORI PROPOSTI: IL LAVORO IN ACQUA Come anticipato in precedenza, nelle prime settimane, in accordo con lo staff tecnico

e fisioterapico, abbiamo integrato l’allenamento in palestra con quello in piscina.

Il potenziamento in acqua ha avuto il duplice fine di aumentare gradualmente il

sovraccarico durante la fase di salto ed allo stesso tempo di diminuire l’impatto con il

suolo in atterraggio dal salto stesso, creando un adattamento graduale alla fase

eccentrica di ricaduta. Inoltre,in un tempo di allenamento breve ma con una alta

intensità si può ottenere un buon lavoro aerobico.

Le condizioni di questa tipologia di allenamento sono essenzialmente:

Altezza dell’acqua tra i 120 ed i 150 cm;

Durata non superiore a 50’;

Alta intensità con alternanza tra lavori aerobici ed attività di potenziamento

(come salti, ad esempio);

Brevi tempi di recupero;

Stimoli neuromuscolari differenti da quelli solitamente allenati in palestra;

Proprio per via degli stimoli neuromuscolari differenti e di tempi di reazione altrettanto

diversi, abbiamo deciso con lo staff di non abbinare all’allenamento in acqua anche

un allenamento con palla. Qui di seguito, un esempio di protocollo di lavoro in acqua:

Figura 23 Esempio di protocollo di lavoro in acqua DSC 2017/18.

Serie Ripetizioni Recupero

2 Back Walk

2 Back Walk

2 Back Walk

2 Back Walk

2 Back Walk

2 Back Walk

4 1 min.

10 20'' 20''

8 20'' 10''

6 10'' 10''

3 20'' 20''

3 20'' 20''

3 20'' 20''

2 30'' 30''

2 30'' 30''

2 30'' 30''

Riscaldamento

DRESDNER SC 1898

SCHEDA DI ALLENAMENTO IN ACQUA

Esercizio Note

Fase di ambientamento 3'

Skip

Calciata

Spostamenti laterali

distanza 10 metri

Corsa + Nuoto con Tavoletta

Pot. AerobicoGambe a bicicletta con avambracci in appoggio a bordo vasca

distanza 10 metri

distanza 10 metri

distanza 10 metri

distanza 10 metri

distanza 10 metri

solo gambe

Andature"Carioca"

Saltelli Bipodalici

Saltelli Monopodalici

Stretching Da valutare a seconda della temperatura acqua, sia arti inferiori sia arti superiori

Pot. Muscolare Arti

Superiori

Circonduzioni arti superiori

Extra Intra

Pulley + Push con Tavoletta

Pot. Muscolare Arti

Inferiori

Salti Bipodalici Max

Salti Bipodalici con rotazione 90°

Salti Monopodalici Max con ricaduta bipodalica

Mani sui fianchi

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5.5 TIPOLOGIE DI LAVORI: LAVORI DIFFERENZIATI E PREVENTIVI Accanto al potenziamento, abbiamo proposto in abbinamento un programma di

prevenzione che andasse di pari passo.

Pur partendo dal presupposto che tutte le atlete abbisognano di un programma

individualizzato e specifico in funzione delle loro necessità personali e del loro

background fisico e tecnico, abbiamo stilato dei programmi di lavoro da inserirsi nelle

fasi di riscaldamento comuni (sia nelle sessioni di pesi, sia nelle sessioni di palla), su

queste articolazioni:

Spalla31 : tra le principali patologie riscontrate nei pallavolisti ci sono quelle

legate a questa articolazione, perché “questo complesso pluri-articolare, già

di per sé instabile, è spesso ipersollecitato durante le esercitazioni svolte

comunemente dai giocatori di volley”32.

Per questo abbiamo predisposto piani di lavoro preventivo su extrarotatori ed

intrarotatori (con elastico o piccolo sovraccarico), fissatori della scapola, pulley

(con elastici), capsula posteriore.

Figura 24 Immagini di lavori specifici per spalla e scapola.

31 In allegato l’elenco completo dei lavori proposti (ALLEGATO C) 32 Contadin , A., e Sesia, M., (2017), Il manuale completo della preparazione fisica nella pallavolo moderna, San Martino di Venezze, Rovigo, Preparazione Fisica Pallavolo, pag.106

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Ginocchio: importante perché più studi evidenziano come le donne siano più

a rischio di infortuni rispetto agli uomini, “soprattutto nei traumi articolari degli

arti inferiori, ginocchio in primis”33. Abbiamo svolto lavori come: isometria

bipodalica, isometria monopodalica, isometria monopodalica con elastico (con

uso di superfici instabili, elementi propriocettivi e strumenti adatti allo

svolgimento delle esercitazioni specifiche), “ponte ad una gamba”, mezzo

squat al muro.

Caviglia: il rischio di distorsione alla caviglia è quantificabile in “un infortunio

ogni mille ore di attività”, con una recidiva di 3,8 volte più alta rispetto

al’articolazione sana34. Per questo abbiamo svolto lavori come: camminata

propriocettiva, isometria monopodalica propriocettiva, flesso-estensioni con

elastico, movimenti circolari con elastico35;

Figura 25 Isometria monopodalica su superficie instabile;

Zona Core : con l’obiettivo di potenziare ed elasticizzare allo stesso tempo.

Importantissima e non sottovalutabile al fine di prevenire gli infortuni

(soprattutto a carico della colonna) e di aumentare il livello prestativo.36

33 La Torre, A., (2016), Allenare per vincere, Roma, Coni Servizi –Scuola dello Sport,pag.317

34 Come evidenziato nel materiale tecnico del corso fornito da Gabriele Cavalieri, e presentato all’appuntamento di Vigna di Valle. 35 In particolare sull’atleta Maase, che nel test specifico ha evidenziato squilibri. 36 In allegato alcuni esercizi proposti per l’allenamento della zona core (Allegato E)

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Figura 26 Lavori di core stability in palestra: plank e side plank

Nello specifico, facendo riferimento agli infortuni pregressi37, alcune atlete hanno

aggiunto per tutto l’anno ai loro piani di lavoro alcune esercitazioni preventive e di

rinforzo. Abbiamo suggerito di inserire, all’interno del riscaldamento delle sedute

(pesi o palla), circa quattro lavori specifici ed individualizzati, senza stravolgere

l’intero programma della seduta ma permettendo di inserire i temi specifici di

prevenzione e rinforzo quotidianamente, ottenendo così un intervento mirato e

costante.

Katharina Schwabe ha aggiunto sempre lavori specifici per i suoi deficit a

livello scapolare. Ecco un esempio di lavori proposti all’interno delle fasi di

riscaldamento:

Figura 27 Scheda prevenzione specifica atleta Schwabe Katharina #16

Eva Hodanova ha svolto sempre dei piani preventivi e di rinforzo per

l’articolazione del ginocchio, visto il suo infortunio al legamento crociato. Ad

esempio:

37 Visti nel paragrafo 4.3

Pulley con elastico

Circonduzioni con elastico o

piccolo sovraccarico

Atleta: SCHWABE Katharina

Stretching dei fissatori della

scapola

Fissatori Scapola

(Arreso da prono)

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Figura 28 Scheda prevenzione specifica atleta Hodanova Eva #13

Piia Korhonen ha svolto dei piani preventivi e di rinforzo per i rotatori della

spalla, come ad esempio:

Figura 29 Scheda prevenzione specifica atleta Korhonen Piia #12

Mareen Apitz ha svolto degli esercizi di allungamento e flessibilità per la

muscolatura laterale della nuca, viste le frequenti contratture in quella zona:

Figura 30 Scheda prevenzione specifica atleta Apitz Mareen #02

Come abbiamo visto, Dominika Strumilo ha evidenziato poca flessibilità

dell’anca nel Thomas Test, e dunque le abbiamo suggerito dei lavori come i

seguenti:

Estensioni con theraband Isometria in split squat

Atleta: HODANOVA Eva

Camminate propriocettive Curl con elastico

Atleta: KORHONEN Piia

Extrarotatori con

elastico/piccolo sovraccarico

Rotatori con elastico/piccolo

sovraccarico

Scivolamenti della fitball a

muroStabilizzazione con fitball

Atleta: APITZ Mareen

Rotazioni lente del colloStretching muscolatura

laterale della nuca

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Figura 31 Scheda prevenzione specifica atleta Strumilo Dominika #07

Qui di seguito alcune immagini delle esecuzioni di queste esercitazioni.

Figura 32 Piccola galleria di immagini relative a lavori di prevenzione

"Four ways" articolazione

anca da posizione supina

Stretching muscolatura delle

anche

Croci arti inferiori da

posizione supina

Mobilità articolare anche con

ginocchio a 90°

Atleta: STRUMILO Dominika

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5.6 COSTRUZIONE DELLA SCHEDA PESI ED ESEMPI CORRELATI AI DIVERSI MICROCICLI

DELLA FASE PRE-SEASON Sommando tutti gli elementi precedenti, e combinandoli secondo una visione di

insieme, si può arrivare alla costruzione di una scheda pesi.

Ripercorrendo i passaggi, possiamo affermare che i parametri principali che abbiamo

adottato sono:

Esperienza dell’atleta nel lavoro in sala pesi: nel nostro caso, se è vero da un

lato che abbiamo una età media piuttosto bassa, è altresì vero che tutte le

atlete hanno già maturato in precedenza delle esperienze professionistiche e

quindi dispongono di conoscenze di base38;

Background fisico: come abbiamo visto, ci sono dei pregressi fisici o delle

necessità di cui è necessario tenere conto.

Fattori strutturali (rapporti antropometrici, BMI), e fattori neuromuscolari

(capacità di salto, reattività dei piedi);

Scelta degli esercizi: in un’ottica di completezza generale del lavoro sul fisico

dell’atleta andremo a proporre esercizi generali, speciali e specifici.

Obiettivi della seduta: funzionali al momento della stagione, della settimana,

della correlazione con il lavoro con la palla.

Ruolo: come visto nel modello prestativo, si segnalano alcune differenze di cui

è bene tener conto.

In generale le schede pesi dei nostri atleti si compongono sempre di tre parti:

1. Prima Parte: Prevenzione e Riscaldamento (generale e specifico);

2. Seconda Parte: Tema Centrale (ad esempio esercizi di potenziamento

per gli arti superiori quando la seduta prevede un allenamento degli

stessi)

3. Stretching (relativo al lavoro svolto in precedenza, evitabile se e solo se

l’allenamento fisico è seguito immediatamente da un allenamento

tecnico);

Qui di seguito, come esempio, la scheda relativa alla terza settimana di Katharina

Schwabe, che come abbiamo visto in precedenza è un soggetto con spalle

38 Anche Rica Maase, sebbene sia giovane, ha svolto attività didattiche e di potenziamento in sala pesi nel suo percorso con le nazionali giovanili.

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anteposte e discinesia scapolo toracica. In questo allenamento specifico, il

programma prevedeva un lavoro sugli arti superiori. Prima di esaminare la scheda, è

bene ricordare che comunque tutte le atlete provvedono ad una attivazione generale

composta da un protocollo di mobilità articolare (anticipato da 5’ per attività con foam

roller, a discrezione delle singole atlete). Di solito il protocollo prevede anche un

lavoro sul cicloergometro, ma trattandosi di un allenamento inerente agli arti

superiori, in questo caso è a discrezione dell’atleta (alcune atlete sono comunque

orientate a svolgerlo per aumentare la temperatura corporea).

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Figura 33 Scheda microciclo 3 pre-season, arti superiori, atleta Schwabe Katharina #16

Analizzando la scheda, si è provveduto ad un riscaldamento specifico delle spalle e

delle braccia che fosse anche correlato alla prevenzione dei suoi problemi specifici,

senza tralasciare un lavoro generale sulla zona core. Per quanto riguarda il tema

centrale, si sono scelti due esercizi di trazione (lat machine,rematore), e due esercizi

di spinta (bench press, distensioni di spalle). I parametri usati per scegliere serie,

carichi, ripetizioni e tempo di recupero sono quelli analizzati in precedenza, quindi

Serie Rep. Rec Serie Rep. Rec

Serie Rep. Carico Serie Rep. Carico

12 60% 12 60%

10 65% 10 65%

8 70% 8 70%

8 70% 8 70%

12 60% 12 60%

10 65% 10 65%

8 70% 8 70%

8 70% 8 70%

STRETCHING

TEMA CENTRALE

PREVENZIONE E RISCALDAMENTO

ATLETA: SCHWABE KATHARINA #16

DRESDNER SC 1898

PRE SEASON Microciclo, Seduta : 3, 2

(Arti Superiori)

NOTE: Attenzione alla trazione scapolare!

NOTE: Attenzione a non inclinare la schiena!

Bench Press 4 90''Lat Machine 4

STRETCHING SPECIFICO

2X30''

2X30''

STRETCHING GENERALE ARTI SUPERIORI

NOTE: Aggiunta lavoro aerobico

STRETCHING FISSATORI DELLA

SCAPOLA2X30''

STRETCHING SPALLA CON

FITBALL A MURO

STRETCHING GRAN PETTORALE

CON PICCOLO SOVRACCARICO

SU FITBALL

90''

Distensioni di spalle 4 90''

Pic Rec Pic Recupero

Rematore con manubri 4 90''

30''+30''

Pulley con elastico 2 8 30'' 15''

15'' Zona Core

Prevenzione

Generale/Specifica

Zona Core

CIRCONDUZIONI CON

PICCOLO SOVRACCARICO O

ELASTICO

2 8 30'' Prevenzione SpecificaSide Crunch + Side Plank con

Fitball2

Prevenzione Specifica Crunch + Plank con Fitball 2 30''+30''

Prevenzione SpecificaRotazioni del busto con

bacchetta dietro alle spalle2 8 30''

Fissatori Scapola

(Arreso da prono)2 8 30''

Soggetto con spalle anteposte e discinesia scapole. Richiesta di lavori di stretching specifici svolti in passato.

Background Atleta/ Esigenze specifiche:

Pic Pic

10' Mobilità Articolare 10' Bike (a discrezione dell'atleta)

Attivazione: 5' Foam Roller + 10' Mobilità Articolare 10' Bike ( a discrezione atleta)

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orientati su un allenamento di forza strutturale. Per quanto riguarda lo stretching, è

richiesto all’atleta sia quello specifico, sia quello generale degli arti superiori. In fase

di preparazione in piu´ a questa atleta veniva richiesto un lavoro aerobico (effettuato

con interval training sul cicloergometro), dal momento che nei test BMI aveva

mostrato una percentuale di massa grassa da ridurre.

Se analizziamo la stessa scheda (arti superiori), ma relativa alla quinta settimana

vedremo che le esercitazioni sono sostanzialmente le stesse: cio´ che varia sono i

parametri del carico, che seguono l´evoluzione indicata nel paragrafo 5.3.

Figura 34 Scheda microciclo 5 pre-season, arti superiori, atleta Schwabe Katharina #16

Serie Rep. Rec Serie Rep. Rec

Serie Rep. Carico Serie Rep. Carico

10 70% 10 70%

8 75% 8 75%

6 80% 6 80%

4 85% 4 85%

10 70% 10 70%

8 75% 8 75%

6 80% 6 80%

4 85% 4 85%

STRETCHING

TEMA CENTRALE

PREVENZIONE E RISCALDAMENTO

ATLETA: SCHWABE KATHARINA #16

DRESDNER SC 1898

PRE SEASON Microciclo, Seduta : 5, 2 (mercoledi)

NOTE: Attenzione alla trazione scapolare!

NOTE: Attenzione a non inclinare la schiena!

Bench Press 4 completo (180'')Lat Machine 4

STRETCHING SPECIFICO

2X30''

2X30''

STRETCHING GENERALE ARTI SUPERIORI

NOTE: Aggiunta lavoro aerobico

STRETCHING FISSATORI DELLA

SCAPOLA2X30''

STRETCHING SPALLA CON

FITBALL A MURO

STRETCHING GRAN PETTORALE

CON PICCOLO SOVRACCARICO

SU FITBALL

completo (180'')

Distensioni di spalle 4 completo (180'')

Pic Rec Pic Recupero

Rematore con manubri 4 completo (180'')

30''+30''

Pulley con elastico 2 8 30'' 15''

15'' Zona Core

Prevenzione

Generale/Specifica

Zona Core

CIRCONDUZIONI CON

PICCOLO SOVRACCARICO O

ELASTICO

2 8 30'' Prevenzione SpecificaSide Crunch + Side Plank con

Fitball2

Prevenzione Specifica Crunch + Plank con Fitball 2 30''+30''

Prevenzione SpecificaRotazioni del busto con

bacchetta dietro alle spalle2 8 30''

Fissatori Scapola

(Arreso da prono)2 8 30''

Soggetto con spalle anteposte e discinesia scapole. Richiesta di lavori di stretching specifici svolti in passato.

Background Atleta/ Esigenze specifiche:

Pic Pic

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Come si può notare, si tratta su tutti i parametri di una scheda più orientata ad

espressioni di forza massimale come da obiettivo del microciclo in corso.

Per completezza di informazione, inserirò ora il riscaldamento e tema centrale di una

scheda per arti inferiori , così da prendere in esame le esercitazioni cardine che

abbiamo proposto (terza settimana, forza strutturale):

Figura 35 Piano generale di lavoro gambe, terza settimana

Trattandosi di un piano di lavoro sugli arti inferiori, il lavoro di riscaldamento sul

cicloergometro è inserito nel programma e non più a discrezione dell’atleta. Il warm

up in questo caso non è specificatamente legato alla prevenzione individuale, ma

prevede quattro esercizi generali, due dei quali vanno a toccare anche la zona core.

Come esercizi principali del tema centrale abbiamo utilizzato squat, affondi e stacchi,

così da allenare sia i gruppi muscolari della catena cinetica anteriore sia quelli della

catena cinetica posteriore.

Serie Rep. Rec Serie Rep. Rec

Serie Rep. Carico Serie Rep. Carico

12 60% 12 60%

10 65% 10 65%

8 70% 8 70%

8 70% 8 70%

12 60%

10 65%

8 70%

8 70%

30''Warm Up Arti

inferiori

90''

NOTE: Attenzione alla trazione scapolare!

Affondi in

avanzamento con

manubri

4 90''

Squat 4 90'' Stacchi 4

TEMA CENTRALE

Pic Rec Pic Recupero

Abduzioni con

elastico2 8

Plank con

flessione

ginocchia al

petto su fitball

2 8 30''Core + Warm

Up Arti Inferiori

8 30''Core + Warm

Up Arti Inferiori

Pic Pic

Adduzioni con

elastico2 8 30''

Warm Up arti

inferiori

Ponte ad una

gamba2

Attivazione: 5' Foam Roller + 10' Mobilità Articolare 10' Bike

PREVENZIONE E RISCALDAMENTO

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5.7 LE FASI DI RISCALDAMENTO PRIMA DELL’ALLENAMENTO TECNICO Se abbiamo già visto che il rapporto tra allenamento in sala pesi ed allenamento

tecnico è strettissimo, sia in merito agli obiettivi sia in merito alla complementarietà

delle due componenti, non ci siamo invece ancora soffermati sul lavoro fisico svolto

all’interno dell’allenamento tecnico. Prima di tutto, è bene dire che l’allenamento

tecnico è sempre e comunque anche un allenamento fisico: per questo, abbiamo

cercato di condividere sempre le scelte di lavoro al fine di non creare scompensi.

Prima dell’allenamento tecnico, c’è comunque sempre una fase di riscaldamento

guidato. Il nostro intento è stato quello di indurre le atlete a non sottovalutare questa

fase: l’importanza di un buon riscaldamento è infatti decisiva sia a fini prestativi sia a

fini preventivi.

Dividiamo il riscaldamento sostanzialmente in due blocchi:

a) Pre – Riscaldamento con finalità preventive

b) Riscaldamento generale e specifico

Il Pre- Riscaldamento con finalità preventive è “la parte antecedente al riscaldamento

che può essere composta da esercizi di mobilità articolare, da eseguire a bassa

velocità, esercizi di propriocezione, di core stability, di equilibrio muscolare e

rilasciamento mio-fasciale”39, per dirla con le parole di Roberto Benis. Nel nostro

caso, abbiamo optato per queste componenti, convocando le atlete 10’ prima di ogni

allenamento per l’esecuzione di una “scheda preventiva” personale, composta da

esercitazioni specifiche per le loro esigenze (come già visto in precedenza) e lavori di

mobilità articolare. Chi ne aveva bisogno, poteva anticipare il suo arrivo di ulteriori 5’

per effettuare dei lavori di rilasciamento mio-fasciale con foam roller (ne è stato

fornito uno ad ogni atleta ad inizio stagione dal club). Successivamente, abbiamo

sempre inserito protocolli di attivazione motoria generale con spostamenti come il

seguente:

- 39 La Torre, A. (a cura di), (2016), Allenare per vincere, Roma, Coni Servizi –Scuola dello Sport,

pag.301

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Figura 36 Protocollo di attivazione motoria generale prima dell'allenamento con palla

Se questa prima parte del riscaldamento è sempre orientata al “mettere in moto”

l’organismo con esercitazioni generali che aumentano gradatamente di intensità, c’è

una seconda parte di riscaldamento più specifica che varia in base alle situazioni

contingenti. Ne abbiamo ritrovate cinque:

a) Allenamento di potenziamento arti inferiori nel mattino della stessa giornata: si

effettua un riscaldamento che preveda un piano di prevenzione e rinforzo degli

arti superiori mantenendo comunque anche un lavoro sulla zona core sulla

stabilizzazione dell’asse corporeo.

b) Allenamento di potenziamento arti superiori nel mattino della stessa giornata:

si effettua un riscaldamento che preveda un piano di prevenzione e rinforzo

degli arti inferiori mantenendo comunque un lavoro anche sulla zona core e

sulla stabilizzazione dell’asse corporeo.

c) Allenamento di potenziamento total body al mattino della stessa giornata:

breve attivazione motoria senza ripetere temi già toccati nel corso della

mattinata.

d) Nessun allenamento al mattino della stessa giornata: riscaldamento generale

con lavori di prevenzione sia di arti superiori sia di arti inferiori, zona core e

riattivazione motoria con lavori di coordinazione e multilateralità.

e) Scelte specifiche legate alla tipologia di allenamento: riscaldamento “specifico”

che vada a implicare l’uso delle stesse parti del corpo usate nelle fasi

successive. Ad esempio, se l’allenamento sarà improntato sulla difesa, si

Saltelli alternati (apro-chiudo) monopodalici e bipodalici

Saltelli alternati (avanti - indietro) monopodalici e bipodalici

Corsa avanti- indietro

Corsa Calciata

Skip

Corsa laterale

Corsa laterale incrociata (carioca)

DRESDNER SC 1898

PROTOCOLLO DI RISCALDAMENTO/ATTIVAZIONE MOTORIA

SPOSTAMENTI (2 META' CAMPO PER OGNI SPOSTAMENTO, 20'' LAVORO PER I SALTELLI)

Camminata tacco/punta

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67

eseguono prevalentemente lavori di prevenzione e attivazione degli arti

inferiori, con movimenti che ricordano gradualmente quelli da esprimersi nei

gesti tecnici difensivi (piccoli spostamenti, rapidità, agilità,cambi di direzione).

Figura 37 Immagini fasi di riscaldamento della zona core alternate con componenti di agilità con speed ladder (pre- allenamento con palla)

Nelle suddette fasi di riscaldamento, successive ad una prima attivazione generale,

abbiamo talvolta usato il metodo del Circuit Training, variando così la forma di

allenamento ma mantenendo la focalizzazione sugli obiettivi che si vogliono ottenere.

Qui di seguito, un esempio di Circuit Training di riscaldamento della zona core ed arti

inferiori (tra le situazioni elencate precedentemente, quindi applicabile nel caso “b”,

dove cioè al mattino sia stato effettuato un lavoro di potenziamento degli arti

superiori):

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Figura 38 Circuit Training per Core e Arti inferiori

Per chiudere, possiamo dire che l’obiettivo principale che abbiamo perseguito è che il

riscaldamento “introducesse” alla seduta di allenamento, ovvero portasse a

quell’insieme di reazioni fisiologiche, motorie e psichiche che favoriscono la qualità

della seduta di allenamento, oltre a ridurre la qualità degli infortuni40.

A fine seduta, invece, è sempre stata inserita una parte dedicata al defaticamento

(cool-down), composta da una combinazione a bassa intensità di:

camminate da scalzi;

stretching statico;

scarico della colonna vertebrale;

cura della respirazione (lenta e profonda);

eventuale utilizzo di foam roller (a discrezione personale);

40 Weineck, J., L’allenamento ottimale , 2009 (seconda edizione italiana), Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci, pagina 688, figura 529.

DRESDNER SC 1898

data

CIRCUITO DI WARM UP + PREVENZIONE ZONA CORE E ARTI INFERIORI

3 X 30''

Rec : 15''

SPOSTAMENTI CON

MINIBAND

INVERSE CRUNCH

AFFONDI IN

CAMMINATA

PLANK

SWISSBALL

HAMSTRINGS

CRUNCH SU

SWISSBALL

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L’obiettivo del defaticamento è sempre duplice: da una parte l’agevolazione di un

migliore recupero, dall’altra un contributo alla prevenzione di infortuni.

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70

5.8 I TEST DI SALTO: RISULTATI E VALUTAZIONI ALLA PRIMA RILEVAZIONE

Nel periodo di preparazione, al termine della quinta settimana, sono stati effettuati i

test di salto tramite il Vertec Test con le atlete a disposizione.

Strumenti Utilizzati: Vertec, due rilevatori (il sottoscritto e lo scoutman), carta e

penna, computer.

Modalità di Somministrazione: il test viene svolto presso la Margon Arena al

termine della seconda settimana di lavoro. Durante un allenamento di palla, di

comune accordo con lo staff tecnico, dopo un riscaldamento generale il gruppo viene

diviso in due sottogruppi A e B: mentre il gruppo A esegue il lavoro tecnico, al gruppo

B viene somministrato il test, e viceversa a seguire (così da non sottrarre tempo

all’una ed all’altra attività). L’atleta esaminato esegue tre salti, simulando il gesto

della rincorsa di attacco, cercando il punto più alto possibile del Vertec con la mano:

lo strumento restituisce un feedback immediato all’atleta ed ai rilevatori, che lo

trascrivono ed inseriscono nel database. Il test viene ripetuto con cadenza

bimestrale, ponendosi come obiettivo il miglioramento del salto per ogni giocatore

per tutta la stagione.

Dati Raccolti: funzionalmente alle conclusioni da trarre, inserisco nella tabella

relativa al test di salto anche il reach ad una mano e l’elevazione con rincorsa, che

otterrò calcolando la differenza tra l’altezza raggiunta dal salto con rincorsa ed il

reach ad una mano:

Atleta Dati raccolti (cm)

Cognome Nome Salto Reach 1m Elevazione

APITZ Mareen 295 240 55

MAASE Rica 301 241 60

MRDAK Ivana 315 251 64

PETTER Michelle 290 234 56

SCHWABE Katharina 311 241 70

HODANOVA Eva 311 248 63

STRUMILO Dominika 312 247 65

Tabella 11: Tabella dati test di salto con Vertec: alla voce salto viene considerata la miglior performance di una

serie da tre salti.

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71

Nel grafico sottostante riportiamo l’elevazione di ogni singola atleta di questo gruppo,

comparata con la linea nera che rappresenta la media dell’elevazione dei roster del

nostro club nelle ultime tre stagioni (60,2):

Figura 39 Grafico relativo all'elevazione delle atlete aggregate dal primo giorno di lavoro

Alle atlete che si sono unite al gruppo in un secondo momento, il test è stato

somministrato una settimana dopo il loro arrivo. Pur essendo il background di lavoro

estivo differente da quello delle compagne, abbiamo comunque ritenuto opportuno

procedere alla misurazione per esser in possesso di un dato di partenza.

Atleta Dati raccolti (cm)

Cognome Nome Salto Reach 1m Elevazione

BUGG Madison 301 239 62

WEZORKE Barbara 300 247 53

PLANINSEC Sasa 313 245 66

KORHONEN Piia 312 246 66

SCHOOT Myrthe 301 240 61

JASPER Marrit 305 242 63

Tabella 12: Tabella dati test di salto con Vertec: alla voce salto viene considerata la miglior performance di una serie da tre salti.

Riproponiamo qui lo stesso grafico:

55

60

64

56

70

63

65

505152535455565758596061626364656667686970

APITZ MAASE MRDAK PETTER SCHWABE HODANOVA STRUMILO

Elevazione Vertec Test n.1 (Pre Season)

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72

Figura 40 Grafico relativo all'elevazione delle atlete aggregatesi alla squadra in un secondo momento.

Per trarre le prime conclusioni, sia nel primo sia nel secondo gruppo, stando a

questa misurazione, la maggior parte delle atlete ha una elevazione al di sopra di

quella riscontrata dal riferimento delle stagioni precedenti. Le atlete al di sotto della

media sono Wezorke Maase, Apitz e Petter. Se nel caso di Wezorke era necessario

cercare un miglioramento immediato, diverse sono le situazioni delle altre tre atlete:

è bene dire che Apitz e Petter, per i ruoli che ricoprono (rispettivamente palleggiatore

e libero), non sono avvezze alla rincorsa di attacco, e questo, per un ovvio fattore di

tecnica esecutiva, costituisce una attenuante importante al loro dato. Per quanto

riguarda Maase, invece, si tratta di una atleta molto giovane (17 anni) ed alla prima

esperienza da professionista: sin dal momento di questa prima misurazione abbiamo

ritenuto che con un buon lavoro complessivo di costruzione della tecnica e delle

capacità di salto si potesse riscontrare un miglioramento importante.

Se invece confrontiamo i dati del test del salto con rincorsa con quelli del salto a

muro, vediamo che la differenza tra i due salti, in media, è di 12 cm, ed è

esattamente equivalente a quella delle ultime tre stagioni di Bundesliga. In questo

senso, non troviamo grandi differenze tra le atlete (deviazione standard di 2,4 cm),

ma possiamo osservare che le atlete che ricoprono ruoli in cui non è prevista la

rincorsa d’attacco (Apitz, Bugg, Petter, Schoot) sono tutte al di sotto alla media: una

motivazione ragionevole è indubbiamente che la componente coordinativa della loro

rincorsa d’attacco è senza dubbio meno allenata.

62

53

66 66

61

63

505152535455565758596061626364656667

BUGG WEZORKE PLANINSEC KORHONEN SCHOOT JASPER

Elevazione Test al Vertek n.1b (Pre Season)

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Figura 41 Dati relativi alla differenza (cm) tra i test di salto con rincorsa e i test di salto a muro

L’obiettivo generale della scelta di ripetere questi test è stato la ricerca di un

miglioramento dati nel corso della stagione. Per ottenerlo, abbiamo inserito tra i temi

della fase pre-season la costruzione della capacità di salto, sia in termini di picco

prestativo sia in termini di stabilità prestativa. I procedimenti motori su cui abbiamo

lavorato sono:

Atleta Salto Rincorsa Salto muro Diff. Cm

APITZ 295 286 9

MAASE 301 290 11

MRDAK 315 302 13

PETTER 290 281 9

SCHWABE 311 299 12

HODANOVA 311 300 11

STRUMILO 312 300 12

BUGG 300 290 10

WEZORKE 300 288 12

PLANINSEC 309 295 14

KORHONEN 309 295 14

SCHOOT 301 290 11

JASPER 302 284 18

MEDIA 304,3 292 12

2,4DEV. STANDARD

AP

ITZ

MA

ASE

MR

DA

K

PET

TER

SCH

WA

BE

HO

DA

NO

VA

STR

UM

ILO

BU

GG

WEZ

OR

KE

PLA

NIN

SEC

KO

RH

ON

EN

SCH

OO

T

JASP

ER

MED

IA

9 11

13

9 12 11 12

10 12

14 14 11

18

12

Differenza (cm) tra salto con rincorsa e salto a muro

Diff. Cm

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74

- Costruzione dell’accosciata completa;41

- Sviluppo della capacità di contromovimento;

- Sviluppo delle qualità dei piedi (tramite movimenti di flesso-estensione,

rotazione, controllo del disequilibrio con l’ausilio di elementi instabili, azioni

veloci con l’ausilio di speed ladder);

- Tecnica di esecuzione dei diversi tipi di salto (rincorsa d’attacco, muro,

tecniche di traslocazione a muro con salto);

Nondimeno, non va dimenticato che un miglioramento di questo dato è spesso

associabile ad un miglioramento della composizione corporea: da questo punto di

vista, il lavoro va sviluppato in combinazione con i dati osservati nel paragrafo 2.2.

Nel capitolo successivo mostrerò i dati relativi allo stesso test, somministrato però

nella fase season, e porrò a confronto le due rilevazioni, così da giungere ad ulteriori

conclusioni sul tema.

41 Ritengo opportuno fornire in allegato le note metodologiche e procedurali utilizzate in questa fase,prendendo spunto dal dvd e libro : Mencarelli, M., Merazzi, M., (2013) La preparazione fisica nel volley: la seduta in sala pesi, Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci; (ALLEGATO D)

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CAPITOLO 6: IL PERIODO SEASON (O FASE GARA) Così come nel capitolo precedente abbiamo preso in esame gli obiettivi, i fattori

limitanti , i contenuti, metodi e sviluppo del lavoro nel periodo pre-season, lo stesso

faremo in questo per quanto riguarda la fase season.

6.1 OBIETTIVI E FATTORI LIMITANTI Nella programmazione della fase season, abbiamo cercato di focalizzare gli obiettivi

del nostro lavoro nel miglioramento delle capacità di:

Sopportare e metabolizzare i carichi tecnici proposti durante gli allenamenti

con palla (lavorando ovviamente in stretta interconnessione con le esigenze

tecniche proposte dall’allenatore);

Modulare la propria prestatività in funzione della partita (sia da un punto di

vista generale, sia da un punto di vista più individualizzato);

Ridurre ed ottimizzare i tempi di recupero dopo lo sforzo della partita (in

particolar modo quando il calendario, come vedremo, propone giornate di gara

ravvicinate);

Come fattori limitanti si possono evidenziare:

Situazioni derivanti dai calendari di gara con turno infrasettimanale;

Turni infrasettimanali di coppa europea con trasferta di più giorni nella

parte centrale della settimana;

Infortuni traumatici e conseguenti percorsi fisioterapici, fisici e tecnici volti

al rientro dell’atleta nei ranghi del gruppo (ed eventuali e possibili perdite

dei livelli di forza in caso di interruzioni di allenamento forzate e

prolungate);

Nel corso del capitolo, andremo a prendere in esame proprio i casi elencati per

analizzarli e proporre le nostre risposte sul campo, tenendo ben presente come

premessa che a maggior ragione nella fase season, è fondamentale interfacciarsi

con l’allenatore, conoscere il carico di lavoro da lui proposto e di conseguenza

costruire al meglio le fasi di scarico e di carico e la periodizzazione.

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76

6.2 I CONTENUTI E LA PROGRAMMAZIONE Per quanto concerne i contenuti del lavoro volto a raggiungere gli obiettivi sopra

descritti abbiamo cercato di parametrare il nostro lavoro su due concetti guida:

1. Mantenimento e consolidamento dei livelli di forza;

2. Necessità di un’accurata prevenzione, generale e specifica, per le articolazioni

sottoposte a carichi e traumi;

Abbiamo ritenuto opportuno mantenere una relazione direttamente proporzionale tra

queste due componenti: lavorare su entrambe le componenti di modo che

crescessero di pari passo e senza squilibri tra loro, ipotizzando sostanzialmente tre

mesocicli:

MESOCICLO PERIODO GARE SEDUTE

TECNICHE

SEDUTE

PESI

CONTENUTI

1 Dal 09.10

al 28.12;

13 (10

campionato

+ 1 cev cup

+ 2 coppa

di

Germania)

60-65 10>15 - Allenamento della

Forza: massima,

dinamica, dinamica

massima, esplosiva,

reattiva; richiami di

forza strutturale;

- Prevenzione;

2 Dal 29.12

al 10.03;

10>16 (10

campionato

+ eventuali

2/4 Cev

Cup + ½

Coppa

Germania)

60>65 10>15 - Allenamento della

Forza: massima,

dinamica, dinamica

massima, esplosiva,

reattiva;

- Prevenzione;

3 Dal 10.03

a fine

stagione;

da definire

in funzione

dei risultati

precedenti;

da definire in

funzione dei

risultati

precedenti;

da definire in

funzione dei

risultati

precedenti;

- Mantenimento e

consolidamento;

- Ottimizzazione della

ricerca della

performance;

Tabella 13 Suddivisione e presentazione dei mesocicli fase season

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77

Come si può vedere dalla tabella, i primi due mesocicli sono pressochè uguali sia per

numero di impegni sia per contenuti: se però prendiamo visione del calendario della

regular season e lo combiniamo con quello di Coppa Cev e Coppa di Germania,

vedremo che ben il 41% dei microcicli season ha due gare a settimana42.

Figura 42 Grafico a torta della ripartizione dei microcicli settimanali in fase season

Quindi è bene ipotizzare una doppia progettazione dei microcicli, dal momento che

nel corso di entrambi i mesocicli ci dobbiamo adattare a due tipi di settimane

completamente differenti:

Microciclo con un solo appuntamento di gara, generalmente nella giornata di

domenica43;

42 Fino alla fine della stagione regolare, ipotizzando di procedere in Coppa Cev ed in Coppa di Germania. Qualora il nostro cammino nelle due competizioni si fermasse prima, si scenderebbe al 35% di microcicli con doppia gara, che è comunque un dato relativamente significante. 43 In Germania il campionato di 1.Bundesliga si gioca generalmente nella giornata di domenica: talvolta viene anticipato l’intero turno o qualche singolo match al sabato alle 19, per esigenze televisive o di lega. In questo caso le sedute pesi rimangono comunque nelle giornate di martedì e giovedì. Ciò che cambia, è la gestione del venerdì: in questo caso, si svolge l’allenamento la mattina e nel caso di trasferta si viaggia nel pomeriggio. Nel caso di microciclo con due appuntamenti (coppa di Germania o europea il mercoledì), la lega prevede che l’incontro successivo si possa giocare comunque alla domenica.

41%

59%

Tipologie di Microciclo della Fase Season

Microcicli con due gare a settimana Microcicli con una gara a settimana

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Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Mattino

OFF

Gruppo A Palla, Gruppo B Pesi Video

Analisi

Gruppo A Palla, Gruppo B Pesi

OFF Palla Palla (Rifinitura) Gruppo B Palla,

Gruppo A Pesi Gruppo B Palla, Gruppo A Pesi

Pomeriggio Palla Palla Palla Video Analisi OFF

(o viaggio) Gara

Palla Figura 43 Esempio di microciclo del periodo season con un appuntamento di gara

Come raffigurato nella tabella, le sedute di palla vengono effettuate tutti i pomeriggi

(dalle 16,30 alle 18,3044 presso la Margon Arena) e la mattina del sabato (sempre

presso la Margon Arena dalle 11 alle 13). In caso di trasferta con un tempo di viaggio

superiore a tre ore, la scelta del club è quella di anticipare la partenza al sabato dopo

l’allenamento del mattino, svolgendo così la rifinitura direttamente sul campo di

gioco. In più, durante la settimana si effettuano tre video analisi (generalmente la

prima sulla partita precedente e le due seguenti sull’incontro successivo). Le sedute

pesi si collocano nelle giornate di Martedì e Giovedì e vengono svolte a gruppi

combinandosi con un mattutino di tecnica della durata di circa 60/70’: per necessità

tecniche, abbiamo ritenuto opportuno che il Gruppo A (composto da palleggiatori e

ricevitori) svolgesse sempre prima l’allenamento di palla e successivamente si

spostasse in sala pesi45, e che viceversa il Gruppo B (composto da centrali ed

opposti) svolgesse sempre prima la seduta pesi e poi si spostasse alla Margon

Arena per l’allenamento tecnico. E’ bene specificare in questa sede che, per scelta

condivisa con lo staff, gli allenamenti del mattino con palla non coinvolgono mai

l’elemento del salto: i giocatori del gruppo A svolgono sequenze tecniche di alzata e

ricezione, mentre i giocatori del gruppo B svolgono lavori tecnici di alzata e colpo

d’attacco da plinti. Per quanto concerne gli allenamenti con palla, in un microciclo

come quello che stiamo descrivendo si è lavorato come segue:

GIORNO OBIETTIVI E CONTENUTI INTENSITA’ E DURATA

Lunedì Correzione

situazioni da

rivedere della gara

Durata: 110’- 120’

Intensità: medio/alta

44 In alcuni casi specifici si lavora sino alle ore 19. 45 Presso la palestra Tao Fit.

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precedente nel

sistema break point

(muro, difesa,

contrattacco) con

fase globale;

Martedì Allenamento del

mattino sia in sala

pesi sia in palestra,

quindi allenamento

serale generalmente

meno dispendioso e

con più sequenze

analitiche di muro e

difesa;

Durata circa

100/110’;

Intensità: bassa o

medio/bassa;

Mercoledì Allenamento solo

pomeridiano,

sistema break point

completo con fase

globale (spesso

funzionale alla video

analisi della partita

successiva)

Durata 120’-140’

Intensità media

Giovedì Allenamento del

mattino sia in sala

pesi sia in palestra,

quindi allenamento

serale generalmente

meno dispendioso e

con più sequenze

sintetiche di

battuta/ricezione e

attacco di side out;

Durata 100’

Intensità:bassa o

medio bassa;

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Venerdì Allenamento solo

pomeridiano: mix di

situazioni di cambio

palla e break

point/transizione,

funzionali alla

preparazione della

gara successiva e

con sequenze

prevalentemente

globali;

Durata 120’

Intensità : media

Sabato: Sequenze globali

prevalentemente di

side out per fissare

concetti chiave su

questa fase in vista

del match

successivo;

Durata: 90’

Intensità: medio/alta

Tabella 14 Lavoro tecnico nel microciclo season con una gara

Risultano evidenti, nel rapporto tra allenamenti con pesi ed allenamenti con palla,

alcune situazioni:

Nelle giornate con doppio allenamento (ma si potrebbe anche definire triplo,

prevedendo pesi e palla al mattino ed anche palla al pomeriggio)

l’allenamento pomeridiano, sia come durata sia come intensità, ha delle

richieste minori. Si privilegiano i lavori di tipo analitico o sintetico a quelli di tipo

globale. Quando si lavora al mattino sulla forza massimale, generalmente i

risultati sono stati soddisfacenti. Nelle settimane in cui si è lavorato sulla forza

strutturale, invece, abbiamo avuto un significativo decremento della precisione

e del controllo dei gesti tecnici non solo sull’allenamento mattutino, ma anche

su quello pomeridiano;

Nelle giornate con allenamento singolo pomeridiano aumenta sempre la

durata, dal momento che le atlete al mattino non hanno lavorato. Vengono

privilegiati lavori di tipo globale;

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Gli allenamenti con palla più lunghi sono quelli del lunedì e del mercoledì,

poiché non sono preceduti da allenamenti mattutini, ed al contempo sono

distanti dalla gara della domenica successiva;

Più ci si avvicina alla gara, però, più l’allenamento si fa breve. L’allenamento

del sabato dura in genere solo 90’, ma ad una buona intensità;

Manca in questa tabella l’allenamento pre-gara della mattina del match.

Questo ha una durata di soli 50/60’ e ha un obiettivo di rifinitura ed attivazione

per la gara pomeridiana.

Per quanto riguarda invece le sedute pesi, analizzeremo i loro contenuti procedurali

nel paragrafo successivo.

Microciclo con due appuntamenti di gara, generalmente nelle giornate di

mercoledì e domenica;

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Mattino

OFF

PESI Palla (Rifinitura)

OFF (o viaggio di ritorno)

Gruppo B Pesi

Video Analisi Palla (Rifinitura) Gruppo A

Pesi Palla

Pomeriggio Video Analisi

Palla (e/o viaggio)

Gara Campionato

Video Analisi

Palla OFF (o viaggio)

Gara Coppa di Germania

Palla (non sempre)

Figura 44 Esempio di microciclo in fase season con due appuntamenti di gara.

E’ evidente che in questo caso il programma subisca delle modifiche e che la

settimana sia meno codificata: le caratteristiche principali diventano la flessibilità e

l’adattabilità rispetto alle situazioni che si vengono a creare. Il primo fattore

determinante è la partita precedente: se poco dispendiosa, a volte abbiamo richiesto

anche di svolgere la seduta pesi nel pomeriggio immediatamente successivo

(lunedì). Qualora invece sia più dispendiosa, allora si svolge la seduta pesi

generalmente il martedì mattina (procedendo eventualmente ad una video analisi il

lunedì pomeriggio)46. In generale, svolgiamo la seduta pesi il giorno immediatamente

46 Anche qui, la descrizione più dettagliata delle sedute pesi e dei loro contenuti procedurali si rimanda al paragrafo successivo.

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successivo solo se la partita ha avuto la durata di tre set: in tutti gli altri casi, viene

rinviata al martedì. Il secondo fattore è la partita del mercoledì: qualora sia una

trasferta di due giorni (ad esempio quando in Coppa Cev si prevede un viaggio

aereo), si partirà dopo l’allenamento del mattino del martedì (che a questo punto

diventerà magari un mix di pesi e palla a gruppi): in più, anche qui valgono le stesse

“norme metodologiche” evidenziate poc’anzi. Se la gara sarà dispendiosa od il

viaggio particolarmente dispendioso, generalmente il giorno successivo sarà libero o

caratterizzato al massimo da una video analisi: in caso di poco dispendio energetico

(ad esempio una partita in casa con soli tre set giocati), allora si potrà tornare in

palestra già dal giorno successivo. In ogni caso, la seconda seduta pesi si svolge il

venerdì mattina.

Per quanto riguarda le sedute con palla, la grossa differenza con il microciclo

descritto in precedenza (quello che prevede un solo match), è la diminuzione della

durata degli allenamenti, privilegiando l’intensità del lavoro:

GIORNO OBIETTIVI E CONTENUTI DURATA

Martedì Situazioni globali sia

di break point sia di

side out funzionali

alla correzione della

gara precedente e/o

alla preparazione

della successiva;

Durata: 90’

Intensità: medio alta

Mercoledì Rifinitura Gara

Giovedì Talvolta

allenamento con

palla con chi non ha

disputato la gara del

mercoledì con

sequenze tecniche

analitiche e

sintetiche;

Durata: 90’

Intensità: medio

bassa

Venerdì Situazioni globali di Durata : 90’-100’

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break point e

transizione in

funzione del match

successivo;

Intensità: media (si

è svolta la seduta

pesi mattutina)

Sabato Situazioni globali di

side out in funzione

del match

successivo;

Durata : 90’

Intensità: medio

alta/alta

Tabella 15 Lavoro tecnico in microciclo season con due gare

Come si può vedere, l’allenamento con palla non supera mai i 100’ (nel caso del

venerdì). Tutti gli allenamenti prevedono sostanzialmente una prevalenza di

sequenze globali, e vengono annullati gli allenamenti mattutini, rimandando il lavoro

più analitico alle settimane in cui si ha maggior tempo a disposizione: l’intensità e la

proposta varia evidentemente a seconda delle gare che si affrontano, così come

dalla durata e dal dispendio dovuti alla gara infrasettimanale.

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6.3 IL LAVORO CON I SOVRACCARICHI NEL PERIODO SEASON Stabilito il lavoro con palla, che ha una percentuale altamente predominante nel

numero complessivo di impegni, andiamo a vedere come abbiamo lavorato in sala

pesi.

In generale, laddove possibile, abbiamo seguito uno schema per cui ogni tre (od al

massimo quattro) settimane di lavoro di potenziamento ne veniva inserita una di

scarico: per quanto riguarda le settimane di potenziamento, si è lavorato

prevalentemente sulla forza massimale. Soprattutto nel primo mesociclo della fase

season, si è scelto comunque di non tralasciare in alcuni microcicli l’allenamento

della forza strutturale, funzionalmente alla collocazione degli impegni del calendario

ed alla loro importanza specifica.

Figura 45 Immagini del lavoro con sovraccarichi durante la fase season

Portiamo qui di seguito un esempio di lavoro con sovraccarichi, differenziato in

funzione alle tipologie di microcicli analizzati nel paragrafo precedente:

a) Microciclo con una gara (domenica):

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Mattino

OFF

Gruppo A Palla, Gruppo B Pesi Video

Analisi

Gruppo A Palla, Gruppo B Pesi

OFF Palla Palla (Rifinitura) Gruppo B Palla,

Gruppo A Pesi Gruppo B Palla, Gruppo A Pesi

Pomeriggio Palla Palla Palla Video Analisi

OFF DSC-USC Muenster Palla

Figura 46 Pianificazione del microciclo con una gara in fase season

Si sono svolte due sedute pesi, il martedì ed il giovedì mattina:

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SEDUTA DI

ALLENAMENTO

OBIETTIVI PRIMARI ALTRI OBIETTIVI

MARTEDÌ Forza massimale Prevenzione;

GIOVEDÌ Forza dinamica massima Prevenzione;

Tabella 16 Obiettivi sedute pesi in microciclo season con una gara

In entrambe le sedute si è lavorato sul potenziamento “total body”, con una

componente preventiva in entrambe le sedute sia sugli arti inferiori, sia su quelli

superiori, sia sulla zona core. Le due sedute si differenziano in funzione degli

obiettivi, dal momento che quella del martedì, più distante dalla gara, è focalizzata

sulla forza massimale, mentre quella del giovedì, più vicina alla gara, inserisce

componenti di forza dinamica massima. In entrambe le sedute, inseriamo comunque

dei lavori di forza reattiva.

Figura 47 Distribuzione allenamento tipologie di forza in microciclo season con una gara

Differenziandosi gli obiettivi, è evidente come anche la tipologia di lavoro proposta

debba cambiare. Nella seduta del martedì si mantiene il piano di intervento sulla

forza massimale già visto in precedenza 47, con qualche eventuale variazione relativa

al momento specifico della seduta.

Nella seconda seduta si avrà invece un lavoro differente, più orientato

sull’allenamento della forza dinamica massima. Questo prevede esercitazioni con

movimenti che prevedono impegni esplosivi di forza caratterizzati da breve tempo

47 Paragrafo 5.4 , esempio dello squat.

0

1

2

3

4

5

6

MARTEDI GIOVEDI

Microciclo con 2 Sedute Pesi (1 gara)

F Max

F Din Max

F Reattiva

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iniziale, velocità massima e impossibilità di correggerli durante l’esecuzione, svolti

però con queste caratteristiche48:

Forza Carico Velocità Durata

Dinamica

Massima

30%-70% 0,6-1 m/s 400-700 ms

Figura 48 Descrizione del concetto di forza dinamica massima

Nel nostro caso, prendendo questa volta ad esempio l’esercitazione della girata

abbiamo lavorato con la seguente metodologia:

Figura 49 Esempio di lavoro in seconda seduta settimanale di microciclo con un appuntamento di gara in fase season

Le serie sono quattro (in alcuni casi tre), da otto ripetizioni, al 60% del carico, con

recupero completo. Abbiamo scelto la girata perché si tratta di una esercitazione

completa (derivante dalla pesistica), che abbina e concatena esercitazioni generali in

un regime di potenza ed esplosività (esattamente gli obiettivi che ricerchiamo in

questa seduta), e quindi include delle componenti coordinative importanti. Per

questo, prima di inserirla nei piani di intervento, abbiamo curato molto la corretta

esecuzione.

Nella costruzione della scheda pesi di un allenamento della seconda seduta

settimanale (giovedì), manterremo sicuramente la parte di riscaldamento e

prevenzione con esercitazioni generali e specifiche, per lavorare nel tema centrale

con le modalità analizzate in precedenza:

48 Dati ripresi dal materiale didattico del docente Matteo Russo, condiviso a Vigna di Valle (Il Lavoro Neuromuscolare).

Serie Ripetizioni Carico Recupero

8 60% 3'

8 60% 3'

8 60% 3'

8 60% 3'

Esercitazione Figura

GIRATA 4

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Figura 50 Esempio di tema centrale in scheda pesi della seconda seduta settimanale in microciclo season con una gara

Nel caso in cui la seduta non sia seguita da un allenamento con palla si effettua lo

stretching generale e specifico, mentre nel caso di uno spostamento in palestra per

una fase tecnica, non viene effettuato.

b) Microciclo con due gare settimanali (turno infrasettimanale del mercoledì e

gara della domenica): come già messo in evidenza, la caratteristica

preponderante in settimane con due gare è la flessibilità rispetto ai fattori

limitanti: i viaggi (in aereo in caso di lunghe distanze), la volontà dell’allenatore

di effettuare due preparazioni gara con quindi un maggior volume di sedute

video-analitiche che riducono inevitabilmente il tempo a disposizione (per il

lavoro ma anche per il riposo), la necessità di due appuntamenti in cui si

ricerca brillantezza.

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Mattino

OFF

PESI Palla (Rifinitura)

OFF (o viaggio di ritorno)

Gruppo B Pesi

Video Analisi Palla

(Rifinitura) Gruppo A

Pesi Palla

Pomeriggio Video Analisi

Palla (e/o viaggio)

Gara

Video Analisi

Palla OFF (o viaggio)

Gara Palla (non sempre)

Figura 51 Microciclo Season con due gare

In questa tipologia di microciclo, si mantengono generalmente le stesse

tematiche che abbiamo analizzato nella seconda seduta pesi della settimana

con un solo appuntamento. L’obiettivo saranno dunque la forza dinamica

massima e le componenti esplosive, e lavoreremo con dei piani di intervento

Serie Rep. Carico Serie Rep. Carico

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

8 60% 8 60%

completo (180'')

N.B. In tutte le esercitazioni mantenere una elevata velocità di esecuzione

4 completo (180'')

Girata 4 completo (180'') Bench Press 4

TEMA CENTRALE

Pic Rec Pic Recupero

Squat 4 completo (180'') Distensioni di spalle

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simili a quelli visti in precedenza. Per ridurre il volume, scegliamo di svolgere

tre serie (anziché quattro) da otto ripetizioni, ma manteniamo un carico del

60%, un tempo di recupero completo e la richiesta di una velocità di

esecuzione elevata. In alternativa, abbiamo talvolta utilizzato un metodo “a

contrasto”, alternando cioè una serie da poche ripetizioni ad alto carico (ad

esempio 2 ripetizioni al 90%) con una serie da più ripetizioni ad un carico

minore (ad esempio 8 ripetizioni al 60%), mantenendo un recupero completo.

Tuttavia, è bene specificare che non sono esclusi richiami di forza strutturale,

svolti con le modalità già descritte nel capitolo relativo alla preparazione,

soprattutto in due situazioni:

Nella settimana antecedente ad un microciclo con due impegni

settimanali, soprattutto se è questa prevede un solo impegno finale di

caratura non troppo difficile (ad esempio una gara in casa contro una

squadra che ha obiettivo salvezza). In questo caso si lavora sulla forza

strutturale nella prima seduta settimanale, e su quella massimale nella

seconda seduta settimanale;

Nella finestra di tempo che va dal 17/12/2017 (giorno successivo alla

gara casalinga con Wiesbaden) al 05.01.2018 (prima gara del 2018 con

VCO, cioè l’equivalente del nostro Club Italia, che è una squadra senza

ambizioni di classifica in quanto per regolamento non può retrocedere)

si proporrà un richiamo di forza strutturale, così da costruire un blocco

di prevenzione e di supporto per il secondo mesociclo.

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6.4 INTERRELAZIONE CON IL LAVORO TECNICO NELLA FASE SEASON Come già scritto più volte, in questa fase è importante conoscere i programmi del

primo allenatore sia sul medio e lungo termine, sia anche sul breve termine, cioè la

singola seduta di allenamento. Nelle sedute di riscaldamento i protocolli proposti

riprendono sempre temi alternati di prevenzione generale e specifica, come visto già

in periodo di preparazione.

Quello che vorrei esaminare dal punto di vista dell’interrelazione tra lavoro fisico e

tecnico è invece un caso specifico di lavoro in cui, partendo da una video analisi,

abbiamo combinato le due componenti al fine di migliorare un processo tecnico

individuale, e di conseguenza un dato di squadra. Partiremo da un dato statistico49,

per arrivare a descrivere l’individuazione di una problematica di natura tecnica ed il

nostro percorso volto a migliorare la problematica, e di conseguenza il dato

personale e di squadra dell’atleta.

Nel corso delle prime due gare di campionato, abbiamo notato come avessimo

problemi, nelle rotazioni P6 e P5 con l’attacco da posto 2, quindi effettuato dal nostro

opposto. Per verificare l’entità del problema, abbiamo allora verificato se ci fosse una

problematica relativa al tipo di combinazione, scoprendo così che la percentuale del

nostro opposto era molto migliore nell’attacco di palla alta (40% dei punti sul totale

dei colpi effettuati) rispetto all’attacco di palla veloce (25%):

Figura 52 Grafico di confronto tra punti % siglati in combinazione Super ed in Combinazione High Ball, nelle rotazioni P5 e P6, dall´ atleta #12 nelle prime due giornate di campionato

49 Ottenuto grazie al software Data Volley 4, con cui lavoriamo abitualmente

0 10 20 30 40 50

Super %

High Ball%

#% in Combinazioni Attacco da Posto 2 (P6+P5) - Pre-Season

#12

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Per scendere nel dettaglio, abbiamo indagato le percentuali della combinazione

veloce nelle due fasi (side out e break point), ottenendo come risultato che la

percentuale in attacco dopo ricezione era ben maggiore (31% di punti effettuati sul

totale dei colpi) rispetto a quella in contrattacco (19%):

Figura 53 Grafico di confronto tra punti % siglati in combinazione Super nelle rotazioni P5 e P6, dall´ atleta #12 nelle prime due giornate di campionato, in side out (attacco dopo ricezione) ed in transizione (contrattacco)

Constatato ciò, abbiamo visionato a video le situazioni, per capire se ti trattasse di un

problema relativo all’alzata del palleggiatore (precisione, eccessiva velocità o

lentezza di uscita, scelta tattica svantaggiosa rispetto al muro avversario, scelta

tattica rispetto a situazioni dell’azione particolarmente svantaggiose), verificando

però che non era così. Piuttosto, abbiamo notato che la rincorsa del nostro opposto,

quando si trattava di una partenza successiva ad “uscita” da muro o ad uscita da

posizione di difesa, risultava essere più lenta, e non consentiva così di raggiungere

un buon timing di intesa con la palla alzata dalla palleggiatrice. Così facendo, spesso

si verificava una situazione tecnica per cui la direzione di attacco risultava

“obbligata”, o addirittura era costretta ad un pallonetto a causa del “ritardo” nella

rincorsa50. A questo si aggiunga che la tecnica di esecuzione del pallonetto o del

50 Confrontandoci con l`allenatore della sua nazionale, abbiamo verificato che era un problema che l`atleta ha riscontrato anche in estate.

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“rollshot”51 risultava deficitaria, e quindi raramente efficace. Per questa ragione

abbiamo identificato i temi di lavoro in:

- Velocità di spostamento dopo uscita da muro o difesa;

- Rapidità di rincorsa;

- In caso di buon timing, scelta del colpo di attacco e della direzione;

- In caso di scelta di rollshot o pallonetto, corretta esecuzione tecnica;

I primi due temi sono evidentemente legati alla rapidità dei piedi ed alla reattività,

pertanto legati alle componenti fisiche dell’allenamento. Quelli relativi al colpo di

attacco sono invece legati alla componente tecnica.

Dal punto di vista fisico abbiamo dunque svolto moltissimi lavori di rapidità dei piedi,

con la speed ladder, con percorsi con i “cinesini” o conetti, con dei lavori che

concatenassero un elemento tecnico con un elemento di rapidità dei piedi. Ad

esempio, abbiamo svolto esercizi di “uscita da muro” abbinati ad una successiva

rincorsa d’attacco: dapprima senza palla, poi con palla fissa, poi con lancio della

palla ad una altezza e “lunghezza di traiettoria” stabile, e poi con altezze e lunghezze

di traiettoria diverse.

Dal punto di vista tecnico, si sono svolte diverse esercitazioni dai plinti alla ricerca

delle diverse varianti di colpo di attacco, e si è curata l’esecuzione di rollshot e

pallonetti.

Figura 54 Una immagine dell`atleta #12 in gara

51 Intendo per rollshot il colpo di attacco piazzato e non forte;

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Combinando i due lavori, si è ottenuto, come si può evidenziare dal grafico

sottostante, un netto miglioramento delle percentuali della giocatrice, che sono

addirittura raddoppiate in un tempo piuttosto rapido (i dati della seconda analisi sono

infatti relativi alle prime quattro giornate di campionato), anche grazie alla proficua

disponibilità sul lavoro svolto ed alla giovane età. Ovviamente, essendo un dato

molto sorprendente, ci riserviamo di riesaminarlo con il passare del tempo: non c’è

dubbio però che, al di là del gap tra i due dati, si sia evidenziato un miglioramento.

Figura 55 Punti siglati in combinazione super da posto 2 in contrattacco. Confronto tra percentuali relative alle prime due giornate e percentuali relative alle giornate 3,4,5,6. Linea di tendenza in nero.

Oltre al miglioramento personale, si è ottenuto un miglioramento complessivo

della transizione di squadra in quelle due situazioni, perché anche da un punto di

vista tattico veniva offerta alla palleggiatrice una soluzione in più.

Questo è quindi un tipico esempio di come , dal momento dell’individuazione di

un problema con la video analisi, un concatenarsi correlato ed interrelazionato di

interventi fisici, tecnici e tattici possa produrre un miglioramento sia nel singolo

atleta, sia in termini globali di squadra.

151821242730333639

Giornata 1/2% Giornata 3->6 %

#% Super Posto 2 in contrattacco a confronto

#12 Lineare (#12)

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6.5 SITUAZIONI PARTICOLARI: LA GESTIONE DI UN CASO DI INFORTUNIO Pur non essendo auspicabile, un infortunio accidentale nella pallavolo è abbastanza

frequente: il tipico esempio è la distorsione alla caviglia. Prenderemo qui in esame un

caso di distorsione alla caviglia dell’atleta Marrit Jasper, avvenuto nella settimana

successiva alla prima gara di regular season. L’atleta, ricaduta accidentalmente sul

piede di una compagna a muro, ha subito una inversione dell’articolazione, sentendo

subito molto dolore. Il fisioterapista, presente in palestra, ha subito proposto un

protocollo “RICE”(riposo, ghiaccio ,compressione ,elevazione), reperendo

immediatamente il ghiaccio (nella sala medica della palestra disponiamo di una

macchina del ghiaccio), incaricandosi poi dell’ effettuazione di un bendaggio

elastico52e dell’elevazione dell’arto53.

Le successive visite mediche strumentali hanno diagnosticato una distorsione di

secondo grado, che ha quindi costretto l’atleta ad un riposo forzato.

Il recupero dell’atleta è iniziato sotto la supervisione del nostro fisioterapista, con cui

abbiamo concordato queste esercitazioni:

Camminate propriocettive per la muscolatura della caviglia (tallone, tacco,

punta);

Disequilibrio monopodalico su pedane gommose (tipo Freeman);

Flesso estensione della caviglia con elastico ;

In una seconda fase, quando si è registrato un miglioramento delle condizioni, si

sono aggiunte altre esercitazioni più dinamiche, quali:

Disequilibrio monopodalico su pedane gommose (tipo Freeman) con un

compagno/assistente a destabilizzare;

Saltelli in sequenza su un arto;

Gesti tecnici in sequenza su un arto;

Ripetizione delle sequenze su pedane gommose;

Traslocazioni e piccoli spostamenti con ricaduta su un solo arto;

Ad oggi, il recupero dell’atleta è in fase di completamento. E’ evidente che dopo

questo infortunio l’atleta dovrà continuare le operazioni di prevenzione e rinforzo su

52Per contrastare l’eventuale uscita di proteine e cellule dai vasi sanguigni 53 Per ridurre l’aumento ulteriore della pressione idrostatica nel tessuto leso.

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questa articolazione. Pertanto, con l’ausilio dello staff medico abbiamo predisposto

una scheda preventiva:

Figura 56 Scheda individuale di prevenzione caviglia

In conclusione bisogna evidenziare che l’atleta, pur impossibilitata ad effettuare gli

allenamenti completi, ha comunque svolto,appena possibile, le parti di allenamento

inerenti agli arti superiori ed alla zona core, con relativa prevenzione. Questa scelta è

motivata dal fatto che abbiamo ritenuto opportuno continuare a procedere, laddove

possibile, nei lavori di potenziamento per evitare perdite di forza maggiori.

RANGE OF

MOTION

ARTICOLARE

Pic

INTRA-

EXTRAROTAZIO

NI CON

ELASTICO

NOTE: Distorsione di II grado,

ottobre 2017.

DISEQUILIBRIO

SU PEDANE

RIGIDE

ATLETA : Marrit JASPER #8

PREVENZIONE E RINFORZO ARTICOLAZIONE CAVIGLIA

Pic

FLESSO-

ESTENSIONI

CAVIGLIA CON

ELASTICO

DISEQUILIBRIO

SU PEDANE

GOMMOSE

Pic

CAMMINATE

PROPRIOCETTIVE

DRESDNER SC 1898

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6.6 B.M.I. : RISULTATI E COMPARAZIONI CON I DATI PRECEDENTI Come previsto ad una prima raccolta dei dati sulla composizione corporea, si è

ripetuto il test all’inizio della fase season. Il nostro obiettivo reale, dopo la valutazione

dei primi dati, era un miglioramento generale degli indici percentuali di massa

muscolare ed una diminuzione di quelli di massa grassa: se questo scopo era

perseguito in generale su tutte le atlete, per alcune di esse era più urgente (Apitz,

Hodanova, Wezorke, Schwabe, Maase).

Andiamo a vedere i dati del secondo test:

ATLETA Fat% Muscle%

APITZ Mareen 17 48,9

MAASE Rica 19 48,1

MRDAK Ivana 13,1 48,6

PETTER Michelle 17,8 49,8

SCHWABE Katharina 17,1 47,9

HODANOVA Eva 17,1 49,7

STRUMILO Dominika 12,3 49,9

BUGG Madison 16,8 49,5

KORHONEN Piia 15,2 49,3

PLANINSEC Sasha 13,9 49,9

WEZORKE Barbara 19,6 48,3

SCHOOT Myrthe 13,7 48,9

JASPER Marrit 17,8 49,2

MEDIA 16,1 49,0 Tabella 17 Dati BMI relativi alla seconda rilevazione

Mettiamo ora in comparazione questi dati con quelli relativi alla prima valutazione:

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Tabella 18 Confronto tra tabella 4/5 (test BMI di inizio stagione) e tabella 17 (test BMI seconda rilevazione)

Possiamo evincere da queste tabelle comparative che in media, la percentuale di

massa grassa nella composizione corporea è diminuita dello 0,94%, e quella di

massa muscolare è aumentata del 1,21%. A livello generale, dunque, possiamo dire

che il nostro primo obiettivo è stato raggiunto: nei seguenti grafici vedremo la

differenza tra le due rilevazioni e le rispettive linee di tendenza dei miglioramenti di

squadra:

APITZ 18,1 17 -1,1 APITZ 47,5 48,9 1,4

MAASE 22,1 19 -3,1 MAASE 45,6 48,1 2,5

MRDAK 13,3 13,1 -0,2 MRDAK 47,9 48,6 0,7

PETTER 18,3 17,8 -0,5 PETTER 49,7 49,9 0,2

SCHWABE 18,9 17,1 -1,8 SCHWABE 45,9 47,9 2

HODANOVA 17,7 17,1 -0,6 HODANOVA 46,3 49,7 3,4

STRUMILO 12,5 12,3 -0,2 STRUMILO 49,2 49,9 0,7

BUGG 17,1 16,8 -0,3 BUGG 48,4 49,5 1,1

KORHONEN 16,8 15,2 -1,6 KORHONEN 48,8 49,3 0,5

PLANINSEC 14,2 13,9 -0,3 PLANINSEC 49,3 49,9 0,6

WEZORKE 21,3 19,6 -1,7 WEZORKE 46,7 48,3 1,6

SCHOOT 13,7 13,1 -0,6 SCHOOT 48,9 49,3 0,4

JASPER 18,1 17,8 -0,3 JASPER 48,5 49,2 0,7

MEDIA 17,08461538 16,13846154 -0,9461538 MEDIA 47,9 49,1153846 1,215385

AtletaMuscle %

prima

rilevazione

Muscle %

seconda

rilevazione

Differenza

2a Ril - 1a

Ril

Fat % prima

rilevazione

Fat %

seconda

rilevazione

AtletaDifferenza

2a Ril - 1a

Ril

1515,115,215,315,415,515,615,715,815,9

1616,116,216,3

Primarilevazione

Secondarilevazione

FAT % SQUADRA

FAT

Lineare(FAT)

47,2

47,4

47,6

47,8

48

48,2

48,4

48,6

48,8

49

49,2

Primarilevazione

Secondarilevazione

MUSCLE % SQUADRA

MUSCLE

Lineare(MUSCLE)

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Figura 57 Grafico comparativo dei test BMI: differenze tra medie di squadra nella prima e seconda rilevazione

Andiamo a vedere però le differenze specifiche nei singoli giocatori per ciascuna

rilevazione:

Figura 58 Test BMI: differenze individuali tra prima e seconda rilevazione (Muscle%)

Figura 59 Test BMI: differenze individuali tra prima e seconda rilevazione (Fat%)

Per quanto riguarda le percentuali di composizione corporea, al netto di un

miglioramento complessivo, possiamo apprezzare miglioramenti considerevoli

proprio in quelle atlete su cui avevamo riscontrato problematiche nei primi test. In

ciascuna di esse (Apitz, Maase, Hodanova Schwabe, Wezorke), la percentuale di

43

44

45

46

47

48

49

50A

PIT

Z

MA

ASE

MR

DA

K

PET

TER

SCH

WA

BE

HO

DA

NO

VA

STR

UM

ILO

BU

GG

KO

RH

ON

EN

PLA

NIN

SEC

WEZ

OR

KE

SCH

OO

T

JASP

ER

Muscle %

Muscle % prima rilevazione

Muscle % seconda rilevazione

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

Fat%

Fat % prima rilevazione

Fat % seconda rilevazione

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massa grassa è scesa notevolmente, in correlazione ad un aumento della

percentuale di massa muscolare:se facciamo una media inerente solo ai loro casi,

vediamo che:

Figura 60 Istogramma relativo alla differenza tra prima e seconda rilevazione, nei valori di BMI, di quelle atlete che alla prima rilevazione avevano evidenziato delle criticità.

Tutte queste atlete hanno fatto registrare un miglioramento complessivo della

composizione corporea;

In media, abbiamo una diminuzione della percentuale di massa grassa, su

queste atlete, maggiore rispetto a quella di squadra (1,66% contro lo 0,94%),

ed abbiamo un aumento della massa muscolare maggiore rispetto a quello di

squadra (2,18% contro 1,21% di squadra).

E’ invece evidentemente meno considerevole il miglioramento, soprattutto per quanto

concerne le percentuali di massa grassa, su quelle atlete che già presentavano una

percentuale molto ridotta, come ad esempio Mrdak e Strumilo. Per queste ultime,

l’obiettivo di previsione a breve e medio termine sarà mantenere questa percentuale

di massa grassa e migliorare ulteriormente quella muscolare. Per tutte le altre,

l’obiettivo di previsione rimane un miglioramento interconnesso dei due aspetti.

Atleta Differenza % Fat Differenza % Muscle

Wezorke -1,7 1,6

Apitz -1,1 1,4

Schwabe -1,8 2

Hodanova -0,6 3,4

Maase -3,1 2,5

MEDIA -1,66 2,18-3,2

-2,7

-2,2

-1,7

-1,2

-0,7

-0,2

0,3

0,8

1,3

1,8

2,3

2,8

3,3

Differenza %Muscle

Differenza % Fat

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6.7 I TEST DI SALTO, RISULTATI E COMPARAZIONI CON IL PRECEDENTE Anche per quanto riguarda il Vertec test è stata svolta una seconda prova ad inizio

della regular season. Questi i dati comparati del test di salto con rincorsa rispetto alla

prima somministrazione54:

RILEVAZIONE 1 RILEVAZIONE 2

Atleta Salto Reach 1m Elevazione Atleta Salto Reach 1m Elevazione

APITZ 295 240 55 APITZ 297 240 57

MAASE 301 241 60 MAASE 302 241 61

MRDAK 315 251 64 MRDAK 315 251 64

PETTER 290 234 56 PETTER 290 234 56

SCHWABE 311 241 70 SCHWABE 312 241 71

HODANOVA 311 248 63 HODANOVA 312 248 64

STRUMILO 312 247 65 STRUMILO 312 247 65

BUGG 300 239 61 BUGG 301 239 62

WEZORKE 300 247 53 WEZORKE 302 247 55

PLANINSEC 309 245 64 PLANINSEC 311 245 66

KORHONEN 309 246 63 KORHONEN 311 246 65

SCHOOT 301 240 61 SCHOOT 301 240 61

JASPER 302 242 60 JASPER n.e. n.e. n.e.

MEDIA 304 243 61 MEDIA 306 243 62

Figura 61 Confronto tra rilevazioni del Vertec Test

Figura 62 Grafico di confronto della media di squadra tra le due rilevazioni al Vertec Test

54 L’atleta Jasper non ha effettuato il secondo test a causa dell’infortunio alla caviglia descritto in precedenza. Le medie elaborate di conseguenza non ne tengono conto.

60,6

60,8

61

61,2

61,4

61,6

61,8

62

62,2

62,4

Ril.1 Ril.2

Vertec Test Squadra

media

Lineare (media)

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Possiamo apprezzare un aumento medio dell’elevazione di squadra di 1 cm, che

certamente rispecchia un miglioramento complessivo delle qualità in questa

componente, come si può evincere anche dalla linea di tendenza nera posta

sull’istogramma qui sopra. Andando nello specifico dei dati individuali:

Figura 63 Tabella e grafico delle variazioni individuali tra le due rilevazioni di Vertec Test

In questo grafico si evidenziano i cm di salto “guadagnati” da ciascuna atleta tra le

due prove. Possiamo giungere ad alcune considerazioni interessanti:

Stabilendo la media di aumento dell’elevazione a 1 cm, troviamo quattro atlete

al di sopra ( Wezorke, Planinsec, Korhonen, Apitz).

Le atlete che non hanno guadagnato alcun cm di salto sono: Schoot, Petter,

Mrdak, Strumilo. Per quanto riguarda Schoot e Petter, si tratta di due liberi, e

quindi il salto non è un loro obiettivo primario, ed è un elemento ovviamente

poco allenato anche nelle situazioni tecniche. Per quanto riguarda Strumilo e

Mrdak, dovremo curare la loro componente esecutiva e la loro componente

fisica per ottenere dei miglioramenti: si tratta comunque di atlete con un reach

alto, e se andiamo a vedere i loro dati, possiamo dire che comunque toccano

altezze importanti.

Le atlete che hanno migliorato di un cm la propria elevazione sono: Bugg,

Maase, Hodanova e Schwabe. Siamo soddisfatti di questo, dal momento che

Atleta Ril.1 Ril.2 Differenza cm

APITZ 55 57 2

MAASE 60 61 1

MRDAK 64 64 0

PETTER 56 56 0

SCHWABE 70 71 1

HODANOVA 63 64 1

STRUMILO 65 65 0

BUGG 61 62 1

WEZORKE 53 55 2

PLANINSEC 64 66 2

KORHONEN 63 65 2

SCHOOT 61 61 0

JASPER 60 n.e. 1

media 61,15385 62,25 1

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il miglioramento va di pari passo con quello già riscontrato circa i dati relativi

alla composizione corporea, che inizialmente presentava qualche criticità;

Il miglioramento più netto si apprezza su Apitz e Wezorke: anche qui vale lo

stesso discorso fatto per Schwabe, Hodanova e Maase, con una

apprezzabilità ancora maggiore visto l’aumento considerevole. I piani di

intervento mirati a queste atlete stanno dunque dando i loro frutti sia nelle

evidenze dei dati di composizione corporea sia nei dati del Vertec test.

Planinsec e Korhonen invece presentavano una condizione di partenza

ottimale per un miglioramento che di fatto abbiamo potuto immediatamente

riscontrare.

Inoltre, se verifichiamo la differenza che intercorre tra il salto con rincorsa ed il

salto a muro, notiamo che è rimasta invariata (12 cm). Questo significa che i

due valori sono rimasti legati proporzionalmente, ed all’aumento dell’uno è

corrisposto nello stesso lasso di tempo un aumento dell’altro: ne siamo

soddisfatti, poiché abbiamo lavorato al fine di migliorare entrambi.

Atleta Salto Rincorsa Ril.2

Salto muro Ril.2

Diff. Cm Ri.l2

Diff. Cm Ril.1

APITZ 297 288 9 9

MAASE 302 289 13 11

MRDAK 315 302 13 13

PETTER 290 280 10 9

SCHWABE 312 300 12 12

HODANOVA 312 301 11 11

STRUMILO 312 299 13 12

BUGG 301 291 10 10

WEZORKE 302 289 13 12

PLANINSEC 311 297 14 14

KORHONEN 311 296 15 14

SCHOOT 301 290 11 11

MEDIA 305,5 293,5 12 12 Tabella 19 Differenze di test salto con rincorsa/salto a muro. Comparazione tra la prima e la seconda rilevazione.

Infine, abbiamo provveduto ad effettuare il test di salto con rincorsa ad un piede, per

simulare la richiesta motoria di una combinazione di attacco “Fast”, con le atlete che

ricoprono il ruolo di centrale (Planinsec, Wezorke, Mrdak). I risultati sono i seguenti:

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Figura 64 Tabella e grafico delle differenze di risultato del Vertec Test con rincorsa d`attacco canonica (stacco a due piedi) e rincorsa d`attacco "fast" (stacco ad un piede)

Come si può evincere da questi dati, se per Wezorke e Mrdak non cambia l’altezza

toccata con il cambiare della rincorsa, invece Planinsec guadagna ben 2 cm di salto

effettuando lo stacco ad un piede. Questa, assieme ad alcune motivazioni tecniche,

è una delle ragioni per cui questa atleta svolge abitualmente il ruolo di centrale

“vicino” al palleggiatore. Per spiegare questa scelta e questa connessione di dati con

il test di salto appena analizzato occorre una breve digressione tecnica: nel settore

femminile, quando il palleggiatore è in prima linea molto spesso gioca con il centrale

la combinazione denominata appunto “Fast”. Il centrale schierato “vicino” al

palleggiatore è quello che per il maggior numero di rotazioni (due delle tre effettuate

in prima linea) si trova a giocare con il palleggiatore in prima linea e quindi a poter

sfruttare questa combinazione. Ecco quindi evidenziata un’altra situazione in cui il

dato fisico va a connettersi in modo importante con una situazione di natura tecnica.

Atleta Stacco 2 piedi Stacco un piede

Wezorke 302 302

Planinsec 310 312

Mrdak 315 315

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CAPITOLO 7: CONCLUSIONI Al termine di questo percorso, trovo opportuno trarre delle conclusioni: come

premessa alle conclusioni, va ricordato che stiamo parlando di una stagione tuttora in

corso. Ogni valutazione è quindi parziale, e riferita ad un periodo di lavoro che oscilla

tra l’inizio della preparazione e la data di consegna di questo lavoro.

7.1 CONCLUSIONI DERIVANTI DAI DATI A DISPOSIZIONE Per prima cosa, andrò ad analizzare le conclusioni derivanti dai dati a nostra

disposizione ad oggi:

I. Aspetti statistici relativi ai test: Sulla scorta dei dati in nostro possesso,

possiamo procedere ad un riepilogo:

I dati sulla composizione corporea, tra la prima e la seconda

rilevazione, sono migliorati. In particolare, quelle atlete che avevano

mostrato delle criticità alla prima rilevazione (tabella 4 e tabella 5 nel

capitolo relativo ai dati antropometrici), hanno evidenziato in media

un miglioramento maggiore rispetto a quello complessivo della

squadra (figura 57). Questo significa che il lavoro generale effettuato

su questi obiettivi nella fase di preparazione e nella prima fase

season è stato soddisfacente, e che i piani di intervento mirati verso

le criticità evidenziate nella prima rilevazione hanno dato un esito

positivo.

I dati relativi ai test di salto con Vertec sono in media migliorati, con

un miglioramento medio dell’elevazione di squadra di un cm.

Considerando il lasso di tempo certamente non enorme, possiamo

ritenerci complessivamente soddisfatti. Il lavoro di “costruzione delle

qualità di salto”, sia fisico sia tecnico, citato più volte nel corso del

lavoro, sta dando dei frutti: l’obiettivo è quello di proseguire su

questa strada.

In più, ci riteniamo particolarmente soddisfatti del miglioramento dei

dati di salto di quelle atlete che avevano evidenziato criticità nei dati

relativi alla composizione corporea alla prima rilevazione: infatti al

miglioramento di questi ultimi nella seconda rilevazione, è

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corrisposto un miglioramento anche dell’elevazione, segnale che

esiste una connessione tra i due valori.

II. Aspetti legati al lavoro di prevenzione: come visto ampiamente nelle pagine

precedenti, il tema della prevenzione è stato una costante nel nostro lavoro in

tutte le fasi , da quella di transizione a quella di gara, passando per quella di

preparazione. Abbiamo fatto registrare un solo caso di infortunio (distorsione

alla caviglia)55, che ha costretto l’atleta ad un riposo forzato dagli allenamenti

con palla per circa una settimana (5 allenamenti con palla), pur continuando

ad effettuare gli altri tipi di lavori possibili. Al di là di questo infortunio

traumatico, non abbiamo fatto registrare in questa prima fase infortuni che

abbiano impedito lo svolgimento degli allenamenti con palla. Rispetto alla cura

degli infortuni pregressi, non abbiamo avuto sintomi di riacutizzazione che

abbiano impedito lo svolgimento delle sedute di allenamento.

7.2 L’IMPORTANZA DEI FEEDBACK Pur non essendo fondata su dati “statistici”, trovo opportuno segnalare in questo

capitolo una conclusione derivante dall’esperienza maturata durante questo periodo:

l’importanza che hanno avuto i feedback nella gestione del lavoro. Quando mi

riferisco ai feedback, intendo diverse prospettive:

Feedback dati all’atleta durante il lavoro tramite strumenti tecnici: ad esempio,

un banale specchio permette un feedback visivo immediato. D’altro canto,

potrebbe limitare la “sensibilità esecutiva”, ma è senza dubbio una fonte di

correzione importante. L’ausilio di una video camera durante gli allenamenti

tecnici ci ha permesso di studiare le sedute tecniche, ma anche le fasi di

riscaldamento: in più, la possibilità a posteriori di sviluppare i fotogrammi in

molteplici modalità permette di analizzare nel dettaglio le esecuzioni tecniche.

Per questo, abbiamo introdotto l’utilizzo di webcam anche in sala pesi.

Feedback dati all’atleta durante il lavoro tramite correzioni esecutive: è

importante la supervisione del lavoro costante ed attenta, ed un dialogo con

l’atleta in cui si costruisca un rapporto di fiducia tale da poter intervenire per

migliorare le componenti esecutive.

55 Analizzato nel paragrafo 6.4, ad esso dedicato

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Feedback reciproci con lo staff: come abbiamo già verificato nel corso del

lavoro, un proficuo rapporto di dialogo con lo staff è necessario per una buona

pianificazione del lavoro.

Feedback ricevuti dagli atleti: citando un maestro come Silvano Prandi,

“l’allenatore deve aver la qualità morale per riconoscere che i giocatori sono i

maestri, e non il contrario”. Da allenatore ritengo che dovremmo sempre aver

stampata questa frase nella nostra mente: per questo cerco sempre di

“ascoltare” le esigenze delle atlete, per capire insieme dove la pianificazione e

le modalità di intervento possano essere migliorate. Se il piano è infatti

“condiviso”, porta sicuramente beneficio alla qualità del lavoro generale ed

individuale.

7.3 IL FUTURO E’ APERTO In conclusione del lavoro, dopo aver tanto scritto di passato e di presente, vorrei

parlare di futuro. Ho la fortuna di lavorare in un club che ha obiettivi ambiziosi, con

professionisti nello staff e nel roster che ogni giorno mettono a disposizione la loro

esperienza, la loro motivazione e le loro conoscenze.

Sicuramente questa prima parte di stagione è stata positiva, sia dal punto di vista dei

risultati (ad oggi la squadra è seconda in classifica in campionato e si è guadagnata

l’accesso ai quarti di finale di Coppa di Germania, in attesa dell’inizio della Coppa

Cev), sia dal punto di vista degli obiettivi di lavoro e crescita raggiunti.

Per arrivare agli obiettivi prefissati però, ci sono sicuramente degli aspetti in cui

possiamo continuare il nostro processo di miglioramento, e che saranno gli obiettivi

della parte restante della stagione.

Mantenere l’attenzione adeguata sui lavori di prevenzione e rinforzo generale

e specifico;

Migliorare ulteriormente i dati che abbiamo visto nel corso di questo lavoro, sia

dal punto di vista della composizione corporea, sia del salto;

Continuare a dare e ricevere feedback importanti, magari con l’ausilio di

strumentazioni e test ancora più precisi;

Pianificare il lavoro con i sovraccarichi mantenendo le dovute attenzioni

metodologiche e cercando di capire quali siano i momenti corretti per

effettuare delle variazioni importanti che possano migliorare la performance;

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Reagire ad eventi e fattori limitanti come infortuni o cali di prestazione: da

sportivi, sarebbe assurdo pensare che non faranno parte del gioco, e quindi

dobbiamo esser pronti ad intervenire tempestivamente;

Mantenere una interconnessione costante, dialogica e sostanziale tra le varie

componenti di lavoro (fisico, tecnico, tattico) che permetta un percorso di

miglioramento di ciascuna componente, e di conseguenza complessivo;

Finalizzare sempre il lavoro alla ricerca della crescita degli atleti come

individui: solo pensando che abbiamo a che fare con delle persone prima di

tutto possiamo ottenere significativi miglioramenti.

Dopo questo primo periodo e questo buon inizio di stagione, sta a noi lavorare

affinchè i nostri obiettivi possano essere raggiunti.

Se è vero, come dice in una celebre frase Eleanor Roosevelt, che “il futuro

appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”, io credo che il modo

migliore di sognare sia mantenere un occhio aperto sulla realtà e provare ogni giorno

a migliorarla, migliorando anche noi stessi.

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Andrea Ebana –13° Corso Nazionale Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo- Anno 2017– Project Work

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BIBLIOGRAFIA - Contadin , A., e Sesia, M., (2017), Il manuale completo della preparazione

fisica nella pallavolo moderna, San Martino di Venezze, Rovigo, Preparazione

Fisica Pallavolo.

- Häkkinen K. , (1989), Maximal force explosive strength and speed in female

volleyball and basketball players. Journal of Human Movement Studies 16(6)

- La Torre, A., (2016), Allenare per vincere, Roma, Coni Servizi –Scuola dello

Sport.

- Mencarelli, M. (a cura di), (2012), Manuale Allievo-Allenatore Primo Livello

Giovanile,Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

- Mencarelli,M., Barbiero, M., Paolini, M., (2016), Manuale Allenatore di Primo

Grado, Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

- Mencarelli, M., Merazzi, M., (2013), La preparazione fisica nel volley: la

seduta in sala pesi, Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

- Montali, G., (2006), Scoiattoli e Tacchini, Milano, Rizzoli;

- Weineck, J., (2009, seconda edizione italiana), L’Allenamento Ottimale,

Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

LETTURE DI BASE - Baechle, T.R., Earle, R.W., (2010), Manuale di condizionamento fisico e

allenamento della forza, Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

- Bellotti, P.,(2009), Storia del concetto di allenamento, Ferriera di Torgiano

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- Cometti, G. (1997, traduzione italiana), Metodi moderni di potenziamento

muscolare, aspetti teorici, Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

- Delavier, F., (2005), Nuova guida agli esercizi di muscolazione, Ferriera di

Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci Editore.

- Howley, E., Don Franks,B, Manuale dell’istruttore di Fitness (2006), Ferriera

di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

- Lenhart, P., Seibert, W.,(2016) Compendio pratico di allenamento funzionale,

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ed esercizi fondamentali, Ferriera di Torgiano (PG), Calzetti e Mariucci.

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Andrea Ebana –13° Corso Nazionale Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo- Anno 2017– Project Work

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- Paolini, M., (2006), Il nuovo sistema pallavolo, Ferriera di Torgiano (PG) ,

Calzetti e Mariucci.

SITOGRAFIA - www.federvolley.it/materiale-tecnico

- www.preparazionefisica.it

- www.volleyball-bundesliga.de

- www.cev.lu

IMMAGINI E DATI SENSIBILI Tutte le immagini presenti in questo lavoro sono state realizzate dai fotografi ufficiali

del club Dresdner SportClub 1898, che ne detiene i diritti e che per gentile

concessione autorizza l’autore all’utilizzo.

Inoltre, il club autorizza l’autore per gentile concessione al trattamento dei dati

identificativi dei propri tesserati.

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Andrea Ebana –13° Corso Nazionale Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo- Anno 2017– Project Work

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RINGRAZIAMENTI I ringraziamenti, oltre che di dovere, sono per quanto mi riguarda di assoluto piacere.

Ringrazio la Fipav e la Scuola dello Sport Coni, il corpo docenti ed i tutor per

l’organizzazione di questo corso, che ho trovato stimolante e formativo in ogni suo

momento.

Ringrazio il Dresdner Sport Club 1898 per avermi messo a disposizione gli archivi, il

materiale tecnico e quello fotografico, oltre che per il supporto quotidiano.

Ringrazio il gruppo di persone con cui stiamo condividendo questa stagione

agonistica (staff ed atlete): ciascuno di loro è stato felice di mettersi a disposizione

per dare ed offrire spunti per questo lavoro.

Ringrazio tutte le persone con cui ho lavorato precedentemente: al contempo mi

scuso con ciascuno di essi, per quanto ho “rubato” loro nel corso degli anni.

Ringrazio i fratelli Bramard per gli scambi di idee, la pazienza di ascoltare e

trasmettere la loro esperienza con naturalezza ed umiltà.

Ringrazio Jan De Brandt, per avermi suggerito il concetto dell’importanza di una

visione globale da allenatore.

Ringrazio Daniele, nelle sue veci di editor, collega ed amico: impeccabile, in

ciascuna di esse.

Ringrazio l’episodio che mi ha fatto scegliere di iniziare questo percorso, perché ha

aperto le porte ad una nuova fame di conoscenze e miglioramento personale.

Ringrazio la mia famiglia, perchè mi ha insegnato, sin da bambino, l’importanza di

una educazione sportiva: il ringraziamento più bello penso sia dire che vorrei essere

capace di far lo stesso, quando avrò dei figli.

Ringrazio mia moglie, perché questo sarà anche il lavoro più bello del mondo, ma

implica una lontananza con cui è difficile convivere: se riesco a farlo, è perché so che

c’è lei a custodire i miei sogni.

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Sconsigliati rialzi sotto i talloni;

Sconsigliato uso Multipower;

Monopodalici, Bipodalici;

Leg curl (sconsigliata);

In arretramento, sul posto;

Attenzione alla rotazione del ginocchio verso l'interno;

Con sovraccarichi o senza;

STACCHI

Attenzione alla posturalità della colonna;

Attenzione alla possibile rotazione del bacino;

Predilizione ampio range articolare;

AFFONDI IN AVANZAMENTO

Mantenere posizione verticale del busto;

Attenzione a non portare il ginocchio troppo avanti rispetto al piede;

Front, back, overhead, jump;

Split squat (curando che non diventi un affondo);

Possibili variazioniRichieste, attenzioni metodologiche e note procedurali

ESERCITAZIONI PRINCIPALI PER IL POTENZIAMENTO DEGLI ARTI SUPERIORI

Tutte le seguenti esercitazioni sono soggette alla variazione di serie, ripetizioni, carico, tempi di recupero e dinamismo esecutivo in ottica funzionale agli obiettivi delle sedute

DRESDNER SC 1898 - Season 2017/2018

Immagini

Controllo della curva vertebrale;

Attenzione a non portare il ginocchio troppo in avanti rispetto al piede;

SQUAT Talloni sulla linea delle anche;

Punta del piede leggermente extrarotata e gestione angolo piegamento caviglie;

Predilizione range articolare ampio;

Andrea Ebana Corso Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo - FIPAV - Coni Sds Allegato A - Principali Gambe

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DISTENSIONI DI SPALLE

Punto di arrivo dei gomiti sotto alla linea delle spalle; Da in piedi o da seduti;

Uniformità del movimento di distensione tra gli arti; Tecnica "Arnold Press"

Con bilanciere, con manubri;

Tirata al cavo con presa supinata;

LAT MACHINE

Avvicinamento delle scapole durante l'esecuzione;

Non inclinare la schiena;

Presa supinata;

Trazioni;

Trazioni con elastico;

TIRATA-REMATORE CON

MANUBRIO

Attenzione alla trazione scapolare ed ai suoi momenti esecutivi; Presa supinata;

Verificare aspetti coordinativi (esecuzione non semplice); Con bilanciere;

Rispetto della curva vertebrale;

BENCH PRESS (PANCA PIANA)

Polsi e gomiti sulla stessa linea; Inclinata;

Gomito addotto per predilizione range articolare ampio; Con manubri;

Verificare corretta esecuzione onde evitare danneggiamento spalle;

Richieste, attenzioni metodologiche e note procedurali Possibili variazioni

DRESDNER SC 1898 - Season 2017/2018

ESERCITAZIONI PRINCIPALI PER IL POTENZIAMENTO DEGLI ARTI SUPERIORI

Tutte le seguenti esercitazioni sono soggette alla variazione di serie, ripetizioni, carico, tempi di recupero e dinamismo esecutivo in ottica funzionale agli obiettivi delle sedute

Immagini (con eventuali variazioni)

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ROTATORI SU FITBALL CON PICCOLO

SOVRACCARICOARRESO (FISSATORI SCAPOLA)

CIRCONDUZIONIPENDOLO (CON PICCOLO

SOVRACCARICO)PRESSIONI SU FITBALL

STRETCHING DEL GRAN

PETTORALE

APERTURE CON PICCOLO

SOVRACCARICO SU FITBALL

STRETCHING FISSATORI DELLA

SCAPOLA

ROTATORI CON ELASTICO (FRONT)

ROTATORI CON ELASTICO (BACK) STABILIZZAZIONE ISOMETRICA LATERALE

CON FITBALL

SCIVOLAMENTO FRONTALE DELLA

FITBALL AL MURO

SCIVOLAMENTO LATERALE DELLA

FITBALL AL MURO

INTRAROTATORI CON ELASTICO

PULLEY CON ELASTICO

KABAT (IN APERTURA ED IN

CHIUSURA CON ELASTICO)

DRESDNER SPORTCLUB 1898

GENERALE - PREVENZIONE SPALLA E SCAPOLA (CON ELASTICI E FITBALL/ PICCOLI SOVRACCARICHI)

SERIE E RIPETIZIONI FUNZIONALI GLI OBIETTIVI DEL LAVORO

EXTRAROTATORI CON ELASTICOSTABILIZZAZIONE ISOMETRICA

FRONTALE CON FITBALL

Andrea Ebana Corso Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo FIPAV-SdS Coni Allegato C- Prevenzione Spalla

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a

b

c

d

e

f

Con bilanciere alto e fitball dietro la schiena (e relativa incidenza sull'uso della caviglia);

Con banda elastica per stimolare il movimento di abduzione della coscia;

comportamento della zona lombare;

pronazione del piede;

Esecuzione del movimento con bacchetta protesa in alto a braccia distese;

Con bacchetta protesa in alto e fitball davanti (senza che le ginocchia la tocchino) per rendere l'accosciata simmetrica;

Con bilanciere alto;

angolo di lavoro e distacco del tallone;

DRESDNER SC 1898

PROTOCOLLO DI COSTRUZIONE E VARIABILI DEL MOVIMENTO DI ACCOSCIATA

Osservazione dei punti che evidenziano possibili limiti esecutivi:

Andrea Ebana Corso Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo - FIPAV - Coni SdS Allegato D: Costruzione dell'accosciata

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PLANK CON FLESSIONI GINOCCHIA AL PETTO

SU SWISSBALLPLANK CON CAMBIO DI PIEDE PLANK CON CAMBIO DI BRACCIO

ROTAZIONI TORACE A BRACCIA TESE (CON

PALLA MEDICINALE)ROTAZIONI ARTI INFERIORI ALLA SBARRA

PLANK E CAMBIO DI PIEDE IN

EXTRAROTAZIONE

SUPERMANROTAZIONI DEL TORACE CON PALLA

MEDICINALE SU SWISSBALL

PLANK E CAMBIO PIEDE IN

INTRAROTAZIONE

INVERSE CRUNCH

PLANK SIDE PLANK PONTE AD UNA GAMBA

DRESDNER SPORTCLUB 1898

POTENZIAMENTO, STABILIZZAZIONE ED ELASTICIZZAZIONE DELLA ZONA CORE

SERIE E RIPETIZIONI FUNZIONALI GLI OBIETTIVI DEL LAVORO

CRUNCH SIDE CRUNCH

SU ALCUNE ESERCITAZIONI POSSIBILE L'UTILIZZO DI FITBALL, QUALORA LA TECNICA ESECUTIVA SIA BUONA

Andrea Ebana Corso Esperti in Preparazione Fisica della Pallavolo - FIPAV - Coni Sds Allegato E - Zona Core