PERIODICO DI ATTUALITÀ, POLITICA, CULTURA, SPORT € 0,50 ANNO VIII N° 1 GENNAIO/FEBBRAIO 2008
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No
, non è un errore di stampa, abbiamo
scritto proprio “Buon 2009”. Il moti-
vo è semplice: visto il modo con cui
il 2008 si è presentato, non ci veniva proprio di
fare gli auguri di buon anno. Il pericolo della ri-
apertura della discarica dei Pisani dopo 11 anni,
dopo le promesse di bonifica e di riqualificazio-
ne della zona, i roghi, le barricate e gli scontri
compromettono definitivamente un anno già
molto difficile. La decisione del Commissario
Straordinario per l’Emergenza Rifiuti è stato un
duro colpo per quei cittadini, per quelle associa-
zioni e per tutti quelli che avevano sperato in
uno sviluppo del quartiere, promosso dalla boni-
fica della discarica e dalla riqualificazione della
contrada Pisani anche attraverso la realizzazione
del campo da golf e delle strutture ricreative e
ricettive ad esso collegate. Anche se non si con-
cretizzerà, la scelta di riportare i rifiuti a Pianura
è una sconfitta per tutti.
<segue in quarta pagina
Buon 2009 PianuraL’anno inizia modo
pessimo, non ci restache sperare nel prossimo
E m e r g e n z a r i f i u t i : d e c i d e D e G e n n a r o
I cittadini ricorrono al TARcontro la decisione di riaprirela discarica
Cortei, proteste, blocchi, scontrie roghi: giornate di alta
tensione nel quartiere
Discarica dei Pisani: secco No dal la popolazione, dal la Municipal i tà .I l Sindaco Iervol ino: “non è giusto che paghino sempre i più debol i”
Poteri speciali al super commissario per un’emergenza che da Napoli e dalla Campania si estende a tutta Italia
N
on solo un NO alla discarica,
anche un SI FORTE PER LA
BONIFICA VERA, EFFI-
CACE E DEFINITIVA. Per settima-
ne è stato detto ai pianuresi e a tutti
gli italiani che la discarica di Con-
trada Pisani a Pianura rappresentava
l’unica possibile, quantunque dolo-
rosa, soluzione all’emergenza rifiuti
della città di Napoli e della sua pro-
vincia. Sono convinto che questa di-
chiarazione è falsa. Non so perché è
stato fatto di tutto per convincere
tutti che bisognava necessariamente
aprire questa discarica. Forse tra
qualche anno potremo sapere quelle
verità che oggi non vengono dichia-
rate. In ogni modo oggi abbiamo
fatto noi tutti cittadini di Pianura e
di contrada Pisani a dire NO alla
discarica. Ancora più giusto e neces-
sario è chiedere oggi la bonifica,
quella vera, efficace e definitiva,
della discarica che da quando è stata
chiusa non ha mai smesso di avvele-
nare il territorio e tutti gli abitanti
dell’area circostante. Sono convinto
che sono state dette bugie perché di
ipotesi alternative a Pianura sono
presenti in molte altre parti della
Regione ed in ogni caso quella di
Pianura ha tutte le caratteristiche per
essere esclusa dal novero delle solu-
zioni possibili. Il Professore France-
sco Ortolani, geologo, in un articolo
pubblicato su un importante ed au-
torevole quotidiano nazionale ha so-
stenuto che la discarica di Contrada
Pisani è inidonea ed ha argomentato
efficacemente la sua tesi, ha anche
indicato una possibile e concreta so-
luzione alternativa. La tenuta milita-
re di Persano nella provincia di Sa-
lerno si estende su seicento ettari.
Basterebbero solo venti ettari per
fronteggiare due anni di emergenza.
Ma nessuno ascolta. Perchè? I rap-
presentanti dell’Assise di Palazzo
Marigliano hanno studiato seria-
mente questo problema ed hanno sa-
puto individuare diversi siti alterna-
tivi che è possibile utilizzare senza
mettere in pericolo la salute delle
popolazioni e, probabilmente, senza
favorire interessi economici incon-
fessabili ed occulti. Chi ha indicato
Pianura come scelta possibile ha
prodotto il disastro che è sotto gli
occhi del mondo intero. I danni di
questa scelta scellerata si protrarran-
no nel tempo. E Dio solo sa per
quanto tempo. È sotto gli occhi di
tutti come la classe politica ed istitu-
zionale locale si è rilevata incapace
e responsabilmente colpevole del
disastro di queste settimane. A loro
vanno ascritte anche le maggiori re-
sponsabilità legate al tentativo mes-
so in atto dalle frange violente e cri-
minali che hanno tentato, nella con-
fusione generale, di conquistare un
ruolo di regia della lotta contro la
discarica. La sera di venerdì 3 gen-
naio Pianura è stata messa a ferro e
fuoco da bande di criminali che a vi-
so coperto e a bordo di decine di
moto hanno imposto la chiusura an-
ticipata dei negozi ed hanno dato
fuoco a tutti i cumuli di spazzatura
presenti in strada, sotto gli occhi ter-
rorizzati dei cittadini pianuresi.
Quella sera moltissimi nostri concit-
tadini sono stati terrorizzati ed han-
no avuto paura, la stessa paura che
gli ha impedito nei giorni successivi
di manifestare scendendo in strada
insieme a quelli che lottavano mani-
festando pacificamente contro la
discarica e per la bonifica vera e de-
finitiva di Contrada Pisani. Sono
stati incendiati pullman del servizio
pubblico, sono state chiuse strade,
assaltate ambulanze, mezzi dei pom-
pieri, delle forze dell’ordine, sedi di
partito. È innegabile che in campo
sono scesi anche gruppi che non
hanno nulla a che vedere con la dis-
carica. Noi non ci illudiamo, non è
la violenza che aiuta la lotta contro
la discarica. Quella violenza isola il
movimento, lo indebolisce e lo con-
segna in mano alla camorra. In mo-
menti così difficili in cui sentiamo
minacciare le nostre libertà indivi-
duali e collettive è ancora più neces-
sario essere determinati, uniti e nu-
merosi per arginare possibili derive
antidemocratiche e violente che so-
no sempre in agguato.
di Luigi Cuomosegretario Confesercenti Pianura
coordinatore delle associazioni an-
tiracket napoletane
Il Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 200833Una lunga serie di bugie per nascondere verità scomode e responsabilità inconfessabili
Difendere Pianura e la sua libertà
(sabato 5 gennaio: la Polizia a via Dalì identifica i presuntiresponsabili delle intimidazioni ai commercianti)
In questi giorni così convulsi, con il nostroquartiere sbattuto in prima pagina daimaggiori network nazionali ed internazio-nali, ci sono molto piaciuti l’articolo di Se-bastiano Messina uscito su “La Repubbli-ca” del 9 gennaio scorso e quello de “IlMattino” del 12 gennaio. Li proponiamoalla riflessione dei nostri lettori.
“Ah, gridano tutti, se Napoli avesse già un
magnifico termovalorizzatore come quello
di Brescia! A quest’ora, invece di essere pri-
gioniera del fetore dei suoi rifiuti, ricavereb-
be dalla mondezza acqua calda e corrente
elettrica. Il termovalorizzatore, ecco quello
che ci voleva per non ritrovarsi con i viali di
spazzatura e i picchetti alle discariche. Man-
naggia a chi non l’ha costruito. Si dimetta
immediatamente chi non ha saputo imporlo.
Sia processato chi l’ha boicottato. Tutto ve-
ro, tutto giusto. Ma chi è che non l’ha volu-
to, questo benedetto termovalorizzatore?
Chi ha marciato contro? Chi ha firmatole in-
terrogazioni parlamentari? Chi si è scontrato
con la polizia? L’elenco –ahi ahi- è più as-
sortito del contenuto di un cassonetto. La
destra e la sinistra. Il vescovo e i no global.
Greenpeace e Beppe Grillo. Bertinotti e
Alemanno. Padre Zanotelli e la comunista
Katia Belillo. Un sindaco della Cdl e uno
dell’Unione. E poi i Verdi, i Disobbedienti,
il Codacons, i pensionati, i costruttori, gli ex
partigiani, i mutilati di guerra, gli ex com-
battenti …
E Di Pietro. Si, proprio lui: proprio il mini-
stro che oggi reclama le dimissioni di Bas-
solino, imputandogli troppa lentezza nell’af-
frontare il più puzzolente dei problemi, una
settimana dopo l’inizio della costruzione del
termovalorizzatore di Acerra – era il 2004 –
si domandava i motivi della improvvisa, in-
giustificata e non motivata accelerazione
che ha portato ad avviare i lavori per il ter-
movalorizzatore a ferragosto”, e invitava
perentoriamente il commissario di governo
“a sospendere immediatamente i lavori”.
Una voce tra le tante, per carità. Perché ac-
canto ai due sindaci di Acerra che marciava-
no alla testa dei cortei di protesta (prima uno
di centro destra, poi uno di centro sinistra:
staffetta bipartisan) nessuno ha mai fatto di-
stinzioni di colore politico. C’era Fausto
Bertinotti, che salutava soddisfatto “la
grande mobilitazione popolare” (corteo di
30 mila persone, finito tra lacrimogeni della
polizia con 82 feriti al pronto soccorso) e
portava “solidarietà e sostegno”. E c’era
Franco Giordano, che avvertiva Bassolino:
“Rifondazione comunista è assolutamente
contraria alla realizzazione del termovalo-
rizzatore di Acerra”. Ma c’era anche Gianni
Alemanno di AN, allora ministro delle Poli-
tiche Agricole, che scandiva il suo slogan di
lotta e di governo (“Il Sud non può essere la
pattumiera d’Italia!”) e prometteva ai mani-
festanti: se avete ragione voi, “non ci posso-
no essere dubbi sull’interruzione dei lavori”.
C’era Alfonso Pecoraio Scanio, che a nome
dei Verdi presentava interpellanze al gover-
no per chiedere il blocco dell’”ecomostro”
di Acerra. C’era un comitato di ex partigia-
ni, mutilati di guerra ed ex combattenti che
gridava. “oggi facciamo qui la nostra resi-
stenza!”. Ma c’era anche il sindaco Miche-
langelo Riemma (Cdl) che lanciava la sua
sfida anche al di là del Tevere: “Nemmeno
il Papa potrebbe farci recedere da questa
battaglia di civiltà”. Ma non c’era bisogno
di proclami tanto roboanti, perché persino il
Vescovo di Acerra, monsignor Giovanni Ri-
naldi, aveva benedetto la protesta popolare,
con un comunicato ufficiale che venne letto
la domenica in tutte le chiese della Diocesi.
Dietro il termovalorizzatore - fu anche detto
- c’era la coda del diavolo.”
Per questo termovalorizzatore Bassolinobisticciò con amici ed avversari, fino aquando, dichiarandosi impotente, si dimi-se. Il prefetto Catenacci, che nel febbraio2004 lo sostituì nel ruolo di Commissario,
riuscì ad iniziare l’opera; ma le forze con-trarie erano potenti ed agguerrite ed il ter-movalorizzatore è lungi dall’essere comple-tato. Forse adesso con De Gennaro si ve-drà finalmente la fine di questa farsa.
GENNAIO/FEBBRAIO 200844 PianuraIl Corriere di
via Campanile, 89 Tel-Fax 081/7268237EE--mmaaiill:: ccoorrrriieerreeddiippiiaannuurraa@@eemmaaiill..iitt
Direttore responsabile Antonio Di MaioEditore Associazione Il GrilloCoordinatore di redazione Augusto SantojanniImpaginazione e GraficaFabrizio RussoRedazioneClaudia Aniello; Fulvio Aniello; FrancescaBaiano, Margherita Balestrieri, ValentinaBianco, Valentina Borrelli, Rita Bosco, LuigiCarrucola, Gaetano Cervone, AntonioCoppola, Rosaria Esposito, Alessandro Etzi,Dario Ferrara, Rosa Gargiulo, Maria PalmaGramaglia, Maria Consiglia Grieco, LindaIacuzio, Anna Mele, Carmine Napoletano,Simona Pasquale, Maria Chiara Pisani,Massimo Romano, Lina Sorrentino, FlorianaSorvino, Giovanni Spina, Simona Testa
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Rassegna Stampa: dicono di noi
MONNEZZA BIPARTISAN
Ci
sarebbe anche
un politico lo-
cale dietro gli
scontri degli ultimi giorni
a Pianura: lo avrebbero
segnalato i carabinieri in
un rapporto inviato alla
magistratura. Nell’esplo-
siva situazione del quar-
tiere, alla civilissima pro-
testa degli abitanti che si
sono mobilitati per dire
no alla riapertura della
vecchia discarica, si sono
mischiate voci diverse.
Gli agguati ai vigili urba-
ni, le sassaiole contro le
forze dell’ordine, le barri-
cate e gli incendi di bus,
gli assalti ai giornalisti,
sarebbero stati voluti da
persone che con la prote-
sta contro la discarica
avevano poco a che fare.
Dietro la violenza in-
comprensibile che per
una settimana ha reso i
Campi Flegrei terra di
nessuno, ci sarebbero
aspiranti leader intenti a
regolare conti con avver-
sari, ma anche con com-
pagni di partito. E non
solo: la mano d’opera,
per così dire, sarebbe sta-
ta fornita da gruppi di ul-
trà solitamente dediti al
vandalismo da stadio.
Giovani, e anche giova-
nissimi, che, volto coper-
to e spranghe in pugno,
hanno terrorizzato un in-
tero quartiere. E gli in-
quirenti non escludono
che anche la malavita ab-
bia giocato con la prote-
sta: è un fatto che tra i
fermati colti in flagrante
nei giorni scorsi mentre
colpivano le forze del-
l’ordine, ci sono molti
pregiudicati. Nelle mani-
festazioni di piazza le
forze dell’ordine hanno
anche individuato alcune
persone già precedente-
mente arrestate. Ora si
esaminano anche alcuni
video girati nei giorni
scorsi. Vicende che, è be-
ne ripeterlo, niente hanno
a che vedere con la pro-
testa di chi non vuole la
riapertura di una discari-
ca dove per decenni sono
stati seppelliti i rifiuti del-
la città e dove, si ripete
nel quartiere, finirono an-
che i rifiuti tossici portati
dalla camorra. E, infatti,
le manifestazioni di paci-
fico dissenso vanno
avanti.
d.d.c.
<segue dalla prima
E,
come tutte le sconfitte, ha
diversi responsabili: al
primo posto è doveroso
mettere il Commissariato per
l’Emergenza Rifiuti che nel corso
di oltre un decennio, impiegando
ingenti risorse economiche, non è
stato capace di risolvere in manie-
ra definitiva il problema e che, pur
avendo pieni poteri in materia, è
stato spesso ostaggio dei partico-
larismi e delle proteste dei cittadi-
ni contrari all’apertura delle disca-
riche nei loro comuni. Situazione
che ha tenuto la Campania in gi-
nocchio per diversi anni. Respon-
sabile della sconfitta è anche la
classe politica: se le istituzioni
avessero rispettato le promesse e
portato a termine la riqualificazio-
ne della zona, sicuramente oggi ai
Pisani ci sarebbero verde, aria pu-
lita, un campo da golf, un maneg-
gio e delle strutture ricettive e non
la paura di essere invasi dalla puz-
za e rifiuti. Ci sarebbe lavoro e
sviluppo per il quartiere. Ma come
sempre, alle promesse non sono
seguiti i fatti e allora, tra ritardi e
incapacità, la riqualificazione è
tramontata e si è tornati indietro di
15 anni. Responsabili della situa-
zione attuale sono anche quelle
forze politiche del quartiere che,
in maniera strumentale, all’epoca
tendevano a sminuire ed in alcuni
casi a ridicolizzare il progetto di
riqualificazione: “Ma come – di-
cevano – un campo da golf sulla
discarica? Ma che benefici avreb-
bero i cittadini di Pianura da que-
sto progetto? Il golf è un gioco per
ricchi, i pianuresi non vi potrebbe-
ro mai giocare…” E cosi, come
spesso accade nel nostro quartiere,
la classe politica si è dimostrata
miope ed incapace di cogliere i
reali benefici che tale iniziativa
avrebbe portato in termini di svi-
luppo economico e sociale. Con
queste premesse, abbiamo deciso
quindi di andare avanti di 365
giorni e di proiettare i nostri au-
spici al 2009. Nella speranza che
le promesse, le ennesime, che le
istituzioni hanno fatto al quartiere,
si siano avverate e che veramente
il problema discarica a Pianura sia
diventato solo un brutto ricordo.
Antonio Di Maio
(Da Il Mattino 12/01/2008)
Gli 007: un politico localedietro gli scontri a Pianura
Buon 2009 Pianura
Inchiodato da un video che lo ritrae mentre vaall’attacco ed incita a colpire le Forze dell’ordine
(Dalla Rebubblica 9/01/2008)
I
l coordinamento Pianura NO
alla discarica nasce la sera del
5 gennaio a seguito delle vio-
lenze urbane registrate e riportate
in modo eclatante dalla stampa di
mezzo mondo per la vicenda ri-
fiuti a Pianura. Tutto si è mosso
con un giro di sms che convoca-
vano un incontro di persone civi-
li, esponenti di associazioni e di
rappresentanti di categorie. Dopo
il primo incontro in cui si discute-
va degli effettivi rischi della scel-
lerata ipotesi di riaprire la ex dis-
carica di Pisani e della necessità
di dare il giusto risalto alla prote-
sta civile e pacifica, si è allargato
il numero dei partecipanti convo-
cati nella serata successiva. In
quella sede si è deciso di dare
un’organizzazione e un nome al
gruppo e di portare avanti un’a-
zione visibile capace di coinvol-
gere le persone di pianura che,
pur sapendo la notizia, non perce-
pivano pienamente la pericolosità
dei risvolti per l’eventuale riaper-
tura dei Pisani legati a fattori di
depressione economica con un
calo delle vendite e del valore im-
mobiliare nonché di quello socio
culturale che ci ha proiettati nel
mondo come quartiere-monnezza
dopo circa 50 anni di passione
subita. Volevamo anche riprende-
re la vita quotidiana gravemente
scossa dagli atti di teppismo che
avevano messo il quartiere in un
angolo senza via d’uscita costrin-
gendo le persone ad una sorta di
barricata domestica. Con un vo-
lantinaggio molto improvvisato
abbiamo convocato un raduno al-
la rotatoria di Monteoliveto (bar
Etoile) per una marcia per le vie
di Pianura. La marcia è stata un
primo momento di distensione
anche per manifestare
l’incredulità rispetto alla impro-
ponibile ipotesi di far precipitare
Pianura indietro di mezzo secolo.
Oltre 3000 persone si sono acco-
date dietro uno striscione fatto
con un lenzuolo e scritto frettolo-
samente con lo spray. Gli slogan
scanditi che poi hanno caratteriz-
zato le marce delle sere successi-
ve, dove si sono registrate oltre
7000 partecipanti tra famiglie e
associazionismo, scuole oltre che
parrocchie e rappresentanti di ca-
tegorie, sono stati: Pianura è qui
per la Legalità e per la dignità;
No alla discarica e non alla vio-
lenza. Chiunque poteva parlare al
megafono e dire le ragioni del
suo dissenso. Man mano che il
corteo si snodava per le strade si
invogliavano le persone affaccia-
te alle finestre a prendere parte al-
la civile protesta perché il coin-
volgimento era inevitabile essen-
do un problema di tutti nessuno
escluso. Sul volantino era scritto
Pianura svegliati! E sembra che,
dopo anni di intorpidimento della
nostra collettività, un primo inizio
di ripresa di coscienza civica e di
sana rivendicazione dei propri di-
ritti stia davvero prendendo for-
ma organizzata. La protesta è ar-
rivata anche al centro della città
con una marcia cui abbiamo par-
tecipato ancora una volta in modo
pacifico tutelando le nostre riven-
dicazioni ed evitando strumenta-
lizzazioni di ogni genere. Se la
battaglia darà i suoi frutti, come
tutti si auspicano, con
l’esclusione perentoria di Pianu-
ra dalle scelte del super com-
missario De Gennaro, allora si
passerà alla rivendicazione della
bonifica seria dell’area dei Pisa-
ni e della raccolta differenziata
porta a porta come avviene nei
paesi più progrediti. Noi siamo
consapevoli che abbiamo da
sempre, a differenza di qualche
benpensante, la cultura della dif-
ferenziata ma c’è la necessità di
avere un’Amministrazione snella
e funzionale che dia compimento
strutturale e significato alla sepa-
razione dei materiali non man-
dando tutto nella risolutiva idea
di usare, ancora oggi, unicamente
le discariche. Lo stesso coordina-
mento avendo riscontrato poco
interesse per la civiltà con cui si
sono manifestate le proteste dei
cittadini di Pianura ha messo su
un sito di informazione sui pro-
positi e sui progetti del movimen-
to che, ancora oggi, è subissato di
contatti e scambi e-mail.
Salvatore Varchetta
di Valentina Borrelli
D
omenica 6 Gennaio, Solennità dell’
Epifania del Signore, durante tutte le
Sante Messe che sono state celebrate
nelle Parrocchie della Diocesi di Pozzuoli,
a partire dalle Messe vespertine, è stato let-
to il comunicato stampa del 4 Gennaio re-
datto dalla Diocesi di Pozzuoli a seguito dei
gravi fatti che si stanno verificando nella
zona di Pianura-Contrada Pisani a causa
dell’emergenza rifiuti e della riapertura del-
la discarica di Pianura. Mossa dalla preoc-
cupazione circa la tutela e il rispetto del ter-
ritorio, nonché della salute delle persone, la
Diocesi di Pozzuoli ha indicato il “dialogo”
quale migliore risposta alle nuove sfide so-
ciali, l’ utilizzo delle innovazioni suggerite
dalla scienza e dalla tecnica per risolvere il
problema dei rifiuti e ha invitato i fedeli a
promuovere opportune azioni d vigilanza e
di denuncia.
“Alla luce di queste indicazioni sinodali, èindispensabile: definire al più presto dellelinee-guida che puntino ad una risoluzionedefinitiva del problema dei rifiuti, che of-fende la dignità delle nostre popolazioni,che ferisce in maniera grave il nostro terri-torio, influenzandone in maniera negativalo sviluppo socio-economico e le attivitàconnesse (in primo luogo, quelle turistiche).Occorre uscire dall’emergenza e puntarealla riqualificazione del territorio non solodei Campi Flegrei, ma di tutta la Campa-nia. E’ intollerabile che a tutti oggi non siriescano ad intravedere vie di uscita da unasituazione che altre Regioni hanno già bril-lantemente risolto, magari con impianti -come per esempio quello di Mestre - cherendono possibile lo smaltimento dei rifiutianche in assenza di una seria e adeguataraccolta differenziata. Ciò implica respon-sabilità istituzionali a tutti i livelli, non sol-tanto per quello che non si è riusciti a farefino ad oggi, ma anche per l’incapacità diproporre in tempi brevi una soluzione seriae radicale al problema; - che venga ascol-tata la voce degli abitanti del territorio,cercando di rispondere alle richieste di si-curezza per la salute e di chiarezza circa lareale durata della riapertura, nonché dicontrollo circa quello che realmente verràsversato nella discarica, in modo che sia
impedita ogni possibile forma di infiltrazio-ne da parte di organizzazioni malavitose ecamorristiche; procedendo nel contempoall’elaborazione di un progetto complessivodi sviluppo per la zona. Inoltre, non è possi-bile accettare il ricorso, da parte di nessu-no, alla violenza o a provocazioni che fac-ciano ulteriormente salire la tensione. Èfondamentale da parte di tutti cercare ilmodo per avviare un reale dialogo tra citta-dini e istituzioni. Ci rendiamo conto che lasituazione non è semplice. Cerchiamo tutta-via, in questo momento così drammaticoper il nostro territorio, di far prevalere an-cora una volta la voce della ragione e deldialogo, nella convinzione che solo in que-sto modo si possono individuare tutti insie-me delle possibili soluzioni. Siamo consa-pevoli dei gravi rischi per la salute dellepersone - in primo luogo delle fasce più de-boli, dei bambini e degli anziani - a causadei cumuli d’immondizia presenti per lestrade e dei pericoli derivanti dalla lorocombustione. Allo stesso tempo, non voglia-mo far mancare il nostro sostegno a coloroche temono per la riapertura della discari-ca di Pianura: comprendiamo e condividia-mo tutte le loro paure, e per questo chiedia-mo precise garanzie alle Autorità che han-no preso tal decisione. Non possiamo peròtacere che è urgente e necessaria un’ operadi educazione della popolazione sul temadei rifiuti, in modo da evitare comporta-menti che aggravano la situazione (comeincendiare o gettare i rifiuti per strada, nonfare la raccolta differenziata, non avere stilidi vita adeguati alla drammaticità della si-tuazione). Ci sembra giunto il momento diporre in essere da parte di tutti segni precisidi speranza che facciano guardare con fi-ducia al futuro, aprano nuove vie lì dovesembra che non ce ne siano.”
GENNAIO/FEBBRAIO 200855Coordinamento Pianura NO alla Discarica, un movimento pacifico e democratico
PianuraIl Corriere di
“Non vogliamo i rifiuti ma la bonifica dei Pisani”Il movimento ha portato in piazza oltre 10.000 persone per protestare contro la riapertura dello sversatoio
Emergenza rifiuti: la parola alla Diocesi di Pozzuoli
(Monsignor Gennaro Pascarella, Vescovo di Pozzuoli
GENNAIO/FEBBRAIO 200866
di Arturo Longobardo
C’
è stato un tempo in cui la discarica di Pianura si
chiamava Osservatorio Ecologico; sì: Osservatorio
Ecologico ed io, maestro elementare, ci portavo i
miei alunni a osservare le Magnifiche sorti e progressive del-
l’umanità in cammino. Lì, sulla spianata di Pisani, ci aspetta-
va un distinto signore con camice bianco e barba da dottore
che ci faceva da guida, raccontando ai miei increduli alunni
che le lampade accese agli angoli dei capannoni, nonché quel-
le sulle scrivanie all’interno degli stessi capannoni e i calorife-
ri alle pareti erano messi in funzione dall’energia prodotta dal-
la spazzatura depositata sotto i nostri piedi. E per essere mag-
giormente convincente con i miei sempre più increduli alunni,
ci condusse ai bordi di quella spianata che dava su un burrone
dalle pareti scoscese ricoperte da un enorme tendone scuro,
raccontandoci intanto che la zona faceva parte dei Campi Fle-
grei, caratterizzati dalla presenza di una certa quantità di crate-
ri (ce ne disse il numero) e che noi eravamo ai bordi di uno di
essi, all’interno del quale veniva versata la spazzatura. Il tem-
po poi si sarebbe preoccupato di trasformare la spazzatura in
gas o qualcosa del genere. La nostra guida ci preannunciò pu-
re la capacità di quello spazio enorme che la benefica natura
aveva regalato a noi napoletani, che sarebbe durato addirittura
fin verso il duemila. Lui indicò, conti alla mano, una data pre-
cisa, ma gli anni, tra le tante altre cose, riducono anche la me-
moria! Non ci disse quale degli altri crateri dei Campi Flegrei
si sarebbe utilizzato dopo Pisani: quello di Agnano, Astroni,
Pianura? O Quarto? All’interno del cratere, che nella memoria
(scolastica) mi rassomiglio all’Inferno dantesco, si distendeva
lungo la parete un largo sentiero in terra battuta attraverso il
quale i camion depositavano giù la spazzatura. Alla fine ci
vennero offerti cornetti e succhi di frutta. L’osservatorio eco-
logico si colmò nel corso del tempo e fu dismesso negli anni
novanta. Qualche albero era spuntato e cresciuto lungo i bordi
del vecchio cratere ormai colmo e si disse che se ne sarebbe
fatto un campo da golf o qualcosa di ugualmente esotico! O
un’isola ecologica comunque: si è a ridosso del cra-
tere degli Astroni! E l’erba cresciuta aveva cancel-
lato o almeno mascherato l’aspetto lunare che lo
connotava. E gli alunni non sono più venuti a visita-
re l’osservatorio ecologico: il suolo è instabile come
e più di quello della Solfatara (altro cratere dei
Campi Flegrei) e col tempo si abbassa lentamente
ma inesorabilmente il suo livello. E la spazzatu-
ra…la spazzatura continua a far parte del nostro
quotidiano: cresce ai bordi delle strade come i fiori
a primavera. Non si fa in tempo a raccoglierla che
rispunta a tutte le ore, ovunque, qualche volta anche
nei cassonetti per l’immondizia, ma sempre visibi-
le, perché i cassonetti a Pianura non hanno coper-
chio; ce l’avevano quando furono sistemati, ma c’è
sempre qualcuno che si preoccupa di toglierli, rite-
nendo che un cassonetto chiuso non verrà mai aper-
to per depositarvi i sacchetti di spazzatura (nessuno
a Pianura è in grado di aprirli premendo col piede
sull’apposita sbar-
ra)…resterebbero
così tristemente vuo-
ti. Perché tutto que-
sto? Altri aspirano
ad avere un mondo migliore:
giardini pubblici, viali alberati,
marciapiedi sgombri dalle au-
to, nient’altro…Noi sogniamo
di uscire la mattina e di non
trovare all’angolo il solito
mucchio di spazzatura. Eppure
l’equazione è semplicissima:
se tutti depositassero la spazza-
tura di sera, non se ne vedreb-
be fino alla sera successiva.
Non è così, bambini? E loro,
gli alunni, concordano tutti. Le
campagne si susseguono alle
campagne, le pareti della scuo-
la si riempiono di cartelloni,
lettere vengono spedite all’A-
sìa, al Sindaco, a Babbo Nata-
le, a Gesù Bambino sul Prese-
pe! E’ arrivato Natale, poi Ca-
podanno, e con l’Anno Nuovo
la spazzatura è cresciuta, cre-
sciuta a dismisura, come non
se n’era mai vista prima e ha
invaso le strade, i marciapiedi,
tutto; e cresce di giorno in
giorno, di ora in ora in un cre-
scendo felliniano: un vortice
avvolge la città che dorme, si
infila nei vicoli più stretti, pas-
sa per i decumani, risale via
Toledo, si avvia verso il Vome-
ro, ridiscende per Corso Euro-
pa, prende via Manzoni, scivo-
la per Via Petrarca e giunta a
Mergellina si infila nella Grot-
ta e di lì a Pianura portando
con sé tutta la spazzatura della città! E’ il cratere di Pianura
quello da colmare nei prossimi cinquant’anni? Splendido do-
no offerto ai napoletani dalla natura benefica? No, bambini.
State tranquilli. Vi promettiamo, noi adulti vi promettiamo
che ciò non avverrà. E non ci metteremo di traverso per impe-
dire il passaggio degli automezzi verso la discarica dei Pisani,
non trascineremo i cassonetti versando la spazzatura al centro
della strada, non le daremo fuoco ammorbando l’aria e soffo-
candovi il respiro, non la trascineremo davanti alle scuole per
impedirvene l’accesso. Noi non faremo tutto questo. Non lo
faremo. Ma la raccoglieremo differenziandola a seconda che
sia carta o vetro o plastica e la depositeremo negli appositi
contenitori nelle ore stabilite, e non la mattina quando vi ac-
compagniamo a scuola o ci rechiamo al lavoro! E vi promet-
tiamo pure che non lasceremo le cicche per terra, né le carte
né altri tipi di rifiuti, dando a voi il buon esempio, come è be-
ne che facciano sempre gli adulti. Noi questo vi promettiamo.
E noi tutti sappiamo che le promesse fatte ai bambini vanno
sempre mantenute, perché essi diventeranno adulti.
Quando la discarica si chiamava “osservatorio ecologico”
PianuraIl Corriere di
PIANURA COME BAGHDAD
Impressioni e considerazioni dei ragazzi pianuresi
di Maria Palma Gramaglia
L
’emergenza rifiuti a Pianura ha coinvolto anche delle scuole del territorio che so-
no rimaste vuote nonostante la discutibile ordinanza del ministro Fioroni che ha
obbligato i Dirigenti Scolastici a lasciare aperti i presidi scolastici. Molti genitori
non hanno consentito ai figli di recarsi a scuola, vuoi per le strade non percorribili a
causa dei rifiuti, sia per il timore dei tafferugli e della guerriglia urbana accadute nel-
le nostre strade, le cui immagini sono rimbalzate nei telegiornali di tutto il mondo.
Abbiamo provato a raccogliere le impressioni dei ragazzi della SMS Russo di Pia-
nura, che hanno manifestato il loro sdegno e anche il loro disagio rispetto a quanto
accaduto nel nostro quartiere nei giorni passati. Mattia spiega dell’impossibilità di
poter raggiungere la scuola, nel periodo dell’emergenza, perché le strade sono state
ostruite per giorni da rifiuti d’ogni genere e che, secondo lui, la soluzione per risol-
vere il problema consiste nei termovalorizzatori, Anna Rita invece, manifesta la sua
vergogna ad appartenere ad una regione sommersa dalla spazzatura, mentre Lorenzo
C. parla della camorra e di come alcuni la ritengono responsabile degli atti di vanda-
lismo contro le forze dell’ordine e dei loro mezzi, infatti, Lorenzo R. ritiene che lo
scopo di questi, che lui definisce delinquenti, non è stato quello di aiutare e sostene-
re le ragioni degli abitanti pianuresi bensì di attaccare la polizia. Ilaria si chiede co-
me mai in alcuni quartieri della Napoli bene, nonostante l’emergenza rifiuti, la rac-
colta è continuata e quindi queste zone sono rimaste pulite e Valentina M. a questo
punto dice che sarebbe stato giusto che tutti i napoletani, anche quelli dei quartieri
alti, avrebbero dovuto sostenere le proteste dei concittadini disagiati. Luigi, ancora,
ritiene Bassolino, il Governatore della Regione Campania, il responsabile dell’emer-
genza, proprio lui che più volte aveva promesso che la discarica in contrada Pisani
non sarebbe mai stata riaperta, anzi ricorda Valentina S. quella zona era stata desti-
nata ad altri scopi, come quello di realizzare un campo da golf. Ma il sentimento di
tutti, come lamenta Monica, è stata la paura di infezioni ma anche la vergogna di un
popolo, anzi di quella parte sana di Pianura, che civilmente ha protestato e che inve-
ce ha visto la sua dignità calpestata e denigrata da gruppi di facinorosi che non con-
dividevano assolutamente le ragioni della protesta e hanno ridotto Pianura, sottoli-
nea con veemenza Mattia, come Baghdad.
(nella foto, lʼarea della discarica vista dal satellite)
“P
ianura per ol-
tre 30 anni ha
sopportato il
peso e i costi sociali del-
lo smaltimento, ingoian-
do tutti i rifiuti, compre-
si quelli speciali. Con-
trada Pisani è abbando-
nata: non ha infrastruttu-
re, fogne, strade, illumi-
nazione. Vive nuova-
mente l’incubo di torna-
re ad essere uno sversa-
toio a cielo aperto”. E’
questo il nocciolo della
lettera che il Presidente
della Municipalità Tirelli, nei primi
giorni di presidio ai Pisani, ha indiriz-
zato al Presidente della Repubblica
Napolitano in vacanza a Capri.
Presidente Tirelli, contro la riaper-
tura della discarica Lei ha scritto
anche al Presidente della Repubbli-
ca Napolitano. Cosa gli ha chiesto?
“Abbiamo chiesto un suo autorevole
intervento in qualità di Capo dello
Stato, abbiamo messo le nostre vite
nelle sue mani, sapendo di essere in
buone mani”.
Dopo tale iniziativa ci si aspettava
un diversa attenzione da parte del
Commissario per l’emergenza rifiu-
ti nei confronti delle ragioni dei cit-
tadini di Pianura?
“In realtà il Commissariato non ha te-
nuto minimamente in considerazione
le nostre ragioni. Anzi, a dire il vero,
ci siamo sentiti presi in giro: i tecnici
ci hanno spiegato che ci saranno ga-
ranzie rispetto ai cattivi odori e all’i-
giene ma non c’è stata alcuna valuta-
zione politica. E questo ci ha deluso
molto. Inoltre, il Com-
missario non ci ha dato
termini per il funziona-
mento del sito: si parla
di aspettare il via del-
l’inceneritore di Acerra
che non si sa quando
avverrà.”
Come si è mossa
l’istituzione municipa-
le in questa crisi?
“Abbiamo fatto Consi-
gli straordinari, cercato
di incontrare il Com-
missario Straordinario a
cui abbiamo invito i do-
cumento che il Consiglio ha prodotto.
Abbiamo fatto capire chiaramente al
Commissario che Pianura non vuole
riaprire una discarica che ha già pro-
vocato danni ambientali e alla salute
dei cittadini e dove è in corso una bo-
nifica della discarica abusiva per veri-
ficare i danni di 40 anni di discarica.”
Sarebbe disposto a trattare la ri-
apertura della discarica in cambio
di esenzioni fiscali, fogne, strade,
posti di lavoro, etc?
“Assolutamente No. Il No alla discari-
ca è secco e categorico. Non c’è con-
tropartita che tenga. Il diritto alla salu-
te non può essere oggetto di trattative
o di compromessi”.
Quali sono le prossime mosse?
“Abbiamo già presentato, assieme ai
cittadini di Pianura, un ricorso al TAR
per bloccare la decisione del Commis-
sariato. La mobilitazione continua,
staremo a vedere quali saranno gli svi-
luppi”
Adm
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 200877La Municipalità è stata categorica: NO alla discarica
Intervista al Presidente della Municipalità Fabio Tirelli, in prima lineanella protesta contro la riapertura dello sversatoio dei Pisani
si organizzan
o feste
di compleann
o perbam
bini
T
afferugli, blocchi
stradali, assalti alle
forze dell’ordine, ai
medici del 118, autobus
incendiati, il quartiere
isolato: questo lo scenario
che Pianura ha mostrato
per molti giorni.
Lei è rimasto sorpreso
dalla violenta reazione
che si è avuta nel quar-
tiere in seguito alla deci-
sione di riaprire la dis-
carica?
“Assolutamente No. Solo
chi vive lontano dalla no-
stra realtà lo poteva cre-
dere. Detto questo, però, devo subito ag-
giungere che le manifestazioni di violenza
sono state perpetrate da gruppi a cui non
importa niente della discarica. Il loro uni-
co obiettivo era quello di ingaggiare scon-
tri con polizia e carabinieri e fare quanti
più danni era possibile. Si è avuta una pe-
ricolosissima alleanza tra centri sociali,
ultras del Napoli e soldati della camorra.
La gente, invece, ha manifestato con du-
rezza e determinazione – certo – ma sem-
pre nei limiti di una protesta civile.”
Ma come si è arrivati a ciò? Di chi sono
le responsabilità?
“Questo è un terreno minato. Sicuramente
Bassolino ha grandi colpe, ma prima di
lui, con le stesse competenze e responsa-
bilità ci sono stati Rastrelli (prestigioso
esponente di Alleanza Nazionale ) e Lo-
sco. Bassolino ha svolto le funzioni di
Commissario dal 2000 al mese di feb-
braio del 2004. Rassegnò le dimissioni
dall’incarico quando si rese conto che tut-
te le realtà locali si opponevano a qualsia-
si soluzione al problema dei rifiuti. Nessu-
no li voleva nel proprio territorio. Questo
atteggiamento segnò la sconfitta della po-
litica.”
Cosa è successo da allora?
“Sono trascorsi quasi quattro anni. Un
tempo sufficiente a trovare soluzioni an-
che per un problema così complesso. In
questo frattempo sono stati nominati
Commissari Governativi i prefetti Cate-
nacci, Bertolaso, Pansa, Cimmino. Queste
persone, scelte per la loro
capacità e professionalità,
a cui sono stati affidati
grandi poteri, non avevano
nessun obbligo di sotto-
porsi a quelle estenuanti
mediazioni con le realtà
locali che, invece, aveva
dovuto subire Bassolino,
condannandolo all’immo-
bilismo ed all’impotenza.
Eppure non hanno risolto
il problema. Anzi lo hanno
esasperato e ingigantito.”
In che senso?
“Dopo quattro anni hanno
estratto dal cilindro la so-
luzione magica. Per risolvere il problema
dei rifiuti – hanno detto – l’unica soluzio-
ne è riaprire la vecchia discarica di Pianu-
ra chiusa nel 1996 e che per 43 anni aveva
accolto i rifiuti di tutta la Campania. Ma
possibile che non c’è alcun altro luogo?
Avete avuto quattro anni di tempo per tro-
vare un’altra soluzione. E’ evidente che,
in altri posti, le realtà locali si sono oppo-
ste ed i Commissari hanno fatto marcia
indietro. A Pianura, invece, stanno usando
tutti i poteri che il Governo ha messo a lo-
ro disposizione. Ancora in questi giorni la
sindaca Iervolino ha indicato almeno altri
sette siti. Ma, ormai, non c’è più tempo;
hanno detto alla Prefettura. Certo, forse
adesso è così; ma le responsabilità sono
tutte vostre.”
Ha ragione, allora, la Iervolino, che si è
opposta fino allo stremo alla riapertura
della discarica?
“Ha ragione da vendere. La sindaca cono-
sce molto bene il problema. Più volte ha
parlato con i diretti interessati ed ha avuto
discussioni, anche vivaci, con gli abitanti
di Pisani.”
Come si esce da questa situazione?
“Al punto in cui siamo precipitati, temo
che dovremo necessariamente subire le
conseguenze della inettitudine dei vari
prefetti che si sono succeduti a capo del
Commissariato. Ma il quartiere non deve
rassegnarsi. La riqualificazione e la rina-
scita di Pianura passa anche attraverso
questa brutta pagina.”
Intervista a Fabio Russo, dirigente del Partito DemocraticoEmergenza Rifiuti: chi sono i responsabili?
Non è tutta colpa di Bassolino: prima e dopo di lui
ci sono stati altri 8 commissari per l’emergenza
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 200888
di Maria Palma Gramaglia
S
degno e amarezza, questi sono i sentimen-
ti che animano gli abitanti di Pianura, il
quartiere che in questi ultimi giorni è sali-
to alla ribalta della cronaca per l’emergenza
rifiuti. Solo la riapertura della discarica in con-
trada Pisani, chiusa da 13 anni, secondo il com-
missariato straordinario per i rifiuti potrà sanare
l’emergenza che da mesi attanaglia Napoli.
Questa riapertura, ampiamente criticata dalla
popolazione locale e dallo stesso sindaco
Iervolino, rappresenta per il nostro quartiere una
sconfitta, un ritorno al passato che pensavano
morto e sepolto proprio sotto le montagne di
spazzatura che hanno reso la nostra città una
discarica a cielo aperto. Nei giorni passati abbia-
mo assistito e scene raccapriccianti, a partire dai
roghi che a centinaia si sono levati sprigionando
la letale diossina, agli scontri tra i manifestanti e
la polizia che ha caricato i partecipanti ai nume-
rosi cortei e ai presidi organizzati per evitare
l’apertura del sito. Per giorni il traffico è rimasto
paralizzato anche perché è stato compromesso il
trasporto pubblico sia su rotaie che quello degli
autobus. Il nostro quartiere si sforza da anni di
riemergere dal degrado e dallo stato di abban-
dono nel quale le autorità cittadine ci relegano,
ma allora a che cosa servono le pregevoli ini-
ziative di cui il nostro quartiere si fa foriero, vedi
l’Associazione Antiracket, “Pianura per la
Legalità”, la prima associazione antiracket nata
sul territorio nazionale e che per noi pianuresi
rappresenta un fiore all’occhiello? Tutto inutile.
Il nome di Pianura è rimbalzato da un telegior-
nale ad un altro per l’emergenza rifiuti, per gli
scontri e per le scene di guerriglia che rimanda-
no a uno scenario di guerra. Ma noi non ci
vogliamo rassegnare al destino di un quartiere
da serie B, da un quartiere da biasimare, la
nostra dignità non potrà mai essere sepolta sotto
la coltre della “mondezza”.
Pianura sotto il segno della MONNEZZA
di Margherita Balestrieri
P
er molte famiglie del nostro
quartiere, questo Capodanno è
stato tutt’altro che un giorno di
festa da trascorrere in serenità con i
propri cari. Dal 29 dicembre, su que-
ste persone si è abbattuto nuovamente
un incubo che sembrava scongiurato
una volta e per tutte più di dieci anni
fa, quando fu chiusa la discarica dei
Pisani, riaperta solo temporaneamente
come sito di trasferenza nel 2003. Per
far fronte all’emergenza rifiuti delle
ultime settimane, le istituzioni hanno
pensato di augurare Buone Feste ai
pianuresi, riaprendo la “storica” disca-
rica, dove convogliare le balle già
pronte ed i rifiuti raccolti nelle strade,
che ormai versano in condizioni ver-
gognose e ad alto rischio igienico-sa-
nitario.
Gli abitanti di Pianura e di quelli delle
zone limitrofe, come Quarto e Poz-
zuoli, proprio non ci stanno. La riaper-
tura della discarica è per loro, innanzi-
tutto, una delusione perché sentono
che sono state vane le dure lotte del
passato che, a loro tempo, furono dif-
ficili e rischiose; ma sono anche pieni
di rabbia e avvertono un profondo
senso di umiliazione, nel pensare che
il luogo dove vivono i loro bambini,
ritorni ad essere un immondezzaio
maleodorante e nauseabondo. Per fini-
re sono letteralmente “terrorizzati” al
pensiero di scontrarsi nuovamente con
le forze dell’ordine; sono persone nor-
malissime, tranquille, perbene che per
difendere il loro sacrosanto diritto di
vivere in un ambiente pulito, sono co-
stretti ad improvvisarsi “guerriglieri”.
Uomini e donne, indifferentemente,
parlano di occupazione e di blocchi di
strade, di presidi permanenti, di cortei,
di manifestazioni, di comitati, con una
passione ed uno spirito di sacrificio
encomiabili. E’ chiaro che sia così e
non potrebbe essere altrimenti: si gio-
ca sulla loro pelle e quella delle loro
famiglie. Può comprendere l’angoscia
di queste persone solo chi ricorda
l’odore ripugnante che si sentiva anni
fa, quando si passava per la contrada
Pisani. La stessa puzza stomachevole
in qualsiasi ora del giorno e in qualsia-
si stagione dell’anno, senza tregua.
Non si può e non si deve accettare che
in Italia, in un paese civile e moderno,
ancora oggi, nel 2008, centinaia e cen-
tinaia di cittadini, che pagano regolar-
mente le tasse, debbano vivere a pochi
metri da una discarica a cielo aperto e,
quindi, nemmeno a norma di legge do-
ve – in una città come la nostra – chis-
sà quanti e che tipi di materiali tossici
si possano “inavvertitamente” deposi-
tare, insieme ai rifiuti urbani, con dan-
ni irreparabili sull’ambiente e sull’uo-
mo.
Pisani: allarme discarica
Il nuovo anno nasce tra lo sdegno e l’amarezza
Forti e continue le proteste dei cittadini
H
o visto uomini e donne marciare contro una decisione scellerata di riaprire la
discarica in contrada pisani; ho visto uomini e donne manifestare contro la ri-
apertura della discarica; ho visto facce bendate, girare con i motorini e incu-
tere il terrore tra la gente; ho visto cumuli di spazzatura bruciare; ho visto isole eco-
logiche e autobus dati al fuoco; ho visto scuole vandalizzate; ho visto la disperazione
e la paura negli occhi di tanti abitanti; ho visto la rabbia di chi pensava che era giun-
to il tempo di bonificare. Quante cose abbiamo visto e sentito in questi giorni, abbia-
mo vissuto momenti indicibili, la protesta per alcuni è diventata il pretesto per ali-
mentare sopraffazione e violenza. Non dimenticheremo mai quello che abbiamo vi-
sto e come siamo stati trattati, ancora una volta, la politica ha dato il peggio di sé e le
scellerate scelte sono cadute sulla testa della povera gente. La salute dei cittadini di
Pianura non preoccupa nessuno, non preoccupa chi ha scelto Pianura come discarica
non preoccupa chi ha incendiato plastica e rifiuti in modo scellerato. A noi abitanti di
pianura ci preoccupa non poco la salute dei nostri figli, siamo stufi di essere conside-
rati cittadini con meno diritti, siamo stufi di vederci piovere addosso scelte che sem-
brano le uniche possibili rivelandosi, invece, il peggiore male per la città e per il no-
stro quartiere. Si è pronunciato anche il geologo Francesco Ortolano dicendo che è
pura follia pensare di riaprire la discarica di Pianura. E’ pura follia pensare di tappare
falle di commissariato straordinario mal gestito portando i rifiuti in una zona che per
40 anni è stata usata come discarica. E’ tempo di bonificare le aree ex discarica e da-
re dignità ai cittadini e le cittadine di Pianura.
Rosaria Esposito
Bonifica e riqualificazione: solo così si ridà fiducia edignità ai cittadini e alle cittadine di Pianura
GENNAIO/FEBBRAIO 200899
L’
Italia sta diventando
sempre di più il paese
dei blocchi stradali: tas-
sisti, camionisti, agricoltori, alle-
vatori. Tutte le categorie, per ri-
vendicare un proprio diritto o per
sollecitare la soluzione dei loro
problemi, paralizzano la circola-
zione nelle città e sulle autostra-
de. Questa estrema forma di pro-
testa–ricatto è spesso proficua per
chi la attua (vedi tassisti o camio-
nisti) ma è sempre esasperante
per la maggioranza degli italiani,
costretti a sopportare enormi dis-
agi. Anche nel caso della protesta
contro la discarica dei Pisani, si è
fatto ampio ricorso ai blocchi
stradali, spesso sfociati in episodi
di guerriglia urbana ad opera di
delinquenti che poco avevano a
che fare con le ragioni della pro-
testa ma che hanno approfittato
della situazione per scontrarsi
con le forze dell’ordine. Questi
atti di teppismo, questa violenza
non ha certamente giovato alla
battaglia contro la riapertura della
discarica anzi, sono stati dele-
teri in quanto hanno creato un
clima di paura, causando un
allontanamento della maggio-
ranza delle persone dalle ra-
gioni della protesta. Gli auto-
bus bruciati, i cassonetti e i cu-
muli di rifiuti incendiati,
l’incubo diossina, gli scontri
con le forze dell’ordine, le ag-
gressioni ai giornalisti e alle
troupe televisive, il raid contro
il commissariato di Polizia, le
aggressioni ai vigili del fuoco,
le intimidazioni ai commer-
cianti, le infiltrazioni della cri-
minalità e di alcune frange di
ultrà hanno gettato il
quartiere nel caos e nell’a-
narchia. Tutte queste azio-
ni hanno trasformato una
protesta seria, pacifica e
legittima in una guerriglia
urbana che sicuramente
ha danneggiato il movi-
mento anti-discarica. Ma
forse era proprio questo
l’obiettivo di tali azioni.
Fortunatamente, però alla
fine, il coordinamento
Pianura per la Legalità No
alla Discarica, movimento
pacifico e democratico, ha
preso in mano la regia
della mobilitazione popo-
lare per portare avanti una
protesta civile e non vio-
lenta. In questo senso, me-
ritano un riconoscimento partico-
lare il Presidente della Municipa-
lità Fabio Tirelli, anch’egli aggre-
dito, il consigliere Gianni Pal-
mers e gli altri consiglieri di mag-
gioranza ed opposizione, il movi-
mento antiracket, le associazioni,
i commercianti, le scuole, le par-
rocchie e tutti quei cittadini che,
non lasciandosi intimidire dal cli-
ma di paura, sono scesi in piazza
a manifestare civilmente per di-
fendere il nostro diritto alla salu-
te.
Antonio Di Maio
I dieci giorni che sconvolsero PianuraBlocchi stradali,cassonetti ribaltati eincendiati, bus di-strutti, scontri conle forze dell’ordine,aggressioni ai pom-pieri, intimidazioniai commercianti: glierrori e gli orroridella protesta
“S
abato 5 gennaio c’è stata una grande partecipazione
alla manifestazione che si è organizzata a Pianura.
Per sostenere il presidio ai Pisani, per ribadire il NO
alla riapertura della discarica, per la legalità. Persone per bene,
donne, bambini, commercianti. 10.000 persone. Hanno sfilato
per il quartiere pacificamente. E si sono ripresi il territorio che
la notte prima era stato lo scenario di atti violenti. Ma niente è
stato riportato dai vari TG nazionali e locali. Hanno ripreso
sempre e solo scontri e violenze. Sono assetati di sangue e non
di notizie. È vergognoso!!!
Chiara PisaniComitato “No alla discarica”
(uno dei tanti cumuli di spazzatura data alle fiamme)
(lʼautobus incendiato in unanotte di guerriglia urbana)
PianuraIl Corriere di
Chi
ci abita vici-
no, ha impa-
rato a preve-
derne i ritardi. Chi ci abita
lontano, invece, esce di casa
con grande anticipo, perché
“non si sa mai se salta una
corsa”. È la linea Circumfle-
grea. Per tutti, semplicemen-
te la Cumana. Piccola S.
Pietro locale, della quale si
agogna la fine. Nata alla fine
dell’800, come rete extra cit-
tadina, in seguito all’espan-
sione della città, si è dovuta
lentamente trasformare il li-
nea metropolitana (oggi, per
la sola stazione di Monte-
santo, transitano ogni giorno
60mila viaggiatori). Da alcu-
ni anni, sono in corso lavori
di ampliamento e ristruttura-
zione delle linee ferroviarie
e delle stazioni, a partire dal
capolinea di Montesanto,
che dovrebbe essere ultima-
to nelle prossime settimane.
La stazione è stata dichiarata
monumento di interesse na-
zionale e perciò soggetta a
vincoli che impongono il ri-
spetto degli spazi e il recu-
pero della pensilina storica.
L’ing. Armando Allagran-
de è il direttore dei lavori.
“La nuova struttura - dice -
è in acciaio e rivestita da la-mine di vetro fatte per resi-
stere alle alte temperature enon spaccarsi in caso di in-cendio”. Pensata per essere
un luogo di incontro e socia-
lizzazione, la struttura avrà
anche una caffetteria, sulla
terrazza all’ultimo piano. Il
principale intervento di ade-
guamento sulla nostra tratta,
resta però il raddoppio dei
binari, che procede con più
di sette anni di ritardo. Alla
base di tutto, problemi di fi-
nanziamento, modifiche al
progetto richieste dalle isti-
tuzioni in corso d’opera e
continui cambiamenti delle
normative. “È in atto uncontenzioso con l’impresa.Ci dibattiamo da una annocon gli avvocati, ma la legis-lazione permette molte inter-pretazioni e cambia conti-nuamente” spiega il tecnico.
Una volta terminata la pro-
cedura giudiziaria, i lavori
per il raddoppio della linea
tra Montesanto e Pianura e
tra Pisani e Quarto, dovreb-
bero durare un anno. Il tra-
gitto Pianura-Pisani, resterà
a singolo binario, per man-
canza di fondi. Su questa
tratta, la circolazione non è
automatizzata, ma gestita
dalla dirigenza ferroviaria
attraverso il telefono. In ca-
so di problemi, quindi, è dif-
ficile intervenire e i ritardi
possono diventare molto pe-
santi. Ripresi anche i lavori
per realizzare la linea di in-
terscambio tra la Circumfle-
grea e la Cumana. La linea
partirà da Soccavo e arriverà
a Viale Giochi del Mediter-
raneo passando per Monte
Sant’Angelo, Parco San
Paolo e Via Terracina. Per
ora si lavora in profondità e
in superficie non si vede
niente. Legata ad altri pro-
getti è, invece, la stazione di
via Piave, nella quale i lavo-
ri sono fermi, in attesa che
venga realizzata un’ulteriore
stazione, quella di via Cilea
che attraverso un sistema di
scale mobili e ascensori, sa-
rà collegata alla fermata del-
la Linea 1 di Piazza Quattro
Giornate, cento trenta metri
più in alto. “Un piccologioiello dell’ingegneria”commenta l’ing. Francesco
Murolo, che spiega come
l’organizzazione dell’azien-
da sia cambiata in seguito
alle mutate condizioni me-
tropolitane ed
organizzative.
A partire dal
’97, anno in
cui è entrata in
vigore la libe-
ral izzazione
delle ferrovie, l’intera strut-
tura ha assunto una connota-
zione maggiormente impren-
ditoriale, pur dipendendo an-
cora molto dal finanziamen-
to pubblico.“Se prima non sibadava a spese, pur di rag-giungere dei traguardi tecni-ci, ora anche il trasportopubblico deve guardare i co-sti e le diverse società delsettore, per lavorare in siste-ma, devono concertare reti eorari” aggiunge l’ingegnere,
esperto di reti e propulsioni
elettriche. Il biglietto unico
per tutte le linee, ha agevola-
to quest’ultimo processo in
Campania, perché ha per-
messo alle diverse aziende
del settore di dialogare e
confrontarsi anche prima di
avere un piano comune. Tut-
t’ora, la nostra regione è al-
l’avanguardia e, nel libro
bianco dell’Unione Europea,
il sistema Campania viene
indicato come sistema di ri-
ferimento per le aree regio-
nali. Scopo degli investi-
menti, adeguare la linea alle
mutate necessità e acquistare
nuovi autotreni. Quelli in
circolazione, sono stati rea-
lizzati tra gli anni ’70 e ’90,
dieci risalgono addirittura
agli anni ’60. Tra un paio
d’anni dovrebbero arrivare
vetture più confortevoli.
Nell’attesa, per migliorare
almeno un po’ le condizioni
di viaggio, sulle vetture in
circolazione, verrà installata
l’aria condizionata. “Le con-dizioni di viaggio sono criti-che. Su vetture fatte per tra-sportare poco più di millepersone, ne viaggiano a vol-te 1200”. “Per nostra scel-ta, non sospendiamo il servi-zio durante i lavori. Per icittadini, sarebbe un dannogravissimo. Lavoriamo an-che di notte, per esempio,agli impianti elettrici, maabbiamo a disposizione soloquattro ore alla volta e nonè semplice, perché la matti-na dopo, deve essere di nuo-vo tutto a posto” conclude
Allagrande.
Simona Pasquale
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081010I tecnici della SEPSA spiegano lo stato dei lavori alle linee e alle stazioni
di M.B.
T
ra le varie contraddizioni e
i diversi paradossi, frutto di
un’amministrazione locale,
se non proprio inefficiente, ma
spesso distratta, che si possono ri-
scontrare passeggiando nel nostro
quartiere, va segnalato un caso
piuttosto grave. Come dimostra la
foto, fuori al cancello della caser-
ma dei Vigili del Fuoco da cui
escono, ovviamente con non poca
urgenza e ad una certa velocità, i
mezzi chiamati
per il pronto in-
tervento, vi è
l’ingombro dei
venditori ambu-
lanti. Come mol-
ti sanno, infatti,
da qualche me-
se, per consenti-
re la realizzazio-
ne del Palazzetto
dello Sport, il
mercatino riona-
le è stato trasfe-
rito nel Polo Ar-
tigianale. Per ri-
solvere il pro-
blema bastereb-
be sistemare le postazioni dei
commercianti qualche metro do-
po, precisamente a destra, per chi
entra, del cancello della caserma.
La Municipalità è stata avvisata
della questione, ma a quanto pare,
almeno per il momento, nulla è
stato fatto per eliminare un dis-
agio piuttosto grave per tutta la
collettività e che potrebbe essere
risolto solo con un po’ di buona
volontà, senza scalfire minima-
mente gli interessi degli ambulan-
ti.
Uno dei tanti paradossi pianuresi
La caserma dei Vigili del Fuoco bloccata daalcune postazioni del mercatino rionale
Cumana, ancora un anno per completare il raddoppio dei binariIn futuro ci sarà un interscambio Soccavo – via Terracina e la stazione “Cilea”
si organizzan
o feste
di compleann
o perbam
bini
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081111
Befana molto più povera,bambini molto più ingenuianche qui a Pianura un
tempo. Ti svegliavi al mattino etrovavi il giocattolo che avevichiesto nella letterina, ti meravi-gliavi,cercavi di capire, ma igrandi si trinceravano in un silen-zio impenetrabile. Loro nei giorniantecedenti ti avevano fatto cre-dere che la Befana si faceva pic-cola come una formica esʼinfilava sotto lʼuscio di casa.Certo cʼera sempre qualchebambino più malizioso chefiutava la verità, o qual-che adulto più propen-so a farla trapelare. Igiocattoli - se ne vede-vano pochissimi e soloin qualchenegozio obancarella- eranosemplici, di le-gno, di latta, di pez-za, di terracotta, mai diplastica. Per le bambine soprat-tutto la bambola. Molto diversada quelle odierna: di una bellez-za classica. Paffuta, con labbrarosse, boccoli scuri o biondi e,addosso, vesti larghe con sotto-gonne e tante trine e merletti.Custodite gelosamente, molte fi-nivano per essere adagiate inbella mostra sul letto matrimonia-le, anche quello di ambienti mol-to modesti, quasi dei bassi, dovela funzione degli spazi interni,giorno-notte, era affidata ad am-pie tende colorate che li divide-vano. Per i bambini soprattutto lapalla e la pistola. Pochi i giocat-toli, ma tanto lo spazio per gioca-re, soprattutto nei cortili. E poi igiocattoli stessi sembravano invi-tarti a muovere. Un monopattinoti suggeriva di affrontare salite ediscese nei portoni lastricati dibasali o nei viottoli dei sentieri dicampagna. Un fucile ti invitava aripararti dietro una siepe, un al-
bero, un cespuglio, per difendertidal nemico. La pistola ti spingevaa nasconderti tra le foglie deglialberi o dietro un mucchio di roviper sorprendere poi lʼavversario.A loro volta le bambine portava-no a passeggio le proprie bam-bole nelle belle giornate, quandoil sole inondava le logge e le aie,sotto gli occhi delle mamme, in-tente, magari, ad infornare il pa-ne, a dar da mangiare agli ani-
mali o chine su una tinozza afare il bucato. Accanto al gio-cattolo, una calza con le cara-
melle e qualche pezzo di carbo-ne. Per i bambini di fami-glie povere non cʼera
proprio niente. Ricor-diamo alcuni lorosguardi “appetitosi”,così come appenadelle scarpe rotte
ai loro piedi,del tutto in-sufficienti ada f f r o n t a r elʼinverno rigi-do. Di questiq u a l c u n oosservava indisparte i più
fortunati, qual-cun altro cercava di associarsi agiochi di gruppo. Erano soprat-tutto questi - ci sembra - che al-lora scatenavano le migliorienergie dei ragazzi, non solo fisi-che (corsa, salto, arrampicamen-ti vari), ma anche mentali (inge-gnarsi a non essere sopraffattidallʼastuzia o dalla forza deicompagni, nel gruppo).Si fami-liarizzava con spontaneità, il gio-co abbatteva ogni barriera socia-le. Questo aspetto, forse, èquello che oggi manca di più, co-sì come la fantasia ad inventarsigiochi sempre diversi ed avven-ture sempre nuove. Gli spaziesterni sono ristretti e sempremeno sicuri oggi, forse ancheper la Befana…
a cura di Anna Mele
3ª parte
“Gigi e Paolo quella
sera erano molto
gioiosi, perché il gior-
no seguente sarebbero
partiti per la meta
che da tanto tempo
sognavano: la Grecia!
Loro già immagina-
vano la terra piena di
ulivi, le spettacolare
isole, il terreno pia-
neggiante, ma soprat-
tutto non vedevano
l’ora di tuffarsi tra le
braccia di quel mare
che quando è calmo ti
accarezza più dolce-
mente di una madre
amorosa e quando è
limpido lascia vedere
il suo fondo misterio-
so come una finestra
magica …
Gigi e Paolo credeva-
no che il loro sogno
fosse un disegno or-
mai compiuto. Ma si
sbagliavano. Loro in
Grecia non ci arriva-
rono mai. L’aria era
calda e le foglie degli
alberi non si muove-
vano: era come se il
tempo si fosse ferma-
to. La loro macchina
era accostata al mar-
ciapiede in via san
Donato, a Pianu-
ra…Pianura allora era
un quartiere con una
pessima reputazione:
c’era la malavita.: ma
c’erano anche delle
persone che sudavano
per guadagnare.
“Ebbene cosa succes-
se quella sera”? chie-
se Speranza.
“Come ti ho detto pri-
ma la loro auto era
accostata e loro scher-
zavano e ridevano.
Intanto due occhi
malvagi li fissavano
da lontano, erano due
sicari della camorra.
Con passo felpato,
come due felini, si av-
vicinarono e premet-
tero il grilletto e per-
forarono l’addome
dei due giovani. Si al-
lontanarono, mentre
dai corpi dei due gio-
vani due scie azzurre
salivano al cielo…
Dopo la loro morte
sono state fatte varie
fiaccolate contro la
camorra, ma la cosa
più bella è stato pian-
tare in via san Donato
due alberi di ulivi,
piante simbolo della
pace, così loro dal
cielo possono vedere
che sono rimasti nel
cuore dei pianuresi.
Speranza era molto
triste, si sedette sulle
ginocchia della nonna
ed appoggiò la sua ro-
sea e vellutata guan-
cia a quella rugosa
della nonna e le due
menti provarono gli
stessi sentimenti, sa-
pevano che i due gio-
vani avevano rag-
giunto l’ Eterna Feli-
cità .
Dopo un po’ la nonna
si alzò e andò in ca-
mera da letto: Speran-
za la seguì e le dis-
se:”Nonna, come sa-
pevi la storia di Gigi e
Paolo?” La nonna
sorrise e le disse lan-
ciandole uno sguardo
:”Un giorno lo scopri-
rai da te!”
La nonna aveva capi-
to che quella sarebbe
stata l’ultima parola
da dire a Speranza e
soggiunse; “Ti voglio
bene!”, poi si stese
sul letto con una feli-
cità immensa e chiuse
gli occhi, sapendo che
tra poco avrebbe visto
Gigi e Paolo: Dopo
un po’ ella, infatti, vi-
de due scie azzurre
volarle davanti e por-
gerle la mano e accet-
tò quelle due mani ca-
lorose, che la portaro-
no a conoscere il Pa-
dre Eterno.
Speranza era, invece,
molto triste. Le ron-
zavano in mente le
parole della nonna...
Due scie azzurre verso il cielo,due ulivi in via San Donato
Pianura e la “Befana” C’era una volta… Gigi e PaoloMoto, fantasia e… scarpe rotte
La favola diNancytocca il
momentopiù intensoed emozio-nante del
racconto: lamorte deidue giova-ni, primadel loro
viaggio in
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081212
G
ennaro, con
gli ultimi
spiccioli ri-
masti, comprò due
chili di alici. Il re-
sto del pranzo della
Befana sperava di
ricavarlo dai rima-
sugli di casa. “Le feste sono venute - pen-
sò-, ma chissà dove sono andate!”. Da ca-
sa sua non erano proprio passate: certo,
aveva fatto una specie di alberello di pla-
stica, di quelli che, col passare degli anni,
a forza di perdere gli “aghi”, lasciano in-
travedere solo qualche spettrale ramo di
ferro filato, a stento ricoperto da qualche
pallina superstite. “Qua sta il pranzo!”
disse a Maria, che gli apriva la porta.
“Forse te lo sei dimenticato nel negozio!”
rispose lei, vedendogli in mano solo la
busta di plastica delle alici. Gennaro non
rispose: pensò che in fondo la vita è solo
un grande albero di Natale, dove c’è sem-
pre qualcuno pronto a rompere le palline.
Andò in cucina, si mise un grembiule, co-
minciò a pulire le alici e, fra una spina e
l’altra, pensò che, in fondo, una volta, non
era così. Ricordò i suoi genitori, indaffa-
rati a preparare struffoli e cassate, mentre
in salotto troneggiava il presepe, con le
luci intermittenti. Ricordò
il nonno, che gli racconta-
va la storia di Benino, il
pastore che dormiva sem-
pre, per sognare mondi in-
cantati e allontanarsi dalle
realtà del gregge. Ricordò
quei pranzi, dove nulla
doveva mancare: il bacca-
là fritto e scaldato,
l’insalata di rinforzo e la
minestra maritata. Eppure,
il padre di Gennaro non
era ricco fuori: modesto
operaio, aveva tirato su,
assieme alla mo-
glie, una bella fa-
migliola. Ma era
ricco dentro, e
con il suo motto “tutti per uno,
uno per tutti”, li aveva fatti vivere
in simbiosi, accettando il male di
ognuno come male comune: e,
così diviso, ogni avvenimento
contrario si mitigava e quasi pa-
reva non esistere più. Poi, a poco
a poco, tutto questo era scompar-
so. Lentamente, ma inesorabil-
mente, il mondo aveva invertito
la rotta: dopo secoli di lotta per
creare aggregazione e solidarietà,
pian piano era scoppiata la “bom-
ba ad orologeria” dell’individua-
lismo più sfrenato, dove vige la
regola della sopraffazione. La vi-
ta di ogni uomo non era più la
tessera di un mosaico da costruire
insieme, ma soltanto un pezzetto
di pietra pomice, che doveva as-
sorbire tutto ciò che veniva deci-
so in altri luoghi. E mentre i mo-
saici restano, le pietre pomici len-
tamente si disgregano: un popolo
di “fantasmi”, che pure costrui-
scono auto, telefonini, televisori,
vestiti: salari da fame, la vec-
chiaia che a 50 anni già te la senti
addosso. Unico svago: andare la
domenica ad applaudire la squa-
dra del padrone, portandogli altri
guadagni! Passano accanto agli
“altri”, li sfiorano, li guardano,
ma gli “altri” non li vedono. Si
accorgono di loro solo quando
scoppia una fabbrica e qualcuno
ci rimette la vita. Ma tanto ce ne
sono già altri cento, pronti a
scannarsi per prendere quel po-
sto. E gli “altri” continuano a far
finta di non capire che lo sfrutta-
mento, il rubare la vita degli altri
a proprio vantaggio, non può du-
rare a lungo. Ma intanto i Panet-
toni attendono chi se li può com-
prare, e tutto è pronto per un altro
natale artificiale. E mentre le im-
palcature si spezzano e le fabbri-
che bruciano, l’emozione ci pren-
de e diciamo:”Basta!”. Ma a che
cosa serve? Ci sono, poi, migliaia
di morti lente: gente che ha assor-
bito amianto o altri prodotti indu-
striali per una vita, gente che ha
respirato e respira i gas cancero-
geni di una discarica cittadina e
semmai sviluppa un cancro dopo
dieci anni: morti “a scoppio ritar-
dato”, che non fanno notizia.
“Massimo profitto, minima spe-
sa”: è la legge del mercato. Quel-
lo che conta è il prodotto finale,
che deve essere appetibile per il
consumatore (ci rendiamo conto,
di come ci definiscono? Non es-
seri umani, ma gente che consu-
ma ogni porcheria che vendono,
redditizia per chi la produce). E
ci dicono pure, quasi come un
rimprovero, che, se non consumiamo, il
mercato crolla, e quindi: licenziamenti o
riduzione delle paghe. Non parlano mai di
riduzione dei LORO profitti, o di riduzio-
ne del LORO tenore di vita. Quando capi-
remo che, ai LORO occhi, siamo soltanto
MACCHINE che producono il loro stesso
mangime, che poi dobbiamo pure com-
prare a caro prezzo? Quando invertiremo
questo stato di fatto? Eppure siamo in tan-
ti, e LORO sono pochi!!!
E a tavola, la Destra e la Sinistra troveran-
no nuove alleanze per perpetuare la Gio-
stra: e davanti a un bicchiere di Spuman-
te, chi vuoi che si ricordi di un operaio
che non c’è più o di un altro che fa la fa-
me?
E, dulcis in fundo, non si degnano neppu-
re di ritirare la monnezza che il LORO si-
stema produce! Troppo disturbo! Fra po-
co ci diranno che dovremmo mangiarci
anche quella, così il cerchio si chiude: ba-
sterà una bella campagna TV, con quattro
veline e un Pippobaudo o un Mikebuon-
giorno qualunque, per convincere i napo-
letani che, in fondo, mangiare monnezza
non è poi più dannoso di tutta la spazzatu-
ra che già mangiamo normalmente. E in
più, ci verrebbe anche gratis. Si invente-
ranno l’ AUTOSMALTIMENTO ECO-
LOGICO INDIVIDUALE!
“Ma le hai spinate, queste quattro alici?”
chiese Maria, vedendo il marito perso nei
suoi pensieri e il pesce ancora non pulito.
Gennaro sobbalzò: finì in fretta il suo “la-
voro” mattutino, e si ricordò della “chia-
mata alle armi”. Lui faceva parte dei Ka-
picaze Combattenti per la Libertà dalla
Monnezza, e i Capi avevano organizzato
un attentato peggio di quello delle Torri
Gemelle. In contemporanea, quattro Ka-
picaze napoletani avrebbero inondato di
monnezza il Capo dello Stato e del Go-
verno, il Governatore della Regione e il
Sindaco, che per fatal combinazione, si
trovavano a Napoli a festeggiare (beati lo-
ro!) l’ ANNO…NUOVO (?). A Gennaro
toccava il lancio sul Governatore. Prese
con calma la scolatura delle alici, ci ag-
giunse qualche pannolino del nipote e
qualche pannolone di zia Carmela, e co-
struì la sua “bomba”. Prese il C12 fino a
Piazza Vittoria, e si incamminò verso il
Palazzo della Regione. Quando il Gover-
natore si affacciò, Gennaro lanciò la sua
“bomba di monnezza”, che colpì in pieno
il bersaglio. Il Governatore rimase a boc-
ca aperta: sembrava il pastore della mera-
viglia, con tutto il sugo di alice che gli co-
lava dal bel vestito blu notte. Sembrava
Alice nel Paese delle Meraviglie!
Fu proprio in quel momento che il kapica-
ze Gennaro (nome in codice : Rambo 8 =
Ramm’ ’a bomba ch’ ’a t’ ’a votto) urlò,
fra due ali di folla acclamante: “Chestasacchetta te la manda Pianura! E vulim-mo vede’ si si’ capace d’ ’a manna’ ’aretafino ai Pisani! E ’a prossima munnezzache facite, nun ’a manna’ a Pianura:mànnala ’a sòreta!”.
SAGITTARIO (22/11- 20/12)
Gli influssi planetari ti dannodell' energia positiva, quindisi prevede un'ottima fase
per te soprattutto se hai l'occasione diconcederti una piccola vacanza con lapartner. Nel settore lavorativo tuttoprocede bene.
CANCRO
(21/06- 21/07)
In questi giorni, nel tuoambito affettivo avrai un'ottima intesa conla partner e passerai dei momenti di gra-zia con lei. Nell'ambito delle amicizie, sa-rai in grado di stupire chi ti circonda gra-zie al tuo estro e alla tua positività. Po-trebbero arrivare notizie dal tuo passato.
LE STELLE…di Maga FloOROSCOPO di fine anno
�
ARIETE (20/03- 19/04)
Gli influssi planetari rendonoquesto nuovo anno armonicoe gioioso, soprattutto in ri-
guardo al tuo settore affettivo. Nel tem-po libero, valuta ogni singola cosa pri-ma di prendere una decisione. Un con-siglio: ascolta chi ha molta esperienza.
TORO (20/04- 19/05)
Se vuoi ottenere qualcosada lei mandale tante roserosse quanti sono i tuoi de-
sideri e magari invitala anche a vedereun film romantico. Nell'ambito delle ami-cizie, non pretendere troppo da chi ti cir-conda. Un consiglio: rinnova il tuo look
GEMELLI
(20/05- 20/06)
La tua partner sara' moltodolce e sensibile alle tue
necessita' e tu ti lascerai coccolare. Inambito lavorativo potrai concederti unapausa e dedicarti alle tue esigenze. Unconsiglio: coinvolgi gli amici.
LEONE
(22/07- 22/08)
Favorito dagli influssi planetari, tra-scorrerai un mese armonico con lepersone care ed avrai l'occasione
per fare acquisti che riguardano la tua casa. Sestudi, avrai ottime occasioni per migliorare. In am-bito affettivo, deciderai di aprirti maggiormente
�
�VERGINE
(23/08- 21/09)
Trascorrerai questo nuovoinizio dʼanno con le tue persone care epotrai dedicarti serenamente a quelloche piu' ti piace fare. Nell'ambito delleamicizie, instaurerai con chi ti circondaun ottimo dialogo. Un consiglio: ascol-ta chi ne sa piu' di te.
BILANCIA
(22/09- 22/10)
Sarai pervaso dai ricordi, quinditi accompagnera' una forma di tristezza e dimalinconia nel settore affettivo. Guardaavanti! Nel tempo libero, un malinteso po-trebbe portare a dei diverbi accesi con alcu-ni tuoi amici.
SCORPIONE
(23/10- 21/11)
E' probabile un rancore verso unpartner lavorativo, evita le discus-sioni inutili e cerca un confronto
chiarificatore. In ambito affettivo, se sei singlee' probabile una conoscenza interessante il sa-bato sera. Un consiglio: aspetta che sia lei aprendere l'iniziativa.
ACQUARIO (20/01- 17/02)
Gi influssi astrali ti aiutano,sono quindi in arrivo grandipossibilita' di miglioramento
dal punto di vista economico e profes-sionale. In ambito affettivo, ti mostre-rai romantico e tenero nei confrontidella tua partner. Se sei single, guar-dati bene intorno.
PESCI (18/02- 19/03)
Tutto sara' facilitato dalleenergie planetarie positive
che ricevi. In ambito lavorativo ti pren-derai delle rivincite verso chi ha cerca-to di danneggiarti; in amore avrai vo-glia di prenderti cura della tua partner,di coccolarla e di viziarla.
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Dott.Giovanni Spina
L’alice nel Paese della Meraviglia
CAPRICORNO
(23/11- 19/01)
Dovrai evitare di fare pette-golezzi perche' potrebberoessere riportati in maniera
poco corretta. In ambito affettivo, avraioccasioni per fare nuove esperienze evivere dei bei momenti di gioia. Unconsiglio: dedicati alla lettura.
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081313
I
l nostro quartiere è in continuo muta-
mento, sotto ai nostri occhi, ogni
giorno qualcosa cambia. Lavori in
corso un po’ dappertutto ammodernano
quello che fino a pochi anni fa era un co-
mune a sé, un piccolo centro agricolo e
che è oggi invece un quartiere di una
grande metropoli, fortemente urbanizza-
to. Qui, nel centro del quartiere, troviamo
la chiesa dei Padri Vocazionisti, quello
che tutti chiamiamo il Vocazionario, do-
ve sono in atto dei lavori di ampliamento
e di ristrutturazione dell’edificio, ciò in
previsione di quello che è l’avvenimento
che tutti, a Pianura e non solo, attendono
oramai da tanti anni: la beatificazione e
successiva santificazione del Venerabile
servo di Dio Don Giustino Maria Russo-
lillo. È da oramai troppo tempo che i fe-
deli attendono che il loro Giustiniello(come ancora oggi lo chiamano gli anzia-
ni del quartiere) venga fatto santo. Si,
perché qui non hanno mai auto alcun
dubbio sulla santità di quel prete, poi
parroco, che fin da bambino sapeva di
voler sposare Dio. Ma si sa, la burocrazia
ha tempi lunghi, e quando si tratta di co-
se così importanti, i tempi si dilatano an-
cor di più. Don Giustino morì nel 1955,
per la precisione il 2 agosto, giorno di
Sant’Alfonso, al quale lui era molto de-
voto come ci racconta Padre Castrese
Maria Baiano (uno dei pochissimi che
oggi possono dire di aver conosciuto
Don Giustino). Ci dice anche che il Ve-
nerabile, credeva che avrebbe fatto la
stessa fine di Sant’Alfonso, scacciato dal
suo ordine. Ma così non è stato, ma qual-
cuno da lassù ha voluto che la sua morte
fosse proprio il giorno della morte di
questo santo e della sua commemorazio-
ne; ma ancora, il caso ha voluto che la
commemorazione di Sant’Alfonso venis-
se anticipata all’1 agosto, ciò lascerebbe
libera la data per la celebrazione invece,
della sua santità dato che è nel giorno
della loro morte che i santi vengono
commemorati. Come da procedura, alla
morte in concetto di santità di Don Giu-
stino venne nominato un postulatore, con
il compito di raccogliere tutti i documen-
ti e le testimonianze e che ha curato
quindi la pratica. Le cose sono andate per
le lunghe; nel 1980 è stato dichiarato
Servo di Dio ed è iniziato il processo di
beatificazione che si protrae ancora oggi,
dopo 28 anni e dopo 53 anni dalla sua
morte. L’iter vuole che dopo aver consul-
tato tutti i documenti e ascoltato tutti i te-
stimoni, viene assegnata una posizione,
una graduatoria, a Don Giustino fu asse-
gnata la pozitio 1291 e nel 1997 fu final-
mente dichiarato Venerabile da Papa
Giovanni Paolo II ed entro la fine di que-
st’anno si attende la beatificazione, so-
prattutto dopo l’ultimo miracolo compiu-
to da Don Giustino, avvenuto negli Stati
Uniti, in New Jersey. Ida Meloro, una
italo-americana, che era affetta da un
cancro alla vagina miracolosamente
scomparso dopo pochissime sedute di
chemioterapia. L’attuale postulatore Don
Giacomo Caprarica, sta facendo il possi-
bile per accelerare i tempi. Dopo la beati-
ficazione sarà necessario poi un altro mi-
racolo, e superato il processo al miracolo
si otterrà quindi la santificazione, e si sta
già pensando fin da ora alla richiesta per
la nomina di “dottore della chiesa”. Don
Giustino ha lasciato un’impronta indele-
bile a Pianura, ma non solo. Lui ha fon-
dato la Società Divine Vocazioni, ordineper la ricerca e cultura delle vocazioniche oggi è sviluppato nei 5 continenti;
come lui stesso diceva, la congregazione
è nata con lui, perché ha avuto l’idea e il
desiderio di crearla, da sempre, un sogno
che ha portato avanti e poi realizzato. E
nel 1948 l’Ordine dei Vocazionisti è stato
riconosciuto e ufficializzato. Anche lo
stemma distintivo dell’ordine è stato
ideato e disegnato dallo stesso Don Giu-
stino. Uno stemma complesso che rac-
chiude in se vari simboli: i tre cerchi rap-
presentano la chiesa militante, purgante e
trionfante; un grande cerchio rappresenta
il mondo e il triangolo la trinità. Sette
croci rappresentano i 7 arcangeli; come
testimonia padre Baiano, Don Giustino
aveva una grande fantasia. È questo uno
stemma oramai conosciuto in ogni ango-
lo del mondo. Continuando la chiacchie-
rata con Padre Baiano, ci racconta della
sua esperienza con Don Giustino, lo ri-
corda quando lui era bambino e don Giu-
stino era parroco di Pianura e per scam-
pare alla povertà venne mandato a stu-
diare alle Vocazioni, e nel momento in
cui ebbe un ripensamento e pensò di la-
sciare, Don Giustino quasi lo perseguitò,
insistendo che tornasse alle Vocazioni;
Padre Castrese ebbe così la conferma che
quello che voleva era davvero diventare
prete. Ricorda la figura del venerabile,
come un uomo caustico e di grande sen-
sibilità, lo descrive come un uomo che ri-
usciva a leggere nei cuori anche quello
che non veniva detto; ricorda che cammi-
nava a testa alta, ma con gli occhi bassi.
Un uomo che non voleva diventare par-
roco per non tralasciare la congregazio-
ne, un animo forte che ha superato tante
difficoltà e che ha sopportato tante ingiu-
stizie e traversie, alle quali il clero stesso
contribuì. Traversie che sono continuate
anche dopo la sua morte, miserie umane
che hanno dilungato i tempi di una cano-
nizzazione che a tutti sembrava scontata
e ovvia, le cui pratiche si sono invece di-
lungate fino ai giorni nostri e che non so-
no ancora terminate. È quindi per questo
sant’uomo (nessuno mi biasimerà per
aver usato la parola santo prima ancora
della promulgazione), e per rendergli
onore nei cieli, che in terra gli uomini
preparano il suo santuario.
Claudia Aniello
Conversazione con il reverendo Castrese Baiano
di Maria Palma Gramaglia
A
nche quest’anno la parrocchia
San Giorgio Martire di Pianura
è stata sede di una rappresenta-
zione musicale di grande spessore.
L’evento è stato scandito da numerose
esibizioni che hanno visto la partecipa-
zione degli allievi del corso ad indiriz-
zo musicale della scuola media Russo
diretti dai maestri Ottaiano, Ungano,
La Sala e Tedesco. Notevole è stata la
performance dell’organista Emanuele
Cardi e del tenore Leopoldo Punziano,
senza dimenticare il coro della scuola
primaria Madre Russollillo delle suore
vocazioniste, diretto da Anna Fusco.
La manifestazione è stata introdotta
dal parroco don Claudio De Caro che
ha salutato e ringraziato i numerosi
convenuti. Erano presenti anche il Di-
rigente Scolastico della Russo, Carmi-
ne Amelio, il Presidente della IX Mu-
nicipalità, Fabio Tirelli ed Emilio
Tamburino, Presidente dell’Associa-
zione Amici di Don Giustino, sempre
in prima linea per valorizzare l’opera
del nostro Venerabile Giustino Maria
Russolillo. Tra le istituzioni politiche
erano presenti anche Gianni Palmers e
Livio Falcone. Mantenendo fede ad
una promessa dello scorso anno, sulla
costituzione di una banda musicale a
Pianura, è stata annunciata
l’imminente preparazione di un gruppo
bandistico che allieterà con la musica
una realtà ultimamente troppo triste, di
un quartiere che affanna ad emergere
ma che non rinuncia a vivere.
Beatificazione Don Giustino: lavori in corso
Concerto di Natale alla San Giorgio Martire
Pianura si prepara ad accogliere i pellegrini che accorrerannoper venerare Don Giustino, prossimo alla beatificazione
Durante l’evento è stata annunciata la costituzionedi una “banda” musicale per Pianura
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081414
M.B.
A
quasi due anni dalla scomparsa del maestro
Alfredo Avitabile (Napoli 1937 – 2006),
l’Accademia Giacinto Gigante rende omaggio
al suo fondatore e compianto Presidente, inauguran-
do il 9 febbraio una grande mostra Retrospettiva - cu-
rata dalle prof.sse M. Balestrieri ed A. Bo-
cola - presso il complesso monumentale di
S. Severo al Pendino in via Duomo 286,
che con circa cento opere ripercorre in ma-
niera puntuale tutte le tappe più importanti
e significative del suo lungo e tormentato
percorso artistico. Gli esordi del maestro,
tra gli anni ’50 e ’60, sono caratterizzati
dalla produzione sia di opere, soprattutto
paesaggi, legate alla tradizione partenopea,
sia di dipinti in cui il pittore, attingendo alle
sollecitazioni provenienti da altre realtà ita-
liane ed anche dall’estero, si apre alle nuo-
ve tendenze dell’arte Informale, Pop e a
quella del Simbolismo. La fine degli anni
‘60 segna una svolta importante nella vita e
nella produzione
artistica del mae-
stro. Nel 1969,
infatti, la scom-
parsa tragica e
prematura dell’a-
mata giovane mo-
glie Marisa lo
porterà, dopo una
parentesi segnata
da una profonda
crisi esistenziale,
a dedicarsi ad una
pittura “impegna-
ta”, con la quale
egli affronta scot-
tanti e difficili
problemi della
sua epoca; il ciclo
pittorico “Odissea
‘75” è emblemati-
co di questa fase.
Si tratta del lavo-
ro più importante
e complesso del-
l’artista che, ispirandosi al
poema omerico, illustra e
interpreta in chiave moder-
na, l’epoca in cui vive: gli
anni della “guerra fredda”
ed i cosiddetti “anni di
piombo”, tra i più dolorosi della storia del nostro
paese. Ricorrendo ad una lettura allegorica dell’opera
classica, tutti i personaggi ed i fatti sono trasfigurati e
filtrati attraverso l’occhio sagace e la straordinaria
genialità di A. Avitabile; così Polifemo diventa un
carro armato sovietico, Penelope e Telemaco sono
dei “sequestrati” nella loro reggia ed Ulisse, l’eroe
positivo, famoso per il suo coraggio e la sua astuzia,
è il simbolo dell’uomo moderno, lacerato da angosce
esistenziali e svilito da ingiustizie sociali. Spesso, in-
fatti, è rappresentato come un fantoccio, un uomo let-
teralmente “di pezza”, con il capo, dimora del suo vi-
vace intelletto, rinchiuso in uno scafandro soffocante
e spersonalizzante.
A partire dalla fine degli anni ’70 e per tutti gli anni
’80 e ’90, il pittore si dedica al nudo femminile dal
vero. Le avvenenti protagoniste sono quasi spiate nei
loro momenti più intimi, riprese e immortalate in ge-
sti sensuali. I bellissimi nudi, quasi tutti disegni o
tecniche miste, si caratterizzano per l’uso di una li-
nea, vigorosa e fortemente chiaroscurata in alcuni
particolari, che diventa morbida e sinuosa per defini-
re un sorriso o uno sguardo languido.
Segnaliamo alcune della mostre piùinteressanti in corso in questoperiodo nella nostra città:
LE MACCHINEDI LEONARDOPalazzo Reale, Sala Dorica
Fino al 2 marzo 2008
La mostra presenta riproduzioni
delle macchine progettate da
Leonardo: macchine civili, macchi-
ne d’acqua, macchine per il volo e
macchine militari. I modelli in scala
sono realizzati con i materiali dell’e-
poca (legno, cotone, ottone, ferro e
corde) e ogni singolo pezzo è corre-
dato dalla riproduzione della pagina
dei codice da cui è stato tratto il
modello. La lavorazione delle mac-
chine, interamente artigianale, utiliz-
za l’apporto dei computer per calco-
lare con esattezza le proporzioni dei
modelli e i loro meccanismi.
CAPODIMONTE, UNASTORIA DI CINQUANT’ANNIMuseo di Capodimonte
Fino al 27 Febbraio 2008
La mostra “Capodimonte, una storia
di cinquant’anni” offre la possibilità
ai visitatori di conoscere la storia di
una delle istituzioni museali e cultu-
rali più prestigiose in Italia e all’e-
stero: i diversi ordinamenti museo-
grafici, gli eventi che hanno segnato
rilevanti fasi della città e
l’importanza della struttura all’inter-
no del circuito internazionale. La
mostra si svolge nei nuovi spazi
espositivi, realizzati con il recupero
di un sistema di ambienti interrati,
nell’area sottostante il cortile meri-
dionale del Museo, sfruttando le
caratteristiche costruttive dell’edifi-
cio mediante un intervento risalente,
probabilmente, al periodo tra le due
guerre mondiali e finalizzato alla
realizzazione di un rifugio bellico. I
cinquant’anni di storia di
Capodimonte sono raccontati in
quattro sezioni con grandi immagini
a stampa e video proiezioni.
RISALIRE LA CHINA –L’ARTE A FUMETTI Il Fumetto d’autore diventa parteno-
peo
Castel Nuovo – Maschio Angioino
Fino al 31 gennaio 2008
La mostra ha il fine di mettere in
risalto il potenziale artistico del
fumetto non relegato al solo ambito
adolescenziale e commerciale. Il
percorso della Sala della Loggia
segue il processo creativo che porta
dalla nascita di un progetto alla rea-
lizzazione del fumetto. A tale scopo
l’esposizione è divisa in più parti
sinergiche tese ad illustrare non solo
le fasi di sviluppo di un progetto edi-
toriale ma anche l’attività artistica e
cognitiva sulle quali si basa
l’espressività degli autori che opera-
no nel settore. La mostra, inoltre,
vuole avvicinare lo spettatore ad una
forma espressiva ancora ricca di
potenzialità e fonte di ispirazione sia
nell’ambito cinematografico ma
anche in quello artistico.
Per informazioni:
www.comune.napoli.it
Alfredo Avitabile: pittore del secondo ‘900A febbraio si inaugura la prima retrospettiva del maestro
Il 14 dicembre è nata Lucia, la figlia di Fabio e di Valeria.Il Corriere di Pianura e zia Maria Palma le danno
il benvenuto e le augurano una buona vita.
BENVENUTA LUCIA
LE MOSTRE A NAPOLI
PianuraGENNAIO/FEBBRAIO 20081515 Il Corriere di
U
na delle strade adiacenti a via Comunale
Napoli ha il nome di una famosa pittrice
che ai suoi tempi suscitò un grande scan-
dalo: Artemisia Gentileschi. Nata a Roma l’8 lu-
glio 1593, Artemisia Gentileschi fu la primogeni-
ta del pittore Orazio Gentileschi e di Prudentia
Montone. Fin dall’infanzia fu istruita per diventa-
re un’artista dimostrando subito una certa abilità
verso la pittura, a cui si dedicò all’età di dodici
anni. A quei tempi, però, per una ragazza il sogno
di una carriera artistica era fortemente ostacolata.
Tuttavia non si arrese e cominciò a lavorare insie-
me al padre. Così ebbe l’opportunità di conoscere
diversi pittori, tra cui Caravaggio e il nipote di
Michelangelo. Nel 1610 dipinse la sua prima tela
“Susanna e i secchioni”, un dipinto che mostra la
conoscenza dell’anatomia umana, dei colori, del
pennello, e della struttura compositiva del quadro.
Orazio Gentileschi affidò la figlia al pittore Ago-
stino Tassi per insegnarle come costruire la pro-
spettiva in pittura. Ma Tassi finì per approfittare
della giovane Artemisia che in seguito dovette
subire l’umiliazione di dover testimo-
niare al processo e di dimostrare la
sua precedente verginità. Agostino
Tassi all’inizio promise di riparare
con un matrimonio, ma in seguito
dichiarò che la ragazza era già
stata con altri uomini. Dopo il
processo Artemisia continuò a
dipingere e incominciò a svi-
luppare uno stile più propria-
mente personale. Ed è in que-
sto periodo che dipinse “Giu-
ditta che decapita Oloferne”,
che rappresenta una delle sce-
ne più violente della Bibbia e
che probabilmente rispecchiò
lo stato d’animo che la scon-
volse durante il processo. A
un mese dalla fine del proces-
so Artemisia sposò un artista
fiorentino, Pietro Antonio di
Vincenzo Stiattesi. Entrambi
frequentarono l’Accademia
del Disegno, dove Artemisia
divenne socio ufficiale nel
1616. Durante il soggiorno
fiorentino ebbe il sostegno
della Famiglia Medici e della
Famiglia Buonarroti. Le opere
del periodo fiorentino le firmò
con il soprannome di Lomi.
All’Accademia intanto diven-
tò amica di Galileo Galilei
con il quale incominciò una
fitta corrispondenza. Durante
il soggiorno in Toscana realizzò
un’altra versione di Giuditta, dal
titolo “Giuditta e la sua governan-
te”, mentre in seguito dipinse
“L’allegoria dell’inclinazione”.
Nel 1618 dette alla luce una bam-
bina. Nel 1620 Orazio Gentileschi
partì per Genova per eseguire una
nuova commissione e probabil-
mente Artemisia lo accompagnò.
Qui la ragazza compose “Lucrezia
e Cleopatra”. E’ proprio durante il
soggiorno genovese che incontrò
l’artista Anthony Van Dick. Arte-
misia ritornò a Roma nel 1622 in-
sieme alla figlia: a testimoniarlo è
il “Ritratto del Condottiere”, ese-
guito nel 1622. La donna rimase in
città per diversi anni. Non ci sono
più tracce del marito: probabil-
mente si è separata, ed intanto sta
nascendo una nuova figlia, concepita con un Cava-
liere dell’Ordine di Malta, come ci attesta la lettera
a lui indirizzata nel 1649. Il secondo periodo artisti-
co romano di Artemisia coincide con il pontificato
di Urbano VIII [1623-1644] e con un nuovo orienta-
mento di stile e di gusti. Artemisia lavorò su un’al-
tra rappresentazione di Giuditta: “Giuditta e la do-
mestica con la testa di Oloferne”. Una delle opere
più conosciute e raffinate di questi anni fu la realiz-
zazione dell’Autoritratto dell’allegoria della pittura,
un autoritratto abbastanza insolito per i suoi tempi,
che fu acquistato da Re Carlo I d’Inghilterra. Dalle
documentazioni del tempo sappiamo che Artemisia
tra il 1930 e il 1637 soggiornò a Napoli, una città
che in quei tempi abbondava di lavoro e di commit-
tenti in cerca di artisti. Qui Artemisia nel 1630 in-
contrò Velazquez ed entrambi lavorarono per la re-
gina Maria d’Austria. Lo stesso anno Artemisia
completò una grande tela d’altare che ha come tema
l’Annunciazione, dipinta per la chiesa S. Giorgio
de’ Genovesi, mentre la tela successiva che compo-
se è “Clio”. Nel 1638 Artemisia soggiornò per quasi
tre anni alla corte del Re Carlo I. In questa circo-
stanza lavorò per la prima volta insieme al padre,
che era arrivato in Inghilterra dodici anni prima di
lei, per aiutarlo a dipingere il soffitto della Queen’s
House a Greenwich. Orazio Gentileschi morirà poi
il 7 febbraio del 1639. A causa dei primi conflitti tra
le forze parlamentari e l’esercito del Re che portaro-
no allo scoppio della prima guerra civile inglese, tra
il 1640 e il 1641 Artemisia tornò a Napoli, dove ri-
mase per il resto della sua vita. Quest’ultimo perio-
do fu caratterizzato dal lavoro per conto di Don An-
tonio Rufo di Sicilia per il quale completò “David e
Bathsheba”. Anche il quadro “Lot e le sue figlie”,
che risale sempre a questa fase, è stato attribuito a
lei. Una delle sue ultime opere famose è “Lucrezia”,
la sua prima eroina femminile, con la quale Artemi-
sia mise in luce la sua passione per la donna forte,
abile e indipendente. Artemisia Gentileschi morì nel
1653. E’ strano che nonostante le sue capacità, la
sua reputazione e la sua importanza, non sia stato
scritto molto su di lei. Ciò che rimane, infatti, della
sua vita e della sua esperienza artistica sono 34 di-
pinti e 28 lettere.
Rosa Gargiulo
Dietro il nome di una strada si nasconde la chiacchierata vita di una grande pittrice
La storia di Artemisia GentileschiAlla pittrice è stato dedicato il nome di una strada del nostro quartiere
Ti ho cercata come acqua nel deserto
quando la sabbia dei giorni perduti
soffocava ogni fremito di vita
col suo lento e impercettibile salire.
Ti ho cercata come sabbia nel mare
quando le onde dei giorni agitati
ingrigivano le acque limpide
che mi porto dentro
e mi fanno vivere ancora.
Ti ho cercata come vento sulle dune
quando l’aria era ferma e silente
e a goccia a goccia annegava
i palpiti di un cuore bambino.
Ti ho cercata come il Silenzio e la Quiete
quando un vento senza origini e confini
agitava il mare che mi porto dentro
e non mi dava né nido né rifugio.
E adesso che ti ho trovata
adesso che stringo le tue membra
che completano l’incanto
di un abbraccio immaginato
adesso che da ogni parte sfugge
il tuo corpo di vento e di sabbia
il tuo sorriso di mare e di tempesta
la tua voce di urla e di silenzi
adesso che inizio a capirti
devo imparare a dimenticarti
devo insegnarti la strada di vento e di sale
che conduce verso quella felicità
che a noi non appartiene.
Giovanni Spina
Il ritornoDELLA POESIA
L’ANG
OLO
O
gni anno al liceo classico A. Pansini si svolge
un laboratorio di storia per le classi 3° liceali.
Quest’ anno a noi, alunne di questo liceo, è toc-
cato ricostruire la storia della famiglia Grossi, che ha
partecipato attivamente alla Guerra Civile Spagnola
(1936-1939). Il professore Aragno, storico da cui ab-
biamo ricevuto un aiuto, ci ha fornito documenti su
questa famiglia che noi abbiamo potuto rileggere e ri-
assumere. In seguito li abbiamo ordinati cronologica-
mente per avere una visione d’insieme e infine abbia-
mo deciso di scrivere un romanzo riguardo alla storia
di questa famiglia. La famiglia Grossi era composta dal
padre Cesare Grossi, la madre Maria Olandese e dai tre
figli Aurelio, Renato e Ada. Grazie al professore Ara-
gno siamo riusciti a rintracciare e a contattare la signo-
ra Ada, ormai novantenne, per fissare con lei un appun-
tamento. La donna, seppur molto anziana, si è rivelata
molto ospitale poichè ci ha accolto in casa sua per rac-
contarci tutta la storia della sua famiglia durante la
guerra civile spagnola, mentre noi filmavamo l’ intervi-
sta. La signora Ada ci ha narrato che la sua famiglia si
era spostata in Argentina ma poi emigrò per cercare la-
voro in Spagna dove era in corso la dittatura di Franci-
sco Franco. Infatti, quando scoppiò la Guerra Civile
Ada lavorava come speaker alla radio Barcellona con il
padre Cesare, il quale poichè era socialista combattè
contro Franco e nel frattempo svolse anche l’ attività di
giornalista al noto libello “L’ Italia del Popolo”, in cui
scriveva articoli contro la dittatura e per tale motivo si
firmava con lo pseudonimo “il piccolo Spartaco”.
Quando in Spagna Francisco Franco vinse la guerra,
iniziò l’ esodo della famiglia Grossi. Infatti Maria
Olandese e la figlia Ada furono deportate nel campo di
concentramento in Francia, dove poi Ada si sposò con
un medico e si trasferì nuovamente in Spagna. La ma-
dre si trasferì a Melfi e desiderava ricongiungersi con i
figli dei quali uno, Aurelio, era disperso e l’ altro, Re-
nato, era stato rinchiuso in manicomio per problemi
psichiatrici. Il marito intanto era stato esiliato a Vento-
tene. Quindi dopo aver tracciato le tappe importanti di
questa famiglia, per scrivere il romanzo ci è sembrato
opportuno recarci a Ventotene per visitare di persona il
luogo in cui Cesare Grossi e tanti altri socialisti furono
esiliati. La partenza è avvenuta il giorno 3 Dicembre
2007, un periodo un pò anomalo per recarsi su un’ iso-
la oggi conosciuta soprattutto come luogo di villeggia-
tura, ma la nostra brama di conoscenza era così forte
che ci ha permesso di superare il viaggio solo con un
pò di mal di mare! Quando siamo arrivati a Ventotene,
l’ isola era praticamente deserta, si potrebbe approssi-
mare il numero degli abitanti a una decina di persone!
Dopo aver depositato i bagagli in un piccolo albergo, ci
siamo recati ad ascoltare una conferenza alla sede del
municipio di Ventotene, adiacente all’ albergo, sulla
storia di Ventotene e su quella dell’ isola di S. Stefano.
Infatti abbiamo appreso che le storie delle due isole so-
no intrecciate in quanto sull’ isola di S. Stefano fu co-
struito un grande carcere, che occupava tutta l’ isola,
tra il 1792 e il 1797 dall’ architetto Francesco Carpi.
Quest’ ultimo edificò il carcere secondo una struttura a
forma di ferro di cavallo detta “panoptico” (dal greco =
vedere il tutto) perchè in questo modo i detenuti erano
sorvegliati da una torretta posta al centro della struttura
e non potevano fuggire. Inoltre abbiamo appreso che
personaggi noti della storia furono incarcerati lì, come
ad esempio Gaetano Bresci che fu l’ anarchico che uc-
cise il Re d’ Italia Umberto I il 26 luglio 1900. Poi do-
po aver assistito alla conferenza e dopo il pranzo in al-
bergo abbiamo ispezionato l’ isola di Ventotene in un
solo pomeriggio poichè il perimetro dell’ isola è di me-
no di 3 chilometri! Il giorno successivo abbiamo visita-
to le cisterne romane che si trovano nella parte meri-
dionale dell’ isola e poi dopo pranzo ci siamo imbarcati
perchè c’ era il rischio di restare lì a causa del maltem-
po! L’ esperienza, dunque, si è rivelata interessante per
comprendere anche lo stato d’ animo di Cesare Grossi,
rinchiuso su un luogo che la natura ha reso bellissimo
ma che l’ uomo ha usato per scopi turpi...Quest’ espe-
rienza ci ha permesso di affrontare il laboratorio con
un’ altra ottica, infatti ci siamo sentiti più coinvolti e
appassionati alla storia. Infine possiamo dire che que-
sto nuovo modo di studiare la storia ci ha reso più par-
tecipi e ci ha appassionato di più alla materia...Per la
prima volta ci siamo calati nei panni dello storico e la
storia più che studiarla, abbiamo avuto l’ impressione
di viverla!
Rita Bosco
Lina Sorrentino
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081616La storia attraverso le fonti e le testimonianze...
Il liceo classico Pansini ha permesso ai suoi alunni delle3°liceali di studiare la storia attraverso un nuovo metodo
A
ccendere un mutuo o un
prestito personale mediante
una banca o qualsiasi altra
società finanziaria abilitata a farlo
significa, per chi lo richiede, assu-
mersi un impegno finanziario per
un intervallo di tempo più o meno
lungo a partire dall’accettazione
della propria richiesta. È luogo
comune pensare a qualsiasi forma
di finanziamento personale come
una sorta di “vampiro” che suc-
chierà i propri risparmi per i pros-
simi 2, 5, 10, 30 anni. In realtà an-
drebbe fatta luce su una serie di
elementi di fondamentale impor-
tanza che spesso vengono trascu-
rati quando si richiede un prestito,
vuoi per ignoranza in materia di
finanziamenti da parte di chi li ri-
chiede, vuoi per incapacità di chi
vende i propri prodotti finanziari
nell’indicare le loro caratteristiche
principali. Trasparenza, chiarezza,
professionalità e se-
rietà di chi propone
un prestito sono
aspetti fondamentali
che il cliente deve
valutare prima di ef-
fettuare la scelta del-
l’operatore a cui ri-
volgersi evitando
nella maniera più
assoluta di lasciarsi
abbagliare da false promesse di
tassi bassissimi e condizioni eco-
nomiche apparentemente vantag-
giose. Posso tranquillamente af-
fermare che il mercato del credito
tende ad essere sostanzialmente
allineato per quanto attiene le
condizioni economico-finanziarie
concesse alla clientela. La vera
differenza tra chi pubblicizza pro-
dotti finanziari sta nella capacità
di effettuare un approfondito
screening del richiedente fornen-
do un’esatta consulenza per evita-
re di rovinare la sua posizione me-
ritoria per effetto di richieste di fi-
nanziamento impostate in maniera
errata. Il costo effettivo di un fi-
nanziamento non risiede esclusi-
vamente negli interessi che il
cliente è tenuto a versare per dis-
porre della somma concessagli per
tutta la durata del prestito, ma in
tutte quelle spese non sempre im-
mediatamente desumibili dal con-
tratto che puntualmente accompa-
gnano l’espletamento della prati-
ca: spese commissionali, spese di
incasso rata, costi assicurativi. Se
a queste voci aggiungiamo i tempi
di risposta circa l’esito della ri-
chiesta, non sempre immediati, ci
si rende conto di quanti siano i
parametri distintivi tra le diverse
finanziarie di riferimento. A tal
proposito ritengo utile fornire una
piccola ma fondamentale distin-
zione che non sempre viene rece-
pita nel momento in cui si decide
di accedere al prestito finanziario:
la distinzione tra T.A.N. e
T.A.E.G.
Il T.A.N. rappresenta il “Tasso
Annuo Nominale”, cioè il tas-
so d’interesse annuo applicato
sul prestito. È il tasso più
semplice a cui si può fare rife-
rimento in quanto è quello che
prende in considerazione
esclusivamente il costo legato
agli interessi e non tutti gli al-
tri oneri già indicati nel pre-
sente articolo. È anche questo
il motivo per cui si tende ge-
neralmente a pubblicizzare questo
tasso che risulta notevolmente più
basso rispetto all’effettivo costo
che il cliente sostiene. Tale costo è
rinvenibile nel T.A.E.G.(“Tasso
Annuo Effettivo Globa-
le”),indicatore di sintesi relativo a
tutti i costi connessi al finanzia-
mento, interessi compresi. Tassi di
interesse bassi sono in genere ac-
compagnati da costi accessori ele-
vati per cui bisogna prestare enor-
me attenzione a non farsi abbin-
dolare da chi li propone. Utile a
tal fine è certamente il “foglio in-
formativo” che è parte integrante
di qualsiasi contratto di finanzia-
mento e che fornisce, in maniera
completa e trasparente, un mag-
giore dettaglio di tutti quei profili
che non sempre si riescono a de-
sumere dal contratto stesso, specie
quelli inerenti alle voci di costo
per il cliente. La parola d’ordine è
dunque “ATTENZIONE!”: nella
scelta della finanziaria a cui rivol-
gersi, della forma di finanziamen-
to più consona ai propri bisogni,
nella valutazione dei costi rispetto
all’utilità dell’obiettivo che si per-
segue. Il mio consiglio è di pensa-
re bene prima di optare per questa
o quella società finanziaria, di ri-
volgersi a professionisti del setto-
re in grado di fornire un’esatta
consulenza in linea con le proprie
aspettative e soprattutto di non la-
sciarsi mai trasportare da amici o
personaggi che si cimentano nel
ruolo di mediatori creditizi per la
prima volta o, in ogni caso, in ma-
niera avventata a mo’ di “pionieri
del credito”.
Egregio direttore, abito a Pianura da
quasi un anno. Alcune cose vanno be-
ne, molte No. Da poco ho conosciuto
il Suo giornale e vorrei anch’io render-
mi utile. Ho scoperto, per caso, che c’è
un ufficio postale all’interno della
piazzetta su cui si affaccia il Munici-
pio. Ho notato, con piacere, che il sud-
detto ufficio, pur disponendo di spazi
angusti, è bene organizzato e il lavoro
è ordinato. Ma ho notato anche la soli-
ta sciatteria e prepotenza che caratte-
rizza noi napoletani. Infatti tutta l’area
della piazzetta dovrebbe essere rigoro-
samente pedonale, ma vi sostano deci-
ne e decine di auto e, addirittura, vi
sfrecciano di continuo le moto. Ma, mi
chiedo, è mai possibile che i cosiddetti
responsabili non se ne siano mai ac-
corti? Eppure la piazzetta è il centro
del quartiere. Su di essa affacciano gli
uffici del Commissariato di Polizia,
dei Vigili Urbani e di tutta la Munici-
palità: nessuno se ne frega? Faccia
qualcosa almeno il Presidente Tirelli!
Non la diamo sempre vinta ai furbi ed
ai prepotenti che calpestano le regole e
fanno sentire idioti chi rispetta, invece,
le leggi.
Raffaele S.
Timbro postaleedataPostavia Campanile, 89
Il parcheggio interno del Municipio
Accesso al credito: attenzione alle “false promesse”!i. p.
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081717
L
a contraffazione dei prodotti ali-
mentari di qualità, sia sul merca-
to nazionale sia su quello “globa-
lizzato” ha assunto, negli ultimi anni,
proporzioni particolarmente preoccu-
panti. La situazione comporta rilevanti
riflessi negativi sul piano economico-
sociale in quanto colpisce i marchi di
impresa e incrina la fiducia dei consu-
matori nel Made in Italy. Tipici solo di
nome sono i falsi alimenti “made in
Italy” prodotti e venduti in tutti gli an-
goli del pianeta, compresa la stessa Ita-
lia: come accade per il concentrato di
pomodoro che sembra tutto italiano,
ma non ha nulla a che fare con la realtà
nazionale. Infatti ingenti sono le quan-
tità importate dalla Cina, dove operano
mastodontici impianti con tecnologia
italiana capaci di produrre a costi molto
ridotti. Con l’entrata in vigore della
normativa prevista dal Decreto del 17
febbraio del Ministero per le Politiche
Agricole, dal primo gennaio 2008 sono
venute meno tutte le deroghe con
l’obbligo di indicare in etichetta
l’origine del pomodoro utilizzato nella
passata. Sulle etichette della passata di
pomodoro in vendita deve essere ora
indicato obbligatoriamente anche il
luogo di coltivazione del pomodoro e
non solo quello di confezionamento.
Con il nuovo anno è scaduto il termine
per consentire lo smaltimento delle
vecchie confezioni, dunque non è più
possibile spacciare nella passata il fal-
so made in Italy. Per
l’agricoltura e per l’economia
italiana è una tutela essenziale,
ed è una tappa importante,
fortemente voluta dalla Fe-
derconsumatori, per rende-
re trasparente il mercato
verso il consumatore, ed è
un elemento decisivo a so-
stegno delle produzioni e
dei produttori italiani nelle
prossime trattative sul prez-
zo del pomodoro. Dal pros-
simo 16 gennaio 2008 en-
trerà invece in vigore il de-
creto, emanato lo scorso 9
ottobre dal Ministro delle
politiche agricole alimentari
e forestali, sulle nuove nor-
me in materia di indicazioni
obbligatorie nell’etichetta
dell’olio vergine ed extravergine di oli-
va. I provvedimenti sopra indicati pun-
tano da un lato a scongiurare i ricorren-
ti fenomeni di contraffazione e le frodi
nell’ambito delle attività di vendita dei
prodotti alimentari, dall’altro lato a
promuovere l’adozione di disposizioni
che consentono ai consumatori di effet-
tuare scelte di acquisto consapevoli. In
particolare per quanto concerne l’olio,
allo scopo di garantirne la rintracciabi-
lità dell’origine, dal 16 gennaio 2008
sarà dunque obbligatorio indicare in
etichetta lo Stato membro o il Paese
terzo corrispondenti alla zona geografi-
ca nella quale le olive sono state rac-
colte, e (qualora le olive siano state col-
tivate in uno Stato mem-
bro o Paese terzo diverso
da quello in cui è situato
il frantoio) dove è si-
tuato il frantoio in cui è
stato estratto l’olio, fat-
ta salva la designazione
d’origine a livello re-
gionale per i prodotti
che beneficiano di una
denominazione di origi-
ne protetta (DOP) o di
un’indicazione geogra-
fica protetta (IGP).
Spesso accade che le oli-
ve siano state invece colti-
vate in più Stati membri o Paesi ter-
zi: in tal caso l’etichetta dovrà ripor-
tare l’elenco dettagliato di tutte le na-
zioni interessate, in ordine decrescente
per quantità utilizzate. In particolare,
nel caso in cui le olive saranno coltiva-
te in un Paese diverso da quello ove è
situato il frantoio, l’etichetta dovrà ri-
portare la dicitura: “Olio estratto in ….(indicazione dello Stato o Paese delfrantoio) da olive coltivate in ….. (indi-cazione dello Stato o Paese di coltiva-zione)”. Nell’ipotesi di tagli d’oli
d’oliva vergine ed extravergine estratti
in più Stati membri o Paesi terzi, salvo
quanto sopra illustrato, l’etichetta dovrà
indicare l’elenco di tutti gli Stati o Pae-
si terzi nei quali sono stati estratti gli
oli. La vigilanza sull’applicazione delle
nuove disposizioni da parte di tutte le
aziende della filiera interessate è de-
mandata all’Ispettorato centrale per il
controllo della qualità dei prodotti
agro-alimentari presso il MIPAF. In ca-
so di accertata violazione sarà applicata
la sanzione amministrativa pecuniaria
da ? 1.600 ad ? 9.500, ai sensi dell’art.
18 D.lg. n. 109/1992 (Attuazione diret-
tive CEE 89/395 e 89/396 concernenti
l’etichettatura, la presentazione e la
pubblicità dei prodotti alimentari). Per
quanto riguarda in particolare la decor-
renza applicativa delle norme, il decre-
to precisa che gli oli etichettati prima
del 16 gennaio 2008 e privi delle de-
scritte indicazioni obbligatorie in eti-
chetta possono essere venduti entro i
successivi diciotto mesi. La Federcon-
sumatori invita dunque i consumatori a
prestare attenzione negli acquisti sugli
scaffali dei supermercati e dei negozi
privilegiando quelli riportanti in eti-
chetta origine e provenienza.
D. ssa Ranieri Anna
Responsabile Federconsumatori
Con il nuovo anno in vigore nuove misure a tutela della qualità dei prodotti e della salute dei consumatori
Etichette: Novità per l’olio ed il pomodoro in vigore da gennaio
PianuraIl Corriere di
GENNAIO/FEBBRAIO 20081818
di Alessandro Etzi
C
ontinua a mietere
successi il Pianura,
regalando così una
soddisfazione ai tifosi e ai
cittadini che continuano a
protestare contro la discari-
ca dei Pisani.
Hanno fatto di
più i fratelli
Cafasso, ren-
dendo gratuito
l’ingresso al
Campo Simpa-
tia in occasio-
ne del match
casalingo con-
tro il Succivo.
Al resto ci
hanno pensato
i giocatori, che
hanno vinto
con una rete di
Montaperto al
10’, senza
esultare. “Sia-
mo vicini al
quartiere per
un problema
che va risolto
al più presto -
afferma il pre-
sidente Lino Cafasso -, per
questa ragione abbiamo op-
tato per l’ingresso gratuito e
chiesto alla squadra di non
esultare in occasione del
gol. Comunque, siamo con-
tenti che la partita si sia gio-
cata anche per ragioni di
calendario. Ad ogni modo,
parteciperemo alla manife-
stazione del quartiere previ-
sta questo pomeriggio”. Con
questa vittoria il Pianura si
porta in prima posizione,
sebbene l’Alba Sannio abbia
disputato una partita in me-
no. Inizia bene il girone di
ritorno, che si preannuncia
tiratissimo. Adesso in cam-
pionato i biancoazzurri do-
vranno affrontare tre partite
piuttosto abbordabili contro
la Puteolana fanalino di co-
da, lo Striano e l’Arzanese,
prima di affrontare nella sfi-
da per il vertice l’Alba San-
nio in casa. Intanto è arriva-
to l’ultimo rinforzo, la punta
Pasquale Ferraro, a comple-
tare una rosa che non ha più
lacune. “Fra un anno vedo la
squadra stabilmente tra le
prime cinque della Serie D”
afferma il Direttore Sportivo
Peppe Ammaturo, lasciando
ben intendere gli obiettivi di
questa stagione e della pros-
sima. Intanto prosegue il
cammino della squadra an-
che in Coppa Italia: dopo
aver schiantato la Boys Cai-
vanese il Pianura dovrà af-
frontare la Virtus Volla, un
avversario tenace ma alla
portata dei biancoazzurri. La
juniores invece ha chiuso il
2007, oltre che col titolo di
campioni d’Italia appuntato
sulla maglia, anche con 8
punti di vantaggio sulla di-
retta inseguitrice, la Virtus
Baia. La squadra di Mister
Cavallino continua a giocare
come una schiacciasassi, co-
struendo numerosi giovani
talenti che presto il tecnico
Vincenzo Potenza valorizze-
rà, come è da tradizione del-
la squadra.
Il Pianura vince senza dimenticare le proteste
I fratelli Cafasso aprono i cancelli al pubblico
SQUADRA PUNTI GIOCATE VINTE NULLE PERSE FATTI SUBITI
Pianura 38 16 12 2 2 35 10
Alba Sannio 36 15 11 3 1 32 15
Atletico Nola 33 16 10 3 3 27 14
Internapoli 31 16 9 4 3 26 13
Virtus Volla 29 16 7 8 1 17 8
B.Caivanese 28 16 8 4 4 27 21
Gladiator 1924 25 16 7 4 5 18 12
Real Ortese 22 16 7 1 8 22 23
Portici 21 16 6 3 7 23 31
Arzanese 20 16 6 2 8 14 17
Carditese 17 16 5 2 9 15 26
Striano 16 15 5 1 9 16 19
Ercolanese 13 16 3 4 9 13 22
Calcio Riop 10 16 2 4 10 7 20
Succivo 9 16 2 3 11 12 35
Serie C/F.
Pianura Volley inarrestabileSecondo posto per le pianuresi che si
preparano ad affrontare la prima della classedi Valentina Borrelli
F
inale col botto per il Pianura Volley. Le ragazze allenate
dal tecnico Domenico Delfino Leone hanno messo a se-
gno nove punti su nove nelle ultime tre partite previste dal
calendario prima dello stop natalizio e proseguono dritte per la
strada che conduce ai play off. Nette le vittorie inflitte agli orga-
nici del Gr. 2000 Pall. Ottaviano, dell’ASS Ottavima e dell’A-
tellana Volley, il 3-0 finale messo a referto in tutti e tre i casi ha
favorito lo scavalcamento in classifica dello Zeus Sport Fiamma
Torrese e il consolidamento della seconda piazza. Terminate le
vacanze natalizie e archiviate le difficoltà tattiche che hanno ca-
ratterizzato l’avvio di questo campionato, le pianuresi sono già
concentrate sulla preparazione della prossima difficile sfida.
Nella dodicesima giornata di campionato il Pianura avrà il com-
pito di superare il primo test difficile del nuovo anno: le mura
della “S.M.S. Falcone” ospiteranno infatti la formazione ostile
dell’AS Benevento, squadra che al momento domina il raggrup-
pamento del girone A di serie C femminile e che ha dimostrato
finora di non avere rivali.
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