Pratiche organizzative e didattiche per l’inclusione ... · Come si individua un alunno BES: Se...
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BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE
Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta
qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in
ambito educativo e/o d’apprendimento che
necessita di un’educazione speciale,
individualizzata e finalizzata all’INCLUSIONE.
BES
Secondo la direttiva del 27 dicembre 2012:
« Ogni alunno, in continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi
Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici
o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto
ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta.»
Distinguiamo tre grandi categorie di BES:
Disabilità (L. 104/92)
Disturbi Evolutivi Specifici (L. 170/2010)
Svantaggio Socio-Economico, Linguistico e
Culturale.
Disabilità
Viene certificata ai sensi della L. 104/92
E’ prevista la figura dell’insegnante di
sostegno e/o degli assistenti all’autonomia e
comunicazione;
Viene redatto il Piano Educativo
Individualizzato (PEI).
Disturbi Evolutivi Specifici
Disturbi specifici d’apprendimento (DSA
certificati ai sensi della L. 170/2010)
Deficit del linguaggio, delle abilità non
verbali, della coordinazione motoria, disturbo
dell’attenzione e iperattività.
Non è prevista la figura dell’insegnante di
sostegno;
Viene redatto dal C.d.C. il Piano Didattico
Personalizzato (PdP)
Perché si parla di BES?
Perché la scuola deve essere INCLUSIVA.
INCLUSIONE= Ognuno ha il suo percorso. C’è una
curvatura del processo
insegnamento/apprendimento.
RIFERIMENTI NORMATIVI
Legge 53/2003 (Personalizzazione
dell’insegnamento)
Direttiva MIUR del 27 dicembre 2012
C.M. n. 8 del 6 marzo 2013
Nota n. 2563 del 2013
Direttiva del MIUR 27 dicembre 2012
«Strumenti di intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali e organizzazione territoriale
per l’inclusione scolastica»
«Ogni alunno, con continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi
Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici
o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto
ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta.
Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e
ciò anche mediante un approfondimento delle
relative competenze degli insegnanti curricolari,
finalizzata ad una più stretta interazione fra
tutte le componenti della comunità educante».
La C.M. n° 8 del 6 marzo 2013
Specifica che:
La Direttiva del 27 dicembre 2012 ridefinisce e
completa l’approccio all’integrazione scolastica,
basato sulla certificazione della disabilità ed
estende l’intervento e la responsabilità della
comunità educante all’intera area dei Bisogni
Educativi Speciali (BES).
La C.M. n° 8 del 6 marzo 2013
Specifica che:
La Direttiva del 27 dicembre 2012 estende a
tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla
personalizzazione dell’apprendimento, come
disciplinato dalla L. 53/2003
La C.M. n° 8 del 6 marzo 2013
Stabilisce:
L’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio
d’Istituto (GLHI) che assume la denominazione
di Gruppo di Lavoro per l’Inclusione(GLI), con il
compito di elaborare una proposta di Piano
Annuale per l’Inclusione;
L’inserimento nel POF/PTOF di un programma
per l’inclusione.
La C.M: n° 8 del 6 marzo 2013
Prefigura:
Il compito dei Consigli di Classe di indicare in
quali altri casi sia opportuno e necessario
applicare una personalizzazione della didattica
ed anche quali strumenti compensativi e quali
misure dispensative adottare in una prospettiva
inclusiva di tutti gli alunni.
La C.M. n° 8 del 6 marzo 2013
Prefigura:
Il Piano Didattico Personalizzato (PdP) come
lo strumento necessario per mettere in atto il
percorso individualizzato e personalizzato;
Il PdP ha lo scopo di definire, monitorare e
documentare, attraverso un’elaborazione
collegiale, corresponsabile e partecipata, le
strategie più idonee e i criteri di valutazione
degli apprendimenti.
Come si individua un alunno BES:
Se c’è una diagnosi:
La decisione spetta al C.d.C. in base alle
informazioni fornite dalla famiglia attraverso
una diagnosi o altra documentazione medica. La
scuola può accettare qualsiasi diagnosi, ma si
può riservare di valutare l’effettiva ricaduta sui
bisogni educativi.
In assenza di una Diagnosi:
L’Istituzione scolastica si attiva attraverso una
decisione del Consiglio di Classe, partendo dai
bisogni educativi speciali emersi e per i quali si
prefigura la necessità di formalizzare un
percorso didattico personalizzato.
Cosa deve fare l’Istituzione scolastica per gli altri alunni BES?
I C.d.C. hanno l’obbligo di personalizzare la didattica anche adottando misure compensative e/o dispensative;
Redigere il Piano Didattico Personalizzato che definisce, monitora e documenta le strategie da adottare, in base ad un’elaborazione condivisa, collegiale e corresponsabile.
Collaborare con le Famiglie: per attivare un
percorso individualizzato e personalizzato per
un alunno BES è necessario il consenso della
famiglia; infatti il PdP deve essere firmato dal
Dirigente scolastico, dai componenti del C.d.C.
e dalla famiglia.
Cosa è richiesto alla scuola?
Istituzione del GLI che comprende oltre ai
docenti di sostegno anche docenti titolari di
funzioni strumentali, docenti disciplinari,
operatori sanitari, assistenti educativi e i
genitori. Presiede il GLI il Dirigente scolastico o
un suo delegato.
COMPITI DEL GLI:
Trattare tutte le questioni relative agli alunni
BES;
Programmare un uso funzionale delle risorse a
disposizione della scuola per realizzare un
progetto di inclusione;
Predisporre un piano di intervento per gli
alunni BES;
Coordinarsi con i CdC
COMPITI DEI CONSIGLI DI CLASSE:
Individuare gli alunni con bisogni educativi
speciali nell’area dello svantaggio socio-
economico, linguistico e culturale. La circolare
n° 8 del 2013 specifica che «tali tipologie di
BES dovranno essere individuate sulla base di
elementi oggettivi (segnalazione da parte dei
servizi sociali, ma anche in base a delle
considerazioni pedagogiche e didattiche)»
Predisporre un piano didattico personalizzato
Come predisporre un PdP
Il CdC, una volta individuati gli alunni con
bisogni educativi speciali, in modo collegiale
deve:
Individuare le carenze, i problemi e i bisogni
dell’alunno;
Programmare gli interventi, le attività e i
laboratori;
Ogni docente del CdC si impegna a rispettare
quanto previsto dal PdP.
Il Consiglio di Classe, periodicamente, verifica e valuta l’efficacia degli interventi programmati;
Il GLI periodicamente incontrerà i coordinatori delle classi con alunni BES per verificare e valutare le attività svolte e i risultati ottenuti attraverso gli interventi relativi agli alunni con disabilità, DSA e con altri bisogni educativi speciali.
Didattica Inclusiva
La didattica inclusiva ha come finalità quella di
far raggiungere a tutti gli alunni, attraverso la
valorizzazione delle differenze, il massimo grado
di apprendimento e partecipazione sociale. Essa:
Prevede l’utilizzo di una metodologia
partecipata e collaborativa;
Favorisce la motivazione;
Favorisce il coinvolgimento emotivo e
cognitivo
Non lascia indietro nessuno
Sviluppa la capacità di autovalutazione
Principi della didattica inclusiva:
La classe, il gruppo
Adattamento
Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti
visivi
Processi cognitivi e stili di apprendimento
Metacognizione e metodo di studio
Emozioni e variabili psicologiche
nell’apprendimento
Valutazione, verifica e feedback
La classe:
E’ necessario incentivare e lavorare su
collaborazione, cooperazione e clima di classe.
Valorizzare le strategie di lavoro collaborativo
in coppia o in piccoli gruppi.
Adattamento
E’ necessario adattare: gli stili di
comunicazione, le forme di lezione e gli spazi
di apprendimento.
Variare i materiali rispetto ai livelli di abilità
e agli stili cognitivi presenti in classe.
Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi
Uso di mappe mentali e mappe concettuali.
Uso di diagrammi, linee del tempo e di illustrazioni
significative.
Uso di fonti visive
Processi cognitivi e stili di apprendimento
La didattica inclusiva deve valorizzare i diversi
stili cognitivi presenti in classe e le diverse
forme di intelligenza.
Metacognizione e metodo di studio
L’ attività didattica ha come obiettivo
trasversale quello di rendere consapevole ogni
alunno dei propri processi cognitivi.
L’insegnante deve agire per strutturare un
metodo di studio personalizzato ed efficace,
spesso carente negli alunni con difficoltà.
Emozioni e variabili psicologiche
nell’apprendimento
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale
nell’apprendimento e nella partecipazione. È
necessario sviluppare un’ immagine di sé positiva
e avere buoni livelli di autostima e
autoefficacia.
La motivazione ad apprendere è influenzata da
questi fattori, così come dalle emozioni che
derivano dall’appartenenza al gruppo di pari.
Valutazione, verifica e feedback
La valutazione deve essere sempre formativa,
cioè finalizzata al miglioramento dei processi di
apprendimento e insegnamento.
La verifica deve essere personalizzata sia nelle
forme, sia nella formulazione delle richieste e
sia nelle forme di elaborazione da parte
dell’alunno.
Il feedback deve essere continuo, formativo e
motivante.
Indicazioni per gli Esami di Stato
Gli alunni certificati con disabilità, che hanno seguito un percorso didattico individualizzato differenziato (P.E.I.), sono valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico, relativi unicamente allo svolgimento di tale piano. Sostengono gli esami di Stato con prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate esclusivamente al rilascio dell’attestazione di cui all’articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n.323 del 1998. Ai sensi dell’articolo 16, comma 3, dell’ordinanza ministeriale 21 maggio 2001n. 90, per i voti riportati nello scrutinio finale si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate ma non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto, che la votazione è riferita al percorso didattico differenziato e non ai programmi ministeriali.
Alunni DSA
I candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di
Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell’articolo 6,
comma 6, del decreto ministeriale n.5669 del 12
luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico
differenziato, con esonero dall’insegnamento della/e
lingua/e straniera/e, sono valutati dal consiglio di
classe con l’attribuzione di voti e di un credito
scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale
piano.