Poteri speciali al super commissario per un’emergenza che ... · se. Il prefetto Catenacci, ......

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PERIODICO DI ATTUALITÀ, POLITICA, CULTURA, SPORT € 0,50 ANNO VIII N° 1 GENNAIO/FEBBRAIO 2008 No , non è un errore di stampa, abbiamo scritto proprio “Buon 2009”. Il moti- vo è semplice: visto il modo con cui il 2008 si è presentato, non ci veniva proprio di fare gli auguri di buon anno. Il pericolo della ri- apertura della discarica dei Pisani dopo 11 anni, dopo le promesse di bonifica e di riqualificazio- ne della zona, i roghi, le barricate e gli scontri compromettono definitivamente un anno già molto difficile. La decisione del Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti è stato un duro colpo per quei cittadini, per quelle associa- zioni e per tutti quelli che avevano sperato in uno sviluppo del quartiere, promosso dalla boni- fica della discarica e dalla riqualificazione della contrada Pisani anche attraverso la realizzazione del campo da golf e delle strutture ricreative e ricettive ad esso collegate. Anche se non si con- cretizzerà, la scelta di riportare i rifiuti a Pianura è una sconfitta per tutti. <segue in quarta pagina Buon 2009 Pianura L’anno inizia modo pessimo, non ci resta che sperare nel prossimo Emergenza rifiuti: decide De Gennaro I cittadini ricorrono al TAR contro la decisione di riaprire la discarica Cortei, proteste, blocchi, scontri e roghi: giornate di alta tensione nel quartiere Discarica dei Pisani: secco No dalla popolazione, dalla Municipalità. Il Sindaco Iervolino: “non è giusto che paghino sempre i più deboli” Poteri speciali al super commissario per un’emergenza che da Napoli e dalla Campania si estende a tutta Italia

Transcript of Poteri speciali al super commissario per un’emergenza che ... · se. Il prefetto Catenacci, ......

PERIODICO DI ATTUALITÀ, POLITICA, CULTURA, SPORT € 0,50 ANNO VIII N° 1 GENNAIO/FEBBRAIO 2008

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No

, non è un errore di stampa, abbiamo

scritto proprio “Buon 2009”. Il moti-

vo è semplice: visto il modo con cui

il 2008 si è presentato, non ci veniva proprio di

fare gli auguri di buon anno. Il pericolo della ri-

apertura della discarica dei Pisani dopo 11 anni,

dopo le promesse di bonifica e di riqualificazio-

ne della zona, i roghi, le barricate e gli scontri

compromettono definitivamente un anno già

molto difficile. La decisione del Commissario

Straordinario per l’Emergenza Rifiuti è stato un

duro colpo per quei cittadini, per quelle associa-

zioni e per tutti quelli che avevano sperato in

uno sviluppo del quartiere, promosso dalla boni-

fica della discarica e dalla riqualificazione della

contrada Pisani anche attraverso la realizzazione

del campo da golf e delle strutture ricreative e

ricettive ad esso collegate. Anche se non si con-

cretizzerà, la scelta di riportare i rifiuti a Pianura

è una sconfitta per tutti.

<segue in quarta pagina

Buon 2009 PianuraL’anno inizia modo

pessimo, non ci restache sperare nel prossimo

E m e r g e n z a r i f i u t i : d e c i d e D e G e n n a r o

I cittadini ricorrono al TARcontro la decisione di riaprirela discarica

Cortei, proteste, blocchi, scontrie roghi: giornate di alta

tensione nel quartiere

Discarica dei Pisani: secco No dal la popolazione, dal la Municipal i tà .I l Sindaco Iervol ino: “non è giusto che paghino sempre i più debol i”

Poteri speciali al super commissario per un’emergenza che da Napoli e dalla Campania si estende a tutta Italia

N

on solo un NO alla discarica,

anche un SI FORTE PER LA

BONIFICA VERA, EFFI-

CACE E DEFINITIVA. Per settima-

ne è stato detto ai pianuresi e a tutti

gli italiani che la discarica di Con-

trada Pisani a Pianura rappresentava

l’unica possibile, quantunque dolo-

rosa, soluzione all’emergenza rifiuti

della città di Napoli e della sua pro-

vincia. Sono convinto che questa di-

chiarazione è falsa. Non so perché è

stato fatto di tutto per convincere

tutti che bisognava necessariamente

aprire questa discarica. Forse tra

qualche anno potremo sapere quelle

verità che oggi non vengono dichia-

rate. In ogni modo oggi abbiamo

fatto noi tutti cittadini di Pianura e

di contrada Pisani a dire NO alla

discarica. Ancora più giusto e neces-

sario è chiedere oggi la bonifica,

quella vera, efficace e definitiva,

della discarica che da quando è stata

chiusa non ha mai smesso di avvele-

nare il territorio e tutti gli abitanti

dell’area circostante. Sono convinto

che sono state dette bugie perché di

ipotesi alternative a Pianura sono

presenti in molte altre parti della

Regione ed in ogni caso quella di

Pianura ha tutte le caratteristiche per

essere esclusa dal novero delle solu-

zioni possibili. Il Professore France-

sco Ortolani, geologo, in un articolo

pubblicato su un importante ed au-

torevole quotidiano nazionale ha so-

stenuto che la discarica di Contrada

Pisani è inidonea ed ha argomentato

efficacemente la sua tesi, ha anche

indicato una possibile e concreta so-

luzione alternativa. La tenuta milita-

re di Persano nella provincia di Sa-

lerno si estende su seicento ettari.

Basterebbero solo venti ettari per

fronteggiare due anni di emergenza.

Ma nessuno ascolta. Perchè? I rap-

presentanti dell’Assise di Palazzo

Marigliano hanno studiato seria-

mente questo problema ed hanno sa-

puto individuare diversi siti alterna-

tivi che è possibile utilizzare senza

mettere in pericolo la salute delle

popolazioni e, probabilmente, senza

favorire interessi economici incon-

fessabili ed occulti. Chi ha indicato

Pianura come scelta possibile ha

prodotto il disastro che è sotto gli

occhi del mondo intero. I danni di

questa scelta scellerata si protrarran-

no nel tempo. E Dio solo sa per

quanto tempo. È sotto gli occhi di

tutti come la classe politica ed istitu-

zionale locale si è rilevata incapace

e responsabilmente colpevole del

disastro di queste settimane. A loro

vanno ascritte anche le maggiori re-

sponsabilità legate al tentativo mes-

so in atto dalle frange violente e cri-

minali che hanno tentato, nella con-

fusione generale, di conquistare un

ruolo di regia della lotta contro la

discarica. La sera di venerdì 3 gen-

naio Pianura è stata messa a ferro e

fuoco da bande di criminali che a vi-

so coperto e a bordo di decine di

moto hanno imposto la chiusura an-

ticipata dei negozi ed hanno dato

fuoco a tutti i cumuli di spazzatura

presenti in strada, sotto gli occhi ter-

rorizzati dei cittadini pianuresi.

Quella sera moltissimi nostri concit-

tadini sono stati terrorizzati ed han-

no avuto paura, la stessa paura che

gli ha impedito nei giorni successivi

di manifestare scendendo in strada

insieme a quelli che lottavano mani-

festando pacificamente contro la

discarica e per la bonifica vera e de-

finitiva di Contrada Pisani. Sono

stati incendiati pullman del servizio

pubblico, sono state chiuse strade,

assaltate ambulanze, mezzi dei pom-

pieri, delle forze dell’ordine, sedi di

partito. È innegabile che in campo

sono scesi anche gruppi che non

hanno nulla a che vedere con la dis-

carica. Noi non ci illudiamo, non è

la violenza che aiuta la lotta contro

la discarica. Quella violenza isola il

movimento, lo indebolisce e lo con-

segna in mano alla camorra. In mo-

menti così difficili in cui sentiamo

minacciare le nostre libertà indivi-

duali e collettive è ancora più neces-

sario essere determinati, uniti e nu-

merosi per arginare possibili derive

antidemocratiche e violente che so-

no sempre in agguato.

di Luigi Cuomosegretario Confesercenti Pianura

coordinatore delle associazioni an-

tiracket napoletane

Il Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 200833Una lunga serie di bugie per nascondere verità scomode e responsabilità inconfessabili

Difendere Pianura e la sua libertà

(sabato 5 gennaio: la Polizia a via Dalì identifica i presuntiresponsabili delle intimidazioni ai commercianti)

In questi giorni così convulsi, con il nostroquartiere sbattuto in prima pagina daimaggiori network nazionali ed internazio-nali, ci sono molto piaciuti l’articolo di Se-bastiano Messina uscito su “La Repubbli-ca” del 9 gennaio scorso e quello de “IlMattino” del 12 gennaio. Li proponiamoalla riflessione dei nostri lettori.

“Ah, gridano tutti, se Napoli avesse già un

magnifico termovalorizzatore come quello

di Brescia! A quest’ora, invece di essere pri-

gioniera del fetore dei suoi rifiuti, ricavereb-

be dalla mondezza acqua calda e corrente

elettrica. Il termovalorizzatore, ecco quello

che ci voleva per non ritrovarsi con i viali di

spazzatura e i picchetti alle discariche. Man-

naggia a chi non l’ha costruito. Si dimetta

immediatamente chi non ha saputo imporlo.

Sia processato chi l’ha boicottato. Tutto ve-

ro, tutto giusto. Ma chi è che non l’ha volu-

to, questo benedetto termovalorizzatore?

Chi ha marciato contro? Chi ha firmatole in-

terrogazioni parlamentari? Chi si è scontrato

con la polizia? L’elenco –ahi ahi- è più as-

sortito del contenuto di un cassonetto. La

destra e la sinistra. Il vescovo e i no global.

Greenpeace e Beppe Grillo. Bertinotti e

Alemanno. Padre Zanotelli e la comunista

Katia Belillo. Un sindaco della Cdl e uno

dell’Unione. E poi i Verdi, i Disobbedienti,

il Codacons, i pensionati, i costruttori, gli ex

partigiani, i mutilati di guerra, gli ex com-

battenti …

E Di Pietro. Si, proprio lui: proprio il mini-

stro che oggi reclama le dimissioni di Bas-

solino, imputandogli troppa lentezza nell’af-

frontare il più puzzolente dei problemi, una

settimana dopo l’inizio della costruzione del

termovalorizzatore di Acerra – era il 2004 –

si domandava i motivi della improvvisa, in-

giustificata e non motivata accelerazione

che ha portato ad avviare i lavori per il ter-

movalorizzatore a ferragosto”, e invitava

perentoriamente il commissario di governo

“a sospendere immediatamente i lavori”.

Una voce tra le tante, per carità. Perché ac-

canto ai due sindaci di Acerra che marciava-

no alla testa dei cortei di protesta (prima uno

di centro destra, poi uno di centro sinistra:

staffetta bipartisan) nessuno ha mai fatto di-

stinzioni di colore politico. C’era Fausto

Bertinotti, che salutava soddisfatto “la

grande mobilitazione popolare” (corteo di

30 mila persone, finito tra lacrimogeni della

polizia con 82 feriti al pronto soccorso) e

portava “solidarietà e sostegno”. E c’era

Franco Giordano, che avvertiva Bassolino:

“Rifondazione comunista è assolutamente

contraria alla realizzazione del termovalo-

rizzatore di Acerra”. Ma c’era anche Gianni

Alemanno di AN, allora ministro delle Poli-

tiche Agricole, che scandiva il suo slogan di

lotta e di governo (“Il Sud non può essere la

pattumiera d’Italia!”) e prometteva ai mani-

festanti: se avete ragione voi, “non ci posso-

no essere dubbi sull’interruzione dei lavori”.

C’era Alfonso Pecoraio Scanio, che a nome

dei Verdi presentava interpellanze al gover-

no per chiedere il blocco dell’”ecomostro”

di Acerra. C’era un comitato di ex partigia-

ni, mutilati di guerra ed ex combattenti che

gridava. “oggi facciamo qui la nostra resi-

stenza!”. Ma c’era anche il sindaco Miche-

langelo Riemma (Cdl) che lanciava la sua

sfida anche al di là del Tevere: “Nemmeno

il Papa potrebbe farci recedere da questa

battaglia di civiltà”. Ma non c’era bisogno

di proclami tanto roboanti, perché persino il

Vescovo di Acerra, monsignor Giovanni Ri-

naldi, aveva benedetto la protesta popolare,

con un comunicato ufficiale che venne letto

la domenica in tutte le chiese della Diocesi.

Dietro il termovalorizzatore - fu anche detto

- c’era la coda del diavolo.”

Per questo termovalorizzatore Bassolinobisticciò con amici ed avversari, fino aquando, dichiarandosi impotente, si dimi-se. Il prefetto Catenacci, che nel febbraio2004 lo sostituì nel ruolo di Commissario,

riuscì ad iniziare l’opera; ma le forze con-trarie erano potenti ed agguerrite ed il ter-movalorizzatore è lungi dall’essere comple-tato. Forse adesso con De Gennaro si ve-drà finalmente la fine di questa farsa.

GENNAIO/FEBBRAIO 200844 PianuraIl Corriere di

via Campanile, 89 Tel-Fax 081/7268237EE--mmaaiill:: ccoorrrriieerreeddiippiiaannuurraa@@eemmaaiill..iitt

Direttore responsabile Antonio Di MaioEditore Associazione Il GrilloCoordinatore di redazione Augusto SantojanniImpaginazione e GraficaFabrizio RussoRedazioneClaudia Aniello; Fulvio Aniello; FrancescaBaiano, Margherita Balestrieri, ValentinaBianco, Valentina Borrelli, Rita Bosco, LuigiCarrucola, Gaetano Cervone, AntonioCoppola, Rosaria Esposito, Alessandro Etzi,Dario Ferrara, Rosa Gargiulo, Maria PalmaGramaglia, Maria Consiglia Grieco, LindaIacuzio, Anna Mele, Carmine Napoletano,Simona Pasquale, Maria Chiara Pisani,Massimo Romano, Lina Sorrentino, FlorianaSorvino, Giovanni Spina, Simona Testa

Responsabile della privacy, legge675/96

Leopoldo AgrilloStampa

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PianuraIl Corriere di

PERIODICODI ATTUALLIT¸, ECONOMIA , POLITICA,

Gennaio/Febbraio 2008 - Con Autorizzazionedel Tribunale di Napoli n¡ 5215 del

Per interveniredirettamente sulgiornale, faxate al n¡081/7268237E-mail:[email protected]

Rassegna Stampa: dicono di noi

MONNEZZA BIPARTISAN

Ci

sarebbe anche

un politico lo-

cale dietro gli

scontri degli ultimi giorni

a Pianura: lo avrebbero

segnalato i carabinieri in

un rapporto inviato alla

magistratura. Nell’esplo-

siva situazione del quar-

tiere, alla civilissima pro-

testa degli abitanti che si

sono mobilitati per dire

no alla riapertura della

vecchia discarica, si sono

mischiate voci diverse.

Gli agguati ai vigili urba-

ni, le sassaiole contro le

forze dell’ordine, le barri-

cate e gli incendi di bus,

gli assalti ai giornalisti,

sarebbero stati voluti da

persone che con la prote-

sta contro la discarica

avevano poco a che fare.

Dietro la violenza in-

comprensibile che per

una settimana ha reso i

Campi Flegrei terra di

nessuno, ci sarebbero

aspiranti leader intenti a

regolare conti con avver-

sari, ma anche con com-

pagni di partito. E non

solo: la mano d’opera,

per così dire, sarebbe sta-

ta fornita da gruppi di ul-

trà solitamente dediti al

vandalismo da stadio.

Giovani, e anche giova-

nissimi, che, volto coper-

to e spranghe in pugno,

hanno terrorizzato un in-

tero quartiere. E gli in-

quirenti non escludono

che anche la malavita ab-

bia giocato con la prote-

sta: è un fatto che tra i

fermati colti in flagrante

nei giorni scorsi mentre

colpivano le forze del-

l’ordine, ci sono molti

pregiudicati. Nelle mani-

festazioni di piazza le

forze dell’ordine hanno

anche individuato alcune

persone già precedente-

mente arrestate. Ora si

esaminano anche alcuni

video girati nei giorni

scorsi. Vicende che, è be-

ne ripeterlo, niente hanno

a che vedere con la pro-

testa di chi non vuole la

riapertura di una discari-

ca dove per decenni sono

stati seppelliti i rifiuti del-

la città e dove, si ripete

nel quartiere, finirono an-

che i rifiuti tossici portati

dalla camorra. E, infatti,

le manifestazioni di paci-

fico dissenso vanno

avanti.

d.d.c.

<segue dalla prima

E,

come tutte le sconfitte, ha

diversi responsabili: al

primo posto è doveroso

mettere il Commissariato per

l’Emergenza Rifiuti che nel corso

di oltre un decennio, impiegando

ingenti risorse economiche, non è

stato capace di risolvere in manie-

ra definitiva il problema e che, pur

avendo pieni poteri in materia, è

stato spesso ostaggio dei partico-

larismi e delle proteste dei cittadi-

ni contrari all’apertura delle disca-

riche nei loro comuni. Situazione

che ha tenuto la Campania in gi-

nocchio per diversi anni. Respon-

sabile della sconfitta è anche la

classe politica: se le istituzioni

avessero rispettato le promesse e

portato a termine la riqualificazio-

ne della zona, sicuramente oggi ai

Pisani ci sarebbero verde, aria pu-

lita, un campo da golf, un maneg-

gio e delle strutture ricettive e non

la paura di essere invasi dalla puz-

za e rifiuti. Ci sarebbe lavoro e

sviluppo per il quartiere. Ma come

sempre, alle promesse non sono

seguiti i fatti e allora, tra ritardi e

incapacità, la riqualificazione è

tramontata e si è tornati indietro di

15 anni. Responsabili della situa-

zione attuale sono anche quelle

forze politiche del quartiere che,

in maniera strumentale, all’epoca

tendevano a sminuire ed in alcuni

casi a ridicolizzare il progetto di

riqualificazione: “Ma come – di-

cevano – un campo da golf sulla

discarica? Ma che benefici avreb-

bero i cittadini di Pianura da que-

sto progetto? Il golf è un gioco per

ricchi, i pianuresi non vi potrebbe-

ro mai giocare…” E cosi, come

spesso accade nel nostro quartiere,

la classe politica si è dimostrata

miope ed incapace di cogliere i

reali benefici che tale iniziativa

avrebbe portato in termini di svi-

luppo economico e sociale. Con

queste premesse, abbiamo deciso

quindi di andare avanti di 365

giorni e di proiettare i nostri au-

spici al 2009. Nella speranza che

le promesse, le ennesime, che le

istituzioni hanno fatto al quartiere,

si siano avverate e che veramente

il problema discarica a Pianura sia

diventato solo un brutto ricordo.

Antonio Di Maio

(Da Il Mattino 12/01/2008)

Gli 007: un politico localedietro gli scontri a Pianura

Buon 2009 Pianura

Inchiodato da un video che lo ritrae mentre vaall’attacco ed incita a colpire le Forze dell’ordine

(Dalla Rebubblica 9/01/2008)

I

l coordinamento Pianura NO

alla discarica nasce la sera del

5 gennaio a seguito delle vio-

lenze urbane registrate e riportate

in modo eclatante dalla stampa di

mezzo mondo per la vicenda ri-

fiuti a Pianura. Tutto si è mosso

con un giro di sms che convoca-

vano un incontro di persone civi-

li, esponenti di associazioni e di

rappresentanti di categorie. Dopo

il primo incontro in cui si discute-

va degli effettivi rischi della scel-

lerata ipotesi di riaprire la ex dis-

carica di Pisani e della necessità

di dare il giusto risalto alla prote-

sta civile e pacifica, si è allargato

il numero dei partecipanti convo-

cati nella serata successiva. In

quella sede si è deciso di dare

un’organizzazione e un nome al

gruppo e di portare avanti un’a-

zione visibile capace di coinvol-

gere le persone di pianura che,

pur sapendo la notizia, non perce-

pivano pienamente la pericolosità

dei risvolti per l’eventuale riaper-

tura dei Pisani legati a fattori di

depressione economica con un

calo delle vendite e del valore im-

mobiliare nonché di quello socio

culturale che ci ha proiettati nel

mondo come quartiere-monnezza

dopo circa 50 anni di passione

subita. Volevamo anche riprende-

re la vita quotidiana gravemente

scossa dagli atti di teppismo che

avevano messo il quartiere in un

angolo senza via d’uscita costrin-

gendo le persone ad una sorta di

barricata domestica. Con un vo-

lantinaggio molto improvvisato

abbiamo convocato un raduno al-

la rotatoria di Monteoliveto (bar

Etoile) per una marcia per le vie

di Pianura. La marcia è stata un

primo momento di distensione

anche per manifestare

l’incredulità rispetto alla impro-

ponibile ipotesi di far precipitare

Pianura indietro di mezzo secolo.

Oltre 3000 persone si sono acco-

date dietro uno striscione fatto

con un lenzuolo e scritto frettolo-

samente con lo spray. Gli slogan

scanditi che poi hanno caratteriz-

zato le marce delle sere successi-

ve, dove si sono registrate oltre

7000 partecipanti tra famiglie e

associazionismo, scuole oltre che

parrocchie e rappresentanti di ca-

tegorie, sono stati: Pianura è qui

per la Legalità e per la dignità;

No alla discarica e non alla vio-

lenza. Chiunque poteva parlare al

megafono e dire le ragioni del

suo dissenso. Man mano che il

corteo si snodava per le strade si

invogliavano le persone affaccia-

te alle finestre a prendere parte al-

la civile protesta perché il coin-

volgimento era inevitabile essen-

do un problema di tutti nessuno

escluso. Sul volantino era scritto

Pianura svegliati! E sembra che,

dopo anni di intorpidimento della

nostra collettività, un primo inizio

di ripresa di coscienza civica e di

sana rivendicazione dei propri di-

ritti stia davvero prendendo for-

ma organizzata. La protesta è ar-

rivata anche al centro della città

con una marcia cui abbiamo par-

tecipato ancora una volta in modo

pacifico tutelando le nostre riven-

dicazioni ed evitando strumenta-

lizzazioni di ogni genere. Se la

battaglia darà i suoi frutti, come

tutti si auspicano, con

l’esclusione perentoria di Pianu-

ra dalle scelte del super com-

missario De Gennaro, allora si

passerà alla rivendicazione della

bonifica seria dell’area dei Pisa-

ni e della raccolta differenziata

porta a porta come avviene nei

paesi più progrediti. Noi siamo

consapevoli che abbiamo da

sempre, a differenza di qualche

benpensante, la cultura della dif-

ferenziata ma c’è la necessità di

avere un’Amministrazione snella

e funzionale che dia compimento

strutturale e significato alla sepa-

razione dei materiali non man-

dando tutto nella risolutiva idea

di usare, ancora oggi, unicamente

le discariche. Lo stesso coordina-

mento avendo riscontrato poco

interesse per la civiltà con cui si

sono manifestate le proteste dei

cittadini di Pianura ha messo su

un sito di informazione sui pro-

positi e sui progetti del movimen-

to che, ancora oggi, è subissato di

contatti e scambi e-mail.

Salvatore Varchetta

di Valentina Borrelli

D

omenica 6 Gennaio, Solennità dell’

Epifania del Signore, durante tutte le

Sante Messe che sono state celebrate

nelle Parrocchie della Diocesi di Pozzuoli,

a partire dalle Messe vespertine, è stato let-

to il comunicato stampa del 4 Gennaio re-

datto dalla Diocesi di Pozzuoli a seguito dei

gravi fatti che si stanno verificando nella

zona di Pianura-Contrada Pisani a causa

dell’emergenza rifiuti e della riapertura del-

la discarica di Pianura. Mossa dalla preoc-

cupazione circa la tutela e il rispetto del ter-

ritorio, nonché della salute delle persone, la

Diocesi di Pozzuoli ha indicato il “dialogo”

quale migliore risposta alle nuove sfide so-

ciali, l’ utilizzo delle innovazioni suggerite

dalla scienza e dalla tecnica per risolvere il

problema dei rifiuti e ha invitato i fedeli a

promuovere opportune azioni d vigilanza e

di denuncia.

“Alla luce di queste indicazioni sinodali, èindispensabile: definire al più presto dellelinee-guida che puntino ad una risoluzionedefinitiva del problema dei rifiuti, che of-fende la dignità delle nostre popolazioni,che ferisce in maniera grave il nostro terri-torio, influenzandone in maniera negativalo sviluppo socio-economico e le attivitàconnesse (in primo luogo, quelle turistiche).Occorre uscire dall’emergenza e puntarealla riqualificazione del territorio non solodei Campi Flegrei, ma di tutta la Campa-nia. E’ intollerabile che a tutti oggi non siriescano ad intravedere vie di uscita da unasituazione che altre Regioni hanno già bril-lantemente risolto, magari con impianti -come per esempio quello di Mestre - cherendono possibile lo smaltimento dei rifiutianche in assenza di una seria e adeguataraccolta differenziata. Ciò implica respon-sabilità istituzionali a tutti i livelli, non sol-tanto per quello che non si è riusciti a farefino ad oggi, ma anche per l’incapacità diproporre in tempi brevi una soluzione seriae radicale al problema; - che venga ascol-tata la voce degli abitanti del territorio,cercando di rispondere alle richieste di si-curezza per la salute e di chiarezza circa lareale durata della riapertura, nonché dicontrollo circa quello che realmente verràsversato nella discarica, in modo che sia

impedita ogni possibile forma di infiltrazio-ne da parte di organizzazioni malavitose ecamorristiche; procedendo nel contempoall’elaborazione di un progetto complessivodi sviluppo per la zona. Inoltre, non è possi-bile accettare il ricorso, da parte di nessu-no, alla violenza o a provocazioni che fac-ciano ulteriormente salire la tensione. Èfondamentale da parte di tutti cercare ilmodo per avviare un reale dialogo tra citta-dini e istituzioni. Ci rendiamo conto che lasituazione non è semplice. Cerchiamo tutta-via, in questo momento così drammaticoper il nostro territorio, di far prevalere an-cora una volta la voce della ragione e deldialogo, nella convinzione che solo in que-sto modo si possono individuare tutti insie-me delle possibili soluzioni. Siamo consa-pevoli dei gravi rischi per la salute dellepersone - in primo luogo delle fasce più de-boli, dei bambini e degli anziani - a causadei cumuli d’immondizia presenti per lestrade e dei pericoli derivanti dalla lorocombustione. Allo stesso tempo, non voglia-mo far mancare il nostro sostegno a coloroche temono per la riapertura della discari-ca di Pianura: comprendiamo e condividia-mo tutte le loro paure, e per questo chiedia-mo precise garanzie alle Autorità che han-no preso tal decisione. Non possiamo peròtacere che è urgente e necessaria un’ operadi educazione della popolazione sul temadei rifiuti, in modo da evitare comporta-menti che aggravano la situazione (comeincendiare o gettare i rifiuti per strada, nonfare la raccolta differenziata, non avere stilidi vita adeguati alla drammaticità della si-tuazione). Ci sembra giunto il momento diporre in essere da parte di tutti segni precisidi speranza che facciano guardare con fi-ducia al futuro, aprano nuove vie lì dovesembra che non ce ne siano.”

GENNAIO/FEBBRAIO 200855Coordinamento Pianura NO alla Discarica, un movimento pacifico e democratico

PianuraIl Corriere di

“Non vogliamo i rifiuti ma la bonifica dei Pisani”Il movimento ha portato in piazza oltre 10.000 persone per protestare contro la riapertura dello sversatoio

Emergenza rifiuti: la parola alla Diocesi di Pozzuoli

(Monsignor Gennaro Pascarella, Vescovo di Pozzuoli

GENNAIO/FEBBRAIO 200866

di Arturo Longobardo

C’

è stato un tempo in cui la discarica di Pianura si

chiamava Osservatorio Ecologico; sì: Osservatorio

Ecologico ed io, maestro elementare, ci portavo i

miei alunni a osservare le Magnifiche sorti e progressive del-

l’umanità in cammino. Lì, sulla spianata di Pisani, ci aspetta-

va un distinto signore con camice bianco e barba da dottore

che ci faceva da guida, raccontando ai miei increduli alunni

che le lampade accese agli angoli dei capannoni, nonché quel-

le sulle scrivanie all’interno degli stessi capannoni e i calorife-

ri alle pareti erano messi in funzione dall’energia prodotta dal-

la spazzatura depositata sotto i nostri piedi. E per essere mag-

giormente convincente con i miei sempre più increduli alunni,

ci condusse ai bordi di quella spianata che dava su un burrone

dalle pareti scoscese ricoperte da un enorme tendone scuro,

raccontandoci intanto che la zona faceva parte dei Campi Fle-

grei, caratterizzati dalla presenza di una certa quantità di crate-

ri (ce ne disse il numero) e che noi eravamo ai bordi di uno di

essi, all’interno del quale veniva versata la spazzatura. Il tem-

po poi si sarebbe preoccupato di trasformare la spazzatura in

gas o qualcosa del genere. La nostra guida ci preannunciò pu-

re la capacità di quello spazio enorme che la benefica natura

aveva regalato a noi napoletani, che sarebbe durato addirittura

fin verso il duemila. Lui indicò, conti alla mano, una data pre-

cisa, ma gli anni, tra le tante altre cose, riducono anche la me-

moria! Non ci disse quale degli altri crateri dei Campi Flegrei

si sarebbe utilizzato dopo Pisani: quello di Agnano, Astroni,

Pianura? O Quarto? All’interno del cratere, che nella memoria

(scolastica) mi rassomiglio all’Inferno dantesco, si distendeva

lungo la parete un largo sentiero in terra battuta attraverso il

quale i camion depositavano giù la spazzatura. Alla fine ci

vennero offerti cornetti e succhi di frutta. L’osservatorio eco-

logico si colmò nel corso del tempo e fu dismesso negli anni

novanta. Qualche albero era spuntato e cresciuto lungo i bordi

del vecchio cratere ormai colmo e si disse che se ne sarebbe

fatto un campo da golf o qualcosa di ugualmente esotico! O

un’isola ecologica comunque: si è a ridosso del cra-

tere degli Astroni! E l’erba cresciuta aveva cancel-

lato o almeno mascherato l’aspetto lunare che lo

connotava. E gli alunni non sono più venuti a visita-

re l’osservatorio ecologico: il suolo è instabile come

e più di quello della Solfatara (altro cratere dei

Campi Flegrei) e col tempo si abbassa lentamente

ma inesorabilmente il suo livello. E la spazzatu-

ra…la spazzatura continua a far parte del nostro

quotidiano: cresce ai bordi delle strade come i fiori

a primavera. Non si fa in tempo a raccoglierla che

rispunta a tutte le ore, ovunque, qualche volta anche

nei cassonetti per l’immondizia, ma sempre visibi-

le, perché i cassonetti a Pianura non hanno coper-

chio; ce l’avevano quando furono sistemati, ma c’è

sempre qualcuno che si preoccupa di toglierli, rite-

nendo che un cassonetto chiuso non verrà mai aper-

to per depositarvi i sacchetti di spazzatura (nessuno

a Pianura è in grado di aprirli premendo col piede

sull’apposita sbar-

ra)…resterebbero

così tristemente vuo-

ti. Perché tutto que-

sto? Altri aspirano

ad avere un mondo migliore:

giardini pubblici, viali alberati,

marciapiedi sgombri dalle au-

to, nient’altro…Noi sogniamo

di uscire la mattina e di non

trovare all’angolo il solito

mucchio di spazzatura. Eppure

l’equazione è semplicissima:

se tutti depositassero la spazza-

tura di sera, non se ne vedreb-

be fino alla sera successiva.

Non è così, bambini? E loro,

gli alunni, concordano tutti. Le

campagne si susseguono alle

campagne, le pareti della scuo-

la si riempiono di cartelloni,

lettere vengono spedite all’A-

sìa, al Sindaco, a Babbo Nata-

le, a Gesù Bambino sul Prese-

pe! E’ arrivato Natale, poi Ca-

podanno, e con l’Anno Nuovo

la spazzatura è cresciuta, cre-

sciuta a dismisura, come non

se n’era mai vista prima e ha

invaso le strade, i marciapiedi,

tutto; e cresce di giorno in

giorno, di ora in ora in un cre-

scendo felliniano: un vortice

avvolge la città che dorme, si

infila nei vicoli più stretti, pas-

sa per i decumani, risale via

Toledo, si avvia verso il Vome-

ro, ridiscende per Corso Euro-

pa, prende via Manzoni, scivo-

la per Via Petrarca e giunta a

Mergellina si infila nella Grot-

ta e di lì a Pianura portando

con sé tutta la spazzatura della città! E’ il cratere di Pianura

quello da colmare nei prossimi cinquant’anni? Splendido do-

no offerto ai napoletani dalla natura benefica? No, bambini.

State tranquilli. Vi promettiamo, noi adulti vi promettiamo

che ciò non avverrà. E non ci metteremo di traverso per impe-

dire il passaggio degli automezzi verso la discarica dei Pisani,

non trascineremo i cassonetti versando la spazzatura al centro

della strada, non le daremo fuoco ammorbando l’aria e soffo-

candovi il respiro, non la trascineremo davanti alle scuole per

impedirvene l’accesso. Noi non faremo tutto questo. Non lo

faremo. Ma la raccoglieremo differenziandola a seconda che

sia carta o vetro o plastica e la depositeremo negli appositi

contenitori nelle ore stabilite, e non la mattina quando vi ac-

compagniamo a scuola o ci rechiamo al lavoro! E vi promet-

tiamo pure che non lasceremo le cicche per terra, né le carte

né altri tipi di rifiuti, dando a voi il buon esempio, come è be-

ne che facciano sempre gli adulti. Noi questo vi promettiamo.

E noi tutti sappiamo che le promesse fatte ai bambini vanno

sempre mantenute, perché essi diventeranno adulti.

Quando la discarica si chiamava “osservatorio ecologico”

PianuraIl Corriere di

PIANURA COME BAGHDAD

Impressioni e considerazioni dei ragazzi pianuresi

di Maria Palma Gramaglia

L

’emergenza rifiuti a Pianura ha coinvolto anche delle scuole del territorio che so-

no rimaste vuote nonostante la discutibile ordinanza del ministro Fioroni che ha

obbligato i Dirigenti Scolastici a lasciare aperti i presidi scolastici. Molti genitori

non hanno consentito ai figli di recarsi a scuola, vuoi per le strade non percorribili a

causa dei rifiuti, sia per il timore dei tafferugli e della guerriglia urbana accadute nel-

le nostre strade, le cui immagini sono rimbalzate nei telegiornali di tutto il mondo.

Abbiamo provato a raccogliere le impressioni dei ragazzi della SMS Russo di Pia-

nura, che hanno manifestato il loro sdegno e anche il loro disagio rispetto a quanto

accaduto nel nostro quartiere nei giorni passati. Mattia spiega dell’impossibilità di

poter raggiungere la scuola, nel periodo dell’emergenza, perché le strade sono state

ostruite per giorni da rifiuti d’ogni genere e che, secondo lui, la soluzione per risol-

vere il problema consiste nei termovalorizzatori, Anna Rita invece, manifesta la sua

vergogna ad appartenere ad una regione sommersa dalla spazzatura, mentre Lorenzo

C. parla della camorra e di come alcuni la ritengono responsabile degli atti di vanda-

lismo contro le forze dell’ordine e dei loro mezzi, infatti, Lorenzo R. ritiene che lo

scopo di questi, che lui definisce delinquenti, non è stato quello di aiutare e sostene-

re le ragioni degli abitanti pianuresi bensì di attaccare la polizia. Ilaria si chiede co-

me mai in alcuni quartieri della Napoli bene, nonostante l’emergenza rifiuti, la rac-

colta è continuata e quindi queste zone sono rimaste pulite e Valentina M. a questo

punto dice che sarebbe stato giusto che tutti i napoletani, anche quelli dei quartieri

alti, avrebbero dovuto sostenere le proteste dei concittadini disagiati. Luigi, ancora,

ritiene Bassolino, il Governatore della Regione Campania, il responsabile dell’emer-

genza, proprio lui che più volte aveva promesso che la discarica in contrada Pisani

non sarebbe mai stata riaperta, anzi ricorda Valentina S. quella zona era stata desti-

nata ad altri scopi, come quello di realizzare un campo da golf. Ma il sentimento di

tutti, come lamenta Monica, è stata la paura di infezioni ma anche la vergogna di un

popolo, anzi di quella parte sana di Pianura, che civilmente ha protestato e che inve-

ce ha visto la sua dignità calpestata e denigrata da gruppi di facinorosi che non con-

dividevano assolutamente le ragioni della protesta e hanno ridotto Pianura, sottoli-

nea con veemenza Mattia, come Baghdad.

(nella foto, lʼarea della discarica vista dal satellite)

“P

ianura per ol-

tre 30 anni ha

sopportato il

peso e i costi sociali del-

lo smaltimento, ingoian-

do tutti i rifiuti, compre-

si quelli speciali. Con-

trada Pisani è abbando-

nata: non ha infrastruttu-

re, fogne, strade, illumi-

nazione. Vive nuova-

mente l’incubo di torna-

re ad essere uno sversa-

toio a cielo aperto”. E’

questo il nocciolo della

lettera che il Presidente

della Municipalità Tirelli, nei primi

giorni di presidio ai Pisani, ha indiriz-

zato al Presidente della Repubblica

Napolitano in vacanza a Capri.

Presidente Tirelli, contro la riaper-

tura della discarica Lei ha scritto

anche al Presidente della Repubbli-

ca Napolitano. Cosa gli ha chiesto?

“Abbiamo chiesto un suo autorevole

intervento in qualità di Capo dello

Stato, abbiamo messo le nostre vite

nelle sue mani, sapendo di essere in

buone mani”.

Dopo tale iniziativa ci si aspettava

un diversa attenzione da parte del

Commissario per l’emergenza rifiu-

ti nei confronti delle ragioni dei cit-

tadini di Pianura?

“In realtà il Commissariato non ha te-

nuto minimamente in considerazione

le nostre ragioni. Anzi, a dire il vero,

ci siamo sentiti presi in giro: i tecnici

ci hanno spiegato che ci saranno ga-

ranzie rispetto ai cattivi odori e all’i-

giene ma non c’è stata alcuna valuta-

zione politica. E questo ci ha deluso

molto. Inoltre, il Com-

missario non ci ha dato

termini per il funziona-

mento del sito: si parla

di aspettare il via del-

l’inceneritore di Acerra

che non si sa quando

avverrà.”

Come si è mossa

l’istituzione municipa-

le in questa crisi?

“Abbiamo fatto Consi-

gli straordinari, cercato

di incontrare il Com-

missario Straordinario a

cui abbiamo invito i do-

cumento che il Consiglio ha prodotto.

Abbiamo fatto capire chiaramente al

Commissario che Pianura non vuole

riaprire una discarica che ha già pro-

vocato danni ambientali e alla salute

dei cittadini e dove è in corso una bo-

nifica della discarica abusiva per veri-

ficare i danni di 40 anni di discarica.”

Sarebbe disposto a trattare la ri-

apertura della discarica in cambio

di esenzioni fiscali, fogne, strade,

posti di lavoro, etc?

“Assolutamente No. Il No alla discari-

ca è secco e categorico. Non c’è con-

tropartita che tenga. Il diritto alla salu-

te non può essere oggetto di trattative

o di compromessi”.

Quali sono le prossime mosse?

“Abbiamo già presentato, assieme ai

cittadini di Pianura, un ricorso al TAR

per bloccare la decisione del Commis-

sariato. La mobilitazione continua,

staremo a vedere quali saranno gli svi-

luppi”

Adm

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 200877La Municipalità è stata categorica: NO alla discarica

Intervista al Presidente della Municipalità Fabio Tirelli, in prima lineanella protesta contro la riapertura dello sversatoio dei Pisani

si organizzan

o feste

di compleann

o perbam

bini

T

afferugli, blocchi

stradali, assalti alle

forze dell’ordine, ai

medici del 118, autobus

incendiati, il quartiere

isolato: questo lo scenario

che Pianura ha mostrato

per molti giorni.

Lei è rimasto sorpreso

dalla violenta reazione

che si è avuta nel quar-

tiere in seguito alla deci-

sione di riaprire la dis-

carica?

“Assolutamente No. Solo

chi vive lontano dalla no-

stra realtà lo poteva cre-

dere. Detto questo, però, devo subito ag-

giungere che le manifestazioni di violenza

sono state perpetrate da gruppi a cui non

importa niente della discarica. Il loro uni-

co obiettivo era quello di ingaggiare scon-

tri con polizia e carabinieri e fare quanti

più danni era possibile. Si è avuta una pe-

ricolosissima alleanza tra centri sociali,

ultras del Napoli e soldati della camorra.

La gente, invece, ha manifestato con du-

rezza e determinazione – certo – ma sem-

pre nei limiti di una protesta civile.”

Ma come si è arrivati a ciò? Di chi sono

le responsabilità?

“Questo è un terreno minato. Sicuramente

Bassolino ha grandi colpe, ma prima di

lui, con le stesse competenze e responsa-

bilità ci sono stati Rastrelli (prestigioso

esponente di Alleanza Nazionale ) e Lo-

sco. Bassolino ha svolto le funzioni di

Commissario dal 2000 al mese di feb-

braio del 2004. Rassegnò le dimissioni

dall’incarico quando si rese conto che tut-

te le realtà locali si opponevano a qualsia-

si soluzione al problema dei rifiuti. Nessu-

no li voleva nel proprio territorio. Questo

atteggiamento segnò la sconfitta della po-

litica.”

Cosa è successo da allora?

“Sono trascorsi quasi quattro anni. Un

tempo sufficiente a trovare soluzioni an-

che per un problema così complesso. In

questo frattempo sono stati nominati

Commissari Governativi i prefetti Cate-

nacci, Bertolaso, Pansa, Cimmino. Queste

persone, scelte per la loro

capacità e professionalità,

a cui sono stati affidati

grandi poteri, non avevano

nessun obbligo di sotto-

porsi a quelle estenuanti

mediazioni con le realtà

locali che, invece, aveva

dovuto subire Bassolino,

condannandolo all’immo-

bilismo ed all’impotenza.

Eppure non hanno risolto

il problema. Anzi lo hanno

esasperato e ingigantito.”

In che senso?

“Dopo quattro anni hanno

estratto dal cilindro la so-

luzione magica. Per risolvere il problema

dei rifiuti – hanno detto – l’unica soluzio-

ne è riaprire la vecchia discarica di Pianu-

ra chiusa nel 1996 e che per 43 anni aveva

accolto i rifiuti di tutta la Campania. Ma

possibile che non c’è alcun altro luogo?

Avete avuto quattro anni di tempo per tro-

vare un’altra soluzione. E’ evidente che,

in altri posti, le realtà locali si sono oppo-

ste ed i Commissari hanno fatto marcia

indietro. A Pianura, invece, stanno usando

tutti i poteri che il Governo ha messo a lo-

ro disposizione. Ancora in questi giorni la

sindaca Iervolino ha indicato almeno altri

sette siti. Ma, ormai, non c’è più tempo;

hanno detto alla Prefettura. Certo, forse

adesso è così; ma le responsabilità sono

tutte vostre.”

Ha ragione, allora, la Iervolino, che si è

opposta fino allo stremo alla riapertura

della discarica?

“Ha ragione da vendere. La sindaca cono-

sce molto bene il problema. Più volte ha

parlato con i diretti interessati ed ha avuto

discussioni, anche vivaci, con gli abitanti

di Pisani.”

Come si esce da questa situazione?

“Al punto in cui siamo precipitati, temo

che dovremo necessariamente subire le

conseguenze della inettitudine dei vari

prefetti che si sono succeduti a capo del

Commissariato. Ma il quartiere non deve

rassegnarsi. La riqualificazione e la rina-

scita di Pianura passa anche attraverso

questa brutta pagina.”

Intervista a Fabio Russo, dirigente del Partito DemocraticoEmergenza Rifiuti: chi sono i responsabili?

Non è tutta colpa di Bassolino: prima e dopo di lui

ci sono stati altri 8 commissari per l’emergenza

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 200888

di Maria Palma Gramaglia

S

degno e amarezza, questi sono i sentimen-

ti che animano gli abitanti di Pianura, il

quartiere che in questi ultimi giorni è sali-

to alla ribalta della cronaca per l’emergenza

rifiuti. Solo la riapertura della discarica in con-

trada Pisani, chiusa da 13 anni, secondo il com-

missariato straordinario per i rifiuti potrà sanare

l’emergenza che da mesi attanaglia Napoli.

Questa riapertura, ampiamente criticata dalla

popolazione locale e dallo stesso sindaco

Iervolino, rappresenta per il nostro quartiere una

sconfitta, un ritorno al passato che pensavano

morto e sepolto proprio sotto le montagne di

spazzatura che hanno reso la nostra città una

discarica a cielo aperto. Nei giorni passati abbia-

mo assistito e scene raccapriccianti, a partire dai

roghi che a centinaia si sono levati sprigionando

la letale diossina, agli scontri tra i manifestanti e

la polizia che ha caricato i partecipanti ai nume-

rosi cortei e ai presidi organizzati per evitare

l’apertura del sito. Per giorni il traffico è rimasto

paralizzato anche perché è stato compromesso il

trasporto pubblico sia su rotaie che quello degli

autobus. Il nostro quartiere si sforza da anni di

riemergere dal degrado e dallo stato di abban-

dono nel quale le autorità cittadine ci relegano,

ma allora a che cosa servono le pregevoli ini-

ziative di cui il nostro quartiere si fa foriero, vedi

l’Associazione Antiracket, “Pianura per la

Legalità”, la prima associazione antiracket nata

sul territorio nazionale e che per noi pianuresi

rappresenta un fiore all’occhiello? Tutto inutile.

Il nome di Pianura è rimbalzato da un telegior-

nale ad un altro per l’emergenza rifiuti, per gli

scontri e per le scene di guerriglia che rimanda-

no a uno scenario di guerra. Ma noi non ci

vogliamo rassegnare al destino di un quartiere

da serie B, da un quartiere da biasimare, la

nostra dignità non potrà mai essere sepolta sotto

la coltre della “mondezza”.

Pianura sotto il segno della MONNEZZA

di Margherita Balestrieri

P

er molte famiglie del nostro

quartiere, questo Capodanno è

stato tutt’altro che un giorno di

festa da trascorrere in serenità con i

propri cari. Dal 29 dicembre, su que-

ste persone si è abbattuto nuovamente

un incubo che sembrava scongiurato

una volta e per tutte più di dieci anni

fa, quando fu chiusa la discarica dei

Pisani, riaperta solo temporaneamente

come sito di trasferenza nel 2003. Per

far fronte all’emergenza rifiuti delle

ultime settimane, le istituzioni hanno

pensato di augurare Buone Feste ai

pianuresi, riaprendo la “storica” disca-

rica, dove convogliare le balle già

pronte ed i rifiuti raccolti nelle strade,

che ormai versano in condizioni ver-

gognose e ad alto rischio igienico-sa-

nitario.

Gli abitanti di Pianura e di quelli delle

zone limitrofe, come Quarto e Poz-

zuoli, proprio non ci stanno. La riaper-

tura della discarica è per loro, innanzi-

tutto, una delusione perché sentono

che sono state vane le dure lotte del

passato che, a loro tempo, furono dif-

ficili e rischiose; ma sono anche pieni

di rabbia e avvertono un profondo

senso di umiliazione, nel pensare che

il luogo dove vivono i loro bambini,

ritorni ad essere un immondezzaio

maleodorante e nauseabondo. Per fini-

re sono letteralmente “terrorizzati” al

pensiero di scontrarsi nuovamente con

le forze dell’ordine; sono persone nor-

malissime, tranquille, perbene che per

difendere il loro sacrosanto diritto di

vivere in un ambiente pulito, sono co-

stretti ad improvvisarsi “guerriglieri”.

Uomini e donne, indifferentemente,

parlano di occupazione e di blocchi di

strade, di presidi permanenti, di cortei,

di manifestazioni, di comitati, con una

passione ed uno spirito di sacrificio

encomiabili. E’ chiaro che sia così e

non potrebbe essere altrimenti: si gio-

ca sulla loro pelle e quella delle loro

famiglie. Può comprendere l’angoscia

di queste persone solo chi ricorda

l’odore ripugnante che si sentiva anni

fa, quando si passava per la contrada

Pisani. La stessa puzza stomachevole

in qualsiasi ora del giorno e in qualsia-

si stagione dell’anno, senza tregua.

Non si può e non si deve accettare che

in Italia, in un paese civile e moderno,

ancora oggi, nel 2008, centinaia e cen-

tinaia di cittadini, che pagano regolar-

mente le tasse, debbano vivere a pochi

metri da una discarica a cielo aperto e,

quindi, nemmeno a norma di legge do-

ve – in una città come la nostra – chis-

sà quanti e che tipi di materiali tossici

si possano “inavvertitamente” deposi-

tare, insieme ai rifiuti urbani, con dan-

ni irreparabili sull’ambiente e sull’uo-

mo.

Pisani: allarme discarica

Il nuovo anno nasce tra lo sdegno e l’amarezza

Forti e continue le proteste dei cittadini

H

o visto uomini e donne marciare contro una decisione scellerata di riaprire la

discarica in contrada pisani; ho visto uomini e donne manifestare contro la ri-

apertura della discarica; ho visto facce bendate, girare con i motorini e incu-

tere il terrore tra la gente; ho visto cumuli di spazzatura bruciare; ho visto isole eco-

logiche e autobus dati al fuoco; ho visto scuole vandalizzate; ho visto la disperazione

e la paura negli occhi di tanti abitanti; ho visto la rabbia di chi pensava che era giun-

to il tempo di bonificare. Quante cose abbiamo visto e sentito in questi giorni, abbia-

mo vissuto momenti indicibili, la protesta per alcuni è diventata il pretesto per ali-

mentare sopraffazione e violenza. Non dimenticheremo mai quello che abbiamo vi-

sto e come siamo stati trattati, ancora una volta, la politica ha dato il peggio di sé e le

scellerate scelte sono cadute sulla testa della povera gente. La salute dei cittadini di

Pianura non preoccupa nessuno, non preoccupa chi ha scelto Pianura come discarica

non preoccupa chi ha incendiato plastica e rifiuti in modo scellerato. A noi abitanti di

pianura ci preoccupa non poco la salute dei nostri figli, siamo stufi di essere conside-

rati cittadini con meno diritti, siamo stufi di vederci piovere addosso scelte che sem-

brano le uniche possibili rivelandosi, invece, il peggiore male per la città e per il no-

stro quartiere. Si è pronunciato anche il geologo Francesco Ortolano dicendo che è

pura follia pensare di riaprire la discarica di Pianura. E’ pura follia pensare di tappare

falle di commissariato straordinario mal gestito portando i rifiuti in una zona che per

40 anni è stata usata come discarica. E’ tempo di bonificare le aree ex discarica e da-

re dignità ai cittadini e le cittadine di Pianura.

Rosaria Esposito

Bonifica e riqualificazione: solo così si ridà fiducia edignità ai cittadini e alle cittadine di Pianura

GENNAIO/FEBBRAIO 200899

L’

Italia sta diventando

sempre di più il paese

dei blocchi stradali: tas-

sisti, camionisti, agricoltori, alle-

vatori. Tutte le categorie, per ri-

vendicare un proprio diritto o per

sollecitare la soluzione dei loro

problemi, paralizzano la circola-

zione nelle città e sulle autostra-

de. Questa estrema forma di pro-

testa–ricatto è spesso proficua per

chi la attua (vedi tassisti o camio-

nisti) ma è sempre esasperante

per la maggioranza degli italiani,

costretti a sopportare enormi dis-

agi. Anche nel caso della protesta

contro la discarica dei Pisani, si è

fatto ampio ricorso ai blocchi

stradali, spesso sfociati in episodi

di guerriglia urbana ad opera di

delinquenti che poco avevano a

che fare con le ragioni della pro-

testa ma che hanno approfittato

della situazione per scontrarsi

con le forze dell’ordine. Questi

atti di teppismo, questa violenza

non ha certamente giovato alla

battaglia contro la riapertura della

discarica anzi, sono stati dele-

teri in quanto hanno creato un

clima di paura, causando un

allontanamento della maggio-

ranza delle persone dalle ra-

gioni della protesta. Gli auto-

bus bruciati, i cassonetti e i cu-

muli di rifiuti incendiati,

l’incubo diossina, gli scontri

con le forze dell’ordine, le ag-

gressioni ai giornalisti e alle

troupe televisive, il raid contro

il commissariato di Polizia, le

aggressioni ai vigili del fuoco,

le intimidazioni ai commer-

cianti, le infiltrazioni della cri-

minalità e di alcune frange di

ultrà hanno gettato il

quartiere nel caos e nell’a-

narchia. Tutte queste azio-

ni hanno trasformato una

protesta seria, pacifica e

legittima in una guerriglia

urbana che sicuramente

ha danneggiato il movi-

mento anti-discarica. Ma

forse era proprio questo

l’obiettivo di tali azioni.

Fortunatamente, però alla

fine, il coordinamento

Pianura per la Legalità No

alla Discarica, movimento

pacifico e democratico, ha

preso in mano la regia

della mobilitazione popo-

lare per portare avanti una

protesta civile e non vio-

lenta. In questo senso, me-

ritano un riconoscimento partico-

lare il Presidente della Municipa-

lità Fabio Tirelli, anch’egli aggre-

dito, il consigliere Gianni Pal-

mers e gli altri consiglieri di mag-

gioranza ed opposizione, il movi-

mento antiracket, le associazioni,

i commercianti, le scuole, le par-

rocchie e tutti quei cittadini che,

non lasciandosi intimidire dal cli-

ma di paura, sono scesi in piazza

a manifestare civilmente per di-

fendere il nostro diritto alla salu-

te.

Antonio Di Maio

I dieci giorni che sconvolsero PianuraBlocchi stradali,cassonetti ribaltati eincendiati, bus di-strutti, scontri conle forze dell’ordine,aggressioni ai pom-pieri, intimidazioniai commercianti: glierrori e gli orroridella protesta

“S

abato 5 gennaio c’è stata una grande partecipazione

alla manifestazione che si è organizzata a Pianura.

Per sostenere il presidio ai Pisani, per ribadire il NO

alla riapertura della discarica, per la legalità. Persone per bene,

donne, bambini, commercianti. 10.000 persone. Hanno sfilato

per il quartiere pacificamente. E si sono ripresi il territorio che

la notte prima era stato lo scenario di atti violenti. Ma niente è

stato riportato dai vari TG nazionali e locali. Hanno ripreso

sempre e solo scontri e violenze. Sono assetati di sangue e non

di notizie. È vergognoso!!!

Chiara PisaniComitato “No alla discarica”

(uno dei tanti cumuli di spazzatura data alle fiamme)

(lʼautobus incendiato in unanotte di guerriglia urbana)

PianuraIl Corriere di

Chi

ci abita vici-

no, ha impa-

rato a preve-

derne i ritardi. Chi ci abita

lontano, invece, esce di casa

con grande anticipo, perché

“non si sa mai se salta una

corsa”. È la linea Circumfle-

grea. Per tutti, semplicemen-

te la Cumana. Piccola S.

Pietro locale, della quale si

agogna la fine. Nata alla fine

dell’800, come rete extra cit-

tadina, in seguito all’espan-

sione della città, si è dovuta

lentamente trasformare il li-

nea metropolitana (oggi, per

la sola stazione di Monte-

santo, transitano ogni giorno

60mila viaggiatori). Da alcu-

ni anni, sono in corso lavori

di ampliamento e ristruttura-

zione delle linee ferroviarie

e delle stazioni, a partire dal

capolinea di Montesanto,

che dovrebbe essere ultima-

to nelle prossime settimane.

La stazione è stata dichiarata

monumento di interesse na-

zionale e perciò soggetta a

vincoli che impongono il ri-

spetto degli spazi e il recu-

pero della pensilina storica.

L’ing. Armando Allagran-

de è il direttore dei lavori.

“La nuova struttura - dice -

è in acciaio e rivestita da la-mine di vetro fatte per resi-

stere alle alte temperature enon spaccarsi in caso di in-cendio”. Pensata per essere

un luogo di incontro e socia-

lizzazione, la struttura avrà

anche una caffetteria, sulla

terrazza all’ultimo piano. Il

principale intervento di ade-

guamento sulla nostra tratta,

resta però il raddoppio dei

binari, che procede con più

di sette anni di ritardo. Alla

base di tutto, problemi di fi-

nanziamento, modifiche al

progetto richieste dalle isti-

tuzioni in corso d’opera e

continui cambiamenti delle

normative. “È in atto uncontenzioso con l’impresa.Ci dibattiamo da una annocon gli avvocati, ma la legis-lazione permette molte inter-pretazioni e cambia conti-nuamente” spiega il tecnico.

Una volta terminata la pro-

cedura giudiziaria, i lavori

per il raddoppio della linea

tra Montesanto e Pianura e

tra Pisani e Quarto, dovreb-

bero durare un anno. Il tra-

gitto Pianura-Pisani, resterà

a singolo binario, per man-

canza di fondi. Su questa

tratta, la circolazione non è

automatizzata, ma gestita

dalla dirigenza ferroviaria

attraverso il telefono. In ca-

so di problemi, quindi, è dif-

ficile intervenire e i ritardi

possono diventare molto pe-

santi. Ripresi anche i lavori

per realizzare la linea di in-

terscambio tra la Circumfle-

grea e la Cumana. La linea

partirà da Soccavo e arriverà

a Viale Giochi del Mediter-

raneo passando per Monte

Sant’Angelo, Parco San

Paolo e Via Terracina. Per

ora si lavora in profondità e

in superficie non si vede

niente. Legata ad altri pro-

getti è, invece, la stazione di

via Piave, nella quale i lavo-

ri sono fermi, in attesa che

venga realizzata un’ulteriore

stazione, quella di via Cilea

che attraverso un sistema di

scale mobili e ascensori, sa-

rà collegata alla fermata del-

la Linea 1 di Piazza Quattro

Giornate, cento trenta metri

più in alto. “Un piccologioiello dell’ingegneria”commenta l’ing. Francesco

Murolo, che spiega come

l’organizzazione dell’azien-

da sia cambiata in seguito

alle mutate condizioni me-

tropolitane ed

organizzative.

A partire dal

’97, anno in

cui è entrata in

vigore la libe-

ral izzazione

delle ferrovie, l’intera strut-

tura ha assunto una connota-

zione maggiormente impren-

ditoriale, pur dipendendo an-

cora molto dal finanziamen-

to pubblico.“Se prima non sibadava a spese, pur di rag-giungere dei traguardi tecni-ci, ora anche il trasportopubblico deve guardare i co-sti e le diverse società delsettore, per lavorare in siste-ma, devono concertare reti eorari” aggiunge l’ingegnere,

esperto di reti e propulsioni

elettriche. Il biglietto unico

per tutte le linee, ha agevola-

to quest’ultimo processo in

Campania, perché ha per-

messo alle diverse aziende

del settore di dialogare e

confrontarsi anche prima di

avere un piano comune. Tut-

t’ora, la nostra regione è al-

l’avanguardia e, nel libro

bianco dell’Unione Europea,

il sistema Campania viene

indicato come sistema di ri-

ferimento per le aree regio-

nali. Scopo degli investi-

menti, adeguare la linea alle

mutate necessità e acquistare

nuovi autotreni. Quelli in

circolazione, sono stati rea-

lizzati tra gli anni ’70 e ’90,

dieci risalgono addirittura

agli anni ’60. Tra un paio

d’anni dovrebbero arrivare

vetture più confortevoli.

Nell’attesa, per migliorare

almeno un po’ le condizioni

di viaggio, sulle vetture in

circolazione, verrà installata

l’aria condizionata. “Le con-dizioni di viaggio sono criti-che. Su vetture fatte per tra-sportare poco più di millepersone, ne viaggiano a vol-te 1200”. “Per nostra scel-ta, non sospendiamo il servi-zio durante i lavori. Per icittadini, sarebbe un dannogravissimo. Lavoriamo an-che di notte, per esempio,agli impianti elettrici, maabbiamo a disposizione soloquattro ore alla volta e nonè semplice, perché la matti-na dopo, deve essere di nuo-vo tutto a posto” conclude

Allagrande.

Simona Pasquale

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081010I tecnici della SEPSA spiegano lo stato dei lavori alle linee e alle stazioni

di M.B.

T

ra le varie contraddizioni e

i diversi paradossi, frutto di

un’amministrazione locale,

se non proprio inefficiente, ma

spesso distratta, che si possono ri-

scontrare passeggiando nel nostro

quartiere, va segnalato un caso

piuttosto grave. Come dimostra la

foto, fuori al cancello della caser-

ma dei Vigili del Fuoco da cui

escono, ovviamente con non poca

urgenza e ad una certa velocità, i

mezzi chiamati

per il pronto in-

tervento, vi è

l’ingombro dei

venditori ambu-

lanti. Come mol-

ti sanno, infatti,

da qualche me-

se, per consenti-

re la realizzazio-

ne del Palazzetto

dello Sport, il

mercatino riona-

le è stato trasfe-

rito nel Polo Ar-

tigianale. Per ri-

solvere il pro-

blema bastereb-

be sistemare le postazioni dei

commercianti qualche metro do-

po, precisamente a destra, per chi

entra, del cancello della caserma.

La Municipalità è stata avvisata

della questione, ma a quanto pare,

almeno per il momento, nulla è

stato fatto per eliminare un dis-

agio piuttosto grave per tutta la

collettività e che potrebbe essere

risolto solo con un po’ di buona

volontà, senza scalfire minima-

mente gli interessi degli ambulan-

ti.

Uno dei tanti paradossi pianuresi

La caserma dei Vigili del Fuoco bloccata daalcune postazioni del mercatino rionale

Cumana, ancora un anno per completare il raddoppio dei binariIn futuro ci sarà un interscambio Soccavo – via Terracina e la stazione “Cilea”

si organizzan

o feste

di compleann

o perbam

bini

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081111

Befana molto più povera,bambini molto più ingenuianche qui a Pianura un

tempo. Ti svegliavi al mattino etrovavi il giocattolo che avevichiesto nella letterina, ti meravi-gliavi,cercavi di capire, ma igrandi si trinceravano in un silen-zio impenetrabile. Loro nei giorniantecedenti ti avevano fatto cre-dere che la Befana si faceva pic-cola come una formica esʼinfilava sotto lʼuscio di casa.Certo cʼera sempre qualchebambino più malizioso chefiutava la verità, o qual-che adulto più propen-so a farla trapelare. Igiocattoli - se ne vede-vano pochissimi e soloin qualchenegozio obancarella- eranosemplici, di le-gno, di latta, di pez-za, di terracotta, mai diplastica. Per le bambine soprat-tutto la bambola. Molto diversada quelle odierna: di una bellez-za classica. Paffuta, con labbrarosse, boccoli scuri o biondi e,addosso, vesti larghe con sotto-gonne e tante trine e merletti.Custodite gelosamente, molte fi-nivano per essere adagiate inbella mostra sul letto matrimonia-le, anche quello di ambienti mol-to modesti, quasi dei bassi, dovela funzione degli spazi interni,giorno-notte, era affidata ad am-pie tende colorate che li divide-vano. Per i bambini soprattutto lapalla e la pistola. Pochi i giocat-toli, ma tanto lo spazio per gioca-re, soprattutto nei cortili. E poi igiocattoli stessi sembravano invi-tarti a muovere. Un monopattinoti suggeriva di affrontare salite ediscese nei portoni lastricati dibasali o nei viottoli dei sentieri dicampagna. Un fucile ti invitava aripararti dietro una siepe, un al-

bero, un cespuglio, per difendertidal nemico. La pistola ti spingevaa nasconderti tra le foglie deglialberi o dietro un mucchio di roviper sorprendere poi lʼavversario.A loro volta le bambine portava-no a passeggio le proprie bam-bole nelle belle giornate, quandoil sole inondava le logge e le aie,sotto gli occhi delle mamme, in-tente, magari, ad infornare il pa-ne, a dar da mangiare agli ani-

mali o chine su una tinozza afare il bucato. Accanto al gio-cattolo, una calza con le cara-

melle e qualche pezzo di carbo-ne. Per i bambini di fami-glie povere non cʼera

proprio niente. Ricor-diamo alcuni lorosguardi “appetitosi”,così come appenadelle scarpe rotte

ai loro piedi,del tutto in-sufficienti ada f f r o n t a r elʼinverno rigi-do. Di questiq u a l c u n oosservava indisparte i più

fortunati, qual-cun altro cercava di associarsi agiochi di gruppo. Erano soprat-tutto questi - ci sembra - che al-lora scatenavano le migliorienergie dei ragazzi, non solo fisi-che (corsa, salto, arrampicamen-ti vari), ma anche mentali (inge-gnarsi a non essere sopraffattidallʼastuzia o dalla forza deicompagni, nel gruppo).Si fami-liarizzava con spontaneità, il gio-co abbatteva ogni barriera socia-le. Questo aspetto, forse, èquello che oggi manca di più, co-sì come la fantasia ad inventarsigiochi sempre diversi ed avven-ture sempre nuove. Gli spaziesterni sono ristretti e sempremeno sicuri oggi, forse ancheper la Befana…

a cura di Anna Mele

3ª parte

“Gigi e Paolo quella

sera erano molto

gioiosi, perché il gior-

no seguente sarebbero

partiti per la meta

che da tanto tempo

sognavano: la Grecia!

Loro già immagina-

vano la terra piena di

ulivi, le spettacolare

isole, il terreno pia-

neggiante, ma soprat-

tutto non vedevano

l’ora di tuffarsi tra le

braccia di quel mare

che quando è calmo ti

accarezza più dolce-

mente di una madre

amorosa e quando è

limpido lascia vedere

il suo fondo misterio-

so come una finestra

magica …

Gigi e Paolo credeva-

no che il loro sogno

fosse un disegno or-

mai compiuto. Ma si

sbagliavano. Loro in

Grecia non ci arriva-

rono mai. L’aria era

calda e le foglie degli

alberi non si muove-

vano: era come se il

tempo si fosse ferma-

to. La loro macchina

era accostata al mar-

ciapiede in via san

Donato, a Pianu-

ra…Pianura allora era

un quartiere con una

pessima reputazione:

c’era la malavita.: ma

c’erano anche delle

persone che sudavano

per guadagnare.

“Ebbene cosa succes-

se quella sera”? chie-

se Speranza.

“Come ti ho detto pri-

ma la loro auto era

accostata e loro scher-

zavano e ridevano.

Intanto due occhi

malvagi li fissavano

da lontano, erano due

sicari della camorra.

Con passo felpato,

come due felini, si av-

vicinarono e premet-

tero il grilletto e per-

forarono l’addome

dei due giovani. Si al-

lontanarono, mentre

dai corpi dei due gio-

vani due scie azzurre

salivano al cielo…

Dopo la loro morte

sono state fatte varie

fiaccolate contro la

camorra, ma la cosa

più bella è stato pian-

tare in via san Donato

due alberi di ulivi,

piante simbolo della

pace, così loro dal

cielo possono vedere

che sono rimasti nel

cuore dei pianuresi.

Speranza era molto

triste, si sedette sulle

ginocchia della nonna

ed appoggiò la sua ro-

sea e vellutata guan-

cia a quella rugosa

della nonna e le due

menti provarono gli

stessi sentimenti, sa-

pevano che i due gio-

vani avevano rag-

giunto l’ Eterna Feli-

cità .

Dopo un po’ la nonna

si alzò e andò in ca-

mera da letto: Speran-

za la seguì e le dis-

se:”Nonna, come sa-

pevi la storia di Gigi e

Paolo?” La nonna

sorrise e le disse lan-

ciandole uno sguardo

:”Un giorno lo scopri-

rai da te!”

La nonna aveva capi-

to che quella sarebbe

stata l’ultima parola

da dire a Speranza e

soggiunse; “Ti voglio

bene!”, poi si stese

sul letto con una feli-

cità immensa e chiuse

gli occhi, sapendo che

tra poco avrebbe visto

Gigi e Paolo: Dopo

un po’ ella, infatti, vi-

de due scie azzurre

volarle davanti e por-

gerle la mano e accet-

tò quelle due mani ca-

lorose, che la portaro-

no a conoscere il Pa-

dre Eterno.

Speranza era, invece,

molto triste. Le ron-

zavano in mente le

parole della nonna...

Due scie azzurre verso il cielo,due ulivi in via San Donato

Pianura e la “Befana” C’era una volta… Gigi e PaoloMoto, fantasia e… scarpe rotte

La favola diNancytocca il

momentopiù intensoed emozio-nante del

racconto: lamorte deidue giova-ni, primadel loro

viaggio in

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081212

G

ennaro, con

gli ultimi

spiccioli ri-

masti, comprò due

chili di alici. Il re-

sto del pranzo della

Befana sperava di

ricavarlo dai rima-

sugli di casa. “Le feste sono venute - pen-

sò-, ma chissà dove sono andate!”. Da ca-

sa sua non erano proprio passate: certo,

aveva fatto una specie di alberello di pla-

stica, di quelli che, col passare degli anni,

a forza di perdere gli “aghi”, lasciano in-

travedere solo qualche spettrale ramo di

ferro filato, a stento ricoperto da qualche

pallina superstite. “Qua sta il pranzo!”

disse a Maria, che gli apriva la porta.

“Forse te lo sei dimenticato nel negozio!”

rispose lei, vedendogli in mano solo la

busta di plastica delle alici. Gennaro non

rispose: pensò che in fondo la vita è solo

un grande albero di Natale, dove c’è sem-

pre qualcuno pronto a rompere le palline.

Andò in cucina, si mise un grembiule, co-

minciò a pulire le alici e, fra una spina e

l’altra, pensò che, in fondo, una volta, non

era così. Ricordò i suoi genitori, indaffa-

rati a preparare struffoli e cassate, mentre

in salotto troneggiava il presepe, con le

luci intermittenti. Ricordò

il nonno, che gli racconta-

va la storia di Benino, il

pastore che dormiva sem-

pre, per sognare mondi in-

cantati e allontanarsi dalle

realtà del gregge. Ricordò

quei pranzi, dove nulla

doveva mancare: il bacca-

là fritto e scaldato,

l’insalata di rinforzo e la

minestra maritata. Eppure,

il padre di Gennaro non

era ricco fuori: modesto

operaio, aveva tirato su,

assieme alla mo-

glie, una bella fa-

migliola. Ma era

ricco dentro, e

con il suo motto “tutti per uno,

uno per tutti”, li aveva fatti vivere

in simbiosi, accettando il male di

ognuno come male comune: e,

così diviso, ogni avvenimento

contrario si mitigava e quasi pa-

reva non esistere più. Poi, a poco

a poco, tutto questo era scompar-

so. Lentamente, ma inesorabil-

mente, il mondo aveva invertito

la rotta: dopo secoli di lotta per

creare aggregazione e solidarietà,

pian piano era scoppiata la “bom-

ba ad orologeria” dell’individua-

lismo più sfrenato, dove vige la

regola della sopraffazione. La vi-

ta di ogni uomo non era più la

tessera di un mosaico da costruire

insieme, ma soltanto un pezzetto

di pietra pomice, che doveva as-

sorbire tutto ciò che veniva deci-

so in altri luoghi. E mentre i mo-

saici restano, le pietre pomici len-

tamente si disgregano: un popolo

di “fantasmi”, che pure costrui-

scono auto, telefonini, televisori,

vestiti: salari da fame, la vec-

chiaia che a 50 anni già te la senti

addosso. Unico svago: andare la

domenica ad applaudire la squa-

dra del padrone, portandogli altri

guadagni! Passano accanto agli

“altri”, li sfiorano, li guardano,

ma gli “altri” non li vedono. Si

accorgono di loro solo quando

scoppia una fabbrica e qualcuno

ci rimette la vita. Ma tanto ce ne

sono già altri cento, pronti a

scannarsi per prendere quel po-

sto. E gli “altri” continuano a far

finta di non capire che lo sfrutta-

mento, il rubare la vita degli altri

a proprio vantaggio, non può du-

rare a lungo. Ma intanto i Panet-

toni attendono chi se li può com-

prare, e tutto è pronto per un altro

natale artificiale. E mentre le im-

palcature si spezzano e le fabbri-

che bruciano, l’emozione ci pren-

de e diciamo:”Basta!”. Ma a che

cosa serve? Ci sono, poi, migliaia

di morti lente: gente che ha assor-

bito amianto o altri prodotti indu-

striali per una vita, gente che ha

respirato e respira i gas cancero-

geni di una discarica cittadina e

semmai sviluppa un cancro dopo

dieci anni: morti “a scoppio ritar-

dato”, che non fanno notizia.

“Massimo profitto, minima spe-

sa”: è la legge del mercato. Quel-

lo che conta è il prodotto finale,

che deve essere appetibile per il

consumatore (ci rendiamo conto,

di come ci definiscono? Non es-

seri umani, ma gente che consu-

ma ogni porcheria che vendono,

redditizia per chi la produce). E

ci dicono pure, quasi come un

rimprovero, che, se non consumiamo, il

mercato crolla, e quindi: licenziamenti o

riduzione delle paghe. Non parlano mai di

riduzione dei LORO profitti, o di riduzio-

ne del LORO tenore di vita. Quando capi-

remo che, ai LORO occhi, siamo soltanto

MACCHINE che producono il loro stesso

mangime, che poi dobbiamo pure com-

prare a caro prezzo? Quando invertiremo

questo stato di fatto? Eppure siamo in tan-

ti, e LORO sono pochi!!!

E a tavola, la Destra e la Sinistra troveran-

no nuove alleanze per perpetuare la Gio-

stra: e davanti a un bicchiere di Spuman-

te, chi vuoi che si ricordi di un operaio

che non c’è più o di un altro che fa la fa-

me?

E, dulcis in fundo, non si degnano neppu-

re di ritirare la monnezza che il LORO si-

stema produce! Troppo disturbo! Fra po-

co ci diranno che dovremmo mangiarci

anche quella, così il cerchio si chiude: ba-

sterà una bella campagna TV, con quattro

veline e un Pippobaudo o un Mikebuon-

giorno qualunque, per convincere i napo-

letani che, in fondo, mangiare monnezza

non è poi più dannoso di tutta la spazzatu-

ra che già mangiamo normalmente. E in

più, ci verrebbe anche gratis. Si invente-

ranno l’ AUTOSMALTIMENTO ECO-

LOGICO INDIVIDUALE!

“Ma le hai spinate, queste quattro alici?”

chiese Maria, vedendo il marito perso nei

suoi pensieri e il pesce ancora non pulito.

Gennaro sobbalzò: finì in fretta il suo “la-

voro” mattutino, e si ricordò della “chia-

mata alle armi”. Lui faceva parte dei Ka-

picaze Combattenti per la Libertà dalla

Monnezza, e i Capi avevano organizzato

un attentato peggio di quello delle Torri

Gemelle. In contemporanea, quattro Ka-

picaze napoletani avrebbero inondato di

monnezza il Capo dello Stato e del Go-

verno, il Governatore della Regione e il

Sindaco, che per fatal combinazione, si

trovavano a Napoli a festeggiare (beati lo-

ro!) l’ ANNO…NUOVO (?). A Gennaro

toccava il lancio sul Governatore. Prese

con calma la scolatura delle alici, ci ag-

giunse qualche pannolino del nipote e

qualche pannolone di zia Carmela, e co-

struì la sua “bomba”. Prese il C12 fino a

Piazza Vittoria, e si incamminò verso il

Palazzo della Regione. Quando il Gover-

natore si affacciò, Gennaro lanciò la sua

“bomba di monnezza”, che colpì in pieno

il bersaglio. Il Governatore rimase a boc-

ca aperta: sembrava il pastore della mera-

viglia, con tutto il sugo di alice che gli co-

lava dal bel vestito blu notte. Sembrava

Alice nel Paese delle Meraviglie!

Fu proprio in quel momento che il kapica-

ze Gennaro (nome in codice : Rambo 8 =

Ramm’ ’a bomba ch’ ’a t’ ’a votto) urlò,

fra due ali di folla acclamante: “Chestasacchetta te la manda Pianura! E vulim-mo vede’ si si’ capace d’ ’a manna’ ’aretafino ai Pisani! E ’a prossima munnezzache facite, nun ’a manna’ a Pianura:mànnala ’a sòreta!”.

SAGITTARIO (22/11- 20/12)

Gli influssi planetari ti dannodell' energia positiva, quindisi prevede un'ottima fase

per te soprattutto se hai l'occasione diconcederti una piccola vacanza con lapartner. Nel settore lavorativo tuttoprocede bene.

CANCRO

(21/06- 21/07)

In questi giorni, nel tuoambito affettivo avrai un'ottima intesa conla partner e passerai dei momenti di gra-zia con lei. Nell'ambito delle amicizie, sa-rai in grado di stupire chi ti circonda gra-zie al tuo estro e alla tua positività. Po-trebbero arrivare notizie dal tuo passato.

LE STELLE…di Maga FloOROSCOPO di fine anno

ARIETE (20/03- 19/04)

Gli influssi planetari rendonoquesto nuovo anno armonicoe gioioso, soprattutto in ri-

guardo al tuo settore affettivo. Nel tem-po libero, valuta ogni singola cosa pri-ma di prendere una decisione. Un con-siglio: ascolta chi ha molta esperienza.

TORO (20/04- 19/05)

Se vuoi ottenere qualcosada lei mandale tante roserosse quanti sono i tuoi de-

sideri e magari invitala anche a vedereun film romantico. Nell'ambito delle ami-cizie, non pretendere troppo da chi ti cir-conda. Un consiglio: rinnova il tuo look

GEMELLI

(20/05- 20/06)

La tua partner sara' moltodolce e sensibile alle tue

necessita' e tu ti lascerai coccolare. Inambito lavorativo potrai concederti unapausa e dedicarti alle tue esigenze. Unconsiglio: coinvolgi gli amici.

LEONE

(22/07- 22/08)

Favorito dagli influssi planetari, tra-scorrerai un mese armonico con lepersone care ed avrai l'occasione

per fare acquisti che riguardano la tua casa. Sestudi, avrai ottime occasioni per migliorare. In am-bito affettivo, deciderai di aprirti maggiormente

�VERGINE

(23/08- 21/09)

Trascorrerai questo nuovoinizio dʼanno con le tue persone care epotrai dedicarti serenamente a quelloche piu' ti piace fare. Nell'ambito delleamicizie, instaurerai con chi ti circondaun ottimo dialogo. Un consiglio: ascol-ta chi ne sa piu' di te.

BILANCIA

(22/09- 22/10)

Sarai pervaso dai ricordi, quinditi accompagnera' una forma di tristezza e dimalinconia nel settore affettivo. Guardaavanti! Nel tempo libero, un malinteso po-trebbe portare a dei diverbi accesi con alcu-ni tuoi amici.

SCORPIONE

(23/10- 21/11)

E' probabile un rancore verso unpartner lavorativo, evita le discus-sioni inutili e cerca un confronto

chiarificatore. In ambito affettivo, se sei singlee' probabile una conoscenza interessante il sa-bato sera. Un consiglio: aspetta che sia lei aprendere l'iniziativa.

ACQUARIO (20/01- 17/02)

Gi influssi astrali ti aiutano,sono quindi in arrivo grandipossibilita' di miglioramento

dal punto di vista economico e profes-sionale. In ambito affettivo, ti mostre-rai romantico e tenero nei confrontidella tua partner. Se sei single, guar-dati bene intorno.

PESCI (18/02- 19/03)

Tutto sara' facilitato dalleenergie planetarie positive

che ricevi. In ambito lavorativo ti pren-derai delle rivincite verso chi ha cerca-to di danneggiarti; in amore avrai vo-glia di prenderti cura della tua partner,di coccolarla e di viziarla.

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Dott.Giovanni Spina

L’alice nel Paese della Meraviglia

CAPRICORNO

(23/11- 19/01)

Dovrai evitare di fare pette-golezzi perche' potrebberoessere riportati in maniera

poco corretta. In ambito affettivo, avraioccasioni per fare nuove esperienze evivere dei bei momenti di gioia. Unconsiglio: dedicati alla lettura.

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081313

I

l nostro quartiere è in continuo muta-

mento, sotto ai nostri occhi, ogni

giorno qualcosa cambia. Lavori in

corso un po’ dappertutto ammodernano

quello che fino a pochi anni fa era un co-

mune a sé, un piccolo centro agricolo e

che è oggi invece un quartiere di una

grande metropoli, fortemente urbanizza-

to. Qui, nel centro del quartiere, troviamo

la chiesa dei Padri Vocazionisti, quello

che tutti chiamiamo il Vocazionario, do-

ve sono in atto dei lavori di ampliamento

e di ristrutturazione dell’edificio, ciò in

previsione di quello che è l’avvenimento

che tutti, a Pianura e non solo, attendono

oramai da tanti anni: la beatificazione e

successiva santificazione del Venerabile

servo di Dio Don Giustino Maria Russo-

lillo. È da oramai troppo tempo che i fe-

deli attendono che il loro Giustiniello(come ancora oggi lo chiamano gli anzia-

ni del quartiere) venga fatto santo. Si,

perché qui non hanno mai auto alcun

dubbio sulla santità di quel prete, poi

parroco, che fin da bambino sapeva di

voler sposare Dio. Ma si sa, la burocrazia

ha tempi lunghi, e quando si tratta di co-

se così importanti, i tempi si dilatano an-

cor di più. Don Giustino morì nel 1955,

per la precisione il 2 agosto, giorno di

Sant’Alfonso, al quale lui era molto de-

voto come ci racconta Padre Castrese

Maria Baiano (uno dei pochissimi che

oggi possono dire di aver conosciuto

Don Giustino). Ci dice anche che il Ve-

nerabile, credeva che avrebbe fatto la

stessa fine di Sant’Alfonso, scacciato dal

suo ordine. Ma così non è stato, ma qual-

cuno da lassù ha voluto che la sua morte

fosse proprio il giorno della morte di

questo santo e della sua commemorazio-

ne; ma ancora, il caso ha voluto che la

commemorazione di Sant’Alfonso venis-

se anticipata all’1 agosto, ciò lascerebbe

libera la data per la celebrazione invece,

della sua santità dato che è nel giorno

della loro morte che i santi vengono

commemorati. Come da procedura, alla

morte in concetto di santità di Don Giu-

stino venne nominato un postulatore, con

il compito di raccogliere tutti i documen-

ti e le testimonianze e che ha curato

quindi la pratica. Le cose sono andate per

le lunghe; nel 1980 è stato dichiarato

Servo di Dio ed è iniziato il processo di

beatificazione che si protrae ancora oggi,

dopo 28 anni e dopo 53 anni dalla sua

morte. L’iter vuole che dopo aver consul-

tato tutti i documenti e ascoltato tutti i te-

stimoni, viene assegnata una posizione,

una graduatoria, a Don Giustino fu asse-

gnata la pozitio 1291 e nel 1997 fu final-

mente dichiarato Venerabile da Papa

Giovanni Paolo II ed entro la fine di que-

st’anno si attende la beatificazione, so-

prattutto dopo l’ultimo miracolo compiu-

to da Don Giustino, avvenuto negli Stati

Uniti, in New Jersey. Ida Meloro, una

italo-americana, che era affetta da un

cancro alla vagina miracolosamente

scomparso dopo pochissime sedute di

chemioterapia. L’attuale postulatore Don

Giacomo Caprarica, sta facendo il possi-

bile per accelerare i tempi. Dopo la beati-

ficazione sarà necessario poi un altro mi-

racolo, e superato il processo al miracolo

si otterrà quindi la santificazione, e si sta

già pensando fin da ora alla richiesta per

la nomina di “dottore della chiesa”. Don

Giustino ha lasciato un’impronta indele-

bile a Pianura, ma non solo. Lui ha fon-

dato la Società Divine Vocazioni, ordineper la ricerca e cultura delle vocazioniche oggi è sviluppato nei 5 continenti;

come lui stesso diceva, la congregazione

è nata con lui, perché ha avuto l’idea e il

desiderio di crearla, da sempre, un sogno

che ha portato avanti e poi realizzato. E

nel 1948 l’Ordine dei Vocazionisti è stato

riconosciuto e ufficializzato. Anche lo

stemma distintivo dell’ordine è stato

ideato e disegnato dallo stesso Don Giu-

stino. Uno stemma complesso che rac-

chiude in se vari simboli: i tre cerchi rap-

presentano la chiesa militante, purgante e

trionfante; un grande cerchio rappresenta

il mondo e il triangolo la trinità. Sette

croci rappresentano i 7 arcangeli; come

testimonia padre Baiano, Don Giustino

aveva una grande fantasia. È questo uno

stemma oramai conosciuto in ogni ango-

lo del mondo. Continuando la chiacchie-

rata con Padre Baiano, ci racconta della

sua esperienza con Don Giustino, lo ri-

corda quando lui era bambino e don Giu-

stino era parroco di Pianura e per scam-

pare alla povertà venne mandato a stu-

diare alle Vocazioni, e nel momento in

cui ebbe un ripensamento e pensò di la-

sciare, Don Giustino quasi lo perseguitò,

insistendo che tornasse alle Vocazioni;

Padre Castrese ebbe così la conferma che

quello che voleva era davvero diventare

prete. Ricorda la figura del venerabile,

come un uomo caustico e di grande sen-

sibilità, lo descrive come un uomo che ri-

usciva a leggere nei cuori anche quello

che non veniva detto; ricorda che cammi-

nava a testa alta, ma con gli occhi bassi.

Un uomo che non voleva diventare par-

roco per non tralasciare la congregazio-

ne, un animo forte che ha superato tante

difficoltà e che ha sopportato tante ingiu-

stizie e traversie, alle quali il clero stesso

contribuì. Traversie che sono continuate

anche dopo la sua morte, miserie umane

che hanno dilungato i tempi di una cano-

nizzazione che a tutti sembrava scontata

e ovvia, le cui pratiche si sono invece di-

lungate fino ai giorni nostri e che non so-

no ancora terminate. È quindi per questo

sant’uomo (nessuno mi biasimerà per

aver usato la parola santo prima ancora

della promulgazione), e per rendergli

onore nei cieli, che in terra gli uomini

preparano il suo santuario.

Claudia Aniello

Conversazione con il reverendo Castrese Baiano

di Maria Palma Gramaglia

A

nche quest’anno la parrocchia

San Giorgio Martire di Pianura

è stata sede di una rappresenta-

zione musicale di grande spessore.

L’evento è stato scandito da numerose

esibizioni che hanno visto la partecipa-

zione degli allievi del corso ad indiriz-

zo musicale della scuola media Russo

diretti dai maestri Ottaiano, Ungano,

La Sala e Tedesco. Notevole è stata la

performance dell’organista Emanuele

Cardi e del tenore Leopoldo Punziano,

senza dimenticare il coro della scuola

primaria Madre Russollillo delle suore

vocazioniste, diretto da Anna Fusco.

La manifestazione è stata introdotta

dal parroco don Claudio De Caro che

ha salutato e ringraziato i numerosi

convenuti. Erano presenti anche il Di-

rigente Scolastico della Russo, Carmi-

ne Amelio, il Presidente della IX Mu-

nicipalità, Fabio Tirelli ed Emilio

Tamburino, Presidente dell’Associa-

zione Amici di Don Giustino, sempre

in prima linea per valorizzare l’opera

del nostro Venerabile Giustino Maria

Russolillo. Tra le istituzioni politiche

erano presenti anche Gianni Palmers e

Livio Falcone. Mantenendo fede ad

una promessa dello scorso anno, sulla

costituzione di una banda musicale a

Pianura, è stata annunciata

l’imminente preparazione di un gruppo

bandistico che allieterà con la musica

una realtà ultimamente troppo triste, di

un quartiere che affanna ad emergere

ma che non rinuncia a vivere.

Beatificazione Don Giustino: lavori in corso

Concerto di Natale alla San Giorgio Martire

Pianura si prepara ad accogliere i pellegrini che accorrerannoper venerare Don Giustino, prossimo alla beatificazione

Durante l’evento è stata annunciata la costituzionedi una “banda” musicale per Pianura

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081414

M.B.

A

quasi due anni dalla scomparsa del maestro

Alfredo Avitabile (Napoli 1937 – 2006),

l’Accademia Giacinto Gigante rende omaggio

al suo fondatore e compianto Presidente, inauguran-

do il 9 febbraio una grande mostra Retrospettiva - cu-

rata dalle prof.sse M. Balestrieri ed A. Bo-

cola - presso il complesso monumentale di

S. Severo al Pendino in via Duomo 286,

che con circa cento opere ripercorre in ma-

niera puntuale tutte le tappe più importanti

e significative del suo lungo e tormentato

percorso artistico. Gli esordi del maestro,

tra gli anni ’50 e ’60, sono caratterizzati

dalla produzione sia di opere, soprattutto

paesaggi, legate alla tradizione partenopea,

sia di dipinti in cui il pittore, attingendo alle

sollecitazioni provenienti da altre realtà ita-

liane ed anche dall’estero, si apre alle nuo-

ve tendenze dell’arte Informale, Pop e a

quella del Simbolismo. La fine degli anni

‘60 segna una svolta importante nella vita e

nella produzione

artistica del mae-

stro. Nel 1969,

infatti, la scom-

parsa tragica e

prematura dell’a-

mata giovane mo-

glie Marisa lo

porterà, dopo una

parentesi segnata

da una profonda

crisi esistenziale,

a dedicarsi ad una

pittura “impegna-

ta”, con la quale

egli affronta scot-

tanti e difficili

problemi della

sua epoca; il ciclo

pittorico “Odissea

‘75” è emblemati-

co di questa fase.

Si tratta del lavo-

ro più importante

e complesso del-

l’artista che, ispirandosi al

poema omerico, illustra e

interpreta in chiave moder-

na, l’epoca in cui vive: gli

anni della “guerra fredda”

ed i cosiddetti “anni di

piombo”, tra i più dolorosi della storia del nostro

paese. Ricorrendo ad una lettura allegorica dell’opera

classica, tutti i personaggi ed i fatti sono trasfigurati e

filtrati attraverso l’occhio sagace e la straordinaria

genialità di A. Avitabile; così Polifemo diventa un

carro armato sovietico, Penelope e Telemaco sono

dei “sequestrati” nella loro reggia ed Ulisse, l’eroe

positivo, famoso per il suo coraggio e la sua astuzia,

è il simbolo dell’uomo moderno, lacerato da angosce

esistenziali e svilito da ingiustizie sociali. Spesso, in-

fatti, è rappresentato come un fantoccio, un uomo let-

teralmente “di pezza”, con il capo, dimora del suo vi-

vace intelletto, rinchiuso in uno scafandro soffocante

e spersonalizzante.

A partire dalla fine degli anni ’70 e per tutti gli anni

’80 e ’90, il pittore si dedica al nudo femminile dal

vero. Le avvenenti protagoniste sono quasi spiate nei

loro momenti più intimi, riprese e immortalate in ge-

sti sensuali. I bellissimi nudi, quasi tutti disegni o

tecniche miste, si caratterizzano per l’uso di una li-

nea, vigorosa e fortemente chiaroscurata in alcuni

particolari, che diventa morbida e sinuosa per defini-

re un sorriso o uno sguardo languido.

Segnaliamo alcune della mostre piùinteressanti in corso in questoperiodo nella nostra città:

LE MACCHINEDI LEONARDOPalazzo Reale, Sala Dorica

Fino al 2 marzo 2008

La mostra presenta riproduzioni

delle macchine progettate da

Leonardo: macchine civili, macchi-

ne d’acqua, macchine per il volo e

macchine militari. I modelli in scala

sono realizzati con i materiali dell’e-

poca (legno, cotone, ottone, ferro e

corde) e ogni singolo pezzo è corre-

dato dalla riproduzione della pagina

dei codice da cui è stato tratto il

modello. La lavorazione delle mac-

chine, interamente artigianale, utiliz-

za l’apporto dei computer per calco-

lare con esattezza le proporzioni dei

modelli e i loro meccanismi.

CAPODIMONTE, UNASTORIA DI CINQUANT’ANNIMuseo di Capodimonte

Fino al 27 Febbraio 2008

La mostra “Capodimonte, una storia

di cinquant’anni” offre la possibilità

ai visitatori di conoscere la storia di

una delle istituzioni museali e cultu-

rali più prestigiose in Italia e all’e-

stero: i diversi ordinamenti museo-

grafici, gli eventi che hanno segnato

rilevanti fasi della città e

l’importanza della struttura all’inter-

no del circuito internazionale. La

mostra si svolge nei nuovi spazi

espositivi, realizzati con il recupero

di un sistema di ambienti interrati,

nell’area sottostante il cortile meri-

dionale del Museo, sfruttando le

caratteristiche costruttive dell’edifi-

cio mediante un intervento risalente,

probabilmente, al periodo tra le due

guerre mondiali e finalizzato alla

realizzazione di un rifugio bellico. I

cinquant’anni di storia di

Capodimonte sono raccontati in

quattro sezioni con grandi immagini

a stampa e video proiezioni.

RISALIRE LA CHINA –L’ARTE A FUMETTI Il Fumetto d’autore diventa parteno-

peo

Castel Nuovo – Maschio Angioino

Fino al 31 gennaio 2008

La mostra ha il fine di mettere in

risalto il potenziale artistico del

fumetto non relegato al solo ambito

adolescenziale e commerciale. Il

percorso della Sala della Loggia

segue il processo creativo che porta

dalla nascita di un progetto alla rea-

lizzazione del fumetto. A tale scopo

l’esposizione è divisa in più parti

sinergiche tese ad illustrare non solo

le fasi di sviluppo di un progetto edi-

toriale ma anche l’attività artistica e

cognitiva sulle quali si basa

l’espressività degli autori che opera-

no nel settore. La mostra, inoltre,

vuole avvicinare lo spettatore ad una

forma espressiva ancora ricca di

potenzialità e fonte di ispirazione sia

nell’ambito cinematografico ma

anche in quello artistico.

Per informazioni:

www.comune.napoli.it

Alfredo Avitabile: pittore del secondo ‘900A febbraio si inaugura la prima retrospettiva del maestro

Il 14 dicembre è nata Lucia, la figlia di Fabio e di Valeria.Il Corriere di Pianura e zia Maria Palma le danno

il benvenuto e le augurano una buona vita.

BENVENUTA LUCIA

LE MOSTRE A NAPOLI

PianuraGENNAIO/FEBBRAIO 20081515 Il Corriere di

U

na delle strade adiacenti a via Comunale

Napoli ha il nome di una famosa pittrice

che ai suoi tempi suscitò un grande scan-

dalo: Artemisia Gentileschi. Nata a Roma l’8 lu-

glio 1593, Artemisia Gentileschi fu la primogeni-

ta del pittore Orazio Gentileschi e di Prudentia

Montone. Fin dall’infanzia fu istruita per diventa-

re un’artista dimostrando subito una certa abilità

verso la pittura, a cui si dedicò all’età di dodici

anni. A quei tempi, però, per una ragazza il sogno

di una carriera artistica era fortemente ostacolata.

Tuttavia non si arrese e cominciò a lavorare insie-

me al padre. Così ebbe l’opportunità di conoscere

diversi pittori, tra cui Caravaggio e il nipote di

Michelangelo. Nel 1610 dipinse la sua prima tela

“Susanna e i secchioni”, un dipinto che mostra la

conoscenza dell’anatomia umana, dei colori, del

pennello, e della struttura compositiva del quadro.

Orazio Gentileschi affidò la figlia al pittore Ago-

stino Tassi per insegnarle come costruire la pro-

spettiva in pittura. Ma Tassi finì per approfittare

della giovane Artemisia che in seguito dovette

subire l’umiliazione di dover testimo-

niare al processo e di dimostrare la

sua precedente verginità. Agostino

Tassi all’inizio promise di riparare

con un matrimonio, ma in seguito

dichiarò che la ragazza era già

stata con altri uomini. Dopo il

processo Artemisia continuò a

dipingere e incominciò a svi-

luppare uno stile più propria-

mente personale. Ed è in que-

sto periodo che dipinse “Giu-

ditta che decapita Oloferne”,

che rappresenta una delle sce-

ne più violente della Bibbia e

che probabilmente rispecchiò

lo stato d’animo che la scon-

volse durante il processo. A

un mese dalla fine del proces-

so Artemisia sposò un artista

fiorentino, Pietro Antonio di

Vincenzo Stiattesi. Entrambi

frequentarono l’Accademia

del Disegno, dove Artemisia

divenne socio ufficiale nel

1616. Durante il soggiorno

fiorentino ebbe il sostegno

della Famiglia Medici e della

Famiglia Buonarroti. Le opere

del periodo fiorentino le firmò

con il soprannome di Lomi.

All’Accademia intanto diven-

tò amica di Galileo Galilei

con il quale incominciò una

fitta corrispondenza. Durante

il soggiorno in Toscana realizzò

un’altra versione di Giuditta, dal

titolo “Giuditta e la sua governan-

te”, mentre in seguito dipinse

“L’allegoria dell’inclinazione”.

Nel 1618 dette alla luce una bam-

bina. Nel 1620 Orazio Gentileschi

partì per Genova per eseguire una

nuova commissione e probabil-

mente Artemisia lo accompagnò.

Qui la ragazza compose “Lucrezia

e Cleopatra”. E’ proprio durante il

soggiorno genovese che incontrò

l’artista Anthony Van Dick. Arte-

misia ritornò a Roma nel 1622 in-

sieme alla figlia: a testimoniarlo è

il “Ritratto del Condottiere”, ese-

guito nel 1622. La donna rimase in

città per diversi anni. Non ci sono

più tracce del marito: probabil-

mente si è separata, ed intanto sta

nascendo una nuova figlia, concepita con un Cava-

liere dell’Ordine di Malta, come ci attesta la lettera

a lui indirizzata nel 1649. Il secondo periodo artisti-

co romano di Artemisia coincide con il pontificato

di Urbano VIII [1623-1644] e con un nuovo orienta-

mento di stile e di gusti. Artemisia lavorò su un’al-

tra rappresentazione di Giuditta: “Giuditta e la do-

mestica con la testa di Oloferne”. Una delle opere

più conosciute e raffinate di questi anni fu la realiz-

zazione dell’Autoritratto dell’allegoria della pittura,

un autoritratto abbastanza insolito per i suoi tempi,

che fu acquistato da Re Carlo I d’Inghilterra. Dalle

documentazioni del tempo sappiamo che Artemisia

tra il 1930 e il 1637 soggiornò a Napoli, una città

che in quei tempi abbondava di lavoro e di commit-

tenti in cerca di artisti. Qui Artemisia nel 1630 in-

contrò Velazquez ed entrambi lavorarono per la re-

gina Maria d’Austria. Lo stesso anno Artemisia

completò una grande tela d’altare che ha come tema

l’Annunciazione, dipinta per la chiesa S. Giorgio

de’ Genovesi, mentre la tela successiva che compo-

se è “Clio”. Nel 1638 Artemisia soggiornò per quasi

tre anni alla corte del Re Carlo I. In questa circo-

stanza lavorò per la prima volta insieme al padre,

che era arrivato in Inghilterra dodici anni prima di

lei, per aiutarlo a dipingere il soffitto della Queen’s

House a Greenwich. Orazio Gentileschi morirà poi

il 7 febbraio del 1639. A causa dei primi conflitti tra

le forze parlamentari e l’esercito del Re che portaro-

no allo scoppio della prima guerra civile inglese, tra

il 1640 e il 1641 Artemisia tornò a Napoli, dove ri-

mase per il resto della sua vita. Quest’ultimo perio-

do fu caratterizzato dal lavoro per conto di Don An-

tonio Rufo di Sicilia per il quale completò “David e

Bathsheba”. Anche il quadro “Lot e le sue figlie”,

che risale sempre a questa fase, è stato attribuito a

lei. Una delle sue ultime opere famose è “Lucrezia”,

la sua prima eroina femminile, con la quale Artemi-

sia mise in luce la sua passione per la donna forte,

abile e indipendente. Artemisia Gentileschi morì nel

1653. E’ strano che nonostante le sue capacità, la

sua reputazione e la sua importanza, non sia stato

scritto molto su di lei. Ciò che rimane, infatti, della

sua vita e della sua esperienza artistica sono 34 di-

pinti e 28 lettere.

Rosa Gargiulo

Dietro il nome di una strada si nasconde la chiacchierata vita di una grande pittrice

La storia di Artemisia GentileschiAlla pittrice è stato dedicato il nome di una strada del nostro quartiere

Ti ho cercata come acqua nel deserto

quando la sabbia dei giorni perduti

soffocava ogni fremito di vita

col suo lento e impercettibile salire.

Ti ho cercata come sabbia nel mare

quando le onde dei giorni agitati

ingrigivano le acque limpide

che mi porto dentro

e mi fanno vivere ancora.

Ti ho cercata come vento sulle dune

quando l’aria era ferma e silente

e a goccia a goccia annegava

i palpiti di un cuore bambino.

Ti ho cercata come il Silenzio e la Quiete

quando un vento senza origini e confini

agitava il mare che mi porto dentro

e non mi dava né nido né rifugio.

E adesso che ti ho trovata

adesso che stringo le tue membra

che completano l’incanto

di un abbraccio immaginato

adesso che da ogni parte sfugge

il tuo corpo di vento e di sabbia

il tuo sorriso di mare e di tempesta

la tua voce di urla e di silenzi

adesso che inizio a capirti

devo imparare a dimenticarti

devo insegnarti la strada di vento e di sale

che conduce verso quella felicità

che a noi non appartiene.

Giovanni Spina

Il ritornoDELLA POESIA

L’ANG

OLO

O

gni anno al liceo classico A. Pansini si svolge

un laboratorio di storia per le classi 3° liceali.

Quest’ anno a noi, alunne di questo liceo, è toc-

cato ricostruire la storia della famiglia Grossi, che ha

partecipato attivamente alla Guerra Civile Spagnola

(1936-1939). Il professore Aragno, storico da cui ab-

biamo ricevuto un aiuto, ci ha fornito documenti su

questa famiglia che noi abbiamo potuto rileggere e ri-

assumere. In seguito li abbiamo ordinati cronologica-

mente per avere una visione d’insieme e infine abbia-

mo deciso di scrivere un romanzo riguardo alla storia

di questa famiglia. La famiglia Grossi era composta dal

padre Cesare Grossi, la madre Maria Olandese e dai tre

figli Aurelio, Renato e Ada. Grazie al professore Ara-

gno siamo riusciti a rintracciare e a contattare la signo-

ra Ada, ormai novantenne, per fissare con lei un appun-

tamento. La donna, seppur molto anziana, si è rivelata

molto ospitale poichè ci ha accolto in casa sua per rac-

contarci tutta la storia della sua famiglia durante la

guerra civile spagnola, mentre noi filmavamo l’ intervi-

sta. La signora Ada ci ha narrato che la sua famiglia si

era spostata in Argentina ma poi emigrò per cercare la-

voro in Spagna dove era in corso la dittatura di Franci-

sco Franco. Infatti, quando scoppiò la Guerra Civile

Ada lavorava come speaker alla radio Barcellona con il

padre Cesare, il quale poichè era socialista combattè

contro Franco e nel frattempo svolse anche l’ attività di

giornalista al noto libello “L’ Italia del Popolo”, in cui

scriveva articoli contro la dittatura e per tale motivo si

firmava con lo pseudonimo “il piccolo Spartaco”.

Quando in Spagna Francisco Franco vinse la guerra,

iniziò l’ esodo della famiglia Grossi. Infatti Maria

Olandese e la figlia Ada furono deportate nel campo di

concentramento in Francia, dove poi Ada si sposò con

un medico e si trasferì nuovamente in Spagna. La ma-

dre si trasferì a Melfi e desiderava ricongiungersi con i

figli dei quali uno, Aurelio, era disperso e l’ altro, Re-

nato, era stato rinchiuso in manicomio per problemi

psichiatrici. Il marito intanto era stato esiliato a Vento-

tene. Quindi dopo aver tracciato le tappe importanti di

questa famiglia, per scrivere il romanzo ci è sembrato

opportuno recarci a Ventotene per visitare di persona il

luogo in cui Cesare Grossi e tanti altri socialisti furono

esiliati. La partenza è avvenuta il giorno 3 Dicembre

2007, un periodo un pò anomalo per recarsi su un’ iso-

la oggi conosciuta soprattutto come luogo di villeggia-

tura, ma la nostra brama di conoscenza era così forte

che ci ha permesso di superare il viaggio solo con un

pò di mal di mare! Quando siamo arrivati a Ventotene,

l’ isola era praticamente deserta, si potrebbe approssi-

mare il numero degli abitanti a una decina di persone!

Dopo aver depositato i bagagli in un piccolo albergo, ci

siamo recati ad ascoltare una conferenza alla sede del

municipio di Ventotene, adiacente all’ albergo, sulla

storia di Ventotene e su quella dell’ isola di S. Stefano.

Infatti abbiamo appreso che le storie delle due isole so-

no intrecciate in quanto sull’ isola di S. Stefano fu co-

struito un grande carcere, che occupava tutta l’ isola,

tra il 1792 e il 1797 dall’ architetto Francesco Carpi.

Quest’ ultimo edificò il carcere secondo una struttura a

forma di ferro di cavallo detta “panoptico” (dal greco =

vedere il tutto) perchè in questo modo i detenuti erano

sorvegliati da una torretta posta al centro della struttura

e non potevano fuggire. Inoltre abbiamo appreso che

personaggi noti della storia furono incarcerati lì, come

ad esempio Gaetano Bresci che fu l’ anarchico che uc-

cise il Re d’ Italia Umberto I il 26 luglio 1900. Poi do-

po aver assistito alla conferenza e dopo il pranzo in al-

bergo abbiamo ispezionato l’ isola di Ventotene in un

solo pomeriggio poichè il perimetro dell’ isola è di me-

no di 3 chilometri! Il giorno successivo abbiamo visita-

to le cisterne romane che si trovano nella parte meri-

dionale dell’ isola e poi dopo pranzo ci siamo imbarcati

perchè c’ era il rischio di restare lì a causa del maltem-

po! L’ esperienza, dunque, si è rivelata interessante per

comprendere anche lo stato d’ animo di Cesare Grossi,

rinchiuso su un luogo che la natura ha reso bellissimo

ma che l’ uomo ha usato per scopi turpi...Quest’ espe-

rienza ci ha permesso di affrontare il laboratorio con

un’ altra ottica, infatti ci siamo sentiti più coinvolti e

appassionati alla storia. Infine possiamo dire che que-

sto nuovo modo di studiare la storia ci ha reso più par-

tecipi e ci ha appassionato di più alla materia...Per la

prima volta ci siamo calati nei panni dello storico e la

storia più che studiarla, abbiamo avuto l’ impressione

di viverla!

Rita Bosco

Lina Sorrentino

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081616La storia attraverso le fonti e le testimonianze...

Il liceo classico Pansini ha permesso ai suoi alunni delle3°liceali di studiare la storia attraverso un nuovo metodo

A

ccendere un mutuo o un

prestito personale mediante

una banca o qualsiasi altra

società finanziaria abilitata a farlo

significa, per chi lo richiede, assu-

mersi un impegno finanziario per

un intervallo di tempo più o meno

lungo a partire dall’accettazione

della propria richiesta. È luogo

comune pensare a qualsiasi forma

di finanziamento personale come

una sorta di “vampiro” che suc-

chierà i propri risparmi per i pros-

simi 2, 5, 10, 30 anni. In realtà an-

drebbe fatta luce su una serie di

elementi di fondamentale impor-

tanza che spesso vengono trascu-

rati quando si richiede un prestito,

vuoi per ignoranza in materia di

finanziamenti da parte di chi li ri-

chiede, vuoi per incapacità di chi

vende i propri prodotti finanziari

nell’indicare le loro caratteristiche

principali. Trasparenza, chiarezza,

professionalità e se-

rietà di chi propone

un prestito sono

aspetti fondamentali

che il cliente deve

valutare prima di ef-

fettuare la scelta del-

l’operatore a cui ri-

volgersi evitando

nella maniera più

assoluta di lasciarsi

abbagliare da false promesse di

tassi bassissimi e condizioni eco-

nomiche apparentemente vantag-

giose. Posso tranquillamente af-

fermare che il mercato del credito

tende ad essere sostanzialmente

allineato per quanto attiene le

condizioni economico-finanziarie

concesse alla clientela. La vera

differenza tra chi pubblicizza pro-

dotti finanziari sta nella capacità

di effettuare un approfondito

screening del richiedente fornen-

do un’esatta consulenza per evita-

re di rovinare la sua posizione me-

ritoria per effetto di richieste di fi-

nanziamento impostate in maniera

errata. Il costo effettivo di un fi-

nanziamento non risiede esclusi-

vamente negli interessi che il

cliente è tenuto a versare per dis-

porre della somma concessagli per

tutta la durata del prestito, ma in

tutte quelle spese non sempre im-

mediatamente desumibili dal con-

tratto che puntualmente accompa-

gnano l’espletamento della prati-

ca: spese commissionali, spese di

incasso rata, costi assicurativi. Se

a queste voci aggiungiamo i tempi

di risposta circa l’esito della ri-

chiesta, non sempre immediati, ci

si rende conto di quanti siano i

parametri distintivi tra le diverse

finanziarie di riferimento. A tal

proposito ritengo utile fornire una

piccola ma fondamentale distin-

zione che non sempre viene rece-

pita nel momento in cui si decide

di accedere al prestito finanziario:

la distinzione tra T.A.N. e

T.A.E.G.

Il T.A.N. rappresenta il “Tasso

Annuo Nominale”, cioè il tas-

so d’interesse annuo applicato

sul prestito. È il tasso più

semplice a cui si può fare rife-

rimento in quanto è quello che

prende in considerazione

esclusivamente il costo legato

agli interessi e non tutti gli al-

tri oneri già indicati nel pre-

sente articolo. È anche questo

il motivo per cui si tende ge-

neralmente a pubblicizzare questo

tasso che risulta notevolmente più

basso rispetto all’effettivo costo

che il cliente sostiene. Tale costo è

rinvenibile nel T.A.E.G.(“Tasso

Annuo Effettivo Globa-

le”),indicatore di sintesi relativo a

tutti i costi connessi al finanzia-

mento, interessi compresi. Tassi di

interesse bassi sono in genere ac-

compagnati da costi accessori ele-

vati per cui bisogna prestare enor-

me attenzione a non farsi abbin-

dolare da chi li propone. Utile a

tal fine è certamente il “foglio in-

formativo” che è parte integrante

di qualsiasi contratto di finanzia-

mento e che fornisce, in maniera

completa e trasparente, un mag-

giore dettaglio di tutti quei profili

che non sempre si riescono a de-

sumere dal contratto stesso, specie

quelli inerenti alle voci di costo

per il cliente. La parola d’ordine è

dunque “ATTENZIONE!”: nella

scelta della finanziaria a cui rivol-

gersi, della forma di finanziamen-

to più consona ai propri bisogni,

nella valutazione dei costi rispetto

all’utilità dell’obiettivo che si per-

segue. Il mio consiglio è di pensa-

re bene prima di optare per questa

o quella società finanziaria, di ri-

volgersi a professionisti del setto-

re in grado di fornire un’esatta

consulenza in linea con le proprie

aspettative e soprattutto di non la-

sciarsi mai trasportare da amici o

personaggi che si cimentano nel

ruolo di mediatori creditizi per la

prima volta o, in ogni caso, in ma-

niera avventata a mo’ di “pionieri

del credito”.

Egregio direttore, abito a Pianura da

quasi un anno. Alcune cose vanno be-

ne, molte No. Da poco ho conosciuto

il Suo giornale e vorrei anch’io render-

mi utile. Ho scoperto, per caso, che c’è

un ufficio postale all’interno della

piazzetta su cui si affaccia il Munici-

pio. Ho notato, con piacere, che il sud-

detto ufficio, pur disponendo di spazi

angusti, è bene organizzato e il lavoro

è ordinato. Ma ho notato anche la soli-

ta sciatteria e prepotenza che caratte-

rizza noi napoletani. Infatti tutta l’area

della piazzetta dovrebbe essere rigoro-

samente pedonale, ma vi sostano deci-

ne e decine di auto e, addirittura, vi

sfrecciano di continuo le moto. Ma, mi

chiedo, è mai possibile che i cosiddetti

responsabili non se ne siano mai ac-

corti? Eppure la piazzetta è il centro

del quartiere. Su di essa affacciano gli

uffici del Commissariato di Polizia,

dei Vigili Urbani e di tutta la Munici-

palità: nessuno se ne frega? Faccia

qualcosa almeno il Presidente Tirelli!

Non la diamo sempre vinta ai furbi ed

ai prepotenti che calpestano le regole e

fanno sentire idioti chi rispetta, invece,

le leggi.

Raffaele S.

Timbro postaleedataPostavia Campanile, 89

Il parcheggio interno del Municipio

Accesso al credito: attenzione alle “false promesse”!i. p.

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081717

L

a contraffazione dei prodotti ali-

mentari di qualità, sia sul merca-

to nazionale sia su quello “globa-

lizzato” ha assunto, negli ultimi anni,

proporzioni particolarmente preoccu-

panti. La situazione comporta rilevanti

riflessi negativi sul piano economico-

sociale in quanto colpisce i marchi di

impresa e incrina la fiducia dei consu-

matori nel Made in Italy. Tipici solo di

nome sono i falsi alimenti “made in

Italy” prodotti e venduti in tutti gli an-

goli del pianeta, compresa la stessa Ita-

lia: come accade per il concentrato di

pomodoro che sembra tutto italiano,

ma non ha nulla a che fare con la realtà

nazionale. Infatti ingenti sono le quan-

tità importate dalla Cina, dove operano

mastodontici impianti con tecnologia

italiana capaci di produrre a costi molto

ridotti. Con l’entrata in vigore della

normativa prevista dal Decreto del 17

febbraio del Ministero per le Politiche

Agricole, dal primo gennaio 2008 sono

venute meno tutte le deroghe con

l’obbligo di indicare in etichetta

l’origine del pomodoro utilizzato nella

passata. Sulle etichette della passata di

pomodoro in vendita deve essere ora

indicato obbligatoriamente anche il

luogo di coltivazione del pomodoro e

non solo quello di confezionamento.

Con il nuovo anno è scaduto il termine

per consentire lo smaltimento delle

vecchie confezioni, dunque non è più

possibile spacciare nella passata il fal-

so made in Italy. Per

l’agricoltura e per l’economia

italiana è una tutela essenziale,

ed è una tappa importante,

fortemente voluta dalla Fe-

derconsumatori, per rende-

re trasparente il mercato

verso il consumatore, ed è

un elemento decisivo a so-

stegno delle produzioni e

dei produttori italiani nelle

prossime trattative sul prez-

zo del pomodoro. Dal pros-

simo 16 gennaio 2008 en-

trerà invece in vigore il de-

creto, emanato lo scorso 9

ottobre dal Ministro delle

politiche agricole alimentari

e forestali, sulle nuove nor-

me in materia di indicazioni

obbligatorie nell’etichetta

dell’olio vergine ed extravergine di oli-

va. I provvedimenti sopra indicati pun-

tano da un lato a scongiurare i ricorren-

ti fenomeni di contraffazione e le frodi

nell’ambito delle attività di vendita dei

prodotti alimentari, dall’altro lato a

promuovere l’adozione di disposizioni

che consentono ai consumatori di effet-

tuare scelte di acquisto consapevoli. In

particolare per quanto concerne l’olio,

allo scopo di garantirne la rintracciabi-

lità dell’origine, dal 16 gennaio 2008

sarà dunque obbligatorio indicare in

etichetta lo Stato membro o il Paese

terzo corrispondenti alla zona geografi-

ca nella quale le olive sono state rac-

colte, e (qualora le olive siano state col-

tivate in uno Stato mem-

bro o Paese terzo diverso

da quello in cui è situato

il frantoio) dove è si-

tuato il frantoio in cui è

stato estratto l’olio, fat-

ta salva la designazione

d’origine a livello re-

gionale per i prodotti

che beneficiano di una

denominazione di origi-

ne protetta (DOP) o di

un’indicazione geogra-

fica protetta (IGP).

Spesso accade che le oli-

ve siano state invece colti-

vate in più Stati membri o Paesi ter-

zi: in tal caso l’etichetta dovrà ripor-

tare l’elenco dettagliato di tutte le na-

zioni interessate, in ordine decrescente

per quantità utilizzate. In particolare,

nel caso in cui le olive saranno coltiva-

te in un Paese diverso da quello ove è

situato il frantoio, l’etichetta dovrà ri-

portare la dicitura: “Olio estratto in ….(indicazione dello Stato o Paese delfrantoio) da olive coltivate in ….. (indi-cazione dello Stato o Paese di coltiva-zione)”. Nell’ipotesi di tagli d’oli

d’oliva vergine ed extravergine estratti

in più Stati membri o Paesi terzi, salvo

quanto sopra illustrato, l’etichetta dovrà

indicare l’elenco di tutti gli Stati o Pae-

si terzi nei quali sono stati estratti gli

oli. La vigilanza sull’applicazione delle

nuove disposizioni da parte di tutte le

aziende della filiera interessate è de-

mandata all’Ispettorato centrale per il

controllo della qualità dei prodotti

agro-alimentari presso il MIPAF. In ca-

so di accertata violazione sarà applicata

la sanzione amministrativa pecuniaria

da ? 1.600 ad ? 9.500, ai sensi dell’art.

18 D.lg. n. 109/1992 (Attuazione diret-

tive CEE 89/395 e 89/396 concernenti

l’etichettatura, la presentazione e la

pubblicità dei prodotti alimentari). Per

quanto riguarda in particolare la decor-

renza applicativa delle norme, il decre-

to precisa che gli oli etichettati prima

del 16 gennaio 2008 e privi delle de-

scritte indicazioni obbligatorie in eti-

chetta possono essere venduti entro i

successivi diciotto mesi. La Federcon-

sumatori invita dunque i consumatori a

prestare attenzione negli acquisti sugli

scaffali dei supermercati e dei negozi

privilegiando quelli riportanti in eti-

chetta origine e provenienza.

D. ssa Ranieri Anna

Responsabile Federconsumatori

Con il nuovo anno in vigore nuove misure a tutela della qualità dei prodotti e della salute dei consumatori

Etichette: Novità per l’olio ed il pomodoro in vigore da gennaio

PianuraIl Corriere di

GENNAIO/FEBBRAIO 20081818

di Alessandro Etzi

C

ontinua a mietere

successi il Pianura,

regalando così una

soddisfazione ai tifosi e ai

cittadini che continuano a

protestare contro la discari-

ca dei Pisani.

Hanno fatto di

più i fratelli

Cafasso, ren-

dendo gratuito

l’ingresso al

Campo Simpa-

tia in occasio-

ne del match

casalingo con-

tro il Succivo.

Al resto ci

hanno pensato

i giocatori, che

hanno vinto

con una rete di

Montaperto al

10’, senza

esultare. “Sia-

mo vicini al

quartiere per

un problema

che va risolto

al più presto -

afferma il pre-

sidente Lino Cafasso -, per

questa ragione abbiamo op-

tato per l’ingresso gratuito e

chiesto alla squadra di non

esultare in occasione del

gol. Comunque, siamo con-

tenti che la partita si sia gio-

cata anche per ragioni di

calendario. Ad ogni modo,

parteciperemo alla manife-

stazione del quartiere previ-

sta questo pomeriggio”. Con

questa vittoria il Pianura si

porta in prima posizione,

sebbene l’Alba Sannio abbia

disputato una partita in me-

no. Inizia bene il girone di

ritorno, che si preannuncia

tiratissimo. Adesso in cam-

pionato i biancoazzurri do-

vranno affrontare tre partite

piuttosto abbordabili contro

la Puteolana fanalino di co-

da, lo Striano e l’Arzanese,

prima di affrontare nella sfi-

da per il vertice l’Alba San-

nio in casa. Intanto è arriva-

to l’ultimo rinforzo, la punta

Pasquale Ferraro, a comple-

tare una rosa che non ha più

lacune. “Fra un anno vedo la

squadra stabilmente tra le

prime cinque della Serie D”

afferma il Direttore Sportivo

Peppe Ammaturo, lasciando

ben intendere gli obiettivi di

questa stagione e della pros-

sima. Intanto prosegue il

cammino della squadra an-

che in Coppa Italia: dopo

aver schiantato la Boys Cai-

vanese il Pianura dovrà af-

frontare la Virtus Volla, un

avversario tenace ma alla

portata dei biancoazzurri. La

juniores invece ha chiuso il

2007, oltre che col titolo di

campioni d’Italia appuntato

sulla maglia, anche con 8

punti di vantaggio sulla di-

retta inseguitrice, la Virtus

Baia. La squadra di Mister

Cavallino continua a giocare

come una schiacciasassi, co-

struendo numerosi giovani

talenti che presto il tecnico

Vincenzo Potenza valorizze-

rà, come è da tradizione del-

la squadra.

Il Pianura vince senza dimenticare le proteste

I fratelli Cafasso aprono i cancelli al pubblico

SQUADRA PUNTI GIOCATE VINTE NULLE PERSE FATTI SUBITI

Pianura 38 16 12 2 2 35 10

Alba Sannio 36 15 11 3 1 32 15

Atletico Nola 33 16 10 3 3 27 14

Internapoli 31 16 9 4 3 26 13

Virtus Volla 29 16 7 8 1 17 8

B.Caivanese 28 16 8 4 4 27 21

Gladiator 1924 25 16 7 4 5 18 12

Real Ortese 22 16 7 1 8 22 23

Portici 21 16 6 3 7 23 31

Arzanese 20 16 6 2 8 14 17

Carditese 17 16 5 2 9 15 26

Striano 16 15 5 1 9 16 19

Ercolanese 13 16 3 4 9 13 22

Calcio Riop 10 16 2 4 10 7 20

Succivo 9 16 2 3 11 12 35

Serie C/F.

Pianura Volley inarrestabileSecondo posto per le pianuresi che si

preparano ad affrontare la prima della classedi Valentina Borrelli

F

inale col botto per il Pianura Volley. Le ragazze allenate

dal tecnico Domenico Delfino Leone hanno messo a se-

gno nove punti su nove nelle ultime tre partite previste dal

calendario prima dello stop natalizio e proseguono dritte per la

strada che conduce ai play off. Nette le vittorie inflitte agli orga-

nici del Gr. 2000 Pall. Ottaviano, dell’ASS Ottavima e dell’A-

tellana Volley, il 3-0 finale messo a referto in tutti e tre i casi ha

favorito lo scavalcamento in classifica dello Zeus Sport Fiamma

Torrese e il consolidamento della seconda piazza. Terminate le

vacanze natalizie e archiviate le difficoltà tattiche che hanno ca-

ratterizzato l’avvio di questo campionato, le pianuresi sono già

concentrate sulla preparazione della prossima difficile sfida.

Nella dodicesima giornata di campionato il Pianura avrà il com-

pito di superare il primo test difficile del nuovo anno: le mura

della “S.M.S. Falcone” ospiteranno infatti la formazione ostile

dell’AS Benevento, squadra che al momento domina il raggrup-

pamento del girone A di serie C femminile e che ha dimostrato

finora di non avere rivali.