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Postura, come si sviluppa è perché lo “Standing” è così importante Clare Wright (MclinRes, BSc(Hons)OT), Clinical Research Manager Leckey November 2011

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Postura, come si sviluppa è perché lo “Standing” è così importante

Clare Wright (MclinRes, BSc(Hons)OT), Clinical Research Manager Leckey November 2011

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Postura

La postura umana può essere definita come “ la posizione di uno o più segmenti del corpo

correlati fra di loro e il loro orientamento nell’area circostante” (Ham et al, p26). Il capo, la parte

pelvica, il tronco, gli arti inferiori e i piedi, vengono definiti “segmenti” mentre vengono

catalogate come “giunti” le articolazioni spinali, le anche, ginocchia e le articolazioni di spalla

(Pope 2002).

La postura umana viene influenzata da numerosi fattori correlati:

tono muscolare (p.es. alto o basso)

forma del corpo e misure (p.es. altezza e peso)

forza di gravità

superficie del suolo (p.es. terreno sconnesso o in pendenza, sabbia, tipo di calzatura)

lo scopo della nostra azione

durata in termini di tempo per ottenere una determinata postura

salute; benessere psico-fisico

Consideriamo dunque la postura come l’inter-relazione e l’inter-dipendenza tra:

comfort

stabilità

funzione (incluso il movimento)

In assenza di stabilità, la funzione (p.es. l’abilità al gioco, l’utilizzo di strumenti di comunicazione

ecc ) viene inibita. Comunque la stabilità può essere ottenuta solo attraverso un elevato grado

di comfort. La funzione invece si può anche sviluppare in assenza di comfort o avendo una

stabilità molto ridotta, ma in questo caso avrebbe anche una durata molto ridotta. L’equilibrio

deve essere ben distribuito tra comfort, stabilità e funzione. La postura è importante perché

supporta quotidianamente una gamma molto ampia di funzioni oltre a favorire processi

fisiologici come respirare, guardare, digerire, regolare la temperatura corporea, supportare i

processi digestivi e circolatori.

Gli umani hanno il bisogno di sentirsi liberi di agire, in qualunque momento e per qualsiasi

ragione nelle più diverse circostanze e mantenere una posizione eretta. Il mantenimento eretto

della postura viene considerato come un processo attivo e dinamico che sottolinea movimento e

funzione (Hong, 2005). Howe e Oldham (2001) sostengono inoltre che postura e movimento

sono intrinsecamente collegate fra di loro, definendo la postura come un movimento

temporaneamente arrestato ma in costante cambiamento.

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Come si sviluppa la postura

Nel momento della nascita, il bambino è prevalentemente ancora nella posizione fetale ( forma

a C), postura con due curve spinali primarie; meglio conosciute come, curva toracica e curva

sacrale (vedi immagine).

Immagine 1

evoluzione fisiologica della postura nei bambini.(immagine 2).

immagine 2

Immagine 3

Il controllo posturale richiede il raggiungimento dei fisiologici appuntamenti dello sviluppo e

Curva

sacrale

Curva toracica

Curva lombare

Curva cervicale

Quando I bambini imparano a stare in piedi

la spina dorsale sviluppa una curva di

estensione secondaria nella regione

cervicale. I bambini imparano a tenere il

capo eretto. Sviluppano la regione lombare e

imparano a bilanciarsi in modo utile.

(immagine 3).

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prevede la maturazione delle reazioni posturali (raddrizzamento posturale, reazioni paracadute

e di equilibrio), l’integrazione di riflessi primitivi (RTAC, RTC, RTL ecc) , del tono muscolare

normale, del tono posturale fisiologico e i movimenti volontari (Wandel 2000).

Perché è importante stare in piedi

Gli umani sono stati creati per stare in piedi. Quando lo sviluppo avviene secondo schemi

normali, i bambini iniziano a spingersi per stare in piedi intorno ai nove mesi. Iniziano a girare

intorno ai mobili, poi si aiutano dando la mano all’adulto fino ad essere indipendenti intorno ai

12 mesi. L’obiettivo è muoversi volutamente da un posto all’altro raggiungendo la propria

indipendenza. Questo movimento è dato per scontato e non si pensa a quanto sia importante la

posizione eretta.

In presenza di casi di bambini con disabilità lievi o importanti (p.es. paralisi cerebrale infantile,

spina bifida, distrofia muscolare, ritardo dello sviluppo, osteogenesi imperfetta, o disabilità in

seguito a fratture), lo sviluppo progressivo e fisiologico non avviene e lo stare in piedi in modo

autonomo diventa un obiettivo irraggiungibile. Per questo diventa estremamente importante

usare sistemi di stabilizzazione verticale.

Evidenze e standing

Ai clinici è richiesto di sostenere i processi decisionali basandosi sull’evidenza clinica.Il livello

più importante di ricerca clinica è il trial randomizzato e controllato in doppio cieco, utilizzato

comunemente in campo farmaceutico. Ciò consente di avere una circostanza in cui ne il

ricercatore ne il paziente sanno se appartengono al gruppo sperimentale o a quello di controllo.

E’ considerato un livello di “gold – standard” perché sgombra il campo da molte delle variabili

che potrebbero confondere il risultato, e da molti bias che potrebbero condizionare in qualche

maniera l’outcome osservato.

Ad ogni modo riferendoci ai bambini con disabilità e agli standing, riteniamo che non sia né

praticabile né etico precorrere questa strada. Non sarebbe infatti possibile “nascondere” al

professionista né al bambino chi sta utilizzando lo standing e chi no (piuttosto ovvio), né

altrettanto eticamente accettabile non sottoporre al trattamento dello standing (come sarebbe

necessario per il gruppo di controllo) nella circostanza in cui non ci sia evidenza che l’utilizzo

della statica non dia benefici.

Inoltre i ricercatori in questo settore non hanno altra possibilità che utilizzare progetti di studio

alternativi al RCT, che possono essere percepiti come meno rigorosi in termini di ricerca, ma

che sono sicuramente più adeguati a percepire le variazioni anche minime su soggetti con

disabilità anche complesse.

Per esempio un gruppo di 10 bambini con esiti di paralisi cerebrale infantile di forma tetraplegia

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spastica certamente presenteranno quadri clinic anche molto diversi tra loro. Inoltre ci sono

molti altri fattori esterni che non possono essere controllati dal ricercatore -come circostanze

attinenti alla sfera sociale o clinica di altri ambiti. Di conseguenza, i clinici hanno a disposizione

numeri di pazienti in gruppi omogenei piuttosto ridotti, o utilizzano raccolte di casi di studio o

addirittura studi basati su un caso singolo. Ciò non riduce affatto il valore della ricerca, e rispetto

alla pratica clinica basata sulle evidenze è prassi corretta che i clinici utilizzino la miglior

evidence disponibile. Aspettarsi che con questo tipo di pazienti si possa realizzare uno studio

rispetto al gold standard dell RCT è chiedere l’impossibile.

I benefici della statica eretta

Ad ogni buon conto, così come in generale rispetto al controllo posturale, l’evidence fin ora

pubblicata rispetto all’efficacia dell’utilizzo degli standing è piuttosto limitata. Nonostante ciò la

ricerca esistente, assieme ad altro materiale comunque pubblicato, all’esperienza di molti

terapisti possono indicare benefici significativi rispetto allo standing per un certo numero di

ragioni attinenti sia alla sfera del benessere fisico che a quello psicologico.

Lo standing favorisce la densità ossea e riduce il rischio di fratture.

La densità ossea è indice di “robustezza ossea”. Più le ossa sono robuste

più sono resistenti contro le fratture. Una crescita e uno sviluppo osseo

normale sono il risultato di un giusto equilibrio tra una corretta

alimentazione, il giusto carico (il carico sulle ossa contro gravità, per

esempio, stando semplicemente in piedi, camminando o correndo) , e

l’utilizzo della muscolatura (Pope, 2007). Bambini, che a causa della loro

storia clinica non hanno queste caratteristiche perdono la loro densità

ossea (Clarke, 2010; Pope, 2007) .Paleg (2008) in una review sistematica, prende in

considerazione 10 studi di buona qualità pubblicati tra il 1964 e il 2006, i quali affrontano

l’argomento dell’effetto della statica eretta sulla densità ossea in circostanze di non cammino, in

bambini con danno al midollo spinale o con esiti di PCI.

Un più recente studio di Alekna et al (2008) descrive un gruppo di bambini con lesione midollare

spinale, ed osserva la relazione esistente tra la perdita di densità ossea e l’attività di standing

nei primi due anni dopo l’evento traumatico. Il campione era di 64 soggetti, ciascuno dei quali

aveva scelto il proprio programma di intervento: il Gruppo A – coloro che effettuavano

regolarmente fisioterapia ed uno specifico programma di standing (1 ora 5 volte alla settimana);

e il Gruppo B – coloro che si sottoponevano alla stessa fisioterapia escluso lo standing.

I risultati indicano che dopo un anno, entrambi i gruppi hanno rilevato una riduzione della

densità ossea che non aveva differenze statisticamente significative. Invece dopo 2 anni i

pazienti nel gruppo A avevano una densità ossea (BMD) superiore statisticamente significativa

sia agli arti inferiori che al bacino, in confronto con il gruppo che non aveva effettuato il

trattamento con lo standing. Inoltre gli autori concludono dichiarando che un programma di

adozione dello standing ha un efficacia statisticamente significativa sul ridurre la perdita di

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densità ossea agli arti inferiori e al bacino, a lungo termine, in pazienti con esito di lesione

midollare.

Vi sono anche altre diverse pubblicazioni che affermano l’efficacia dello standing nel mantenere

o aumentare la densità ossea (Labandz, 2011; dobrich, 2010; Puliti, 2010; Miles, 2010;

Wechsler, 2009; Meyer, 2008).

Lo Standing allunga le catene muscolari, prevenendo la formazione di retrazioni.

Quando I bambini, a causa del tono muscolare elevato o della loro

debolezza o instabilità, non sono in grado di stare in piedi

autonomamente, sono esposti ad un alto rischio di accorciamento

muscolare ( da contrattura) che flette l’anca (ilieopsoas), o l’anca ed il

ginocchio (ischio crurali), o flette il ginocchio e tiene il piede in equino

(gastrocnemio e soleo o tricipite surale) (Salem et al. 2010; Hagglund

2009; Young 2008; Pope 2007) Krueger & Coleman (2010) e Meyer

(2008) indicano che la statica eretta determina afferenze propriocettive (il

feedback dalle articolazioni e dalle strutture muscolari che ci informa come sono orientati i nostri

segmenti corporei nello spazio escludendo l’afferenza visiva) all’apparato muscolo tendineo ed

inoltre contribuisce a costruire la resistenza alla stazione eretta e aiuta a reglare il tono

muscolare. Watanabe (2010) e Hicks (2008) aggingono che l’allungamento determinato dal

cambiare postura allevia il dolore.

La review sistematica di Paleg del 2008 include 32 articoli pubblicati tra il 1981 e il 2008

sull’influenza dello standing sulle abilità moorie, sulla spasticità e sull’articolarità. Anche se gli

studi hanno disegni diversi tra loro, tutti riportano un qualche livello di miglioramento rispetto alle

abilità motorie, alla riduzione della spasticità o all’aumentata articolarità.

Inoltre, un più recente studio di Gibson et al (2009) esamina l’influenza dell’utilizzo dello

standing sulla lunghezza degli ischiocrurali e sulla facilitazione determinata sulle attività di vita

quotidiana (ADL) in un gruppo di bambini non deambulanti con esiti di PCI. Utilizzando un

disegno di studio ABABA in cui A= intervento fisioterapico determinato (6 settimane) e B=

intervento fisioterapico determinato + programma di standing (standing per un’ora 5 giorni alla

settimana per 6 settimane). Sei bambini sono stati arruolati.

I risultati indicano che c’è stato un significativo allungamento degli ischiocrurali durante la prima

fase di standing (P<0.01), c’è stato un significativo accorciamento durante il primo periodo di

non utilizzo dello standing (P=0.02) e un significativo allungamento durante il secondo periodo

di utilizzo dello standing (P=0.003). Durante la seconda fase di non utilizzo dello standing gli

ischiocrurali si suono nuovamente accorciati ma di un valore non statisticamente significativo

(P=0.2). Soprattutto il personale ed i genitori hanno riferito un piccolo miglioramento nello

svolgimento delle attività di vita quotidiana (ADL) al termina di ciascuna fase di utilizzo dello

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standing.

Gibson et al indicano come l’utilizzo prolungato dello standing aumenti significativamente

l’estensibilità degli ischiocrurali, ed inoltre dimostra come interferisca positivamente sulle

performance dei bambini nelle ADL. Comunque indica anche come per poter ottenere risultati

duraturi occorra mantenere prolungati programmi di standing.

Pubblicazioni cliniche inoltre promuovono l’utilizzo dello standing per allungare questi gruppi

muscolari (Labandz, 2001; Wechsier, 2011; Dobrich, 2011; Puliti, 2011; Rosen, 2010; Meyer

2008), in aggiunta all’aumentare l’escursione articolare e ridurre la spasticità.

Lo standing facilita la funzione respiratoria e l’emissione vocale

Quando inspiriamo, I muscoli sottili che separano la cavità toracica

dall’addome (diaframma) si accorciano contraendosi, consentendo ai

polmoni di attirare l’aria. Quando espiriamo succede l’esatto contrario.

Perciò quando assumiamo la postura eretta il diaframma ha un maggior

spazio per per espandersi e contrarsi, con la conseguenza che possiamo

respirare più facilmente, in maniera più profonda ed efficiente (Labandz,

2010; Watanabe, 2010; Wechsler, 2009; Meyer, 2008).Nella sua review del

2008 Paleg include 3 articoli pubblicati tra il 1995 e il 2001 in cui si

sottolinea la facilitazione e il miglioramento dell’atto respiratorio.

Meyer (2008) descrive come in posizione eretta i soggetti possano parlare con a voce più alta

se può aumentare il volume respiratorio, facilitando così la comunicazione; mentre Krueger &

Coleman (2010) vanno oltre, osservando che mantenere la statica eretta durante il gioco e la

terapia aumenta la vocalizzazione e l’uso del linguaggio in generale.

Lo “Standing” migliora la funzione cardio-circolatoria.

Un’ efficace circolazione è strettamente legata all’attività respiratoria,

conferendo un importante apporto di ossigeno al sangue, e determinando

una efficace attività di pompaggio di questo sangue ossigenato al resto del

corpo, fondamentale per mantenerci in buona salute. La review di Paleg

del 2008 identifica 9 articoli pubblicati tra il 1964 e il 2007 nei quali viene

riportato una aumentata pressione arteriosa (si riduce l’ipotensione

ortostatica, spesso determinata da un improvviso cambio di postura da

quella seduta a quella verticalizzata), un aumentata frequenza cardiaca, una riduzione di

eventuale edema ai piedi e agli arti inferiori.

Più recenti report clinici inoltre sostengono l’utilizzo dello standing allo scopo di facilitare l’attività

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circolatoria (Watanabe, 2010; Mogul-Rotman, 2008); la riabilitazione cardio circolatoria

(watanabe, 2010; Mogul-Rotman, 2008); la riduzione dell’edema (Mogul-Rotman,2008).

Lo “Standing” favorisce la digestione, la funzionalità intestinale e lo svuotamento

vescicale.

.L’utilizzo dell’apparecchiatura di statica è considerata un significativo aiuto

alla digestione e allo svuotamento intestinale, grazie alla combinazione di

alcuni fattori tra cui la forza di gravità (Wechsler, 2011; Watanabe, 2010;

Meyer, 2008), e l’attivazione della muscolatura dello stomaco (Labandz,

2010). Da una prospettiva meramente di ricerca dell’evidence, Paleg nella

sua review in realtà rivela una maggior quantità di evidence relativamente

alla facilitazione dell’attività digestiva e di svuotamento intestinale rispetto

alla attività minzionale. Sette studi (1990-2007) che osservano la funzione digestiva e la

funzione intestinale (in circostanza di lesione midollare) segnalano un miglioramento fino al 53%

nella regolarizzazione e nel tempo necessario allo svuotamento intestinale. Per confronto, solo

4 studi (1998 – 2001) si sono concentrati sulla funzione minzionale in pazienti con lesione

midollare; ancora, una buona metà dei partecipanti riportavano un miglioramento dello

svuotamento intestinale e una riduzione delle infezioni vescicali.

Uno studio riportato da Paleg (2008) ha dimostrato in un gruppo di partecipanti “normali” un

aumento di 2-3 volte della pressione vescicale grazie ad una verticalizzazione di 60° rispetto

alla posizione supina, il che dimostra che quanto più è verticalizzata la postura, tanto più è

efficiente la consapevolezza della pressione vescicale e lo svuotamento della stessa.

Diversi report clinici inoltre sostengono l’utilizzo dello standing per facilitare l’attività intestinale e

lo svuotamento vescicale (Dobrich, 2010; Puliti, 2010; Rosen, 2010; Thompson, 2009; Mogul-

Rotman, 2008).

Lo “Standing” aiuta nella formazione dell’articolazione d’anca.

Forse sorprendentemente, ci sono pochi studi sul beneficio dello

“Standing” nel mantenere l’integrità dell’anca. Paleg’s 2008 review

identifica solo 3 studi che sottolineano questa funzione o la prevenzione

della sublussazione e lussazione dell’anca. Ognuno di questi studi

dimostra un miglioramento nel mantenimento dell’integrità dell’anca.

Pope (2007) riporta che l’incidenza della dislocazione congenita dell’anca

in bambini affetti da PCI è la stessa che nella popolazione generale,

anche se con il trascorre del tempo, la sublussazione dell’anca in bambini affetti da PCI diventa

un problema molto frequente dal quale derivano contratture, problemi cutanei, difficoltà

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importanti per l’igiene personale e altre complicanze di tipo ortopedico (Hagglund, 2009).

Hagglund inoltre suggerisce che forse una protezione delle anche può essere possibile.

I bambini che hanno la possibilità di sostenersi in postura eretta all’età fisiologica di 12-16 mesi

sono ritenuti più avvantaggiati nello sviluppare la testa del femore e l’acetabolo dell’articolazione

dell’anca (Labandz, 2011 & 2010; Dobrich, 2010; Rosen, 2010; Silberstein, 2008). Inoltre una

consensus conference sulla “24H postural care” auspica che i bambini con maggior

compromossione siano sottoposti ad un programma riabilitativo che utilizzi l’apparecchiatura di

statica entro i 12 mesi di età (gerike et al, 2006), mentre Miles (2010) dichiara che la

verticalizzazione in età precoce determina flessibilità e facilita l’abilità nella verticalizzazione e

nei trasferimenti.

Lo “Standing” incita i bambini ad interagire “faccia a faccia” con I propri coetanei.

Anche se non esiste ancora nessuna ricerca specifica sull’argomento,

ogni singolo report clinico sull’utilizzo dello standing, riporta l’aspetto

dell’interazione faccia a faccia quale più significativo beneficio

psicologico, sia dal punto di vista dell’iterazione sociale, della

comunicazione e delle opportunità educative (Wechsler, 2011 & 2009;

Puliti, 2010; Labandz, 2010; Krueger & Coleman, 2010; Rosen, 2010;

Thompson, 2009; Silberstein, 2008; Young, 2008; Meyer, 2008; Miles,

2008). Labandz (2011) e Watanabe (2010) ampliano questi aspetti sostenendo che la statica

eretta sostenuta dallo standing può eliminare la paura ancestrale di cadere, consentendo

all’individuo di concentrarsi sulle di apprendimento e di relazione sociale.. Miles (2010) segnala

che l’utilizzo dello standing consente ai bambini con grave compromissione motoria, lo

svolgimento di attività in circostanza il più simile possibile a quelle dei bambini normodotati.

Inoltre questa interazione faccia a faccia è strettamente legata all’aumento della fiducia, della

stima di sé e della percezione di sé (Hohman, 2011; Kreuger, 2010; Rosen, 2010; Thompson,

2009; Wechsler, 2009; Meyer, 2008; Otzel et al, 2008).

Lo “Standing” previene l’instaurarsi di danni alla cute derivanti dalla posizione seduta

prolungata.

Quando si sta seduti per molto tempo, le tuberosità ischiatiche ed altre

prominenze ossee quali il sacro, possono sollecitare delle pressioni

anomale e determinare nel medio e lungo periodo delle lesioni alla cute.

E’ già stato affrontato l’argomento della facilitazione determinata dallo

standing all’attività cardio circolatoria e alla funzionalità respiratoria, perciò

di conseguenza appare logico ritenere che in posizione eretta il sangue

ossigenato possa più facilmente raggiungere i tessuti che solitamente

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sono sottoposti a tali pressioni. La review della Paleg del 2008 identifica 4 studi pubblicati tra il

1998 ed il 2001 che dimostrano che il 19% dei soggetti con lesione midollare ha riportato meno

episodi di piaghe ed in generale una integrità cutanea migliorata.

Comunque numerosi report clinici forniscono una evidence anedottica in merito ad una efficace

prevenzione del determinarsi di dolorose e debilitanti ulcere da decibito, grazie ad un

miglioramento della circolazione sanguigna (Labandz, 2011 & 2010; Wechsler, 2011; Dobrich,

2010; Puliti, 2010; Miles,2008; Mogul-Rotman, 2008).

Lo “Standing” migliora il benessere, l’attenzione e facilità l’acquisizione del ritmo sonno-

veglia

Risulta difficile tenere separati i benefici dello “Standing” sul piano

psicologico, perché di fatto sono tutti strettamente correlati fra di loro. La

review sistemati della Paleg del 2008 identifica 5 ricerche pubblicate tra il

1999 ed il 2002 che riportano un aumento della vigilanza, della sensazione

di benessere, una migliorata qualità della vita, del sonno ed una

diminuzione dell’affaticamento.

Report clinici di Labandz (2011), Dobrich (2010), Miles (2010), Smith (2010) e Krueger &

Coleman (2010) riportano tutti un aumento del livello di eccitazione (vigilanza). Smith (2010) e

Krueger & Coleman (2010) aggiungono che in stazione eretta il controllo dei riflessi patologici

quali il tonico asimmetrico del collo e il tonico labirintico sia migliore, e di conseguenza

l’organizzazione sensomotoria il confort e l’attenzione siano ottimizzate. Hicks (2008) segnala

quale conseguenza secondaria dell’utilizzo dello standing una miglior qualità del sonno.

Lo “Standing” e le attività di vita quotidiana.

Ogni singolo beneficio fisiologico dello standing è strettamente correlato all’altro e insieme

aiutano a favorire il benessere psicologico del bambino. Insieme tutti questi benefici possono

stimolare e migliorare in modo sensibile lo svolgimenti delle attività di vita quotidiana.

La review del 2008 della Paleg individua 3 articoli in cui si riporta che l’utilizzo dello standing

abbia aiutato i soggetti nelle attività di vita quotidiana ed in particolare in quelle relative alla cura

personale. Inoltre la review segnala studi che hanno sottolineato una facilitazione del

posizionamento degli arti superiori e una migliorata funzionalità della mano e della funzione di

reaching.

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Altri “Clinical commentary” inoltre sostengono la necessità dell’utilizzo dello standing per

facilitare lo sviluppo delle abilità di controllo del capo, del tronco e degli arti superiori (Smith,

2010); migliorata la funzione di reaching (Thompson, 2009); abilità a svolgere attività motorie

fini, e conseguentemente facilitare l’intereazione sociale ed il divertimento (labandz, 2011);

aumentata possibilità di lavorare il più indipendentemente possibile (Puliti 2010) facilitazione del

gioco, delle opportunità di educazione fisica e di danza (Miles, 2010; Labandz, 2010;

Wechsler,2009); facilitazione nella abilità di partecipare attivamente ai trasferimenti e al vestirsi

autonomamente come risultato di un percorso di “self empowerment” in circostanza di disabilità

(Young, 2008).

Come scegliere lo standing

Gli stander sono disponibili in tre configurazioni (anche se alcuni di loro offrono più possibilità

contemporaneamente):

Stabilizzatori per statica in postura SUPINA

Stabilizzatori per statica in postura SUPINA

Stabilizzatori per statica in postura ERETTA

Standing da supino.

Gli standing da supino sono quelli in cui il bambino (o in generale la persona) è accolto in

postura supina, sdraiato sulla schiena. Dopodiché lo standing può progressivamente

verticalizzarsi fino al grado più appropriato per la circostanza individuale. Gli standing da supino

sono la soluzione più indicata nei casi di deficit di reazione antigravitaria nel tronco superiore e

dek collo (Labandz, 2011). Possono rappresentare una risorsa importante per consentire un

cambio di postura in circostanza di importanti contratture all’anca e al ginocchio. Se da un lato il

decuto completamente supino è utile per coloro che abbiano uno scarso controllo del tronco

superiore e del capo, questa posizione inficia pesantemente l’angolo di visuale del paziente, ed

impatta sulla interazione sociale e sulla partecipazione in attività funzionali (Dobrich,2010) A

seconda del grado di inclinazione il carico può essere ridotto (Wechsler, 2009).

Standing da prono.

Gli standing da prono sono quelli in cui il bambino sta in posizione leggermente inclinata in

avanti. Questi infatti determinano un supporto anteriore, richiedendo un controllo attivo del capo

in prima battuta. Comunque la postura è utilizzata per incoraggiare il controllo del capo, per

rafforzare il tronco superiore ed il cingolo scapolare (Dobrich, 2010) ed inibire il tono estensorio

(Labandz, 2010). Minore sarà l’angolo di inclinazione in avanti, maggiore saranno i benefici del

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carico in statica eretta.

Standing in postura eretta.

Gli standing per statica in postura eretta sono progettati per replicare il più possibile la postura

eretta fisiologica. A questo angolo di inclinazione col terreno, le linee di forza del carico

attraversano tipicamente la colonna vertebrale, gli arti inferiori e i piedi (Dobrich, 2010; Puliti,

2010; Labandz, 2010; Rosen, 2010) beneficiando al massimo dei vantaggi del carico

ortostatico.

A prescindere dal tipo di standing, l’elemento più importante è il raggiungimento

dell’allineamento posturale desiderato ( Labandz, 2011). Vedi l’allegato 1 per una matrice dei

fattori rilevanti da considerare quando si debba scegliere uno standing; l’allegato 2 per un

riferimento agli standing Leckey.

Qual è la migliore inclinazione per utilizzare lo standing.

Chiaramente, più una persona è in grado di tollerare una postura vicina a quella di statica

eretta, più il maggior carico graverà sugli arti inferiori e maggiore sarà il beneficio che si potrà

trarre dalla posizione eretta, soprattutto per quel che riguarda la mineralizzazione ossea. Uno

studio di Herman et al (2008) riporta che, in un gruppo di pazienti con esiti di PCI, forma tetra

spastica, in media il 68% del peso del corpo è trasferito ai piedi. C’è una stretta correlazione tra

il grado di inclinazione dello standing e la percentuale di carico trasferita agli arti inferiori,

essendoci spesso anche grandi differenze in quantità di carico tra l’emilato destro ed il sinistro,

forse quale conseguenza di asimmetrie significative. Inoltre viene riportato quanto la presenza

di tavolino, bretellaggi e supporti vari possano incidere su questo valore. Comunque, ciò che

non è stato definito ancora è quanto carico sia “sufficiente” per far aumentare la densità ossea.

Comunque, ricordando che per qualcuno la postura completamente verticalizzata è certamente

troppo, il più verticale è, meglio è (Wechsler 2009).

Quanto a lungo una persona dovrebbe stare nello standing per trarne

i suddetti vantaggi.

Purtroppo questa resta una domanda alla quale è davvero difficile dare una risposta univoca.

Paleg nella sua review sistematica più volte citata, raggruppa gli studi pubblicati per tempi di

durata di standing, e dichiara che solitamente il tempo va dai 12 minuti al giorno fino a due ore,

per 5 giorni a settimana. Comunque la frequenza più rappresentata è di 30-60 minuti al giorno.

Esperti clinici quale Rosen (2010) consiglia dai 45 minuti alle 2 ore quotidiane, mentre la Paleg

in sintonia con Silberstein (2008) raccomanda dalle 7 alle 10 ore a settimana se lo scopo è

quello di aumentare la densità ossea.

Appare che il tempo di utilizzo dello standing dipenda dall’età dell’individuo, dalla diagnosi, dalla

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Postura, come si sviluppa è perché lo “Standing” è così importante

Clare Wright (MclinRes, BSc(Hons)OT), Clinical Research Manager Leckey November 2011

tollerabilità all’utilizzo dell’ausilio e alla postura eretta, e dal tipo di benefici che si vanno

ricercando (Rosen, 2010). Recentemente è stato segnalato da specialisti del settore che

apparentemente un maggior numero di brevi periodi di utilizzo dell’ausilio possano dare

maggiori vantaggi di un unico periodo prolungato (Wechsler, 2011 & 2009; Silberstein, 2008).

Ciò che è assolutamente auspicabile è che un piano di trattamento specifico, personalizzato ed

appropriato sia definito da un fisioterapista qualificato.

Quando non usare lo standing.

Le ragioni per le quali non usare lo standing sono davvero poche. Lo standing è sconsigliato per

pazienti con complicazioni su base ortopedica come ad esempio una frattura in via di

guarigione, osteoporosi importante, o contratture importanti d’anca o di ginocchio. Invece le

persone con importanti problemi respiratori o circolatori devono essere costantemente

monitorate durante l’utilizzo dello standing.

Clare Wright (MclinRes, BSc(Hons)OT), Clinical Research Manager, November 2011

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Postura, come si sviluppa è perché lo “Standing” è così importante

Clare Wright (MclinRes, BSc(Hons)OT), Clinical Research Manager Leckey November 2011

Appendix 1: Standing Decision Matrix

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Postura, come si sviluppa è perché lo “Standing” è così importante

Clare Wright (MclinRes, BSc(Hons)OT), Clinical Research Manager Leckey November 2011

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Appendix 2: Standing spreadsheet